Classe Caio Duilio (nave da battaglia 1876): differenze tra le versioni
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{{F|classi navali|dicembre 2010}}
{{Infobox nave
|Categoria=classe navi da battaglia
|Nome=Classe Caio Duilio
|Immagine=Duilio1880_001.jpg
|
|Bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|Tipo=[[nave da battaglia]] [[pre-dreadnought]]
|Classe=
|Numero_unità=2
|Cantiere=
|Impostazione=
|Varo=
|Completamento=
|Entrata_in_servizio=
|In_servizio_con= {{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}
|Radiazione=
|Destino_finale=
|Dislocamento=normale: 11.138 t<br />a pieno carico: 12.267 t
|Stazza_lorda=
|Lunghezza = fuori tutta: 109,2
|Larghezza= 19,7
|Altezza=
|Pescaggio= 8,8
|Profondità_operativa=
|Ponte_di_volo=
|Propulsione=
|Velocità= 15
|Velocità_km=
|Autonomia= 2.875 [[miglio nautico|mn]] a 13 nodi
|Capacità_di_carico=
|Equipaggio= 26 ufficiali + 397 sottufficiali e comuni
|Passeggeri=
|Sensori=
|Sistemi_difensivi=
|Armamento=[[artiglieria]]:
*
*
*
*
* 22 cannoni da 37 mm
[[siluro|Siluri]]:
* 3 tubi [[lanciasiluri]]
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|Ref=dati tratti da<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/ABCD/caio_duilio.aspx |titolo=Corazzata Caio Duilio |sito=marina.difesa.it |accesso=27 aprile 2014}}</ref>
}}
Le [[corazzata|corazzate]] della '''
== Progetto ==
Nel marzo del [[1873]] l'allora ministro italiano della Marina, [[ammiraglio]] [[Simone Antonio Pacoret De Saint-Bon|Saint-Bon]], presentò in parlamento il progetto avviato per la costruzione di una nuova classe di corazzate per la [[Regia Marina]] che, per caratteristiche tecniche e operative, dovevano esprimere il meglio allora realizzabile a livello mondiale.
Incaricato della realizzazione dell'ambizioso progetto era [[Benedetto Brin]], direttore del Genio Navale.
Brin si era da tempo messo al lavoro per progettare le tre [[nave corazzata|navi corazzate]] chieste dal ministero e aveva deciso che esse avrebbero dovuto essere unità di concezione del tutto nuova, senza compromessi. La prima ad essere impostata fu la ''[[Enrico Dandolo (nave da battaglia)|Enrico Dandolo]]'' presso l'[[Arsenale Militare Marittimo della Spezia|arsenale]] di [[La Spezia]] il
Circa la terza unità prevista, i disegni furono talmente
== Caratteristiche ==
Le navi erano contraddistinte dall'abolizione dell'ormai pleonastica presenza della [[vela (sistema di propulsione)|velatura]], per cui le nuove corazzate si sarebbe distinta a prima vista dalle loro coeve; furono adottate [[corazza|corazze]] in grado di resistere egregiamente ai proietti dei [[cannone|cannoni]] da 50 [[tonnellata|tonnellate]]; venne realizzato un sistema di compartimenti allagabili per ridurre la superficie corazzata. Lo scafo era interamente in ferro con sperone sommerso lungo oltre 4 metri ed un'[[opera morta]] molto bassa, di soli 3 metri. La nave venne armata con cannoni Armstrong da 100 tonnellate, i più potenti disponibili al tempo che la ditta inglese si offrì di costruire a proprio rischio. Questi pezzi erano ad avancarica perché, per cannoni di tale potenza i meccanismi di retrocarica, già allora disponibili, non erano considerati del tutto sicuri.
[[
La velocità massima venne fissata in 15 [[nodo (unità di misura)|nodi]], effettivamente raggiunti durante le prove. Lo sforzo industriale e tecnologico per la costruzione si dimostrò imponente per l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] dell'epoca, quasi del tutto priva di
[[
La caratteristica più vistosa delle
Visto che i cannoni erano ad avancarica, era stato realizzato un complesso sistema di caricamento automatico: dopo aver esploso i colpi le torri ruotavano alla posizione di ricarica, le canne venivano abbassate fino a trovarsi in linea con un sistema di [[calcatoio|calcatoi]] idraulici i quali, da sotto coperta e attraverso dei portelli corazzati che venivano allo scopo aperti, provvedevano a ricaricare i pezzi. La capacità di perforazione dei proietti da 450
L'armamento era completato da pezzi di medio/piccolo calibro per la difesa dal naviglio sottile e da tre tubi lanciasiluri, di cui uno posizionato sotto il lungo sperone di prora. Circa la presenza dello sperone, è da notare come l'idea che una nave del genere potesse lanciarsi contro un'avversaria di pari classe per speronarla suona curioso al giorno d'oggi, tuttavia certe idee erano dure a morire, lo testimonia pure il fatto che, ''Caio Duilio'' e ''Enrico Dandolo'' a parte, tutte le grandi corazzate dell'epoca avessero ancora un
Data la presenza di comparti allagabili, previsti dal progetto in funzione difensiva, si pensò di ricavare all'interno dello scafo un grande vano poppiero nel quale veniva ospitata un [[torpediniera]] che, nelle intenzioni del progettista, avrebbe dovuto essere messa in mare in prossimità del nemico per attaccare col [[siluro]]. In seguito l'idea venne abbandonata e la torpediniera sbarcata. Per la ''Enrico Dandolo'' questa sistemazione non venne realizzata. L'abitabilità era, come in tutte le navi militari dell'epoca, piuttosto sacrificata, mentre gli ufficiali avevano i loro alloggi in una lunga tuga poppiera, l'equipaggio era sistemato sottocoperta.
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Un'altra particolarità riguardava il timone: non essendo allora disponibili adeguati servocomandi per la gestione della barra, in coperta vi erano cinque grandi ruote in posizione totalmente sprotetta che dovevano essere manovrate da un cospicuo numero di marinai.
== Reazioni ==
Il fatto che l'[[Italia]], Stato appena affacciatosi alla ribalta della politica internazionale, avesse deciso di costruire navi così potenzialmente pericolose per le potenze marittime europee non passò certo inosservato. All'interno vi furono forti polemiche sull'opportunità per il giovane e ancora malfermo Stato di sostenere così forti spese militari per inseguire "inopportuni" sogni di potenza navale. All'estero le reazioni andarono dalla preoccupazione dei francesi, all'ammirazione degli americani, fino all'imbarazzato fastidio degli inglesi.
Per quanto riguarda la [[Francia]], ''Caio Duilio'' e ''Dandolo'' costituivano da sole una formazione navale in grado di tenere in scacco l'intera flotta francese del mediterraneo. Nessuna delle corazzate transalpine avrebbe potuto resistere ad una bordata delle due navi, né inseguirle se queste avessero deciso di rompere il contatto, e viste le non certo idilliache relazione italo-francesi dell'epoca, la cosa non era da sottovalutare. Un rapporto della camera dei deputati francese sui problemi della marina riconosceva che la ''Caio Duilio'' era «…la più potente nave da guerra che l'arte navale abbia mai espresso…».
[[File:Hms_inflexible_001.jpg|left|thumb|L'HMS ''Inflexible'', dopo la riduzione della velatura]]
Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] la ''Caio Duilio'' era vista come l'esatto esempio di ciò di cui l'[[United States Navy|US Navy]] doveva dotarsi al più presto. Durante una seduta parlamentare un senatore tuonò che la sola ''Caio Duilio'' avrebbe potuto distruggere l'intera flotta degli Stati Uniti. Anche nel [[Regno Unito]], la [[Royal Navy]], che certo non doveva temere la marina italiana, si sentì comunque psicologicamente scossa dalla costruzione della ''Duilio'' e la risposta non si fece attendere quando, nel 1876, con la corazzata italiana ancora in allestimento, venne varata l'{{nave|HMS|Inflexible|1876|6}}, entrata poi in servizio nel 1882.
L{{'}}''Inflexible'' era una vera e propria risposta mirata alle Duilio, trattandosi di un eccellente bastimento quasi identico alla corazzata della Regia Marina, seppur meno innovativo e non così potentemente armato. Si aprì inoltre una vera e propria polemica sulle caratteristiche delle Duilio quando il massimo esperto navale inglese dell'epoca, Sir E. J. Reed, ne mise pesantemente in dubbio le qualità specie per quanto riguardava il galleggiamento in caso di colpi incassati. Seguì uno scambio di lettere aperte sulle colonne del ''Times'' tra Reed stesso e Mattei del Genio Navale italiano dalle quali traspariva un certo nervosismo d'oltremanica. In effetti l'inglese, che si riferiva al bastimento italiano come alla ''"corazzata italiana tipo ''Inflexible''"'', pur di sostenere le proprie ragioni si spinse ad affermare che la Duilio sarebbe miseramente affondata ipotizzando condizioni di danneggiamento dello scafo tali da far colare a picco qualsiasi nave al mondo.
Il lungo periodo di costruzione e allestimento tenne viva la discussione finché all'atto del suo completamento il 6 gennaio [[1880]] la ''Caio Duilio'' fu, per le caratteristiche di velocità, protezione ed armamento, unanimemente riconosciuta come la corazzata più potente in servizio.
== Servizio ==
[[File:Duilio_1880_002.jpg|right|thumb|Le torri della ''Caio Duilio'']]
La ''Caio Duilio'' svolse Il proprio servizio nel [[Mediterraneo]] dove compì anche crociere di visita ai paesi rivieraschi e venne talvolta inviata nel [[Mar Mediterraneo#Mar di Levante|Mediterraneo Orientale]] quando occasioni di tensione o di difesa degli interessi nazionali lo richiedevano. A parte l'indubbio potere dissuasivo nei confronti della [[Francia]], praticamente la ''Caio Duilio'' non ebbe uno sfruttamento politico della sua poderosa presenza sui mari e, date le condizioni politico-economiche dell'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia dell'epoca]] che non poteva, o non sapeva, sviluppare una pur vagheggiata politica estera di ''potenza'', proprio in quegli anni il [[governo]] italiano rifiutò l'invito inglese di partecipare all'occupazione del [[Canale di Suez]], non spostò di fatto l'equilibrio navale nel Mediterraneo.
Nel corso della sua vita operativa non venne mai rimodernata e quando venne ritirata dal servizio, nel [[1900]], passò a compiti di nave scuola timonieri e mozzi, e successivamente utilizzata come batteria di difesa costiera. Nel [[1906]] venne disarmata e quindi radiata nel [[1909]].
Al contrario della "Caio Duilio" la corazzata ''Enrico Dandolo'' venne rimodernata nel [[1894]] e venne mobilitata per la [[guerra italo turca]] del [[1911]]-[[1912|12]] svolgendo compiti di appoggio e difesa locale nelle rade di [[Augusta (
Durante il [[prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]] venne utilizzata con analoghi compiti a protezione delle basi di [[Brindisi]] e [[Valona]] dove, per qualche tempo, svolse il ruolo di ammiraglia del Comandante della forza navale in [[Albania]].
Alla fine del conflitto, fino ad
La corazzata ''Dandolo'' venne definitivamente radiata il
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<references/>
== Voci correlate ==
* [[Classe Italia (nave da battaglia)]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.marina.difesa.it/storia/almanacco/parte02/navi0203.asp|Scheda sul sito della Marina Militare}}
{{Classe Caio Duilio (1876)}}
{{Classi di navi da guerra italiane IGM}}
{{Corazzate della Regia Marina}}
{{Portale|marina}}
[[Categoria:Classi di navi da battaglia policalibro|Caio Duilio]]
[[Categoria:Classi di navi da battaglia della Regia Marina|Caio Duilio]]
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