Friuli: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|la regione amministrativa|[[Friuli-Venezia Giulia]]}}
{{nota disambigua}}
{{organizzare|A seguito della proposta per la cancellazione, con esito negativo, si è constatato che l'intera pagina necessita di una revisione delle informazioni, mantenendo soltanto quelle collegate direttamente alla regione storica, rimuovendo le parti non direttamente legate ad essa o comunque inseribili nella pagina del [[Friuli-Venezia Giulia]] (per esempio informazioni di tipo amministrativo). Vanno inoltre rimosse le numerose gallerie di immagini, come da [[WP:GALLERIA]].|geografia|maggio 2015|arg2=storia}}
{{Regione geografica
|nomeTerritorio = Friuli
|nomeUfficiale = {{it}} Friuli <small>(inbr italiano)</small>{{fur}} Friûl <small>(inbr friulano)</small>{{sl}} Furlanija<br>Furlanija <small>(in sloveno)</small>{{de}} Friaul <small>(inbr tedesco)</small>{{lingue|vec|lld}} Friul
|panorama = Udine_collage.png
<!--|linkStemma=-->
|didascalia = [[Udine]], il più recente capoluogo storico-culturale del Friuli
|linkBandiera = Bandiere dal Friûl.svg
|linkBandiera = Bandiere dal Friûl.svg
|paginaBandiera = Bandiera del Friuli
|stato = ItaliaITA
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|capoluogo = [[Udine]]
|capoluogo = [[Aquileia]] e successivamente [[Cividale del Friuli]] in periodo patriarcale, [[Udine]] dal periodo della [[Repubblica di Venezia]] (1420)
|regione = Friuli-Venezia Giulia
|regione_spec regione = esclusa&nbsp;la&nbsp;Friuli-Venezia&nbsp; Giulia
|regione_spec = esclusa l'ex [[provincia di Trieste]]
|regione2 = Veneto
|regione2 = Veneto
|regione2_spec = alcuni&nbsp;comuni
|regione2_spec = alcuni&nbsp; comuni
|territorio = Province di [[Provincia di Udine|Udine]], [[Provincia di Pordenone|Pordenone]], [[Provincia di Gorizia|Gorizia]], e il Comune di [[Sappada]] ([[Provincia di Belluno|BL]]). Anche l'ex [[mandamento di Portogruaro]] ([[Provincia di Venezia|VE]]) viene considerato appartenente al Friuli storico<ref>Va ricordato che in un referendum tenutosi nel 2006 la maggioranza relativa della popolazione del mandamento (esclusi i comuni di Portogruaro e Caorle dove non si è votato) si è espressa a favore del ricongiungimento</ref>; taluni ritengono però che tale territorio non ne faccia parte.
|altreRegioni = , [[Goriziano]] sloveno
|superficie = 8.240 km²con il Mandamento di Portogruaro e il Comune di Sappada. Senza le aree menzionate: 7.549
|territorio = Ex province di [[Provincia di Pordenone|Pordenone]], [[Provincia di Udine|Udine]] e [[Provincia di Gorizia|Gorizia]]. Anche l'ex [[mandamento di Portogruaro]] ([[Città metropolitana di Venezia|VE]]) viene considerato parte del Friuli storico<ref>Fra il 2005 e il 2006 in cinque degli undici comuni del mandamento (San Michele al Tagliamento, Pramaggiore, Gruaro, Teglio Veneto e Cinto Caomaggiore) si è tenuto un referendum per il passaggio del relativo territorio alla regione [[Friuli-Venezia Giulia]]. L'unico comune nel quale il referendum raggiunse il quorum e la popolazione fu favorevole al passaggio fu [[Cinto Caomaggiore]].</ref>
|abitanti = circa 1.060.000 con il Mandamento di Portogruaro e il Comune di Sappada (966.000 senza le aree menzionate)
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|anno = 2005
|lingue = [[lingua italiana|italiano]], [[lingua friulana|friulano]], [[lingua slovena|sloveno]], [[Lingua tedesca|tedesco]], [[Lingua veneta|veneto]]
|densità = circa 128
|note = Per quanto riguarda la Provincia di Gorizia, pur essendo unanimamente considerata parte del Friuli storico, viene attualmente ascritta da taluni alla [[Venezia Giulia]] ( in particolare la sua parte venetofona costituita dalla [[Bisiacaria]] e dalla città di [[Grado (GO)|Grado]]).
|lingue = [[lingua friulana|friulano]], [[lingua italiana|italiano]], [[lingua slovena|sloveno]], [[Lingua tedesca|tedesco]], [[lingua veneta|veneto]] <!--Ordine alfabetico-->
|linkMappa = Friuli--Mappa.png
|nomeAbitanti = friulani
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|noteMappa = Collocazione del Friuli in Italia
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|sito = http://www.friul.it
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|sito =
}}
Il '''Friuli''' (<small>AFI</small>: {{IPA|[friˈuːli]}};<ref>Si pronuncia ''Friùli'' con [[iato]] tra ''i'' e ''u''. La pronuncia ''Frìuli'', così come la variante ''Frìoli'', sono antiquate e non autoctone, non più accettate neanche in italiano; {{Cita web |url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=57974&r=995 |voce=Friuli |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150518104029/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=57974&r=995 |dataarchivio=18 maggio 2015 |sito=[[Dizionario d'ortografia e di pronunzia]]}}</ref> ''Friûl'' in [[Lingua friulana|friulano]], ''Furlanija'' in [[Lingua slovena|sloveno]], ''Friaul'' o ''Vriaul'' in [[Lingua tedesca|tedesco]], ''Friùl'' in [[Lingua veneta|veneto]], [[Dialetto bisiaco|bisiaco]] e [[lingua ladina|ladino]]) è una [[regione geografica|regione storico-geografica]] dell'[[Italia nord-orientale]], comprensiva delle ex province di [[Provincia di Pordenone|Pordenone]] ([[Friuli occidentale]]), [[Provincia di Udine|Udine]] (Friuli centrale), [[Provincia di Gorizia|Gorizia]] ([[Friuli orientale]]), del [[Mandamento di Portogruaro]] e della regione del [[Goriziano]] in [[Slovenia]]. Comprende la [[Pianura veneto-friulana|pianura friulana]], che si estende dal fiume [[Livenza]] a ovest fino al fiume [[Timavo]] a est<ref>Citazione tratta dall'enciclopedia Treccani - edizione del 1932 - (copia/incolla delle prime due righe della voce), FRIULI: “FRIULI (A. T., 24-25-26). - Regione storica situata tra la Livenza, le Alpi Carniche, le Alpi Giulie e il Timavo." - Consultata il 7 giugno 2020"</ref> e gli archi alpini delle [[Alpi Carniche]] alle [[Alpi Giulie]].<ref>Enciclopedia Treccani, voce FRIULI - enciclopedia on line https://treccani.it/enciclopedia/friuli: “Friuli Regione storica dell’Italia nord-orientale (dal nome latino di Cividale, Forum Iulii). Ampia circa 8000 km², è limitata a O dal fiume Livenza e a E dal Timavo. Attualmente ricade per la massima parte nella regione amministrativa Friuli-Venezia Giulia, di cui occupa le province di Pordenone, Udine e Gorizia; alcune sue parti marginali sono comprese nel Veneto (territorio di Portogruaro in provincia di Venezia). (...) ” - copia/incolla il 13 aprile 2021 -</ref> La città più popolosa è [[Udine]].
{{quote|...il Friuli è un piccolo compendio dell'universo,
alpestre piano e lagunoso
in sessanta miglia da tramontana a mezzodì|[[Ippolito Nievo]] - [[Le confessioni d'un italiano]] - Capitolo Primo}}
 
Il [[toponimo]] deriva dal nome latino ''Forum Iulii''<ref name="Treccani">{{Treccani|Friuli}}</ref>, ovvero [[Cividale del Friuli]], ove ebbe centro il [[Ducato del Friuli]], istituito dai [[Longobardi]] nel 569. Successivamente alla campagna in Italia di [[Carlo Magno]] contro i Longobardi, la [[Marca del Friuli]] divenne parte integrante dell'[[Impero carolingio]], poiché era compresa nel ''[[Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)|Regnum Italicorum]]''. Nel 1077 venne creato dall'imperatore [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] il [[Principato patriarcale di Aquileia|Principato del Patriarcato di Aquileia]] dal XIII secolo denominato Patria del Friuli, guidata dal [[Patriarchi di Aquileia|Patriarca di Aquileia]] che aggiungeva al potere ecclesiastico il potere temporale, ebbe sede nominalmente ad [[Aquileia]], ma il patriarca risiedette prima a [[Cividale del Friuli|Cividale]] e poi a [[Udine]] (che fu anche sede del [[Parlamento del Friuli]]), fino all'annessione alla [[Repubblica di Venezia]] nel 1420. Storicamente, il Friuli fu un'entità distinta dal citato più esteso [[Patriarcato di Aquileia]] ecclesiastico, che comprese per determinati periodi della sua esistenza anche parti dell'[[Istria]], della [[Carniola]], della [[Stiria]], della [[Carinzia]] e del [[Cadore]].
Il '''Friùli''' ('''''Friûl''''' in [[Lingua friulana|friulano]], ''Forum Iulii'' in [[Lingua latina|latino]], ''Furlanija'' in [[Lingua slovena|sloveno]], ''Friaul'' in [[Lingua tedesca|tedesco]]) è una regione storico-geografica che corrisponde alle odierne province di [[Provincia di Udine|Udine]], [[Provincia di Pordenone|Pordenone]], [[Provincia di Gorizia|Gorizia]] e il comune di [[Sappada]], attualmente in [[provincia di Belluno]] <ref>Nel 1852 Sappada passò dalla provincia di Udine a quella di Belluno che a sua volta, qualche anno dopo, veniva annessa all'Italia (1866). Nel luglio 2007, il Consiglio comunale ha deliberato l'indizione di un referendum popolare, la cui richiesta era stata sottoscritta da oltre 400 cittadini, per il passaggio di Sappada alla regione autonoma Friuli-Venezia Giulia nell'ambito della Provincia di Udine. La votazione si è tenuta il 9 e 10 marzo 2008, su un totale di 1.199 aventi diritto si sono recati alle urne 903 elettori pari al 75,3%, di questi per il si hanno votato 860 sappadini pari al 95%, per il no 41. </ref>. L'appartenenza al Friuli del [[Mandamento di Portogruaro]] ([[provincia di Venezia|VE]]), pur trovando ampio riconoscimento nella dottrina, non viene universalmente accettata ed è, da lungo tempo, oggetto di discussione<ref>A questo proposito vedi: Arrigo Lorenzi (a cura di), ''Il Friuli come regione naturale e storica'', Atti del XIII Congresso geografico italiano, vol. I, Udine 1938</ref><ref>Vedi a questo proposito nota n.1</ref>.
 
Il [[Contea di Gorizia|conte di Gorizia]] fu vassallo del Patriarca di Aquileia fino al 1500, epoca in cui, per assenza di eredi, la Contea di Gorizia entrò nei possessi dell'[[Arciducato d'Austria]]. Fu per secoli l'avvocato del Patriarca e sedette anche nel [[Parlamento del Friuli|Parlamento Friulano]] (Udine - attuale salone del Parlamento). Il confine non impedì che continuassero i rapporti linguistici, culturali e economici tra i friulani diventati sudditi di Venezia e i friulani diventati sudditi dell'Impero in quanto questo confine fu sempre un confine precario<ref>Giorgio Valussi, ''Il Confine nordorientale d'Italia'', edizioni Lint Trieste, pubblicato dall'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, 1972, pagina 69: "Il confine feudale del 1420, che dopo l'annessione della contea di Gorizia all'Austria era diventato confine politico austro-veneto, rimase alquanto precario ed instabile e non ebbe il tempo di consolidarsi"</ref>. È in forza dei rapporti feudali esistenti tra il Patriarca di Aquileia e il conte di Gorizia che la Repubblica di Venezia, che si considerava l'erede del Principato patriarcale, contestò all'Impero d'Austria il possesso della Contea di Gorizia e diede inizio a guerre che furono tutte perse da Venezia.<ref>Citazione (copia e incolla) dall'enciclopedia Treccani – anno 1932 – voce FRIULI: “Morto infatti nel 1500 Leonardo, ultimo conte di Gorizia, Venezia sostenne che il feudo goriziano fosse ricaduto naturalmente a S. Marco successore della chiesa aquileiese. (…)“ - Consultato il 13 giugno 2020.</ref><ref>Giorgio Valussi, ''Il Confine nordorientale d'Italia'', edizioni Lint Trieste, pubblicato dall'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, 1972, pagina 69: "Quando nel 1500 l'ultimo conte di Gorizia si estinse senza lasciare eredi, l'imperatore Massimiliano, duca d'Austria, prese subito possesso della Contea principesca, come legittimo successore. (…) Venezia, si limitò ad una protesta formale proponendo all'imperatore di accettare l'investitura del feudo dalle mani del doge"</ref>. Ancor oggi, nello stemma della città di Gorizia, c'è anche il simbolo araldico del Patriarcato di Aquileia.
Capitale storica e città più importante del Friuli è [[Udine]] già sede, in età medievale, del [[Patriarcato di Aquileia]]. Se si include il Mandamento di Portogruaro, centri principali oltre a Udine, sono gli altri due capoluoghi di provincia [[Pordenone]] e [[Gorizia]], [[Portogruaro]], [[Sacile]], [[Codroipo]], [[Cervignano del Friuli]], [[Cividale del Friuli]], [[Gemona del Friuli]], [[Tolmezzo]].
Gorizia fu contea autonomia fino agli inizi del [[XVI secolo]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gorizia_(Dizionario-di-Storia)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/gorizia_(Dizionario-di-Storia)/|titolo=Gorizia - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=6 maggio 2024}}</ref>, quando venne annessa dagli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]]. Dopo le [[guerre napoleoniche]], quando l'area venne occupata, col [[Congresso di Vienna]] del 1815 la [[Provincia del Friuli (Lombardo-Veneto)|Provincia del Friuli]] entrò a far parte del [[Regno Lombardo-Veneto]] e successivamente venne annessa al [[Regno d'Italia]] nel 1866 (dopo la [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]]), mentre [[Gorizia]] fu capitale della [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca]] e parte dell'[[Impero austriaco]] fino al 1919. A partire dal [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]], la [[Regione italiana a statuto speciale|regione autonoma]] [[Friuli-Venezia Giulia]] comprende buona parte della regione storico-geografica del Friuli, assieme a parte della [[Venezia Giulia]], amministrativamente suddivisa fino al 2016 nelle province di [[provincia di Trieste|Trieste]], [[provincia di Gorizia|Gorizia]], [[provincia di Udine|Udine]] e [[provincia di Pordenone|Pordenone]], oggi sostituite dagli [[Ente di decentramento regionale|enti di decentramento regionale]].
 
== Geografia fisica e antropica ==
Il Friuli è delimitato ad ovest dal fiume [[Livenza]], a nord dalle [[Alpi carniche]], ad est dalle [[Alpi Giulie]] e dal fiume [[Timavo]], a sud dal [[Mar Adriatico]].<ref>Il Friuli non coincide con la Regione [[Friuli Venezia Giulia]]. In questa voce enciclopedica ci si attiene alla definizione storica dei confini del Friuli. La definizione dei confini sud-orientali del Friuli (fiume [[Timavo]]) è attualmente oggetto di polemiche a livello locale, a causa della sovrapposizione del territorio friulano con quello, di più recente definizione, della [[Venezia Giulia]].</ref> Numerosi sono i fiumi che scorrono da nord verso sud. Tra i più importanti, oltre a quelli già citati, il [[Torre (fiume)|Torre]], il [[Natisone]], lo [[Stella (fiume)|Stella]], l'[[Isonzo]], l'[[Ausa (Friuli)|Ausa]], il Corno, il [[Tagliamento]].
{{nota
|titolo=Friùli o Frìuli?
|contenuto=
La pronuncia corretta di ''Friuli'' in italiano è ''Friùli'' {{IPA|/fri'uli/}} (ovvero con l'accento sulla ''u''). Sebbene alcuni dizionari ed enciclopedie riportino anche la pronuncia alternativa ''Frìuli'' {{IPA|/'friuli/}} (cioè con l'accento sulla ''i'') va messo in evidenza che questa pronuncia non è in alcun modo presente nel territorio friulano né in quelli limitrofi. Dal punto di vista etimologico, ''Frìuli'' non è sostenibile, in quanto non si giustificherebbe lo spostamento dell'accento d'intensità dalla ''u'' del nome latino originario (''Forum Iulii'') alla vocale ''i'' breve, derivata da una semivocale anteriore atona.}}
Tutta la parte settentrionale del Friuli è costituita da territorio montano: i suoi più importanti rilievi, da occidente ad oriente, sono: tra le [[Dolomiti friulane]] la [[Cima dei Preti]] (2703 m), il Duranno (2652 m) e la [[Monte Cridola|Cridola]] (2580 m); tra le Alpi carniche il [[monte Peralba]] (2691 m), il [[monte Bìvera]] (2474 m) e il monte [[Coglians]] (2780 m); tra le Alpi Giulie, lo [[Jôf Fuârt]] (2666 m), lo [[Jôf di Montasio]] (2754 m), il [[Mangart]] (2677 m) e il [[monte Canin]] (2587 m), che domina la pianura.
Le montagne friulane hanno come spina dorsale il corso del fiume Tagliamento, che all'altezza di [[Gemona]] sbuca prima nelle colline che occupano la fascia centrale del Friuli, poi nella vasta [[pianura alluvionale]] da esso creata.
Un paesaggio tipico della pianura friulana sono i [[Magredi]], zone brulle e piene di sassi (''grebanos'' in lingua friulana) trasportati dal letto del Tagliamento nel corso dei millenni.
La pianura è comunemente suddivisa in ''alta pianura friulana'' e ''bassa pianura friulana'' convenzionalmente delimitate dalla strada [[Napoleonica]] che collega le città di [[Codroipo]] e [[Palmanova]]; a sud di questa strada si estende la zona delle cosiddette [[risorgive]], in cui l'acqua sgorga in modo naturale attraverso delle polle che si trovano sparse un po' dappertutto sul territorio. Tale acqua, prevelata attraverso particolari pozzi detti pozzi artesiani, viene utilizzata anche come sostituto naturale dell'[[acquedotto]].
Al termine delle pianure, verso sud, si aprono le lagune di [[Marano]] e di [[Grado (GO)|Grado]], oasi naturali protette, con flora e fauna uniche nel loro genere.
 
=== Confini naturali ===
La superficie del Friuli è di 8.240 km², suddivisi tra le province di [[Udine]] (4.905 km²), [[Pordenone]] (2.178 km²) e [[Gorizia]] (466 km²), il [[Mandamento di Portogruaro]] (629 km²) e il Comune di [[Sappada]] (62 km²). Senza queste due ultime aree la superficie è di 7.549 km².
La regione storica del Friuli è il territorio che geograficamente trova limiti naturali nelle [[Alpi Carniche]] e [[Alpi Giulie]] a nord e nel [[mare Adriatico]] a sud. A ovest è classicamente delimitato dal fiume [[Livenza]]. Ad est si spinge fino al [[Timavo]] già secondo descrizioni del [[XVI secolo|Cinquecento]],<ref>{{cita libro|nome = Rienzo|cognome = Pellegrini|titolo = Tra lingua e letteratura. Per una storia degli usi scritti del friulano|editore = Casamassima|anno = 1987|città = Udine}}</ref> anche se per alcuni autori del [[XX secolo|novecento]] si fermerebbe all'[[Isonzo]].<ref name=Treccani/><ref name=Treccani1932>{{Cita web|autore = Arrigo LORENZI|coautori = Michele GORTANI, Carlo BATTISTI, Bindo CHIURLO, Francesco Balilla PRATELLA, Pier Silverio LEICHT|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/friuli_%28Enciclopedia_Italiana%29/|editore = Treccani|accesso = 13 maggio 2015|titolo = Friuli|anno = 1932}}</ref>
 
Fino ad inizio [[XX secolo|novecento]]<ref>{{Cita web|url=https://it.wikibooks.org/wiki/Storia_della_definizione_geografica_del_Friuli|titolo=Storia della definizione geografica del Friuli - Wikibooks, manuali e libri di testo liberi|sito=it.wikibooks.org|lingua=it|accesso=22 giugno 2022}}</ref> si intendeva in senso più ampio come Friuli l'intero bacino idrografico del fiume Isonzo, comprendendovi l'intero [[Goriziano]] territorio oggi [[Slovenia|sloveno]]. In tal caso la delimitazione orientale correva dal "''passo di Piro''" (Hrušica/Grusizza, importante punto di accesso da nordest) alle sorgenti del Timavo, presso [[Duino]], lungo il confine storico dell'ex-[[contea di Gorizia]].<ref name=Treccani1932/>
{{Vedi anche|Storia della definizione geografica del Friuli}}
 
Altro criterio talvolta utilizzato è quello di assegnargli i confini entro i quali è diffusa la [[lingua friulana]]<ref name="Treccani1932" /><ref>http://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/comuni_lingua_friulana.pdf</ref> che resta comunque associata all'identità culturale friulana.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/lingua_italiana/speciali/minoranze/Fusco.html|titolo=Il Friuli-Venezia Giulia: mosaico di lingue, lingue di minoranza e dialetti|autore=Fabiana Fusco|editore=Treccani|data=|accesso=}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.filologicafriulana.it/easyne2/LYT.aspx?Code=SFFW&IDLYT=916&ST=SQL&SQL=ID_Documento=1693|titolo=La Società Filologica Friulana|autore=|editore=|data=|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150518081515/http://www.filologicafriulana.it/easyne2/LYT.aspx?Code=SFFW&IDLYT=916&ST=SQL&SQL=ID_Documento=1693|dataarchivio=18 maggio 2015|urlmorto=sì}}</ref> Questo criterio è però restrittivo ed errato<ref>Enciclopedia Treccani, FRIULI - Citazione: "Un criterio più ristretto e non accettabile, perché trascura il fatto che il Friuli è una regione storica con limiti abbastanza sicuri, si è quello di assegnargli i confini della parlata friulana" - enciclopedia consultata il 7 giugno 2020</ref> dato che trascura il fatto che il Friuli è una regione plurilingue<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Plurilinguismo-points-_una_ricchezza_da_valorizzare/2/158980|titolo=Plurilinguismo: una ricchezza da valorizzare {{!}} Il Friuli|sito=www.ilfriuli.it|lingua=it|accesso=10 febbraio 2022}}</ref> in cui da molti secoli si parla lo sloveno (esempio nella [[Slavia friulana|Slavia Friulana]])<ref>https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/2007/E-SETTORI_SOCIALI_CULTURA_E_COMUNITA_LINGUISTICHE/18_Comunita_linguistiche/cart_18_3_linguaslovena.pdf</ref>, il tedesco (isole germanofone) oltre ai dialetti veneti e la lingua italiana.
===Clima===
Nella pianura friulana il clima è di tipo sub-mediterraneo umido che nelle zone collinari si trasforma in continentale e, sui rilievi, in alpino. Sulla costa le temperature medie annue sono di poco superiori ai 14 °C ([[Monfalcone]]: 14,2 °C) mentre nelle pianure interne si registra un lieve abbassamento, fino a 13 °C - 13,5 °C ([[Udine]] 13,1 °C, [[Pordenone]] 13,3 °C, [[Gorizia]] 13,4 °C). Ancora più a nord, [[Tolmezzo]], a 326 m.s.m., presenta una temperatura media di circa 10,6 °C. I valori più bassi si registrano nella catena alpina: poco più di 4 °C al Passo di [[Monte Croce Carnico]] (ad oltre 1300 m.s.m.) e fra i 5,5 °C e i 7 °C nella [[Val Canale]] che però è situata al di sotto degli 850 m.s.m.. Le temperature del mese più freddo (gennaio) variano fra i 4,5 °C circa di Monfalcone, ai quasi -5 °C di Monte Croce Carnico, passando per i 3 °C di Udine e i -2 °C o -3 °C della Valcanale. Gorizia, a breve distanza da Udine, gode, con i suoi 4 °C circa, di un microclima particolarmente favorevole nei mesi freddi che la rese celebre, in epoca asburgica, come stazione di soggiorno invernale. Nel mese più caldo, luglio, le temperature vanno dai 22,5 °C - 24,0 °C del litorale e le pianure, fino ai 14 °C - 16 °C della Val Canale.
 
Talvolta si distinguono dal Friuli vero e proprio le regioni montane della [[Carnia]] e del [[Canal del Ferro]]. In Carnia, pur mettendo in risalto talvolta il loro "particolarismo", si sono sempre vantati di essere la madre del Friuli<ref>“Nei secoli successivi, usi e costumi romani si mescolano lentamente con usi e costumi carnici, si mescola sangue romano e carnico e da questo connubio di due civiltà e due popoli prende lentamente origine una gente nuova, il Popolo Aquileiese o Friulano, che avrà una sua precisa identità verso il 1000. Anche la lingua del vincitore (il latino rustico e popolano) si mescola con la lingua del vinto e nasce una nuova lingua, la aquileiese o friulana, che nei secoli successivi si arricchirà di numerosissimi vocaboli derivati dalla lingua di altri popoli.” tratto da ''Storia di Carnia'' [http://www.cjargne.it/storia.htm Cjargne online]</ref>.
Le precipitazioni in tutto il Friuli sono relativamente abbondanti e ben distribuite nel corso dell'anno. Presentano un minimo pluviometrico nella parte meridionale pianeggiante, generalmente compreso fra i 1.200 e i 1.500 mm (Gorizia oltre 1.350 mm ed Udine oltre 1.400 mm), ed un massimo nell'arco prealpino ed alpino di circa 3.000 mm Nelle Prealpi Giulie si trova la località più piovosa d'Italia: [[Musi]], con oltre 3.300 mm di precipitazioni annue e con quasi 400 mm concentrati in un solo mese. L'eccessiva piovosità ha spesso provocato, in alcune zone del Friuli, fenomeni di erosione di una certa gravità e straripamenti di molti corsi d'acqua. Per quanto riguarda le precipitazioni nevose queste sono piuttosto scarse nelle pianure meridionali (3 o 4 giorni nevosi a Udine e Pordenone) ma si fanno più consistenti a nord (25 giorni ed oltre in Val Canale, 23 a [[Sauris]], 28 al [[Passo di Monte Croce Carnico]]).
 
=== NaturaGeomorfologia ===
Dal punto di vista morfologico, il territorio si divide in quattro grandi [[Microregione|microregioni]] naturali. A nord la zona Alpina e Prealpina, che include Alpi e Prealpi [[Alpi Carniche|Carniche]] e [[Alpi Giulie|Giulie]] ed una piccola porzione di [[Dolomiti|Dolomiti Orientali]], corrispondendo quindi grossomodo a [[Carnia]], [[Canal del Ferro]] e [[Prealpi Giulie|vallate sottostanti]]. Nella fascia centrale giace il Friuli collinare, che si estende dai piedi delle Prealpi fino al [[Collio Goriziano|Collio]], includendo i [[Colli Orientali del Friuli bianco|Colli Orientali]]. A Sud la [[Pianura veneto-friulana|Pianura Friulana]], costola di quella Veneta, seguita poi dalla costiera dell'[[Alto Adriatico]].
===Flora===
[[Immagine:banco d'Orio Grado.jpg|thumb|left|220px|Tipica vegetazione lagunare.]]
L'attuale manto vegetale del Friuli risulta ampiamente modificato, rispetto alla sua conformazione originaria, dall'intervento umano. Determinante, a questo proposito, fu il disboscamento radicale cui la Regione fu soggetta in età moderna ([[XV secolo|XV]]-[[XVIII secolo]]) e che alterò profondamente, sotto il profilo naturalistico, quasi tutta la fascia pianeggiante meridionale e, in parte, anche quella collinare centrale e pedemontana. Le zone litoranee (soprattutto lagunari) ed [[alpi]]ne sono, attualmente, quelle maggiormente incontaminate, nonostante alcune di esse siano meta di consistenti flussi turistici ([[Grado (GO)|Grado]] e [[Lignano Sabbiadoro]] sulla costa, [[Tarvisio]] e il Tarvisiano, [[Forni di Sopra]], [[Ravascletto]] e [[Arta Terme]] nelle [[Alpi]]).
Il territorio friulano presenta una gran varietà di specie vegetali (oltre 3.000) molte delle quali proprie della zona, e si suddivide, sotto il profilo naturalistico, in cinque grandi sub-regioni.
 
Il Friuli collinare può venir ulteriormente differenziato in due aree geografiche, separate dal corso del [[Tagliamento]]: quello cosiddetto centrale (appellato ''di cà da l'aghe'', cioè "di qua dal fiume" rispetto a Udine) e quello occidentale (''di là da l'aghe''). A questa suddivisione si aggiunge il [[Friuli orientale]] (appellato ''di là dal clap'', cioè "di là del confine austro-veneto" rispetto a Udine).
* La zona lagunare adriatica, particolarmente suggestiva e caratterizzata da bacini salmastri, paludi e aggregati insulari. La vegetazione predominante è di tipo arbustivo o erbaceo ([[Cespuglio|cespugli]], [[Cespo|cespi]], [[giunco|giunchi]] ecc.), anche se non sono rare le [[Pino|pinete]], talvolta anche di dimensioni considerevoli. In questa microregione è presente anche una rarissima specie vegetale: l'[[apocino veneto]].
 
== Storia ==
* La zona pianeggiante litoranea (o ''Bassa montagna') e sub-litoranea coltivata intensivamente (a [[mais]] in particolare) e poco alberata ([[Pioppo|pioppi]], [[Carpino|carpini]] e [[Frassino|frassini]] le specie più diffuse) perché soggetta in età moderna a un disboscamento di ampie proporzioni. Lungo la fascia delle risorgive vegeta la famosa ''Erucastrum palustre'', pianta endemica e a forte rischio di estinzione. Anche alcune specie di tipo mediterraneo sono presenti, in numero limitato, sul territorio, fra cui il [[leccio]].
{{Vedi anche|Storia del Friuli}}
 
=== Origini e epoca romana ===
* La zona dei magredi nell'alta pianura del Friuli occidentale, caratterizzata da vaste praterie aride e cespugliose. In questi luoghi cresce la ''Brassica glabrescens'' che a livello mondiale è esclusiva di queste zone. Troviamo anche la ''Crambe tataria'' diffusa nelle steppe dell' Europa orientale e dell' Asia centrale, ma in Italia presente solamente nei magredi friulani.
Interessata in età protostorica dalla [[Cultura dei castellieri]], la regione fu popolata, sul finire del [[V secolo a.C.]], da genti di origine [[celti]]ca ed in particolare dai [[Carni]] (che introdussero, nei territori da loro occupati ed in quelli limitrofi, nuove ed avanzate tecniche di lavorazione del [[ferro]] e dell'[[argento]]), facendo dunque parte della ''Carnorum regio'' citata da Plinio.<ref>{{cita web|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/origini-ambiente-e-insediamenti-aggregazioni-insediative-e-strutture-urbane_(Storia-di-Venezia)|autore = Guido Rosada|anno = 1992|titolo = Storia di Venezia}}</ref>
 
Conquistato e colonizzato dai [[Civiltà romana|Romani]] fin dal [[II secolo a.C.]], il Friuli Meridionale venne profondamente influenzato dalla civiltà latina, grazie anche alla presenza dell'importante centro di [[Aquileia]], quarta città d'Italia e fra le principali dell'[[Impero romano|impero]], capitale della X Regione augustea [[Regio X Venetia et Histria|Venetia et Histria]]. La città, importante porto fluviale sull'allora fiume [[Natisone|Natissa]] e snodo dei traffici adriatici verso l'Europa settentrionale (la così chiamata "[[Via Iulia Augusta]]") e verso l'[[Illiria]], doveva la sua importanza ad una posizione strategicamente favorevole: sorgeva infatti sul mare [[Adriatico]] in prossimità delle [[Alpi Giulie|Alpi]] e [[Prealpi Giulie Meridionali|Prealpi orientali]], permettendo in tal modo a [[Roma]] di contrastare più efficacemente le invasioni dei celti e dei barbari provenienti da oriente.
* La zona collinare e prealpina centrale, dalla gran varietà di fiori e di specie vegetali tipiche sia dell'area padana che europea centro-orientale. La superficie boschiva, non molto estesa, è ricca di [[Quercia|querceti]] e di [[Betulle|betullacee]] (carpini in particolare), ma anche di [[Tiglio|tigli]], di [[Olmo|olmi]] e di [[Acero|aceri]].
 
[[File:Aquileia, scavi foro 04.JPG|thumb|upright 1.1|[[Foro romano di Aquileia]]]]Il greco [[Strabone]], geografo di età augustea, in un passo della sua opera annota che il porto di Aquileia, colonia romana « [...] fortificata a baluardo dei barbari dell'entroterra... si raggiunge... risalendo il fiume Natisone per sessanta stadi... e serve come emporio per i popoli illirici stanziati lungo l{{'}}''Istro''»<ref>Citazione tratta da Strabone, ''Geografia'', V libro, 1-8. (il fiume ''Istro'' corrisponde al Danubio)</ref>. Va al riguardo segnalato che mentre al giorno d'oggi il Natisone è tributario dell'Isonzo, all'epoca sfociava direttamente in mare. Lo sviluppo di altri centri oltre ad Aquileia, quali ''Forum Iulii'' ([[Cividale del Friuli]]) e ''Iulium Carnicum'' ([[Zuglio]]) contribuì ad assicurare alla regione un notevole benessere economico che riuscì a mantenere, nonostante le prime [[Invasioni barbariche|incursioni barbariche]], fino agli inizi del [[V secolo]]. Negli ultimi decenni del [[III secolo]] Aquileia divenne la sede di uno dei vescovati più prestigiosi dell'[[Impero romano|Impero]], contendendo in Italia il secondo posto per importanza, dopo Roma, alle capitali imperiali di [[Milano]] e, successivamente, [[Ravenna]]. Nel [[381]] vi si tenne un importante concilio, presieduto dal vescovo Valeriano e voluto da [[sant'Ambrogio]], che aveva preferito Aquileia alla sua sede episcopale di Milano per far condannare pubblicamente l'eresia [[Arianesimo|ariana]] e i suoi seguaci.
* La zona alpina, contraddistinta, alle quote più basse, da boschi di [[Larice|larici]] e da [[Abies|abetaie]]. A partire da una certa altezza (1.700 - 1.800 metri circa) si impongono invece gli [[Ontano|ontani]] e le boscaglie di montagna. Fra le specie vegetali tipiche di tali boscaglie vanno segnalati i [[Rododendro|rododendri]], originari delle Alpi Orientali, e i [[Mirtillo|mirtilli]]. Nel Tarvisiano è presente anche la rarissima [[Wulfenia]].
 
L'invasione [[Unni|unna]] segnò la rovina della città: Aquileia, protetta da forze esigue, venne espugnata e rasa al suolo da [[Attila]] nel [[452]] (in alcune fondamenta sono state ritrovate le tracce lasciate dagli incendi). Dopo il passaggio dell'orda unna, i superstiti, che avevano trovato rifugio nella laguna di [[Grado (Italia)|Grado]], fecero ritorno in città, ma la trovarono completamente distrutta. Tramontati gli antichi splendori (la sua ricostruzione, più volte vagheggiata, non fu mai portata a compimento), Aquileia rimase tuttavia un punto di riferimento ideale di eccezionale importanza anche dopo il crollo dell'[[Impero romano d'Occidente|Impero]], grazie alla costituzione del [[Patriarcato di Aquileia|Patriarcato]] ([[VI secolo]]), naturale successore del vescovato omonimo che lo aveva preceduto e sede di una fra le più prestigiose autorità cristiane del tempo.
=== Fauna ===
[[Immagine:Ours des pyrenees aspe 2002.jpg|thumb|150px|right|''Ursus arctos'']]
Dal punto di vista faunistico il Friuli può essere diviso in tre zone.
 
=== Età medievale ===
*L’area alpina, caratterizzata dalla presenza di [[Ursus arctos|orsi]], [[lynx lynx|linci europee]] (queste due prime specie sono ricomparse alla fine del [[XX secolo]], provenienti dalla vicina [[Slovenia]]), [[Capra ibex|stambecchi]] (reintrodotti nel [[XX secolo]]), [[Cervus|cervi]], [[Capriolo|caprioli]], [[Camoscio|camosci]], [[lepre|lepri]], [[Vulpes vulpes|volpi]], [[Meles meles|tassi]], [[gallo forcello|galli forcelli]], [[Francolino di monte|francolini di monte]], [[lepre|lepri]], [[ermellino|ermellini]] e [[marmotta|marmotte]]. Sono inoltre presenti [[falconiformi]] come la [[Buteo buteo|poiana]], il [[falco]] e l’[[aquila (genere)|aquila]]. Tra i [[rettili]] si segnalano l'[[Vipera aspis|aspide]] o vipera comune, il [[Vipera berus|marasso]], la [[Vipera ammodytes|vipera dal corno]] e il non ancora catalogato ''codâr'' (rettile del sottordine [[Lacertilia]] che è stato avvistato numerose volte in [[Carnia]] ma mai catturato). Nei rilievi friulani e in alta collina non sono rare due specie di anfibi diffuse anche in molte altre zone dell'arco alpino: il [[Tritone|tritone alpestre]] e la [[Salamndra|salmandra alpina]]. Numerose sono infine le specie ittiche d'acqua dolce presenti nei ruscelli di montagna e nella zona pedemontana: fra queste predominano le [[Trota|trote]], le [[Tinca|tinche]] ed i [[Barbo|barbi]].
<gallery>
File:Palazzo Comunale, Pordenone.JPG|[[Pordenone]]
File:8968 - Maniago - Duomo.jpg|[[Maniago]]
File:FiSpilimbergoAltstadt.jpg|[[Spilimbergo]]
File:Codroipo01.jpg|[[Codroipo]] ([[Villa Manin]])
File:San Daniele zoom.JPG|[[San Daniele del Friuli]]
File:Tarcento castello vecchio torre 01082008 41.jpg|[[Tarcento]]
File:Duomo Gemona.jpg|[[Gemona del Friuli]]
File:Cividale del Friuli 005.JPG|[[Cividale del Friuli]]
File:Castello Gorizia.JPG|[[Gorizia]]
File:Monfalcone 041.jpg|[[Monfalcone]]
</gallery>Dopo il crollo dell'[[Impero romano d'Occidente]] il Friuli entrò a far parte del Regno di [[Odoacre]] e successivamente di quello ostrogoto di [[Teodorico il Grande|Teodorico]]. La riconquista [[Impero bizantino|bizantina]] voluta dal grande [[Giustiniano I|Giustiniano]] ([[535]]-[[553]]) fu, per la Regione, di breve durata: nel [[568]] i [[Longobardi]] la occuparono creando un importante [[Ducato del Friuli|ducato]] che ebbe come capitale ''Forum Iulii''. Il centro si impose ben presto come l'agglomerazione urbana più importante e popolosa della Regione e, nei secoli successivi, mutò il suo nome in quello di [[Cividale del Friuli]]. Prima ancora di perdere definitivamente la sua denominazione latina, la città diede a sua volta il proprio nome all'intero territorio. Con successivi passaggi linguistici infatti, il nome di ''Forum Iulii'', sulla bocca delle popolazioni friulane di allora, si trasformò in Friûl e si estese fino ad indicare la totalità del ducato longobardo friulano.
 
Il Ducato del Friuli rivestì una funzione militare e politica di primo piano nell'ambito del [[regno longobardo]]. Durante tutta la sua esistenza, si configurò infatti come avamposto e barriera contro le minacce degli [[Avari]] e degli [[Slavi]] nei confronti dell'[[Italia settentrionale]]. Tale funzione strategica e militare fu intuita fin dagli inizi del dominio [[longobardi]]: il Ducato del Friuli fu infatti il primo ad essere costituito in [[Italia]] e lo stesso [[Alboino]] volle affidarlo al nobile [[Gisulfo I del Friuli|Gisulfo]], suo parente e collaboratore. Non a caso, molti duchi del Friuli divennero anche re dei Longobardi (fra questi, [[Rachis]], che regnò nella prima metà dell'[[VIII secolo]]).
*L’area della collina e della pianura, fortemente antropizzata, nella quale spicca la presenza di [[lepre|lepri]], [[Vulpes vulpes|volpi]], [[fagiano|fagiani]] e [[Sus scrofa|cinghiali]]. Fra le specie ittiche di pianura sono numerose, oltre alle specie che popolano i ruscelli e i bacini lacustri di montagna, anche le [[Carpa|carpe]] (rare sui rilievi più alti) e una particolare specie di [[trota]]: ''il Salmo trutta marmorato'' (conosciuta generalmente come ''trota marmorata'').
 
A partire dalla seconda metà del [[VII secolo]] e per buona parte del secolo successivo, venne portato a compimento, sia in Friuli che nel resto dell'Italia longobarda, il processo di fusione fra l'elemento romano e quello germanico. Quest'ultimo aveva già adottato, seguendo l'esempio dei propri sovrani, la [[religione cattolica]], mentre il [[lingua latina|latino]] (e le parlate romanze che da esso derivavano) si andava sempre più generalizzando all'interno del gruppo etnico longobardo come idioma d'uso e di comunicazione orale, non solo come unica lingua scritta e di cultura del tempo. In tal modo i Longobardi poterono integrasi con le popolazioni autoctone e partecipare attivamente allo sviluppo, anche civile e culturale, del territorio. Longobardi del Friuli furono anche [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]], successore di Rachis, prima come duca del Friuli, poi come re d'Italia, e infine lo storico [[Paolo Diacono]], autore della ''[[Historia Langobardorum]]'' e professore di grammatica latina presso la corte di [[Carlo Magno]].
*La zona della laguna, che si caratterizza per essere tappa di numerose specie di uccelli in migrazione come il [[Anas platyrhynchos|germano reale]], l'[[Anas crecca| alzavola]], la [[Anas querquedula|marzaiola]], il codone, il [[Anas penelope|fischione]], il [[Aythya ferina|moriglione]]. Vi sostano anche [[ardeidi]] come l’[[Ardea cinerea|airone cenerino]], l’[[Ardea purpurea|airone rosso]] e la [[Egretta garzetta|garzetta]]. Nelle zone lagunari ha anche una certa diffusione la coltivazione dei molluschi, in particolare [[ostrica|ostriche]] e [[Mitilo|mitili]].<ref>Per ulteriori approfondimenti vedi: Autori vari: ''Conoscere l'Italia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia'', pag.164 e seguenti (la parte oggetto del rif. è stata interamente scritta da Giorgio Valussi), Istituto Geografico de Agostini, Novara 1979</ref>
 
Nel [[774]], in seguito alla conquista del [[Regno longobardo]], [[Carlo Magno]] assunse il titolo di ''Gratia Dei rex Francorum et Langobardorum atque patricius Romanorum'' ("Per grazia di Dio re dei Franchi e dei Longobardi e patrizio Romano"), realizzando un'unione personale dei due regni. Carlo scelse di mantenere le ''[[Leges Langobardorum]]'' anche se in seguito alla rivolta del [[776]], capeggiata dal duca del Friuli [[Rotgaudo]], sostituì con i conti, dei funzionari pubblici, i duchi longobardi e ridistribuì i patrimoni di questi ultimi tra gli aristocratici franchi. Pertanto, anche il Ducato del Friuli fu riorganizzato su base comitale e venne inquadrato assieme agli altri territori ex-longobardi nel ''[[Regnum Italicorum]]''. Trasformato in [[Marca del Friuli]] ([[846]]) fu coinvolto, a seguito dello smembramento dello Stato carolingio, nella lotta per il potere in Italia (ultimi decenni del IX secolo e inizi del [[X secolo|X]]), allorquando il [[marchese]] [[Berengario del Friuli|Berengario]] si fece incoronare prima [[re d'Italia]] nell'[[888]] e poi [[imperatore del Sacro Romano Impero]] nel [[915]]. Nel [[951]] Il Friuli passò a costituire, con gran parte del Veneto, la [[Marca di Verona|Marca di Verona e Aquileia]], estesa fra le [[Alpi Giulie]] e il [[Lago di Garda]] e che aveva come capitale la città di Verona. Nel X secolo la marca entrò nell'orbita [[Dinastia ottoniana|ottoniana]] e rafforzò i suoi legami con l'[[Sacro Romano Impero|Impero]].
==Demografia==
La popolazione del Friuli storico, che ammonta a poco più di un milione di persone, è suddivisa tra due Regioni ([[Friuli - Venezia Giulia]] e [[Veneto]]) e, specificamente, tra cinque province ([[Provincia di Gorizia]], [[Provincia di Udine]], [[Provincia di Pordenone]], il [[Mandamento di Portogruaro]] in [[Provincia di Venezia]] e il Comune di [[Sappada]] in [[Provincia di Belluno]])<ref>Ricordiamo che non esiste unanimità di giudizi sull'appartenenza del Mandamento di Portogruaro e del Comune di Sappada alla regione storico-geografica friulana: vedi a tale proposito quanto segnalato nell' ''Incipit'' e nella ''Scheda Regione''</ref>.
 
[[File:Patriarchate_of_Aquileia_locator_map_(1250).svg|thumb|upright 1.1|{{legend2|#d40000|Patriarcato di Aquileia attorno al 1250}}]]
{| {{prettytable|width=50%}}
[[File:Venezia_1494_x_Picture.JPG|thumb|upright 1.1|Il confine tra la Repubblica di Venezia e i domini degli Asburgo attorno al 1500]]
|- bgcolor="#EFEFEF"
[[File:FRIULI 1650 Ioannis Blaeu.png|thumb|upright=1.1|Mappa geografica del Friuli del 1650, in giallo i confini dell'epoca]]
! Zona
Il 3 aprile del [[1077]] l'imperatore [[Sacro Romano Impero|Enrico IV]] concesse al patriarca Sigeardo, per la sua fedeltà al potere imperiale, la Contea del Friuli con prerogative ducali. Si era in tal modo costituito un Principato in cui il Patriarca esercitava anche il potere temporale.<ref>“Due, almeno, sono i significati di ciò che rappresentò il Patriarcato di Aquileia. Il primo è di carattere eminentemente religioso: fu l’organismo cristiano che sorresse le sorti della Chiesa nata ad Aquileia. Il secondo è riferito al potere temporale dei patriarchi, investiti fra il 1077 e il 1420 del rango di vassalli dell’imperatore sul territorio patriarcale, ossia quella che durante il basso medioevo verrà chiamata la ‘Patria del Friuli’. La prima delle due accezioni ne include una ulteriore, che guarda al Patriarcato come metropoli: sul calco della suddivisione dei poteri stabilita durante l’Impero romano, a partire dal IV secolo alla giurisdizione ecclesiastica aquileiese furono soggetti i territori della Venetia et Histria e quelli inclusi in una vastissima area estesa da Occidente, dalla confluenza del Mincio nel Po, fino al corso meridionale della Sava quando si immette nel Danubio ad Oriente, vale a dire alle antiche regioni della Raetia secunda, del Norico, della Pannonia prima e Pannonia Savia.”. Tratto dal sito dell'Università di Udine (CIRF): [https://forumeditrice.it/cirf-didattica-online/storia-patriarcato-aquileia.html Tracce di storia del Friuli - Patriarcato di Aquileia]</ref>. Tale entità statuale si impose ben presto come una delle più importanti e potenti formazioni politiche dell'Italia del tempo, dotandosi, fin dal [[XII secolo]], anche di un [[Parlamento]], espressione massima della civiltà friulana sotto il profilo istituzionale. Tale organismo prevedeva una rappresentanza assembleare anche dei comuni e non solo dei nobili e del clero. La vita di questa grande istituzione si protrasse per oltre sei secoli, mantenuta persino sotto la dominazione veneziana, anche se in parte svuotata di potere (il Parlamento, convocato per l'ultima volta nel [[1805]], fu, poco più tardi, abolito da Napoleone). Il patriarca [[Marquardo di Randeck]] ([[1365]]-[[1381]]) raccolse tutte le leggi emanate in precedenza nelle ''Constitutiones Patriae Foriiulii'', ossia le ''Costituzioni della Patria del Friuli, le disposizioni principali del principato ecclesiastico''. Cividale del Friuli fu sede del Patriarcato di Aquileia fino al [[1238]], anno in cui il patriarca si trasferì a [[Udine]], dove fece costruire un superbo palazzo, per sé e per i propri successori. Udine assunse in tal modo sempre maggiore importanza divenendo col tempo la capitale istituzionale del Friuli.
! Popolazione <small>(2005)</small>
! Superficie<br/> (km²)
! Densità<br/> (ab/km²)
|-
| [[Provincia di Gorizia]]
| align=center|140.681
| align=center|466
| align=center|302
|-
| [[Provincia di Udine]]
| align=center|528.246
| align=center|4.905
| align=center|108
|-
| [[Provincia di Pordenone]]
| align=center|297.699
| align=center|2.178
| align=center|137
|-
| [[Mandamento di Portogruaro]]
| align=center|92.481
| align=center|630
| align=center|147
|-
| [[Sappada]]
| align=center|1.339
| align=center|63
| align=center|21
|-
|'''Totale'''
| align=center|1.060.446
| align=center|8.242
| align=center|129
|}
 
L'esperienza del [[Patriarcato di Aquileia|Patriarcato]] come entità statuale autonoma, seppur vincolata al [[Sacro Romano Impero]], si concluse nel [[1420]] (mentre come entità ecclesiastica sopravvisse fino al [[1751]]), con l'annessione della maggior parte del Friuli alla [[Repubblica di Venezia]], una delle grandi potenze dell'epoca. .
Uno dei fenomeni demografici più imponenti che coinvolsero il Friuli fu l'emigrazione. Essa iniziò negli ultimi decenni dell'Ottocento e si esaurì negli anni settanta del Novecento. Si calcola che più di un milione di friulani siano emigrati definitivamente nei circa cento anni in questione. Secondo l'ultimo censimento [[AIRE]] ([[2005]]) i friulani residenti all'estero sono 134.936. Di questi il 56,0% risiede in [[Europa]], il 24,0% in [[Sud America]], il 10,3% in [[Nord America]] ed il 4,7% in [[Oceania]]. Si deve tuttavia tenere presente che i dati dell'AIRE riguardano solo i friulani ed i loro discendenti che abbiano cittadinanza italiana. Risultano pertanto esclusi tutti i discendenti di friulani che non siano cittadini italiani.
 
Secondo Giorgio Valussi, "Nelle terre arciducali invece i diritti feudali avevano subito una sensibile attenuazione, i coloni erano trattati meglio, minori erano le tassazioni e i dazi. (…). Fu così che alla fine del '500 si era stabilita nella coscienza popolare una profonda antitesi fra il dispotismo veneto e il buon governo austriaco"<ref>Giorgio Valussi, ''Il confine nordorientale d'Italia'', Ed. Lint Trieste, pubblicato dall'Istituto di sociologia Internazionale di Gorizia, 1972, pag.85</ref>. Opinione condivisa anche dallo storico Tito Maniacco nella sua ricerca storica pubblicata con il titolo "Storia del Friuli".
I friulani nel mondo hanno dato vita a associazioni culturali denominate [[Fogolârs furlans]], che sono 46 in Italia e 156 nel resto del mondo.
 
=== Età moderna ===
==Storia==
<gallery>
{{Vedi anche|Storia del Friuli}}
File:SanVitoT-piazzadelpopolo.jpg|[[San Vito al Tagliamento]]
File:0695 - Chiesa Manzinello.jpg|[[Manzano (Friuli-Venezia Giulia)|Manzano]]
File:Cervignano.jpg|[[Cervignano del Friuli]]
</gallery>Il dibattito storico sul rapporto fra [[Venezia]] e i suoi territori coloniali è tuttora aperto e ha dato luogo a valutazioni e giudizi non univoci. Tale dibattito esula, in parte, da motivazioni propriamente storiche per collegarsi al mito della città lagunare. Come ha rilevato Elisabeth Crouzet-Pavan «per lungo tempo non è stato possibile dissociare la realtà (di Venezia) dall'immagine, straordinariamente lusinghiera e deformata [di Venezia]...il mito politico veneziano ha per secoli distorto l'approccio e le analisi. Almeno fino al [[XIX secolo]], esso [il mito di Venezia] ha pesato sulla scrittura della storia, poiché la storia aveva come fine principale di confortare il mito»<ref>Citazione tratta da Elisabeth Crouzet-Pavan, ''Venezia trionfante. Gli orizzonti di un mito'', pag. 212, Editore Giulio Einaudi, Torino 2001 (il testo fra parentesi quadre è nostro)</ref>. A tale proposito è comunque necessario sottolineare che «la quiete civile e lo stato pacifico della sua classe dominante sarebbero stati i principi su cui si sarebbe fondato il mito di Venezia»<ref>Citazione tratta da AA.VV, ''Storia d'Italia'', Libro I, (cap. scritto da Antonio Vivanti, ''La Storia politica e sociale, dall'avvento delle Signorie all'Italia spagnola''), pag. 374, Milano, Ed. speciale Il Sole 24 Ore, 2005 (I ed., Torino, Einaudi, 1974)</ref>.
 
Secondo lo studioso Tito Maniacco, la rappresentazione del dominio veneziano sul Friuli ha creato una serie di «geremiadi antivenete sulla base di un gran numero di pregiudizi e luoghi comuni»<ref>Così in Tito Maniacco, ''Breve Storia del Friuli'', Newton Compton 1996. Il libro è consultabile in internet. Il passaggio è contenuto in questo {{collegamento interrotto|1=[http://www.ffudinesezh.ch/it/06fri/storia/venezia.html link]|data=marzo 2018|bot=InternetArchiveBot}}.</ref>. Sempre secondo Tito Maniacco, la contiguità tra il Friuli veneto e il Friuli austriaco permetteva confronti e questi non erano affatto lusinghieri per la Serenissima<ref>Cfr. Tito Maniacco, ''Storia del Friuli'', pag. 110 e seg., Editore Newton & Compton, Roma, 2002</ref>. Per gli storici che hanno partecipato alla redazione dell'enciclopedia tematica del Touring Club Italiano, anno 2006, secondo volume, "L'arrivo di Venezia non favorì in alcun modo un cambiamento in positivo nelle sorti del Friuli. Al contrario, coincide con una delle fasi storiche più buie che il territorio si trovò ad affrontare. Per Venezia, le terre friulane rappresentavano semplicemente una fonte di introiti fiscali e una sorte di Stato cuscinetto tra la capitale e il confine nordorientale: ben poco fu quindi fatto per farle tornare allo splendore di un tempo"<ref>''Il Friuli-Venezia Giulia'' in "Enciclopedia tematica", Touring Club Italiano, Milano, anno 2006</ref>.
Interessata in età protostorica dalla [[cultura dei castellieri]], la regione fu popolata, nel corso del [[IV secolo a.C.]], da genti di origine [[celti]]ca ed in particolare dai [[Carni]], che introdussero, nei territori da loro occupati ed in quelli limitrofi, nuove ed avanzate tecniche di lavorazione del [[ferro]] e dell'[[argento]].
 
Va subito precisato che il Friuli, da nucleo centrale dello Stato patriarcale di Aquileia si convertì in un territorio di confine della [[Repubblica di Venezia]], a ridosso del mondo germanico, che era egemonizzato, all'epoca, dalla potente famiglia degli [[Asburgo]], nella sua doppia veste di detentrice del titolo imperiale e di quello di duchi d'Austria, cui si aggiunse, dal [[1516]], anche quello reale di sovrani di [[Impero spagnolo|Spagna]]. Venezia, interessata a contenere le mire espansionistiche sia degli Asburgo che della monarchia francese, si trovò coinvolta, fra i primi del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo, in due conflitti che si combatterono anche in Friuli e che si andarono ad aggiungere alle [[Incursioni turche del Friuli|incursioni turche]], che avevano devastato la regione negli ultimi decenni del Quattrocento (in particolare fra il [[1472]] e il [[1499]]). Il pericolo di nuove guerre e di ulteriori incursioni ottomane costrinsero la Serenissima a mantenere sul territorio guarnigioni militari di una certa consistenza e quadri amministrativi adeguati che, in parte, gravavano sulla popolazione locale<ref>In Friuli, come nella terraferma veneta, una porzione considerevole dei costi amministrativi era sostenuta dalle comunità locali (città e comuni rurali). Cfr. a tale proposito: AA.VV, ''Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima'', vol. VI, a cura di Gaetano Cozzi e Paolo Prodi, pag. 718, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, 1994</ref>. Quest'ultima era inoltre soggetta a una pressione fiscale sempre più onerosa. La contrazione del reddito (particolarmente forte nel corso del XVII secolo)<ref>Guido Quazza, ''La decadenza italiana nella Storia europea'', pag. 42, Einaudi, Torino 1971</ref> unitamente alla necessità di finanziare un debito pubblico di vaste proporzioni e in costante crescita a causa soprattutto delle esigenze belliche<ref>Fra il 1641 e il 1714 il debito pubblico a lungo termine passò dagli 8 milioni agli oltre 50 milioni di ducati. Cfr. Frederic C. Lane, ''Storia di Venezia'', Torino, Einaudi Tascabili, 1991</ref>, costrinsero infatti Venezia ad applicare ripetutamente una politica fiscale gravosa (non circoscritta naturalmente al solo Friuli, ma all'intero Stato veneto)<ref>«Sfarzo e opulenza, quelli di Venezia, che sembravano contrastare con la pesante pressione fiscale che i contribuenti dovettero sostenere pressoché lungo tutto il Seicento e il primo Settecento. Gli onerosi impegni bellici [...] infatti, misero a dura prova le finanze pubbliche e le tasche dei sudditi, sia di Venezia che della Terraferma.» Cit. da: AA.VV, ''Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima'', vol. VII, a cura di Gino Benzoni e Gaetano Cozzi, pag. 410, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, 1997</ref><ref>Nell'ambito di tale politica, secondo un recente studio, sembra vada inquadrata anche l'appropriazione, da parte della Serenissima, di un numero non quantificabile di proprietà agricole friulane che, secolarmente, appartenevano alle collettività locali (le cosiddette "comugne"). Le comunità colpite avrebbero pertanto subito un rapido depauperamento. Cfr. Stefano Barbacetto, ''Tanto del ricco quanto del povero, proprietà collettive ed usi civici in Carnia tra Antico Regime ed età contemporanea'', pag. 80-85, Cercivento, Coordinamento Circoli Culturali della Carnia, 2000</ref>
L'attuale Friuli fu successivamente colonizzato dai [[Romani]] (a partire dal [[II secolo a.C.]]) e venne profondamente influenzato dalla civiltà latina, grazie anche alla presenza dell'importante centro di [[Aquileia]], quarta città d'Italia e fra le principali dell'[[Impero Romano|impero]], capitale della X Regione augustea [[Venetia et Histria]]. Lo sviluppo di altri centri oltre ad Aquileia, quali ''Forum Iulii'' ([[Cividale del Friuli]]) e ''Iulium Carnicum'' ([[Zuglio]]) contribuì ad assicurare alla regione un notevole rigoglio economico e culturale che riuscì a mantenere, nonostante le prime [[Invasioni barbariche|incursioni barbariche]], fino agli inizi del [[V secolo]].
 
Effetti ben più nefasti ebbero tuttavia, sulla popolazione friulana, le frequenti carestie, un tasso di mortalità infantile particolarmente elevato (come nella massima parte dell'Europa del tempo), e, soprattutto, due devastanti epidemie che non favorirono una crescita demografica organica in età moderna. In alcuni periodi anzi, si registrarono flessioni non irrilevanti<ref>Tito Maniacco, ''Storia del Friuli'', pag. 110, Editore Newton & Compton, Roma, 2002</ref>.
Dopo il crollo dell'[[Impero romano d'Occidente]] il Friuli entrò a far parte del Regno di [[Odoacre]] e successivamente di quello ostrogoto di [[Teodorico]]. La riconquista [[Impero romano d'Oriente|bizantina]] voluta dal grande [[Giustiniano]] ([[535]]-[[553]]) fu, per la Regione, di breve durata: nel [[568]] i [[Longobardi]] la occuparono.
 
D'altra parte, fin dal terzo decennio del [[XVII secolo]], la [[Repubblica di Venezia]] entrò in un processo di crisi progressiva dovuto alla perdita di molti dei suoi mercati tradizionali, alla canalizzazione del risparmio e di importanti risorse finanziarie in investimenti improduttivi (soprattutto di carattere fondiario), e alla perdita di competitività delle sue industrie e dei suoi servizi<ref>Guido Quazza, ''La decadenza italiana nella Storia europea'', pag. 35-51 Einaudi, Torino 1971</ref>. Anche i territori posti sotto la sovranità della Serenissima, fra cui il Friuli, e, in linea più in generale, la totalità degli Stati italiani e gran parte di quelli dell'Europa mediterranea, furono colpiti da una crisi di lunga durata che in alcuni casi si protrasse fin quasi alla metà del Settecento.
La capitale venne spostata a [[Cividale del Friuli|Forum Iulii]], fortificata nel corso del medioevo per poter resistere ad altri barbari. In epoca longobarda Forum Iulii si impose come il più importante e popoloso centro della Regione e, nei secoli successivi, mutò il suo nome in quello di [[Cividale del Friuli]]. La città, prima ancora di perdere definitivamente la sua denominazione latina, diede a sua volta il proprio nome all'intero territorio.
 
Secondo alcuni storici andrebbe riconosciuto che Venezia, nei territori da essa amministrati (non solo quindi nel solo Friuli), cercò in ogni modo di «limitare gli effetti più oppressivi ed anacronistici della società feudale»<ref>Cit. tratta da: Antonio Ventura, ''Nobiltà e popolo nella società veneta del '400 e '500'', Bari 1964, riportata da: AA. VV., Storia d'Italia, Libro I (all'interno del cap. scritto da Antonio Vivanti, ''La Storia politica e sociale, dall'avvento delle Signorie all'Italia spagnola''), pag. 373, Milano, Ed. speciale Il Sole 24 Ore, 2005 (I ed., Torino, Einaudi, 1974). Di differente avviso è Giorgio Valussi che afferma che il governo aristocratico veneto tollerava in Friuli la sopravvivenza dei più pesanti diritti feudali. Cfr. a tale proposito: Giorgio Valussi, ''Il Confine nordorientale d'Italia'', pag.85, Edizioni Lint, Trieste, 1972</ref>. La necessità di offrire maggior protezione alle classi più disagiate, in particolare rurali (creando nel contempo un contrappeso alle spinte centrifughe dell'aristocrazia locale), spinse la Serenissima a dar vita a degli organi di rappresentanza popolare, (le cosiddette "contadinanze"), che però « [...] non risolsero i problemi di fondo dei contadini, sembra anche a causa della turbolenta nobiltà friulana<ref>Cit. tratta da AA. VV.: ''Conoscere l'Italia, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia'', pag.182 (la parte storica del volume è curata da Giacomo Devoto, Nereo Salvi e Giulio Cervani), Novara, Istituto Geografico de Agostini, 1979. Sempre secondo tale fonte « [...] nel Friuli gli organi fiscali e giudiziari erano in mano a uomini inetti, corrotti e talora disumani, lo stato delle plebi era sceso a livelli insopportabili, mentre la nobiltà vecchia e nuova trascorreva la vita nell'ozio e nelle violenze...». Da ''op. cit.'' pag. 185</ref>». Secondo fonti di alto profilo, invece, tali istituzioni, e, più in generale, la politica di Venezia a favore degli strati sociali più umili, furono coronate da successo<ref>«La dominazione veneziana in Friuli si cattivò l'animo delle popolazioni: la Repubblica seppe proteggere i contadini contro le eccessive pretese dei signori feudali così da organizzare una particolare rappresentanza sia presso il luogotenente del Friuli che presso Venezia...». Cit. da: ''Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti'', Vol. XVI pag. 99 (voce: Friuli), Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Ed. 1949 (ristampa integrale fotolitica dei 35 volumi pubblicati fra il 1929 e il 1936)</ref>. Secondo altri storici "i contadini friulani di quel periodo non sono, come li ha descritti qualcuno marionette nelle mani del Savorgnan e di Venezia, e nemmeno cani impazziti che improvvisamente mordono la mano dei loro padroni. I rappresentanti delle comunità rurali friulane riescono a tessere una rete "politica" (...) che obbliga Venezia a riconoscere il diritto all'istituzione di una rappresentanza permanente delle comunità rurali friulane che, nel 1533, sarà istituzionalizzata con il nome di "Contadinanza"<ref>Saggio di Carli Pup dal titolo "Il Friuli ribelle: note sull'insurrezione popolare del 1511 e sul carattere dei friulani durante il periodo veneziano - pag. 156 della ricerca storica pubblicata dalla casa editrice Kappa Vu (Ud) - anno 2008 - con il titolo "Venezia Giulia, la regione inventata" - autori vari</ref>
I Longobardi lasciarono un profondo segno nella storia del Friuli, creando un forte [[Ducato del Friuli|ducato]], che fin dalle sue origini rivestì una funzione militare e politica di primo piano nell'ambito del [[regno longobardo]].
 
[[File:Cinta muraria di Palmanova.jpg|thumb|upright 1.1|[[Palmanova]]]]In effetti non si ebbero rivolte di particolare gravità durante il periodo veneziano, se si eccettua una cruenta insurrezione popolare, conosciuta come ''Joibe grasse 1511'' (''[[crudele giovedì grasso|giovedì grasso 1511]]'') che scoppiò ad Udine il 27 febbraio [[1511]], in un momento estremamente difficile per la Repubblica Veneta, all'indomani della sconfitta di [[Agnadello]] ([[1509]]) e dell'occupazione di Gorizia da parte degli eserciti asburgici ([[1510]]). Il moto si estese ben presto da Udine all'intero territorio friulano coinvolgendo anche le campagne e si protrasse per tutto il 27 ed il 28 febbraio, fino a quando, il 1º marzo, fu soffocato da Venezia, che inviò alcune centinaia di cavalieri per sedarlo. In quei giorni si rafforzarono i rapporti fra le classi aristocratiche venete e quelle friulane, naturali custodi dell'ordine costituito. In seguito (nel Cinquecento e ancor più nei due secoli successivi), il patriziato friulano si ampliò con l'apporto di nobili veneti e il veneto si diffuse, insieme all'italiano, fra gli strati più alti della società friulana. Un fenomeno analogo si produsse, a partire dal [[XVII secolo]], anche nel Friuli orientale sotto sovranità austriaca (dove l'italiano divenne lingua veicolare di insegnamento nei prestigiosi Istituti gesuitici di [[Gorizia]], insieme al latino).
Alla dominazione Longobarda seguì quella [[Franchi|franca]], che iniziò a partire dagli ultimi decenni dell'[[VIII secolo]]. I Franchi riorganizzarono il Ducato del Friuli su base comitale e lo inserirono nel ''[[Regnum Italiae]]''. Fu poi trasformato in [[Marca del Friuli]] nell'[[846]].
 
Con i [[trattato di Noyon|patti di Noyon]] ([[1516]]) i confini tra la Repubblica Veneta e la [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca|Contea di Gorizia e Gradisca]] vennero ridefiniti. Venezia perdeva l'alto bacino dell'[[Isonzo]] (cioè la gastaldia di [[Tolmino]] con [[Plezzo]] ed [[Idria]]), ma conservava il possesso di [[Monfalcone]]. Negli anni successivi l'arciduca d'Austria incorporò nei suoi domini [[Marano Lagunare|Marano]] (fino al [[1543]]) ed una serie di possedimenti feudali sparsi nel Friuli Occidentale<ref>Pio Paschini, ''Storia del Friuli'', pag.784, Arti Grafiche Friulane, Udine, edizione 1975</ref>. Per rafforzare i propri confini orientali, nel [[1593]], la Serenissima decise di costruire in Friuli, a ridosso dei domini d'Austria, una poderosa fortezza, capolavoro dell'architettura militare del tempo: Palma (oggi [[Palmanova]]). Gli Asburgo protestarono vivacemente, temendo che Venezia se ne potesse servire come base avanzata per occupare la contea di Gorizia. In effetti, fra il [[1615]] ed il [[1617]], la Repubblica veneta e l'Austria si affrontarono di nuovo militarmente nel Friuli orientale per il possesso della fortezza di Gradisca d'Isonzo. La cosiddetta [[guerra di Gradisca]] si concluse con il ritorno allo ''status quo'' precedente.
Il Friuli estese allora il suo territorio sino al [[lago di Garda]], mentre la capitale veniva spostata a [[Verona]], costituendo la [[Marca di Verona|Marca di Verona e Aquileia]]. Con lo smembramento dello Stato carolingio ([[IX secolo]]) assunse sempre maggior importanza per i destini del Friuli la componente germanica dell'Impero.
 
Tornati in possesso del Friuli orientale, gli Asburgo ne conservarono il controllo fino ad età napoleonica, mentre il Friuli occidentale e centrale rimase veneziano fino al [[1797]], anno del [[trattato di Campoformido]], mediante il quale tale territorio venne ceduto dalla Francia all'Austria, che lo perse per un breve periodo in cui fece parte del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno italico]], dal [[1805]] fino alla [[Restaurazione]] (ma parte del Friuli orientale, con Gorizia, fu distaccata nel [[1809]] e inserita nelle [[Province illiriche]] appena costituite)<ref>Secondo Tito Maniacco la contiguità tra il Friuli veneto e il Friuli austriaco permetteva confronti e questi non erano affatto lusinghieri per la Serenissima. Cfr. Tito Maniacco, ''Storia del Friuli'', pag. 110 e seg., Editore Newton & Compton, Roma, 2002</ref>.
Il [[3 aprile]] del [[1077]] è una data che resterà per sempre impressa nella storia del Friuli: in questa giornata memorabile infatti l'imperatore [[Sacro Romano Impero|Enrico IV]] concesse al Patriarca [[Sigeardo]], per la sua fedeltà al potere imperiale, la contea del Friuli con prerogative ducali. Tale linea filo-imperiale, seguita anche dai successori di Sigeardo, che per lungo tempo saranno tutti di origine germanica, permise loro di consolidare lo Stato, la ''[[Patria del Friuli|Patrie dal Friûl]]'', che oltre a tale regione incluse in periodi storici diversi anche [[Trieste]], l'[[Istria]], la [[Carinzia]], la [[Stiria]], il [[Cadore]]. Lo Stato patriarcale del Friuli si impose ben presto come una delle più ampie e potenti formazioni politiche dell'Italia del tempo, dotandosi, fin dal [[XII secolo]], anche di un [[Parlamento]], espressione massima della civiltà friulana sotto il profilo istituzionale.
 
=== Età contemporanea ===
L'esperienza del [[Patriarcato di Aquileia|Patriarcato]], si concluse nel [[1420]], quando il Friuli fu annesso alla [[Repubblica Veneta]], una delle grandi potenze dell'epoca, con un territorio in piena espansione.
{{Sequenza immagini
Il Friuli, utilizzato spesso come Stato cuscinetto in funzione antiturca, fu ripetutamente devastato da una lunga serie di guerre per il suo possesso fra Venezia e gli [[Asburgo]]. Venezia si impossessò delle terre collettive di proprietà delle comunità rurali friulane impoverendole gravemente. Queste terre saranno poi vendute dallo Stato nel corso del '600 per superare la sua grave situazione finanziaria e fare cassa.
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D'altra parte a partire dal terzo decennio del [[XVII secolo]] la [[Repubblica Veneta]] entrò in un processo di decadenza irreversibile dovuto alla perdita di molti suoi mercati tradizionali.
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|Immagine:Suddivisioni del Regno Lombardo-Veneto.svg|Le 17 province del [[Regno Lombardo-Veneto]], compresa la provincia di Udine, attorno al 1850
|Immagine:Provincia di Udine (o del Friuli).svg|La provincia di Udine (o del Friuli) e il compartimento statistico del Veneto all'interno del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], secondo i confini in vigore dal 1870 agli [[Anni 1920|anni '20]]
}}
Nel [[1815]] il [[Congresso di Vienna]] sancì la definitiva unione di Veneto e Friuli con la Lombardia austriaca, venendosi in tal modo a costituire il [[Regno Lombardo-Veneto]]. Una ventina d'anni più tardi, il Mandamento di Portogruaro, da sempre friulano per storia, cultura, geografia e a lungo anche per lingua, fu scorporato per volontà austriaca dalla [[Provincia del Friuli (Lombardo-Veneto)|Provincia del Friuli]] (parte integrante, come già si è detto, del Regno Lombardo-Veneto austriaco) e assegnato alla [[Provincia di Venezia (Lombardo-Veneto)|Provincia di Venezia]] ([[1838]]).
Nel 1848, durante la Prima Guerra d'Indipendenza, il Friuli conobbe una breve stagione indipendente nel tentativo di passare allo Stato Italiano. Nel marzo 1848 venne costituito un Governo Provvisorio del Friuli guidato da Antonio Caimo Dragoni, il conte Antonini ed altri, che crearono un comitato di difesa a capo del quale vi furono Giovanni Battista Cavedalis, Antonio Conti e Luigi Duodo. Le fortezze di Osoppo e Palmanova, comandata dal generale Carlo Zucchi, costituirono i punti di difesa per l'insurrezione.<ref>documenti relativi ai moti del 1848 conservati all'Archivio di Stato di Udine</ref>
{{Approfondimento
|allineamento=sinistra
|titolo=Il Friuli nel mondo
|contenuto=<small>Il Friuli è stato a lungo terra di emigrazione.<ref>{{Cita web |url=http://www.istitutladinfurlan.it/daf/friuli%20della%20diaspora/63 |titolo=Copia archiviata |accesso=14 maggio 2023 |dataarchivio=30 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160830184148/http://www.istitutladinfurlan.it/daf/friuli%20della%20diaspora/63 |urlmorto=sì }}</ref> Essa iniziò negli ultimi decenni dell'Ottocento e si esaurì negli anni settanta del Novecento. Si calcola che, nei circa cento anni in questione, siano emigrati definitivamente più di un milione di friulani (secondo alcune stime essi potrebbero essere addirittura 3 milioni)<ref>https://euroregionenews.eu/i-fogolars-furlans-preziosi-ponti-col-mondo/#:~:text=I%20friulani%20nel%20mondo%20sono,in%20Friuli%20circa%20850%20mila</ref>, a fronte di circa 850.000 residenti in Friuli.<br/>Secondo l'ultimo censimento AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all'estero) (2005) i friulani residenti all'estero sono 134.936. Di questi il 56,0% risiede in Europa, il 24,0% in Sud America, il 10,3% in Nord America ed il 4,7% in Oceania. Si deve tuttavia tenere presente che i dati dell'AIRE riguardano solo i friulani ed i loro discendenti che abbiano cittadinanza italiana. Risultano pertanto esclusi tutti i friulani e loro discendenti, che non sono cittadini italiani. I friulani nel mondo hanno dato vita a associazioni culturali denominate Fogolârs furlans, che sono 46 in Italia e 156 nel resto del mondo.</small>}}
 
Il Friuli centrale (provincia di Udine) e il Friuli occidentale (provincia di Pordenone) furono annessi all'Italia nel [[1866]] assieme al [[Veneto]] subito dopo la [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]], mentre il Friuli orientale (la cosiddetta [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca|Contea di Gorizia e Gradisca]]) rimase soggetto all'Austria fino al termine della [[prima guerra mondiale]].
Nel [[1815]], il [[Congresso di Vienna]] sancì la definitiva unione di Veneto e Friuli con la Lombardia austriaca, venendosi in tal modo a costituire il [[Regno Lombardo-Veneto]]. Una ventina d'anni più tardi, il il Mandamento di Portogruaro, da sempre friulano per storia, cultura, geografia e a lungo anche per lingua, fu tolto per volontà austriaca dalla ''Provincia del Friuli'' (parte integrante, come già si è detto, del Regno Lombardo-Veneto austriaco) e assegnato alla Provincia di Venezia ([[1838]]).
Durante la [[prima guerra mondiale]] il Friuli, che all'epoca si trovava diviso tra Regno d'Italia e [[Austria-Ungheria]] (''Provincia di Udine'' per il Regno d'Italia; gran parte della [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca|Contea di Gorizia e Gradisca]] per l'Impero d'Austria-Ungheria), fu teatro delle operazioni belliche, che ebbero conseguenze gravose per la popolazione civile, in particolare nel periodo della [[battaglia di Caporetto]].
 
Durante il periodo del fascismo il Friuli dovette subire un processo di assimilazione culturale, di cui furono vittime soprattutto la popolazione slovena e quella tedesca. Forte fu anche la pressione sulla comunità friulana, che il fascismo tentò di usare in funzione anti-slava. L'assimilazione comportava anche la proibizione dell'uso delle lingue slovena, tedesca, nonché l'italianizzazione forzata di cognomi e nomi sloveni, tedeschi e friulani. [[File:Italian social republic map ITA.png|upright=1.2|thumb|La [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]]]]
Il Friuli centrale (attuale provincia di Udine) e il Friuli occidentale (attuale provincia di Pordenone) furono annessi all'Italia nel [[1866]] assieme al [[Veneto]] subito dopo la [[Terza guerra di indipendenza]], mentre il Friuli orientale (la cosiddetta [[Gorizia e Gradisca|Contea di Gorizia e Gradisca]]) rimase soggetto all'Austria fino al termine della [[Prima guerra mondiale]].
 
A partire dal mese di giugno del [[1940]] il Friuli fu coinvolto, come il resto d'Italia, nella [[seconda guerra mondiale]], e dopo l'[[armistizio di Cassibile]] fu inserito nella [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]] (''Operationszone Adriatisches Küstenland''), alle dirette dipendenze del [[Gauleiter]] di [[Carinzia]] [[Friedrich Rainer]]. Durante l’occupazione nazista si sviluppò un movimento di resistenza, che nell’agosto 1944 diede vita alla [[Repubblica partigiana della Carnia]] soffocata nel sangue già nell'ottobre dello stesso anno in seguito ad una feroce controffensiva nazifascista.<ref>https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2020/04/fvg-Liberazione-Repubblica-libera-Carnia-Alto-friuli-Ampezzo-Bruno-Damiani-0ec81572-feca-47af-ad25-307b3d469eb8.html</ref>
Durante la [[Prima guerra mondiale]] il Friuli, che all'epoca si trovava diviso tra Regno d'Italia e [[Austria-Ungheria]] (''Provincia di Udine'' per il Regno d'Italia; una parte della [[Gorizia e Gradisca|Contea di Gorizia e Gradisca]] per l'Impero d'Austria-Ungheria), fu teatro delle operazioni belliche, che ebbero conseguenze gravose per la popolazione civile, soprattutto dopo la disastrosa [[battaglia di Caporetto|rotta di Caporetto]].
 
Al termine della [[seconda guerra mondiale]] si propose il problema della definizione dei confini tra la Jugoslavia e l'[[Italia]], che riguardava anche la fascia orientale del Friuli, da [[Tarvisio]] a [[Monfalcone]].
Durante il periodo del [[fascismo]] il Friuli dovette subire un processo di assimilazione etnica, di cui furono vittime soprattutto la popolazione slovena e quella tedesca. Forte fu anche la pressione sulla comunità friulana, che il fascismo tentò di usare in funzione anti-slava. L'assimilazione comportava anche la proibizione dell'uso delle lingue slovena, tedesca e friulana.
 
Nel [[1947]], dieci mesi dopo la firma del [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|Trattato di pace di Parigi]], nella Costituzione italiana fu prevista la creazione della regione [[Friuli-Venezia Giulia]], a statuto speciale. Tale scelta creò delle fortissime frizioni all'interno della stessa opinione pubblica friulana, che compresero pure un attentato dinamitardo contro il deputato friulano [[Tiziano Tessitori]], che aveva proposto l'autonomia regionale del Friuli-Venezia Giulia, tanto che l'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea costituente]] votò in seguito la X disposizione transitoria della Costituzione, che sospese l'autonomia regionale ferma restando la tutela delle minoranze linguistiche. La regione a Statuto speciale Friuli-Venezia Giulia fu elencata nel 1947 nella Costituzione negli articoli 116 (elenco regioni a statuto speciale) e 131 (elenco di tutte regioni italiane sia ordinarie che speciali) e mai cancellata dai precisati articoli; nel 1947 fu sospesa momentaneamente solo la sua attuazione che avverrà anni dopo con l'approvazione da parte del Parlamento italiano dello Statuto di autonomia speciale. La sospensione che inizialmente era prevista breve, poi si prolungò per ben 15 anni, fino al 1962, danneggiando pesantemente il Friuli sotto il profilo economico. Quattro furono successivamente nel 1962 (III legislatura) le proposte di Statuto speciale presentate in Parlamento di cui una (proposta Tessitori<ref>Giuseppe Liani - "IL PECCATO ORIGINALE, lo Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia nel dibattito parlamentare della III legislatura (1958-1963)" - Edizioni della Laguna - anno 2005, pag. 29: "''La Democrazia cristiana (…) ripresenta invece il 19 giugno al Senato con Tiziano Tessitori e Guglielmo Pelizzo ed il 25 giugno alla Camera, con il deputato Lorenzo Biasutti, il proprio testo (…)''</ref>) prevedeva Udine capoluogo regionale e la creazione di una autonomia speciale per Trieste (all'interno della regione stessa); la proposta del senatore Tiziano Tessitori non fu accettata e Tessitori uscì dall'aula del Senato al momento delle votazioni finali e non votò la proposta di Statuto in votazione.<ref>Giuseppe Liani - "IL PECCATO ORIGINALE, lo Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia nel dibattito parlamentare della III legislatura (1958-1963)" - Edizioni della Laguna - anno 2005</ref>
A partire dal mese di giugno del [[1940]] il Friuli fu coinvolto, come il resto d'Italia, nella [[Seconda guerra mondiale]] e ne seguì le sorti.
 
=== Onorificenze ===
Al termine della [[seconda guerra mondiale]] si propose il problema della definizione dei confini tra la Jugoslavia e l'[[Italia]], che riguardava anche la fascia orientale del Friuli, da [[Tarvisio]] a [[Monfalcone]].
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
|motivazione = Fedele alle tradizioni dei padri, il Friuli, dopo l'8 settembre 1943, sorgeva compatto contro il tedesco oppressore, sostenendo per diciannove mesi una lotta che sa di leggenda. A domarne la resistenza il nemico guidava e lanciava, in disperati sforzi, orde fameliche di mercenari stranieri animati da furore barbarico, ma l'indomito valore e la fede ardente delle genti friulane vincevano sulle rappresaglie, sulla fame, sul terrore. Nelle giornate radiose dell'insurrezione i suoi ventimila partigiani, schierati dai monti al mare, scattavano con epico eroismo per ridonare a vita e a libertà la loro terra, su cui, per la seconda volta nella storia dell'italia unita, era passata la furia devastatrice del barbaro nemico. Tremilasettecento morti e feriti, settemila deportati, ventimila perseguitati che sentono ancora nello spirito le ansie e i patemi e nelle carni il bruciore delle ferite e delle torture, testimoniano il cruento e glorioso sacrificio offerto dal popolo alla Madre comune, e dai roghi ardenti dei paesi distrutti si alza al cielo, purificatrice oltre ogni orrore, la sacra fiamma dell'amore per l'Italia. settembre 1943 - maggio 1945.
}}
 
=== Bandiera ===
Nel [[1947]], quando ancora non era stato ratificato il trattato di pace, nella costituzione italiana, come dimostrazione politica che l'Italia non intendeva rinunciare all'Istria, a Trieste e al Goriziano, fu aggiunto al nome ''Friuli'', anche quello di [[Venezia Giulia]] pur se diviso da un trattino. Tale scelta fu avversata dall'opinione pubblica friulana, che proprio nell'immediato secondo dopoguerra, iniziava a rivendicare l'autonomia per la propria Regione.
{{Doppia immagine|destra|Bandiere dal Friûl.svg|100px|Flag of Friuli-Venezia Giulia.svg|100px|La bandiera della regione storica Friuli|La bandiera della regione Friuli-Venezia Giulia}}
La [[bandiera del Friuli-Venezia Giulia]] adottata solo dopo il Decreto del Presidente della Repubblica (8/12/1967, pubbl. Bollettino Ufficiale della Regione FVG n. 5 dell'8/2/1968) è diversa dalla [[Bandiera del Friuli|bandiera della regione storica Friuli]] anche se nei colori ricorda l'antico vessillo friulano.
 
== Cultura ==
La storia naturale ha visto due eventi tragici in Friuli nel secondo dopoguerra: il [[disastro del Vajont]] del [[1963]] e il [[terremoto del Friuli]] del [[1976]].
=== Lingue ===
{{vedi anche|Lingua friulana|Lingua Saurana|Timau|Dialetto pordenonese|Dialetto veneto-udinese|Dialetto gradese|Dialetto resiano|Dialetto bisiaco|Diffusione dello sloveno in Italia|Letteratura friulana}}
[[File:Linguistic minorities in FVG.png|thumb|Aree di insediamento delle minoranze linguistiche storiche in [[Friuli-Venezia Giulia]]]]
[[File:Road sign in Friulian.jpg|thumb|Un cartello in italiano e friulano su una strada provinciale]]
 
Quasi tutti gli abitanti della regione conoscono l'[[Lingua italiana|italiano]] come prima lingua, essendo la lingua italiana la lingua ufficiale della Repubblica italiana oltre che l'unica lingua obbligatoriamente usata a scuola.
==Cultura==
===Lingue===
[[Immagine:Road sign in Friulian.jpg|thumb|right|Un cartello in italiano e friulano su una strada provinciale]] Praticamente tutti gli abitanti della regione utilizzano come lingua amministrativa e di cultura l'[[Lingua italiana|italiano]] (lingua insegnata obbligatoriamente a scuola), e, specialmente a [[Udine]], l'italiano è la prima lingua anche nell'uso domestico, sebbene la [[lingua friulana]] sia correntemente utilizzata nelle sue varianti nella maggior parte del territorio del Friuli.
 
Il [[lingua friulana|friulano]] è la principale lingua minoritaria della regione (dalla quale ne prende il nome) ed è prevalentemente utilizzato in ambito domestico, a volte lavorativo, e nei circoli culturali. Per quanto riguarda l'uso scritto, esistono diversi giornali locali interamente in lingua friulana<ref>{{Cita web|url=http://ladinsdalfriul.blogspot.com/|titolo=Ladins dal Friûl (Union Scritôrs Furlans)|lingua=it|accesso=10 febbraio 2022}}</ref><ref>[http://www.lapatriedalfriul.org/ La Patrie dal Friûl | par un Friûl plui furlan<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Anche internet ha influito sull'uso della lingua, ed oggi esistono molte pagine (per esempio sui [[social network]]) che fanno uso di questa lingua.
Ai sensi della L.482/99, il [[lingua friulana|friulano]], lo [[Lingua slovena|sloveno]] (nelle sue varianti locali) e il tedesco (nelle sue varianti locali) sono riconosciute e tutelate come lingue minoritarie storiche. Queste le zone dove sono parlate le lingue minoritarie diverse dal friulano:
1) il tedesco nelle sue varianti locali (nella [[Val Canale]], a [[Sappada]] e nella frazione di [[Timau]], al confine con l'[[Austria]], e [[Sauris]]);
2) lo sloveno nelle sue varianti locali (nella [[Val Canale]], nella [[Slavia veneta|''Benečija'']], nel [[Collio (regione fisica)|Collio]] e sul [[Carso]] goriziano, in alcuni comuni della [[Bisiacaria]] e nella Val di [[Resia]]).
 
Ai sensi della L.482/99, il [[lingua friulana|friulano]], lo [[Lingua slovena|sloveno]] e il [[Lingua tedesca|tedesco]] sono riconosciute e tutelate come lingue minoritarie storiche. Queste sono le zone dove vengono parlate le lingue minoritarie diverse dal friulano:
Sono presenti anche altri idiomi, tra cui si annoverano le parlate [[lingua veneta|venete]] al confine occidentale (Provincia di [[Pordenone]] e [[Mandamento di Portogruaro]]), nella laguna di [[Marano Lagunare]] e [[Grado (GO)|Grado]], nonché in [[Bisiacaria]]. In serio pericolo di estinzione è il [[dialetto veneto-udinese]], del tutto abbandonato dalle nuove generazioni.
1) il tedesco nelle sue varianti pronunce bavaresi locali (nella [[Val Canale]], a [[Sappada]] e nella frazione di [[Timau]], al confine con l'[[Austria]], e [[Sauris]]);
2) lo sloveno nelle sue varianti locali (nella [[Val Canale]], nella [[Slavia Friulana]], nel [[Collio (regione fisica)|Collio]] e sul [[Carso]] goriziano, in alcuni comuni della [[Bisiacaria]] e nella Val di [[Resia]]).
 
Nella regione storico-geografica della [[Carnia]] viene parlato storicamente il [[friulano carnico]], che comprende vari dialetti più arcaici e con caratteristiche più conservative che rappresentano il probabile idioma più antico e meno innovativo parlato nel Friuli storico. Tutte le varianti della lingua friulana sono perfettamente comprensibili da tutti i friulani stante la grande omogeneità linguistica esistente tra le varianti.
Vanno inoltre ricordate le parlate di [[Erto e Casso]] (al confine con il Veneto), oggi praticamente estinte in favore dell'[[Lingua italiana|italiano]] e del [[Belluno|bellunese]].
 
Sono presenti anche altri idiomi, riconosciuti e tutelati dalla L.R. 17 febbraio 2010 n. 5 come "patrimonio tradizionale della comunità regionale", tra cui si annoverano le parlate [[lingua veneta|venete]] al confine occidentale ([[Provincia di Pordenone]] e [[Mandamento di Portogruaro]]), nella [[Laguna di Marano]] e [[Grado (Italia)|Grado]], nella città di [[Udine]] col [[dialetto udinese]], nonché in [[Bisiacaria]]<ref name="Legge Regionale">{{cita web |titolo=L.R. 17 febbraio 2010 n.5 |url=http://lexview-int.regione.fvg.it/fontinormative/xml/xmllex.aspx?anno=2010&legge=5}}</ref><ref>{{cita web |titolo=L.R. 17 febbraio 2010 n.5 |url=http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/cultura-sport/cultura/comunita-linguistiche/FOGLIA16/ |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130925210634/http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/cultura-sport/cultura/comunita-linguistiche/FOGLIA16/ |dataarchivio=25 settembre 2013 }}</ref>.
{{vedi anche|Lingua friulana|Diffusione dello sloveno in Italia|Lingua Saurana|Timau|Dialetto resiano|Dialetto bisiaco|Dialetto gradese|Dialetto veneto-udinese}}
 
Vanno inoltre ricordate le parlate di [[Erto e Casso]] e [[Cimolais]] (al confine con il [[Veneto]]).
===Associazioni dei friulani all'estero===
Esistono diverse associacioni create dai corregionali emigrati nel mondo, la Regione Friuli Venezia Giulia ne riconosce ufficialmente sei, di cui quattro raggruppano i friulani sparsi nel mondo.
 
Diversi comuni e località del Friuli presentano toponimi di origine friulana terminanti in 'ars', 'ons', 'ins', 'ans' e simili; tali nomi vanno pronunciati con l'accento lungo sull'ultima vocale, non sulla prima come spesso capita di sentire. Avremo dunque [[Gonars|Gonàrs]], [[Cormons|Cormòns]], [[Camino al Tagliamento|Bugnìns]], [[Andreis|Bosplàns]] e così via.
*''Ente Friulano di Assistenza Sociale e Culturale Emigranti'' (EFASCE), si creò in seno all’Unione diocesana nel [[1907]] quando ancora erano inesistenti le strutture pubbliche per l’assistenza e la protezione di oltre 30 mila operai nei distretti di Pordenone, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Maniago, Sacile, che lavoravano in diversi paesi dell'Europa. Il governo fascista ne impose la chiusura e il sequestro dei registri, carteggi, schedari e archivio. Dopo il secondo conflitto mondiale riprese a funzionare il Segretariato dell’emigrazione. Successivamente, adeguandosi alle nuove realtà istituzionali della Regione, assumerà l’attuale denominazione nel [[1982]]. Ha sede a Pordenone.
 
=== Associazioni dei friulani all'estero ===
*''Ente Friuli nel Mondo'', fu fondato nel [[1953]] per assistere i friulani all'estero e per coordinare le attività dei ''Fogolârs Furlans''. Esso pubblica un mensile, ''Friuli nel mondo'', che supera le 25.000 copie distribuite in 78 stati. Le attività dell'Ente sono informative, di collegamento e di mantenimento dell'identità friulana soprattutto tra le nuove generazioni. Ha sede a Udine.
[[File:TolmezzoPanoramaConCaneva.jpg|thumb|[[Tolmezzo]]]]
[[File:Trbiz.JPG|thumb|[[Tarvisio]]]]
[[File:Piancavallo_d'estate.jpg|thumb|[[Piancavallo]]]]
 
Esistono diverse associazioni create dai corregionali emigrati nel mondo, la Regione [[Friuli-Venezia Giulia]] ne riconosce ufficialmente sei, di cui quattro raggruppano i friulani sparsi nel mondo. Anche se alcune sono nate dopo il 31 gennaio 1963, data della creazione della regione [[Friuli-Venezia Giulia]], sono legate indissolubilmente alle tradizioni della regione storica Friuli.
*''Associazione Lavoratori Emigrati del Friuli Venezia Giulia'' (ALEF), nata nel [[1968]] a sostegno ed organizzazione degli emigranti originari del Friuli Venezia Giulia, residenti in Italia o all'estero, rientrati in Regione e dei loro discendenti, ovunque residenti. All'estero hanno i propri Circoli. La sua sede è a Udine.
 
* ''Ente Friulano di Assistenza Sociale e Culturale Emigranti'' (EFASCE), si creò in seno all'Unione diocesana nel [[1907]] quando ancora erano inesistenti le strutture pubbliche per l'assistenza e la protezione di oltre 30&nbsp;000 operai nei distretti di Pordenone, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Maniago, Sacile, che lavoravano in diversi paesi dell'Europa. Il governo fascista ne impose la chiusura e il sequestro dei registri, carteggi, schedari e archivio. Dopo il secondo conflitto mondiale riprese a funzionare il Segretariato dell'emigrazione. Successivamente, adeguandosi alle nuove realtà istituzionali della Regione, assumerà la nuova denominazione nel [[1982]]. Ha sede a Pordenone.
*''Ente Regionale Acli per i Problemi dei Lavoratori Emigrati'' (ERAPLE)
* ''Ente Friuli nel Mondo'', fu fondato nel [[1953]] per assistere i friulani all'estero e per coordinare le attività dei ''Fogolârs Furlans''. Esso pubblica un mensile, ''Friuli nel mondo'', che supera le {{formatnum:25000}} copie distribuite in 78 stati. Le attività dell'Ente sono informative, di collegamento e di mantenimento dell'identità friulana soprattutto tra le nuove generazioni. Ha sede a Udine, in via del sale.
* ''Associazione Lavoratori Emigrati del Friuli-Venezia Giulia'' (ALEF), nata nel [[1968]] a sostegno ed organizzazione degli emigranti originari del Friuli-Venezia Giulia, residenti in Italia o all'estero, rientrati in Regione e dei loro discendenti, ovunque residenti. All'estero hanno i propri Circoli. La sua sede è a Udine.
* ''Ente Regionale Acli per i Problemi dei Lavoratori Emigrati'' (ERAPLE)
 
In Francia "Association France-Frioul" (AFF), nata nel 1983. Ha sede a Parigi 18.
===Musica===
Esiste il Ducato dei vini friulani che si riunisce a Udine presso la Voila Manin di Passariano
La forma più conosciuta della [[musica]] popolare friulana è la [[villotta]]. A partire dall'Ottocento si sviluppò un filone colto della musica popolare, ben rappresentato da [[Rodolfo Lipizer]], [[Arturo Zardini]] e [[Orlando Dipiazza]]. Tra i brani popolari più famosi troviamo [[Stelutis Alpinis]] e [[O ce biel cjiscjel a Udin]].
Le due rappresentanze del Ducato fuori dalla Regione Friuli V.G sono
la Contea di Toronto (Canada)
La Contea del Ducato dei Vini Friulani che opera a Roma ed è stata fondata nel 1981
 
=== Ricorrenze ===
Fa parte del patrimonio musicale friulano anche il [[canto patriarchino]].
Il 3 aprile è la "fieste de Patrie dal Friûl", la festa del popolo friulano. Il 3 aprile 1077, come citato nella sessione storica, a Pavia, l'imperatore Enrico IV concedeva al Patriarca Sigerardo l'investitura feudale.
 
=== Musica ===
Nel panorama musicale attuale si distinguono le figure di [[Luigi Maieron]], [[Lino Straulino]], [[Elisa (cantante)|Elisa]], il trio [[Frizzi Comini Tonazzi]], gli [[Arbe Garbe]], i Kosovni Odpadki, gli ´Zuf de Žur, Giulio Venier, Dario Zampa, Aldo Rossi, Toni Merlot, i Beat Les, Sdrindule e i [[Madrac]].
[[File:LagoCavazzo.jpg|miniatura|Lago di Cavazzo]]
Anche se alcuni musicisti hanno collocato la propria produzione dopo il 31 gennaio 1963, data della creazione della regione [[Friuli-Venezia Giulia]], sono legati indissolubilmente alla lingua friulana e di conseguenza alla regione storica Friuli. La forma più conosciuta della [[musica]] popolare friulana è la [[villotta (musica)|villotta]]. A partire dall'Ottocento si sviluppò un filone colto della musica popolare, ben rappresentato da [[Rodolfo Lipizer]], [[Arturo Zardini]] e [[Orlando Dipiazza]]. Tra i brani più famosi troviamo [[O ce biel cjstjel a Udin]] la ormai popolare [[Stelutis Alpinis]] di Zardini.
 
[[Schiarazula marazula|Scjaraciule maraciule]] è un ballo tipico del Friuli che si ritiene risalente a prima del 1500, con origini che risalgono a un'epoca medievale, di cui è pervenuta versione scritta nel volume ''Il primo libro dei balli accomodati per cantar et sonar d'ogni sorte de instromenti'' di [[Giorgio Mainerio]]. [[Schiarazula marazula|Scjaraciule maraciule]] fu anche usato da [[Angelo Branduardi]] come tema principale per il suo brano Ballo in fa diesis minore. Fa parte del patrimonio musicale friulano anche il [[canto patriarchino]].
===Arte===
L'[[arte]] in Friuli fa la sua comparsa con i manufatti delle civiltà preromane (in particolare quella dei [[castellieri]], quella [[antichi Veneti|venetica]] e quella [[celti]]ca). Tuttavia è solo con l'età romana che si raggiunge un livello elevato nelle arti, tra le quali spiccano quelle minori della lavorazione delle pietre dure e del [[vetro]] ad [[Aquileia]], nonché l'arte musiva.
 
Nel panorama musicale si distinguono le figure di Beppino Lodolo (cantante noto anche nei [[Fogolârs furlans]]), [[Elisa (cantante 1977)|Elisa]], [[Lodovica Comello]], [[Tre Allegri Ragazzi Morti]], [[Prozac+]], [[Giorgio Ferigo]], gli [[FLK (gruppo musicale)|FLK]], gli [[Arbe Garbe]], [[Dj Tubet]], R.esistence in dub, [[Luigi Maieron]], [[Lino Straulino]], Fabian Riz, il trio [[Frizzi Comini Tonazzi]], i Kosovni Odpadki, gli ´Zuf de Žur, [[Giulio Venier|Glauco Venier]], Dario Zampa, Aldo Rossi, Toni Merlot, i Beat Les, Sdrindule, i [[Madrac]], i Carantan, i Carnicats, Emma Montanari Grop e il compositore Sommarti.
Del periodo paleocristiano rimangono testimonianze imponenti nella [[basilica]] di Aquileia, in quelle di [[Grado (GO)|Grado]] e in quella di [[Concordia Sagittaria]]. [[Immagine:Aquileia, buon pastore, pavimento della basilica, 1a metà del IV secolo.jpg|thumb|200px|left|Mosaico del Buon pastore, particolare del pavimento della Basilica di Aquileia]]
 
=== Arte ===
Durante l'età barbarica fiorì l'oreficeria [[Longobardi|longobarda]], di cui sono testimonianza le collezioni del Museo Storico nazionale di [[Cividale del Friuli]]. Allo spesso periodo vanno ascritti gli altorilievi in stucco del tempietto longobardo di Cividale del Friuli, nonché l'''Ara di Ratchis'' ed il ''Battistero di Callisto'' conservati nel duomo della stessa città.
[[File:Aquileia, buon pastore, pavimento della basilica, 1a metà del IV secolo.jpg|thumb|Mosaico del Buon pastore, particolare del pavimento della Basilica di Aquileia]]
L'[[arte]] in Friuli fa la sua comparsa con i manufatti delle civiltà preromane (in particolare quella dei [[Cultura dei castellieri|castellieri]], quella [[veneti]]ca e quella [[celti]]ca). Tuttavia è solo con l'età romana che si raggiunge un livello elevato nelle arti, tra le quali spiccano quelle minori della lavorazione delle pietre dure e del [[vetro]] ad [[Aquileia]], nonché l'[[Mosaico|arte musiva]]. Del periodo paleocristiano rimangono testimonianze imponenti nella [[Basilica di Santa Maria Assunta (Aquileia)|basilica di Aquileia]], in [[Basilica di Grado|quelle di Grado]] e in [[Cattedrale di Santo Stefano (Concordia Sagittaria)|quella di Concordia Sagittaria]].
 
[[File:Altare del duca ratchis, 730-740, cividale museo cristiano 2.jpg|thumb|''[[Maiestas Domini]]'', rilievo dell'Altare del duca Rachis]]
Dell'età romanica sono testimonianza la basilica ed il campanile di Aquileia, nonché altri edifici religiosi minori (come la chiesa di ''Santa Maria in Castello'' di [[Udine]]).
Durante l'età barbarica fiorì l'[[oreficeria longobarda]], di cui sono testimonianza le collezioni del [[Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli]]. Allo spesso periodo vanno ascritti gli altorilievi in stucco del [[Tempietto longobardo|tempietto longobardo di Cividale del Friuli]], nonché l'[[Altare del duca Rachis|''Ara di Ratchis'']] ed il ''[[Fonte battesimale del patriarca Callisto|Battistero di Callisto]]'' conservati nel [[Duomo di Cividale del Friuli|duomo della stessa città]].
Nel periodo [[gotico]] il Friuli conobbe una certa vitalità artistica, che si tradusse nella costruzione dei duomi di [[Udine]], [[Spilimbergo]], [[Venzone]], [[Gemona]], [[Sacile]] e [[Pordenone]]. Scarse sono le testimonianze superstiti dell'architettura gotica civile; tra queste si segnalano i municipi di Pordenone e di Venzone nonché la ''Loggia del Lionello'' a Udine. In quel periodo fu attivo in Friuli il pittore [[Vitale da Bologna]], che lasciò una testimonianza negli affreschi del duomo di Udine.
 
Dell'età romanica sono testimonianza la [[Basilica di Santa Maria Assunta (Aquileia)|basilica]] ed il campanile di Aquileia, nonché altri edifici religiosi minori (come la [[Chiesa di Santa Maria di Castello (Udine)|chiesa di Santa Maria in Castello di Udine]]).
Con il [[Rinascimento]] si inizia a registrare il nome di pittori locali di un certo rilievo, come [[Pomponio Amalteo]], [[Il Pordenone]] o [[Pietro Fuluto]]. In quel periodo il Friuli si inserì definitivamente nell'orbita artistica di [[Venezia]], staccandosi dal tradizionale vincolo con l'arte d'Oltralpe che aveva trovato le sue ultime espressioni nelle sculture lignee di [[Domenico da Tolmezzo]] e della bottega dei [[Comuzzo]]. Per quanto riguarda l'architettura civile, si segnalano il castello di Udine (residenza del Luogotenente della Repubblica di Venezia), [[Villa Manin]] di Passariano e una serie di edifici minori. In quel periodo culturale fu anche iniziata la costruzione della città stellata di [[Palmanova]].
Nel periodo [[gotico]] il Friuli conobbe una certa vitalità artistica, che si tradusse nella costruzione dei duomi di [[Cattedrale di Udine|Udine]], [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Spilimbergo)|Spilimbergo]], [[Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Venzone)|Venzone]], [[Duomo di Gemona del Friuli|Gemona]], [[Duomo di Sacile|Sacile]] e [[Duomo di Pordenone|Pordenone]]. Scarse sono le testimonianze superstiti dell'architettura gotica civile; tra queste si segnalano i municipi di Pordenone e di Venzone nonché la [[Loggia del Lionello]] a Udine. In quel periodo fu attivo in Friuli il pittore [[Vitale da Bologna]], che lasciò una testimonianza negli affreschi del duomo di Udine.
 
Con il [[Rinascimento]] si inizia a registrare il nome di pittori locali di un certo rilievo, come [[Pomponio Amalteo]], [[il Pordenone]] o [[Pietro Fuluto]]. In quel periodo il Friuli si inserì definitivamente nell'orbita artistica di [[Venezia]], staccandosi dal tradizionale vincolo con l'arte d'Oltralpe che aveva trovato le sue ultime espressioni nelle sculture lignee di [[Domenico da Tolmezzo]] e della bottega dei [[Comuzzo]]. Per quanto riguarda l'architettura civile, si segnalano il [[castello di Udine]] (residenza del Luogotenente della Repubblica di Venezia), [[Villa Manin]] di Passariano e una serie di edifici minori. In quel periodo culturale fu anche iniziata la costruzione della città stellata di [[Palmanova]].
Con il passaggio al barocco il Friuli rivela le conseguenze in campo artistico della sua divisione politica. Nel Friuli occidentale, infatti, predominano le tendenze artistiche diffuse da Venezia, che si concretano nella presenza di artisti come [[Giambattista Tiepolo]] (che affrescò, a Udine, il Palazzo Patriarcale, il Duomo, la ''Chiesa della Purità'' e diverse abitazioni nobiliari udinesi, tanto che Udine è conosciuta come ''la città del Tiepolo'') e nella costruzione di ville nobiliari di campagna (delle quali la più nota è [[Villa Manin]]). Nel Friuli orientale, invece, si afferma il barocco austriaco, evidente nel duomo di [[Gorizia]] e nella Chiesa di Sant'Ignazio nella stessa città.
 
[[File:Giovanni Battista Tiepolo 064.jpg|thumb|''Apparizione dell'angelo a Sara'', Udine, [[Palazzo Patriarcale (Udine)|Palazzo Patriarcale]].]]
Il neoclassicismo attecchisce solo in parte in Friuli, che vede l'attività del pittore goriziano [[Giuseppe Tominz]].
Con il passaggio al barocco il Friuli rivela le conseguenze in campo artistico della sua divisione politica. Nel Friuli occidentale, infatti, predominano le tendenze artistiche diffuse da Venezia, che si concretano nella presenza di artisti come [[Giambattista Tiepolo]] (che affrescò, a Udine, il [[Palazzo Patriarcale (Udine)|Palazzo Patriarcale]], il [[Cattedrale di Udine|duomo]], l'[[oratorio della Purità]] e diverse abitazioni nobiliari udinesi, tanto che Udine è conosciuta come ''la città del Tiepolo'') e nella costruzione di ville nobiliari di campagna (delle quali la più nota è [[Villa Manin]]). Nel Friuli orientale, invece, si afferma il barocco austriaco, evidente nel [[Cattedrale dei Santi Ilario e Taziano|duomo di Gorizia]] e nella [[Chiesa di Sant'Ignazio (Gorizia)|chiesa di Sant'Ignazio]] nella stessa città.
 
Il neoclassicismo attecchisce solo in parte in Friuli, che vede l'attività del pittore goriziano [[Giuseppe Tominz]]. Tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento fa capolino l{{'}}''Historizismus'' d'Oltralpe, che si esprime nella costruzione del Seminario Minore di Gorizia, in [[stile neoromanico]]. Più di recente spiccano nel panorama artistico friulano nomi come quelli di [[Afro Basaldella]], di [[Italico Brass]] e di [[Tina Modotti]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Tina Modotti's ballad|lingua=it|accesso=10 febbraio 2022|url=https://www.youtube.com/watch?v=etc5vgryFAw}}</ref> l'architetto [[Raimondo D'Aronco]], il pittore [[Giuseppe Zigaina]], la pittrice Dora Bassi.
 
=== Folclore ===
Più di recente spiccano nel panorama artistico friulano nomi come quelli di [[Afro Basaldella]], di [[Italico Brass]] e di [[Tina Modotti]] e l'architetto [[Raimondo D'Aronco]].
 
===Folklore===
{{vedi anche|Storia delle sagre in Friuli}}
Il folklorefolclore friulano comprende una serie di manifestazioni che variano da zona a zona e sono particolarmente vive e diversificate nei territori di montagna. In [[Carnia]] si segnalano il [[tîr des cidulis]], il carnevale di [[Resia]] (caratterizzato dalle maschere dai copricapi coloratissimi), ed i carnevali delle zone di lingua tedesca (caratterizzati dalla presenza di maschere che assumono nomi diversi a seconda della località: ''Röller'' a [[Sauris]], [[Krampus]] nella [[Val Canale]], ''Maschkars'' e ''Jutalan'' a [[Timau]]). [[File:Krampus2.jpg|thumb|[[Krampus]]]]
 
Nel periodo compreso tra l'ultimo dell'anno e l'[[Epifania]] si svolgono anche delle questue rituali, che in alcuni villaggi sono effettuate da bambini travestiti da [[Re Magi]]. Caratteristico il rito della Femenate che per caratteristiche si differenzia da tutti gli altri fuochi di origine pagana; esso si svolge la sera del 5 gennaio solamente nel comune di Paularo.
Nell'area alpina si segnalano il [[tîr des cidulis]], il carnevale di [[Resia]] (caratterizzato dalle maschere dai copricapi coloratissimi), e i carnevali delle zone di lingua tedesca (caratterizzati dalla presenza di maschere che assumono nomi diversi a seconda della località: ''Röller'' a [[Sauris]], [[Krampus]] nella [[Val Canale]], ''Maschkars'' e ''Jutalan'' a [[Timau]]). [[Immagine:Krampus2.jpg|thumb|right|200px|Krampus]]
 
Il giorno dell'Epifania hanno luogo due suggestive celebrazioni: la [[Messa dello Spadone]] e la [[Messa del tallero|Messa del Tallero]], rispettivamente a Cividale del Friuli e Gemona.
Nel periodo compreso tra l'ultimo dell'anno e l'[[Epifania]] si svolgono anche delle questue rituali, che in alcuni villaggi sono effettuate da bambini travestiti da [[Re Magi]].
 
Sempre nell'area alpina della ''Carnia'' si svolge la benedizione del ''Mac di Santsant Zuan'', un mazzo di fiori raccolti il giorno di [[Sansan Giovanni]]. I fiori, una volta essiccati, vengono conservati e bruciati per scongiurare il mal tempo. Per la festa dell'[[Ascensione (festività)|Ascensione]] a [[Zuglio]] si svolge il rito del ''Bacio delle Croci''. La stessa cerimonia si svolge anche nel territorio della [[Pieve di Gorto]] e nelle [[valli del Natisone]].
 
Nelle aree collinari e pianeggianti si accendono, in occasione dell'Epifania, dei falò (in friulano [[pignarûl]]) da cui si traggono presagi per l'anno nuovo. Il più importante o almeno il più famoso è quello di [[Tarcento]], che durante il 6 gennaio dà il via ad una gara tra i vari pignarûl della zona.
Per la festa dell'[[Ascensione]] a [[Zuglio]] si svolge il rito del Bacio delle Croci. La stessa cerimonia si svolge anche nel territorio della [[Pieve di Gorto]] e nelle [[Valli del Natisone]].
A [[Grado (Italia)|Grado]] si celebra la processione di barche conosciuta con il nome di ''Perdon de [[Barbana (isola)|Barbana]]''. In tutto il Friuli sono diffusi gruppi corali o di ballo che eseguono canti o danze del repertorio tradizionale.
 
=== Gastronomia ===
Nelle aree collinari e pianeggianti si accendono, in occasione dell'Epifania, dei falò (in friulano [[pignarûl]]) da cui si traggono presagi per l'anno nuovo. Il più importante o almeno il più famoso è quello di Tarcento, che durante il 6 gennaio dà il via ad una gara tra i vari pignarûl della zona.
A [[Grado (GO)]] si celebra la processione di barche conosciuta con il nome di ''Perdon de Barbana''.
 
In tutto il Friuli sono diffusi gruppi corali o di ballo che eseguono canti o danze del repertorio tradizionale.
 
===Gastronomia===
{{vedi anche|cucina friulana}}
[[File:Grissini sandaniele.jpg|thumb|Grissini col [[Prosciutto di San Daniele]]]]
La cucina friulana è il risultato del contatto della cucina dell'area padana con quella mitteleuropea. In generale abbondano le minestre, i piatti a base di carne di maiale e gli abbinamenti di dolce e salato. I piatti più conosciuti della cucina friulana sono i [[cjalçons|cjarçons]] (ravioli ripieni di cun farcia dolce-salata), il [[frico]] (piatto a base di formaggio fuso e patate e cipolle), la [[brovada]] (piatto a base di rape inacidite sotto vinaccia e consumato assieme al [[cotechino|muset]]), la [[gubana]] (dolce ripieno di frutta secca), il [[prosciutto di San Daniele]] e il prosciutto di [[Sauris]]. Tra i [[Formaggio|formaggi]] spicca il [[Montasio]].
La cucina tradizionale friulana è il risultato del contatto della cucina dell'area padana con quella mitteleuropea. In generale abbondano le minestre, i piatti a base di carne di maiale e gli abbinamenti di dolce e salato. I piatti più conosciuti della cucina friulana sono i [[cjarsons]] della [[Carnia]] (ravioli ripieni di con farcia dolce-salata), il [[frico]] (piatto a base di formaggio fuso e patate e cipolle), la [[brovada]] (piatto a base di rape inacidite sotto vinaccia e consumato assieme al [[cotechino|muset]]), la [[gubana]] (dolce ripieno di frutta secca), il [[prosciutto di San Daniele]] e il [[prosciutto di Sauris]], la [[pitina]] della [[Val Tramontina]]. Tra i [[Formaggio|formaggi]] spicca il [[Montasio]].
 
Tra i vini sono famosi soprattutto i bianchi della zona del [[Collio (regione fisica)|Collio]] e dei [[Friuli Colli Orientali|Colli Orientali]] come il [[TocaiFriulano (vitigno)|Friulano]] <ref>Il nome ''Tocai'' è stato al centro di un contenzioso con l'Unione Europeaeuropea, per la sua similarità di denominazione con il [[TokajTokaji]] ungherese, nonostante la chiara differenza tra i due vini. Dal 31 marzo 2007 è proibito l'uso della denominazione Tocai per il vitigno friulano.</ref> e il [[Verduzzo Friulano]]. Di ottima qualità sono anche le produzioni di [[Merlot]], [[Cabernet]], [[Sauvignon]] e dei vitigni autoctoni poco diffusi come il [[Ramandolo (vino)|Ramandolo]], il [[Pignolo]], lo [[Schioppettino|Schiopettino]], la [[Ribolla gialla|Ribolla Gialla]], il [[Tazzelenghe]] e il [[Picolit]].
 
===Friulani celebri===
{{Vedi anche|personalità legate al Friuli}}
 
==Economia==
Fino alla metà del novecento, soprattutto a causa delle distruzioni prodotte dagli eventi bellici, il Friuli si presentava come una terra rurale e povera, al pari di gran parte d'Italia. Le scarse possibilità economiche furono all'origine di un consistente flusso migratorio diretto non solo verso i paesi europei, ma anche verso gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il [[Canada]], l'[[Argentina]] e l'[[Australia]]. Attualmente la provincia di Udine è ai primi posti in Italia per qualità di vita, classificandosi nel [[2007]] al 10° posto ([[Il Sole 24 Ore]]), mentre quelle di Gorizia e di Pordenone si trovano rispettivamente al 22° e 35°.
Negli anni novanta si è verificata la grande apertura dell'economia regionale verso l'estero, favorita sia da fattori politici (come la fine della contrapposizione ideologica tra blocchi all'interno dell'[[Europa]]), sia da fattori monetari (la forte svalutazione della [[Lira italiana|lira]] tra il [[1993]] ed il [[1995]]). In questi anni l'export delle aziende friulane ha conosciuto una vera e propria esplosione, raddoppiando tra il [[1992]] ed il [[1995]]. La parte del leone la facevano le province di Udine e Pordenone, seguite da quella di Gorizia. Le industrie meccaniche concentrano tuttora la maggiore quota di export a livello regionale, seguite da quelle del mobile. Le esportazioni agli inizi degli anni novanta erano dirette soprattutto verso alcuni paesi dell'allora [[CEE]]. In seguito esse sono state canalizzate sia verso altri mercati occidentali che verso le vicine [[Slovenia]] e [[Croazia]]. Queste ultime, ormai, considerate globalmente, occupano il secondo posto, dopo la [[Germania]], nella classifica dei destinatari dei prodotti del Friuli. L'export, tuttavia, è solo una delle forme di internazionalizzazione, la meno sofisticata e la più a rischio. Ciò costituisce una debolezza del sistema produttivo regionale, le cui imprese non gestiscono direttamente i canali di scambio ma si affidano il più delle volte ad intermediari.<br>
Il mercato del lavoro in Friuli è, dal punto di vista sociale, molto vicino all'optimum, ma la scarsità di [[manodopera]] rappresenta un cruccio per gli imprenditori. Con un tasso di [[disoccupazione]] bassissimo, molto vicino a quello strutturale, le aziende hanno fatto ricorso dapprima alla manodopera femminile (non completamente mobilitata fino agli anni novanta) ed in seguito a quella immigrata.
====Agricoltura====
<div style="float:right; margin-left: 2em">
{| {{prettytable}}
!Zona di vino doc/docg
!Superficie in ha
|--
|Friuli Grave
|align="right"|6.047,85
|--
|Colli Orientali del Friuli
|align="right"|2.071,18
|--
|Collio
|align="right"|1.390,93
|--
|Friuli Isonzo
|align="right"|1.281,82
|--
|Friuli Aquileia
|align="right"|763,29
|--
|Friuli Latisana
|align="right"|264,92
|--
|Friuli Annia
|align="right"|81,04
|--
|Ramandolo
|align="right"|60,41
|}
<p style="margin-top: 0px; padding-left: 1em">''Produzione di vino doc/docg friulano<br>(fonte: Camere di commercio di Udine,<br>Pordenone e Gorizia, 2003)''</p>
</div>
L'agricoltura, arretrata quando costituiva quasi l'unica attività della Regione, non ha più l'importanza di un tempo, ma pur nelle sue ridotte dimensioni, è un settore di punta, ad alto contenuto tecnologico. Grande sviluppo ha avuto la viticoltura, con una produzione di qualità, e vini che competono con i più nobili del catalogo nazionale. A questo proposito va ricordato che il Friuli è sempre stato celebre, fin dall'epoca romana, per i suoi vini. Se i rossi friulani sono squisiti, i suoi eccezionali vini bianchi non sono da meno e da sempre sono apprezzati in tutto il mondo e considerati all'unanimità fra i migliori in Italia.
Altra produzione di qualità è quella casearia, con formaggi di grande rinomanza, e quella ortofrutticola. Negli ultimi decenni si è diffusa la coltivazione del mais con rese unitarie da assoluto primato internazionale<ref name="coltro">Antonio Saltini, Eugenio Segalla, ''Dieci secoli di agricoltura, 50 anni di Coldiretti'', Udine 1995.</ref>.
 
Nella tabella a destra si espongono i dati, prodotti a cura delle Camere di commercio di Udine, Pordenone e Gorizia, relativi agli ettari di produzione, nell'anno 2003, di vino friulano a denominazione di origine controllata (doc) ed a denominazione di origine controllata e garantita (docg).
<!--
{| {{prettytable|align=center}}
! Zona doc/docg || Superficie in ha
|--
|Friuli Grave
|align=right|6.047,85
|--
|Colli Orientali del Friuli
|align=right|2.071,18
|--
|Collio
|align=right|1.390,93
|--
|Friuli Isonzo
|align=right|1.281,82
|--
|Friuli Aquileia
|align=right|763,29
|--
|Friuli Latisana
|align=right|264,92
|--
|Friuli Annia
|align=right|81,04
|--
|Ramandolo
|align=right|60,41
|}
-->
 
====Industria====
Già [[XVIII secolo]] ebbe inizio una sensibile industrializzazione del Friuli. In particolare l'[[industria tessile]] conobbe, grazie al carnico [[Jacopo Linussio]], una forte espansione in tutta la regione friulana. Nel secolo successivo si andò affermando l'industria della [[seta]]. L'industria friulana, uscita completamente distrutta da due guerre mondiali, riprese la sua espansione intorno agli [[anni 1960|anni sessanta]] con la creazione di quel forte tessuto di piccole industrie e imprese artigianali che costituiscono la base dello sviluppo del Nordest italiano; grande impulso allo sviluppo delle attività secondarie fu dato dalla nascita dei distretti industriali, tra cui ricordiamo il "triangolo della [[sedia]]", nella parte sud-orientale della provincia di Udine ([[Manzano]], [[San Giovanni al Natisone]], Corno di Rosazzo), i famosi [[Prosciutto|prosciuttifici]] di [[San Daniele del Friuli]], il distretto del mobile nella provincia di Pordenone ([[Brugnera]]). {{nota
|titolo=I gelsi del Friuli
|allineamento=destra
|contenuto=
Proprio a causa dell'importanza dell'industria serica, il paesaggio friulano è caratterizzato dalla presenza di filari di [[Morus (botanica)|gelsi]], delle cui foglie si nutrono i [[Bombyx mori|bachi da seta]]. Con la crisi dell'industria della seta del [[XX secolo]], la coltivazione dei gelsi ha perso la sua funzione economica e, pertanto, attualmente è in rapida diminuzione il loro numero. A causa della diffusione e dell'importanza di questo tipo di albero, in alcuni dialetti [[lingua friulana]] (per esempio nella zona di [[Udine]]) la parola ''morâr'', che originariamente indicava solo il gelso, è passata a significare "albero" in senso generico.
}}A Pordenone è presente anche la produzione di [[Elettrodomestico|elettrodomestici]] con la ex Zanussi ora acquisita dalla svedese [[Electrolux]]. Nella zona di Udine all'[[industria siderurgica]] (Safau, Bertoli) ed alimentare ([[Birra Moretti]]) di un tempo si è sostituita una fitta rete di distribuzione commerciale di dimensioni medio-grandi concentrata specialmente a nord della città, mentre le industrie pesanti (acciaierie ABS, [[Danieli]]) si sono trasferite nell'hinterland udinese oppure lontano dal capoluogo (Pittini di [[Osoppo]]). Grande sviluppo ha avuto negli ultimi anni il distretto industriale dell'[[Aussa]]-[[Corno (fiume Friuli)|Corno]], incentrato sul porto fluviale di [[San Giorgio di Nogaro]] mentre a [[Cervignano del Friuli]] negli [[anni 1990|anni novanta]] è stato realizzato un importante interporto ferroviario per lo smistamento delle merci nelle direttrici nord-sud ([[Udine]]-[[Pontebbana]]) ed est-ovest verso la Slovenia e l'est europeo.
 
====Terziario====
In [[provincia di Udine]], al [[2005]], circa due terzi della forza lavoro è ormai impegnata nel settore terziario. Fino ai primi [[anni 1990|anni novanta]] erano dislocati sul territorio friulano decine di migliaia di [[Leva militare|militari di leva]], dal momento che il fronte orientale veniva considerato il più a rischio in caso di guerra. Ciò ha contribuito allo sviluppo del settore della [[ristorazione]] e del [[Settore terziario|terziario]] in genere, anche se oggigiorno sono numerose le caserme inutilizzate. A Udine la scomparsa dei militari è stata compensata dalla presenza sempre maggiore di studenti universitari, grazie allo sviluppo costante dell'[[Università di Udine|Università di Udine/Universitât dal Friûl]] considerata una delle più vivaci e attive tra le nuove Università italiane.
Dal [[2006]] la banca austriaca [[Hypo Group Alpe Adria]] ha istituito la sua sede principale per l'Italia a Udine ([[Tavagnacco|Feletto Umberto]]).
 
====Turismo====
Una voce importante dell'economia friulana è costituita dal turismo, con le località balneari di [[Lignano Sabbiadoro]] e [[Grado (GO)|Grado]] (tra le maggiori mete dell'alto [[Adriatico]]), con il centro storico di [[Udine]] e con i numerosi agriturismi sparsi un po' in tutta la Regione. Nella stagione invernale le località alpine ([[Tarvisio]], [[Forni di Sopra]], [[Ravascletto]], [[Sella Nevea]], [[Piancavallo]] e [[Sappada]]) sono frequentate mete sciistiche. Sono inoltre mete turistiche la longobarda [[Cividale del Friuli]], il centro medioevale di [[Venzone]] ed il sito archeologico di epoca romana di [[Aquileia]]. Dal punto di vista ambientale e naturalistico assume sempre maggiore importanza tutta la regione alpina della [[Carnia]] e l'oasi faunistica della [[Laguna di Marano]].
 
==Trasporti==
La rete di trasporti via terra in Friuli è tuttora impostata sui due assi principali che furono individuati già in epoca romana. Infatti la direttrice Nord-Sud in epoca imperiale era rappresentata dalla così chiamata [[Via Iulia Augusta]], che partendo da Aquileia si dirigeva verso il [[Norico]] attraverso i valichi alpini. La direttice Est-ovest, invece, corrispondeva alla [[Via Postumia]], che collegava [[Genova]] alla [[Pannonia]], passando per Aquileia.<br>
Sia la rete autostradale che quella ferroviaria contemporanea seguono le stesse direttrici: l'[[Autostrada A4 (Italia)|A4]], la [[Strada Statale 14 della Venezia Giulia|della Venezia Giulia]] e la linea ferroviaria Venezia-Cervignano del Friuli-Trieste, infatti, corrono parallele alla Via Postumia. L'[[Autostrada A23|A23]], la [[Strada Statale 13 Pontebbana|Pontebbana]] e la linea ferroviaria Cervignano-Udine-Tarvisio seguono l'antica Via Iulia Augusta.
Per quanto riguarda il trasporto aereo va segnalata la presenza dell'Aeroporto internazionale "Friuli Venezia Giulia" a breve distanza da [[Ronchi dei Legionari]].
 
===Linee ferroviarie===
Il primo tronco ferroviario di una certa importanza fu aperto in Friuli nel [[1855]], durante la dominazione austriaca, e collegava [[Mestre]] a [[Casarsa della Delizia|Casarsa]]. Cinque anni più tardi ([[1860]]) fu inaugurata la strada ferrata che congiungeva [[Codroipo]] a [[Trieste]] passando per [[Udine]], [[Gorizia]] e [[Monfalcone]]. La [[terza guerra di indipendenza]] e l'annessione del Friuli centrale e occidentale al [[Regno d'Italia]] (mentre il Friuli orientale era rimasto sotto la sovranità austriaca), rallentò per qualche anno la realizzazione di alcune ambiziose linee ferroviarie che però nell'ultimo quarto dell'Ottocento videro la luce, come la Udine-[[Pontebba]] ([[1879]]) e quella che congiungeva [[Mestre]] a [[Monfalcone]] ([[1897]]) passando per Cervignano. La rete ferroviaria friulana poteva dirsi già realizzata in gran parte alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] e nella sua quasi totalità all'inizio del [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]].
 
====Linee principali====
*[[Ferrovia Venezia-Udine|Udine - Casarsa - Sacile - (Venezia)]]
*[[Ferrovia Udine-Tarvisio|Udine - Gemona del Friuli - Tarvisio]]
*[[Ferrovia Udine-Trieste|Udine - Gorizia - Monfalcone - Trieste]]
*[[Ferrovia Venezia-Trieste|Trieste - Monfalcone - Cervignano - Latisana - (Portogruaro) - (Venezia)]]
 
====Linee secondarie====
*[[Ferrovia Casarsa-Portogruaro|Casarsa - Cordovado - (Portogruaro)]]
*[[Ferrovia Udine-Cervignano|Udine - Palmanova - Cervignano]]
*[[Ferrovia Gemona del Friuli-Sacile|Gemona del Friuli - Pinzano - Sacile]]
*[[Ferrovia Udine-Cividale|Udine - Cividale]]
*[[Ferrovia Palmanova-San Giorgio di Nogaro|Palmanova - San Giorgio di Nogaro]] (dismessa ed autosostituita)
 
===Rete stradale e autostradale===
In Friuli una rete statale moderna iniziò a svilupparsi solo agli inizi del [[XIX secolo]] per volere di [[Napoleone Bonaparte]] e con finalità prettamente militari. In questo periodo furono costruite sia la strada Euganea che congiungeva [[Udine]] a [[Treviso]], sia la Napoleonica, fra [[Codroipo]] e [[Palmanova]]. In età austriaca ([[1815]]-[[1866]]) e ancor più con l'annessione del Friuli all'Italia (la parte orientale restò però sotto il dominio austriaco fino al [[1918]]) si andò gradualmente articolando quella che poi sarebbe stata la fitta rete viaria della regione che, alla vigilia della seconda guerra mondiale poteva dirsi ormai completata (con l'esclusione di quella relativa alle autostrade).
 
In epoca fascista venne inaugurata la prima autostrada italiana ([[1927]]), la Serenissima (A4), che congiungeva [[Torino]] a [[Trieste]] passando per il Friuli meridionale. Il tratto Venezia-Trieste, però, è stato aperto solamente nel dicembre del 1969.
Si dovettero attendere circa vent'anni per l'apertura ([[1986]]) di un'altra arteria di vitale importanza per la Regione: l'autostrada Alpe Adria (A23), mentre la terza autostrada che attraversa (in parte) la regione storica friulana, la [[Conegliano]]-[[Portogruaro]], non è stata ancora, a tutt'oggi, completata.
 
====Strade statali====
*S.S 13 ''[[Strada Statale 13 Pontebbana|Pontebbana]]''
*S.S 14 ''[[Strada Statale 14 della Venezia Giulia|della Venezia Giulia]]''
*S.S 54 ''[[Strada Statale 54 del Friuli|del Friuli]]''
*S.S 56 ''[[Strada Statale 56 di Gorizia|di Gorizia]]''
*S.S 251 ''[[Strada Statale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina]]''
*S.S 252 ''[[Strada Statale 252 di Palmanova]]''
*S.S 351 ''[[Strada Statale 351 di Cervignano]]''
*S.S 352 ''[[Strada Statale 352 di Grado|di Grado]]''
*S.S 353 ''[[Strada Statale 353 della Bassa Friulana|della Bassa Friulana]]''
*S.S 354 ''[[Strada Statale 354 di Lignano|di Lignano]]''
*S.S 355 ''[[Strada Statale 355 di Val Degano|di Val Degano]]''
*S.S 356 ''[[Strada Statale 356 di Cividale|di Cividale]]''
*S.S 409 ''[[Strada Statale 409 di Plessiva|di Plessiva]]''
*S.S 463 ''[[Strada Statale 463 del Tagliamento|del Tagliamento]]''
*S.S 465 ''[[Strada Statale 465 della Forcella Laverdet e di Valle San Canciano|della Forcella Laverdet e di Valle San Canciano]]''
*S.S 512 ''[[Strada Statale 512 del Lago di Cavazzo|del Lago di Cavazzo]]''
*S.S 552 ''[[Strada Statale 552 del Passo Rest|del Passo Rest]]''
*S.S 646 ''[[Strada Statale 646 di Uccea|di Uccea]]''
 
====Autostrade====
Il Friuli è attraversato da 3 autostrade:
* l'[[Autostrada A4 (Italia)|A4]] ''Serenissima'' da [[Torino]]-[[Trieste]] che solca la bassa pianura friulana da [[Latisana]] a [[Villesse]];
*l'[[Autostrada A23|A23]] ''Alpe Adria'' da [[Palmanova]]-[[Tarvisio]] che attraversa il Friuli in direzione nord-sud dal confine di stato con l'[[Austria]] all'innesto con l'A4
*l'[[Autostrada A28|A28]] [[Portogruaro]]-[[Conegliano]], attualmente termina a [[Godega di Sant'Urbano]], poco dopo [[Sacile]], è in fase di realizzazione il tratto terminale sino all'innesto con la [[Autostrada A27|A27]]
 
===Trasporto aereo===
L'unica struttura di rango internazionale presente sul territorio è l'[[Aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari|aeroporto Friuli Venezia Giulia]], situato nel territorio comunale di [[Ronchi dei Legionari]]. L'aeroporto, aperto nel [[1961]], dispone di un ampio parcheggio e di un terminal merci di quasi 3.000 m<sup>2</sup>.È collegato tramite un raccordo a doppia carreggiata con l'autostrada [[Autostrada A4 (Italia)|A4]] e da un servizio di autobus con le città di [[Trieste]], [[Udine]] e [[Monfalcone]]. La scarsa offerta di destinazioni disponibili e la presenza del vicino scalo veneziano, non hanno tuttavia mai permesso a questo aeroporto di svilupparsi adeguatamente, soprattutto in considerazione del vasto bacino di utenza che possiede (circa quattro milioni e mezzo di persone distribuite fra [[Italia]], [[Austria]], [[Slovenia]] e [[Croazia]]).
 
==Curiosità==
* A Ovest di Udine, nella base aerea di [[Aeroporto di Rivolto|Rivolto]], ha sede la Pattuglia Acrobatica Nazionale, le famose [[Frecce Tricolori]]. A [[Campoformido]], inoltre, nell' aeroporto locale che ha visto nascere le Frecce, ha sede il Parco del Volo.
 
* Il [[Monte Zoncolan]] (1750 m.), in [[Carnia]], ha fama di essere, fra gli appassionati di ciclismo, la salita più dura d'[[Europa]]: 1.210 metri di dislivello, fra l'abitato di [[Ovaro]] e la sua cima, da percorrersi in circa 10 km, con una pendenza media dell'11% ed oltre! Tale caratteristica ha spinto gli organizzatori del [[Giro d'Italia]] ad includere ripetutamente tale salita fra le tappe della competizione.
 
* L'autore della più bella storia romanzata sulla fine del Patriarcato di Aquileia è ...un veneto, [[Elio Bartolini]]<ref>In realtà Elio Bartolini ([[1922]] - [[2006]]) si trasferì, adolescente, a [[Codroipo]] con la famiglia. Durante gli anni di guerra, fu partigiano nelle [[Alpi Giulie]] e nel [[Carso]], approfondendo i suoi legami con il Friuli e la sua gente. Nel dopoguerra lo scrittore visse quasi ininterrottamente in Friuli, salvo un breve periodo passato a Roma.</ref>, noto scrittore e cineasta di [[Conegliano]]. Nel suo ''[[Pontificale in San Marco]]'', Bartolini descrive magistralmente due mondi in crisi: quello veneziano, alle soglie del suo orgoglioso tramonto, e quello friulano, fieramente contrapposto alla [[Serenissima]], che lo sta privando del simbolo stesso della sua storia millenaria e della sua identità.
 
* [[Palmanova]] è una [[fortezza di Palmanova|fortezza stellata]] costruita dai Veneziani per esigenze difensive; nel mondo esistono solo altre 8 città con tale struttura.
 
* Diversi comuni e località del Friuli presentano toponimi di origine friulana terminanti in 'ars', 'ons', 'ins' e simili; tali nomi vanno pronunciati con l'accento lungo sull'ultima vocale, non sulla prima come spesso capita di sentire. Avremo dunque [[Gonars|Gonàrs]], [[Cormons|Cormòns]] e così via.
 
==Galleria fotograficad'immagini==
<center>
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ImmagineFile:Udine-PiazzaLiberta.jpg|Piazza Libertà a [[Udine]]
ImmagineFile:Pordenone-Municipio.JPG|Municipio di [[Pordenone]]
ImmagineFile:Castello GoriziaPiazza_vittoria_gorizia.JPGjpg|[[Castello]]Piazza Vittoria dia [[Gorizia]]
ImmagineFile:Sacile-Livenza1.jpg|Vista di [[Sacile]]
File:Piazza_della_Repubblica_e_Municipio_Monfalcone.jpg| Piazza della Repubblica a [[Monfalcone]]
Immagine:Portogruaro municipio.jpg|Palazzo Comunale di [[Portogruaro]]
File:Aquileia Basilica, esterno - Foto Giovanni Dall'Orto.jpg|[[Basilica di Aquileia]]
image:Concordia_Sagittaria_Cattedrale.jpg|Cattedrale di [[Concordia Sagittaria]]
File:Cividale scorciodalPontedeliavolo.jpg| Vista di [[Cividale del Friuli]]
Image:Aquileia Basilica, esterno - Foto Giovanni Dall'Orto.jpg|[[Basilica]] di [[Aquileia]]
ImmagineFile:Cividale scorciodalPontedeliavoloSanDanieledelFriuliDuomo.jpg| VistaDuomo di San Michele Arcangelo di [[CividaleSan Daniele del Friuli]]
ImmagineFile:SanDanieledelFriuliDuomo.jpg|Gemona Duomo di SanSanta MicheleMaria ArcangeloAssunta 14082004 01.jpg|Duomo di [[San DanieleGemona del Friuli]]
File:Artegna Castello Savorgnan 04022007 36.jpg|Castelletto di [[Artegna]]
Image:Gemona_01.jpg|Duomo di [[Gemona del Friuli]]
File:Palmanova Piazza Grande 06.JPG|Piazza e duomo di [[Palmanova]]
Immagine:Artegna Kastell 04022007 36.jpg|Castelletto di [[Artegna]]
ImmagineFile:Codroipo01.jpg|[[Villa Manin]] ([[Codroipo]])
Image:Palmanova - Piazza centrale - Foto Giovanni Dall'Orto 2.jpg|Piazza d'armi di [[Palmanova]]
Immagine:Lignano vista spiaggia.jpg|[[Lignano Sabbiadoro]]
Immagine:CLAVAIS.jpg|Il paesino di [[Clavais]] in [[Carnia]]
Immagine:LagoCavazzo.jpg|[[Lago di Cavazzo]]
Immagine:Monte Coglians visto dal monte Zoncolan.jpg|[[Coglians|Monte Coglians]]
Immagine:Bivare.jpg|Il [[Monte Bìvera]] presso [[Sauris]]
Immagine:Joffuart.jpg|Alpi Giulie: Il [[Jôf Fuart]]
Immagine:IMG_0186.JPG|Monti di [[Sappada]]
Immagine:Wulfenia carinthiaca1.jpg|Flora friulana: [[Wulfenia]]
</gallery>
</center>
 
== Note ==
<references/>
<div class= style="-moz-column-count: 2; column-count: 2;">
<references />
</div>
 
== Bibliografia ==
* AA. VV., ''Aquileia: gli affreschi nella cripta della Basilica'', edito dalla Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, Udine, 1976;
* [[Giuseppe Del Bianco]] - ''La Guerra e il Friuli'', Tipografia D. Del Bianco e Figlio, Udine, 1937 (4 voll);
* AA. VV., ''Cjanâl dal Fier (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, secondo volume)'', Istituto A. Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 1999;
* Graziadio Isaia Ascoli - ''Saggi ladini'', Archivio Glottologico Italiano, Milano, 1873;
* AA. VV., ''Friul: popul e lenghe'', Clape Cultural Aquilee, Udine, 1972;
* AA.VV. - ''L'Italia, Friuli Venezia Giulia'', Vol. XXI, pag. 20-57, Touring Editore S.r.l. e La Biblioteca di Repubblica, Milano, 2005.
* AA. VV., ''Friûl des culinis, I (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, sesto volume)'', Istituto A. Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 2004;
* AA.VV. - ''Aquileia - gli affreschi nella cripta della Basilica'', edito dalla Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone 1976 - Udine;
* AA. VV., ''Il Tagliamento'', Cierre edizioni, Sommacampagna, 2006;
* AA.VV. - ''Tieris di Aquilee - (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, primo volume)'', Istituto A.Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 1997;
* AA. VV. -, ''CjanâlLagune dalde FierGravo e de Maran - (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, secondoquinto volume)'', Istituto A. Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 19992002;
* AA. VV., ''L'Italia, Friuli-Venezia Giulia'', Vol. XXI, pag. 20-57, Touring Editore S.r.l. e La Biblioteca di Repubblica, Milano, 2005.
* AA.VV. - ''Tieris di Cividât e de Badie di Rosacis (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, terzo volume)'', Istituto A.Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 2000;
* AA. VV., ''Miniatura in Friuli- crocevia di civiltà'', Grafiche Editoriali Artistiche Pordenonesi - Deputazione di storia patria per il Friuli - Convegno internazionale a Passariano Udine 4-5 ottobre 1985 - Pordenone 1985;
* AA.VV. ''Tieris di Tisane e di Puart - (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, quarto volume)'', Istituto A.Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 2001;
* AA. VV., ''Monfalcon'', Società Filologica Friulana, Udine 2006;
* AA.VV. - ''Lagune de Gravo e de Maran - (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, quinto volume)'', Istituto A.Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 2002;
* AA. VV., ''FriûlTieris desdi culinis - I -Aquilee (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, sestoprimo volume)'', Istituto A. Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 20041997;
* AA. VV., ''Tieris di Cividât e de Badie di Rosacis (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, terzo volume)'', Istituto A. Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 2000;
* AA.VV. ''Miniatura in Friuli- crocevia di civiltà'', Grafiche Editoriali Artistiche Pordenonesi - Deputazione di storia patria per il Friuli - Convegno internazionale a Passariano Udine 4-5 ottobre 1985 - Pordenone 1985;
* AA. VV., ''Tieris di Tisane e di Puart (Miti, fiabe e leggende del Friuli storico, quarto volume)'', Istituto A. Tellini e Chiandetti, Reana del Rojale, 2001;
* AA.VV. '' Monfalcon ''- Società Filologica Friulana - Udine 2006;
* [[Graziadio Isaia Ascoli]] - ''Saggi ladini'', Archivio Glottologico Italiano, Milano, 1873;
* AA.VV. - ''Il Tagliamento'' - Cierre edizioni - Sommacampagna (VR)- a cura dell'Università di Udine, Cierre edizioni, Circolo Menocchio - 2006;
* Renzo Balzan, ''Deutsch Friaul - Friûl todesc '', Ribis, Udine, 1997;
*Furio Bianco, ''1511: la crudel zobia grassa. Rivolte contadine e faide nobiliari in Friuli tra '400 e '500'', Ed. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 1996;
* Anna Bogaro, '' Marketing furlan'', Camera di Commercio di Udine, 2005;
* Anna Bogaro, ''Marketing furlan'', Camera di Commercio di Udine, 2005;
* Elisabeth Crouzet Pavan, '' Venezia trionfante, gli orizzonti di un mito '', Editore Enaudi, Torino 2001;
* Zuan Bosniac, Otorino Burel, ''Cjartis geografichis a stampe dal Friul dai secui XVI e XVII'', Clape cultural Aquilee, Udine, 1980;
* Gianfranco D'Aronco, ''Miscellanea di studi e contributi (1945- 2000)''- - Università degli studi di Udine - Centro internazionale per la ricerca sulla cultura e la lingua del Friuli - Società Filologica Friulana - Udine 2003;
* Barbara Cinausero Hofer, Ermanno Dentesano, ''Dizionario toponomastico. Etimologia, corografia, citazioni storiche, bibliografia dei nomi di luogo del Friuli storico e della Provincia di Trieste'', Ribis editore, Udine, 2011;
* Antonio De Cillia, ''Friuli regione di passaggio - dagli scambi neolitici all'attuale economia mondo'' - Editrice Universitaria Udinese srl - Udine 2002;
* Elisabeth Crouzet Pavan, ''Venezia trionfante, gli orizzonti di un mito '', Einaudi, Torino, 2001;
* Gianfranco Ellero, ''Storia dei friulani'', - Arti Grafiche Friulane, Udine, ed. 1977;
* [[Gianfranco ElleroD'Aronco]], ''ViaggioFriuli inregione Friulimai 1965-1978'',nata. Arti20 Graficheanni Friulanedi lotte per l'autonoma 1945-1964'', UdineTricesimo 19781983;
* [[Gianfranco ElleroD'Aronco]], Borghesan C. ''GjeografieMiscellanea furlanedi studi e contributi (1945- 2000)'', Università degli studi di Udine - Centro internazionale per la ricerca sulla cultura e la lingua del Friuli - Società Filologica friulana,Friulana - Udine, 20012003;
* Antonio De Cillia, ''Friuli regione di passaggio: dagli scambi neolitici all'attuale economia mondo'', Editrice Universitaria Udinese, Udine 2002;
* Franco Fabbro, ''Il cjâf dai furlans '', Kappa Vu edizioni, Udine 2000;
* Giuseppe Del Bianco, ''La Guerra e il Friuli'', Tipografia D. Del Bianco e Figlio, Udine, 1937, (4 voll);
* Gianfranco Ellero, Borghesan Giuliano, ''Gjeografie furlane'', Società Filologica friulana, Udine, 2001;
* Gianfranco Ellero, ''Storia dei friulani'', Ed. Arti Grafiche Friulane, Udine, 1977;
* Gianfranco Ellero, ''Viaggio in Friuli 1965-1978'', Arti Grafiche Friulane, Udine, 1978;
* [[Franco Fabbro]], ''Il cjâf dai furlans'', Kappa Vu edizioni, Udine, 2000;
* Franco Finco, Barbara Cinausero, Ermanno Dentesano, ''Nons furlans di luc/Nomi friulani di luogo'', Società Filologica Friulana, Udine, 2004;
* [[Renato JacuminIacumin]], ''Lotte contadine nel Friuli orientale'', Doretti, Udine, 1974;
* Pier Silverio Leicht, ''Parlamento friulan'', Zanichelli, Bologna, 1917;
* Tito Maniacco, ''Storia del Friuli'', ed. Newton & Compton, Roma 2002;
* Igor Londero, ''"Pa sopravivence, no pa l'anarchie" - forme di autogestione nel Friuli terremotato: l'esperienza della tendopoli di Godo (Gemona del Friuli)'', Forum, Udine, maggio 2008;
* Giuseppe Marchetti, ''Le chiesette votive del Friuli'', Società Filologica Friulana, Udine 1972;
* Mario[[Tito MartinisManiacco]], ''LeStoria Roggedel di Udine e PalmaFriuli'', -ed. Newton Edizione& RibisCompton, - Udine - dicembreRoma, 2002;
* GianGiuseppe Carlo MenisMarchetti, ''StoriaFriuli deluomini Friulie tempi'', SocietàCamera Filologicadi Friulanacommercio, Udine, - II ed. 19741959;
* GianGiuseppe Carlo MenisMarchetti, ''ILe mosaicichiesette cristianivotive didel AquilieaFriuli'', DelSocietà BiancoFilologica Friulana, Udine, 19651972;
* Josef Marchet, ''Cuintristorie dal Friul'', Risultive, Udine, 1974;
* A.Missio e G. Toniutti,''Antiche case friulane'', Roberto Vattori Ed., Tricesimo (UD) 1987;
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* Faustino Nazzi, ''Il Duce lo vuole - la probizione dello sloveno nella vita religiosa della Slavia Friulana '' - Cooperativa Lipa Editrice - S.Pietro al Natisone 1995;
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* PioGian PaschiniCarlo Menis, ''Storia del Friuli'', ArtiSocietà GraficheFilologica FriulaneFriulana, Udine 1975- II ed. 1974;
* Gian Carlo Menis, ''Storie dal popul furlan'', Clape cultural Aquilee, Udine, 1974;
* Francesco Placereani, '' La nestre storie'', Associazion dai Longobarts, (testi in friulano, italiano, tedesco e inglese), Cividale 1990;
* [[Roberto Meroi]], ''Il Teatro Nuovo Giovanni da Udine'', Edizioni Leonardo, 2008;
* Guido Quazza, ''La decadenza italiana nella storia europea'', Einaudi - Torino 1971;
* [[Roberto Meroi]], ''Intervista immaginaria a Tiziano Tessitori'', Designgraf, Udine, 2017;
* [[Aldo Rizzi]], '' Tiepolo a Udine - Palazzo Arcivescovile, Duomo, Chiesa della Purità e Musei'' -Del Bianco Editore - 1974;
* [[Roberto Meroi]], ''La batae'', Ribis, 1983;
* Aldo Rizzi, "Mostra della Pittura Veneta del [[Settecento]] in Friuli", 1966;
* [[Roberto Meroi]], ''Le chiese di Udine'', Edizioni della Laguna, 2000;
* Aldo Rizzi, "Il Friuli", Del Bianco - Udine 1970;
* [[Roberto Meroi]], ''Mandi Trieste'', Editoriale Programma, 2013;
* Aldo Rizzi, "Capolavori d'arte in Friuli", Electa - Milano 1976;
* [[Roberto Meroi]], ''Storia e attualità delle scuole udinesi'', Edizioni della Laguna, 2010;
* Aldo Rizzi, "Friuli-Venezia Giulia", Electa - Milano 1979;
* [[Roberto Meroi]], ''Uomini e tempi dello sport nel Friuli e nella Venezia Giulia'', Edizioni Italo Svevo, 2006;
* Aldo Rizzi, "Profilo di storia dell'arte in Friuli - dalla [[Preistoria]] al [[Gotico]], Del Bianco -Udine 1975;
* A. Missio, G. Toniutti, ''Antiche case friulane'', Roberto Vattori Ed., Tricesimo (UD), 1987;
* Aldo Rizzi, "Il [[Seicento]]", Del Bianco - Udine 1969;
* Faustino Nazzi, ''Il Duce lo vuole - la proibizione dello sloveno nella vita religiosa della Slavia Friulana'' - Cooperativa Lipa Editrice, S. Pietro al Natisone, 1995;
* Aldo Rizzi, "Il [[Settecento]], Del Bianco - Udine 1967;
* Faustino Nazzi, ''La proibizione dell'uso della lingua tedesca nella vita liturgica della Val Canale'' - Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Udine, 1984;
* Bruno Rossi ''La musica in Friuli'', Ribis, Udine, 1979;
* Gianni Nazzi, ''Trieste e il Friuli. Opinioni a confronto'', postfazione di Antonio Comelli, Edizioni Ribis - Clape cultural Aquilee, Udine, 1996;
* Antonio Saltini, Eugenio Segalla, ''Dieci secoli di agricoltura, 50 anni di Coldiretti'', Udine 1995;
* Gianni Nazzi, ''Venezia e il Friuli. Opinioni a confronto'', postfazione di Sergio Cecotti, Edizioni Ribis - Clape cultural Aquilee, Udine, 1997;
* Sergio Salvi ''Il Friuli'', in ''Le nazioni proibite'' , Valecchi, Firenze, 1973;
* Gianni Nazzi, ''Dizionario biografico friulano'', IV Edizione, Designgraf, Udine, 2007;
* Sergio Salvi ''La minoranza ladino-friulana'' in ''Le lingue tagliate'', Rizzoli editore, Milano 1975;
* [[Pio Paschini]], ''Storia del Friuli'', Arti Grafiche Friulane, Udine, 1975;
* Giorgio Valussi, ''Il Confine nordorientale d'Italia'', Ed. Lint - Trieste 1972;
* Francesco Placereani, ''La nestre storie'', Associazion dai Longobarts, (testi in friulano, italiano, tedesco e inglese), Cividale, 1990;
* Guido Quazza, ''La decadenza italiana nella storia europea'', Einaudi, Torino, 1971;
* [[Aldo Rizzi]], ''Capolavori d'arte in Friuli'', Electa - Milano 1976;
* [[Aldo Rizzi]], ''Friuli-Venezia Giulia'', Electa, Milano, 1979;
* [[Aldo Rizzi]], ''Il [[XVII secolo|Seicento]]'', Del Bianco, Udine, 1969;
* [[Aldo Rizzi]], ''Il [[XVIII secolo|Settecento]]'', Del Bianco, Udine, 1967;
* [[Aldo Rizzi]], ''Il Friuli'', Del Bianco, Udine, 1970;
* [[Aldo Rizzi]], ''Mostra della Pittura Veneta del [[XVIII secolo|Settecento]] in Friuli'', 1966;
* [[Aldo Rizzi]], ''Profilo di storia dell'arte in Friuli - dalla [[Preistoria]] al [[Gotico]]'', Del Bianco, Udine, 1975;
* [[Aldo Rizzi]], ''Tiepolo a Udine - Palazzo Arcivescovile, Duomo, Chiesa della Purità e Musei'', Del Bianco, Udine, 1974;
* [[Bruno Rossi]] ''La musica in Friuli'', Ribis, Udine, 1979;
* Antonio Saltini, Eugenio Segalla, ''Dieci secoli di agricoltura, 50 anni di Coldiretti'', Udine, 1995;
* [[Sergio Salvi]], ''Il Friuli'', in ''Le nazioni proibite'', Valecchi, Firenze, 1973;
* [[Sergio Salvi]], ''La minoranza ladino-friulana'' in ''Le lingue tagliate'', Rizzoli editore, Milano, 1975;
* Raimondo Strassoldo, ''Friuli la soluzione finale'', Clape cultural Aquilee, Udine, 2005;
* Giorgio Valussi, ''Il Confine nordorientale d'Italia'', Lint, Trieste, 1972;
* Guido Zannier ''El Friulano'', Departimento de Linguistica de la Universidad Montevideo, Montevideo, 1972.
=== Autori classici ===
* [[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe Condita]]''
* [[Strabone]], ΓΕΩΓΡΑΦΙΚΑ[[Geografia (Strabone)|Γεωγραφικά (Geografia)]], Libro V
 
== Voci correlate ==
* [[Bandiera del Friuli]]
* [[Bassa Friulana]]
* [[Friuli orientale]]
*[[Strada dei Castelli Orientali|Strada dei castelli orientali]]
* [[Bisiacaria]]
* [[Carnia]]
* [[Carni]]
* [[Castellieri]]
* [[Cultura dei castellieri]]
* [[Collio (regione fisica)]]
* [[Lingua friulana]]
* [[Lista di toponimiToponimi dei comuni in lingua friulianafriulana]]
* [[Mandamento di Portogruaro]]
* [[Provincia di Gorizia]]
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* [[Sappada]]
* [[Slavia friulana]]
* [[Terremoto del Friuli del 1976]]
* [[Antonio Andreuzzi]]
* [[Giovanni Battista Cella]]
 
== Altri progetti ==
==Collegamenti esterni==
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{fur}} [http://www.friul.net Friul.net]
* [(fur, it) http://www.ilfriulifilologicafriulana.it Il Friuli.it]Udine
* [(fur, eng) http://www.nuovofriuliserling.com Il Nuovo FVG]org
* (fur) http://www.ondefurlane.eu {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200511022116/https://ondefurlane.eu/ |data=11 maggio 2020 }} Radio Onde urlane Udine
* {{cita web|http://www.ilfriuli.it|Il Friuli.it}}
* {{cita web|http://www.nuovofriuli.com|Il Nuovo FVG}}
* {{fur}} [http://www.lapatriedalfriul.org/ La patrie dal Friûl]
* [{{cita web|http://www.friulinelmondo.com/ |Ente Friuli nel mondo]}}
* {{es}}cita [web|1=http://www.friulanos.com.ar |2=Friulanos en Argentina]|lingua=es|accesso=4 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060115034633/http://www.friulanos.com.ar/|dataarchivio=15 gennaio 2006|urlmorto=sì}}
* [httphttps://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&q=Via+Castelliere,+33036+Mereto+di+Tomba+Udine,+Friuli-Venezia+Giulia,+Italia&layer=&ie=UTF8&sll=41.895888,12.489052&sspn=11.247897,20.390625&om=1&z=18&ll=46.060673,13.06261&spn=0.002561,0.006738&t=h Castelliere] vista aerea (google maps), in comune di Mereto di Tomba (Udine) località Castelliere.
* {{fur}} [http://www.ildiari.eu Il diari] - mensile in lingua friulana scaricabile gratuitamente e finanziato dalla regione Friuli-VG. Il sito è stato creato nel 2007.
* {{lingue|fur}} {{|it}} [http://www.minud.it Sito delle minoranze linguistiche della prov. di UD] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20201202213225/http://www.minud.it/ |data=2 dicembre 2020 }} - sito della Provincia di Udine dedicato interamente alle minoranze linguistiche (friulani - sloveni - germanofani). Sono presenti le sezioni storia, lingua, letteratura e corso interattivo di lingua friulana. Le sezioni relative alla lingua slovena e tedesca, sono in preparazione. Il sito è stato creato nel 2007.
 
== Comuni del Friuli storico ==
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