Commodo: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{ViolazioneCopyright|url=http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Commodo.html|utente=[[Utente:Sbazzone|Sbazzone]] ([[Discussioni utente:Sbazzone|msg]])}}
{{Magistrato romano
 
|nome = Commodo
{{Monarca
|titolo = [[Imperatore romano]]
| nome =Commodo
|immagine = Commodo vestito da Ercole ai Musei Capitolini.jpg
| titolo =[[Imperatore romano]]
|legenda = [[Ritratto di Commodo come Ercole|Commodo con gli attributi di Ercole]]
| immagine =[[File:0057MC.jpg|300px|]]
|inizio regno = [[177]] (fino al 17 marzo [[180]] con [[Marco Aurelio]])
| legenda =[[Ritratto di Commodo come Ercole|Commodo con gli attributi di Ercole]]
|fine regno =[[17 marzo]] [[180]] (con [[Marco Aurelio]])<br> [[18 marzo]] [[180]] - [[31 dicembre]] [[192]] (da solo)
|nome completo = ''Lucius Aurelius Commodus'' (dal 161 al 166);<ref name="Scarre121">{{cita|Scarre 1995|p. 121}}.</ref><br />''Caesar Lucius Aurelius Commodus'' (dal 166 al 177);<ref name="Scarre121"/><br />''Caesar Lucius Aurelius Commodus Augustus'' (dal 177 al 180);<ref name="Scarre121"/><br />''Caesar Lucius Aurelius Commodus Antoninus Augustus'' (180);<ref name="Scarre121"/><br />''Caesar Marcus Aurelius Commodus Antoninus Augustus'' (dal 180 al 191);<ref name="Scarre121"/><br />''Caesar Lucius Aelius Aurelius Commodus Augustus'' (dal 191 alla morte).<ref name="Scarre121"/>
| nome completo = ''Lucius Aurelius Commodus Antoninus''
|tribunicia potestas = 18 anni:<ref name="Scarre121"/> la prima volta (I) dalla fine del [[176]], una seconda volta a metà del [[177]] e poi rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno.<ref name="Scarre121"/>
| predecessore =[[Marco Aurelio]] (da solo)
|cognomina ex virtute = ''[[Germanicus]]'' il 15 ottobre del [[172]], ''[[Sarmaticus]]'' nel [[175]], ''[[Germanicus Maximus]]'' nel [[182]], ''[[Britannicus Maximus]]'' nel [[184]].<ref name="Scarre121"/>
| successore =[[Pertinace]]
|altrititoli = ''[[Pater Patriae]]'', ''Pius'' nel [[182]], ''Felix'' nel [[185]]<ref name="Scarre121"/>
| coniuge 1 =[[Bruzia Crispina]]
|salutatio imperatoria = 8 volte:<ref name="Scarre121"/> I (al momento della assunzione del potere imperiale) nel [[176]], (II) nel [[177]], (III) [[179]], (IV) [[180]], (V) [[182]], (VI) [[183]], (VII) [[184]] e (VIII) [[186]]
| figli =
|predecessore = [[Marco Aurelio]] (da solo)
| dinastia =[[Dinastia degli Antonini|Antonini]]
|erede padre= =[[MarcoLucio Aurelio Commodo Pompeiano]]
|successore = [[Pertinace]]
| madre =[[Faustina minore]]
|coniuge 1 = [[Bruzia Crispina]]
| data di nascita =[[21 agosto]] [[161]]
|figli =
| luogo di nascita=[[Lanuvio|Lanuvium]]
|dinastia = [[Dinastia degli Antonini|Antonini]]
| data di morte =[[31 dicembre]] [[192]] (31 anni)
|padre = [[Marco Aurelio]]
| luogo di morte =[[Roma]]
|madre = [[Faustina minore]]
|}}
|data di nascita = 31 agosto [[161]]
|luogo di nascita = [[Lanuvio|Lanuvium]]
|data di morte = {{Calcola età3|192|12|31|161|8|31}}
|luogo di morte = [[Roma]]
|sepoltura = [[Castel Sant'Angelo]]
|consolato = 7 volte:<ref name="Scarre121"/> nel [[177]], [[179]], [[181]], [[183]], [[186]], [[190]] e [[192]]
|pontificato massimo = nel [[180]]
}}
{{Bio
|Nome = Cesare Lucio ElioMarco Aurelio
|Cognome = Commodo Antonino Augusto
|PostCognomeVirgola = nato '''Lucio Elio Aurelio Commodo'''
|PreData = [[lingua latina|latino]]: ''Lucius Aelius Aurelius Commodus''
|PreData = {{latino|Lucius Aelius Aurelius Commodus}}
|ForzaOrdinamento =
|Sesso = M
|LuogoNascita = LanuviumLanuvio
|GiornoMeseNascita = 31 agosto
|LinkLuogoNascita = Lanuvio
|GiornoMeseNascita = 21 agosto
|AnnoNascita = 161
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 31 dicembre
|AnnoMorte = 192
|Epoca = 100
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , membro della [[dinastia degli Antonini]]; regnò dal [[180]] al [[192]]. Come [[Caligola]] e [[Nerone]], è descritto dagli storici come stravagante, crudele e depravato
}}
 
Figlio dell'imperatore [[filosofo]] [[Marco Aurelio]], Commodo fu associato al trono nel [[177]], succedendo al padre nel [[180]]. Avverso al [[Senato romano|Senato]], governò in maniera autoritaria, esibendosi anche come [[gladiatore]] e in prove di forza, e facendosi soprannominare l'''[[Ercole]] romano''.
==Biografia==
===Origini famigliari===
{{Vedi anche|Dinastia degli Antonini}}
{{...}}
Commodo era il figlio di Marco Aurelio che egli aveva associato al potere, dopo la morte di [[Lucio Vero]].
 
Durante i dodici anni di principato, nonostante la fama di despota, a Commodo sono anche riconosciuti dei meriti: per esempio esercitò un'ampia [[tolleranza]] religiosa, ponendo fine alle [[persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|persecuzioni contro i cristiani]] dopo alcuni anni dall'ascesa al trono, le quali ricominciarono dopo la sua morte. Egli stesso praticò culti orientali e stranieri<ref>Santo Mazzarino, ''Antico, tardoantico ed era costantiniana'', volume I, vol. 1, Bari, Dedalo, 1974, pag. 74</ref>; il regno di Commodo diede anche [[arte nell'età di Commodo|un nuovo impulso alle arti]], che si svilupparono rispetto all'[[arte dei primi Antonini]]. Durante il suo regno egli eresse vari monumenti celebranti le imprese del padre Marco Aurelio, tra i quali la [[Colonna Aureliana]], e forse completò anche la [[statua equestre di Marco Aurelio]] che si trova oggi nei [[Musei Capitolini]] (una copia è esposta al centro della [[piazza del Campidoglio]]).
===Ascesa al potere durante il regno del padre===
{{...}}
 
Amato dal popolo e appoggiato dall'esercito, ai quali aveva elargito consistenti somme di denaro, riuscì a mantenere il potere tra numerose congiure, finché non fu assassinato in un complotto di alcuni senatori, [[pretoriani]] e della sua amante [[Marcia (concubina di Commodo)|Marcia]], strangolato dal suo maestro di lotta, l'ex gladiatore [[Narcisso]]; l'assassinio portò al potere [[Pertinace]]. Sottoposto a ''[[damnatio memoriae]]'' dal Senato, fu riabilitato e [[apoteosi|divinizzato]] dall'imperatore [[Settimio Severo]], che voleva ricollegarsi alla [[dinastia antoniniana]] cercando il favore dei membri superstiti della famiglia di Commodo e Marco Aurelio.
===Il Principato (180-192)===
La sua salita al trono che avvenne a [[Vindobona]] ove era assieme al popolare e vittorioso padre [[Marco Aurelio]] il giorno della sua morte, fu inizialmente vista dal popolo di [[Impero Romano|Roma]] come un presagio di fortuna. Tuttavia, per quanto generoso e magnanimo fosse [[Marco Aurelio|suo padre]], Commodo si dimostrò l'opposto. Molti pensano che Commodo fosse pazzo (in gioventù fece cuocere in un forno un servo colpevole di avergli preparato un bagno troppo caldo), ma comunque fu certamente dedito agli eccessi.
 
== Biografia ==
====Amministrazione interna e provinciale====
=== Origini familiari e giovinezza (161-180) ===
=====Spettacoli gladiatori=====
{{Vedi anche|Età antonina|Dinastia degli Antonini}}
Commodo ebbe inoltre la passione per i combattimenti di [[gladiatore|gladiatori]], al punto da scendere egli stesso nell'[[anfiteatro|arena]] vestito da gladiatore. Questo era considerato scandaloso dal popolo di [[Roma]] che considerava i gladiatori al rango più basso della scala sociale. Le sue prestazioni erano comiche: entrava nell'[[Arena (architettura)|arena]] armato di tutto punto a combattere contro disgraziati armati solo con spade di legno. Vestito come l'eroe mitologico greco [[Ercole]], Commodo sosteneva di aver ucciso 12.000 uomini in combattimenti gladiatori. Per ogni apparizione nell'arena, addebitava alla città di Roma un milione di [[Sesterzio|sesterzi]].
[[File:Commodus 17-02-2009 11-27-10.JPG|thumb|left|upright=0.8|Commodo in età giovanile]]
 
Commodo, figlio del regnante imperatore [[Marco Aurelio]], nacque come Lucio Elio Aurelio Commodo a [[Lanuvio]], l'antica Lanuvium vicino a Roma. Aveva un fratello gemello, [[Tito Aurelio Fulvio Antonino]], morto nel 165. Il 12 ottobre 166, Commodo fu nominato Cesare insieme al fratello minore, [[Marco Annio Vero Cesare]]; quest'ultimo morì nel 169, perciò l'unico figlio superstite rimase Lucio Aurelio Commodo.
=====Corte imperiale e vizi privati=====
L'instabilità di Commodo non fu, tuttavia, limitata a questo. Una volta fece massacrare gli abitanti di una città perché uno di loro lo avrebbe guardato con espressione non amichevole. Egli voleva essere adorato come un dio, e trascurava completamente gli affari di stato mentre si dedicava ad un suo [[harem]] di circa 300 donne e giovani uomini. Incaricò i suoi amici di amministrare l'[[Impero Romano|Impero]] e divideva con loro i soldi che questi rubavano.
 
Egli ricevette una buona istruzione da "un'abbondanza di buoni maestri" secondo le parole di Marco Aurelio. Nell'aprile del [[175]] [[Avidio Cassio]], governatore della Siria, si dichiarò imperatore in seguito alla voce che [[Marco Aurelio]] fosse morto. Essendo stato riconosciuto imperatore dalla Siria, Palestina ed Egitto, Cassio portò avanti la sua ribellione nonostante Marco Aurelio fosse ancora in vita.
Si narra inoltre che l'imperatore si dilettasse nell'arena a uccidere le belve, in particolare gli struzzi tagliando loro la testa con una specie di lancia ricurva.
 
Durante i preparativi per la campagna contro Cassio, il principe assunse la sua toga sul fronte del [[Danubio]] il 7 luglio 175, entrando così ufficialmente nell'età adulta. Cassio, invece, fu ucciso da uno dei suoi centurioni prima che iniziasse la campagna contro di lui. Commodo accompagnò il padre in un lungo viaggio nelle province orientali, durante il quale visitò [[Antiochia di Siria|Antiochia]]. L'imperatore e il figlio si recarono anche ad [[Atene]], poi tornò a Roma nell'autunno del [[176]]. [[Marco Aurelio]] fu il secondo imperatore dopo [[Vespasiano]] ad avere un figlio proprio, e sembra fosse sua intenzione che Commodo divenisse il suo erede, nonostante da molto tempo gli imperatori, spesso senza figli maschi adulti, adottassero i loro eredi. Commodo fu l'unico dei molti figli maschi di Marco Aurelio a sopravvivergli (l'altro erede designato, [[Marco Annio Vero Cesare]], era morto molto giovane, e ancora giovanissimo e lontano da Roma era l'unico nipote in vita, [[Tiberio Claudio Severo Proculo]], nipote di Commodo che fu poi console sotto [[Settimio Severo]], nonché suocero di [[Eliogabalo]]).
Nel [[192]], una parte della città di [[Roma]] fu distrutta da un incendio, e Commodo colse l'opportunità di "rifondarla", chiamandola in suo onore ''Colonia Commodiana''. Anche i mesi del calendario furono rinominati in suo onore, e perfino al [[Senato (storia romana)|Senato]] si cambiò il nome in ''Senato della Fortuna Commodiana'', mentre l'esercito divenne ''Esercito commodiano''.
 
Il 27 novembre 176 Marco Aurelio conferì a Commodo il rango di ''[[Imperator]]'', e nel [[177]], il titolo di [[Augusto (titolo)|Augusto]], attribuendo al figlio la sua stessa posizione, e formalmente condivise il potere con lui. Il 23 dicembre dello stesso anno, ottenne la ''[[tribunicia potestas]]''. Il 1º gennaio 177 Commodo divenne console per la prima volta, a 15 anni, il più giovane console nella storia romana fino a quel momento. Durante il regno assieme al padre, Commodo non commise stranezze né crudeltà. Sposò poi [[Bruzia Crispina]] prima di accompagnare suo padre ancora una volta al fronte del Danubio nel [[178]] contro i barbari, dove poi Marco Aurelio morì il 17 marzo 180, lasciando imperatore il diciannovenne Commodo.
====Politica estera====
Cominciò il suo regno con un trattato di pace sfavorevole concordato con la tribù dei [[Marcomanni]], [[Quadi]] e [[Buri]] (tribù dei [[Germani]]), che era stata in guerra contro [[Marco Aurelio]]. Più tardi egli stesso intraprese guerre contro i [[Germani]], riportando spesso parziali vittorie per le quali pretendeva onori dal [[Senato (storia romana)|Senato]].
 
===Morte Ascesa al trono (192180) ===
[[File:Delacroix-Marc Aurèle-MBA-Lyon.jpg|thumb|upright=1.4|[[Eugène Delacroix]], ''Ultime parole dell'imperatore Marco Aurelio'', una rappresentazione moderna della morte di Marco: l'imperatore, al centro, siede a letto, circondato da amici e dignitari, e stringe il braccio di Commodo (a destra), vestito di rosso, sbarbato e abbigliato in maniera orientaleggiante, con orecchini e una corona, e che appare distante e poco interessato.]]
Il [[31 dicembre]] [[192]], Commodo fu strangolato nel bagno dal suo istruttore, maestro di gladiatorie [[Narcisso]], il giorno prima di quello in cui aveva programmato di recarsi al [[Senato (storia romana)|Senato]] vestito da [[gladiatore]] per farsi proclamare [[Console (storia romana)|console]]. Dopo la sua morte il [[Senato (storia romana)|Senato]] decretò la ''[[damnatio memoriae]]'' contro di lui ripristinando il nome corretto delle istituzioni. Tuttavia nel [[195]], l'imperatore [[Settimio Severo]], cercando il favore della famiglia di [[Marco Aurelio]], riabilitò la memoria di Commodo ed il [[Senato (storia romana)|Senato]] lo dichiarò ''dio''.
 
Dopo una nuova [[guerre marcomanniche|serie di vittorie decisive]] negli anni [[178]]-[[179]] contro [[Marcomanni]] e [[Quadi]], il padre, Marco Aurelio, si ammalò gravemente nel [[180]], forse anch'egli colpito dalla [[Peste antonina|peste che affliggeva l'impero da anni]].<ref>{{Cita|Guido Clemente 2008|p. 636}}.</ref> Marco Aurelio morì il 17 marzo 180, a circa cinquantanove anni, secondo Aurelio Vittore nella [[fortezza legionaria|città-accampamento]] di ''[[Vindobona]]'' ([[Vienna]]).<ref name="AurVitDeCaes16">{{cita|Aurelio Vittore, De Caesaribus|72, 36|Aurelio Vittore De Caesaribus}}.</ref>
===Titolatura imperiale===
{{...}}
 
Secondo quanto riferisce [[Tertulliano]], uno storico e apologeta cristiano suo contemporaneo, sarebbe invece deceduto sul fronte [[Iazigi|sarmatico]], non molto distante da ''[[Sirmio]]'' (odierna [[Sremska Mitrovica]], nell'attuale [[Serbia]]),<ref>{{cita|Tertulliano|25}}.</ref> che fungeva da [[quartier generale]] invernale delle sue truppe, in vista dell'ultimo assalto. Birley ritiene infatti che Marco potrebbe essere morto a ''Bononia'' sul Danubio (che per assonanza ricorda la località di ''Vindobona''), venti miglia a nord di ''Sirmio''.<ref>{{cita|Birley 1990|p. 264}}.</ref>
<gallery>
Immagine:Commodus denier ag1.jpg|Commodo - Imperatore Romano
Immagine:041 Commodus.jpg|Commodo, Imperatore Romano
</gallery>
 
Iniziando a stare male chiamò Commodo al capezzale e gli chiese per prima cosa di concludere onorevolmente la guerra, affinché non sembrasse che lui avesse "tradito" la ''Res publica''. Il figlio promise che se ne sarebbe fatto carico, ma che gli interessava prima di tutto la salute del padre. Chiese pertanto di potere aspettare pochi giorni prima di partire. Marco, sentendo che i suoi giorni erano alla fine e il dovere compiuto, accettò da stoico una morte onorevole, astenendosi dal mangiare e bere, e aggravando così la malattia per permettergli di morire il più rapidamente possibile.
==Note==
{{references|2}}
 
Il sesto giorno, chiamati gli amici e "''deridendo le cose umane''" disse a loro: "''perché piangete per me e non pensate piuttosto alla pestilenza e alla morte comune? Se vi allontanerete da me, vi dico, precedendovi, statemi bene''". Mentre anche i soldati si disperavano per lui, alla domanda su "''a chi affidasse il figlio''", rispose ai subordinati: "''a voi, se ne sarà degno, e agli dèi immortali''". Nel settimo giorno si aggravò e ammise brevemente solo il figlio alla sua presenza, ma quasi subito lo mandò via, per non contagiarlo.
==Bibliografia==
===Fonti primarie===
*[[Historia Augusta]], ''Marco Aurelio'', ''Lucio Vero'', ''Commodo'' e ''Pertinace''.
*[[Cassio Dione Cocceiano]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]''.
 
Uscito Commodo, coprì il capo come se volesse dormire, come il padre Antonino Pio, e quella notte morì.<ref>{{cita|Historia Augusta|''Marcus Aurelius'', 28}}.</ref> [[Cassio Dione Cocceiano]] aggiunge che vi furono delle negligenze da parte dei medici, che avrebbero voluto accelerare la successione per compiacere Commodo, ma potrebbero essere solo dicerie.<ref>{{cita|Cassio Dione|72, 33}}.</ref> Marco Aurelio riteneva, a torto, che il figlio avrebbe abbandonato quel genere di vita così poco adatto a un ''[[principato (storia romana)|princeps]]'', assumendosi le necessarie responsabilità nel governare un [[alto Impero romano|Impero come quello romano]].
===Fonti secondarie===
*Michael Grant, ''Imperatori romani'', Roma 1984.
 
E poiché Commodo non era pazzo, come molti sostennero, anche se amava esibirsi come gladiatore e in prove di forza, egli intelligentemente si assicurò subito la fedeltà dell'esercito e del popolo romano con ampie elargizioni (''[[donativa]]'' e ''[[congiaria]]''), governando così da vero e proprio [[monarca assoluto]], al riparo dalle continue congiure del Senato e mantenendo il potere per dodici lunghi anni. In una di queste congiure venne coinvolta anche la sorella, Lucilla (oltre ad altri membri della famiglia, come il cognato e un nipote, figlio di Cornificia), che Commodo fece prima esiliare e poi uccidere (non invece il marito, Pompeiano, che preferì autoesiliarsi, e Cornificia). Un'altra sorella, [[Fadilla]], fu invece, insieme al marito, una delle più fedeli consigliere del fratello.<ref>{{cita|Erodiano|''Commodo'', I, 13.1}}; {{cita|Historia Augusta|''Commodus''}}</ref> A conclusione del principato di Marco Aurelio, Cassio Dione scrisse un elogio all'imperatore, seppure descrivendo il passaggio a Commodo con dolore e rammarico:
===Filmografia moderna===
{{Citazione|In ogni caso non poté godere di quella fortuna che meritava perché non era fisicamente forte e perché dovette affrontare, per quasi tutta la durata del suo impero, moltissime difficoltà. Proprio per questo lo ammiro maggiormente, appunto perché egli, anche in mezzo a vicende avverse e straordinarie, non solo sopravvisse, ma salvò anche l'impero. Una sola cosa, però, lo rese infelice: il fatto che pur avendo allevato ed educato il figlio nel modo migliore possibile, questi deluse moltissimo le sue aspettative. Di costui, ora, dobbiamo parlare, dato che alle vicende dei Romani di quell'epoca accadde quello che avviene oggi alla nostra storia, decaduta da un regno aureo ad uno ferreo e rugginoso.|{{cita|Cassio Dione|72, 36.3-4}}.}}
Nel [[2000]] il film ''[[Il gladiatore]]'' si ispirò molto liberamente alla vita di Commodo, rimanendo quasi per nulla fedele alla storia. Il ruolo dell'imperatore fu impersonato da [[Joaquin Phoenix]].
 
=== Il Principato (180-192) ===
==Voci correlate==
Tra i primi atti di Commodo vi fu, oltre alla divinizzazione del padre, la costruzione della grande [[colonna di Marco Aurelio|colonna celebrativa delle vittorie del padre sulle genti barbariche del Nord]].
*[[Arte nell'età di Commodo]]
*[[Ritratto di Commodo come Ercole]]
*[[Massimo di Tiro]]
 
==== Politica estera ====
==Altri progetti==
{{Vedi anche|Guerre marcomanniche}}
{{Interprogetto|commons=Commodus}}
Cominciò il suo regno con un trattato di pace sfavorevole concordato con le tribù dei [[Marcomanni]], [[Quadi]] e [[Buri (popolo)|Buri]] (tribù dei [[Germani]]), che erano state in guerra contro [[Marco Aurelio]]. Più tardi egli stesso intraprese guerre contro i [[Germani]], riportando spesso parziali vittorie, per le quali inoltre pretendeva onori dal [[Senato (storia romana)|Senato]]. A differenza di quanto riportano alcuni storici Commodo non era però un pessimo stratega come poteva apparire.
==== Politica interna ====
Stabilì ricche ricompense per le delazioni, purché i delatori rivelassero vizi virtù e segreti di ogni senatore. Assillato dal pensiero che tutti cospirassero contro di lui, e molto spesso questi pensieri erano fondati, istituì un documento ufficiale, da lui redatto ogni giorno, denominato ''lista di proscrizione'': una serie di persone sospette, più o meno fondatamente, veniva poi bandita o giustiziata.
 
==== Spettacoli gladiatori ====
{{Coin image box 1 double
| header = Commodo: [[sesterzio]]<ref>[[Roman Imperial Coinage]], ''Commodus'', III, 641; MIR 18, 861-6/30; Banti 355.</ref>
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| image = File:Commodus Sestertius 192 859150.jpg
| caption_left = L AEL AVREL CO MM [[Augusto (titolo)|AVG]] P(ius) FEL(ix), testa laureata a destra
| caption_right = [[Providentia]] [[Augusto (titolo)|AVG]], L'[[Africa]] in piedi a sinistra, che veste con una pelle di elefante in testa e una pelle di leone ai piedi, tiene in mano un ''sistrum'' e porge a [[Ercole]] (in piedi a destra) delle spighe di grano; S C in basso.
| width = 250
| footer = 34 mm, 27,77 g; coniato nel [[192]]. Commodo come [[Ercole]] rappresenta la passione dell'imperatore per i [[giochi gladiatori]].
| position = right
| margin = 0
| background =
}}
 
Commodo aveva la passione - come la madre [[Faustina minore|Faustina]] e lo zio e cognato [[Lucio Vero]] (co-imperatore di Marco Aurelio) - per i [[Munera (giochi gladiatorii)|combattimenti gladiatori]] e [[Bestiarius|quelli contro le bestie]], al punto da scendere egli stesso nell'[[anfiteatro|arena]] vestito da gladiatore, come l'[[Ercole|Ercole romano]] indossando una pelle di leone e facendosi addestrare da [[Narcisso]], uno dei più forti in quei tempi nei combattimenti gladiatori, impiegando quasi tutto il suo tempo rubato ai piaceri e ai gozzovigli.
 
Partecipò a 735 giochi, pretendendo di essere regolarmente registrato e pagato come un normale gladiatore, ma naturalmente nessuno poteva batterlo, anche grazie all'assegnazione di armi smussate e scudi manomessi; tutti i prescelti finivano inesorabilmente sconfitti, e chiunque veniva a conoscenza del trucco era inserito con un documento ufficiale in una ''lista di proscrizione'' e quindi bandito o giustiziato.
 
Nel corpo a corpo aveva scelto la figura del ''[[Secutor]]'', affrontando gli avversari con elmo, scudo e spada; all'epilogo spesso fingeva di graziarli per poi mutilarli o sfregiarli. Uccise anche migliaia di animali selvaggi tra cui elefanti, rinoceronti, ippopotami, leoni, orsi, leopardi e struzzi, questi ultimi una sua passione poiché dopo essere decapitati continuavano a correre per una manciata di secondi<ref>"The day Commodus killed a rhino", di Jerry Toner</ref>; in una delle sue ultime apparizioni nell'arena, afferrò una testa di struzzo mostrandola ai senatori (come riportato da [[Cassio Dione]]) e proclamò che avrebbe fatto lo stesso all’intero [[Senato]].
 
La partecipazione ai giochi nelle arene era considerata scandalosa dai Romani: la morale comune poneva i gladiatori nei ranghi più bassi della scala sociale. Pare che abbia ereditato tale passione dalla madre: una leggenda priva di fondamento voleva, del resto, che non fosse figlio di Marco Aurelio, ma di un gladiatore.<ref>[[Historia Augusta]], ''Vita di Marco Aurelio'', 19.</ref>
 
==== Corte imperiale e vizi privati ====
[[File:The Emperor Commodus Leaving the Arena at the Head of the Gladiators by American muralist Edwin Howland Blashfield (1848-1936) 01.jpg|thumb|350px|Edwin Howland Blashfield, Commodo gladiatore nell'arena]]
L'instabilità di Commodo non si limitava a questo "hobby". Nel [[190]] una parte della città di [[Roma]] fu distrutta da un incendio e Commodo colse l'opportunità per "rifondarla", chiamandola in suo onore ''Colonia Commodiana'' (come forse avrebbe voluto fare Nerone nel 64). Anche i mesi del calendario furono rinominati in suo onore, e perfino al [[Senato (storia romana)|Senato]] cambiò il nome in ''Senato della Fortuna Commodiana'', mentre l'esercito divenne ''Esercito commodiano'' e così pure la flotta ''Classis Commodiana''. Questi atteggiamenti da monarca erano considerati gravemente offensivi dal Senato.<br />
Inoltre aveva una propensione per ciò che era sessualmente stravagante o insano; abusò di tutte le sorelle, alle sue concubine imponeva di mettersi il nome della madre Faustina durante gli amplessi, aveva allestito una sorta di ''harem'' composto da trecento ragazze e trecento ragazzi a uso della sua cerchia di amici e cortigiani, mettendo in scena spettacoli orgiastici a tema, come per esempio l{{'}}''Ercole Rustico''.
 
=== Le congiure ===
[[File:Commodus by Rubens.jpg|thumb|200px|[[Peter Paul Rubens]], ''Commodo'']]
Nel [[182]] un gruppo di membri della famiglia imperiale riuniti intorno alla sorella [[Annia Aurelia Galeria Lucilla]] - la figlia del primo matrimonio, un nipote (figlio dell'altra sorella, [[Annia Cornificia Faustina Minore]]), il proprio cugino paterno, l'ex console [[Marco Numidio Quadrato]] e la sorella di quest'ultimo [[Numidia Cornificia Faustina]] - pianificò l'assassinio di Commodo immaginando di vedere Lucilla e suo marito come nuovi governanti di Roma. Il nipote di Quintiniano irruppe dal suo nascondiglio con un pugnale cercando di colpire Commodo. Gli disse "Qui c'è il pugnale che ti spedisce il Senato" svelando la sua intenzione prima ancora di agire.<ref>{{cita web|editore=Romano Impero|titolo=Lucilla|url=http://www.romanoimpero.com/2010/09/annia-lucilla.html}}</ref> Le guardie furono più veloci di lui, fu sopraffatto e disarmato senza riuscire nemmeno a ferire l'imperatore.
 
Commodo ordinò la sua condanna a morte e quella di Marco Numidio Quadrato; Lucilla, sua figlia e Numidia Cornificia Faustina furono esiliate nell'isola di [[Capri (Italia)|Capri]]. Un anno dopo Commodo spedì un centurione a Capri per uccidere le tre donne.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.roman-empire.net/highpoint/commodus.html|editore=Roman Empire.net|titolo=Lucius Aurelius Commodus|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171220145500/http://www.roman-empire.net/highpoint/commodus.html|dataarchivio=20 dicembre 2017}}</ref> Altri complotti coinvolsero di nuovo il secondo marito di Lucilla, [[Tiberio Claudio Pompeiano]], che scampò alla repressione auto-esiliandosi. L'altra sorella che risiedeva a Roma, [[Fadilla]], fu invece molto vicina a Commodo, e lo sostenne con il marito in qualità di consigliere.
 
=== Caduta e morte ===
Nel 192 Commodo divorziò da Bruzia Crispina, facendola esiliare per adulterio. Di fronte al crescente malcontento per gli eccessi di Commodo, il [[prefetto del Pretorio]] [[Quinto Emilio Leto]] e il ''[[cubicularius]]'' [[Ecletto (cubicolario)|Ecletto]], temendo per la propria vita dopo essersi opposti alle ultime stravaganze dell'imperatore ed essere stati inseriti in una lista di proscrizione, organizzarono una congiura con [[Cassio Dione]] e numerosi altri senatori, anch'essi esasperati dallo stato delle cose. Venne ben presto coinvolta la [[concubina]] [[Marcia (concubina di Commodo)|Marcia Demetria]], favorita di Commodo di probabile [[fede cristiana]] (aveva spinto Commodo a interrompere le persecuzioni e a graziare [[papa Vittore I]]), cosicché, approfittando della sua prossimità al principe, si riuscisse ad [[avvelenamento|avvelenarlo]] in modo da ucciderlo segretamente, in maniera non plateale o cruenta e senza uno scontro fisico.
[[File:The death of Emperor Comodus, by Fernand Pelez.jpg|thumb|Fernand Pelez, ''La morte di Commodo'']]
L'attentato venne messo in atto il 31 dicembre [[192]], vigilia dell'insediamento dei nuovi [[console (storia romana)|consoli]]: durante un [[banchetto]] gli venne avvelenato il vino. L'imperatore, però, credendo di sentirsi appesantito dal lauto pasto si ritirò nei suoi appartamenti e chiese ai domestici di aiutarlo a [[vomito|vomitare]], salvandosi così inconsapevolmente. A quel punto, essendo fallito l'avvelenamento e temendo di potere essere presto scoperti, i congiurati si rivolsero al campione dei gladiatori [[Narcisso]], istruttore personale dell'imperatore, consegnandogli una spada; il gladiatore, spinto dalla promessa di una ricca ricompensa e dalla rivalsa personale per essere stato inserito in una lista di proscrizione, uccise quella sera stessa Commodo nei bagni, forse strangolandolo o trafiggendolo. Nell'anno seguente Narcisso venne giustiziato come assassino dell'imperatore durante la guerra civile, e Marcia condannata a morte dal nuovo imperatore. Cassio Dione invece si salvò e scrisse uno dei pochissimi [[Storia romana (Cassio Dione)|resoconti]] di queste vicende.
 
Il giorno successivo, 1º gennaio [[193]], dopo un brevissimo interregno, i congiurati sparsero la voce dell'improvvisa e provvidenziale morte dell'Imperatore per un [[colpo apoplettico]] e di come quel fortuito evento avesse evitato appena in tempo il piano di Commodo di assassinare i [[console (storia romana)|consoli designati]], [[Quinto Pompeio Sosio Falcone]] e [[Gaio Giulio Erucio Claro Vibiano]], per poi recarsi in [[Senato (storia romana)|Senato]], accompagnato da un [[gladiatore]] e vestito egli stesso in abiti da [[arena (architettura)|arena]], per essere assieme a questi acclamato console per l'ottava volta.
 
Leto ed Ecletto si recarono quindi dal ''[[Praefectus Urbi]]'' [[Publio Elvio Pertinace]], [[generale]] e [[Console (storia romana)|console]] in carica e collega dell'imperatore defunto, offrendogli la [[porpora|porpora imperiale]]. Questi, temendo dapprima per la propria vita, si convinse ad accettare solo quando, condotto al [[Palatino]], vide il corpo di Commodo privo di vita. A Roma, la notizia della morte del [[Princeps Senatus|Principe]] spinse il [[Senato (storia romana)|Senato]] e il popolo a chiedere che il [[cadavere]] fosse trascinato con un uncino e precipitato nel [[Tevere]], così come voleva un'antica usanza per i nemici della Patria.
{{Citazione|''Che il ricordo dell'assassino e del gladiatore sia cancellato del tutto. Lasciate che le statue dell'assassino e del gladiatore siano rovesciate. Lasciate che la memoria dell'osceno gladiatore sia completamente cancellata. Gettate il gladiatore nell'ossario. Ascolta o Cesare: lascia che l'omicida sia trascinato con un gancio, alla maniera dei nostri [[patres|padri]], lascia che l'assassino del Senato sia trascinato con il gancio. Più feroce di [[Domiziano]], più turpe di [[Nerone]]. Ciò che ha fatto agli altri, sia fatto a lui stesso. Sia da salvare invece il ricordo di chi è senza colpa. Si ripristinino gli onori degli innocenti, vi prego''.|[[Historia Augusta]], ''Commodo'', 19.1.}}
 
Pertinace diede tuttavia incarico affinché Commodo fosse segretamente sepolto nel [[mausoleo di Adriano]]. Avutane notizia, il Senato dichiarò allora Commodo ''[[hostis publicus]]'' e ne decretò la ''[[damnatio memoriae]]'': venne ripristinato il nome corretto delle istituzioni, mentre le statue e gli altri monumenti eretti dall'Imperatore defunto venivano abbattuti. Appena due anni dopo tuttavia, nel [[195]], l'imperatore [[Settimio Severo]], cercando di legittimare il proprio potere ricollegandosi alla dinastia di [[Marco Aurelio]] e in aperta contrapposizione con il Senato, riabilitò la memoria di Commodo, ordinando che ne fosse decretata l'[[apoteosi]]. Commodo passò quindi dall'essere un nemico dello Stato alla condizione di ''[[divus]]'', con un apposito [[flamen|flamine]] preposto al proprio culto. Nella titolatura imperiale Severo si proclamò figlio di Marco Aurelio e fratello di Commodo, come se vi fosse stata una regolare [[Adozione nell'antica Roma|adozione]].<ref>R.Remondon, La crisi dell'impero romano. Da Marco Aurelio ad Anastasio, p.59.</ref>
 
== Monetazione imperiale del periodo ==
{{Vedi anche|Monetazione degli Antonini}}
 
== Personalità e interessi ==
[[File:Vienna Kunsthistorisches Museum, Austria (26125704604).jpg|thumb|Busto di Commodo ([[Kunsthistorisches Museum]], Vienna)]]
Secondo alcuni storici Commodo era ben proporzionato e attraente, con capelli biondi e ricci. Portava la barba e gli occhi erano leggermente sporgenti. Come [[Nerone]] e [[Caligola]] era considerato folle e come [[Domiziano]] e [[Tiberio]] era considerato crudele e arbitrario. Pareva strano che fosse figlio dell'imperatore filosofo [[Marco Aurelio]] e così fu messa in giro la voce che fosse il figlio naturale di un gladiatore.<ref>Historia Augusta, Vita di Marco Aurelio, XIX</ref> Per l'esattezza si disse che fosse nato da un amplesso della madre, Faustina, con un gladiatore della scuola gladiatoria di Gaeta. Di opinione diversa è [[Romolo Augusto Staccioli]], che prende le distanze da questa supposizione.<ref>{{Cita libro|autore = Alberto Angela|titolo = Amore e Sesso nell’Antica Roma|anno = 2012|editore = Mondadori|città = Milano|p = 174}}</ref>
 
Finché il padre fu in vita Commodo si comportò apparentemente in maniera normale, anche se si racconta che da giovane cercò di fare bruciare vivo un servo delle terme perché gli aveva preparato un bagno troppo caldo, nonché di altri comportamenti crudeli e considerati indegni (per esempio esibirsi come attore e gladiatore, frequentare prostitute, uccidere persone che non aveva in simpatia senza processo).
 
Tuttavia bisogna ricordare che le fonti erano tutte ostili. Da imperatore si paragonava a [[Ercole]], scendendo nell'arena contro individui non allenati o zoppi, o uccidendo moltissimi struzzi e animali poco pericolosi, ma in alcuni casi anche elefanti. Tuttavia anche i detrattori gli riconoscono una certa destrezza nel combattimento corpo a corpo e nel tiro con l'arco.<ref>[[Elio Lampridio]], ''[[Historia Augusta]]''</ref> Per molti era semplicemente affascinato, come già Caligola e successivamente [[Eliogabalo]], dalla figura ellenistica e orientale del sovrano divino<ref>[http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/impero.htm Link]</ref> (venerava il culto orientale di [[Mitra (divinità)|Mitra]], nonché quelli egiziani di [[Iside]] e [[Anubi]]) e, comunque, era inadatto al governo di [[Roma]].
 
Per altri aveva invece un vero squilibrio mentale e caratteriale, con comportamenti che oggi definiremmo [[sociopatia|sociopatici]], cioè privi di rispetto per le regole sociali e i sentimenti altrui<ref>[http://www.naturalthinker.net/trl/texts/Aurelius,Marcus/Marcus%20Notes.pdf Marcus Aurelius]</ref> sebbene non fosse pazzo. [[Cassio Dione]] lo descrisse come cresciuto in un clima [[stoico]] e austero, e divenuto quindi un ribelle appena poté avere il potere, benché non fosse di indole malvagia, traviato ben presto dai suoi amici a causa della sua debolezza di carattere.<ref>Cassio Dione 73.5.3, edizione Loeb tradotto E. Cary</ref>
 
== Ascendenza ==
<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Commodo, imperatore romano
| 2 = [[Marco Aurelio|Marco Aurelio, imperatore romano]]
| 4 = [[Marco Annio Vero (pretore)|Pretore Marco Annio Vero]]
| 8 = [[Marco Annio Vero (console 97)|Console Marco Annio Vero]]
| 9 = [[Rupilia Faustina]]
| 5 = [[Domizia Lucilla]]
|10 = Tullio Domizio Calvisio
|11 = Domitia Lucilla Maggiore
| 3 = [[Faustina Minore]]
| 6 = [[Antonino Pio|Antonino Pio, imperatore romano]]
|12 = Console Tito Aurelio Fulvo
|13 = Arria Fadilla
| 7 = [[Faustina Maggiore]]
|14 = [[Marco Annio Vero (console 97)|Console Marco Annio Vero]]
|15 = [[Rupilia Faustina]]
|16 = Marco Annio Vero Minor
|18 = Lucio Scribonio Rupilio Frugi Bono
|19 = [[Salonina Matidia]]
|28 = Marco Annio Vero Minor
|30 = Lucio Scribonio Rupilio Frugi Bono
|31 = [[Salonina Matidia]]
}}
</div>
 
==Nella cultura di massa==
===Letteratura===
* Nella poesia ''Nota di passaggio'' di [[Manlio Sgalambro]] (incluso poi nel saggio ''Marcisce anche il pensiero''), da cui Franco Battiato trasse la canzone ''Decline and Fall of the Roman Empire'', viene citato Commodo, assieme ad altri personaggi della storia romana, come [[Nerone]], [[Tito (imperatore)|Tito]], [[Eliogabalo]] e [[Stilicone]]: ''Che importa la nobile indole di Tito, / se con Commodo regna ovunque la pace?''.
* Commodo appare come antagonista nella saga di [[Rick Riordan]] ''[[Le sfide di Apollo]]''.
 
=== Filmografia moderna ===
* ''[[I due gladiatori]]'' (1964) interpretato da [[Mimmo Palmara]].
* ''[[La caduta dell'Impero romano]]'' (1964) interpretato da [[Christopher Plummer]].
* Nel [[2000]] compare nel film ''[[Il gladiatore]]'', ispirato molto liberamente alla vita di Commodo, in quanto rimane ben poco fedele alle fonti antiche. Il ruolo dell'imperatore è impersonato da [[Joaquin Phoenix]]. Nella finzione cinematografica la morte di Marco Aurelio avviene per mano di Commodo stesso, mentre invece egli morì probabilmente di peste. Per l'aspetto fisico (completamente sbarbato, durante il suo regno aveva invece la barba al pari di suo padre) e alcuni aspetti (per esempio l'attrazione incestuosa per la sorella) il personaggio di Commodo appare ispirato più alla iconografia di Caligola che a quella che ci è nota tramite statue e monete. Infine, al contrario di come si vede nel film, Commodo non morì nel Colosseo, dopo circa un anno di regno, ma fu assassinato nel suo palazzo dopo dodici anni di principato, dal suo maestro gladiatore.
*[[Netflix]] ha prodotto nel 2016 la serie televisiva ''[[L'Impero romano (serie televisiva)|L'Impero romano]]'', incentrata sulla figura di Commodo e di altri imperatori e condottieri di Roma.
 
=== Altro ===
* In ''[[Ryse: Son of Rome]]'', appare un personaggio chiamato Commodo, uno dei due figli dell'imperatore Nerone e uno degli antagonisti principali del gioco. Il Commodo in ''Son of Rome'' condivide numerosi tratti con quello della storia reale, compreso il suo amore per i giochi tra gladiatori.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{div col}}
;Fonti antiche
* [[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'' ([http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes.html qui nella versione latina]) ed ''Epitome de Caesaribus'' ([http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes2.html qui nella versione latina]).
* [[Cassio Dione Cocceiano|Dione]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'', LXXII e LXXIII; [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/72*.html versione inglese QUI] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/73*.html QUI].
* [[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio'', I; [http://www.livius.org/he-hg/herodian/hre000.html versione inglese QUI] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150504215548/http://www.livius.org/he-hg/herodian/hre000.html |date=4 maggio 2015 }}.
* [[Historia Augusta]], ''Marco Aurelio'', ''Commodo'', ''Lucio Vero'' e ''Pertinace''; [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Marcus_Aurelius/1*.html versione inglese QUI], [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Marcus_Aurelius/2*.html QUI] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Commodus*.html QUI].
* Marco Aurelio, ''[[Colloqui con sé stesso]]'', I-XII.
* [[Tertulliano]], ''Apologeticum'', XXV ([http://www.thelatinlibrary.com/tertullian/tertullian.apol.shtml qui nella versione latina]).
 
;Fonti storiografiche moderne
* [[Guido Clemente]], ''La riorganizzazione politico-istituzionale da Antonino a Commodo'' in: AA. VV., ''Storia di Roma'', Einaudi, Torino, 1990, vol. II, tomo 2; ripubblicata anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Ediz. de ''Il Sole 24 ORE'', Milano, 2008 (v. il vol. 16°)
* [[Albino Garzetti]], ''L'Impero da Tiberio agli Antonini'', Cappelli, Bologna, 1960 (v. pag. 551 e segg.: ''Commodo'')
* [[Michael Grant]], ''Gli imperatori romani'', Roma 1984.
* [[Santo Mazzarino]], ''L'Impero romano'', tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); riediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. I)
* Steve Pasek, ''Coniuratio ad principem occidendum faciendumque. Der erfolgreiche Staatsstreich gegen Commodus und die Regentschaft des Helvius Pertinax (192/193 n. Chr.)''. Beiträge zur Geschichte, AVM, München 2013, ISBN 978-3-86924-405-1.
* {{cita libro|autore=Chris Scarre|titolo=Chronicle of the roman emporors|url=https://archive.org/details/chronicleofroman00scar|anno=1995|città=London|editore=Thames and Hudson|cid=Scarre 1995|isbn=0-500-05077-5}}
{{div col end}}
 
== Voci correlate ==
* [[Arte nell'età di Commodo]]
* [[Ritratto di Commodo come Ercole]]
* [[Massimo di Tiro]]
* [[Villa dei Quintili]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione
|caricatipologia = [[Imperatori romani|Imperatoremagistrato romano]]
|carica = [[Imperatori romani|<span style="color:#FFA257;">Imperatore romano</span>]]
|immagine=
|immagine= Project Rome logo Clear.png
|periodo = [[180]] - [[192]]
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{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Consoli alto imperiali romani|<span style="color:#FFA257;">Console romano</span>]]
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