Monetazione della Sicilia antica: differenze tra le versioni

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{{F|Numismatica|ottobre 2015|Voce del tutto priva di note (eccetto tre note, ovviamente non sufficienti)}}
{{S|numismatica}}
{{C|Voce che mostra un insensato incipit, tratto quasi parola per parola, eccetto la prima riga, dal capitolo di quest'altra voce: [[Monetazione greca#Monetazione della Sicilia antica|Monetazione greca - Monetazione della Sicilia antica]]. La prima riga pur non essendo copiata da un'altra voce wikipediana afferma ugualmente cose errate, poiché nonostante la conquista romana, alla zecca di Siracusa fu comunque concesso di continuare la coniazione in bronzo. È dunque falso che la monetazione cessò del tutto alla completa conquista romana. Non si capisce poi in base a quale fonte (la voce ne è del tutto priva) si sia divisa la monetazione siciliana antica sulle fasce, né perché si comprende la città di Siracusa sia stata trattata come se fosse una "fascia geografica", distaccata da quella meridionale della quale invece fa naturalmente parte. Voce del tutto da rivedere.|Numismatica|ottobre 2015}}
{{Monetazione greca}}
PerLa '''monetazione della Sicilia antica''' si intendeè l'insieme delle monete emessaemesse dalle città della [[Sicilia]] prima della completa conquista da parte dei [[RomaStoria romana|Romani]]ni.
 
Poiché la Sicilia era, al tempo di Augusto, una provincia, la sua monetazione non è tradizionalmente inclusa nell'elenco delle ''Regiones'' dell'Italia, ma studiata separatamente.
 
In Sicilia si trovano:
# PolisCittà greche
# colonieCittà Punichepuniche, essenzialmente a ovest
# insediamentiInsediamenti di popolazioni precedenti all'arrivo dei Greci e dei Cartaginesi Fenicio-Punici
# Città controllate da mercenari: [[Mamertini]], [[Campani]], come è il caso di [[antica Entella|Entella]] e [[Nakone]] (per quest'ultima, si veda la voce [[Monetazione di Nakone]])
# città controllate da mercenari: Mamertines
 
Zecche più importanti
*Nord
* nord
** ([[Himera]], [[Lipari (isola)|Lipara]], [[Termini Imerese|Thermae Himerenses]], [[Tindari|Tyndaris]], Zancle - [[Messina|Messana]])
* ovestOvest
** ([[Mozia|Motya]], [[Segesta]], [[Palermo|Panormus]], [[Solunto|Solus]], [[Agrigento|Agrigentum]], [[Selinuntemonetazione di Selinus|Selinus]])
* estEst
** ([[monetazione di Siracusa|Syracusa]], [[Megara Iblea|Megara Hyblaea]])
* sudSud - ovestest
** ([[Gela (città antica)|Gela]], [[Camarina]], [[Lentini|Leontini]])
* nordNord - est
** ([[Aitna]], [[Catania|Catana]], [[Centuripe|Centuripae]], [[Giardini-Naxos|Naxus]], [[Taormina|Tauromenium]])
 
'''N. B.''': per tradizione i nomi delle città sono in genere in Latinolatino.
 
== Le tre fasce siciliane ==
[[immagineFile:Siciliae nummi.svg|300px|left]]
Le zecche della Sicilia antica sono solitamente divise in 3tre fasce principali, in base al [[piede monetario|piede]] dello statere adottato.
 
La zona settentrionale, da Himera a Naxos, adotta un [[piede monetario|piede euboico]] dadi 5,80  g ca. circa
 
La fascia meridionale da Selinunte a Camarina adotta il piede corinzio con uno statere di ca.circa 8,70  g ca. circa
 
[[Monetazione di Siracusa|Siracusa]] adotta il [[piede monetario|piede ateniese]] con un [[tetradramma]] di ca.circa 17,40  g.
{{-}}
 
== La fascia meridionale ==
 
=== Selinunte ===
{{vedi anche|monetazione di Selinus}}
 
{{vedi anche|monetazione di Selinunte}}
{{Coin image box 1 double
| header = Selinos: [[statere]]
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| hbkg = #abcdef
| caption_left = Foglia di ''selinon''. La base della foglia somiglia ad una testa di pantera
| caption_right = [[Incuso|Quadrato incuso]] diviso in otto sezioni chiamato anche Union Jack
| width = 300
| position = right
| margin = 0
|footer = AGAR - 9,08 g
}}
[[Selinunte]] è la prima città di Sicilia che conia monete datate intorno al 530-520 a.C. Il [[piede monetario]] adottato per lo statere è di 8,70  g e ciò attesterebbe gli strettissimi legami che la città aveva con Corinto che adottava uno statere dello stesso peso.
 
Come per le prime monete delle altre città italiote e siceliote si usa la [[monetazione incusa|tecnica incusa]], al dritto vi era la foglia di ''Selinos'', il sedano, che cresceva spontaneamente lungo i fiumi che passavano vicina la città e di cui traeva il nome ("[[tipo parlante]]"), al rovescio vi è il quadrato incuso. Nel momento in cui fu adottata la monetazione con i due tipi (dopo il 515 a.C.) rappresenterà anche al rovescio al foglia di Selinos. Nel 480 a.C. ci fu una interruzione della monetazione, che fu ripresa nel 461 a.C. adottando il piede attico usato anche a [[monetazione di Siracusa]], ossia il tetradramma dal peso di 17,40g. Come tipi della nuova moneta adotterà al dritto la quadriga (di chiara influenza siracusana) con Apollo e Artemide, al rovescio la personificazione del fiume Selinus nell'atto di fare un sacrificio. Assieme al tetradramma [[Selinunte]] conierà anche didrammi (8,70 g) con al dritto [[Eracle]] che lotta contro il toro e al rovescio al personificazione del fiume Yupsas (l'altro fiume di Selinute) nell'atto di fare un sacrificio. La città termina di coniare nel 409 a.C. anno in cui fu distrutta dai Cartaginesi.
 
Come per le prime monete di molte altre città greche usa la [[quadrato incuso|tecnica incusa]], al dritto vi era la foglia di ''selinon'', il sedano in greco, che cresceva spontaneamente lungo i fiumi che passavano vicina la città e di cui traeva il nome ("[[tipo parlante]]"), al rovescio vi è il quadrato incuso. In un secondo tempo (dopo il 515 a.C.) anche nel quadrato incuso del rovescio è rappresentata la foglia di ''selinon''. Nel 480 a.C. ci fu una interruzione della monetazione, che fu ripresa verso 461 a.C. adottando il [[piede attico]], usato anche a [[monetazione di Siracusa]], ossia il tetradramma dal peso di 17,40 g. Al dritto c'è una quadriga con Apollo e Artemide, al rovescio la personificazione del fiume Selinus nell'atto di compiere un sacrificio. Assieme al tetradramma [[Selinunte]] conierà anche didrammi (8,70 g) con al dritto [[Eracle]] che lotta contro il [[toro di Creta]] e al rovescio la personificazione del fiume Hypsas (l'altro fiume di Selinunte), anche questo nell'atto di compiere un sacrificio. La città termina di coniare nel 409 a.C., anno in cui fu distrutta dai Cartaginesi.
 
=== Agrigento ===
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| header = Akragas (Agrigento): [[statere]]
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| image = Image:Akragas-Didrachme.jpg
| caption_left = Aquila. Leggenda AKRA
| caption_right = Granchio
| width = 300
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|footer =
}}
[[Agrigento]] come [[Selinunte]] conia stateri dal peso di 8,70  g. Le prime monete sono datate dopo il [[515 a.C.]]-[[510 a.C.]] poiché quando la zecca agrigentina inizia a coniare lo fa subito adottando due tipi; al dritto viene rappresentato l'aquila stante, il simbolo di Zeus, al rovescio un granchio, un riferimento ai granchi di fiume che dovevano essere numerosi nei pressi della Kolympetra. Dopo il [[483 a.C.]], anno in cui Terone, tiranno della città, conquista Himera, Agrigento non conierà più, poiché Himera batterà moneta al posto della zecca agrigentina. La coniazione riprenderà nel [[461 a.C.]] adottando il piede siracusano del tetradramma, ma lasciando immutati i tipi, aquila al dritto, granchio al rovescio. Talvolta in alcune serie vi potevano essere rappresentate due aquile con una preda, e al rovescio, assieme al granchio l'immagine di Scilla. Dopo il [[430 a.C.]] anche [[Agrigento]] adotterà come tipo al dritto la quadriga siracusana, sebbene il granchio verrà ancora rappresentata nell'esergo della moneta,; al rovescio vi è l'aquila. Durante l'invasione cartaginese del [[410 a.C.]]-[[405 a.C.]] la zecca conierà monete in oro, per la precisione decadrammi (10 dracme) usato per pagare i mercenari. I tipi sono al dritto la quadriga, al rovescio due aquile con preda. Questa è l'ultima moneta di epoca classica poiché la città verrà distrutta dai Cartaginesi nel [[406 a.C.]]
 
La coniazione riprenderà nel [[341 a.C.]] circa anno in cui [[Timoleonte]] farà coniare monete con piede e tipi corinzi. Dopo la conquista romana [[210 a.C.]], le zecche batteranno per lo piu monete in bronzo. la zecca chiuderà nel [[I secolo|I secolo d.C.]]
 
La coniazione riprenderà nel [[341 a.C.]] circa anno in cui [[Timoleonte]] farà coniare monete con piede e tipi corinzi. Dopo la conquista romana [[210 a.C.]], le zecche batteranno per lo più monete in bronzo. la zecca chiuderà nel [[I secolo|I secolo d.C.]]
 
=== Gela ===
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| hbkg = #abcdef
| image = Immagine:Gela SNGANS 065.jpg
| caption_left = Auriga su [[biga]], con ''kentron'' ([[pungolo]]) e frustra; [[Nike (mitologia)|Nike]] in alto.
| caption_right = CEΛΑΣ, [[protromeprotome]] di [[toro androprosopo]].
| width = 300
| position = right
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}}
La città di Gela inizia a coniare le prime monete attorno al [[490 a.C.]] utilizzando il piede di [[Agrigento]] (didrammo da 8,70 g), ed utilizzando due tipi; al dritto un cavaliere armato, al rovescio un toro con volto umano ([[toro androprosopo]]), interpretato come il fiume ''Gelas'' che per la sua natura violenta veniva paragonata ad un torrente. Il cavaliere invece è un riferimento storico preciso, ossia al potere militare del tiranno [[Ippocrate di Gela|Ippocrate]], che in quel periodo governava la città sicula.
 
Dopo la morte di Gelone [[478 a.C.|478]]-[[477 a.C.]] verrà introdotto il [[tetradramma]] [[siracusa]]no, nel cui dritto vi è il tipo della quadriga, e al rovescio la solita protome del toro androprosopo.
 
Al 440 ca.circa è stata datata una serie che presenta al dritto la quadriga e al rovescio il toro androprosopo incoronato da Sosipoli, il nome è scritto nella stessa moneta, ed è stata interpretata come una monete celebrativa della vittoria delle città greche su [[Ducezio]].
 
Tra le ultime serie più interessanti coniate nella zecca gelese vi è un tetradramma in cui al dritto vi è la quadriga mentre al rovescio un giovinetto circondato da tre pesci; anche questo tipo è interpretato come la personificazione del fiume [[fiume Gela]], per via del corno presente sulla fronte e dei tre pesci che lo circondano. Questa rappresentazione del fiume Gelas richiama il tipo usato a Siracusa (al rovescio delle monete) della ninfa Aretusa, che veniva rappresentata con dei delfini che nuotavano intorno .
 
Anche la coniazione di [[Gela (città antica)|Gela]] terminerà nel [[405 a.C.]], con la distruzione della città da parte dei [[Cartagine]]si. Riprese nel 339 a.C. sotto la figura di Timoleonte, anche se in forma ridotta. Sulle monete fu rappresentata una testa femminile sul Dritto e l'immagine della divinità fluviale in sembianze mature sul Rovescio.
 
La monetazione geloa riprese dopo la distruzione di Gela del 282 a.C. nella nuova sede dei Geloi: Finziade (l'odierna Licata). Tali monete battute sotto il nome dei Geloi presentavano il dio fluviale sul Dritto e un guerriero che sacrifica l'ariete sul Rovescio.<ref>{{Cita libro|autore=Panvini, Rosalba|titolo=Moneta come. Moneta perché. Introduzione al Monetiere di Gela}}</ref>
 
=== Camarina ===
{{Coin image box 1 double
[[Camarina]] inizia a coniare quasi contemporaneamente alla città di [[Gela]] 490-485. Questo perché la città in quel periodo era sotto il controllo del tiranno di Gela Ippocrate. Il tipo adottato è il solito didramma da 8,70 g. mentre i tipi sono al dritto un [[elmo corinzio]] al centro di uno scudo, al rovescio una palma nana con a fianco due [[schiniero|schinieri]]; entrambi i tipi fanno perciò riferimento alla dominazione gelese del periodo.
| header = Camarina: didracma
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| image =File:Camarina coin 490 BC 650049.jpg
| caption_left = Elmo corinzio su scudo
| caption_right = Palma e schinieri. Intorno KAMARINA
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| footer = AR. Circa 490 a.C.
| position = right
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| background = <!-- opzionale-->
}}
[[Camarina]] inizia a coniare quasi contemporaneamente alla città di [[Gela (città antica)|Gela]] 490-485. Questo perché la città in quel periodo era sotto il controllo del tiranno di Gela, [[Ippocrate di Gela|Ippocrate]]. Il piede adottato è il didramma da 8,70&nbsp;g, mentre i tipi sono al dritto un [[elmo corinzio]] al centro di uno scudo, e al rovescio una palma nana con a fianco due [[schiniere|schinieri]]; entrambi i tipi fanno perciò riferimento alla dominazione gelese del periodo. La prima fase arcaica della coniazione termina dopo pochi anni, nel 484, quando [[Gerone I|Gerone]] tiranno di [[Siracusa]] deporta gli abitanti nella sua città<ref name=Rutter118>{{cita|Rutter|p. 108}}.</ref>.
 
Le città inizierà di nuovo a coniare nel 461, anno in cui, su iniziativa di Gela, la città viene nuovamente popolata. Il piede adottato è quello siracusano, così come per il tipo di dritto. Difatti al dritto vi è la quadriga, al rovescio [[Eracle]] con leontè, cioè la pelle del leone nemeo con cui l'eroe viene spesso raffigurato.
La fase arcaica della coniazione termina nel 484 anno in cui [[Gerone]] tiranno di [[Siracusa]] deporta gli abitanti nella sua città.
 
Le città inizierà di nuovo a coniare nel 461, anno in cui gli abitanti ritorneranno nella città: Il piede adottato è quello siracusano cosi come per il tipo di dritto, difatti al dritto vi è la quadriga, al rovescio [[Eracle]] con leontè. Un'altra serie presenta al dritto la personificazione del fiume Ipparis, al rovescio la ninfa [[Camarina]] su [[CignoCygnus (uccellozoologia)|cigno]]. In questo periodo coniò anche molte frazioni, tra cui [[litra|litre]] in argento.
 
L'ultima coniazione risale al 405, sono delle monete in oro, usate per pagare i mercenari durante l'invasione cartaginese; al dritto vi è Atena con [[elmo attico]], al rovescio due ramoscelli d'ulivo.
Come per le altre città di Sicilia, Camarina finirà di coniare nel 405, quando verrà distrutta dai Cartaginesi.
 
Come per altre città di Sicilia, Camarina finirà di coniare nel 405, quando verrà distrutta dai Cartaginesi.
== La fascia settentrionale ==
Il piede adottato è quello di 5,80 g. Non si sa bene da dove derivi tale valore. L'ipotesi più accreditata ipotizza che tale valore fosse un peso che ben si adattava ai mercati delle popolazioni indigeni della Sicilia e dell'Italia. Difatti le città che adotteranno questo piede sono tutte città che basano la propria economia su rapporti commerciali non solo con le città greche ma anche con le popolazioni indigene.
 
== La fascia settentrionale ==
Il piede adottato è quello di 5,80g. Non si sa bene da dove derivi tale valore. L'ipotesi più accreditata ipotizza che tale valore fosse un peso che ben si adattava ai mercati delle popolazioni indigene della Sicilia e dell'Italia. Difatti le città che adotteranno questo piede sono tutte città che basano la propria economia su rapporti commerciali non solo con le città greche ma anche con le popolazioni indigene.
 
=== Himera ===
Inizia a coniare intorno al [[525 a.C.]] utilizzando la [[incuso|tecnica incusa]]. I tipi adottati sono al [[dritto]] un gallo (non si sa il motivo della scelta di tale tipo) al [[rovescio (moneta)|rovescio]] un [[Incuso#Quadrato_incusoQuadrato incuso|quadrato incuso]]. Quando si adotterà la coniazione con 2 tipi (dopo il 515), a rovescio rappresenta una gallina.
 
Nel [[483 a.C.]] la città verrà conquistata dal tiranno [[Terone]] di [[Agrigento]], tale evento si riflette anche nella numismatica. Il piede viene sostituito, si passa dalla monetadracma calcidese di 5,80 &nbsp;g a quella adottata ad Agrigento ossia il didramma euboico-attico di 8,70, anche i tipi cambiano. Al [[dritto]] resterà l'immagine del gallo mentre al rovescio compare il granchio, il tipo distintivo di AgrigentoAkragas. Questo voleva essere una conferma del fatto che [[Himera]] erafosse sotto il controllo di Agrigento.
 
Dopo al caduta di Terone ([[472 a.C.]]) la moneta adotterà il piede [[siracusa]]no. I tetradrammi di [[Himera]] rappresentano al dritto la tipica quadriga siracusana, al rovescio la ninfa [[Himera]] nell'atto di fare un sacrificio, in un'altra serie al rovescio oltre alla Ninfa vi è un satiro che si sta lavando con l'acqua che esce da una [[protome]] leonina, questo era un chiaro riferimento geografico, alle terme di [[Himera]]. È una delle prime colonie a battere moneta in bronzo per sostituire le piccole monete d'argento difficilmente maneggiabili. Conia [[pentonkion]] con testa di medusa nel dritto e simbolo di valore nel rovescio, e [[emilitron]] con testa femminile e leggenda "IM" nel dritto e simbolo di valore nel rovescio.
La città terminerà di coniare nel [[409 a.C.]] anno in cui verrà distrutta dai Cartaginesi.
 
 
=== Naxos ===
La città di Naxos inizia a coniare dopo il [[515 a.C.]] poiché fin dal suo primo statere adotterà il doppio tipo. Il [[piede monetario|piede]] è di 5,80 g80g. I tipi sono al [[dritto]] la testa di [[Dionisio]] ed al [[rovescio (moneta)|rovescio]] un grappolo d'uva. Entrambi i tipi sono un riferimento alla produzione vinicola del territorio.
 
La fase arcaica terminerà quasi subito, nel [[490 a.C.]], anno in cui la città verrà conquistata da [[Ippocrate di Gela|Ippocrate]]. Nel [[476 a.C.]] gli abitanti verranno trasferiti da [[Ierone I|Ierone]] di [[Siracusa]] nella città di [[Leontini]].
 
La città conierà nuovamente nel [[461 a.C.]], quando alla fine della tirannide dei [[Dinomenidi]] di [[Siracusa]] i vecchi abitanti torneranno nella propriopropria città. Il piede adottato sarà il tetradramma siracusano ma non verrà mai utilizzato il tipo siracusano della quadriga. Al dritto vi è rappresentato la testa di [[Dionisio]] con foglie d'edera (stile severo), al rovescio un [[sileno]] [[itifallo|itifallico]] accosciato con una coppa di vino in mano, attorno vi è la legenda ''NAXION''.<ref>Nelle monete di Naxos si trovano anche le grafie ''ΝΑΞΙΟΝ'' e ''ΝΑΞΙΩΝ''</ref>
 
La città finirà di coniare nel [[403 a.C.]], anno in cui verrà distrutta da [[Dionisio I]] tiranno di Siracusa. A quest'anno viene datato un tesoretto rinvenuto proprio a Naxos. In questo tesoretto vi sono monete proveniente dalle città siciliane di [[Catana]], [[Messana]], [[Siracusa]] e dalle città di [[Reggio]] e [[Atene]]
 
La città finirà di coniare nel [[403 a.C.]], anno in cui verrà distrutta da [[Dionisio I di Siracusa|Dionisio I]] tiranno di Siracusa. A quest'anno viene datato un tesoretto rinvenuto proprio a Naxos. In questo tesoretto vi sono monete proveniente dalle città siciliane di [[Catania|Catana]], [[Messana]], [[Siracusa]] e dalle città di [[Reggio Calabria|Reggio]] e [[Atene]]
 
=== Zancle ===
La città inizia a coniare alla fine del VVI secolo. I tipi adottati per lo statere sono al D/ un delfino entro una falce, al R/ il quadrato incuso. La falce è un riferimento geografico poiché rappresenta il porto della città su cui si basava l'economia, difatti il nome stesso della città, zancleZancle, in greco vuol dire falce. Nella monetazione di ZacleZancle vi è un <math>unicum</math> della monetazione siceliota, dfattidifatti in una di queste serie in tecnica incusa sia il dritto che il rovescio hanno lo stesso tipo. Se questo era un elemento comune nelle prime monete Italiote in Sicilia solo Zancle realizzerà monete incuse con questa caratteristica.
Quando si adottò il doppio tipo al posto del quadrato incuso vi è [[Poseidone]].
 
Dall'inizio del V secolo la Storia di [[Zancle]] è strettamente legata alla storia di Reggio. È proprio all'inizio del V secolo che [[Anassilao]] diventa tiranno di Reggio e tenta di dominare anche [[Zancle]] al fine di avere un diretto controllo sulle città dello stretto. Per fare ciociò occupa la città di Zancle e nel [[494]] vi insedia un gruppo di Samii, questi però romperanno l'alleanza con [[Anassilao]] per schierarsi con Siracusa, tant'è che in questo periodo a [[Zancle]] verranno realizzati dei tetradrammi con D/ la spoglia di un leone e al R/ la prora di una nave.
[[Anassilao]] allora occupa nuovamente l'insediamento e nel [[489]] vi insedia un gruppo di Messeni, da li in poi la città si chiamerà [[Messana]].
Dopo la rifondazione della città verranno conianti dei tridrammi dal peso di 17,40 &nbsp;g (5,80 x 3) in cui al D/ vi è la testa di un leone e al R/ al testa di un vitello.
 
A partire dal [[480]] anche [[Zancle]] inizierà a coniare tetradrammi sullo stile siracusano; al D/ vi rappresentata una biga di mule al R/ una lepre. La biga di mule fa riferimento ad un evento storico preciso ossia la gara vinta in questa disciplina proprio da [[Anassilao]] alle olimpiadi, la lepre è da ricollegare ad un culto introdotto dal tiranno. Questi due tipi resteranno pressoché immutati, anche dopo al caduta della tirannide. In alcune serie in eserga ricompare il delfino.
 
Dopo al caduta della tirannide di Anassilao risale una seria, nota con un solo esemplare, in cui è rappresentato la dritto una divinità saettante, probabilmente [[Zeus]], e al rovescio un delfino, una conchiglia e la legenda ''ΔΑΝΚΛΑΙΟΝ'' (Danklaion). Ci sono due ipotesi che riguardano questa serie, una afferma che la moneta sia stata coniata nella stessa Messana, che per celebrare la riacquistata libertà reintroduce vecchi tipi; l'altra ipotesi invece farebbe risalire la produzione di tale serie ad un gruppo di esuli zanclei nella loro nuova sede di Mylai.
 
La città terminerà di coniare nel 396 anno in cui venne distrutta dai cartaginesi.
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{{Vedi anche|Monetazione di Siracusa}}
La città che per ultima coniò nel [[VI secolo a.C.]], intorno al [[510 a.C.]], è [[Siracusa]]. Questa città siceliotasiciliota rappresenta un caso particolare poiché nel momento in cui iniziò a coniare lo fece fin da subito adottando come moneta principale un [[tetradramma]], una moneta dal valore di 4quattro [[Dracma|dramme]] del peso di 17,40 grammi. Tale scelta è da ricollegare al fatto che la città, nel momento in cui iniziò a coniare, volle fin da subito entrare nei circuiti commerciali della madre patria, e poiché in Grecia la moneta più forte del momento era il tetradramma ateniese adottò lo stesso valore.
 
I tipi del tetradramma sono al dritto una [[quadriga]], riferimento all'aristocrazia cittadina, mentre al rovescio compare fin da subito la testa della ninfa [[Aretusa]] con la legenda ΣΥΡΑΚΟΣΙΩΝ (SURAKOSIŌN), cioè "dei Siracusani".
 
La più nota moneta siracusana è il [[demareteion]], una moneta citata con questo nome sin dall'antichità.
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== Zecche minori ==
=== Leontini ===
In questa polis la monetazione inizia nel [[476]]-[[475 a.C.]] anno in cui Ierone di Siracusa vi trasferì i vecchi abitanti di Catana e Naxos, governati dal tiranno Ainesidemos, tiranno vassallo di Ierone. Per via del diretto controllo Siracusano, lo statere adottato è il tetradramma che presenta al dritto una quadriga e al rovescio la testa di un leone circondata da quattro chicchi di orzo. Il tipo di rovescio è un tipo parlante, poiché il leone fa riferimento al nome stesso della città Leontini appunto, mentre i chicchi di orzo fanno riferimento all'economia della città, basata sulla coltura dei cereali.
 
DonCon la caduta della tirannide dei Dinomenidi [[466 a.C.]], si abbandona il tipo siracusano della quadriga che verrà sostituita dalla testa del dio [[Apollo]], simbolo della riacquistata libertà; l'altro tipo resterà quello del leone tra i chicchi d'orzo.
 
La città terminerà di coniare nel [[422 a.C.]]
 
=== Catana ===
Anche questa città, come Leontini, inizia a coniare nel [[476 a.C.]], anno in cui la città verrà rifondata con il nome di Aitna, i suoi vecchi abitanti verranno trasferiti a Leontini e al loro posto verranno messi dei coloni siracusani e peloponnesiaci. Come conseguenza si ha che lo statere è il solito tetradramma siracusano e i tipi adottati furono l dritto la quadriga e al rovescio [[Zeus]] seduto in trono.
 
Con la caduta della tirannide dei Dinomenidi [[466 a.C.]] i tipi cambieranno, al dritto vi è un toro androprosopo in corsa, personificazione del fiume Amenanos, con satiro che lo cavalca e legenda ''KATANANION'' (Katananion), al rovescio una Nike alata.
 
A partire dalla seconda metà del V secolo si ripresenteranno i tipi siracusani, soprattutto la quadriga, mentre al rovescio vi è la testa del dio [[Apollo]]. Alcune di queste serie sono firmate da alcuni dei più famosi incisori come ad esempio ''[[Euainetos'']] e ''Prokles''. In questo periodo la zecca catanese riconierà tantissime monete selinuntine. La zecca cessa di esistere nel [[403 a.C.]] anno in cui la città cui la città verrà conquistata da Dionisio I.
 
== La zona punica ed elima ==
 
La fascia più occidentale dell'Isola è occupata dalle città Punichepuniche ed Elime, eelime. anchAnch'esse conieranno le proprie monete, adoperando tipi autonomi o ispirati soprattutto alle monetazioni di [[SegestaSiracusæ]], [[SiracusæAkragas]], [[AkragasSegesta]], e della vicina [[Selinunte]]., ma in un momento successivo rispetto alle poleis greche della costa.
 
=== Segesta ===
{{Coin image box 1 double
| header = Segesta: didrammaDidramma
| hbkg = #abcdef
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File:Segesta didrachm 650077.jpg
| caption_left = Dr.: Cane cirneco stante a sin. su linea di esergo (non visibile); in alto bùccina; il tutto in c.p.
| caption_right = Rv.: Testa diademata della ninfa Egesta a d.; dav. ΣΕCΕΣΤΑ(ZIB) ((di) Segesta, retrograda).
| width = 300
| footer = AR 8,27 g; c. 450 a.C.
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| background = <!-- opzionale-->
}}
Segesta, la capitale economico-politica degli [[Elimi]] (a [[Vincenzo Tusa]] va il merito di aver dato notevole impulso e consistenza archeologica allo studio di questa etnia della Sicilia antica, menzionata dalle fonti), inizia a coniare l'argento intorno al [[490 a.C.|490]]-[[480 a.C.]]. Essa comincia a monetare l'argento adoperando il sistema euboico-attico, con un didramma di c. 8,7 grammi. I tipi adottati sono al [[dritto]] il [[cane]] ([[cirneco]]), mentre il [[rovescio]] è assegnato alla testa della ninfa eponima [[Egesta]]. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, sembra che la presenza del cane sia da ricondurre al mito ancestrale della fondazione di Segesta stessa di cui parlano le fonti, e rappresenti il dio fluviale [[Krimisos]]. Allo stesso tempo, sempre sulla scorta delle fonti, l'animale è visto come il [[paredro]] della ninfa Egesta, e quindi un riferimento al culto della dea Madre, molto sentito presso le popolazioni mediterranee, da cui almeno una componente dell'''etnos'' degli [[Elimi]] avrebbe avuto origine. Altri vedono nella figura del cane, molto diffuso nell'agro siciliano, un chiaro riferimento geografico. La legenda è scritta in caratteri greci ma nella lingua anellenica degli [[Elimi]], essa ricorre maggiormente nella forma ''ΣΕΓΕΣΤΑΖΙΒ'' (Segestazib), e almeno in una serie, accompagnata dalla forma verbale ''EMI'' (Emi).
 
[[Segesta]], la capitale economico-politica degli [[Elimi]], inizia a battere moneta intorno al [[490 a.C.|490]]-[[480 a.C.]], precedentemente alla [[battaglia di Imera (480 a.C.)|battaglia di Imera]], come è quasi unanimemente riconosciuto dagli studiosi e storici dell'arte che se ne sono occupati<ref>Giulio Emanuele Rizzo, ''Monete Greche di Sicilia'', Roma, 1946.</ref>.
A partire dell'ultimo quarto del V secolo Segesta inizia a coniare i tetradrammi, in cui il rovescio rimane pressoché invariato, con la testa della ninfa Egesta, mentre al dritto compare una figura maschile nuda (un cacciatore?) affiancato da una coppia di cani cirnechi. Alcuni studiosi hanno visto in questa figura la personificazione del dio [[Krimisos]], fondatore della città elima, altri il dio Pan.
Essa comincia a monetare l'argento adoperando il diffuso standard euboico-attico, con un didramma pesante circa 8,7 grammi.
 
Recentemente, S. Mani Hurter ha proposto di abbassare al 475/0-455/0 a.C. l'inizio della monetazione di Segesta<ref>Silvia Mani Hurter, "Die Didrachmenprägung von Segesta", Biel, 2008.</ref>. Tuttavia la studiosa elvetica non sembra tenere in debita considerazione i numerosi elementi di carattere storico-archeologico e stilistico, che suggeriscono con evidenza, per le prime emissioni segestane, un innalzamento di almeno un decennio di tale cronologia iniziale.
Con la spedizione punico-cartaginese del [[409 a.C.|409]]-[[405 a.C.]] i tipi rimarranno pressoché invariati, a parte alcune influenze stilistiche che risentono della produzione fenicio-punica. In alcune serie invece compare, al dritto, la quadriga del tipo siracusano, mentre al rovescio vi ritroviamo la summenzionata figura maschile con i cani.
 
Il più antico nominale coniato è il didramma. I tipi adottati fin dai primordi sono al [[dritto]] il cane ([[cirneco dell'Etna]]), mentre il [[rovescio (moneta)|rovescio]] è assegnato a una testa femminile variamente acconciata e interpretata, che la gran parte degli studiosi ritiene di potere identificare con la ninfa eponima [[Egesta]].
La monetazione autonoma di Segesta ha termine nel [[397 a.C.]] con la campagna di [[Dionisio I]] di Siracusa nella Sicilia Occidentale, per distruggere le città puniche ed elime.
 
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, sembra che la presenza del cane sia da ricondurre al locale mito ancestrale della fondazione di [[Segesta]] stessa di cui parlano le fonti storiche (Scolii a Licofrone; Servio), e rappresenti il dio fluviale [[Krimisos]] trasformatosi in cane. Allo stesso tempo, sempre sulla scorta delle fonti, l'animale è visto come il [[paredra|paredro]] della ninfa [[Egesta]], e quindi un riferimento al culto della dea madre, molto sentito presso le popolazioni mediterranee, da cui una componente dell{{'}}''etnos'' degli [[Elimi]] avrebbe avuto origine. Altri vedono nella figura del cane, molto diffuso nell'agro siciliano, un chiaro riferimento geografico e altri ancora più semplicemente un animale legato al culto di Afrodite.
La legenda è scritta in caratteri greci mutuando, a quanto sembra, l'alfabeto corinzio, ma nella lingua anellenica degli [[Elimi]]. Essa ricorre maggiormente nella forma ''ΣΕCΕΣΤΑΖΙΒ'' (Segestazib) e, almeno in una serie, accompagnata dalla forma verbale ''EMI'' (Emi) alla fine della sequenza. Gli studiosi non sono concordi nell'attribuire un significato a questa iscrizione, tuttavia sembra molto verosimile, analogamente alle altre coeve legende monetali siceliote, che possa trattarsi dell'etnonimo declinato nella forma del genitivo plurale, per indicare l'appartenenza all'autorità-''etnos'' della ''polis'' emittente. Questa ipotesi trova conferma negli esemplari "bilingui", che indicano una maggiore apertura al commercio e agli scambi con l'area ellenofona e una più ampia circolazione di valuta segestana al di fuori della propria area di influenza, intorno all'ultimo ventennio del V sec. a.C. In questi ultimi esemplari, su un lato compare la già citata legenda in lingua elima e sull'altro la corrispondente legenda in greco ''EGESTAION'' (cioè "dei Segestani"). Tale superiore considerazione è supportata archeologicamente dalla massiccia importazione di ceramiche attiche a Segesta nel corso del V secolo a.C., rinvenute per la maggior parte e a più riprese nell'area del c.d. "scarico di Grotta Vanella"<ref>Monica De Cesare, "Per un riesame della documentazione materiale dello scarico di Grotta Vanella a Segesta", in "Sicilia occidentale. Studi, rassegne, ricerche", a cura di C. Ampolo, Ed. della Normale, 2012, pp. 261-274.</ref>.
 
Un discorso a parte merita la monetazione frazionaria che, disponendosi lungo tutto l'arco del V secolo a.C., rivela dei legami molto forti con Eryx, la città-santuario degli [[Elimi]], come dimostrano alcune litre a doppia legenda ''ΣΕCΕΣΤΑΖΙΒ-EPVKINON''.
 
A partire dall'ultimo quarto del V secolo a.C. [[Segesta]] inizia a coniare i tetradrammi, che si affiancano alla produzione dei didrammi, in cui il [[rovescio (moneta)|rovescio]] rimane pressoché invariato. Di questi ultimi, l'elemento ricorrente è la testa della ninfa [[Egesta]], mentre al [[dritto]] compare una figura maschile nuda, affiancata da una coppia di cani. Alcuni studiosi hanno visto in questa figura la personificazione del dio [[Krimisos]], altri Aceste, fondatore della città elima, altri il dio [[Pan]], per la presenza di un piccolo corno su un esemplare, e altri ancora un cacciatore.
 
Ancora nella seconda metà del V secolo a.C., [[Segesta]] comincia a monetare anche il bronzo, assegnando ai conî gli stessi tipi dell'argento, ma questa volta invertiti, poiché al [[dritto]] ricorre la testa della ninfa [[Egesta]], mentre al [[rovescio (moneta)|rovescio]] il cane, con i globetti che ne indicano il valore (''tetronkion, trionkion, dionkion, onkia''). Da questo momento in poi, tale monetazione si dispone parallelamente a quella dell'argento.
 
Nel periodo della spedizione cartaginese del [[409 a.C.|409]]-[[405 a.C.]] i tipi rimarranno pressoché invariati, a parte alcune influenze stilistiche che risentono della produzione fenicio-punica. In alcune serie invece compare, al [[dritto]], la quadriga del tipo siracusano, mentre al [[rovescio (moneta)|rovescio]] ritroviamo la summenzionata figura maschile con i cani.
 
La monetazione autonoma di [[Segesta]] ha termine nel [[397 a.C.]], con la campagna di [[Dionisio I di Siracusa]] nella Sicilia occidentale, per distruggere le città puniche ed elime.
 
In epoca romana, dopo alterne vicende, la zecca di Segesta riprende la propria attività, seppur limitatamente a modeste emissioni in bronzo, di cui è noto il tipo con Enea che trasporta in spalla il padre Anchise. Essa si spegnerà gradualmente e, sembra, definitivamente in epoca imperiale.
 
=== Mozia ===
La zecca di [[Mozia]] entra in funzione molto tardi, rispetto alle altre zecche della Sicilia greca, a partire dal [[430 a.C.]] circa, per influenza della vicina [[Segesta,]]. eConseguentemente conseguentementea ciò, essa adotta lo stesso piede euboico-attico, cioè un didramma dadi c.circa 8,7 grammi,. ancheAnche i primi tipi di cui abbiamo conoscenza sono simili a quelli di [[Segesta]]; al [[dritto]] il cane cirneco, al [[rovescio (moneta)|rovescio]] una testa femminile, tradizionalmente identificata con la ninfa Mozia. In un'altra serie di didrammi vi è al [[dritto]] un giovane che facompie evoluzioni su un cavallo e al [[rovescio (moneta)|rovescio]] la stessa testa femminile della ninfa Mozia. Come per Segesta, anche nelle monete di Mozia la legenda ricorre prevalentemente in caratteri greci, tuttavia in alcune frazioni essa ricorre in caratteri punici.
 
Come per [[Segesta]], anche nelle prime emissioni argentee di [[Mozia]] la legenda etnonima ricorre prevalentemente in caratteri greci nella forma del genitivo plurale MOTYAION. Tuttavia è da rilevare che in seguito, come anche in alcune frazioni, essa ricorrerà in caratteri punici nella forma semitica ''MTW''.
Sul significato del nome sono state avanzate varie ipotesi nel tempo, la più verosimile lo fa derivare dal fenico MTW o HMTW che troviamo nelle serie appena menzionate, e che significa "la filanda", cioè a dire "luogo dove si tesse", come é dimostrato archeologicamente dalle recenti scoperte di specifiche aree "industriali" dell'antico centro, deputate alla tessitura e alla colorazione delle stoffe<ref>“Area a sud della Necropoli”, in A. Ciasca - A. Cutroni Tusa - M.L. Famà - A. Spanò Giammellaro - V. Tusa, ''Mozia'' (Itinerari, IV), Roma 1989, pp. 39-40.</ref>.
 
Dopo la spedizione Cartaginesecartaginese del [[409]]-[[405 a.C.]] siverranno conierannoconiati vieppiùviepiù tetradrammi, insu cui però verranno adottati alcuni tipi sicelioti "punicizzati", in particolare il granchio e l'aquila presi dalla monetazione di [[Akragas]], e una testa femminile stilisticamente molto vicina stilisticamentea allaquella della ninfa [[Aretusa]] delle emissioni siracusane. Alcune delle ultimissime serie moziesi presentano un particolare accoppiamento: al [[dritto]] il tipo simile alla ninfa siracusana [[Aretusa]] e al [[rovescio (moneta)|rovescio]] il granchio.
 
La città terminerà di coniare nel [[397 a.C.]], anno in cui verrà distrutta dadalla furia devastatrice di [[Dionisio I]] di Siracusa]].
 
== Le prime coniazioni ==
{{S sezione|numismatica}}
{{Coin image box 1 double
| header = Selinunte Didracma
| hbkg = #abcdef
| image =file:Selinos didrachm ANS 685 670331.jpg
| caption_left = foglia trilobata di ''selinon''
| caption_right = foglia di ''selinon'' dentro [[quadrato incuso]]
| width = 300
| footer = AR, 8,53 g; circa 515-470 a.C.
| position = right
| margin = 0
| background = <!-- opzionale-->
}}
Secondo Rutter lie Aldina Tusa Cutroni l'inizio della monetazione in Sicilia dovrebbe essere collocata nel terzo quarto o nella seconda metà del [[VI secolo a.C.]], all'incirca nello stesso periodo dell'inizio della monetazione in [[Magna Grecia]], lungo ille coste del [[mare Ionio]] e comunque non prima del [[550 a.C.]]<ref name="Rutter101">{{cita|Rutter:|p. 101}}.</ref><ref>Aldina Cutroni Tusa, ''GreekIl Coinages...ruolo di Selinunte agli inizi della monetazione in Sicilia'', pin Sicilia Archeologica 49-50, 1982, pp. 10127-30.</ref>. Tuttavia, qualche studioso giunge a proporre il 580-570 a.C. come data iniziale per la nascita della moneta a [[monetazione di Selinus|Selinus]].
 
SembraQuasi probabiletutti gli studiosi concordano nell'affermare che lela primeprima monetazionizecca sianoa quellebattere dimoneta in suolo siciliano sia stata proprio [[monetazione di Selinus|Selinus]], eseguita a breve lasso di tempo da [[monetazione di Himera|Himera]], a loro volta seguite verso il [[525 a.C.]] dadalle quellemonetazioni di [[monetazione di Naxos|Naxos]] e [[monetazione di Zancle|Zancle]]. AcragasAkragas e Syracusæ seguono poco dopo, verso la fine del VI secolo.<ref name="Rutter101>"/</ref>. Comunque, c'è una sostanziale unanimità a riconoscere nelle poleis calcidesi le più antiche zecche di Sicilia.
 
Non si hanno ancora in questo periodo monete di altri centri importanti come CatanaKatana, Gela o Camarina né delle città non greche.
 
Come visto in precedenza, non esiste una uniformità ponderale del [[piede monetario]]. Anche le tecniche ede i tipi usati variano considerevolmente.
 
Alcune città, come Selinus o Syracusæ oe Himera usano inizialmente la tecnica del quadrato [[quadrato incuso]]. In un secondo momento sul punzone usato come [[conio di martello]] viene riportato un disegno che richiama il tipo del [[dritto]], quello che si trova sul [[conio d'incudine]], come avviene a Syracusæ. In questo quadro dinamico, [[monetazione di Zancle|Zancle]] rappresenta una peculiarità in quanto utilizza le tecniche del "quadrato incuso", della "monetazione incusa" magno-greca e del "doppio rilievo".
 
Caratteristica peculiare della monetazione siceliota è l'adozione di tipi che occupinooccupano interamente la faccia della moneta (è il caso del satiro di Naxos), quando ciò non accade, si assiste ada una maniacale operazione di riempimento dei vuoti, ottenutoottenuta in variovari modomodi: dalla disposizione della legenda attornointorno all'immagine che occupa il campo, all'introduzione di nuovi elementi decorativi, come i quattro delfini attorno alla ninfa Aretusa a Siracusa o i quattro chicchi d'orzo a LeontiniLeontinoi, alla comparsa nell'esergo di vari elementi.
 
Questa caratteristica fa si che se nelle monete della Grecia i tipi restano pressoché invariati, per tutta la storia della monetazione, in Sicilia invece si assiste ad una maggiore varietà e vivacità, in particolare nei centri che conieranno dimonete in quantità menominori.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore= AA.VV.|titolo = Le origini della monetazione di bronzo in Sicilia e in Magna Grecia (Atti del VI convegno CISN - Napoli, 1977)|città = Roma|anno= MCMLXXIX |editore = [[Istituto italiano di numismatica|IIN]]| cid = Atti 1977 }}
* {{cita libro |autore=[[Laura Breglia]] | titolo = "Prospetto unitario della monetazione nella Sicilia antica" ''in'' Annali IIN| città = Roma | editore = [[Istituto italiano di numismatica|IIN]]|anno= 1962-64 |pp= 31-46| cid = Breglia}}
* {{cita libro|cognome= Head|nome= Barclay Vincent|wkautore= Barclay Vincent Head |titolo=Historia Numorum: a Manual of Greek Numismatics |annooriginale=1887 |url= http://www.snible.org/coins/hn/ |ed=2 |anno= 1911 |editore=Oxford |città= Londra |lingua= inglese |cid= Head}}
* Romolo Calciati, ''Corpus Nummorum Siculorum'' : la monetazione di bronzo, 3 volumi, Milano, Edizioni G.M., 1983.
* Adolfo Minì, "Monete di bronzo della Sicilia antica", Palermo, 1979
* {{cita libro | cognome= Jenkins | nome=Gilbert Kenneth |wkautore= Gilbert Kenneth Jenkins| titolo= Coins of Greek Sicily| url= https://archive.org/details/coinsofgreeksici0000jenk | editore=British Museum Publications Spink | città= Londra| anno=1976 }}
* {{cita libro |cognome= Rizzo| nome= Giulio Emanuele|titolo= Monete greche della Sicilia descritte ed illustrate |anno= 1946|editore= Istituto Poligrafico dello Stato|città= Roma|ISBN= 88-271-0281-7}}
* {{cita libro | cognome = Rutter | nome = Keith N. | titolo = Greek coinages of Southern Italy and Sicily | url = https://archive.org/details/greekcoinagesofs0000rutt | editore = Spink | città = Londra | anno = 1997|lingua=inglese | ISBN= 0-907605-82-6}}
* [[Attilio Stazio]], ''Monetazione ed economia monetaria'', in ''SIKANIE: storia e civiltà della Sicilia greca'', Milano, 1985.
 
=== Singole zecche ===
* {{Numis cite Head}}
<!-- ordine alfabetico per comunità -->
* {{Numis cite Rutter1}}
*[[Erich Boehringer]], ''Die Münzen von Syrakus'', Berlin, 1929.
* {{cita libro | cognome= Jenkins | nome=G.K. | titolo= Coins of Greek Sicily| editore=British Museum Pubblications Spink | città= Londra| anno=1976 }}
* [[Maria Caccamo Caltabiano]], ''La monetazione di Messana''. Berlino-New York, 1993.
* [[Attilio Stazio]], ''Monetazione ed economia monetaria'', in ''SIKANIE: storia e civiltà della Sicilia greca'', Milano, 1985.
* Herbert Cahn, ''Die Münzen der Sizilischen Stadt Naxos'', Basilea, 1944.
 
* Sebastiano P. Maltese, ''[https://eut.units.it/it/catalogo/i-tetradrammi-di-leontinoi-dinamiche-produttive-e-storico-artistiche/5636 I tetradrammi di Leontinoi. Dinamiche produttive e storico-artistiche]'', Trieste 2023.
;Singole zecche:
* [[S. Mani Hurter]], ''Die Didrachmenprägung von Segesta'', Biel, 2008.
* Caccamo Caltabiano M.: ''La monetazione di Messina''. Berlino-New York, 1993
* [[Gilbert Kenneth Jenkins|G.K. Jenkins]], ''The coinage of Gela'', Berlin, 1970.
* {{cita libro|nome= Colin M. |cognome= Kray |titolo= The Archaic Coinage of Himera|anno= 1984|editore= Centro Internazionale di Studi Numismatici |città= Napoli}}
* {{cita libro|autore= [[Colin M. Kraay]] |titolo= The Archaic Coinage of Himera|anno= 1984|editore= Centro Internazionale di Studi Numismatici |città= Napoli|cid=Kraay}}
* Westermann U., Jenkins, G. K.: ''The coinage of Kamarina''. Londra, 1980
*{{cita libro|autore=[[Antonino Salinas]]|titolo= [[:s:Sul tipo de’ tetradrammi di Segesta|Sul tipo de’ tetradrammi di Segesta]]| città = Firenze|anno= 1870|cid=Salinas}}
* [[Ulla Westermann]], [[Gilbert Kenneth Jenkins|G.K. Jenkins]]: ''The coinage of Kamarina'', Londra, 1980.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Coins of ancient Sicily}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web|http://www.bio.vumagnagraecia.nl/homecoins/vwielink/WWW_MGC/index.html |Magna Graecia coins]}}
* [{{cita web|http://www.wildwinds.com/coins/greece/sicily/i.html |Wildwinds: Sicily]}}
 
{{Monetazione greca}}
{{portale|numismatica|Sicilia|Storia}}
 
[[categoriaCategoria:monetazioneMonetazione della greca|Sicilia antica| ]]
[[categoriaCategoria:RegioneMonetazione greca|Sicilia]]