Cometa: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|altri significati del termine|[[Cometa (disambigua)]]}}
{{Nota disambigua||Comete (disambigua)|Comete}}
[[Immagine:Comet Diagram text stripped.png.png|thumb|250px|Evoluzione delle code di polveri e di ioni, lungo l'orbita di una cometa. La coda di ioni (blu) è più dritta e rivolta in direzione opposta al Sole, mentre quella di polveri si incurva relativamente al percorso orbitale.]]
[[File:Comet Diagram text stripped.png|thumb|Evoluzione delle code di polveri e di ioni, lungo l'orbita di una cometa. La coda di ioni (blu) è più dritta e rivolta in direzione opposta al Sole, mentre quella di polveri si incurva relativamente al percorso orbitale.]]
Una '''cometa''' è un oggetto celeste relativamente piccolo, simile ad un [[asteroide]] ma composto prevalentemente di [[ghiaccio]]. Nel [[Sistema solare]], le orbite delle comete si estendono oltre quelle di [[Plutone (astronomia)|Plutone]]. Le comete che entrano nel sistema interno, e si rendono quindi visibili ai nostri occhi, hanno spesso [[Orbita ellittica|orbite ellittiche]]. Spesso descritte come "palle di neve sporche", le comete sono composte per la maggior parte di sostanze volatili come [[biossido di carbonio]], [[metano]] e [[acqua]] ghiacciati, con mescolati aggregati di [[polvere]] e vari minerali. La sublimazione delle sostanze volatili quando la cometa è in prossimità del [[Sole]] causa la formazione della [[chioma (astronomia)|chioma]] e della [[coda (astronomia)|coda]].
Una '''cometa''' è un [[Oggetto celeste|corpo celeste]] relativamente piccolo, simile a un [[asteroide]] composto da gas ghiacciati (acqua, metano, ammoniaca, anidride carbonica), frammenti di rocce e metalli. Nel [[sistema solare]], le [[Orbita|orbite]] delle comete si estendono oltre quella di [[Plutone (astronomia)|Plutone]]. Le comete che entrano nel sistema interno, e si rendono quindi visibili dalla Terra, sono frequentemente caratterizzate da [[Orbita ellittica|orbite ellittiche]]. Sono composte per la maggior parte di sostanze [[Volatilità (chimica)|volatili]] ghiacciate, come [[biossido di carbonio]], [[metano]] e [[acqua]], mescolate con aggregati di [[polvere]] e vari [[Minerale|minerali]]. La [[sublimazione]] delle sostanze volatili quando la cometa è in prossimità del [[Sole]] causa la formazione della [[chioma (astronomia)|chioma]] e della [[coda (astronomia)|coda]].
 
Si pensa che le comete siano dei residui rimasti dalla condensazione della [[nebulosa]] da cui si formò il Sistema solareSolare: le zone periferiche di tale nebulosa sarebbero state abbastanza fredde da permettere all'acqua di trovarsi in forma solida (invece che come [[gas]]). È sbagliato descrivere le comete come asteroidi circondati da ghiaccio: i bordi esterni del [[disco di accrescimento]] della nebulosa erano così freddi che i corpi in via di formazione non subirono la [[differenziazioneDifferenziazione (astronomia)planetaria|differenziazione]] sperimentata da corpi in orbite più vicine al Sole.
 
== Origine del nome ==
Il termine ''"cometa''" viene dal [[Lingua greca antica|greco]] κομήτης (kométes), cioèche significa "chiomato", "dotato di chioma", a sua volta derivato da κόμη (kòme), cioè "chioma", "capelli", in quanto gli antichi paragonavano la coda di questi corpi celesti ada una lunga capigliatura.
 
== Caratteristiche fisiche ==
=== Nucleo ===
{{vedi anche|nucleo cometario}}
[[Immagine:Tempel 1 Deep Impact 5min.jpg|250px|thumb|right|Immagine del nucleo della [[9P/Tempel|Cometa Tempel 1]] ripresa dal proiettile della [[Deep Impact (missione spaziale)|Deep Impact]]. Il nucleo raggiunge circa i 6 km di diametro.]]
[[File:Tempel 1 (PIA02127).jpg|thumb|Immagine del nucleo della [[9P/Tempel|Cometa Tempel 1]] ripresa dal proiettile della [[Deep Impact (missione spaziale)|Deep Impact]]. Il nucleo raggiunge circa i 6 km di diametro.]]
I nuclei cometari possono variare in dimensione dalle centinaia di metri fino a quaranta e più chilometri e sono composti da roccia, polvere e ghiacci d'acqua e di altre sostanze, comunemente presenti sulla Terra allo stato gassoso, quali [[monossido di carbonio]], [[biossido di carbonio|anidride carbonica]], [[metano]] ed [[ammoniaca]].<ref>{{cita web|lingua=en |cognome=Yeomans |nome=Donald K. |url=http://www.nasa.gov/worldbook/comet_worldbook.html |titolo=Comet |opera=World Book Online Reference Center |anno=2005 |editore=World Book, Inc. |accesso=23 mar 2009}}</ref> Sono popolarmente descritti come "palle di neve sporca", sebbene osservazioni recenti hanno rivelato forme irregolari<ref name=Giotto_Halley/> e superfici secche di polveri o rocce, suggerendo che i ghiacci siano nascosti sotto la crosta. Le comete sono composte inoltre da una varietà di [[Composto organico|composti organici]]: oltre ai gas già menzionati, sono presenti [[metanolo]], [[acido cianidrico]], [[formaldeide]], [[etanolo]] ed [[etano]] ed anche, forse, molecole più complesse come lunghe catene di [[idrocarburi]] e [[amminoacidi]].<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.psrd.hawaii.edu/Feb97/Bright.html |titolo=1997 Apparition of Comet Hale-Bopp: What We Can Learn from Bright Comets |nome=Karen |cognome=Meech |editore=Planetary Science Research Discoveries |data=14 feb 1997 |accesso=23 mar 2009}}</ref><ref name="cnnlife">{{cita web|lingua=en |url=http://archives.cnn.com/2001/TECH/space/04/06/comet.life/ |titolo=Test boosts notion that comets brought life |editore=CNN |nome=Richard |cognome=Stenger |data=6 apr 2001 |accesso=23 mar 2009}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en |url=http://stardust.jpl.nasa.gov/news/news110.html |titolo=Stardust Findings Suggest Comets More Complex Than Thought |editore=NASA |data=14 dic 2006 |accesso=23 mar 2009}}</ref>
I nuclei cometari possono variare in dimensione dalle centinaia di [[Metro|metri]] fino a cinquanta e più [[Chilometro|chilometri]] e sono composti da roccia, polvere e ghiacci d'acqua e di altre sostanze, comunemente presenti sulla Terra allo stato gassoso, quali [[monossido di carbonio]], [[biossido di carbonio|anidride carbonica]], [[metano]] e [[ammoniaca]].<ref>{{cita web |lingua=en |cognome=Yeomans |nome=Donald K. |url=https://www.nasa.gov/worldbook/comet_worldbook.html |titolo=Comet |sito=World Book Online Reference Center |anno=2005 |editore=World Book, Inc. |accesso=23 marzo 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090328184300/http://www.nasa.gov/worldbook/comet_worldbook.html |urlmorto=sì }}</ref> Sono spesso chiamate "palle di neve sporca", soprannome dato da Fred Whipple, creatore della teoria cometaria oggi più in voga, sebbene osservazioni recenti hanno rivelato forme irregolari<ref name=Giotto_Halley/> e superfici secche di polveri o rocce, rendendo necessario ipotizzare i ghiacci sotto la crosta. Le comete sono composte inoltre da una varietà di [[Composto organico|composti organici]]: oltre ai gas già menzionati, sono presenti [[metanolo]], [[acido cianidrico]], [[formaldeide]], [[etanolo]] ed [[etano]] e anche, forse, composti chimici dalle molecole più complesse come lunghe [[Scheletro carbonioso|catene]] di [[idrocarburi]] e [[amminoacidi]].<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.psrd.hawaii.edu/Feb97/Bright.html |titolo=1997 Apparition of Comet Hale-Bopp: What We Can Learn from Bright Comets |nome=Karen |cognome=Meech |editore=Planetary Science Research Discoveries |data=14 febbraio 1997 |accesso=23 marzo 2009}}</ref><ref name="cnnlife">{{cita web |lingua=en |url=http://archives.cnn.com/2001/TECH/space/04/06/comet.life/ |titolo=Test boosts notion that comets brought life |editore=CNN |nome=Richard |cognome=Stenger |data=6 aprile 2001 |accesso=23 marzo 2009 |dataarchivio=5 gennaio 2010 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5mYRG8cuT?url=http://archives.cnn.com/2001/TECH/space/04/06/comet.life/ |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita web|lingua=en |url=http://stardust.jpl.nasa.gov/news/news110.html |titolo=Stardust Findings Suggest Comets More Complex Than Thought |editore=NASA |data=14 dicembre 2006 |accesso=23 marzo 2009}}</ref>
 
IronicamenteContrariamente a quanto si possa pensare, i nuclei cometari sono tra gli oggetti del Sistema solare più scuri conosciuti: alcuni sono più neri del carbone.<ref name=Giotto_Halley>{{cita web|lingua=en |url=http://sci.esa.int/science-e/www/object/index.cfm?fobjectid=31878 |titolo=Halley |operasito=Giotto |editore= Agenzia Spaziale Europea |accesso=28 marmarzo 2009}}</ref> La sonda Giotto scoprì che il nucleo della [[Cometa di Halley]] riflette circa il 4% della luce con cui viene illuminato,<ref name="dark">{{cita web |lingua=en |data=29 novnovembre 2001 |titolo=Comet Borrelly Puzzle: Darkest Object in the Solar System |editoresito=Space.com |autore=Robert Roy Britt |url=http://www.space.com/scienceastronomy/solarsystem/borrelly_dark_011129.html |accesso=23 marmarzo 2009}}</ref> e la sonda [[Deep Space 1]] scoprì che la superficie della cometa [[19P/Borrelly|Borrelly]] riflette una percentuale tra il 2,4% e il 3%. Per confronto,<ref name="dark" /> il normale [[asfalto]] stradale riflette il 7% della luce incidente. Si pensa che il colore scuro derivi dai [[composto organico|composti organici]] che dovrebbero abbondare in superficie: il riscaldamento solare porta via ghiacci ed elementi volatili, lasciando solo molecole pesanti organiche, che tendono ad essere molto scure, come sulla Terra il [[bitume]] o il [[petrolio]] grezzo. Paradossalmente, il colore scuro del nucleo è il motore della formazione della coda, perché solo così il nucleo riesce ad assorbire il calore necessario ad alimentare il processo.
 
Nel [[Sistema solare esterno]] le comete rimangono in uno stato congelato ed è estremamente difficile o impossibile rilevarle dadalla Terra a causecausa delle loro ridotte dimensioni. Sono state riportate rilevazioni statistiche da parte del [[Telescopio spaziale Hubble]] di nuclei cometari non attivi nella [[fascia di Kuiper]],<ref name="Cochran1995">{{citeCita journalpubblicazione |lastcognome=Cochran |firstnome=Anita L. |coauthorscoautori=Levison, Harold F.; Stern, S. Alan; Duncan, Martin J. |datedata=1995 |titletitolo=The Discovery of Halley-sized Kuiper Belt Objects Using the Hubble Space Telescope |journalrivista=Astrophysical Journal |volume=455 |pagep=342 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1995ApJ...455..342C}}</ref><ref name="Cochran1998">{{citeCita journalpubblicazione |lastcognome=Cochran |firstnome=Anita L. |coauthorscoautori=Levison, Harold F.; Tamblyn, Peter; Stern, S. Alan; Duncan, Martin J. |datedata=1998 |titletitolo=The Calibration of the Hubble Space Telescope Kuiper Belt Object Search: Setting the Record Straight |journalrivista=Astrophysical Journal Letters |volume=503 |pagep=L89 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1998ApJ...503L..89C}}</ref> sebbene le identificazioni siano state messe in discussione,<ref name="Brown1997">{{citeCita journalpubblicazione |lastcognome=Brown |firstnome=Michael E. |coauthorscoautori=Kulkarni, Shrinivas R.; Liggett, Timothy J. |titletitolo= An Analysis of the Statistics of the Hubble Space Telescope Kuiper Belt Object Search |journalrivista=Astrophysical Journal Letters |volume=490 |pagep=L119 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1997ApJ...490L.119B}}</ref><ref name="Jewitt1996">{{citeCita journalpubblicazione |lastcognome=Jewitt |firstnome=David |coauthorscoautori=Luu, Jane; Chen, Jun |datedata=1996 |titletitolo=The Mauna Kea-Cerro-Tololo (MKCT) Kuiper Belt and Centaur Survey |journalrivista=Astronomical Journal |volume=112 |pagep=1225 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1996AJ....112.1225J}}</ref> e non abbiano ancora ricevuto delle conferme indipedenti.
 
[[File:17pHolmes 071104 eder vga.jpg|thumb|La [[17P/Holmes|Cometa Holmes]] nel [[2007]]. Sulla destra nell'immagine è visibile la caratteristica coda ionica, di colore azzurro.]]
[[Immagine:060227comet.jpg|thumb|250px|right|La [[Cometa Hyakutake]]]]
[[Image:17pHolmes 071104 eder vga.jpg|thumb|250px|right|La [[17P/Holmes|Cometa Holmes]] nel [[2007]]. Sulla destra nell'immagine è visibile la caratteristica coda ionica, di colore azzurro.]]
 
=== Chioma e coda ===
{{vedi anche|chioma (astronomia)|coda (astronomia)}}
Quando una cometa si avvicina al [[Sistema solare interno]], il calore del Sole fa sublimare i suoi strati di ghiaccio più esterni. Le correnti di polvere e gas prodotte formano una grande, ma rarefatta [[atmosfera]] attorno al nucleo, chiamata ''"[[Chioma (astronomia)|chioma]]''", mentre la forza esercitata sulla chioma dalla [[pressione di radiazione]] del Sole, e soprattutto dal [[vento solare]], conducono alla formazione di un 'enorme ''"[[Coda (astronomia)|coda]]''" che punta in direzione opposta al Sole.
 
Chioma e coda risplendono sia per riflessione diretta della luce incidente, sia in conseguenza della [[ionizzazione]] dei gas per effetto del vento solare. Sebbene la maggior parte delle comete sia troppo debole per essere osservata senza l'ausilio di un [[binocolo]] o di un [[telescopio]], unaogni manciatadecennio ognialcune decade diventadiventano ben visibilevisibili ada [[occhio nudo]]. Occasionalmente una cometa può sperimentare una un'enorme ede improvvisa esplosione di gas e polveri, indicata comunemente con il termine inglese "''outburst"''. Nella fase espansiva seguente la chioma può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Nel novembre del [[2007]] per la chioma della [[17P/Holmes|Cometa Holmes]] è stato stimato un diametro di 1,4 milioni di chilometri, pari a quello del Sole <ref>{{citeCita web |url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=115&ID_sezione=72&sezione=Il+Cielo |titletitolo=La cometa Holmes ora è grande come il Sole |accessdateaccesso=23 apraprile 2009 |formatdata= articolo|work=|date=[[15 novembre]] [[2007]]|publishereditore=[[La Stampa]]|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120804044311/http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=115&ID_sezione=72&sezione=Il+Cielo}}</ref>. Per un brevissimo periodo, la cometa ha posseduto l'atmosfera più estesa del Sistema solare.
 
Spesso polveri e gas formano due code distinte, che puntano in direzioni leggermente differenti: la polvere, più pesante, rimane indietro rispetto al nucleo e forma spesso una coda incurvata, che si mantiene sull'orbita della cometa; il gas, più sensibile al vento solare, forma una coda diritta, in direzione opposta al Sole, seguendo le linee del [[campo magnetico]] locale piuttosto che traiettorie orbitali. Viste prospettiche dadalla Terra possono determinare configurazioni in cui le due code si sviluppano in direzioni opposte rispetto al nucleo;<ref>{{citeCita web |url=http://www.asod.info/?p=1019 |titletitolo=Chasing an Anti-Tail |lastcognome=Mc Kenna |firstnome=Martin |coauthors= |worksito=Astronomy Sketch of the Day |datedata=29 apraprile 2004 |accessdateaccesso=23 apraprile 2009}}</ref> oppure in cui la coda di polveri, più estesa, appare ada entrambi i lati di esso. In questo casicaso, si dice che la cometa possiede una coda ede un<nowiki>'</nowiki>''anti-coda''. Un esempio recente ne è stata la [[Cometa Lulin]].
 
Mentre il nucleo è generalmente inferioriinferiore ai 50&nbsp;km di diametro, la chioma può superare le dimensioni del Sole e sono state osservate code ioniche di estensione superiore ada 1 [[Unità Astronomicaastronomica|UA]] (150 milioni di kmchilometri).<ref>Yeomans, Donald K. "[{{cita testo|url=http://www.worldbookonline.com/wb/Article?id=ar125580 |titolo=Comet]|urlmorto=sì}} World Book Online Reference Center. 2005. Disponibile anche [{{cita testo|url=https://www.nasa.gov/worldbook/comet_worldbook.html|titolo=qui|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130703012132/http://www.nasa.gov/worldbook/comet_worldbook.html qui]}} come World book @ NASA.</ref> È stato proprio grazie all'osservazione della coda di una cometa, disposta in direzione opposta al Sole, che [[Ludwig Biermann]] ha contribuito significativamente alla scoperta del vento solare.<ref>{{citeCita web |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1963SSRv....1..553B |titletitolo=The Plasma Tails of Comets and the Interplanetary Plasma |publishereditore=Space Science Reviews |datedata= |doi=10.1007/BF00225271 |accessdateaccesso=23 apraprile 2009}}</ref> Sono comunque estremamente tenui, tanto che è possibile vedere le stelle attraverso di esse.
 
La coda ionica si forma per [[effetto fotoelettrico]], come risultato dell'azione della radiazione solare [[radiazione ultravioletta|ultravioletta]] incidente sulla chioma. La radiazione incidente è sufficientemente energetica da superare l'[[energia di ionizzazione]] richiesta dalle particelle degli strati superiori della chioma, che vengono trasformate così in [[ione|ioni]]. Il processo conduce alla formazione di ununa nuvola di particelle cariche positivamente intorno alla cometa che determina la formazione di una "[[magnetosfera]] indotta", che costituisce un ostacolo per il moto del vento solare. Poiché inoltre la velocità relativa tra il vento solare e la cometa è [[supersonica]], a monte della cometa e nella direzione di flusso del vento solare si forma un ''[[bow shock]]'', nel quale si raggruppa un'elevata concentrazione degli ioni cometari (chiamati "''pick up ions''"<ref>{{cita web |lingua=en |nome=K.W. |cognome=Ogilvie |coautori=Coplan, M.A |url=http://www.agu.org/revgeophys/ogilvi00/node4.html |titolo=Interstellar Pick-Up Ions |operasito=Solar wind composition |anno=1995 |editore=American Geophysical Union |accesso=23 apraprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081123104321/http://www.agu.org/revgeophys/ogilvi00/node4.html |urlmorto=sì }}</ref>). Il vento solare ne risulta arricchito di [[fisica del plasma|plasma]] in modo che le [[Linea di campo|linee di campo]] "drappeggiano" attorno alla cometa formando la coda ionica.<ref name="pp 864">pp 864-874, Chapter 21, An Introduction to Modern Astrophysics, Carroll and Ostlie, 1996, Addison-Wesley Publishing Company</ref>
 
[[ImageFile:Encke tail rip of.gif|200px|thumb|left|La [[Cometa Encke]] perde la sua coda.]]
 
Se l'intensità del vento solare aumenta ada un livello sufficiente, le linee del campo magnetico ada esso associato si stringono attorno alla cometa e ada una certa distanza lungo la coda, oltrepassata la chioma, si verifica la [[riconnessione magnetica]]. Ciò conduce ana un "evento di disconnessione della coda":<ref name="pp 864" /> la coda perde la propria continuità (si "spezza") e la porzione oltre la disconnessione si disperde nello spazio. Sono state osservate diverse occorrenze di tali eventi. Degna di nota è la disconnessione della coda della [[Cometa Encke]] avvenuta il [[20 aprile]] del [[2007]], quando la cometa è stata investita da un'[[espulsione di massa coronale]]. L'osservatorio orbitante solare [[STEREO]]-A registrò alcune immagini dell'evento, che, montate a costituire una sequenza, sono visibili qui a lato.<ref>{{cita web |lingua=en |nome=Dwayne |cognome=Brown |coautori=Spector, L.; Jones, N.N |titolo=NASA Satellite Sees Solar Hurricane Detach Comet Tail |url=httphttps://www.nasa.gov/home/hqnews/2007/oct/HQ_07214_Comet_Collision.html |data=01 ott 2007 |editore=NASA |accesso=23 apraprile 2009 |dataarchivio=28 ottobre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091028181500/http://www.nasa.gov/home/hqnews/2007/oct/HQ_07214_Comet_Collision.html |urlmorto=sì }}</ref>
 
L'osservazione della [[Cometa Hyakutake]] nel [[1996]] ha condotto alla scoperta che le comete emettono [[raggi X]].<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=First X-Rays from a Comet Discovered |url=httphttps://heasarc.gsfc.nasa.gov/docs/rosat/hyakutake.html |accesso=22 apraprile 2009}}</ref> La scoperta destò sorpresa tra gli astronomi, che non avevano previsto che le comete potessero emetterne. Si ritiene che i raggi X siano prodotti dall'interazione tra le comete ede il vento solare: quando ioni con carica elevata attraversano un'atmosfera cometaria, collidono con gli atomi e le molecole che la compongono. Nella collisione, gli ioni catturano uno o più elettroni emettendo nello stesso tempo raggi X e [[fotone|fotoni]] nel lontano ultravioletto.<ref>{{cita web |lingua=en |url=httphttps://www.google.com/gwt/n?u=http://web.archive.org/web/20060213232726/http://www.kvi.nl/~bodewits |titolo=Probing space weather with comets |accesso=22 apraprile 2009}}</ref>
 
== Caratteristiche orbitali ==
[[ImmagineFile:Cometa_Koutek_orbitaCometa Koutek orbita.PNG|thumb|346px|rightupright=1.6|Orbite della [[Cometa Kohoutek]] (in rosso) e della [[Terra]] (in blu). Per evidenziare la rapidità del moto della cometa sono indicate alcune posizioni assunte dai due corpi nel periodo tra il [[1°º ottobre]] [[1973]] ede il [[1°º aprile]] [[1974]]. NotateSi notino anche le differenti [[eccentricità orbitale|eccentricità]] delle due orbite.]]
La maggior parte delle comete seguonosegue [[orbita ellittica|orbite]] [[orbita ellittica|ellittiche]] molto allungate che le portano ad avvicinarsi al Sole per brevi periodi ede a permanere nelle zone più lontane del Sistema solare per la restante parte.
Le comete sono usualmente classificate in base alla lunghezza del loro [[periodo orbitale]].
 
* Sono definite ''[[Cometa periodica|comete di corto periodo]]'' quelle che hanno un periodo orbitale inferiore a 200 anni. La maggior parte di esse percorre orbite che giacionogiacciono in prossimità del piano dell'[[eclittica]], con lo stesso verso di percorrenza dei pianeti. Tali orbite sono generalmente caratterizzate da un [[afelio]] posto nella regione dei [[pianeta esterno|pianeti esterni]] (dall'orbita di Giove in poi). Per esempio, l'afelio dell'orbita della [[Cometa di Halley]] si trova poco oltre l'orbita di [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]]. All'estremo opposto, la [[Cometa Encke]] percorre un'orbita che non la porta mai ada oltrepassare quella di Giove. Le comete periodiche sono a loro volta suddivise nella ''famiglia cometaria di Giove'' (comete con periodo inferiore ai 20 anni) e nella ''[[famiglia cometaria di Halley'']] (comete con periodo compreso tra i 20 ede i 200 anni).
* Le ''[[Cometa_non_periodicaCometa non periodica|comete di lungo periodo]]'' percorrono orbite con elevate [[eccentricità orbitale|eccentricità]] e con periodi compresi tra 200 e migliaia o anche milioni di anni. (Comunque, per definizione, rimangono gravitazionalmente legate al Sole; non è possibile parlare propriamente di periodo, infatti, in riferimento a quelle comete che sono espulse dal Sistema solare in seguito all'incontro ravvicinato con un pianeta). Le loro orbite sono caratterizzate da afelii posti molto oltre la regione dei pianeti esterni ede i [[Piano orbitale|piani orbitali]] presentano una grande varietà di inclinazioni rispetto al piano dell'eclittica.
* Le ''comete extrasolari'' (in [[lingua inglese|inglese]], ''Single-apparition comets'' -o "comete da una singola apparizione") percorrono [[Traiettoria parabolica|orbite paraboliche]] o [[Traiettoria iperbolica|iperboliche]] che le portano ada uscire permanentemente dal Sistema solare dopo esser passate una volta in prossimità del Sole.<ref name=NASA_PDS>{{cita web|lingua=en|url=httphttps://pds.jpl.nasa.gov/planets/special/smbod.htm |titolo=Comet |operasito=Small Bodies: Profile |editore=[[NASA]], Planetary Data System|accesso=20 marmarzo 2009}}</ref>
* Alcune fonti utilizzano la locuzione ''cometa periodiocaperiodica'' per riferirsi ada ogni cometa che percorra un'orbita chiusa (cioè, tutte le comete di corto periodo e quelle di lungo periodo),<ref name="Britannica">{{cita web|lingua=en|url=httphttps://www.britannica.com/eb/article-54344/comet |titolo=Comet |editore=EncyclopediaEnciclopedia Britannica |accesso=20 marmarzo 2009}}</ref> mentre altre la utilizzano esclusivamente per le comete di corto periodo.<ref name=NASA_PDS/> Similmente, sebbene il significato letterale di ''"cometa non periodica''" sia lo stesso di ''"cometa da una singola apparizione''", alcuni lo utilizzano per riferirsi a tutte le comete che non sono "periodiche" nella seconda accezione del termine (cioè, includendo tutte le comete con un periodo superiore a 200 anni).
* Comete recentemente scoperte nella [[fascia principale]] degli asteroidi (cioè corpi appartenenti alla fascia principale che manifestano attività cometaria durante una parte della loro orbita), percorrono orbite semi-circolari e sono state classificate ina una classe aloro stanti.<ref>{{cita web|lingua=en|url= https://www.iau.org/static/publications/IB74.pdf|titolo=Information Bulletin No. 74 |editore=Unione Astronomica Internazionale (IAU) |lingua=en|accesso=20 mardicembre 20092020}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.astronomy.com/asy/default.aspx?c=a&id=4100 |titolo=New comet class in Earth's backyard |editore=Astronomy |data=3 apraprile 2006 |autore=Francis Reddy |accesso=20 marmarzo 2009}}</ref>
* Esistono infine le [[Cometa radente|comete radenti]] (in inglese sono chiamate ''sun-grazing'', -ovvero "che sfiorano il Sole"), dal perielio così vicino al Sole che ne sfiorano letteralmente la superficie solare. Queste cometeEsse hanno breve vita, perché l'intensa radiazione solare le fa evaporare in pochissimo tempo. Sono, inoltre, difficili da osservare, a causa dell'intensa luce solare molto vicina: per osservarle occorre usare strumenti speciali come un [[coronografo]], usare un filtro a banda molto stretta, osservarle durante un '[[eclissi|eclissi totale]] di [[Sole]], o osservarle contramite un [[satellite artificiale|satellite]].
 
Da considerazioni sulle caratteristiche orbitali, si ritiene che le comete di corto periodo (decine o centinaia di anni) provengano dalla [[fascia di Kuiper]] o dal [[disco diffuso]]<!-- <ref name="Davidsson" /> --> - un disco di oggetti nella regione transnettuniana - mentre si ritiene che il serbatoio delle comete a lungo periodo sia la ben più distante [[nube di Oort]] (una distribuzione sferica di oggetti che costituisce il confine del Sistema solare, la cui esistenza è stata ipotizzata dall’astronomodall'astronomo daneseolandese [[Jan Oort]]).<ref>{{cita web |lingua=en |editore=NASA Astrophysics Data System |autore=Oort, J. H. |wkautore= Jan Oort | titolo=The structure of the cloud of comets surrounding the Solar System and a hypothesis concerning its origin. |operasito= Bulletin of the Astronomical Institutes of the Netherlands, Vol XI, No. 408, pp. 91–110. 1950. |url=http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?1950BAN....11...91O |accesso=20 marmarzo 2009}}</ref> È stato ipotizzato che in tali regioni distanti, un gran numero di comete orbiti intorno al Sole su orbite quasi corcolaricircolari. Occasionalmente l'influenza gravitazionale dei pianeti esterni (nel caso degli oggetti presenti nella fascia di Kuiper) o delle stelle vicine<ref>Il passaggio ravvicinato di una stella vicino al Sole è un evento raro, ma i tempi di questi passaggi ravvicinati sono così lunghi, che gli effetti possono impiegare migliaia d'anni prima di manifestarsi.</ref> (nel caso di quelli presenti nella nube di Oort) sposta uno di questi oggetti su un'orbita altamente ellittica che lo porta a tuffarsi verso le regioni interne del Sistema solare, dove appare come una vistosa cometa. Altre teorie ipotizzate nel passato prevedevano l'esistenza di una compagna sconosciuta del Sole chiamata [[Nemesis (astronomia)|Nemesi]], o un ipotetico [[Pianeta X]]. A differenza del ritorno delle comete periodiche le cui orbite sono state determinate durante i transiti precedenti, non è predicibile la comparsa di una nuova cometa tramite questo meccanismo.
 
Poiché le orbite percorse portano le comete in prossimità dei [[gigante gassoso|giganti gassosi]], esse sono soggette ada ulteriori perturbazioni gravitazionali. Le comete di corto periodo mostrano la tendenza di regolarizzare il proprio afelio e portarlo a coincidere con il raggio orbitale di uno dei pianeti giganti; un chiaro esempio di questo fenomeno è l'esistenza della famiglia cometaria di Giove. È chiaro inoltre che anche le orbite delle comete provenintiprovenienti dalla nube di Oort possono essere fortemente alterate dall'incontro con un gigante gassoso. Giove è la principale fonte di perturbazioni, possedendo una massa quasi doppia rispetto a tutti gli altri pianeti messi assieme, oltre al fatto che è anche il pianeta gigante che completa la propria orbita più rapidamente. Queste perturbazioni possono trasferire a volte comete di lungo periodo su orbite con periodi orbitali più brevi (la Cometa di Halley ne è un esempio).
 
È interessante osservare che l'orbita che viene determinata per una cometa è un'[[orbita osculatrice]], che non tiene conto delle perturbazioni gravitazionali e non a cui può essere soggetta la cometa. Un esempio ne è il fatto che le orbite delle comete di corto periodo rivelano piccole variazioni dei [[parametri orbitali]] ada ogni transito. Ancora più significativo è quanto accade per le comete di lungo periodo. Per molte di esse viene calcolata un'orbita parabolica o iperbolica considerando la massa del Sole concentrata nel suo centro; se però l'orbita viene calcolata quando la cometa è oltre l'orbita di Nettuno ede assegnando all'attrattore principale la massa presente nelle regioni più interne del Sistema solare concentrata nel [[centro di massa]] del Sistema solare (prevalentemente del sistema composto dal Sole e da Giove), allora la stessa orbita risulta ellittica.<ref name=Britannica/> La maggior parte della comete paraboliche ede iperboliche appartengonoappartiene quindi al Sistema solare. Una cometa proveniente dallo spazio interstellare dovrebbe invece essere identificabile da un valore dell'[[energia orbitale specifica]] nettamente positivo, corrispondente ada una velocità di attraversamento del Sistema solare interno di poche decine di km/s. Una stima approssimativa del numero di tali comete potrebbe essere di quattro per secolo.
 
Alcune comete periodiche scoperte nel secolo scorso sono [[Cometa perduta|"perdute"]]. Per alcune di esse, le osservazioni non permisero di determinare un'orbita con la precisione necessaria a predirne il ritorno. Di altre, invece, è stata osservata la frantumazione del nucleo. Quello che può essere stato il loro destino sarà descritto in una [[#Morte delle comete|sezione successiva]]. Tuttavia, occasionalemteoccasionalmente una "nuova" cometa scoperta presenta parametri orbitali compatibili con una cometa perduta. Esempi ne sono le comete [[11P/Tempel-Swift-LINEAR]], scoperta nel [[1869]], perduta dopo il [[1908]] in seguito ada un incontro ravvicinato con Giove e riscoperta nel [[2001]] nell'ambito del programma automatizzato per la ricerca di asteroidi [[LINEAR]] del Lincoln Laboratory,<ref name="kronk">{{cita web |lingua=en |nome=Gary W. |cognome=Kronk |anno=2001–2005 |titolo=Periodic Comets |editoresito=Cometography.com |url=http://cometography.com/periodic_comets.html |accesso=5 marzo 2006-03-05}}</ref> e la [[206P/Barnard-Boattini]], scoperta nel [[1892]] grazie all'utilizzo della [[fotografia]], perduta per più di un secolo e riscoperta nel [[2008]] dall'astronomo italiano [[Andrea Boattini]].
 
== Morte delle comete ==
[[ImmagineFile:Ssc2006Comet 73P Schwassmann-13aWachmann 3.jpg|thumb|Immagine della cometa [[73P/Schwassmann-Wachmann|Schwassmann-Wachmann 3]] raccolta dal [[Telescopio spaziale Spitzer]] tra il [[4 maggio|4]] ede il [[6 maggio]] [[2006]]]]
Le comete hanno vita relativamente breve. I ripetuti passaggi vicino al Sole le spogliano progressivamente degli elementi volatili, fino a che la coda non si può più formare, e rimane solo il materiale roccioso. Se questo non è abbastanza legato, la cometa può semplicemente svanire in una nuvola di polveri. Se invece il nucleo roccioso è consistente, la cometa è adesso diventata un [[asteroide]] inerte, che non subirà più cambiamenti.
 
La frammentazione delle comete può essere attribuita essenzialmente a tre effetti: all'urto con un meteorite, ada effetti mareali di un corpo maggiore, quale conseguenza dello shock termico derivante da un repentino riscaldamento del nucleo cometario. Spesso episodi di frantumazione seguono fasi di intensa attività della cometa, indicate col termine inglese "''outburst''". La frammentazione può comportare un aumento della superficie esposta al Sole e può risolversi in un rapido processo di disgregazione della cometa. L'osservazione della frammentazione del nucleo della cometa periodica [[73P/Schwassmann-Wachmann|Schwassmann-Wachmann 3]] ha permesso di raccogliere nuovi dati su questo fenomeno <ref name=73P-Sekanina>{{en}} Zdenek Sekanina, ''Comet 73P/Schwassmann-Wachmann: Nucleus Fragmentation, Its Light-Curve Signature, and Close Approach to Earth in 2006'', ''International Comet Quarterly'', 27, 225-240, 2005 ([{{cita testo|url=http://cfa-www.icq.eps.harvard.edu/icq/sek_icq_V27_225.pdf |titolo=PDF]}})</ref>.
<br clear=right>
 
Alcune comete possono subire una fine più violenta: cadere nel Sole oppure entrare in collisione con un pianeta, durante le loro innumerevoli orbite che percorrono il Sistema solare in lungo e in largo. Le collisioni tra pianeti e comete sono piuttosto frequenti su scala astronomica: la Terra incontrò una piccola cometa nel [[1908]], che esplose nella taiga siberiana causando l'[[evento di [[Tunguska]], che rase al suolo migliaia di chilometri quadrati di foresta. Nel [[1910]] la Terra passò attraverso la coda della Cometa di Halley, ma le code sono talmente immateriali che il nostro pianeta non subì il minimo effetto.
[[ImmagineFile:Shoemaker-levy-tidal-forces.jpg|thumb|300pxupright=1.4|I frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9]]
NelTra la seconda metà degli [[1994Anni 1960|anni sessanta]] e i primi [[Anni 1970|anni settanta]], la [[cometa Shoemaker-Levy 9]] passò troppo vicino a [[Giove (astronomia)|Giove]] e rimase catturata dalla gravità del pianeta. Le [[forza di marea|forze di marea]] causate dalla gravità spezzarono il nucleo in una decina di pezzi, i quali poi bombardarono il pianeta nellenel settimane seguenti[[1994]] offrendo viste spettacolari ai telescopi di mezzo mondo, da tempo in all'ertaallerta per seguire l'evento. Divenne immediatamente chiaro il significato di strane formazioni che si trovano sulla [[Luna]] e su altri corpi rocciosi del Sistema solare: catene di piccoli crateri, posti in linea retta uno dopo l'altro. È evidente che una cometa passò troppo vicino al nostro pianeta, ne rimase spezzata, ede andò a finire contro la Luna causando la catena di crateri.
 
La collisione di una grossa cometa con la Terra sarebbe un disastro immane se avvenisse vicino ada una grande città, perché causerebbe sicuramente migliaia, se non milioni di morti. Fortunatamente, seppur frequenti su scala astronomica, tali eventi sono molto rari su scala umana, e i luoghi densamente abitati della Terra sono ancora molto pochi rispetto alle vaste aree disabitate o coperte dai mari.
 
== Origine degli sciami meteorici ==
 
Il nucleo di ogni cometa perde continuamente materia, che va a formare la coda. La parte più pesante di questo materiale non è spinta via dal vento solare, ma resta su un'orbita simile a quella originaria. Col tempo, l'orbita descritta dalla cometa si riempie di sciami di particelle piccolissime, ma molto numerose, e raggruppate in nubi che hanno origine in corrispondenza di un periodo di attività del nucleo. Quando la Terra incrocia l'orbita di una cometa in corrispondenza di una nube, il risultato è uno sciame di stelle cadenti, come le famose "[[Perseidi|lacrime di S.San Lorenzo]]" ([[10 agosto]]), o numerosi sciami più piccoli e meno conosciuti.
 
A volte le nubi sono densissime: lela Terra incrocia, ogni 33 anni, la parte più densa della nube delle [[Leonidi]], produsseroderivanti neldalla cometa [[193355P/Tempel-Tuttle]]. unaNel vera[[1833]] e proprianel [[1966]] le Leonidi diedero luogo a pioggia"piogge", con conteggi superiori alle dieci meteore al secondo,<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://leonid.arc.nasa.gov/1966.html|titolo=EYE LaWITNESS TerraACCOUNTS incrociaOF l'orbitaTHE delle1966 LeonidiLEONID ogniSTORM}}</ref><ref>{{Cita 33testo|lingua=en|url=http://dmsweb.home.xs4all.nl/articles/MN-RAS-Leonid-meteor-storms-1833-1966-Asher.pdf|titolo=The anni,Leonid mameteor storms of 1833 and 1966}}</ref> gli sciami del 1966[[1899]] e del 1999[[1933]] non sono stati altrettanto prolifici.
 
== Denominazione ==
Negli ultimi due secoli, sono state adottate diverse convenzioni tra loro differenti per la nomenclatura delle comete. Prima che fosse adottata la prima di esse, le comete venivano identificate con una grande varietà di nominativi. Precedentemente ai primi anni del [[XX secolo]], ci si riferiva alla maggior parte delle comete con l'anno in cui erano apparse, a volte con aggettivi addizionali per le comete particolarmente brillanti; ad esempio, la "[[C/1680 V1|Grande Cometa del 1680]]" (o Cometa di Kirch), la "[[C/1882 R1|Grande Cometa del settembre del 1882]]", e la "[[C/1910 A1|Cometa Daylight del 1910]]" ("Grande Cometa del gennaioDiurna del 1910") - ada indicare che la cometa era stata visibile anche durante le oredi diurnegiorno. Dopo che [[Edmund Halley]] ebbe dimostrato che le comete del [[1531]], [[1607]] e [[1682]] erano lo stesso oggetto celeste e ne predisse correttamente il ritorno nel [[1759]], quella cometa divenne nota come la [[Cometa di Halley]].<ref>{{cita web|lingua=en |titolo=Halley and his Comet |autore=Ian Ridpath |url=http://www.ianridpath.com/halley/halley4.htm |year= |accesso=17 marmarzo 2009}}</ref> Similmente, la seconda e la terza cometa periodica conosciuta, la [[Cometa Encke]]<ref name="kronk" /> e la [[3D/Biela|Cometa Biela]],<ref name="kronk" /> furono nominate dal cognome degli astronomi che ne calcolarono l'orbita, piuttosto che da quello dei loro scopritori. Successivamente, le comete periodiche saranno nominate abitualemnteabitualmente dal nome degli scopritori, ma si continuerà a riferirsi soltanto con l'anno alle comete che appaiono solo una volta.
 
In particolare, divenne usanza comune nominare le comete dagli scopritori nei primi anni del XX secolo e questa convenzione è adottata anche oggi. Una cometa può essere nominata dal nome di non più di tre scopritori. In anni recenti, molte comete sono state scoperte da strumenti manovrati da un consistente numero di astronomi ede in questi casi le comete possono essere nominate dalla denominazione dello strumento. Per esempio, la [[C/1983 H1|Cometa IRAS-Araki-Alcock]] fu scoperta [[Scoperta indipendente|indipendentemente]] dal satellite [[IRAS]] e dagli astronomi amatoriali [[Genichi Araki]] e [[George Alcock]]. Nel passato, quando più comete venivano scoperte dallo stesso individuo, o gruppo di individui o squadra di ricerca, le comete venivano distinte aggiungendo un numero al nome dello scopritore (ma solo per le comete priodicheperiodiche), ad esempio le Comete [[192P/Shoemaker-Levy|Shoemaker-Levy 1]]-[[Cometa Shoemaker-Levy 9|9]]. Oggi che la maggior parte delle comete viene scoperta da alcuni strumenti (nell'agostonel dicembre del [[20052010]], il [[Telescopio spaziale|telescopio orbitante]] solare [[Solar and Heliospheric Observatory|SOHO]] ha scoperto la sua millesimaduemillesima cometa<ref>{{cita webCita testo|lingua=en |editore=Solar and Heliospheric Observatory |anno=2005 |titolo=The SOHO 1000th Comet Contest |url=http://sohosohowww.nascom.nasa.gov/comet1000hotshots/2010_12_28/ |accessotitolo=17SOHO's mar2000th 2009Comet Spotted By Student}}</ref>) questo sistema è divenuto poco pratico e non è fatto alcun tentativo per assicurare ada ogni cometa un nome univoco, composto dalla denominazione dello strumento e dal numero. Invece, è stata adottata una designazione sistematica delle comete per evitare confusione.<ref name="soho">{{cita web |lingua=en |url=http://www.cometary.net/searching_for_soho_comets.htm |titolo=Getting Started--SOHO Comet Hunting Techniques/Instructions |accesso=17 marmarzo 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6Gmt23ktr?url=http://www.cometary.net/searching_for_soho_comets.htm |dataarchivio=21 maggio 2013 }}</ref>
 
Fino al [[1994]] alle comete era assegnata una [[designazione provvisoria]] composta dall'anno della scoperta seguito da una lettera minuscola ada indicare l'ordine di scoperta nell'anno (per esempio, la [[C/1969 Y1|Cometa 1969i (Bennett)]] è stata la 9<sup>a</sup>ª cometa scoperta nel [[1969]]). Una volta che eroera stato osservato il passaggio al perielio della cometa e ne era stata calcolata l'orbita con una buona approssimazione, alla cometa veniva assegnata una designazione permanente composta dall'anno del passaggio al perielio e da un [[Sistema di numerazione romano|numero romano]] indicante l'ordine di passaggio al perielio nell'anno. Così la Cometa 1969i è diventata la Cometa 1970 II (la seconda cometa ada esser passata al perielio nel [[1970]]).<ref name="arnett">{{cita web |lingua=en |nome=Bill |cognome=Arnett |anno=2000 |titolo=Astronomical Names |url=http://www.nineplanets.org/names.html |accesso=17 marmarzo 2009}}</ref>
 
Aumentando il numero delle comete scoperte, questa procedura divenne scomoda e nel [[1994]] l'[[Unione Astronomica Internazionale]] ha adottato una nuova nomenclatura. Adesso, al momento della loro scoperta le comete ricevono una sigla composta da "C/", dall'anno della scoperta, da una lettera maiuscola dell'alfabeto e un numero; la lettera indica in quale mese e parte del mese (prima o seconda metà) è stata scoperta, il numero indica l'ordine progressivo di annuncio della scoperta, durante ogni periodo di mezzo mese; a questa sigla segue il nome dello scopritore. Possono essere attribuiti fino a tre nomi o, se il caso, il nome del programma o del satellite che ha effettuato la scoperta. Negli ultimi anni si è assistito alla scoperta della natura cometaria di numerosi oggetti ritenuti inizialmente di natura asteroidale. Se tale scoperta avviene entro breve tempo dall'individuazione dell'oggetto, viene aggiunta alla sigla asteroidale la parte iniziale della sigla attribuita alle comete periodiche (P/); se invece si tratta di asteroidi scoperti e osservati da anni, all'oggetto viene assegnata una seconda denominazione cometaria e mantiene anche quella asteroidale.
 
Nella nomenclatura astronomica per le comete, la lettera che precede l'anno indica la natura della cometa e può essere:
* P/ indica una cometa periodica (definita a tale scopo come avente un periodo orbitale inferiore ai 200 anni o di cui sono stati osservati almeno due passaggi al perielio);
* C/ indica una cometa non periodica (definita come ogni cometa che ''non'' è periodica in accordo alla definizione precedente);
* D/ indica una cometa disintegrata o [[Cometa perduta|"persa"]];
* X/ indica una cometa per cui non è stata calcolata un'orbita precisa (solitamente sono le comete storiche).;
* A/ indica un' oggetto identificato erroneamente come cometa ma che è in realtà un [[asteroide]].
 
Quando viene osservato un secondo passaggio al perielio di una cometa identificata come periodica, ada essa viene assegnata una nuova denominazione composta da una P/, seguita da un numero progressivo dell'annuncio e dal nome degli scopritori secondo le regole precedentemente indicate.<ref name="CSBN">{{cita web|lingua=en |editore=Committee on Small Body Nomenclature |anno=1994 |titolo=Cometary Designation System |url=http://www.cfa.harvardminorplanetcenter.edunet/iau/lists/CometResolution.html |accesso=17 marmarzo 2009}}</ref> Così la Cometa di Halley, la prima cometa ada essere stata individuata come periodica, presenta anche la designazione 1P/1682 Q1. Una cometa non periodica come la [[Cometa Hale-Bopp]] ha ricevuto la denominazione C/1995 O1. Le comete mantengono la denominazione asteroidale se l'hanno ricevuta prima che fosse identificata la loro natura cometaria, un esempio ne è la cometa {{DPL|P/2005 YQ|127}} (LINEAR).
 
Ci sono solo cinque oggetti catalogati sia come asteroidi chesia come comete ed essi sono: [[2060 Chiron]] (95P/Chiron), [[4015 Wilson-Harrington]] (107P/Wilson-Harrington), [[7968 Elst-Pizarro]] (133P/Elst-Pizarro), [[60558 Echeclus]] (174P/Echeclus) e [[118401 LINEAR]] (176P/LINEAR (LINEAR 52)).
 
== Storia dello studio delle comete ==
<!--ATTENZIONE - SI PREGA DI NON USARE IN ALCUN MODO IL TERMINE "ACCOMETAGGIO", NEMMENO SE LO USA LA STAMPA. GRAZIE-->
[[Immagine:Comet-Hale-Bopp-29-03-1997 hires adj.jpg|thumb|250px|Cometa C/1995 O1 Hale-Bopp. Si notino le due code: quella blu è di ioni, l'altra di polveri.]]
[[File:Comet-Hale-Bopp-29-03-1997 hires adj.jpg|thumb|Cometa C/1995 O1 Hale-Bopp. Si notino le due code: quella blu è di ioni, l'altra di polveri.]]
La questione di cosa fossero le comete, se fenomeni atmosferici od oggetti interplanetari, rimase a lungo irrisolta. Gli astronomi si limitavano a registrare la loro apparizione, ma i tentativi di spiegazione erano pure speculazioni. La svolta cominciò nel [[XVI secolo]]. In quegli anni, [[Tycho Brahe]] provò che dovevano trovarsi oltre l'orbita della [[Luna]], e quindi ben al di fuori dell'atmosfera terrestre.
 
[[File:Manzini, Carlo Antonio – Le comete, 1665 – BEIC 858579.jpg|thumb|'' Le comete'' del 1665 di [[Carlo Antonio Manzini]], uno dei numerosi trattati che gli astronomi europei dedicarono ai passaggi cometari del 1664 e 1665.]]
Nel [[XVII secolo]], [[Edmond Halley]] usò la teoria della gravitazione, da poco formulata da [[Isaac Newton]], per calcolare l'[[Orbita (astronomia)|orbita]] di alcune comete. Trovò che una di queste tornava periodicamente vicino al Sole ogni 76 o 77 anni. Quando questa predizione fu confermata (Halley era già morto), divenne famosa come la [[Cometa di Halley]], e si trovò che era stata osservata ogni 76 anni fin dal [[66]].
 
Da fonti antiche, come gli [[ossi oracolari]] cinesi, risulta che le comete erano note agli uomini da millenni.<ref>{{cita web|url=http://www.lib.cam.ac.uk/mulu/oracle.html |titolo=Chinese Oracle Bones |editore=Cambridge University Library |accesso=14 agosto 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131005100532/http://www.lib.cam.ac.uk/mulu/oracle.html |urlmorto=si}}</ref> Fino al XVI secolo erano per lo più interpretate come [[presagi]] di morte di re o potenti, o annunci di catastrofi o punizioni celesti contro gli uomini.<ref>{{cita web|cognome=Ridpath|nome=Ian|wkautore=Ian Ridpath|data=8 luglio 2008|titolo=Comet lore|url=http://www.ianridpath.com/halley/halley1.htm|accesso=14 agosto 2013|opera=A brief history of Halley's Comet}}</ref><ref>{{cita|Sagan Druyan, 1997|p. 14}}.</ref>
La seconda cometa riconosciuta come periodica fu la [[Cometa Encke|Cometa di Encke]], nel [[1821]]. Come la Halley, fu chiamata col nome di chi ne calcolò l'orbita, il matematico e fisico tedesco [[Johann Franz Encke]] (oggi le comete vengono in genere chiamate col nome dello scopritore).
 
La questione di cosa fossero le comete, se fenomeni atmosferici od oggetti interplanetari, rimase a lungo irrisolta. Gli astronomi si limitavano a registrare la loro apparizione, ma i tentativi di spiegazione erano pure speculazioni. La svolta cominciò nel [[XVI secolo]]. In quegli anni, [[Tycho Brahe]] e [[Michael Maestlin]] misurando la parallasse della [[Grande Cometa del 1577]] dimostrarono che doveva trovarsi oltre l'orbita della [[Luna]], e quindi ben al di fuori dell'atmosfera terrestre.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Barker|nome=Peter|data=1º giugno 2002|titolo=Constructing Copernicus|rivista=Perspectives on Science|volume=10|numero=2|pp=208-227|doi=10.1162/106361402321147531|issn=1063-6145}}</ref> Nei limiti della precisione delle loro misurazioni, questo implicava che la cometa era almeno quattro più distante dalla Terra della Luna.<ref name="ESO part I">{{cita web|titolo=A Brief History of Comets I (until 1950) |url=http://www.eso.org/public/events/astro-evt/hale-bopp/comet-history-1.html |editore=[[European Southern Observatory]] |accesso=14 agosto 2013}}</ref><ref>{{cita|Sagan Druyan, 1997|p. 37}}.</ref> Nel 1664, [[Giovanni Alfonso Borelli|Giovanni Borelli]] registrò la latitudine e la longitudine delle comete che aveva osservato e suggerì che le orbite cometarie dovevano essere paraboliche.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Giovanni Borelli and the Comets of 1664–65 |rivista=Journal for the History of Astronomy |nome=Luciano |cognome=Boschiero |volume=40 |numero=1 |pp=11-30 |data=febbraio 2009 |doi=10.1177/002182860904000103|bibcode=2009JHA....40...11B }}</ref>
La cometa di Encke ha il periodo più breve conosciuto, poco più di 3 anni, e grazie a questo è anche la cometa della quale si registrano più apparizioni. È anche la prima cometa per la quale si notò che l'orbita era influenzata da forze non gravitazionali (vedi più sotto). Anche se adesso è troppo debole per essere osservata ad occhio nudo, dev'essere stata molto luminosa qualche migliaio di anni fa, quando la sua superficie non era ancora evaporata. La sua prima apparizione registrata risale tuttavia al [[1786]].
 
L'apparizione di tre comete nel 1618 portò a una disputa fra [[Orazio Grassi]] e [[Galileo Galilei]]; per Grassi le comete erano oggetti orbitanti tra la Luna e il Sole, mentre per Galilei le comete erano addensamenti di vapori terrestri.
La vera natura delle comete rimase incerta per altri secoli. All'inizio del [[XIX secolo]] un altro matematico tedesco, [[Friedrich Wilhelm Bessel]], era sulla strada giusta. Creò una teoria secondo la quale la luminosità di una cometa proveniva dall'evaporazione di un oggetto solido, e che le forze non gravitazionali agenti sulla cometa di Encke fossero il risultato della spinta causata dai jet di materia in evaporazione. Le sue idee furono dimenticate per più di 100 anni fino a quando [[Fred Lawrence Whipple]], all'oscuro del lavoro di Bessel, propose la stessa teoria nel [[1950]].
 
Nel [[XVII secolo]], [[Edmond Halley]] usò la teoria della gravitazione, da poco formulata da [[Isaac Newton]], per calcolare l'[[Orbita (astronomia)|orbita]] di alcune comete. Trovò che una di queste tornava periodicamente vicino al Sole ogni 76 o 77 anni.<ref name="Halley">{{Cita pubblicazione|doi=10.1098/rstl.1704.0064 |bibcode=1704RSPT...24.1882H |titolo=Astronomiae Cometicae Synopsis, Autore Edmundo Halleio apud Oxonienses. Geometriae Professore Saviliano, & Reg. Soc. S |data=1704 |cognome1=Halleio |nome1=E. |rivista=Philosophical Transactions of the Royal Society of London |volume=24 |numero=289–304 |pp=1882-1899 |url=http://rstl.royalsocietypublishing.org/content/24/289-304/1882.full.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170430210149/http://rstl.royalsocietypublishing.org/content/24/289-304/1882.full.pdf |urlmorto=}}</ref> Quando questa predizione fu confermata (Halley era già morto), divenne famosa come la [[Cometa di Halley]], e si trovò che era stata osservata ogni 76 anni fin dal [[66]].
Divenne presto il modello accettato di cometa e fu in seguito confermato dalla flotta di sonde (incluse la sonda [[Missione Giotto|Giotto]] dell'[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]] e le sonde [[sonda Vega 1|Vega 1]] e [[sonda Vega 2|Vega 2]] dell'[[Unione Sovietica]]) che andò incontro alla Cometa di Halley nel [[1986]], per fotografarne il nucleo ed osservare i jet di materiale in evaporazione.
 
La seconda cometa riconosciuta come periodica fu la [[Cometa Encke|Cometa di Encke]], nel [[1821]]. Come la Halley, fu chiamata col nome di chi ne calcolò l'orbita, il matematico e fisico tedesco [[Johann Franz Encke]] (oggi le comete vengono in genere chiamate col nome dello scopritore).
 
La cometa di Encke ha il periodo più breve conosciuto, che equivale a 1206 giorni (3,3 anni), e grazie a questo è anche la cometa della quale si registrano più apparizioni. È anche la prima cometa per la quale si notò che l'orbita era influenzata da forze non gravitazionali (vedi più sotto). Anche se adesso è troppo debole per essere osservata a occhio nudo, dev'essere stata molto luminosa qualche migliaio di anni fa, quando la sua superficie non era ancora evaporata. La sua prima apparizione registrata risale tuttavia al [[1786]]. Il periodo più lungo, invece, appartiene alla cometa di Delevan, individuata nel [[1914]], per la quale non è stata determinata con precisione l'orbita: un calcolo approssimativo prevede il suo ritorno fra circa 749 milioni di anni.
 
La vera natura delle comete rimase incerta per altri secoli. All'inizio del [[XIX secolo]] un altro matematico tedesco, [[Friedrich Wilhelm Bessel]], era sulla strada giusta. Creò una teoria secondo la quale la luminosità di una cometa proveniva dall'evaporazione di un oggetto solido, e che le forze non gravitazionali agenti sulla cometa di Encke fossero il risultato della spinta causata dai jet di materia in evaporazione. Le sue idee furono dimenticate per più di 100 anni fino a quando [[Fred Lawrence Whipple]], all'oscuro del lavoro di Bessel, propose la stessa teoria nel [[1950]].
 
Divenne presto il modello accettato di cometa e fu in seguito confermato dalla flotta di sonde (incluse la sonda [[Missione Giotto|Giotto]] dell'[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]] e le sonde [[sonda Vega 1|Vega 1]] e [[sonda Vega 2|Vega 2]] dell'[[Unione Sovietica]]) che andò incontro alla Cometa di Halley nel [[1986]], per fotografarne il nucleo e osservare i jet di materiale in evaporazione.
 
La sonda americana [[Deep Space 1]] passò accanto alla Cometa [[19P/Borrelly]] nel [[2001]] e confermò che le caratteristiche della Cometa di Halley erano simili a quelle di altre comete.
 
La missione [[Sonda Stardust|Stardust]] è stata lanciata nel [[gennaio]] [[1999]], ede ha incontrato la cometa Wild 2 nel [[gennaio]] [[2004]]. Ha raccolto del materiale che è rientrato sulla Terra nel [[2006]].
 
La missione [[Deep Impact (missione spaziale)|Deep Impact]] è stata lanciata nel [[febbraio]] [[2005]], ede ha colpito con un proiettile la cometa [[9P/Tempel|Tempel 1]] il [[4 luglio]] [[2005]] (alle 5:52 [[UTC]]).
 
Il 12 novembre 2014 alle ore 17.02 il ''[[lander]]'' [[Philae (sonda spaziale)|Philae]] ha completato con successo l'atterraggio<ref>{{Cita web|url=http://www.asi.it/it/press_room/comunicati_stampa/agenzia_spaziale_italiana_sonda_rosetta_svelato_il_luogo_dellaccometagg|titolo=Agenzia Spaziale Italiana: sonda Rosetta, svelato il luogo dell'accometaggio del lander|accesso=15 settembre 2014|data=15 settembre 2014|editore=[[Agenzia Spaziale Italiana]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140927092513/http://www.asi.it/it/press_room/comunicati_stampa/agenzia_spaziale_italiana_sonda_rosetta_svelato_il_luogo_dellaccometagg|urlmorto=sì}}</ref> sulla superficie della cometa [[67P/Churyumov-Gerasimenko]] nell'ambito della missione [[Rosetta (sonda spaziale)|Rosetta]], progetto sviluppato dall'[[Agenzia Spaziale Europea]] nel 2004 per osservare i fenomeni che avvengono su una cometa nella fase di avvicinamento al [[perielio]].
[[File:Acta Eruditorum - X astronomia, 1682 – BEIC 13349171.jpg|thumb|Illustrazione alla recensione dell'opera di [[Jakob Bernoulli]] ''Conamen novi systematis cometarum'' pubblicata sugli [[Acta Eruditorum]] del 1682]]
[[File:Acta Eruditorum - III astronomia, 1745 – BEIC 13413569.jpg|thumb|Illustrazione pubblicata sugli [[Acta Eruditorum]] del 1745 alla recensione de ''Descriptio Cometae ... anni 1744'']]
 
== Portatrici di vita ==
 
Sette articoli pubblicati sulla rivista [[Science]] (Volume 314, Issue 5806, 2006) da un team di scienziati internazionali, tra i quali sette italiani, annunciano la scoperta nei grani di polvere della cometa [[cometa Wild 2|Wild 2]] di lunghe molecole organiche, di [[ammine]] precursori di quelle organiche, come il [[Dna]]. La [[sonda Stardust]], dopo aver percorso 4,6 miliardi di kmchilometri in circa sette anni, ha catturato un centinaio di grani ognuno piccolo meno di un millimetro.
 
I grani sono stati catturati il [[2 gennaio]] [[2004]] dalla coda della cometa Wild 2 con una speciale filtro in [[aerogel]], una sostanza porosa dall'aspetto lattiginoso). Gli scienziati autori della scoperta, tra cui [[Alessandra Rotundi]] dell'[[Università degli Studi di Napoli "Parthenope"|Università ''Parthenope'' di Napoli]], ritengono che questa scoperta sia la conferma della [[panspermia]], la teoria secondo la quale molecole portate dalle comete siano alla base dell'origine della vita sulla [[Terra]]. È una teoria che nacque nei primi anni del novecentoNovecento e confermatacompatibile dallecon le osservazioni fatte dalla sonda europea [[Sonda Giotto|Giotto]] nel [[1986]] quando si avvicinò alla cometa [[di Halley]].
 
AdA avvaloraresostegno di questa ipotesi, vivengono sonocitati anche i tempi rapidi con la quale èsarebbe comparsa la vita sulla Terra. InSecondo pochei decinecultori di milioniquesta di anniteoria la situazione sulla Terra èsarebbe mutata radicalmente in poche decine di milioni di anni e tempi così rapidi secondo loro si possono spiegare solo con l'ipotesi che a portare gli ingredienti fondamentali alla vita siano state le comete. Rimane il fatto che nella sezione dedicata alla cometa Wild 2 è riportato che non sono stati osservati carbonati e ciò suggerisce che la polvere della cometa Wild 2 non ha subito alterazione per mezzo di acqua liquida. Ciò rende inspiegabile la presenza di ammina.
 
== ElencoNella distoria comete famosedell'uomo ==
Tranne alcune eccezioni<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=Fq7j8cVumagC&pg=PA276&lpg=PA276&dq=comete+portatrici+di+sventura&source=bl&ots=6lnCrsDqcs&sig=fnuLAvRgfUVRwWt_yYSy4fOXgoM&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjasoKpjb7ZAhXE-KQKHflCAw4Q6AEIYDAG#v=onepage&q=comete%20portatrici%20di%20sventura&f=false|titolo=Notte di stelle}}</ref> le comete erano interpretate dai diversi popoli dell'antichità, appartenenti alle più disparate culture, come portatrici di sventura.<ref name=":0">{{Cita news|url=http://www.lastampa.it/2013/01/02/cultura/domande-e-risposte/che-cosa-sono-le-comete-mcM4OufDk5wnR1ROjAzKGL/pagina.html|titolo=Che cosa sono le comete?|pubblicazione=LaStampa.it|accesso=24 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180224175102/http://www.lastampa.it/2013/01/02/cultura/domande-e-risposte/che-cosa-sono-le-comete-mcM4OufDk5wnR1ROjAzKGL/pagina.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=pMXuKHu9jv0C&pg=PA130&lpg=PA130&dq=comete+portatrici+di+sventura+halley&source=bl&ots=CHVgZlzNoc&sig=uYqkpGEvYKogI91JSP9C5BtWbIs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiDxLGkkL7ZAhXCjqQKHVeWBq8Q6AEIWTAK#v=onepage&q=comete%20portatrici%20di%20sventura%20halley&f=false|titolo=Astronomia: Conoscere, riconoscere e osservare gli oggetti}}</ref>
*[[19P/Borrelly|Cometa 19P/Borrelly]]
*[[Cometa Encke|Cometa 2P/Encke]]
*[[Cometa Hyakutake]]
*[[Cometa Hale-Bopp]]
*[[Cometa di Halley]]
*[[Cometa Humason]]
*[[Cometa Ikeya-Seki (C/1965 S1)|Cometa Ikeya-Seki]]
*[[Cometa Machholz]]
*[[C/2006 P1 McNaught|Cometa McNaught (C/2006 P1)]]
*[[Cometa Shoemaker-Levy 9]]
*[[Cometa Kohoutek]]
 
La concezione che le comete fossero presagi nefasti continuò a essere fortemente presente nel medioevo; una testimonianza diretta di ciò la si può trovare nelle centurie di [[Nostradamus]]:<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=8-yn62t5wb0C&pg=PA155&lpg=PA155&dq=comete+portatrici+di+sventura&source=bl&ots=oYb9ERcM3S&sig=fHvPJLkFxeleML1amevhzq-DBBo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj_89T4jr7ZAhUGKewKHYwmBmoQ6AEIaTAI#v=onepage&q=comete%20portatrici%20di%20sventura&f=false|titolo=Nostradamus. Profezie per il 2000}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=C8a7g4ukuRcC&pg=PA47&lpg=PA47&dq=nostradamus+comete&source=bl&ots=25W3GTAi8q&sig=Zjc_nehZN9RICNi7UIWZVdpwojA&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiH2cvjkL7ZAhXM3KQKHd88Csg4ChDoAQgwMAE#v=onepage&q=nostradamus%20comete&f=false|titolo=Le Chiavi Di Nostradamus Ii Ventesimo Secolo}}</ref>{{Citazione|Mabus improvvisamente morirà, e si verificherà,<br/>
== Curiosità ==
D'individui ed animali una terribile strage,<br/>
* Fra tutte le comete periodiche conosciute quella che ricorre più frequentemente è la cometa di Encke, identificata per la prima volta nel [[1786]]. Il suo periodo equivale a 1206 giorni (3,3 anni) ed è il più breve che si conosca. Il periodo più lungo, invece, appartiene alla cometa di Delevan, individuata nel [[1914]], per la quale non è stata determinata con precisione l'orbita: un calcolo approssimativo prevede il suo ritorno fra circa 24 milioni di anni.
Quando all'improvviso la vendetta di tutti constateranno,<br/>
Cento (guai), autorità, sete, carestia (si avrà) non appena la cometa apparirà.|[[Nostradamus]], Century II Q 62<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=tTwdCwAAQBAJ&pg=PA76&lpg=PA76&dq=Mabus+plustost+alors+mourra,+viendra,+De+gens+et+bestes+vn+horrible+defaite:+Puis+tout+%C3%A0+coup+la+vengeance+on+verra,+Cent,+main,+faim+quand+courra+la+comete.&source=bl&ots=pqV8m-tlHj&sig=V3hcLy9N-Cs20so3edhnFQRnWe8&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjB7vn8lb7ZAhXGsKQKHQ83AJUQ6AEILjAB#v=onepage&q=Mabus%20plustost%20alors%20mourra%2C%20viendra%2C%20De%20gens%20et%20bestes%20vn%20horrible%20defaite%3A%20Puis%20tout%20%C3%A0%20coup%20la%20vengeance%20on%20verra%2C%20Cent%2C%20main%2C%20faim%20quand%20courra%20la%20comete.&f=false|titolo=Mabus plustost alors mourra, viendra, De gens et bestes vn horrible defaite, Puis tout à coup la vengeance on verra, Cent, main, faim quand courra la comete}}</ref>|Mabus plustost alors mourra, viendra,<br/>
De gens et bestes vn horrible defaite,<br/>
Puis tout à coup la vengeance on verra,<br/>
Cent, main, faim quand courra la comete|lingua=fr}}
 
L'esempio più rilevante avvenuto in [[Medioevo|epoca medievale]] fu il panico di massa del [[1456]] generato dalla transizione della [[cometa di Halley]]; evento che fu considerato dai popoli dell'epoca come [[Apocalisse|apocalittico]].<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/12_Dicembre/23/cometa.shtml|titolo=Corriere della Sera - Fu vera cometa? La scienza ora dice sì|accesso=24 febbraio 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=lPb8CgAAQBAJ&pg=PT13&lpg=PT13&dq=1456+halley+terribile&source=bl&ots=8sVqkJO3vm&sig=mKBuJfH8a3DLnGxKvRGeSh3Nnyo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwien7zPmr7ZAhUO2aQKHV-8BtsQ6AEILTAB#v=onepage&q=1456%20halley%20terribile&f=false|titolo=L'esplorazione delle comete: Da Halley a Rosetta}}</ref>
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Comets|commons_preposizione=sulle|etichetta=comete}}
 
L'idea che le comete (in particolare quella di [[Cometa di Halley|Halley]]) accompagnassero eventi malevoli continuò ad essere presente nella [[cultura di massa]] anche agli inizi del [[XX secolo]].<ref name=":0" /><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2010/01/25/GO_16_PIED.html|titolo=«La cometa Halley portatrice di sventure» - Il Piccolo|pubblicazione=Archivio - Il Piccolo|accesso=24 febbraio 2018}}</ref>
== Voci correlate ==
 
* [[Corpo minore]] del Sistema solare.
== Elenco di comete famose ==
* [[Grande Cometa]]
* [[19P/Borrelly|Cometa periodica|Lista di comete periodiche19P/Borrelly]]
* [[Cometa non periodicaEncke|Lista di comete nonCometa periodiche2P/Encke]]
* [[Cometa Hyakutake]]
* [[Cometa Hale-Bopp]]
* [[Cometa di Halley]]
* [[Cometa Humason]]
* [[C/1965 S1 Ikeya-Seki|Cometa Ikeya-Seki]]
* [[96P/Machholz|Cometa 96P/Machholz]]
* [[C/2006 P1 McNaught|Cometa McNaught (C/2006 P1)]]
* [[Cometa Shoemaker-Levy 9]]
* [[Cometa Kohoutek]]
* [[Tempel 1|Cometa 9P/Tempel]]
* [[Cometa ISON]]
* [[Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko]]
* Cometa [[C/2020 F3 (NEOWISE)]]
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore=Franco Foresta Martin |titolo=Le comete |editore=Sansoni Editore |anno=1982 |città=Firenze}} {{NoISBN}}
*{{cita web|url=http://www.osservatorioacquaviva.it/sezionestoriaastronomia/astronomia_antropologia/superstizione/comete_superstizioni/comete_superstizione.pdf |formato=PDF |titolo=La superstizione e le comete |editore=Osservatorio Astronomico Comunale di [[Acquaviva delle Fonti]] - Bari |accesso=24 feb 2009}}
* {{cita web |url=http://www.osservatorioacquaviva.it/sezionestoriaastronomia/astronomia_antropologia/superstizione/comete_superstizioni/comete_superstizione.pdf |formato=PDF |titolo=La superstizione e le comete |editore=Osservatorio Astronomico Comunale di [[Acquaviva delle Fonti]] - Bari |accesso=24 febbraio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211217155018/http://www.osservatorioacquaviva.it/sezionestoriaastronomia/astronomia_antropologia/superstizione/comete_superstizioni/comete_superstizione.pdf }}
*{{cita web|url=http://www.astrofilitrentini.it/attiv/lavori/haleb4.html |titolo=Breve storia delle comete |editore=Associazione Astrofili Trentini |mese=marzo |anno=1997 |autore=Marco Murara |accesso=24 feb 2009}}
* Walter Ferreri, ''Comete,'' Springer, 2025, ISBN 978-3-031-88971-4
* {{cita web|url=http://www.astrofilitrentini.it/attiv/lavori/haleb4.html |titolo=Breve storia delle comete |editore=Associazione Astrofili Trentini |mese=marzo|anno=1997 |autore=Marco Murara |accesso=24 febbraio 2009}}
 
== CollegamentiVoci esternicorrelate ==
* [[Sciame meteorico]]
* [[Corpo minore]]
* [[Impatto astronomico]]
 
== Altri progetti ==
* {{en}}[http://cfa-www.harvard.edu/iau/lists/CometLists.html Harward: Lists and Plots: Comets]
{{interprogetto|etichetta=cometa|wikt=cometa|commons_preposizione=sulle|commons_etichetta=comete}}
* {{it}} [http://www.brera.unimi.it/SISFA/atti/1996/baroni.html Approfondimento sulle comete italiane]
 
* Google: [http://directory.google.com/Top/Science/Astronomy/Solar_System/Small_Bodies/ Comete e altri piccoli corpi celesti]
== Collegamenti esterni ==
* {{en}}[http://www.ifa.hawaii.edu/faculty/jewitt/comet.html This page and its links are dedicated to an overview of the comets]
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://digilander.libero.it/comete Libro virtuale sulle comete (Sito amatoriale)]
* {{cita web|lingua=en |url=http://www.minorplanetcenter.net/iau/lists/CometLists.html |titolo=Lists and Plots: Comets |editore=[[Minor Planet Center]], [[Unione Astronomica Internazionale]] |accesso=4 novembre 2009}}
*{{en}}[http://www.physics.ucf.edu/~yfernandez/cometlist.html List of Jupiter-Family and Halley-Family Comets]
* {{cita web |url=http://www.brera.unimi.it/SISFA/atti/1996/baroni.html |titolo=Approfondimento sulle comete italiane |editore=[[Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia]] (SISFA) |autore=Sandro Baroni |accesso=4 novembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070520190611/http://www.brera.unimi.it/SISFA/atti/1996/baroni.html |urlmorto=sì }}
*{{en}}[http://www.lpi.usra.edu/books/CometsII/7022.pdf The Sizes, Shapes, Albedos, and Colors of Cometary Nuclei]
* {{cita web |lingua=en |url=http://directory.google.com/Top/Science/Astronomy/Solar_System/Small_Bodies/ |titolo=Comete e altri piccoli corpi celesti |sito=Google Directory |editore=Google.com |accesso=4 novembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100712094633/http://directory.google.com/Top/Science/Astronomy/Solar_System/Small_Bodies/ }}
*{{en}}[http://www.mps.mpg.de/solar-system-school/lectures/jockers/comets1.pdf What is a comet?] (4,36 megabit)
* {{cita web|url=http://digilander.libero.it/comete |titolo=Libro virtuale sulle comete |editore=Sito amatoriale |nome=Diego |cognome=Menna |accesso=4 novembre 2009}}
* {{cita web|lingua=en |url=http://www.physics.ucf.edu/~yfernandez/cometlist.html |titolo=List of Jupiter-Family and Halley-Family Comets |autore= Yanga R. Fernández |accesso=4 novembre 2009}}
* {{cita libro|lingua=en |urlcapitolo=http://www.lpi.usra.edu/books/CometsII/7022.pdf |capitolo=The Sizes, Shapes, Albedos, and Colors of Cometary Nuclei |autore=Lamy, P.L. |etal=s |titolo=Comets II |curatore=Festou, M.C.; Keller, H.U.; Weaver, H.A. |editore=University of Arizona Press |città=Tucson |pp=223-264 |accesso=4 novembre 2009}}
* {{cita web |lingua=en |url=http://www.mps.mpg.de/solar-system-school/lectures/jockers/comets1.pdf |titolo=What is a comet? |editore=International Max Planck Research School on Physical Processes in the Solar System and Beyond at the Universities of Braunschweig and Göttingen |accesso=4 novembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110112181907/http://www.mps.mpg.de/solar-system-school/lectures/jockers/comets1.pdf }} (4,36 megabit)
* {{cita web|url=http://www.pierpaoloricci.it/eventi/comete.htm |titolo=Comete al perielio |nome=Pierpaolo |cognome=Ricci |editore=Sito web personale |accesso=4 novembre 2009}}
 
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