Dorgali: differenze tra le versioni

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Storia: Era repubblica
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{{Divisione amministrativa
{{w|Sardegna}}
|Nome = Dorgali
{{F|Sardegna|giugno 2009}}
|Nome ufficiale = {{it}} Dorgali<br />{{sc}} Durgàli
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
|Panorama = Veduta_della_cittadina_dalla_cima_del_Monte_Bardia.jpg
|nomeComune = Dorgali
|Didascalia = Veduta della cittadina dal Monte Bardia
|linkStemma = [[File:Dorgali-stemma.jpg]]
|Bandiera = Dorgali-Gonfalone.png
|siglaRegione = SAR
|Voce bandiera =
|siglaProvincia = NU
|Voce stemma =
|latitudineGradi = 40
|Stato = ITA
|latitudineMinuti = 18
|Grado amministrativo = 3
|latitudineSecondi = 0
|Divisione amm grado 1 = Sardegna
|longitudineGradi = 9
|Divisione amm grado 2 = Nuoro
|longitudineMinuti = 35
|Amministratore locale = Angela Testone
|longitudineSecondi = 0
|Partito = [[lista civica]] di [[centro-sinistra]]
|mappaX = 76
|Data elezione = 11-10-2021
|mappaY = 224
|Data istituzione =
|altitudine = 400
|Altitudine = 387
|superficie = 224,83
|Sottodivisioni = [[Cala Gonone]]
|abitanti = 8.290
|Divisioni confinanti = [[Baunei]] ([[Provincia dell'Ogliastra|OG]]), [[Galtellì]], [[Lula (Italia)|Lula]], [[Nuoro]], [[Oliena]], [[Orgosolo]], [[Orosei]], [[Orune]], [[Urzulei]] (OG)
|anno = 31-12-04
|Zona sismica = 4
|densita = 36,43
|Gradi giorno = 1360
|frazioni = [[Cala Gonone]]
|Nome abitanti = {{it}}dorgalesi<br/>{{sc}}''durgalesos''
|comuniLimitrofi = [[Baunei]] (OG), [[Galtellì]], [[Lula (NU)|Lula]], [[Nuoro]], [[Oliena]], [[Orgosolo]], [[Orosei]], [[Orune]], [[Urzulei]] (OG)
|Patrono = [[santa Caterina d'Alessandria]]
|cap = 08022
|Festivo = 25 novembre
|prefisso = [[0784]]
|istatPIL = 091017
|PIL procapite =
|fiscale = D345
|Mappa = Map of comune of Dorgali (province of Nuoro, region Sardinia, Italy) - until 2016.svg
|nomeAbitanti = dorgalesi
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Dorgali all'interno della provincia di Nuoro
|patrono = [[Santa Caterina d'Alessandria]]
|festivo = [[25 novembre]]
|sito = http://www.comunas.it/dorgali/
}}
[[Immagine:Veduta di Dorgali (Nu).jpg||thumb|left|250px|Panorama]]
'''Dorgali''' (in [[lingua sarda|sardo]] '''Durgàli''' o '''Drugàli''', era Dorgaly in spagnolo) è un comune di 8.190 abitanti della [[provincia di Nuoro]]. Con la sua superficie di oltre 22.000 Ha è il settimo comune per estensione in Sardegna. Dorgali geograficamente possiede elementi in comune sia con le le [[Barbagia|Barbagie]] che con le [[Baronie]], un po' meno con l'[[Ogliastra]]. Storicamente faceva parte nel Medioevo proprio con le Baronie della parte meridionale del [[Giudicato di Gallura]]. Il centro di Dorgali conta un po' meno di settemila abitanti, ai quali vanno aggiunti i quasi mille e trecento della frazione marittima di [[Cala Gonone]] che negli anni del boom è riuscita a contenere circa 30000 turisti (dati Ufficio Turistico Comunale). I locali chiamano quest'ultimo paese semplicemente Gonone.
 
'''Dorgali''' (''Durgali'' in [[lingua sarda|sardo]]<ref>Toponimo ufficiale in lingua sarda ai sensi dell'articolo 10 della Legge n. 482 del 15.12.1999, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 51 del 30.09.2010 {{cita web |url=http://www.comune.dorgali.nu.it/delibere/deliberazione_consiglio_51.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=23 ottobre 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141228134314/http://www.comune.dorgali.nu.it/delibere/deliberazione_consiglio_51.pdf |dataarchivio=28 dicembre 2014 }}</ref><ref>Era ''Dorgaly'' in spagnolo e ''Trocale'' per gli abitanti anziani di [[Baunei]], comune confinante. Vedi ''Le parlate dell´Alta Ogliastra'' [Studi di Linguistica Sarda 1, collana diretta da E. Blasco Ferrer e Heinz Jürgen Wolf], Cagliari (Della Torre).</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Nuoro]]. Con la sua superficie di {{M|226,54|u=km²}} è l'ottavo comune della [[Sardegna]], in ordine di estensione.
In particolare degli 8190 residenti nel Comune, in crescita negli ultimi anni, circa un centinaio di abitanti risiedono nelle campagne di Filine (''Philindorf'' in [[lingua tedesca|tedesco]]) al confine con l'agro di Urzulei dove sono presenti case sparse abitate soprattutto da una popolazione svizzera di lingua tedesca (dati Anagrafe Comunale). Oltre a Filine, case sparse abitate vi sono anche nelle campagne di Iscopidana, Mulattai-Icorè-Isportana, Sena, Oroviddo-Sa Costa, ecc.
 
== Geografia fisica ==
La parrocchia di Dorgali è oggi dedicata a Santa Caterina d'Alessandria Martire. Per Decreto della Santa Sede sono coopatroni di Dorgali: San Sebastiano (Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena, scomparsa), Santa Maria Madre di Dio (già La Teotocos, oggi Chiesa delle Grazie di Sa Serra, esistente), Santi Cornelio e Cipriano (Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano di Dorgali, oggi scomparsa). I coopatroni sono stati in altre epoche santi patroni. Recentemente sono state aggiunte quali coopatrone Beata Antonia Mesina di Orgosolo e Suo Maria Gabriella Sagheddu di Dorgali.
=== Territorio ===
[[File:Veduta di Dorgali e Cala Gonone.jpg|sinistra|miniatura|Veduta di Dorgali e Cala Gonone dal Monte Tului.]]
Dorgali è situato nella zona centro-orientale della [[Sardegna]] possiede un territorio di forma grosso modo rettangolare presentando un allungamento che si spinge all'interno verso Orune, per un'estensione di quasi 225&nbsp;km<sup>2 </sup>comprendenti anche la grossa frazione di [[Cala Gonone]]. Il territorio comunale confina: a sud con i comuni di [[Baunei]], [[Urzulei]] e [[Orgosolo]], a ovest con [[Oliena]], [[Nuoro]], e [[Orune]] a nord con [[Galtellì]], [[Lula (Italia)|Lula]] e [[Orosei]], mentre a est si affaccia sul [[Mar Tirreno]]. Un territorio tanto vasto quanto vario e morfologicamente complesso che si muove dalle coste basse e sabbiose o a falesia della baia di Cala Gonone, nel settore centrale del [[golfo di Orosei]], agli altopiani, fino alle montagne del [[Supramonte]], nell'entroterra, arrivando a toccare i 1086 m con Monte Oddeu. Il territorio è attraversato da numerosi torrenti e fiumi dei quali i più importanti sono il Rio Flumineddu, che scorre nella fertile valle di Oddoene, il Rio Isalle che scorre nell'altrettanto produttiva valle omonima e il [[Cedrino|Fiume Cedrino]] che grazie alla diga di Preda'e Othoni forma il grande lago artificiale di Iriai a pochi chilometri da Dorgali. Il centro urbano si stende nelle colline alle falde dei monti calcarei di [[Monte Bardia|Bardia]] (881 m s.l.m.) e Tului (911 m [[s.l.m]]) alla congiunzione dei quali una galleria assicura il collegamento con il paese di Cala Gonone a 8 chilometri dal capoluogo comunale, quattrocento metri più a valle. Le bellezze naturalistiche sparse per il territorio e anche il clima temperato e tipicamente mediterraneo hanno reso Dorgali e Cala Gonone una famosa meta turistica internazionale.
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 4 (sismicità irrilevante), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione2006_perComune.xls|titolo=Classificazione sismica dal sito della Protezione Civile|accesso=27 settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090418221509/http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione2006_perComune.xls|dataarchivio=18 aprile 2009}}</ref>
La parrocchia di Gonone fu costruita nel 1878 per poi essere successivamente demolita e ricostruita su un altro sito vicino al precedente negli [[anni 1950|anni cinquanta]]. La prima chiesa fu dedicata alla Madonna della Guardia, mentre la nuova fu dedicata a Nostra Signora di Bonaria.
* [[Classificazione climatica]]: zona C, 1360 [[Gradi giorno|GG]]<ref>{{cita web|url=http://clisun.casaccia.enea.it/Dati/FilesCSV/GraGioWb.txt|titolo=Tavola dei Gradi giorno dal sito dell'ENEA|accesso=27 settembre 2009|dataarchivio=17 settembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917222907/http://clisun.casaccia.enea.it/Dati/FilesCSV/GraGioWb.txt|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Nuraghe Mannu 01.jpg|thumb|left|Nuraghe Mannu]]
== Origini del nome ==
Etimologicamente il nome deriva da ''"sorga"'', fonte. ''"Sorga"'' (fonte, sorgente)<ref>{{cita libro|cognome= Portal|nome= Emmanuel|titolo= Grammatica provenzale (lingua moderna) e dizionaretto provenzale-italiano|anno= 1987|editore= Ulrico Hoepli|città= Milano|isbn= 88-205-0572-X|pagine= 175}}</ref> è, con il suo sostantivo ''"sorgal"'' (da cui ''"Castras Sorgal"'' o ''"Thorgal"''), parola della lingua provenzale e catalana antica già usata dai monaci vittorini e lerinensi presenti a Dorgali. ''Unu durgalu''<ref>{{cita libro|cognome= Puddu|nome= Mario|coautori= Luciano Melis; Giovanni Sedda Giovanni|titolo= Ditzionàriu de sa limba e de sa cultura sarda|anno= 2000|editore= Condaghes|città= Cagliari|isbn= 88-86229-74-7|pagine= 1683}}</ref>, in dorgalese e in [[Ollolai|ollolaese]], significa canale o luogo dell'acqua corrente. Una seconda ipotesi farebbe risalire il nome della città all'insediamento romano di Sulcalis (Thurcali).
 
==Geografia Storia ==
{{vedi anche|Storia di Dorgali}}
[[Immagine:Dorgali MonteTului pano.jpg|thumb|left|250px|Visione di Dorgali dal Monte Tului]]
Dorgali è situata nella zona centro-orientale della [[Sardegna]], sul versante occidentale del monte Bardia (882 m s.l.m.). Il territorio comunale confina a sud con i comuni di [[Baunei]], [[Urzulei]] ed [[Orgosolo]], ad ovest con quello di [[Oliena]], [[Nuoro]], [[Orune]], a nord con [[Lula (NU)|Lula]], [[Galtellì]] ed [[Orosei]], per affacciarsi ad est sul [[Golfo di Orosei]].
 
=== Preistoria e storia antica ===
A poco più di un'ora da [[Olbia]], Dorgali deve parte della sua fama alla frazione di [[Cala Gonone]], diventata oggi un vero proprio paese, che dista qualche chilometro più a valle dopo la galleria che attraversa la catena [[calcare]]a sulla costa del Golfo di Orosei.
[[File:Diploma militare di congedo del soldato tunila, da dorgali, 10 ottobre 96 dc.jpg|thumb|Diploma militare di congedo del soldato Tunila]]
Il territorio oggi interessato dall'amministrazione dorgalese era già densamente popolato in periodo [[Sardegna prenuragica|prenuragico]], [[nuragico]], [[punico]] e [[Civiltà romana|romano]].<ref>Nella riunione del Consiglio Comunale del 30 settembre 2010 si è adottato nell'atlante dei toponimi L.382/92 il termine Durgali come nome sardo del paese. Sempre nella stessa delibera si fa un excursus storico dell'etimologia del toponimo dove i termini succedutosi nei secoli sono il latino classico Cartagine Sulcos (che indicava la rotta delle navi cerealicole che da Cartagine erano dirette verso Roma e facevano scalo sulla costa orientale sarda), questo termine era Sulcalis in latino volgare. Questa realtà è citata dallo storico imperiale Claudianus. Il termine viene da sulcus che in questo caso indicava le "codule" (i canaloni calcari che sfociano nel mare) usate come approdo. Si tratta molto probabilmente di un'antica realtà urbana costiera conosciuta come Sulci orientale (Sulci Tirrena). Sulcalis coincide con il termine Thurcali, citato dalla tradizione orale come nome di Nuraghe Mannu. Da qui Durgali, termine derivato dal sardo "durgalu" che significa canale d'acqua, termine a sua volta originatosi dal latino "sulcus" (vedi fenomeno altomedioevale nel volgare sardo della th e della dh intercambiabile con la s e il rotacismo della l che diventa r). In lingua protosarda invece secondo alcune teorie il termine equivalente era un altro e cioè Ujli che significa solco e approdo, toponimo che ritroviamo come Fuili (spiaggia e codula di Fuili) presso Nuraghe Mannu. Il termine Tului è un termine del protosardo illirico equivalente al termine Ujili, dove quest'ultimo è preceduto dall'articolo aggettivale protosardo "thu". A conferma Tului lo ritroviamo in agro di Giba come collina omonima che sovrasta la città romana di Sulci Occidentale.</ref>
Durante il periodo nuragico fu interessato dalla costruzione di innumerevoli [[nuraghi]], come avvenne nella maggior parte del territorio della [[Sardegna]]. In seguito alla conquista dell'isola da parte di [[Roma (città antica)|Roma]] si svilupparono gli insediamenti romani di ''Thurcali'' e ''Cares'' la cui presenza è testimoniata dal ritrovamento del congedo bronzeo di ''Tunila'' (esposto nel [[Museo archeologico nazionale di Cagliari|Museo Nazionale di Cagliari]]) e la targa bronzea, del [[IV secolo]] d.C., della locale caserma dei [[Vigili (storia romana)|vigili romani]] nel centro di ''Cares''.
 
===Distanze stradaliStoria medievale ===
In seguito alla caduta dell'Impero romano d'occidente subentrò la giurisdizione [[bizantina]] che, tra alterne vicende legate agli attacchi costieri dei [[pirati]] barbareschi [[mussulmani]], finì nel [[IX secolo]].
*[[Alghero]] [[Immagine:RWBA_Flughafen(R).svg|15px]] - [[Chilometro|Km]] 158
[[File:Bandiera di Spana 1713.png|thumb|Bandiera dello Stato Spagnolo del 1713 allora ancora presente a Dorgali.]]
*[[Arbatax]]/[[Tortolì]] [[Immagine:RWB Fähre(L).svg|15px]] - Km 68
*[[Cagliari]] - [[Immagine:RWBA_Flughafen(R).svg|15px]] [[Immagine:RWB Fähre(L).svg|15px]] Km 200
*[[Cala Gonone]] - Km 9
*[[Golfo Aranci]] [[Immagine:RWB Fähre(L).svg|15px]] - km 116
*[[Nuoro]] - Km 32
*[[Olbia]] [[Immagine:RWBA_Flughafen(R).svg|15px]] [[Immagine:RWB Fähre(L).svg|15px]] - Km 99
*[[Oristano]] - Km 124
*[[Orosei]] - Km 20
*[[Porto Torres]] [[Immagine:RWB Fähre(L).svg|15px]]- Km 167
*[[Sassari]] - Km 144
 
Durante il seguente periodo [[Storia della Sardegna Giudicale|giudicale]] si instaurarono nel territorio, inviati dal [[papato]], diversi ordini monastici, dei quali i primi ad arrivare furono i [[Canonici Regolari della Congregazione di San Vittore|vittorini provenzali]] e, in seguito, i [[Ordine Cistercense|cistercensi]], ai quali fu concessa la [[Franca di Jurifai]], collocata tra i quattro giudicati ([[Giudicato di Torres|Torres]], [[Giudicato di Cagliari|Cagliari]], Gallura, [[Giudicato di Arborea|Arborea]]) e parzialmente posta nell'agro di Dorgali, che faceva parte del [[Giudicato di Gallura]], nella [[curatoria]] di Galtellì. La fine del Giudicato vide un breve periodo di dominazione sotto la [[Repubblica di Pisa]]<ref>{{cita libro|cognome= Manno|nome= Giuseppe|coautori= Antonello Mattone; Tiziana Olivari|titolo= Storia moderna della Sardegna dall'anno 1773 al 1799|anno= 1998|editore= Ilisso|città= Nuoro|isbn= 88-85098-78-9|citazione= L'occupazione pisana fu attuata dalle truppe che procedevano per occupare il Giudicato di Cagliari.}}</ref>, seguito dalla conquista dell'[[Sardegna|isola]] da parte degli [[Corona d'Aragona|aragonesi]] nel [[1324]] e proseguito con la dominazione [[Corona di Castiglia|castigliana]] dalla fine del [[secolo XIV]], che si concluse nel [[1713]], quando la Sardegna, con il [[Trattato di Utrecht]], fu ceduta prima all'[[Austria]] e poi, nel [[1718]], al [[Ducato di Savoia]]. La maggior parte dei villaggi esistenti in quell'epoca nell'agro dorgalese scompaiono nella seconda metà del [[XIV secolo]].<ref>Nell'attuale cintura urbana di Dorgali nel XIII secolo c'erano tre piccoli paesi medioevali autonomi, separati urbanisticamente, ognuno con la sua parrocchia e il suo monastero. Questi centri poi si aggregarono nella Dorgali moderna. Uno dei tre paesi, quello più importante, era chiamato Castro, unito amministrativamente con il centro di Scopeta (località Iscopidana) che era in campagna. Rispetto al Rio di San Giovanni (o Rio di San Giovanni Su Lillu) o di S'Urgale o di Funtana Manna (oggi Corso Umberto) il centro di Castro era in parte sulla sponda sinistra, la parte bizantina più antica (vecchio castro detto anche Crastu de Funtana), oggi rioni di Gurgu Longu e Orito, e in parte sulla sponda destra, oggi rioni di Sa Serra e Sa Porta, la parte medioevale temporalmente successiva (nuovo castro detto Crastu de Sant'Antoni o sa Serra ei sa Porta). Le due sponde di Castro erano collegate da tre ponti (Ponte del Gimiglione, Ponte del Rettore, Ponte del Rosario). La parte della sponda destra cinta da mura che fu castellata dagli ospitalieri era dotata di una porta principale ubicata presso Via Africa e Via Sassari. Castro era dotato di almeno due monasteri, di un ospedale (Hospitalis Sancti Antonii), di un romitorio accessibile extramuros, di un lazzareto extra muros e di un balivato dei cavalieri ospitalieri, era caposcolca perché organizzava la difesa del territorio. Nel Sec. XII sulla sponda sinistra la chiesa più importante era San Nicola e Sebastiano, già parrocchia in epoca bizantina altomedioevale, mentre sulla sponda destra la chiesa più importante era Santa Maria del Castro, già parrocchia dopo la precedente (Sec. XIII). Il secondo paese era Santa Maria Maddalena di Thorpeia Sec. XII, che oggi coincide con il rione di "Sa Chejedda e Sa Dobora", già "Thopora" (Thorpeia), che era unita amministrativamente (amministrazione ecclesiale) ai centri medioevali secondari in campagna di Santo Stefano di S'Armulanza, località di Mulattai e Isportana, e di San Pantaleo di Miriai, oggi località di Gurennoro, Iriai e Mariscai. A Thorpeia era presente la precettoria templare di San Giovanni Su Lillu (San Giovanni Giglio) nell'isolato di S'Eremu. Fu questa precettoria a dare il nome all'omonimo rio. Il terzo paese era Gonario (oggi rione di "Gonare"), citato come Gonarium nella documentazione del XIII secolo, qui era presente il Monastero della Chiesa dell'Angelo (Chiesa dei Santi Michele, Gabriele, Raffaele e Tobiolo e Madonna di Bonaria) e della Chiesa di Santa Cecilia e San Roberto di Molesmes (Chiesa di Santa Tetzillia e Santu Lumbertu). L'organizzazione della Festa del grande Santuario di San Cornelio e Cipriano, ubicato a Castro (a ovest di castro nuovo), costituiva il momento di aggregazione dei tre centri. Dal 1347 con la dominazione aragonese i tre centri di Castro, Torpeia e Gonario prendono il nome di Durgale che apparteneva al copioso rio di San Giovanni chiamato localmente "Su 'Urgale" ("Durgale") che attraversava il nuovo centro. Oggi il rio di San Giovanni è tombato e scorre sotto Corso Umberto. In Corso Umberto all'altezza di Via Dante vi era la potente risorgiva chiamata "S'Orga".</ref>
== Attività produttive ==
L'ultimo paese a scomparire in ordine cronologico in agro dorgalese fu ''Torpee de S'Iscra de Garteddi'' scomparso nel [[1610]], dopo ''Isalle'', che si estinse nel [[1567]].<ref>Durante la seconda guerra mondiale l'edificio delle scuole elementari fu sede di un convalescenziario con trecento posti letto dell'armata tedesca la cui presenza fu qui estranea a episodi bellici.</ref><ref>Occorre comunque precisare che la località di "Salleiloj" è indicata in una carta dello stato piemontese del [[1753]] dell'Accademia Reale di Scienze, la cosiddetta carta conosciuta come "Carta degli Ingegneri Piemontesi" Le Rouge (1753), come un paese allora ancora abitato. Si tratta proprio di Isalle e Iloghe. Anche Torpè di Galtellì è stato riportato come esistente in questa carta del 1753. La date di cessazione risultanti per questi paesi nella bibliografia è molto probabilmente quella della soppressione delle parrocchie. In questa carta sono presenti inoltre alcuni paesi barbaricini oggi scomparsi di: Locoe (a Orgosolo), Siddie (scritto Ussirie a Urzulei), Mannurri (a Urzulei), Orcada (agro di Ollolai), Oleri (a Ovodda), Espasulè (a Sorgono), Tovuda (a Osini), Bortziocoro (a Burgos), Ruinas e Silisè (scritto Gennargentu a Arzana) ecc. ecc.</ref>
Fra le attività produttive principali si annovera la [[viticoltura]], con la produzione del [[cannonau]]. L'[[artigianato]] è vario ed è importante la lavorazione dell'[[oro]] in [[filigrana]]. Si producono anche ceramiche artistiche, pelle, tappeti e coltelli.
 
=== Storia moderna e contemporanea ===
Tra i prodotti enogastronomici si citano il ''[[carasau|pane carasau]]'', i dolci (savoiardi, papassini, ''arantzada'', ''essas'', ''orullettas'', ''gulurgiones'' dolci fritti, ecc.), l'[[olio di oliva|olio]], i [[formaggio|formaggi]] pecorini e il vino [[Cannonau]].
Nel decennio che va dagli anni 1678 al 1688 Dorgali subì quella che può essere considerata la catastrofe più significativa della sua storia, l'epidemia di [[Peste nera|peste]] e la conseguente carestia che fecero ridurre la sua popolazione, allora di circa tremila abitanti, a meno della metà<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Giuseppe Pisanu|titolo = Dorgali, Storia e Memorie della Comunità (1340-1946)|anno = 1997|editore = |città = |pp = 35-94-115-116-140-157/160}}</ref>. Nel corso del '700 si ebbe una lenta ma costante ripresa, venne costruita la nuova [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Dorgali)|chiesa di Santa Caterina]] e con lo sviluppo dei commerci, legato alle attività agricole e pastorali, si arrivò ai primi dell'800 a superare nuovamente la soglia dei tremila abitanti.
 
Con l'inizio del nuovo secolo iniziarono anche i veri e propri cambiamenti politici e sociali per Dorgali. Nel 1824 venne aperta la prima scuola comunale, prima infatti l'educazione veniva assicurata soltanto dal clero con una piccola scuola dei gesuiti e dalla parrocchia<ref name=":0" />. Nel 1860 venne inaugurata la prima galleria e la strada per [[Cala Gonone]], iniziarono così i rapporti commerciali anche con [[Bastimento|bastimenti]] stranieri. Con l'apertura dell'[[Strada statale 125 Orientale Sarda|Orientale Sarda]] e con la costruzione del nuovo ponte sul [[Cedrino]] nel 1866 Dorgali sviluppò un florido commercio arricchendosi sempre di più, raggiungendo i quattromila abitanti, ponendo fine a quell'isolamento che lo aveva caratterizzato per diversi secoli.<ref name=":0" /> L'importanza sia economica che politica del centro si vide anche nel 1842 quando nella definizione dei confini dei territori comunali fece valere la sua forza creando quello che attualmente è l'ottavo comune della Sardegna per estensione.
==Archeologia e turismo==
 
Nel 1915 Dorgali, così come tutta l'Italia, venne investito dai tragici avvenimenti della [[prima guerra mondiale]] e 140 dei suoi cittadini persero la vita nei campi di battaglia. Dopo la fine della guerra con la costruzione della prima centrale elettrica sul Cedrino (1924) Dorgali poteva disporre dell'energia e della luce elettrica, venne aperto il nuovo traforo nel [[monte Bardia]] e costruita la nuova strada per Cala Gonone che già iniziava a diventare una località balneare molto apprezzata, inoltre venne costruito anche il nuovo caseggiato scolastico.<ref name=":0" /> Lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] fece vivere a Dorgali anni di estrema miseria e fame, 59 furono i caduti in questa guerra e in quelle precedenti di [[Guerra d'Etiopia|Abissinia]] e Spagna. La ripresa si ebbe solo a partire dagli anni '50 con lo sviluppo di quello che è diventato il motore trainante dell'economia della cittadina e cioè il turismo, che con le sue attività collaterali di artigianato ed edilizia ha messo le basi per l'attuale sviluppo economico e sociale di Dorgali e Cala Gonone.
Nel territorio dorgalese e nelle sue vicinanze sono presenti numerosi siti archeologici visitabili:
* il villaggio nuragico del monte Tiscali, condiviso con il comune di Oliena
* il villaggio nuragico di [http://www.dorgali.it/archeologia.php?op=orrios Serra Orrios]
* il villaggio nuragico punico romano e bizantino di Nuraghe Mannu (Sulcali o Cartagine Sulcos, Thurcali per i locali).
* vari [[nuraghe|nuraghi]] isolati
* i [[menhir]]
* i [[dolmen]] di basalto e calcare
* le [[Domus de janas|''domus de janas'']]
* la [[Tomba dei giganti]] di S'Ena e Thomes.
Il turismo non si concentra solo nel periodo estivo: infatti Cala Gonone e Dorgali sono interessanti anche in altri periodi dell'anno grazie alla presenza di percorsi di [[trekking]] e di [[mountain bike]]. Da ricordare inoltre la possibilità di praticare il [[free climbing]] in località molto suggestive, come alcune falesie sul mare o le ripide pareti del [[canyon]] di [[Gorroppu]] che è la gola più grande in tutta Europa.
Sono visitabili le grotte del Bue Marino sulla costa di Gonone e le grotte di Ispinigoli nelle campagne di Dorgali.
Sono da visitare: il Museo Civico (in Via Lamarmora), il Museo etnico di "S'Abba Frisca" in località Littu-Zorza (qui vicino era presente il centro romano di Cares oggi si pronuncerebbe Carese), l'esposizione del Centro di Educazione Ambientale a Gonone (Viale Bue Marino), il Museo Salvatore Fancello presso la casa comunale.
E' imminente l'apertura dell'acquario di Gonone in Via La Favorita.
E' caratteristica la vallata agraria di Filine Oddoene, unica nel suo contesto naturalistico, che si attraversa per raggiungere il canyon Gorroppu ed il canyon di Surtana. Quest'ultimo costituisce l'accesso al Supramonte di Dorgali, Orgosolo e Oliena.
Da visitare il Lago di Iriai raggiungibile dalla località S'Ulumu dalla Strada Provinciale 38.
 
==Storia= Simboli ===
{{citazione|Stemma d'argento, all'albero al naturale, nodrito su un monte all'italiana di tre colli di rosso, il tutto accompagnato in capo da tre stelle a cinque punte d'azzurro, ordinate in fascia. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Dorgali come nome proprio compare con certezza per la prima volta nel [[1347]] nell'atto di presentazione del [[Feudo]] da parte del feudatario Gerardo di Torrents al Sovrano di [[Aragona]]. Etimologicamente il nome deriverebbe da "sorga" fonte. La "sorga", fonte, è, con il suo sostantivo "sorgal" (da cui "Castras Sorgal" o "Thorgal"), parola della lingua provenzale o occitana usata dai monaci vittorini e lerinensi presenti a Dorgali nel Sec. XII. Unu durgalu in dorgalese e in ollollaese significa un canale o un luogo d'acqua corrente. Il territorio dorgalese era già densamente popolato in periodo nuragico, [[punico]] e [[romano]]. Durante il periodo nuragico fù interessato dalla costruzione di innumerevoli [[nuraghi]].
 
* Le tre stelle sono un simbolo mariano, ricordano che uno degli antichi patroni di Dorgali è Santa Maria Madre di Dio. È riferito anche all'antica presenza (sec. XV) del Terzo Ordine Francescano (francescani conventuali).<ref>La ''[[Theotókos|Teotocos]]'' o Santa Maria Madre di Dio o Santa Maria del Castro è la chiesa delle Grazie o dell'Assunta. Nel XIII secolo era patrona della parte fortificata del paese (il castro). È uno dei quattro copatroni di Dorgali. Le tre stelle sono un simbolo mariano siriaco della verginità della Madonna riferito sia all'antica patrona che al numero (tre) degli antichi centri medioevali di Castro, Gonario e Torpeia dell'attuale cinta urbana dorgalese (Castrum, Gonarium e Thorpeia in latino, Crastu, Gonare e Thopora o Dobora in sardo) che hanno dato origine alla Dorgali moderna. In questi centri le feste più importanti erano per Castro sponda destra (nuovo castro: rioni di Sa Serra e Sa Porta) Santa Caterina e l'Assunta (già Santa Maria del Castro), per Castro sponda sinistra (vecchio castro: rioni di Orito e Gurgu Longu) San Sebastiano e Itria, per Gonario (rione di Gonare) Santa Lucia, per Thorpeia (rione di Chejedda e Dobora o Thopora), Santa Maria Maddalena. Tutti i tre centri organizzavano a turno i festeggiamenti dell'omonimo grande santuario in onore dei Santi Cornelio e Cipriano. I francescani conventuali (O.F.M. Conv.) erano presenti nel Castro nel XV secolo. Le tre stelle rappresentano nell'ordine dei frati minori francescani le tre virtù francescane: umiltà, obbedienza, carità.</ref>
Nel [[X secolo]] era scomparso il centro urbano costiero di Nuraghe Mannu, Thurcali, chiamato dallo storico romano imperiale Claudianus "Cartagine Sulcos" (il cui nome romano comune Sulcali si deduce dal nome Thurcali con il quale i locali denominavano volgarmente questa città dato che la s e la th nel sardo antico erano intercambiabili per esempio Thiniscole per Siniscole, Thorres per Sorres, Sorralba per Torralba ecc. ecc.). Il porto di Thurcali era ubicato sotte le falesie di "Sos D'Orroles". Sulla montagna in agro di Dorgali i passi montani carreggiabili sul Monte Santo che dalle aree interne consentivano l'accesso all'area portuale costiera di Nuraghe Mannu erano quelli di Monte Ruiu (poco più a Sud del passo di Irghiriai secondo accesso di Gonone) e di Suttaterra (diramazione dalla S.S. 125 in prossimità dei confini con Urzulei). Il termine romano ''sulcos'' era riferito ai canaloni del [[Golfo di Orosei]] che fungevano da approdi. Sempre in questo periodo scompare il centro urbano costiero lungo l'orientale romana di Cares (Carese) i cui approdi erano invece collocati nelle insenature di Cartoe e di Osala e quindi raggiungibili senza passare le montagne. Il centro di Cares (o Qares in punico) era collocato in un'area limitrofa alle Terme Romane di [[San Giovanni Battista]], dove è presente la Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo Martire. Nella valle del riu di Siddai (o riu di Littu), che sfocia a Cartoe (da Qart'oghe foce della città in lingua punica), è stato ritrovato il congedo bronzeo di Tunila (visibile nel Museo Nazionale di [[Cagliari]]) e la targa bronzea del [[IV secolo]] dopo Cristo della locale caserma dei [[Vigili del Fuoco]] romani nel centro di Cares. Quest'ultima ricorda il finanziamento della caserma a cura del Prefetto dei Vigili dell'Urbe Egnatuleio Anastasio (visibile nel Museo Comunale di Dorgali). Sulla ''orientalis'' romana era presente la ''mansio'' di Viniolae (Viniola) a circa sei miglia romane a Sud di Cares nella località Sos Mucarzos. Nel V secolo crollò l'[[Impero Romano]] e dopo un periodo di dominazione vandalica e gota subentrò la giurisdizione [[bizantina]] che tra alterne vicente legate agli attacchi costieri dei [[pirati]] barbareschi [[mussulmani]] finì nel [[IX secolo]]. In un documento del XVI secolo in catalano riportato nella prima edizione del libro di Ottorino Alberti ''La Diocesi di Galtellì dalla sua sopressione alla sua ricostituzione'' quando si parla della Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena (oggi scomparsa) si fa riferimento all'antico Bisbat de Dorgaly (Vescovado di Dorgali) riferito probabilmente al periodo bizantino o successivamente a una locale abbazia (nullius episcopi) con l'abate dotato di funzione vescovile.
* I tre monti collocati alla base dell'albero sono un simbolo monastico<ref>È un simbolo benedettino e ricordano la antica presenza dei monaci prima bizantini e poi latini.</ref>
* L'albero ricorda che Dorgali (già castro) era il riferimento (caposcolca) dei piccoli centri vicini dell'agro oggi scomparsi<ref>L'Albero rappresenta l'unitarietà demica odierna rispetto alla frammentazione antica. Si tratta dell'albero della vita, simbolo dell'Arborea e simbolo ospitaliero e templare. Rimarca l'antica appartenenza al Giudicato di Arborea, che precedette la Gallura, e che aveva portato da Oristano questi cavalieri a Dorgali.</ref>.
 
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Con lo [[Scisma d'Oriente]] del [[1054]] la Sardegna abbandonò il [[rito]] greco [[ortodosso]] e passò al [[rito latino]]. Ai bizantini subentrò il potere dei [[Giudicati]]. Il [[papato]] per latinizzare la [[chiesa]] sarda inviò [[monaci]] continentali. I primi monaci latini arrivati a Dorgali (Sec. XI) sono stati i vittorini provenzali di lingua occitana dell'Abbazia di San Vittore di Marsiglia e di Sant'Onorato delle isole di Lerino, benedettini cistercensi (Cessione Giudicale di Sant'Andrea di Corte e Corte di Gisalle in agro di Dorgali per i vittorini e Santa Maria de Turris, oggi Santu Cristos, in agro di Galtellì per i lerinensi). Nel XIII sec. Gonario di Torres, amico di Bernardo di Chiaravalle, facendo rientro con una nave templare dalla Terra Santa approdava in un porto del Golfo di Orosei. Questo dopo aveva rischiato di fare naufragio e dopo aver invocato la Madonna si era salvato fondando poi per ringraziamento la Chiesa di Gonare sulla cima della montagna alla quale si era riferito inmare per orientarsi. Sarebbe poi diventato monaco del monastero cistercense francese di Chiaravalle fondato da San Bernardo. A Dorgali allora erano presenti tutti gli ordini ospedalieri. Il paese passò al [[Giudicato di Gallura]] e divenne la propaggine più meridionale del Giudicato. Il Giudicato di Gallura fu [[protettorato]] della [[Repubblica di Pisa]], il primo giudice fu un cittadino pisano Manfredi. Dorgali fu occupato per la Repubblica di Pisa nel [[XIII secolo]] dalle truppe pisane comandate da Lamberto Visconti, nobile [[lombardo]], sposato (nel [[1206]]) con Elena di Gallura. Secondo la tradizione Elena di Gallura fece restaurare la Chiesa di Sant'Elena di Scopeta sull'omonimo colle (esistono oggi solo i ruderi). I pisani consolidarono le fortificazioni del castro dorgalese (oggi quartiere di Sa Serra e Sa Porta) e per ragioni legate al controllo politico anche a Dorgali iniziarono a cercare sempre più di concentrare la popolazione in un unico centro urbano lavoro che verrà definitivamente portato a compimento dai successivi dominatori iberici.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Infatti nel [[XIII secolo]] Dorgali non aveva l'attuale unitarietà urbana ma esso risultava diviso da due [[fiumi]] (Rio di San Giovanni Battista oggi quasi tutto Corso Umberto e un piccolo tratto di Via Dante a "S'Eremu", e Riu Sa Lepora oggi le vie: Galileo, Cavallotti, Cleopatra e Amsicora) in tre borghi, ai quali se ne aggiungeva un quarto più piccolo (è probabile che i borghi allora fossero conosciuti, nell'ordine, con i nomi di: Sena, Castrum, dove questi due borghi antichi oggi sono denominati rispettivamente "Gorito" e "Sa Serra-Sa Porta", poi c'era il terzo borgo Gonarium, oggi "Gonare", e il quarto borgo Sancta Maria Magdalena Thorpeiae, oggi "Sa Chejedda", il più piccolo. Questi antichi borghi di Gonarium e di Thorpeia oggi sono accomunati dai locali con l'unica denominazione che è quella di "Su Fundale"). Il nucleo originario e più importante di Dorgali è quello che nel Medioevo era costituito dalla fortificazione castrense (Castrum) dove tra l'altro erano presenti gli ordini ospedalieri (Sant'Antonio di Vienne e Ordine di San lazzaro). Vi erano poi anche i borghi distribuiti nelle campagne, oggi scomparsi, (probabilmente, da sud a nord, alla destra della sponda Cedrino, dando le spalle alla sorgente, Siffilionis: Filine, Scopeta: Iscopidana, Ortomurcato: Sor Mucarzos, S'Armulatha: Mulattai-Icorè-Isportana, Miriai: Mariscai-Iriai-Gurennoro, Corache: Oroviddo, Nurachi, Aghugheda: Cucchè, Villa de Muru: Muru. Da sud a nord, a sinistra della sponda del Cedrino: Ilohe, Hurulis, Isarlis, Dilisorre ecc.).
=== Architetture religiose ===
==== Chiese nel centro urbano ====
[[File:Chiesa di San Lucifero Vescovo e di Santa Maria Maddalena, Girifai, Dorgali (NU).jpg|thumb|upright=0.7|Chiesa di San Lucifero Vescovo. Lo stile è un barocco sardo.]]
* [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Dorgali)|Parrocchia di Santa Caterina d'Alessandria]]<ref>Per decreto della Santa Sede sono compatroni di Dorgali: San Sebastiano (chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena, oggi scomparsa), Santa Maria Madre di Dio (già La Teotocos, oggi chiesa delle Grazie di Sa Serra), Santi Cornelio e Cipriano (chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, oggi scomparsa). I compatroni sono stati in altre epoche santi patroni. Recentemente sono state aggiunte quali compatrone beata Antonia Mesina di Orgosolo e suor Maria Gabriella Sagheddu di Dorgali. I nomi dei compatroni sono incisi su una lastra esposta nell'altare della parrocchia</ref> si trova nel quartiere di Sa Serra e fu nominata parrocchia negli ultimi anni del [[XVI secolo]], seguendo a San Cornelio Cipriano. Nei pressi della chiesa, in periodo medioevale, era situato un cimitero.
* Chiesa di Sant'Antonio Abate nel quartiere di Sa Serra.
* Chiesa delle Grazie, nel [[XIII secolo]] era la chiesa parrocchiale del quartiere di ''Sa Serra-Sa Porta'', ubicata di fronte alla chiesa, oggi scomparsa, dedicata a san Cornelio e Cipriano. Nel Medioevo la chiesa consisteva di una cappella più piccola sul lato est. Fu poi ampliata in periodo aragonese su un edificio preesistente. Sui muri a sud e a nord si nota l'antica posizione delle porte e delle scale degli edifici medioevali, oggi murate. Nel periodo giudicale era dedicata a Santa Maria del Castro e si trovava ad ovest della parte fortificata essendo conformata a torre (chiesa torraia). Era la chiesa della guardia giudicale. L'impostazione architettonica è riferibile ai templari<ref>{{cita pubblicazione|autore= Gianfranco Pirodda|data= |anno= 2000|titolo= Alcuni elementi per la identificazione sul territorio degli insediamenti dei Templari|rivista= Quaderni Bolotanesi|numero= 26|p= 189}}</ref>. La dedicazione a Maria della cappella della fortezza è un retaggio bizantino confermato dalla tradizione templare. La presenza di quest'ordine religioso poteva essere legato al traffico dell'argento delle miniere di Lula. La tradizione orafa dorgalese è nata con gli argentieri in periodo medioevale.
* Chiesa d'Itria e Monastero annesso del quartiere di Gorito, ''Nuestra Senora de Orito'' in periodo spagnolo (che sovrasta quella che oggi è l'odierna campagna di Sena).
* [[Chiesa di Nostra Signora del Carmelo (Dorgali)|Chiesa di Nostra Signora del Carmelo]] o Madonna del Carmine e cellette del convento dei frati del quartiere di Gorito.
* Chiesa di San Lucifero Vescovo e Santa Maria Maddalena (in essa sono presenti i simulacri dei santi gesuiti: sant'Ignazio di Loyola e san Francesco Saverio e la Madonna dei Miracoli). Del XII secolo, ampliata nel 1646 e appartenente al quartiere di Sa Chejedda. Su due pilastri è rappresentato un croat moneta catalana del XIV secolo circolante in Sardegna. In via Eleonora è presente la struttura (casa Mariani) di un antico monastero di monache ("sa domo de sas monzas").
* Chiesa di San Lussorio del quartiere di Gonare.
* Chiesa dell'Angelo (Raffaele del quale c'è il simulacro con il piccolo discepolo Tobiolo o Tobia, ma anche Michele e Gabriele e l'Angelo della Guardia o Custode) e della Madonna di Bonaria e della Madonna del Natale (Nuestra Senora del Buen Ayre, spagnola, della quale c'è il simulacro e Notre Dame du Noel, francese) del quartiere di Gonare e i resti del monastero annesso retrostante. La festa viene chiamata dell'Angelo ed è quella degli angeli Raffaele, Michele e Gabriele il 29 di settembre. I locali chiamano semplificando la chiesa Madonna di Gonare o chiesa dell'Angelo ("cresia de S'Anzelu"). Notre Dame du Noel è francese di tradizione vittorina e in genere gli angeli nelle chiese vittorine attorniavano il simulacro di san Vittore. Non si può escludere che la chiesa in tempi antichi avesse al suo interno anche il simulacro di San Vittore. La vicina Via Bardia fino al 1800 era Via Badia perché raggiungeva l'antico monastero di Gonare collocato nell'isolato a monte di questa chiesa.
* Santa Lucia e monastero benedettino delle monache di clausura annesso, attualmente esistente in piazza Santa Lucia nel quartiere di Gonare. Nel monastero benedettino della chiesa di Santa Lucia sono ancora custoditi gli antichi simulacri di santa Cecilia e di san Lamberto (santu Lumbertu) di Liegi.
 
==== Chiese e architetture scomparse nel centro urbano ====
A Dorgali sono stati trovati due sigilli medioevali di un [[lazzareto]] e di un [[monastero]]: uno è quello di Padre Tibaldo o Teobaldo Priore di San Lazzaro (secolo XIII, trovato a casa Mereu in Via Galileo) del locale lazzareto, il sigillo è custodito nel Museo Nazionale di Cagliari. Tibaldo era sicuramente un personaggio di livello europeo legato al mondo delle crociate vista anche la pregiata fattura del sigillo. L'altro sigillo più recente è quello dell'Ordine di Vienne o forse di [[San Francesco]] (secolo XVI) che è custodito nel Museo Comunale.
[[File:San Lamberto di Liegi, Monastero Benedettino Dorgali (NU).jpg|thumb|San Lamberto di Liegi (santu Lumbertu), [[XV secolo]]. In mano teneva la lancia del suo martirio. Sulla mitra è rappresentata la croce cistercense patente luminescente.]]
[[File:Simulacro di Santa Cecilia, Dorgali.jpg|thumb|upright=0.5|left|Simulacro di Santa Cecilia]]
Nel centro urbano sono apposte delle targhe ad identificare il luogo un tempo occupato da questi monumenti ora scomparsi.
 
* Chiesa di Santa Cecilia e San Lamberto di Liegi, santu Lumbertu, il cistercense francese Lamberto di Liegi (secondo il locale monastero trappista) o il santo cistercense francese Roberto di Molesnes (secondo il locale inventario parrocchiale redatto dal notaio dorgalese Sebastiano Mele nel XVII secolo), Era collocata in via Gonare, nel quartiere di Gonare. Esiste in una corte retrostante l'attuale chiesa di Gonare la struttura rovinosa ma è stata trasformata in casa di civile abitazione.
Nel XII secolo fu istituita dal [[Papa]] su richiesta di [[Pisa]] la Diocesi suffraganea di [[Galtellì]] e di Castro. La seconda dizione di un vescovado in genere indica la sede precedente della diocesi di nuova istituzione. Allora molte incombenze patrimoniali [[ecclesiastico|ecclesiastiche]] continuavano ad essere gestite dal [[Vescovo]] di Civita ([[Olbia]]) con la propria mensa vescovile. L'ultimo paese a scomparire in ordine cronologico in agro dorgalese, e penultimo in [[Baronia]], fu Isalle che si estinse nel [[1567]]. La maggior parte dei villaggi dell'agro dorgalese scompaiono nella seconda metà del [[XIV secolo]] non solo per cause politiche ma anche per via della [[peste nera]], dell'esosità delle tasse aragonesi, della [[povertà]] conseguente agli eventi bellici allora intercorsi tra gli [[aragonesi]] e gli arborensi, dei furti e delle ruberie.
* Chiesa della Decapitazione di San Paolo Apostolo e dei Santi Eusebia Abadessa, Mauro Vescovo, questi ultimi due santi cistercensi francesi, e Bonaventura Dottore della Chiesa, già del borgo di Gonare (o Corevoca citata nel 1327), nell'isolato ricompreso tra via Lamarmora, incrocio con via Vittorio Emanuele e via Cerere incrocio con via Emilia. Queste due chiese (Santa Cecilia e San Paolo) erano collegate al monastero di Gonare.
* Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, dotata di un campanile, di grandi dimensioni, fu parrocchia di Dorgali a partire dalla fine del [[XIV secolo]] e fino a tutto il [[XVI secolo]], aveva un cimitero annesso ed era collocata nel quartiere di Sa Serra nel vecchio campo sportivo. San Cipriano era il patrono di Cartagine e questo testimonia l'antico legame commerciale e politico tra questa città africana e la costa dorgalese.
* Chiesa del Rosario (festa il 4 di settembre) e dell'omonima confraternita nel quartiere di Sa Porta in piazza Santa Caterina.
* Chiesa di Santa Croce e dell'omonima confraternita nel quartiere di Sa Porta in piazza Santa Caterina.
* Chiesa dei Santi Andrea (Sant'Andrea di Corte) e Marco (poi fu aggiunto in ultimo il simulacro di San Giovanni Battista, a volte rappresentato con un giglio (Su Lillu) in mano, dell'omonimo eremo quando lo stesso aveva cessato di esistere) nel quartiere di Sa Porta a piazza Su Cucuru.
* Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena in piazza dei Caduti già parrocchia nel [[XII secolo]].
* Eremo e monastero di San Giovanni Battista (San Giovanni Battista ''"Su Lillu"'' o di Corte o di Lata) a ''"S'Eremu"'' in Via Dante, questo Eremo diede il nome al rio principale che passava a Corso Umberto e che attraversava a cielo aperto il paese fino alla seconda metà dell'Ottocento.
* Ospedale medioevale di Sant'Antonio in via Venezia, "Hospitalis Sancti Antoni", nel castro (ancora presente a Oristano, Bosa e Orosei con i quali quello coevo dorgalese era stato fondato da Padre Tibaldo nel sec. XIII).
* Romitorio e Convento nel castro di Sant'Antonio in via del Pellegrino (casa Tzinu Lai che custodisce il simulacro di San Salvatore del XIII secolo).
* Monastero delle monache francescane alcantarine a Gorito fondato nel 1614 (data incisa sull'architrave del convento prima che venisse recentemente demolito) in via Carlo Alberto (isolato di Potita).
* [[Castro di Dorgali]] (Su Crastu de Sant'Antoni oggi Sa Serra<ref>{{cita libro|cognome= Artizzu|nome= Francesco|titolo= La Sardegna pisana e genovese|anno= 1985|editore= Chiarella|città= Sassari|pagine= 181|citazione= il termine ''la therra'' tenendo conto dell'intercambiabilità della lettera ''s'' con la lettera ''t'' nelle accezioni del sardo medioevale}}</ref> ei Sa Porta e cioè tradotto in italiano le mura e la porta): le mura dell'antica fortificazione castrense di Dorgali correvano lungo le vie: Roma, Vittorio Emanuele (già "Sa Ruche 'Etza", qui vi era il lazzareto, perché in altri tempi era extra muros), Sassari, Montenero, Venezia (già Via di Buoncammino perché era presente fino agli anni settanta un'edicola con questo simulacro sul muro dell'antico ospedale), Pellegrino (nome riferito al Romitorio medioevale), piazza delle Grazie. Il decumano coincideva circa con via Garibaldi. La Porta (Sa Porta) principale rivolta a est era il principale accesso al castro fortificato ed era collocata nelle prossimità dell'attuale Via Vittorio Emanuele (esiste ancora accorpata ad un portico), e quindi nei pressi dell'antica Chiesa del Rosario e di quella di Santa Croce. I rii di Sa Lepora e di San Giovanni Battista fungevano da fossati naturali difensivi rispettivamente a nord e a sud dell'antico castro medioevale di Dorgali. La chiesa delle Grazie (già Santa Maria del Castro) e il grande santuario di San Cornelio e Cipriano erano collocati a Ovest sulla scarpata che aveva funzione difensiva.
* Antichi ponti sul rio San Giovanni Battista (attuale corso Umberto):
** Ponte di "Su Ponte" (con archi in granito fu costruito nel 1870 con la Statale 125 in Via Lamarmora-piazza Marconi).
** Ponte di "Su Rosariu" (era in legno in Via Vittorio Emanuele incrocio corso Umberto).
** Ponte di "Su Rettore" (era in legno in Via del Popolo e Via Concordia incrocio corso Umberto).
** Ponte di "'Emelone", o de Ghemelone o del Gimiglione (del pedaggio), era parte in legno e parte in muratura ubicato in Via del Popolo e Piazza dei Caduti incrocio corso Umberto, collegava Sena con il Castro.
 
Nell'agro vi sono chiese ancora esistenti, ruderi di antichi monumenti, chiese e monasteri, oggi scomparsi.
Il governo della [[Spagna]] iniziò con l'[[Aragona]] di [[lingua catalana]] nel [[1321]]; proseguì con la [[lingua castigliana]] dalla fine del [[secolo XIV]] e si concluse il [[1713]]. Le tracce della cultura spagnola si protraggono per tutto il [[XVIII secolo]]. La Spagna subì nel [[1713]] il [[Trattato]] di UItrecht e perse la Sardegna che fu ceduta prima all'[[Austria]] e poi nel [[1718]] al [[Ducato di Savoia]] con capitale [[Torino]]. A Dorgali come in molti centri della Sardegna si continuò ad usare nei documenti ufficiali lo spagnolo fino ai primi decenni del [[1800]].
Nel [[1761]] Dorgali era in predicato di essere scelta dall'Arcivescovado quale sede della nuova Diocesi di Galtellì e Castro. Occorreva verificare se gli alloggiamenti della Casa Rettorale di Dorgali fossero sufficientemente dignitosi per ospitate il nuovo Vescovo. Ma, per le conseguenze di un esecrabile fatto di cronaca nera, che si verificò in quell'anno a Dorgali, e che interessò il Vicario Generale dell'Arcivescovado Don Francesco Cao, incaricato per l'incombenza e che allora risiedeva a Dorgali (Vice Arcivescovo), fu preferita dalla Chiesa quale nuova sede vescovile la futura città [[Nuoro]]. Nel frattempo per l'incombenza era stata già costruita a Dorgali la vasta [[Cattedrale]] di [[Santa Caterina d'Alessandria]] in stile neo classico piemontese i cui lavori erano iniziati nel [[1713]] grazie alla generosa donazione del notaio dorgalese Sebastiano Melis. La Chiesa fu ricostruita sull'impianto di una piccola Chiesa dedicata a Santa Caterina che però aveva la facciata orientata ad Ovest e prospiciente la Casa Rettorale.
 
=== Architetture civili ===
==Stemma==
* Antica Casa dei Gesuiti Vico Carlo Alberto, [[XVII secolo]].
Lo stemma del Comune di Dorgali, e dei due paesi di Dorgali e di Gonone, è identico a quello di Cerreto Laziale (Provincia di Roma) centro della terra ferma che nel medioevo dipendeva dall'Abbazia Vescovile di Subiaco (Provincia di Roma), che, a sua volta, era collegata all'Abbazia benedettina di Montecassino. Quest'ultimo monastero aveva forti legami con i cistercensi francesi di cui fu capo riconosciuto Bernardo di Chiaravalle amico di Gonario di Torres. A Subiaco nel sec. XIV fu castaldo (amministratore) dell'Abbazia un componente della Familia dei Narbona, la stessa del Visconte di Narbona, provenzale, ultimo Giudice di Arborea (Gabriele Paolo Carosi - Cerreto Laziale - Tipigraf).
* Monastero francescano in Via Mannu e Via Pace, [[XVII secolo]].
Lo stemma di Dorgali è sovrastato da una CORONA che rappresenta l'antica cinta muraria del castro. Le TRE STELLE sono un simbolo mariano siriaco della verginità della Madonna che ricordano che l'antica patrona protettrice del paese è Santa Maria Madre di Dio (La Teotocos). I TRE MONTI collocati alla base dell'albero sono un simbolo monastico benedettino e ricordano la antica presenza dei monaci prima bizantini e poi latini. L'ALBERO ricorda l'autorità di Dorgali (caposcolca) sui numerosi piccoli centri vicini dell'attuale agro dorgalese oggi scomparsi.
* Casa degli Orfani dell'Ospedale di Sant'Antonio in Piazza di Sant'Antonio (edificio antico di fronte alla Chiesa di San'Antonio).
* Palazzo del Balivo (il capo locale dell'ordine ospedaliero antonita), [[XIII secolo]]. I ruderi sono ancora presenti a Sa Serra in Via Cagliari che ricomprendono anche un breve tratto delle mura in Via Roma al quale sono addossati, un sottopassaggio è presente da Via Cagliari per la Chiesa di Sant'Antonio.
* Casa di Effisio Demetrio Mele (allora Melis) Rettore di Mogoro dal 1698 al 1721 (Casa Lai-Biddiddu in Via Eleonora Sec. XVII).
* Lazzareto o Lebrosario, ''"Su Leporosariu"'' o ''"S'Ispidale de sos Leporosos"'', extra muros, oggi è la superficie ricompresa dall'area di sedime e dalle strutture di Casa Mereu in Via Galileo, Casa Macciotta in Via Vittorio Emanuele e Casa di Tziu Juann'Anghelu Lovicu in Via Sa Lepora, Via La Lebbra, (quest'ultima struttura era a tre piani ed è stata recentemente demolita). A Casa Mereu durante dei lavori di rifacimento effettuati nel 1843 dall'omonimo notaio fu trovato il sigillo di Padre Tibaldo ([[XIII secolo]]) descritto da Alberto Lamarmora assiduo frequentatore del paese. Il rio poi tombato in Via Galileo si chiamava Riu Sa Lepora.
 
=== Architetture civili: le piazze ===
==Chiese e monumenti esistenti nel centro urbano==
 
* Piazza "Su Cucuru": anticamente era la piazza dove aveva luogo il vecchio mercato all'aperto; in seguito venne adibita ad anfiteatro all'aperto dove tuttora si svolgono eventi pubblici. Tradizionalmente ci si riunisce qui il giorno della [[Domenica delle palme]] per ricevere la benedizione delle palme.
*Cattedrale di Santa Caterina d'Alessandria quartiere di Sa Serra parrocchia subentrata a San Cornelio Cipriano negli ultimi anni del sec. XVI. Il campanile e la cupola della Chiesa di Santa Caterina sono visibili in primo piano nella prima foto (FOTO PANORAMA) con il quartiere che nel medioevo costituiva il castro fortificato (Sa Serra-Sa Porta). La Chiesa nel medioevo aveva un cimitero annesso.
* Piazza "Santa Lucia": Accoglie il convento di clausura delle [[Suore benedettine]]; la loro presenza fu fortemente voluta da Don Meloni, parroco del paese nel periodo della scomparsa della Santa suor [[Maria Gabriella Sagheddu]], originaria del paese. Fu per un breve periodo adibita a mercato ma poi venne a sua volta sostituita.
*Monte di Pietà. Presso la Chiesa Parrocchiale (a fianco di Casa Fancello) in Via Sassari vi era il Monte di Pietà (Sa Piodade), banca monastica medioevale, diventato poi Monte Granatico e Monte Nummario con i sabaudi.
* Piazza "Sa Cudina": veniva usata per il mercato in tempi più recenti.
*La Chiesa di Sant'Antonio Abate nel quartiere di Sa Serra.
* Piazza "Le 4 fontane" (''Funtana in [[Lingua sarda|sardo]]''): grazie alla presenza delle fontane da sempre questa piazza permetteva agli abitatanti di prendere l'acqua. Nel 1994 fu commissionato all'artista Gianluigi Mele un'opera in ceramica che rende omaggio a [[Salvatore Fancello]], artista dorgalese morto in giovane età.
*Chiesa delle Grazie, già parrocchia nel sec. XIII, del quartiere di Sa Serra-Sa Porta, prima di San Cornelio Cipriano.
* Piazza "Caduti sul lavoro": opera recente voluta dal sindaco Mario Angelo Giovanni Carta nel 2001 e commissionata ad un artista locale Antonio Fancello
*Chiesa d'Itria e Monastero annesso del quartiere di Gorito (che sovrasta quella che oggi è l'odierna campagna di Sena).
* Piazza "Monumento" (''Su Monumentu'' in [[Lingua sarda|sardo]]): fu costruita in seguito alla [[seconda guerra mondiale]], al centro della piazza si erge una colonna in marmo dove sono riportati tutti i nomi dei dorgalesi che caddero nelle diverse guerre o furono dati per dispersi.
*Chiesa del Carmelo o Madonna del Carmine e cellette del convento dei frati del quartiere di Gorito.
*Chiesa di San Lucifero e Santa Maria Maddalena (in essa sono presenti i simulacri dei santi gesuiti: Sant'Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio e la Madonna dei Miracoli). Del sec. XII ampliata nel 1646 e appartenente al quartiere di "Sa Chejedda" (già Thorpeia nel Medioevo, i cui orti ricchi d'acqua appartennero in ultimo ai gesuiti che nel sec. XVIII avevano un convento a Dorgali e che possedevano le vaste proprietà ecclesiali dei fertili salti agricoli già spopolati di Mulattai -S'Armulantha-, Mariscai e Iriai -Miriai-).
*Chiesa di San Lussorio del quartiere di Gonare.
*Chiesa dei Santi Angelo (della Guardia e Raffaele, che in genere altrove affiancano il simulacro di San Vittore) e Madonna di Bonaria e Madonna del Natale (Nuestra Senora del Buen Aire, spagnola, e Notre Dame du Noel, francese) del quartiere di Gonare e i resti del monastero annesso retrostante. I locali la chiamano semplificando Madonna di Gonare o Chiesa dell'Angelo (Cresia de S'Anzelu).
*Santa Lucia e Monastero Benedettino delle monache di clausura annesso, attualmente esistente in piazza Santa Lucia nel quartiere di Gonare. Nella Chiesa di Santa Lucia sono ancora custoditi gli antichi simulacri di Santa Cecilia e di San Lamberto (Santu Lumbertu) di Liegi.
*Antica Casa dei Gesuiti Vico Carlo Alberto sec. XVII.
*Casa degli Orfani dell'Ospedale di Sant'Antonio in Piazza di Sant'Antonio (edificio antico di fronte alla Chiesa di San'Antonio).
*Palazzo del Balivo (il capo locale dell'ordine ospedaliero antonita) sec. XIII i ruderi sono ancora presenti a Sa Serra in Via Cagliari che ricomprendono anche un breve tratto delle mura in Via Roma al quale sono addossati, un sottopassaggio è presente da Via Cagliari per la Chiesa di Sant'Antonio.
*Casa di Effisio Demetrio Mele (allora Melis) Rettore di Mogoro dal 1698 al 1721 (Casa Lai-Biddiddu in Via Eleonora Sec. XVII).
*Lazzareto o Lebrosario, "Su Leporosariu " o "S'Ispidale de sos Leporosos", extra muros, oggi è la superficie ricompresa dall'area di sedime e dalle strutture di Casa Mereu in Via Galileo, Casa Macciotta in Via Vittorio Emmanuele e Casa Juann'Aghelu Lovicu in Via Sa Lepora, Via La Lebbra, (quest'ultima struttura era a tre piani ed è stata recentemente demolita). A Casa Mereu durante dei lavori di rifacimento effettuati nel 1843 dall'omonimo notaio fu trovato il sigillo di Padre Tibaldo (sec. XIII) descritto da Alberto Lamarmora assiduo frequentatore del paese. Il rio poi tombato in Via Galileo si chiamava Riu Sa Lepora.
 
=== Siti archeologici ===
==Chiese e monumenti scomparsi nel centro urbano==
[[File:Tomba dei giganti.jpg|thumb|La tomba dei giganti di S'Ena e Thomes.]]
 
Nel territorio dorgalese e nelle sue vicinanze sono presenti numerosi siti archeologici visitabili:
*Chiesa di Santa Cecilia che conteneva il simulacro di San Lamberto di Liegi, santo cistercense francese, in Via Gonare, nel quartiere di Gonare.
* Il [[villaggio di Tiscali]] di epoca nuragica-romana.
*Chiesa della Conversione di San Paolo Apostolo e dei Santi Eusebia Abadessa, Mauro Vescovo, questi ultimi due santi cistercensi francesi, e Bonaventura Dottore della Chiesa, già del borgo di Gonare, in Via Lamarmora, incrocio con Via Vittorio Emanuele. Queste due chiese erano collegate al Monastero di Gonare.
* Il villaggio nuragico di [[Serra Orrios]].
*Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, dotata di un campanile, di grandi dimensioni, fu parrocchia di Dorgali a partire dalla fine del sec. XIV e fino a tutto il sec. XVI, aveva un cimitero annesso ed era collocata nel quartiere di Sa Serra nel vecchio campo sportivo.
* Il villaggio nuragico punico romano e bizantino di [[Nuraghe Mannu (Dorgali)|Nuraghe Mannu]].
*Chiesa del Rosario e dell'omonima confraternita nel quartiere di Sa Porta in piazza Santa Caterina.
* Vari [[nuraghe|nuraghi]] isolati.
*Chiesa di Santa Croce e dell'omonima confraternita nel quartiere di Sa Porta in piazza Santa Caterina.
* I ''[[menhir]]''.
*Chiesa dei Santi Andrea (Sant'Andrea di Corte) e Marco (poi fu aggiunto in ultimo il simulacro di San Giovanni Battista, a volte rappresentato con un giglio rosso in mano, dell'omonimo eremo quando lo stesso aveva cessato di esistere) nel quartiere di Sa Porta a piazza "Su Cucuru".
* I ''[[dolmen]]'' di basalto e calcare (fra i quali il [[Dolmen di Monte Longu]])
*Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena in Piazza dei Caduti già parrocchia nel XII sec.
* Le ''[[domus de janas]]''.
*Eremo e Monastero di San Giovanni Battista (San Giovanni di Corte o di Lata) a "S'Eremu" in Via Dante, questo Eremo diede il nome al rio principale che passava a Corso Umberto e che attraversava a cielo aperto il paese fino alla seconda metà del 1800.
* La [[tomba dei giganti di S'Ena e Thomes]].
*Ospedale medioevale di Sant'Antonio in Via Venezia, "Hospitalis Sancti Antoni", nel castro (ancora presente a Oristano, Bosa e Orosei con i quali quello coevo dorgalese era stato fondato da Padre Tibaldo nel sec. XIII).
* Le cavità carsiche del Supramonte Marino, quali le [[grotte del Bue Marino]], con interessanti petroglifi.
*Romitorio e Convento nel castro di Sant'Antonio in Via del Pellegrino (casa Tzinu Lai).
* La [[grotta di Ispinigoli]] con la stalagmite più alta d'Europa.
*Castro di Dorgali (Su Crastu de Sant'Antoni): le mura dell'antica fortificazione castrense di Dorgali correvano lungo le Vie: Roma, Vittorio Emanuele, Sassari, Montenero, Venezia, Pellegrino, Piazza delle Grazie. Il decumano coincideva circa con Via Garibaldi. La Porta (Sa Porta) principale rivolta a est era il principale accesso al castro fortificato ed era collocata nell'attuale Via Vittorio Emanuele, dove questa si incrocia con piazza Santa Caterina, e quindi sul retro dell'antica Chiesa del Rosario e di quella di Santa Croce. I rii di Sa Lepora e di San Giovanni Battista fungevano da fossati naturali difensivi rispettivamente a nord e a sud dell'antico castro medioevale di Dorgali.
 
== Società ==
Antichi ponti sul rio San Giovanni Battista (attuale Corso Umberto):
[[File:Dorgali - Via Goito a "s'Eremu".jpg|thumb|Via Goito a "s'Eremu"]]
Dorgali appartiene alla Barbagia di Nuoro ma è da sempre legato alla Barbagia di Ollolai e mantiene un legame particolare con gli altri centri del Supramonte. I legami con il vicino villaggio medioevale di [[Lollove]], presso la località Isalle, a sette chilometri dal confine di Dorgali, sono di carattere religioso in quanto i dorgalesi vi si recano il 3 febbraio per la festa di san Biagio.
 
=== Evoluzione demografica ===
*Ponte di "Su Ponte" (con archi in granito fu costruito nel 1870 con la Statale 125 in Via Lamarmora-piazza Marconi).
Il centro di Dorgali conta circa {{formatnum:7000}} abitanti, ai quali vanno aggiunti i quasi mille e seicento della frazione marittima di [[Cala Gonone]] che negli anni del boom è riuscita a contenere anche 30.000 turisti<ref>Dati Ufficio Turistico Comunale</ref>. I locali chiamano quest'ultimo paese semplicemente ''Gonone''.
 
Tra i residenti nel comune, in costante crescita negli ultimi anni<ref>Il dato di un lento e costante aumento risulta dagli archivi dell'Anagrafe Comunale fino a tutto il 2008</ref>, circa un centinaio di abitanti, per lo più svizzeri, risiedono nelle campagne di ''Filine (o S'Iffiline se si usa con l'articolo)''<ref>È tradotto ''Philindorf'' in [[lingua tedesca|tedesco]] dalla locale comunità svizzera di lingua tedesca. Questi chiamano Dorgali Spurtalstadt e Gonone Landungsplatz e la regione del Golfo di Orosei Gennargentu Ostbarbarei-Sudtalor. Nel Comune di Dorgali il 4% della popolazione può esprimersi in tedesco.</ref> dove si trovano case sparse al confine con l'agro di Urzulei. Case sparse abitate si trovano anche nelle campagne di ''Iscopidana'' (già ''"Scopeta"'' nel Medioevo<ref>{{cita libro|cognome= Monne|nome= Lussorio|titolo= Le Baronie|anno= 1993|editore= Grafiche editoriali Solinas|città= Nuoro}}</ref>), ''Mulattai-Icorè-Isportana'' (già ''"S'Armulanza"'' nel Medioevo<ref>{{cita libro|curatore= Ottorino Pietro Alberti|titolo= La diocesi di Galtellì dalla sua soppressione (1495) alla fine del sec. XVI|anno= 1978|editore= Editrice Sarda Fossataro|città= Cagliari}}</ref>), ''Sena'', ''Oroviddo-Sa Costa, La Traversa di Iloghe''. In quest'ultima località si trovano i ruderi delle chiese medioevali di San Basilio Magno e di San Giacomo Maggiore. Dorgali, in virtù della sua antica tradizione conventuale francescana, è gemellato con [[Castelvecchio Subequo]] (L'Aquila).
*Ponte di "Su Rosariu" (era in legno in Via Vittorio Emanuele incrocio corso Umberto).
 
{{Demografia/Dorgali}}
*Ponte di "Su Rettore" (era in legno in Via del Popolo e Via Concordia incrocio corso Umberto).
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
*Ponte di "'Emelone", o de Ghemelone o del Gimiglione (del pedaggio), era parte in legno e parte in muratura ubicato in Via del Popolo e Piazza dei Caduti incrocio corso Umberto, collegava Sena con il Castro.
Al 1º gennaio 2024 a Dorgali risultavano residenti 198 cittadini stranieri pari a poco più del 2% della popolazione totale. Le nazionalità più rappresentate erano:<ref>{{Cita web|autore=Istat|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=popolazione straniera residente al 1º gennaio 2024|data=|accesso=}}</ref>
 
* [[Romania]]
==Chiese e monumenti esistenti nell'agro==
* [[Senegal]]
* [[Marocco]]
* [[Svizzera]]
 
===Lingue e dialetti===
*Chiesa della Madonna di Valverde (già Nuestra Senora del Palo Verde in epoca spagnola) già dedicata all'Annunciazione a Oroviddo.
La variante del [[Lingua sarda|sardo]] parlata a Dorgali è quella [[Lingua sarda logudorese#Nuorese e Baroniese|nuorese]]; tuttavia, presenta dei caratteri che la avvicinano alle varietà [[Lingua sarda logudorese#Barbaricino|barbaricine]], nonché alcuni tratti originali, come ad esempio l'aspirazione di {{IPA|/k/}} dopo vocale > {{IPA|[χ]}}, ad es.: ''su cane'' {{IPA|[su ˈχanɛ]}} "il cane", ''pache'' {{IPA|[ˈpaχɛ]}} "pace". Soprattutto fra le generazioni più anziane, possiamo anche incontrare la realizzazione {{IPA|[ɦ]}}: ''pache'' {{IPA|[ˈpaɦɛ]}}. L'aspirata è l'evoluzione di {{IPA|/k/}} intervocalica [[lingua latina|latina]], sia in posizione singola (PACE(M) > ''pache'' {{IPA|[ˈpaχɛ, ˈpaɦɛ]}} che geminata (VACCA(M) > {{IPA|[ˈ(v)aχa, ˈ(v)aɦa]}}). Lo stesso fenomeno si verifica anche a [[Urzulei]].
*Chiesa di San Giovanni Crisostomo a Oroviddo.
*Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo nelle Terme di "Su 'Anzu".
*Chiesa della Trinità (è presente il simulacro di Sant'Orsola) o di "Su Babbu Mannu" a Nurachi.
*Chiesa Santissime Madonna di Sena e Teresa d'Avila a Sena.
*Chiesa di San Pantaleo a Gurennoro-Lago di Iriai.
*Chiesa della Madonna degli Angeli a Gurennoro-Lago di Iriai.
*Santuario Campestre della Madonna del Buon Cammino nell'antico salto di Filine a Oddoene (qui sono presenti i simulacri di Santa Margherita, San Quirico, Sant'Anastasio, sant'Emmanuele).
*Ruderi della Chiesa romanica sec. XIII di San Pietro di Iloghe e di Biriddo a Iloghe (nelle vicinanze dell'incrocio della s.p. 38 con la strada comunale "Su Casteddu").
*Ruderi della Chiesa romanica di San Basilio a Orrule presso Caserma dei Carabinieri di Iloghe.
*Ruderi della Chiesa di San Giorgio a Isalle.
*Ruderi del Monastero e della Chiesa romanica restaurata nel sec. XIII dei Santi Elena e Costantino omonima collina a Iscopidana.
*Ruderi della Chiesa di San Timoteo Vescovo (Santu Tammeu o Mossen Tommeu per i locali) a Sos Mucarzos e Mossen Tommeu.
*Ruderi della Chiesa romanica sec. XIII di San Bartolomeo a Muru (Centrale Elettrica S.S. 125, agro di Galtellì ma appartennete alla forania della Parrocchia di Santa Caterina di Dorgali).
*Ruderi della Chiesa della Madonna di Loreto a Mulattai.
*Ruderi della Chiesa di Santa Anna dell'antico salto di Filine a Gorroppu.
*Ruderi della Caserma dei Vigili del Fuoco Romani della cittadina romana di Cares in località riu de Siddai (riu de Littu).
*Conci del Tempio romano di Minerva e Atena di Cares immediatamente a Nord di Dorgali (L'Annunciazione a Oroviddo).
*Conci della Mansio Romana di Viniolae in località Sos Mucarzos-Cucuti Nerva (Coactum Nervae: Recinto di Nerva).
*Ruderi della Cittadina Romana di Cartagine Sulcos (Sulcali o Thurcali) in località Nuraghe Mannu.
*Salto ecclesiale di Biriddo, del sec. XVI, citato nel libro dall'Alberti sulla Diocesi di Galtellì collocato nella palude di Biriddo e ricompreso dal Cedrino (già Riu Mannu nel Medioevo dove era presente il sito Perumas de Moro citato nel Catasto De Candia). In ultimo fu gestito dai gesuiti.
*[[Salto di Jirifai|Jirifai]] salto ecclesiale (Ghirivai o Girivai), gestito da ordini monastici, era vastissimo, esteso circa 20.000 Ha. Un lato coincideva con i siti di Ghiriai di Dorgali e di Ghiriai di Galtellì (chiamati così perchè il Cedrino in questi due siti cambia direzione). Fu oggetto di cessione giudicale nel sec. XI e pertanto extraterritoriale rispetto allo stato giudicale. Il salto ecclesiale viene citato su molte carte medioevali come Salto Jurifai o Jirifai, da non confondere con il centro urbano di Gorofai ora inglobato a Bitti. Uno dei due monateri che gestiva il salto era quello di San Giovanni Sulilu. L'altro era Santa Maria di Gultudofe (Itria di Nuoro). Quest'ultimo monastero dipendeva da quello di San Felice di Vada (Provincia di Livorno). Il salto era ricompreso tra il corso del riu Mannu (oggi Fiume Cedrino), il corso del riu Sa Vite (oggi Fiume Sologo) e dalla lunga linea, che da Sud Ovest a Nord Est, univa l'agro di Oliena con quello di Nuoro attraversando il Cedrino e unendo i centri medioevali di Nothule (Chiesa della Misericordia di Dule in agro di Oliena) e Gutuofe (San'Angelo, Santa Barbara, per queste due la fonte è il Casalis Angius, Nostra Signora d'Itria, San Mamiliano o Santu Milianu, San Timoteo e San Teodoro in agro di Nuoro).
*Chiesa di Santa Felicita di Bittè (Filitta de Vittitai) a Isalle nel rio Sologo (già riu Sa Vite nel Medioevo).
*La Chiesa di Santa Croce era collocata presso la S.S.125 Dorgali-Orosei in agro di Orosei. Era chiesa suffraganea della Chiesa di San Bartolomeo di Muru.
Vicino a Dorgali, in agro del Comune di Urzulei, lungo il percorso dell'antica orientalis romana erano presenti:
*Ruderi Chiesa di San Giuseppe in località Ludine, Sedd'Achiles, sotto Silana.
*Ruderi della Chiesa di Sant'Aronau di Olevano (Sant'Onorato di Lerino) a Su Murtargiu presso Teletotes sulle pendici rio Codula di Luna.
*Ruderi della Chiesa di Sant'Elena di Siddie nei pressi della località Genna e Rughe. Si tratta di siti popolati in periodo medioevale (Sec. XII). Di queste chiese sono ancora visibili i resti.
 
[[File:Dorgali - Costume tradizionale (01).JPG|thumb|Costume tradizionale di Dorgali]]
==Chiese scomparse nell'agro==
 
== Cultura ==
*Chiesa dei Santi Bachisio Cosimo e Damiano di Sena presso Viale Kennedy incrocio con la strada per il cimitero.
*Chiesa di San'Elisabetta a Toloi e Graneri presso il galoppattoio comunale.
*Chiesa di Santo Stefano di Isportana presso riu San'Istene a Bados presso Mulattai e Icorè.
*Chiesa di Santa Barbara a Iloghe località S'Ena de Iloghe.
*Chiesa di San Nicola di Mira a Iloghe località Su Muristene.
*Chiesa di San Giacomo Apostolo di Orrule presso la Caserma dei Carabinieri di Iloghe citata in una cessione giudicale come San Giacomo di Lugula (Locula è Loculi).
*Chiesa di Santa Cristina a Isalle.
*Chiesa di San Pietro Angelo a Dilisorre confini con Orune.
*Chiesa di San'Eulalia confini con Orune.
*Eremo di San Lamberto di Liegi (Santu Lumbertu per i locali) nelle vicinanze della collina di Sa Costa collegato al Monastero di Sant'Angelo di Gonare che era collegato alla Chiesa di Santa Cecilia ed alla Chiesa della Conversone di San Paolo Apostolo.
 
=== Istruzione ===
==Valenze Monastiche e Monumenti scomparsi nell'agro==
Dorgali dispone di scuole di ogni ordine e grado. L'istituto comprensivo "G. M. Gisellu" include quattro plessi di [[scuola dell'infanzia]], tre plessi di [[Scuola primaria in Italia|scuola primaria]], e due di [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|scuola secondaria di primo grado]] distribuiti nei due centri abitati di Dorgali e Cala Gonone. A Dorgali è attiva anche una scuola dell'infanzia paritaria dedicata a "Don Basilio Meloni". Per quanto riguarda l'istruzione superiore è presente il [[Liceo scientifico]] "M. Pira". Svolge un ruolo educativo e culturale per il territorio anche la Biblioteca comunale "Giovanni Mulas" che con oltre 32.000 opere assicura il servizio di pubblica lettura alla popolazione.<ref>{{Cita news|autore = |titolo = Il patrimonio. La dotazione tocca le 32mila opere, 5mila gli utenti
 
Dorgali in un mare di libri Bilancio 2011 della biblioteca.|pubblicazione = La Nuova Sardegna|data = 24 febbraio 2012}}</ref>
Nel libro di Giuseppe Manno - Storia Moderna di Sardegna – Ilisso si parla per il secolo XIII dei tre monasteri di un centro del Giudicato di Gallura chiamato Castro e dei rispettivi ordini monastici:
*Monastero di Santa Maria (Itria n.d.e) ordine benedettino camaldolense.
*Monastero di Sant'Antonio ordine benedettino cistercense (i cistercensi in genere erano i capellani degli ordini ospedalieri).
*Monastero di San Paolo Apostolo ordine monastico sconosciuto (vittorino-lerinense e cistercense n.d.e.).
*Il Convento di Sant’Antonio di Sa Serra e il Convento della Madonna di Orito a Dorgali. Con gli spagnoli gli antichi ordini religiosi benedettini furono sostituiti con ordini iberici. A Dorgali vi è la presenza del simulacro San Pasquale di Bayon nella Chiesa delle Grazie nei pressi del Convento di Sant’Antonio. La Madonna di Orito (che significa Loreto per gli spagnoli) era il nome dato dagli spagnoli al Convento della Madonna d’Itria da cui il nome del quartiere omonimo che era succeduto a Sena collocata un pò più a valle. Il simulacro di San Pietro di Alcantara è presente nella Chiesa di Santa Caterina. Si tratta di santi appartenenti ai frati minori francescani alcantaristi. Il monastero principale nella Provincia di Alicante, di quest’ordine, che ricomprendeva la Sardegna, era “El Monasterio de San Pascual y de la Virgen de Orito” nella “pedania” (pievania) di Orito nel Comune di Monforte del Cid nei pressi di Alicante e di Valencia in Spagna, questo monastero esiste ancora ( a questi santi alcantaristi si aggiunge a Dorgali la presenza di San Roque, di Santa Teresa d’Avila che fanno parte di questa tradizione iberica). Anche il sigillo francescano di Padre Castai ritrovato a Dorgali e custodito nel museo comunale nonché la presenza del simulacro di San Bonaventura, santo francescano, nella Chiesa di San Paolo, e di San Francesco d’Assisi nella Chiesa del Carmelo che era collegata al Monastero di Gorito, portano a ritenere che nel XVII sec., in piena epoca spagnola, a Dorgali i monaci di San’Antonio e di Itria fossero frati minori francescani alcantaristi. La presenza a Dorgali del simulacro della Madonna di Bonaria nel borgo di Gonare nella chiesa di San’Angelo porta a ritenere che qui nel XVII secolo i monaci erano mercedari che dipendevano dal Monastero dei Mercedari di Galtellì inaugurato nel 1611. Questi monaci a Galtellì avevano ereditato l’antico monastero dei monaci francesi lerinensi di Santa Maria de Turris (oggi Santu Cristos) con il quale il Monastero di Gonare era collegato. Il Monastero e l'Eremo di San Giovanni Battista in Via Dante costituiva nel XIII secolo il quarto monastero dell'attuale cinta urbana di Dorgali e non è chiaro se la sua esistenza si protrasse in periodo spagnolo.
*Rettoria di Castro e di Scopeta. Nelle fonti ecclesiali risulta che la Rettoria di Santa Maria (Teotocos n.d.e.) del borgo di Castro era condivisa con il borgo di Scopeta (Iscopidana n.d.e.). In quest'ultimo borgo la chiesa principale secondo l'Alberti, che cita fonti ecclesiali, (ne Il Cristo di Galtellì) era dedicata a Sant'Elena.
*Chiesa di San Giovanni Portu Nonu. Per l'illustre Rettore P.M. Marcello storico archivista della Diocesi di Nuoro la Chiesa di Santu Juanni (Battista) Portu Nonu citata nelle collettorie pontifice del sec. XIV era sulla costa di Cala Gonone vicino alla fonte curativa di S'Abba Meica. Riguardo al sito di questa Chiesa costiera, pertanto riferibile a San Giovanni di Rodi (Santu Juanni de Orrodas), Battista, il cui nome era legato alla presenza delle navi dell'ordine ospedaliero omonimo. Si deve rimarcare che nel Catasto De Candia del 1846 è riportato il sito di riu Orrodas (il rio del canalone di Sos d'Orroles). Portu de Gononi è riportato nel Catasto De Candia nel 1846 presso La Favorita a Palmasera (già Pramaera nel 1846) nei pressi di Sos d'Orroles.
*Chiesa romana e bizantina della Teotocos di Thurcali e l'annesso monastero bizantino basiliano a Nuraghe Mannu era collocata nei pressi del nuraghe omonimo dove è stata trovata la lapide con la T della Teotocos.
*Chiesa di San Giovanni (Battista) Sulinu Sec. XII e monastero annesso (Sulilu o Sollili o Ossillili o Ossilo nella documentazione medioevale). Gestiva parte del Salto Jirifai ed era ubicato o a Iloghe, a S'Ena de Sulinu o in un'altra parte dell'area dorgalese. San Giovanni di Sulilu poteva essere collocato a Iloghe dove nel Catasto De Candia del 1846 sono riportati dei ruderi accompagnati dalla scritta Giovanni. Questo territorio baroniese era interessato nel sec. XIV dalla presenza di una casa di ospedaliera (giovannita) quella San Giovanni di Lata che il Boscolo ritiene sia un mero errore materiale di trascrizione del termine Corte. Corte è una località ascrivile all'agro dorgalese o alla stessa Dorgali. San Giovanni di Ossilo (Ossillili) è segnalato dal Gianfranco Pirodda in un recente articolo sugli ospedalieri templari "alcuni elementi per la identificazione sul territorio degli insediamenti di templari" nei quaderni bolotanesi N°26 come una casa di quest'ordine ospedaliero che quindi può aver preceduto i giovanniti.
*Chiesa di Santa Anastasia o Nastasia e monastero annesso poteva essere collocata nell'antica palude di Paule Marra de Janas (Sant'Anastasia di Marraiano nella documentazione medioevale) oggi Paule Marras e a Su Muristene (Il Monastero in italiano) a Iloghe.
*Chiesa di San Tommaso (Thomes) che per l'Alberti poteva essere collocata a Borroscai e a Sa Ena è Tomes nelle campagne di Orrule.
 
==Sport Economia ==
L'economia cittadina è una delle più dinamiche e vivaci della [[provincia di Nuoro]]. Fra le attività produttive principali si annoverano l'artigianato, che è vario e importante con botteghe dedite alla produzione di manufatti in legno in pelle e in ferro battuto, sviluppato anche nei settori della ceramica, della scultura, dell'oreficeria ([[Filigrana (oreficeria)|filigrana]]) nella lavorazione del marmo oltre alla produzione di tappeti e coltelli<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=21}}</ref>.
 
La viticoltura, con la produzione del [[cannonau]], l'allevamento e l'agricoltura ricoprono un ruolo importante nell'economia dorgalese.
A Dorgali sono presenti due squadre di [[Calcio (sport)|calcio]]: la più antica [[Dorgalese]], fondata nel [[1945]], che attualmente milita nel campionato di [[prima categoria]] nel [[girone all'italiana|girone]] C e la più recente [[Bardia (Squadra di Calcio)|Bardia]], fondata nel [[2007]], che invece milita nel campionato di [[terza categoria]] nel [[girone all'italiana|girone]] I. Tutte e due le società giocano i loro incontri nello [[stadio]] comunale Osolai.
Negli ultimi decenni si è assistito allo sviluppo della già famosa industria alimentare in particolare panifici, con la produzione di [[pane carasau]] (moddizzosu ecc.) e dolcifici (savoiardi, papassini, arantzada, essas, orullettas, ecc.), rilevante anche la produzione di [[olio di oliva]] e formaggi. Lentamente va sviluppandosi anche una zona PIP (Piano insediamenti produttivi) a tre chilometri dall'abitato.
Il paese di Gonone è dotato di un proprio stadio quello di "Iscrittiorè". Nel 2009 in questo paese si è ricostituita la locale squadra [[Cala Gonone A.S.D.]]
Il turismo estivo dà un contributo fondamentale per l'economia dorgalese, grazie alla bellezza delle sue coste e alla sua frazione marina [[Cala Gonone]], ponendo Dorgali al vertice in provincia per numero di alberghi ed esercizi complementari ([[B&B]] ecc.).
=== Turismo ===
[[File:08022 Dorgali, Province of Nuoro, Italy - panoramio (2).jpg|thumb|Veduta della costa]]
Il settore turistico è divenuto nel corso degli ultimi decenni il settore centrale per l'economia dorgalese legata a doppio filo con la nascita e lo sviluppo della frazione marina di Cala Gonone. Un fenomeno, quello turistico, che ha mosso i primi passi già alla fine del 1800. Con la realizzazione della galleria ideata dal La Marmora, che consentiva di raggiungere il mare. In quel periodo si era già formato il piccolo villaggio di Cala Gonone, e assieme ai commerci iniziò anche il primo turismo balneare specialmente legato a ragioni salutistiche, la spiaggia di s'Abba Meiga, infatti era frequentata d'estate dai dorgalesi e dalle famiglie che arrivavano dai paesi del nuorese affittando le camere disponibili o sistemandosi in baracche provvisorie. Risale al 1932 la costruzione del cosiddetto "Bagnetto" un molo su palafitte, uno dei primi stabilimenti della costa orientale e di quella che veniva considerata "la più attraente e la più affollata spiaggia della costa orientale” dotato di 30 cabine, di servizio ristorante e caffè e di un motoscafo che conduceva alle [[Grotte del Bue Marino]] che già erano diventate meta di diversi visitatori.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sandro Ruju|autore2=|autore3=|titolo=La graduale scoperta della Sardegna|rivista=|volume=|numero=}}</ref> A partire dal 1950 con la costruzione dei primi complessi ricettivi a Cala Gonone iniziò a delinearsi quello che sarebbe stato da lì a breve il futuro di Dorgali.
 
Ad oggi il fenomeno turistico coinvolge diverse attività che rendono il panorama turistico dorgalese fra i più ampi e diversificati in Sardegna. Si concentra prevalentemente nel periodo primaverile ed estivo ma con un allungamento anche alla prima parte d'autunno e si basa su un'offerta variegata. Il settore balneare occupa un ruolo di primo piano a partire dalle spiagge sino al turismo subacqueo. Le caratteristiche geologiche e orografiche del territorio del Supramonte di Dorgali e di quelli confinanti sono adatte all'escursionismo a sport come il trekking, l'arrampicata, o il free climbing oppure alle mountain bike. Il circuito ambientale e archeologico dorgalese comprende: il sito archeologico di [[Tiscali (sito archeologico)|Tiscali]], il [[complesso nuragico di Serra Orrios]], le celebri Grotte del Bue marino, l'area archeologica di [[Nuraghe Mannu (Dorgali)|Nuraghe Mannu]], la [[Grotta di Ispinigoli]], tutti luoghi di grande attrazione.
==Personalità locali==
 
Al turismo archeologico e naturalistico si affianca quello culturale con istituzioni come l'[[acquario di Cala Gonone]], il Museo archeologico, il Museo etno-naturalistico "Parco Museo S'Abba Frisca" in località Littu-Zorza, l'esposizione del Centro di Educazione Ambientale a Cala Gonone, l'esposizione permanente [[Salvatore Fancello]] presso il palazzo del municipio. È caratteristica la vallata agraria di Filine Oddoene, unica nel suo contesto naturalistico, che si attraversa per raggiungere la gola di Gorroppu e il canyon di Surtana che costituisce l'accesso al Supramonte di Dorgali, Orgosolo e Oliena. Da visitare il panoramico [[Diga di Pedra 'e Othoni|Lago di Iriai]] o del Cedrino diventato negli ultimi anni una meta ambita per i canoisti con diversi insediamenti di attività turistiche. Raggiungibile dalla località Iriai, Sp. 38, sono presenti, sull'isoletta de Sos Angelos, le Chiese di San Pantaleo Dottore e della Madonna degli Angeli, "Sos Anzelos", che possono essere raggiunte solo in barca, il giorno della festa dei santi (rispettivamente il 27 luglio e il 7 agosto) le barche sono condotte da volontari per il trasbordo dei fedeli.<gallery>
*[[Tunila]], [[soldato romano Sec. IV]]
Ingresso delle Grotte del Bue Marino.jpg|Le Grotte del Bue Marino
*[[Egnatuleius Anastasius]], [[Capo dei Vigili di Roma Sec. IV]]
Vista di Cala Gonone dal Parco Palmasera.jpg|La marina di Cala Gonone
*[[Padre Tibaldo]], [[dell'Ordine di San Lazzaro del locale lazzareto fine Sec. XIII]]
</gallery>
*[[Padre Castai]], [[dell'Ordine di San Francesco]]
*[[Sebastiano Mele ]], [[notaio e benefattore]]
*[[Don Francesco Cao]], [[Vicario Generale dell'Arcivescovo di Cagliari, con sede a Dorgali nel sec. XVIII. Martire della Chiesa]]
*[[Bachisio Fancello]], [[inventore]]
*[[Ciriaco Pira]], [[ceramista]]
*[[Pietro Mele]], [[pittore]]
*[[Conte Gianni Ticca]], [[ingegnere, impresario]]
*[[Antonio Pira]], [[generale dell'esercito]]
*[[Francesco Mereu Merù]], [[gioielliere stilista]]
*[[Suor Maria Gabriella Sagheddu]], [[monaca trappista beata]]
*[[Salvatore Fancello]], [[scultore]] e [[ceramista]]
*[[Lina Merlini]], [[donna politica socialista confinata a Dorgali durante il fascismo]]
*[[Pasquale Fancello]], [[politico anarchico]]
*[[Francesco Fancello]], [[gornalista Direttore del Lavoro di Genova]]
*[[Salvatore Mereu]], [[regista]] (''[[Ballo a tre passi]]'', ''Sonètaula'')
*[[Silvano Mulas]], [[fantino]]
*[[Francesca Senette]], [[giornalista]]
 
== Infrastrutture e trasporti ==
==Sigilli trovati a Dorgali==
 
=== Strade ===
* MUSEO NAZIONALE DI CAGLIARI. - "S. FRATIS TIBALDI ORD. MILITIE SANCTI LAZARI IEROSOLYMITANI". - Il Sigillo in metallo di Padre Tibaldo (Sec. XIII) del Lazzareto di Dorgali dell'Ordine di San Lazzaro fondatore dei lebbrosari di Bosa, Oristano, Orosei e Dorgali. Cfr pagina 112 della prima numerazione del Volume IV di Giovanni Spanu - Bollettino Archeologico Sardo 1860 – 1861 – Editrice Archivio Fotografico Sardo (l'edizione originale era il numero 8 Anno VI 1860).''. Cagliari
La [[strada statale 131 Diramazione Centrale Nuorese]] collega Dorgali con [[Nuoro]] e gran parte della [[Sardegna]].
* MUSEO NAZIONALE DI CAGLIARI. ''Targa in bronzo del Soldato Tunila di Cares Sec. IV dove si cita il locale Tempio di Minerva (o Atena), protettrice delle Vergini. I templi di Atena venivano in genere ridedicati dalla Chiesa all'Annunciazione. A Dorgali la Chiesa dell'Annunciazione è la precedente dedicazione dell'attuale Chiesa di Valverde''. Cagliari
La [[strada statale 125 Orientale Sarda]] percorrendo l'est dell'isola collega Dorgali con il sud della [[Sardegna]] fino a [[Cagliari]] e il nord con [[Olbia]], attraverso la Strada provinciale 38 si unisce alla [[Strada statale 129 Trasversale Sarda]] che porta fino ad [[Orosei]] passando per [[Galtellì]].
* MUSEO COMUNALE DI DORGALI. ''Il sigillo monastico in ferro del sec. XIV o XV custodito nel locale museo comunale reca la scritta: - "FRATER * FRANCI (SCUS oppure SCANUS) * PATER * GASTAI". - Gastai (genitivo), Gastè in sardo, è la Confraternita di Gaste o Ordine di Sant'Antonio di Vienne. Castai può essere anche riferito al nome di un religioso francescano di nome Castai o Casta. La matrice del sigillo oltre la scritta reca al centro una torre che si leva da uno scoglio in mezzo al mare simbolo di fermezza nella fede. Occorre ricordare che a Dorgali alla fine del XIV secolo il Rettore era un certo Daniel Casta. '' Dorgali.
* MUSEO COMUNALE DI DORGALI. ''Targa in bronzo del Sec. IV con l'iscrizione che ricorda il finanziamento della caserma dei vigili del fuoco di Roma a Cares: - "PROVIDENTE EGNATULEO ANASTASIO VIR CLARISSIMO PRAEFECTO VIGILUM". - Dorgali.
 
==Bibliografia= Aeroporti ===
Nel [[2014]] viene inaugurata l'[[aviosuperficie di Dorgali]] nel quale possono atterrare piccoli aeromobili e [[ultraleggeri]]. Nell'aviosuperficie si trova anche una zona per l'atterraggio degli [[elicotteri]] (Zae).
 
== Amministrazione ==
* Alberto Bonfante Giovanni Carta – Santuari e Chiese Campestri della Diocesi di Nuoro.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
* Alberto Boscolo Aspetti della Società e dell’Economia in Sardegna nel Medioevo.
{{ComuniAmminPrec|Nome=Caterina Loi|Inizio=27 aprile 1997|Fine=13 maggio 2001|Partito=[[lista civica|liste civiche]] di [[centro-sinistra]]|Note=<ref name="97-01">{{Cita web|titolo=Comunali 27/04/1997|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=27/04/1997&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=530160&levsut3=3&lev3=160&lev2=53&ne2=53&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>}}
* Alberto Boscolo - La Sardegna Bizantina e Giudicale - Chiarella
{{ComuniAmminPrec|Nome=Mario Angelo Giovanni Carta|Inizio=13 maggio 2001|Fine=28 maggio 2006|Partito=[[lista civica]]|Note=<ref name="01-06">{{Cita web|titolo=Comunali 13/05/2001|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=13/05/2001&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=530160&levsut3=3&lev3=160&lev2=53&ne2=53&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>}}
* Angius Casalis - Dizionario degli Stati Sardi - Editrice Sardegna
{{ComuniAmminPrec|Nome=Antonio Testone|Inizio=28 maggio 2006|Fine=15 maggio 2011|Partito=[[lista civica|liste civiche]] di [[centro-sinistra]]|Note=<ref name="06-11">{{Cita web|titolo=Comunali 28/05/2006|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=28/05/2006&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=530160&levsut3=3&lev3=160&lev2=53&ne2=53&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>}}
* Antonio Francesco Spada - Storia della Sardegna Cristiana e dei Suoi Santi - S’Alvure
{{ComuniAmminPrec|Nome=Mario Angelo Giovanni Carta|Inizio=15 maggio 2011|Fine=5 giugno 2016|Partito=[[lista civica]] "Dorgaligogone Futuro"|Note=<ref name="11-16">{{Cita web|titolo=Comunali 15/05/2011|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=15/05/2011&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=530160&levsut3=3&lev3=160&lev2=53&ne2=53&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>}}
* Associazione Pro Loco di Villacidro Spigolature Storiche Villacidresi
{{ComuniAmminPrec|Nome=Maria Itria Fancello|Inizio=5 giugno 2016|Fine=11 ottobre 2021|Partito=[[Movimento 5 Stelle]]|Note=<ref name="16-">{{Cita web|titolo=Comunali 05/06/2016|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=05/06/2016&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=530160&levsut3=3&lev3=160&lev2=53&ne2=53&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>}}
* Brunello Massanza Il santuario e la basilica di Nostra Signora di Bonaria.
{{ComuniAmminPrec|Nome=Angela Testone|Inizio=11 ottobre 2021|Fine=''in carica''|Partito="[[Lista civica]] con Angela Testone", sostenuta dal [[Partito Democratico (Italia)|PD]]|Note=<ref name="21-">{{Cita web|titolo=Comunali Sardegna 10/11 ottobre 2021|url=https://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20211010/scrutiniGI200530160|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=17 ottobre 2021|dataarchivio=17 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211017164743/https://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20211010/scrutiniGI200530160|urlmorto=sì}}</ref>}}
* Carla Casula - “La palatizzazione di cl nel logudorese settentrionale” pagina 5 data 20.07.2008 - L’Ortobene.
{{ComuniAmminPrecFine}}
* Catasto dell'Ufficiale del Regio Genio Militare De Candia - consultabile presso l'Ufficio Tecnico del Comune o presso l'Archivio di Stato di Cagliari - Dorgali - Cagliari.
* Chessa Francesca - Loculi Storia e Sviluppo di Un Territorio
* Corrado Zedda Giovanni Santoro - Orosei, Storia di una Città Medioevale
* Dionigio Panedda – Il Giudicato di Gallura – Editrice Libreria Dessì
* Dionigio Scano - Donna Francesca Zatrillas - Capolavori Sardi
* E. B. Ferrer - I Dialetti dell’Alta Ogliastra
* Elettrio Corda - Storia di Dorgali e della sua Marina Rusconi
* Ente Foreste della Sardegna - Sito Istituzionale: Foreste Sarde – Foreste di Perda Liana e di Silana
* Enzo Espa - Siniscola dalle Origini ai Nostri Giorni - Editrice Il Torchietto.
* Ettore Pais Storia - della Sardegna e della Corsica durante il periodo romano – Ilisso.
* Fabio Fancello - Voci di Un Mondo Remoto - L’Ortobene.
* F.Artizzu - La Sardegna Pisana e Genovese – Chiarella. A pagina 181 viene chiarito che il termine medioevale sardo sa therra o sa serra significava la cinta muraria che racchiudeva un centro urbano e quindi il castro.
* F. Artizzu - Liber Fondachi Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia e Magistero dell’Università di Cagliari vol. XXIX (1966) pp. 215-299.
* F. Artizzu - Studio dei Vittorini in Sardegna “La Sardegna nel primo medioevo”- CEDAM 1963
* F. Barreca - La Sardegna Fenicia e Punica - Chiarella
* Franco Cuomo - Storia ed Epopea della cavalleria - Tascabili Economici Newton
* Gabriele Paolo Carosi - Cerreto Laziale - Tipigraf
* G. Day - I Villaggi scomparsi della Sardegna
* Genio Militare carta 1:50.000 del Comune di Dorgali 1846.
* G.F. Fara De Chorografia Sardiniae, libri duo, de rebus sardois libri quattuor, Edente Aloisio Librario, Cagliari 1835.
* Giacomino Zirottu - Nostra Signora di Gonare – edizioni Solinas
* Gian Franco Pirodda - Templari a Cagliari - Edizioni Con daghe.
* Giovanni Maria Fancello - Musa Durgalesa - Edizioni La Torre
* Giovanni Maria Cadoni – Relazione della Chiesa di Dorgali - 1781
* Giovanni Todde - Storia di Nuoro e delle Barbagie
* Giuseppe Manno - Storia Moderna di Sardegna – Ilisso
* Giuseppe Manno - Storia Moderna di Sardegna – Volume II Ilisso
* Giuseppe Pisanu - Storia di Dorgali – Edizione La Torre
* Giuseppe Seu e Franco Romagna - Una chiesa medioevale a S’Ena de Iloghe - Sardegna Antica.
* Gerardum Mercatorem cun privilegio Descriptio Sardiniae Insulae
* G. Lilliu - Meana Radici e Tradizioni - Amministrazione Comunale di Meana Sardo.
* Gustavo Straforello – La Provincia di Cagliari – Progetto Sardegna
* Gustavo Straforello – La Provincia di Sassari – Progetto Sardegna
* Mario Puddu - Ditzionariu - Condaghes
* M.L. Wagner - Dizionario Etimologico Sardo - Gianni Trois Editore
* M. L. Wagner La Lingua sarda – Ilisso
* Monsignor O. Alberti - La Diocesi di Galtellì – Raccolta di Documenti
* Monsignor O. Alberti – Scritti di storia civile e religiosa della Sardegna – Edizione Della Torre
* Monsignor Giovanni Melis - La Cristianizzazione della Sardegna Centrale
* Massimo Rassu - Pellegrini e Templari in Sardegna – Artigianale
* Michele Carta – Nell’anno del Signore 1777 – Centro Studi G. Guiso
* Monne Lussorio - Le Baronie Edizione - Solinas
* Ottorino Pietro Alberti - Il Cristo di Saltelli
* Ottorino Pietro Alberti – La Diocesi di Galtellì dalla sua soppressione (1495) alla fine del sec. XVI
* Ottorino Pietro Alberti – Scritti - Edizione La Torre
* Paba - La Repubblica Teocratica Sarda dell’Altomedioevo
* Pasquale Zucca - Eltili Despoblada – L’Ogliastra Novembre 2004
* P. Boffarull Collecciòn de documentos ineditos del archivo general de la Corona de Aragona Barcellona 1856 Vol. XI
* Piano Urbanistico Comunale - Società S.A.S.S.T. Sassari - Assetto Storico dell'Urbano - Amministrazione Comunale di Dorgali
* Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna - Per longa maris intervalla -Cagliari 2006
* P.M. Marcello – L’Antica Diocesi di Galtellì
* Raimondo Bonu Recensore Giampiero Todini La Sardegna nell’Opera di Raimondo Todini – Moderna Sassari.
* Regesti Parrocchiali del Notaio Sebastiano Melis Fronteddu – Archivio Sorico della Parrocchia di Santa Caterina (consultabile in situ) - Dorgali.
* Rotary Club di Siniscola – Siniscola dalle Origini ai Nostri Giorni – Casa editrice Il Torchietto.
* Salvatore Bussu - Nuoro ed il Senato del Vescovo - Edizioni Solinas.
* Salvatore Bussu - Ollolai Cuore della Sardegna - l’Ortobene
* Salvatore Mele - Gallura Felix: Storia del Castro di Dorgali e del suo territorio nel medioevo - Sassari: Isola Editrice
* Sebastiano Putzu - I gesuiti nel Nuorese - Ed. Coop. Grafica Nuorese
* Tetti Virgilio Osservazioni Critiche su alcune ipotesi riguardanti la fine del dominio bizantino e la nascita dei giudicati – Sacer - Bollettino dell’Associazione Storica Sassarese - Anno 1 - Numero 1 – 1994.
* Zedda Tullio – I Vichinghi in Sardegna - Warner Verlag Innsbruch
* Zingarelli - Vocabolario della Lingua Italiana - Zanichelli
 
== Sport ==
 
A Dorgali è presente una squadra di [[Calcio (sport)|calcio]]: la ''Polisportiva Dorgalese A.S.D.'', nata nel [[1945]], che attualmente milita nel girone C [[Sardegna|sardo]] di [[Prima Categoria]]. Gioca le sue partite casalinghe nello stadio comunale "Osolai".
== Galleria fotografica==
 
Nel [[2009]] nella frazione di Cala Gonone si è ricostituita la locale squadra ''Cala Gonone A.S.D.'' che anch'essa milita nel campionato di [[Seconda Categoria]] e disputa gli incontri casalinghi nel campo sportivo ''"Tonino Ceselia"''. Sono presenti la [[Polisportiva]] ''"Mistral"'' presso cui vengono praticate e insegnate la [[danza moderna]], l'[[Ginnastica aerobica (sport)|aerobica]], la [[ginnastica artistica]], il [[taekwondo]], il [[judo]], la [[kickboxing]] e il [[Softair|soft air]]. Inoltre è presente una squadra di [[basket]], la ''Sant'Elene Basket'', che milita con la prima squadra nel campionato di [[promozione (pallacanestro maschile)|promozione]] e gioca le sue partite nel Palazzetto dello Sport Comunale; il fiore all'occhiello della squadra è il pubblico, il più numeroso della categoria. Una realtà sportiva del paese oggi molto importante e il ''[[Tennis]] Club Dorgali A.S.D.'', associazione nata nel 1993 che ha sempre riscosso numerosi successi in molte categorie.
<gallery>
Immagine:sa_ena_e_thomes_2.jpg|Tomba dei giganti S'Ena e Thomes
Immagine:Forra_gorroppu.jpg|Il canyon di Gorroppu, nei pressi di Dorgali ripreso dalla SS 125
Immagine:SerraOrrios.JPG|Villaggio nuragico<br>di Serra Orrios
Immagine:SerraOrriosSalaConsiglio.JPG|Villaggio nuragico<br>di Serra Orrios<br>(Sala del Consiglio)
</gallery>
http://www.flickr.com/groups/dorgali/pool/
 
== Note ==
==Evoluzione demografica==
<references/>
{{Demografia/Dorgali}}
 
== Bibliografia ==
==Amministrazione comunale==
* {{cita libro|cognome= Panedda|nome= Dionigi|titolo= Il giudicato di Gallura: curatorie e centri abitati|anno= 1978|editore= Editrice libraria Dessì|città= Sassari}}
{{ComuniAmministrazione
* {{cita libro|cognome= Corda|nome= Elettrio|titolo= Storia di Dorgali e della marina di Cala Gonone: 1833-1953|anno= 1990|editore= Rusconi|città= Milano|isbn= 88-18-12085-9}}
|NomeSindaco=Antonio Testone
* {{cita libro|cognome= Pisanu|nome= Giuseppe|titolo= Dorgali: storia e memorie della comunità, (1340-1946)|anno= 1997|editore= Edizioni della Torre|città= Cagliari|isbn= 88-7343-302-2}}
|DataElezione=30/05/2006
* Giovanni Maria Fancello: ''Musa Durgalesa'', Edizioni La Torre
|partito=[[centrosinistra]]
* Giovanni Maria Cadoni: ''Relazione della Chiesa di Dorgali'', 1781
|TelefonoComune=0784 927200
* Giuseppe Seu e Franco Romagna: ''Una chiesa medioevale a S'Ena de Iloghe'', Sardegna Antica.
|EmailComune=non_disponibile
* Piano Urbanistico Comunale - Società S.A.S.S.T. Sassari - Assetto Storico dell'Urbano - Amministrazione Comunale di Dorgali
}}
* ''Regesti Parrocchiali del Notaio Sebastiano Melis Fronteddu'', Archivio Storico della Parrocchia di Santa Caterina (consultabile in situ), Dorgali.
* Salvatore Mele: ''Gallura Felix il Sud del Giudicato di Gallura e il territorio del Castro nel Medioevo'', Dorgali - Isola editrice.
* Tullio Zedda: ''I Vichinghi in Sardegna'', Warner Verlag Innsbruck
 
== Voci correlate ==
{{Provincia di Nuoro}}
* [[Cala Gonone]]
* [[Monte Tului]]
* [[Rifugio Picave]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.comunas.it/dorgali/ La scheda del comune nel portale ''Comunas'' della Regione Sardegna] <small> URL consultato in data 02-01-2013.</small>
* {{cita web|url=http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=28091&v=2&c=1652&t=1|titolo=Foresta di Silana|sito=SardegnaForeste|data=12 ottobre 2010|accesso=9 agosto 2021|urlarchivio=https://archive.is/20130413124841/http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=28091&v=2&c=1652&t=1|dataarchivio=13 aprile 2013}}
* {{cita web|http://www.sabbafrisca.com/|Museo S'Abba Frisca}}
 
{{Comuni della provincia di Nuoro}}
{{Comuni del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Sardegna}}
 
[[Categoria:ComuniDorgali| della provincia di Nuoro]]
[[Categoria:Comuni della Sardegna]]
[[Categoria:Comuni italiani]]
 
[[an:Durgali]]
[[ca:Dorgali]]
[[de:Dorgali]]
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[[es:Dorgali]]
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[[fr:Dorgali]]
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