Giovanni Bellini: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|altri significati|[[Bellini]]}}
{{nota disambigua|il politico italiano|[[Giovanni Bellini (politico)]]}}
{{nota disambigua|il quartiere di Milano|[[Giambellino e Lorenteggio]]}}
{{Bio
|Nome = Giovanni
|Cognome = Bellini
|PostCognomeVirgola = detto il '''Giambellino''' e '''Zuane Belin''' in lingua veneta
|Sesso = M
|LuogoNascita = Venezia
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1427]] o [[1430]] circa<ref>{{Treccani|bellini-giovanni-detto-giambellino_(Dizionario-Biografico)|BELLINI, Giovanni, detto Giambellino|autore=Terisio Pignatti|volume=7|anno=1970}}</ref>
|AnnoNascita = [[1430]] circa
|LuogoMorte = Venezia
|GiornoMeseMorte = 29 novembre
|AnnoMorte = 1516
|Attività = pittore
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = cittadino della [[Repubblica di Venezia]], unotra deii più celebri artisti del [[Rinascimento]], famoso anche con il nome '''Giambellino'''
|Immagine = Giovanni Gianbellinibellini, presentazione al tempio, autoritratto.jpg
|Didascalia = Presunto autoritratto di Bellini nella ''[[Presentazione al Tempio (Giovanni Bellini)|Presentazione al Tempio]]''
}}
 
[[File:Vittore Gambello, Giovanni Bellini, c. 1430-1516, Venetian Painter (obverse), c. 1470-1480, NGA 44578.jpg|thumb|[[Vittore Gambello]], ''Giovanni Bellini, pittore veneziano'', 1470-1480 circa, medaglia in bronzo, recto, 5,84 cm, [[Washington]], National Gallery; unico ritratto certo del pittore]]
==Attività artistica==
[[File:Vittore Belliniano Retrato de Giambellino Musée Conde, Chantilly.jpg|thumb|[[Vittore Belliniano]], ''Ritratto d'uomo (Giovanni Bellini?)'', 1505, inchiostro e gessetto su carta, 10,9x8,8 cm, Chantilly, [[Museo Condé|Musée Condé]]]]
[[File:Tiziano, ritratto d'uomo copenhagen.jpg|miniatura|[[Tiziano Vecellio]], ''[[Ritratto d'uomo (Tiziano Copenaghen)|Presunto ritratto di Giovanni Bellini]]'', 1511-1512, [[Pittura a olio|olio]] su [[Pittura su tela|tela]], 80x66 cm, [[Copenaghen]], Statens Museum for Kunst]]
Lavorò intensamente per ben sessant'anni, sempre ai massimi livelli, traghettando la [[pittura veneziana]], che in lui ebbe un fondamentale punto di riferimento, attraverso le esperienze più diverse, dalla [[arte bizantina |tradizione bizantina]] ai modi [[rinascimento padovano|padovani]] filtrati da [[Andrea Mantegna]], dalle lezioni di [[Piero della Francesca]], [[Antonello da Messina]] e [[Albrecht Dürer]], fino al [[tonalismo]] di [[Giorgione]]. Nelle sue opere Bellini seppe accogliere tutti questi stimoli rinnovandosi continuamente, ma senza tradire mai il legame con la propria tradizione, valorizzandolo anzi e facendone un punto di forza<ref name=O480>Olivari. ''cit.'', pag. 480.</ref><ref>In Giovanni Bellini sono presenti naturalismo classico e spiritualismo cristiano; inoltre nella sua pittura "la natura si fonde col sentimento umano e si sublima nel sentimento del divino" ([[Giulio Carlo Argan]], ''Storia dell'arte italiana'', vol. 2, pag. 338, Sansoni, Firenze, 1978).</ref>.
 
== Biografia ==
[[File:Bust of Giovanni Bellini. Panteon Veneto; Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.jpg|thumb|left|Lorenzo Larese Moretti, ''Busto di Giovanni Bellini'', marmo, 1858, [[Venezia]], Istituto veneziano di lettere scienze ed arti]]
Sebbene ritenuto fin dai contemporanei una figura di eccezionale grandezza, Giovanni Bellini è citato di rado dai documenti e dalle fonti dell'epoca, con interi periodi della sua biografia rimasti oscuri e con numerose sue opere, anche capitali, che sfuggono a un inquadramento definitivo per la scarsità di notizie sicure pervenuteci<ref name=O407/>.
 
=== Origini ===
Giovanni era figlio dell'affermato artista veneziano [[Jacopo Bellini]], forse il secondo o il terzogenito. La data di nascita esatta è sconosciuta e controversa: [[Giorgio Vasari]] lo definì morto novantenne nel [[1516]], quindi sarebbe nato nel [[1426]]. Ma il grande storiografo fiorentino, tutt'altro che estraneo a questo tipo di errori soprattutto per gli artisti a lui non contemporanei, viene smentito da un documento del [[testamento]] della madre di Bellini, la marchigiana Anna Rinversi, redatto in occasione del primo parto, che avvenne solo nel [[1429]]. Le fonti contemporanee a Giovanni Bellini sono incomplete su chi sia il primogenito della famiglia: [[Gentile Bellini|Gentile]] è sempre ricordato come maggiore di Giovanni, ma primogenita potrebbe essere anche [[Nicolosia Bellini|Nicolosia]] (andata poi in sposa ad [[Andrea Mantegna]]) o un fantomatico quarto fratello Niccolò, riscoperto solo nel [[1985]] da Meyer Zu Capellen. La data di nascita di Giovanni non può quindi cadere negli anni venti e va verosimilmente spostata al [[1430]] circa, se non più tardi<ref name=O407/>.
 
C'è poi la questione della legittimità o meno di Giovanni come figlio della coppia. Di solito viene indicato come figlio naturale, nato quindi dal padre fuori dal matrimonio con un'altra donna, o da un matrimonio precedente a quello con Anna, in base al documento del testamento di Anna Rinversi del novembre [[1471]], quando, ormai già vedova di Jacopo, dispose che i suoi beni andassero a Niccolò, Gentile e Nicolosia. L'assenza di menzioni a Giovanni è stata spiegata da Fiocco (1909) come prova della diversa nascita del quarto figlio, che però non è suffragata da altre prove e di cui la critica successiva ha preso atto con molte cautele<ref name=O407/>.
 
=== Fase giovanile ===
[[File:Giovannei bellini, madonna greca, brera.jpg|thumb|''[[Madonna greca]]'' (1460-1470 circa)]]
[[File:Giovanni-Bellini-Pietá (1465).jpg|thumb|''[[Pietà (Giovanni Bellini Brera)|Pietà]]'' (1465-1470 circa)]]
==== Gli esordi artistici ====
Gli esordi di Giovanni nell'arte sono incerti e dovrebbero collocarsi negli anni [[1445]]-[[1450]], sebbene nessuna opera conosciuta dell'artista sia unanimemente attribuita a quel periodo. Tra le candidate un tempo più probabili c'erano un ''San Girolamo'' al [[Barber Institute]] di [[Birmingham]] e una ''Crocifissione'' del [[Museo Poldi Pezzoli]] che la critica più recente tende invece ad attribuire alla generica produzione veneziana della prima metà del Quattrocento<ref name=O407/>.
 
Le prime prove del giovane Giovanni dovevano però avere caratteri "asprigni"<ref name=O407>Olivari, cit., pag. 407.</ref>, legati all'esempio della bottega paterna e di quella dei [[Vivarini (famiglia)|Vivarini]], le due più importanti fucine pittoriche nella Venezia del tempo. Per trovare una prima menzione certa di Giovanni, si deve risalire ad un documento del 9 aprile [[1459]], quando alla presenza del notaio veneziano Giuseppe Moisis, fece una testimonianza, venendo annotato come residente, da solo, in [[Chiesa di San Lio|San Lio]]<ref name=O407/>.
 
Ciò non significa però che l'artista lavorasse già da solo, almeno per le grandi commissioni, infatti una testimonianza di Fra Valerio Polidoro del [[1460]] rileva la firma a tre mani, con Jacopo e Gentile, della in parte perduta ''pala Gattamelata'' per la [[basilica del Santo]] a [[Padova]], destinata a una cappella dedicata ai santi Bernardino e Francesco<ref name=O407/>.
 
==== La serie delle Madonne col Bambino ====
[[File:Giovanni bellini, madonna col bambino pavia.jpg|miniatura|Madonna col bambino (1450- 1460) [[Pinacoteca Malaspina]] [[Pavia]]]]
Poco dopo o poco prima il [[1460]] Giovanni dovette avviare la serie delle ''Madonne col Bambino'', che caratterizzò come tema tutta la sua carriera. Si tratta di una serie di immagini di dimensioni piccole e medio-piccole destinate alla devozione privata, frequentissime nella produzione lagunare del XV secolo. Si tratta di opere come la ''[[Madonna col Bambino (Giovanni Bellini Pavia)|Madonna]]'' del [[Civico museo Malaspina]] di [[Pavia]], quella di [[Filadelfia]], la ''Madonna Lehman'' a [[New York]] e la cosiddetta ''[[Madonna greca]]'' della [[Pinacoteca di Brera]] a [[Milano]]<ref name=O408>Olivari, ''cit.'', pag. 408.</ref>.
 
In queste opere si leggono influssi allora ben vivi a Venezia, grazie al raggio delle sue attività mercantili, quali quello [[arte bizantina|bizantino]], con la fissità iconica delle divinità, e quello [[pittura fiamminga|fiammingo]], con la sua attenzione analitica al dettaglio. Inoltre Giovanni fu influenzato dalla scuola toscana filtrata in Veneto in quegli anni dalla decennale presenza di [[Donatello]] a [[Padova]] ([[1443]]-[[1453]]) e dall'esempio di [[Andrea Mantegna]], divenuto già nel [[1453]] cognato di Giovanni, con il quale si stabilì un intenso rapporto di scambio interpersonale e artistico<ref name=O408/>.
 
La prima produzione di Bellini godeva inoltre di caratteristiche già proprie, date da "una peculiare e dolcissima tensione che sempre lega madre e figlio in un rapporto di ''pathos'' profondo"<ref name=O408/>. Se i modelli compositivi riprendono quelli delle icone bizantine e cretesi, ripresi in alcuni casi con estrema fedeltà, radicale fu la reinvenzione di tali immobili stereotipi in figure vive e poetiche, capaci di instaurare un intimo rapporto con lo spettatore<ref name=O408/>.
 
==== La serie delle Pietà ====
L'altro tema che si intrecciò per tutta la carriera del pittore, fin dagli esordi, è quello della ''[[Pietà (arte)|Pietà]]''. Anche questa iconografia si ispirava a modelli bizantini, l{{'}}''imago pietatis''. I prototipi della serie sono la ''[[Pietà (Giovanni Bellini Bergamo)|Pietà]]'' dell'[[Accademia Carrara]] di [[Bergamo]] e [[Pietà (Giovanni Bellini Museo Poldi Pezzoli)|quella]] del [[Museo Poldi Pezzoli]], databili tra gli anni cinquanta e sessanta, a cui seguirono il ''[[Cristo morto sorretto da due angeli (Giovanni Bellini Venezia)|Cristo morto sorretto da due angeli]]'' del [[Museo Correr]], con influssi mantegneschi, la celebre ''[[Pietà (Giovanni Bellini Brera)|Pietà]]'' della [[Pinacoteca di Brera]] (1465-1470 circa) e [[Pietà (Giovanni Bellini Rimini)|quella]] di [[Rimini]], databile al [[1474]] circa<ref name=O412>Olivari, ''cit.'', pag. 412.</ref>.
 
==== La fase mantegnesca ====
[[File:Giovanni bellini, presentazione di gesù al tempio, 1469 ca. 01.jpg|thumb|upright=1.4|Giovanni Bellini, ''[[Presentazione al Tempio (Giovanni Bellini)|Presentazione al Tempio]]'']]
[[File:Andrea Mantegna, The Presentation in the Temple, c1454, Gemäldegalerie, Berlin.jpg|thumb|upright=1.4|Andrea Mantegna, ''[[Presentazione al Tempio (Mantegna)|Presentazione al Tempio]]'']]
Alcune opere della fase giovanile dell'artista sono accomunate dagli influssi del cognato [[Andrea Mantegna]], con forme arrovellate, una certa ruvidità del segno, che si va addolcendo progressivamente, e una scomposizione minuziosa degli elementi. Tra le prime opere che presentano queste caratteristiche figurano le due tavole della ''[[Crocifissione di San Salvador|Crocifissione]]'' e la ''[[Trasfigurazione (Giovanni Bellini Venezia)|Trasfigurazione]]'', entrambe al [[Museo Correr]], databili al [[1455]]-[[1460]], nelle quali le figure sono sottili e crudamente espressive, l'anatomia ossuta, il paesaggio ampio ma intonato alla ricerca di dettagli minuziosi, con linee secche e "rocciose"<ref name=O413>Olivari, ''cit.'', pag. 413.</ref>.
 
Il rapporto con Mantegna si esemplifica appieno dal confronto di opere di simile o, talvolta, addirittura di identica composizione. È il caso ad esempio della ''[[Preghiera nell'orto (Giovanni Bellini)|Preghiera nell'orto]]'' alla [[National Gallery di Londra]] (1459 circa), simile a un'[[Preghiera nell'orto (Mantegna Londra)|opera di analogo soggetto]] di Mantegna nello stesso museo (1455 circa), entrambe derivanti da un disegno di [[Jacopo Bellini]] in un suo album oggi a Londra. Entrambe hanno un'atmosfera livida e rarefatta, con un paesaggio roccioso e brullo, e un tratto piuttosto forzato, ma nell'opera di Bellini i colori sono meno cupi e smaltati, più naturali e meno "petrosi", e le forme sono addolcite da linee curve, come il levigato "cuscino di roccia" su cui è inginocchiato Gesù<ref name=O418>Olivari, ''cit.'', pag. 418.</ref>.
 
Ancora più diretto è il confronto che si può fare tra le due ''Presentazioni al Tempio'' (anni 1455-1460 circa), delle quali viene in genere ritenuta più antica la [[Presentazione al Tempio (Mantegna)|versione di Mantegna]]. L'impianto è identico e gli attori i medesimi, con la Vergine col Bambino appoggiati a un ripiano marmoreo in primo piano, mentre un vecchio e adunco sacerdote, Simeone, si protende per prenderlo e Giuseppe, in secondo piano, fissa frontalmente la scena, seminascosto dai protagonisti. Nella tavola di Mantegna la cornice, tramite necessario per i consueti esperimenti di "sfondamento" spaziale verso lo spettatore, circonda tutto il quadro, con due figure laterali, forse l'autoritratto suo e il ritratto della moglie Nicolosia, e con un'intonazione a una cromia ridotta, che rende i personaggi austeri e solidi come sculture di roccia. La [[Presentazione al Tempio (Giovanni Bellini)|tavola di Bellini]] invece ha due figure in più (tra cui spicca l'autoritratto di destra), con una diversa concertazione che movimenta il gruppo come una piccola folla umana; la cornice ha lasciato spazio a un più agevole davanzale, che isola meno le figure rispetto allo spettatore, e il colore rende con maggiore dolcezza e naturalismo gli incarnati e le altre superfici, accordandosi a un'alternanza di toni soprattutto bianchi e rossi<ref name=O418/>.
 
=== La maturità artistica ===
Tra il [[1464]] e il [[1470]] Giovanni si trovò coinvolto con la bottega del padre nell'esecuzione di quattro grandi trittici per l'appena ricostruita [[chiesa di Santa Maria della Carità (Venezia)|chiesa di Santa Maria della Carità a Venezia]]. Si tratta di quelli ''[[trittico di San Lorenzo|di San Lorenzo]], [[trittico di San Sebastiano|di San Sebastiano]], [[trittico della Madonna|della Madonna]]'' e ''[[trittico della Natività|della Natività]]'', che vennero smontati e ricomposti in epoca napoleonica prima di entrare alle [[Gallerie dell'Accademia]] (con l'attribuzione ai [[Vivarini (famiglia)|Vivarini]]), dove si trovano tuttora. Si tratta di opere interessanti, ma la loro esecuzione viene oggi in grandissima parte imputata ad altre personalità, mentre la progettazione generale viene assegnata a [[Jacopo Bellini]]. Tra i quattro quello considerato più autografo di Giovanni è il ''[[trittico di San Sebastiano]]'', che viene considerato una sorta di prova generale per la sua prima grande prova come pittore, il ''[[polittico di San Vincenzo Ferrer]]''<ref name=O426>Olivari, ''cit.'', pag. 426.</ref>.
 
==== Il polittico di San Vincenzo Ferrer ====
Il ''[[polittico di San Vincenzo Ferrer]]'' venne eseguito da Giovanni per l'omonimo altare nella [[basilica di San Zanipolo]] a Venezia, dipingendo nove scomparti disposti su tre registri, su cui era presente come coronamento anche una perduta [[lunetta]] col ''Padre Eterno''<ref name=O426/>.
 
I santi del registro centrale sono caratterizzati da un forte scatto plastico, sottolineato dal grandeggiare delle figure, le linee enfatiche delle anatomie e dei panneggi, l'uso geniale della luce radente dal basso per alcuni dettagli (come il volto di san Cristoforo). Lo spazio è dominato da lontani paesaggi sullo sfondo e la profondità prospettica è suggerita da pochi elementi basilari, come le frecce in scorcio di san Sebastiano o il lungo bastone di san Cristoforo<ref name=O426/>.
 
==== La Pala di Pesaro ====
[[File:Pala di pesaro 02.jpg|thumb|''[[Pala di Pesaro]]'', pannello centrale]]
Lo stile maturo di Giovanni raggiunge il suo culmine probabilmente già negli anni settanta, con la ''[[Pala di Pesaro]]'', oggi nei [[Musei civici (Pesaro)|Musei Civici di Pesaro]], di impostazione pienamente rinascimentale con la forma rettangolare, coronata originariamente da una [[cimasa]] in cui era raffigurata una ''Pietà'', oggi conservata nella [[Pinacoteca Vaticana]]. Il grande riquadro principale che mostra un{{'}}''Incoronazione della Vergine'', segna il raggiungimento di un nuovo equilibrio dove la lezione mantegnesca risulta sublimata da una luce chiara alla [[Piero della Francesca]]. L'impostazione compositiva segue gli schemi di alcuni monumenti funebri coevi, ma registra anche la straordinaria invenzione del quadro nel quadro, con la spalliera dello scranno di Gesù e Maria che si apre come una cornice, inquadrando un paesaggio che sembra una riduzione, per dimensioni, luce e stile, della pala stessa all'interno di sé<ref name=O428>Olivari, ''cit.'', pag. 428.</ref>.
 
Vi si leggono anche i primi influssi di [[Antonello da Messina]], arrivato a Venezia nel [[1475]], con l'uso del colore a olio e l'unione dell'amore fiammingo per il dettaglio legato al senso della forma e della composizione unitaria italiano<ref name=O434>Olivari, ''cit.'', pag. 434.</ref>.
 
==== La Pala di San Giobbe ====
[[File:Accademia - Pala di San Giobbe by Giovanni Bellini.jpg|thumb|left|upright=0.8|''[[Pala di San Giobbe]]'']]
Con la successiva ''[[Pala di San Giobbe]]'' Bellini maturò ed offrì una risposta completa alle novità introdotte dal siciliano a Venezia, facendone subito una delle sue opere più rinomate, citata già nel ''De Urbe Sito'' di [[Marco Antonio Sabellico|Sabellico]] ([[1487]]-[[1491]]). La pala, che venne eseguita attorno al 1480, si trovava originariamente sul secondo altare a destra della [[chiesa di San Giobbe]] a Venezia, dove con la sua spazialità dipinta completava illusoriamente quella reale dell'altare. Una grande volta a cassettoni introduce in maniera prospettica alla composizione sacra, con pilastri laterali dipinti uguali a quelli realmente ai lati dell'altare. Una nicchia ombrosa e profonda accoglie poi al centro il gruppo sacro della ''Madonna col Bambino e angeli musicanti tra sei santi'', sotto una calotta coperta da mosaici dorati nel più tipico stile veneziano. Si tratta di fatto della creazione dello spazio virtuale di una cappella laterale, con figure al contempo monumentali e caldamente umane, grazie al ricco impasto cromatico<ref name=O434/>.
 
Purtroppo mancano riscontri con opere documentabili di quegli anni: i teleri che Giovanni dipinse dal [[1479]] per [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], subentrando al fratello [[Gentile Bellini|Gentile]] in partenza per [[Costantinopoli]], sono infatti perduti<ref name=O434/>. L'impegno di Giovanni all'impegnativa commissione pubblica lasciò provvisoriamente il campo libero – per le pale d'altare in ambito veneziano – ad altri pittori come [[Cima da Conegliano]].
 
==== Il Trittico dei Frari ====
Nel [[1488]] Bellini firmò e datò il ''[[Trittico dei Frari]]'', per la [[basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]] a [[Venezia]]. In quest'opera le sperimentazioni illusionistiche della ''Pala di San Giobbe'' vengono ulteriormente sviluppate, con la cornice che "regge" il soffitto dipinto nei tre scomparti, illuminati con vigore in modo da sembrare reali. Dietro il trono di Maria si apre infatti una nicchia con mosaici dorati, con uno studio luministico che suggerisce una vasta profondità prospettica<ref name=O437>Olivari, ''cit.'', pag. 437.</ref>.
 
==== La Pala Barbarigo ====
[[File:Barbarigo Altarpiece.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Pala Barbarigo]]'' (1488)]]
Sempre nello stesso anno è firmata la ''[[Pala Barbarigo]]'' (''Madonna col Bambino, san Marco, sant'Agostino e Agostino Barbarigo in ginocchio''), nella [[chiesa di San Pietro Martire (Murano)|chiesa di San Pietro Martire]] a [[Murano]], uno dei pochi episodi cronologicamente certi nella carriera dell'artista, grazie alla citazione anche nel testamento del doge [[Agostino Barbarigo (doge)|Agostino Barbarigo]]. Nel dipinto [[san Marco]], protettore di Venezia e quindi del dogado, presenta il devoto inginocchiato alla Vergine con gesto affettuoso. La concezione spaziale quattrocentesca è qui abbandonata per la prima volta, in favore di un rapporto più libero tra natura e [[sacra conversazione]], e anche la stesura pittorica rappresenta uno dei primi esperimenti di pittura tonale, diversa da quella di [[Giorgione]] che è sempre legata al tema del lirismo profano, che qui manca<ref name=O440>Olivari, ''cit.'', pag. 440.</ref>.
 
==== La Sacra Conversazione ====
Verso il [[1490]] dipinse la sacra conversazione della ''[[Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Maria Maddalena]]'', oggi alle [[Gallerie dell'Accademia]]. In questa tavola si legge una maturazione nello stile dell'artista legata a una stesura del colore [[sfumato|sfumata]], alla [[Leonardo da Vinci]]. La luce cade di lato, avanzando morbidamente sulle vesti e sugli incarnati delle sante, in un'atmosfera silente e assorta, evidenziata dall'innovativo sfondo scuro, privo di qualsiasi connotazione. La composizione è simmetrica, come in tutte le sacre conversazioni di Giovanni, e la profondità è suggerita solo dalle posizioni in tralice delle due sante, che creano una sorta di ali diagonali direzionate sul gruppo sacro centrale<ref name=O442>Olivari, ''cit.'', pag. 442.</ref>.
 
==== I ritratti ====
Contemporaneamente a questa fitta produzione di arte sacra, Bellini si era dedicato almeno fin dagli anni settanta alla realizzazione di intensi ritratti che, sebbene non cospicui nel numero, furono estremamente significativi nei risultati. Il più antico documentato è il ''[[Ritratto di Jörg Fugger]]'' del [[1474]], seguito dal ''[[Ritratto di giovane in rosso]]'' e dal ''[[Ritratto di condottiero]]'', entrambi della [[National Gallery di Washington]]. L'influenza di [[Antonello da Messina]] è evidente, ma le opere di Giovanni si contraddistinguono per un rapporto psicologico tra soggetto ritratto e spettatore meno evidente, intonato a un dialogo meno diretto e più formale<ref name=O446>Olivari, ''cit.'', pag. 446.</ref>. Va citato anche il ''[[Ritratto del doge Leonardo Loredan]]'', datato 1501.
 
==== L'Allegoria sacra ====
[[File:Giovanni Bellini — Holy Allegory.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Allegoria sacra]]'']]
Tra il [[1490]] e il [[1500]] va datata l{{'}}''[[Allegoria sacra]]'' degli [[Uffizi]], una delle opere più enigmatiche della produzione belliniana e rinascimentale in generale, popolata da una serie di figure simboliche il cui significato è oggi ancora sfuggente<ref name=O448>Olivari, ''cit.'', pag. 448.</ref>.
 
Sempre a carattere simbolico sono le ''[[Quattro allegorie]]'' delle [[Gallerie dell'Accademia]], quattro tavolette a carattere moraleggiante, che originariamente decoravano un mobiletto da toilette, dotato di appendipanni e specchiera, già di proprietà del pittore [[Vincenzo Catena]]<ref name=O448/>.
 
==== Verso la "Maniera moderna" ====
Avvicinandosi al XVI secolo Bellini sviluppò sempre maggiormente un approccio innovativo alla pittura ed al rapporto tra figure e paesaggio, che venne poi ripreso da [[Giorgione]], [[Tiziano]] e altri dando origine alle straordinarie innovazioni della [[pittura veneziana]] del Rinascimento maturo. Ad esempio nella ''[[Sacra conversazione Giovanelli]]'' i personaggi sono ancora separati dal paesaggio retrostante, ma la veduta naturalistica è già unitaria, limpida e carica di valori atmosferici dati dalla coerente luce dorata<ref name=O450>Olivari, ''cit.'', pag. 450.</ref>.
 
Il ''[[Ritratto del doge Leonardo Loredan]]'', del [[1501]] circa segnò la piena maturazione della lezione di [[Antonello da Messina]], evidente nel realismo generale nelle rughe come nelle vesti, dove la fissità assume il valore della dignità della carica del soggetto. Le caratteristiche psicologiche sono sublimate da un solenne distacco, in nome del decoro del ruolo gerarchico del soggetto<ref name=O450/>.
 
Del 1500-1502 è il ''[[Battesimo di Cristo (Giovanni Bellini)|Battesimo di Cristo]]'' nella [[chiesa di Santa Corona]] a [[Vicenza]], composizione abbastanza tradizionale che tuttavia mostra, tra le prime nella produzione dell'artista, un'immersione pacata delle figure nello spazio che le circonda, attraversate dalla luce e dall'aria (con un possibile influsso di [[Giorgione]], all'epoca allievo di Bellini).
 
Il ''[[San Girolamo leggente nel deserto]]'' della [[National Gallery di Washington]] segna forse un ripensamento verso l'ammodernamento, con la controversa data al [[1505]] (pare originale), ma uno stile legato ai modi del [[1490]] circa. Forse si tratta di un'opera di collaborazione o della conclusione tarda di un dipinto avviato anni prima<ref name=O451>Olivari, ''cit.'', pag. 451.</ref>.
[[File:Pala di San Zaccaria (Venezia).jpg|thumb|''[[Pala di San Zaccaria]]'']]
 
Si arriva così al capolavoro indiscusso della ''[[Madonna del Prato (Giovanni Bellini)|Madonna del Prato]]'' ([[1505]] circa), una summa di significati metaforici e religiosi uniti a una profonda poesia ed emozionalità. Il paesaggio è limpido e rarefatto, con una luminosità serena, che rappresenta l'ideale della quiete, intesa come conciliazione spirituale, idilliaca ed eremitica<ref name=O457>Olivari, ''cit.'', pag. 457.</ref>.
 
Tali sentimenti e un'analoga profondità di lettura ricorrono in opere successive come la ''[[Madonna col Bambino (Giovanni Bellini Detroit)|Madonna col Bambino benedicente]]'' del [[Detroit Institute of Arts]] ([[1509]]) o la ''[[Madonna col Bambino (Giovanni Bellini Brera)|Madonna col Bambino]]'' di [[Pinacoteca di Brera|Brera]] ([[1510]]). Sebbene in entrambe la tenda torni a separare il gruppo sacro dal paesaggio, vi si legge una visione nuova, memore delle conquiste di Giorgione, dove gli elementi umani risultano fusi alla natura. Nella ''Madonna'' di Brera le analisi hanno rivelato l'assenza di disegno sotto il paesaggio, testimoniando una confidenza nel disporre la natura piena e totale. Vicina a questa opera è anche una ''[[Madonna col Bambino (Giovanni Bellini Roma)|Madonna col Bambino]]'' alla [[Galleria Borghese]] di [[Roma]], forse l'ultima versione pienamente autografa del soggetto<ref>Olivari, ''cit.'', pagg. 458-460.</ref>.
 
=== Ultima fase ===
==== La ''Pala di San Zaccaria'' ====
La ''[[Pala di San Zaccaria]]'', del [[1505]], segnò l'inizio dell'ultima fase produttiva del pittore. In quest'opera Bellini, ormai settantacinquenne, riesce ancora a rinnovarsi accogliendo suggestioni dalle prime conquiste di Giorgione, legate al cosiddetto [[tonalismo]]. Con capacità e consapevolezza abbracciò la nuova evoluzione artistica, assimilandola e piegandola, con estrema coerenza, alla propria poetica. In questa pala la struttura compositiva non si differenzia molto da quella della ''[[Pala di San Giobbe]]'', ma la presenza del paesaggio ai lati, ripreso da un'idea di [[Alvise Vivarini]], genera una luce che ammorbidisce le forme, riscalda l'atmosfera e genera una nuova armonia fatta di piani ampi, macchie cromatiche e toni pacatamente contemplativi<ref name=O466>Olivari, ''cit.'', pag. 466.</ref>.
 
Oltre a questi elementi la pala si rifà a Giorgione anche per citazioni dirette: san Pietro e san Girolamo, con le barbe dolcemente sfumate, rimandano infatti alla fisionomia di San Giuseppe nella ''[[Sacra Famiglia Benson]]'' del maestro di Castelfranco, mentre Santa Caterina, la seconda da sinistra, è una ripresa letterale della Madonna nella stessa tavola.
 
==== La morte del fratello ====
[[File:Gentile e giovanni bellini, predica di san marco in alessandria 03.jpg|thumb|left|''[[Predica di san Marco ad Alessandria]]'' (dettaglio)]]
Il 23 febbraio 1507 ([[1506]] ''[[more veneto]]''), secondo la notizia registrata da [[Marin Sanudo il Giovane]], veniva sepolto [[Gentile Bellini]]; nell'appunto l'autore aggiunse una postilla secondo cui "è restato il fratello Zuan Belin, che è più excelente pitor de Italia"<ref name="O466"/>.
 
In quegli anni la capacità e l'autorevolezza di Giovanni in campo artistico a Venezia è infatti fuori discussione, come anche la sua statura morale in generale. In una lettera del [[1505]] di [[Albrecht Dürer]] (allora in soggiorno a Venezia) all'amico Pirckheimer, si ricorda con orgoglio come fosse stato lodato in pubblico dal Bellini, il quale gli avrebbe anche richiesto qualche opera sua, da pagarsi bene: "Tutti mi avevano detto che è un grand'uomo, e infatti lo è" - scrive Dürer a proposito di Giovanni - "e io mi sento veramente amico suo. È molto vecchio, ma certo è ancora il miglior pittore di tutti"<ref name=O466/>.
 
Alla morte di Gentile eredita tutti i preziosi taccuini della bottega del padre [[Jacopo Bellini|Jacopo]], con la condizione però di dedicarsi al completamento del grande [[telero]] con la ''[[Predica di san Marco]]'', avviato da Gentile nel [[1504]] per la [[Scuola Grande di San Marco]]<ref name=O466/>. Tale nota si giustifica con una riluttanza del pittore ad occuparsi di scene narrative, legate ai grandi cicli, prediligendo piuttosto le allegorie e i soggetti religiosi.
 
==== Opere profane ====
[[File:Drunkenness of Noah bellini.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Ebbrezza di Noè (Giovanni Bellini)|Ebbrezza di Noè]]'']]
L'ultima produzione di Bellini è caratterizzata dalla richiesta di soggetti profani, temi sempre più cari alla ricca aristocrazia veneziana. In sostituzione del cognato [[Andrea Mantegna]], deceduto nel [[1506]], dipinse per i [[Corner (famiglia)|Corner]] la ''[[Continenza di Scipione]]'', un monocromo in cui però la sua tecnica chiaroscurale soffusa scioglie il soggetto archeologico, infondendovi un'inedita dolcezza umana<ref name=O472>Olivari, ''cit.'', pag. 472.</ref>.
 
La sua fama, vasta ormai ben oltre i confini dello stato veneziano, ne fa oggetto di numerose richieste di privati, su soggetti rari nella sua produzione, legati alla letteratura e alla classicità. In una lettera di [[Pietro Bembo]] a [[Isabella d'Este]] (1505), si apprende come l'anziano maestro sia pienamente partecipe del nuovo clima culturale, in cui l'artista è ormai attivo anche nell'elaborazione tematica e iconografica del soggetto richiesto: «la invenzione» scrive Bembo «bisognerà che l'accordi alla fantasia di lui che l'ha a fare, il quale ha piacere che molti segnati termini non si diano al suo stile, uso, come si dice, di sempre vagare a sua voglia nelle pitture»<ref name=DVC177>De Vecchi-Cerchiari, ''cit.'', pag. 177</ref>.
 
Altri lavori successivi sono la ''[[Giovane donna nuda allo specchio]]'' (1515), in cui il soggetto idealmente erotico è però risolto in una casta contemplazione, il ''[[Bacco fanciullo]]'' e soprattutto il ''[[Festino degli dei]]''<ref name=O476>Olivari, ''cit.'', pag. 476.</ref>.
 
Nello stesso periodo continua la produzione di pale d'altare, come un'ultima, commossa ''[[Pietà Donà dalle Rose|Pietà]]'', o i ''[[Santi Girolamo, Cristoforo e Ludovico di Tolosa]]'', opera ricca di spunti teologici<ref name=O476/>.
 
L'approccio di Bellini alle novità del tonalismo è evidente in lavori come l{{'}}''[[Ebbrezza di Noè (Giovanni Bellini)|Ebbrezza di Noè]]'': la scena è risolta con piani larghi di colore rossastro e violaceo, con una densa pastosità della materia pittorica, derivata dall'esempio di [[Giorgione]]; la composizione, che si svolge in orizzontale, è resa viva dalla connessione apparentemente casuale di gesti che legano le figure l'una all'altra, ma non manca il ricorso a una preparazione tipicamente quattrocentesca, con un'attenta cura del disegno di base e uno studio dell'andamento prospettico di gomiti, mani e ginocchia. Ciò garantisce all'artista una continuità stilistica e una straordinaria coerenza con la propria attività precedente, dimostrando la sua straordinaria versatilità e capacità di adattamento, ancora alla soglia dei novant'anni<ref name=O475>Olivari, ''cit.'', pag. 475.</ref>.
 
==== Il ''Festino degli Dei'' ====
[[File:Giovanni Bellini and Titian - The Feast of the Gods - Google Art Project.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Festino degli dei]]'']]
Nel [[1514]] firmò una delle sue ultime importanti commissioni, il ''[[Festino degli dei]]'', opera a soggetto profano, probabilmente derivata dai ''[[Fasti (Ovidio)|Fasti]]'' di [[Ovidio]], che inaugurò la serie di dipinti del [[camerino d'alabastro]] di [[Alfonso I d'Este]]. L'opera, ritoccata poi da Tiziano e da [[Dosso Dossi]] per adeguare il paesaggio agli altri dipinti della serie, e forse anche qualche attributo iconologico, tratta un soggetto raffinatamente erotico e lascivo, che il pittore risolse però con un approccio tutto sommato casto e misurato, tipico della sua poetica. Ormai sono estremamente evidenti i debiti verso il [[tonalismo]], uniti a qualche durezza e qualche panneggio "tagliente" derivato dall'esempio di [[Dürer]]. Pare che lo stesso Bellini aggiunse particolari più espliciti (come i seni nudi delle ninfe, il gesto azzardato di Nettuno al centro) per venire incontro alle richieste del committente<ref>Olivari, ''cit.'', pagg. 475-479.</ref>.
 
Scrisse Enzo Siciliano sul dipinto: «Eppure, anche per le mani di altri, resta non sfiorata la purezza della poesia di Giovanni, che era quella di uomo che meditava [...] sulla bellezza dell'esserci dell'uomo al mondo»<ref>Siciliano E., ''Tutto diventa cantabile con le tinte color miele'', in ''Corriere della Sera'' del 28 settembre 2004</ref>.
 
==== La morte ====
Molti dipinti dell’artista trattano episodi della vita di [[Gesù]], il tema più frequente è quello della crocifissione, rappresentata a volte con la Madonna e [[San Giovanni]] ai piedi della croce.
Nel [[1515]] Bellini completò un ultimo dipinto, il ''[[Ritratto di fra' Teodoro da Urbino]]'', di austera intensità ed iniziò a lavorare al telero del ''Martirio di San Marco'', commissionatogli l'anno prima dalla [[Scuola Grande di San Marco]], opera che rimase incompleta e venne terminata, solo nel [[1537]], da [[Vittore Belliniano]]<ref name=O479>Olivari. ''cit.'', pag. 479.</ref>.
 
Bellini morì il 29 novembre [[1516]] e ricevette sepoltura presso la [[Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia)|Basilica dei Santi Giovanni e Paolo]], nella cappella di [[Sant'Orsola]], a [[Venezia]], vicino al fratello [[Gentile Bellini|Gentile]]; [[Marin Sanudo il Giovane|Marin Sanudo]] annotò nei suoi diari: «Se intese, questa matina esser morto Zuan Belin, optimo pytor, [...] la cui fama è nota per il mondo, et cussi vechio come l'era, dipenzeva per excellentia». Giovanni era l'ultimo della sua generazione, dopo la scomparsa di [[Mantegna]] e [[Gentile Bellini]]; ma a differenza di questi ultimi, Giovanni non restò nella sua carriera sempre uguale a sé stesso, cercando costantemente di aggiornarsi e di recepire le novità. La sua intensa, ultra sessantennale carriera, sempre ai massimi livelli, fu infatti giocata interamente "fra innovazione e conservazione", come scrisse Rodolfo Pallucchini nel [[1964]].<ref name=O479/>
Le figure, gli elementi vegetali, animali e paesaggistici assumono molto spesso una valenza simbolica ben codificata (anche se per noi contemporanei la lettura può risultare non sempre immediata).
 
Nella sua capacità di adattamento e ricezione del meglio che aveva intorno Bellini fu simile a [[Raffaello]], rinnovandosi continuamente senza mai contraddire il legame con la propria tradizione, valorizzandolo anzi e facendone un punto di forza<ref name=O480/>.
I dipinti devozionali con Madonna e il Bambino da soli o accompagnati da santi di piccolo formato erano destinati generalmente ad una committenza privata.
 
== Caratteristiche stilistiche ==
Il loro significato non è banalmente un 'rapporto affettuoso madre/figlio' bensì più complesso e riassumibile nel preannuncio della Passione di Cristo. Infatti in quasi tutti i dipinti il Bambino è raffigurato in posizioni che ricordano la morte.
[[File:Giovanni bellini, sacra conversazione dell'accademia 02.jpg|thumb|''[[Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Maria Maddalena|Maddalena]]'' (particolare), Gallerie dell'Accademia, Venezia]]
Bellini coniuga il [[plasticismo]] metafisico di [[Piero della Francesca]] e il realismo umano di [[Antonello da Messina]] (non quello esasperato dei [[pittura fiamminga|fiamminghi]]) con la profondità cromatica tipica dei veneti, aprendo la strada al cosiddetto "[[tonalismo]]". Fu inoltre influenzato dal cognato [[Andrea Mantegna]], che lo fece entrare in contatto con le innovazioni del [[Rinascimento fiorentino]]. Sempre [[Mantegna]], con cui ha modo di lavorare a contatto nel soggiorno padovano, lo influenzò nell'espressività dei volti e nella forza emotiva che trasmettono i paesaggi sullo sfondo. A [[Padova]], Bellini conobbe inoltre la scultura di [[Donatello]], che in questo periodo imprimeva una carica espressionistica alla sua opera, avvicinandosi ad uno stile più vicino all'ambiente del Nord.
 
Bellini portò quindi grandi innovazioni nella pittura veneziana, quando il padre [[Jacopo Bellini|Jacopo]] e il fratello [[Gentile Bellini|Gentile]] erano ancora legati alla ieraticità bizantina, e al [[tardogotico]] che a [[Venezia]], nell'[[architettura]], iniziò a tramontare solo a partire dal [[1470]]. In seguito accolse la chiara luminosità di [[Piero della Francesca]] e fu uno dei primi a comprendere le innovazioni atmosferiche di [[Antonello da Messina]], che trasformavano la luce in un legante dorato tra le figure, capace di dare la sensazione della circolazione dell'aria.
Nell'ambito delle commissioni pubbliche (fondamentali per gli esiti della pittura italiana) realizzò pale di grande importanza come:
[[File:Vicenza, santa corona, altare garzadori con battesimo di cristo di giovanni bellini 03.JPG|thumb|Vicenza, Santa Corona, altare Garzadori con battesimo di Cristo]]
* la famosa pala ''Incoronazione della Vergine'', probabilmente del [[1475]], ([http://www.museicivicipesaro.it/sezioni_pin_sala2.asp]), eseguita per la Chiesa di San Francesco di [[Pesaro]] ed oggi nel locale museo civico, che portò l'influenza del Bellini su pittori anche non veneti, come è il caso del [[Forlì|forlivese]] [[Marco Palmezzano]]
* il trittico con la ''Madonna, il Bambino e due angeli musicanti fra i santi Nicolò, Pietro, Marco e Benedetto'' ([[1488]]) ancor oggi conservato nel luogo originario, la cappella Pesaro della chiesa di [[Basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari (Venezia)|Santa Maria Gloriosa dei Frari]] di [[Venezia]]
* l'imponente [[Madonna in trono col Bambino e santi (Pala di San Zaccaria)|''Pala di San Zaccaria'']] (firmata e datata [[1505]]), anch'essa conservata nel luogo d'origine (chiesa di San Zaccaria, Venezia).<br/>
 
Ancora, già anziano, apprezzò le qualità di artisti di passaggio in laguna, quali [[Leonardo da Vinci]] e [[Albrecht Dürer]], assimilandone rispettivamente lo [[sfumato]] e il gusto nordico per il panneggio tagliente. Ma la sua conquista più grande fu, ormai settantenne, di aver riconosciuto la portata della rivoluzione del [[tonalismo]] di [[Giorgione]] e, poco più tardi, del giovane [[Tiziano]], applicando il colore in campi più ampi e pastosi, senza un confine netto dato dalla linea di contorno, e tendendo a fondere i soggetti col paesaggio che li circonda.
[[Immagine:Giovanni Bellini 001.jpg|thumb|right|250px|''Sacra allegoria'', 1490, Gallerie degli Uffizi, Firenze]]
Dal [[1492]] Giovanni è impegnato con il ciclo (perduto in un incendio) dei teleri per la Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Venezia e per questo motivo forse trascura le commissioni delle pale d'altare, lasciando provvisoriamente il campo libero - in ambito veneziano - al pittore [[Cima da Conegliano]].<br/>
 
Come [[Raffaello]] ottenne dall'estremo equilibrio un'estrema armonia: più dell'urbinate però la stessa poesia era stata la principale ispirazione e il fine della sua arte<ref name=O480/>.
Nonostante la predilezione per allegorie ed i soggetti religiosi e l'avversione ai grandi cicli narrativi, o pitture di storie, il fratello [[Gentile Bellini|Gentile]] prima di morire, nel [[1507]], riusci a convincere Giovanni ad ultimare il telero della Scuola Grande di San Marco con la ''Predica di San Marco in Alessandria'' (oggi alla Pinacoteca Brera); infatti se non lo avesse completato non avrebbe ricevuto in eredità il prezioso quaderno di disegni del padre Jacopo.
 
Scrisse di lui [[Bernard Berenson|Berenson]]: «Per cinquant'anni guidò la pittura veneziana di vittoria in vittoria, la trovò che rompeva il suo guscio bizantino, minacciata di pietrificarsi sotto lo stillicidio di canoni pedanteschi, e la lasciò nelle mani di Giorgione e di Tiziano, l'arte più completamente umana di qualsiasi altra che il mondo occidentale conobbe mai dopo la decadenza della cultura greco-romana»<ref>1905.</ref>.
Nell'ultimo periodo della sua attività artistica si confronta con temi mitologici come nel [[1514]] con ''[[Il festino degli dei]]'', realizzato per lo studiolo di Alfonso d'Este a Ferrara (oggi alla [[Washington National Gallery|National Gallery]] di Washington) tecnicamente di altissimo livello e molto curati anche se sono evidenti problemi di impaginazione legati appunto alla scarsa confidenza del vecchio maestro con queste tematiche ([[Tiziano Vecellio|Tiziano]], autore degli altri dipinti dello studiolo, rifece quasi completamente il paesaggio).
 
== Allievi ==
Di fronte a tematiche religiose però Giovanni Bellini riesce ad essere ancora in grado di sperimentare soluzioni così moderne (per impaginazione, formato, soggetto) da aver portato i critici ad attribuire la ''Derisione di Noé'' del Musée des Beaux-Arts di Besançon a [[Lorenzo Lotto|Lotto]] o [[Tiziano Vecellio|Tiziano]].
Secondo una notizia del Vasari, non confermata da altre fonti, da Bellini si formò Giorgione. Fra i suoi discepoli sicuri figurano [[Nicolò Rondinelli]] e [[Marco Bello]].
[[File:Giovanni. Bellini.jpg|miniatura|''Madonna col Bambino,'' 1485-1490, olio su tavola, [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]]]]
 
== Opere ==
==Caratteristiche stilistiche==
{{vedi anche|Opere di Giovanni Bellini}}
Bellini coniuga il [[plasticismo]] metafisico di [[Piero della Francesca]] e il [[realismo]] umano di [[Antonello da Messina]] (non quello esasperato dei Fiamminghi) con la profondità cromatica tipica dei Veneti, aprendo la strada al cosiddetto "[[tonalismo]]" veneto. Viene inoltre influenzato dal cognato [[Andrea Mantegna]], che lo fa entrare in contatto con le innovazioni del [[Rinascimento]] fiorentino. Sempre [[Mantegna]], con cui ha modo di lavorare a contatto nel soggiorno padovano, lo influenza nell'espressività dei volti e nella forza emotiva che trasmettono i paesaggi sullo sfondo. A [[Padova]], Bellini conosce inoltre la scultura di [[Donatello]], che in questo periodo imprime una carica espressionistica alla sua opera (vedi S. Maddalena), avvicinandosi ad uno stile più vicino all'ambiente del Nord.
Bellini porta quindi grandi innovazioni nella pittura veneziana, quando il padre [[Jacopo Bellini|Jacopo]] e il fratello [[Gentile Bellini|Gentile]] erano ancora legati alla ieracità bizantina, e al [[tardo gotico]] che a [[Venezia]], nell'[[architettura]], inizia a tramontare solo a partire dal [[1470]].
 
== Nella cultura di massa ==
''[[Bellini (cocktail)|Bellini]]'' è anche un famoso [[cocktail]], inventato nel [[1948]]<ref name="Harrys Bar">{{cita web|url=http://www.harrysbarvenezia.com/bellini.htm|titolo=The Bellini|accesso=22 marzo 2014|dataarchivio=26 novembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091126002815/http://www.harrysbarvenezia.com/bellini.htm|urlmorto=sì}}</ref> da [[Giuseppe Cipriani]], proprietario e capo barista dell'[[Harry's Bar]] di [[Venezia]] e nominato tale proprio in onore del pittore. Il ''Bellini'' è a base di vino bianco frizzante (usualmente del [[Prosecco (vino)|prosecco]] o dello spumante brut) e polpa frullata fresca di [[Prunus persica|pesca bianca]] e ha un caratteristico colore rosato, che ricordò a Cipriani il colore della toga di un santo in un dipinto del pittore veneziano. Il successo del ''Bellini'' indusse Cipriani ad ulteriori contaminazioni tra pittura ed enogastronomia, con l'invenzione nel [[1950]] del ''[[Carpaccio (gastronomia)|Carpaccio]]'', pietanza consistente in fettine sottilissime di [[Carne#Tagli di carne bovina|controfiletto]] di [[Bos taurus|manzo]] crudo disposte su un piatto e decorate alla [[Kandinsky]], con una salsa che viene chiamata universale, così chiamato poiché a Cipriani il colore della carne cruda ricordava i colori intensi dei quadri del pittore [[Vittore Carpaccio]], delle cui opere si teneva in quel periodo una mostra nel [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale di Venezia]].<ref>{{Treccani|carpaccio|Carpaccio|v=sì|accesso=20 novembre 2022}}</ref><ref>[http://www.glu-fri.com/it/carpaccio-zucchine/ la storia del Carpaccio]</ref>
 
Nella zona di [[Pesaro]], dove il pittore soggiornò per realizzare la celebre pala, ''"Giamblèn"'' (Giambellino in [[dialetto pesarese|dialetto locale]]) ha assunto per [[antonomasia]] il significato di ''"persona trasandata"''.
==Bibliografia==
*G. C. Argan, ''Storia dell'arte italiana'', Sansoni, Firenze, 1968
*P. De Vecchi, E. Cerchiari, ''Arte nel tempo'', Bompiani, Sonzogno, 1991
*S. Zuffi, ''Giovanni Bellini'', Arnoldo Mondadori Arte, Milano, 1991
 
==Opere Note ==
<references/>
*''San Gerolamo nel deserto'', [[1450]] ca, tempera su tavola, 44 x 23 cm, [[Birmingham]], Barber Institute of Fine Arts.
*''Madonna con Bambino'', [[1450]]-[[1455]], tempera su tavola, 47 x 31,5 cm, [[Pavia]], [[Pinacoteca Malaspina]].
*''Madonna con Bambino'', [[1455]] ca, tempera su tavola, 72 x 46 cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum]].
*''Cristo morto tra la Vergine e Giovanni Evangelista'', 1455, tempera su tavola, 52 x 42 cm, [[Bergamo]], [[Accademia Carrara]].
*''Crocifissione'', 1455 ca, tempera su tavola, 55 x 30 cm, [[Venezia]], Museo Correr.
*''Trasfigurazione di Cristo'', 1455 ca, tempera su tavola, 143 x 68 cm, [[Venezia]], Museo Correr.
*''Cristo morto sorretto dagli angeli'', [[1460]] ca, tempera su tavola, 74 x 50 cm, [[Berlino]], [[Staatliche Museen]].
*''Cristo in pietà nel sepolcro'', 1460 ca, tempera su tavola, 48 x 38 cm, [[Milano]], [[Museo Poldi Pezzoli]].
*''Cristo morto sorretto da Maria e Giovanni'' (Pietà), 1460, tempera su tavola, 86 x 107 cm, [[Milano]], [[Pinacoteca di Brera]].
*''Cristo coronato di spine benedicente'', 1460 ca, tempera su tavola, 58 x 44 cm, [[Parigi]], [[Musée du Louvre]].
*''Madonna col Bambino su un parapetto'', 1460 ca, tempera su tavola, 67 x 49 cm, [[Berlino]], Staatliche Museen.
*''Madonna con Bambino'', 1460 ca, tempera su tavola, 33 x 27 cm, [[Oxford]], [[Ashmolean Museum]].
*''Madonna col Bambino'', [[1460]]-[[1464]], tempera su tavola, 78 x 54 cm, [[Milano]], [[Castello Sforzesco]], Civiche Raccolte d'Arte.
*''Madonna con Bambino benedicente'', 1460-1464, tempera su tavola, 79 x 63 cm, [[Venezia]], [[Gallerie dell'Accademia]].
*''Madonna con Bambino'' (Madonna Greca), 1460-1464, tempera su tavola, 82 x 62 cm, [[Milano]], Pinacoteca di Brera.
*''Madonna col Bambino'', 1460-1464, olio su tela trasferito su tavola, 52 x 43 cm, [[Venezia]], Museo Correr.
*''Madonna con Bambino'', 1460-1464, tempera su tavola, 47 x 34 cm, [[Bergamo]], Accademia Carrara.
*''Presentazione al tempio'', 1460-1464, tempera su tavola, 80 x 105 cm, [[Venezia]], [[Fondazione Querini Stampalia]].
*''Cristo uomo di dolori e un angelo'', [[1460]]-[[1465]] ca, tempera su tavola, 47 x 34 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]].
*''Polittico di San Vincenzo Ferrer'', [[1461]]-[[1468]], tempera su tavola, con ''San Vincenzo Ferrer'' nel pannello centrale, 167 x 67 cm, i pannelli laterali con ''San Cristoforo'' e ''San Sebastiano''di 167 x 67 cm, ''Angelo annunziante'' e ''Vergine Annunziata'', 72 x 67 cm, ''Cristo in pietà'', 72 x 67 cm, predelle con ''Storie di Vincenzo Ferrer'', [[Venezia]], [[Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo]].
*''Testa di Giovanni Battista'', [[1464]]-[[1468]], tempera su tavola, tondo, diam. 28 cm, [[Pesaro]], Musei civici.
*''[[Preghiera nell'orto (Bellini)|Preghiera nell'orto]]'', [[1465]] ca, tempera su tavola, 81 x 127 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Madonna con Bambino'', 1465 ca, tempera su tavola, 82 x 58 cm, [[Fort Worth]], Kimbell Art Museum.
*''Cristo morto trasportato dagli angeli'', [[1465]]-[[1470]] ca, tempera su tavola, 94 x 71 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Crocifisso'', 1465-1470 ca, tempera su tavola, 57 x 41 cm, [[Firenze]], [[Galleria Corsini]].
*''Crocifissione tra i due dolenti'', 1465-1470 ca, tempera su tavola, 71 x 63 cm, [[Parigi]], Musée du Louvre.
*''Pala Pesaro'', [[1471]]-[[1474]], olio su tavola, [[Pesaro]], Musei civici.
**''Incoronazione della Vergine e santi'', 1471-1474, olio su tavola, 262 x 240 cm, [[Pesaro]], Musei civici.
**''Caduta di san Paolo'', 1471-1474, olio su tavola, 40 x 36 cm, [[Pesaro]], Musei civici.
**''Conversione di san Paolo'', 1471-1474, olio su tavola, 40 x 42 cm, [[Pesaro]], Musei civici.
**''San Gerolamo penitente'', 1471-1474, olio su tavola, 40 x 36 cm, [[Pesaro]], Musei civici.
**''San Terenzio'', 1471-1474, olio su tavola, 40 x 36 cm, [[Pesaro]], Musei civici.
**''Compianto su Cristo morto'', 1471-1474, olio su tavola, 106 x 84 cm, [[Città del Vaticano]], [[Pinacoteca Vaticana]].
*''Pietà fra due santi'', [[1472]], tempera su tela, 115 x 317 cm, [[Venezia]], [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]].
*''Cristo morto sorretto dagli angeli'', [[1474]] ca, tempera su tavola, 91 x 131 cm, [[Rimini]], Pinacoteca Comunale.
*''Madonna adorante il Bambino dormiente'', [[1475]], tempera su tavola, 120 x 65 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Madonna con Bambino'', 1475 ca, tempera su tavola, 77 x 57 cm, [[Verona]], [[Museo di Castelvecchio]].
*''Madonna con Bambino'', 1475 ca, tempera su tavola, 83 x 62 cm, [[Rovigo]], Pinacoteca dell'Accademia dei Concordi.
*''Madonna con Bambino'', 1475 ca, tempera su tavola, 75 x 50 cm, [[Venezia]], [[Chiesa di Santa Maria dell'Orto]].
*''Madonna che adora il Bambino'', 1475 ca, tempera su tavola, 77 x 56 cm, [[Firenze]], Collezione Contini Bonacossi.
*''Madonna con Bambino'', 1475 ca, tempera su tavola, 76 x 53 cm, [[Berlino]], Staatliche Museen.
*''Madonna col Bambino benedicente'', [[1475]]-[[1480]], olio su tavola, 78 x 56 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Ritratto di umanista'', 1475-1480, olio su tavola, 35 x 28 cm, [[Milano]], Castello Sforzesco, Civiche Raccolte d'Arte.
*''Resurrezione di Cristo'', [[1475]]-[[1479]], olio su tavola trasferita su tela, 148 x 128 cm, [[Berlino]], Staatliche Museen.
*''Ritratto di Giovanni Emo'', [[1475]]-[[1480]], olio su tavola, 47 x 33 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], [[National Gallery of Art]].
*''San Gerolamo nel deserto'', [[1480]] ca, olio su tavola, 49 x 39 cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]].
*''Cristo morto sorretto da due angeli'', [[1480]]-[[1485]], tempera su tavola, 83 x 68 cm, [[Berlino]], Staatliche Museen.
* [[San Francesco in estasi (Bellini)|San Francesco in estasi]], 1480-1485, olio su tavola, 120 x 137 cm, [[New York]], Frick Collection.
*''San Gerolamo leggente nel deserto'', 1480-1485, olio su tavola, 47 x 34 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Madonna con Bambino'', 1480-1485 ca, olio su tavola, 52 x 41 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Madonna col Bambino'', [[1480]]-[[1490]], olio su tavola, 83 x 66 cm, [[Bergamo]], Accademia Carrara.
*''Madonna con Bambino'', [[1480]]-[[1490]] ca, olio su tavola, 78 x 58 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Ritratto d'uomo con barba'', [[1485]] ca, tempera su tavola, 13 x 10 cm, [[Tulsa]], Philbrook Museum of Art.
*''Madonna dei Cherubini rossi'', 1485 ca, olio su tavola, 77 x 60 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Madonna con Bambino'', 1485 ca, olio su tavola trasferita su tela, 72 x 55 cm, [[Kansas City]], Nelson-Atkins Museum of Art.
*''Madonna con Bambino'', [[1485]]-[[1488]], olio su tela, 62 x 47 cm, [[Glasgow]], Burrel Collection.
*''Madonna con Bambino'', [[1485]]-[[1490]], olio su tavola, 89 x 71 cm, [[New York]], Metropolitan Museum.
*''Ritratto di giovane uomo in rosso'', 1485-1490, olio e tempera su tavola, 32 x 26 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Pala di San Giobbe'', 1487 ca, olio su tavola, 471 x 258 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
* ''[[Trasfigurazione di Cristo (Bellini)|Trasfigurazione di Cristo]]'', [[1487]] ca, olio su tavola, 115 x 152 cm, [[Napoli]], [[Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte]].
*''Madonna degli Alberetti'', 1487, olio su tavola, 74 x 58 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Madonna con Bambino'', 1487, olio su tavola, 75 x 59 cm, [[San Paolo]], [[Brasile]], Museu de Arte.
*''Madonna col Bambino e i santi Pietro e Sebastiano'', 1487 ca, olio su tavola, 84 x 61 cm, [[Parigi]], Musée du Louvre.
*''Trittico dei Frari'', [[1488]], olio su tavola, pannello centrale con la ''Madonna con Bambino'', 184 x 79 cm, e i pannelli laterali con ''San Pietro e sant'Agostino'' e ''San Marco e san Benedetto'', entrambi 115 x 46 cm, [[Venezia]], [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]].
*''Pala Barbarigo'', 1488, olio su tela, 200 x 320 cm, [[Murano]], Chiesa di San Pietro Martire.
*''Quattro allegorie: La Perseveranza'', [[1490]] ca, olio su tavola, 32 x 22 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Quattro allegorie: La Falsità'', 1490 ca, olio su tavola, 34 x 22 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Quattro allegorie: La Fortuna'', 1490 ca, olio su tavola, 34 x 22 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Quattro allegorie: La Prudenza'', 1490 ca, olio su tavola, 34 x 22 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Madonna con Bambino e le sante Caterina e Maria Maddalena'', 1490 ca, olio su tavola, 58 x 107 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Madonna con Bambino tra santa Maria Maddalena e sant'Orsola'', 1490, olio su tavola, 77 x 104 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]].
*''[[Allegoria sacra (Giovanni Bellini)|Allegoria sacra]]'', [[1490]]-[[1500]], olio su tavola, 73 x 119 cm, [[Firenze]], Galleria degli Uffizi.
*''San Pietro Martire'', 1490-1500 ca, tempera su tavola, 194 x 84 cm, [[Bari]], Pinacoteca Provinciale.
*''Angelo annunziante'' e ''Vergine Annunziata'', [[1500]] ca, olio su tela, 224 x 105 cm ciascuno, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Cristo benedicente'', 1500 ca, tempera su tavola, 59 x 47 cm, [[Fort Worth]], Kimbell Art Museum.
*''Ritratto virile'', 1500 ca, olio su tavola, 32 x 26 cm, [[Parigi]], Musée du Louvre.
*''Ritratto di giovane biondo'', 1500 ca, olio su tavola, 34 x 26 cm, [[Roma]], [[Pinacoteca Capitolina]].
*''Ritratto d'uomo'', 1500 ca, olio su tavola, 31 x 25 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Ritratto di giovane uomo'', 1500, olio su tavola, 31 x 26 cm, [[Firenze]], Galleria degli Uffizi.
*''Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista ed Elisabetta'', [[1500]]-[[1501]] ca, tempera su tavola, 72 x 90 cm, [[Francoforte]], Stadelsches Kunstinstitut.
*''Battesimo di Cristo'', [[1500]]-[[1502]], olio su tavola, 400 x 263 cm, [[Vicenza]], Chiesa di Santa Corona.
*''Testa del Redentore'', 1500-1502, olio su tavola, 33 x 22 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Piccolo albero con una scritta'', frammento, 1500-1502, olio su tavola, 31 x 22 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Caterina'', [[1500]]-[[1504]], olio su tavola, 54 x 76 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''[[Il doge Leonardo Loredan]]'', [[1501]], olio su tavola, 62 x 45 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Crocifisso in un cimitero ebraico'', [[1501]]-[[1503]], olio su tavola, 81 x 49 cm, [[Prato]], Galleria Comunale.
*''Predica di san Marco ad Alessandria'', [[1504]]-[[1507]], olio su tela, 347 x 770 cm, [[Milano]], Pinacoteca di Brera, in collaborazione con [[Gentile Bellini]].
*''[[Madonna del prato (Bellini)|La Madonna del prato]]'', [[1505]], olio su tela trasferita su tavola, 67 x 86 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Cristo portacroce'', 1505 ca, olio su tavola, 48 x 27 cm, [[Rovigo]], Pinacoteca dell'Accademia dei Concordi.
[[Immagine:Giovanni Bellini 012.jpg|thumb|center|250px|''La pietà'']]
*''Pietà'', 1505, olio su tavola, 65 x 90 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''[[Madonna in trono col Bambino e santi (Pala di San Zaccaria)]]'', 1505, olio su tela trasferito su tavola, 402 x 273 cm, [[Venezia]], [[Chiesa di San Zaccaria]].
*''Ritratto di giovane uomo'', 1505 ca, olio su tavola, 43 x 35 cm, [[Windsor]], Royal Collection.
*''San Gerolamo che legge nel deserto'', 1505, olio su tavola, 49 x 39 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Nunc Dimittis'', [[1505]]-[[1510]], olio su tavola, 62 x 83 cm, [[Madrid]], [[Museo Thyssen-Bornemisza]].
*''Madonna col Bambino, santi e donatori'' (Pala Priuli), [[1506]]-[[1510]], olio su tavola, 130 x 64 cm, [[Düsseldorf]], Museum Kunst Palast.
*''Madonna col Bambino, quattro santi e un donatore'', [[1507]], olio su tavola, 90 x 145 cm, [[Venezia]], [[Chiesa di San Francesco della Vigna]].
*''La continenza di Scipione'', [[1507]]-[[1508]], olio su tela, 74,8 x 35,6 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Uccisione di san Pietro Martire'', [[1509]], olio su tavola, 67 x 100 cm, [[Londra]], Courtauld Institute Galleries.
*''Madonna con Bambino'', 1509, olio su tavola, 84 x 106 cm, [[Detroit]], Institute of Arts.
*''Madonna col Bambino benedicente'', [[1510]], olio su tavola, 85 x 118 cm, [[Milano]], Pinacoteca di Brera.
*''Madonna col Bambino'', 1510 ca, olio su tavola, 94 x 73 cm, [[Atlanta]], [[Georgia]], The High Museum of Art.
*''Madonna con Bambino'', 1510 ca, olio su tavola, 50 x 41 cm, [[Roma]], [[Galleria Borghese]].
*''Vergine in gloria e santi'', [[1510]]-[[1515]], olio su tavola, 350 x 225 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
*''I santi Cristoforo, Gerolamo e Ludovico da Tolosa'', [[1513]], olio su tavola, 300 x 185 cm, [[Venezia]], [[Chiesa di San Giovanni Crisostomo]].
*''[[Il festino degli dei]]'', [[1514]], olio su tela, 170 x 188 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Giovane Bacco'', 1514 ca, olio su tavola, 48 x 37 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''Giovanne donna allo specchio'', [[1515]], olio su tela, 62 x 79 cm, [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]].
*''Orfeo in un paesaggio'', 1515 ca, olio su tavola trasferito su tela, 39 x 81 cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], National Gallery of Art.
*''L'ebbrezza di Noè'', 1515 ca, olio su tela, 103 x 157 cm, [[Besançon]], Musée des Beaux-Arts.
*''Ritratto di Teodoro da Urbino'', 1515, olio su tela, 63 x 50 cm, [[Londra]], National Gallery.
*''Compianto su Cristo morto'', [[1515]]-[[1520]], olio su tela, 444 x 312 cm, [[Venezia]], Gallerie dell'Accademia.
 
==Musei Bibliografia ==
* {{cita testo|curatore=Catherine C. Wilson |titolo= Examining Giovanni Bellini: An Art "More Human and More Divine"|editore= Brepols |città= Turnhout |anno= 2016 |ISBN=978-2-503-53570-8}}
Elenco dei [[museo|musei]] e delle chiese che espongono opere dell'artista:
* [[Giovanni Agosti]], ''Un amore di Giovanni Bellini'', Officina Libraria, Milano 2009. ISBN 978-88-89854-40-2
* [[Pinacoteca di Brera]] di Milano
* Mariolina Olivari, ''Giovanni Bellini'', in AA.VV., ''Pittori del Rinascimento'', Scala, Firenze 2007. ISBN 88-8117-099-X
* [[Frick Collection di New York]]
* [[Giulio Carlo Argan]], ''Storia dell'arte italiana'', Sansoni, Firenze, 1968
* [[Metropolitan Museum of Art di New York]]
* Pierluigi De Vecchi ed Edda Cerchiari, ''Arte nel tempo'', Bompiani, Sonzogno, 1991
* [[Museo Capodimonte di Napoli]]
* [[Stefano Zuffi]], ''Giovanni Bellini'', Arnoldo Mondadori Arte, Milano, 1991
* [[National Gallery di Londra]]
* Anchise Tempestini, '' Giovanni Bellini'', Fabbri Editori, Milano, 1997, ISBN 8845069737
* [[Gallerie dell'Accademia]] di Venezia
* {{Cita libro|autore=Rona Goffen|titolo=Giovanni Bellini|anno=1990|editore=Motta|città=Milano|cid=Goffen 1990|ISBN=88-7179-008-1}}
* [[Kunsthistorisches Museum]] di Vienna
* {{Cita testo|curatore=Mauro Lucco|titolo=Giovanni Bellini|editore=Silvana|città=Cinisello Balsamo|cid=Lucco-Villa|curatore2=Giovanni Carlo Federico Villa|anno=2008}}
* Museo civico di Pesaro
* {{Cita testo|curatore=Emanuela Daffra|titolo=Giovanni Bellini - La nascita della pittura devozionale umanistica – Gli studi|editore=Skira|città=Milano|cid=Bellini 2014|anno=2014}}
* Chiesa di Santa Corona a Vicenza (Italy): Battesimo di Gesù (restaurato grazie alla Banca Popolare di Vicenza e presentato al pubblico il 15 marzo 2007)
* {{Cita testo|lingua=EN, IT|curatore=Peter Humfrey|titolo=Giovanni Bellini " ... il migliore nella pittura"|editore=Linea d'acqua|città=Venezia|data=2019|pp=|cid=Bellini 2019|curatore2=Vincenzo Mancini|curatore3=Anchise Tempestini|curatore4=Giovanni Carlo Federico Villa}}
* Musei Vaticani, [http://mv.vatican.va/2_IT/pages/x-Schede/PINs/PINs_Sala09_01_040.html Pinacoteca], Roma
* {{Cita libro|autore=Mauro Lucco|autore2=Peter Humfrey|autore3=Carlo Federico Villa|curatore=Mauro Lucco|titolo=Giovanni Bellini – Catalogo ragionato|anno=2019|editore=Zel|città=Ponzano Veneto|cid=Bellini 2019}}
* {{Cita libro|autore=Peter Humfrey|titolo=Giovanni Bellini|anno=2021|editore=Marsilio|città=Venezia|cid=Humfrey 2021}}
 
== Voci correlate ==
==Altri progetti==
* [[Rinascimento veneziano]]
{{interprogetto|commons=Category:Giovanni Bellini}}
* [[Jacopo Bellini]]
* [[Gentile Bellini]]
* [[Andrea Mantegna]]
* [[Tonalismo]]
 
== Altri progetti ==
==Collegamenti esterni==
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* {{en}}[http://www.wga.hu/html/b/bellini/giovanni/index.html Web Gallery of Art]
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{Collegamenti esterni}}
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* {{cita web|http://www.wga.hu/html/b/bellini/giovanni/index.html|Web Gallery of Art|lingua=en}}
[[Categoria:Personalità legate a Venezia|Bellini Giovanni]]
 
 
{{Giovanni Bellini}}
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[[ar:جوفاني بيليني]]
[[Categoria:Pittori italiani del Rinascimento]]
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