Virtù facile: differenze tra le versioni

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{{P|più una recensione che una voce di enciclopedia|cinema|aprile 2009}}
{{Film
|titoloitalianotitolo = Virtù facile
|titolooriginaleimmagine = Easy Virtuevirtue gip.jpg
|immagine= [[Immagine:Easy_virtue gip.jpg|300px]]
|didascalia = [[Isabel Jeans]] e [[Enid Stamp-Taylor]] in una scena del film
|titolo originale = Easy Virtue
|nomepaese = [[Gran Bretagna]]
|annoproduzionepaese = [[1928Regno Unito]]
|anno uscita = 1928
|durata = 79 min (58 min)
|durata = 70 <small>(versione restaurata)</small> / 58 min <small> (versione ridotta)</small>
|tipocolore = B/N
|tipo colore = B/N
|tipoaudio = muto
|film muto = sì
|nomegenere = drammatico
|genere = drammatico
|nomeregista = [[Alfred Hitchcock]]
|genere 2 = Sentimentale
|nomesoggetto = [[Noel Coward]]
|nomesceneggiatoreregista = [[EliotAlfred StannardHitchcock]]
|soggetto = [[Noël Coward]] (lavoro teatrale ''[[Virtù facile (opera teatrale)|Virtù facile]]''
|nomeattori =
|sceneggiatore = [[Eliot Stannard]]
*[[Isabel Jeans]]: Larita Filton
|produttore = [[Michael Balcon]] (non accreditato)
*[[Franklin Dyall]]: Aubrey Filton
|produttore esecutivo =
*[[Eric Bransby Willians]]: Il corrispondente
|casa produzione = [[Gainsborough Pictures]]
*[[Ian Hunter (attore)|Ian Hunter]]: Il console
|attori =
*[[Enid Stamp-Taylor]]: Sarah
* [[RobinIsabel IrvineJeans]]: JohnLarita WhittakerFilton
* [[Franklin Dyall]]: Aubrey Filton, il primo marito
*[[Violet Farebrother]]: Mrs. Whittaker
* [[Eric Bransby Willians]]: Claude Robson, il pittore
*[[Frank Elliot]]: Colonnello Whittaker
* [[Ian Hunter (attore)|Ian Hunter]]: l'avvocato
*[[Dorothy Boyd]]: Hilda Whittaker
* [[DaciaRobin DeaneIrvine]]: MarionJohn Whittaker, il secondo marito
* [[Violet Farebrother]]: Mrs. Whittaker, la suocera
|nomefotografo = [[Cloude McDonnel]]
* [[Frank Elliot]]: Colonnello Whittaker, il suocero
|nomemontaggio = [[Ivor Montagu]]
* [[Dorothy Boyd]]: Hilda Whittaker, la cognata più grande
|nomeeffettispeciali =
* [[Dacia Deane]]: Marion Whittaker, la cognata più piccola
|nomemusicista =
* [[Enid Stamp-Taylor]]: Sarah, l'ex fidanzata di John
|nomescenografo = [[Clifford Pember]]
* [[Alfred Hitchcock]] (non accreditato)
|nomepremi =
* [[Benita Hume]]: centralinista (non accreditata)
|fotografo = [[Cloude McDonnel]] (con il nome Claude McDonnell)
|montatore = [[Ivor Montagu]] (non accreditato)
|effetti speciali =
|musicista =
|scenografo = [[Clifford Pember]]
|costumista =
|truccatore =
}}
'''''Virtù facile''''' (''Easy virtueVirtue''), conosciuto in Italia anche con il titolo '''''Fragile virtù''''', è un [[film muto]] del [[1928]] diretto da [[Alfred Hitchcock]] e basato su un testo teatrale di [[Noel Coward]]. Nel [[2008]] dallo stesso soggetto è stato, tratto il film 'dall'[[UnVirtù matrimoniofacile all'inglese]]''(opera con [[Jessicateatrale)|omonima Bielcommedia]], [[Colin Firth]] edi [[KristinNoël ScottCoward|Noel ThomasCoward]].
 
==Trama==
{{Citazione|''Dicono che la virtù sia la ricompensa di ciascuno di noi … ma la “virtù facile” è la ricompensa della società verso una appannata reputazione''.}}
Il film è anche conosciuto (ad esempio così è per il [[Paolo Mereghetti|Mereghetti]]) col titolo di "Fragile Virtù".
Hitchcock ebbe a dire che questo film (di soli 58 min) ha una [[sceneggiatura]] così scarsa da averne persino difficoltà a parlarne.
Ma tuttavia non è poi così brutto. Magari non raggiunge una sufficienza piena per i critici (** anche per il Mereghetti), ma offre degli spunti e dei momenti di discreta tecnica cinematografica.
 
[[Londra]], bacheca del [[tribunale]]: avviso di procedimento per [[divorzio]]. Primissimo piano dall'alto sulla [[parrucca]] del [[giudice]] che lentamente alza il viso e gira lo sguardo sui palchi affollati. Il giudice sistema il [[Occhiale monocolo|monocolo]] all'occhio e in soggettiva, ingranditi dalla lente, sono inquadrati prima l'[[avvocato]] della parte offesa, il marito, e poi la moglie imputata, Larita Filton. L'[[interrogatorio]] cerca di chiarire se c'è stato un bacio col coimputato, il [[pittore]], e la donna lo nega. Si chiede di precisare il ruolo di una bottiglia di [[brandy]]. Il pubblico rumoreggia e il giudice minaccia di far sgomberare l'aula.
Innanzi tutto il plot.
Lorita è una "[[femme fatale]]" (la "easy virtue" del titolo, si referisce a questo), tale da far innamorare l'artista che la ritrae e indurlo al [[suicidio]] (in effetti che egli si tolga la vita non si vede nel [[film]], ma nella [[sentenza]] si fa riferimento al "defunto coimputato"). Un [[tribunale]] la condanna per ''[[Libertinismo|libertinaggio]]'', nonostante il marito sia un violento e [[alcool|alcolizzato]]. Per distrarsi la nostra viaggia in [[Europa]] ([[Montecarlo]] o [[Costa azzurra]] non è ben chiaro), conosce John, ricco inglese che la sposa e la porta a casa, ma la famiglia di lei, indaga e la riconosce come la libertina condannata una prima volta, induce John a lasciarla e a farle subire un 2° processo ''«Sparate pure-dice ai fotografi (in inglese "shot!"), tanto mi hanno già uccisa una volta»''.
 
La donna ripensa a quanto era successo. Lei posava per un [[ritratto]]. Il pittore si era innamorato, pur non ricevendo alcun incoraggiamento. Il marito sospettoso e [[alcolizzato]] l'aveva picchiata, lasciandole lividi ben evidenti. Il pittore le aveva poi consegnato un biglietto in cui le proponeva di fuggire con lui. Il marito intercettato il biglietto, aveva avuto uno scontro col pittore ed era caduto, apparentemente colpito a morte. In realtà si trattava di un [[malore]].
Il film non è propriamente un [[thriller]], è più un [[film drammatico]], anche se ha un momento in cui si ha "il crimine", inteso come tale. Il momento tecnicamente notevole di cui dicevamo è, anche a detta dei vari critici che ci hanno preceduto nella [[recensione]] di questo film, quando capiamo che Lorita accetta la proposta di matrimonio fattale al telefono da John, solo dagli ammiccamenti della ''"origliante"'' centralinista.
 
Riprende l'interrogatorio e si esibiscono come prove di colpevolezza per la donna il biglietto del pittore e il suo testamento lasciato in favore di Larita, dopo il tragico suicidio. Il prevedibile verdetto viene emesso: Larita è condannata. La folla lascia l'aula e Larita all'uscita è aggredita da [[giornalisti]] e [[reporter]].
Nel film si riesce a scorgere persino un ammiccamento [[lesbo]] (due labbra molto vicine), tra la protagonista e la precedente promessa sposa di John, tale Sarah.
 
Grazie al [[patrimonio]] di cui dispone, Larita cerca di rifarsi una vita lontano da Londra, verso il sole del [[Mediterraneo]], soggiornando in un lussuoso [[albergo]] sulla [[Costa Azzurra]]. Tuttavia il suo fascino magnetico non le permette di passare inosservata. Assiste ad una partita di [[tennis]] e la pallina la colpisce a un occhio. Il giovane e aitante tennista è desolato, e con molta galanteria la soccorre ed è immediatamente affascinato dalla grazia e bellezza della donna. I due diventano inseparabili: passano le giornate in carrozza ad ammirare i paesaggi e i panorami della [[riviera]], a passeggio per i vicoli pittoreschi dei [[borgo medievale|borghi medievali]] e tanto altro. Lui non ha occhi che per lei, non vuole sapere niente del suo passato e le chiede di sposarlo. Lei non acconsente subito e rimanda la risposta alla telefonata serale. Con la mimica della telefonista il regista comunica allo spettatore la decisione di Larita.
==Critica==
 
Nel noto libro-intervista di [[François Truffaut]] ''Il cinema secondo Hitchcock'', il [[regista]] considera questa come la sua peggiore sceneggiatura. Non mancano tuttavia momenti rimarchevoli. Il contenuto della telefonata con cui Larita accoglie la richiesta di matrimonio di John Whittaker viene svelato allo spettatore solo attraverso il mutare delle espressioni di una telefonista curiosa. Interessante anche l'uso, nel [[montaggio]], di oggetti come una ampolla di liquore o un orologio a pendolo, con la funzione di introdurre i flashback che illustrano gli antefatti della causa di divorzio con cui ha inizio il racconto.
Il nuovo sposo, John, figlio di una nobile e ricca famiglia londinese, i Whittaker, è ansioso di presentare Larita ai suoi e fa preparare in fretta i bagagli per il viaggio di ritorno. Prima in treno e poi in automobile giungono alla elegante e imponente [[villa]] della famiglia di John. Fin dall'inizio Larita avverte l'astio della madre di lui nei suoi confronti: la nobildonna è indispettita dall'impulsività del figlio, perché con quel matrimonio lampo ha resi vani i suoi progetti. A pranzo è invitata anche una ragazza, Sarah, la predestinata [[nuora]]. A spalleggiare la madre c'è anche la sorella di John, invidiosa dell'eleganza e del fascino di Larita. Solo il padre la ammira e prova simpatia per lei.
 
In mille modi la signora Whittaker cerca di metterla a disagio: a tavola fa sedere John a fianco di Sarah, rifiuta l'aiuto che lei le offre per scrivere i biglietti di invito alla cena offerta ai conoscenti per presentare ufficialmente la coppia, diffonde la voce che la nuora ha il mal di testa, augurandosi che non partecipi alla festa stessa. Rientrato nel suo ambiente familiare, John è influenzato dall'atteggiamento della madre e scopre la superficialità del suo sentimento nei confronti di Larita.
 
A un certo punto vengono trovati i vecchi giornali con le fotografie e le cronache del processo, e così il suo passato e la condanna di colpevolezza subita inchiodano Larita alla condizione di "[[libertinismo|libertina]]". Sfida l'[[ipocrisia]] di continuare come se niente fosse e affronta un nuovo processo di divorzio. All'uscita dal tribunale che l'ha condannata per la seconda volta, ai giornalisti e ai reporter che l'attendono esclama: “Sparate pure, ormai non c'è più nessuno da uccidere!”.
 
==Produzione==
Era per Hitchcock l'ultimo film da realizzare per la casa cinematografica Gainsborough di Michael Balcon. Fu proposto per la consulenza creativa e il montaggio ancora [[Ivor Montagu]] che già aveva affiancato Hitchcock nel precedente lavoro ''[[Il declino]]'', ma in questo caso la collaborazione non fu priva di dissapori.<ref>Donald Spoto, ''op. cit''.</ref>
 
===Soggetto===
Il soggetto è basato su un testo teatrale, un duro dramma sociale di [[Noël Coward]]. Era stato rappresentato a [[New York]] nel 1925, a Londra nel 1926 e aveva ottenuto molto successo.
 
===Sceneggiatura===
La sceneggiatura fu fatta da Hitchcock e [[Eliot Stannard]].
 
===Cast===
La parte della protagonista fu affidata a [[Isabel Jeans]], che aveva già interpretato in ''[[Il declino]]'' l'attrice, e avrebbe avuto una parte, Mrs. Newsham, ne ''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; a Robert Irvine la parte del giovane secondo marito, anche lui presente nel cast di ''[[Il declino]]'' nella parte dell'amico.
 
===Riprese===
Le riprese si effettuarono per gli interni negli studi di [[Islington (quartiere)|Islington]], per gli esterni in Costa Azzurra e [[Alpi Marittime]].
 
==Distribuzione==
Distribuito dalla [[Woolf & Freedman Film Service]], uscì nelle sale britanniche il 5 marzo 1928. Negli Stati Uniti il film fu distribuito dalla [[Sono Art-World Wide Pictures]]<ref>{{cita web|url=https://www.imdb.com/title/tt0017843/releaseinfo|titolo=IMDb release info}}</ref>.
La prima del film si tenne a Londra il 5 marzo 1928.
 
===Accoglienza===
Il film fu accolto tiepidamente dal mondo della critica cinematografica e si rivelò un fallimento finanziario.<ref>Donald Spoto, ''Il lato oscuro del genio'', Lindau, Torino, 1999.</ref>
 
===Il giudizio di Hitchcock===
Hichcock dichiarò: "È il più brutto soggetto che abbia mai scritto a tal punto che ho perfino vergogna a raccontarlo"<ref>François Truffaut, ''Il cinema secondo Hitchcock'', Il Saggiatore, Milano, 2009, pag.45.</ref>
 
===Critica===
"Di Hitchcock ''Easy Virtue'' conteneva alcune grandi idee e qualche trucco dei più sottili"<ref>John Russell Taylor, ''Hitch'', Garzanti, Milano 1980, pag. 100.</ref>.
 
===Temi===
* il ''voyeurismo'', lo spettacolo: si ricorda l'avvio del film in cui il regista gioca con il monocolo del giudice; lo aveva già fatto anche ne ''[[Il labirinto delle passioni|Il giardino del piacere]]'' in cui il balletto e le gambe delle ballerine apparivano attraverso le lenti del pubblico: la soggettiva rammenta istantaneamente allo spettatore che ciò che vede è filtrato da una lente-obiettivo, l'essenza del cinema; e questo concetto sarà la chiave di un futuro capolavoro come ''[[La finestra sul cortile]]''.
* il ''processo'': il tema della donna condannata dalla società e dall'ipocrisia ritorna in ''[[Fiamma d'amore]]'', in [[Notorious - L'amante perduta|''Notorious'']], ''[[Il caso Paradine]]''. L'istituzione ''giustizia'' e l'istituzione ''famiglia'' conservano la donna in una condizione di dipendenza.
* ''la passione'' e la ''colpa''.
* il ruolo della ''stampa'': molto spesso il ''giornale'' è nelle mani dei protagonisti dei film di Hitchcock e le ''notizie'' diffuse dai giornalisti raccontano delle ''verità'' che non sempre coincidono con la realtà dei fatti, però sono in grado di distruggere la reputazione degli interessati.
 
===Tecnica cinematografica===
Una scena memorabile contiene un'originale trovata del regista nell'arte di raccontare: quella in cui Larita risponde alla domanda di matrimonio di John. I due personaggi non sono presenti nei fotogrammi ma tutto passa per il telefono. Sono le reazioni, prima distratte poi via via sempre più partecipi della centralinista e la mimica facciale con cui segue e commenta lo scambio di battute, a rivelarci infine con uno sguardo illuminato e sorridente la positiva risposta.<ref>Bruzzone-Caprara, ''I film di Alfred Hitchcock'', Gremese, Roma 1992, pag. 59.</ref>
 
==Rifacimenti==
{{vedi anche|Un matrimonio all'inglese}}
 
Nel [[2008]] dallo stesso soggetto è stato tratto il film ''[[Un matrimonio all'inglese]]'', diretto da [[Stephan Elliott]] ed interpretato da [[Jessica Biel]], [[Colin Firth]] e [[Kristin Scott Thomas]]. Nonostante la base di partenza di entrambe le pellicole sia la piéce teatrale di [[Noël Coward]], il film di Elliott ha uno sviluppo diverso rispetto a quello di [[Alfred Hitchcock]].
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* ''Il cinema secondo Hitchcock'' di [[François Truffaut]], ''Pratiche editrice'' [[1978]] (prima pubblicazione in [[Italia]])
* ''I film di Alfred Hitchcock'' di Natalino Bruzzone e Valerio Caprara, ''Gremese editore'' [[1982]] - ISBN 887605719688-7605-719-6
 
==Voci correlate==
* [[Noël Coward]]
*[[Filmografia di Alfred Hitchcock]]
* [[Un matrimonio all'inglese]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{Imdb/Sandbox|film|0017843}}
* {{Cita web |url=http://www.hitchcockwiki.com/wiki/1000_Frames_of_Easy_Virtue_(1928) |titolo=Virtù facile |sito=Hitchcockwiki |lingua=en}}
* {{Cita web |url=http://www.screenonline.org.uk/film/id/440119/index.html |titolo=Virtù facile |sito=Screenonline |lingua=en}}
 
{{Film di Alfred Hitchcock}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|cinema}}
 
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film muti britannici]]
[[Categoria:Film diretti da Alfred Hitchcock]]
[[Categoria:Film basati su opere teatrali]]
 
[[de:Easy Virtue]]
[[en:Easy Virtue (1928 film)]]
[[fr:Le passé ne meurt pas]]