Johann Gottfried Herder: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Salnitrum (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
(162 versioni intermedie di 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{F|filosofi tedeschi|giugno 2014}}
[[Immagine:herder.jpg|thumb|220px|right|<center><small>Johann Gottfried Herder</small><center>]]
{{Bio
|Nome = Johann Gottfried
Riga 11:
|GiornoMeseMorte = 18 dicembre
|AnnoMorte = 1803
|Attività = filosofo
|Epoca = 1700
|Attività = filosofo
|Attività2 = teologo
|AttivitàAltreAttività3 = &#32;e letterato
|Nazionalità = tedesco
|Immagine = Johann Gottfried Herder 2.jpg
}}
 
== Biografia ==
Nato a Mohrungen nella [[Prussia orientale]] dal maestro di scuola Gottfried ([[1706]] - [[1763]]) e dalla sua seconda moglie, Anna Elisabeth Peltz ([[1717]] - [[1772]]), dal [[pietismo]] della famiglia egli assorbì un forte interesse religioso. Le condizioni economiche della sua famiglia erano modeste ma furono in grado di assicurare ai figli una buona istruzione; Herder frequentò le scuole pubbliche di Mohrungen, una cittadina che allora contava {{formatnum:2000}} abitanti. Importante fu la sua conoscenza con il [[diacono]] Trescho, un pietista che impiegò il giovanissimo Herder come factotum, consentendogli in cambio di utilizzare la sua biblioteca .
 
Conclusi gli studi secondari, su consiglio del [[chirurgo]] militare russo J. C. Schwarz-Erla, Herder decise di recarsi a Königsberg per studiare come chirurgo: nel dicembre del [[1762]] lasciò Mohrungen dove non sarebbe più tornato e non avrebbe più rivisto i propri genitori. Iscritto nel [[1762]] all'[[Università di Königsberg]] per studiare teologia, fu allievo di [[Immanuel Kant]]; qui si legò di amicizia con [[Johann Georg Hamann]], patriota [[Illuminismo|anti-illuminista]], sostenitore della prevalenza delle ragioni del sentimento su quelle dell'intelletto, il cui influsso fu determinante per lo sviluppo delle sue teorie.
 
Nel [[1764]], divenuto [[Pastore (religione)|pastore]] [[Luteranesimo|luterano]], andò a insegnare a [[Riga]], città baltica a sovranità russa ma che godeva di un'ampia autonomia; scrisse un'[[ode]] per l'incoronazione della zarina [[Caterina II di Russia|Caterina]] e celebrò la memoria di [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]]. Qui pubblicò anche i suoi primi scritti di [[estetica]] e di [[critica letteraria]]: ''Sulla diligenza dello studio delle lingue'', del 1764, i ''Frammenti sulla recente letteratura tedesca'', del [[1767]], ''Sugli scritti di Thomas Abbt'', del [[1768]], e le ''Selve critiche'', del [[1769]]. Nel maggio [[1766]] fu iniziato in [[Massoneria]] nella [[Loggia massonica|loggia]] di Riga ''Zum Schwerdt'' (Alla Spada), fondata l'anno prima e appartenente al Regime della Stretta Osservanza
Iscritto nel [[1762]] all’Università di [[Kaliningrad|Königsberg]] per studiare teologia, fu allievo di [[Immanuel Kant]]; qui si legò di amicizia con [[Johann Georg Hamann]], patriota antilluminista, sostenitore della prevalenza delle ragioni del sentimento su quelle dell’intelletto, il cui influsso fu determinante per lo sviluppo delle sue teorie.
<ref name="Teresina Zemella 1984, p. 145">Teresina Zemella, ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', traduzione di Teresina Zemella, Milano, 1984, p. 145.</ref>
<ref>[[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 392-393, nota 1.</ref>.
Nel [[1764]], divenuto pastore [[Lutero|luterano]], andò a insegnare a [[Riga]], città baltica a sovranità russa ma che godeva di un'ampia autonomia; scrisse un'ode per l'incoronazione della zarina [[Caterina II di Russia|Caterina]] e celebrò la memoria di [[Pietro il Grande]]. Qui pubblicò anche i suoi primi scritti di [[estetica]] e di critica letteraria: ''Sulla diligenza dello studio delle lingue'', del 1764, i ''Frammenti sulla recente letteratura tedesca'', del [[1767]], ''Sugli scritti di Thomas Abbt'', del [[1768]], e le ''Selve critiche'', del [[1769]].
 
QuelloNel stesso anno1769 viaggia per mare fino a [[Nantes]], per visitare la [[Francia]] e [[Parigi]] in particolare; tiene un diario di viaggio, il ''Journal meiner Reise im Jahre 1769'', con il quale si proponeva di conoscere «il mondo e gli uomini dal punto di vista della [[politica]], dello [[Stato]] e delle finanze». A Parigi conobbe [[Denis Diderot|Diderot]] e [[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|d'Alembert]] e acconsentì all'nvitoinvito del [[principe vescovo]] di [[Lubecca]] di accompagnare il figlio da [[Amburgo]] per un viaggio di istruzione in Francia. Raggiunta Amburgo, riparte con il figlio del vescovo per Stasburgo[[Strasburgo]]: durante il viaggio, a [[Darmstadt]], conosce Caroline Flachsland, che sposerà tre anni dopo.
 
Per una malattia agli occhi, è costretto a fermarsi due mesi, nel [[1770]], a [[Strasburgo]], rinunciando all'istruzione del giovane principe; conosce [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], studente nell'[[Università di Strasburgo|Università]] di quella città; frutto dei loro numerosi colloqui fu ''Intorno al carattere e all’arteall'arte dei tedeschi'', saggi pubblicati nel [[1773]], che costituiscono una sorta di manifesto del movimento dello "[[Sturm und Drang]]".<ref name=Muse>{{cita libro | titolo=Le Muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1965 | volume=5 | p=502}}</ref>
 
Nel [[1771]] Herder fu [[predicatore]] alla corte del conte Wilhelm von Schaumburg-Lippe a [[Bückeburg]], dove pubblicò nel [[1772]] il ''Saggio sull’originesull'origine del linguaggio'', nel [[1774]] ''Ancora una filosofia della storia per l’educazionel'educazione dell’umanitàdell'umanità'' e nel [[1776]], sul significato del [[Genesi]], il saggio ''Il più antico documento del genere umano''. Lasciata Bückeburg nel 1776, dopo la morte della moglie del conte Wilhelm, Marie Eleonore, la sua maggiore protettrice, Herder ottenne, grazie alle raccomandazioni di Goethe, l'incarico di Sovrintendente generale del clero alla corte di [[Weimar]]. Qui si affiliò alla [[Massoneria|loggia massonica]] ''Anna Amalia zu den Drei Rosen'' (Anna Amalia alle Tre Rose), fondata nel 1764 e frequentata da Bode, [[Christoph Martin Wieland|Wieland]] e Goethe, e il primo luglio del [[1783]] aderì all'ordine degli [[Illuminati]] col nome di "Damasus Pontifex", in una loggia presieduta da Bode.<ref name="Teresina Zemella 1984, p. 145"/>.
<ref>[[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, p. 393, nota 1.</ref>.
 
Nel [[1788]] intraprese un viaggio in [[Italia]], visitando [[Roma]], [[Napoli]], [[Firenze]] e [[Venezia]], ritornando a Weimar nel giugno [[1789]] e rimanendovi fino alla morte.
Numerose le opere composte in questi ultimi 25 anni: ''Plastica'' e ''Il conoscere e il sentire dell’animadell'anima'', del [[1778]]; i ''Canti popolari'', del [[1779]]; le ''Lettere sullo studio della teologia'', del [[1781]]; ''Lo spirito della poesia ebraica'', del [[1783]]; il dialogo ''Dio'' del [[1787]]; le ''Idee per la filosofia della storia dell’umanitàdell'umanità'', del [[1791]]; i ''Fogli sparsi'' e le ''Lettere per la promozione dell’umanitàdell'umanità'', del [[1797]]; gli ''Scritti cristiani'', del [[1798]]; due scritti contro la filosofia kantiana, la ''Metacritica'' del [[1799]] e la ''Kalligone'', del [[1800]]; i saggi ''Adrastea'', del [[1803]].
 
== Il pensiero di Herder ==
=== Alle origini del problema della lingua ===
Nel suo primo scritto del [[1764]], [[Ūber''Über den Fleiss in mehererenmehreren gelehertengelehrten Sprachen]]'' (Sulla diligenza nello studio delle lingue), dopo aver ricordato, da teologo qualquale èfu, l’etàl'età dei patriarchi biblici che vissero al tempo in cui non vi era ancora la confusione babelica delle lingue, sostiene che la [[Lingua (idiomalinguistica)|lingua]] è come una pianta che cresce e si sviluppa secondo la terra e il clima nel quale è piantata e pertanto, poiché «ogni lingua ha il suo proprio carattere nazionale», la nostra lingua materna corrisponde al nostro carattere e al nostro peculiare modo di pensare.
 
Il problema che deriva da questa premessa è quello di come sarà mai possibile comprendere realmente le lingue straniere e ancor più le lingue morte, il [[lingua greca antica|greco]] e il [[lingua latina|latino]], che pure stanno a fondamento della [[cultura]] [[Europa|europea]]. Respingendo la possibilità di studiare e comprendere una lingua straniera sulla base di traduzioni in quanto, scrive, si perderebbe «il nocciolo della loro forza, il colorito, lo splendore della schiettezza, il loro sonante ritmo», trova la risposta nella necessità di leggere nella lingua originale ogni spirito che in quella lingua si sia espresso: «Così mi sollevo a lui e do alla mia anima la vastità di ogni [[clima]]» o, altrimenti detto, «raccolgo nella mia anima lo [[spirito del popolo|spirito di ogni [[popolo]]».
 
In questa soluzione sembra essere contenuta una contraddizione: se ogni lingua possiede un proprio differenziato carattere, potremo mai giungere a una reale comprensione di ogni altra lingua a noi straniera? In ogni caso, perPer Herder «nel labirinto delle lingue il filo conduttore deve essere la lingua materna; a essa ci lega un accordo dei nostri organi più fini e delle nostre più delicate attitudini e a queste noi dobbiamo rimanere fedeli».
 
Ogni lingua nazionale, in quanto sorge dall{{'}}''humus'' della terra che la nutre, ha dunque un elemento connon controllabile dalla ragione, e un elemento irrazionale è presente in quel trovare le voci profonde di ogni altra lingua nella «propria anima».
 
=== Lingua e nazione ===
Proprio perché patriota e cultore delle caratteristiche nazionali di ogni lingua, Herder è ostile al regime prussiano di [[Federico II di Prussia|Federico II]], denunciando nei suoi ''Fragmente über die neuere deutsche Literatur'' (1767) la politica culturale prussiana, allora improntata all'imitazione dei modelli francesi, ostacolo allo sviluppo della [[cultura tedesca|cultura]] e della [[lingua tedesca]] «lingua nazionale originale e peculiare, creazione di genere proprio, con affinità con le altre lingue ma che ha in sé il proprio [[archetipo]]».
 
[[ImmagineFile:Peter der-Grosse 1838.jpg|thumb|right|180pxupright=0.8|<small>Ritratto di [[Pietro il Grande]] di [[Hippolyte Delaroche|Paul Delaroche]]</small>]]
Allora, ilal concetto di "patriota" era associato quello di difensore della libertà municipale o repubblicana. Herder non crede nella [[democrazia]] - quali potevano essere esempio, a quel tempo, le istituzioni [[Svizzera|svizzere]] - ma considera che uomo libero sia «poter essere un uomo onesto e cristiano, possedere in pace, all'ombra del trono, la propria capanna e la propria vigna e godere il frutto del proprio sudore»: un patriottismo monarchico, alla [[Thomas Abbt]], ammiratore della monarchia prussiana; per Herder, anche lo zar [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]] e il dispotismo russo eraerano patriotticopatriottici, in quanto difensoredifensori dello spirito della nazione: «ogni nazione ha le sue ricchezze e proprietà dello spirito, del carattere come del paese» e il compito dello [[Stato]] è «favorire ciò che giace in una nazione e destare ciò che vi dorme».
 
Se ogni nazione e ogni lingua hanno un proprio distinto carattere, anche ogni individuo, che quella lingua parla e appartiene a una singola nazione, deve possedere una particolare caratterizzazione; per Herder (''SugliÜber scrittidie diSchriften von Thomas Abbt'', 1768)<ref name="Johann Gottfried Herder 1993">Johann Gottfried Herder: ''Über die Schriften von Thomas Abbt''. In: ''Werke in zehn Bänden'', hrsg. von Martin Bollacher, Band 2, Deutscher Klassiker Verlag, Frankfurt am Main 1993, S. 570.</ref> l'anima umana è «un individuo nel regno degli spiriti, che sente secondo la sua costituzione singolare», è una «particolarità viva» che si manifesta «dall'intero fondo oscuro della nostra anima, nella cui imperscrutabile profondità dormono forze ignote» cosicché si può dire che «noi non conosciamo nemmeno noi stessi e solo a istanti, come in sogno, cogliamo qualche tratto della nostra vita profonda».
 
Chi studiasse una personalità dovrà allora «spiare gli istanti in cui l'anima si spoglia e si offre». La conoscenza avviene stringendoci «alla maniera di pensare dell'altro e [apprendendo] la saggezza come attraverso un bacio»; non è importante ciò che si pensa ma come si pensa: «Ascoltiamo volentieri pensatori e inventori e teste originali parlare del metodo con cui pensano, anche quando ci danno solo embrioni di concetti e di pensieri non elaborati, appena sbozzati: non importa ''quello'' che Bacone ha pensato, è importante ''come'' pensava»<ref name="Johann Gottfried Herder 1993"/>.
 
Anche le nazioni hanno caratteristiche proprie, derivanti dalla loro generazione: «la generazione nazionale resta la stessa per millenni se non ha mescolanze estranee e opera con più forza se rimane avvinta alla sua terra come una pianta» e se avviene che influssi stranieri vi vengono introdotti, lo spirito nazionale non può che risentirne in negativo, come avvenne al tempo di [[Carlo Magno]]: «Orde di monaci e di preti franchi, la spada in una mano e la croce nell'altra, introdussero in Germania l'idolatria papale, i peggiori residui delle scienze romane e il gergo più volgare [...] la lingua dei monaci recò eterna barbarie alla lingua del paese e, penetrando nelle fibre della letteratura, avvelenò lo spirito nazionale [...] ora i popoli tedeschi sono spogliati della loro nobiltà per la loro mescolanza, hanno perduto la loro natura durante una lunga servitù di pensiero [...] se la Germania fosse stata guidata soltanto dalla mano del tempo al filo della sua stessa cultura, certamantecertamente la nostra cultura sarebbe ora più povera e angusta ma almeno sarebbe fedele alla sua terra, archetipo di se stessa, e non sarebbe così sfigurata e divisa».
 
=== La poesia popolare ===
[[ImmagineFile:SognoFrançois diPascal OssianSimon Gérard 001.jpg|thumb|left|180px|<small>''Il sogno di OsssianOssian'', di [[François Gérard]], [[1801]]</small>]]
Negli scritti ''Vom Geist der EbräischenHebräischen Poesie'' (''Lo spirito della poesia ebraica'') e ''Von deutscher Art und Kunst'' (''Il genere e l'arte tedesca'') Herder individua nella [[poesia]] e in generale nell'[[arte]] l'immediata espressione della vita di un [[popolo]], la forma della sua coscienza, la manifestazione della sua spiritualità, della sua anima profonda (''[[Volksgeist]]''), rifiutando l'idea della poesia come imitazione della natura. Tale concetto è una conseguenza dell'interesse, diffuso nell'[[preromanticismo|Europa pre-romantica]] del tempo, per gli antichi canti dei bardi e delle popolazioni indigene dell'[[Americhe|America]], intesi come fondamentale, perché spontanea, forma di poesia.
 
Conseguenza di questa posizione è l'ostilità verso i modelli letterari [[classicismo (letteratura)|classici]], considerati artificiosi e padantipedanti, e l'inconsistenza del secolare dibattito sull'imitazione degli antichi poeti: - l'imitazione è artificio, porta alla "poesia d'arte", alla creazione di modelli che non possono che essere espressione di mancanzamancare di [[sincerità]], la quale è la prima condizione per l'esistenza della poesia.
 
Per Herder «quanto più è selvaggio, cioè vivo e liberamente operante un popolo, tanto più selvaggi, cioè vivi, liberi, sensibili e liricamente operanti devono essere i suoi canti», opponendo i [[canti popolari]] «all'artificiosa, sovraccarica, gotica maniera delle moderne odi filosofiche e [[Pindaro|pindariche]] inglesi [...] all'artificiosa maniera [[Quinto Orazio Flacco|oraziana]] dei tedeschi [...] [[Ossian]], i canti dei selvaggi, dei bardi, le romanze, le poesie provinciali, ci porterebbero su una via migliore».
 
=== L'origine del linguaggio ===
Già nei ''Frammenti sulla moderna letteratura tedesca'' Herder aveva abbozzato una storia del [[linguaggio]], indicando come «nella sua infanzia una lingua manda fuori, come un bambino, suoni monosillabici, rozzi e alti. Una nazione, nel suo primo stato selvaggio, come un bambino fissa ogni oggetto: il terrore, la paura e poi la meraviglia sono le uniche sensazioni di cui, il bambino come la nazione, è capace, e la lingua che esprime queste sensazioni è fatta di suoni e di gesti»; proseguendo nel suo sviluppo, il bambino, come la nazione, razionalizza le sensazioni elaborandole con l'intelletto.
 
[[Immagine:J. G. Herder.jpg|thumb|right|180px|<center><small>Johann Gottried Herder</small><center>]]
Nel ''Saggio sull'origine del linguaggio'', del [[1772]], che fu presentato in un concorso all'Accademia di [[Berlino]], si pone il problema se il linguaggio umano abbia un'origine naturale o divina. Un linguaggio di natura, fatto di suoni, caratteristico degli animali, esiste: è, dice Herder, il «grido della sensazione»; ma l'uomo è in grado di andare oltre: «l'uomo non è legato a una sola opera, per cui debba agire senza migliorarsi; può cercare nuovi campi d'azione, non è una macchina infallibile nelle mani della natura e ogni sua idea non è opera immediata della natura, ma è la sua propria opera». L'uomo si distacca dalla natura, producendo da sé le sue opere e dunque la sua storia.
 
Il distacco dalla natura avviene grazie alla riflessione che l'uomo «deve possedere fin dal primo istante in cui egli è uomo. Essa deve mostrarsi nel primo pensiero del bambino»: {{citazione|[...] l'uomo rivela la riflessione quando la forza della sua anima opera così liberamente da separare un'onda dall'oceano delle sensazioni, le quali penetrano attraverso i sensi, così da trattenerla e volgere la propria attenzione su di essa. Egli mostra riflessione quando può, nell'ondeggiante sogno delle immagini che passano innanzi ai suoi sensi, raccogliersi in un momento di veglia, liberamente soffermarsi sopra un'immagine, prenderla in chiara e calma considerazione, separarne alcuni contrassegni. Egli, infine, mostra riflessione quando può non solo conoscerne vivamente e chiaramente tutte le proprietà, ma anche riconoscerne una o più proprietà distintive».}} Proprio in questo modo la lingua viene inventata: la qualità di una cosa, che l'uomo ha isolato da tutte le altre, diviene il segno di quella cosa e quel segno è la parola, la «parola dell'anima».
 
Poiché «non posso pensare il primo pensiero umano senza dialogare o tendere a dialogare», poiché «il primo segno verbale è anche parola di comunicazione con gli altri», la storia del linguaggio coincide con la [[storia dell'umanità]]. A questa storia della totalità degli esseri umani ciascun individuo porta il suo contributo, per minimo che possa essere: «non c'è nessuna creatura della mia specie che non operi per l'intera specie».
 
=== La filosofia della storia ===
Dalla teoria dell'origine della lingua, l'umanità emerge come artefice del proprio destino, creatrice della sua storia: inizialmente non c'èsembra esservi posto per la Provvidenza, come a Herder fece notare, disapprovandolo, lo Hamann.
 
Nell{{' }}''Auch eine Philosophie der Geschichte'' (''Ancora una filosofia della storia''), del [[1774]], Herder introduce invece una [[Provvidenza]] che non interviene direttamente nella storia umana, ma raggiunge il suo scopo suscitando forze che indirizzano la [[storia dell'umanità]] nella direzione di sviluppi «così semplici, delicati e meravigliosi quali li vediamo in tutte le produzioni della natura». La storia dell'umanità appare come la vicenda di un singolo individuo: l'[[Oriente (civiltà)|Oriente]] è l'infanzia dell'umanità - e il dispotismo di quegli Stati sarebbe giustificato dalla necessità dell'esercizio dell'autorità nel periodo dell'infanzia - l'[[antico Egitto|Egitto]] ne è la fanciullezza, i [[Fenici]] ne rappresentano l'adolescenza, i [[greciaantica Grecia|Greci]] la giovinezza, «gioia giovanile, grazia, gioco e amore» e i [[Roma antica|Romani]] sono la «maturità del destino del mondo antico».
 
[[ImmagineFile:Herder statuaHerderDenkmal.jpg|thumb|left|180pxupright=0.8|<center><small>Statua di Herder a [[Bückeburg</small><center>]]]]
Sembrerebbe la descrizione di un ciclo naturale e positivo; ma come spiegare la fine del mondo antico, il crollo drammatico dell'Impero? Per Herder, l'[[impero romano]] rovinò perché volle distruggere i [[Volksgeist|caratteri nazionali]], ignorare le tradizioni dei singoli popoli, organizzare come un meccanismo la vita umana: dopo la sua caduta vi fu «un mondo completamente nuovo di lingue, di costumi, d'di inclinazioni». L'intervento dei Germani nella scena della storia fu positivo, apportando nuova linfa e nuovi valori: «le belle leggi e conoscenze romane non potevano sostituire le forze scomparse, non potevano reintegrare nervi che non avvertivano più alcuno spirito vitale, non stimolavano più impulsi spenti e allora nacque nel Nord un uomo nuovo» portatore di nuova forza, nuovi costumi «forti e buoni» e nuove leggi «spiranti coraggio virile, sentimento dell'onore, fiducia nell'intelletto, onestà e timore degli dei».
 
La rivalutazione del [[Medioevo]] è ben esplicita ma è motivata dall'essere stato, quel periodo, una «grande cura dell'intera specie grazie a una violenta agitazione», senza tradursi, in Herder, nell'esaltazione di un modello politico. La critica di Herder va tuttavia al sistema politico del suo tempo, al «libero pensiero», al cosmopolitismo, a quanto doveva rendere felici gli uomini, ridotti a un «gregge governato filosoficamente». La felicità, per Herder, non può essere il derivato di un'unica causa valida ovunque, perché «ogni nazione ha in se stessa il centro della sua felicità».
 
Nell'animo umano si formano determinate disposizioni che, a un certo grado del loro sviluppo, si arrestano, cristallizzandosi e impedendo all'individuo ulteriori assimilazioni: «lo si chiami pure pregiudizio, volgarità, gretto nazionalismo, ma il pregiudizio è utile, rende felici, spinge i popoli verso il loro centro, li fa più saldi, più fiorenti alla loro maniera, più fervidi e quindi più felici nelle loro inclinazioni e nei loro obbiettivi [...] la nazione più ignorante, più ricca di pregiudizi, è spesso la prima: l'epoca delle immigrazioni di desideri stranieri, dei viaggi di speranze all'estero, è già una malattia, è una pienezza d'aria, una malsana gonfiezza, un presentimento di morte».
Riga 91 ⟶ 92:
Herder non crede dunque alla prospettiva illuministica di un progressivo avvicinamento alla felicità e alla virtù degli esseri umani; tuttavia, riconosce come sia ben viva nell'animo umano la ricerca della felicità e questo suo tendere a una condizione che vada oltre il proprio stato è pure un progresso reale, un effettivo sviluppo.
 
Nelle successive ''Idee sulla filosofia della storia dell'umanità'', Herder cercò di dimostrare che l'uomo era lo scopo autentico, «il fiore della creazione», secondo una visione che ha dei contatti con la teoria dell'evoluzione naturale; mentre «l'intera storia dell'umanità è una pura storia naturale delle forze, operazioni, tendenze umane secondo luogo e tempo», la sua filosofia, il suo significato, coincide con la [[storicismo|storia stessa]] dell'umanità: «la [[filosofia della storia]], che persegue la catena della tradizione, è propriamente la vera storia umana», e ogni storia delle singolisingole nazioni si rapporta a un quadro complessivo a formare il piano della Provvidenza. Herder inoltre in quest'opera formulò l'idea, che trovò largo seguito nella cultura tedesca, che la vera culla dell'umanità fosse da ricercare non in Medio Oriente o in Giudea, ma piuttosto in [[Subcontinente indiano|India]].
 
=== L'estetica ===
Riga 98 ⟶ 99:
Egualmente fa sua la considerazione dello [[Johann Georg Hamann|Hamann]] per il quale «la poesia è la lingua materna del genere umano: al modo stesso che il [[giardino]] è più antico del campo arato, la [[pittura]] della [[scrittura]], il canto della declamazione, il baratto del commercio. Un sonno più profondo era il riposo dei nostri antichissimi progenitori; e il loro movimento una danza tumultuosa. Passarono sette giorni nel silenzio della riflessione o dello stupore; e aprirono la bocca a pronunziare motti alati. Parlavano sensi e passioni, e non intendevano se non immagini. E d'immagini è composto tutto il tesoro della conoscenza e della felicità umana».
 
[[ImmagineFile:Raffael 075.jpg|thumb|right|180pxupright=0.8|<small>[[Raffaello Sanzio|Raffaello]]: Il [[Parnaso]], particolare con [[Dante Alighieri|Dante]], [[Omero]] e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]</small>]]
Nella sua ''KaligoneKalligone'' ([[https://books.google.it/books?id=lVRKAAAAcAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_atb&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Leipzig, 1800]]) esprime la convinzione che «il principio del discorrere umano in toni, in gesti, nell'espressione delle sensazioni e dei pensieri per mezzo d'immagini e segni, non poté essere altro che una specie di rozza poesia e tale è presso tutti i popoli selvaggi della terra [...] l'uomo di natura dipinge ciò che vede e come lo vede, vivo, potente, mostruoso: nel disordine o nell'ordine, come lo vede e l'ode, così lo riproduce. Così ordinano le loro immagini non solo tutte le lingue selvagge, ma anche quelle dei greci e dei romani. Come le offrono i sensi, tali le espone il poeta; specialmente [[Omero]] il quale, per ciò che riguarda il nascere e il trapassare delle immagini, segue la natura in modo quasi inarrivabile. Egli dipinge cose e avvenimenti, tratto per tratto, scena per scena, e così gli uomini, quali essi si presentano con i loro corpi, come parlano e agiscono [...] gli dei d'Omero erano così essenziali e indispensabili al suo mondo come sono essenziali al mondo dei corpi le forze del movimento. Senza le decisioni dell'[[Olimpo (Grecia)|Olimpo]] nulla accadeva in terra di ciò che sarebbe dovuto accadere. L'isola magica di Omero nel mare occidentale appartiene alla carta delle peregrinazioni del siosuo eroe con la stessa necessità con la quale essa allora sulla mappa del mondo: indispensabile al suo canto, come sono indispensabili, al severo [[Dante Alighieri|Dante]], i gironi dell'Inferno e del Paradiso».
 
L'[[Poema epico|epica]] si distingue dalla [[storia]] perché «non racconta solo quello che è accaduto, ma lo descrive interamente, come è accaduto e come non altrimenti sarebbe potuto accadere, nel corpo e nello spirito» e l'arte non solo generò la storia ma prima ancora « creò forme di dei e di eroi, purificò le selvagge rappresentazioni e le favole popolari, i titani, i mostri, le gorgoni, ponendo confini e leggi alla disordinata fantasia di uomini ignoranti».
 
Le belle arti e le belle lettere educano l'uomo e lo rendono sensibile: vi sono poi arti specifiche, come la ginnastica e la danza, che educano il corpo, altre, o come la pittura, la scultura e la musica, che educano i sensi più nobili, ossia la vista, il tatto e l'udito. Da ciò l'opinione di Herder che la teoria delle belle arti dovesse essere formulata a partire dall'[[ottica]], dalla [[fisiologia]] e dall'[[acustica]] - la poesia educa l'[[intelletto]] e la [[Immaginazione|fantasia]]. Il poeta è infatti un artista dell'intelletto e della fantasia: «l'estetica non designa che una parte della [[logica]]: ciò che chiamiamo [[gusto (filosofia)|gusto)]], non è che un vivido e rapido giudizio che non esclude la verità e la profondità, ma anzi le presuppone e le promuove. Le poesie didascaliche non sono che una filosofia sensibile: la [[favola]], che è poi l'esposizione di una dottrina generale, è verità in atto [...] la [[filosofia]], esposta e applicata umanamente, è non solo un'arte bella ma è la madre del bello. la [[retorica]] e la poesia devono a essa quello che hanno di educativo, di utile, di veramente gradevole».
 
=== La polemica con Kant ===
Nel [[1798]] Herder pubblica l’ ''[[Eine Metakritik zur Kritik der reinen Vernunft]]'' (Metacritica''Una metacritica alla criticaCritica della ragione pura''), coerentemente affermando essere il linguaggio l’organol'organo della [[ragione]], in contraddizione con il [[dualismo]] [[Immanuel Kant|kant]]iano di [[sensibilità (filosofia)|sensibilità]] e [[intelletto]]. Non esistono leggi [[a priori]] che organizzino la conoscenza, la quale trova invece negli stessi organi dei sensi, che unificano la molteplicità dei dati della realtà, la forma strutturante dell’esperienzadell'esperienza. La [[ragione]], per Herder, è «il complesso organico di tutte le forze umane, il complesso governo della sua natura sensitiva e conoscitiva e volitiva».
 
[[ImmagineFile:Immanuel Kant (painted portrait) c1790.jpg|thumb|leftupright=0.8|180px|<center><small>[[Immanuel Kant</small><center>]]]]
La conoscenza è intesa da Herder come "metaschematizzazione": il dato sensibile proveniente dall'esterno all'individuo, non si trasforma immediatamente in pensiero, ma viene elaborato dall'intelletto, attraverso una metastasi: «l’intellettol'intelletto può esprimere per mezzo di parole i caratteri da lui colti, può parlare in modo che si vedano le cose e che li si intenda»; la ragione è la facoltà che interviene successivamente all'intelletto, giudicando i fatti ordinati dall’intellettodall'intelletto, ordinandoli secondo una connessione propria dell'individuo - la sua cultura - espressa dal linguaggio. Il concetto non s'identifica con la cosa, ma «è soltanto una notizia di essa, così come possiamo averla dal il nostro intelletto e dai nostri organi. Ancor meno la parola: essa deve solo invitarci a conoscere la cosa, a trattenere e riprodurre il concetto; concetto e parola non sono la stessa cosa. La parola dev'essere un’indicazioneun'indicazione del concetto, una sua copia».
 
L’apriorismoL'apriorismo kantiano - i concetti di [[Spazio (fisica)|spazio]] e di [[tempo]] - è una forma vuota per Herder, dal momento che sarebbe una forma di conoscenza non derivante dall'esperienza: «di dove io l'abbia, se sia giunta nella mia anima senza e prima di ogni esperienza, questo non è detto nell’espressionenell'espressione "a priori"». Lo spazio e il tempo sono in realtà le dimensioni nellanelle quali l'individuo agisce: il luogo, il tempo, insieme con l'agire - la "forza", secondo l'espressione herdianaherderiana - sono l'espressione della vita dell’individuodell'individuo nel suo sviluppo: «un’esistenzaun'esistenza viva, non appena viene posta, si fa esperienza, è esperienza in se stessa, è un essere che si comprende e si rivela nello spazio e nel tempo di forze interne. Il prima e il dopo di questo essere sono congiunti, perché un ''prima'' non potrebbe esistere senza un ''dopo'' che da quello deriva».
 
Come la ragione non organizza i dati sensibili, allo stesso modo non riconosce «nessun ordine e alcuna armonia nella [[natura]], non deve riconoscerli neppure nella natura morale, perché se ordine a armonia sono indipendenti dalla ragione nella natura sensibile, lo sono molto di più nella natura morale, perché l’ordinel'ordine [[morale]], la bontà e la bellezza come proprietà di un essere libero e come la sua più bella conquista riposano su se stesse».
 
== Bibliografia ==
=== Opere ===
* Johann Gottfried Herder, ''Sämtliche Werke'', a cura di B. Suphan et al., Berlin, 1877-1913, 33 volumi.
* Johann Gottfried Herder, ''Werke'', a cura di U. Gaier et al., Frankfurt am Main, 1985-1998, 10 volumi.
*{{Cita libro|lingua=de
|editore=Bibliographisches Institut
|cognome=Johann Gottfried Herder
|titolo=[Opere]. 1
|città=Leipzig und Wien
|accesso=12 marzo 2021
|data=[1903?]
|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=3252140&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL9&pds_handle=}}
*{{Cita libro|lingua=de
|editore=Bibliographisches Institut
|cognome=Johann Gottfried Herder
|titolo=[Opere]. 2
|città=Leipzig und Wien
|accesso=12 marzo 2021
|data=[1903?]
|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=3253259&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL7&pds_handle=}}
*{{Cita libro|lingua=de
|editore=Bibliographisches Institut
|cognome=Johann Gottfried Herder
|titolo=[Opere]. 3
|città=Leipzig und Wien
|accesso=12 marzo 2021
|data=[1903?]
|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=3254374&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL7&pds_handle=}}
*{{Cita libro|lingua=de
|editore=Bibliographisches Institut
|cognome=Johann Gottfried Herder
|titolo=[Opere]. 4
|città=Leipzig und Wien
|accesso=12 marzo 2021
|data=[1903?]
|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=3255393&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL7&pds_handle=}}
*{{Cita libro|lingua=de
|editore=Bibliographisches Institut
|cognome=Johann Gottfried Herder
|titolo=[Opere]. 5
|città=Leipzig und Wien
|accesso=12 marzo 2021
|data=[1903?]
|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=3256516&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL7&pds_handle=}}
 
=== Traduzioni italiane ===
* ''Ancora una filosofia della storia per l’educazionel'educazione dell’umanitàdell'umanità'', [[Torino]], [[Einaudi, 1971]].
* ''Idee per la filosofia della storia dell’umanitàdell'umanità'', [[Bologna]], 1971Zanichelli, 1971.
* ''Giornale di viaggio 1769'', Milano, [[Spirali, 1984]].
* ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', traduzione di Teresina Zemella, Milano, 1984.
*Dio, Dialoghi sulla filosofia di Spinoza, Milano, [[1992]]
* '' Ernst e Falk Dialoghi per liberi muratori'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 59-116.</ref>
*Metacritica, Roma, [[1993]]
* ''Dialogo intorno a una società invisibile-visibile'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 153-163.</ref>
*Saggio sull'origine del linguaggio, [[Parma]], [[1995]]
* ''Fama Fraternitatis - Sullo scopo della Framassoneria, come essa appare dall'esterno'', Milano, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 172-183.</ref>
* ''L'anello del sigillo di Salomone - Una continuazione del precedente dialogo'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984.<ref>in: ''La pietra grezza - I dialoghi per massoni di Lessing e Herder'', Milano, Cisalpino Goliardica, 1984, pp. 183-192.</ref>
* ''Dio, Dialoghi sulla filosofia di Spinoza'', Milano, Franco Angeli, 1992.
* ''Metacritica: passi scelti'', Roma, Editori Riuniti, 1993.
* ''Saggio sull'origine del linguaggio'', Parma, Pratiche Editrice, 1993.
* ''Plastica'', Palermo, Aesthetica, 1994.
* ''Dialogo su una società invisibile-visibile'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 188-213.</ref>.
* ''Massoni'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 214-219.</ref>.
* ''Fama Fraternitatis o Sullo scopo della Libera Muratoria, come essa appare dall'esterno'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 222-247.</ref>.
* ''L'anello con sigillo di Salomone'', Milano, Bompiani, 2014<ref>in: [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-Herder, ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, pp. 250-271.</ref>.
*''Iduna, o il pomo del ringiovanimento'', Pisa, ETS, 2019.
 
=== Studi ===
* Hans Adler, Wulf Koepke (a cura di), ''A Companion to the Works of Johann Gottfried Herder'', Rochester, Camden House, 2009.
*R. Pascal, ''La poetica dello Sturm und Drang'', [[Milano]], [[1957]]
* [[Isaiah Berlin]], ''Vico e Herder. Due studi sulla storia delle idee'', Roma, 1978.
*G. Fichera, ''Umanità e linguaggio nel pensiero di Herder'', [[Padova]], [[1964]]
* Robert T. Clark, Jr. ''Herderː His Life and Thought'', Berkeley, University of California Press, 1969.
* F. Rizzo, ''Note sulla fortuna di Herder in Italia'', in "Atti dell’Accademia Pontaniana", vol. XXV, [[Napoli]], [[1977]]
*I G. BerlinFichera, ''VicoUmanità e Herder.linguaggio Duenel studipensiero sulladi storia delle ideeHerder'', [[Roma]]Padova, [[1978]]1964.
* Michael N. Forster, ''Herder's Philosophy'', New York, Oxford University Press, 2018.
*M. Gennari, ''Storia della Bildung'', [[Brescia]], [[1995]]
* M. Gennari, ''Storia della Bildung'', Brescia, 1995.
* R. Pascal, ''La poetica dello Sturm und Drang'', Milano, 1957.
* F. Rizzo, ''Note sulla fortuna di Herder in Italia'', in "Atti dell'Accademia Pontaniana", vol. XXV, Napoli, 1977.
* Valerio Verra, ''Linguaggio, mito e storia. Studi sul pensiero di Herder'', a cura di [[Claudio Cesa]], Pisa, 2006.
 
==Voci correlateNote ==
<references/>
*[[Edgard Quinet]]
 
== Voci correlate ==
* [[8158 Herder]]
* [[Edgar Quinet]]
* [[Premio Herder]]
* [[Herderkirche]]
* [[Nazionalismo tedesco]]
* [[Preromanticismo]]
* [[Storicismo]]
*''[[Volksgeist]]
 
== Altri progetti ==
{{ipInterprogetto|q|commons}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{SEP|herder|Johann Gottfried von Herder|Michael Forster}}
 
{{Sturm und DrangRomanticismo}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|filosofia|religioni}}
{{Portale|biografie|filosofia|religioni}}
 
[[Categoria:Autori romantici]]
[[be-x-old:Ёган Готфрыд Гердэр]]
[[Categoria:Esponenti dello Sturm und Drang]]
[[bg:Йохан Готфрид фон Хердер]]
[[Categoria:Filosofia romantica]]
[[bn:ইয়োহান গটফ্রিট হের্ডার]]
[[Categoria:Massoni]]
[[bs:Johann Gottfried Herder]]
[[Categoria:Storicismo]]
[[ca:Johann Gottfried Herder]]
[[Categoria:Studiosi di traduzione]]
[[cs:Johann Gottfried Herder]]
[[da:Johann Gottfried von Herder]]
[[de:Johann Gottfried Herder]]
[[en:Johann Gottfried Herder]]
[[eo:Johann Gottfried Herder]]
[[es:Johann Gottfried Herder]]
[[et:Johann Gottfried von Herder]]
[[fi:Johann Gottfried von Herder]]
[[fr:Johann Gottfried von Herder]]
[[he:יוהן גוטפריד הרדר]]
[[ja:ヨハン・ゴットフリート・ヘルダー]]
[[la:Ioannes Gottfriedus Herder]]
[[li:Johann Gottfried Herder]]
[[lv:Johans Gotfrīds Herders]]
[[nl:Johann Gottfried von Herder]]
[[no:Johann Gottfried von Herder]]
[[pl:Johann Gottfried Herder]]
[[pt:Johann Gottfried von Herder]]
[[ro:Johann Gottfried von Herder]]
[[ru:Гердер, Иоганн Готфрид]]
[[sk:Johann Gottfried von Herder]]
[[sl:Johann Gottfried Herder]]
[[sr:Јохан Готфрид фон Хердер]]
[[sv:Johann Gottfried Herder]]
[[uk:Гердер Йоганн Готфрид]]