Camelus dromedarius: differenze tra le versioni
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{{Tassobox
|nome = Dromedario
|statocons = NE
|immagine = 07. Camel Profile, near Silverton, NSW, 07.07.2007.jpg
|didascalia = ''Camelus dromedarius''
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|famiglia = [[Camelidae]]
|genere = [[Camelus]]
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|binome = Camelus dromedarius
|biautore = [[Carl von Linné|Linnaeus]]
|bidata = [[1758]]
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|suddivisione_testo = |mappa_distribuzione=Dromedary Range.png
}}
Il '''dromedario''' ('''''Camelus dromedarius''''' {{zoo|[[Carl von Linné|Linnaeus]]
L'origine del nome proviene dall'[[Lingua greca antica|antico greco]] ''dròmas, dromàdis'' ("corridore").
==
Il nome comune "dromedario" proviene dal [[latino volgare]] ''{{Lang|la|dromedarius}}'', che a sua volta deriva dal termine [[Lingua greca antica|greco]] ''dromas'', δρομάς ([[genitivo]] ''dromados'', δρομάδος), che significa "che corre, veloce", utilizzato come attributo di ''camelos'', κάμηλος (cammello),<ref>{{Treccani |dromedario |dromedàrio|v = si |accesso = 24 maggio 2023}}</ref> per distinguere il dromedario dal [[Camelus bactrianus|cammello]] (''Camelus bactrianus'').<ref name=LSJ>{{cita libro |urlcapitolo=https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0057:entry=droma/s |capitolo=δρομάς |cognome=Liddell |nome=Henry George |wkautore1=Henry Liddell |cognome2=Scott |nome2=Robert |wkautore2=Robert Scott (grecista) |titolo=[[A Greek-English Lexicon]] |annooriginale=1843 |editore=Clarendon Press |città=Oxford |anno=1940 |lingua=en}} Reso accessibile digitalmente dal [[Perseus Project]]: Perseus Digital Lybrary.</ref><ref>{{cita web |lingua=en |url=https://www.etymonline.com/word/dromedary |titolo=dromedary (n.) |data=11 ottobre 2018 (aggiornamento) |cognome=Harper |nome=Douglas |sito=Online Etymology Dictionary |accesso=24 maggio 2023}}</ref>
Cammello, comunemente usato anche per il dromedario,<ref name=cammello>{{Treccani |cammello|cammèllo |v = sì |accesso = 24 maggio 2023}}</ref> proviene dal latino ''{{Lang|la|camēlus}}'', a sua volta dal già citato termine greco ''camelos'', κάμηλος,<ref name=cammello/> che deriverebbe da un termine [[Lingue semitiche|semitico]] da cui provengono anche l'[[lingua ebraica|ebraico]] {{lang|he|גמל}} (''gamál'') e l'[[lingua araba|arabo]] {{lang|ar|جمل}} (''jamal'').<ref>{{cita web |lingua=en |url=https://www.merriam-webster.com/dictionary/camel |accesso=24 maggio 2023 |titolo=Camel |opera=Dictionary |editore=Merriam-Webster |data=18 maggio 2023 (aggiornamento) }}</ref>
== Storia ==
[[File:Cappella dei magi, parete ovest senza scantonatura.jpg|left|Affresco raffigurante dei dromedari (riquadro destro superiore). [[Cappella dei Magi]] [[Firenze]].|thumb]]
In base ai resti [[fossile|fossili]] ritrovati, l'animale popolava alcuni millenni or sono anche l'[[America del Nord|America]] settentrionale ma è assai probabile che il dromedario sia stato addomesticato nella [[Penisola Araba]] tra il [[V millennio a.C.|V]] ed il [[IV millennio a.C.]], o nell'[[Africa orientale]] precisamente in [[Somalia]], dove ci sono pitture rupestri che raffigurano dromedari (datate fra il 2.000 a.C. ed il 5.000 a.C.) con delle persone attorno, esse si trovano nel sito di [[Laas Gaal]], nell’attuale [[Somaliland]]
Qui esso divenne cavalcatura, [[animale da soma]], produttore di [[latte]], carne e pelle: prodotti essenziali ai [[beduini]] che conducevano una vita nomade nella [[steppa]] (''bādiya'') e nei [[deserto|deserti]] [[roccia|rocciosi]] (''sakhrā<nowiki>'</nowiki>'') o [[sabbia|sabbiosi]] (''raml'', pl. ''rimāl'') peninsulari, tanto che gli studiosi credono che senza tale addomesticamento la vita umana in quegli ambienti sarebbe stata decisamente più limitata e difficoltosa.
Secondo un noto adagio l'uomo sarebbe così diventato il "[[parassita]]" del suo dromedario che, con altrettanto nota espressione [[lingua araba|araba]], fu definito ''safīnat al-barr'', ovvero "nave del deserto", per la sua capacità di percorrere lunghe distanze su terreni abbastanza accidentati e in carenza di alimenti solidi e liquidi.
Il dromedario non è estinto in natura, pur vivendo anche in cattività o al di fuori del suo areale originale.
== Descrizione ==
[[File:Dromadaire d'Algérie.jpg|thumb|Testa di dromedario]]
[[File:Camelus dromedarius 3d scan Natural History Museum University of Pisa C 2832.stl|thumb|Modello 3d dello scheletro]]
La caratteristica più evidente del dromedario è la grande gobba sul dorso, differente da quelle del [[Camelus bactrianus|cammello]] sia per la forma più arrotondata, sia per il fatto che, quando il dromedario consuma il grasso, la gobba si riduce di volume, invece di afflosciarsi lateralmente come un sacco vuoto. Nonostante appaia il contrario, anche il dromedario ha in realtà due gobbe; il loro sviluppo è tuttavia estremamente asimmetrico, dato che l'anteriore è praticamente atrofizzata e la posteriore molto accentuata<ref>Benedetto Lanza (a cura di), ''Dizionario del Regno Animale'', Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982.</ref>.
A livello scheletrico, numerose e cospicue differenze lo distinguono dal cammello: le vertebre cervicali sono più sottili, inoltre le vertebre toraciche hanno processi spinosi che hanno più o meno la stessa lunghezza di quelli delle vertebre dorsali, mentre nel cammello i processi spinosi delle vertebre toraciche - che debbono sostenere la voluminosa gobba anteriore, appena accennata nel dromedario - sono molto più lunghi. Le coste del dromedario sono più strette e meno incurvate di quelle del cammello, inoltre il segmento terminale dello sterno termina in forma semicircolare e non con due lobi, come accade invece nel cammello<ref>Cfr. ''Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti'', Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929, alla voce "Cammello".</ref>.
Il [[manto]] del dromedario può assumere le più diverse sfumature del beige, giungendo a tonalità assai scure, fin quasi al nero, o, al contrario, assai chiare, fino al bianco. Le [[zampe]] sono formate da due dita rivestite da uno spesso strato calloso, che gli permette di camminare sulla sabbia senza sprofondarvi. Il muso è lungo e le narici sono molto strette, per essere riparate dalla sabbia quando viene sollevata dal vento.
Rinomate sono le femmine, anche per la loro capacità lattifera e per il carattere meno irrequieto. Quanto al [[lessico]], il vocabolario arabo contempla circa 160 [[sinonimia|sinonimi]] per identificare i dromedari - dal generico termine ''jamal'' (pl. ''jimāl'') al collettivo ''ibil'' - in funzione del [[sesso (biologia)|sesso]], dell'età o del [[colore]] del manto: cifra ancor più alta pertanto di quella assai consistente riservata al cavallo, altro animale assai amato dalla cultura araba.
L'arco di vita del dromedario giunge fino ai 40-50 anni.
=== Caratteristiche ===
[[File:DromedaryGroupIsrael052611.jpg|thumb|Dromedari nel [[Negev]]]]
Il dromedario, purché il terreno non sia troppo accidentato, è in grado di percorrere fino a 150 km in 15-20 ore, a una velocità che può oscillare fra gli 8 e i 20 km orari, sopportando un carico che può arrivare a 150–200 kg<ref>[[Alois Musil]], a p. 145 dell'opera citata in bibliografia, parla di eccezionali percorrenze di 160 miglia giornaliere, dunque tra i 250 e i 260 km.</ref>.
La sua capacità più conosciuta è quella di resistere alla sete fino a circa 8 giorni grazie alla particolare struttura del suo organismo. Esso è infatti in grado di evitare la dispersione dell'ettolitro circa d'acqua – che riesce a bere in appena dieci minuti – grazie alla elevata capacità di concentrare le urine, legata alla presenza di nefroni con tubuli renali (in particolare l’ansa di Henle) molto più lunghi che nell’uomo, consentendo il riassorbimento massimale dell’acqua nel sangue.
La traspirazione, già di per sé assai limitata per via della particolare struttura dell'[[epidermide]], può essere ancor più rallentata dall'ingestione di vegetali spontanei della steppa, talmente ricchi di [[sali minerali]] da avvelenare qualsiasi essere umano. Essi fanno infatti aumentare la pressione [[osmosi|osmotica]] delle [[cellula|cellule]] dell'animale, impedendo l'evaporazione dei liquidi organici e consentendo quindi una sopravvivenza supplementare di 4-5 giorni del dromedario.
Il suo organismo è altrettanto in grado di sopportare un aumento della propria temperatura corporea fino a 6-7 [[Celsius|°C]] senza che questo comporti dispersione di liquidi, mentre un'altra fondamentale caratteristica è quella di limitare al massimo l'espulsione dei propri liquidi organici malgrado la forte carica di [[tossina|tossine]], grazie al fatto che l'[[urea]] prodotta dal [[fegato]] non viene filtrata dai [[reni]] per la successiva espulsione, tornando invece per via sanguigna allo [[stomaco]] per entrare nuovamente in circolo. Se anche questo non bastasse si deve ricordare infine che il dromedario riesce a metabolizzare il grasso del proprio organismo (in particolare della gobba) e a produrre [[idrogeno]] che, con l'[[ossigeno]] dell'aria, riesce a creare [[acqua]] in ragione di 1 [[litro]] di liquido per 1 [[chilogrammo|chilo]] di [[lipidi]].
Dotato di [[udito]] e [[olfatto]] oltremodo fini (i nomadi ne lodano anche la [[vista]]), il dromedario può avvertire la presenza di acque sotterranee tanto da rendere preziosi servigi in ambienti aridi.
=== Distribuzione e habitat ===
[[File:Camelcalf-feeding.jpg|thumb|Madre e piccolo durante l'allattamento, [[Deserto del Sahara|Sahara]], 2004]]
Il dromedario è diffuso allo stato domestico in tutta l'[[Africa del nord]], nella [[Penisola arabica]], in [[India]] e in gran parte dell'[[Asia minore]], luoghi dove trova le caratteristiche climatiche migliori per la sopravvivenza della sua specie.
Introdotto nell'interno dell'[[Australia]] nel [[XIX secolo]]<ref>Vedi la voce [[Dromedari selvatici in Australia]] per maggiori dettagli.</ref> per le sue eccezionali capacità di trasporto in climi aridi, con lo sviluppo sempre più massiccio dei trasporti terrestri via [[camion]] ha perduto la sua importanza economica. Non più utile, esso è stato abbandonato a sé stesso e, sfuggito al controllo dell'uomo, è rinselvatichito<ref>{{cita pubblicazione |lingua=en |cognome1=Edwards |nome1=G. P. |cognome2=Zeng |nome2=B. |cognome3=Saalfeld |nome3=W. K. |cognome4=Vaarzon-Morel |nome4=P. |anno=2010 |titolo=Evaluation of the impacts of feral camels |rivista=The Rangeland Journal |volume=32 |pp=43-54 |doi=10.1071/RJ09037}}</ref><ref name=Gibbs2015/> e si è trasformato in una dannosa [[Specie aliena|specie invasiva]],<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=Overview of the project Cross-jurisdictional management of feral camels to protect NRM and cultural values |cognome1=Edwards |nome1=G. P. |nome2=M |cognome2=McGregor |cognome3=Zeng |nome3=B. |cognome4=Saalfeld |nome4=W. K. |cognome5=Vaarzon-Morel |nome5=P. |nome6=M |cognome6=Duffy |anno=2008 |editore=Desert Knowledge CRC |id=Report Number 54 |città=Alice Springs |isbn= 1 74158 102 8 |url=http://www.nintione.com.au/resource/DKCRC-Report-54-Overview-of-the-project-Cross-jurisdictional-management-of-feral-camels-to-protect-NRM-and-cultural-values.pdf |accesso=19 maggio 2023}}</ref> con una popolazione totale di almeno {{formatnum:600000}} capi al 2008, portata a circa {{formatnum:300000}} capi al 2013, dopo interventi di abbattimento messi in atto dal governo australiano.<ref name=Gibbs2015>{{cita pubblicazione |lingua=en |nome1=Leah |cognome1=Gibbs |nome2=Jennifer |cognome2=Atchison |nome3=Ingereth |cognome3=Macfarlane |rivista=Geoforum |volume=58 |data=gennaio 2015 |pp=56-67 |titolo=Camel country: Assemblage, belonging and scale in invasive species geographies |doi=10.1016/j.geoforum.2014.10.013 |url=https://ro.uow.edu.au/cgi/viewcontent.cgi?referer=&httpsredir=1&article=2711&context=sspapers |accesso=20 maggio 2023 }}</ref>
=== Comportamento ===
Poiché il dromedario è estinto allo stato selvatico nel suo [[areale|areale primario]], i branchi di [[Dromedari selvatici in Australia|dromedari dell'Australia]] sono le uniche popolazioni dove si possono ancora fare osservazioni sul comportamento della specie allo stato selvaggio,<ref name=Gibbs2015/><ref name=Dorges1>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 1|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> nell'assunzione che l'organizzazione sociale dei dromedari sia determinata geneticamente - come suggerito dagli studi sui cavalli selvatici.<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 218|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref>
Il dromedario è un animale prevalentemente diurno.<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 85|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> Il suo livello di attività quotidiano presenta una buona correlazione con la temperatura diurna. Il dromedario bruca per un periodo compreso tra le 5 ore e mezzo e le 7 ore, se la disponibilità di cibo è buona; se invece questa è insufficiente, il periodo dedicato all'alimentazione viene incrementato.<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 92|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref>
[[File:Dromedary Camelus dromedarius Diamantina Developmental Road Boulia Shire Queensland P1060445.jpg|thumb|Gruppo di dromedari nella [[contea di Boulia]], [[Queensland]], Australia (2019)]]
Il dromedario è un animale sociale. Gli animali si associano in gruppi costituiti esclusivamente da maschi, oppure prevalentemente da femmine, sebbene si osservino anche esemplari in solitaria. I gruppi composti da soli maschi raggruppano mediamente {{M|5|3}} membri, di cui solo due pienamente adulti;<ref name=Borges136>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 136|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> la loro composizione non è stabile; infatti, possono verificarsi degli scambi anche ad ogni incontro.<ref name=Borges137>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 137|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> I gruppi composti da femmine hanno una maggiore stabilità e maggiori dimensioni; raccolgono mediamente {{M|9|5}} membri, di cui 5 dromedarie pienamente adulte, 2 cuccioli in media e altri membri che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale.<ref name=Borges140>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|pp. 140-141|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> Nel periodo degli amori (che si verifica in inverno), singoli maschi adulti competono per conquistare e fondere i gruppi femminili per costituire degli [[Harem (zoologia)|harem]], che raggiungono una dimensione media di {{M|14|7}} esemplari, ovvero il maschio dominante, sette dromedarie adulte, due cuccioli e altri membri che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale.<ref name=Borges140/> La competizione tra maschi è principalmente gestuale; tuttavia può raggiungere anche forme violente, che possono condurre a ferite mortali.<ref name=Borges137/> Solitamente il maschio dominante lascia il gruppo al termine dell'inverno.<ref name=Schema>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 135|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> I maschi che non sono riusciti a conquistare un harem in inverno possono tornare in stato di eccitazione in primavera, talvolta riuscendo nella conquista di un gruppo femminile, data la ridotta competizione, e, in alcuni casi, anche a riprodursi<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 150|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref>
Tra le 8 e le 24 ore prima del [[parto]],<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 183|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> una dromedaria [[Gravidanza|gravida]] abbandona il gruppo di appartenenza. Dopo la nascita del piccolo, rimane sola con lui per circa tre settimane, trascorse le quali inizia a cercare una seconda madre con un cucciolo, della stessa età del proprio, con cui va a costituire il nucleo di un nuovo gruppo femminile, che rimarrà stabile per 15-18 mesi.<ref name=Borges142>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 142|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> Infatti, quando giunge il momento dello [[svezzamento]], se in estate, la madre tende a lasciare il gruppo per allontanarsi dal figlio; in inverno, ciò viene impedito dalla presenza del maschio dominante.<ref name=Borges142/> Quando due maschi cresciuti nello stesso gruppo femminile si ritrovano, non manifestano alcuno specifico legame.<ref name=Borges136/>
I maschi raggiungono la maturità sessuale a 4-5 anni,<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 149|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> le femmine a 3-4 anni, sebbene una buona disponibilità di cibo possa far anticipare il fenomeno.<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|p. 177|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref>
Sono stati osservati dei casi di infanticidio. Se un maschio in stato di eccitazione sorprende una femmina che ha appena partorito, tende a separarla dal neonato, determinandone la morte;<ref>{{cita|B. Dörges e J. Heucke|pp. 212-213|Dorges&Heucke}}, 1995.</ref> l'immediata perdita del cucciolo porta la femmina in [[Ciclo estrale|estro]], che così è pronta per un nuovo accoppiamento.<ref>{{cita libro|lingua=en |cognome1=Saalfeld |nome1=W. K. |cognome2=Edwards |nome2=G. P. |titolo=Ecology of feral camels in Australia |anno=2008 |url=http://www.nintione.com.au/resource/DKCRC-Report-47-Ch02_Saalfeld-and-Edwards_Ecology-of-feral-camels-in-Australia.pdf |accesso=22 maggio 2023 |cid=Saalfeld2008}}</ref>
=== Razze ===
Nel [[Deserto del Sahara|Sahara]] esistono tre razze fondamentali di dromedario, ben distinte per dimensioni, caratteristiche e luogo d'origine. La razza ''maroki'', proveniente dall'Africa mediterranea, è forte e robusta, ma di alto fabbisogno nutritivo e pertanto poco economica e poco allevata. La razza ''hoggar'', originaria dell'[[Ahaggar|omonima catena montuosa]] nell'[[Algeria]] meridionale, è una razza di montagna, leggera, resistente e adattata a terreni sassosi e accidentati; ha però lo svantaggio di essere molto lenta. La terza razza, la sudanese, è la più grande e la più forte, ma presenta l'inconveniente della scarsa resistenza alla siccità e alla fame. La maggioranza dei dromedari allevati in Africa deriva da incroci tra le razze Hoggar e Sudanese<ref>Cfr. Piero Ravà, ''Quanti chilometri con un litro? - Il fenomeno cammello'', in ''Airone'', n. 9, Milano, Giorgio Mondadori e associati, 1982.</ref>.
== Rapporti con l'uomo ==
[[File:Aretas III.JPG|thumb|upright=1.3|Il re [[Nabatei|nabateo]] [[Areta III]] con sullo sfondo un dromedario ([[denario]] romano)]]
Di esso si utilizza pressoché tutto: carne (di alta digeribilità), [[tessuto adiposo|grasso]] (particolarmente apprezzato quello della gobba), [[Latte di cammella|latte]] (da 2 a 14 litri al giorno), [[pelle]] (assai elastica e morbida), [[pelo]] (lavorato per produrre pregiati tessuti) e finanche [[sterco]] (mescolato con [[paglia]] e disseccato al [[sole]] per essere impiegato come [[combustibile]] nelle fredde notti della steppa).
In tempi relativamente recenti il dromedario è stato impiegato anche come animale da corsa. Rinomata la razza sud-arabica della regione del [[Mahra]], che dà origine al dromedario da corsa chiamato appunto ''mehari'' ([[lingua araba|arabo]] ''mahrī'', "del Mahra"), e ai corpi cammellati militari definiti [[meharisti]]. In quanto animali da corsa, nei paesi del [[Golfo Persico]] sono organizzati percorsi rettilinei (il dromedario non ama, in corsa, effettuare rapide evoluzioni o curvare), della lunghezza fino a 28 [[chilometro|chilometri]], per gare che richiamano un gran pubblico di appassionati.
L'irrequietezza dell'animale non lo rende in genere ideale (al contrario di quanto si crede) per l'impiego bellico e ad esso si è preferito, quando possibile, il [[cavallo]]. Nelle età antiche della civiltà [[Arabi|araba]] i guerrieri giungevano pertanto sui luoghi della battaglia cavalcando il dromedario con il cavallo a rimorchio, per montare quest'ultimo al momento del combattimento. Nondimeno in [[Botswana]], a [[Tsabong]], gli agenti della polizia locale utilizzavano i dromedari per effettuare i loro pattugliamenti stradali<ref>Cfr.[http://www.dailynews.gov.bw/news-details.php?nid=10261 Tsabong today.]</ref>.
== Filmografia ==
Alcuni film in cui il dromedario ha un ruolo di una certa rilevanza:
* ''[[Lo squadrone bianco]]'' (1936)
* ''[[Lawrence d'Arabia (film)|Lawrence d'Arabia]]'' (1962)
* ''[[Khartoum (film)|Khartoum]]'' (1966)
* ''[[Le quattro piume (film 2002)|Le quattro piume]]'' (2002)
* ''[[L'ultimo volo (film 2009)|L'ultimo volo]]'' (2009)
* ''[[Tracks - Attraverso il deserto]]'' (2013)
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [[Alois Musil]], ''Northern Neğd'', American Geographical Society, New York, 1928.
* Jan Retsö, “The Earliest Arabs”, ''Orientalia Suecana'', XXXVIII-XXXIX (1989-1990), pp. 131–139.
* Jan Retsö, “The Domestication of the Camel and the Establishment of the Frankincense Road from South Arabia”, ''Orientalia Suecana'', Vol. XL (1991), pp. 187–219.
* Charles Pellat, “Sur quelques noms d'animaux domestiques en arabe classique”, ''GLECS'', VIII, pp. 95–99.
* [[Francesco Gabrieli]] (a cura di), ''L'antica società beduina'', Roma, Università di Roma, 1959.
* Desir Cauvet, “Le dromadaire d'Afrique”, ''Bull. de la Soc. Géog. d'Alger'', 1920
* Desir Cauvet, ''Le chameau'', Parigi, J.B. Baillière et fils, 1925.
* Desir Cauvet, ''Le chameau, histoire, religion, littérature'', Parigi, J.B. Baillière, 1926.
* Elian-J. Finbert, ''La vie du chameau'', Parigi, Albin Michel, 1947.
* {{cita libro |lingua=en |nome1=Birgit |cognome1=Dörges |nome2=Jürgen |cognome2=Heucke |anno=1995 |titolo=Ecology, Social Organization & Behavior of the Feral Dromedary Camelus dromedarius (L.1758) in Central Australia |tipo=Tesi di dottorato |url=https://www.kamel.vet/viewtopic.php?t=107 |accesso=22 maggio 2023 |editore=Università tecnica di Braunschweig |cid=Dorges&Heucke}}
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