Atanasio Canata: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
ortografia
 
(62 versioni intermedie di 35 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{F|letterati italiani|arg2=religiosi italiani|aprile 2009}}
{{C|Zeppo di dati biografici incerti (a cominciare da data e luogo di morte, oltre al frequente ricorso al "pare"), la formulazione gli attribuisce di fatto l'Inno di Mameli|biografie|maggio 2009|firma=[[Utente:Almadannata|Almadannata]] ([[Discussioni utente:Almadannata|msg]]) 17:18, 3 mag 2009 (CEST)}}
 
{{F|biografie|aprile 2009|firma=[[Utente:Bbruno]] <small>[[Discussioni utente:Bbruno|(msg)]]</small> 19:20, 30 apr 2009 (CET)}}
{{Bio
|Nome = Atanasio
Riga 10 ⟶ 8:
|AnnoNascita = 1811
|LuogoMorte = Carcare
|GiornoMeseMorte = 5 aprile
|AnnoMorte = 1867
|Epoca = 1800
|Attività = religioso
|Attività2 = letterato
|Attività3 = educatore
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
==Biografia==
Ultimo degli ottiotto figli di Giuseppe, negoziante di Lerici, e di Anna Carosini, scomparsa prematuramente nel [[1818]], fu educato dal fratello Gaetano, [[Rettore (ecclesiastico)#Gerarchia cattolica|rettore]] del [[Seminario]] di [[Sarzana]] (e successivamente parroco di Lerici dal [[1825]] al [[1836]]), che gli fece studiare materie umanistiche, in particolare [[filosofia]] e [[retorica]]. Dopo essere rientrato a Lerici, per aiutare il padre nell'amministrazione del menageménage familiare, si recò presso lo zio Don Agostino parroco ad [[Ameglia]].
 
Qui si innamorò di una giovane contadina dalla quale però fu rifiutato: questa delusione pare fosse all'origine della sua crisi spirituale e della sua vocazione{{cnCitazione necessaria|.}} Pare che l'ultima decisione fosse presa dal giovane Atanasio davanti all'altare del Cristo Crocifisso: a soli diciannove anni entrò comunque nella Casa degli [[Scolopi]] di [[Genova]], facendosi sacerdote e poi frate.
 
Rivolse pertanto la seconda parte della sua vita all'educazione dei giovani e alla loro formazione culturale e spirituale. Fu prima a [[Chiavari]], poi a [[Savona]] ed infine a [[Carcare]] (pressoin SavonaVal Bormida), dove rimase per ventisette anni nel collegio che faceva chiamare la Tebaide ligure. Strinse amicizia con un altro celebre educatore, San [[Giovanni Bosco]], e cominciò ad affermarsi come poeta ed oratore.
 
Oltre che aver avuto fra i propri allievi futuri ufficiali, intellettuali, parlamentari e ministri, Padre Canata fu insegnante di [[Giuseppe Cesare Abba]], [[Goffredo Mameli]] e di tanti altri patrioti del [[Risorgimento]] italiano dei quali condivideva ideali e speranze{{cnCitazione necessaria|.}} L'Abba nel suo libro "[[Da Quarto aal Volturno]]" sull'[[Impresa dei Mille]] ricordava con commozione, infatti, il suo maestro e raccontava le drammatiche scene in classe il giorno dopo la [[battaglia di Novara (1849)|battaglia di Novara]]: pallido e tremante Padre Canata si precipitò in aula e poi in piedi davanti alla sua cattedra annunciò "Fummo vinti a a Novara!" e pianse commosso{{cnCitazione necessaria|.}}
=== Scritti di Padre Canata ===
 
Atanasio Canata fu autore di prose e tragedie, scrisse poesie, nel 1889 raccolte in due volumi. I suoi versi grondavano Cristianesimo liberale e amor di patria. Ispirato da Vincenzo Gioberti, Canata scommetteva sull'indipendenza e l'unione degli italiani. Infatti neiNei suoi componimenti ricorrono tutti ialcuni materiali che troveremo presenti nel canto nazionale (attribuitocomposto ada Mameli) e che fafanno riferimento a fatti del 1846: la sanguinosa repressione austriaca dei polacchi in Galizia e il festeggiamento di Balilla a Genova (settembre 1846).<ref>
{{collegamento interrotto|1=[http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/vitacavour/grubrica.asp?ID_blog=289&ID_articolo=69 L'Inno rubato da Mameli - LASTAMPA.it » <!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
==Rapporto con Mameli==
[[Goffredo Mameli]] fu alunno di Padre Canata; {{cnCitazione necessaria|pare che ogni giorno facessero lunghe passeggiate insieme e che proprio da quelle lunghe conversazioni siaarrivarono natoal giovane allievo le ispirazioni per comporre l'[[inno di Mameli|inno]] "Fratelli D'Italia"}}, che sarebbe diventato l'inno ufficiale della [[Repubblica Italiana]].
 
Lo storico [[Aldo Alessandro Mola]] affermò in numerosi suoi articoli che il vero autore del testo del [[Canto degli Italiani]] fosse Canata stesso, il quale avrebbe dedicato l'inno a re [[Carlo Alberto di Savoia]] e si sarebbe poi "vendicato" del presunto plagio con un poema beffeggiante nei confronti di chi gli aveva rubato l'opera: «Meditai robusto canto | ma venali menestrelli | rapian dall’arpa il vanto»<ref>Aldo Alessandro Mola, Storia della Monarchia in Italia, Bompiani, Milano, 2002, pp. 364-369.</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
{{cn|Ormai certa è la paternità di Canata sulla terza strofa che ha un contenuto religioso:}}
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
"UNIAMOCI AMIAMOCI
{{Portale|biografie|Risorgimento}}
L'UNIONE L'AMORE
RVELANO AI POPOLI
LE VIE DEL SIGNORE.
GIURIAMO FAR LIBERO
IL SUOLO NATIO;
UNITI PER DIO
CHI VINCER CI PUO'?"
 
[[Categoria:Personalità del Risorgimento]]
{{cn|Secondo altri studiosi, invece, si potrebbe giingere alla totale attribuzione dell'Inno Nazionale a Padre Canata}} che probabilmente non dichiarò mai la verità anche per non infangare la memoria del suo giovane allievo (morto eroicamente nella difesa del [[Gianicolo]] a [[Roma]]), benché in altri, successivi versi del Canata rileverebbero una velata polemica per il torto subito{{cn|:}} «A destare quell'alme imbelli/ meditò robusto un canto;/ ma venali menestrelli/ si rapina dell'arte un vanto/ sulla sorte dei fratelli/ non profuse allor che pianto/ e aspettando nel suo core/ si rinchiuse il pio cantore»{{cn|.}}