El Alamein - La linea del fuoco: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
 
(144 versioni intermedie di 87 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Film
|titoloitalianotitolo = El Alamein - La linea del fuoco
|immagine = El Alamein 2002.png
|didascalia = Una scena del film.
|titolo originale =
|titolooriginale=
|linguaoriginalelingua originale = [[Lingua italiana|italiano]]
|nomepaesepaese = [[Italia]]
|annoproduzioneanno uscita =[[ 2002]]
|aspect ratio =
|durata=114 min
|genere = Guerra
|tipocolore= colore
|genere 2 = Drammatico
|tipoaudio= sonoro
|regista = [[Enzo Monteleone]]
|ratio=
|soggetto =
|nomegenere= azione/drammatico
|nomeregistasceneggiatore = [[Enzo Monteleone]]
|produttore = [[Riccardo Tozzi (imprenditore)|Riccardo Tozzi]], [[Giovanni Stabilini]], [[Marco Chimenz]]
|nomesoggetto =
|casa produzione = [[Medusa Film]], [[Cattleya (azienda)|Cattleya]], [[TELE+]]
|nomesceneggiatore = [[Enzo Monteleone]]
|casa distribuzione italiana = [[Medusa Distribuzione]]
|nomeattori =
|attori = * [[Paolo Briguglia]] : fantesoldato Serra
* [[EmilioPierfrancesco SolfrizziFavino]] : ten.sergente FioreRizzo
* [[PierfrancescoEmilio FavinoSolfrizzi]] : serg.tenente RizzoFiore
* [[Luciano Scarpa]] : sold.soldato Spagna
* [[Thomas Trabacchi]] : capor.caporale De Vita
* [[Sergio Albelli]] : ten.tenente della "Folgore"
* [[Ivan Bacchi]] : autista camion del cavallo
* [[Lorenzo Balducci]] : soldato trincea
* [[Antonio Berardinelli]] : bersagliere motociclista
* [[Giuseppe Cederna]] : cap.capitano medico
* [[Roberto Citran]] : colonnello
* [[Attilio Cucari]] : Serra anziano
* [[Massimiliano Cutrera]] : portaferiti
* [[NicolaFabio Ferri (attore)|Fabio Ferri]] : soldato ferito
* [[Raffaele Giangale]] : carabiniere
* [[Piero Maggiò]] : soldato Tarozzi
* [[Silvio Orlando (attore)|Silvio Orlando]] : il generale ignoto del Regio Esercito
* [[Antonio Petrocelli]] : autista camion acquadei rifornimenti
* [[Alessandro Sampaoli]] : bersagliere motociclista
* [[Luigi Saravo]] : caporale
* [[Andrea Bruno Savelli]] : ten.tenente del genio guastatori
* [[Simone Spinazzé]] : autista camion dei feriti
|nomefotografofotografo = [[Daniele Nannuzzi]]
|nomemontaggiomontatore = [[Cecilia Zanuso]]
|effetti speciali = [[Renato Longi]]
|nomeeffettispeciali = [[Giancarlo Mancini Nazaryeh]]
|nomemusicistamusicista = [[Pivio]], [[e Aldo De Scalzi]]
|nomescenografoscenografo = [[Ettore Guerrieri Zastupnevich]]
|nomefonicocostumista = [[Andrea MoserViotti]]
|truccatore = [[Vincenzo Mastrantonio]]
|nomepremi =
*3 [[David di Donatello 2003]]: [[David di Donatello per il miglior direttore della fotografia|miglior fotografia]], [[David di Donatello per il miglior montatore|miglior montaggio]] e [[David di Donatello per il miglior fonico di presa diretta|miglior sonoro in presa diretta]]
}}
'''''El Alamein - La linea del fuoco''''' è un [[Cinema di guerra|film di guerra]] del 2002 diretto da [[Enzo Monteleone]]. <br/>
 
'''''El Alamein - La linea del fuoco''''' è un film del [[2002]] diretto da [[Enzo Monteleone]], con [[Paolo Briguglia]], [[Luciano Scarpa]] e [[Pierfrancesco Favino]].
 
{{film dgc
|giorno=8
|mese=luglio
|anno=2001}}
==Citazioni==
La [[seconda battaglia di El Alamein]] è un pezzo doloroso di storia italiana, autentico sia nelle sofferenze dei tanti soldati che hanno vissuto questo episodio bellico che nello spaccato che presenta dell'Italia in una guerra affrontata senza preparazione.
 
== Trama ==
[[El Alamein]], 120 chilometri da [[Alessandria d'Egitto]], ottobre [[1942]]. Il fante Serra, volontario universitario originario di [[Palermo]], è inviato sul [[Campagna del Nordafrica|fronte del Nordafrica]] dove giunge con grande spirito patriottico, venendo assegnato al [[27º Reggimento fanteria "Pavia"]] dipendente dalla [[17ª Divisione fanteria "Pavia"]], a sua volta inquadrata nel [[X Corpo d'Armata]] italiano. Egli, al pari di molti suoi connazionali in patria, è certo che la città egiziana sarà presto conquistata e che la dura campagna del deserto sarà conclusa vittoriosamente, confidando di partecipare alla sfilata trionfale che si svolgerà ad Alessandria dopo l'occupazione.
[[Africa Settentrionale]], 120 km da [[Alessandria d'Egitto]], estate [[1942]]. Il fante Serra, volontario universitario palermitano, arriva al fronte con grande spirito patriottico speranzoso di partecipare alla sfilata trionfale ad Alessandria, della quale è certo come molti italiani in patria. Ma la realtà al fronte è molto diversa; assegnato al 28° [[Reggimento]] [[fanteria]] della [[Divisione (militare)|Divisione]] Pavia, X [[Corpo d'armata]], inizia a conoscere il fronte, i suoi compagni ed il nemico. Impara a convivere con i "miracoli", le tre possibilità che secondo i commilitoni ognuno ha a disposizione prima di lasciarci la pelle, a conoscere i trucchi che rendono sopportabile una vita miserabile di chi non ha nessuna speranza di vincere, con un rancio intermittente, armi insufficienti, e approvvigionamenti di lucido per scarpe spedito dalle retrovie in vista di quella sfilata che un paio di mesi prima sembrava certa anche a lui. Ad un certo punto, Serra dirà "La morte è bella solo sui libri di scuola, nella vita fa solo pietà, è orrenda e puzza".
 
La realtà del fronte è tuttavia molto diversa da quella immaginata: il caldo è insopportabile, i soldati tutti soffrono di [[dissenteria]], l'armamento è inadeguato, il cibo insufficiente, l'[[acqua]] è razionata e inquinata; l'[[artiglieria]] dell'[[Eighth Army (Regno Unito)|8ª Armata britannica]] martella costantemente le posizioni italiane, lasciando un po' di respiro solo di notte. Serra prende contatto nel modo peggiore con la vita di [[trincea]] quando una salva d'artiglieria uccide il [[caporale]] che lo stava accompagnando al suo reparto, dopo essersi presentato al comandante, il tenente Fiore. In quel momento viene informato dei "tre miracoli", ossia delle tre possibilità che, secondo i superstiziosi commilitoni, ciascun soldato ha a disposizione prima di morire.
Conosce i suoi compagni, Spagna, De Vita, il mortaista Tarozzi; conosce il suo sergente Rizzo, un veneto in guerra da due anni, passati tutti al fronte che, in un pattugliamento dentro la depressione di [[Qattara|El Qattara]] gli racconta come sia riuscito ad evadere da un campo di concentramento e tornare al fronte perché "per un soldato non è mica bello essere prigioniero"; questa dignità la ritroverà nonostante la ritirata a seguito dell'offensiva inglese scatenata il 23 ottobre, soprattutto nei suoi compagni della ''Pavia'', della ''Folgore'', dell'''Ariete'', nel tenente Fiore che lo aveva accolto in modo burbero e che si sacrificherà con Rizzo durante la ritirata per permettergli di salvarsi, e di tornare un giorno a trovarli al Sacrario per ricordarli.
 
Nel periodo in cui il fronte è fermo, Serra stringe amicizia con alcuni commilitoni: Spagna, De Vita, il [[Mortaio (arma)|mortaista]] Tarozzi e soprattutto il [[sergente]] Rizzo, un veterano [[veneto]] in guerra da due anni tutti passati al fronte, il quale, durante un pattugliamento all'interno della [[depressione di Qattara]], gli racconta di come sia riuscito a evadere da un [[campo di prigionia]] e tornare al fronte perché "per un soldato non è mica bello essere prigioniero". Il ritrovamento di cadaveri in una postazione di bersaglieri fa capire a Serra e Rizzo che gli Inglesi non hanno limiti nel muoversi in zone inospitali ("sono più Beduini dei Beduini"). Il sergente prende in simpatia il giovane volontario e gli insegna tutti i modi possibili per sopravvivere, dato che la grande offensiva per la conquista di Alessandria, a dispetto dell'invio di un carico di lucido per scarpe spedito insieme al [[Equus caballus|cavallo]] di [[Benito Mussolini]] (ansioso di condurre la parata della vittoria), non ci sarà: le forze mobili sono estremamente inadeguate, il [[Deutsches Afrikakorps]] comandato dal [[feldmaresciallo]] [[Erwin Rommel]] dispone di limitate riserve di [[carburante]] e si prepara a ripiegare, i britannici ripuliscono continuamente dagli ordigni dei corridoi nei [[Campo minato|campi minati]] italiani, facendo presagire una controffensiva.
==Voci correlate==
 
La disillusione si impadronisce presto di Serra. Travolto dall'orrore dopo l'inizio della decisiva [[Seconda battaglia di El Alamein|battaglia di El Alamein]] il 23 ottobre, arriva a considerare che "a scuola ti insegnano: fortunato chi muore da eroe, ma i morti non sono né fortunati né sfortunati, sono morti e basta". La ritirata delle forze superstiti della "Pavia", della [[185ª Divisione paracadutisti "Folgore"|"Folgore"]] e dell'[[132ª Divisione corazzata "Ariete"|"Ariete"]] viene presentata da ottusi ufficiali come "sganciamento", in prospettiva di una nuova futura avanzata; ma i soldati si rendono conto che il fronte ormai è collassato e che sono stati lasciati indietro senza alcun mezzo di trasporto, mentre le forze tedesche e una parte di quelle italiane fuggono verso ovest. Persino gli ospedali da campo sono costretti ad attendere l'arrivo degli inglesi in modo da curare meglio i feriti che non possono essere trasportati.
 
Dopo che gli ultimi soldati della [[Compagnia (unità militare)|compagnia]] del tenente Fiore vengono fatti prigionieri durante la notte, Rizzo e Serra rimangono ad assistere l'ufficiale nel corso di una disperata marcia a piedi, attraverso il [[deserto]], per ricongiungersi alle grandi unità italo-tedesche; tuttavia la ferita di Fiore, subita in un precedente scontro, non è stata medicata ed egli è debilitato al punto che non riesce più a proseguire. Di comune accordo con Rizzo, obbliga Serra a mettersi in salvo a bordo di una [[motocicletta]] rinvenuta sul posto ma che non può trasportarli tutti: il giovane soldato promette loro che tornerà a prenderli e si allontana con la moto nel deserto.
 
== Inesattezze storiche e tecniche ==
{{Senza fonte|Il cavallo con cui [[Benito Mussolini|Mussolini]] intendeva sfilare in parata in Egitto era bianco e si riferiva alla [[prima battaglia di El Alamein]] non alla seconda (periodo temporale in cui si svolge il film)}}.
Durante la battaglia i carri armati che sfondano le linee difensive italiane, sebbene opportunamente mascherati da reti mimetiche, non sono i classici [[Mk II Matilda]] come ci si sarebbe aspettato, ma ben più moderni carri [[M60 Patton]] e mezzi da trasporto truppe [[M113]] (probabilmente nella versione italiana [[VCC-1 Camillino]]), come anche nella prima parte della ritirata, quando i soldati in marcia cercano di fermare alcune truppe tedesche motorizzate che viaggiano a bordo di semicingolati americani [[M3 Half-track]]. Tuttavia in questo caso il fatto è molto più plausibile, visto che i tedeschi in Africa (e non solo) recuperavano e riutilizzavano i mezzi alleati, in ogni occasione, per supplire alle proprie deficienze. Nella scena in cui il tenente Fiore ordina al sergente Rizzo di andare in ricognizione nella depressione di El Qattara, si nota alle sue spalle un radio ricevitore R-109, in servizio presso le FF.AA. britanniche.
La motocicletta usata nelle scene è il modello Alce 500 cc della Moto Guzzi che però, a differenza di quello che si vede, non aveva il cavalletto laterale, aveva la marmitta corta a doppia camera ed aveva il cambio manuale.
Il cerca metalli che usano per controllare il campo minato è palesemente finto, la sonda che dovrebbe essere una bobina è invece un semplice cerchio di metallo. Tra l’altro fa il rumore di un contatore Geiger invece che di un cercametalli.
 
Il fucile mitragliatore in dotazione al sergente Rizzo durante l assalto notturno è una Breda 30 ,arma che può sparare solo 20 colpi prima della ricarica mentre Rizzo ne esplode una infinità senza rialimentare.
 
== Produzione ==
Il produttore Riccardo Tozzi ha raccontato, in uno scritto autobiografico, di essersi interessato alla guerra nel deserto fin dall'infanzia. Suo padre partecipò alla battaglia di El Alamein, dove venne fatto prigioniero, ritornò in Italia e morì poco dopo la nascita del figlio<ref name = Tozzi2014>{{Cita|R. Tozzi, Il cinema e la mia storia, 2014 }}.</ref>. Racconterà Tozzi: «Quando il regista e scrittore Enzo Monteleone mi propose un film sulla battaglia ci sentimmo fratelli. Ci interessava affrontare in modo sincero un nodo morale: che succede alle persone per bene che si trovano a combattere dalla parte del male?»<ref name = Tozzi2014/>.
 
=== Riprese ===
Il film è stato girato nei dintorni di [[Erfoud]], in [[Marocco]].
 
== Accoglienza ==
=== Critica ===
Il film, accolto generalmente bene, non è stato tuttavia esente da critiche:
 
"Al di là di ogni ideologia i veri problemi del film sono di ordine cinematografico, perché Monteleone, già sceneggiatore di film come ''Mediterraneo'', ''Marrakech Express'', ''Alla rivoluzione sulla 2 cavalli'', evita la retorica bellicistica ma non quella generazionale, sicché questi soldati persi nel deserto nel 1942, confrontati al pericolo, ai disagi, alla dissenteria, alle cannonate che piovono improvvise, a volte polverizzandoli letteralmente, finiscono malgrado tutto per somigliare un po' troppo ai combattenti od ai reduci di altre epoche. Domina una chiave soft che per non speculare sull'orrore toglie impatto al racconto e dribbla i veri problemi di messinscena posti dal soggetto"<ref>{{Cita web|url=http://cinema.libero.it/bd/schedafilm/42174/el-alamein-la-linea-del-fuoco?refresh_ce|titolo=El Alamein - La linea del fuoco|autore=Fabio Ferzetti|sito=cinema.libero.it|editore=Il Messaggero|data=8 novembre 2002|accesso=7 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20120708100931/http://cinema.libero.it/bd/schedafilm/42174/el-alamein-la-linea-del-fuoco?refresh_ce}}</ref>.
 
"Gli episodi surreali sono le cose migliori di ''El Alamein - La linea del fuoco'', assieme ad un'efficace scelta dei personaggi che non ricorre agli stereotipi del war-film americano, dove tutti sono ipercaratterizzati (molto alti, molto bassi, molto grossi) onde essere riconoscibili malgrado l'uniformità della divisa. Per il resto il film adotta uno schema narrativo molto classico, filtrando dal racconto di Serra secondo il modello, un tantino abusato, della ''presa di coscienza''"<ref>[http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemaelalamein2.htm Roberto Nepoti, la Repubblica, 23 novembre 2002]</ref>.
 
"Nel finale di ''El Alamein - La linea del fuoco'' Enzo Monteleone ci insegna con quale spirito si deve entrare in un sacrario di guerra. Dopo un secolo e mezzo di orribili monumenti ai caduti, scopriamo che per onorarli non servono vittorie alate né muscolari di bronzo: bastano i nomi e magari neppure quelli. È sufficiente la parola «Ignoto» su una lapide per farci provare una stretta al cuore in un misto di sentimenti che al rispetto associano la rabbia. E volutamente ignoti, scelti nell'anonima manovalanza della guerra, sono sullo schermo i soldati della Divisione Pavia, comandati ai bordi della depressione di Quattara fra ottobre e novembre 1942: una pattuglia sperduta proprio alla Ford. Travolti in una battaglia di oltre dieci giorni che agli italiani costò 9.500 morti e 30.000 prigionieri, questi giovani (impersonati da attori tanto bravi da sembrare veri come lo stranito volontario Paolo Briguglia, il sergentaccio Pierfrancesco Favino, il tenente Emilio Solfrizzi e altri) fanno il loro dovere fra alternanze insopportabili di calori diurni e freddi notturni. Cannonate che sollevano nuvole di sabbia e insidiose fucilate di cecchini, reticolati e campi minati, fame molta e acqua poca".
 
"Il film non parla di politica né di alta strategia e sui signori della guerra si concede appena qualche stilettata ironica. Arrivano derrate di lucido da scarpe per la parata di Alessandria, che non si farà, e transita il cavallo di Mussolini suscitando tentazioni gastronomiche. Monteleone ci trasporta all'interno della tragedia con la semplicità di Rossellini, mostrando una situazione dove la posta in gioco è la sopravvivenza: «Le pattuglie sono utili se tornano indietro» raccomanda il pragmatico Solfrizzi. Arpeggiando sui notturni e sui rombi guerreschi, ingegnose soluzioni all'italiana sono attuate dalla produzione per illuderci di star vedendo più di ciò che il budget ha concesso di mettere nell'inquadratura. La stupenda fotografia, sapientemente decolorata, è di Daniele Nannuzzi. Qualche «cammeo» di attori noti ravviva il cast: Silvio Orlando, generale suicida, Roberto Citran, colonnello imbecille, Giuseppe Cederna, medico stoico"<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2002/novembre/09/Quei_volti_Alamein_degni_film_co_0_0211096967.shtml Tullio Kezich, Il Corriere della Sera, 9 novembre 2002]</ref>.
 
== Premi e riconoscimenti ==
*[[David di Donatello 2003|2003]] - [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]
** ''[[David di Donatello per il migliore autore della fotografia|migliore fotografia]] a [[Daniele Nannuzzi]]''
** [[David di Donatello per il miglior montatore|''miglior montaggio'']] a [[Cecilia Zanuso]]
** [[David di Donatello per il miglior suono|''miglior suono in presa diretta'']] a [[Andrea Giorgio Moser]]
** Candidatura [[David di Donatello per il miglior attore non protagonista|''miglior attore non protagonista'']] a [[Pierfrancesco Favino]]
** Candidatura [[David di Donatello per il miglior costumista|''migliori costumi'']] a [[Andrea Viotti]]
* [[Nastri d'argento 2003]]: [[Nastro d'argento al migliore sonoro in presa diretta|migliore sonoro in presa diretta]]
* [[Premio Gianni Di Venanzo]] [[2003]]: miglior fotografia italiana
 
== Film correlati ==
* ''[[Divisione Folgore (film)|Divisione Folgore]]'', regia di [[Duilio Coletti]] (1954)
* ''[[El Alamein (film 1957)|El Alamein]]'', regia di [[Guido Malatesta]] (1957)
* ''[[La battaglia di El Alamein]]'', regia di [[Giorgio Ferroni]] (1969)
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita pubblicazione |curatore = Ermanno Taviani |autore-capitolo = Riccardo Tozzi |titolo= Italia 1977: crocevia di un cambiamento |capitolo = Il cinema e la mia storia |rivista= Cinema e storia |editore= Rubbettino |città= Soveria Mannelli |volume= III |numero= |anno= 2014 |cid= R. Tozzi, Il cinema e la mia storia, 2014 }}
 
== Voci correlate ==
* [[Campagna del Nordafrica]]
* [[Seconda battaglia di El Alamein]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://it.movies.yahoo.com/e/el-alamein-la-linea-del-fuoco/index-143101.html Scheda film su movies.yahoo.com]
* {{cita web|url=https://it.cinema.yahoo.com/e/el-alamein-la-linea-del-fuoco/index-143101.html|titolo=Scheda film su movies.yahoo.com}}
*[http://www.esercito.difesa.it/root/storia/elal_sacrario.asp Sacrario di el Alamein]
* {{cita web | url = http://www.esercito.difesa.it/root/storia/elal_sacrario.asp | titolo = Sacrario di el Alamein | accesso = 15 febbraio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070203214610/http://www.esercito.difesa.it/root/storia/elal_sacrario.asp | urlmorto = sì }}
* [https://web.archive.org/web/20110421080538/http://genova.mentelocale.it/30817-la-storia-in-piazza-la-guerra-e-la-libia-secondo-enzo-monteleone/ Enzo Monteleone racconta El Alamein], intervista a mentelocale.it
* 15 errori commessi nel film "El Alamein - La linea del fuoco" http://www.bloopers.it/testo/index.php?id_film=2876&Lettera=E
 
{{portale|cinema|seconda guerra mondiale}}
 
[[Categoria:Film sulla seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Film basati su eventi reali]]
[[Categoria:Film girati in Marocco]]
[[Categoria:El Alamein]]