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|nome= Gilera & C.
|logo=
|forma societaria= Società per azioni
|data fondazione= 1909
|forza cat anno=
|
|fondatori= [[Giuseppe Gellera]]
|data chiusura= [[2020]]
|causa chiusura=
|nazione= ITA
|controllate=
|persone chiave=
|settore= [[Case motociclistiche|Casa motociclistica]]
|prodotti=[[Motocicletta|motocicli]]
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|slogan=Nata dal desiderio
}}
'''Gilera''' è stata una [[casa motociclistica]] [[italia]]na fondata da [[Giuseppe Gellera]] nel [[1909]]. Acquisita nel [[1969]] dal gruppo [[Piaggio]], con la chiusura del polo produttivo di [[Arcore]] - avvenuta nel 1993 - ed il trasferimento presso lo stabilimento Piaggio di [[Pontedera]], è progressivamente divenuta un reparto, e poi un marchio del gruppo<ref>{{Cita web|url=https://www.piaggiogroup.com/it/gruppo/profilo|titolo=Gruppo Piaggio - Profilo 2020}}</ref>, attivo con una produzione a proprio nome fino al [[2020]] ed oggi inutilizzato.
== Storia ==
[[File:LogoGilera1909WP.jpg|thumb|primo logo della Gilera nel 1909]]
=== 1909 - 1968. Da Milano ad Arcore ===
La Gilera fu fondata da [[Giuseppe Gellera]] nel [[1909]] che aprì prima una piccola officina in Corso XXII Marzo a [[Milano]] e successivamente nella cittadina di [[Arcore]] (la prima moto a portare questo nome fu la ''VT 317)'', in [[provincia di Milano]], in quella che adesso è via Casati, al numero civico 17, per poi spostarsi in via Cesare Battisti 68-70, presso un'area, all'epoca incolta, dove lo stabilimento si espanse nel corso degli anni di permanenza.
[[
Dopo la [[prima guerra mondiale]], nel [[1918]], Gilera produsse moto da 500 [[centimetro cubo|cm³]] di cilindrata e iniziò con queste a partecipare ed a vincere nelle più prestigiose competizioni internazionali del tempo.
Questo motore aveva le valvole laterali, solo negli [[anni 1930|anni trenta]] la casa cominciò ad utilizzare le valvole in testa. Nacquero così la [[Gilera Quattro Bulloni|Quattro Bulloni 500]] e la [[Gilera Otto Bulloni|Otto Bulloni]].
[[File:Gilera500Saturno1947aR01.JPG|left|thumb|Una [[Gilera Saturno|Gilera 500 Saturno Sport]] del [[1947]]]]
Nel [[1936]], partendo da un progetto della casa romana [[CNA Rondine]],<ref>{{Cita web|url=https://theoldmotorcycletist.com/2022/02/21/lhistoire-de-la-gilera-4-cylindres-partie-1/|titolo=L’histoire de la Gilera 4 cylindres - Partie 1|data=21 febbraio 2022|lingua=fr|accesso=25 febbraio 2024}}</ref> Gilera presentò l'omonima moto dotata di un quattro [[motore in linea|cilindri in linea]] frontemarcia da 500 cm³ dotato di [[sovralimentazione|compressore]] che stabilì il nuovo record mondiale dell'ora (a 274,181 km/h, [[record di velocità terrestre|record]] stabilito nel [[1937]] con alla guida [[Piero Taruffi]]<ref>{{cita web|url=http://www.pirelli.com/mediagallery/it/it/home/media/50092432-a2ab-4015-a05b-5d59ee9d84a5.html?business=motorsport|titolo=Il record sul sito Pirelli|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150619231829/http://www.pirelli.com/mediagallery/it/it/home/media/50092432-a2ab-4015-a05b-5d59ee9d84a5.html?business=motorsport}}</ref>) e conquistò l'alloro nel Campionato Europeo del [[1939]] con [[Dorino Serafini]].
Anche per Gilera, come per tutti i costruttori di moto dell'epoca, la [[seconda guerra mondiale]] interruppe ogni attività.
Nell'immediato dopoguerra ([[1946]])
I costi crescenti e le prime avvisaglie della crisi che di lì a pochi anni investì il comparto motociclistico, dovuto all'esplosione del mercato automobilistico, fecero sì che [[Gilera Racing|Gilera]] decidesse proprio nel [[1957]] il [[Patto di astensione|ritiro dalle competizioni, di comune accordo]] con [[Moto Guzzi]] e [[Mondial Moto|Mondial]].
Degli [[anni 1960|anni sessanta]] vanno ricordate le varie ''Giubileo'', ''Rossa'', ''Turismo'' e ''Sport'' che ottennero un buon successo commerciale, insieme alle rinnovate ''Saturno'', alla ''[[Gilera 125 Regolarità Casa|125 Regolarità Casa]]'' ed alla ''[[Gilera B300|300 Bicilindrica]]''.
[[File:Gilera 150 Arcore.jpg|thumb|Una [[Gilera 5V Arcore|Gilera 5V Arcore 150]] del [[1973]]]]
=== 1969 - 1992. Dall'acquisizione da parte di Piaggio alla chiusura dell'azienda. ===
Il 23 novembre [[1969]] Gilera venne acquisita dal Gruppo [[Piaggio]].<ref>{{cita web|url= https://archivio.unita.news/assets/main/1979/11/17/page_018.pdf|titolo=La Piaggio rilancia la Gilera|accesso=6 settembre 2021|data=17 novembre 1979}}</ref> La nuova proprietà mantenne gli stabilimenti di Arcore, effettuando importanti investimenti su tutta la gamma, soprattutto incentrata sulle attività [[fuoristrada|fuoristradistiche]] che avevano già dato lustro e gloria alla casa lombarda (numerose le vittorie nelle [[Sei Giorni Internazionale di Enduro|Sei Giorni Internazionale]]). La ''125 Bicilindrica Cross'' ne è il più famoso esempio. Nel campo delle motociclette da strada venne presentata la ''[[Gilera Arcore|5V Arcore]]'' disponibile in due cilindrate da 125 e 150 cm³, che continuò il successo delle riuscite ''124'' stradali degli anni sessanta. Il trend proseguirà con la serie "TG".
Una vera e propria innovazione fu l'ingresso nel settore dei [[ciclomotore|ciclomotori]] da [[fuoristrada]], allora dominato da marchi come [[Fantic Motor]], [[Aspes]], [[Benelli (casa motociclistica)|Benelli]], [[Milani]] ed altri. Col modello ''50 Trial 5V'', guidabile senza [[patente di guida|patente]], Gilera conquistò un suo spazio di mercato nella fascia di età dai quattordici anni in su, anche grazie a numerose imprese sportive sponsorizzate dalla Casa. La più eclatante fu certamente il [[Raid (sport)|raid]] ''[[First Climbing to Kilimanjaro 5000]]'', ovvero l'arrampicata in moto sulla [[Kilimangiaro|montagna africana]] fino alla quota di 5.000 metri. La serie venne completata dal modello stradale ''Touring'' e dalle loro inusuali sorelle targate, denominate ''7HP'' e destinate ai sedicenni in possesso di patente A. La ''Trial Codice'' fu sicuramente il modello di maggior successo, con migliaia di esemplari venduti. Nel 1974 la Trial venne affiancata dalla ''50 Enduro'', che non riuscì a bissarne il successo, pur richiamando nelle linee e nella veste cromatica l'ambitissima ''50 6V Competizione'' che si impose in molte gare di regolarità nazionali.
[[File:Gilera 125 CX.jpg|left|thumb|Una [[Gilera CX|Gilera 125 CX]] del 1991]]
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] Gilera presentò una nuova serie di [[motore a quattro tempi|motori a 4 tempi]] di derivazione automobilistica, i ''bi-4'', monocilindrici e [[Distribuzione con doppio albero a camme in testa|bialbero]], nelle cilindrate di 350 e 500 cm³ (in seguito portato a 558 cm³). Il progetto del nuovo motore venne affidato a [[Cesare Bossaglia]], già autore con [[Rudolf Hruska]] del "[[Motore a cilindri contrapposti|boxer]]" [[Alfa Romeo Alfasud|Alfasud]]. Bossaglia terminò il progetto alla fine del [[1984]], ma non ebbe il tempo di completare lo sviluppo dei prototipi, a causa di una grave malattia che lo portò alla morte nell'anno successivo. Le varianti necessarie all'entrata in produzione furono seguite dal suo amico e collaboratore [[Bruno Grana]] e dal tecnico Gilera [[Alessandro Colombo]]. Il primo modello ad essere dotato del nuovo motore fu l'enduro [[Gilera Dakota|Dakota 350]] del 1986.
Questi motori di produzione vennero utilizzati anche per le moto [[enduro]] da competizione, le [[Gilera RC|RC 600]] e RC 750.
Nel [[1991]] nacque la [[Gilera Nordwest|Nordwest]], disponibile nelle cilindrate 350 e 600 cm³, moto innovativa ed antesignana delle attuali [[supermotard]], ma che riscosse poco successo nonostante vantasse guidabilità e prestazioni interessanti, unite all'affidabilità del bi-4 Gilera.
Anche altre moto da strada subirono un notevole impulso tecnologico, e nacquero la [[Gilera SP|SP02]] e la [[Gilera CX|CX125]], dal design avveniristico e caratterizzata soprattutto per la [[forcella (moto)|forcella]] anteriore monobraccio.
Dopo un breve rientro nel motomondiale 250, Gilera chiudeva il 1993 in controtendenza con la recessione del settore. L'Italia, infatti, perdeva, in termini di immatricolazioni, il 25.26%, con impatti devastanti soprattutto per realtà meno resilienti e più concentrate sulle cilindrate basse; la Cagiva perse il 41.79%, al pari della Yamaha (-40.35%) ma, al contrario di questa, non poteva contare su altrettanta forza economica e su altri mercati o cilindrate diverse. Gilera ottenne un +10,03%; il risultato, però, si riferiva a numeri esigui (2412 mezzi contro i 2192 del 1992) e non modificò i piani di Piaggio, che nell'ottobre - quasi in concomitanza con la manifestazione EICMA (alla Fiera di Milano, presso cui lo stand Gilera era presente) - annunciò la cessazione di ogni attività presso lo stabilimento di via Cesare Battisti ad Arcore (Milano)<ref>{{Cita web|url=https://www.moto.it/news/1993-anno-difficile-gilera-chiude-ma-eicma-esalta-made-in-italy.html|titolo=1993. Anno difficile, Gilera chiude ma EICMA esalta il Made in Italy|lingua=it|accesso=8 novembre 2021}}</ref>, che fu svuotato ed abbandonato, con lo smantellamento delle catene di monataggio. Nel 1992, quindi, Gilera cessò di esistere come azienda a sé stante, e solo parte dei 369 dipendenti poterono trovare una soluzione lavorativa
=== 1993 - 2020. Lo spostamento a Pontedera: Gilera da reparto all'inutilizzo del marchio ===
Nel 1993 l'attività di Gilera, trasformata di fatto in reparto di Piaggio, fu portata a Pontedera, presso le strutture della stessa Piaggio. A Pontedera vennero traslocati i reparti di ricerca e sviluppo, assieme a parte del magazzino, archivio e documentazione tecnica. Molti pezzi, macchinari, e documenti, ritenuti all'epoca antieconomici e non più utili nelle strategie dell'azienda, furono invece destinati al macero o all'alienazione direttamente ad Arcore. Stessa sorte capitò alle catene di produzione - smaltite o cedute - così che la produzione di una serie di modelli reputati a fine vita - quali il [[Gilera Bullit]] - non riprese più. Per quanto riguarda esemplari semifiniti di prodotti quali la [[Gilera RC]] 600 nelle versioni Nordwest, Cobra e R, a Pontedera si procedette al loro assemblaggio. Per questo motivo, li si possono trovare in catalogo per tutto il 1993 e fino a inizio 1994, come scorte a magazzino.
Con l'approssimarsi della cessazione della produzione, non sono stati prodotti neppure più ordinati dalla casa madre, né quindi prodotti da parte dei fornitori, ulteriori ricambi. Ignota è stata poi la sorte di gran parte della ricambistica all'epoca a magazzino, presumibilmente alienata in blocco o demolita in loco; la irreperibilità a livello centrale dei pezzi - se si esclude quelli già in possesso dei negozi sul territorio - ha abbreviato la vita di molti degli esemplari in circolazione di moto prodotte dalla Gilera fra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90.
Abbandonato quindi l'impegno nel settore dei motocicli, l'attività di ricerca e sviluppo,che per la produzione in serie avrebbe utilizzato le catene della Piaggio puntò su una gamma di [[scooter (veicolo)|scooter]], compatibili con quelli prodotto già a Pontedera: il [[Gilera Runner]] (50, 125, 180 e 200 cm³, sia [[motore a due tempi|a 2]] che a 4 tempi), che è stato, commercialmente, il modello di punta di tale periodo. L'unico modello proveniente da Arcore, ed "esportato" a Pontedera, fu lo Eaglet 50 che, per dimensioni e tipologia, poteva essere adattato per essere costruito assieme agli altri scooter.
A cavallo con gli anni duemila, Gilera si trasformò progressivamente, da reparto interno, a marchio, del Gruppo, condividendone laboratori, personale, produzione. In questo senso, ha continuato comunque a produrre nuove idee, di discreto successo, come la [[Gilera DNA|DNA]], una via di mezzo tra una moto tradizionale ed uno scooter. Al [[EICMA|Salone di Milano]] del [[2003]], Gilera presentò la [[Gilera Ferro|Ferro]], dal design apprezzato ma soprattutto contraddistinta da un vero [[cambio automatico]]. Quella che doveva essere la prima “moto automatica” dell'era moderna (non la prima in assoluto, essendoci stato il precedente di buon successo della [[Moto Guzzi]] ''[[Moto Guzzi V1000 I-Convert|V1000 Idroconvert]]'' del [[1971]]) rimase però solo allo stadio di [[prototipo]], non avendo avuto poi un seguito commerciale. Sempre nel [[2003]] vennero immessi sul mercato due nuovi modelli da 50 cm³: la [[Gilera RCR]] da [[enduro]] e la sorella [[motard]] [[Gilera SMT|SMT]].
Nel [[2004]] arrivò sul mercato un altro prodotto innovativo, uno scooter di 500 cm³ di cilindrata dal temperamento particolarmente sportivo con una sospensione posteriore regolabile, il [[Gilera Nexus|Nexus 500]], e tre anni dopo, nel settembre del [[2007]] viene presentato il [[Gilera GP800|GP800]] che, in quel momento, si poteva fregiare del titolo di scooter di serie più potente mai prodotto: disponeva di 75 [[cavallo vapore|cv]] di [[potenza (fisica)|potenza]] e dichiarava una [[velocità]] massima di 200 [[chilometro orario|km/h]], con uno [[accelerazione|scatto]] sullo 0–100 [[Chilometro orario|km/h]] pari a 5,6[[secondo|"]]<ref>{{cita web|url=http://www.megamodo.com/200944597-gilera-gp800-2010-ad-eicma-il-piu-veloce-al-mondo/|titolo=Il GP800 su megamodo|accesso=28 agosto 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120118115625/http://www.megamodo.com/200944597-gilera-gp800-2010-ad-eicma-il-piu-veloce-al-mondo/|urlmorto=sì}}</ref>.
Nel [[2008]] la gamma Nexus, vede l'uscita del modello 250 [[cm³]] e l'ingresso del nuovo Nexus 300. La Gamma, nel [[2011]], passò sotto il marchio [[Aprilia (azienda)|Aprilia]] con la denominazione SR Max, mentre il GP800 venne evoluto, passando anch'esso ad essere commercializzato con il marchio [[Aprilia (azienda)|Aprilia]], ridenominandone, le nuover versioni, SRV 850. Il secondo decennio degli anni duemila non vide la presentazione di nuovi prodotti a marchio Gilera e, con l'uscita di listino nel 2020 dell'ultimo modello rimasto, il [[Gilera Runner|Runner]], non aggiornato per essere omologabile secondo la nuova normativa Euro 5 (in vigore dal [[2021]]) il nome non è più stato impiegato per il mercato europeo, pur essendo regolarmente registrato.
== Lo stabilimento di Arcore ==
Lo stabilimento di Arcore, progressivamente si era espanso - negli anni - verso sud, in un perimetro racchiuso - idealmente - da via Giuseppe Cappellotto, via Polini, per concludersi, a sud-est, con via Nazario Sauro, dove era presente il circuito di prova dei motocicli<ref>{{Cita web|url=https://cartolinedaarcore.wordpress.com/2018/09/22/complesso-industriale-gilera-anni-50/|titolo=Complesso industriale Gilera anni ’50|autore=scoprilabrianzatuttoattaccato|sito=Cameriere, di che scrivere. Cartoline da Arcore|data=22 settembre 2018|lingua=it|accesso=8 novembre 2021}}</ref>. Dopo la chiusura, gli spazi sono stati frazionati e ceduti a diverse attività. Da via Cesare Battisti - ingresso storico dell'azienda - si accede all'area industriale, i cui capannoni sono ancora esistenti. L'area di prova è invece stata quasi completamente edificata; solo la parte nord è rimasta inedificata, e costituisce l'area frontale a dei capannoni. Qua, la conformazione tormentata di via Sauro è legata all'originaria curva nord del tracciato.
== Il marchio Gilera ==
Il marchio Gilera ed i relativi loghi, tuttora registrati, sono di proprietà del gruppo Piaggio e oggi inutilizzati. In Argentina il marchio viene concesso su licenza per la commercializzazioni di motocicli e ciclomotori cinesi e indiani.<ref>{{cita web|url=https://gilera.com.ar/ |titolo=Gilera Argentina|accesso=15 febbraio 2022}}</ref>
== Successi sportivi ==
{{vedi anche|Gilera Racing}}
== La gamma
*[[Gilera
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
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* {{cita web|url=http://www.gilera-bi4.it/|titolo=Sito dedicato al motore bi4 degli anni 80}}
{{Gilera}}
{{Portale|aziende|moto|trasporti}}
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