Massimo Troisi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Jok.94 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
Riga 1:
{{nd||Troisi (disambigua)|Troisi}}
{{vaglio}}
<noinclude>{{Avvisobloccoparziale scad|200906151823}}</noinclude>
{{quote|Comm'aggio accuminciato? Ecco... io ero 'nu guaglione... ero andato a vedere un grande film. Si trattava di [[Roma città aperta]], chillu grande lavoro di [[Roberto Rossellini|Rossellini]]. Me n'ero uscito d'o cinema con tutte quelle immagini dint'a capa e tutte quante le emozioni dentro. Mi sono fermato 'nu mumento e m'aggio ditto... "Massimo, da grande tu devi fà 'o geometra"|Massimo Troisi}}
{{quote|Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m'ha mai parlato della pizza, e non m'ha mai suonato il mandolino.|[[Roberto Benigni]]}}
{{Bio
|Nome = Massimo
Riga 10 ⟶ 7:
|GiornoMeseNascita = 19 febbraio
|AnnoNascita = 1953
|LuogoMorte = Lido di Ostia
|LuogoMorteLink = Ostia (Roma)
|GiornoMeseMorte = 4 giugno
|AnnoMorte = 1994
|Epoca = 1900
|Attività = attore
|Attività2 = registacomico
|Attività3 = sceneggiatoreregista
|AttivitàAltre = , [[sceneggiatore]] e [[cabaret]]tista
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Troisiof1.jpg
|Epoca = 1900
|Immagine=Troisiof1.jpg
}}
Candidato all'[[Oscar 1996]] come miglior attore protagonista nel film ''[[Il postino]]''.
 
Principale esponente della nuova comicità napoletana nata agli albori degli [[anni 1970|anni settanta]] e soprannominato «il comico dei [[Sentimento|sentimenti]]»<ref>Chiacchiari Federico; Salvi Demetrio, ''Massimo Troisi. Il comico dei sentimenti'', Sentieri Selvaggi, 2011. ISBN 88-86883-01-3</ref> o il «[[Pulcinella]] senza maschera»,<ref>{{Cita web|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/06/02/ARwtK8X-troisi_massimo_pulcinella.shtml|titolo=Venti anni senza Massimo Troisi, ma il suo Pulcinella non muore mai|autore=|editore=ilsecoloxix.it|data=2 giugno 2014|accesso=|dataarchivio=5 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305082509/http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/06/02/ARwtK8X-troisi_massimo_pulcinella.shtml|urlmorto=sì}}</ref> è considerato uno dei maggiori interpreti della [[Teatro in Italia|storia del teatro]] e del [[cinema italiano]].
Ha saputo esplorare le tradizioni [[Napoli|napoletane]] seguendo le orme linguistiche ed artistiche di [[Eduardo De Filippo]] e [[Totò]], ma rinnovandole con contenuti e capacità recitative del tutto originali.
 
Formatosi sulle tavole del palcoscenico e naturale erede designato di [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] e [[Totò]],<ref name="tg1">{{Cita news|titolo=Speciale Massimo Troisi|url=http://www.mollica.rai.it/celluloide/troisi_speciale/taormina.htm|accesso=9 gennaio 2012|data=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130715024818/http://www.mollica.rai.it/celluloide/troisi_speciale/taormina.htm|dataarchivio=15 luglio 2013}}</ref><ref name="cocciardo63">{{Cita |Cocciardo|p. 63|Cocciardo}}.</ref> fu accostato anche a [[Buster Keaton]] e [[Woody Allen]].<ref name=p.42/><ref name=p.16>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 16|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Cominciò la sua carriera assieme agli inossidabili amici del gruppo ''I Saraceni'', divenuto ''[[La Smorfia (cabaret)|La Smorfia]],'' [[Lello Arena]] ed [[Enzo Decaro]]. Il successo del trio, inatteso e immediato, consentì al giovane Troisi di esordire al cinema con ''[[Ricomincio da tre]]'' (1981), il film che ne decretò il successo sia come attore che come regista. Dall'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]] si dedicò esclusivamente al cinema, interpretando 12 film, 5 dei quali diretti da lui stesso.<ref name=p.10>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 10|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
Scompare prematuramente, a 41 anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a [[febbre reumatica|febbri reumatiche]] di cui soffriva sin dall'età di 12 anni.
 
Affetto sin dall'infanzia da gravi problemi al [[cuore]], morì prematuramente il 4 giugno 1994 all'[[Infernetto]] di Roma. La causa fu un [[attacco cardiaco]], conseguente a [[febbre reumatica|febbri reumatiche]]. Il giorno prima aveva terminato la sua ultima pellicola, ''[[Il postino]]'' (considerato un caposaldo del cinema italiano degli anni novanta), per la quale sarebbe stato candidato nel 1996 ai [[premi Oscar]] per le categorie [[Oscar al miglior attore|miglior attore]] e [[Oscar alla miglior sceneggiatura non originale|miglior sceneggiatura non originale]].
Ad oggi è sicuramente uno degli attori più ricordati ed amati di sempre.
Alla sua figura è legata la spontanietà naturale, mostrata sempre davanti la macchina da presa.
Dopo il primo anno della sua morte,a [[San Giorgio a Cremano]] è stato istituito un premio in sua memoria, il [[Premio Massimo Troisi]].
 
Adoperò uno stile personale che esaltava una capacità espressiva verbale, mimica e gestuale con la quale combinava ruoli prettamente comici a quelli più riflessivi.
==Biografia==
 
Troisi indicò al cinema italiano una via per un'escursione rivitalizzante con in più uno sguardo attento alla società italiana e alla [[Napoli]] successive al [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]], alle nuove ideologie, al [[femminismo]], all'autoironia crescente e all'affermazione della soggettività individualista. Con lui nacque il nuovo tipo napoletano dell{{'}}''antieroe'', vittima dei tempi moderni, personaggio fragile<ref>{{Cita web|url=https://www.cinematografo.it/riflettori/troisi-secondo-martone-yvyrhtgh|titolo=Troisi secondo Martone|autore=Federico Pontiggia|sito=www.cinematografo.it|lingua=it|accesso=2024-01-18}}</ref> che riflette tuttora i dubbi e le preoccupazioni delle nuove generazioni.<ref name="p.18">{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 18|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref><ref name="Aa.Vv.p.85">{{Cita|Aa.Vv.|p. 85|Aa.Vv.}}.</ref>
===Le origini===
Nasce a San Giorgio a Cremano, città confinante con [[Napoli]]. Figlio di Alfredo, un [[macchinista ferroviario]], e di Elena Andinolfi, cresce in una famiglia molto numerosa; abita infatti nella stessa casa con i genitori, cinque fratelli, due nonni, gli zii ed i loro cinque figli. Dell'atmosfera familiare, Troisi lascia alcune testimonianze anche nei suoi primi due film, ''[[Ricomincio da tre]]'' e ''[[Scusate il ritardo]]''.
 
Occasionalmente si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando altri contributi: scrisse infatti ''[['O ssaje comme fa 'o core]]'', poesia messa in musica dall'amico [[Pino Daniele]], un'allusione tanto alle patologie al cuore (comuni a Troisi e Daniele) quanto al romanticismo.<ref>{{Cita news|url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/01/06/rosaria-troisi-lui-e-mio-fratello-massimo-si-sono-fidati-luno-dellaltro36.html|titolo=Rosaria Troisi: "Lui e mio fratello Massimo, si sono fidati l'uno dell'altro"|autore=Antonio Tricomi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=6 gennaio 2015}}</ref>
Dopo aver ottenuto il diploma di geometra nel 1977 all'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Eugenio Pantaleo" di [[Torre del Greco]], scrive poesie per diletto ispirandosi a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], il suo autore preferito, e inizia a recitare, dal [[1969]] nel teatro parrocchiale della [[Chiesa di Sant'Anna]] insieme ad alcuni amici d'infanzia (tra cui [[Lello Arena]], [[Nico Mucci]], [[Valeria Pezza]]), con i quali passa parecchio tempo a giocare a pallone. Nel [[1971]] la madre muore improvvisamente.
 
== Biografia ==
Nel [[1972]] gli viene diagnosticata un'anomalia cardiaca che lo obbliga, nel [[1976]], a recarsi negli Stati Uniti per un intervento alla valvola mitralica; alle spese del viaggio contribuisce una colletta organizzata, tra gli altri, dal quotidiano di Napoli ''[[Il Mattino]]''.
=== L'infanzia e gli esordi a teatro ===
{{Citazione|Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine.|Massimo Troisi<ref name=rifil>Citato in ''Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo'', a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 88-397-1289-5</ref>}}
[[File:Troisi con il padre.jpg|upright=0.8|thumb|Troisi con suo padre Alfredo]]
 
Massimo Troisi nacque a [[San Giorgio a Cremano]], il 19 febbraio del 1953, quinto dei sei figli di Alfredo Troisi (1911-1999), ferroviere, e di Elena Andinolfi (1917-1971), casalinga. Nel 1951 la famiglia si trasferì al numero 31 di via Cavalli di Bronzo (lo stesso indirizzo che il padre del suo futuro personaggio Gaetano darà alla Madonna nella sua supplica serale in ''[[Ricomincio da tre]]'') assieme ai nonni materni, uno zio e una zia con i loro cinque nipoti.<ref>{{Cita |Cocciardo|p. 19|Cocciardo}}.</ref> Riscosse il suo primo successo nel mondo dello spettacolo ancora neonato, quando la madre Elena spedì una sua foto all'azienda alimentare [[Danone|Mellin]], che lo scelse come ''testimonial'' per una campagna pubblicitaria del latte in polvere.<ref>{{Cita |Zanni|p. 117|Zanni}}.</ref>
===La Smorfia===
Nel 1972 il gruppo si stabilisce all'interno di un garage nella città natale di Troisi, si chiama ''Centro Teatro Spazio'' e inizia con recite pulcinellesche tipiche della tradizione teatrale napoletana. Due anni dopo entra nel gruppo il chitarrista Vincenzo Purcaro, che assume il nome d'arte [[Enzo Decaro]]. Nel 1976 il trio Troisi-Arena-Decaro viene chiamato ''I Saraceni'', l'anno seguente diventa ''[[La Smorfia (cabaret)|La Smorfia]]''.
 
[[File:Troisi3.jpg|left|upright=0.8|thumb|Troisi imita [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/rubriche/la-storia/2015/10/29/news/pasolini_partita_quarantennale_scomparsa-126147150/|titolo="Il calcio è uno dei grandi piaceri della vita". Una partita per Pasolini|data=31 ottobre 2015|autore=Marco Mathieu|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]}}</ref>]]
In [[teatro]] ottengono subito successo, dapprima a livello locale, poi anche nazionale (approdano al cabaret romano ''La Chanson'' e in locali del Nord Italia). La [[Radio (elettronica)|radio]] rende famoso il terzetto nella trasmissione ''Cordialmente insieme'' dove propongono i famosi sketch dell<nowiki>'</nowiki>''Arca di Noè'', ''Annunciazione'', ''Soldati'', ''San Gennaro'' e tanti altri. La celebrità arriva con le trasmissioni televisive ''[[Non Stop]]'' ([[1977]]) - sarà qui che stringerà due amicizie fondamentali e durature: quella con [[Marco Messeri]] e l'altra con [[Anna Pavignano]] - ''[[La Sberla]]'' ([[1978]]) e ''[[Luna Park]]'' ([[1979]]) diretti dai registi televisivi [[Enzo Trapani]] ed [[Eros Macchi]]. L'ultimo spettacolo teatrale del trio è ''[[Così è (se vi piace)]]'', citazione del ''[[Così è (se vi pare)]]'' di [[Luigi Pirandello]] .
 
Colpito da bambino da [[febbre reumatica]], sviluppò una grave degenerazione della [[valvola mitrale]], complicata dallo scompenso cardiaco che gli sarà fatale. «Ricordo che rimanevo a letto, avevo 14, 15 anni e lucidamente, quasi come un adulto, sentivo che di là, in cucina, si stava parlando del mio problema, di cosa fare» dichiarò una volta in un'intervista, confessando come la gravità del suo problema di salute avesse turbato da sempre la sua esistenza.<ref name=p.9>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 9|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Nonostante i problemi di salute, di cui non amava parlare (solo i familiari e gli amici intimi ne erano a conoscenza), affascinato già da adolescente dall'arte, Troisi cominciò a costruirsi un futuro, scrivendo poesie e dedicandosi al teatro. Da giovanissimo vinse un premio locale di poesia ispirata alla figura di [[Pier Paolo Pasolini]], uno degli autori che più apprezzava allora.<ref name=intervento>{{cita news|url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/06/05/la-vis-espressiva-di-massimo-troisi-un-napoletano-docNapoli21.html|titolo=La vis espressiva di Massimo Troisi, un napoletano doc|data=5 giugno 2014|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]}}</ref>
Troisi diventa il ''leader'' del trio, proiettato al ruolo di nuovo interprete della tradizione partenopea. Con la sua gestualità e mimica facciale e col suo linguaggio farfugliante e afasico, a tratti quasi incomprensibile - che ricorda certi monologhi interminabili di [[Eduardo De Filippo]] - esprime un'ironica critica nei confronti dei vecchi stilemi napoletani e dei luoghi comuni della società.
 
[[File:Trosi2.jpg|left|thumb|upright=0.8|Un giovanissimo Troisi nei panni di [[Pulcinella]] in uno dei suoi primi spettacoli teatrali]]
===Esordio cinematografico===
Il primo film, di cui Troisi è regista, sceneggiatore e attore protagonista è ''[[Ricomincio da tre]]''. Nel film la ''napoletanità'' è presente soprattutto nei riti familiari, nelle scaramanzie e nell'inerzia di un mondo immutato e immutabile, al quale il protagonista reagisce cercando nuovi stimoli con un viaggio a [[Firenze]] dove, seguito da un amico invadente e fastidioso (Lello Arena), [[Gaetano_(personaggio)|Gaetano]] (Troisi) conosce Marta, una ragazza presso cui trova ospitalità e con la quale avvia una relazione sentimentale. Dopo un rientro forzato a Napoli per il matrimonio della sorella, torna a Firenze e riprende il rapporto interrotto con Marta che gli confida di essere incinta, ma di non essere sicura della paternità del nascituro (''Ciro''), che alla fine Gaetano - pur tormentato da dubbi sia personali che atavici - decide di riconoscere. <br />
''Ricomincio da tre'' ottiene due [[Nastro d'Argento|Nastri d'Argento]] (miglior regia esordiente e miglior soggetto) e due [[David di Donatello]] (miglior film e miglior attore) e si piazza al secondo posto nella classifica della stagione cinematografica [[1980]]-[[1981]]. Un cinema della capitale lo tenne in cartellone per piu' di un anno. Di particolare effetto è la [[colonna sonora]] composta da ''[[Pino Daniele]]''.
 
Ad appena quindici anni, mentre frequentava l'istituto tecnico per geometri, esordì nel teatro parrocchiale della chiesa di Sant'Anna, vero prolungamento dello spazio domestico,<ref name=intervento /> insieme con alcuni amici d'infanzia, tra i quali [[Lello Arena]], Nico Mucci e Valeria Pezza. Troisi era una persona molto timida e, almeno all'inizio, credeva di non essere capace di recitare sul palco, davanti a un pubblico. In seguito, stando ''là 'n coppa'' con le luci in faccia, senza vedere la gente che stava sotto a guardare, si accorse invece di sentirsi a proprio agio. Gli venne voglia di continuare e di cominciare a scrivere alcuni piccoli atti unici.<ref name=cocciardo46/> L'esordio sul palco del teatro parrocchiale accadde per l'improvviso ''forfait'' di uno degli attori protagonisti.<ref>{{cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/21/lello-arena-miei-sessantanni-tra-troisi-manganelli-comunisti-e-mezze-aragoste/750651/|titolo=Lello Arena: "I miei sessant'anni tra Troisi, manganelli, comunisti e mezze aragoste"|data=21 ottobre 2013|autore=Alessandro Ferrucci|pubblicazione=ilfattoquotidiano.it}}</ref> In quell'occasione conobbe Arena, destinato a diventare suo grande amico e principale "spalla" teatrale e cinematografica, ma soprattutto si affacciò alla commedia dell'arte, guadagnando un particolare apprezzamento del pubblico di San Giorgio a Cremano.<ref>{{cita news|url= http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2014/30-maggio-2014/troisi-articolo-ritrovatoero-convinto-essere-timido-non-vero-223308453171.shtml |titolo=Troisi, l'articolo ritrovato «Ero convinto di essere timido. Non è vero»|data=30 maggio 2014|pubblicazione=corrieredelmezzogiorno.corriere.it}}</ref>
===La morte e le tradizioni napoletane===
L'anno seguente accetta di dirigere uno speciale televisivo trasmesso da ''Raitre'' per la serie ''[[Che fai, ridi?]]'' dedicato ai nuovi comici italiani di inizio [[Anni 1980|anni Ottanta]], ''[[Morto Troisi, viva Troisi!]]'', con [[Marco Messeri]], [[Roberto Benigni]], [[Lello Arena]] e [[Carlo Verdone]].
 
Nel febbraio del 1970 Troisi, assieme a Costantino Punzo, Peppe Borrelli e Lello Arena, mise in scena una farsa di [[Antonio Petito]], '''E spirete dint' 'a casa 'e Pulcinella''. Petito, uno degli ultimi grandi [[Pulcinella]] napoletani, affascinava molto i ragazzi, e in particolare Massimo, che nella celebre maschera intravedeva una forza nuova, nascosta. «Ho cominciato a scrivere io» raccontò Troisi. «Già scrivevo poesie, ma solo per me, poi ho cominciato a buttare giù canovacci e tra parentesi mettevo 'lazzi', quando si poteva lasciare andare la fantasia. A me divertiva proprio uscire coi 'lazzi', improvvisare, per poi tornare al copione. Era il momento del teatro alternativo d'avanguardia e tutti volevano usare Pulcinella. Rivalutarlo. C'era Pulcinella-operaio, e cose del genere. A me questa figura pareva proprio stanca. Pensavo che bisognasse essere napoletano, ma senza maschera, mantenere la forza di Pulcinella: l'imbarazzo, la timidezza, il non sapere mai da che porta entrare e le sue frasi candide». Troisi cominciò a vestire i panni di Pulcinella in spettacoli domenicali, ma, deciso a staccarsi dal canovaccio secentesco per entrare negli schemi d'intrattenimento della comicità moderna, si decise a portare in scena il proprio materiale.<ref>{{cita news|url=http://pinodanielefan.altervista.org/troisi4.php|titolo=Massimo Troisi Dalla A Alla Z|autore=Sergio Lo Gatto|pubblicazione=pinodanielefan.altervista.org}}</ref>
Sempre nel [[1982]], recita insieme a Lello Arena nel film ''[[No grazie, il caffè mi rende nervoso]]'' nel quale un fanatico ed invasato difensore delle tradizioni napoletane (pizza, canzoni e mandolino), cercando in tutti i modi di impedire lo svolgimento del "''Primo Festival Nuova Napoli''", simbolo della novità usurpatrice della tradizione, finisce col provocare la morte di Troisi, in un vicolo, dentro un organetto e con la pizza in bocca. Di questo film sono da ricordare in particolare i monologhi di Troisi nell'albergo, al commissariato e dal giornalaio.
 
Con gli amici del teatro, il gruppo "Rh-Negativo", composto tra gli altri da Renato Barbieri, Lello Arena, Peppe Borrelli, Costantino Punzo, [[Pino Calabrese]], Lucio Mandato, Gennaro Torre, [[Gaetano Daniele]], ai quali si aggiunse qualche tempo dopo [[Enzo Decaro]], recitò in diversi spettacoli. Il primo fu ''Crocifissioni d'oggi'', in cui Troisi si firmò – insieme con Beppe Borrelli – per la prima volta come autore e regista, raccontando delle lotte operaie, di ragazze madri, di emigrazione e di aborto.<ref>{{cita news|url=http://www.lospeaker.it/ricominciamo-da-massimo/|titolo=Ricominciamo da Massimo|data=23 marzo 2014|pubblicazione=lospeaker.it|accesso=31 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160217034348/http://www.lospeaker.it/ricominciamo-da-massimo/|dataarchivio=17 febbraio 2016|urlmorto=sì}}</ref> A questo spettacolo seguì, tempo dopo, ''Si chiama Stellina'', commedia brillante in due atti di Troisi.<ref name=intervento /> Il parroco della chiesa di Sant'Anna li invitò a trovare un nuovo spazio più idoneo dove poter rappresentare quelle tematiche d'avanguardia sociale. Così il gruppo affittò un garage in via San Giorgio Vecchio 31 dove venne fondato il [[Centro Teatro Spazio]]. Qui inaugurarono un tipo di teatro che attingeva alla farsa napoletana e al cabaret.<ref name=p.12-13>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 12-13|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Il consenso del pubblico ottenuto al teatro non compensava però lo stile di vita dell'artista e dei suoi compagni: il gruppo, durante gli inizi spesso non veniva neanche pagato e recitava quasi esclusivamente per gusto e per passione. Non potevano neanche permettersi abiti eleganti e accessori raffinati. Il tutto era quindi svolto in maniera volutamente grossolana, con Troisi sempre in calzamaglia nera o, comunque, con abiti semplici, e con scene e costumi piuttosto scarni ed essenziali.<ref name=cocciardo46 >{{Cita |Cocciardo|p. 46|Cocciardo}}.</ref><ref name=cocciardo45 >{{Cita |Cocciardo|p. 45|Cocciardo}}.</ref>
===Scusate il ritardo===
[[Immagine:Scusate_il_ritardo.jpg|thumb|250 px|Troisi con [[Lello Arena]] in una scena di ''[[Scusate il ritardo]]'']]
La seconda tappa della carriera cinematografica è del [[1983]], con ''[[Scusate il ritardo]]'', nel quale il protagonista è simile nei caratteri al ''Gaetano'' del film precedente, ma più timido e impacciato; è incapace di consolare un suo amico in crisi affettiva ma è a sua volta incapace di amare la sua donna...
 
Nel 1976 il ventitreenne Troisi si sottopose a un intervento alla [[valvola mitrale]] a [[Houston]], negli [[Stati Uniti d'America]]. Alle spese del viaggio contribuì una colletta organizzata, tra gli altri, dal quotidiano di Napoli [[Il Mattino]].<ref>{{cita news|url=http://gossip.fanpage.it/senza-massimo-troisi-non-ci-resta-che-piangere/|accesso=10 gennaio 2012|titolo=Senza Massimo Troisi non ci resta che piangere|giorno=4|mese=giugno|anno=2011|pubblicazione=Gossip.FanPage.it}}</ref> L'intervento, eseguito da [[Michael E. DeBakey]], uno dei più famosi e importanti [[Cardiochirurgia|cardiochirurghi]] di sempre, ebbe esito positivo e l'attore, quando rientrò in Italia, riprese immediatamente l'attività teatrale con gli amici di sempre.<ref name=intervento/>
===Non ci resta che piangere. Il sodalizio con Benigni===
 
=== Anni settanta: l'esordio televisivo con ''La Smorfia'' ===
Altro grande successo di pubblico (ma non di critica) lo ottiene nel [[1984]] con ''[[Non ci resta che piangere]]'', unico film a fianco di [[Roberto Benigni]], da lui molto lontano per lingua e gestualità. Il film - basato su una trama elementare - è ricco di citazioni storiche e rimane comunque nell'immaginario collettivo per le invenzioni e le gag di Troisi e Benigni.
Nel 1977 il gruppo (rinominato I saraceni) si assottigliò e rimasero oltre a Troisi, solo Arena e Decaro. Il trio si presentò al Sancarluccio di Napoli, che per un improvviso forfait di [[Leopoldo Mastelloni]] dovette ricorrere a una sostituzione. Lo spettacolo ottenne un grandissimo successo, specialmente tra il pubblico giovanile.<ref name="pagIX">{{Cita | ''La Smorfia''| ''La Smorfia, sfogliando i giornali d'epoca - Le buone azioni di mamma Rai'', pag. IX|La Smorfia}}.</ref>
Mario (Troisi) e Saverio (Benigni), trovato chiuso un passaggio a livello, passano la notte in una locanda, ma la mattina scoprono di essersi risvegliati a "Frittole", nel [[1492]]. Devono adeguarsi alla vita dell'epoca pur sperando di rientrare nel loro mondo. Fra le tante gag è da menzionare la scena della scrittura di una lettera a [[Girolamo Savonarola]], chiara citazione dell'analoga scena interpretata da [[Totò]] e [[Peppino de Filippo]] in ''[[Totò, Peppino e... la malafemmina]].
 
[[File:Smorfia.jpg|thumb|Il trio ''[[La Smorfia (cabaret)|la Smorfia]]'' in una foto degli anni settanta]]
Nel [[1986]] Troisi ha un piccolo ruolo nel film diretto da [[Cinzia Torrini]]. <!-- Non si capisce se il paragrafo sia dedicato ad uno o più film --> Con ''[[Hotel Colonial]]'', girato in [[Colombia]], tenta la carta del cast internazionale. Troisi interpreta un traghettatore napoletano emigrato in Sudamerica che aiuta il protagonista nella ricerca del fratello.
 
Il nome [[La Smorfia (cabaret)|La Smorfia]] fu dato al gruppo da Pina Cipriani, direttrice del San Carluccio, che alla domanda: «Ma come vi chiamate?» ricevette, per l'appunto, in risposta da Massimo una smorfia, richiamando in questo modo una delle principali tradizioni napoletane: l'interpretazione dei sogni e la risoluzione di questi in numeri da giocare al lotto.<ref name="pagV">{{Cita | ''La Smorfia''| ''La Smorfia, sfogliando i giornali d'epoca - Perché la Smorfia'', pag. V|La Smorfia}}.</ref> La cosa risultò talmente simpatica che, anche per scaramanzia, i tre adottarono questo appellativo.<ref name=p.13>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 13|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
===Le malattie immaginarie===
Nel [[1987]] è attore e regista di ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', ambientato durante il periodo [[fascismo|fascista]]; interpreta il ruolo di Camillo Pianese, un invalido "psicosomatico", assistito dal fratello Leone (l'inseparabile amico di sempre [[Marco Messeri]]), lasciato dalla sua donna e che si trova a consolare un suo amico, malato autentico ed innamorato della stessa donna senza essere ricambiato. Il film vince il [[Nastro d'Argento]] per la migliore [[sceneggiatura]].
 
Dopo alcuni spettacoli al Teatro Sancarluccio di Napoli e ad altri sui palcoscenici di tutta Italia, nonché alla trasmissione radiofonica ''Cordialmente insieme''.<ref name=intervento />, il gruppo ebbe un rapido successo che gli consentì di approdare al cabaret romano ''La Chanson''<ref>https://firenze.repubblica.it/cronaca/2021/03/21/news/firenze_ricomincio_da_tre_troisi_messeri_film_set_luighi_40_anni-293245344/</ref><ref>https://spettacolo.mam-e.it/troisi/</ref>, dove furono notati da [[Enzo Trapani]] e da [[Giancarlo Magalli]], rispettivamente regista e autore dei testi del programma televisivo ''[[Non stop (programma televisivo)|Non stop]]''.<ref name="pagIX"/>.
===Con Scola e Mastroianni===
Dopo essere stati sottoposti ad alcuni "esami", il trio esordì in televisione, ottenendo ottimi consensi e un successo nazionale.<ref name=p.13/>{{Approfondimento|titolo = Troisi e la televisione|allineamento=sinistra|contenuto = Troisi utilizzò la televisione per parlare di sé, e con questo già la attaccò come organo di informazione e di intrattenimento che semplificava eccessivamente le esigenze dell'individuo e che limitava la creatività santificando le convenzioni.<ref name=cocciardo189>{{Cita |Cocciardo|p. 189|Cocciardo}}.</ref>
Nel triennio seguente collabora come attore con [[Ettore Scola]] e con [[Marcello Mastroianni]] in tre film: ''[[Splendor]]'' ([[1988]]) in cui è proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura; ''[[Che ora è?]]'' ([[1989]]), sui rapporti conflittuali tra padre e figlio, per il quale è premiato con la [[Coppa Volpi]], ''ex aequo'' con Mastroianni, alla [[Mostra del Cinema di Venezia]]; e ''[[Il viaggio di Capitan Fracassa]]'' ([[1990]]) dove interpreta [[Pulcinella]].
 
L'attore chiese di esibirsi senza garantire al pubblico televisivo un guadagno in termini informativi. Scelse una nuova collocazione marginale nei confronti dei codici televisivi: smontava le scalette dei presentatori e ironizzava su ciò che si erano messi d'accordo di dire prima di andare in onda.<ref name=cocciardo189/> Dichiarò: «Pecché a me, stare in uno studio, con le telecamere..., me dà l'idea di una finta. Pure quando è in diretta me pare 'a cosa più registrata possibile».<ref>{{Cita |Cocciardo|p. 190|Cocciardo}}.</ref>}}
===L'ultimo film===
L'ultima regia di Troisi è quella di ''[[Pensavo fosse amore, invece era un calesse]]'', del [[1991]], di cui è anche sceneggiatore e protagonista con [[Francesca Neri]] e [[Marco Messeri]]. All'inizio del [[1994]] Troisi, recatosi ancora una volta negli Stati Uniti per dei controlli cardiaci, apprende che deve sottoporsi con urgenza a un nuovo intervento chirurgico, ma decide di non rimandare le riprese del suo nuovo film.
 
Dal 1979 all'inizio degli anni ottanta, il trio de ''La Smorfia'' mise in scena una vasta gamma di sketch in cui vennero presentate le caricature, abilmente costruite, dei più diversi tipi umani e sociali. Usando battute giocate sull'espressività di più linguaggi, da quello verbale a quello mimico-gestuale, e ironizzando su tutto, dalla religione alle tematiche sociali più disparate, ''La Smorfia'' cercò di fuggire dal luogo comune di Napoli per ottenere consensi dal profondo, giocando sui pudori, sulla timidezza, su quello che in realtà sulla scena veniva sottinteso, piuttosto che detto. Ciò determinò il grande successo del trio che, dopo l'esordio con "Non stop", approdò anche in "[[Luna Park (programma televisivo 1979)|Luna Park]]", il programma del sabato sera condotto da [[Pippo Baudo]], prima di sciogliersi definitivamente agli albori degli anni ottanta.<ref name="pagVI">{{Cita | ''La Smorfia''| ''La Smorfia, sfogliando i giornali d'epoca - Massimo parla di Massimo, Lello ed Enzo'', pag. VI|La Smorfia}}.</ref>
''[[Il postino]]'' ([[1994]]), girato a [[Procida]] e [[Isola Salina|Salina]] (anche a [[Ischia (isola)|Ischia]], [[Pantelleria]]) e diretto da [[Michael Radford]], liberamente tratto dal romanzo ''[[Il postino di Neruda]]'' di [[Antonio Skármeta]], tratta dell'amicizia tra un umile portalettere e [[Pablo Neruda]] ([[Philippe Noiret]]) durante l'esilio del poeta [[Cile|cileno]] in Italia. Troisi, riesce a terminare grande capolavoro cinematografico con enorme fatica e con il cuore stremato, ma consapevole di avere un destino segnato, non pensò mai di rimandare le riprese per il trapianto di cui aveva urgente bisogno.
 
«Mentirei se dicessi che l'intesa è venuta meno solo sul piano artistico», dichiarò Troisi in un'intervista. «In effetti si erano create anche delle divergenze sul piano dei rapporti umani, specialmente tra me e Decaro. Siamo fatti diversamente, non so chi abbia ragione, ma al punto in cui eravamo occorreva un out definitivo. Poi c'è stato anche il fatto che non riuscivo più a scrivere mini atti per tre. Diciamo la verità: La Smorfia mi limitava. Per me che intendo dire tante cose, era come muovermi in un cerchio chiuso. Avrei potuto adagiarmi, tirare avanti per altri 4-5 anni e fare un sacco di soldi».<ref name="inizi">{{cita web|titolo=Gli inizi: " La Smorfia"|url=http://digilander.libero.it/webtroisi/pagine/la%20smorfia.htm|data=|accesso=5 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140407092822/http://digilander.libero.it/webtroisi/pagine/la%20smorfia.htm|dataarchivio=7 aprile 2014}}</ref>
Due anni dopo la morte di Troisi, il film viene candidato a cinque [[Premio Oscar|Premi Oscar]] (tra cui Troisi come miglior attore, il quarto di sempre a ricevere una nomination postuma), ma delle cinque nomination si concretizza solo quella per la migliore colonna sonora (scritta da [[Luis Bacalov]]).
===Curiosità===
*Nell'ultimo dei suoi film Troisi, in alcune scene in cui era di profilo, si fece sostituire da una controfigura, per i suoi problemi di cuore
*Il medico che gli disse che non poteva più continuare a girare le scene del ''[[Il postino|Postino]]'' e che lo mandò con un elicottero in clinica a ricoverarsi fu Francesco Giambrone.
*La città di [[San Giorgio a Cremano]] ha deciso di festeggiare con una manifestazione artistica e culturale Massimo Troisi, che il [[19 febbraio]] [[2009]] avrebbe compiuto 56 anni.
 
Del trio restano memorabili gli sketch dell{{'}}''Annunciazione'', quando Troisi vestiva i panni dell'umile moglie di un pescatore scambiato da un Lello Arena [[Arcangelo Gabriele]] per la [[Vergine Maria]], o quella di [[Noè]] in cui l'attore napoletano cercava, con una furfanteria tutta infantile, di ottenere dal Patriarca (Arena) il permesso di salire sull'Arca, provando a spacciarsi per un animale immaginario, il ''[[La Smorfia (cabaret)#La fine del mondo|minollo]]'',<ref name=p.14>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 14|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> sentendosi dire da Cam (Decaro): "Già ci stanno!" riprova con altri animali inventati, i ''rostocchi''.
=== La scomparsa ===
 
Troisi muore nel sonno, nella casa della sorella Annamaria, a Ostia, per attacco cardiaco, il [[4 giugno]] [[1994]], 12 ore dopo aver terminato le riprese de ''il Postino'' e lascia un vuoto incolmabile nella cinematografia italiana. Amici e conoscenti, nel citarlo più e più volte, hanno sempre messo in luce l'intelligenza, l'esclusività di un personaggio, che pur nella sua indolenza, nel suo modo di esprimere la napoletanità, è sempre rimasto naturalmente umano. La spiccata attenzione verso la realtà non gli hanno mai fatto perdere la modestia. In una intervista di [[Gigi Marzullo]] alla domanda ''"Come si fa a rimanere semplici dopo avere avuto tanto successo?"'' Troisi risponde ''"Ci si nasce. Il successo è solo una cassa amplificatrice. Se eri imbecille prima di avere successo diventi imbecillissimo, se eri umano diventi umanissimo. Il successo è la lente d'ingrandimento per capire com'eri prima".''
=== Anni ottanta: il passaggio al grande schermo ===
==== Il debutto cinematografico: ''Ricomincio da tre'' (1981) ====
{{Citazione|Adesso vengono i giornalisti e mi chiedono: «Troisi, tu che ne pensi di [[Dio]]?», «Troisi, come si possono risolvere i problemi di Napoli?», «Troisi, come si può esprimere la creatività giovanile?». Ma che è? Pare che invece ca 'nu film agg' fatto i [[dieci comandamenti]].|Massimo Troisi<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/27/il-cinema-il-40-della-vita.html|titolo=Il cinema? è il 40% della vita|autore=|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=27 novembre 1998}}</ref>}}
{{Approfondimento
|titolo = Il forfait a Sanremo
|larghezza = 300px
|contenuto = Un mese prima del suo esordio cinematografico, Troisi fu chiamato da [[Gianni Ravera]] come ospite comico al [[Festival di Sanremo 1981|Festival di Sanremo]]. Troisi, però, destò vive preoccupazioni nella Rai che non voleva ripetere il caso [[Roberto Benigni|Benigni]] dell'anno prima, quando il comico toscano aveva fatto irritare la [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] appellando [[Giovanni Paolo II]] con il termine di "Wojtylaccio". Nel pomeriggio della finale i testi preparati da Troisi vennero letti dagli organizzatori: l'attore avrebbe dovuto scherzare su argomenti "intoccabili", tra cui l'Annunciazione e il [[Presidente della Repubblica]] [[Sandro Pertini]], in visita ai terremotati dell'[[Irpinia]]. Ma soprattutto Troisi manifestò l'intenzione di voler improvvisare: «Prenderò di mira i soliti bersagli» - annunciò - «il potere verso il quale noi meridionali tremiamo. Comunque deciderò quando sarò in onda».
 
La Rai propose al comico di tagliare le parti scabrose, di riscrivere tutto l'intervento riducendo al minimo l'improvvisazione, di fare un solo intervento e non tre. Troisi non ci pensò due volte e, dopo una celebre intervista nella quale ironizzava sul divieto impostogli di trattare argomenti delicati, affermando «sono indeciso se portare una poesia di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] o di [[Giosuè Carducci|Carducci]]», annullò solo mezz'ora prima dalla diretta in Eurovisione la sua partecipazione come ospite al Festival di Sanremo, regalando solo un piccolo spettacolo ai giornalisti accorsi in hotel per intervistarlo.<ref name=sanremo>{{Cita|Giannotti|p. 212|Giannotti}}.</ref>
}}
 
All'inizio degli anni ottanta l'industria cinematografica italiana stava attraversando una fase critica rispetto agli anni precedente: allo scarso afflusso di pubblico nelle sale andava ad aggiungersi la brutta sensazione del prosciugamento delle idee. In un tale frangente fu agevole per Troisi il passaggio dal piccolo al grande schermo,<ref name=cocciardo75 >{{Cita |Cocciardo|p. 75|Cocciardo}}.</ref> ma le prime proposte non lo allettarono: «C'era tutta una fascia della commedia che non si sa come chiamare, che non aveva più niente a che vedere con la grande Commedia all'Italiana, che veniva a offrirmi film. Io, forte del fatto che facevo teatro, ero contento di fare le mie cose, e per l'imbarazzo di dover fare quello che mi proponevano, ho sempre rifiutato. Ho letto diversi copioni scoraggianti e poi non mi piaceva come questa gente si presentava».<ref>{{Cita |Cocciardo|p. 67|Cocciardo}}.</ref>
 
[[File:Troisi, Pavignano.jpg|thumb|left|Con ''Ricomincio da tre'' Troisi inaugurò un lungo sodalizio artistico con [[Anna Pavignano]] (a destra), che sopravvisse anche alla fine della loro relazione sentimentale; insieme scrissero le sceneggiature di tutti i film dell'attore partenopeo eccetto ''Non ci resta che piangere''.<ref name=p.47-48>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 47-48|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>]]
 
Nel 1981 i produttori [[Fulvio Lucisano]] e [[Mauro Berardi]] alla ricerca di nuovi talenti scommisero sulle doti comiche di Troisi e, dato che era in procinto la produzione di un film diretto da [[Luigi Magni]] e basato sulla storia di [[Francesco II delle Due Sicilie|re Franceschiello]], gli proposero il ruolo del protagonista. La pellicola non vide mai la luce, poiché Magni accantonò quasi subito il progetto. Berardi, però, voleva lavorare a tutti i costi con l'artista napoletano e si ripresentò da lui proponendogli di scrivere, interpretare e dirigere un film tutto suo. Nel giro di un anno, con l'aiuto di Anna Pavignano, e [[Ottavio Jemma]], Troisi completò la sceneggiatura di ''[[Ricomincio da tre]]''.<ref name=cocciardo68>{{Cita |Cocciardo|p. 68|Cocciardo}}.</ref>
 
La trama della pellicola è incentrata su Gaetano, interpretato dallo stesso Troisi, un giovane napoletano che, stanco della vita provinciale fatta di famiglia, di banali uscite con gli amici e di un alienante lavoro come venditore ambulante, decide di trasferirsi a [[Firenze]] in cerca di nuove esperienze. Il personaggio esprime la condizione di un giovane degli anni ottanta in una realtà particolare, quella della Napoli del dopo terremoto e in un momento storico in cui le donne rivendicano la propria affermazione mettendo in crisi l'identità maschile. Al giovane Gaetano, che da Napoli approda a Firenze, tutti chiedono se sia emigrante, in ossequio a una tradizione socio-culturale che vuole i giovani del Sud perennemente in cerca di fortuna nelle città più settentrionali dell'Italia, e Gaetano ci tiene a precisare che un napoletano può viaggiare anche per vedere nuovi luoghi, fare nuove esperienze ed entrare in contatto con una realtà diversa, come sta facendo lui, non necessariamente per emigrare.<ref name=p.15/>
 
Il film fu girato in 6 settimane con un budget di 400 milioni di lire, uscì nelle sale italiane il 12 marzo 1981<ref name=cocciardo68/> e conquistò immediatamente il pubblico (14 miliardi di lire al botteghino), tanto che una sala di un cinema di [[Porta Pia]], a [[Roma]], tenne in cartellone lo spettacolo per più di seicento giorni.<ref name=cocciardo68/><ref name=p.15>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 15|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref><ref name=p.54>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 54|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Troisi fu la rivelazione della stagione cinematografica italiana. Vinse diversi riconoscimenti per la regia e per la sua interpretazione di Gaetano, due [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]], tre [[Nastri d'argento 1981|Nastri d'argento]] e due [[Globo d'oro|Globi d'oro]]. Alcuni critici lo acclamarono come il «salvatore del cinema italiano»,<ref name= tg1/> mentre altri lo accostarono ai due storici maestri del cinema partenopeo, [[Totò]] e [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], accostamenti che Troisi stesso, con grande modestia e umiltà, rifiutò: «No, a me sembra anche irriverente fare questo paragone. Ma non lo dico per modestia, perché non si fa il paragone con Totò o con Eduardo, questa è gente che è stata trenta-quaranta anni e quindi ci ha lasciato un patrimonio».<ref name= tg1/>
 
==== Il ritorno televisivo (1982) e la riconferma con ''Scusate il ritardo'' (1983) ====
[[File:Troisi, Arena, Arbore, Nichetti e Benigni.jpg|thumb|Troisi insieme con gli amici [[Lello Arena]], [[Renzo Arbore]], [[Maurizio Nichetti]] e [[Roberto Benigni]], tutti presenti nel [[mediometraggio]] ''[[Morto Troisi, viva Troisi!]]'']]
 
Nel 1982, chiamato da [[Rai 3]], all'interno della serie ''Che fai... ridi?!'' che presentava la generazione dei nuovi comici italiani, Troisi costruì il film ''[[Morto Troisi, viva Troisi!]]''<ref>{{Cita web | url= http://www.international.rai.it/tv/scheda.php?id=992 | titolo= Morto Troisi, viva Troisi! | sito= Rai Play | data= 1982 | accesso= 28 marzo 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230324193555/https://www.raiplay.it/programmi/mortotroisivivatroisi | dataarchivio= 24 marzo 2023 | urlmorto= no }}</ref> in cui inscenò la sua morte prematura e dove la sua carriera venne narrata postuma. Il film è costruito sulla falsariga di un documentario televisivo, con un collage delle varie apparizioni del regista e spezzoni del suo film e delle sue interpretazioni in teatro. Troisi, parlando di sé e della propria morte, sovverte la narrazione introducendo elementi ironici e grotteschi, come, ad esempio, l'apparizione di [[Roberto Benigni]], finto napoletano, che finisce con il parlare male del morto, [[Marco Messeri]] travestito da cavallo arabo, o Lello Arena nelle vesti di angelo custode.<ref name=p.62-63>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 62-63|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
 
[[File:Troisi sul set di Scusate il ritardo.jpg|left|upright=0.8|thumb|Troisi sul set di ''[[Scusate il ritardo]]'']]
 
Nel 1982 partecipa, come soggettista e attore, nei panni di sé stesso, al film di Ludovico Gasparini ''[[No grazie, il caffè mi rende nervoso]]'', al fianco di Lello Arena.<ref name=p.96>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 96|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Nel film Troisi è l'attesissimo ospite del ''Primo Festival Nuova Napoli'' ed è l'obiettivo principale del personaggio interpretato da Arena, un maniaco assassino intenzionato a uccidere chiunque partecipi all'ambito festival. Nel finale del film viene brutalmente ucciso dal maniaco, legato a un organetto che suona ad alto volume [[Funiculì funiculà]] (che è anche il nome d'arte che il personaggio di Arena si è scelto per meglio indicare la sua missione) con la bocca tappata con un pezzo di pizza.<ref>{{Cita |Cocciardo|p. 172|Cocciardo}}.</ref>
 
Nel 1983 firmò la sua seconda pellicola, ''[[Scusate il ritardo]]''. Le riprese cominciarono a Napoli il 20 settembre 1982 e vennero ultimate la prima settimana di novembre, ma il film uscì solo il 7 marzo 1983, a due anni di distanza dal primo. Troisi dimostrò subito di essere un autore scomodo per il sistema consolidato del cinema, in quanto realizzava pellicole quando ne aveva voglia, quando ne sentiva veramente l'esigenza. «Se ti perdi un film di Troisi» - dichiarò - «non succede niente, te lo puoi vedere tranquillamente tra due anni, oppure lo puoi perdere e ne vedi un altro».<ref>{{Cita |Cocciardo|p. 70|Cocciardo}}.</ref> Il titolo della pellicola è un riferimento sia al troppo tempo trascorso dal film precedente, del 1981, sia ai diversi tempi dell'amore e alla non sincronia dei rapporti di coppia.<ref>Matilde Hochkofler, ''Massimo Troisi. Comico per amore'', Marsilio, 1998. ISBN 88-317-6899-9</ref> Nel film Troisi interpreta Vincenzo, un uomo titubante, timoroso di tutto ciò che potrebbe essere, di tutto ciò che potrebbe accadere. L'indecisione e la superficialità amorosa caratterizzano a fondo questo personaggio tanto emblematico quanto reale. Questa pellicola forse è quella maggiormente autobiografica: non vi si racconta qualcosa che parte della sua vita, ma è l'espressione dei dubbi, dei timori e delle poche convinzioni dell'uomo Troisi. Il personaggio di Vincenzo è simile nei caratteri al Gaetano del film precedente, ma più timido e impacciato.<ref name=p.65-66>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 65-66|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
 
Con ''Scusate il ritardo'' Troisi ricrea anche una serie di personaggi-tipo, onnipresenti nel teatro di sempre; per esempio l'amico di Vincenzo, Tonino, interpretato da Arena, richiama in un certo senso il personaggio del vinto d'amore, già presente nella letteratura greca e latina. Il tema principale di ''Scusate il ritardo'' è l'amore, il rapporto, tanto difficile, tra un uomo e una donna, tanto difficile soprattutto quando poi uno dei due, in questo caso Anna, interpretata da [[Giuliana De Sio]], cerca nel partner una sicurezza, un amore che non potrà ricevere. Probabilmente è l'opera migliore di Troisi, timoroso di non bissare il grande successo ottenuto da ''Ricomincio da tre''. La grande forza con cui egli scava all'interno del suo corpo, ma soprattutto della sua anima, conferisce al film un eccezionale spessore tematico, oltre a quello artistico.<ref name=p.65-66/>
 
Nel 1987, grazie al pareggio casalingo contro la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] allenato da [[Ottavio Bianchi]] vinse il suo primo scudetto e i tifosi esposero in una strada di Napoli un grande striscione azzurro con scritto ''Scusate il ritardo'', parafrasando e rendendo omaggio così alla pellicola di Troisi.<ref>''Cultura popolare a Napoli e in Campania nel Novecento'' di Amalia Signorelli, p. 148 ISBN 88-7188-643-7</ref>
 
==== Le collaborazioni con Benigni, Scola e Mastroianni (1984-1988) ====
[[File:Troisi e Benigni.jpg|thumb|Troisi con Benigni sul set di ''[[Non ci resta che piangere]]'']]
 
Nel 1984 uscì ''[[Non ci resta che piangere]]'', scritto, diretto e interpretato con l'amico Benigni. La pellicola narra le vicende di due amici che vengono catapultati, per uno strano scherzo del destino, nel lontano 1492. Molte le varie avventure in cui i due si trovano coinvolti, tra le quali il disperato tentativo di impedire la partenza di [[Cristoforo Colombo]] e la [[Colonizzazione europea delle Americhe|Colonizzazione delle Americhe]]. Il film nacque in un primo momento come la storia di due amici innamoratisi della medesima donna; motivo che li avrebbe poi portati a un violento litigio. Ma l'idea risultò giustamente banale ai due, nonché a [[Giuseppe Bertolucci]], che condivise con loro il ruolo di sceneggiatore.<ref name=p.72-73>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 72-73|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Una volta poi accordatisi sulla trama, apparentemente semplice e lineare, Troisi e Benigni elaborarono la pellicola sull'improvvisazione; non esisteva un vero e proprio copione ma invece una sorta di canovaccio per qualche scena.<ref name="sandrelli" >{{Cita web|url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/02/non-ci-resta-piangere-cult-torna-in-sala-sandrelli-ridevamo-crepapelle/1467114/|titolo =Non ci resta che piangere, il cult torna in sala. Amanda Sandrelli: “Ridevamo a crepapelle”|autore= Davide Turrini|editore =ilfattoquotidiano.it|data=2 marzo 2015}}</ref>
 
Il costo di soli tre miliardi di lire per nove settimane di lavorazione (anche se ne erano previste otto) fruttò più di cinque miliardi di lire soltanto per quanto riguardava le prime visioni. Più di un miliardo di biglietti assicurarono al film di raggiungere la vetta della classifica degli incassi di quella stagione, scavalcando film come ''[[Ghostbusters - Acchiappafantasmi|Ghostbusters]]'' e ''[[Indiana Jones e il tempio maledetto]]''.<ref name=p.74>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 74|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> La coppia Troisi-Benigni funzionò a tal punto da essere accostata al duo Totò e [[Peppino De Filippo|Peppino]] come ripartizione dei caratteri: Benigni, tracotante ed esuberante, viene accostato al principe De Curtis, mentre Troisi, più mugugnone e titubante, a Peppino. La stesura della lettera al Savonarola richiama quella mitica scritta dai due napoletani in ''[[Totò, Peppino e la... malafemmina]]'', non solo per quanto riguarda le battute, ma anche per l'efficace estro umoristico.<ref name=p.73>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 73|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
{{Approfondimento
|larghezza= 310px
|titolo= Troisi e satira politica
|allineamento= destra
|contenuto=In un periodo in cui gli altri comici della sua generazione ([[Beppe Grillo|Grillo]] e [[Roberto Benigni|Benigni]]) facevano monologhi diretti contro i politici della [[Prima Repubblica (Italia)|prima Repubblica]], Troisi aveva un altro modo di fare [[satira]], meno aggressivo eppure efficace. «Evito di fare satira politica» - dichiarò l'attore - «perché se ti limiti a dire che [[Giulio Andreotti|Andreotti]] è gobbo e [[Amintore Fanfani|Fanfani]] è corto rischi di fare il loro gioco». Il suo atteggiamento nei confronti dei potenti era solo in apparenza accondiscendente, ma in realtà ne metteva in luce le principali magagne attraverso una satira intelligente, pacata, ficcante, e molto lungimirante.<ref>{{cita web|url=http://www.vesuviolive.it/ultime-notizie/politica/68010-video-massimo-troisi-e-il-potere-se-il-regime-ti-permette-di-giocare-significa/|editore=vesuviolive.it|data=28 gennaio 2015|titolo=Massimo Troisi e il potere: “Se il regime ti permette di giocare significa…”}}</ref>
 
Negli anni ottanta, intervistato da [[Pippo Baudo]], Troisi espresse il desiderio di avere Andreotti come padre: «Mo, mo' ci sarà mio padre che mi sta guardando ma io ce lo dico: papà, se Andreotti mi diceva io sono tuo padre io ero contento. Io avrei voluto Andreotti come padre. Andreotti è ingenuo, dai, è buono, è uno con il quale un figlio può fare un sacco di cose. Andreotti è uno che, oh, sta da quarant'anni in Italia, sono successi delitti, mafia, servizi segreti deviati, stragi, non si è mai accorto di niente».<ref>{{cita web|url=http://www.tibicon.net/2014/06/beppe-grillo-massimo-troisi-pippo-baudo-satira-ironia-paradosso-m5s-politica.html|editore=tibicon.net|data=17 giugno 2014|titolo=Beppe, perché non dai retta a Massimo Troisi?}}</ref> Sul grande schermo, con ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', Troisi sfruttò l'ambientazione storica del film per una battuta fulminante su [[Benito Mussolini|Mussolini]]: «Per far arrivare i treni in orario, se vogliamo, mica c'era bisogno di nominarlo capo del governo, bastava farlo capostazione».<ref>{{cita web|url=http://movieplayer.it/articoli/massimo-troisi-venti-motivi-per-cui-ci-manchi_12734/|editore=movieplayer.it|data=4 giugno 2014|titolo=MASSIMO TROISI: VENTI MOTIVI PER CUI CI MANCHI}}</ref>}}
 
[[File:Scola, Troisi, Mastroianni.jpg|thumb|left|Troisi con [[Ettore Scola]] e [[Marcello Mastroianni]] sul set del film ''[[Che ora è]]'']]
 
Nel 1986 recitò in un piccolo ruolo nel film diretto da [[Cinzia TH Torrini]], ''[[Hotel Colonial]]'', girato in [[Colombia]]. Troisi interpretò un traghettatore napoletano emigrato in Sudamerica che aiuta il protagonista nella ricerca del fratello. L'anno successivo interpretò e girò ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', ambientato durante il periodo [[fascismo|fascista]]. Il film segnò un passaggio importante nella sua evoluzione artistica. La qualità della regia, infatti, risultò molto migliorata, con soluzioni tecniche più raffinate e con un ritmo meno frammentato, dovuto anche alla migliore utilizzazione della macchina da presa, meno statica rispetto ai film precedenti.<ref name=p.81>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 81|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Troisi interpreta il ruolo di Camillo Pianese, un invalido "psicosomatico", assistito dal fratello Leone (l'inseparabile amico di sempre Marco Messeri), lasciato dalla sua donna e che si trova a consolare un suo amico, malato autentico e innamorato della stessa donna senza essere ricambiato. Il film vinse il [[Nastro d'argento alla migliore sceneggiatura]].
 
A causa di una crisi cardiaca, rifiutò di interpretare un [[Pulcinella]] di [[Igor' Fëdorovič Stravinskij|Stravinskij]] in uno spettacolo teatrale diretto dal regista [[Roberto De Simone]].<ref name=p.44>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 44|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Nel triennio seguente collaborò come attore con [[Ettore Scola]] in tre film, i primi due con [[Marcello Mastroianni]]. Nel 1988 girò ''[[Splendor]]'' (1988), in cui interpretò il proiezionista Luigi, sognatore incapace di comprendere perché la gente non vada più al cinema. La pellicola non andò bene al botteghino ed è considerato dalla critica una delle prove peggiori di Scola.<ref name=p.100>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 100|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> L'anno successivo fu protagonista di ''[[Che ora è]]'' (1989), incentrato sui rapporti conflittuali tra padre e figlio,<ref name=p.102>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 102|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> interpretati rispettivamente da Mastroianni e Troisi. L'insolita coppia, stavolta, si aggiudicò ''ex aequo'' la [[Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile]] alla [[Mostra internazionale d'arte cinematografica|Mostra del Cinema di Venezia]] e instaurò una profonda e sincera amicizia.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/02/12/troisi-amico-di-marcello.html|titolo=TROISI, L'AMICO DI MARCELLO|data=12 febbraio 1989|accesso=}}</ref>
 
=== Anni novanta: gli ultimi lavori ===
==== L'ultima collaborazione con Scola (1990) e l'ultima regia (1991) ====
Nel 1990 collaborò per l'ultima volta con Scola nel film ''[[Il viaggio di Capitan Fracassa]]'', che collegò la commedia all'italiana alle antiche radici della [[commedia dell'arte]], in cui recitò nel ruolo di Pulcinella.<ref name=p.104>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 104|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Nel 2014 Scola raccontò di un progetto mancato, di un film quasi pronto e che poi non si concretizzò per la decisione dell'autore di non farsi più finanziare da Medusa. Troisi avrebbe dovuto interpretare un personaggio di nome Ettore, mentre il titolo della pellicola doveva essere ''Un drago a forma di nuvola''.<ref>{{cita web|url=https://amicidimassimotroisi.blogspot.it/2014/06/ettore-scola-e-il-film-mai-fatto-con.html|titolo=Ettore Scola e il film mai fatto con Massimo Troisi|data=19 giugno 2014|accesso=}}</ref>
 
[[File:Neri, Troisi.jpg|thumb|Troisi dirige [[Francesca Neri]] sul set di ''[[Pensavo fosse amore... invece era un calesse]]'']]
 
L'ultimo film che Troisi scrisse, diresse ed interpretò è ''[[Pensavo fosse amore... invece era un calesse]]'' del 1991, con [[Francesca Neri]] e Marco Messeri. Con questo film Troisi decise di dar corpo a un'idea che aveva in mente da diverso tempo, come dimostrano le diverse incursioni sull'argomento nei suoi precedenti lavori: fare un film dove si parlasse esclusivamente di amore. Troisi analizza i sentimenti della coppia moderna e le difficoltà di portare avanti un legame tra un uomo e una donna.<ref name=p.87>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 87|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Forse fu il film che più di tutti mise a nudo l'interiorità dell'attore, le sue realtà più intime. I protagonisti, Tommaso e Cecilia, interpretati rispettivamente da Troisi e dalla Neri, si amano e si lasciano ripetutamente per poi tornare insieme, ma in realtà si sentono troppo diversi per riuscire a sposarsi ed essere felici. Proprio quando sono sul punto di farlo, nelle ultime sequenze del film, lui non trova il coraggio di presentarsi in chiesa: preferisce mandarle un biglietto per darle appuntamento in un bar vicino.<ref name=p.85>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 85|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Un ''calesse'' in opposizione all'amore, che Troisi immaginò quale unico fatto di governo della società che decise di proporre al pubblico, non ha ragione precisa (lo stesso regista lo ribadì più volte), eppure l'efficacia del contrasto sta proprio nell'aver accostato una parola così ricca di significati come amore a un'altra solo apparentemente senza senso come calesse.<ref name=p.87/>
 
==== ''Il postino'' e la morte prematura ====
{{Citazione|Un vero napoletano ti saprà dire che cosa stava facendo e dove si trovava quello sciagurato pomeriggio del 4 giugno del 1994, il giorno in cui si apprese della morte di Massimo Troisi.|Luca Delgado, 081 - il romanzo}}
 
Durante le riprese di ''Scusate il ritardo'' il giornalista [[John Francis Lane]], a nome del regista [[Michael Radford]], incontrò Troisi per parlargli di ''[[Another Time, Another Place - Una storia d'amore]]'' (1983), un film sulla storia d'amore tra una massaia scozzese e un prigioniero napoletano sul finire della seconda guerra mondiale. All'epoca Troisi non se la sentì di girare un film all'estero (solo nel 1987 partecipò a ''Hotel Colonial''), e con un regista esordiente come Radford. Più tardi, presa visione dell'ottimo lavoro del regista, gli telefonò per confessargli di ritenere di aver perso una grande occasione; i due divennero amici e si promisero di fare un film insieme, ma dovettero passare alcuni anni prima che si presentasse l'occasione giusta. Questa arrivò quando [[Nathalie Caldonazzo]], ultima compagna di Troisi, gli regalò il libro ''Ardiente Paciencia'', dello scrittore [[cile]]no [[Antonio Skármeta]], edito in Italia da Garzanti con il titolo ''[[Il postino di Neruda]]'', che narra la nascita di una grande amicizia tra un postino e il famoso poeta [[cile]]no [[Pablo Neruda]]. Dopo averlo letto, Troisi ne rimase entusiasta, e ne acquistò i diritti per realizzarne una versione cinematografica. Successivamente, propose a Radford di dirigere il film, ma stavolta fu il cineasta britannico a prendere tempo. Troisi riuscì a convincerlo con un piccolo inganno, dicendogli che si era nel frattempo rivolto a [[Giuseppe Tornatore]]<ref name="cocciardo195">{{Cita |Cocciardo|p. 195|Cocciardo}}.</ref> (regista all'epoca reduce dal grande successo di ''[[Nuovo Cinema Paradiso]]'').
 
[[File:Trosi sul set de Il postino.png|left|upright=0.8|thumb|Troisi sul set de ''[[Il postino]]'']]
 
La sceneggiatura fu scritta principalmente da Troisi, Radford e [[Furio Scarpelli]]. I tre si incontrarono nell’estate del 1993 a [[Los Angeles]] per ultimarla. Troisi approfittò del suo soggiorno negli Stati Uniti d'America per recarsi a Houston ed eseguire un controllo sanitario prima dell'inizio delle riprese, nell'ospedale dove si era operato 17 anni prima. Il responso delle analisi fu infausto: Troisi apprese con sorpresa di doversi sottoporre con urgenza a un nuovo intervento chirurgico, perché entrambe le valvole al titanio che gli erano state impiantate si erano deteriorate,<ref name="p.10" /> ritrovandosi quindi costretto a ritardare l'inizio delle riprese, inizialmente previsto per l'autunno dello stesso anno. Durante l'operazione, Troisi ebbe un infarto, ed i medici riuscirono a tenerlo in vita solo faticosamente; rimase in ospedale un mese e mezzo, e in questo periodo i medici gli consigliarono come migliore soluzione il trapianto. Coraggiosamente, Troisi decise di girare il film prima.<ref name=cocciardo196 >{{Cita |Cocciardo|p. 196|Cocciardo}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.imdb.com/name/nm0873385/bio|titolo=Biography for Massimo Troisi|editore=[[Internet Movie Database]]|accesso=23 settembre 2011|lingua=en}}</ref> Le riprese cominciarono nel marzo 1994 a [[Studi di Cinecittà|Cinecittà]], poi proseguirono prima a [[Isola di Salina|Salina]] e poi a [[Procida]], l'isola che Troisi considerava in grado di suscitare «le emozioni giuste attraverso i suoi posti e la sua gente»,<ref name=p.106-107>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 106-107|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> per concludersi infine di nuovo a Cinecittà. ''[[Il postino]]'', nel quale il ruolo di Neruda è affidato a [[Philippe Noiret]], è ambientato tra il 1951 e il 1952, periodo in cui Neruda visse in esilio in Italia, ma è ben poco fedele al romanzo di Skármeta, apportando molte modifiche alla storia e cambiando completamente il finale.<ref name=p.106-107/>
 
Le condizioni di Troisi peggiorarono giorno dopo giorno, al punto da costringerlo a farsi sostituire da una controfigura nelle scene più faticose.<ref name=p.10-11>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 10-11|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> In un'intervista, l'attore [[Renato Scarpa]] dichiarò che Troisi disse «questo film lo voglio fare con il mio cuore».<ref name=p.125>{{Cita |Zanni|p. 125|Zanni}}.</ref> L'attore rivelò di amare particolarmente questa pellicola, al punto da considerarla parte della sua stessa vita. Per questa ragione e per l'accoglienza che gli era stata riservata dai procidani durante le riprese sull'isola, si impegnò a offrire il film in anteprima nazionale proprio in un locale di Procida; di questa proiezione non poté però essere spettatore,<ref name=p.106-107/> in quanto morì nel sonno poche ore dopo la fine delle riprese, il 4 giugno 1994, a Roma, nella villa della sorella Annamaria, all'[[Infernetto]]<ref>https://www.ilfaroonline.it/2019/06/04/25-anni-senza-massimo-troisi-ostia-la-sua-bicicletta-grassi/277901/</ref>, stroncato all'età di 41 anni da un [[attacco cardiaco]] conseguente all'ennesimo episodio di [[febbre reumatica]].<ref name="guardian">{{Cita news|lingua=en|autore=[[Michael Radford]]|url=http://www.guardian.co.uk/film/2011/mar/31/massimo-troisi-il-postino|titolo=Massimo Troisi: the postman who always delivered|pubblicazione=[[The Guardian]]|giorno=31|mese=marzo|anno=2011|accesso=19 aprile 2011}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/05/addio-caro-troisi-pulcinella-triste.html|titolo=Addio caro Troisi Pulcinella triste|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=5|mese=giugno|anno=1994|accesso=19 aprile 2011|autore=Maria Pia Fusco|pagina=6}}</ref>
 
Il funerale è stato celebrato nella chiesa di Sant'Antonio, il 6 giugno, a San Giorgio a Cremano, e le sue spoglie sono conservate nel locale cimitero insieme a quelle della madre e del padre.
 
Dopo la sua morte, ''Il postino'' ottenne un grandissimo successo, sia in Italia sia negli Stati Uniti d'America, e fu candidato a cinque [[Premio Oscar|premi Oscar]] (tra i quali uno come miglior attore a Troisi, che diventò il quarto interprete di tutti i tempi a ricevere una candidatura per l'[[Premio Oscar postumo|Oscar postumo]]), ma dei cinque si concretizzò solo quello per la [[Oscar alla migliore colonna sonora|migliore colonna sonora]] (scritta da [[Luis Bacalov]]).<ref name=p.125/>
 
== Tecnica e stile ==
=== Il teatro e il cinema "troisiano" ===
Troisi aveva una tecnica e uno stile originale e fresco, mai portato in scena da nessun altro comico prima di allora. Attraverso il teatro, l'attore partenopeo cercò di mettere la vita parrocchiale in diretto contatto con i problemi più scabrosi della realtà, spezzando il filo che la legava al quieto vivere dell'esistenza familiare: «Penso che la religione, così come la famiglia, sia un potere difficile con cui convivere, un potere modificante. Mi accorgo che parlare di religione come miracolo, come Lourdes, è una mia costante. C'è in quasi tutte le cose che ho fatto, anche quando questo argomento non era calcolato. Perché ho sempre sentito la religione come un fatto strano, esagerato».<ref name=cocciardo20 >{{Cita |Cocciardo|p. 20|Cocciardo}}.</ref> La particolarità del movimento d'integrazione di Troisi nei luoghi sociali si manifestò ancora, sotto altri aspetti e negli specifici orizzonti linguistici, quando incontrò per via professionale il teatro e il cinema. L'attore entrò in un sistema infrangendone tutte le parti, con la sua storia, i suoi concetti, le sue regole, rifiutandone progressivamente gli ingranaggi che rivelano la corrispondenza tra un certo linguaggio e i valori al potere. Tale rifiuto si esprime attraverso le figure del ''distacco critico'' e della ''revisione ironica''. Il risultato è una messa in crisi del concetto di fede (non solo quella religiosa, ma soprattutto quella nella società, nella parola, nei valori...).<ref name=cocciardo20 />
Nel teatro era una sorta di ''[[Pulcinella]] moderno'' non solo perché accentuava nella figura l'idea del ''polliciniello'' (pulcino) che si mette di lato rispetto alla società e alla cultura, ma anche perché i suoi ruoli sembravano aver assimilato le trasformazioni a cui è andata incontro la maschera nel corso dei secoli.<ref name=cocciardo46 /> Significative sono le parole di [[Federico Salvatore]] sul paragone tra l'attore partenopeo e la celebre maschera napoletana: «Massimo è Pulcinella senza [[maschera]]. A parte che Pulcinella è stato, nel pieno del suo vigore, della sua vita centrale, censurato, e ha operato lo stesso senza maschera. Per me Troisi rappresenta il Pulcinella che porta. Poiché Pulcinella è stato internazionale, Pulcinella è stato francese, Pulcinella è stato inglese, Pulcinella ha superato il [[Volturno]]. Massimo ha fatto la stessa cosa, l'unico napoletano con la napoletanità che ha superato il Volturno, quindi per me rappresenta un'ultima possibilità che abbiamo avuto, da un punto di vista teatrale e cinematografico, di superare, di uscire dallo stereotipo della napoletanità, fine a sé stessa».<ref>{{Cita news|titolo=Federico Salvatore parla di Massimo Troisi|url=http://www.spaghettitaliani.com/Articoli4/Articolo302_Salvatore.htm|accesso=9 gennaio 2012|data=|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101121124121/http://www.spaghettitaliani.com/Articoli4/Articolo302_Salvatore.htm|dataarchivio=21 novembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== La telecamera fissa ====
L'esordio di Troisi dietro la macchina da presa nel 1981 indicò al cinema italiano una via per un'escursione rivitalizzante, riconducendo nel cinema l'energia del teatro. In ''Morto Troisi, Viva Troisi'' c'è una scena assai significante per comprendere l'impianto ideologico del cinema troisiano. Troisi è un elettricista di una troupe televisiva. Lo vediamo mentre sgombra un giardino dai riflettori e, con sua grande sorpresa, s'accorge che la telecamera, rimasta incustodita, è stata lasciata accesa. Continua a fare il suo lavoro, finché, raccolto il coraggio, si avvicina all'obbiettivo e comincia a smozzicare insicuro il suo discorso. Comincia a parlare di certi soldi del Belice, di cui il presidente della Repubblica, Pertini, aveva denunciato la scomparsa, puntando il dito sulla sua povera famiglia devotamente riunita davanti al televisore per ascoltare il messaggio del Capo dello Stato. In questo discorso, Troisi lascia intendere che il Presidente avrebbe dovuto avere il coraggio di mostrare la schiena agli italiani per rivolgersi direttamente ai suoi ministri.<ref name=cocciardo77 >{{Cita |Cocciardo|p. 77|Cocciardo}}.</ref>
 
Il cinema di Troisi è appunto l'inserzione dell'ordinario, del quotidiano stupefatto e stupefacente, dell'incoscienza delle sue leggi, della corporeità dell'esistenza domestica negli spiragli che alle volte il Sistema, momentaneamente scollato, lascia aperti. Il soggetto non è solo l'immagine di chi dalla periferia conquista un insperato spazio d'espressione, è un soggetto anomalo, necessariamente estraneo allo stesso sistema dello spettacolo del potere. Non a caso l'elettricista Troisi termina il suo intervento chiamando "fetenti" gli attori che ormai hanno abbandonato la scena.<ref name=cocciardo78 >{{Cita |Cocciardo|p. 78|Cocciardo}}.</ref>
 
[[File:Troisi sul set di Non ci resta che piangere.jpg|thumb|left|Troisi sul set di ''[[Non ci resta che piangere]]'']]
 
Alcuni critici parlarono negativamente del Troisi regista, accusandolo di non conoscere le tecniche cinematografiche e di non muovere abbastanza la macchina da presa, permettendo dialoghi troppo spediti e a volte incomprensibili. La macchina fissa per Troisi è l'allusione a una visione che non è la nostra, che è esterna a noi, che appartiene a un dispositivo meccanico che non dobbiamo pretendere di dominare, ma che dobbiamo avere il coraggio di lasciare in funzione quando è al di fuori della nostra portata, in modo che non sia il movimento della macchina a decidere i nostri movimenti, ma noi stessi, semplicemente rimanendo tali, a mettere la macchina da presa al nostro servizio.<ref name=cocciardo78 />
 
==== L'antieroe ====
Con le sue pellicole, Troisi cercò di inseguire una forma espressiva che indicasse una nuova strada al cinema italiano e spazzasse via i vizi della commedia decadente.<ref name=cocciardo76 >{{Cita |Cocciardo|p. 76|Cocciardo}}.</ref> Per questa ragione decise di affrontare nuove tematiche e rompere i soliti cliché della vecchia commedia. Nei suoi film non esistono più i personaggi partenopei «disoccupati, latin lover o camorristi»<ref name=p.57>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 57|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> che sono maestri nell'arte dell'arrangiarsi. Al loro posto c'è l'antieroe che è timido, di una timidezza a tratti quasi adolescenziale. All'eloquio facile e battagliero oppone le balbuzie, le frasi monche, gli interrogativi senza risposte, il linguaggio mille volte più espressivo delle mani e degli occhi. Che si trattasse di timidezza simulata o vera poco importa. Sta di fatto che questo nuovo napoletano appare come uno che lotta con gli stereotipi imposti dalla napoletanità tradizionale: il napoletano che vuole viaggiare, non emigrare, cercando inutilmente di ribadire il concetto a chi si ostina a cucirgli addosso quell'etichetta. A muoverlo non è la ricerca del lavoro ma il desiderio di conoscenza, il desiderio di venire a contatto con altre realtà, diverse da quella triste e rinunciataria del Sud al quale appartiene.<ref name=p.18/> Il napoletano di Troisi non è per le grandi battaglie, per i gesti estremi, allo scontro preferisce la fuga, ma sempre intesa come protesta, come trasgressione.<ref name=p.19>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 19|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
 
Nonostante il tentativo di lottare contro gli stereotipi napoletani, Napoli è presente nelle opere di Troisi, ma non come realtà specifica o come fenomeno particolare: piuttosto, come frammento di una realtà di più ampio respiro che varca i confini regionali. È lo specchio dello smarrimento esistenziale, del crollo delle ideologie, delle sopraffazioni, delle ingiustizie, di una inaccettabile rassegnazione, che appartengono al vissuto di tutti, non solo dei napoletani. I personaggi interpretati da Troisi parlano napoletano, ma secondo l'attore, avrebbero potuto parlare qualsiasi altro dialetto: «Il mio personaggio parla napoletano e la gente dice: - È Napoli, ecco il napoletano - e invece secondo me questo è un personaggio che parla napoletano, che si vede che tutta la sua esperienza, tutta la sua cultura viene da Napoli, però ha una visione più generale perché il personaggio forse poteva pure essere torinese».<ref name=p.54-55>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|pp. 54-55|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref> Gaetano, il protagonista di ''[[Ricomincio da tre]]'' è dall'altra parte, l'antieroe per eccellenza, l'uomo che, pur volendo prendere decisioni, non ci riesce. Così è anche Vincenzo di ''[[Scusate il ritardo]]'', così Camillo di ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', così Tommaso di ''[[Pensavo fosse amore... invece era un calesse]]''.<ref name=p.19/>
 
I personaggi di Troisi, poi, si muovono, in una società nella quale le donne hanno preso coscienza della loro parità con gli uomini e, talvolta, della loro superiorità. I personaggi femminili dei film di Troisi colpiscono per la loro decisione nell'affrontare la vita e finiscono per gettare nello sconcerto una generazione di maschi travolta dal [[femminismo]], ma incapace di staccarsi da una tradizione troppo radicata.<ref name=p.19/> Se Marta di ''Ricomincio da tre'' è ancora legata a una certa idea di femminismo, Anna di ''Scusate il ritardo'' è forse la figura più disponibile al cambiamento, un'immagine così fragile e ideale a cui l'uomo, stupido e stupito, non avrà la forza di credere e che non riuscirà a seguire.<ref name=cocciardo83 >{{Cita |Cocciardo|p. 83|Cocciardo}}.</ref> E poi c'è Cecilia di ''Pensavo fosse amore... invece era un calesse'', femminilità totale, rischiosa, fisica e ossessiva, messa di fronte al problema di regolamentare il matrimonio, i sentimenti e di codificarli nel linguaggio. La donna di Massimo cerca di riconquistare la femminilità dopo averla vista imbrattare dalla società e dalla frangia misogina e maschilista della commedia cinematografica.<ref name=cocciardo84 >{{Cita |Cocciardo|p. 84|Cocciardo}}.</ref>
 
=== La questione della lingua ===
Troisi suscitò grande interesse, non solo per il suo eccezionale senso del palcoscenico, ma soprattutto per il suo singolare linguaggio quasi afasico, dai ritmi sincopati, fatto di improvvisi rallentamenti e subitanee accelerazioni, pieno di pause, inciampi, borbottii. Questo era da una parte legato all'attualità e dall'altra impegnato a superarne gli stereotipi, a trascendere dalla realtà, strozzando la parola ed estraendo il ritmo della melodia, il suono del senso.<ref name=cocciardo47 >{{Cita |Cocciardo|p. 47|Cocciardo}}.</ref> Il linguaggio, una delle caratteristiche del teatro e del cinema di Troisi, è usato nelle sue opere con estrema forza: il [[Lingua napoletana|napoletano]], vera e propria lingua, caratterizza un'appartenenza storico-geografica fondamentale per la poetica e l'espressività dei suoi film.
{{citazione|È stato quasi un fatto ideologico, che forse oggi non ha più valore, non ha più forza, riscontro. Forse se cominciassi adesso a fare teatro a Napoli non avrebbe questa importanza l'uso del dialetto. E invece per anni o, almeno, in quegli anni, per me è stata come un'ostinazione; ma non tanto a usarlo quanto a non volerne uscire. Perché il napoletano io l'ho usato allora e lo uso adesso in modo normale, non spettacolare.<ref>{{Cita web|url=http://www.storie.it/cinema/20-anni-senza-massimo-troisi-ecco-come-spiegava-il-suo-inimitabile-linguaggio/|titolo=20 anni senza Massimo Troisi: ecco come spiegava il suo inimitabile linguaggio|data=4 giugno 2014|accesso=2 giugno 2023|urlarchivio=https://archive.is/20151029211238/http://www.storie.it/cinema/20-anni-senza-massimo-troisi-ecco-come-spiegava-il-suo-inimitabile-linguaggio/|dataarchivio=29 ottobre 2015|urlmorto=sì}}</ref>}}
La parlata di Troisi è come una "lingua confidenziale", con la quale l'attore napoletano si sentiva a suo agio.<ref name=sommario /> Agli esordi Troisi ritenne prioritaria la questione della comprensibilità del suo linguaggio e perciò continuò a parlare unicamente in napoletano,<ref name="sommario">Giuseppe Sommario Giuseppe, ''Massimo Troisi: l'arte della leggerezza'', Rubbettino, 2004. ISBN 88-498-0951-4</ref> nonostante all'epoca gli elementi "dialettali" venivano proposti con intransigenza ed estremismo.<ref>{{cita web|cognome=Gervasi |nome=Salvatore|titolo=Ricomincio da tre|url=http://www.lankelot.eu/cinema/ricomincio-da-tre-2.html|accesso=9 gennaio 2012|data=11 giugno 2007|editore=Lankelot.eu|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111214021828/http://lankelot.eu/cinema/ricomincio-da-tre-2.html|dataarchivio=14 dicembre 2011}}</ref> Troisi non se ne curò molto e affermò più volte, nel corso di interviste o apparizioni televisive, di saper parlare unicamente in lingua napoletana e che, comunque, era una scelta dettata dal voler mantenere le proprie radici culturali intatte.<ref name=sommario /> Ad esempio si ricorda l'intervista per ''[[Mixer (programma televisivo)|Mixer]]'' di [[Isabella Rossellini]], nella quale la giornalista chiese a Troisi: «Ma perché parli sempre in napoletano?» ricevendo da quest'ultimo la risposta: «Perché è l'unico modo in cui so parlare, io mi sforzo a parlare italiano ed è giusto che anche voi vi sforziate a capire il napoletano».<ref>Intervista per ''Mixer'', [[Rai 2]], di [[Isabella Rossellini]] a Massimo Troisi.</ref> In seguito, Troisi ebbe l'urgenza di evolvere il suo stile in modo da non risultare troppo scontato, per questo la presenza del napoletano dai suoi film dopo ''[[Non ci resta che piangere]]'' si affievolisce,<ref name=sommario /> fino a scomparire quasi del tutto negli anni novanta. Troisi quindi, realizza una lingua "italiana popolare", che possa soprattutto comunicare ad un pubblico molto più vasto, ma comunque tenendo sempre la sua [[Napoli]] nel cuore.<ref name=sommario />
 
=== Ispirazioni ===
Per i suoi film e sketch, Troisi prese molte volte ispirazione dalla sua famiglia. L'attore milanese [[Renato Scarpa]] raccontò che la comicità di Troisi scaturiva dalla famiglia stessa dell'attore, e ne sono una prova i moltissimi aneddoti che la madre raccontava ai suoi figli dopo essere tornata dal mercato. Ricorrenti sono anche le apparizioni televisive in cui Troisi parlava della sua famiglia, sottolineando le caratteristiche di alcuni dei suoi familiari, specialmente il nonno e la nonna, che lui stesso definiva i “capocomici”. Anche ne ''[[La Smorfia (cabaret)|La Smorfia]]'', Troisi si ispira alla sua famiglia per realizzare alcuni sketch. Ad esempio, nello sketch ''Il basso'', Troisi racconta:
{{citazione|Cioè io mi ricordo a me... veniva mia nonna, no? Prendeva la pelle tra due dita, [...] faceva l'iniezione, lasciava e io non sentivo proprio dolore. È che mia nonna se le faceva sul dito tutte quante. [...] Quaranta iniezioni di vitamine, che io ne avevo bisogno, [...] tutte quante sul dito! Mia nonna mi ricordo aveva fatto 'nu braccio 'e chesta manera!}}
 
[[File:Acampora e Troisi.jpg|thumb|[[Franco Acampora]] con Troisi sul set di ''[[Scusate il ritardo]]''. Nella pellicola Acampora interpreta il fratello di Vincenzo, un famoso attore comico. Troisi dichiarò che questo era un personaggio autobiografico<ref name= ritardo />.]]
 
A [[Pippo Baudo]] rivelò come la battuta fosse ispirata a un fatto reale riguardo a suo nonno al quale, invece di mescolare i flaconcini con la medicina e quelli con l'acqua distillata, la nonna iniettò solamente quest'ultima: nonostante l'errore, il nonno diceva di sentirsi meglio.<ref>{{cita web|titolo=Morto Troisi, viva Troisi!|url=http://cinemavvenire.it/saggi/morto-troisi-viva-troisi|data=15 giugno 2004|accesso=10 gennaio 2012|editore=CinemaAvvenire.it}}</ref> Anche nei suoi film, Troisi si è ispirato alla sua famiglia per realizzare nuovi personaggi o situazioni: ad esempio, in ''Ricomincio da tre'' la scena del matrimonio della sorella, interpretata da [[Cloris Brosca]], si ispira davvero al matrimonio della sorella dell'attore,<ref>{{cita web|titolo=Massimo Troisi Ricomincio da tre|url=http://www.quicampania.it/troisi/ricomincio-da-tre.html|accesso=10 gennaio 2012|editore=QuiCampania.it}}</ref> mentre in ''Scusate il ritardo'', il personaggio del fratello che fa l'attore comico di successo (interpretato da [[Franco Acampora]]) era un personaggio autobiografico.<ref name=ritardo>{{Cita news|titolo=Scusate il ritardo|url=http://digilander.libero.it/webtroisi/pagine/scusate%20trama.htm|accesso=9 gennaio 2012|data=|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131103072927/http://digilander.libero.it/webtroisi/pagine/scusate%20trama.htm|dataarchivio=3 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Troisi ed Eduardo ====
Troisi parlava di [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] come del suo maestro spirituale, e non è noto quanto le sue dichiarazioni dipendessero dal punto di vista degli intervistatori e quanto da una sua personale convinzione. Sicuramente Eduardo rappresentava per il giovane attore il profeta che affascina e al quale non si ha il coraggio di avvicinarsi, ma anche, più intimamente, il maestro che improvvisamente smette di bacchettare e si mette a spifferare consigli:<ref name=cocciardo52 >{{Cita |Cocciardo|p. 52|Cocciardo}}.</ref> «Un bel giorno, quando ormai ero sottoposto alle torture delle interviste, mi sono accorto che avevo voglia di citare il maestro Eduardo De Filippo. Non lo avevo mai conosciuto, lo avevo visto poco, ma il suo teatro, il suo cinema mi avevano indirettamente dato qualcosa, molto di più di quello che pensassi. Quando penso a Eduardo, mi accorgo di essere soltanto un "cantautore", un attore e un teatrante ciarliero: devo fare ancora tantissima strada...».<ref name=cocciardo52/><ref name=cocciardo53 >{{Cita |Cocciardo|p. 53|Cocciardo}}.</ref>
 
Una volta Troisi, unitamente ad [[Lello Arena|Arena]] e [[Enzo Decaro|De Caro]] ebbero l'occasione di incontrare Eduardo al Teatro Giulio Cesare di Roma nel suo camerino, Eduardo si complimentò con loro ma gli disse: "e voi state ancora a Napoli!? Fujtevenne!" in quanto considerava il pubblico napoletano ingrato nei confronti del teatro.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/spettacoli/cinema-serie-tv/cards/lello-arena-passato-rugbista-perche-litigo-troisi-10-segreti/dove-ha-incontrato-massimo-troisi_principale.shtml|titolo=Lello Arena: iniziò al circo, perché litigò con Troisi, la moglie violoncellista|autore=Arianna Ascione|sito=Corriere della Sera|data=2023-12-30|lingua=it-IT|accesso=2024-06-01}}</ref>
 
Come Eduardo, Troisi è stato un attore e un autore. La differenza tra i due stava nel fatto che Troisi sembrava sempre mettere in scena sé stesso, mentre il "maestro" era stato genitore e interprete di figure indimenticabili, individualità drammatiche nate dall'incontro tra la realtà e la storia del teatro.<ref name=cocciardo54 >{{Cita |Cocciardo|p. 54|Cocciardo}}.</ref> I monologhi di Troisi non contengono la compiutezza eduardiana, e nemmeno si interrompono per lasciare spazio al puro intervento mimico-gestuale di [[Totò]]. Troisi sperimenta un ''gesto-parola'', cioè un linguaggio dove non è possibile separare perfettamente il ''detto'' dal ''fatto'', entrambi viaggiano insieme sul binario dell'incertezza e dell'incompletezza.<ref name=cocciardo63/> Per Troisi, Eduardo fu prima di tutto il rifiuto della battuta pronta confezionata, meccanica, che non porta con sé nessun'altra coscienza se non quella del gioco della finzione: «Io ho sempre trovato strano che gli attori, gli americani specialmente, avessero la risposta giusta al momento giusto, senza esitazione. E parlo, ad esempio, di attori come [[John Wayne]]. Avendo visto, invece, Eduardo in teatro e soprattutto in televisione a me sembrava quella, la verità: asciugarsi prima il sudore e poi ripetere a uno una cosa che avevi già detto. Quella mi sembrava la realtà di casa mia, dove non parlavamo mai uno per volta».<ref name=cocciardo61 >{{Cita |Cocciardo|p. 61|Cocciardo}}.</ref><ref name=cocciardo62 >{{Cita |Cocciardo|p. 62|Cocciardo}}.</ref>
 
== Relazioni e collaborazioni ==
Da metà anni settanta a metà anni ottanta ebbe una longeva relazione con [[Anna Pavignano]], sceneggiatrice di molte delle sue pellicole. Dopo un periodo di pausa la coppia tornò a frequentarsi, ma solo professionalmente.<ref name=p.47-48/> Sul set di ''Le vie del signore sono finite'' conobbe [[Jo Champa]], a cui rimase legato per due anni. Negli ultimi anni fu legato sentimentalmente a [[Clarissa Burt]] e a [[Nathalie Caldonazzo]]; quest'ultima gli fu vicina fino al 1994, anno della sua prematura scomparsa.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/11/le-donne-di-troisi.na_030le.html|titolo=le donne di troisi|autore=Antonio Tricomi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=11 luglio 2004}}</ref> [[Anna Falchi]], nel 2008, rivelò di aver avuto una relazione segreta con Troisi, presumibilmente all'inizio degli anni novanta, mentre l'attore era già fidanzato,<ref>{{cita web|url=http://gossip.excite.it/anna-innamorata-di-massimo-troisi-N11146.html|titolo=Anna innamorata di Massimo Troisi|data=6 agosto 2008|accesso=11 gennaio 2012|dataarchivio=24 agosto 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100824005446/http://gossip.excite.it/anna-innamorata-di-massimo-troisi-N11146.html|urlmorto=sì}}</ref> mentre [[Eleonora Giorgi]] asserì di avere avuto un flirt con lui nei primi anni ottanta.
 
Troisi non si sposò mai e non lasciò figli.<ref>{{cita web|url=https://www.fanpage.it/spettacolo/personaggi/la-vita-privata-di-massimo-troisi-jo-champa-clarissa-burt-e-lultima-compagna-nathalie-caldonazzo/|titolo=La vita privata di Massimo Troisi: Jo Champa, Clarissa Burt e l’ultima compagna Nathalie Caldonazzo|data=17 febbraio 2023}}</ref>
A livello professionale Troisi ebbe numerose collaborazioni artistiche con altri valenti attori, spesso sfociate in grandissime e fraterne amicizie: su tutte quelle con [[Marco Messeri]], [[Lello Arena]], [[Enzo Decaro]], [[Pino Daniele]], [[Renato Scarpa]], [[Toni Malco]], [[Fiorenza Marchegiani]], [[Pia Velsi]], [[Francesca Neri]], [[Anna Pavignano]], [[Roberto Benigni]], [[Ettore Scola]], [[Marcello Mastroianni]], [[Angelo Orlando]], [[Giuliana De Sio]], [[Carlo Verdone]], [[Massimo Bonetti]], [[Giovanni Benincasa]] e Alfredo Cozzolino.
 
== Nella cultura di massa ==
[[File:Troisi sul set di Ricomincio da tre.jpg|upright=0.8|thumb|Troisi sul set di ''[[Ricomincio da tre]]'']]
 
Secondo un sondaggio del 2009, condotto dal giornale online ''quinews.it'' con mille intervistati equamente distribuiti per fasce d'età, sesso e collocazione geografica (nord, centro, sud e isole), Troisi risultava essere il terzo comico italiano più conosciuto e amato, preceduto rispettivamente da [[Alberto Sordi]] e [[Totò]].<ref name="Ilgiornale" >{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/tot-principe-risata-sempre-lui.html|titolo=Totò, il principe della risata è sempre lui|autore=Vincenzo Pricolo|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=3 marzo 2009}}</ref> Da una classifica stilata dalla Federazione Italiana Psicologi nel 1997, Troisi risultava essere un mito per la maggior parte dei giovani.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/15/falcone-un-mito-per-giovani.html|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|titolo=Falcone, un mito per i giovani|accesso=23 settembre 2011|giorno=15|mese=giugno|anno=1997|pagina=21}}</ref> I suoi film, molti dei quali rimasti attuali per satira e ironia, sono stati raccolti in collane di VHS e DVD in svariate occasioni e vengono ancora oggi costantemente trasmessi dalla tv italiana o riproposti al cinema,<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/02/04/foto/torna_in_sala_non_ci_resta_che_piangere_il_capolavoro_di_massimo_troisi-106115729/1/#1|titolo=Torna in sala "Non ci resta che piangere", il capolavoro della coppia Troisi-Benigni|autore=|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=4 febbraio 2015}}</ref> riscuotendo successo anche tra il pubblico più giovane. Inoltre talune sue celebri battute, espressioni-mimiche e gag sono divenute perifrasi entrate nel linguaggio comune.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/01/16/troisi-balbettio-dell-anima.html|titolo=Troisi, balbettio dell'anima|autore=Mario Franco|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=16 gennaio 2015}}</ref>
 
Negli anni immediatamente precedenti e successivi al disastroso [[terremoto dell'Irpinia del 1980]] e lungo tutto il decennio che ne seguì, Troisi rappresentò un modello per un'intera generazione di giovani napoletani (e non solo) che, intrappolati da un contesto socio-economico che rendeva estremamente difficile l'emancipazione, in primo luogo economica, consumò la sua esistenza o tra il timore di assumere le responsabilità della vita, di uscire da uno stato di perenne adolescenza, o di spezzare ogni cordone ombelicale con il proprio presente.<ref name=Aa.Vv.p.85/> Una gioventù maggioranza silenziosa, un modello meno esportabile rispetto al napoletano tipo prima rappresentato o stereotipato. Troisi dietro il vetro deformante della comicità restituì un'immagine di Napoli, dei napoletani, più vera di quella che emergeva in tante analisi sociologiche o in tante inchieste giornalistiche. E questa immagine veicolava e veicola ancora una denuncia: è un delitto lasciare che tanta gioventù si sprechi lasciandosi andare a una specie di onanismo esistenziale senza apparente via d'uscita.<ref name=Aa.Vv.p.86>{{Cita|Aa.Vv.|p. 86|Aa.Vv.}}.</ref> A distanza di anni dai suoi film, il pensiero dell'attore partenopeo è così attuale ed esercita sui giovani d'oggi - che vivono in una società apparentemente trasformata dalla rivoluzione informatica e dai processi della globalizzazione - lo stesso fascino di allora.<ref name=Aa.Vv.p.86/> Per l'anno scolastico 2012-2013, la [[Biblioteca universitaria di Napoli]], nell'ambito della propria attività didattica, propose alle scuole superiori di Napoli e provincia un progetto di studio per ricordare l'attore.<ref name=Aa.Vv.p.86/>
 
[[Antonio Ghirelli]] ha espresso così l'importanza di Troisi nella cultura italiana: «Ha interpretato con grande intelligenza, con istinto straordinario e con notevole finezza culturale un'importante fase di passaggio: dal vecchio comico napoletano, nutrito dalla commedia dell'arte, ambientato in un'atmosfera serena e ingenua, a un tipo moderno, sempre napoletanissimo ma nevrotico, tormentato al di là dell'apparente ironia e allegria [...] Grande come [[Buster Keaton]]».<ref name=p.42>{{Cita|Paradiso... non potevi attendere?|p. 42|Paradiso... non potevi attendere?}}.</ref>
 
La notorietà di cui Troisi gode in Italia è andata anche oltre i confini nazionali: ad esempio in America, dove la sua ultima pellicola, ''Il postino'', fu accolto con grande entusiasmo. ''[[The Washington Times]]'' scrisse: «''Il postino'' rappresenta quel trionfo internazionale che Troisi sperava di avere e che non ha fatto in tempo a godersi». ''[[The New York Times]]'': «Troisi dà al suo personaggio una verità e una semplicità che significa tutto». L'attore [[Sean Connery]], intervistato negli anni novanta, ha altresì dichiarato che gli sarebbe piaciuto girare un film con l'attore napoletano.<ref>{{Cita news|titolo=Federico Il Postino. Curiosità - Rassegna stampa|url=http://www.procida.it/procidaset6.htm|accesso=9 gennaio 2012|data=|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160325032830/http://www.procida.it/procidaset6.htm|dataarchivio=25 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Tributi ===
[[File:Ricominciamo da qui.jpg|thumb|L'opera "Ricominciamo da qui" degli artisti siciliani Rosk&Loste, omaggio a Massimo Troisi e Alighiero Noschese]]
 
* Era molto amico di [[Jennifer Beals]]: dopo la morte del comico napoletano, per rendergli omaggio, Beals organizzò una retrospettiva con i suoi migliori film al [[Museum of Modern Art|MOMA di New York]].
* Nel 1996, a due anni dalla sua morte, a [[San Giorgio a Cremano]] è stato istituito in sua memoria il [[premio Massimo Troisi]],<ref>{{cita web|url=http://www.ilfrizzo.it/Cultura0987.htm|titolo=Lucera "Nel segno di Troisi"|sito=Il Frizzo|data=27 aprile 2004|accesso=5 agosto 2021|dataarchivio=25 giugno 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210625000138/http://www.ilfrizzo.it/Cultura0987.htm|urlmorto=sì}}</ref> mentre nel 2003 gli è stato dedicato un museo<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/02/20/apre-il-museo-dei-mille-ricordi-dedicati.html|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|titolo=Apre il museo dei mille ricordi dedicati all'attore|giorno=20|mese=2|anno=2003|accesso=21 settembre 2010|autore=Antonio Tricomi|pagina=10}}</ref> e un istituto.<ref>[http://www.1circolosangiorgioacremano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=214:i-bambini-per-massimo-troisi&catid=13:news&Itemid=101 I bambini per MASSIMO TROISI] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150104184743/http://www.1circolosangiorgioacremano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=214:i-bambini-per-massimo-troisi&catid=13:news&Itemid=101 |data=4 gennaio 2015 }} 1circolosangiorgioacremano.it</ref>
* Nel 1997 gli è stato dedicato, nel quartiere di [[Trastevere]] a [[Roma]], il cinema all’interno dell'edificio dell'ex [[Gioventù italiana del littorio|GIL]], progettato nel 1933 da [[Luigi Moretti (architetto)|Luigi Moretti]], inaugurato nel 1937 e precedentemente dedicato a [[Gerolamo Induno|Induno]].<ref>{{Cita web|url=https://www.romatoday.it/eventi/cultura/inaugurazione-cinema-troisi-trastevere-21-settembre-2021.html|titolo=Il nuovo cinema Troisi è realtà: c'è la data di apertura. Titane sarà il primo film|sito=RomaToday|lingua=it|accesso=2022-01-06}}</ref>
* Nel 1998, la canzone Apopse (Απόψε) (CD Láfura (Λάφυρα)), cantata da Melina Kaná con Thanases Papakonstantinou, autore di testo e musica, vi si riferisce: "... Questa notte il mio cuore diventerà una vecchia bicicletta che vuole apparire in cielo, per incontrare Massimo Troisi e dirgli che nel mezzo di una notte la vita cambia. Stanotte la canzone diventerà un abbraccio che accoglierà anche te per quanto tu sia lontano..."
* Sono presenti almeno due tributi a Troisi nel film di [[Roberto Benigni|Benigni]] ''[[La vita è bella]]''. Uno è quello della scena del teatro dove Benigni cerca di far girare la maestra con la "telepatia" dicendo "voltati, voltati... ", scena ripresa da ''[[Ricomincio da tre]]'', film in cui Troisi, in una delle scene iniziali, cerca di far avvicinare un vaso utilizzando la stessa tecnica. Il secondo tributo è la celebre scena in cui Benigni per incontrare la maestra percorre tutto il quartiere in corsa sfinendosi. Sempre in ''Ricomincio da tre'' Troisi per incontrare la signorina del manicomio, appena arrivato a [[Firenze]], gira di corsa intorno al palazzo.
* Nel 2008 il cantautore [[Pino Daniele]], storico amico di Troisi, gli ha dedicato il suo cofanetto di successi ''[[Ricomincio da 30]]'', uscito nei negozi il 16 maggio 2008. Sul retro del libretto allegato al lavoro discografico si possono leggere le seguenti parole dedicate all'attore scomparso: ''Caro Massimo questo progetto è dedicato a te. Nu Bacio! Pino''.<ref>{{Cita news|titolo=INTERVISTA A PINO DANIELE SU MASSIMO|url=http://spazioinwind.libero.it/pinodaniele/troisi.html|accesso=11 gennaio 2012|data=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070627221257/http://spazioinwind.libero.it/pinodaniele/troisi.html|dataarchivio=27 giugno 2007}}</ref>
* Nel 2009 all'attore è stato dedicato il nome della [[ciclofficina]] popolare nel centro storico di [[Napoli]].<ref>''Quello che'', servizio di Patrizia Senatore, [[Rai 2]], 24 luglio 2010.</ref>
* Il 5 giugno 2012, [[Enzo Decaro]] ha condotto su [[Rai 1]] in prima serata un programma dedicato a Massimo Troisi intitolato ''Un poeta per amico. Massimo Troisi''.<ref>{{Cita news|titolo="Un poeta per amico" Decaro ricorda Troisi a 18 anni dalla morte|url=http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/06/05/news/un_poeta_per_amico_decaro_ricorda_troisi_a_18_anni_dalla_morte-36579253/|accesso=5 giugno 2012|data=}}</ref>
* La [[Pixar Animation Studios]] si è ispirata a Massimo Troisi per realizzare le movenze dei personaggi del corto ''[[La luna (film 2011)|La luna]]'', diretto da [[Enrico Casarosa]].<ref>{{Cita news|accesso=25 ottobre 2013|titolo=Si ispirano a Troisi i personaggi di un corto da Oscar|url=http://www.film.it/news/film/dettaglio/art/la-luna-quando-la-pixar-incontra-troisi-5790/|data=}}</ref>
* Il 19 febbraio 2015, giorno in cui l'attore avrebbe compiuto 62 anni, il comune di San Giorgio a Cremano dedica una casa-museo al suo celebre concittadino, gestita dall'associazione del fratello Luigi. Tra gli oggetti presenti, tutti appartenuti personalmente all'attore, troviamo la bicicletta utilizzata per le riprese de "Il Postino".<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.ansa.it/campania/notizie/2015/02/23/la-casa-museo-di-troisi-a-san-giorgio-a-cremano_c66e3567-caa9-4aca-a1f2-72ed0090309a.html|titolo = Casa-museo per Massimo Troisi|accesso = |data = }}</ref>
* Il 3 ottobre 2017, alla [[stazione di San Giorgio a Cremano]], si è inaugurata l'opera "Ricominciamo da qui", un omaggio a Massimo Troisi e ad un altro famoso comico napoletano, [[Alighiero Noschese]], firmato dagli street artisti siciliani Rosk&Loste. Il titolo è naturalmente ispirato al famoso e primo film diretto da Massimo Troisi "Ricomincio da tre", ambientato proprio nel comune vesuviano, e prospetta una ripresa di coscienza e di amore per l'identità locale. Il progetto della street art in stazione è curato da INWARD per EAV [[Ente Autonomo Volturno]], qui insieme al comune di San Giorgio a Cremano.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/09/30/news/street_art_nelle_stazioni_circum_martedi_3_ottobre_inaugurazione_del_murale_dedicato_a_troisi_e_noschese_a_san_giorgio_a_cr-176923341/|titolo = Street Art nelle stazioni Circum|accesso = |data = 30 settembre 2017 }}</ref>
*Nel 2019 a [[Triggiano]] è stata organizzata una serata tributo a Troisi, organizzata da Piero Bagnardi e I Comisastri.
*Dal 15 al 21 dicembre 2022 arriva sul grande schermo il docufilm, per la regia di [[Alessandro Bencivenga]], ''Il mio amico Massimo'', prodotto da Lucky Red, con la voce narrante di [[Lello Arena]] e la partecipazione di [[Cloris Brosca]], [[Maria Grazia Cucinotta]], [[Pippo Baudo]], [[Carlo Verdone]], [[Nino Frassica]], [[Renzo Arbore]], [[Silvio Orlando]], [[Ficarra e Picone]], [[Clarissa Burt]], Alfredo Cozzolino e Gerardo Ferrara, controfigura di Troisi sul set de ''Il postino''.
*Nel 2023 il regista [[Mario Martone]] realizza un documentario concepito come omaggio alla vita e alla carriera artistica di Massimo Troisi, ''[[Laggiù qualcuno mi ama]]'', premiato ai [[David di Donatello 2024]] come [[David di Donatello 2024#Miglior documentario|miglior documentario]].
 
== Mini atti unici (sketch) ==
{{Citazione|Ho cominciato a scrivere facendo mini atti unici. Oggi li chiamano sketch, all'americana. Io invece preferisco definirli mini atti perché c'è una trama, ci sono i personaggi, hanno uno sviluppo, come in un testo teatrale. Solo ca durano poco e allora nun so' 'nu testo teatrale!|Massimo Troisi<ref name=cocciardo46/>}}
Troisi portò in scena, dagli anni settanta all'inizio degli anni ottanta (periodo in cui passò al cinema) diversi sketch (o come preferiva chiamare mini atti unici), dei quali figurava spesso anche come autore.<ref name=cocciardo46/> In tale elenco vengono riportati tutti i titoli degli spettacoli/sketch realizzati.
 
[[File:Massimo Troisi e Pino Daniele.jpg|thumb|Con [[Pino Daniele]], a sinistra nella foto, Troisi instaurò una grande amicizia fatta di confidenze e di una profonda empatia, {{Senza fonte|anche per i comuni problemi al cuore che affliggevano entrambi<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/archivio/2015/01/05/news/gianni_mina_pino_daniele_e_massimo_troisi_compagni_d_avventure_dal_cuore_matto_-5584070/|titolo=Gianni Minà: "Pino Daniele e Massimo Troisi, compagni d'avventure dal cuore matto"|autore=Adele Sarno|sito=[[HuffPost]]|data=5 gennaio 2015|accesso=18 febbraio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230828020454/https://www.huffingtonpost.it/archivio/2015/01/05/news/gianni_mina_pino_daniele_e_massimo_troisi_compagni_d_avventure_dal_cuore_matto_-5584070/|dataarchivio=28 agosto 2023|urlmorto=no}}</ref>}}, e culminata in un grande sodalizio artistico, concretizzatosi nelle colonne sonore realizzate da Daniele per i film di Troisi ''[[Ricomincio da tre]]'', ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', ''[[Pensavo fosse amore invece era un calesse]]'']]
 
* '''E spirete dint' 'a casa 'e Pulcinella'' (1970) (con Costantino Punzo, Peppe Borrelli e [[Lello Arena]] di [[Antonio Petito]])
* ''Crocifissioni d'oggi'' (1971) (con il gruppo ''Rh-Negativo'' di Massimo Troisi e Peppe Borrelli)
* ''Si chiama Stellina'' (1971) (con il gruppo ''Rh-Negativo'' di Massimo Troisi)
* ''Così è'' (1972) (con il gruppo ''Rh-Negativo di Massimo Troisi)
* ''Il cabaret'' (1977) (con il gruppo ''[[La Smorfia (cabaret)|La Smorfia]]'' di Massimo Troisi, Lello Arena e [[Enzo Decaro]])
* ''San Gennaro'' (1977) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Ketty'' (1977) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Tra tutte te'' (1977) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Napoli'' (1977) - monologo (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''L'inizio'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''La guerra'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Natività'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Angelo e Diavolo'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''L'attore'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Il basso'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''La favola'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''Dio'' (1979) - monologo (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''II pazzo'' (1979) - monologo (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''II commissario'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''La fine del mondo'' (1979) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
* ''La sceneggiata'' (1980) (con il gruppo ''La Smorfia'' di Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro)
 
== Filmografia ==
[[File:Bonetti, Troisi, Messeri.jpg|thumb|Troisi con [[Massimo Bonetti]], alla sua destra, e [[Marco Messeri]] sul set del film ''[[Le vie del Signore sono finite]]'']]
[[File:Troisi, Vlady, Mastroianni, Lucherini.jpg|thumb|Troisi con [[Marina Vlady]], [[Marcello Mastroianni]] ed [[Enrico Lucherini]] in un'immagine del 1988 durante una pausa della lavorazione del film ''[[Splendor]]'' nella sala San Carlo ad [[Arpino]]]]
=== Attore ===
* ''[[Ricomincio da tre]]'', regia di Massimo Troisi ([[1981]])
* ''[[Morto Troisi, viva Troisi!]]'', ''special'' televisivoregia di ''[[RaiMassimo Tre]]''Troisi per lafilm serie ''[[Che fai, ridi?]]''TV ([[1982]])
* ''[[No grazie, il caffè mi rende nervoso]]'', regia di [[LudovicoLodovico Gasparini]] ([[1982]])
* ''[[Scusate il ritardo]]'', regia di Massimo Troisi ([[1983]])
* ''[[F.F.S"FF.SSS." cioè- Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?"]]'', regia di [[Renzo Arbore]] ([[1983]])
* ''[[Non ci resta che piangere]]'', regia di Massimo Troisi e [[Roberto Benigni]] e Massimo Troisi ([[1984]])
* ''[[Hotel Colonial]]'', regia di [[Cinzia TH Torrini]] ([[1986]]1987)
* ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', regia di Massimo Troisi ([[1987]])
* ''[[Splendor]]'', regia di [[Ettore Scola]] ([[1988]]1989)
* ''[[Che ora è?]]'', regia di [[Ettore Scola]] ([[1989]])
* ''[[Il viaggio di Capitan Fracassa]]'', regia di [[Ettore Scola]] ([[1990]])
* ''[[Pensavo fosse amore,... invece era un calesse]]'', regia di Massimo Troisi ([[1991]])
* ''[[Il Postinopostino]]'', regia di [[Michael Radford]] ([[1994]])
 
=== Regista ===
* ''[[Ricomincio da tre]]'' ([[1981]])
* ''[[Morto Troisi, viva Troisi!]]'', ''special'' televisivofilm di ''[[Rai Tre]]'' per la serie ''[[Che fai, ridi?]]''TV ([[1982]])
* ''[[Scusate il ritardo]]'' ([[1983]])
* ''[[Non ci resta che piangere]]'', co-regia con [[Roberto Benigni]] ([[1984]])
* ''[[Le vie del Signore sono finite]]'' ([[1987]])
* ''[[Pensavo fosse amore,... invece era un calesse]]'' ([[1991]])
* ''[[Il postino]]'', non accreditato (1994)
 
=== Sceneggiatore ===
* ''[[Ricomincio da tre]]'', regiacon diAnna Massimo Troisi ([[1981]])Pavignano
* ''[[Morto Troisi, viva Troisi!]]'', ''special''con televisivoLello diArena ''[[Raied Tre]]''Anna per la serie ''[[Che fai, ridi?]]'' ([[1982]])Pavignano
* ''[[No grazie, il caffè mi rende nervoso]]'', con Michael Pergolani
*''[[Scusate il ritardo]]'', regia di Massimo Troisi ([[1983]])
* ''[[Scusate il ritardo]]'', con Anna Pavignano
*''[[Non ci resta che piangere]]'', regia di Massimo Troisi e [[Roberto Benigni]] ([[1984]])
* ''[[IlNon viaggioci diresta Capitanche Fracassapiangere]]'', regiacon diRoberto EttoreBenigni Scolae ([[1990]])Giuseppe Bertolucci
* ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', con Marco Messeri ed Anna Pavignano
*''[[Pensavo fosse amore, invece era un calesse]]'', regia di Massimo Troisi ([[1991]])
* ''[[Pensavo fosse amore... invece era un calesse]]'', con Anna Pavignano
*''[[Il Postino]]'', regia di [[Michael Radford]] ([[1994]])
* ''[[Il postino]]'', con Anna Pavignano, Michael Radford, Furio Scarpelli e Giacomo Scarpelli
 
== Riconoscimenti ==
[[File:Troisi vince la Coppa Volpi.jpg|thumb|upright=0.8|Troisi con la [[Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile]] vinta ex aequo con [[Marcello Mastroianni]] per il film ''Che ora è'' (1989)]]
 
* [[Premio Oscar]]
** [[Premi Oscar 1996|1996]] – Candidatura al [[Oscar al miglior attore|miglior attore]] per ''[[Il postino]]''
** 1996 – Candidatura alla [[Oscar alla miglior sceneggiatura non originale|miglior sceneggiatura non originale]] per ''Il postino''
* [[Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]]
** 1989 – [[Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile]] (ex aequo con Marcello Mastroianni) per ''[[Che ora è]]''
** 1989 - [[Premio Pasinetti|Premio Pasinetti per il miglior attore]] ''per [[Che ora è]]''
* [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]
** 1981 – Miglior film per ''Ricomincio da tre''
** 1981 – Candidatura alla miglior sceneggiatura per ''Ricomincio da tre''
** 1981 – Miglior attore protagonista per ''Ricomincio da tre''
** [[David di Donatello 1990|1990]] – Candidatura al miglior attore protagonista per ''Che ora è''
** [[David di Donatello 1995|1995]] – Candidatura al miglior attore protagonista per ''Il postino''
* [[Nastro d'argento]]
** [[Nastri d'argento 1981|1981]] – Miglior regista esordiente per ''Ricomincio da tre''
** 1981 – Miglior attore esordiente per ''Ricomincio da tre''
** 1981 – Candidatura a Miglior attore protagonista per ''Ricomincio da tre''
** 1981 – Miglior soggetto per ''Ricomincio da tre''
** 1987 - Candidatura a miglior attore non protagonista per ''Hotel Colonial''
** [[Nastri d'argento 1988|1988]] – Migliore sceneggiatura per ''[[Le vie del Signore sono finite]]'', con Anna Pavignano
** 1990 - Candidatura a miglior attore protagonista per ''Che ora è''
** 1992 - Candidatura a miglior sceneggiatura per ''Pensavo fosse amore... invece era un calesse'', con Anna Pavignano
** [[Nastri d'argento 1995|1995]] – [[Nastro d'argento speciale]] per ''Il postino''
* [[Ciak d'oro]]
** [[1990]] – Miglior attore protagonista per ''Che ora è''<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=Yw3Z_YIKOVEC&pg=PA275&lpg=PA275&dq=ciak+d%27oro+1986&source=bl&ots=mrxdn5eK7f&sig=ACfU3U0w2moqIwT0xCX_Umi2Ijgp320hXA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjU0K2fjuXoAhVkmVwKHSmzBjEQ6AEwBnoECAwQLA#v=onepage&q=ciak%20d'oro%201986&f=false|autore=Enrico Lancia|titolo=Ciak d'oro|accesso=13/04/20}}</ref>
* [[Globo d'oro]]
** [[1981]] – Migliore opera prima per ''Ricomincio da tre''
** 1981 – Miglior attore rivelazione per ''Ricomincio da tre''
** 1992 - Candidatura a miglior attore per ''Pensavo fosse amore... invece era un calesse''
* [[Premio Vittorio De Sica]]
** [[1983]] – Riconoscimento del suo contributo nel cinema italiano;<ref>{{cita web|url=http://www.premivittoriodesica.it/cronologia10.htm|editore=Premivittoriodesica.it|accesso=28 giugno 2011|titolo=Cronologia Premi Vittorio De Sica|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111114114125/http://www.premivittoriodesica.it/cronologia10.htm|dataarchivio=14 novembre 2011}}</ref>
* [[Screen Actors Guild Awards]]
** [[1996]] – Candidatura al miglior attore cinematografico per ''Il postino'' (''postumo'')
* [[Targa Mario Gromo]]
** 1981 – Miglior attore esordiente per ''Ricomincio da tre''<ref>{{cita web|url=http://www.grolledoro.com/index.php?option=com_content&task=view&id=384&Itemid=46|editore=Grolledoro.com|accesso=28 giugno 2011|titolo=Massimo Troisi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111130104336/http://www.grolledoro.com/index.php?option=com_content&task=view&id=384&Itemid=46|dataarchivio=30 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>
*[[Telegatti 1989]] – per [[Che ora è]]
Gli è stata dedicata una strada a [[Acilia]] (RM), la piazza principale di [[San Giorgio a Cremano]] (NA), una piazza a [[Parete (Italia)|Parete]] (CE) ed una scalinata a [[Napoli]]. Gli sono state anche intitolate due Scuole Elementari, una a [[Roma]] ed una a [[Pozzuoli]] (NA), ed un parco a [[San Giovanni a Teduccio]] (NA).
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Olive wreath.svg
|nome_onorificenza = Laurea ''honoris causa'' alla memoria in [[Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria]].
|collegamento onorificenza =
|motivazione =
|luogo = [[Università degli Studi di Napoli Federico II]], [[Napoli]] 20 febbraio 2023<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2023/02/20/emozione-e-applausi-per-laurea-post-mortem-a-massimo-troisi_c75280e7-4bc9-4e8c-b8a9-c4fe7d9b2a03.html|titolo=Massimo Troisi ha ricevuto la laurea 'honoris causa' IN Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria|sito=ansa.it |data=20 febbraio 2023|accesso=7 marzo 2023|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
}}
 
=== Riconoscimenti accademici ===
* 2023 – Laurea magistrale ''Honoris Causa'' in [[DAMS|Discipline della Musica e dello Spettacolo]], conferita dall'[[Università degli Studi di Napoli Federico II]]<ref>https://www.unina.it/-/36984076-massimo-troisi-laureato-ad-honorem-dalla-federico-ii</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro
* Massimo Troisi, Anna Pavignano, ''Ricomincio da tre'' ([[sceneggiatura]]), [[Feltrinelli]], [[1981]]
| autore= Nevio De Pascalis|autore2= Marco Dionisi|
* [[Roberto Benigni]], Massimo Troisi, ''Non ci resta che piangere'' ([[sceneggiatura]]), [[Mondadori]], [[1984]]
| titolo = Troisi poeta Massimo
*[[Federico Chiacchiari]] e [[Demetrio Salvi]],''Massimo Troisi, il comico dei sentimenti'' [[Sentieri selvaggi - Sorbini Editore]], [[1991]]
| editore = Edizioni Sabinae in collaborazione con Istituto Luce - Cinecittà
* [[Antonella Coluccia]], ''Scusate il ritardo - Il cinema di Massimo Troisi'', [[Lindau]], [[1996]]
|data= 2019
* [[Matilde Hockhofler]], ''Massimo Troisi comico per amore'', [[Marsilio]], [[1996]]
| isbn= 978-88-98-623-921
* [[Lello Arena]], [[Enzo Decaro]], Massimo Troisi, ''La Smorfia'', [[Einaudi]], [[1997]]
|
* [[Mariella Di Lauro]], ''Massimo Troisi Film e poetica di un grande artista napoletano'', [[Newton & Compton]], [[1997]]
}}
* [[Tiziana Paladini]], ''Cuore e Anima - La Smorfia e la maschera di Massimo Troisi'', [[Luca Torre]], [[2000]]
* {{Cita libro
* [[Marco Giusti]], ''Massimo Troisi il mondo intero proprio - pensieri e battute'', [[Mondadori]], [[2004]]
| autore= Lello Arena|autore2= Enzo Decaro|autore3=Massimo Troisi|autore4=Stefania Tondo|autore5= Fabrizio Coscia
* [[Giuseppe Sommario]], ''Massimo Troisi L'arte della leggerezza'', [[Rubettino]], [[2004]]
| titolo = La Smorfia
* [[Alfredo Cozzolino]], ''Mi ricordo...piripì zozzò'', [[area creativa]], [[2004]]
| editore = [[Einaudi Editore]]
* [[Lello Arena]], [[Enzo Decaro]], Massimo Troisi, ''La Smorfia - Lbro+DVD'', [[Einaudi]], [[2006]]
|data= 1997
* [[Anna Pavignano]], ''Da domani mi alzo tardi'', [[edizioni e/o]], [[2007]]
| isbn= 978-88-06-14407-4
| cid = La Smorfia
}}
* {{Cita libro
| autore = Salvatore Zanni
| titolo = Parthenopei
| editore = Lulu.com
| anno = 2013
| cid = Zanni
}}
 
* {{Cita libro
| autore = Eduardo Cocciardo
| titolo = L'applauso interrotto. Poesia e periferia nell'opera di Massimo Troisi
| editore = NonSoloParole Edizioni
| anno = 2005
| isbn = 88-88850-31-7
| cid = Cocciardo
}}
* {{Cita libro
| autore = Ministero per i Beni e le Attività Culturali
| titolo = Accademie & Biblioteche d'Italia 3-4/2012: Trimestrale di cultura delle e delle istituzioni culturali
| editore = Accademie & Biblioteche d'Italia
| anno = 2013
| isbn = 978-88-492-2670-6
| cid = Aa.Vv.
}}
* {{Cita libro
| autore = Marcello Giannotti
| titolo = L'enciclopedia di Sanremo: 55 anni di storia del festival dalla A alla Z
| editore = Gremese Editore
| data = 2005
| isbn = 978-88-8440-379-7
| cid = Giannotti
}}
* {{Cita libro
| autore =
| titolo = Paradiso... non potevi attendere?
| editore = EMME Edizioni
| data = 1994
| cid = Paradiso... non potevi attendere?
}}
* {{Cita libro
| autore = Matilde Hochkofler
| titolo = Massimo Troisi. Comico per amore
| editore = Marsilio Editore
| data = 1998
| isbn = 88-317-6899-9
| cid = Hochkofler
}}
 
== Voci correlate ==
* [[La Smorfia (cabaret)]]
*[[Minollo]]
* [[La Smorfia (cabaret)#La fine del mondo|Minollo]]
* [[Premio Massimo Troisi]]
* [[Da domani mi alzo tardi]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
*{{Dmoz|World/Italiano/Arte/Arti_Sceniche/Recitazione/Attori_e_Attrici/T/Troisi,_Massimo/}}
* [https://web.archive.org/web/20140714164752/http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=troisi scheda] su italica.rai.it
* {{imdb nome|0873385}}
 
{{Box successione|carica = [[David di Donatello per il miglior attore protagonista]]|periodo = [[David di Donatello 1981|1981]]<br />per ''[[Ricomincio da tre]]''|precedente = [[Adriano Celentano]]<br />per ''[[Mani di velluto]]''|successivo = [[Carlo Verdone]]<br />per ''[[Borotalco (film)|Borotalco]]''}}
{{Portale|cinema|biografie}}
{{film di Massimo Troisi}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|cinema|Napoli|teatro}}
 
[[Categoria:Attori cinematografici italiani]]
 
[[Categoria:ComiciAttori teatrali italiani]]
[[Categoria:Attori televisivi italiani]]
[[Categoria:Cabarettisti italiani]]
[[Categoria:Ciak d'oro per il miglior attore protagonista]]
[[Categoria:Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile]]
[[Categoria:David di Donatello per il miglior attore protagonista]]
[[Categoria:CoppaGlobo Volpid'oro per laal migliore interpretazione maschile|Troisi,attore Massimorivelazione]]
[[Categoria:PersonalitàMassimo legateTroisi| a Napoli]]
[[Categoria:ArtistiNastri did'argento spettacoloalla napoletanimigliore sceneggiatura]]
[[Categoria:Nastri d'argento al migliore attore esordiente]]
 
[[Categoria:Nastri d'argento al migliore soggetto]]
[[de:Massimo Troisi]]
[[Categoria:Nastri d'argento al miglior regista esordiente]]
[[en:Massimo Troisi]]
[[Categoria:Poeti italiani del XX secolo]]
[[es:Massimo Troisi]]
[[Categoria:Registi cinematografici italiani]]
[[fr:Massimo Troisi]]
[[Categoria:Registi televisivi italiani]]
[[id:Massimo Troisi]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani del XX secolo]]
[[ja:マッシモ・トロイージ]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Flaiano di cinematografia]]
[[la:Maximus Troisi]]
[[nap:Massimo Troisi]]
[[no:Massimo Troisi]]
[[pt:Massimo Troisi]]