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{{Testata giornalistica
{{s|Francia|giornalismo}}
|nome = L'Obs
'''''Le Nouvel Observateur''''' (in [[lingua italiana|italiano]]: "Il nuovo osservatore") è un [[settimanale]] [[Francia|francese]]. È il principale periodico generalista [[parigi]]no in termini di [[diffusione (editoria)|diffusione]] (circa 538.200 copie).
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|periodicità = Settimanale
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|fondazione = 19 novembre 1964
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|direttore = Cécile Prieur
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|cartacea = Singola copia<br />Abbonamento
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'''''L'Obs'',''' fino al 23 ottobre 2014 '''''Le Nouvel Observateur'''''<ref name=":0">{{Cita news|lingua=fr|url=https://www.lemonde.fr/actualite-medias/article/2014/10/16/comment-le-nouvel-observateur-entend-se-relancer_4506959_3236.html|titolo=Comment Le Nouvel Observateur entend se relancer|pubblicazione=Le Monde.fr|data=16 ottobre 2014|accesso=11 febbraio 2020}}</ref> (in [[lingua italiana|italiano]]: "Il nuovo osservatore") è un [[settimanale]] [[Francia|francese]], fondato nel 1964 da [[Claude Perdriel]] e [[Jean Daniel]]<ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.lefigaro.fr/medias/2013/12/08/20004-20131208ARTFIG00080-claude-perdriel-pret-a-ceder-le-controle-du-nouvel-obs.php|titolo=Claude Perdriel prêt à céder le contrôle du Nouvel Obs|autore=Enguérand Renault, Alexandre Debouté|sito=Le Figaro.fr|data=8 dicembre 2013|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>. Il giornale è l'erede di ''France Observateur'', a sua volta successore de ''L'observateur politique, économique et littéraire'' nato nel 1950<ref>{{Cita web|url=https://www.universalis.fr/encyclopedie/le-nouvel-observateur-hebdomadaire/|titolo=LE NOUVEL OBSERVATEUR, hebdomadaire|autore=Encyclopædia Universalis|sito=Encyclopædia Universalis|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Il giornale si posiziona a [[Sinistra (politica)|sinistra]], con una linea "[[Socialdemocrazia|socialdemocratica]]"<ref name=":1" /> aperta a "tutte le sinistre"<ref>{{Cita web|url=https://www.liberation.fr/futurs/2016/05/19/aude-lancelin-viree-pour-avoir-fait-battre-le-coeur-de-l-obs-trop-a-gauche_1453834|titolo=Aude Lancelin virée pour avoir fait battre le cœur de «l’Obs» trop à gauche ?|autore=Tristan Berteloot, Jérôme Lefilliâtre|sito=Libération.fr|data=19 maggio 2016|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
Il quotidiano fu fondato nel [[1950]] con la [[testata giornalistica|testata]] '''''L'Observateur politique, economique et littéraire''''' (in italiano: "L'osservatore politico, economico e letterario"). Dal [[1953]] al [[1954]] fu ribattezzato '''''L'Observateur d'aujourd'hui''''' ("L'osservatore d'oggi"), poi assunse fino al [[1964]] la testata '''''France-observateur''''' ("L'osservatore di Francia"), per diventare da quel momento, quando fu rifondato da [[Jean Daniel]] e [[Claude Perdriel]], ''Le Nouvel Observateur''.
 
Il giornale è controllato al 99% dalla società ''Le Monde libre'' che possiede la maggioranza del capitale del ''Groupe [[Le Monde]]''<ref name="lefigaro.fr">{{Cita web|url=https://www.lefigaro.fr/medias/2016/11/23/20004-20161123ARTFIG00157-claude-perdriel-sort-totalement-du-capital-de-l-obs.php|titolo=Claude Perdriel sort totalement du capital de L'Obs|autore=Chloé Woitier|sito=Le Figaro.fr|data=23 novembre 2016|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.monde-diplomatique.fr/cartes/PPA|titolo=Médias français, qui possède quoi ?|sito=Le Monde diplomatique|data=7 novembre 2019|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
== Storia ==
L'origine del giornale è ''L'Observateur politique, économique et littéraire'', settimanale di 24 pagine con tiratura, dalla prima copia pubblicata il 13 aprile [[1950]], di {{formatnum:20000}} copie. Esso è stato fondato da ex membri della resistenza francese, [[Gilles Martinet]] dell'[[Agence France-Presse|AFP]], [[Roger Stéphane]], [[Claude Bourdet]] e Hector de Galard, grazie anche alla collaborazione di [[Jean-Paul Sartre]]. Il giornale cambia nome in ''l'Observateur aujourd'hui'' nel 1953, poi in ''France Observateur'' nel 1954. Nella Francia del dopoguerra, impregnata nello spirito della resistenza di sinistra, ''France Observateur'' si afferma come un giornale combattivo, che considerava prioritaria la necessità di concedere l'indipendenza alle colonie, facendo trapelare dei rapporti militari in Indocina, denunciando scandali come le torture in Algeria. Il giornale aveva allora una tiratura di {{formatnum:100000}} esemplari.
 
All'inizio del 1964, ''France Observateur'' subisce delle difficoltà finanziarie. Claude Perdriel, un industriale appassionato di stampa, che fonderà più tardi ''[[Le Matin de Paris]]'', e [[Jean Daniel]], giornalista e scrittore, decidono di rilanciare il settimanale che diventa ''le Nouvel Observateur'' il 19 novembre [[1964]]. La linea di redazione della rivista, messa a punto da Maurice Clavel e Gilles Martinet, e dopo il 1964 da Jean Daniel, è l'erede di un lungo periodo di "opposizione" ai governi francesi di centrodestra e conserva una netta sensibilità "di sinistra", incarnata principalmente dalla presenza del filosofo [[André Gorz]], che firma i suoi contributi con il nome di Michel Bousquet. Nel 1965, la redazione condanna duramente gli interventi americani in [[Vietnam]] e nella [[Repubblica Dominicana]].
 
Lo scopo della rivista è anche quello di favorire l'ascesa al potere della sinistra socialdemocratica<ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.vanityfair.fr/pouvoir/politique/articles/la-ruee-vers-lobs/16225|titolo=Fin d'une ère|autore=Vanity Fair, Condé Nast Digital France|sito=Vanity Fair|data=24 ottobre 2014|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Nel 1971 il giornale sostiene la lotta per il diritto all'[[aborto]], pubblicando il [[Manifesto delle 343]] donne che hanno deciso di abortire (allora l'aborto era illegale in Francia). Nel maggio dello stesso anno, il cronista scientifico del ''Nouvel Observateur,'' Alain Jaubert, viene insultato e picchiato in quanto giornalista da alcuni poliziotti mentre accompagna un manifestante ferito, a Parigi. Il giornalista viene arrestato e accusato di aver insultato, ferito ed aver opposto resistenza agli agenti. In seguito a tale fatto, un manifesto di denuncia alla polizia raccoglie numerose firme di giornalisti<ref>{{Cita web|url=https://www.bastamag.net/Violences-policieres-haine-internet-amendements-journalistes-censure-liberte-de-la-presse|titolo=Insultes, violences, velléités de censure : quand certains policiers et élus s'en prennent à la presse|sito=Basta !|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Nel 1974 la tiratura arriva a {{formatnum:400000}} copie. La ragione del successo è dovuta principalmente alla capacità del giornale di cogliere lo spirito del tempo: esso riesce a rappresentare l'evoluzione dei costumi e rivela al grande pubblico le numerose correnti socioculturali degli anni seguenti il [[1968]].
 
Dopo il 1981, la vicinanza del giornale con il potere socialista di [[François Mitterrand]] vede come conseguenza il crollo delle vendite<ref name=":2" />. Jaqueline Rémy, autrice di un libro sulla storia del settimanale mostra come il giornale si sforzasse di difendere Mitterrand così come figure vicine al giornale, al potere in quel momento<ref>{{Cita web|url=https://www.nouvelobs.com/rue89/rue89-medias/20140317.RUE2707/la-saga-du-nouvel-obs-on-est-des-intellos-faut-pas-deconner.html|titolo=La saga du Nouvel Obs: "On est des intellos, faut pas déconner!"}}</ref>. Questa volontà di risparmiare alcuni uomini politici di sinistra, ispirata direttamente da Claude Perdriel e Jean Daniel continuerà durante alcuni anni<ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.telerama.fr/medias/le-nouvel-obs-a-vecu-avec-l-idee-qu-il-avait-un-pere-noel,109952.php|titolo=“‘Le Nouvel Obs’” a vécu avec l'idée qu'il avait un ‘père Noël’”|sito=Télérama.fr|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Nel 1984, a seguito di nuove difficoltà finanziarie, Claude Perdriel aumenta il capitale del Nouvel Observateur e ne diventa azionista di maggioranza. Vengono ingaggiati nuovi giornalisti e il concept del giornale viene modificato. Le Nouvel Observateur si avvicina allo stile del [[settimanale di attualità]], rilancia l'idea dei reportage e sviluppa la cronaca della società; dal 1985 un inserto di economia viene integrato nel giornale.
 
Nel settembre del 1993 appare un supplemento per la televisione, TéléCineObs, diretto da Richard Cannavo e diffuso a Parigi, diventa nazionale nel gennaio 1994. L'anno seguente Le Nouvel Observateur diventa il primo giornale d'attualità francese.
 
Nel 1999 Patrick Fiole (a capo della redazione) lancia con Christina Sourieau nouvelobs.com, sito di informazione del giornale. Vi si dedica un team specializzato di giornalisti, ma la moderazione è delegata alla società Netino<ref>{{Cita web|url=http://www.nouvelobs.com/moderation.php|titolo=http://www.nouvelobs.com/moderation.php|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel 2003 il supplemento parigino è rinominato Paris Obs, e il giornale si dota di ulteriori supplementi regionali.
 
Nel settembre del 2007 Le Nouvel Observateur lancia BibliObs, sito dedicato all'attualità letteraria<ref>{{Cita web|url=https://www.nouvelobs.com/bibliobs/|titolo=https://www.nouvelobs.com/bibliobs/}}</ref>.
 
La direzione del giornale è assicurata da Jean Daniel fino a giugno 2008, quando Denis Oliviennes viene nominato direttore generale delegato del gruppo Le Nouvel Observateur e direttore della pubblicazione del settimanale. La direzione della redazione viene affidata a Michel Labro, che succede nel dicembre del 2006 a [[Laurent Joffrin]] dopo il suo ritorno a [[Libération]].
 
Nel 2011 Le Nouvel Observateur lancia una nuova piattaforma di informazione partecipativa, Le Plus<ref>{{Cita web|url=http://leplus.nouvelobs.com/contribution/835-le-plus-un-site-de-plus.html|titolo=http://leplus.nouvelobs.com/contribution/835-le-plus-un-site-de-plus.html}}</ref>. Esso è stato messo in piedi dopo anni di lavoro sul progetto, ingaggiando anche vecchi collaboratori della redazione.
 
A marzo 2011 Laurent Joffrin viene nominato presidente del consiglio direttivo del Nouvel Observateur e direttore della redazione e pubblicazione<ref name="lepoint.fr">{{Cita web|url=https://www.lepoint.fr/medias/laurent-joffrin-demissionne-du-nouvel-observateur-12-03-2014-1799920_260.php|titolo=Laurent Joffrin démissionne du|autore=Le Point magazine|sito=Le Point|data=12 marzo 2014|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>. Ad agosto, [[Nathalie Collin]] è nominata copresidente del consiglio direttivo del giornale, e direttrice generale del gruppo Le Nouvel Observateur<ref>{{Cita web|url=https://www.lesechos.fr/08/04/2014/LesEchos/21664-148-ECH_yves-brassart--nathalie-collin.htm|titolo=https://www.lesechos.fr/08/04/2014/LesEchos/21664-148-ECH_yves-brassart--nathalie-collin.htm|accesso=11 febbraio 2020|dataarchivio=3 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190203213959/https://www.lesechos.fr/08/04/2014/LesEchos/21664-148-ECH_yves-brassart--nathalie-collin.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Joffrin e Collin avevano già codiretto Libération.
 
Il 22 dicembre 2011 Le Nouvel Observateur annuncia l'acquisizione di parti dell'insieme azionario<ref>{{Cita web|url=https://votreargent.lexpress.fr/top-100/|titolo=Top 100 - Bourse|sito=VotreArgent.fr|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref> della società [[Rue89]] per un totale di 7,5 milioni di euro.<ref>{{Cita web|url=https://www.lesechos.fr/entreprises-secteurs/tech-medias/actu/0201827454811-claude-perdriel-avec-internet-je-retrouve-l-esprit-de-mai-68-271611.php|titolo=https://www.lesechos.fr/entreprises-secteurs/tech-medias/actu/0201827454811-claude-perdriel-avec-internet-je-retrouve-l-esprit-de-mai-68-271611.php|accesso=11 febbraio 2020|dataarchivio=5 giugno 2012|urlarchivio=https://archive.is/20120605005225/http://www.lesechos.fr/entreprises-secteurs/tech-medias/actu/0201827454811-claude-perdriel-avec-internet-je-retrouve-l-esprit-de-mai-68-271611.php|urlmorto=sì}}</ref> Questo avvicinamento porterà all'integrazione di regia e brand del sito rue89.com.
 
Il 29 marzo 2012 Le Nouvel Observateur lancia un mensile su tendenze, stile di vita, moda e viaggi intitolato Obsession<ref>{{Cita web|url=https://www.lefigaro.fr/flash-eco/2012/03/26/97002-20120326FILWWW00450--le-nouvel-obs-lance-obsession.php|titolo=Le Nouvel Obs lance Obsession|autore=AFP|sito=Le Figaro.fr|data=26 marzo 2012|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Con la nuova formula lanciata nel 2011, Le Nouvel Observateur ha registrato lo stesso anno un aumento delle vendite in edicola del 7%, la più importante tra le riviste di attualità; tuttavia le cifre delle vendite si riducono fortemente negli anni seguenti.
 
A fine 2013, a seguito di ingenti perdite (9,8 milioni di euro durante l'anno<ref>{{Cita web|url=http://electronlibre.info/qui-pour-le-nouvel-observateur/?__cf_chl_jschl_tk__=dd084ada65a73a0ec5130d28db8cebced4f3accf-1581417825-0-AU5g9EJL8KWbRJ1XAjuhNd7V-lnS_3bVB4QzFHH9SciJDmwT0F70i4WgkmTebqyOgeQLsltyQ8vF_2xxQCMbEklIpRxKjh_65EG76rnvQGbc2M7Nji6V60fNeeAfaw6N-_o2f3qra-8CHsoxAghhXjqCce2NRxY5TzgXW7nRnC2164FDfIYqu5AcB7K3iWmZn1BIFZczCAmiIQlzRmaGKPbo4Q-o4LxnYfEoo5yzKGkWb6EqVf_w5120Gt94ZYV-yYQv6i6JCuXszz4FMrvB_CGbKw1iVZZ1YqEz6xnxuqoE7VTNVU3AZy_H8j6p3Rffgg|titolo=http://electronlibre.info/qui-pour-le-nouvel-observateur/?__cf_chl_jschl_tk__=dd084ada65a73a0ec5130d28db8cebced4f3accf-1581417825-0-AU5g9EJL8KWbRJ1XAjuhNd7V-lnS_3bVB4QzFHH9SciJDmwT0F70i4WgkmTebqyOgeQLsltyQ8vF_2xxQCMbEklIpRxKjh_65EG76rnvQGbc2M7Nji6V60fNeeAfaw6N-_o2f3qra-8CHsoxAghhXjqCce2NRxY5TzgXW7nRnC2164FDfIYqu5AcB7K3iWmZn1BIFZczCAmiIQlzRmaGKPbo4Q-o4LxnYfEoo5yzKGkWb6EqVf_w5120Gt94ZYV-yYQv6i6JCuXszz4FMrvB_CGbKw1iVZZ1YqEz6xnxuqoE7VTNVU3AZy_H8j6p3Rffgg}}</ref>), il giornale cerca un acquirente<ref>{{Cita web|url=https://www.valeursactuelles.com/soci%C3%A9t%C3%A9/nouvel-obs-vente-des-potentiels-acheteurs|titolo=https://www.valeursactuelles.com/soci%C3%A9t%C3%A9/nouvel-obs-vente-des-potentiels-acheteurs|accesso=11 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140812025826/http://www.valeursactuelles.com/soci%C3%A9t%C3%A9/nouvel-obs-vente-des-potentiels-acheteurs|dataarchivio=12 agosto 2014|urlmorto=sì}}</ref> e nel 2014 il processo si accelera:
 
* a gennaio, gli uomini d'affari [[Xavier Niel]], Perre Bergé e Matthieu Pigasse, già proprietari del giornale [[Le Monde]], acquisiscono il 65% del Nouvel Observateur per 13,4 milioni d euro<ref name=":4">{{Cita web|url=https://www.lesechos.fr/2014/01/nouvel-obs-les-coulisses-dune-vente-288075|titolo=« Nouvel Obs » : les coulisses d’une vente|sito=Les Echos|data=15 gennaio 2014|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>. Questa acquisizione comporta il disimpegno parziale di Claude Perdriel<ref name=":1" />;
* a marzo, di fronte all'erosione costante delle vendite e in disaccordo con i nuovi azionisti<ref name=":5">{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.fr/jacqueline-remy/laurent-joffrin-au-nouvel-observateur-les-cles-dune-demission_b_4957630.html|titolo=Laurent Joffrin au Nouvel observateur: les clés d'une démission|sito=Le Huffington Post|data=13 marzo 2014|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>, Laurent Joffrin si dimette dal giornale insieme a Nathalie Collin, pur rimanendo editorialista<ref name="lepoint.fr"/>. Le dimissioni contemporanee<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.fr/2014/03/12/nouvel-obs-joffrin_n_4946965.html|titolo=Joffrin quitte la direction du "Nouvel Obs"|sito=Le Huffington Post|data=12 marzo 2014|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref> appaiono su un comunicato ufficiale del giornale<ref>{{Cita web|url=https://www.nouvelobs.com/medias/20140312.OBS9299/laurent-joffrin-et-nathalie-collin-quittent-le-directoire-du-nouvel-observateur.html|titolo=https://www.nouvelobs.com/medias/20140312.OBS9299/laurent-joffrin-et-nathalie-collin-quittent-le-directoire-du-nouvel-observateur.html}}</ref>. Di fronte alla crisi di una stampa destabilizzata da Internet, i principali azionisti cercano una personalità in grado di incarnare il rinnovamento<ref>{{Cita web|url=https://www.challenges.fr/media/les-patrons-du-nouvel-observateur-nathalie-collin-et-laurent-joffrin-demissionnent_163710|titolo=Laurent Joffrin démissionne de la direction de la rédaction du Nouvel Observateur|sito=Challenges|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>, mentre Claude Perdriel, infastidito da alcuni servizi e dalla deriva finanziaria del giornale, non sostiene più il direttore della redazione<ref name=":5" />;
* nel mese di aprile, dietro proposta degli azionisti, Matthieu Croisseandeau viene scelto per il posto di direttore, mentre Nathalie Collin viene rimpiazzata da Jacqueline Volle come direttrice generale delegata, incaricata della supervisione della direzione finanziaria, del digitale e dell'informatica<ref>{{Cita web|url=https://actu.categorynet.com/nominations/|titolo=Nominations dans la presse et le journalisme|sito=actu.categorynet.com|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>;
* il 5 giugno l'autorità per la concorrenza autorizza l'acquisizione del Nouvel Observateur da parte del trio di investitori Bergé-Niel-Pigasse, permettendo così di concludere l'operazione annunciata a gennaio<ref>{{Cita web|url=https://www.liberation.fr/ecrans/2014/06/05/le-trio-berge-niel-pigasse-autorise-a-racheter-le-nouvel-obs_1034346|titolo=Le trio Bergé-Niel-Pigasse autorisé à racheter «le Nouvel Obs»|autore=AFP|sito=Libération.fr|data=5 giugno 2014|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>. A seguito d questo cambiamento di azionisti viene implementata una nuova formula e, il 23 ottobre 2014, Le Nouvel Observateur diventa L'Obs<ref name=":0" />.
* Il 15 aprile 2015, L'Obs è designato "rivista dell'anno 2015" dal sindacato degli editori della stampa d'attualià (SMPE)<ref>{{Cita web|url=http://www.sergericco.com/about-me|titolo=About me|sito=Serge Ricco|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
A maggio 2016, dopo il licenziamento della direttrice aggiunta Aude Lancelin, [[Mediapart]] e [[Le Figaro]], e in seguito la quasi totalità della stampa, ipotizzano che si tratti di una decisione politica. Secondo Aude Lancelin, ella si trovava in conflitto con la direzione a proposito della copertura delle manifestazioni "Nuit debout". Una mozione di sfiducia nei confronti del direttore de L'Obs è votata dall'80% dei giornalisti dell'Obs, per la prima volta nella storia del giornale. La Società dei redattori la definisce "una misura ingiustificata, che destabilizza profondamente il giornale, a meno di un anno da un'elezione presidenziale". Il gruppo Le Monde denuncia questa misura come un "metodo inedito nella storia de L'Obs"<ref name=":6">{{Cita web|url=https://www.lefigaro.fr/medias/2016/06/01/20004-20160601ARTFIG00052--l-obs-a-t-il-vire-la-compagne-de-l-economiste-frederic-lordon.php|titolo=Limogeage à L'Obs : le SMS qui relance la piste politique|autore=ANNE JOUAN|sito=Le Figaro.fr|data=1º giugno 2016|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>. Il 25 maggio 2016 un collettivo di 45 figure del mondo del pensiero e della cultura pubblica su Libération una tribuna per denunciare il licenziamento come "un'operazione di polizia intellettuale".
 
Nel settembre 2016, di fronte a perdite di quasi tre milioni di euro e a vendite in caduta libera, la direzione presenta i dettagli del piano di ristrutturazione da cinque milioni con una riduzione di 40 giornalisti su 180, una fusione più importante con rue89 e un riposizionamento di Le Plus<ref>{{Cita news|lingua=fr|url=https://www.lemonde.fr/actualite-medias/article/2016/09/08/l-hebdomadaire-l-obs-detaille-son-plan-d-economies_4994797_3236.html|titolo=L’hebdomadaire « L’Obs » détaille son plan d’économies|pubblicazione=Le Monde.fr|data=8 settembre 2016|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
A dicembre 2017 L'Obs è condannato dal Conseil des prud'hommes di Parigi a versare 90 000 euro alla sua ex direttrice aggiunta Aude Lancelin per averla licenziata "senza una causa reale e seria"<ref>{{Cita web|url=https://www.20minutes.fr/medias/2184459-20171208-obs-condamne-licenciement-cause-reelle-serieuse-aude-lancelin|titolo=«L'Obs» condamné pour le licenciement de son ex numéro 2 Aude Lancelin|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Come molti altri giornali, negli anni seguenti L'Obs continua a perdere fortemente abbonati al formato cartaceo, numero di copie vendute e introiti pubblicitari.
 
Il 13 novembre 2020 diventa direttrice della redazione Cécile Prieur, già vice direttrice della redazione di ''[[Le Monde]]'', sostituendo Dominique Nora, che aveva accettato l'incarico due anni prima ponendo un limite di tempo, volendo presto tornare al lavoro di reporter<ref>{{Cita web|lingua=fr|titolo=Cécile Prieur succède à Dominique Nora à la tête de la rédaction de « l’Obs »|url=https://www.nouvelobs.com/medias/20201114.OBS36094/cecile-prieur-succede-a-dominique-nora-a-la-tete-de-la-redaction-de-l-obs.html|sito=L'Obs|accesso=17 novembre 2020}}</ref>.
 
=== Linea editoriale ===
Secondo Claude Perdriel, fondatore del Nouvel Observateur, si tratta di un "giornale [[Pierre Mendès France|mendesista]], socialdemocratico di sinistra"<ref name=":1" />. Nel 2012, secondo un sondaggio, il 71% dei suoi lettori si definisce di sinistra<ref>{{Cita web|url=https://www.marianne.net/politique/la-couleur-politique-des-medias|titolo=La couleur politique des médias|sito=Marianne|data=27 aprile 2012|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
Per Aude Lancelin, così come per François Ruffin, l'evoluzione del giornale è tipica di una sinistra socialista legata al neoliberalismo<ref name=":6" /><ref>{{Cita web|url=https://www.humanite.fr/lobs-recit-du-naufragedun-journal-de-gauche-619025|titolo=L’OBS. Récit du naufraged’un journal « de gauche »|sito=L'Humanité|data=27 ottobre 2016|lingua=fr|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>.
 
== Organizzazione ==
=== Direzione della redazione ===
 
* Direttrice della redazione: Dominique Nora
* Vice direttori: Clément Lacombe, Grégoire Leménager, Pascal Riché
 
=== Direzione amministrativa ===
 
* Direttore generale: Grégoire de Vaissière
* Redattori e capi esecutivi:
** Dal 1964 al 1985 : Hector de Galard (1921-1990)
** Dal 1985 al 1988 : Franz-Olivier Giesbert
** Dal 1988 al 1996 : Laurent Joffrin
** Dal 1996 al 1999 : Bernard Guetta
** Dal 1999 al 2006 : Laurent Joffrin
** Dal 2006 al 2008 : Guillaume Malaurie et Michel Labro
** Dal 2008 al 2014 : Michel Labro
 
== Risultati finanziari ==
Le perdite del giornale ammontano, secondo Jacqueline Rémy, a quasi 3 milioni nel 2011, 5 milioni nel 2012, e di 10 milioni nel 2013<ref name=":3" />. Claude Perdriel, allora proprietario della testata, ha reinvestito 17 milioni di Euro per equilibrare i conti; nel 2013 dichiara di cercare investitori per un totale da 5 a 6 milioni di Euro<ref name=":1" />.
 
A gennaio 2014 il proprietario Claude Perdriel cede, attraverso Groupe Perdriel, il 66% del capitale del Nouvel Observateur (che comprende anche TéléObs e Rue89) per un totale di 13,4 milioni di Euro al trio di investitori Bergé-Niel-Pigasse, che era già azionista di maggioranza del groupe Le Monde<ref name=":4" />.
 
A fine novembre 2016, Claude Perdriel annuncia di voler uscire totalmente dal capitale entro la fine dell'anno<ref name="lefigaro.fr"/>.
{| class="wikitable"
|+In migliaia di Euro al 31 dicembre<ref>{{Cita web|url=https://www.societe.com/bilan/le-nouvel-observateur-du-monde-652015942201812311.html|titolo=LE NOUVEL OBSERVATEUR DU MONDE à PARIS (75013), bilan gratuit 2018, sur SOCIETE.COM (652015942)|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>
!
!2014
!2015
!2016
!2017
!2018
|-
|Fatturato
|80 351
|69 419
|60 680
|55 448
|45 926
|-
|Perdite
|12 995
|10 723
|13 455
|2 636
|2 708
|-
|Effettivo medio annuale
|226
|218
|230
|206
|160
|}
 
== Diffusione ==
I dati sulla diffusione in Francia sono i seguenti<ref>{{Cita web|url=https://www.acpm.fr/Support/l-obs|titolo=L'Obs - ACPM|accesso=11 febbraio 2020}}</ref>
{| class="wikitable"
|+
!Anno
!Diffusione in Francia
a pagamento
!Evoluzione
annuale
!Diffusione
totale
 
(gratuito incluso)
|-
|2014
|460 797
| -7,6%
|479 641
|-
|2015
|401 087
| -13,0%
|417 398
|-
|2016
|359 285
| -10,4%
|373 873
|-
|2017
|332 753
| -7,4%
|346 274
|-
|2018
|243 151
| -20,19%
|262 590
|}
 
== Premi letterari ==
Nel 2012, in partenariato con [[France Culture|France culture]], la testata crea il premio letterario Prix Mauvais genres.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Aude Lancelin, ''Le Monde libre'', Les Liens qui libèrent, 2016
* Philippe Tétart, ''Histoire politique et culturelle de France Observateur'', tomo I, L’Harmattan, 2001.
* Philippe Tétart, ''Histoire politique et culturelle de France Observateur'', tomo II, L’Harmattan, 2001.
* Louis Pinto, ''L'Intelligence en action : le Nouvel Observateur'', Paris, Métailié, 1984.
 
== Altri progetti ==
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