Johann Gottfried Herder: differenze tra le versioni
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{{F|filosofi tedeschi|giugno 2014}}
{{Bio
|Nome = Johann Gottfried
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|GiornoMeseMorte = 18 dicembre
|AnnoMorte = 1803
|Epoca = 1700
|Attività = filosofo
|Attività2 = teologo
|
|Nazionalità = tedesco
|Immagine = Johann Gottfried Herder 2.jpg
}}
== Biografia ==
Nato a Mohrungen nella [[Prussia orientale]] dal maestro di scuola Gottfried ([[1706]]
Conclusi gli studi secondari, su consiglio del [[chirurgo]] militare russo J.
Nel [[1764]], divenuto [[Pastore (religione)|pastore]] [[Luteranesimo|luterano]], andò a insegnare a [[Riga]], città baltica a sovranità russa ma che godeva di un'ampia autonomia; scrisse un'[[ode]] per l'incoronazione della zarina [[Caterina II di Russia|Caterina]] e celebrò la memoria di [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]]. Qui pubblicò anche i suoi primi scritti di [[estetica]] e di [[critica letteraria]]: ''Sulla diligenza dello studio delle lingue'', del 1764, i ''Frammenti sulla recente letteratura tedesca'', del [[1767]], ''Sugli scritti di Thomas Abbt'', del [[1768]], e le ''Selve critiche'', del [[1769]]. Nel maggio [[1766]] fu iniziato in [[Massoneria]] nella [[Loggia massonica|loggia]] di Riga ''Zum Schwerdt'' (Alla Spada), fondata l'anno prima e appartenente al Regime della Stretta Osservanza
<ref name="Teresina Zemella 1984, p. 145">Teresina Zemella, ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', traduzione di Teresina Zemella, Milano, 1984, p. 145.</ref>
<ref>[[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 392-393, nota 1.</ref>.
Per una malattia agli occhi, è costretto a fermarsi due mesi, nel [[1770]], a
Nel [[1771]] Herder fu [[predicatore]] alla corte del conte Wilhelm von Schaumburg-Lippe a [[Bückeburg]], dove pubblicò nel [[1772]] il ''Saggio
<ref>[[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, p. 393, nota 1.</ref>.
Nel [[1788]] intraprese un viaggio in [[Italia]], visitando [[Roma]], [[Napoli]], [[Firenze]] e [[Venezia]], ritornando a Weimar nel giugno [[1789]] e rimanendovi fino alla morte.
Numerose le opere composte in questi ultimi 25 anni: ''Plastica'' e ''Il conoscere e il sentire
== Il pensiero di Herder ==
=== Alle origini del problema della lingua ===
Nel suo primo scritto del [[1764]],
Il problema che deriva da questa premessa è quello di come sarà mai possibile comprendere realmente le lingue straniere e ancor più le lingue morte, il [[lingua greca antica|greco]] e il [[lingua latina|latino]], che pure stanno a fondamento della [[cultura
Ogni lingua nazionale, in quanto sorge dall{{'}}''humus'' della terra che la nutre, ha dunque un elemento
=== Lingua e nazione ===
Proprio perché patriota e cultore delle caratteristiche nazionali di ogni lingua, Herder è ostile al regime prussiano di [[Federico II di Prussia|Federico II]], denunciando nei suoi ''Fragmente über die neuere deutsche Literatur'' (1767) la politica culturale prussiana, allora improntata all'imitazione dei modelli francesi, ostacolo allo sviluppo della [[cultura tedesca|cultura]] e della [[lingua tedesca]] «lingua nazionale originale e peculiare, creazione di genere proprio, con affinità con le altre lingue ma che ha in sé il proprio [[archetipo]]».
[[
Allora,
Se ogni nazione e ogni lingua hanno un proprio distinto carattere, anche ogni individuo, che quella lingua parla e appartiene a una singola nazione, deve possedere una particolare caratterizzazione; per Herder (''
Chi studiasse una personalità dovrà allora «spiare gli istanti in cui l'anima si spoglia e si offre». La conoscenza avviene stringendoci «alla maniera di pensare dell'altro e [apprendendo] la saggezza come attraverso un bacio»; non è importante ciò che si pensa ma come si pensa: «Ascoltiamo volentieri pensatori e inventori e teste originali parlare del metodo con cui pensano, anche quando ci danno solo embrioni di concetti e di pensieri non elaborati, appena sbozzati: non importa ''quello'' che Bacone ha pensato, è importante ''come'' pensava»<ref name="Johann Gottfried Herder 1993"/>.
Anche le nazioni hanno caratteristiche proprie, derivanti dalla loro generazione: «la generazione nazionale resta la stessa per millenni se non ha mescolanze estranee e opera con più forza se rimane avvinta alla sua terra come una pianta» e se avviene che influssi stranieri vi vengono introdotti, lo spirito nazionale non può che risentirne in negativo, come avvenne al tempo di [[Carlo Magno]]: «Orde di monaci e di preti franchi, la spada in una mano e la croce nell'altra, introdussero in Germania l'idolatria papale, i peggiori residui delle scienze romane e il gergo più volgare [...] la lingua dei monaci recò eterna barbarie alla lingua del paese e, penetrando nelle fibre della letteratura, avvelenò lo spirito nazionale [...] ora i popoli tedeschi sono spogliati della loro nobiltà per la loro mescolanza, hanno perduto la loro natura durante una lunga servitù di pensiero [...] se la Germania fosse stata guidata soltanto dalla mano del tempo al filo della sua stessa cultura,
=== La poesia popolare ===
[[
Negli scritti ''Vom Geist der
Conseguenza di questa posizione è l'ostilità verso i modelli letterari [[classicismo (letteratura)|classici]], considerati artificiosi e
Per Herder «quanto più è selvaggio, cioè vivo e liberamente operante un popolo, tanto più selvaggi, cioè vivi, liberi, sensibili e liricamente operanti devono essere i suoi canti», opponendo i [[canti popolari]] «all'artificiosa, sovraccarica, gotica maniera delle moderne odi filosofiche e [[Pindaro|pindariche]] inglesi [...] all'artificiosa maniera [[Quinto Orazio Flacco|oraziana]] dei tedeschi [...] [[Ossian]], i canti dei selvaggi, dei bardi, le romanze, le poesie provinciali, ci porterebbero su una via migliore».
=== L'origine del linguaggio ===
Già nei ''Frammenti sulla moderna letteratura tedesca'' Herder aveva abbozzato una storia del [[linguaggio]], indicando come «nella sua infanzia una lingua manda fuori, come un bambino, suoni monosillabici, rozzi e alti. Una nazione, nel suo primo stato selvaggio, come un bambino fissa ogni oggetto: il terrore, la paura e poi la meraviglia sono le uniche sensazioni di cui, il bambino come la nazione, è capace, e la lingua che esprime queste sensazioni è fatta di suoni e di gesti»; proseguendo nel suo sviluppo, il bambino, come la nazione, razionalizza le sensazioni elaborandole con l'intelletto.
Nel ''Saggio sull'origine del linguaggio'', del [[1772]], che fu presentato in un concorso all'Accademia di [[Berlino]], si pone il problema se il linguaggio umano abbia un'origine naturale o divina. Un linguaggio di natura, fatto di suoni, caratteristico degli animali, esiste: è, dice Herder, il «grido della sensazione»; ma l'uomo è in grado di andare oltre: «l'uomo non è legato a una sola opera, per cui debba agire senza migliorarsi; può cercare nuovi campi d'azione, non è una macchina infallibile nelle mani della natura e ogni sua idea non è opera immediata della natura, ma è la sua propria opera». L'uomo si distacca dalla natura, producendo da sé le sue opere e dunque la sua storia.
Il distacco dalla natura avviene grazie alla riflessione che l'uomo «deve possedere fin dal primo istante in cui egli è uomo. Essa deve mostrarsi nel primo pensiero del bambino»: {{citazione|[...] l'uomo rivela la riflessione quando la forza della sua anima opera così liberamente da separare un'onda dall'oceano delle sensazioni, le quali penetrano attraverso i sensi, così da trattenerla e volgere la propria attenzione su di essa. Egli mostra riflessione quando può, nell'ondeggiante sogno delle immagini che passano innanzi ai suoi sensi, raccogliersi in un momento di veglia, liberamente soffermarsi sopra un'immagine, prenderla in chiara e calma considerazione, separarne alcuni contrassegni. Egli, infine, mostra riflessione quando può non solo conoscerne vivamente e chiaramente tutte le proprietà, ma anche riconoscerne una o più proprietà distintive
Poiché «non posso pensare il primo pensiero umano senza dialogare o tendere a dialogare», poiché «il primo segno verbale è anche parola di comunicazione con gli altri», la storia del linguaggio coincide con la [[storia dell'umanità]]. A questa storia della totalità degli esseri umani ciascun individuo porta il suo contributo, per minimo che possa essere: «non c'è nessuna creatura della mia specie che non operi per l'intera specie».
=== La filosofia della storia ===
Dalla teoria dell'origine della lingua, l'umanità emerge come artefice del proprio destino, creatrice della sua storia: inizialmente non
Nell{{'
[[
Sembrerebbe la descrizione di un ciclo naturale e positivo; ma come spiegare la fine del mondo antico, il crollo drammatico dell'Impero? Per Herder, l'[[impero romano]] rovinò perché volle distruggere i [[Volksgeist|caratteri nazionali]], ignorare le tradizioni dei singoli popoli, organizzare come un meccanismo la vita umana: dopo la sua caduta vi fu «un mondo completamente nuovo di lingue, di costumi,
La rivalutazione del [[Medioevo]] è ben esplicita ma è motivata dall'essere stato, quel periodo, una «grande cura dell'intera specie grazie a una violenta agitazione», senza tradursi, in Herder, nell'esaltazione di un modello politico. La critica di Herder va tuttavia al sistema politico del suo tempo, al «libero pensiero», al cosmopolitismo, a quanto doveva rendere felici gli uomini, ridotti a un «gregge governato filosoficamente». La felicità, per Herder, non può essere il derivato di un'unica causa valida ovunque, perché «ogni nazione ha in se stessa il centro della sua felicità».
Nell'animo umano si formano determinate disposizioni che, a un certo grado del loro sviluppo, si arrestano, cristallizzandosi e impedendo all'individuo ulteriori assimilazioni: «lo si chiami pure pregiudizio, volgarità, gretto nazionalismo, ma il pregiudizio è utile, rende felici, spinge i popoli verso il loro centro, li fa più saldi, più fiorenti alla loro maniera, più fervidi e quindi più felici nelle loro inclinazioni e nei loro obbiettivi [...] la nazione più ignorante, più ricca di pregiudizi, è spesso la prima: l'epoca delle immigrazioni di desideri stranieri, dei viaggi di speranze all'estero, è già una malattia, è una pienezza d'aria, una malsana gonfiezza, un presentimento di morte».
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Herder non crede dunque alla prospettiva illuministica di un progressivo avvicinamento alla felicità e alla virtù degli esseri umani; tuttavia, riconosce come sia ben viva nell'animo umano la ricerca della felicità e questo suo tendere a una condizione che vada oltre il proprio stato è pure un progresso reale, un effettivo sviluppo.
Nelle successive ''Idee sulla filosofia della storia dell'umanità'', Herder cercò di dimostrare che l'uomo era lo scopo autentico, «il fiore della creazione», secondo una visione che ha dei contatti con la teoria dell'evoluzione naturale; mentre «l'intera storia dell'umanità è una pura storia naturale delle forze, operazioni, tendenze umane secondo luogo e tempo», la sua filosofia, il suo significato
=== L'estetica ===
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Egualmente fa sua la considerazione dello [[Johann Georg Hamann|Hamann]] per il quale «la poesia è la lingua materna del genere umano: al modo stesso che il [[giardino]] è più antico del campo arato, la [[pittura]] della [[scrittura]], il canto della declamazione, il baratto del commercio. Un sonno più profondo era il riposo dei nostri antichissimi progenitori; e il loro movimento una danza tumultuosa. Passarono sette giorni nel silenzio della riflessione o dello stupore; e aprirono la bocca a pronunziare motti alati. Parlavano sensi e passioni, e non intendevano se non immagini. E d'immagini è composto tutto il tesoro della conoscenza e della felicità umana».
[[
Nella sua ''
L'[[Poema epico|epica]] si distingue dalla [[storia]] perché «non racconta solo quello che è accaduto, ma lo descrive interamente, come è accaduto e come non altrimenti sarebbe potuto accadere, nel corpo e nello spirito» e l'arte non solo generò la storia ma prima ancora « creò forme di dei e di eroi, purificò le selvagge rappresentazioni e le favole popolari, i titani, i mostri, le gorgoni, ponendo confini e leggi alla disordinata fantasia di uomini ignoranti».
Le belle arti e le belle lettere educano l'uomo e lo rendono sensibile: vi sono poi arti specifiche, come la ginnastica e la danza, che educano il corpo, altre, o come la pittura, la scultura e la musica, che educano i sensi più nobili, ossia la vista, il tatto e l'udito. Da ciò l'opinione di Herder che la teoria delle belle arti dovesse essere formulata a partire dall'[[ottica]], dalla [[fisiologia]] e dall'[[acustica]] - la poesia educa l'[[intelletto]] e la [[Immaginazione|fantasia]]. Il poeta è infatti un artista dell'intelletto e della fantasia: «l'estetica non designa che una parte della [[logica]]: ciò che chiamiamo [[gusto (filosofia)|gusto)]], non è che un vivido e rapido giudizio che non esclude la verità e la profondità, ma anzi le presuppone e le promuove. Le poesie didascaliche non sono che una filosofia sensibile: la [[favola]], che è poi l'esposizione di una dottrina generale, è verità in atto [...] la [[filosofia]], esposta e applicata umanamente, è non solo un'arte bella ma è la madre del bello. la [[retorica]] e la poesia devono a essa quello che hanno di educativo, di utile, di veramente gradevole».
=== La polemica con Kant ===
Nel [[1798]] Herder pubblica
[[
La conoscenza è intesa da Herder come "metaschematizzazione": il dato sensibile proveniente dall'esterno all'individuo, non si trasforma immediatamente in pensiero, ma viene elaborato dall'intelletto, attraverso una metastasi: «
Come la ragione non organizza i dati sensibili, allo stesso modo non riconosce «nessun ordine e alcuna armonia nella [[natura]], non deve riconoscerli neppure nella natura morale, perché se ordine a armonia sono indipendenti dalla ragione nella natura sensibile, lo sono molto di più nella natura morale, perché
== Bibliografia ==
=== Opere ===
* Johann Gottfried Herder, ''Sämtliche Werke'', a cura di B. Suphan et al., Berlin, 1877-1913, 33 volumi.
* Johann Gottfried Herder, ''Werke'', a cura di U. Gaier et al., Frankfurt am Main, 1985-1998, 10 volumi.
*{{Cita libro|lingua=de
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=== Traduzioni italiane ===
* ''Ancora una filosofia della storia per
* ''Idee per la filosofia della storia
* ''Giornale di viaggio 1769'', Milano,
* ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', traduzione di Teresina Zemella, Milano, 1984.
* '' Ernst e Falk Dialoghi per liberi muratori'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 59-116.</ref>
* ''Dialogo intorno a una società invisibile-visibile'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 153-163.</ref>
* ''Fama Fraternitatis - Sullo scopo della Framassoneria, come essa appare dall'esterno'', Milano, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 172-183.</ref>
* ''L'anello del sigillo di Salomone - Una continuazione del precedente dialogo'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 183-192.</ref>
* ''Dio, Dialoghi sulla filosofia di Spinoza'', Milano, Franco Angeli, 1992.
* ''Metacritica: passi scelti'', Roma, Editori Riuniti, 1993.
* ''Saggio sull'origine del linguaggio'', Parma, Pratiche Editrice, 1993.
* ''Plastica'', Palermo, Aesthetica, 1994.
* ''Dialogo su una società invisibile-visibile'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 188-213.</ref>.
* ''Massoni'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 214-219.</ref>.
* ''Fama Fraternitatis o Sullo scopo della Libera Muratoria, come essa appare dall'esterno'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 222-247.</ref>.
* ''L'anello con sigillo di Salomone'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 250-271.</ref>.
*''Iduna, o il pomo del ringiovanimento'', Pisa, ETS, 2019.
=== Studi ===
* Hans Adler, Wulf Koepke (a cura di), ''A Companion to the Works of Johann Gottfried Herder'', Rochester, Camden House, 2009.
* [[Isaiah Berlin]], ''Vico e Herder. Due studi sulla storia delle idee'', Roma, 1978.
* Robert T. Clark, Jr. ''Herderː His Life and Thought'', Berkeley, University of California Press, 1969.
*
* Michael N. Forster, ''Herder's Philosophy'', New York, Oxford University Press, 2018.
* M. Gennari, ''Storia della Bildung'', Brescia, 1995.
* R. Pascal, ''La poetica dello Sturm und Drang'', Milano, 1957.
* F. Rizzo, ''Note sulla fortuna di Herder in Italia'', in "Atti dell'Accademia Pontaniana", vol. XXV, Napoli, 1977.
* Valerio Verra, ''Linguaggio, mito e storia. Studi sul pensiero di Herder'', a cura di [[Claudio Cesa]], Pisa, 2006.
==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[8158 Herder]]
* [[Edgar Quinet]]
* [[Premio Herder]]
* [[Herderkirche]]
* [[Nazionalismo tedesco]]
* [[Preromanticismo]]
* [[Storicismo]]
*''[[Volksgeist]]
== Altri progetti ==
{{
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{SEP|herder|Johann Gottfried von Herder|Michael Forster}}
{{
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[[Categoria:Autori romantici]]
[[Categoria:Esponenti dello Sturm und Drang]]
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[[Categoria:Storicismo]]
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