Laterizio (Roma antica): differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:OpusSpicatumRomaMercatiTraianei.jpg|thumb|250px|rightupright=1.2|Pavimentazione in ''opus spicatum'' nei [[Mercati di Traiano]] .]][[ImmagineFile:LaterizioDecorazioneViaAppiaAntica.jpg|thumb|250px|rightupright=1.2|Decorazione della tomba di Erode Attico sulla via Appia Antica: il valore decorativo è previsto sia nella policromia che nella realizzazione di mattoni appositamente sagomati.]]
{{Nota disambigua|materiale edilizio moderno|[[mattone]]}}
[[Immagine:OpusSpicatumRomaMercatiTraianei.jpg|thumb|250px|right|Pavimentazione in ''opus spicatum'' nei [[Mercati di Traiano]] ]][[Immagine:LaterizioDecorazioneViaAppiaAntica.jpg|thumb|250px|right|Decorazione della tomba di Erode Attico sulla via Appia Antica: il valore decorativo è previsto sia nella policromia che nella realizzazione di mattoni appositamente sagomati]]
 
con ilIl termine '''laterizilaterizio''' venivano indicatiindicava i [[Mattone|mattoni]] impiegati nella [[tecnica edilizia romana]] per l'[[opera laterizia]]. <br/>
Oggi tuttavia il termine viene utilizzato per indicare tutta la gamma di prodotti tra cui appunto il [[mattone]], pieno e forato (laterizi forati), la pignatta, la tavella, la volterranea, il [[coppo]], la [[tegola]] marsigliese, ecc. , utilizzati per le costruzioni edili (realizzazione dei muri verticali ([[tamponatura|tompagni]], [[tramezzo|tramezzi]], ecc.), dei [[solaio in laterocemento|solai]], di coperture, ecc.)
 
== Fabbricazione del laterizio romano ==
[[File:Römischer Ziegelbrennofen, Aufsicht, Prittriching 2016.svg|thumb|upright=1.2|Fabbrica romana di mattoni in Germania]]
EranoIl realizzatilaterizio romano era realizzato con [[argilla]], decantata e depurata in acqua e sgrassata con l'aggiunta di [[sabbia]], secondo un procedimento simile a quello utilizzato per la [[ceramica]], in particolare per quella d'uso comune, come ad esempio le [[Anfora|anfore da trasporto]].
 
L'argilla così preparata veniva successivamente lavorata mediante stampi in legno, che davano la forma voluta. I laterizi erano quindi fatti seccare per qualche giorno, protetti dai raggi diretti del sole e, quindi, cotti in fornaci, la cui temperatura poteva raggiungere i 1000°º.
Erano realizzati con [[argilla]], decantata e depurata in acqua e sgrassata con l'aggiunta di sabbia, secondo un procedimento simile a quello utilizzato per la [[ceramica]], in particolare per quella d'uso comune, come ad esempio le [[Anfora|anfore da trasporto]].
 
L'argilla così preparata veniva successivamente lavorata mediante stampi in legno, che davano la forma voluta. I laterizi erano quindi fatti seccare per qualche giorno, protetti dai raggi diretti del sole e, quindi, cotti in fornaci, la cui temperatura poteva raggiungere i 1000°.
 
==Materiali prodotti==
 
== Tipi di laterizio romano ==
[[File:RomaTempioPacePavimentoTardoBipedali.jpg|thumb|upright=1.2|Pavimento bipedale del [[Tempio della Pace]] ai [[Fori Imperiali]] di Roma]]
Venivano prodotti vari tipi di materiale edilizio, in primo luogo laterizi di varie misure:
 
* '''Bessali''': laterizi quadrati di due terzi di [[piede romano]] di lato, pari a circa 20 &nbsp;cm: venivano utilizzati suddividendoli in due triangoli lungo la diagonale, che restava visibile sulla faccia esterna del paramento (lunghezza poco meno di un piede, 27/26 &nbsp;cm). Interi erano utilizzati come fodera per le [[Volta (architettura)|volte]] in [[cementizio]], permettendo l'aderenza del rivestimento ad [[intonaco]] con eventuale decorazione a [[stucco]] o [[Affresco|dipinta]].
* '''Sesquipedali''': laterizi quadrati di un piede e mezzo di lato (circa 44 &nbsp;cm) o rettangolari (un piede e mezzo per un piede, ossia circa 44 &nbsp;cm per 29,6 &nbsp;cm). Potevano essere tagliati in quattro o in otto triangoli: nel primo caso il lato a vista raggiungeva una lunghezza di 42/40 &nbsp;cm, mentre nel secondo di 30/28 &nbsp;cm,
* '''Bipedali''': laterizi quadrati di due piedi di lato (59 &nbsp;cm), che potevano essere suddivisi in otto o sedici triangoli, con la faccia a vista lunga nel primo caso 40/39 &nbsp;cm e nel secondo caso 28/26 &nbsp;cm. Erano più comunemente utilizzati interi, come ricorsi per livellare, nell'intero spessore del muro, o come ghiere per gli [[Arco (architettura)|archi]].
 
Inoltre, si producevano [[Tegola|tegole]] (piatte con bordi laterali sporgenti) e [[Coppo (tegola)|coppi]] curvi, destinati in origine a coprire le giunzioni tra le tegole. In generale le tegole erano larghe 1 piede e mezzo (44 &nbsp;cm) e lunghe poco meno di due piedi (57 &nbsp;cm).gang.
 
Altri materiali erano:
 
* ''tegulae mammatae'': mattoni con sporgenze sul retro, in generale disposte ai quattro angoli, che venivano utilizzati come rivestimento delle pareti, allo scopo di creare un'intercapedine, utile in caso di ambienti umidi:
* laterizi a settore circolare o, più raramente, a cerchio completo, per realizzare colonne in muratura:
* laterizi circolari e quadrati utilizzati sovrapposti a formare i pilastrini per sostenere i pavimenti su ''suspensurae'', nella cui intercapedine passava l'aria calda destinata al riscaldamento degli ambienti;
* tubi in terracotta, a sezione in genere quadrangolare, che venivano sovrapposti e disposti sulle pareti, tra il paramento ed un ulteriore rivestimento decorativo, e nei quali passava, anche lungo le pareti, l'aria calda per il riscaldamento proveniente dai pavimenti su ''suspensurae'';
* tubi in terracotta di solito a sezione circolare che costituivano tratti di canalizzazioni o di discendenti per le acque di scarico.
* piccoli mattoni rettangolari utilizzati per le pavimentazioni, nelle quali potevano essere disposti in piano, secondo vari disegni, o di taglio, a spina di pesce (''opus spicatum'')
* mattoni appositamente sagomati per realizzare cornici o decorazioni, a volte rifiniti scolpendo le forme richieste direttamente in opera.
In particolare, intorno alla metà del [[II secolo]] furono utilizzati mattoni di colori differenziati (nei vari toni del rosso e del giallo), alternati secondo un preciso disegno per realizzare paramenti dal grande valore decorativo.
 
== Figline e bolli laterizi ==
[[ImmagineFile:Roma - Bollo laterizio romano sulle scale di Piazza dei Crociferi 3 - Foto Giovanni Dall'Orto - 3-Apr-2008 - 02.jpg|thumbupright=1.2|right|250pxthumb|Bollo laterizio lunato impresso su una tegola]]La fabbricazione dei laterizi fu una vera e propria attività industriale. Gli stabilimenti di produzione (''figlinae'' o figline<ref>Dall'attività della lavorazione dell'argilla, alcune località hanno addirittura tratto il nome: si pensi a [[Figline Valdarno]] o al fatto che, in documenti medioevali, [[Forlì]] è chiamata invece ''Figline''.</ref>), collocati in genere in prossimità di depositi di argilla e lungo le vie fluviali che consentivano un facile trasporto dei materiali prodotti, erano, in genere, di importanti personaggi, spesso legati alla famiglia imperiale.
 
Conosciamo i dati sulle officine dall'uso di marcare, su alcuni dei laterizi prodotti, quando erano ancora umidi, un marchio, che poteva recare diverse indicazioni. La forma del marchio, il "bollo laterizio", si trasformò nei diversi periodi: inizialmente rettangolari, con testo su una sola riga, divennero di forma semicircolare sotto l'imperatore [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]], quindi lunati con [[Domiziano]] e ancora rotondi agli inizi del [[III secolo]], con iscrizioni su una o due linee semicircolari, a cui si aggiungeva eventualmente una linea retta. I bolli rettangolari sono ancora impiegati, con iscrizioni su due righe, alla metà del [[II secolo]]. Con [[Teodorico il Grande|Teodorico]] sono attestati gli ultimi bolli laterizi, circolari oppure rettangolari.
[[Immagine:Roma - Bollo laterizio romano sulle scale di Piazza dei Crociferi 3 - Foto Giovanni Dall'Orto - 3-Apr-2008 - 02.jpg|thumb|right|250px|Bollo laterizio lunato impresso su una tegola]]La fabbricazione dei laterizi fu una vera e propria attività industriale. Gli stabilimenti di produzione (''figlinae'' o figline), collocati in genere in prossimità di depositi di argilla e lungo le vie fluviali che consentivano un facile trasporto dei materiali prodotti, erano, in genere, di importanti personaggi, spesso legati alla famiglia imperiale.
 
Le indicazioni potevano riguardare la cava di provenienza dell'argilla, o la figlina, quest'ultima identificata spesso con il nome del proprietario; oppure dell'appaltatore (''conductor'') o del responsabile (''officinator''), e persino un motto. Sigle e abbreviazioni sono frequenti. Naturalmente, i bolli non erano usati solo a Roma, ma si ritrovano anche nei centri minori: si può pensare ad esempio al ''figulus'' Titus Papirius Synhistor, attivo a [[Forlì]] (Forum Livii), il cui bollo è stato "rinvenuto in numerosi esemplari e più varianti, e datato a partire dalla fine dell'età augustea"<ref>Luciana Prati, ''Misure e laterizi dell'età antica'', in Colloqui forlivesi - Comune di Forlì ''et alii'', ''Città ancor di mattoni. Idee per un museo'', Forlì 1986, p. 28.</ref>.
Conosciamo i dati sulle officine dall'uso di marcare, su alcuni dei laterizi prodotti, quando erano ancora umidi, un marchio, che poteva recare diverse indicazioni. La forma del marchio, il "bollo laterizio", si trasformò nei diversi periodi: inizialmente rettangolari, con testo su una sola riga, divennero di forma semicircolare sotto l'imperatore [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]], quindi lunati con [[Domiziano]] e ancora rotondi agli inizi del [[III secolo]], con iscrizioni su una o due linee semicircolari, a cui si aggiungeva eventualmente una linea retta. I bolli rettangolari sono ancora impiegati, con iscrizioni su due righe, alla metà del [[II secolo]]. Con [[Teodorico]] sono attestati gli ultimi bolli laterizi, circolari oppure rettangolari.
 
Le indicazioni potevano riguardare la cava di provenienza dell'argilla, o la figlina, quest'ultima identificata spesso con il nome del proprietario; oppure dell'appaltatore (''conductor'') o del responsabile (''officinator''), e persino un motto. Sigle e abbreviazioni sono frequenti.
 
Sotto l'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], nel [[123]] DC, la produzione delle figline che dovevano servire per i grandi progetti edilizi a Roma sembra sia stata riorganizzata centralmente, e sui bolli laterizi venne introdotto l'uso di segnare la data di fabbricazione (data consolare). Anche la storia successiva sembra indicare un progressivo accentrarsi della produzione laterizia sotto la diretta proprietà imperiale.
 
==Bibliografia Note ==
<references/>
*M. Kornmann and CTTB engineers, "Clay bricks and roof tiles, manufacturing and properties", LaSim, Paris (2007), ISBN 2-9517765-6-X
 
== Bibliografia ==
* [[Herbert Bloch]], ''I bolli laterizi e la storia edilizia romana. Contributi all'archeologia e alla storia romana'', Roma 1948 (I edizione) e 1968 (II edizione).
* Herbert Bloch, ''Supplement to Vol. XV,1 of the [[Corpus Inscriptionum Latinarum]], Including Complete Indices to the Roman Brick-stamps'', 1948.
* M. Kornmann and CTTB engineers, "Clay bricks and roof tiles, manufacturing and properties", LaSim, Paris (2007), ISBN 2-9517765-6-X
* Marina Ubaldi, Laterizi e ''opus doliare'' (2005)''.'' In Daniela Gandolfi, ''La ceramica e i materiali di età romana: classi, produzioni, commerci e consumi''. Bordighera, Italia: Istituto internazionale di studi liguri.
 
== Voci correlate ==
* [[Opera laterizia]]
* [[Opera cementizia]]
 
== Altri progetti ==
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==Voci correlate==
*[[Opera laterizia]]
*[[Opera cementizia]]
*Le fornaci di [[Castel Viscardo]]
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[[Categoria:Tecnica edilizia romana]]
[[Categoria:Materiali ediliziLaterizi]]