Platonismo: differenze tra le versioni

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Il '''platonismo''' è una corrente [[filosofia|filosofica]] risalente a [[Platone]].
[[ImmagineFile:Plato-raphael.jpg|thumb|rightt|200px|[[Platone]] (particolare da ''[[La scuola di Atene]]'')]]
 
Il filosofo greco affermava l'esistenza di una più alta verità: le [[idea|Idee]], delle forme ideali eterne, immutabili, e incorruttibili, da cui ha origine il mondo sensibile, quale noi lo percepiamo, soggetto al divenire, alla corruzione, e alla morte.
La dottrina platonica veniva insegnata in una scuola fondata nel [[387 a.C.]] dallo stesso [[Platone]], situata in un luogo appena fuori le mura di [[Atene]], chiamata [[Accademia]] dal nome dell'eroe di guerra Accademo[[Academo]] che aveva donato agli ateniesi un terreno che divenne un giardino aperto al pubblico dove Platone faceva filosofia con i suoi discepoli.
[[Immagine:Plato-raphael.jpg|thumb|rightt|200px|[[Platone]] (particolare da ''[[La scuola di Atene]]'')]]
 
== Suddivisione in periodi ==
Il platonismo è solitamente suddiviso in tre periodi:
*[[Platonismo]] antico propriamente detto;
*[[Medioplatonismo]]<ref>Gli studiosi parlano di '''[[medioplatonismo']]'' per caratterizzare l'interpretazione data alla filosofia di [[Platone]] durante i primi secoli dell'[[impero romano|età imperiale]]. <br/>
Il prefisso ''medio-'' cela un pregiudizio nei confronti dei pensatori di quest'epoca, considerata una semplice età di transizione tra il platonismo scettico di epoca [[ellenismo|ellenistica]] e il [[neoplatonismo]], sviluppatosi a partire dal [[III secolo]].
Solo negli ultimi decenni gli storici della filosofia (cfr. J. Dillon, ''The Middle Platonists'', Cornell Un. Press, ThacaIthaca, N.Y. 1977) hanno iniziato a rivalutare la filosofia di [[impero romano|età imperiale]], arrivando a cogliere l'originalità e la specificità proprie dei pensatori ''medioplatonici''.</ref>, risalente all'età imperiale (I-II sec.secolo d.C.);
*[[Neoplatonismo]], sviluppatosi alla fine del mondo antico, in età [[ellenismo|ellenistica]]: più che un periodo del platonismo, è da molti considerato una vera e propria corrente filosofica.
 
Va precisato ad ogni modo che si tratta di suddivisioni operate dagli studiosi in tempi recenti.
I neoplatonici ad esempio, pur ampliando e modificando il significato originario della filosofia di Platone, intendevano porsi in linea di continuità con la sua dottrina.
Si consideravano dei semplici [[esegesi|esegeti]] piuttosto che degli innovatori. Questo perché, come feceroaccadde con tutti gli altri pensatori che nel corso dei secoli si richiamarono al filosofo ateniese (si pensi a Plotino, Agostino, Ficino), nella loro fedeltà a Platone essi erano convinti che la [[verità]] fosse qualcosa che si "scopriva", non si "inventava", per cui il modo più autentico di far filosofia consisteva nella riflessione su quelle verità eterne (le [[Idea|Idee]]), che in quanto tali restavano inalterate nel tempo e trascendevano la storia. Merito di Platone era appunto quello di aver scoperto per primo l'universalità e immutabilità della verità.
 
Si può dire pertanto che il platonismo è stato inteso ora come un'unica corrente filosofica (nell'ottica dei platonici stessi) rimasta perennemente fedele a se stessa, ora come una forma di interpretazione e rielaborazione di Platone che, pur sempre, prendeva da lui ciò che maggiormente si adattava al passare dei secoli.
 
== Definizioni ==
Per le difficoltà sopra accennate, con il termine ''platonismo'' oggi si possono designare una diversità di definizioni:
 
*la prima riguarda evidentemente la dottrina [[Platone|platonica]] così come viene identificata nella [[storia della filosofia]];
 
*la seconda quelle teorie e correnti filosofiche che si rifanno alla filosofia platonica inserendola nell'ambiente [[cultura]]le e storico del tempo , come il platonismo [[medioevofilosofia medievale|medioevalemedievale]] e quello [[Rinascimentofilosofia rinascimentale|rinascimentale]]. In questa seconda definizione potrebbe rientrarci quellarientrare l'originale dottrina [[neoplatonica]] di [[Plotino]];
 
*la terza, infine, che riguarda la teoria [[epistemologia|epistemologica]] e filosofica secondo la quale esiste al di fuori della realtà sensibile un mondo dove trovano consistenza [[ontologia|ontologica]] [[idea|idee]] e [[concetto|concetti]] [[logica|logici]] e [[matematica|matematici]]. Questa è la teoria che si oppone a quella chiamata ''[[nominalismo]]''.
 
== Il platonismo nel mondo antico ==
[[ImmagineFile:Carneades.jpg|right|150px]]
Bisogna premettere che lo stesso Platone non esplicitò quale fosse la precisa realtà delle idee se non facendo ricorso al [[mito]]. Della teoria delle idee infatti sussistono in base all'analisi delle opere ''[[La repubblicaRepubblica (dialogo)|la Repubblica]]'', il ''[[Fedone]]'', il ''[[Simposio (dialogo)|Simposio]]'' e il ''[[Parmenide (dialogo)|Parmenide]]'' e anche limitatamente in alcuni [[dialogo|dialoghi]] [[Socrate|socratici]], una un'interpretazione [[filosofia del linguaggio|linguistica]], secondo cui, data la diversità delle cose designate dallo stesso nome, l'idea non sarebbe altro che la trasposizione ideale di quel nome, oppure, come faceva intendere il ''mito della caverna'', una concezione per cui le idee non sarebbero altro che le pure forme geometriche prive di quella materialità indispensabile a raffigurarle materialmenteconcretamente.
 
È quest'ultima l'interpretazione che si afferma con [[Speusippo]] e [[Senocrate]] nell'[[Accademia di Atene|Accademia]], la scuola fondata da Platone. I due filosofi infatti pensano, secondo una concezione di tipo [[Pitagora|pitagorico]], che le idee siano i numeri che, nella indistizionenell'indistinzione pitagorica di geometria e matematica, venivano rappresentati geometricamente.
 
Con i successivi discepoli della scuola platonica, [[Arcesilao]] e [[Carneade]] la dottrina del maestro assume le connotazioni dello [[scetticismo filosofico|scetticismo]] sino a giungere nel [[I secolo]] a quella mescolanza di varie dottrine che è l'[[eclettismo]] che si esprime nel cosiddetto ''Platonismo[[medioplatonismo|platonismo medio]]''.
 
== Il platonismo nel Medioevo ==
[[ImmagineFile:Augustinus 1.jpg|150pxupright=0.7|thumb|Sant'Agostino]]
Con la diffusione del [[Cristianesimo]] assume particolare importanza la dottrina platonica (allanella qualeriformulazione comunqueoperata sida era[[Plotino]] giàoggi sovrapposta quelladenominata [[neoplatonismo|neo-platonica]]), che viene adattata dai [[Patristica|Padri della Chiesa]] a costituire il fondamento teorico del [[pensiero cristiano]]. Così [[Sant'Agostino]] dirà che la filosofia platonica era stata quella che più si avvicinvaavvicinava al Cristianesimo soprattutto per la concezione dell'[[anima]], sostanza spirituale distinta nettamente dal corpo che ne rappresenta la tomba, e per l' oggettiva realtà ideale del Bene oggetto di conoscenza ed insieme supremo principio morale.
 
Pur fondendo nella sua mente la filosofia platonica con i [[dogma|dogmi]] rivelati, Agostino apportò alcune modifiche all'originario pensiero platonico, adattandolo alle esigenze della speculazione cristiana: comeegli rivaluta infatti la dimensione terrena, che era stata frotemente svilita da Platone, e lo stesso accade per la teoria delle [[idee]], che il filosofo cristiano riprende ma trasfigurandole e identificandole con la seconda persona della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]]: il [[Logos|Verbo]]. Così per Agostino la conoscenza avviene tramite le idee, che sono diventate i pensieri di Dio, che noi intuiamo non per [[reminiscenza]], come nell'originaria dottrina platonica, ma per ''[[illuminazione (filosofia)|illuminazione]]'': è Dio, suprema Verità, che rende intellegibiliintelligibili, illumina, tutte le cose.
Con la diffusione del [[Cristianesimo]] assume particolare importanza la dottrina platonica (alla quale comunque si era già sovrapposta quella neo-platonica), che viene adattata dai [[Patristica|Padri della Chiesa]] a costituire il fondamento teorico del pensiero cristiano. Così [[Sant'Agostino]] dirà che la filosofia platonica era stata quella che più si avvicinva al Cristianesimo soprattutto per la concezione dell'[[anima]], sostanza spirituale distinta nettamente dal corpo che ne rappresenta la tomba, e per l' oggettiva realtà ideale del Bene oggetto di conoscenza ed insieme supremo principio morale.
 
Pur fondendo nella sua mente la filosofia platonica con i [[dogma|dogmi]] rivelati, Agostino apportò alcune modifiche all'originario pensiero platonico, adattandolo alle esigenze della speculazione cristiana: come accade per la teoria delle idee che il filosofo cristiano riprende ma trasfigurandole e identificandole con la seconda persona della [[Trinità]]: il [[Logos|Verbo]]. Così per Agostino la conoscenza avviene tramite le idee, che sono diventate i pensieri di Dio, che noi intuiamo non per [[reminiscenza]], come nell'originaria dottrina platonica, ma per ''illuminazione'': è Dio suprema Verità che rende intellegibili, illumina, tutte le cose.
 
Ancora nel [[secolo XIII]] in [[San Bonaventura]] permaneva il tema della illuminazione divina sia pure riservandolo ai concetti spirituali. Secondo l'autore cristiano infatti mentre la sensibilità era strumento opportuno per l'anima, che attraverso la realtà [[empirismo|empirica]] giungeva alla formazione dei concetti universali, per la conoscenza dei principi spirituali occorreva l'illuminante [[grazia divina]].
{{QuoteCitazione|Qualunque siano le disposizioni interiori, queste non hanno alcun potere senza l'aiuto della Grazia divina. Ma questa è concessa solo a coloro che la chiedono (...) con fervida preghiera. È la preghiera il principio e la sorgente della nostra elevazione. (...) CosíCosì pregando, siamo illuminati nel conoscere i gradi dell'ascesa a Dio.}}
 
La via dell'illuminazione, è dunque quella che porta a cogliere le [[essenza (filosofia)|essenze]] eterne, e ad alcuni permette persino di accostarsi a Dio [[misticismo|misticamente]]. L'illuminazione guida anche l'azione umana, in quanto solo essa determina la ''[[sinderesi]]'', cioè la disposizione pratica al bene. Permane qui, com'è chiaro, il valore conoscitivo e morale del mondo ideale platonico ma il tutto è trasfigurato dall'esigenza religiosa della salita dell'uomo verso Dio.
[[ImmagineFile:Johannes-Scotus-Erigena.jpg|150pxupright=0.7|thumb|Giovanni Scoto Eriugena]]
 
Seguendo l'interpretazione di [[Dionigi Areopagita]], l'irlandese [[Scoto Eriugena]], traduttore in latino del ''[[Corpus Areopagiticum''Dionysianum]] e autore del ''Periphyseon'' (o ''De divisione naturae''), ribadisce la concezione che le idee sussistono nel Verbo ma non coincidono con esso. Le idee infatti sono creature del Padre.<ref>Il Padre è identificato con l'Essenza, il Figlio con la Virtù e lo spirito Santo con colui che opera la processione dall'Uno al molteplice degli enti individuati.</ref>
 
Nella [[Scuola di Chartres|Scuola platonica di Chartres]], rifacendosiche si rifà soprattutto a [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]], si ribadisce la concezione della creazione dell'delle idee dal Padre e, nelle concezioni sull'origine del cosmo (cosmogonie), elaborate dalla stessa scuola, si sostiene , seguendo l'interpretazione di [[Calcidio]] del ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' platonico, che lo Spirito Santo sarebbe quello che Platone chiama ''[[Anima del mondo'']], riprendendo così la tesi di [[Pietro Abelardo]]. I filosofi della scuola di Chartres, assimilando lo Spirito Santo all'anima del mondo platonica e identificando l'[[immanenza]] di questa nella Natura, si avviavano verso una visione [[panteismo|panteistica]] del creato.<ref>Fra i vertici della scuola di Chartres, [[Gilberto Porretano]] si spinse a chiamare Dio come essenza e divinità, descrivendolo come essenza semplice e come divinità semplice, che si identifica con la prima delle dieci [[categoria (filosofia)#Categorie aristoteliche|categorie aristoteliche]] o dei dieci generi platonici di Eriugena (chiamati anche forme dai latini), quella della [[sostanza (filosofia)#La sostanza nel pensiero medioevale|sostanza]]; le tre divine persone si derivano dall'applicazione delle altre forme inerenti alla sostanza divina: le categorie di qualità e quantità (per derivare i Corpi umani e divini del Padre e del Figlio) e quella di relazione (per derivare lo Spirito Santo). La Scuola di Chartres cadde in una sorta di [[subordinazionismo]] delle persone all'unità della sostanza divina, al quale seguì un acceso dibattito sulla natura della relazione delle persone divine, da intendersi come realtà ovvero come esseri di ragione.</ref>
 
Nel corso del [[XIII secolo]] si comincia a perdere l'interesse per la speculazione platonica e, a parte la scuola [[Sanscuola Francesco|francescana]], gli studi s'indirizzano alla dottrina [[aristotelismo|aristotelica]] così come era stata interpretata dai filosofi arabi che vi avevano immesso aspetti neoplatonici.
 
== Il Platonismo rinascimentale ==
[[File:Angel Appearing to Zacharias (detail) - 1486-90.JPG|thumb|[[Marsilio Ficino]], [[Cristoforo Landino]], [[Angelo Poliziano]] e [[Demetrio Calcondila]]. Affresco di [[Domenico Ghirlandaio]] in [[Santa Maria Novella]] (Firenze)]]
[[File:Zaccaria in the temple by dghirlandaio.jpg|200px|thumb|Marsilio Ficino (primo a sinistra)]]
Il platonismo rinasce verso la fine del [[XIV secolo]] nell'ambiente [[Umanesimo|umanistico]] italiano. Vengono istituite cattedre universitarie di greco e la fuga dei dotti [[Bisanzio|bizantini]] a seguito della conquista [[Impero ottomano|ottomana]] in Italia , permettono con il loro insegnamento del greco di leggere e interpretare i testi platonici in quella lingua quasi del tutto sconosciuta nel medioevo.
 
Durante la prima metà del XIV secolo l'interesse degli studiosi di Platone è rivolto agli aspetti politici e morali del suo pensiero. È con [[Marsilio Ficino]] che Platone comincia ad essere considerato sotto una prospettiva [[metafisica]] e religiosa. Ficino, che aveva tradotto in latino tutte le opere attribuite a Platone e anche l'opera di Plotino, scrive la sua ''Theologia Platonica'' interpretando Platone in una chiave di lettura che oggi definiamo neoplatonica, anche se lui non faceva distinzione tra platonismo e neoplatonismo. Egli concepisce infatti il platonismo come una [[prisca theologia|filosofia universale]], depositaria di una verità che, essendo eterna, è valida in tutte le epoche, non solo al tempo di Platone. Ficino è convinto che ci sia una continuità di pensiero che da [[Pitagora]] all'[[orfismo]], passando per Socrate e Platone e Aristotele, giunga senza interruzione al Neoplatonismo e al Cristianesimo. DaI Ficino i[[filosofia rinascimentale|filosofi successivi]] a Ficino con interessi religiosi seguiranno questa suamedesima linea d'interpretazione.
 
== Il Platonismo delmoderno '600==
Proprio al platonismo ficiniano si rifarrannorichiameranno pensatori del [[XVII secolo]] della [[scuola di [[Cambridge]] come H.[[Henry More]] e R.[[Ralph Cudworth]] che, in polemica con il [[materialismo]] di [[Hobbes]], sosterranno l'[[innatismo]] delle verità matematiche e dei principi morali. Contro il sistema materialistico e [[meccanicismo|meccanicistico]] di Hobbes si svilupperà anche il [[finalismo]] di derivazione platonica di [[Gottfried Leibniz|Leibnitz]].
 
Con l'affermazione della nuova scienza [[Galileo Galilei|Galilei]], seppure critico del finalismo, riprendeva da Platone l'innatismo e, in polemica con la [[fisica aristotelica|fisica qualitativa]] dell'aristotelismo, sosteneva l'interpretazione dei fenomeni naturali in termini quantitativi e matematici («''Il gran libro della natura è scritto in caratteri matematici''»).
 
In ogni caso va considerato che il pensiero platonico restava, grazie all'[[neopitagorismo|eredità pitagorica]] che esso portava, il pensiero matematico-geometrico per eccellenza.
 
==L'eclisse Eclissi e recupero del platonismo ==
Il platonismo, per l'[[empirismo]] e l'[[illuminismo]] [[XVIII secolo|settecentesco]], diviene sinonimo di [[metafisica]] e [[trascendenza]], e in quanto tale per lo più rigettato. [[Kant]] si mantiene in questa prospettiva, ma anche lui richiama il termine platonico ''[[idea]]'' per designare gli oggetti della ragione (anima, mondo, Dio). La concezione dell'idea tornerà ad essere centrale nella filosofia [[hegel]]iana. Anche nel materialismo di [[Schopenhauer]] le idee, prima tappa dell'oggettivazione della volontà, sono da considerare forme e modelli universali.
 
Nozioni del platonismo verranno riprese in età [[romanticismo|romantica]] dagli [[idealismo tedesco|idealisti]], in particolare da [[Schelling]], come quella di [[anima del mondo]], ed anche la concezione dell'Idea tornerà ad essere centrale nella filosofia [[hegel]]iana. Analogamente in [[Schopenhauer]] le idee, prima tappa dell'oggettivazione della [[volontà]], sono da considerare forme e modelli universali.<ref>Schopenhauer assimila la volontà alla cosa in sé di [[Kant]], e la sua rappresentazione oggettiva all'idea di [[Platone]] (''Il mondo come volontà e rappresentazione'', § 31).</ref>
==Il platonismo matematico==
[[Immagine:GeorgCantor.jpg|thumb|right|160px|Georg Cantor]]
Sebbene ormai lontano dalla concezione iniziale, il termine platonismo si ripresenta nella concezione [[realismo|realistica]] degli enti logici e matematici. Nel [[1935]], P.Bernays definisce gli oggetti matematici «''distaccati da ogni legame con il soggetto riflettente''» sembrando riprendere quanto già Platone aveva sostenuto nella ''Repubblica'' dove affermava che la matematica è «''conoscenza di ciò che esiste eternamente, non di qualcosa che viene ad essere in qualche momento e cessa di essere.»
 
Di orientamento platonista fu poi l'[[idealismo inglese]].<ref>{{cita pubblicazione|url=https://filosofianeoscolastica.vitaepensiero.it/direct_free_download.php?id=379465&idv=|autore=[[Adriano Bausola]]|capitolo=L'idéalisme en Angleterre. De Coleridge à Bradley, di Jean Pucelle|editore=[[Vita e Pensiero (casa editrice)|Vita e Pensiero]]|pp= 559-560|titolo=Analisi d'opere|rivista="[[Rivista di Filosofia Neo-Scolastica]]"|data=settembre-dicembre 1958|volume=50|numero=5-6|ISSN=0035-6247}}</ref>
Così [[Georg Cantor]], padre della moderna teoria degli insiemi, sosteneva apertamente che :«''l'insieme è qualcosa di simile all'idea platonica''».
In Italia [[Julius Evola]] incorporò elementi della metafisica platonica (o neo-platonica) nella sua visione di una spiritualità [[via romana agli dei|pagana romana]] rinnovata, in opposizione alla modernità e al cristianesimo. [[Arturo Reghini]], esoterista italiano e iniziale collaboratore di Evola, promosse il neoplatonismo come fondamento per il recupero delle antiche tradizioni [[Religione romana|religiose romane]].<ref>Christian Giudice, ''Occult Imperium: Arturo Reghini, Roman Traditionalism, and the Anti-Modern Reaction in Fascist Italy'', Oxford University Press, 2022 ISBN 978-0197610244.</ref>
 
== Il platonismo matematico ==
Sebbene ormai lontano dalla concezione iniziale, il termine platonismo si ripresenta nella concezione [[realismo (filosofia)|realistica]] degli enti logici e matematici. Nel [[1935]], P.[[Paul Bernays]] definisce gli oggetti matematici «''distaccati da ogni legame con il soggetto riflettente''»<ref>"Sur le platonisme dans les mathématiques", in ''L'Enseignement mathématique'', 1 serie, vol. 34, pp. 52-69 (la citazione è a pag. 53).</ref> sembrando riprendere quanto già Platone aveva sostenuto nella ''Repubblica'' dove affermava che«Che la matematicageometria è «''conoscenzala scienza di ciò che esistesempre eternamenteè, e non di qualcosaciò che vienein adun esserecerto momento si genera e in qualcheun altro momento eperisce»,<ref>Platone cessa''Repubblica'', Libro VII, 527B, a cura di essereGiovanni Reale e Roberto Radice, Milano, Bompiani, 2009, p.» 775.</ref>
 
Così [[Georg Cantor]], padre della moderna teoria degli insiemi, sosteneva apertamente che : «''l'insieme è qualcosa di simile all'idea platonica''».
Nella prima elaborazione del suo pensiero [[Bertrand Russell|Russell]] seguiva il platonismo del suo maestro [[Frege]], il primo propugnatore del [[logicismo]], cioè la prospettiva secondo la quale la matematica, in quanto costituita da proposizioni analitiche, è riducibile alla logica.
 
Colui che può essere considerato il maggiore sostenitore di una visione platonista della matematica è [[Kurt GodelGödel]], sostenitore della realtà degli enti matematici: «''Ma classi e concetti possono anche essere concepiti come oggetti reali, cioèe precisamente le classi come '"pluralità di cose" o come strutture consistenti di una pluralità' di cose, e i concetti come le proprietà e le relazioni trafra esse, entrambicose esistenti indipendentemente dalle nostre definizioni oe costruzioni.».<ref>Kurt Gödel, "La logica matematica di Russell" (1944), in: ''»Opere'', Volume 2: 1938-1974, Torino, Bollati Boringhieri, 2002, p. 133. </ref> Una teoria ardita questa del realismo della matematica dalla quale GodelGödel però esclude che numeri e funzioni possano considerarsi delle realtà fisiche.
 
== Il platonismo odierno ==
==Note==
Nuovi studi su Platone sono stati inaugurati, a partire dalla seconda metà del Novecento, dalla cosiddetta "Scuola platonica di [[Tubinga]]" di [[Hans Krämer]], seguita in Italia dalla "Scuola di [[Milano]]" di [[Giovanni Reale]], portatrici di un nuovo [[paradigma]] interpretativo di Platone riguardante le sue [[Dottrine non scritte di Platone|dottrine non scritte]].
 
Ad una visione neoplatonica si rifà inoltre lo scienziato inglese [[Rupert Sheldrake]], nel formulare la sua teoria dei campi morfici,<ref name=Gallerani>{{cita web|autore=Filippo Falzoni Gallerani|url=https://www.karmanews.it/2860/luniverso-misterioso-dei-campi-morfici/|titolo=L'universo misterioso dei campi morfici|anno=2014}}</ref> in quanto afferma che la [[forma (filosofia)|forma]] degli esseri viventi e persino la [[memoria]] risiedono in un campo invisibile di idee, dal quale vengono attinti [[pensiero|pensieri]] e [[comportamenti]].<ref>Emmanuel Anati, [https://books.google.it/books?id=Dgcc97wL3GEC&pg=PA88 ''Le Origini e il problema dell'homo religiosus'', pag. 88], Jaca Book, 1989.</ref> Questa concezione infatti si contrappone a quella aristotelica dell'[[entelechia]] secondo cui tutto risiede nella materia. {{citazione|All'origine della vita e delle forme esiste un modello preesistente su cui si organizza la materia. In fondo, prima di [[David Bohm|Bohm]], ne aveva parlato Platone con il suo mondo delle idee.|Rupert Sheldrake<ref name=Gallerani/>}}
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlateBibliografia ==
* AA. VV., ''Marsilio Ficino e il ritorno adi Platone'', Studi e documenti a cura di G. Garfagnini, 2 voll., Firenze, 1986;.
* Luciano Albanese, ''La tradizione platonica. Aspetti del platonismo in Occidente,'' Bulzoni, Roma 1993.
* Werner Beierwaltes (a cura di),, ''Platonismus in der Philosophie des Mittelalters'', Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1969.
* Mauro Bonazzi, ''Il platonismo'', Einaudi, Torino 2016, ISBN 978-88-06-21689-4.
* Brian P. Copenhaver, Charles B. Schmitt, (1992) ‘Platonism’, in Brian P. Copenhaver (a cura di), ''Renaissance Philosophy'', Oxford, Oxford University Press, 1992, pp 127-195.
* Heinrich Dörrie, Matthias Baltes (a cura di), ''Der Platonismus in der Antike'', Stuttgart, Frommann-Holzboog, 1987-1996, (4 volumi).
* John Dillon, ''I medioplatonici. Uno studio sul platonismo (80 a.C.-220 d.C.)'', Mioano, Vita e Pensiero, 2010.
* Eugenio Garin, ''Studi sul Platonsmo medievale'', Firenze, Le Monnier, 1958.
*Merlan Philip Merlan, ''Dal platonismo al neoplatonismo'',ed. Vita e Pensiero, Milano 1994, ISBN 8834308050 88-343-0805-0.
*AA. VV.Paolo Prini (curatore), ''Il neoplatonismo nel Rinascimento'', RomaIstituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1993;.
 
== Voci correlate ==
*[[Platone]]
*[[Medioplatonismo]]
*[[Neoplatonismo]]
*[[Accademia neoplatonica]]
*[[Filosofia della matematica]]
*[[Lista dei Platonici antichi]]
 
== Altri progetti ==
==Bibliografia==
{{interprogetto|wikt=platonismo}}
*Merlan Philip, ''Dal platonismo al neoplatonismo'',ed. Vita e Pensiero 1994, ISBN 8834308050
*M.T.Brocchieri, ''Introduzione ad Abelardo'', Laterza, Roma - Bari, 1988;
*AA. VV., ''Il neoplatonismo nel Rinascimento'', Roma, 1993;
*AA. VV., ''Marsilio Ficino e il ritorno a Platone'', Firenze, 1986;
*Massimo Bucciantini: ''Galileo e Keplero. Filosofia, cosmologia e teologia nell'Età della Controriforma'', Einaudi, Torino, 2003. ISBN 8806165968
*Italo Aimonetto, ''Il fondamento del teorema di Gödel: da [[Giuseppe Peano|Peano]] a [[Gottlob Frege|Frege]] e [[Bertrand Russell|Russell]]'' - Rivista ''Filosofia'' - Torino
 
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