Scipio Slataper: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Scipio
|Cognome = Slataper
|Sesso = M
|LuogoNascita = Trieste
|GiornoMeseNascita = 14 luglio
|AnnoNascita = 1888
|LuogoMorte = Gorizia
|LuogoMorteLink = Monte Calvario (Gorizia)
|GiornoMeseMorte = 3 dicembre
|AnnoMorte = 1915
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = scrittore
|Attività2 = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[irredentista]], fra i più noti nella storia letteraria di [[Trieste]]
|Immagine = Scipio Slataper ritratto.jpg
|Didascalia = Ritratto di Scipio Slataper
}}
==
Nacque a [[Trieste]], all'epoca parte dell'[[Impero austro-ungarico]], da Luigi Slataper, un commerciante che fu più volte consigliere comunale, e da Iginia Sandrinelli<ref name=dbi>{{DBI
|nome = SLATAPER, Scipio
|nomeurl = scipio-slataper
|autore = Roberto Norbedo
|anno = 2018
|volume = 93
|accesso = 26 aprile 2019
}}</ref>.
Il cognome paterno suggerisce un'origine [[Slovenia|slovena]]: pare che gli avi paterni dell'autore fossero originari di [[Tolmino]], nella ''[[Goriziano|Goriška]]'', e il capostipite del ramo triestino fu forse Giacomo Filippo, morto nel [[1836]]; tuttora in [[Slovenia]] e in [[Croazia]] è diffuso il cognome Zlatoper<ref name=dbi/>. Tuttavia egli stesso, nella sua opera principale ''[[Il mio Carso]]'', accenna ad ascendenze [[Boemia|boeme]] nella sua famiglia{{Senza fonte}}. I Sandrinelli erano invece originari del [[Veneto]] e la madre era nipote di [[Scipione Sandrinelli]], che fu podestà di Trieste ed esponente del partito liberal-nazionale<ref name=dbi/>.
Ebbe cinque fratelli: Lucilla (morta in tenera età), Gastone, Vanda, Nerina e [[Guido Slataper|Guido]]<ref name=dbi/>.
Nel [[1899]] entrò al [[Liceo ginnasio statale Dante Alighieri|liceo "Dante"]], dove ebbe come insegnante di latino [[Guido Costantini]] e di tedesco [[Emilio Bidoli]]. A causa di una malattia nervosa, dovette lasciare la scuola nel [[1903]] e trascorse un periodo sul [[Carso]] per curarsi; conseguì il diploma nel [[1908]]<ref name=dbi/>.
Si trasferì a [[Firenze]] per studiare<ref>come altri intellettuali triestini, quali [[Giorgio Fano]], [[Biagio Marin]], [[Giani Stuparich]], [[Virgilio Giotti]] e [[Umberto Saba]], più o meno nello stesso periodo.</ref>; qui si laureò in Lettere, con una tesi su [[Henrik Ibsen|Ibsen]].
[[File:ElodyOblath-LeTreAmiche.jpg|thumb|Le tre amiche di Scipio Slataper: Luisa Carniel Slataper (Gigetta), destinata a diventare sua moglie, Elody Oblath e Anna Pulitzer (Gioietta), ritratti eseguiti da Gigetta Slataper, anno 1910 circa.]]
Agli anni 1909-1914 risale l'epistolario di Scipio Slataper ''Alle tre amiche'' (pubblicato postumo a cura di [[Giani Stuparich]]); nel gennaio del [[1909]] incontrò a Trieste la prima di esse, Anna Pulitzer, con cui ebbe una relazione intensa quanto tormentata, conclusasi tragicamente col suicidio di lei nel maggio dell'anno seguente. Sconvolto dall'avvenimento, si ritirò in solitudine in una piccola abitazione sull'altopiano di Occisla, dove iniziò a scrivere ''[[Il mio Carso]]'', che, pubblicato nel 1912, resterà il suo unico romanzo. Tornato a Trieste, nel settembre 1913 sposò Luisa Carniel, detta Gigetta, la seconda delle tre amiche (la terza era [[Elody Oblath]]), da cui ebbe un figlio cui fu dato il medesimo nome di [[Scipio Secondo Slataper|Scipio]] e che, arruolato tra gli alpini della [[Brigata alpina "Julia"|Divisione Julia]], rimase disperso in Russia durante la [[Seconda battaglia difensiva del Don|ritirata (1942-1943)]] e fu insignito di [[medaglia d'oro al valor militare]] <ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=45658|titolo=Medaglia d'oro al valor militare|accesso=22 aprile 2015}}</ref>.
Pur essendo stato inizialmente molto critico nei confronti delle tesi [[irredentismo|irredentiste]], allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] si arruolò volontario, come molti altri triestini, insieme al fratello Guido nel [[Regio Esercito|Regio Esercito italiano]], raggiungendo il grado di [[sottotenente]] di [[Fanteria]] nel [[1º Reggimento Fanteria "San Giusto"|1º Reggimento "Granatieri di Sardegna"]]; morì al fronte combattendo sul [[Battaglia del Podgora|monte Podgora]] (toponimo sloveno della località ''Piedimonte del Calvario'', ora nel comune di [[Gorizia]])<ref>{{cita web|url=http://www.itinerarigrandeguerra.it/Tomba-Di-Scipio-Slataper-Monte-Calvario-Gorizia|titolo=Tomba di Scipio Slataper|sito=Itinerari della Grande Guerra|accesso=13 luglio 2014}}</ref>. Per il suo coraggio gli fu concessa la [[medaglia d'argento al valor militare]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilterritorio.ccm.it/index_.php|titolo=Da Vivante a Timeus : ideologie e identità a confronto nel tramonto di un'epoca, Fabio Todero|editore=Il territorio, semestrale di storia, memoria, cultura, fotografia, ambiente, n. 10, novembre 1998|accesso=13 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141130011948/http://www.ilterritorio.ccm.it/index_.php|dataarchivio=30 novembre 2014|urlmorto=sì}}</ref> alla memoria.
È sepolto sul Monte Calvario, lungo la Strada Giuliano-Trentini Volontari Irredenti; sulla lapide è anche ricordato il figlio [[Scipio Secondo Slataper]], disperso in Russia nel 1943.<ref>{{cita web|url=http://www.itinerarigrandeguerra.it/Tomba-Di-Scipio-Slataper-Monte-Calvario-Gorizia |titolo=Tomba di Scipio Slataper|sito=itinerarigrandeguerra.it|accesso=3 ottobre 2917}}</ref>
== Produzione letteraria==
[[File:La Voce Giovanni-Papini.pdf|thumb|upright=0.6|''La Voce'', 1909]]
Entrato in contatto negli anni universitari con i giovani letterati italiani che ruotavano attorno alla rivista ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]'', fondata da [[Giuseppe Prezzolini]], vi collaborò assiduamente, pubblicando numerosi articoli.
Le ''[[Lettere triestine]]'' sono una serie di articoli pubblicati su [[La Voce (rivista)|''La Voce'']] nel 1909; in questi scritti, molto critici e che molto fecero discutere, Slataper analizza la situazione culturale della Trieste dell'epoca, che ai suoi occhi si presentava senza «tradizioni di coltura». La borghesia che governava la città giuliana, poiché politicamente si trovava sotto l'Impero asburgico, basava la propria italianità, oltre che su elementi etnici, soprattutto su motivazioni di stampo culturale; l'accusa venne dunque percepita come grave e venne rifiutata con sdegno dalla classe dirigente triestina, che vide in Slataper un traditore della causa dell'italianità di Trieste.
''[[Il mio Carso]]'', pubblicato nella ''Libreria'' ''della Voce'' nel [[1912]], è la sua opera più importante, l'unico romanzo della sua breve carriera interrotta prematuramente dalla guerra: è un'autobiografia spirituale di tono accesamente lirico, che attesta il cammino compiuto dallo scrittore dall'esaltazione dell'io alla crisi provocata in lui dal dolore per il suicidio dell'amata Anna Pulitzer (rinominata nel libro Gioietta), che lo spinge a intuire la necessità di una legge morale più profonda per la propria vita. Nel [[1921]] l'opera fu tradotta in francese da [[Benjamin Crémieux]].<ref>riedito nel 2011 [[Mursia]] ISBN 978-88-425-4734-1</ref>
Va sicuramente menzionata la tesi di laurea di Slataper su [[Ibsen]], scritta nel 1912 e che fu da lui successivamente rimaneggiata per essere data alle stampe; uscì postuma nel [[1916]]. Questo studio si configura come un'analisi di tutto l'itinerario della vita e della produzione dello scrittore norvegese. Pur rifacendosi a critici di area austriaca e tedesca (un esempio evidente e confessato è quello dell'opera del [[Otto Weininger|Weininger]], che è alla base dell'interpretazione slataperiana del ''[[Peer Gynt]]''), Slataper riesce a proporre tesi originali e innovative che rendono a tutt'oggi il suo studio una tappa fondamentale per chi vuole occuparsi di Ibsen.
Infine bisogna ricordare le lettere ''[[Alle tre amiche]]'', che nelle intenzioni di Slataper avrebbero dovute essere la base per un nuovo romanzo, il seguito de ''[[Il mio Carso]]''. Furono pubblicate postume dall'amico [[Giani Stuparich]].
== Riconoscimenti ==
Per onorarne la memoria, all'intellettuale triestino sono state intitolate:
* alcune caserme a [[Sacile]]<ref>{{cita web|url=http://www.angetitalia.it/Sede%207%C2%B0%20Trasm.htm|titolo=ANGET, Associazione nazionale genieri e trasmettiroti d'Italia. La sede del 7º reggimento trasmettitori|accesso=24 luglio 2011|dataarchivio=18 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131218150255/http://www.angetitalia.it/Sede%207%C2%B0%20Trasm.htm|urlmorto=sì}}</ref>, [[Roma]], [[Muggia]];
* un istituto scolastico a [[Gorizia]] e uno a [[Trieste]];
* diverse strade, fra le quali a: [[Roma]], [[Torino]], [[Milano]], [[Trieste]], [[Firenze]], [[Pisa]], [[Pordenone]] e [[Treviso]];
* un'epigrafe nel rettorato dell'Università a Firenze per ricordarne gli studi;
* un giardino a [[Bologna]];
* un busto nell'Aula Magna dell'Università di Trieste.
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=''Volontario di guerra, irredento, partecipava a sua domanda a una rischiosa ricognizione di una posizione nemica. Con mirabile ardimento e sprezzo del pericolo, alla testa dei suoi uomini, si slanciava sulle trincee avversarie impegnando con una pattuglia austriaca, ivi appostata, un'aspra lotta a colpi di pistola, finché colpito mortalmente alla gola cadeva impigliato nei reticolati nemici. Podgora, 3 dicembre 1915''.
|data=Decreto Luogotenenziale 1º ottobre 1916
}}
== Opere ==
* ''[[Il mio Carso]]'', Firenze, Libreria della Voce, 1912; 1916; Firenze, A. Vallecchi, 1933; Milano, A. Mondadori, 1958.
* ''I confini necessari all'Italia'', Torino, L'Ora Presente, 1915.
* ''Le strade d'invasione dall'Italia in Austria. Fella, Isonzo, Vipacco, Carso'', Firenze-Milano-Roma, Bemporad, 1915.
* ''Ibsen'', Torino, Bocca, 1916.
* ''Scritti letterari e critici'', raccolti da [[Giani Stuparich]], Roma, La Voce, 1920; Milano, A. Mondadori, 1956.
* ''Scritti politici'', raccolti da Giani Stuparich, Roma, Stock, 1925; Milano-Verona, A. Mondadori, 1954.
* ''Lettere'', a cura e con prefazione di Giani Stuparich, 3 voll., Torino, Buratti, 1931.
* ''Epistolario'', a cura di Giani Stuparich, Milano, A. Mondadori, 1950.
* ''Appunti e note di diario'', a cura di Giani Stuparich, Milano, A. Mondadori, 1953.
* ''Alle tre amiche. Lettere'', a cura e con introduzione di Giani Stuparich, Milano-Verona, A. Mondadori, 1958.
* ''Scritti politici, 1914-15'', a cura di Giorgio Baroni, Trieste, Italo Svevo, 1977.
* ''Le lettere a Maria'', Roma, G. Volpe, 1981.
* ''Confini orientali'', Trieste, Dedolibri, 1986.
* ''[[Lettere triestine]]. Col seguito di altri scritti vociani di polemica su Trieste'', Trieste, Dedolibri, 1988. ISBN 88-7800-036-1.
* ''Passato ribelle. Dramma in un atto'', Trieste, Dedolibri, 1988. ISBN 88-7800-037-X.
* ''Terremoto nella Marsica. Scipio Slataper inviato speciale'', L'Aquila, Amministrazione provinciale, 1999.
* ''Scipio e Maria. Un amore ingenuo. Poesie 1905'', Trezzano sul Naviglio, Parsifal, 2003. ISBN 88-900960-4-7.
* ''Lettere alle tre amiche. Florilegio'', Padova, Alet, 2007.
* ''Il mio Carso. La Redazione autografa dell'Archivio di stato di Trieste'', Padova, CLEUP, 2007. ISBN 978-88-6129-071-6.
* ''Carteggio, 1909-1915'', con Giuseppe Prezzolini, Roma, Ed. di Storia e Letteratura, 2011. ISBN 978-88-6372-280-2.
* ''Fiabe e parabole e altri scritti per i bimbi'', Trieste-Gorizia, Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, 2014. ISBN 978-88-908526-3-3.
== Discografia su Scipio Slataper ==
* [[1961]] - Giorgio Albertazzi, ''Lettere d'amore'' ([[Cetra (casa discografica)|Cetra]] - Collana Letteraria Documento, CL 0477, EP 7") <small>Giorgio Albertazzi legge una lettera di Scipio Slataper alla moglie</small><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Giorgio Albertazzi - Lettere D'Amore|lingua=en|accesso=2022-12-05|url=https://www.discogs.com/release/2529618-Giorgio-Albertazzi-Lettere-DAmore}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|url=http://teca.bncf.firenze.sbn.it/ImageViewer/servlet/ImageViewer?idr=BNCF00003987873|autore=[[Vittorio Cuttin]]|titolo= Scipio Slataper l'eroe del Carso|editore=Casa editrice La Venezia Giulia|città=Firenze|anno= 1916}}
* {{cita libro|url=https://archive.org/details/scipioslataper00stupuoft/page/n7|autore=Gianni Stuparich|titolo=Scipio Slataper|editore=La Voce|città=Firenze|anno=1922}}
* [[Biagio Marin]], ''I delfini di Scipio Slataper'', Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1965.
* [[Elvio Guagnini]], ''I libri di Scipio Slataper'', Trieste, Dedolibri, 1989.
* Sandra Arosio, ''Scrittori di frontiera: Scipio Slataper, Giani e Carlo Stuparich'', Milano, Guerini scientifica, 1996.
* Fulvio Senardi et alii, ''Scipio Slataper, il suo tempo e la sua città'' Istituto giuliano di Storia e Cultura, Trieste 2013.
* {{cita web|url=http://www.eastjournal.net/scipio-slataper-tu-sai-che-io-sono-slavo-tedesco-e-italiano/39516|titolo=Scipio Slataper, “Tu sai che io sono slavo, tedesco e italiano”|sito=East Journal|anno= 2014}}
* Luca G. Manenti, ''Fenomenologia dell'irredentismo. Scipio Slataper pensatore politico'', in ''Voglio morire alla sommità della vita. Cento anni dalla morte di Scipio Slataper'', a cura di L. Tommasini, L. Zorzenon, Trieste, Centro Studi Scipio Slataper, 2016, pp. 62–82.
* {{cita libro|nome=Aurelio|cognome=Slataper|titolo=Appunti per una storia di famiglia|editore=Centro studi Scipio Slataper|città=Trieste|anno=2019|ISBN= 978-88-94196-13-9}}
== Voci correlate ==
* [[Guido Slataper]]
* [[Scipio Secondo Slataper]]
* [[Giuliano Slataper]]
* [[La Voce (rivista)]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Grande Guerra|letteratura}}
[[Categoria:Scipio Slataper| ]]
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Irredentismo italiano]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Firenze]]
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