Selachimorpha: differenze tra le versioni

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* † [[Symmoriida]]
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** [[HexanchiformesLamniformes]]
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* '''Squalomorphi'''
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[[File:Sphyrnalewini.jpg|miniatura|Squalo martello smerlato (''[[Sphyrna lewini]]'')]]
[[File:Lemonshark (2).jpg|miniatura|Squalo limone (''[[Negaprion brevirostris]]'') circondato dalle [[Echeneidae|remore]]]]
Gli '''squali''' ('''Selachimorpha''') sono un [[superordine]] di [[Chondrichthyes|pesci cartilaginei]] [[predazione|predatori]], dalle forti [[mascelle]] e di [[dimensioni]] medio-grandi, i cui membri sono noti anche con il nome di '''pescecane'''.
 
== Origine dei termini ==
'''Selachimorpha''' è un [[superordine]] di [[Chondrichthyes|pesci cartilaginei]] [[predazione|predatori]], dalle forti mascelle e di dimensioni medio-grandi, comunemente noti con il nome di '''squalo''' o '''pescecane'''.<br/>
Il termine "squalo" deriva dal [[lingua latina|latino]] ''squalus'', imparentato con l'[[lingua norrena|antico nordico]] ''hvalr'' «balena» ([[lingua inglese|inglese]] ''whale'', [[lingua tedesca|tedesco]] ''Wal-fisch'') e l'[[lingua prussiana|antico prussiano]] ''kalis'', «pesce siluro»; il termine indicava un pesce mostruoso e di grandi dimensioni, forse connesso con il [[lingua proto-uralica|proto-ugrofinnico]] ''*kala'' ([[lingua finlandese|finlandese]] ''kala'', [[lingua ungherese|ungherese]] ''hal'') «pesce mitico»; non è possibile invece collegare ''squalus'' a ''squālus'' «sporco, coperto di scaglie e sudiciume» a causa della vocale lunga e del differente ambito semantico<ref>{{cita libro|autore=Alberto Nocentini|titolo=L'etimologico|altri=con la collaborazione di Alessandro Parenti|città=Milano|editore=Le Monnier-Mondadori Education|anno=2010|isbn=978-88-00-20781-2|p=1162}}</ref>.
Il raggruppamento comprende più di 500 specie<ref name=Sharkacademy/>. La respirazione avviene attraverso l'utilizzo di un numero variabile tra cinque e sette di fessure [[branchie|branchiali]]. Caratteristica peculiare del corpo degli squali è che esso è ricoperto da [[Scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]] che proteggono la pelle dai danneggiamenti dovuti ai [[parassiti]] e migliorano l'[[idrodinamica]].<br/>
Questi pesci sono dotati di varie serie di denti di riserva, che intervengono in sostituzione di quelli persi o danneggiati<ref name="Budker">{{en}}{{cita libro| cognome= Budker|nome=Paul|titolo=The Life of Sharks|editore=Weidenfeld and Nicolson| città=London| anno=1971| lingua=}}</ref>.
Le dimensioni degli squali spaziano da quelle del minuscolo ''[[Etmopterus perryi]]'', una specie che vive in profondità e che misura soltanto 17 cm in lunghezza nel [[Maschio (biologia)|maschio]], e 20 nella [[Femmina (biologia)|femmina]]<ref>{{en}}{{FishBase|50209|Etmopterus perryi|04/04/2009}}</ref>, a quelle dello squalo balena (''[[Rhincodon typus]]''), il pesce più grande in assoluto<ref name=FBSBalena>{{en}}{{FishBase|2081|Rhincodon typus|04/04/2009}}</ref>.
 
Incerta l'origine dell'inglese ''shark'': in [[lingua tedesca|tedesco]] viene indicato come ''Schurke'' ([[Lingua alto-tedesca antica|antico alto-tedesco]] ''fiur-scurgo'', "appiccafuoco") un individuo vile, cattivo, aggressivo, e il significato primario dell'inglese ''shark'' sarebbe stato simile ("predatore"); per la loro aggressività, intorno al [[XVII secolo]] cominciò a comparire anche il termine "[[pesce]]-[[cane]]".
Tutti gli squali sono [[carnivoro|carnivori]] e la maggior parte di loro si nutre di pesci ed altri animali marini, a differenza degli esemplari più grandi, come il succitato squalo balena, che si nutrono principalmente di plancton.<br/>
In genere si immagina che gli squali vivano soltanto in acque salate, ma lo squalo dello Zambesi (''[[Carcharhinus leucas]]'') è solo il più conosciuto di una serie piuttosto numerosa di specie che nuotano sia in [[acqua salata]] che in [[acqua dolce]], come quella dei [[delta fluviale|delta fluviali]]<ref>{{en}}{{cita libro| cognome=Allen| nome=Thomas B. |anno=1999| titolo=The Shark Almanac|città=New York| editore=The Lyons Press |lingua=|id= ISBN 1-55821-582-4}}</ref>.
 
''Selachimorpha'' invece, deriva {{lang-grc|σελάχιος|seláchios|cartilagineo|t2=μορφή|t2'=morphḗ|t2"=forma e aspetto|pp=no|p=no|da=si}}. ''Selacio'' in [[zoologia]] si applica a quei [[pesce cartilagineo|pesci cartilaginei]] con corpo fusiforme o depresso, [[Pinna caudale|coda eterocerca]] e bocca quasi semicircolare.
In conseguenza di attacchi anche non provocati ai danni di [[esseri umani]], operati da alcune specie in particolare, gli squali hanno guadagnato la fama, solo in parte giustificata, di essere pericolosi. Anche per questo motivo, oltre che per il fatto che la loro carne è considerata pregiata in molti stati [[Asia|asiatici]], diverse specie di squalo sono sottoposte a [[pesca commerciale|pesca]] intensiva che li pone in pericolo di [[estinzione]].
 
== Varietà ==
Il raggruppamento dei Selachimorpha comprende più di 500 [[specie]]<ref name="Sharkacademy" />, negli squali la [[Respirazione (fisiologia comparata)|respirazione]] avviene attraverso cinque, sei o sette fessure [[branchia]]li per fianco. Caratteristica peculiare del corpo degli squali è che esso è ricoperto da [[Scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]] che proteggono la pelle dai danneggiamenti dovuti ai [[Parassitismo|parassiti]] e migliorano l'[[idrodinamica]].
 
Questi pesci sono inoltre dotati di varie file di [[dente|denti]] di riserva, che intervengono in sostituzione di quelli persi o danneggiati<ref name="Budker">{{Cita|Budker, Whitehead||budker}}.</ref>.
 
Le dimensioni degli squali spaziano da quelle del minuscolo squalo lanterna nano (''[[Etmopterus perryi]]''), una specie che vive in profondità e che misura soltanto {{M|17|ul=cm}} in lunghezza nel [[maschio]] e 20 nella [[femmina]]<ref>{{FishBase|50209|Etmopterus perryi|04/04/2009}}</ref>, a quelle dello squalo balena (''[[Rhincodon typus]]''), il pesce più grande al mondo<ref name="FBSBalena">{{FishBase|2081|Rhincodon typus|04/04/2009}}</ref>, in virtù della propria lunghezza variabile da 12 a 18 [[Metro|metri]].
 
Gli squali sono [[carnivoro|carnivori]] e la maggior parte di loro si nutre di animali marini, invece gli esemplari più grandi (come il succitato squalo balena) si nutrono principalmente di [[plancton]].
 
In genere si immagina che gli squali vivano soltanto in acque salate, ma lo squalo dello Zambesi (''[[Carcharhinus leucas]]'') è solo il più conosciuto di una serie piuttosto numerosa di specie di [[Chondrichthyes d'acqua dolce|squali d'acqua dolce]] che nuotano sia in [[Acqua di mare|acqua salata]] sia in [[acqua dolce]], così come in quella dei [[delta fluviale|delta fluviali]]<ref>{{Cita|Allen ||allen}}.</ref>.
 
In conseguenza di attacchi anche non provocati ai danni di [[Homo sapiens|esseri umani]], operati da alcune specie in particolare, gli squali hanno guadagnato la fama, solo in parte giustificata, di essere pericolosi.
 
Anche per questo motivo, oltre che per il fatto che la loro carne è considerata pregiata in molti Stati [[asia]]tici, diverse specie di squalo sono sottoposte a [[pesca commerciale|pesca]] intensiva che li pone in pericolo di [[estinzione]].
 
== Descrizione e anatomia ==
=== Tavola anatomica ===
[[ImmagineFile:AnatomiaParts delloof squaloa shark it.svg|centercentro|thumbminiatura|550pxupright=2.5|Anatomia dello squalo]]
 
=== Descrizione fisica ===
Tipiche caratteristiche fisiche degli squali sono il corpo affusolato, la testa appuntita ede una grande apertura delle [[MascellaOsso mascellare|mascelle]]. La maggior parte di loro presenta cinque [[branchia|fessure branchiali]] ai lati della testa<ref name="animalbytes">{{Cita web |url=http://www.seaworld.org/animal-info/Animal-Bytes/animalia/eumetazoa/coelomates/deuterostomes/chordata/craniata/chondrichthyes/selachii/sharks.htm |titolo=Sharks |lingua=en |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090412154602/http://www.seaworld.org/animal-info/animal-bytes/animalia/eumetazoa/coelomates/deuterostomes/chordata/craniata/chondrichthyes/selachii/sharks.htm |dataarchivio=12 aprile 2009 |urlmorto=sì}}</ref> (anche se in alcune [[specie (tassonomia)|specie]] se ne trovano sei o più, come negli [[Hexanchiformes]]<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/ordersSummary.cfm?order=Hexanchiformes |titolo=Hexanchiformes su FishBase |lingua=en |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050101222855/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Hexanchiformes |dataarchivio=1 gennaio 2005 |urlmorto=no}}</ref>). Oltre alla prima [[pinna dorsale]], appuntita e triangolare, lo squalo possiede un paio di [[pinne pettorali]], un paio di [[Pinne ventrali|pinne pelviche]], una seconda pinna dorsale, una [[pinna anale]] ede una [[pinna caudale]] eterocerca epicerca (aventeovvero unil lobo superiore è più sviluppato dell'inferiore) dalla forma caratteristica<ref name="seaDB">{{Cita web |url=http://www.seadb.univpm.it/it_Squali-Selachimorpha_885.htm |titolo=Squali |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080604161319/http://www.seadb.univpm.it/it_Squali-Selachimorpha_885.htm |dataarchivio=4 giugno 2008 |urlmorto=sì}}</ref>. La spinta supplementare verso il basso esercitata dalla forma particolare della coda è compensata dalla presenza di pinne pettorali ben sviluppate. Le altre pinne cosiddette impari, cioè le dorsali e le anali, hanno invece funzioni prettamente equilibratrici<ref name="Acquariumpoint" />.
 
Attualmente si conoscono circa 500 specie di squali<ref name="Sharkacademy">{{citaCita web |url=http://www.sharkacademy.com/squalipericolosi.htm |titolo=Sharkacademy-Squali pericolosi |accesso=04.-04-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090412232055/http://www.sharkacademy.com/squalipericolosi.htm |dataarchivio=12 aprile 2009 |urlmorto=sì}}</ref>, che possono presentare lunghezze totali molto diverse; si va dal piccolo [[squalo pigmeo (''[[Squaliolus laticaudus]]''), che non supera lunghezze di {{M|22 |u=cm}}<ref>{{en}}{{FishBase|705|Squaliolus laticaudus|04/04/2009}}</ref>, al gigantesco [[squalo balena (''[[Rhincodon typus]]''), un pesce filtratore che raggiunge una lunghezza massima di 20 metri ede una massa di 34 tonnellate<ref name="FBSBalena" />.
 
Le parti terminali della pinna pelvica nel maschio si sono modificate in organi sessuali a forma di sigaro-salsiccia, meglio noti come [[emipene|emipeni]]. Questi organi garantiscono la [[fecondazione]] interna: servono per introdurre lo sperma nel corpo della femmina<ref name="emipenis">{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/topics/lh_2penises.htm |titolo=Why Do Sharks Have Two Penises? |lingua=en |accesso=25 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090429032240/http://www.elasmo-research.org/education/topics/lh_2penises.htm |dataarchivio=29 aprile 2009 |urlmorto=no}}</ref> attraverso la cosiddetta ''cloaca''.
 
==== Scheletro ====
 
[[ImmagineFile:Orthacanthus1.JPG|right|thumb|220pxminiatura|Lo scheletro fossilizzato di un ''[[Orthacanthus (zoologia)|Orthacanthus]]'', presso l'[[American Museum of Natural History]] di [[New York]].]]
 
Lo scheletro di uno squalo è assai diverso da quello dei [[pesci ossei]] e dei [[vertebrati]] terrestri. Gli squali e gli altri [[Chondrichthyes|Condritti]] (la [[razza (pesce)|razza]] e la [[Holocephali|chimera]]) hanno uno scheletro di [[tessuto cartilagineo|cartilagine]] gommosa, un materiale assai più leggero e flessibile rispetto all'ossoal tessuto osseo tradizionale. Come avviene per le razze, la [[Osso mascellare|mascella]] dello squalo non è direttamente fusa al [[cranio]]. La superficie della mascella rivolta verso l'interno, al pari di [[Vertebra|vertebre]] e [[Arco branchiale|archi branchiali]], è un elemento dell'ossatura che richiede più forza degli altri e un supporto particolare per via della sua maggiore esposizione agli stress fisici. Per questo motivo è dotata di uno strato di minuscole e uniche placche esagonali chiamate ''tesserae'', blocchi cristallini di sali di [[Calcio (elemento chimico)|calcio]] disposti a mosaico<ref>{{Cita|Hamlett||hamlett}}.</ref>.
Come per le razze, la [[mascella]] dello squalo non è attaccata al [[cranio]]. La superficie della mascella, al pari di vertebre ed archi branchiali, è un elemento dell'ossatura che richiede più forza degli altri ed un supporto particolare per via della sua maggiore esposizione agli stress fisici. Essa è infatti dotata di uno strato di minuscole e uniche placche esagonali chiamate ''tesserae'', blocchi cristallini di sali di [[Calcio (elemento chimico)|calcio]] disposti a mosaico<ref>{{en}}{{cita libro| cognome = Hamlett| nome = W. C.| titolo = Sharks, Skates and Rays: The Biology of Elasmobranch Fishes| editore = Johns Hopkins University Press| anno = 1999|id= ISBN 0-8018-6048-2}}</ref>. Tutto ciò fornisce a questa parte del corpo la forza che avrebbe se fosse composta del ben più pesante [[tessuto osseo]].
In generale negli squali troviamo un solo strato di ''tesserae'', ma tra le specie più massicce, come lo [[squalo toro]], lo [[squalo tigre]] ed il [[grande squalo bianco]], sono stati riscontrati due o tre strati, o anche più in base alla grandezza crescente del corpo. È stato trovato uno squalo bianco con le mandibole ricoperte da ben cinque strati di ''tesserae''.
Sul muso, la cartilagine può essere spugnosa e flessibile in modo da poter assorbire l'energia degli impatti contro le prede, che costituiscono una tipica tecnica di caccia negli squali.
I sottili scheletri sono allungati e sostenuti da terminazioni lisce e leggere chiamate ceratotrichia, filamenti di proteine elastiche simili alla [[cheratina]] che troviamo anche nelle [[Corno (biologia)|corna]], nei [[capello|capelli]] e nelle [[piuma|piume]].
 
Tutto ciò fornisce a questa parte del corpo la forza che avrebbe se fosse composta del ben più pesante [[tessuto osseo]]. In generale negli squali troviamo un solo strato di ''tesserae'', ma tra le specie più massicce, come lo [[Carcharhinus leucas|squalo dello Zambesi]], lo [[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]] e il [[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]], sono stati riscontrati due o tre strati, o anche più in base alla grandezza crescente del corpo. È stato trovato uno squalo bianco con le mandibole ricoperte da ben cinque strati di ''tesserae''. Sul muso, la cartilagine può essere spugnosa e particolarmente flessibile in modo da poter assorbire l'energia degli impatti contro le prede, che costituiscono una tipica tecnica di caccia negli squali. I sottili scheletri sono allungati e sostenuti da terminazioni lisce e leggere chiamate ''ceratotrichia'', filamenti di [[proteina|proteine]] elastiche simili alla [[cheratina]] che troviamo anche nelle [[Corno (biologia)|corna]], nei [[capelli]] e nelle [[Piumaggio|piume]].
====Respirazione====
 
==== Respirazione e circolazione ====
[[Immagine:Alopias pelagicus 1.jpg|right|thumb|220px|Squalo volpe pelagico (''Alopias pelagicus'').]]
 
[[File:Alopias pelagicus 3.jpg|miniatura|Squalo volpe pelagico (''[[Alopias pelagicus]]'')]]
[[Immagine:Swim bladder.jpg|thumb|right|220px|[[Vescica natatoria]] di [[Scardinius erythrophthalmus|Scardola]]]]
[[File:Grey nurse shark.jpg|miniatura|Fessure branchiali in uno squalo toro (''[[Carcharias taurus]]'')]]
 
Come gli altri pesci, lo squalo estrae l'[[ossigeno]] dall'[[Acqua di mare|acqua marina]] al passaggio nelle [[branchia|branchie]]. Le fessure branchiali non sono tuttavia coperte come accade negli altri pesci, e sono disposte in fila sulla parte posteriore della testa. Un'apertura modificata, chiamata "sfiatatoio", è posizionata proprio dietro gli [[occhio|occhi]]. Questa apertura ha lo scopo principale di agevolare l'ingresso dell'acqua durante la [[Respirazione (fisiologia comparata)|respirazione]] e gioca un ruolo assai importante per gli squali che vivono sui fondali, mentre è praticamente inesistente negli squali [[Dominio pelagico|pelagici]] del giorno d'oggiattuali<ref name="Gilbertson">{{cita libroCita| cognome = Gilbertson| nome = Lance |titolo = Zoology Laboratory Manual| editore = McGraw-Hill Companies, Inc.| anno = 1999| città = New York|id= ISBN 0-07-237716-X|lingua=inglesegilbertson}}.</ref>. Durante il movimento, l'acqua può passare attraverso la [[bocca]] e quindi raggiungere le branchie dello squalo: questoin un processo è noto come ventilazione ada ingoio. Anche a riposo, molti squali pompanocontinuano a pompare acqua attraverso le branchie per assicurarsi una riserva costante di acqua ossigenata.

Una piccola parte delle specie di squalo trascorre l'intera vita nuotando in immersione: questo comportamento è comune ad esempio nello [[squalo volpe pelagico]] (''[[Alopias pelagicus]]''). Gli squali con queste caratteristiche hanno perso la facoltà di pompare acqua attraverso le branchie, e sono permanentemente costretti alla respirazione per ingoio, anche durante le fasi di [[Sonno|riposo]]. Se per qualche motivo accade che non si possano mantenere in movimento, ad esempio perché sono ferite, queste [[specie]] sono condannate all'[[asfissia]] (qualcosa di analogo accade per alcune specie di pesci ossei)<ref>{{citaCita web|titolo= Deep Breathing |url=http://www.textbookleague.org/73shark.htm |accessotitolo=28-08-2007Deep Breathing |autore=William J. Bennetta |anno=1996|operasito=The textbook league |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070814075030/http://www.textbookleague.org/73shark.htm |dataarchivio=14 agosto 2007 |urlmorto=sì |anno=1996}}</ref>.
 
I processi di respirazione e [[Apparato circolatorio|circolazione]] iniziano quando il [[sangue]] deossigenato raggiunge il [[cuore]] bipartito dello squalo. Qui il sangue viene pompato alle branchie attraverso l'[[aorta]] ventrale che poi si dirama nelle [[arteria|arterie]] branchiali afferenti. In corrispondenza delle [[branchie]] il sangue viene riossigenato ed in seguito scorre nelle arterie deferenti branchiali, che si uniscono nell'aorta dorsale. Di lì il sangue ossigenato fluisce verso le varie parti del corpo. Il sangue nuovamente impoverito di ossigeno viene poi raccolto dalle parti periferiche del corpo attraverso le [[Vena|vene]] posteriori cardinali ed entra nella [[vena cava]] posteriore cardinale. Quindi il sangue raggiunge il [[ventricoli cardiaci|ventricolo]] cardiaco ed il ciclo si ripete.
I processi di [[Apparato respiratorio|respirazione]] e [[Apparato circolatorio|circolazione]] iniziano quando il [[sangue]] deossigenato raggiunge il [[cuore]] bipartito dello squalo. Qui viene pompato alle branchie attraverso l'[[aorta]] ventrale che poi si dirama nelle [[arteria|arterie]] branchiali afferenti. In corrispondenza delle [[branchia|branchie]] il sangue viene riossigenato e in seguito scorre nelle arterie deferenti branchiali, che si uniscono nell'aorta dorsale. Da lì il sangue ossigenato fluisce verso le varie parti del corpo. Una volta impoverito di ossigeno viene poi raccolto dalle parti periferiche del corpo attraverso le [[Vena|vene]] posteriori cardinali ed entra nella [[vena cava]] posteriore cardinale. Quindi il sangue raggiunge l'unico [[ventricoli cardiaci|ventricolo]] cardiaco e il ciclo si ripete. Alcune specie di squalo infine, se capovolte o colpite sul muso, entrano in un naturale stato di immobilità e i ricercatori utilizzano questo stratagemma per approcciare questi pesci senza pericolo. Sembra che questo processo sia in qualche modo legato alla respirazione<ref name="Pratt">{{Cita|Pratt, Gruber, Taniuchi||taniuchi}}.</ref>.
Diversamente dai pesci ossei gli squali non sono dotati di [[vescica natatoria]] per favorire la nuotata, ma si affidano a quel grosso serbatoio contenente un olio chiamato [[squalene]] che è il loro [[fegato]]. Il fegato può costituire il 30% della massa galleggiante dell'animale<ref name="Collins">{{en}}{{cita libro | cognome = Compagno | nome = Leonard | coautori = Marc Dando;Sarah Fowler | titolo = Sharks of the World | editore = Collins Field Guides | anno = 2005|id= ISBN 0-00-713610-2}}</ref>. La sua efficacia è però limitata e gli squali devono ricorrere alla [[inerzia|spinta inerziale]] per mantenere [[profondità (liquidi)|profondità]] e continuare ad affondare quando smettono di nuotare per qualche motivo. Alcune specie di squalo, se capovolte o colpite sul muso, entrano in un naturale stato di immobilità e i ricercatori utilizzano questo stratagemma per approcciare questi pesci senza pericolo. Sembra che questo processo sia in qualche modo legato alla respirazione<ref>{{en}}{{cita libro| cognome = Pratt| nome = H. L. Jr| coautori = S. H. Gruber; T. Taniuchi| titolo = Elasmobranchs as living resources: Advances in the biology, ecology, systematics, and the status of the fisheries| editore = NOAA Tech Rept.| anno = 1990}}</ref>. Gli [[Squalo toro|squali toro]] (''Carcharias taurus'') utilizzano una strategia natatoria diversa: deglutiscono dell'aria dalla superficie e la conservarvano nello [[stomaco]], che sfruttano come fosse una vescica natatoria<ref>{{en}}{{Cita libro|curatore=Carpenter K.E., Niem V.H.|autore=L.J. Compagno|coautori=V.H. Niem|titolo=FAO identification guide for fishery purposes. The Living Marine Resources of the Western Central Pacific|capitolo=Odontaspididae. Sand tiger sharks|editore=[[Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura|FAO]]|città=Roma|lingua=inglese|pagine=1266|
 
url_capitolo=ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/009/w7192e/w7192e44.pdf|formato=PDF|accesso=06-04-2009|anno=1998}}</ref>.
==== Galleggiamento ====
[[File:Swim bladder.jpg|miniatura|destra|[[Vescica natatoria]] di [[Scardinius erythrophthalmus|scardola]]]]
 
Diversamente dai pesci ossei gli squali non sono dotati di [[vescica natatoria]] per favorire la nuotata, ma si affidano a quel grosso serbatoio contenente un olio chiamato [[squalene]] che è il loro [[fegato]]<ref name="Acquariumpoint" />. Il fegato può costituire da solo addirittura il 30% della massa galleggiante dell'animale<ref name="Collins">{{Cita|Compagno, Dando, Fowler||dando}}.</ref>, e nella maggior parte dei [[Carcharhinidae]] esso costituisce il 25% della massa corporea generale. All'interno del fegato, circa l'80% del [[volume]] è occupato dal succitato squalene, che è costituito da [[Alcheni|idrocarburi insaturi]] e riesce a migliorare il galleggiamento grazie al suo coefficiente di [[gravità specifica]] pari a 0,86<ref name="Acquariumpoint" />. La sua efficacia è tuttavia limitata e gli squali devono ricorrere alla [[inerzia|spinta inerziale]] per mantenere [[profondità (liquidi)|profondità]] e continuare ad affondare quando smettono di muovere le pinne per qualche motivo. Gli squali toro (''[[Carcharias taurus]]'') utilizzano una strategia natatoria diversa: deglutiscono dell'aria dalla superficie e la conservano nello [[stomaco]], che sfruttano come fosse una vescica natatoria<ref>{{en}}{{Cita |Compagno, Niem||niem}}</ref>.
 
==== Osmoregolazione ====
[[File:Bullshark.JPG|miniatura|Squalo dello Zambesi (''[[Carcharhinus leucas]]'').]]
 
A differenza della maggior parte dei pesci ossei, con l'eccezione dei [[Latimeria|celacanti]]<ref>{{Cita web |url=https://www.jstor.org/pss/35431 |titolo=Chemistry of the body fluids of the coelacanth, Latimeria chalumnae |lingua=en |accesso=12 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210422150639/https://www.jstor.org/stable/35431 |dataarchivio=22 aprile 2021 |urlmorto=no}}</ref>, il sangue e gli altri tessuti degli squali e dei [[Chondrichthyes|condritti]] in generale sono isotonici rispetto all'ambiente marino, cioè la [[Concentrazione (chimica)|concentrazione]] di [[Soluto|soluti]] è paragonabile e lo scambio netto di sostanze è nullo. Questa proprietà viene conferita loro dall'alta concentrazione di [[urea]] e di [[Trimetilammina|trimetilammine]] all'interno del corpo e consiste nell'instaurazione di un [[Osmosi|equilibrio osmotico]] tra sangue e acqua salata. Questo [[adattamento]] [[evoluzione|evolutivo]] d'altra parte impedisce a molti squali di vivere in acqua dolce, dove collasserebbero, e li confina in ambiente marino. Esiste qualche eccezione alla regola, come lo [[squalo dello Zambesi]], che è in grado di cambiare le sue [[Rene|funzioni renali]] in modo da espellere grandi quantità di urea e sopravvivere in acqua dolce<ref name="Collins" />. Alla morte dello squalo, l'urea è scissa dai [[Bacteria|batteri]] che vivono in mare e produce grandi quantità di [[ammoniaca]]. Per questo motivo, una carcassa di squalo comincia in breve tempo a odorare in modo molto spiccato proprio di ammoniaca<ref>{{Cita web |url=http://www.fao.org/docrep/009/a0212e/A0212E18.htm |titolo=Management techniques for elasmobranch fisheries: 14. Shark Utilization |autore=John A. Musick |editore=FAO: Fisheries and Aquaculture Department |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722151220/http://www.fao.org/docrep/009/a0212e/A0212E18.htm |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ocean.udel.edu/mas/seafood/mako.html |titolo=MAKO SHARK Isurus oxyrinchus |autore=Thomas Batten |editore=Delaware Sea Grant, University of Delaware |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080311091749/http://www.ocean.udel.edu/mas/seafood/mako.html |dataarchivio=11 marzo 2008 |urlmorto=sì}}</ref>.
 
==== Dentelli dermici ====
{{mainVedi anche|Scaglia#Scaglia_placoide{{!}}Scaglia placoide}}
[[ImmagineFile:Oroshigane.Sharkskin.jpg|thumbminiatura|right|220pxdestra|[[Oroshigane]] in pelle di squalo.]]
[[File:Tsuba.jpg|miniatura|destra|L'elsa di una [[katana]]|212x212px]]
Diversamente da quanto accade nei [[pesci ossei]], gli squali sono ricoperti da una complessa struttura costituita da elastiche fibre di [[collagene]] disposte in modo da circondare il corpo con una rete elicoidale. La pelle è costituita da [[Scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]], cioè [[scaglia|scaglie]] placoidi, che presentano la medesima struttura dei dentelli che compongono i [[filari mandibolari]]. Questa particolare corazza lavora come uno scheletro esterno che fornisce all'animale un ancoraggio per i muscoli preposti alla nuotata e allo stesso tempo riduce lo spreco di [[energia meccanica|energia]]. La particolare forma e la disposizione delle scaglie placoidi garantiscono al predatore marino un'eccezionale [[idrodinamica|idrodinamicità]] oltre che un'efficace protezione dall'azione dei parassiti<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/scales.htm|titolo=Skin of the Teeth|autore=R. Aidan Martin|accesso=28-08-2007}}</ref>. L'idrodinamicità è dovuta soprattutto alla riduzione delle turbolenze nell'acqua, durante il nuoto, procurata dai dentelli. Degli studi scientifici hanno infatti dimostrato che i dentelli producono minuscoli [[vortice|vortici]] che riducono l'attrito tra l'animale e l'acqua in modo da migliorare l'efficacia della nuotata. Inoltre la loro pelle particolare consente agli squali di nuotare in modo molto più [[silenzio|silenzioso]] rispetto agli altri pesci. La maggior parte delle scaglie punta verso la parte posteriore dell'animale, cosicché accarezzare uno squalo dalla testa alla coda produrrebbe una sensazione analoga a quella prodotta da un corpo liscio. Soltanto l'abrasione nel verso opposto rivela la natura ruvida della pelle. Un'eccezione è rappresentata dal ''[[Cetorhinus maximus]]'', l'unico caratterizzato da scaglie isotrope, cioè che puntano in direzioni qualsiasi, e non verso la coda <ref>{{cite web | work = ReefQuest Centre for Shark Research | title = Biology of sharks and rays | accessdate=2007-08-26 | url=http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/cetorhinus.htm |}} </ref>.
Diversamente da quanto accade nei [[Osteichthyes|pesci ossei]], gli squali sono ricoperti da una complessa struttura costituita da elastiche fibre di [[collagene]] disposte in modo da circondare il corpo con una rete elicoidale. La pelle è costituita da [[Scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]], cioè [[scaglia|scaglie]] placoidi, che presentano la medesima struttura dei dentelli che compongono i [[dente|filari mandibolari]]. Questa particolare corazza lavora come uno scheletro esterno che fornisce all'animale un ancoraggio per i [[muscolo|muscoli]] preposti alla nuotata e allo stesso tempo riduce lo spreco di [[energia meccanica|energia]]. La particolare forma e la disposizione delle scaglie placoidi garantiscono al predatore marino un'eccezionale [[idrodinamica|idrodinamicità]] oltre che un'efficace protezione dall'azione dei [[Parassitismo|parassiti]]<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/scales.htm |titolo=Skin of the Teeth |autore=R. Aidan Martin |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/64w8aR60Q?url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/scales.htm |dataarchivio=24 gennaio 2012 |urlmorto=no}}</ref>.
La pelle degli squali può diventare ruvida come [[carta abrasiva]] grazie all'azione dei dentelli, al punto che si sono osservati squali che sfruttano le scaglie per ferire le [[preda|prede]]. Alcune società industriali hanno addirittura sfruttato la pelle di squalo per produrre utensili (come l'[[oroshigane]] [[Giappone|giapponese]]).
 
L'idrodinamicità è dovuta soprattutto alla riduzione delle turbolenze nell'acqua, durante il nuoto, procurata dai dentelli. Degli studi scientifici hanno infatti dimostrato che i dentelli producono minuscoli [[vortice|vortici]] che riducono l'attrito tra l'animale e l'acqua in modo da migliorare l'efficacia della nuotata. Inoltre la loro pelle particolare consente agli squali di nuotare in modo molto più [[silenzio]]so rispetto agli altri pesci. La maggior parte delle scaglie punta verso la parte posteriore dell'animale, cosicché accarezzare uno squalo dalla testa alla coda produrrebbe una sensazione analoga a quella prodotta da un corpo liscio. Soltanto l'abrasione nel verso opposto rivela la natura ruvida della pelle. Un'eccezione è rappresentata dallo squalo elefante (''[[Cetorhinus maximus]]''), l'unico squalo caratterizzato da scaglie isotrope, cioè che puntano in direzioni qualsiasi, e non verso la coda<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/cetorhinus.htm |titolo=Biology of sharks and rays |editore=ReefQuest Centre for Shark Research |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080528143607/http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/cetorhinus.htm |dataarchivio=28 maggio 2008 |urlmorto=no}}</ref>.
 
La pelle degli squali può diventare ruvida come [[carta abrasiva]] grazie all'azione dei dentelli, al punto che si sono osservati squali che sfruttano le scaglie per ferire le [[Predazione|prede]]. Alcune società industriali hanno addirittura sfruttato la pelle di squalo per produrre utensili (come l'[[oroshigane]] [[giappone]]se o la [[carta abrasiva|carta vetrata]]). In [[Giappone]] inoltre, i tradizionali [[battitura|forgiatori]] di [[katana|katane]] utilizzano la pelle di squalo per ricoprire l'impugnatura delle spade e renderla meno scivolosa. La tecnica di costruzione prevede che i dentelli siano orientati verso la lama in modo che il [[samurai]] sia in grado di recuperare la presa nel caso sia vittima di un tentativo di disarmamento.
 
==== Denti ====
[[ImmagineFile:Tiger shark teeth.jpg|right|thumb|220pxminiatura|Denti di [[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]]]]
 
La caratteristica [[dente|dentatura]] dello squalo è pur'essa costituita da dentelli come quelli che costituiscono la pelle, ma più specializzati, e ancorati mediante [[tessuto connettivo]]. I denti, cheessendo sottoposti a forte usura, vengonohanno la caratteristica di possedere un tessuto smalto in cui è presente, sia [[idrossiapatite]] [Ca<sub>10</sub>(PO<sub>4</sub>)<sub>6</sub>(OH)<sub>2</sub>] sia [[fluorapatite]] [Ca<sub>10</sub>(PO<sub>4</sub>)<sub>6</sub>F<sub>2</sub>], minerale molto simile all'idrossiapatite ma dotato di maggiore resistenza. Tale caratteristica, unita alla possibilità di sostituire costantemente sostituitii denti, rende lo squalo predisposto a forti sollecitazioni traumatiche e masticatorie. L'arco dentario è infatti costituito da tre o quattro file di denti che avanzano e si dispongono all'utilizzo via via che l'animale ne abbisogna.<br> AlcuniDi conseguenza alcuni squali possono arrivare a perdere e sostituire ben 30.&nbsp;000 [[denti]] nella loro vita<ref>{{citaCita web |url=http://www.sharkology.com/teeth.html |titolo=Teeth and jaws |sito=Sharkology |lingua=en |accesso=06-04-6 aprile 2009 |operaurlarchivio=Sharkologyhttps://web.archive.org/web/20090901122451/http://www.sharkology.com/teeth.html |linguadataarchivio=en1 settembre 2009 |urlmorto=no}}</ref>. Tutti gli squali hannoposseggono queste file multiple di denti lungo le sommità delle [[osso mascellare|mascelle]] superiorisuperiore ede inferioriinferiore. Denti nuovi crescono continuamente in una fossetta subito dentro la bocca e si spostano dall'interno suverso dil'esterno su una sorta di nastro trasportatore formato dalla pelle dove i denti stessi sono ancorati. In alcune specie di squalo le file di denti si rinnovano inogni 10dieci giorni, in altre possono durare diversi mesi prima di essere sostituite. Le file inferiori sono usate principalmente per trattenere la preda, mentre le superiori effettuano il vero e proprio taglio<ref name="Gilbertson" />.<br clear="all"/> Proprio la dentatura dello squalo ci raccontaevidenzia le sue [[Alimentazione|abitudini alimentari,]]. infatti laLa forma e la disposizione dei denti indicano infatti quale preda visita più spesso le mandibole del predatore. Denti aguzzi e fitti, come quelli dello squalo toro (''[[Carcharias taurus]]''), sono specializzati nella cattura di pesci di piccola dimensione; quelli tozzi e larghi sono idonei alla consumazione di [[crostacei]] coriacei, proprioad comeesempio quelli che si trovano nelle fauci dello squalo tigre (''[[Galeocerdo cuvier]]''), sono invece idonei alla consumazione dei [[crostacei]] più coriacei.
 
==== Coda ====
[[ImmagineFile:Shark Tail shapes-it.svg|rightupright=1.6|300pxminiatura|Le varie tipologie di coda negli squali]]
Le code degli squali ([[pinna caudale|pinne caudali]]) variano considerevolmente in base alla specie ed [[evoluzione|evolvendosi]] si sono [[adattamento|adattate]] al particolare stile di vita di ogni squalo. È la coda che permette gli scatti in avanti, quindi [[velocità]] e [[accelerazione]] dell'animale dipendono dalla forma di essa. Si sono evolute pinne di forme diverse durante l'evoluzione negli squali più adattati ai diversi ambienti. Gli squali posseggono una pinna caudale eterocerca la cui parte dorsale è di solito molto più grande di quella ventrale. Ciò è dovuto al fatto che la [[colonna vertebrale]] dello squalo si estende per l'appunto fino alla porzione dorsale, dando una maggiore area superficiale ai [[legamenti]] dei [[muscoli]], in modo da fornire un metodo di locomozione molto efficiente e da compensare la cattiva [[spinta di Archimede|galleggiabilità]] tipica dei pesci cartilaginei. L'opposto accade nei pesci ossei, i membri della classe degli [[Osteichthyes]], che sono dotati di pinna caudale omocerca.
La coda dello squalo tigre ha un grande lobo superiore che permette di distribuire efficientemente la forza sia nel caso il pesce proceda in avanti che nel caso di improvvisi cambi di direzione e velocità. Questa specie ha una dieta varia, e per questo deve essere in grado di muoversi facilmente nell'acqua quando caccia, mentre lo [[smeriglio]], che caccia piccoli pesci come lo [[sgombro]] e l'[[aringa]] ha una coda dotata di un lobo inferiore di grandi dimensioni che gli permette di mantenere le alte velocità necessarie alla cattura delle sue rapide prede. Si ritiene anche che gli squali usino il lobo superiore per bilanciare la spinta proveniente dalle pinne pettorali<ref name="Nelson">{{en}}{{cita libro| cognome=Nelson | nome=Joseph S. | titolo= Fishes of the World| editore=John Wiley and Sons|città=New York| anno= 1994|id= ISBN 0-471-54713-1}}</ref>.
Alcuni adattamenti delle code hanno lo scopo di permettere allo squalo di colpire le prede. L'''[[Isistius brasiliensis]]'' ha una coda con entrambi i lobi piuttosto larghi e simili tra loro; la parte inferiore del pesce fino alla coda è dotata di [[bioluminescenza]]. Una piccola parte di questo [[pesce abissale]] si illumina di una luce bluastra in modo da permettergli di simulare la presenza di un piccolo pesce. A questo punto un gruppo di ''Isistius brasiliensis'' può fingersi un banco di piccoli pesci e quindi altri squali o pesci come i [[Thunnus|tonni]] cadono in trappola scambiando i fasci di luce per prede, diventando a loro volta vittime<ref>{{cita pubblicazione|cognome=Milius|nome=Susan|data=1 agosto, 1998|titolo=Glow-in-the-dark shark has killer smudge|rivista=Science news|volume=154|numero=5|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_m1200/is_n5_v154/ai_21015202/|lingua=inglese|id={{ISSN|0036-8423}}}}</ref>. Gli [[Alopiidae]] invece stordiscono, con un colpo della coda caratterizzata da un lobo superiore potente ed allungato, pesci e [[teuthida|calamari]] che si riuniscono in branco, in modo da cibarsene.
 
Le code degli squali ([[pinna caudale|pinne caudali]]) variano considerevolmente in base alla specie ed [[evoluzione|evolvendosi]] si sono [[adattamento|adattate]] al particolare stile di vita di ogni squalo. È la coda che permette gli scatti in avanti, quindi [[velocità]] e [[accelerazione]] dell'animale dipendono dalla sua forma. I ''Selachimorpha'' possiedono infatti una pinna caudale eterocerca la cui parte dorsale è di solito molto più grande di quella ventrale. Ciò è dovuto al fatto che la [[colonna vertebrale]] dello squalo si estende per l'appunto fino alla porzione dorsale, dando una maggiore area superficiale ai [[Legamento|legamenti]] dei [[muscolo|muscoli]], in modo da fornire un metodo di locomozione molto efficiente e da compensare la spinta verso l'alto data dall'elevata concentrazione di olii nel fegato. L'opposto accade nei pesci ossei, i membri della classe degli ''[[Osteichthyes]]'', che sono dotati di pinna caudale omocerca in quanto il galleggiamento è consentito non dagli olii ma dalla vescica natatoria.
====Temperatura corporea====
Alcune delle specie più grandi, come lo [[squalo mako]] (''Isurus oxyrinchus''), e il [[grande squalo bianco]], sono in parte a [[omeotermia|sangue caldo]]<ref name="Nelson" />, cioè riescono a mantenere la loro [[temperatura corporea]] più alta di quella dell'acqua circostante. Ciò è possibile grazie all'esistenza della [[rete mirabile]], un complesso di arterie e vene molto vicine tra loro che tramite un processo di scambio di [[sangue]] contro corrente riduce la perdita di calore corporeo. Delle contrazioni muscolari inoltre generano un debole incremento del calore suddetto. Ad ogni modo l'insieme di questi stratagemmi non consente di considerare gli squali davvero omeotermi in quanto nella vera [[omeotermia]], che si riscontra nei [[mammiferi]] e negli [[uccelli]], il [[calore]] è generato, mantenuto e regolato dal [[metabolismo]] corporeo.
 
Per compensare la caratteristica forma eterocerca della coda e la spinta verso il basso che ne deriva, gli squali presentano [[pinne pettorali]] saldate appena dietro la testa e piuttosto sviluppate se confrontate a quelle degli altri pesci<ref name="Acquariumpoint">{{Cita web |url=http://www.acquariumpoint.it/squali.htm |titolo=Gli Squali |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090303152009/http://acquariumpoint.it/squali.htm |dataarchivio=3 marzo 2009 |urlmorto=sì}}</ref>. La forma delle pinne può essere più o meno accentuata a seconda delle abitudini alimentari delle varie specie. La coda dello [[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]] ad esempio, ha un grande lobo superiore che permette di distribuire efficientemente la forza sia nel caso in cui il pesce proceda a velocità costante in avanti sia nel caso in cui si presenti la necessità di improvvisi cambi di direzione e velocità. Questa specie ha una dieta varia, e per questo deve essere in grado di muoversi facilmente nell'acqua quando caccia, mentre lo [[Lamna nasus|smeriglio]], che caccia piccoli pesci come lo [[Scomber scombrus|sgombro]] e l'[[Clupea harengus|aringa]], ha una coda dotata di un lobo inferiore di grandi dimensioni che gli permette di mantenere a lungo le alte velocità necessarie alla cattura delle sue agili prede<ref name="Nelson">{{Cita |Nelson||nelson}}.</ref>.
====Durata della vita====
L'aspettativa di vita di uno squalo varia da specie a specie. La maggior parte ha una vita media tra i 20 ed i 30 anni, mentre lo [[spinarolo]] può arrivare all'età record di cent'anni<ref>{{en}}{{cita web|http://www.mote.org/index.php?src=gendocs&link=Shark+Notes&category=Aquarium|Mote Marine Laboratory, "Shark Notes"|06-04-2009}}</ref>; si ipotizza che gli [[Squalo balena|squali balena]] (''Rhincodon typus'') possano addirittura superare questa età<ref>{{en}}{{cita web|http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/nsrc/Basics.htm#live|Florida Museum of Natural History Ichthyology Department, "National Shark Research Consortium - Shark Basics"|06-04-2009}}</ref>.
 
Alcuni adattamenti delle code hanno lo scopo di permettere allo squalo di colpire le prede. Gli [[Alopiidae|Alopidae]] ad esempio appartengono a questa categoria e stordiscono, con un colpo della robusta coda caratterizzata da un lobo superiore potente e allungato, pesci e [[teuthida|calamari]] che si riuniscono in branco, in modo da cibarsene. L{{'}}''[[Isistius brasiliensis]]'' ha invece una coda con entrambi i lobi piuttosto larghi e simili tra loro, ma ha la peculiare caratteristica di possedere tessuto [[bioluminescenza|bioluminescente]] sulla parte inferiore del corpo fino alla coda stessa. Durante la [[predazione]], una piccola parte di questo [[pesce abissale]] si illumina di una luce bluastra in modo da simulare la presenza di un piccolo pesce di altra specie. In questo modo un gruppo di ''[[Isistius brasiliensis]]'' può fingersi un banco di piccoli pesci e di conseguenza altri squali o pesci come i [[Thunnus|tonni]] cadono in trappola scambiando i fasci di luce per prede. Quando gli ''[[Isistius]]'' si rivelano l'incauto predatore diventa a sua volta preda<ref>{{Cita|Milius||milius}}.</ref>.
===I sensi dello squalo===
====Olfatto====
[[Immagine:Scarface-tigershark.jpg|Uno [[squalo tigre]] si orienta tra le prede|220px|thumb]]
In alcune specie, gli organi olfattivi sono in grado di rilevare una [[ppm|parte per milione]] di sangue presente in acqua marina<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.amnh.org/learn/pd/sharks_rays/gallery_week4/|opera=American Museum of Natural History|titolo=Myth: Sharks Can Detect a Single Drop of Blood in the Ocean!|accesso=06-04-2009}}</ref>.
L’acqua entra attraverso le narici e passa ai sacchi nasali mentre lo squalo nuota, in altre specie l’acqua viene pompata dalle narici quando è in riposo.
I sacchi nasali sono forniti al centro di lamelle o filamenti di tessuto tappezzati di ricettori olfattivi, verso i quali si dirige l’acqua.
Il senso [[olfatto|olfattivo]] è collocato nel corto condotto che collega le aperture nasali anteriore e posteriore (nei pesci ossei sono invece fuse).
Gli squali sono attirati dagli agenti chimici contenuti nelle viscere di molte specie, e in conseguenza di questo spesso si soffermano nei pressi di scarichi fognari. Alcune specie, come lo [[Ginglymostoma cirratum|squalo nutrice]] hanno delle “barbe” che potenziano ancora di più la sensibilità nella ricerca di prede.
Di solito all'olfatto (che negli squali è un senso superiore) è affidata la responsabilità di trovare le prede, ma sulle brevi distanze gli squali usano anche la [[linea laterale]] muovendosi intorno alla preda per percepire i suoi movimenti in acqua, oppure ricorrono agli speciali pori sensoriali sulle loro teste (le [[ampolle di Lorenzini]]) per identificare i [[campo elettrico|campi elettrici]] creati dalla preda in mezzo a quelli creati dall'oceano stesso.
 
====Vista Temperatura corporea ====
[[File:Circulus arteriosus schaf.jpg|miniatura|[[Rete mirabile]]]]
[[Immagine:Great white shark and a cage.jpg|thumb|right|220px|Un [[grande squalo bianco]] presso [[Guadalupe|Isla Guadalupe]], [[Messico]] si avvicina alla gabbia dei sub.]] L'[[occhio]] dello squalo è simile a quello degli altri [[vertebrati]], ossia dotato di [[cristallino]], [[cornea]] e [[retina]]. La differenza principale consiste in un [[adattamento]] all'ambiente marino: gli occhi presentano una membrana chiamata ''[[tapetum lucidum]]'' che si trova dietro la retina e vi riflette una seconda volta la luce, in modo da migliorare la percezione luminosa e la visibilità nelle acque più oscure. L'efficacia della membrana varia da specie a specie. Vari tipi di squalo presentano uno spiccato adattamento alla vita notturna. Gli squali hanno le [[palpebra|palpebre]], ma non le sbattono frequentemente in quanto l'azione dell'acqua circostante è sufficiente alla pulizia dell'occhio. Alcuni presentano la ''membrana nicitans'' ([[membrana nittitante]]) per proteggere l'occhio durante la caccia e quando l'animale è minacciato. Altri come il [[grande squalo bianco]] (''Carcharodon carcharias''), non le hanno ma si proteggono comunque girando gli occhi all'indietro quando colpiscono la preda. L'importanza della [[vista]] durante la caccia è fonte di dibattito.
Alcuni scienziati sostengono che la ricezione elettrochimica sia più importante, altri invece utilizzano l'esistenza della membrana nittitante come prova del fatto che la vista sia fondamentale per l'animale, in quanto presumibilmente non proteggerebbe gli occhi se non fossero importanti per lui. Un'altra facoltà interessante degli squali è la capacità di passare da una visione monoculare ad una stereoscopica in qualsiasi momento a seconda delle condizioni ambientali (il modo in cui lo fanno varia a seconda della specie).
 
Alcune delle specie più grandi, come lo squalo mako (''[[Isurus oxyrinchus]]''), e il [[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]], sono in parte a [[omeotermia|sangue caldo]]<ref name="Nelson" />, cioè riescono a mantenere una [[temperatura corporea]] più alta di quella dell'acqua circostante. Ciò è possibile grazie all'esistenza della [[rete mirabile]], un complesso di [[arteria|arterie]] e [[vena|vene]] molto vicine tra loro che tramite un processo di scambio di [[sangue]] contro corrente riduce la perdita di [[Calore|calore corporeo]]. Delle contrazioni muscolari inoltre contribuiscono a generare un debole incremento di temperatura. A ogni modo l'insieme di questi stratagemmi non consente di considerare gli squali davvero omeotermi in quanto nella vera [[omeotermia]], che si riscontra nei [[Mammalia|mammiferi]] e negli [[Aves|uccelli]], il calore è generato, mantenuto e regolato dal [[metabolismo|metabolismo corporeo]].
====Udito====
[[Immagine:Oceanic Whitetip Shark.JPG|thumb|right|220px|[[Carcharhinus longimanus|Squalo longimanus]] con un piccolo seguito di [[Naucrates ductor|pesci pilota]]]]
Benché sia molto difficile testare l'[[udito]] degli squali, da alcune osservazioni sembra che abbiano un fine udito e che possano percepire i movimenti di una preda lontana diversi chilometri<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/hearing.htm|titolo=Hearing and Vibration Detection|autore=R. Aidan Martin|accesso=01-06-2008}}</ref>. Una piccola apertura su entrambi i lati della testa (da non confondere con le branchie) conduce direttamente all'[[orecchio interno]] attraverso un canale molto stretto. La [[linea laterale]] funziona in modo simile essendo collegata all'ambiente esterno da una serie di minuscole aperture denominate pori della linea laterale. Questo ci ricorda la comune origine dei due sensi che identificano vibrazioni e suoni e sono riuniti nel sistema acustico-laterale. A differenza di ciò che notiamo negli squali, nei [[pesci ossei]] e nei [[tetrapodi]] non esiste più l'apertura diretta tra orecchio interno e ambiente esterno.
 
==== Durata della vita ====
L'aspettativa di vita di uno squalo varia da specie a specie. La maggior parte ha una vita media tra i 20 e i 30 anni, mentre lo [[Squalus acanthias|spinarolo]] può arrivare all'età record di cent'anni<ref>{{Cita web |url=http://www.mote.org/index.php?src=gendocs&link=Shark+Notes&category=Aquarium |titolo=Mote Marine Laboratory, "Shark Notes" |lingua=en |accesso=6 aprile 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/64w8h647D?url=http://www.mote.org/index.php?src=gendocs |dataarchivio=24 gennaio 2012 |urlmorto=sì}}</ref>; si ipotizza che gli [[Rhincodon typus|squali balena]] possano addirittura superare questa età<ref>{{Cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/nsrc/Basics.htm#live |titolo=Florida Museum of Natural History Ichthyology Department, "National Shark Research Consortium - Shark Basics" |lingua=en |accesso=6 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070904074724/http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/nsrc/Basics.htm#live |dataarchivio=4 settembre 2007 |urlmorto=sì}}</ref>, e il più anziano esemplare esaminato di [[Somniosus microcephalus|squalo della Groenlandia]] aveva un'età stimata addirittura tra i 272 e i 512 anni.
 
==== Sistema digestivo ====
Questo apparato è caratterizzato da uno [[stomaco]] piuttosto voluminoso e da un [[intestino]] corto, chiamato valvola spirale, la cui forma richiama quella di una [[scala a chiocciola]]. La valvola spirale può essere di due tipi: ad anelli corti o ad anelli allungati. La conformazione a valvola, che garantisce una maggiore superficie di assorbimento dei principi nutritivi, ma allo stesso tempo incrementa il tempo di digestione, è giustificabile in base alla presenza del grosso [[fegato]] di cui sopra. L'intestino termina nel [[retto]], dotato di una ghiandola rettale che espleta le funzioni dell'[[Cieco (anatomia)|intestino cieco]] umano, e quindi si apre all'esterno in prossimità dell'[[ano]] attraverso la cosiddetta ''cloaca'', che drena all'esterno anche i dotti urogenitali (e nella femmina è qui che avviene la [[fecondazione]]). Negli squali sono ben sviluppati sia la [[milza]] sia il [[pancreas]]<ref name="Acquariumpoint" />.
 
==== Sistema muscolare ====
Gli squali possiedono una [[Muscolo|muscolatura]] di tipo [[Metameria|metamerico]]: i muscoli sono divisi in segmenti, chiamati ''miotomi'' che sono disposti in fila uno dopo l'altro. Una caratteristica che differenzia i ''Selachimorpha'' dai [[Osteichthyes|pesci ossei]] è la presenza di una muscolatura epibranchiale, che serve a muovere le fessure [[branchia]]li. Questo movimento, necessario per rifornire le branchie di acqua ossigenata, non è presente nei [[carcharhinidae]] che, come accennato nella sezione [[#Respirazione e circolazione|respirazione e circolazione]], sono costretti a mantenersi costantemente in movimento per non soffocare. La [[rete mirabile]], già citata nella sezione [[#Temperatura corporea|temperatura corporea]], serve anche a irrorare i muscoli permettendo loro di lavorare a una [[temperatura]] maggiore, e di lavorare meglio di quanto non avvenga tra i pesci a circolazione ''semplice''<ref name="Acquariumpoint" />.
 
==== Sistema nervoso ====
Gli squali sono dotati di un [[sistema nervoso centrale]], uno [[Sistema nervoso periferico|periferico]], e di numerosi [[organi di senso]], che tratteremo nel seguito. L'[[encefalo]] e il [[midollo spinale]] costituiscono il sistema centrale; il [[cervello]] è diviso in varie aree. Quella proencefalica è sede dell'[[#Olfatto|olfatto]], quella mesencefalica della [[#Vista|vista]] e quella romboencefalica dell'[[#Udito|udito]] e della ricezione di stimoli meccanici. Esistono dodici paia di [[Nervo|nervi]] che conducono al cervello gli stimoli esterni provenienti dai sensi<ref name="Acquariumpoint" />.
 
=== I sensi dello squalo ===
==== Olfatto ====
[[File:Scarface-tigershark.jpg|Uno [[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]] si orienta tra le prede|miniatura]]
 
In alcune specie, gli organi olfattivi sono in grado di rilevare una [[Parti per milione|parte per milione]] di sangue presente in acqua marina<ref>{{Cita web |url=http://www.amnh.org/learn/pd/sharks_rays/gallery_week4/ |titolo=Myth: Sharks Can Detect a Single Drop of Blood in the Ocean! |sito=American Museum of Natural History |lingua=en |accesso=6 aprile 2009 |urlmorto=sì}}</ref>. L'acqua entra attraverso le narici e passa ai sacchi nasali mentre lo squalo nuota, mentre viene pompata direttamente dalle narici quando l'animale è a riposo. Questo secondo fenomeno avviene naturalmente solo per quelle specie che rimangono immobili mentre riposano e sono in grado di pompare l'acqua come accennato nel paragrafo [[#Respirazione e circolazione|respirazione e circolazione]].
 
I sacchi nasali sono forniti al centro di lamelle o filamenti di tessuto tappezzati di recettori olfattivi, verso i quali viene diretta l'acqua. Il senso [[olfatto|olfattivo]] è collocato nel corto condotto che collega le aperture nasali anteriore e posteriore, che nei pesci ossei sono fuse, ma negli squali sono distinte. Gli squali sono attratti dagli agenti chimici contenuti nelle viscere di molte specie, e in conseguenza di questo spesso si soffermano nei pressi di scarichi fognari. Alcune specie, come lo [[Ginglymostoma cirratum|squalo nutrice]], presentano dei [[barbiglio|barbigli]] che potenzia ancora di più la sensibilità nella ricerca di prede.
====Elettroricezione====
[[Immagine:Electroreceptors in a sharks head_it.svg|right|220px|thumb|Elettrorecettori ([[ampolle di Lorenzini]]) e canali di [[linea laterale]] nella testa di uno squalo.]]
Una delle ultime caratteristiche dello squalo che si è scoperta è la sua sensibilità ai [[campi magnetici]] ed [[campo elettrico|elettrici]] grazie ad alcuni [[recettore|recettori]] che si trovano collegati ai pori del muso. Il vero [[organo (anatomia)|organo]] capace di questa caratteristica è il complesso formato dalle [[ampolle di Lorenzini]]. Il funzionamento è molto simile a quello del [[labirinto auricolare]] presente nell'[[orecchio]] umano, in quanto alcune [[ciglia (cellule)|ciglia]] immerse in un gel vengono sollecitate da questa variazione di campo grazie all'azione di una pompa protonica e quindi suscettibili ad un gradiente elettrochimico. Da alcuni esperimenti fatti in mare aperto si è visto che lo squalo utilizza tutti i sensi ma ne attiva solo alcuni a distanze più prossime alla preda. Infatti se da lontano prevale l'[[odore]], magari del sangue di una ferita, e logicamente la [[vista]], da vicino se l'acqua si fa torbida e deve procedere alla cieca fa proprio affidamento a questo sistema che gli permette di serrare la mascella a colpo sicuro. Il fatto che l'elettroricezione vada a soppiantare [[olfatto]] e vista è testimoniato anche dal fatto che alcuni squali tendono a dimostrarsi aggressivi nei confronti di apparecchiature elettroniche (come [[fotocamera|macchine fotografiche]]) quando transitano nei pressi di gabbie di [[sommozzatore|sub]] o navi [[oceanografia|oceanografiche]]<ref>{{cita web|url=http://www.elasmodiver.com/shark_senses.htm|titolo=Shark senses|opera=Elasmodiver|accesso=06-04-2009|lingua=en}}</ref>.
Le [[ampolle di Lorenzini]] sono l'organo elettrorecettore dello squalo e variano in numero da individuo ad individuo, da un paio di centinaia a qualche migliaio. Gli squali le usano per riconoscere i campo elettrico|campi elettrici che ogni essere vivente produce<ref>{{en}}{{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Kalmijn |nome=A. J. |linkautore= |coautori= |anno=1982 |mese=Novembre |titolo=Electric and magnetic field detection in elasmobranch fishes |rivista=Science |volume=218 |numero=4575 |pagine=916–918|pmid=7134985|lingua=inglese }}</ref>. Questa percezione aiuta l'animale a trovare le prede (in modo particolare ciò accade per lo [[squalo martello]]). Tra tutti gli animali conosciuti, gli squali sono quelli con la più precisa percezione elettrica. L'identificazione delle prede diventa utile quando esse si nascondono sotto la sabbia del fondale marino. Anche in quei momenti esse producono infatti inavvertitamente dei campi elettrici. È a causa di questo senso se a volte gli squali attaccano per sbaglio delle barche: il [[potenziale elettrochimico]] che l'interazione tra il [[metallo]] e l'acqua salata genera assomiglia ai deboli campi generati dalle prede, in più essendo spesso più potente di questi ultimi riesce ad attirare squali che si trovano molto lontano. Un altro utilizzo dell'elettroricezione è a scopi di orientamento: le [[corrente oceanica|correnti oceaniche]] dovute al [[campo geomagnetico|campo magnetico terrestre]] producono anch'esse campo elettrico e sono usate dagli squali per migliorare la navigazione<ref>{{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Meyer |nome=C. G. |linkautore= |coautori=Holland K. N., Papastamatiou Y. P. |anno=2005 |mese=Marzo |titolo=Sharks can detect changes in the geomagnetic field|rivista=Journal of the Royal Society, Interface / the Royal Society |volume=2 |numero=2 |pagine=129–130 |pmid=7134985|pmc=1578252 |doi=10.1098/rsif.2004.0021|url=http://journals.royalsociety.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098/rsif.2004.0021 |lingua=inglese}}</ref>.
 
Di solito all'olfatto (che negli squali è un senso superiore) è affidata la responsabilità di identificare le prede lontane, mentre sulle brevi distanze gli squali privilegiano la [[linea laterale]], nuotando attorno alla preda per percepire i suoi movimenti in acqua, oppure ricorrono agli speciali pori sensoriali elettroricettivi di cui sono dotati (le [[ampolle di Lorenzini]]) per discriminare i [[campo elettrico|campi elettrici]] generati dalla preda da quelli creati dal [[moto ondoso]] oceanico.
====Linea laterale====
{{main|Linea laterale}}
[[Immagine:Sharks Lateral Line.svg|right|thumb|220px|Linea laterale in uno squalo.]]
 
==== Gusto ====
Questo senso è posseduto da molti pesci, inclusi gli squali. Permette di riconoscere movimenti e vibrazioni nell'acqua. Gli squali usano questa facoltà per individuare i movimenti di altri organismi, in particolare quelli dei pesci feriti. La [[Banda (radio)|banda di frequenze]] che riconoscono è quella tra i 25 ed i 50 [[Hz]]<ref>{{cita pubblicazione| cognome = Popper | nome = A.N.| coautori=Platt C.| titolo = Inner ear and lateral line| rivista = The Physiology of Fishes| numero = 1a ed.| editore = CRC Press| anno = 1993|lingua=inglese}}</ref>.
Sembra che questo senso risieda nei [[Gusto#Il bottone gustativo|bottoni gustativi]], presenti non solo all'interno del cavo orale, ma anche sulla pelle che circonda la bocca<ref name="Acquariumpoint" />.
 
==== Vista ====
[[File:Great white shark and a cage.jpg|miniatura|destra|Un [[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]] presso [[Guadalupe (isola)|Isla Guadalupe]] in [[Messico]], si avvicina alla gabbia dei sub]]
 
L'[[occhio]] dello squalo è simile a quello degli altri [[Vertebrata|vertebrati]], ossia dotato di [[cristallino]], [[cornea]] e [[retina]]. La differenza principale consiste in un [[adattamento]] all'ambiente marino: gli occhi presentano una membrana chiamata ''[[tapetum lucidum]]'', che si trova dietro la retina e vi riflette una seconda volta la luce, in modo da migliorare la percezione luminosa e la visibilità nelle acque più oscure. L'efficacia della membrana non è naturalmente la stessa per tutte le specie, ma vari tipi di squalo presentano uno spiccato adattamento alla vita notturna. Gli squali hanno le [[palpebra|palpebre]], ma non le sbattono frequentemente in quanto l'azione dell'acqua circostante è sufficiente alla pulizia dell'occhio. Alcuni presentano la [[membrana nittitante]] (più diffusa tra gli [[Aves|uccelli]]) per proteggere l'occhio durante la caccia e quando l'animale è minacciato.
 
Altri come il [[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]], non ne sono dotati, ma si proteggono comunque ruotando gli occhi all'indietro quando colpiscono la preda. L'importanza della [[vista]] durante la caccia è fonte di dibattito. Alcuni scienziati sostengono che la ricezione elettrochimica sia più importante, altri invece utilizzano l'esistenza della membrana nittitante come prova del fatto che la vista sia fondamentale per l'animale, in quanto presumibilmente non proteggerebbe gli occhi se non fossero essenziali per la sua sopravvivenza. Un'altra facoltà interessante degli squali è la capacità di passare da una visione monoculare a una [[Stereoscopia|stereoscopica]] in qualsiasi momento a seconda delle condizioni ambientali (il modo in cui lo fanno varia ancora a seconda della specie).
 
==== Udito ====
[[File:Oceanic Whitetip Shark.jpg|miniatura|[[Carcharhinus longimanus|Squalo longimano]] con un piccolo seguito di [[Naucrates ductor|pesci pilota]]]]
 
Benché sia molto difficile testarlo, da alcune osservazioni sembra che gli squali siano dotati di un [[Sistema uditivo|udito]] molto fine e che possano percepire i movimenti di una preda lontana diversi chilometri<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/hearing.htm |titolo=Hearing and Vibration Detection |autore=R. Aidan Martin |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080501025724/http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/hearing.htm |dataarchivio=1 maggio 2008 |urlmorto=no}}</ref>. Una piccola apertura su entrambi i lati della testa (da non confondersi con le branchie) conduce direttamente all'[[orecchio interno]] attraverso un canale molto stretto. La [[linea laterale]] funziona in modo simile essendo collegata all'ambiente esterno da una serie di minuscole aperture denominate pori di linea laterale. Questo sottolinea la comune origine dei due sensi che identificano [[Vibrazione|vibrazioni]] e [[Suono|suoni]] e sono riuniti nel sistema acustico-laterale. A differenza di ciò che notiamo negli squali, nei [[Osteichthyes|pesci ossei]] e nei [[Tetrapoda|tetrapodi]] non esiste più l'apertura diretta tra orecchio interno e ambiente esterno.
 
==== Linea laterale ====
{{Vedi anche|Linea laterale}}
[[File:Sharks Lateral Line.svg|destra|miniatura|Linea laterale in uno squalo]]
 
Questo senso è posseduto da molti pesci, squali inclusi, e permette di riconoscere movimenti e vibrazioni nell'acqua. Gli squali usano questa facoltà per individuare i movimenti di altri organismi, in particolare quelli dei pesci feriti. La [[Banda (radio)|banda di frequenze]] che riconoscono è quella compresa tra 25 e 50 [[Hertz|Hz]]<ref>{{Cita|Popper, Platt||popper}}.</ref>.
 
==== Elettroricezione ====
[[File:Electroreceptors in a sharks head it.svg|destra|miniatura|Elettrorecettori ([[ampolle di Lorenzini]]) e canali di [[linea laterale]] nella testa di uno squalo.]]
[[File:Carcharhinus melanopterus Luc Viatour.jpg|miniatura|Sul muso di questo squalo pinna nera del reef (''[[Carcharhinus melanopterus]]'') è chiara la presenza degli organi preposti all'elettroricezione]]
[[File:White shark1.jpg|destra|miniatura|Un [[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]] si dimostra aggressivo nei pressi di una gabbia per l'osservazione]]
 
Una delle ultime caratteristiche dello squalo che si è scoperta è la sua sensibilità a [[Campo magnetico|campi magnetici]] ed [[campo elettrico|elettrici]] che gli deriva dalla presenza di alcuni [[Recettore sensoriale|recettori]] collegati ai pori del muso. Il vero [[organo (anatomia)|organo]] capace di questa caratteristica è il complesso formato dalle [[ampolle di Lorenzini]]. Il funzionamento è molto simile a quello del [[orecchio interno|labirinto auricolare]] presente nell'[[orecchio]] umano. Alcune [[ciglia (cellule)|ciglia]] immerse in un gel vengono sollecitate dalle variazioni di campo grazie all'azione di una [[pompa protonica]] e sono quindi suscettibili a un gradiente elettrochimico. Da alcuni esperimenti fatti in mare aperto si è compreso che lo squalo utilizza tutti i sensi, ma ne attiva alcuni solo a distanze prossime alla preda.
 
Infatti se da lontano prevalgono [[odore]], magari del [[sangue]] che sgorga da una ferita anche se diluito, e logicamente [[vista]], da vicino, se l'acqua si fa torbida e deve procedere alla cieca, lo squalo fa proprio affidamento su questo sistema che gli permette di serrare la mascella a colpo sicuro. Il fatto che l'elettroricezione vada a soppiantare [[olfatto]] e vista su brevi distanze è testimoniato anche dal fatto che alcuni squali tendono a dimostrarsi aggressivi nei confronti di apparecchiature elettroniche (come le [[fotocamera|macchine fotografiche]]) quando transitano nei pressi di gabbie di [[sommozzatore|sub]] o navi [[oceanografia|oceanografiche]]<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmodiver.com/shark_senses.htm |titolo=Shark senses |sito=Elasmodiver |lingua=en |accesso=6 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090328015759/http://www.elasmodiver.com/shark_senses.htm |dataarchivio=28 marzo 2009 |urlmorto=no}}</ref>.
 
Come accennato le ampolle di Lorenzini sono l'organo elettrorecettore dello squalo e variano in numero da un paio di centinaia a qualche migliaio a seconda dell'individuo. Gli squali le usano per riconoscere i [[campo elettrico|campi elettrici]] che ogni essere vivente produce<ref>{{Cita |Kalmijn||kalm}}.</ref>. Questa percezione aiuta l'animale a trovare le prede anche in condizioni di pessima visibilità (in modo particolare ciò accade per gli [[Sphyrnidae|squali martello]]). Tra tutti gli animali conosciuti, gli squali sono quelli con la più precisa percezione elettrica. L'identificazione delle prede diventa utile soprattutto quando esse si nascondono sotto la sabbia del fondale marino. Anche in quei momenti esse producono infatti inavvertitamente dei campi elettrici. È a causa di questo senso se a volte gli squali attaccano per sbaglio delle barche: il [[potenziale elettrochimico]] che l'interazione tra il [[metallo]] e l'acqua salata genera assomiglia infatti ai deboli campi generati dalle prede, e in più, essendo spesso più potente di questi ultimi, riesce ad attirare squali che si trovano anche a grandi distanze. Un altro utilizzo dell'elettroricezione è a fini di orientamento: le [[corrente oceanica|correnti oceaniche]] generate dal [[campo geomagnetico|campo magnetico terrestre]] producono anch'esse dei campi elettromagnetici e sono usate dagli squali per migrare e rendere meno dispendiosa la navigazione<ref>{{Cita |Meyer, Holland, Papastamatiou||meyer}}.</ref>.
 
=== Riproduzione ===
[[ImmagineFile:Wobbegong claspers.jpg|thumb|right|220pxminiatura|''[[Emipene|Emipeni]]'' in un [[Maschio (biologia)|maschio]] di [[squalo marmoreggiato]], (''[[Orectolobus maculatus]]'')]]
[[File:PortJacksonShark'sEgg20050417c.JPG|miniatura|Contenitore per le uova di uno [[Heterodontus portusjacksoni|squalo di Port Jackson]], ritrovato presso Vincentia Beach, nel [[Territorio della baia di Jervis]], in [[Australia]]]]
[[Immagine:Prionace glauca.jpg|thumb|left|220px|[[Verdesca]] (''Prionace glauca'').]]
[[File:Mermaid's Purse.jpg|miniatura|[[Borsellino della sirena]]]]
[[Immagine:Basking Shark.jpg|thumb|left|220px|[[Squalo elefante]] (''Cetorhinus maximus'').]]
[[ImmagineFile:Shark egg.jpg|thumb|right|220pxminiatura|Uova di squalo.]]
[[Immagine:PortJacksonShark'sEgg20050417c.JPG|thumb|right|220px|Contenitore per le uova di uno [[Heterodontus portusjacksoni|squalo di Port Jackson]], ritrovato presso Vincentia Beach, nel territorio di [[Jervis Bay]], in [[Australia]]]]
 
Il [[Sesso (biologia)|sesso]] di uno squalo può essere determinato in modo semplice. Nei [[Maschio|maschi]] si trovano [[pinne ventrali|pinne pelviche]] modificate che costituiscono gli [[emipene|emipeni]], delle appendici prensili, comuni in alcuni [[Pesce|pesci]] e [[reptilia|rettili]], che servono a trattenere la [[femmina]] durante l'accoppiamento. Negli squali però l'importanza degli emipeni non si ferma certo qui: questi organi, noti anche come pterigopodi o [[gonopodio|gonopodi]], adempiono anche la funzione che nei [[Mammalia|mammiferi]] è svolta dal [[pene]], cioè si occupano della [[fecondazione]] vera e propria all'interno dell'[[apparato genitale]] femminile<ref name="Acquariumpoint" /><ref name="emipenis" />.
[[Immagine:School of Hammerhead sharks.jpg|thumb|right|220px|Scuola di [[Sphyrna lewini|squali martello smerlati]] (''Sphyrna lewini'').]]
 
L'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]] tra squali è stato osservato raramente in maniera diretta, e tra le varie specie ci sono delle differenze non trascurabili in questa pratica. I piccoli ''[[Scyliorhinidae]]'' ad esempio, si accoppiano arrotolandosi intorno al corpo della femmina, mentre nelle specie più grandi e meno flessibili, maschio e femmina nuotano paralleli uno all'altra finché il primo non inserisce uno degli emipeni nell'[[ovidotto]] della femmina. Molte femmine delle specie più grandi presentano segni di morso che derivano loro dal tentativo del maschio di mantenere la posizione corretta durante l'accoppiamento. I segni possono derivare anche dalle pratiche di corteggiamento, durante le quali il maschio può mordere la femmina per dimostrare il suo interesse<ref name="Acquariumpoint" />. In alcune specie la femmina ha sviluppato una [[pelle]] più robusta proprio per ovviare a questo problema.
Il [[Sesso (biologia)|sesso]] di uno squalo può essere determinato in modo semplice. Nei [[Maschio (biologia)|maschi]] si trovano [[pinne ventrali|pinne pelviche]] modificate che costituiscono gli [[emipene|emipeni]], delle appendici prensili, comuni in alcuni [[pesci]] ed [[insecta|insetti]], che servono a trattenere la [[Femmina (biologia)|femmina]] durante l'accoppiamento. Negli squali l'importanza degli emipeni non si ferma qui: questi organi, noti anche come pterigopodi o [[gonopodio|gonopodi]], adempiono anche la funzione che nei [[mammiferi]] è svolta dal [[pene]], cioè si occupano della [[fecondazione]] vera e propria all'interno dell'[[apparato genitale]] femminile.
L'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]] tra squali è stato osservato raramente in maniera diretta, e tra le varie specie ci sono delle differenze non trascurabili in questa pratica. I piccoli [[Scyliorhinidae]] ad esempio, si accoppiano arrotolandosi intorno al corpo della femmina, mentre nelle specie più grandi e meno flessibili, maschio e femmina nuotano paralleli uno all'altra finché il primo non inserisce uno degli emipeni nell'ovidotto della femmina. Molte femmine delle specie più grandi presentano segni di morso che derivano loro dal tentativo del maschio di mantenere la posizione corretta durante l'accoppiamento. I segni possono derivare anche dalle pratiche di corteggiamento, durante le quali il maschio può mordere la femmina per dimostrare il suo interesse. In alcune specie la femmina ha sviluppato una [[pelle]] più robusta per ovviare a questo problema.
Gli squali hanno una strategia di [[riproduzione]] differente da quella della maggior parte dei pesci. Invece di produrre un enorme numero di [[uovo (biologia)|uova]] e progenie (strategia che in media produce un tasso di sopravvivenza dello 0,1%), gli squali generano di solito una dozzina di cuccioli (anche se è documentato che una [[Prionace glauca|verdesca]] ne ha partoriti 135, ed alcune specie non ne mettono al mondo più di due alla volta )<ref name="FAO">{{Cita | L.J.V. Compagno, 1984 | | FAO}}</ref>. Questi cuccioli sono protetti da membrane molto robuste che avvolgono le uova, o vengono alla luce già vivi.
 
Il [[rene]] maschile è direttamente collegato al [[testicolo]]. Alcune delle cellule renali costituiscono la ghiandola di Leydig, preposta a secernere il [[sperma|liquido spermatico]]. La femmina invece ha reni indipendenti rispetto agli [[Ovaia|ovari]] e riesce talvolta a conservare lo sperma per un anno. Solo all'interno dell'ovario destro (nelle specie ovipare) si trovano le uova, che sono di dimensioni relativamente grandi. Le due tube sono dotate di ghiandole nidamentali che producono l'albume e i contenitori delle uova e preposte all'immagazzinamento dello sperma dopo la [[fecondazione]]. Gli ovidotti si allargano poi in due [[utero|uteri]] che confluiscono in una [[vagina]] comune<ref name="Acquariumpoint" />. Gli squali adottano una strategia di [[riproduzione]] differente da quella della maggior parte dei pesci. Invece di produrre un enorme numero di [[uovo (biologia)|uova]] e progenie (strategia che in media produce un tasso di sopravvivenza dello 0,1%), gli squali generano di solito una dozzina di cuccioli (anche se è documentato che una [[Prionace glauca|verdesca]] ne ha partoriti 135, e alcune specie non ne mettono al mondo più di due alla volta)<ref name="FAO">{{Cita |L.J.V. Compagno, 1984||FAO}}.</ref>. Questi cuccioli sono protetti da membrane molto robuste che avvolgono le uova, oppure vengono alla luce già vivi.
 
I cuccioli di squalo possono nascere in 3tre modi diversi:
 
* '''[[Oviparità]]''': alcuni squali depongono uova. In questi casi, spesso l'[[embrione]] viene protetto da un contenitore della consistenza della pelle di squalo. A volte questi contenitori vengono infilati in fessure rocciose per aumentare il livello di protezione. I [[Borsellino della sirena|borsellini delle sirene]], che di tanto in tanto vengono rinvenuti sulle spiagge, sono proprio contenitori per uova rimasti vuoti. Tra gli squali ovipari ci sono lo [[Heterodontus francisci|squalo corno]], il [[Scyliorhinus canicula|gattuccio]], lo [[Heterodontus portusjacksoni|squalo di Port Jackson]] ed il ''[[Cephaloscyllium ventriosum]]''<ref>{{cita web | url=http://www.lifesciences.napier.ac.uk/teaching/MB/Fish02.html |titolo=Fish diversity, adaptions, and life histories|opera= Marine biology|editore=School of Life Sciences, Napier University|accesso=07-04-2009|nome=Teresa|cognome=Fernandes|lingua=en}}</ref>.
* '''[[Oviparità]]''': alcuni squali depongono uova. In questi casi, spesso l'[[embrione]] viene protetto da un contenitore della consistenza della pelle di squalo. A volte questi contenitori vengono infilati in fessure rocciose per aumentare ancora di più il livello di protezione. I [[Borsellino della sirena|borsellini delle sirene]], che di tanto in tanto vengono rinvenuti sulle spiagge, sono proprio contenitori per uova rimasti vuoti. Tra gli squali ovipari ci sono il [[Scyliorhinus canicula|gattuccio]], lo [[Heterodontus portusjacksoni|squalo di Port Jackson]] e il ''[[Cephaloscyllium ventriosum]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.lifesciences.napier.ac.uk/teaching/MB/Fish02.html |titolo=Fish diversity, adaptions, and life histories |cognome=Fernandes |nome=Teresa |sito=Marine biology |editore=School of Life Sciences, Napier University |lingua=en |accesso=7 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030823085910/http://www.lifesciences.napier.ac.uk/teaching/MB/Fish02.html |dataarchivio=23 agosto 2003 |urlmorto=sì}}</ref>.
* '''[[Viviparità]]''': in questo caso la [[madre]] mantiene un contatto “[[placenta]]le” con l'embrione in via di sviluppo, in modo analogo a quanto fanno i [[mammiferi]] durante la [[gravidanza|gestazione]]. In questo modo il cucciolo nasce già vivo e con tutte le funzionalità attive. Lo [[squalo martello]], gli [[Carcharhinidae|squali requiem]] (come il [[Squalo toro|toro]] ed il [[Squalo tigre|tigre]]) e lo [[Cetorhinus maximus|squalo elefante]] appartengono a questa categoria. Si ritiene che lo [[squalo elefante]] sia la specie caratterizzata dalla gestazione più lunga (superiore a 18-24 mesi), ma non vi sono ancora prove scientifiche a riguardo<ref>{{Cita | L.J.V. Compagno, 1984 | pagg 14 e 235 | FAO}}</ref>.
* '''[[Viviparità]]''': in questo caso la [[madre]] mantiene un contatto ''[[placenta]]le'' con l'embrione in via di sviluppo, in modo analogo a quanto fanno i [[Mammalia|mammiferi]] durante la [[gravidanza|gestazione]]. Il nutrimento della prole avviene attraverso un vero e proprio [[Funicolo ombelicale|cordone ombelicale]]. In questo modo il cucciolo nasce già vivo e con tutte le funzionalità di base attive. Gli [[Sphyrnidae|squali martello]], gli [[Carcharhinidae|squali requiem]] (come lo [[Carcharhinus leucas|squalo dello Zambesi]] e lo [[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]]) e lo [[Cetorhinus maximus|squalo elefante]] appartengono a questa categoria. Si ritiene che lo squalo elefante sia la specie caratterizzata dalla gestazione più lunga (superiore a 18-24 mesi), ma non vi sono ancora prove scientifiche al riguardo<ref>{{Cita |L.J.V. Compagno, 1984 |pp. 14 e 235|FAO}}.</ref>.
* '''[[Ovoviviparità]]''': è il metodo riproduttivo più diffuso tra gli squali. Il cucciolo viene nutrito dal [[tuorlo]] dell'uovo e poi da fluidi secreti dalle [[ghiandole]] della parete dell'[[ovidotto]]. Durante tutta la fase di crescita dell'embrione l'uovo rimane all'interno dell'ovidotto in modo da usufruire delle due fonti di nutrimento citate in precedenza. Come accade nel caso dei vivipari, quando viene alla luce il cucciolo è già vivo ed è in possesso di tutte le sue funzionalità. Alcune specie praticano l'[[ovofagia]]; in questi casi il primo embrione ad attecchire si ciba dei rimanenti all'interno dell'ovidotto. Si ritiene che questo meccanismo sia diffuso tra tutti i [[Lamniformes]]. I cuccioli di [[squalo toro]] hanno portato questo meccanismo ad un'evoluzione ancora più avanzata: l'embrione dominante si ciba degli altri embrioni in fase di sviluppo ([[Cannibalismo#Cannibalismo_intrauterino|cannibalismo intrauterino]]). L'aspetto caratterizzante dell'ovoviviparità è che i nascituri raggiungono dimensioni considerevoli prima di venire alla luce. In seguito al ritrovamento, nel [[1953]], di un uovo che conteneva un embrione quasi completamente formato, lo [[squalo balena]] è stato per anni classificato come oviparo. Tuttavia, la rarità dei ritrovamenti di uova, la presenza negli adulti dell'[[ombelico]] e altre caratteristiche hanno portato i ricercatori alla conclusione che si trattasse di un uovo [[aborto|abortito]] e che probabilmente gli squali balena fossero ovovivipari<ref>{{Cita | L.J.V. Compagno | pag. 211 | FAO}}</ref>. La conferma giunse nel [[1996]], quando all'interno del corpo di uno squalo balena cacciato a [[Taiwan]] furono ritrovati 300 embrioni, alcuni all'interno della borsa delle sirene, altri no<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Joung Shoou-Jeng|coautori=''et al''|titolo=The whale shark, Rhincodon typus, is a livebearer: 300 embryos found in one ‘megamamma’ supreme|rivista=Environmental Biology of Fishes|volume=46|numero=3|anno=1996|id={{ISSN|0378-1909}}
* '''[[Ovoviviparità]]''': è il metodo riproduttivo più diffuso tra gli squali. Il cucciolo viene nutrito dal [[tuorlo]] dell'uovo e poi da fluidi secreti dalle [[Ghiandola|ghiandole]] della parete dell'[[ovidotto]] (noti come ''latte uterino'') e, spesso, anche dal [[sacco vitellino]]. Durante tutta la fase di crescita dell'embrione l'uovo rimane all'interno dell'ovidotto in modo da usufruire delle due fonti di nutrimento citate in precedenza. Come accade nel caso dei vivipari, quando viene alla luce il cucciolo è già vivo ed è in possesso di tutte le sue funzionalità. Alcune specie praticano l'[[ovofagia]]: in questi casi il primo embrione ad attecchire si ciba dei rimanenti all'interno dell'ovidotto. Si ritiene che questo meccanismo di sopravvivenza sia diffuso tra tutti i [[Lamniformes]]. I cuccioli di [[Carcharias taurus|squalo toro]] hanno portato questo meccanismo a un'evoluzione ancora più avanzata: l'embrione dominante si ciba degli altri embrioni in fase di sviluppo in un processo noto come [[Cannibalismo#Il cannibalismo intrauterino|cannibalismo intrauterino]]. L'aspetto caratterizzante dell'ovoviviparità è che i nascituri raggiungono dimensioni considerevoli già prima di venire alla luce. In seguito al ritrovamento, nel 1953, di un uovo che conteneva un embrione quasi completamente formato, lo [[Rhincodon typus|squalo balena]] è stato per anni classificato come oviparo. Tuttavia, la rarità dei ritrovamenti di uova, la presenza negli adulti dell'[[ombelico]] e altre caratteristiche della specie hanno portato i ricercatori alla conclusione che l'uovo di cui sopra fosse il risultato di un [[aborto]] e che probabilmente gli squali balena fossero ovovivipari<ref>{{Cita |L.J.V. Compagno |p. 211 |FAO}}.</ref>. La conferma giunse nel 1996, quando all'interno del corpo di uno squalo balena pescato a [[Taiwan]] furono ritrovati 300 embrioni, alcuni ancora all'interno dei borsellini delle sirene, altri no<ref>{{Cita |Shoou-Jeng||jeng}}.</ref>. In genere le femmine ovovivipare partoriscono in luoghi protetti, come [[baia|baie]], [[Fiume#La foce|foci di fiumi]] e anfratti poco profondi. Questi luoghi sono scelti per fornire protezione dai predatori (principalmente altri squali) e per l'abbondanza di cibo.
|doi=10.1007/BF00004997|lingua=inglese}}</ref>. In genere le femmine ovovivipare partoriscono in luoghi protetti, come baie, foci di fiumi e anfratti poco profondi. Questi luoghi sono scelti per fornire protezione dai predatori (principalmente altri squali) e per l'abbondanza di cibo.
 
==== Partenogenesi (riproduzione asessuata) ====
{{Vedi anche|Partenogenesi}}
 
Ci sono due casi documentati di femmine di squalo che hanno concepito un cucciolo[[avannotto]] senza entrare in contatto con un maschio, attraverso un processo noto come [[partenogenesi]] (in uno dei due casi si trattava di uno [[Sphyrnidae|squalo martello]])<ref>{{cita pubblicazione Cita|cognome=Chapman nome=D. D.|coautori=, Shivji M. S., Louis E., Sommer J., Fletcher H., Prodöhl||chapman}}</ref><ref>{{Cita P.news|autore=Francesco ATortora |url=http://www.corriere.it/Rubriche/Animali/Articoli/2007/05_Maggio/23/squali_sesso.shtml |titolo=VirginGli birthsquali insi ariproducono hammerheadsenza sharksesso |rivistapubblicazione=Biology[[Corriere lettersdella |volume=3Sera]] |numeroaccesso=421 |pagine=425–427maggio |anno=20072009 |meseurlarchivio=August |pmid=17519185 |pmc=2390672 |doi=10.1098/rsbl.2007.0189 |url=httphttps://journalsweb.royalsocietyarchive.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098web/rsbl.2007.0189|lingua=inglese}}<20080226005224/ref><ref>{{cita news|url=http://www.cnncorriere.comit/2008Rubriche/USAnimali/10Articoli/102007/shark.virgin.birth.ap05_Maggio/23/indexsquali_sesso.htmlshtml |titolodataarchivio=DNA26 testfebbraio proves it -- baby shark has2008 |urlmorto=no father|pubblicazione=CNN|giorno=1023 |mese=1005 |anno=2008|lingua=en2007}}</ref>. I dettagli di questo meccanismo non sono ancora noti, anche se l'[[impronta genetica]] deidegli cuccioliavannotti in esame ha mostratodimostrato che essi non presentavano contributo paternale nel loro genoma, ma erano [[clonazione (genetica)|cloni]] perfetti della madre;. lL'ipotesi di una riserva di [[sperma]] maschile nel corpo della madre èandava perciò daa escludersidecadere. Non si conosce nemmenoper la verità neppure l'estensione di questa pratica tra le varie specie di squalo. La scoperta[[comunità hascientifica]] asserisce che probabilmente questo tipo di fattocomportamento in modonatura è molto raro, e rappresenta un ultimo disperato tentativo di riproduzione da parte delle femmine di alcune specie che l'unicosi gruppotrovano, ad esempio perché in cattività, in assenza di un compagno. Ciò condurrebbe comunque a un'assenza di [[vertebratidiversità genetica]], nelelemento qualenecessario nonper siuna siavalida maidifesa osservatacontro le minacce naturali. Una situazione di questo genere può aver contribuito al declino della [[riproduzione#riproduzioneprionace assessuataglauca|riproduzione asessuataverdesca]] siasulle rimasto quello deicoste [[mammiferiIrlanda (isola)|irlandesi]]<ref>{{Cita web |url=https://www.nytimes.com/2007/05/23/science/23shark.html |titolo=Female sharks reproduce without male DNA, scientists say |editore=The New York Times, New York City |lingua=en |accesso=20-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090417112821/http://www.nytimes.com/2007/05/23/science/23shark.html |dataarchivio=17 aprile 2009 |urlmorto=no}}</ref>.
La [[comunità scientifica]] asserisce che probabilmente questo tipo di comportamento in natura è molto raro, e rappresenta un ultimo disperato tentativo di riproduzione da parte delle femmine di alcune specie che si trovano, ad esempio perchè in cattività, in assenza di un compagno. Ciò condurrebbe comunque ad un'assenza di [[diversità genetica]], elemento necessario per una valida difesa contro le minacce naturali. Una specie che si affidasse alla sola riproduzione asessuata, sarebbe molto probabilmente destinata all'estinzione. Una situazione di questo genere può aver contribuito al declino della [[verdesca]] sulle coste irlandesi<ref>{{cita web |http://www.nytimes.com/2007/05/23/science/23shark.html |Female sharks reproduce without male DNA, scientists say|13-11-2007|editore=The New York Times, New York City}}</ref>.
 
<gallery>
== Classificazione ==
File:Blueshark 300.jpg|Verdesca (''[[Prionace glauca]]''). Sembra che esemplari di questa specie abbiano praticato la [[partenogenesi]].
I primi squali sono apparsi negli oceani oltre 400 milioni di anni fa, durante il [[Devoniano]].
File:Heterodontus portusjacksoni francisci 060417w.jpg|Squalo di Port Jackson (''[[Heterodontus portusjacksoni]]''). Esempio di specie [[oviparità|ovipara]].
File:Basking Shark.jpg|Squalo elefante (''[[Cetorhinus maximus]]''). Esempio di specie [[viviparità|vivipara]].
File:Okinawa Churaumi Aquarium.jpg|Squalo balena (''[[Rhincodon typus]]'') nell'acquario di [[Okinawa]]. Esempio di specie [[ovoviviparità|ovovivipara]].
</gallery>
 
== Classificazione ==
[[Immagine:Extant Shark Orders_it.svg|right|350px|Classificazione in base alle caratteristiche fisiche esterne degli otto ordini di squalo oggi esistenti]]
{{Vedi anche|Specie di Chondrichthyes}}
[[Immagine:Blacktip reef shark.jpg|thumb|150px|[[Carcharhinus melanopterus|Pinna nera del Reef (''Carcharhinus melanopterus'')]]]]
[[Immagine:Hammerhai.jpg|thumb|150px|[[Squalo martello]]]]
[[Immagine:Rhincodon typus.jpg|thumb|150px|[[Squalo balena]]]]
[[Immagine:Nurse shark.jpg|thumb|150px|[[Ginglymostoma cirratum|Squalo nutrice]]]]
[[Immagine:Carcharodon carcharias.jpg|thumb|150px|[[Carcharodon carcharias|Grande squalo bianco]]]]
Esistono otto [[ordine (tassonomia)|ordini]]:
 
Esistono otto [[ordine (tassonomia)|ordini]] di squalo:
*'''[[Hexanchiformes]]''' (capochiatti e squali anguilla). Comprende 2 [[famiglia (tassonomia)|famiglie]] e 5 [[specie]]. Probabilmente si tratta dell'ordine più antico, ha la caratteristica di avere un numero superiore di aperture branchiali rispetto agli altri ordini, da 6 a 7; gli appartenenti a quest'ordine hanno una sola pinna dorsale. <ref>{{cita web|url=http://www.squali.biz/fam1.html|titolo=Exanchiformi - Hexanchiformes <span style="font-variant: small-caps">COMPAGNO, 1973</span> (sito Galleria Selachoidei)"}}</ref> Esempi di questo ordine sono il capo piatto o pesce vacca (''[[Hexanchus griseus]]'') e lo squalo manzo (''[[Heptranchias perlo]]'').
 
** [[Chlamydoselachidae]] 1 specie
{| class="wikitable"
|-
! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Carcharhiniformes]]
|
(Squali requiem). L'ordine è distinto in otto famiglie e 266 specie. Alcune di esse sono pericolose per l'uomo. Ad esempio citiamo lo squalo longimano (''[[Carcharhinus longimanus]]'') e lo squalo tigre (''[[Galeocerdo cuvier]]'')<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Carcharhiniformes |titolo=Carcharhiniformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090304081346/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Carcharhiniformes |dataarchivio=4 marzo 2009 |urlmorto=no}}</ref>.
 
** [[Scyliorhinidae]] 147 specie, squali gattucci
** [[Proscylliidae]] 7 sp.
** [[Pseudotriakidae]] 4 sp., falsi gattucci
** [[Leptochariidae]] 1 sp. (''[[Leptocharias smithii]]'')
** [[Triakidae]] 40 sp., squali palombi
** [[Hemigaleidae]] 8 sp. , squali donnola
** [[Carcharhinidae]] 52 sp., squali requiem
** [[Sphyrnidae]] 9 sp., squali martello
| [[File:Carcharhinus perezi bahamas.jpg|140px|'Carcharhinus perezi'']]
|-
! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Heterodontiformes]]
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(Squali testa di toro). L'ordine è composto da un'unica famiglia con nove specie. Ne fanno parte ''[[Heterodontus francisci]]'' e ''[[Heterodontus portusjacksoni]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Heterodontiformes |titolo=Heterodontiformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080919051727/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Heterodontiformes |dataarchivio=19 settembre 2008 |urlmorto=no}}</ref>.
 
** [[Heterodontidae]] 9 specie
| [[File:Hornhai (Heterodontus francisci).JPG|140px]]
|-
! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Hexanchiformes]]
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(Capochiatti e squali anguilla). Comprende due [[famiglia (tassonomia)|famiglie]] e sei [[specie]]. Probabilmente si tratta dell'ordine più antico, e ha la caratteristica di avere un numero superiore di aperture branchiali rispetto agli altri ordini, cioè sei o sette. Gli appartenenti a quest'ordine hanno una sola pinna dorsale<ref>{{Cita web |url=http://www.squali.biz/fam1.html |titolo=Exanchiformi - Hexanchiformes {{zoo|COMPAGNO|1973}} (sito Galleria Selachoidei) |accesso=24 maggio 2009 |urlmorto=sì}}</ref>. Esempi di specie di ''Hexanchiformes'' sono il capo piatto o pesce vacca (''[[Hexanchus griseus]]'') e lo squalo manzo (''[[Heptranchias perlo]]'')<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Hexanchiformes |titolo=Hexanchiformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050101222855/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Hexanchiformes |dataarchivio=1 gennaio 2005 |urlmorto=no}}</ref>.
 
** [[Chlamydoselachidae]] 2 specie
** [[Hexanchidae]] 4 sp.
| [[File:Hexanchus griseus1.jpg|140px]]
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! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Lamniformes]]
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(Lamniformi). L'ordine è distinto in sette famiglie e sedici specie. Comprende solo squali dal corpo fusiforme. Alcune specie sono pericolose per l'uomo, soprattutto quelle della famiglia ''Lamnidae'' che comprende il grande squalo bianco (''[[Carcharodon carcharias]]''). Un'altra specie famosa è lo squalo toro (''[[Carcharias taurus]]'')<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Lamniformes |titolo=Lamniformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080917184606/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Lamniformes |dataarchivio=17 settembre 2008 |urlmorto=no}}</ref>.
 
** [[Odontaspididae]] 4 specie, squali cagnacci
** [[Mitsukurinidae]] 1 sp., (''[[Mitsukurina owstoni]]'') o squalo folletto
** [[Pseudocarchariidae]] 1 sp., (''[[Pseudocarcharias kamoharai]]'') o squalo coccodrillo
** [[Megachasmidae]] 1 sp., (''[[Megachasma pelagios]]'') o squalo bocca grande
** [[Alopiidae]] 3 sp., squali volpe
** [[Cetorhinidae]]1 sp., (''[[Cetorhinus maximus]]'') o squalo elefante
** [[Lamnidae]] 5 sp.
| [[File:Isurus oxyrinchus by mark conlin2.JPG|140px|''Isurus oxyrinchus'']]
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! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Orectolobiformes]]
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(Squali dai barbigli). Comprende sette famiglie e 36 specie. L'ordine è molto vasto e popola principalmente la zona Indopacifica anche se un'unica specie è presente anche nell'[[Oceano Atlantico]]. Questi squali sono caratterizzati dalla presenza di barbigli nasali. Appartengono a quest'ordine lo squalo balena (''[[Rhincodon typus]]'') e l{{'}}''[[Orectolobus maculatus]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Orectolobiformes |titolo=Orectolobiformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081227005654/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Orectolobiformes |dataarchivio=27 dicembre 2008 |urlmorto=no}}</ref>.
 
** [[Parascylliidae]] 7 specie
** [[Brachaeluridae]] 2 sp.
** [[Orectolobidae]] 7 sp.
** [[Hemiscylliidae]] 15 sp.<ref>{{Cita |Femina, Agro||femina}}.</ref>
** [[Stegostomatidae]] 1 sp. (''[[Stegostoma fasciatum]]'') o squalo zebra
** [[Ginglymostomatidae]] 3 sp.
** [[Rhincodontidae]] 1 sp. (''[[Rhincodon typus]]'') o squalo balena
| [[File:Rhincodon typus fgbnms.jpg|140px|''Rhincodon typus'']]
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! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Pristiophoriformes]]
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(Pesci sega). È composto da una sola famiglia con sei specie (sono squali abbastanza rari). Sono caratterizzati da una protuberanza dentata sul naso che permette di individuare sul fondo marino i pesci nascosti. Appartengono a questo ordine il ''[[Pristiophorus nudipinnis]]'' e il ''[[Pliotrema warreni]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Pristiophoriformes |titolo=Pristiophoriformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090709140124/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Pristiophoriformes |dataarchivio=9 luglio 2009 |urlmorto=no}}</ref>.
 
** [[Pristiophoridae]] sei specie e due generi
| [[File:Pristiophorus japonicus cropped.jpg|140px]]
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! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Squaliformes]]
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(Squaliformi o pesce cani). L'ordine è composto da sette famiglie e 118 specie. Le specie che vi appartengono sono caratterizzate dal fatto di non possedere la pinna anale. Esempi di appartenenti a quest'ordine sono il pesce porco (''[[Oxynotus centrina]]'') e lo spinarolo (''[[Squalus acanthias]]'')<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Squaliformes |titolo=Squaliformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080511100832/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Squaliformes |dataarchivio=11 maggio 2008 |urlmorto=no}}</ref>.
 
* '''[[Squaliformes]]''' (squaliformi o pesce cani). È composto da 7 famiglie e 118 specie. Le specie che vi appartengono sono caratterizzate dal fatto di non possedere la pinna anale. Esempi di appartenenti a quest'ordine sono il pesce porco (''[[Oxynotus centrina]]'') e lo spinarolo (''[[Squalus acanthias]]'').
** [[Echinorhinidae]] 2 specie
** [[Squalidae]] 24 sp.
Riga 209 ⟶ 321:
** [[Oxynotidae]] 5 sp.
** [[Dalatiidae]] 10 sp.
| [[File:Mandarin dogfish2.jpg|140px]]
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! rowspan=1 style=background:#add8e6 | [[Squatiniformes]]
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(Squali angelo). Comprende una sola famiglia composta da 17 specie. Si tratta di un gruppo di pesci cartilaginei in forte diminuzione in tutti gli [[areale|areali]] distributivi. A titolo di esempio conosciamo lo ''[[Squatina aculeata]]'' e lo ''[[Squatina japonica]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.fishbase.org/summary/OrdersSummary.cfm?order=Squatiniformes |titolo=Squatiniformes su FishBase |lingua=en |accesso=24 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070121020105/http://www.fishbase.org/Summary/OrdersSummary.cfm?order=Squatiniformes |dataarchivio=21 gennaio 2007 |urlmorto=no}}</ref>.
 
* '''[[Pristiophoriformes]]''' (pesci sega). È composto da una sola famiglia con 6 specie (sono squali abbastanza rari). Sono caratterizzati da una protuberanza dentata sul naso che permette di individuare sul fondo marino i pesci nascosti.
** [[Pristiophoridae]] 6 specie e 2 generi
 
* '''[[Squatiniformes]]''' (squali angelo). Comprende una sola famiglia con 17 specie. Si tratta di un gruppo di pesci cartilaginei in forte diminuzione in tutti gli [[areale|areali]] distributivi.
** [[Squatinidae]] 17 specie
| [[File:Squatina dumeril nefsc.jpg|140px]]
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| || <div align="center">Alcuni autori considerano gli otto ordini di squalo dei [[sottordine|sottordini]], ascritti all'ordine ''Selachoidei'' {{zoo|WEBSTER|1913}}<ref>{{Cita |Abel, Rupert |pp. 609-613 |abel}}.</ref></div>
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|}
 
[[File:Extant Shark Orders it.svg|miniatura|centro|upright=2.3|Classificazione in base alle caratteristiche fisiche esterne degli otto ordini di squalo oggi esistenti]]
* '''[[Heterodontiformes]]''' (squali testa di toro). L'ordine è composto da un'unica famiglia con 9 specie.
** [[Heterodontidae]] 9 specie
 
* Secondo WRMS :
* '''[[Orectolobiformes]]''' (squali dai bardigli). Comprende 7 famiglie e 36 specie. L'ordine è vasto e popola principalmente la zona Indopoacifica anche se un'unica specie è presente nell'[[Oceano Atlantico]]. Questi squali sono caratterizzati dalla presenza di bardigli nasali.
** infraclasse ''Selachii''
** [[Parascylliidae]] 7 specie
*** superordine ''[[Galeomorphii]]''
** [[Brachaeluridae]] 2 sp.
**** ordine ''[[Carcharhiniformes]]''
** [[Orectolobidae]] 7 sp.
**** ordine ''[[Heterodontiformes]]''
** [[Hemiscylliidae]] 15 sp.<ref>{{cita pubblicazione|autore= Femina M. Agro C.A.|titolo= Note sullo squalo bambù fasciato Chiloscyllium punctatum <span style="font-variant: small-caps">MÜLLER & HENLE, 1838</span> (Chondroichthyes, Selachoidei)|rivista== Quaderni del Museo Zoologico, Avellino, 2008; 11:23-29}}</ref>
**** ordine ''[[Lamniformes]]''
** [[Stegostomatidae]] 1 sp.
**** ordine ''[[Orectolobiformes]]''
** [[Ginglymostomatidae]] 3 sp.
*** superordine ''[[Squalomorphi]]''
** [[Rhincodontidae]] 1 sp.
**** ordine ''[[Hexanchiformes]]''
 
**** ordine ''[[Pristiophoriformes]]''
* '''[[Lamniformes]]''' L'ordine è distinto in 7 famiglie e 16 specie. Comprende solo squali dal corpo fusiforme. Alcune specie sono pericolose per l'uomo, soparattutto quelli della famiglia ''Lamnidae'' che comprende lo squalo bianco.
**** ordine ''[[Squaliformes]]''
** [[Odontaspididae]] 4 specie, squali cagnacci
**** ordine ''[[Squatiniformes]]''
** [[Mitsukurinidae]] 1 sp., (''[[Mitsukurina owstoni]]'') squalo folletto
** [[Pseudocarchariidae]] 1 sp., squalo coccodrillo
** [[Megachasmidae]] 1 sp., (''[[Megachasma pelagios]]'') squalo bocca grande
** [[Alopiidae]] 3 sp., squali volpe
** [[Cetorhinidae]]1 sp., squalo elefante
** [[Lamnidae]] 5 sp.
 
* '''[[Carcharhiniformes]]''' (squali requiem). L'ordine è distinto in 8 famiglie e 266 specie. Alcune di esse sono pericolose per l'uomo.
** [[Scyliorhinidae]] 147 specie, squali gattucci
** [[Proscylliidae]] 7 sp.
** [[Pseudotriakidae]] 2 sp., falsi gattucci
** [[Leptochariidae]] 1 sp.
** [[Triakidae]] 40 sp., squali palombi
** [[Hemigaleidae]] 8 sp. , squali donnola
** [[Carcharhinidae]] 52 sp., squali requiem
** [[Sphyrnidae]] 9 sp., squali martello
 
Alcuni autori considerano questi ordini al rango di sottordini, ascritti all'ordine ''Selachoidei'' <span style="font-variant: small-caps">WEBSTER, 1913</span><ref>{{cita libro|cognome=Abel|nome=Erich|coautori=Rupert Riedl|capitolo=Selachoidei|titolo=Fauna e flora del Mediterraneo|città=Padova|anno=1991|id= ISBN 8870215733|editore=F. Muzzio|pagine=609-613}}</ref>
 
== Evoluzione ==
[[File:CretaceousSharkTeeth061812.JPG|miniatura|Una collezione di denti di squalo [[fossile|fossilizzati]]]]
[[Immagine:MEG1.jpg|right|thumb|220px|Rappresentazione artistica di un ''[[Carcharodon megalodon]]'' che inghiotte due [[balenottera azzurra|balenottere azzurre]] (''Balaenoptera musculus'').]]
 
[[File:Megalodon scale1.png|miniatura|Due ''[[Carcharocles megalodon]]'' (grigio e rosso che rappresenta la stima più grande e la più piccola) affiancato a un ''[[Rhincodon typus]]'' (viola), a un ''[[Carcharodon carcharias]]'' (verde) e a un [[Homo sapiens|uomo]] (blu) per un confronto]]
[[Immagine:Sharksteeth-castlehain.jpg|left|thumb|220px|Una collezione di denti di squalo fossilizzati]]
 
[[ImmagineFile:Megalodon scale1.png|right|thumbjpg|220pxminiatura|UnDente di ''[[Carcharodon megalodon]]'' affiancatorinvenuto adnel un ''[[Carcharodondeserto di carchariasAtacama]]'' e ad un ([[Homo sapiens sapiens|uomoMiocene]] per confronto.)]]
 
Ci sono prove scientifiche dell'esistenza di squali che risalgono a circa 450-420 milioni di anni fa, cioè al periodo [[Ordoviciano]]. Questo significa che gli squali esistevano prima dei [[vertebrata|vertebrati]] terrestri e prima che molte [[Plantæ|piante]] avessero colonizzato le terre emerse<ref name="RQGT">{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/geologic_time.htm |titolo=Geologic Time |autore=Martin, R. Aidan. |editore=ReefQuest |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/64w8a0cAj?url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/geologic_time.htm |dataarchivio=24 gennaio 2012 |urlmorto=no}}</ref>. I resti fossili dei primi squali consistono essenzialmente di [[Scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]]. I più antichi resti di [[dente|denti]], invece, risalgono a 400 milioni di anni fa. Si suppone inoltre che i primi squali fossero assai diversi da quelli odierni<ref name="RQA">{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/ancient.htm |titolo=Ancient Sharks |autore=Martin, R. Aidan. |editore=ReefQuest |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6Czf9hGGw?url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/ancient.htm |dataarchivio=18 dicembre 2012 |urlmorto=no}}</ref>, che, per la maggior parte, hanno lasciato fossili risalenti al massimo a 100 milioni di anni fa<ref name="RQMS">{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/origin_modern.htm |titolo=The Origin of Modern Sharks |autore=Martin, R. Aidan. |editore=ReefQuest |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060618025234/http://www.elasmo-research.org/education/evolution/origin_modern.htm |dataarchivio=18 giugno 2006 |urlmorto=no}}</ref>.
[[Immagine:Hybodus fraasi.jpg|left|thumb|220px|''[[Hybodontiformes]]''.]]
 
Praticamente, sono soltanto denti e dentelli degli squali a essere ritrovati sotto forma di [[fossile|fossili]], anche se spesso questi resti vengono rinvenuti in grandi quantità. Solo in alcuni casi sono state ritrovate parti dello scheletro interno e, in casi ancor più rari, fossili quasi completi di squalo<ref>{{en}}{{Cita news |url=https://news.nationalgeographic.com/news/2009/03/090312-shark-jaw-picture.html |titolo=Shark picture: Most Complete Great White Fossil Yet |pubblicazione=[[National Geographic]] news |accesso=6 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090318194904/http://news.nationalgeographic.com/news/2009/03/090312-shark-jaw-picture.html |dataarchivio=18 marzo 2009 |urlmorto=no}}</ref>. L'abbondanza di denti fossili è spiegata dal fatto che in alcune specie di squalo vengono prodotte decine di migliaia di denti in pochi anni. Inoltre, essendo i denti formati da [[fosfato di calcio]] e [[apatite]], il processo di [[fossilizzazione]] è piuttosto rapido e semplice su di essi. Al contrario, gli squali hanno uno scheletro cartilagineo, e non osseo, che è formato da migliaia di prismi in apatite divisi uno dall'altro. Quando uno squalo muore, la [[Decomposizione (biologia)|decomposizione]] causa la disgregazione di questi prismi, e quindi uno scheletro completo si conserva solo se il corpo morto dell'animale viene rapidamente sepolto dai [[sedimento|sedimenti]] del fondale marino.
[[Immagine:Stethacanthus BW.jpg|thumb|left|220px|''[[Stethacanthus]]'']]
 
Una delle specie di squalo più antiche è il ''[[Cladoselache]]'', vissuto circa 370 milioni di anni fa<ref name="RQA" />, che è stato ritrovato negli [[Stratigrafia (geologia)|strati geologici]] del [[Paleozoico]] (in particolare del tardo [[Devoniano]]<ref name="evolution">{{Cita web |url=http://jrscience.wcp.muohio.edu/fieldcourses05/PapersMarineEcologyArticles/TheEvolutionofSharks-fina.html |titolo=The evolution of sharks |lingua=en |accesso=31 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6CzfAdzwE?url=http://jrscience.wcp.muohio.edu/fieldcourses05/PapersMarineEcologyArticles/TheEvolutionofSharks-fina.html |dataarchivio=18 dicembre 2012 |urlmorto=no}}</ref>) in [[Ohio]], [[Kentucky]] e [[Tennessee]]. A quell'epoca queste rocce formavano i morbidi sedimenti del fondale del vasto e poco profondo [[oceano]] che ricopriva la maggior parte dell'[[America settentrionale]]. Il ''Cladoselache'' era lungo più o meno due metri ed era dotato di mascelle sottili e snelle<ref name="RQA" />. La sua dentatura era formata da numerose cuspidi appuntite, che perdeva con l'uso ripetuto. Dalla quantità di denti rinvenuti in ogni singolo ritrovamento si evince che il ''Cladoselache'' non rimpiazzava i denti persi velocemente quanto gli squali odierni. La pinna caudale era somigliante a quelle degli [[Carcharodon carcharias|squali bianchi]] e degli [[Isurus oxyrinchus|squali mako]]. La scoperta di intere code di pesci nei loro stomaci suggerisce che i ''Cladoselache'' fossero veloci nuotatori dotati di una grande agilità. In ogni caso, a causa di alcune sue caratteristiche ''Cladoselache'' non può essere considerato un vero squalo, ma costituisce un rappresentante di una linea già specializzata (benché antichissima).
[[Immagine:Orodus_sp1DB.jpg|thumb|left|220px|''[[Orodus]]'']]
 
Gli squali fossili databili tra 360 e 150 milioni di anni fa si possono assegnare a varie categorie, alcune delle quali di incerta collocazione [[Sistematica (biologia)|sistematica]]. Molti di questi gruppi primitivi si svilupparono tra il [[Devoniano]] e il [[Carbonifero]], e produssero una serie di animali di forme e dimensioni molto variabili, in realtà non strettamente imparentati con gli odierni squali. Molte di queste forme, infatti, sembrerebbero più strettamente imparentati con gli olocefali, attualmente rappresentati dalla chimera. Tra i vari gruppi di "falsi squali" si ricordano:
 
Ci sono prove scientifiche dell'esistenza di squali che risalgono a circa 450-420 milioni di anni fa, cioè al periodo [[Ordoviciano]]. Questo significa che gli squali esistevano prima dei [[vertebrati]] terrestri e prima che molte [[piante]] avessero colonizzato le terre emerse<ref name="RQGT">{{cita web|autore=Martin, R. Aidan.|url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/geologic_time.htm|titolo=Geologic Time|editore=ReefQuest|accesso=09-09-2006|lingua=en}}</ref>. I resti fossili dei primi squali consistono essenzialmente di [[Scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]]. I più antichi resti di [[dente|denti]], invece, risalgono a 400 milioni di anni fa. Si suppone che i primi squali fossero assai diversi da quelli odierni<ref name="RQA">{{cita web|autore=Martin, R. Aidan.|url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/ancient.htm|titolo=Ancient Sharks|editore=ReefQuest|accesso=09-09-2006|lingua=en}}</ref>, che, per la maggior parte, hanno lasciato fossili risalenti al massimo a 100 milioni di anni fa<ref name="RQMS">{{cita web|autore=Martin, R. Aidan.|url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/origin_modern.htm|titolo=The Origin of Modern Sharks|editore=ReefQuest|accesso=09-09-2006|lingua=en}}</ref>.
 
Praticamente, sono soltanto denti e dentelli degli squali a essere ritrovati sotto forma di [[fossile|fossili]], anche se spesso questi resti vengono rinvenuti in grandi quantità. Solo in alcuni casi sono state ritrovate parti dello scheletro interno e, in casi ancor più rari, fossili quasi completi di squalo<ref>{{en}}{{cita news|url=http://news.nationalgeographic.com/news/2009/03/090312-shark-jaw-picture.html|titolo=Shark picture: Most Complete Great White Fossil Yet|pubblicazione=[[National Geographic]] news|accesso=06-04-2009}}</ref>. L'abbondanza di denti fossili è spiegata dal fatto che in alcune specie di squalo vengono prodotte decine di migliaia di denti in pochi anni. Inoltre, essendo i denti formati da [[fosfato di calcio]] e [[apatite]], il processo di [[fossilizzazione]] è piuttosto rapido e semplice su di essi. Gli squali hanno uno scheletro cartilagineo, e non osseo, che è formato da migliaia di prismi in apatite divisi uno dall'altro. Quando uno squalo muore, la [[decomposizione]] causa la disgregazione di questi prismi, e quindi uno scheletro completo si conserva solo se il corpo morto dello squalo viene rapidamente sepolto dai [[sedimento|sedimenti]] del fondale marino.
 
Una delle specie di squalo più antiche è il ''[[Cladoselache]]'', vissuto circa 370 milioni di anni fa
<ref name="RQA" />, che è stato ritrovato negli strati geologici del [[Paleozoico]] in [[Ohio]], [[Kentucky]] e [[Tennessee]]. A quell'epoca queste rocce formavano i morbidi sedimenti del fondale del vasto e poco profondo [[oceano]] che ricopriva la maggior parte del [[Nord America]]. Il ''Cladoselache'' era lungo più o meno un metro ed era dotato di mascelle sottili e snelle<ref name="RQA" />. La sua dentatura era formata da numerose cuspidi appuntite, che perdeva con l'uso ripetuto. Dalla quantità di denti rinvenuti in ogni singolo ritrovamento si evince che il ''Cladoselache'' non rimpiazzava i denti persi velocemente quanto gli squali odierni. La pinna caudale era somigliante a quelle degli [[Grande squalo bianco|squali bianchi]] e degli [[Squalo mako|squali mako]]. La scoperta di intere code di pesci nei loro stomaci suggerisce che i ''Cladoselache'' fossero veloci nuotatori dotati di una grande agilità.
 
Gli squali fossili databili tra 360 e 150 milioni di anni fa si possono assegnare a varie categorie, alcune delle quali di incerta collocazione [[sistematica]]. Molti di questi gruppi primitivi si svilupparono tra il [[Devoniano]] e il [[Carbonifero]], e produssero una serie di animali di forme e dimensioni molto variabili. Tra i vari gruppi di "squali" primitivi si ricordano:
* i simmoriidi ([[Symmoriida]]), dotati di strane protuberanze dentate sopra la testa (es. ''[[Stethacanthus]]'')
* gli eugeneodonti ([[Eugeneodontida]]), dalle strane dentature a spirale (es. ''[[Helicoprion]]'' ed ''[[Edestus]]'')
* i petalodonti ([[Petalodontiformes|Petalodontida]]), i cui corpi erano fortemente compressi lateralmente oppure ventralmente (es. ''[[Belantsea montana|Belantsea]]'' e ''[[Janassa]]'')
* gli squatinactidi ([[Squatinactida]]), con il corpo appiattito e ampie pinne pettorali (es. ''[[Squatinactis]]'')
* i petalodonti ([[Petalodontida]]), i cui corpi erano fortemente compressi lateralmente oppure ventralmente (es. ''[[Belantsea]]'' e ''[[Janassa]]'')
* gli orodonti ([[Orodontida]]), dai lunghi corpi cilindrici e dalle pinne minuscole (es. ''[[Orodus]]'')
* glii xenacantidimenaspidi ([[XenacanthidaMenaspida]]), similidal adcapo anguillefornito edi conmolte una spina sul capospine (es. ''[[XenacanthusTraquairius]]'')
* gli ibodonti ([[Hybodontiformes]]), dall'aspetto più moderno ma dalle caratteristiche spine di fronte alle pinne dorsali (es. ''[[Hybodus]]'')<ref>{{cita web|http://hoopermuseum.earthsci.carleton.ca/sharks/P2-3.htm|Xenacanth|26-11-2006|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|http://www.elasmo-research.org/education/evolution/earliest.htm|Biology of Sharks and Rays: 'The Earliest Sharks'|26-11-2006|lingua=en}}</ref>.
Quest'ultimo gruppo apparve circa 320 milioni di anni fa ed è stato trovato principalmente in ambienti oceanici, ma viveva anche in acqua dolce.
 
Gli antenati degli squali odierni, in ogni caso, apparvero nel corso del Carbonifero. Tra questi si ricordano:
Gli squali moderni comparvero la prima volta circa un centinaio di milioni di anni fa<ref name="RQMS" />. Sono stati ritrovati denti fossilizzati della specie [[Lamniformes]] risalenti al basso [[Cretaceo]]. Una delle famiglie risalenti ad epoche più recenti è invece quella dello [[squalo toro]], gli [[Sphyrnidae]], che risalgono all'[[Eocene]]<ref>{{cita web|url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/rise_modern.htm|titolo= The Rise of Modern Sharks|accesso=28-08-2007|autore=R. Aidan Martin|lingua=en}}</ref>.
Per quanto riguarda lo squalo bianco, il più antico mai ritrovato risale a 60-65 milioni di anni fa, all'epoca dell'[[estinzione]] dei [[dinosauri]]. Nei primi squali bianchi si riscontravano due diverse linee evoluzionistiche: la prima specie presentava denti grossolani e distanziati uno dall'altro e probabilmente ha originato gli attuali grandi squali bianchi; la seconda, tendenzialmente di dimensioni gigantesche, presentava denti molto più fitti. A questo gruppo appartenevano i ''[[Carcharodon megalodon]]'', ormai estinti, dei quali, al pari di molte altre specie di squalo estinte, ci sono pervenuti solamente i denti e qualche [[vertebra]]. Questo squalo raggiungeva lunghezze di 16 metri (per alcuni scienziati addirittura 31 metri, ma le stime sono state fatte in base alle dimensioni dei denti fossili rinvenuti negli anni, e non su un intero scheletro)<ref>{{cita web|http://www.enchantedlearning.com/subjects/sharks/glossary/Megalodon.shtml|Megalodon - Shark Glossary|04-04-2009|lingua=en}}</ref> ed è noto come uno dei più grandi [[pesce|pesci]] [[carnivoro|carnivori]] (non filtratori) di tutti i tempi. È noto che riusciva a dare la caccia alle [[balene]] e ad altri grandi [[mammiferi marini]].
Si crede che le grandi dimensioni degli squali [[predatore|predatori]] come il [[grande squalo bianco]] abbiano una precisa origine evoluzionistica: secondo iricercatori sono state rese possibili dall'estinzione dei dinosauri e dalla conseguente diversificazione dei [[mammifero|mammiferi]]. Infatti, durante lo sviluppo di queste specie alcuni gruppi di mammiferi si stavano convertendo in forma acquatica. Dovunque siano stati ritrovati denti fossili di squali sono state ritrovate anche molte ossa di mammiferi marini (come [[foche]], [[focene]] e [[balene]]). Queste ossa spesso presentavano segni di attacchi provenienti proprio da squali. Tutto ciò lascia intendere che le dimensioni degli squali siano aumentate per tenere testa a quelle sempre maggiori delle nascenti prede<ref>{{cita web|http://www.animalidalmondo.com/squali/gli-squali-animali-pesci-marini/#|Animali dal mondo - Squali|04.04.2009}}</ref>.
 
* gli squatinactidi ([[Squatinactis|Squatinactida]]), col corpo appiattito e ampie pinne pettorali (es. ''[[Squatinactis]]'')
==Comportamento==
* gli xenacantidi (''[[Xenacanthidae|Xenacanthida]]''), simili ad anguille e con una spina sul capo (es. ''[[Xenacanthus]]'')
Degli studi sul comportamento degli squali sono stati avviati solo in anni recenti, a causa della scarsità di informazioni a riguardo in precedenza. Tipicamente si immagina lo squalo come un cacciatore solitario che solca gli oceani alla ricerca di cibo; tutto ciò è vero solo per un limitato numero di specie. La maggior parte degli squali infatti conduce una vita molto più sedentaria e [[benthos|benthica]]. Anche gli squali più sedentari incontrano di tanto in tanto i loro simili per riprodursi o nei più ricchi territori di caccia, che ricercano percorrendo anche migliaia di Km all'anno<ref>{{cita web|url=http://www.guardian.co.uk/science/story/0,3605,1586834,00.html| titolo= Scientists track shark's 12,000 mile round-trip | editore= Guardian Unlimited | accesso=17-09-2006| lingua=en}}</ref>. In questi casi durante le migrazioni gli squali disegnano dei reticoli immaginari anche più complessi di quanto non avvenga per gli uccelli. Alcuni riescono a coprire l'intero basamento oceanico.
* gli ctenacanti ([[Ctenacanthiformes]]), la cui forma del corpo richiama già gli odierni squali (es. ''[[Goodrichthys]]'')
Alcune specie di squalo sono altamente sociali. Non è raro che gruppi di un centinaio di [[Sphyrna lewini|squali martello smerlati]] attraversino il [[Golfo di California]]<ref name="Collins" />. Si possono avere anche delle gerarchie tra specie diverse; durante il pasto gli [[Carcharhinus falciformis|squali setosi]] (''Carcharhinus falciformis'') dimostrano una certa assoggettazione nei confronti degli [[Carcharhinus longimanus|squali longimani]] (''Carcharhinus longimanus'') di pari dimensioni.
* gli ibodonti (''[[Hybodontiformes]]''), dall'aspetto più moderno ma dalle caratteristiche spine di fronte alle pinne dorsali (es. ''[[Hybodus]]'')<ref>{{Cita web |url=http://hoopermuseum.earthsci.carleton.ca/sharks/P2-3.htm |titolo=Xenacanth |lingua=en |accesso=20-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070107033634/http://hoopermuseum.earthsci.carleton.ca/sharks/P2-3.htm |dataarchivio=7 gennaio 2007 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/earliest.htm |titolo=Biology of Sharks and Rays: 'The Earliest Sharks' |lingua=en |accesso=20-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081223011855/http://www.elasmo-research.org/education/evolution/earliest.htm |dataarchivio=23 dicembre 2008 |urlmorto=no}}</ref>.
Quando sono alle strette, alcuni squali mettono in scena un segnale di minaccia per avvisare il branco dell'arrivo del predatore. In genere questi segnali consistono in movimenti natatori esagerati che variano in intensità in base al livello di pericolo<ref>{{cita web| url=http://www.nhm.ac.uk/nature-online/life/reptiles-amphibians-fish/fathomseminar-jaws/session2/no-fish-fathomseminar-jaws-session2.html| titolo=Jaws: The natural history of sharks| editore=[[Natural History Museum]]| accesso=17-09-2006}}</ref>.
 
Quest'ultimo gruppo apparve circa 320 milioni di anni fa ed è stato trovato principalmente in ambienti oceanici, ma viveva anche in acqua dolce.
===Avversione ai delfini===
 
[[Immagine:NMMP dolphin with locator.jpeg|thumb|right|220px|Delfino in volo]]
Gli squali moderni comparvero la prima volta circa un centinaio di milioni di anni fa<ref name="RQMS" />. Sono stati ritrovati ad esempio denti fossilizzati di una specie appartenente ai [[Lamniformes]] risalenti al basso [[Cretaceo]]. Una delle famiglie risalenti a epoche più recenti è invece quella degli squali martello ([[Sphyrnidae]]), che risalgono all'[[Eocene]]<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/rise_modern.htm |titolo=The Rise of Modern Sharks |autore=R. Aidan Martin |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6BS2rXKWC?url=http://www.elasmo-research.org/education/evolution/rise_modern.htm |dataarchivio=16 ottobre 2012 |urlmorto=no}}</ref>. Per quanto riguarda lo squalo bianco, il più antico mai ritrovato risale a 60-65 milioni di anni fa, all'epoca dell'[[estinzione]] dei [[Dinosauria|dinosauri]]. Nei primi squali bianchi si riscontravano due diverse linee evoluzionistiche: la prima specie presentava denti grossolani e distanziati uno dall'altro, e probabilmente ha originato gli attuali grandi squali bianchi; la seconda, tendenzialmente di dimensioni gigantesche, presentava denti molto più fitti. A questo gruppo appartenevano i ''[[Carcharodon megalodon]]'', ormai estinti, dei quali, al pari di molte altre specie di squalo estinte, ci sono pervenuti solamente i denti e qualche [[vertebra]]. Questo squalo raggiungeva lunghezze di 16 metri (per alcuni scienziati addirittura 31 metri, ma le stime sono state fatte in base alle dimensioni dei denti fossili rinvenuti negli anni, e non su un intero scheletro)<ref>{{Cita web |url=http://www.enchantedlearning.com/subjects/sharks/glossary/Megalodon.shtml |titolo=Megalodon - Shark Glossary |lingua=en |accesso=04-04-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201106232539/https://www.enchantedlearning.com/subjects/sharks/glossary/Megalodon.shtml |dataarchivio=6 novembre 2020 |urlmorto=no}}</ref> ed è noto come uno dei più grandi [[pesce|pesci]] [[carnivoro|carnivori]] (non filtratori) di tutti i tempi. È noto che riusciva a dare la caccia alle [[Balena|balene]] e ad altri grandi [[mammiferi marini]].
Si narrano molte storie su [[delfino|delfini]] che avrebbero protetto esseri umani da attacchi di squalo<ref>{{cita news|url=http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo230725.shtml|titolo=Delfini salvano nuotatori da squalo|pubblicazione=[[TGcom]]}}</ref><ref>{{cita web|http://larrestodelcarlino.myblog.it/squali/|Il cerchio della vita|06-04-2009}}</ref>. Questo fenomeno è stato investigato in un episodio di [[Discovery Channel]]'s, [[Adam Savage|MythBusters]], dove un [[grande squalo bianco]] non ha attaccato né un pezzo di carne di foca né un'esca grezza dopo che un delfino meccanico era stato posto nell'acqua insieme a lui. Non ci sono comunque teorie scientifiche a riguardo.
 
Si crede che le grandi dimensioni degli squali [[predazione|predatori]], come anche il grande squalo bianco, abbiano una precisa origine: secondo i ricercatori sono state rese possibili dall'estinzione dei dinosauri e dalla conseguente diversificazione dei [[Mammalia|mammiferi]]<ref>{{Cita web |url=http://www.animalidalmondo.com/squali/gli-squali-animali-pesci-marini/ |titolo=Animali dal mondo - Squali |accesso= 4 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090220110737/http://www.animalidalmondo.com/squali/gli-squali-animali-pesci-marini/ |dataarchivio=20 febbraio 2009 |urlmorto=sì}}</ref>. Infatti, durante lo sviluppo di queste specie di squali, alcuni gruppi di mammiferi si stavano convertendo alla vita acquatica. Sovente quando si rinvengono scheletri fossili di mammiferi marini (come [[Phocidae|foche]], [[delphinidae|delfini]] e [[balaenidae|balene]]) nelle vicinanze si possono trovare anche denti fossili di squali. Queste ossa spesso presentano segni di attacchi provenienti proprio da squali. Ne sono un esempio i resti fossili di ''[[Etruridelphis giulii]]'', un delfino fossile vissuto in toscana circa quattro milioni di anni fa, ritrovati alcuni anni fa nei pressi di [[Pienza]], [[Toscana]]<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Giovanni Bianucci |coautori=Stefano Claudio Vaiani; Simone Casati |anno=2009 |mese=novembre |titolo=A new delphinid record (Odontoceti, Cetacea) from the Early Pliocene of Tuscany (Central Italy): systematics and biostratigraphic considerations |rivista=Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie - Abhandlungen |volume=254 |numero=3 |pp=275-292 |accesso=25 gennaio 2010 |abstract=x |doi=10.1127/0077-7749/2009/0018 |url=http://www.ingentaconnect.com/content/schweiz/njbgeol/2009/00000254/00000003/art00002 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121111100124/http://www.ingentaconnect.com/content/schweiz/njbgeol/2009/00000254/00000003/art00002 |dataarchivio=11 novembre 2012 |urlmorto=no|issn = 0077-7749}}</ref><ref>Leggi il racconto del ritrovamento e dello scavo [http://www.gamps.it/articles.asp?id=6 effettuato dai ricercatori del GAMPS] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100123012621/http://www.gamps.it/articles.asp?id=6 |data=23 gennaio 2010 }}.</ref>. Tutto ciò lascia intendere che l'evoluzione degli squali li abbia portati ad aumentare le loro dimensioni per meglio adeguarsi a quelle sempre maggiori delle nuove prede.
===Alimentazione===
 
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Tutti gli squali sono [[carnivori]], alcuni come lo [[squalo balena]] sono filtratori, altri come il [[grande squalo bianco]] mangiano pesce o addirittura [[mammiferi marini]], altri ancora che vivono sui fondali si nutrono di [[molluschi]] e [[crostacei]]. È questo il caso dello [[Stegostoma fasciatum|squalo zebra]] (''Stegostoma fasciatum'').
File:Hybodus fraasi (fossil).jpg|''[[Hybodontiformes]]''
File:Stethacanthus BW.jpg|''[[Stethacanthus]]''
File:Orodus_sp1DB.jpg|''[[Orodus]]''
File:Belantsea montana.JPG|''[[Belantsea montana]]''
</gallery>
 
===Habitat= Comportamento ==
[[File:School of Hammerhead sharks.jpg|miniatura|Banco di squali martello smerlati (''[[Sphyrna lewini]]'')]]
Si trovano squali su tutto il globo, da Nord a Sud in tutti i mari. Vivono generalmente in [[acqua di mare]], ma sono note le eccezioni dello [[squalo dello Zambesi]] e dei cosiddetti squali di fiume (le sei specie del genere ''[[Glyphis]]'' dei [[Carcharhinidae]]) che possono vivere sia in acqua salata che in acqua dolce. Sono comuni fino a [[profondità (liquidi)|profondità]] di 2000 metri ed alcune specie vivono anche al di sotto si questa soglia. Un rapporto del 10 dicembre 2006 del gruppo [[Census of Marine Life]] (COML) rivela tuttavia come il 70% delle acque oceaniche siano prive di squali. Queste ricerche hanno messo in evidenza anche il fatto che gli squali sono praticamente assenti nelle acque a profondità inferiore ai 3000 metri. Questa loro abitudine li espone ancora più facilmente ai pericoli derivanti dalla pesca<ref>{{cita web|url=http://www.coml.org/medres/highlights2006/CoML_Highlights_2006_News_Release_Public.pdf |titolo=Extreme Life, Marine Style, Highlights 2006 Ocean Census|editore=coml.org|accesso = 10-12-2006|lingua=en}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |cognome=Priede|nome= I. G.|coautori= Froese R., Bailey D. M., ''et al'' |titolo=The absence of sharks from abyssal regions of the world's oceans |rivista=Proceedings. Biological sciences / the Royal Society |volume=273 |numero=1592 |pagine=1435–1441 |anno=2006 |mese=June |pmid=16777734 |pmc=1560292 |doi=10.1098/rspb.2005.3461 |url=http://journals.royalsociety.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098/rspb.2005.3461|lingua=inglese}}</ref>. Lo squalo rinvenuto alla profondità maggiore di sempre è stato comunque un ''[[Centroscymnus coelolepis]]'' a 3700 metri<ref>{{cita web|url=http://www.coml.org/medres/highlights2006/CoML_Highlights_2006_News_Release_Public.pdf |formato=PDF|titolo=Extreme Life, Marine Style, Highlights 2006 Ocean Census|publisher=coml.org|accesso = 10-12-2006|lingua=en}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|cognome=Priede|nome=I. G.|coautori= Froese R., Bailey D. M., ''et al''|titolo=The absence of sharks from abyssal regions of the world's oceans |rivista=Proceedings. Biological sciences / the Royal Society |volume=273 |numero=1592 |pagine=1435–1441 |anno=2006 |mese=Giugno |id= PMID 16777734 |pmc=1560292 |doi=10.1098/rspb.2005.3461 |url=http://journals.royalsociety.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098/rspb.2005.3461}}</ref>.
 
Studi sul comportamento degli squali sono stati avviati solo in anni recenti, a causa della scarsità di informazioni al riguardo in precedenza. Tipicamente si immagina lo squalo come un cacciatore solitario che solca gli oceani alla ricerca di cibo, ma tutto ciò è vero solo per un limitato numero di specie. La maggior parte degli squali infatti conduce una vita molto più sedentaria e [[benthos|bentonica]]. Anche gli squali più sedentari incontrano comunque di tanto in tanto i loro simili per [[riproduzione|riprodursi]] o nei più ricchi territori di caccia, che ricercano percorrendo anche migliaia di chilometri all'anno<ref>{{Cita web |url=http://www.guardian.co.uk/science/story/0,3605,1586834,00.html |titolo=Scientists track shark's 12,000 mile round-trip |editore=Guardian Unlimited |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210422150622/https://www.theguardian.com/environment/2005/oct/07/science.conservationandendangeredspecies |dataarchivio=22 aprile 2021 |urlmorto=no}}</ref>. In questi casi durante le migrazioni gli squali disegnano dei reticoli immaginari ancora più complessi di quanto non avvenga per gli [[Aves|uccelli]].
===Intelligenza===
[[Immagine:Hammerhead shark.jpg|right|thumb|220px|[[Squalo martello]]]]
A dispetto del mito comune secondo il quale gli squali sono guidati solo dall'istinto e dai bisogni alimentari, secondo studi recenti molte specie dimostrano forti capacità nel risolvere problemi, complessità nei rapporti sociali e curiosità. Il rapporto tra le masse di corpo e cervello negli squali è simile a quello dei mammiferi e delle altre specie vertebrate più avanzate<ref>{{cita web|url=http://www.bbc.co.uk/nature/animals/features/287feature1.shtml|titolo=Smart sharks|editore=BBC - Science and nature|accesso=07-08-2006|lingua=en}}</ref>.
Nel 1987 ad esempio, presso la Baia di Smitswinkle in [[Sudafrica]], un gruppo di 7 grandi squali bianchi ha collaborato per traspostare verso acque profonde un cadavere parzialmente spiaggiato di balena, in modo da potersene cibare<ref>{{cita web|url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/intelligence.htm|titolo=Is the White Shark Intelligent|editore=ReefQuest Centre for Shark Research|accesso= 07-08-2006|lingua=en}}</ref>.
Si sa anche che gli squali intraprendono attività giocose, come si osserva anche nei [[cetacei]] e nei [[primati]]. Esemplari di [[smeriglio]] in particolare, sono stati osservati mentre si avvolgevano ripetutamente con delle alghe e mentre si inseguivano l'un l'altro tenendosi ad una certa distanza<ref>{{cita web|url=http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/l_nasus.htm|titolo=Biology of the Porbeagle|editore=ReefQuest Centre for Shark Research|accesso=07-08-2006|lingua=en}}</ref>.
 
Alcune specie riescono nel corso di una vita a coprire l'intero basamento oceanico. Dicevamo che alcune specie di squalo sono altamente sociali. Ad esempio non è raro osservare gruppi di un centinaio di squali martello smerlati (''[[Sphyrna lewini]]'') che attraversano il [[golfo di California]] insieme<ref name="Collins" />. Si possono avere anche delle gerarchie tra specie diverse, come nel caso degli squali setosi (''[[Carcharhinus falciformis]]''), che durante il pasto dimostrano una certa soggezione nei confronti degli squali longimani (''[[Carcharhinus longimanus]]'') di pari dimensioni. Quando sono alle strette, alcuni squali (in particolare questo comportamento si osserva nei [[Carcharhinidae]]) mettono in scena un segnale di minaccia per avvisare il branco dell'arrivo del predatore. In genere questi segnali consistono in movimenti natatori esagerati che variano in intensità in base al livello di pericolo<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/topics/b_agonism.htm |titolo=Requiem Threats: agonistic displays in the Grey Reef and other sharks |editore=[[Natural History Museum]] |lingua=en |accesso=22 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090425111610/http://www.elasmo-research.org/education/topics/b_agonism.htm |dataarchivio=25 aprile 2009 |urlmorto=no}}</ref>.
===Sonno negli squali===
Non è molto chiaro in che posizione dormano gli squali. Alcune specie giacciono sul fondo marino continuando a pompare attivamente acqua attraverso le branchie e controllando con gli occhi aperti la situazione circostante. Durante il riposo questi squali aspirano l'acqua attraverso le narici, ma attraverso delle aperture poste vicino all'occhio, chiamate "spiracles" (sfiatatoi, ma non nel senso dei cetacei). Se così non fosse, appoggiati al fondo dell'oceano, aspirerebbero più sabbia che acqua. Molti scienziati credono che la presenza degli "spiracles" negli squali sia in parte dovuta proprio a quasto motivo.
Negli [[Spinarolo|spinaroli]], il [[midollo spinale]], e non il [[cervello]], coordina la nuotata. Questa particolarità permette a questa specie di continuare a muoversi durante il sonno.
Si verifica anche che il sonno degli squali assomigli a quello dei [[delfino|delfini]]<ref>{{cita web|url=http://www.elasmo-research.org/education/topics/b_sleep.htm|titolo=How Do Sharks Swim When Asleep?|editore=ReefQuest Centre for Shark Research|accesso=07-08-2006|lingua=en}}</ref>. In questo caso solo metà alla volta del cervello riposa, mentre la seconda metà garantisce una parte di [[Stato di coscienza|coscienza]].
 
===Squali inAlimentazione cattività===
Tutti gli squali sono [[carnivoro|carnivori]], alcuni come lo [[Rhincodon typus|squalo balena]] sono filtratori, altri come il grande squalo bianco divorano grossi pesci o addirittura [[mammiferi marini]], altri ancora che vivono sui fondali si nutrono di [[Mollusca|molluschi]] e [[Crustacea|crostacei]]. È questo il caso dello squalo zebra (''[[Stegostoma fasciatum]]'').
[[Immagine:Male whale shark at Georgia Aquarium.jpg|thumb|right|220px|Uno [[squalo balena]] nel [[Georgia Aquarium]].]]
 
=== Habitat ===
[[Immagine:Okinawa Churaumi Aquarium.jpg|left|thumb|220px|Vasca degli squali nell'acquario di [[Okinawa]].]]
Si trovano squali su tutto il globo, da nord a sud in tutti gli oceani e i mari principali. Vivono generalmente in [[acqua di mare]], ma sono note le eccezioni dello [[Carcharhinus leucas|squalo dello Zambesi]] e dei cosiddetti squali di fiume (le sei specie del genere ''[[Glyphis]]'' dei [[Carcharhinidae]]) che possono vivere sia in acqua salata sia in acqua dolce. Sono comuni fino alla [[profondità (liquidi)|profondità]] di 2&nbsp;000 metri e alcune specie vivono anche al di sotto di questa soglia. Un rapporto del 10 dicembre 2006 del gruppo [[Census of Marine Life]] (COML) rivela tuttavia come il 70% delle acque oceaniche nella loro accezione volumetrica siano prive di squali. Queste ricerche hanno messo in evidenza anche il fatto che gli squali sono praticamente assenti nelle acque a profondità superiori ai 3&nbsp;000 metri, e questa loro abitudine li espone ancora più facilmente ai pericoli derivanti dalla pesca<ref name="priede">{{Cita |Priede, Froese, Bailey||priede}}.</ref>. Lo squalo rinvenuto alla profondità maggiore di sempre è stato comunque un ''[[Centroscymnus coelolepis]]'' osservato a 3&nbsp;700 metri<ref name="priede" /><ref>{{Cita web |url=http://www.coml.org/medres/highlights2006/CoML_Highlights_2006_News_Release_Public.pdf |titolo=Extreme Life, Marine Style, Highlights 2006 Ocean Census |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080912070048/http://www.coml.org/medres/highlights2006/CoML_Highlights_2006_News_Release_Public.pdf |dataarchivio=12 settembre 2008 |urlmorto=sì}}</ref>.
 
=== Intelligenza ===
Fino a poco tempo fa soltanto poche specie di squalo sopravvivevano alla cattività in acquari pubblici fino ad un anno o più: squali nutrice, squali leopardo, [[Squalo limone|squali limone]] e [[Scyliorhinidae|squali gatto]]. Tutto ciò diede adito alla credenza secondo la quale gli squali oltre ad essere difficili da catturare e trasportare, fossero difficili da allevare. In seguito una più vasta conoscenza sugli squali ha permesso di tenere queste ed altre specie (come il grande squalo pelagico) per molto più tempo negli acquari. Allo stesso tempo, le tecniche di trasporto sono migliorate e oggi consentono il trasferimento di squali anche attraverso lunghe distanze<ref>{{cita web |url=http://www.mcss.sc/MCNEWS/mcn_v3_1_art3.htm|titolo=Whale Sharks in Captivity |accesso=13-09-2006|lingua=en}}</ref>.
[[File:Hammerhead shark.jpg|miniatura|[[Sphyrnidae|Squalo martello]]]]
 
A dispetto del mito comune secondo il quale gli squali sono guidati solo dall'[[istinto]] e dai bisogni alimentari, secondo studi recenti molte specie dimostrano forti capacità nel [[problem solving|risolvere problemi]], complessità nei [[Branco|rapporti sociali]] e curiosità. Inoltre il rapporto tra le masse di corpo e cervello negli squali è simile a quello dei mammiferi e delle altre specie vertebrate più avanzate, e inferiore a quello dell'uomo<ref>{{Cita web |url=http://www.sharks-world.com/how_big_is_the_shark_brain.html |titolo=How Big Is The Shark Brain? |lingua=en |accesso=22 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090124150608/http://www.sharks-world.com/how_big_is_the_shark_brain.html |dataarchivio=24 gennaio 2009 |urlmorto=sì}}</ref>. Nel 1987 ad esempio, presso la baia di Smitswinkle in [[Sudafrica]], un gruppo di sette grandi squali bianchi ha collaborato per trasportare verso acque profonde una [[Carogna|carcassa]] parzialmente [[Cetacea#Spiaggiamenti|spiaggiata]] di balena (in particolare si trattava di una ''[[Caperea marginata]]''), in modo da potersene cibare<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/intelligence.htm |titolo=Is the White Shark Intelligent |editore=ReefQuest Centre for Shark Research |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/64w8jAgyu?url=http://www.elasmo-research.org/education/white_shark/intelligence.htm |dataarchivio=24 gennaio 2012 |urlmorto=no}}</ref>. Si sa anche che gli squali intraprendono attività giocose, come si osserva anche nei [[cetacea|cetacei]] e nei [[Primates|primati]]. Esemplari di [[Lamna nasus|smeriglio]] in particolare, sono stati osservati mentre si avvolgevano ripetutamente con delle alghe e mentre si inseguivano l'un l'altro tenendosi a una certa distanza<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/l_nasus.htm |titolo=Biology of the Porbeagle |editore=ReefQuest Centre for Shark Research |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6EVXVJlTw?url=http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/l_nasus.htm |dataarchivio=17 febbraio 2013 |urlmorto=no}}</ref>.
Fino al [[settembre]] [[2004]] l'unica specie che non era mai stata efficacemente tenuta in cattività era il grande squalo bianco, tuttavia in quella data l'Acquario della Baia di Monterey riuscì a detenere una giovane [[Femmina (biologia)|femmina]] di questa specie per 198 giorni prima di rimetterla in libertà<ref>{{cita web|http://www.montereybayaquarium.org/cr/whiteshark.asp|Monterey Bay Aquarium: Conservation and Research|04-04-2009|lingua=en}}</ref>.
 
=== Sonno negli squali ===
In Italia gli squali si possono osservare negli acquari di [[Genova]], [[Cattolica (RN)|Cattolica]], [[Napoli]], [[Milano]], [[Trieste]], [[Bari]], sovente sono esposte le specie bentoniche mediterranee.
Non è molto chiaro in che posizione [[sonno|dormano]] gli squali. Alcune specie giacciono sul fondo marino continuando a pompare attivamente acqua attraverso le branchie e controllando con gli occhi aperti la situazione circostante. Durante il riposo questi squali aspirano l'acqua non attraverso le [[Naso|narici]], ma attraverso delle aperture poste vicino all'occhio, chiamate "spiracles" (o sfiatatoi, ma non nel senso dei cetacei). Se così non fosse, appoggiati al fondo dell'oceano, aspirerebbero più sabbia che acqua. Molti scienziati credono che la presenza degli sfiatatoi negli squali sia principalmente dovuta proprio a questo motivo. Negli [[Squalus acanthias|spinaroli]] invece, il [[midollo spinale]], e non il [[cervello]], coordina la nuotata. Questa particolarità permette a questa specie di continuare a muoversi anche durante il sonno. Si verifica anche che il sonno degli squali assomigli a quello dei [[delfino|delfini]]<ref>{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/topics/b_sleep.htm |titolo=How Do Sharks Swim When Asleep? |editore=ReefQuest Centre for Shark Research |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/64w8k5SxX?url=http://www.elasmo-research.org/education/topics/b_sleep.htm |dataarchivio=24 gennaio 2012 |urlmorto=no}}</ref>. In questo caso solo una parte del cervello riposa, mentre la seconda parte garantisce in parte uno [[stato di coscienza]].
Per le specie esotiche c'è un'eposizione a [[Jesolo]], in provincia di [[Venezia]], che è aperta solo nei mesi estivi.
 
=== Attacchi di squalo ===
{{vedi anche|Attacco di squalo}}
 
Innanzitutto è necessario distinguere tra attacchi provocati e non provocati. Si definisce ''attacco di squalo non provocato'' un incidente nel quale l'animale all'interno del suo [[habitat]] naturale attacchi un uomo ancora in vita senza essere stato in precedenza provocato. Tutti gli episodi che si verificano in [[acquario (museo vivente)|acquari pubblici]] o in [[laboratorio|centri di ricerca]], gli attacchi a persone già morte (episodi classificati sotto il nome di ''sciacallaggio'', in particolare ai danni di vittime di [[annegamento]]), gli attacchi contro [[imbarcazione|imbarcazioni]] e inoltre tutti quegli attacchi che avvengono dentro o fuori dall'acqua e che siano in qualche modo risposte all'atteggiamento umano, sono invece classificati come ''attacchi provocati''. In genere questi ultimi si verificano quando incauti [[Sommozzatore|sommozzatori]] entrano in contatto per primi col pesce, quando dei [[pesca (attività)|pescatori]] tolgono uno squalo dalla [[rete da pesca|rete]], e infine quando gli allevatori nei centri pubblici li nutrono<ref name="ISAF07">{{Cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/2007attacksummary.htm |titolo=ISAF 2007 Worldwide Shark Attack Summary |lingua=en |accesso=09-10-2009 |http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/2007attacksummary.htm |ISAF 2007 Worldwide Shark Attack Summary |09-10-2009}}</ref>.
[[Immagine:Snorkeler with blacktip reef shark.jpg|thumb|right|220px|Uno snorkeler con uno [[Carcharhinus melanopterus|squalo pinna nera del Reef]] ("Carcharhinus melanopterus"). In rare occasioni, specialmente in caso di bassa visibilità, questa specie di squalo può mordere l'uomo, scambiandolo per una preda. Normalmente sono invece timidi ed indifesi.]]
[[Immagine:Jaws ride Universal Studios.jpg|right|thumb|220px|Riproduzione del porto dell'isola di Amity (da ''[[Lo squalo]]'') allo [[Universal Studios]].]]
 
Nel 2006 ad esempio l'[[International Shark Attack File]] (ISAF) ha intrapreso un'indagine riguardo a novantasei presunti attacchi di squalo non provocati, identificando sedici di essi come attacchi provocati dall'uomo e sessantadue come attacchi realmente non provocati<ref name="ISAF06">{{Cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/2006attacksummary.htm |titolo=Worldwide shark attack summary |editore=[[International Shark Attack File]] |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070818045339/http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/2006attacksummary.htm |dataarchivio=18 agosto 2007 |urlmorto=no}}</ref>. Nel 2007 invece, i quarantuno potenziali attacchi di squalo non provocati registrati e poi negati includevano venti attacchi provocati, due casi di [[disastro aereo]], cinque casi di attacchi a imbarcazioni, quattro archiviati per l'accertamento di una causa di morte diversa e dieci casi dove le informazioni erano addirittura insufficienti a capire se degli squali fossero coinvolti. Non si è accertato nessun episodio di sciacallaggio<ref name="ISAF07" />. Sempre l'ISAF ha stimato, per il periodo che va dal 2001 al 2006, un numero medio di morti all'anno dovute ad attacchi di squalo non provocati pari a 4,3<ref name="ISAF06" />.
 
Negli ultimi vent'anni vi è stata una media (a livello mondiale) di 5-6 attacchi mortali all'anno ai danni di [[Homo sapiens sapiens|esseri umani]], con picchi di undici morti l'anno nel 1993 e nel 2000<ref name="ISAFstats">{{Cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/statsw.htm |titolo=International Shark Attack File, Statistics |lingua=en |accesso=07.04.2009 |http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/statsw.htm |International Shark Attack File, Statistics |07.04.2009}}</ref>. Queste statistiche non tengono conto di incidenti che si verificano in acque territoriali di [[paesi in via di sviluppo]], quindi la stima potrebbe essere inferiore alla realtà.
Innanzitutto è necessario distinguere tra attacchi provocati e non provocati. Si definisce ''attacco di squalo non provocato'' un incidente nel quale l'animale all'interno del suo [[habitat]] naturale attacchi un uomo ancora in vita senza essere stato in precedenza provocato. Tutti gli episodi che si verificano in [[acquario (museo vivente)|acquari pubblici]] o in [[laboratorio|centri di ricerca]], gli attacchi a persone già morte (episodi calssificati sotto il nome di ''sciacallaggio'', in particolare ai danni di vittime di [[annegamento]]), gli attacchi contro [[imbarcazione|imbarcazioni]] ed inoltre tutti quegli attacchi che avvengono dentro o fuori dall'acqua e che siano in qualche modo risposte all'atteggiamento umano, sono invece classificati come ''attacchi provocati''. In genere questi ultimi si verificano quando incauti [[sommozzatori]] entrano in contatto per primi con il pesce, quando dei [[pescatore|pescatori]] tolgono uno squalo dalla [[rete da pesca|rete]], ed infine quando gli allevatori nei centri pubblici li nutrono<ref name=ISAF07>{{en}}{{cita web|http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/2007attacksummary.htm|ISAF 2007 Worldwide Shark Attack Summary|09-10-2009}}</ref>.
Nel [[2006]] ad esempio l'[[International Shark Attack File]] (ISAF) ha intrapreso un'indagine riguardo a 96 presunti attacchi di squalo, identificando 16 di essi come attacchi provocati dall'uomo e 62 come attacchi non provocati<ref name=ISAF06>{{cita web | url = http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/2006attacksummary.htm | titolo = Worldwide shark attack summary | editore = [[International Shark Attack File]] | accesso = 28-08-2008}}</ref>.
Nel [[2007]] invece, i 41 potenziali attacchi di squalo non provocati registrati includevano venti attacchi provocati, due casi di [[disastro aereo]], cinque casi di attacchi ad imbarcazioni, quattro archiviati per l'accertamento di una causa di morte diversa e dieci casi dove le informazioni erano addirittura insufficienti a capire se degli squali fossero coinvolti. Non si è accertato nessun episodio di sciacallaggio<ref name=ISAF07/>.
Sempre l'ISAF ha stimato, per il periodo che va dal [[2001]] al 2006, un numero medio di morti all'anno dovute ad attacchi di squalo non provocati pari a 4,3<ref name=ISAF06/>.
 
Contrariamente a quanto non si creda, gli squali pericolosi per l'uomo sono pochi. Tra le circa 500 specie conosciute, solo quattro sono state coinvolte in un numero significativo di attacchi fatali e non provocati: il grande squalo bianco (''[[Carcharodon carcharias]]''), lo squalo longimanus (''[[Carcharhinus longimanus]]''), lo squalo tigre (''[[Galeocerdo cuvier]]'') e lo squalo dello Zambesi (''[[Carcharhinus leucas]]'')<ref name="isaf">{{Cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/species2.htm |titolo=Statistics on Attacking Species of Shark |editore=ISAF |lingua=en |accesso=2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120831053906/http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/species2.htm |dataarchivio=31 agosto 2012 |urlmorto=no}}</ref><ref name="reefquest">{{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/carcharhinidae.htm |titolo=Biology of sharks and rays |editore=ReefQuest Centre for Shark Research |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060206201309/http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/carcharhinidae.htm |dataarchivio=6 febbraio 2006 |urlmorto=no}}</ref>. Questi squali, essendo [[predazione|predatori]] di grandi dimensioni e molto potenti, possono a volte attaccare e uccidere degli uomini, ma va ricordato che tutte e quattro le specie sono state oggetto di studio nel corso di immersioni senza l'ausilio di gabbie protettive<ref>{{Cita news |lingua=en |autore=Curtis Lum |url=http://the.honoluluadvertiser.com/article/2005/Dec/31/ln/FP512310330.html |titolo=Great white shark spotted off Hale'iwa |pubblicazione=The Honolulu Advertiser |accesso=25 giugno 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080512090949/http://the.honoluluadvertiser.com/article/2005/Dec/31/ln/FP512310330.html |dataarchivio=12 maggio 2008 |urlmorto=no |giorno=31 |mese=12 |anno=2005}} (include immagini di sub che nuotano accanto ad un ''[[grande squalo bianco]]'')</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.scuba2.asn.au/_documents/squalo.pdf |titolo=Sharks, divers and squalophobia |lingua=en |accesso=22 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080719072039/http://www.scuba2.asn.au/_documents/Squalo.pdf |dataarchivio=19 luglio 2008 |urlmorto=sì}} ([[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]] e [[Carcharhinus leucas|squalo dello Zambesi]])</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.associatedcontent.com/article/335331/michael_rutzen_sharkman.html |titolo=Michael Rutzen - Sharkman! |lingua=en |accesso=22 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080519105442/http://www.associatedcontent.com/article/335331/michael_rutzen_sharkman.html |dataarchivio=19 maggio 2008 |urlmorto=sì}} (Michael Rutzen fotografato mentre ''cavalca'' un ''[[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]]'')</ref>.
Negli ultimi vent'anni vi è stata una media (a livello mondiale) di 5-6 attacchi mortali all'anno ai danni di [[Homo sapiens sapiens|esseri umani]], con picchi di 11 morti l'anno nel 1993 e nel 2000<ref name=ISAFstats>{{en}}{{cita web|http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/statsw.htm|International Shark Attack File, Statistics|07.04.2009}}</ref>. Queste statistiche non tengono conto di incidenti che si verificano in acque territoriali di [[paesi in via di sviluppo]], quindi la stima potrebbe essere inferiore alla realtà.
 
Altri studi hanno stimato che il dodici per cento degli attacchi sia opera del grande squalo bianco. In tutto ventisette specie diverse hanno per certo attaccato uomini o [[imbarcazione|barche]]. Inoltre, circa quaranta specie sono classificate come potenzialmente pericolose e tutte le altre sono considerate innocue. I dodici squali più pericolosi in assoluto sono, oltre alle quattro specie già citate, lo squalo mako (''[[Isurus oxyrinchus]]''), lo squalo ramato (''[[Carcharhinus brachyurus]]''), lo squalo bruno (''[[Carcharhinus obscurus]]''), lo squalo martello maggiore (''[[Sphyrna mokarran]]''), la verdesca (''[[Prionace glauca]]''), lo squalo grigio di scogliera (''[[Carcharhinus amblyrhynchos]]''), lo squalo toro (''[[Carcharias taurus]]'') e lo squalo limone (''[[Negaprion brevirostris]]'')<ref name="Sharkacademy" />.
[[Immagine:PhiladelphiaInquirerJuly151916.gif|left|thumb|220px|Il [[Philadelphia Inquirer]] riporta la notizia della cattura di uno squalo dalle coste del [[Attacco di squalo del Jersey Shore del 1916|Jersey Shore]] dopo gli attacchi.]]
[[Immagine:USS Indianapolis-survivors on Guam.jpg|left|thumb|220px|I sopravvissuti della ''[[USS Indianapolis (CA-35)|Indianapolis]]'' a [[Guam]]]]
 
La percezione degli squali come animali pericolosi si è diffusa grazie all'enorme risalto mediatico ricevuto da qualche isolato attacco non provocato, come il celebre [[Attacco di squalo del Jersey Shore del 1916|attacco del Jersey Shore del 1916]], e attraverso [[Fiction|finzioni cinematografiche]], come la fortunata serie de ''[[Lo squalo (franchise)|Lo squalo]]''. A seguito di questi episodi e dell'uscita di film in cui gli squali sono stati presentati come veri e propri "mostri" si è diffusa una particolare [[fobia]] chiamata "[[selacofobia]]", proprio a indicare il terrore per gli squali. A questo proposito va ricordato che lo stesso inventore de ''Lo squalo'', [[Peter Benchley]], si è dedicato in seguito per diversi anni al tentativo di cancellare l'immagine dello squalo come mostro assassino.<ref>{{Cita web |url=http://www.peterbenchley.com/JawsToday.htm |titolo=Benchley Wouldn't Write Same ‘Jaws’ Today |autore=David Bauder |sito=Peter Benchley Website |lingua=en |accesso=6 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091126102602/http://www.peterbenchley.com/JawsToday.htm |dataarchivio=26 novembre 2009 |urlmorto=sì}}</ref>.
Contrariamente a quanto non si creda, gli squali pericolosi per l'uomo sono pochi. Tra le circa 500 specie conosciute, solo quattro sono state coinvolte in un numero significativo di attacchi fatali e non provocati: il [[grande squalo bianco]] (''Carcharodon carcharias''), lo [[Carcharhinus longimanus|squalo longimanus]] (''Carcharhinus longimanus''), lo [[squalo tigre]] (''Galeocerdo cuvier'') e lo [[Carcharhinus leucas|squalo dello Zambesi]] (''Carcharhinus leucas'')<ref name="isaf">{{cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/species2.htm|titolo=Statistics on Attacking Species of Shark|editore=ISAF|accesso=12-09-2006}}</ref>
<ref name="reefquest">{{cita web |http://www.elasmo-research.org/education/shark_profiles/carcharhinidae.htm|Biology of sharks and rays|21.11.2007~editore=ReefQuest Centre for Shark Research}}</ref>.
Questi squali, essendo [[predatori]] di grandi dimensioni e molto potenti, possono a volte attaccare ed uccidere degli uomini, ma va ricordato che tutte e 4 le specie sono state filmate in mare aperto, senza l'utilizzo di gabbie protettive<ref>{{cita news|url=http://www.honoluluadvertiser.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20051231/NEWS11/512310330/1001/NEWS |titolo=Great white shark spotted off Hale'iwa|pubblicazione=Hawaiian newspaper article|accesso=12-09-2006}} (con fotografie di sommozzatori vicini ad un grande squalo bianco senza gabbie)</ref>.
 
{{Vedi anche|USS_Indianapolis_(CA-35)#Affondamento{{!}}Affondamento della ''Indianapolis''}}
Altri studi hanno stimato che il dodici per cento degli attacchi sia opera del grande squalo bianco. In tutto 27 specie diverse hanno per certo attaccato uomini o [[imbarcazione|barche]]. Circa quaranta specie sono classificate come potenzialmente pericolose e le altre come innocue. I dodici squali più pericolosi sono considerati, oltre alle quattro specie già citate, lo [[Isurus oxyrinchus|squalo mako]] (''Isurus oxyrinchus''), lo [[Carcharhinus brachyurus|squalo ramato]] (''Carcharhinus brachyurus''), lo [[Carcharhinus obscurus|squalo bruno]] (''Carcharhinus obscurus''), lo [[Sphyrna mokarran|squalo martello maggiore]] (''Sphyrna mokarran''), la [[Prionace glauca|verdesca]] (''Prionace glauca''), lo [[Carcharhinus amblyrhynchos|squalo grigio di scogliera]] (''Carcharhinus amblyrhynchos''), lo [[Carcharias taurus|squalo toro]] (''Carcharias taurus'') e lo [[Negaprion brevirostris|squalo limone]] (''Negaprion brevirostris'')<ref name=Sharkacademy/>.
 
Un altro episodio di attacchi di squalo passato alla storia si verificò durante l'affondamento dell'[[incrociatore]] [[statunitense]] [[USS Indianapolis (CA-35)|USS ''Indianapolis'']] durante la [[seconda guerra mondiale]]. La nave da guerra venne affondata dal [[sommergibile]] [[giappone]]se ''[[I-58]]'' il 30 luglio 1945. Circa 300 dei {{formatnum:1196}} uomini dell'equipaggio morirono durante l'attacco giapponese. Degli 800 rimasti, solo 317 sopravvissero alla combinazione di [[fame]], [[disidratazione]], [[desquamazione]] causata dall'[[acqua di mare|acqua salata]], e soprattutto attacchi di squalo. Sembra che i maggiori responsabili degli attacchi siano stati i ''[[Carcharhinus longimanus]]''. La Indianapolis, sia per motivi di sicurezza (la sua missione consisteva nel ritorno alla base dopo la consegna dell'[[bomba atomica|ordigno nucleare]] che poi sarebbe esploso su [[Hiroshima]]), sia per l'imprevedibilità degli attacchi [[Impero giapponese|giapponesi]], non riuscì a comunicare a terra con un messaggio d'allarme la propria posizione e i [[Naufrago|naufraghi]] non vennero rinvenuti che il 2 agosto, in modo del tutto casuale, da Wilber Gwinn e Warren Colwell, rispettivamente pilota e copilota di un volo di [[ricognizione]] di ''routine''<ref name="proceedings">{{Cita |Marks |pp. 48-40|marks}}.</ref>.
La percezione degli squali come animali pericolosi si è diffusa grazie all'enorme risalto mediatico ricevuto da qualche isolato attacco non provocato, come il celebre [[Attacco di squalo del Jersey Shore del 1916]], ed attraverso finzioni cinematografiche, come la fortunata serie de "[[Lo squalo]]". A questo proposito va ricordato che lo stesso inventore de "Lo squalo", [[Peter Benchley]], si è dedicato in seguito per diversi anni al tentativo di cancellare l'immagine dello squalo come mostro mangiatore di uomini<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.peterbenchley.com/JawsToday.htm|titolo=Benchley Wouldn’t Write Same ‘Jaws’ Today|opera=Peter Benchley Website|accesso=06-04-2009|autore=David Bauder}}</ref>.
 
Interessante notare come si siano verificati degli episodi in cui delle persone si sono salvate da attacchi di squali colpendoli sul muso<ref>{{Cita news |url=http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_12/squali_australia_5ce7f38e-e09c-11dd-8e7f-00144f02aabc.shtml |titolo=Si salva da uno squalo con un pugno |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |accesso=9 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111203021427/http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_12/squali_australia_5ce7f38e-e09c-11dd-8e7f-00144f02aabc.shtml |dataarchivio=3 dicembre 2011 |urlmorto=no |giorno=12 |mese=01 |anno=2009}}</ref> che, come accennato nella sezione [[#Respirazione e circolazione|respirazione e circolazione]], sembra essere il punto debole di diverse specie.
{{main|USS_Indianapolis_(CA-35)#Affondamento{{!}}Affondamento della ''Indianapolis''}}
 
L'ultimo attacco mortale registrato in [[Italia]] risale infine al 2 febbraio del 1989 e si è verificato presso il [[golfo di Baratti]], presso [[Piombino]], in [[provincia di Livorno]]<ref name="Giudici">{{Cita libro |nome=Antonio |cognome=Giudici |titolo=Squali del Mediterraneo |anno=1989 |editore=Atlantis |ISBN=88-85145-00-0 |coautori=Fabio Fino}}</ref>.
Un altro episodio di attacchi di squalo passato alla storia si verificò durante l'affondamento della corazzata [[Stati Uniti|americana]] [[USS Indianapolis (CA-35)]] durante la [[Seconda Guerra Mondiale]]. La nave da guerra venne affondata dal [[sommergibile]] [[Giappone|giapponese]] ''I-58 (2)'' il [[28 luglio]] [[1945]]. Circa 300 dei 1196 uomini a bordo morirono durante l'attacco giapponese. Degli 800 rimasti, solo 317 sopravvissero alla combinazione di [[fame]], [[disidratazione]], [[dermoesfoliazione]] causata dall'[[acqua di mare|acqua salata]], e soprattutto attacchi di squalo. Sembra che i maggiori responsabili degli attacchi siano stati i ''[[Carcharhinus longimanus]]''. La missione della Indianapolis (che consisteva nel ritorno alla base dopo la consegna dell'[[bomba atomica|ordigno nucleare]] che poi sarebbe esploso su [[Hiroshima]]) sia per motivi di sicurezza, che per l'imprevedibilità degli attacchi [[giappone]]si, non riuscì a comunicare a terra con un messaggio d'allarme la propria posizione e i naufraghi non vennero rinvenuti che il [[2 agosto]], in modo del tutto casuale, da Wilber Gwinn e Warren Colwell, rispettivamente pilota e copilota di un volo di [[ricognizione]] di ''routine''<ref name="proceedings">Marks(April 1981)pp.48-50</ref>.
 
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Interessante notare come si siano verificati degli episodi in cui delle persone si sono salvate da attacchi di squali colpendoli sul muso<ref>{{Cita news|url = http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_12/squali_australia_5ce7f38e-e09c-11dd-8e7f-00144f02aabc.shtml|titolo = Si salva da uno squalo con un pugno|pubblicazione = [[Corriere della Sera]]|giorno = 12|mese = 01|anno = 2009|accesso = 09-04-2009}}</ref>, che, come accennato nella sezione [[Selachimorpha#Descrizione e anatomia#Descrizione fisica#Respirazione|respirazione]], sembra essere il punto debole di diverse specie
File:Snorkeler with blacktip reef shark.jpg|Uno snorkeler con uno squalo pinna nera del Reef (''[[Carcharhinus melanopterus]]''). In rare occasioni, specialmente in caso di bassa visibilità, questa specie di squalo può mordere l'uomo, scambiandolo per una preda. Normalmente sono invece timidi e indifesi.
File:Jaws ride Universal Studios.jpg|Riproduzione del porto dell'[[isola di Amity]] (da ''[[Lo squalo (film)|Lo squalo]]'') agli [[Universal Studios]]
File:Basking Shark in Cornwall.jpg|Uno squalo presso una spiaggia in [[Cornovaglia]]
File:Shark warning - Salt Rock South Africa.jpg|Un cartello segnala il pericolo legato agli squali a [[Salt Rock]] in [[Sudafrica]]
File:PhiladelphiaInquirerJuly151916.gif|Il ''[[The Philadelphia Inquirer|Philadelphia Inquirer]]'' riporta la notizia della cattura di uno squalo presso la costa del [[Attacco di squalo del Jersey Shore del 1916|Jersey Shore]] dopo gli attacchi
File:Carcharhinus limbatus - Bahamas.jpg|In genere lo squalo orlato (''[[Carcharhinus limbatus]]'') non presta attenzione alla presenza di [[sommozzatore|sub]]
File:USS Indianapolis-survivors on Guam.jpg|I sopravvissuti della ''[[USS Indianapolis (CA-35)|Indianapolis]]'' a [[Guam]]
</gallery>
 
== Squali in cattività ==
L'ultimo attacco mortale registrato in Italia risale al [[2 febbraio]] del [[1989]] e si è verificato presso il [[Golfo di Baratti]], a [[Piombino]], in [[provincia]] di [[Livorno]]<ref name="Giudici">{{cita libro | cognome = Giudici | nome = Antonio | coautori = Fabio Fino| titolo = Squali del Mediterraneo | editore = Atlantis | anno = 1989|id= ISBN 8885145000}}</ref>.
[[File:Male whale shark at Georgia Aquarium.jpg|miniatura|Uno [[Rhincodon typus|squalo balena]] nel Georgia Aquarium di [[Atlanta]]]]
 
Fino a poco tempo fa soltanto poche specie di squalo sopravvivevano alla cattività in [[Acquario (museo vivente)|acquari pubblici]] per un anno o più: [[Ginglymostoma cirratum|squali nutrice]], [[Stegostoma fasciatum|squali leopardo]], [[Negaprion brevirostris|squali limone]] e [[Scyliorhinidae|squali gatto]]. Tutto ciò diede adito alla credenza secondo la quale gli squali oltre a essere difficili da catturare e trasportare, fossero difficili da [[allevamento|allevare]]. In seguito una più vasta conoscenza sugli squali ha permesso di tenere queste e altre specie (come il grande [[Alopias pelagicus|squalo volpe pelagico]]) per molto più tempo negli acquari. Allo stesso tempo, le tecniche di trasporto sono migliorate e oggi consentono il trasferimento di squali anche attraverso lunghe distanze<ref>{{Cita web |url=http://www.mcss.sc/MCNEWS/mcn_v3_1_art3.htm |titolo=Whale Sharks in Captivity |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060902212049/http://www.mcss.sc/MCNEWS/mcn_v3_1_art3.htm |dataarchivio=2 settembre 2006 |urlmorto=sì}}</ref>.
 
Prima del settembre 2004 l'unica specie che non era mai stata efficacemente tenuta in cattività era il [[Carcharodon carcharias|grande squalo bianco]], tuttavia in quella data l'Acquario della Baia di [[Monterey]] riuscì finalmente a detenere una giovane [[femmina]] di questa specie per 198 giorni prima di rimetterla in libertà<ref>{{Cita web |url=https://www.montereybayaquarium.org/cr/whiteshark.asp |titolo=Monterey Bay Aquarium: Conservation and Research |lingua=en |accesso= 4 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090520145241/http://www.montereybayaquarium.org/cr/whiteshark.asp |dataarchivio=20 maggio 2009 |urlmorto=sì}}</ref>.
 
=== Acquari in Italia ===
In Italia gli squali si possono osservare negli acquari di: [[Acquario di Genova|Genova]], [[Cattolica (Italia)|Cattolica]], e poi [[Livorno]] e [[Trieste]], dove la maggioranza delle specie presenti sono quelle bentoniche mediterranee, soprattutto gattucci e palombi. Per le specie esotiche esiste un'esposizione a [[Jesolo]], presso [[Venezia]], che è aperta solo nei mesi estivi.
 
=== Squali in acquario domestico ===
Gli squali che possono sopravvivere in acquari domestici non sono molti e in generale sono di dimensioni relativamente piccole: [[Ginglymostomatidae|squali nutrice]]<ref>{{Cita news |autore=Marelli Paolo |url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/11/Tre_squali_casa_allevo_per_co_7_070311059.shtml |titolo=Tre squali in casa. «Li allevo per hobby» |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |accesso=13 gennaio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090804102250/http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/11/Tre_squali_casa_allevo_per_co_7_070311059.shtml |dataarchivio=4 agosto 2009 |urlmorto=sì |giorno=11 |mese=03 |anno=2007 |pagina=13}}</ref>, [[Scyliorhinidae|gattucci]]<ref>{{Cita web |url=http://www.pescepovero.it/gattuccio.htm |titolo=Pesce povero - gattuccio |accesso=13-01-2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090509102300/http://www.pescepovero.it/gattuccio.htm |dataarchivio=9 maggio 2009 |urlmorto=no}}</ref> (in alcuni casi è possibile rinvenire le uova di quest'ultima famiglia<ref>{{Cita web |url=http://www.fondali.it/gallery/pic.asp?iCat=30&iPic=98 |titolo=Uova di gattuccio su una paramuricea |accesso=13 gennaio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131006224152/http://www.fondali.it/gallery/pic.asp?iCat=30&iPic=98 |dataarchivio=6 ottobre 2013 |urlmorto=sì}}</ref>) e anche specie più grandi come gli squali [[Triaenodon obesus|pinna bianca]] e [[Carcharhinus melanopterus|pinna nera]]<ref>{{Cita web |url=http://www.malawicichlidhomepage.com/other/carcharhinus_melanopterus.html |titolo=Carcharhinus melanopterus (con immagini) |lingua=en |accesso=13-01-2010 |http://www.malawicichlidhomepage.com/other/carcharhinus_melanopterus.html |Carcharhinus melanopterus (con immagini) |13-01-2010}}</ref> (adatti tuttavia solo ai possessori di enormi [[Acquario (contenitore)|vasche]]). Una specie spesso allevata in acquari domestici è il ''Chiloscyllium plagiosum'', in quanto la femmina ha l'interessante caratteristica di continuare a deporre uova anche in assenza del maschio. Gli scienziati credono che ciò sia possibile grazie a un meccanismo di [[#Partenogenesi (riproduzione asessuata)|partenogenesi]]<ref>{{Cita web |url=http://www.wendeeholtcamp.com/SharkVirginBirthBioscience.pdf |titolo=Lone Parents: Parthenogenesis in Sharks |lingua=en |accesso=13-01-2010 |http://www.wendeeholtcamp.com/SharkVirginBirthBioscience.pdf |Lone Parents: Parthenogenesis in Sharks |13-01-2010}}</ref>.
 
== Interazioni con l'uomo ==
=== Pericolosità ===
[[File:ISO 7010 W054 warning; sharks.svg|thumb|upright|Simbolo di pericolo associato alla presenza di squali, definito dalla norma [[ISO 7010]]<ref>{{en}} [https://www.iso.org/obp/ui#iso:grs:7010:W054 ISO Online Browsing Platform, ISO 7010 - W054]</ref>]]
 
Sebbene gli squali siano spesso etichettati come "pericolosi", secondo un'analisi statistica di [[ScienceAlert]] del 28 febbraio 2018, dal titolo "''Deadliest creatures worldwide by annual number of human deaths as of 2018''", gli squali ogni anno provocano "solo" sei morti umane, contro un numero assai maggiori di morti provocate da animali che nel pensiero comune non sono in genere ritenuti altrettanto pericolosi, quali, in ordine decrescente di morti all'anno: le zanzare ({{formatnum:750000}}), gli stessi esseri umani ({{formatnum:437000}}), i serpenti ({{formatnum:100000}}), i cani ({{formatnum:35000}}), le lumache ({{formatnum:20000}}), le cimici ({{formatnum:11000}}), le mosche ({{formatnum:10000}}), i lombrichi ({{formatnum:4500}}), i coccodrilli ({{formatnum:1000}}), i vermi parassiti (700), gli elefanti (500), gli ippopotami (500), i leoni (22) e i lupi (10).<ref name=statsc>[https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/09/24/gli-animali-piu-pericolosi-per-luomo/?refresh_ce=1 IlSole24Ore - Scopri gli animali più pericolosi per l’uomo. E no, non è lo squalo.]</ref>
 
=== Squali, cultura e tradizione ===
[[ImmagineFile:Watsonandtheshark-original.jpg|right|thumb|220pxminiatura|''[[Watson ete lelo requinsqualo]]'', dipinto nel [[1778]] da [[John Singleton Copley]]]]
 
[[File:Yokohama Chinese Medicine Shark tongue.jpg|destra|miniatura|Lingua di squalo in una farmacia cinese]]
 
* La tribù araba alla quale apparteneva [[Maometto]] era quella dei [[Quraysh]] (''<span style="font-size: 120%;">بنو قريش</span>''), parola [[Lingua araba|araba]] che significa ''piccolo squalo''.
* In senso figurato, in [[lingua italiana]] la parola squalo indica una persona avida, priva di scrupoli, insaziabile.
* Secondo una credenza popolare gli squali sono immuni da malattie e [[tumore|tumori]]: è tuttavia stato provato che anche gli squali sono affetti da [[Malattia|malattie]] e [[parassitismo|parassiti]].<ref>{{Cita|Finkelstein||finkel}}; {{Cita|Ostrander||ostrand}}.</ref>
 
==== Presunte proprietà antitumorali ====
* La tribù araba alla quale apparteneva [[Maometto]] era quella dei [[Quraysh]], che significa piccolo squalo.
Negli anni 1970 si è diffusa la voce secondo la quale gli squali non contraggono [[Neoplasia|cancri]]; in realtà si tratta di una [[leggenda metropolitana]], in quanto essi possono avere tumori sia benigni sia maligni.<ref>{{cita pubblicazione|url= https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15574750 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190331193418/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15574750 |dataarchivio= 31 marzo 2019 |lingua= en |titolo= Shark cartilage, cancer and the growing threat of pseudoscience |rivista= Cancer Res. |anno= 2004 |vol=64 |numero=23 |pp= 8485-91 |doi= 10.1158/0008-5472.CAN-04-2260 |autore= Gary K Ostrander |etal= sì |urlmorto= no }}</ref>
* In senso figurato, in lingua italiana lo squalo indica una persona avida, priva di scrupoli, insaziabile.
* Nell'antica Grecia, durante i Festival delle donne era proibito mangiare carne di squalo.
* Secondo una credenza popolare gli squali sono immuni da malattie e tumori: è tuttavia stato provato che gli squali siano affetti da malattie e parassiti.<ref>{{cita pubblicazione |cognome=Finkelstein|nome= J. B. |titolo=Sharks do get cancer: few surprises in cartilage research |rivista=Journal of the National Cancer Institute |volume=97 |numero=21 |pagin=1562–1563 |anno=2005 |mese=November |pmid=16264172 |doi=10.1093/jnci/dji392 |url=http://jnci.oxfordjournals.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=16264172|lingua=inglese}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |cognome=Ostrander|nome= G. K.|coautori= Cheng K. C., Wolf J. C., Wolfe M. J. |titolo=Shark cartilage, cancer and the growing threat of pseudoscience |rivista=Cancer research |volume=64 |numero=23 |pagin=8485–8491 |anno=2004 |mese=December |pmid=15574750 |doi=10.1158/0008-5472.CAN-04-2260 |url=http://cancerres.aacrjournals.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=15574750|lingua=inglese}}</ref>.</br>
 
Racconti aneddotici<ref name="geo" />, e in particolare un libro scritto dai dottori Lee e Langer<ref>{{Cita |Lee||lee}}.</ref>, hanno diffuso l'idea che la cartilagine di squalo avesse proprietà anti-tumorali.
====Presunte proprietà antitumorali====
Rarissimi studi scientifici o statistici hanno tentato di dimostrare l'immunità di questi pesci<ref>{{en}}{{cita news |url=http://news.nationalgeographic.com/news/2003/08/0820_030820_sharkcancer.html |titolo = Do Sharks Hold Secret to Human Cancer Fight? | pubblicazione = [[National Geographic]] news | accesso = 08-09-2006|lingua=en}}</ref>; il consumo di questo carne di squalo non sarebbe una terapia anticancro alternativa. La tematica è stata trattata da alcuni libri e da pochi studi sul campo<ref>Sharks Don't Get Cancer: How Shark Cartilage Could Save Your Life (Paperback), William I. Lane</ref>. Uno studio a [[doppio cieco]] condotto su un campione di controllo di 384 pazienti, presentato al 43° Congresso della società americana di oncologia clinica nel 2007 ha evidenziato che l'estratto AE-941 o Neovastat della cartilagine di squalo non ha proprietà anticancro<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Zosia Chustecka|titolo=Shark Cartilage Extract Has No Effect in Cancer|pubblicazione=Medscape Today|giorno=6|mese=6|anno=2007|url=http://www.medscape.com/viewarticle/557811|accesso=06-04-2009}}</ref>. Un analogo studio fu condotto nel 1997 dall'American Society of Clinical Oncology, con analoghe conclusioni<ref>{{en}}{{cita pubblicazione|lingua=inglese|nome=D.R.|cognome=Miller|coautori=''et al''|titolo=Phase I/II trial of the safety and efficacy of shark cartilage in the treatment of advanced cancer|rivista=J Clin Oncol|volume=16|numero=11|pagine=3649-55|anno=1998
|id={{ISSN|0277-3732}}}} | url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9817287?dopt=Abstract Abstract</ref>.
 
Alcuni studi [[Ricerca scientifica|scientifici]] e [[statistica|statistici]] hanno analizzato se la teoria avesse un fondamento o meno<ref name="geo">{{Cita news |lingua=en |url=https://news.nationalgeographic.com/news/2003/08/0820_030820_sharkcancer.html |titolo=Do Sharks Hold Secret to Human Cancer Fight? |pubblicazione=[[National Geographic]] news |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090318083239/http://news.nationalgeographic.com/news/2003/08/0820_030820_sharkcancer.html |dataarchivio=18 marzo 2009 |urlmorto=no}}</ref>. I risultati degli studi sono stati negativi: la cartilagine di squalo non dà alcun beneficio nella terapia dei tumori, né in termini di sopravvivenza né in termini di qualità della vita. Ad esempio, uno studio in [[doppio cieco]] condotto su un campione di controllo di 384 pazienti, presentato al 43º Congresso della società americana di [[oncologia]] clinica nel 2007, ha evidenziato che l'estratto AE-941 o Neovastat della [[tessuto cartilagineo|cartilagine]] di squalo non ha proprietà anticancro<ref>{{Cita news |lingua=en |autore=Zosia Chustecka |url=http://www.medscape.com/viewarticle/557811 |titolo=Shark Cartilage Extract Has No Effect in Cancer |pubblicazione=Medscape Today |accesso=6 aprile 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081203215029/http://www.medscape.com/viewarticle/557811 |dataarchivio=3 dicembre 2008 |urlmorto=no |giorno=6 |mese=6 |anno=2007}}</ref>. Un analogo studio fu condotto nel 1997 dall'American Society of Clinical Oncology, con analoghe conclusioni<ref>{{en}}{{Cita |Miller||miller}}.</ref>.
Uno studio firmato dai dottori Lee e Langer del Children’s Hospital di Boston che giunse a conclusioni opposte, fu pubblicato dalla rivista medica SCIENCE del Settembre 1983<ref>{{cita pubblicazione|nome=A.|cognome=Lee|coautori=Langer R.|anno=1983|rivista=Science
|titolo=Shark cartilage contains inhibitors of tumor angiogenesis|volume=221|numero=4616|pagine=1185-1187|id={{ISSN|0036-8075}}
|doi=10.1126/science.6193581|lingua=inglese}}</ref>. Lo studio concludeva che 10 dei 58 pazienti sottoposti a dosi orali di cartilagine di squalo come ''unico'' trattamento anticancro, al termine delle 12 settimane di osservazione, non presentavano una crescita della forma tumorale. Folkman e Klagsbrun hanno mostrato che “gli squali producono una sostanza che inibisce la neovascolarizzazione” <ref>{{cita pubblicazione|cognome=Folkman|nome=J.|coautori=Klagsbrun M. |anno=1987|titolo=Angiogenic factors |rivista=Science |volume=235 |numero=4787|pagine=442-447|id={{ISSN|0036-8075}}|doi=10.1126/science.2432664|lingua=inglese}}</ref>.
 
=== Squali e pesca ===
[[ImmagineFile:Global shark catch graph 1950 to 2004.pngsvg|rightdestra|220px|thumbminiatura|Il numero di squali [[pesca commerciale|pescati]] è cresciuto molto negli ultimi 50 anni. Il grafico è indicativo del trend e non delle cifre esatte.]]
 
[[ImmagineFile:Tiger shark, Hawaii Aii.jpg|rightdestra|thumb|220pxminiatura|Uno [[galeocerdo cuvier|squalo tigre]] di 4 &nbsp;m e 544 Kg&nbsp;kg catturato presso la baia di [[Kaneohe]] nel 1966]]
 
Secondo una stima pubblicata nell'ottobre 2006 sulla rivista ''Ecology Letters'', ogni anno dai 26 ai 73 (38 in media) milioni di squali sono uccisi indurante battute [[pesca commerciale|commerciali]] o [[pesca sportiva|ludiche]] di pesca<ref name="FOXnews" /><ref name=pew"mongabay">{{en}}{{citaCita web |url=httphttps://wwwnews.pewoceansciencemongabay.com/2006/1003-sharks.html |titolo=Up to 73 million sharks killed per year for their fins |lingua=en |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/pressweb/sharkfins20090430075057/resourceshttp:/PI_Ecology/news.mongabay.com/2006/1003-Letters-Shark-Fin-Releasesharks.pdfhtml |titolodataarchivio=Triple30 Threat:aprile World2009 Fin|urlmorto=no}}</ref>. TradeIn Maypassato Harvestsono upcircolate tocifre vicine ai 100 milioni, ma una stima media più accurata sembra attestarsi attorno alla comunque notevole cifra di 38 milioni di capi uccisi ogni anno<ref name="FOXnews" /><ref name="mongabay" />. Secondo le stime della [[Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura|FAO]] la pesca riguarda una biomassa di squali compresa tra i 0,39 e i 0,60 milioni di tonnellate l'anno<ref name="FOXnews">{{Cita news |lingua=en |autore=Ker Than |url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,215882,00.html?sPage=fnc.science/naturalscience |titolo=Researchers: 73 Million Sharks perKilled Each Year for Soup |pubblicazione=FOXNews |accesso=07-10-16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070213190016/http://www.foxnews.com/story/0,2933,215882,00.html?sPage=fnc.science%2Fnaturalscience |dataarchivio=13 febbraio 2007 |urlmorto=no |giorno=27 |mese=settembre |anno=2006}}</ref>. Vi sono vari motivi che spingono l'uomo alla pesca di squali. In passato ad esempio avveniva che gli squali venivanofossero uccisi semplicemente per il gusto di riportare a terra un pesce che fosse un grande combattente (ciò accadeva ad esempio allo [[Isurus oxyrinchus|squalo mako]]).
Come è noto, la pelle degli squali è ricoperta di denticoli dermici, una specie di minuscoli denti, che sono usati come surrogato della [[carta abrasiva]]. In [[Giappone]], i tradizionali [[battitura|forgiatori]] di [[katana|katane]] utilizzano inoltre la pelle di squalo per ricoprire l'impugnatura delle spade e renderla meno scivolosa. La tecnica di costruzione prevede che i dentelli siano orientati verso la lama in modo che il [[samurai]] sia in grado di recuperare la presa nel caso sia vittima di un tentativo di disarmamento.Altri squali sono cacciati per la loro carne ([[squalo volpe]], [[squalo mako]] e altri), altri ancora per prodotti vari<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.fao.org/fi/faocons/faocons.asp|titolo=FAO Shark Fisheries|accesso=10-09-2006}}</ref>.
Lo squalo è considerato un alimento comune in molte nazioni del mondo, tra le quali anche il [[Giappone]] e l'[[Australia]]. Nello stato australiano di Victoria lo squalo è un diffuso ingrediente per il ''[[fish and chips]]'', in cui la carne di squalo servita prende il nome di ''flake''. In [[India]] squali di piccole dimensioni o cuccioli (chiamati ''sora'' in [[Tamil]]) vengono abitualmente catturati dai pescatori e venduti nei mercati locali. Dato che la carne non è ancora del tutto sviluppata, una volta bollita essa si rompe in minuscoli pezzi che vengono poi fritti in olio e spezie (''sora puttu''). Persino le ossa sono soffici e possono essere facilmente masticate; sono considerate una raffinatezza presso le zone costiere.
Gli squali vengono spesso uccisi anche per preparare la zuppa di pinne di squalo, la cui preparazione richiede l'asportazione della pinna per tramite di una lama arroventata. Questa procedura è applicata dai pescatori sull'animale ancora vivo che poi viene gettato a mare privo delle pinne. L'animale costretto all'immobilità muore presto per asfissia o a causa dei predatori. Nonostante numerose dichiarazione attestino che la pratica è assai poco diffusa, si è sviluppato negli anni un commercio di pinne di squalo nei mercati neri di tutto il mondo. Le pinne di squalo arrivano a costare 220 dollari la libbra. Milioni di squali sono quindi squartati illegalmente ogni anno per le loro pinne e non tutti i governi stabiliscono leggi severe volte alla loro tutela. La zuppa che se ne ricava è considerata uno ''[[status symbol]]'' in diverse nazioni asiatiche ed è considerata sana e ricca di principi nutritivi; addirittura è diffusa la credenza che questo piatto prevenga il cancro ed altre malattie. Queste supposizioni non sono sostenute da prove scientifiche. Il problema delle pinne di squalo è un argomento scottante a livello internazionale ed è causa di discussioni diplomatiche molto accese.
Oltre alle pinne, gli squali vengono uccisi anche per la loro carne. Negli [[Stati Uniti]] si sta cercando di cambiare la legge in modo da rendere illegale la macellazione degli squali. In Europa c'è una grande domanda di carne di [[gattuccio]], squalo gatto, ''Mustelus'', [[squalo mako]], [[smeriglio]] e anche di [[razza]]<ref>{{cita web|url=http://www.sharkalliance.org/do_download.asp?did=1090|titolo=Shark fisheries and trade in Europe:
Fact sheet on Italy|accesso=06-09-2007|lingua=en}}</ref>.
Ad ogni modo, la [[Food and Drug Administration]] degli Stati Uniti ha inserito la carne di squalo (assieme a quella di [[pesce spada]], sgombro reale e ''Caulolatilus'') tra quelle dei quattro pesci che bambini e donne incinte dovrebbero evitare di mangiare per i rischi legati alle intossicazioni da mercurio.
La cartilagine di squalo è ricercata in quanto c'è chi crede che abbia effetto contro il cancro e contro l'[[artrite]] ossea (tutto ciò è dettato dalla convinzione, falsa, che gli squali siano immuni al cancro e alle malattie in generale). Una ricerca della clinica di Mayo non ha riscontrato effetti su pazienti malati di [[tumore|cancro]] in stadio avanzato.
In genere gli squali raggiungono tardi la maturità sessuale e prolificano molto poco se paragonati ad altri pesci che vengono pescati. Per questo motivo i biologi si interessano ad incrementare gli sforzi volti a proteggere questo pesce, che è considerato in pericolo.
 
Come è noto inoltre, la pelle degli squali è ricoperta di [[scaglia#Scaglia placoide|dentelli dermici]], una specie di minuscoli denti, che sono usati come surrogato della [[carta abrasiva]] o nella forgiatura delle [[katana|katane]]. Altri squali sono cacciati per la loro carne ([[Alopias vulpinus|squalo volpe]], squalo mako e altri), altri ancora per prodotti vari<ref>{{Cita web |url=http://www.fao.org/fi/faocons/faocons.asp |titolo=FAO Shark Fisheries |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080228033841/http://www.fao.org/fi/faocons/faocons.asp |dataarchivio=28 febbraio 2008 |urlmorto=no}}</ref>. La carne di squalo è considerato un alimento comune in molte nazioni del mondo, tra le quali spiccano il [[Giappone]] e l'[[Australia]]. Nello Stato australiano di [[Victoria (Australia)|Victoria]] lo squalo è un diffuso ingrediente per il ''[[fish and chips]]'', in cui la carne di squalo viene servita col nome di ''flake''. In [[India]] squali di piccole dimensioni o cuccioli (chiamati ''sora'' in [[lingua tamil]]) vengono abitualmente catturati dai pescatori e venduti nei mercati locali. Dato che la carne non è ancora del tutto sviluppata, una volta bollita essa si rompe in minuscoli pezzi che vengono poi [[Frittura|fritti]] in [[Olio vegetale|olio]] e [[spezie]] a creare il piatto noto come ''sora puttu''<ref>{{Cita web |url=http://www.videojug.com/webvideo/how-to-make-paal-sora-puttu |titolo=How To Make Paal Sora Puttu |lingua=en |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090604130357/http://www.videojug.com/webvideo/how-to-make-paal-sora-puttu |dataarchivio=4 giugno 2009 |urlmorto=sì}} (video descrittivo del procedimento)</ref>. Persino le [[Osso|ossa]] sono soffici e possono essere facilmente masticate. Per questo sono considerate una raffinatezza presso le zone costiere indiane.
== Squali e Cinema ==
[[Immagine:UniversalStudiosJawsShark.jpg|right|thumb|220px|Modello di squalo relativo al film [[Lo squalo]] presso gli Universal studios in [[Florida]]]]
 
{{Vedi anche|Zuppa di pinne di squalo}}
[[Immagine:Menemsha.jpg|thumb|right|220px|Scorcio del porto Menemsha a Martha's Vineyard usato nel film come ambientazione del porto dell'isola di Amity]]
 
[[File:Chinese cuisine-Shark fin soup-01.jpg|miniatura|La [[zuppa di pinne di squalo]] è una delle cause di diminuzione del numero degli squali a livello globale. Nella preparazione, solo le pinne sono prelevate dall'animale che, ancora vivo, viene gettato in acqua.]]
Gli squali sono i protagonisti di numerose pellicole cinematografiche:
 
Gli squali vengono spesso uccisi anche per preparare la [[zuppa di pinne di squalo]], famosa pietanza [[cucina cinese|cinese]] la cui preparazione richiede l'asportazione della pinna tramite una lama arroventata. Questa procedura è applicata dai pescatori sull'animale ancora vivo che poi viene gettato a mare privo delle pinne. L'animale costretto all'immobilità muore presto per [[asfissia]] o a causa dei [[predazione|predatori]]. Nonostante numerose dichiarazioni attestino che la pratica è assai poco diffusa, si è sviluppato negli anni un commercio di pinne di squalo nei [[Economia sommersa|mercati neri]] di tutto il mondo. Le pinne di squalo possono arrivare a costare addirittura 500 [[Dollaro statunitense|dollari USA]] la [[libbra]].
* ''[[Mare blu, morte bianca]]'' (Blue Water, White Death) (1971) Documentario
 
* ''[[Lo squalo]]'' (Jaws) (1975)
Sembra che il prezzo di una porzione di ''zuppa imperiale'' possa superare i 100 dollari, mentre una ciotola che viene servita nei buffet costa circa 10 dollari<ref>{{Cita news |lingua=en |autore=Lisa Ling |url=https://www.cnn.com/2008/WORLD/asiapcf/12/10/pip.shark.finning/index.html |titolo=Shark fin soup alters an ecosystem |pubblicazione=CNN |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090501115835/http://www.cnn.com/2008/WORLD/asiapcf/12/10/pip.shark.finning/index.html |dataarchivio=1 maggio 2009 |urlmorto=no |giorno=15 |mese=12 |anno=2008}}</ref>. Milioni di squali sono quindi squartati illegalmente ogni anno per le loro pinne e non tutti i governi stabiliscono leggi severe volte alla loro tutela. La zuppa che se ne ricava è considerata uno ''[[status symbol]]'' in diverse nazioni [[asia]]tiche ed è ritenuta sana e ricca di [[principi nutritivi]]. Si è addirittura diffusa la credenza che questo piatto prevenga il [[tumore|cancro]] e altre malattie, ma queste supposizioni non sono sostenute da prove scientifiche. Il problema delle pinne di squalo è fortunatamente un argomento scottante a livello internazionale ed è causa di discussioni [[diplomazia|diplomatiche]] molto accese volte alla protezione delle specie. Oltre alle pinne, gli squali vengono uccisi anche per il resto della loro carne. In [[Europa]] ad esempio c'è una grande domanda di carne di [[Scyliorhinus canicula|gattuccio]], [[Mustelus mustelus|palombo]], [[Isurus oxyrinchus|squalo mako]], [[Lamna nasus|smeriglio]] e anche di [[razza (pesce)|razza]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sharkalliance.org/do_download.asp?did=1090 |titolo=Shark fisheries and trade in Europe: Fact sheet on Italy |lingua=en |accesso=20 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927005153/http://www.sharkalliance.org/do_download.asp?did=1090 |dataarchivio=27 settembre 2007 |urlmorto=no}}</ref>.
* ''[[Mako, lo squalo della morte]]'' (Mako: The Jaws of Death) (1976)
 
Al contrario negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] si sta cercando di cambiare la legge in modo da rendere illegale la macellazione degli squali. La [[Food and Drug Administration]] ha inoltre inserito la carne di squalo, assieme a quella di [[Xiphias gladius|pesce spada]] e altre, tra quelle dei quattro pesci che [[bambino|bambini]] e [[gravidanza|donne incinte]] dovrebbero evitare di mangiare per i rischi legati alle [[Avvelenamento da mercurio|intossicazioni da mercurio]]<ref>{{Cita news |lingua=en |autore=Al Hinman |url=https://edition.cnn.com/HEALTH/indepth.food/meat/seafood/shark.mercury/index.html |titolo=Beware of shark meat, FDA warns |pubblicazione=CNN |accesso=16 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110129124729/http://edition.cnn.com/HEALTH/indepth.food/meat/seafood/shark.mercury/index.html |dataarchivio=29 gennaio 2011 |urlmorto=no |giorno=26 |mese=04 |anno=1996}}</ref>.
 
Anche la [[tessuto cartilagineo|cartilagine]] di squalo è ricercata in quanto c'è chi crede che anch'essa abbia effetto contro il cancro e contro l'[[artrite]] ossea<ref>{{Cita web |url=http://www.same.ch/DspPag.jsp?idpag=11 |titolo=La cartilagine di squalo e le malattie degenerative |accesso=16 maggio 2009 |urlmorto=sì}}</ref>. Tutto ciò è dettato dalla convinzione, già citata nella sezione [[#Squali.2C cultura e tradizione|Squali, cultura e tradizione]] e falsa, secondo la quale gli squali sarebbero immuni al cancro e alle malattie in generale. Tra le altre infatti, una ricerca della [[Mayo Clinic]] non ha riscontrato effetti su pazienti malati di [[tumore|cancro]] in stadio avanzato. In genere gli squali raggiungono tardi la [[maturità sessuale]] e prolificano molto poco se paragonati ad altre specie oggetto di pesca commerciale. Per questo motivo gli [[Animalismo|animalisti]] si interessano a incrementare gli sforzi volti a proteggere le molte specie di questo pesce che sono considerate in pericolo di [[estinzione]].
 
== Conservazione ==
[[File:Salmon shark front.jpg|destra|miniatura|La drammatica fine di uno [[Lamna ditropis|squalo salmone]] (''Lamna ditropis'') finito tra le reti di un peschereccio]]
 
La maggior parte delle attività di pesca globali non sono, o lo sono in misura blanda, oggetto di monitoraggio e regolamentazione. Di recente si è verificato un incremento nella domanda di prodotti legati agli squali e di pari passo le proporzioni della pesca sono aumentate<ref name="Pratt" />. Di conseguenza la popolazione di varie specie è in veloce declino perché gli squali sono animali [[predazione|super-predatori]] con un lungo periodo di vita e popolazioni relativamente piccole. Per questi motivi l'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]] volto a mantenere numeri sufficienti alla sopravvivenza risulta difficile. Alcune specie hanno registrato un calo del 90% e non è difficile trovarne molte che sono diminuite del 70% in numero<ref>{{Cita |Walker||walker}}.</ref>. Molti governi di Stati membri delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] hanno fortunatamente recepito il problema, ma visto lo scarso interesse economico legato a questi animali nei paesi occidentali e alla cattiva fama di cui godono, pochi progressi sono stati compiuti.
 
Altre importanti minacce alla sopravvivenza degli squali includono pesanti alterazioni del loro habitat naturale, danni dovuti allo [[Urbanizzazione|sviluppo urbanistico]] sulle coste, l'[[inquinamento]] e l'impatto della pesca sulle specie del fondale che sono tipicamente [[predazione|preda]] di questi pesci. La violenta pratica del taglio delle pinne, legata alla preparazione della [[zuppa di pinne di squalo]] e citata nel paragrafo precedente, ha dato luogo a molte discussioni e regolamentazioni volte a impedirla. L'acclamato documentario del 2007 ''[[Sharkwater]]'' ha spiegato come diverse specie siano state portate quasi all'[[estinzione]] in seguito alla grande domanda in alcuni Stati [[asia]]tici di zuppa di pinne.
 
=== Iniziative di protezione ===
Diverse organizzazioni proteggono gli squali. La campagna ''#stopfinningEU'' ha lanciato un'iniziativa dei cittadini europei con la quale si vuole ottenere che il regolamento ''Fins Naturally Attached'' sia esteso all'esportazione, importazione e transito di squali e razze. Questa ordinanza stabilisce che l'intero squalo deve essere sbarcato, quindi è vietato tagliare le pinne e poi gettare il corpo in mare.<ref>{{Cita web |url=https://stop-finning.eu/it/richiesta/ |titolo=Richiesta |autore=cstaacks |sito=STOP FINNING |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200813074538/https://www.stop-finning.eu/it/richiesta/ |dataarchivio=13 agosto 2020 |urlmorto=no}}</ref>
 
L'organizzazione per la conservazione marina [[Sea Shepherd Conservation Society|Sea Shepherd]], in collaborazione con le autorità locali, è riuscita ripetutamente a far arrestare navi illegali che cacciavano gli squali. I proprietari di queste navi a volte venivano multati per milioni di euro. Le vite di oltre un milione di squali sono state salvate perché le navi arrestate non potevano pescare mentre erano in porto.<ref>{{Cita news |lingua=en |nome=John |cognome=Vidal |url=https://www.theguardian.com/world/2018/sep/15/tanzania-dar-es-salaam-illegal-fishers-coral-reef-eco-system-at-risk |titolo=Off Tanzania, in one of the world’s richest seas, why is the catch getting smaller? |pubblicazione=The Guardian |data= 15 settembre 2018 |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201109035601/https://www.theguardian.com/world/2018/sep/15/tanzania-dar-es-salaam-illegal-fishers-coral-reef-eco-system-at-risk |dataarchivio=9 novembre 2020 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://news.cision.com/sea-shepherd-global/r/fleet-targeting-sharks-in-timor-leste-released-without-charge,c2570803 |titolo=Fleet Targeting Sharks in Timor Leste Released Without Charge |sito=News Powered by Cision |lingua=en |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200811195459/https://news.cision.com/sea-shepherd-global/r/fleet-targeting-sharks-in-timor-leste-released-without-charge,c2570803 |dataarchivio=11 agosto 2020 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url= http://mrcvs.co.uk/en/news/16705/Blacklisted-shark-fishing-vessel-arrested-in-Liberia |titolo=Blacklisted shark fishing vessel arrested in Liberia |autore=Vision Team |sito=MRCVSonline |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200620195814/http://mrcvs.co.uk/en/news/16705/Blacklisted-shark-fishing-vessel-arrested-in-Liberia |dataarchivio=20 giugno 2020 |urlmorto=no}}</ref> Sea Shepherd promuove anche la protezione degli squali. Ciò avviene attraverso lezioni gratuite nelle scuole<ref>{{Cita web |url=https://www.seashepherd.it/scuole-sea-shepherd/ |titolo=Progetto Scuole Sea Shepherd - Entriamo in contatto con i giovani |autore=Sea Shepherd Italia |sito=Sea Shepherd |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201023234727/https://www.seashepherd.it/scuole-sea-shepherd/ |dataarchivio=23 ottobre 2020 |urlmorto=no}}</ref>, la promozione di varie petizioni per la protezione degli squali<ref>{{Cita web |url=https://sea-shepherd.de/news/kommentare/699-hilf-mit-die-haie-vor-la-reunion-zu-retten-und-unterschreibe-die-petition |titolo=Hilf mit die Haie vor La Réunion zu retten und unterschreibe die Petition! |sito=sea-shepherd.de |lingua=de |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200619230908/https://sea-shepherd.de/news/kommentare/699-hilf-mit-die-haie-vor-la-reunion-zu-retten-und-unterschreibe-die-petition |dataarchivio=19 giugno 2020 |urlmorto=no}}</ref>, campagne pubblicitarie<ref>{{Cita web |url=https://www.adforum.com/talent/80877215-fred-farid/work/34564944 |titolo=Fred & Farid - Sea Shepherd - Shark {{!}} AdForum Talent: The creative industry network. |autore=Fred & Farid |lingua=en |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200617232046/https://www.adforum.com/talent/80877215-fred-farid/work/34564944 |dataarchivio=17 giugno 2020 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.pinterest.com/pin/467318898811520058/ |titolo=Sea Shepherd: Ocean's wings, 3 {{!}} Sea shepherd, Ocean, Ocean conservation |sito=Pinterest |lingua=it |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210422150639/https://www.pinterest.com/pin/467318898811520058/ |dataarchivio=22 aprile 2021 |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.adsoftheworld.com/media/print/sea_shepherd_shark |titolo=Sea Shepherd Print Advert By Heads: Shark {{!}} Ads of the World™ |lingua=en |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210422150631/https://www.adsoftheworld.com/media/print/sea_shepherd_shark |dataarchivio= 22 aprile 2021 |urlmorto=no}}</ref> e attraverso i loro prodotti di merchandising.<ref>{{Cita web |url=https://my.seashepherdstore.com/collections/t-shirts |titolo=T-Shirts |sito=my.seashepherdstore.com |lingua=en |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200622074529/https://my.seashepherdstore.com/collections/t-shirts |dataarchivio=22 giugno 2020 |urlmorto=no}}</ref>
 
Lo Sharkproject finanzia la ricerca,<ref>{{Cita web |url=https://www.sharkproject.org/en/white-shark-nursery/ |titolo=White Shark Nursery |sito=SHARKPROJECT |lingua=en |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201020163950/https://www.sharkproject.org/en/white-shark-nursery/ |dataarchivio=20 ottobre 2020 |urlmorto=no}}</ref> sensibilizza il pubblico,<ref>{{Cita web |url=https://www.sharkproject.org/en/azores-campaign/ |titolo=Azores campaign |sito=SHARKPROJECT |lingua=en |accesso= 23 agosto |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201130073159/https://www.sharkproject.org/en/azores-campaign/ |dataarchivio=30 novembre 2020 |urlmorto=no}}</ref> realizza progetti nelle scuole<ref>{{Cita web |url=https://www.sharkproject.org/en/programm-for-schools/ |titolo=Programm for schools |sito=sharkproject.org|lingua=en |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201101034248/https://www.sharkproject.org/en/programm-for-schools/ |urlmorto=no}}</ref> e pubblica libri sugli squali.
 
Altre organizzazioni che si battono per la protezione degli squali sono MedSharks,<ref>{{Cita web |url=http://www.medsharks.org/ |titolo=MedSharks |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201202225607/http://medsharks.org/ |dataarchivio=2 dicembre 2020 |urlmorto=no}}</ref> Shark Savers,<ref>{{Cita web |url=https://wildaid.org/shark-savers/ |titolo=Shark Savers |sito=WildAid |lingua=en |accesso= 23 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20170822053105/http://www.sharksavers.org/zh_hans/education/the-value-of-sharks/sharks-and-ecotourism/ |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no}}</ref> Blue Shark,<ref>{{Cita web |url=https://www.blueshark.be/ |titolo=BlueShark - BlueShark: Shark Conservation & Photography |sito= blueshark.be |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201126133255/https://blueshark.be/ |dataarchivio=26 novembre 2020 |urlmorto=no}}</ref> All For Blue,<ref>{{Cita web |url=https://allforblue.org/ |titolo=Non Profit Organization Shark Awareness & Underwater CleanUps |sito=Non Profit Organization Shark Awareness & Underwater CleanUps |lingua=en |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201202091759/https://allforblue.org/ |dataarchivio=2 dicembre 2020 |urlmorto=no}}</ref> Shark Allies,<ref>{{Cita web |url=https://www.sharkallies.com/ |titolo=Taking Action To Save Sharks |sito= Shark Allies |lingua=en |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201118114440/https://www.sharkallies.com/ |dataarchivio=18 novembre 2020 |urlmorto=no}}</ref> Shark Guardian<ref>{{Cita web |url=https://www.sharkguardian.org/ |titolo=ABOUT SHARK GUARDIAN |accesso=23 agosto 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201116161626/https://www.sharkguardian.org/ |urlmorto=no}}</ref> e Sharks Educational.<ref>{{Cita web |url=http://sharkseducational.simplesite.com/431967012 |titolo=Sharks Educational ~ Workshops |sito=sharkseducational.simplesite.com |lingua=en |accesso=23 agosto 2020| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201201120442/http://sharkseducational.simplesite.com/431967012 |urlmorto=no}}</ref>
 
== Squali e letteratura ==
{{vedi anche|Libro di Giona}}
Il più noto squalo della letteratura è il celebre e [[Il Terribile Pesce-cane|terribile pescecane]], citato nel ''[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino|Pinocchio]]'' di [[Carlo Collodi|Collodi]], nel 1881, e puntualmente scambiato per un [[mostro marino]] o una [[balena]], ispirandosi probabilmente al molto più antico mito del [[Libro di Giona|libro biblico di Giona]].
Altre numerose opere letterarie ispirarono le storie di squali, tra i più recenti [[Lo squalo (romanzo)|il famoso romanzo]] di [[Peter Benchley]] del 1974, che ispirò la serie di film, e lo ''[[Squalo bianco (romanzo)|Squalo bianco]]'', sempre di [[Peter Benchley|Benchley]] del 1994.<br />Più indietro nel tempo, si citi il [[Capitano Nemo]] che, con Ned Land, salvò un pescatore dallo squalo in ''[[Ventimila leghe sotto i mari]]'', di [[Jules Verne|Verne]], del 1870. Stessa lotta coi pescicani dovette affrontare Santiago ne ''[[Il vecchio e il mare]]'', di [[Ernest Hemingway|Hemingway]], del 1952. Questi pesci compaiono anche nel romanzo ''[[Sulla rotta degli squali]]'' di [[Wilbur Smith]] del 2008.
 
== Squali e cinema ==
[[File:UniversalStudiosJawsShark.jpg|miniatura|Modello di squalo relativo al film ''[[Lo squalo (film)|Lo squalo]]'' presso gli Universal Studios in [[Florida]]]]
 
[[File:Menemsha.jpg|miniatura|Scorcio del porto Menemsha a [[Martha's Vineyard]] usato nel film ''[[Lo squalo (film)|Lo squalo]]'' come ambientazione del porto dell'[[isola di Amity]]]]
 
Gli squali sono i protagonisti e gli antagonisti di numerose pellicole cinematografiche (tra parentesi il titolo originale), o comunque sono elementi decisivi:
 
* ''[[White Death]]'' (1936)
* ''[[Omoo-Omoo the Shark God]]'' (1949)
* ''[[Killer Shark]]'' (1950)
* ''[[Cacciatori di squali]]'' (The Sharkfighters) (1956)
* ''[[Le Dee della scogliera del pescecane]]'' (''She Gods of Shark Reef'') (1958)
* ''[[Il vecchio e il mare (film)|Il vecchio e il mare]]'' (''The Old Man and the Sea'') (1958)
* ''[[Ti-Koyo e il suo pescecane]]'' (1962)
* ''[[Tra squali tigre e desperados]]'' (''Sharks' Treasure'') (1975)
* ''[[Lo squalo (film)|Lo squalo]]'' (''Jaws'') (1975)
* ''[[Shark Kill]]'' (1976) Film TV
* ''[[TintoreraMako lo squalo della morte]]'' (¡Tintorera!''Mako: The Jaws of Death'') (19771976)
* ''[[Tintorera]]'' (''¡Tintorera!'') (1977)
* ''[[Jaws of Death]]'' (1977)
* ''[[Lo squalo 2]]'' (''Jaws 2'') (1978)
* ''[[Bermude: la fossa maledetta]]'' (1978)
* ''[[El niño y el tiburón]]'' (1978)
* ''[[Cyclone (film 1978)|Cyclone]]'' (1978)
* ''[[Up from the Depths]]'' (1979)
* ''[[Manidù - Uno squalo ribelle, un indigeno selvaggio, un fiore di ragazza]]'' (''Beyond the Reef'') (1979)
* ''[[Il cacciatore di squali]]'' (1979)
* ''[[L'ultimo squalo]]'' (1981)
* ''[[Lo squalo 3]]'' (''Jaws 3-D'') (1983)
* ''[[Çöl]]'' (1983)
* ''[[Shark: Rosso nell'oceano]]'' (1984)
* ''[[Shark's Paradise]]'' (1986) Filmfilm TV
* ''[[Lo squalo 4 - La vendetta]]'' (''Jaws: The Revenge'') (1987)
* ''[[CruelLa Jaws|Cruelnotte Jawsdegli - Fauci crudelisquali]]'' (Cruel Jaws1988) (1995) Film TV
* ''[[BluSangue profondonegli abissi]]'' (Deep Blue Sea) (19991990)
* ''[[SharkCruel AttackJaws - Fauci crudeli]]'' (Shark''Cruel AttackJaws'') (19991995) Filmfilm TV
* ''[[Shark Attack 2Aatank]]'' (Shark Attack 21996) (2001) Film TV
* ''[[Creatura (miniserie televisiva)|Creatura]]'' (''Creature'') (1998) Miniserie TV
* ''[[Shark Attack 3|Shark Attack 3: emergenza squali]]'' (Shark Attack 3: Megalodon) (2002) Film TV
* ''[[Shark HunterAttack - Squali all'attacco]]'' (2001''Shark Attack'') (1999) Filmfilm TV
* ''[[SharkBlu Zoneprofondo]]'' (Shark''Deep ZoneBlue Sea'') (20031999)
* ''[[RedShark WaterAttack - Terrore sott'acqua2]]'' (Red Water2000) (2003)uscito in Filmhome TVvideo
* ''[[MegalodonShark (film)|MegalodonHunter]]'' (Megalodon2001) (2004) Film TV
* ''[[BlueMegalodon Demon(film 2004)|Megalodon]]'' (Blue Demon) (2004) Uscito direttamente infilm VhsTV
* ''[[Shark TaleAttack 3: Emergenza squali|Shark Attack 3: emergenza squali]]'' (''Shark TaleAttack 3: Megalodon'') (20042002) film TV
* ''[[IlRed fiumeWater del- terroreTerrore sott'acqua]]'' (12''Red Days of TerrorWater'') (20042003) Filmfilm TV
* ''[[Shark InvasionZone]]'' (Raging Sharks) (20052003)
* ''[[Open Water]]'' (2003)
* ''[[Il giorno degli squali]]'' (Spring Break Shark Attack) (2005) Film TV
* ''[[Dark Waters (film 2003)|Dark Waters]]'' (2003) uscito in home video
* ''[[SharkMan|Sharkman - Una nuova razza di predatori]]'' (Hammerhead: Shark Frenzy) (2005) Film TV
* ''[[Il fiume del terrore]]'' (''12 Days of Terror'') (2004) film TV
* ''[[Sharkwater]]'' (2007) Film-documentario
* ''[[SharkBlue Swarm - Squali all'attaccoDemon]]'' (Shark Swarm2004) (2008)uscito in Filmhome TVvideo
* ''[[Hai-Alarm auf Mallorca]]'' (2004) film TV
* ''[[Shark Invasion]]'' (''Raging Sharks'') (2005) uscito in home video
* ''[[Il giorno degli squali]]'' (''Spring Break Shark Attack'') (2005) film TV
* ''[[SharkMan - Una nuova razza di predatori]]'' (''Hammerhead: Shark Frenzy'') (2005) film TV
* "[[Trappola in fondo al mare]]" (''[[John Stockwell]]: Into the Blue'') (2005)
* ''[[Shark Swarm - Squali all'attacco]]'' (''Shark Swarm'') (2008) film TV
* ''[[Marina Monster]]'' (2008) uscito in home video
* ''[[Shark in Venice]]'' (2008)
* ''[[Mega Shark Versus Giant Octopus|Mega Shark vs. Giant Octopus]]'' (2009) uscito in home video
* ''[[Malibu Shark Attack]]'' (2009) film TV
* ''[[Blood in the Water]]'' (2009) film TV
* ''[[Jaws in Japan]]'' (2009) Uscito in home video
* ''[[The Reef (film 2010)|The Reef]]'' (2010)
* ''[[Sharktopus]]'' (2010) film TV
* ''[[Mega Shark Versus Crocosaurus|Mega Shark vs. Crocosaurus]]'' (2010) uscito in home video
* ''[[Killer Shark]]'' (''Swamp Shark'') (2011) Film TV
* ''[[Shark Night - Il lago del terrore]]'' (''Shark Night 3D'') (2011)
* ''[[Super Shark]]'' (2011)
* ''[[Snow Shark: Ancient Snow Beast]]'' (2011) uscito in home video
* ''[[Sand Sharks]]'' (2012)
* ''[[Monster Shark Attack]]'' (''2-Headed Shark Attack'') (2012) uscito in home video
* ''[[Jurassic Shark]]'' (2012)
* ''[[Jersey Shore Shark Attack]]'' (2012) film TV
* ''[[Shark Week]]'' (2012)
* ''[[Shark 3D]]'' (''Bait'') (2012)
* ''[[Sharknado]]'' (''Sharknado'') (2013) film TV
* ''[[Ghost Shark]]'' (2013) film TV
* ''[[Spreeshark]]'' (2013) cortometraggio
* ''[[Avalanche Sharks]]'' (2014)
* ''[[Mega Shark vs. Mecha Shark]]'' (''Mega Shark vs. Mecha Shark'') (2014)
* ''[[Sharknado 2]]'' (''Sharknado 2: The Second One'') (2014) film TV
* ''[[Sharktopus vs. Pteracuda]]'' (2014) film TV
* ''[[90210 Shark Attack]]'' (2014)
* ''[[Mega Shark vs. Kolossus]]'' (2015)
* ''[[Raiders of the Lost Shark]]'' (2015)
* ''[[Ghost Shark 2: Urban Jaws]]'' (2015)
* ''[[3-Headed Shark Attack]]'' (2015) uscito in home video
* ''[[Sharknado 3]]'' (''Sharknado 3: Oh Hell No!'') (2015) film TV
* ''[[Jaws 19]]'' (2015)
* ''[[Sharknado: Heart of Sharkness]]'' (2015)
* ''[[Shark Killer]]'' (2015) uscito in home video
* ''[[Paradise Beach - Dentro l'incubo]]'' (''The Shallows'') (2016)
* ''[[Ice Sharks]]'' (2016) Film TV
* ''[[Planet of the Sharks]]'' (2016) film TV
* ''[[Summer Shark Attack]]'' (2016)
* ''[[Sharknado 4]]'' (''Sharknado 4: The 4th Awakens'') (2016) film TV
* ''[[47 metri]]'' (''47 Meters Down'') (2017)
* ''[[5 Headed Shark Attack]]'' (2017) film TV
* ''[[Mississippi River Sharks]]'' (2017) Film TV
* ''[[Trailer Park Shark]]'' (2017) film TV
* ''[[Empire of the Sharks]]'' (2017) film TV
* ''[[Sharknado 5: Global Swarming]]'' (2017) film TV
* ''[[Shark - Il primo squalo]]'' (2018) - ''in fase di completamento''
* ''[[Sky Sharks]]'' (2018) - ''in fase di completamento''
* ''Sharknado 6'' (2018) - premiere 19 agosto
* ''[[Troppo cattivi]]'' (2022)
* ''[[Troppo cattivi 2]]'' (2025)
 
== Serie televisive ==
* ''[[Street Sharks: Quattro pinne all'orizzonte]]'', cartone animato
* ''[[Zig & Sharko]]'', cartone animato
* ''[[Jabber Jaw]]'', cartone animato
* ''[[Mostri del mare]]'', documentario
* ''[[A tutto reality - L'isola]]'', cartone animato
* ''[[A tutto reality - La vendetta dell'isola]]'', cartone animato
* ''[[A tutto reality presenta: Missione Cosmo Ridicola]]'', cartone animato
* ''[[Stoked - Surfisti per caso]]'', cartone animato
* ''[[Sharky & George]]'', cartone animato
 
== Galleria video ==
<gallery>
File:Great white sharks video.OGG|[[Carcharodon carcharias|Grande squalo bianco]] nei pressi di una gabbia per l'osservazione
File:Great white sharks and cage diving.wmv.OGG|Grande squalo bianco nei pressi di una gabbia per l'osservazione
File:Great white sharks cage diving 3.wmv.OGG|Grande squalo bianco nei pressi di una gabbia per l'osservazione
</gallery>
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
=== Libri ===
* {{cita libro|autore= AAVV|titolo= Gli squali |anno= 1998 |editore= Istituto Geografico De Agostini |città= Novara |id= ISBN 9-788-84155608-5}}
* {{Cita libro |autore=AA.VV. |titolo=Gli squali |anno=1998 |editore=Istituto Geografico De Agostini |città=Novara |ISBN=978-88-415-5608-5}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=AAVV |nome= |linkautore= |coautori= |data=13 dicembre, 2003|titolo=Squali iridati |rivista=Il Ponte |volume=anno XXIX |numero=46 |pagine=1 e 8}}
* {{Cita libro |nome=Erich |cognome=Abel |titolo=Fauna e flora del Mediterraneo |anno=1991 |editore=Franco Muzzio Editore |città=Padova |capitolo=Selachoidei |cid=abel |ISBN=88-7021-573-3 |coautori=Rupert Riedl}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=AAVV |nome= |linkautore= |coautori= |data=gennaio-febbraio 2004|titolo=Animali, a contatto con gli squali |rivista=Macchina del tempo |volume= anno 5|numero=1-2 |pagine=146}}
* {{Cita libro |nome=Thomas B. |cognome=Allen |titolo=The Shark Almanac |url=https://archive.org/details/sharkalmanac0000alle |anno=1999 |editore=The Lyons Press |città=New York |lingua=inglese |cid=allen |ISBN=1-55821-582-4}}
* {{cita libro|cognome=Abel|nome=Erich|coautori=Rupert Riedl|capitolo=Selachoidei|titolo=Fauna e flora del Mediterraneo|città=Padova|anno=1991|id= ISBN 8870215733|editore=Franco Muzzio Editore}}
* Andreone{{Cita F.libro (1992),|nome=Franco ''|cognome=Andreone |titolo=Nel regno degli squali'', Milano |anno=1992, |editore=Starlight, pp. 36.}}
* Stafford Deitsch Jeremy, ''Squali - Una storia fotografica'', Bologna, Edizioni Edison, 1992, ISBN 978-8872370278.
* Clò S. (2003), “Gli squali corso monografico”, in ''Cose d’acqua'', n° '''20''' (2003), pp. 2-81.
* {{Cita libro |nome=Piero |cognome=Angela |titolo=Squali |anno=1997 |editore=Mondadori |ISBN=88-04-42907-0 |coautori=Alberto Angela; Alberto Luca Recchi}}
* Clò S. - Bianchi I. - Barletta G. - Pomi C. (2007), “Gli squali”, in ''Cose d’acqua'', n° '''20/bis''' (2007), pp. 5-70.
* {{Cita libro |nome=Paul |cognome=Budker |titolo=The Life of Sharks |url=https://archive.org/details/lifeofsharks0000budk |anno=1971 |editore=Columbia University Press |città=Londra (UK) |cid=budker |ISBN=0-231-03551-9 |coautori=Peter James Palmer Whitehead}}
*{{Bibliografia | FAO | 2={{Cita libro|autore=L.J.V. Compagno|titolo=FAO species catalogue. Vol. 4. Sharks of the world. An annotated and illustrated catalogue of sharks species known to date. Part 1. Hexanchiformes to Lamniformes|editore=FAO Fisheries Synopsis |città=Roma|pagine=249|url=ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/009/ad122e/ad122e00.pdf|formato=PDF|lingua=inglese|accesso=07-04-2009|id=ISBN 92-5-101384-5|anno=1984}}}}
* {{Cita libro |autore=L.J.V. Compagno |titolo=FAO species catalogue. Vol. 4. Sharks of the world. An annotated and illustrated catalogue of sharks species known to date. Part 1. Hexanchiformes to Lamniformes |url=ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/009/ad122e/ad122e00.pdf |accesso=7 aprile 2009 |anno=1984 |editore=FAO Fisheries Synopsis |città=Roma |lingua=inglese |p=249 |cid=FAO |ISBN=92-5-101384-5}}
* {{cita libro|cognome=Conci|nome=Cesare|coautori=Menico Torchio|capitolo=Pesci cartilaginei o Condroitti|titolo=Pesci|anno=2004|editore=Giunti|città=Firenze|pagine=30-48|id= ISBN 8809035348}}
* {{Cita libro |nome=Leonard J. V. |cognome=Compagno |titolo=A Field Guide to the Sharks of the World |anno=2005 |editore=Collins Field Guides |lingua=inglese |cid=dando |ISBN=0-00-713610-2 |coautori=Marc Dando; Sarah Fowler}}
* {{cita libro|cognome=Costa|nome=Francesco|titolo=Atlante dei pesci dei mari italiani|città=Milano|anno=2004|editore=Mursia (Gruppo Editoriale)|id= ISBN 884253188X}}
* {{Cita libro |autore=Leonard J. V. Compagno |curatore=Carpenter K.E., Niem V.H. |titolo=FAO identification guide for fishery purposes. The Living Marine Resources of the Western Central Pacific |formato=PDF |accesso=6 aprile 2009 |anno=1998 |editore=[[Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura|FAO]] |città=Roma |lingua=inglese |p=1266 |capitolo=Odontaspididae. Sand tiger sharks |url_capitolo=ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/009/w7192e/w7192e44.pdf |cid=niem |coautori=V.H. Niem}}
* Cousteau J. - Cousteau P. (1970), ''Lo squalo, splendido selvaggio del mare'', Milano 1970, Longanesi, pp. 272.
* {{Cita libro |nome=Cesare |cognome=Conci |titolo=Pesci |anno=2004 |editore=Giunti |città=Firenze |pp=30-48 |capitolo=Pesci cartilaginei o Condroitti |ISBN=88-09-03534-8 |coautori=Menico Torchio}}
* {{cita libro|cognome=De Maddalena|nome=Alessandro|titolo=Gli squali delle acque italiane, guida sintetica al riconoscimento|città=Formello (RM)|anno=2001|editore=IRECO|id=ISBN 8886253192}}
* {{citaCita libro|cognome= De Maddalena|nome=AlessandroFrancesco |coautoricognome=Costa Harald Bänsch|titolo=SqualiAtlante deldei Marepesci dei mari italiani Mediterraneo|città=Milano|anno=20082004 |editore=ClassMursia (Gruppo Editoriale) editori|idcittà=Milano |ISBN 8895080157=88-425-3188-X}}
* {{Cita libro |nome=J. |cognome=Cousteau |titolo=Lo squalo, splendido selvaggio del mare |anno=1970 |editore=Longanesi |città=Milano |coautori=P. Cousteau}}
* Femina Michelina (2002), “A dieci anni dalla scoperta dello squalo di Izu”, in ''Lo squalo di Izu'', Avellino 2002, Museo Zoologico, pp. 2-4.
* {{Cita libro |nome=Alessandro |cognome=De Maddalena |titolo=Gli squali delle acque italiane, guida sintetica al riconoscimento |anno=2001 |editore=IRECO |città=Formello (RM) |ISBN=88-86253-19-2}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Femina |nome= Michelina |linkautore= |coautori= |anno=2003 |mese= |titolo=Lo squalo leopardo Stegostoma fasciatum (Hermann, 1783) |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |volume= |numero=6 |pagine=8-10 |id= |url= |lingua= |accesso= }}
* {{Cita libro |nome=Alessandro |cognome=De Maddalena |titolo=Squali del Mar Mediterraneo |anno=2008 |editore=Class editori |città=Milano |ISBN=88-95080-15-7 |coautori=Harald Bänsch}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Femina |nome= Michelina |linkautore= |coautori= |anno=2005 |mese= |titolo=Note sullo squalo Leccia|rivista=Quaderni del Museo Zoologico |volume= |numero=8 |pagine=8-10 |id= |url= |lingua= |accesso= }}
* {{Cita libro |nome=Michelina |cognome=Femina |titolo=Lo squalo di Izu |anno=2002 |editore=Museo zoologico |città=Avellino |pp=2-4 |capitolo=A dieci anni dalla scoperta dello squalo di Izu}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Femina |nome= Michelina |linkautore= |coautori= |anno=2007 |mese= |titolo=Note su Scyliorhinus tokubee Shirai, Hagiware & Nokaya, 1992|rivista=Quaderni del Museo Zoologico |volume= |numero=10 |pagine=11-14 |id= |url= |lingua= |accesso= }}
* {{Cita libro |nome=Andrea |cognome=Ferrari |titolo=Squali |anno=2000 |editore=Arnoldo Mondadori |città=Milano |ISBN=88-04-47996-5 |coautori=Antonella Ferrari}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Femina |nome= Michelina |linkautore= |coautori= Agro Carmine Domenico |anno=2008 |mese= |titolo=Note sullo squalo bambù fasciato Chiloscyllium punctatum MÜLLER & HENLE, 1838 |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |volume= |numero=11 |pagine=23-29 |id= |url= |lingua= |accesso= }}
* {{Cita libro |nome=C. |cognome=Gibson |titolo=The Conservation Status of Northeast Atlantic Chondrichthyans, Report of the IUCN Shark Specialist Group Northeast Atlantic Red List Workshop |url=http://cmsdata.iucn.org/downloads/shark_report_1.pdf |accesso=29 aprile 2009 |anno=2008 |editore=IUCN |città=Newbury (Regno Unito) |coautori=V. S. Valenti; L. Sarah; S. L. Fowler; S. V. Fordham |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120510224954/http://cmsdata.iucn.org/downloads/shark_report_1.pdf |dataarchivio=10 maggio 2012 |urlmorto=sì}}
* {{cita libro|nome=Andrea|cognome=Ferrari|coautori=Antonella Ferrari|titolo=Squali|anno=2000|città=Milano|editore=Arnoldo Mondadori|id= ISBN 88-04-47996-5}}
* {{Cita libro |nome=Lance |cognome=Gilbertson |titolo=Zoology Laboratory Manual |edizione=3 |anno=1998 |editore=McGraw-Hill Companies, Inc. |città=New York |lingua=inglese |cid=gilbertson |ISBN=0-07-229641-0}}
* Foschi P. (2003), “Gli squali bibliografia”, in ''Cose d’acqua'', n° '''21''' (2003), pp. 3-61.
* {{Cita libro |nome=William C. |cognome=Hamlett |titolo=Sharks, Skates and Rays: The Biology of Elasmobranch Fishes |url=https://archive.org/details/sharksskatesrays0000unse |anno=1999 |editore=Johns Hopkins University Press |lingua=inglese |cid=hamlett |ISBN=0-8018-6048-2}}
* Gibson C. - Valenti V.S. - Sarah L. Fowler S.L. - Fordham S.V. (2008), ''The Conservation Status of Northeast Atlantic Chondrichthyans, Report of the IUCN Shark Specialist Group Northeast Atlantic Red List Workshop'', Newbury (Regno Unito) 2008, IUCN, pp. 74.
* Hennemann{{Cita R.libro |nome=Ralf M. (2001),|cognome=Hennemann ''|titolo=Guia de tiburones y rayas del mundo'', Elche (Spagna) |anno=2001, |editore=Grupo Editorial M & G Difusion,Difusión pp.|città=Elche 304.(Spagna) |lingua=es |ISBN=84-95223-10-4}}
* {{Cita libro |nome=William I. |cognome=Lane |titolo=Sharks don't get cancer |url=https://archive.org/details/sharksdontgetcan00lane |anno=1993 |editore=Avery Pub. |lingua=inglese |cid=lane |ISBN=0-89529-520-2 |coautori=Linda Comac}}
* Jahoda Maddalena (2008), ''Squali da salvare'', Milano 2008, Cinehollywood, pp. 15.
* {{Cita libro |nome=Maddalena |cognome=Jahoda |titolo=Squali da salvare |anno=2008 |editore=BBC Production |città=Milano}}
* {{cita libro|cognome=Louisy|nome=Patrick|capitolo=Squali e razze|titolo=Guida all’identificazione dei pesci marini d’Europa e del Mediterraneo|città=Trezzano sul Naviglio (MI)|anno=2006|pagine=378-379, 380-401|editore=Il Castello|id= ISBN 888039472X}}
* {{Cita libro |nome=Patrick |cognome=Louisy |titolo=Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo |anno=2006 |editore=Il Castello |città=Trezzano sul Naviglio (MI) |pp=378-379, 380-401 |capitolo=Squali e razze |ISBN=88-8039-472-X}}
* {{cita libro|Miranda |MacQuitty| Gli squali | 1993 | Istituto Geografico De Agostini | Novara| id= ISBN 88-415-0174-X}}
* {{citaCita libro |nome=G.Miranda |cognome=NotarbartoloMacQuitty Di Sciara|coautori=I. Bianchi|titolo=Guida degliGli squali e delle razze del mediterraneo|città=Padova|anno=19981993 |editore=FrancoIstituto MuzzioGeografico De Agostini Editore|idcittà=Novara |ISBN 8=88-870415-217990174-X}}
* {{Cita libro |nome=Joseph S. |cognome=Nelson |titolo=Fishes of the World |edizione=4 |anno=2006 |editore=John Wiley and Sons |città=New York |lingua=inglese |cid=nelson |ISBN=0-471-25031-7}}
* Ommanney D.F. (1964), “Squali e razze: nomadi del mare”, in IDEM ''I pesci'', Milano 1964, Arnoldo Mondadori, pp. 77-96.
* {{Cita libro |nome=G. |cognome=Notarbartolo Di Sciara |titolo=Guida degli squali e delle razze del mediterraneo |anno=1998 |editore=Franco Muzzio Editore |città=Padova |ISBN=88-7021-799-X |coautori=I. Bianchi}}
* Orga Giulia (2004), ''A contatto con gli squali'', Avellino, 2004, Museo Zoologico, p. 4.
* {{Cita libro |nome=Francis Downes |cognome=Ommanney |titolo=The fishes |anno=1970 |editore=Time-Life International |lingua=inglese |capitolo=Sharks and rays |ISBN=0-8094-0622-5}}
* Orga Giulia - ORGA Stefano (1998), "Pesci cartilaginei", in IDEM ''La barriera corallina'', Avellino 1998, MZO Edizioni, pp. 21 e seguenti.
* {{Cita libro |nome=Giulia |cognome=Orga |titolo=A contatto con gli squali |anno=2004 |editore=Museo zoologico |città=Avellino}}
* {{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Orga |nome= Stefano |linkautore= |coautori= |anno=2001 |mese= |titolo=Gli Atelomycterus squali gattucci dell’Indo-pacifico |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |volume= |numero=3-4 |pagine=9-15 |id= |url= |lingua= |accesso= }}
* {{citaCita libro|cognome=Piccini |nome=StefanoGiulia |titolocognome=GliOrga squali|cittàtitolo=La TorreanoBarriera dicorallina Cividale (UD)|anno=1998 |editore=GeofinMuseo Zoologico |idcittà=ISBNAvellino 8887026149|pp=21 e seguenti |capitolo=Pesci cartilaginei |coautori=Stefano Orga}}
* {{Cita libro |nome=John R. |cognome=Paxton |illustratore=David S. Kirshner |titolo=Encyclopedia of Fishes |url=https://archive.org/details/encyclopediaoffi0000unse_z8l1 |ed=2 |anno=1999 |editore=Heinemann/Raintree |lingua=inglese |capitolo=J. Stevens; P.R. Last, Sharks, rays and chimaeras |ISBN=0-7398-0683-1 |coautori=Raintree Steck-Vaughn Staff; William N. Eschmeyer; David S. Kirshner}}
* {{cita libro|nome=R.|cognome=Pirino|coautori=M. Usai|titolo=Squali, guida alle specie del Mediterraneo|città=Firenze|anno=1991|editore=Edai}}
* {{Cita libro |nome=Stefano |cognome=Piccini |titolo=Gli squali |anno=1998 |editore=Geofin |città=Torreano di Cividale (UD) |ISBN=88-87026-14-9}}
* Recchi Alberto Luca (2000), ''Alla scoperta degli squali'', Roma 2000, pp. 38.
* {{citaCita libro|cognome=Romashko |nome=SandraR. |annocognome=1979Pirino |titolo=Shark,Guida Lordagli ofsquali thedel Mediterraneo Sea|cittàanno=Miami,1991 USA|editore=Windward PubED.A.I |idcittà=Firenze |ISBN=88-8010-030-0 0893170011|edcoautori=3Maurilio Usai}}
* {{Cita libro |nome=Harold L. Jr |cognome=Pratt |titolo=Elasmobranchs as Living Resources: Advances in the Biology, Ecology, Systematics and the Status of the Fisheries |anno=1990 |editore=U.S. Dept. of Commerce, National Oceanic and Atmospheric Administration, National Marine Fisheries Service |lingua=inglese |cid=taniuchi |coautori=Samuel H. Gruber; Toru Taniuchi; National Marine Fisheries Service; National Oceanic and Atmospheric Administration; American Elasmobranch Society}}
* Shaw Donna(2007), ''Sharks and Dolphins'', Oxford, Macmillan, pp. 31. ISBN 9780230010246
* {{Cita libro |nome=Folco |cognome=Quilici |titolo=I miei mari. Una vita di avventure, incontri, scoperte |anno=2010 |editore=Mondadori |ISBN=88-04-58200-6}}
* Stafford-Deitsch J. (1992), ''Squali'', Bologna 1992, Edizioni Edison, pp. 200.
* {{Cita libro |nome=Sandra |cognome=Romashko |titolo=Shark, Lord of the Sea |url=https://archive.org/details/sharklordofsea0000roma |ed=3 |anno=1979 |editore=Windward Pub. |città=Miami, USA |ISBN=0-89317-001-1}}
* Stevens J. - Last P.R. (1994), “Squali, Razze e Chimere”, in Paxton J.R. - Eschmeyer W.N. ''Pesci caratteristiche, ambiente, comportamento'', Milano 1994, Giorgio Mondadori (libri di Airone), pp. 60-69, 24.
* {{Cita libro |nome=Donna |cognome=Shaw |titolo=Sharks and Dolphins |url=https://archive.org/details/sharksdolphinsdo0000shaw |anno=2007 |editore=Macmillan |città=Oxford |ISBN=978-0-230-01024-6}}
* Tibaldi E. (1980), ''Squali e mammiferi marini'', Milano 1980,Fabbri Editore, pp. 44.
* {{Cita libro |nome=Jeremy |cognome=Stafford-Deitsch |titolo=Shark: A Photographer's Story |url=https://archive.org/details/sharkphotographe0000staf |anno=1988 |editore=Sierra Club Books |lingua=inglese |ISBN=0-87156-733-4}}
* {{cita libro|congnome=Tortonese|nome=Enrico|capitolo=Squali e altri aggressori|titolo=Ambienti e pesci dei mari tropicali|città=Bologna|anno=1983|editore=Calderini|pagine=186-195|id= ISBN 8870191958}}
* {{Cita libro |nome=Ettore |cognome=Tibaldi |titolo=Pesci e mammiferi marini. Gli abitatori del mare |anno=1995 |editore=Opportunity Books |ISBN=88-8129-985-2 |coautori=Luigi Cominetti; Ken Balcomb}}
* {{cita libro|cognome=Tosco|nome=Umberto|capitolo=Classe Pesci Cartilaginei|titolo=I Pesci delle acque territoriali italiane|città=Cinisello Balsamo (MI)|anno=1992|pagine=140-159, 37-38 (tavole 4-24)|editore=San Paolo Edizioni|id= ISBN 8821523950}}
* {{Cita libro |nome=Enrico |cognome=Tortonese |titolo=Ambienti e pesci dei mari tropicali |anno=1983 |editore=Calderini |città=Bologna |pp=186-195 |capitolo=Squali e altri aggressori |ISBN=88-7019-195-8}}
* {{Cita libro |nome=Umberto |cognome=Tosco |titolo=I Pesci delle acque territoriali italiane |anno=1992 |editore=San Paolo Edizioni |città=Cinisello Balsamo (MI) |pp=140-159, 37-38 (tavole 4-24) |capitolo=Classe Pesci Cartilaginei |ISBN=88-215-2395-0}}
* {{Cita libro |nome=T. I. |cognome=Walker |titolo=Shark Fisheries Management and Biology |anno=1998 |editore=Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization |lingua=inglese |cid=walker}}
 
=== Pubblicazioni scientifiche ===
==Voci correlate==
* {{Cita pubblicazione |cognome=AAVV |data=13 dicembre 2003 |titolo=Squali iridati |rivista=Il Ponte |volume=anno XXIX |numero=46 |pp=1 e 8}}
<!----------------------------------------------------------->
* {{Cita pubblicazione |cognome=AAVV |data=gennaio-febbraio 2004 |titolo=Animali, a contatto con gli squali |rivista=Macchina del tempo |volume=anno 5 |numero=1-2 |p=146}}
{{multiCol}}<!-- INIZIO PRIMA COLONNA -->
* {{Cita pubblicazione |nome=D. D. |cognome=Chapman |autore2=Shivji M. S. |autore3=Louis E. |anno=2007 |mese=agosto |titolo=Virgin birth in a hammerhead shark |rivista=Biology letters |volume=3 |numero=4 |pp=425-427 |lingua=inglese |doi=10.1098/rsbl.2007.0189 |url=http://journals.royalsociety.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098/rsbl.2007.0189 |cid=chapman |PMID=17519185 |urlmorto=sì |autore4=Sommer J. |autore5=Fletcher H. |autore6=Prodöhl P. A. |pmc=2390672}}
<!----------------------------------------------------------->
* {{Cita pubblicazione |nome=Simona |cognome=Clò |anno=2003 |titolo=Gli squali, corso monografico |rivista=Cose d'acqua |numero=20 |pp=2-81}}
*[[Carcharodon megalodon]]
* {{Cita pubblicazione |nome=S. |cognome=Clò |autore2=Bianchi I. |autore3=Barletta G. |anno=2007 |titolo=Gli squali |rivista=Cose d'acqua |numero=20/bis |pp=5-70 |autore4=Pomi C.}}
*[[Carcharodon carcharias|Grande squalo bianco]]
* {{Cita pubblicazione |nome=Michelina |cognome=Femina |anno=2003 |titolo=Lo squalo leopardo Stegostoma fasciatum (Hermann, 1783) |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |numero=6 |pp=8-10}}
*[[Rhincodon typus|Squalo balena]]
* {{Cita pubblicazione |nome=Michelina |cognome=Femina |anno=2005 |titolo=Note sullo squalo Leccia |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |numero=8 |pp=8-10}}
*[[Carcharodon carcharias|Squalo bianco]]
* {{Cita pubblicazione |nome=Michelina |cognome=Femina |anno=2007 |titolo=Note su Scyliorhinus tokubee Shirai, Hagiware & Nokaya, 1992 |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |numero=10 |pp=11-14}}
*[[Carcharhinus obscurus|Squalo bruno]]
* {{Cita pubblicazione |nome=Michelina |cognome=Femina |autore2=Agro Carmine Domenico |anno=2008 |titolo=Note sullo squalo bambù fasciato Chiloscyllium punctatum MÜLLER & HENLE, 1838 |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |numero=11 |pp=23-29 |cid=femina}}
*[[Pseudocarcharias kamoharai|Squalo coccodrillo]]
* {{Cita pubblicazione |nome=J. B. |cognome=Finkelstein |anno=2005 |mese=novembre |titolo=Sharks do get cancer: few surprises in cartilage research |rivista=[[Journal of the National Cancer Institute]] |volume=97 |numero=21 |pp=1562-1563 |lingua=inglese |doi=10.1093/jnci/dji392 |url=https://jnci.oxfordjournals.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=16264172 |cid=finkel |PMID=16264172}}
*[[Isistius brasiliensis|Squalo cookie-cutter]]
* {{Cita pubblicazione |nome=J. |cognome=Folkman |autore2=Klagsbrun M. |anno=1987 |titolo=Angiogenic factors |rivista=Science |volume=235 |numero=4787 |pp=442-447 |lingua=inglese |doi=10.1126/science.2432664 |cid=folkman |issn=0036-8075}}
*[[Carcharhinus leucas|Squalo dello Zambesi]]
* {{Cita pubblicazione |nome=P. |cognome=Foschi |anno=2003 |titolo=Gli squali bibliografia |rivista=Cose d'acqua |numero=21 |pp=3-61}}
*[[Heterodontus portusjacksoni|Squalo di Port Jackson]]
* {{Cita pubblicazione |autore=Joung Shoou-Jeng |anno=1996 |titolo=The whale shark, Rhincodon typus, is a livebearer: 300 embryos found in one ‘megamamma’ supreme |rivista=Environmental Biology of Fishes |volume=46 |numero=3 |lingua=inglese |doi=10.1007/BF00004997 |cid=jeng |etal=s |issn=0378-1909}}
*[[Cetorhinus maximus|Squalo elefante]]
* {{Cita pubblicazione |nome=A. J. |cognome=Kalmijn |anno=1982 |mese=novembre |titolo=Electric and magnetic field detection in elasmobranch fishes |rivista=Science |volume=218 |numero=4575 |pp=916-918 |lingua=inglese |cid=kalm |PMID=7134985}}
*[[Mitsukurina owstoni|Squalo goblin]]
* {{Cita pubblicazione |nome=A. |cognome=Lee |autore2=Langer R. |anno=1983 |titolo=Shark cartilage contains inhibitors of tumor angiogenesis |rivista=Science |volume=221 |numero=4616 |pp=1185-1187 |lingua=inglese |doi=10.1126/science.6193581 |cid=lee |issn=0036-8075}}
*[[Carcharhinus amblyrhynchos|squalo grigio di scogliera]]
* {{Cita pubblicazione |autore=Marks, R. Adrian |data=aprile 1981 |titolo=America was Well Represented |rivista=United States Naval Institute Proceedings |lingua=inglese |cid=marks}}
*[[Negaprion brevirostris|Squalo limone]]
* {{Cita pubblicazione |nome=C. G. |cognome=Meyer |autore2=Holland K. N. |autore3=Papastamatiou Y. P. |anno=2005 |mese=marzo |titolo=Sharks can detect changes in the geomagnetic field |rivista=Journal of the Royal Society, Interface / the Royal Society |volume=2 |numero=2 |pp=129-130 |lingua=inglese |doi=10.1098/rsif.2004.0021 |url=http://journals.royalsociety.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098/rsif.2004.0021 |cid=meyer |PMID=7134985 |urlmorto=sì |pmc=1578252}}
*[[Carcharhinus longimanus|Squalo longimanus]]
* {{Cita pubblicazione |nome=Susan |cognome=Milius |data=1º agosto 1998 |titolo=Glow-in-the-dark shark has killer smudge |rivista=Science news |volume=154 |numero=5 |lingua=inglese |url=http://findarticles.com/p/articles/mi_m1200/is_n5_v154/ai_21015202/ |cid=milius |issn=0036-8423}}
*[[Isurus oxyrinchus|Squalo Mako]]
* {{Cita pubblicazione |nome=D. R. |cognome=Miller |anno=1998 |titolo=Phase I/II trial of the safety and efficacy of shark cartilage in the treatment of advanced cancer |rivista=J Clin Oncol |volume=16 |numero=11 |pp=3649-55 |lingua=inglese |url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9817287?dopt=Abstract |cid=miller |etal=sì |issn=0277-3732}}
<!----------------------------------------------------------->
* {{Cita pubblicazione |nome=Stefano |cognome=Orga |anno=2001 |titolo=Gli Atelomycterus squali gattucci dell'Indo-pacifico |rivista=Quaderni del Museo Zoologico |numero=3-4 |pp=9-15}}
{{ColBreak}}<!-- INIZIO SECONDA COLONNA -->
* {{Cita pubblicazione |nome=G. K. |cognome=Ostrander |autore2=Cheng K. C. |autore3=Wolf J. C. |anno=2004 |mese=dicembre |titolo=Shark cartilage, cancer and the growing threat of pseudoscience |rivista=Cancer research |volume=64 |numero=23 |pp=8485-8491 |lingua=inglese |doi=10.1158/0008-5472.CAN-04-2260 |url=http://cancerres.aacrjournals.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=15574750 |cid=ostrand |PMID=15574750 |autore4=Wolfe M. J.}}
<!----------------------------------------------------------->
* {{Cita pubblicazione |nome=A.N. |cognome=Popper |autore2=Platt C. |anno=1993 |titolo=Inner ear and lateral line of bony fishes |rivista=The Physiology of Fishes |editore=CRC Press |edizione=1 |lingua=en |cid=popper}}
*[[Orectolobus maculatus|Squalo marmoreggiato]]
* {{Cita pubblicazione |nome=I. G. |cognome=Priede |autore2=Froese R. |autore3=Bailey D. M. |anno=2006 |mese=giugno |titolo=The absence of sharks from abyssal regions of the world's oceans |rivista=Proceedings. Biological sciences / the Royal Society |volume=273 |numero=1592 |pp=1435-1441 |lingua=inglese |doi=10.1098/rspb.2005.3461 |url=http://journals.royalsociety.org/openurl.asp?genre=article&id=doi:10.1098/rspb.2005.3461 |cid=priede |PMID=16777734 |urlmorto=sì |etal=s |pmc=1560292}}
*[[Sphyrna mokarran|squalo martello maggiore]]
*[[Megachasma pelagios|Squalo megamouth]]
*[[Ginglymostomatidae|Squalo nutrice]]
*[[Carcharhinus limbatus|Squalo orlato]]
*[[Squaliolus laticaudus|Squalo pigmeo]]
*[[Triaenodon obesus|Squalo pinna bianca del reef]]
*[[Carcharhinus melanopterus|Squalo pinna nera del reef]]
*[[Lamna ditropis|Squalo salmone]]
*[[Galeocerdo cuvier|Squalo tigre]]
*[[Carcharias taurus|Squalo toro]]
*[[Carcharias tricuspidatus|Squalo toro indiano]]
*[[Alopias vulpinus|Squalo volpe]]
*[[Alopias superciliosus|Squalo volpe occhione]]
*[[Prionace glauca|Verdesca]]
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== AltriVoci correlate progetti==
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{{interprogetto
* [[Chondrichthyes in Italia]]
|commons=Category:Selachimorpha
* [[Carcharodon megalodon]]
|wikispecies=Selachimorpha
* [[Dakuwaqa|Dakuwaqa, il dio squalo delle Fiji]]
|wikt=Squalo
* [[Specie di Chondrichthyes]]
}}
* [[Galleria nazionale dei Selachoidei]]
* [[Carcharodon carcharias|Grande squalo bianco]]
* [[Ittiologia]]
* [[Squali d'acqua dolce]]
* [[Rhincodon typus|Squalo balena]]
* [[Carcharodon carcharias|Squalo bianco]]
* [[Carcharhinus obscurus|Squalo bruno]]
* [[Pseudocarcharias kamoharai|Squalo coccodrillo]]
* [[Isistius brasiliensis|Squalo cookie-cutter]]
* [[Carcharhinus leucas|Squalo dello Zambesi]]
* [[Heterodontus portusjacksoni|Squalo di Port Jackson]]
* [[Cetorhinus maximus|Squalo elefante]]
* [[Mitsukurina owstoni|Squalo goblin]]
* [[Carcharhinus amblyrhynchos|Squalo grigio di scogliera]]
* [[Negaprion brevirostris|Squalo limone]]
{{colonne spezza}}
* [[Carcharhinus longimanus|Squalo longimanus]]
* [[Isurus oxyrinchus|Squalo mako]]
* [[Orectolobus maculatus|Squalo marmoreggiato]]
* [[Sphyrna mokarran|Squalo martello maggiore]]
* [[Megachasma pelagios|Squalo megamouth]]
* [[Ginglymostomatidae|Squalo nutrice]]
* [[Carcharhinus limbatus|Squalo orlato]]
* [[Squaliolus laticaudus|Squalo pigmeo]]
* [[Triaenodon obesus|Squalo pinna bianca del reef]]
* [[Carcharhinus melanopterus|Squalo pinna nera del reef]]
* [[Lamna ditropis|Squalo salmone]]
* [[Galeocerdo cuvier|Squalo tigre]]
* [[Carcharias taurus|Squalo toro]]
* [[Carcharias tricuspidatus|Squalo toro indiano]]
* [[Alopias vulpinus|Squalo volpe]]
* [[Alopias superciliosus|Squalo volpe occhione]]
* [[Prionace glauca]]
* [[Spinnamento dello squalo]]
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== Altri progetti ==
==Collegamenti esterni==
{{interprogetto|wikt|commons_preposizione=sul superordine dei|wikispecies_preposizione=sul superordine dei|q_preposizione=sullo|q_etichetta=squalo}}
* [http://www.squali.biz Galleria Nazionale dei Selachoidei]
* [http://www.iwishblog.com/2008/12/squalo-bianco-attacco.html Squalo bianco durante un attacco]
* {{en}} [http://www.sampla.org South African Marine Predator Lab] un istituto di ricerca che studia i grandi predatori marini.
* {{en}} {{Dmoz|}}
* {{en}} [http://www.sharkattacksurvivors.com/ Shark Attack Survivors Shark Attack Education and Prevention]
* {{en}} [http://www.sharks.org Shark Research Institute]
* {{en}} [http://www.geerg.ca Greenland Shark and Elasmobranch Education and Research Group]
* {{en}} [http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Sharks/ISAF/ISAF.htm The International Shark Attack File]
* {{en}} [http://www.sharktrust.org/ Shark Trust Organization]
* {{en}} [http://www.elasmo-research.org ReefQuest Centre for Shark Research]
* {{en}} [http://www.whaleshark.org ECOCEAN Whale Shark Photo-identification Library]
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* {{en}} [http://www.sharkattackfile.net Global Shark Attack File]
* {{en}} [http://www.sharkresearchcommittee.com/ Shark Research Committee]
* {{en}} [http://www.elasmodiver.com Shark Pictures and Elasmobranch Field Guide]
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== Collegamenti esterni ==
{{Portale|pesci}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web |url=http://www.prionace.it |titolo=Sito italiano sul tema }}
* {{Cita web |url=http://www.iwishblog.com/2008/12/squalo-bianco-attacco.html |titolo=Squalo bianco durante un attacco }}
* {{en}}[http://www.sampla.org South African Marine Predator Lab] un istituto di ricerca che studia i grandi predatori marini.
* {{Cita web |url=http://www.sharkattacksurvivors.com/ |titolo=Shark Attack Survivors Shark Attack Education and Prevention |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.sharks.org |titolo=Shark Research Institute |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.geerg.ca |titolo=Greenland Shark and Elasmobranch Education and Research Group |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Sharks/ISAF/ISAF.htm |titolo=The International Shark Attack File |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.sharktrust.org/ |titolo=Shark Trust Organization |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org |titolo=ReefQuest Centre for Shark Research |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.whaleshark.org/ |titolo=ECOCEAN Whale Shark Photo-identification Library |lingua=en |accesso=29 maggio 2008 |dataarchivio=2 gennaio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180102171512/http://www.whaleshark.org/ |urlmorto=sì }}
* {{Cita web |url=http://www.elasmo-research.org/research/checklist_res.htm |titolo=Updated list of all known shark species |lingua=en }}
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* {{Cita web |url=http://www.elasmodiver.com |titolo=Shark Pictures and Elasmobranch Field Guide |lingua=en }}
* {{Cita web |url=http://www.morphbank.net/Browse/ByImage/?tsn=551500 |titolo=Shark pictures on Morphbank |lingua=en |accesso=29 maggio 2008 |dataarchivio=3 maggio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170503235532/http://www.morphbank.net/Browse/ByImage/?tsn=551500 |urlmorto=sì }}
 
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