Machu Picchu: differenze tra le versioni
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{{Sito archeologico
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|Didascalia = Il sito di Machu Picchu
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[[File:CertificateWebLandTop.png|thumb|Certificato ufficiale di adesione. Nel 2007 Machu Picchu viene eletto come parte delle ''[[nuove sette meraviglie del mondo]]''.]]
{{UNESCO
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|pericolo = Nessuna indicazione
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[[File:Llama,_peru,_machu_picchu.jpg|
Il '''Machu Picchu''' (<small>[[AFI (fonetica)|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈmat͡ʃu ˈpit͡ʃu]|it}}), o anche '''Machu Pikchu''' ({{IPA|[ˈmɑt͡ʃu ˈpixt͡ʃu]|it}}<ref>Teofilo Laime Acopa, Diccionario Bilingüe, Iskay simipi yuyay k'ancha, Quechua – Castellano, Castellano – Quechua: '''''machu''''' - ''adj. y s. m. Viejo. Hombre de mucha edad (Úsase también para animales).'' - '''''machu''''' - ''s. m. Anciano. Viejo.'' '''''pikchu''''' - ''s. Pirámide. Sólido puntiagudo de varias caras. || Cono. Ch'utu.'' '''''machu pikchu''''' - ''s. La gran ciudadela pétrea que fue quizá uno de los más grandes monumentos religiosos del incanato, entre el valle del Cusco y la selva virgen (JAL). || Monumento arqueológico situado en el departamento actual del Cusco, junto al río Urubamba, en una cumbre casi inaccesible (JL).''</ref>; {{lett|montagna vecchia}}{{efn|{{quechua|machu|vecchio}}; ''{{lang|qu|pikchu}}'', "cima" o "montagna"}}) è un sito [[archeologia|archeologico]] [[Inca]] situato in [[Perù]], nella valle dell'Urubamba,<ref>[http://peru.it/machu_picchu/cittadella.php Magie delle Ande] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070820043512/http://peru.it/machu_picchu/cittadella.php |data=20 agosto 2007 }} - Machu Picchu, La città perduta.</ref> a circa {{m|2430|ul=m s.l.m.}}<ref>{{cita web|url=http://whc.unesco.org/pg.cfm?cid=31&id_site=274|titolo=Historic Sanctuary of Machu Picchu|sito=[[UNESCO]]|lingua=en,fr}}</ref>
Vista nell'[[immaginario collettivo]] come i resti di un'antica e fascinosa [[città perduta]], la località è universalmente conosciuta sia per le imponenti e originali rovine, sia per l'impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell'[[Urubamba]], circa 400 metri più in basso. Si trova nel dipartimento di [[Cusco]] (provincia di Urubamba, distretto di Machupicchu) sopra la ''Valle Sacra degli Incas'',<ref>{{Cita web |data=29 ottobre 2018 |url=https://www.boletomachupicchu.com/mapas-machu-picchu-ubicacion-rutas/ |titolo=Mapas de Machu Picchu: ubicación, rutas y más|accesso=12 novembre 2022 |sito=Boleto Machu Picchu|lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=es |url=https://www.cuscoperu.com/es/viajes/machupicchu/ciudadela-de-machu-picchu |titolo=Ciudadela de Machu Picchu|accesso=12 novembre 2022|sito=cusco peru}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.wayraqperu.com/urubamba|titolo=Urubamba - Todo lo que necesitas saber de este pueblo del valle sagrado |accesso=12 novembre 2022|data=15 aprile 2020|sito=Wayraq Perú |lingua=es}}</ref> 80 chilometri a nord-ovest di Cusco, una città del [[Perù]] e dove scorre il fiume Urubamba<ref>{{Cita web|url=https://www.boletomachupicchu.com/rio-urubamba-de-machu-picchu/|titolo=El Río Urubamba de Machu Picchu|accesso=12 novembre 2022 |data=27 luglio 2015|sito=Boleto Machu Picchu|lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://machupicchunice.com/es/el-rio-urubamba-de-machu-picchu-2/ |titolo=El río Urubamba de Machu Picchu|accesso=12 novembre 2022|data=10 settembre 2019|sito=Machu Picchu Nice |lingua=es}}</ref> che attraversa la catena montuosa e dà origine a un [[canyon]] con un clima tropicale montano. Fa parte dell'omonima area archeologica ed ecologica protetta. Secondo molti studi, il suo nome originale sarebbe stato ''Llaqtapata''<ref>{{Cita web|url=https://www.visitarmachupicchu.com/los-picchu-machu-picchu-y-wayna-picchu-por-que-estas-denominaciones/|titolo=El origen del nombre de Machu Picchu|accesso=12 novembre 2022|data=23 novembre 2017|lingua=es}}</ref> o ''Patallaqta''.<ref>{{Cita web |accesso=11 novembre 2022 |lingua=es |url=https://elpais.com/cultura/2012/03/19/actualidad/1332184295_464685.html |titolo=Machu Picchu se llamaba Patallaqta|data=19 marzo 2012|sito=el pais.com}}</ref>
Annoverato tra i [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[UNESCO]],<ref>{{Cita web |url=https://whc.unesco.org/es/list/274|titolo=Centro del Patrimonio Mundial |accesso=10 novembre 2022|pubblicazione=UNESCO World Heritage Centre |lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cuscoperu.com/es/eventos-y-noticias/machu-picchu-patrimonio-de-la-humanidad|titolo=Machu Picchu - Patrimonio de la Humanidad 37 Años|accesso=10 novembre 2022|sito=cusco peru |lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://elcomercio.pe/peru/cusco/macchu-picchu-cumple-35-anos-patrimonio-humanidad-260891-noticia/|titolo=Macchu Picchu cumple 35 años como Patrimonio de la Humanidad|accesso=10 novembre 2022 |anno=2016 |pubblicazione=el comercio.pe|lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.nationalgeographic.es/viaje-y-aventuras/lugares-patrimonio-de-la-humanidad-machu-picchu|titolo=Lugares Patrimonio de la Humanidad: Machu Picchu |accesso=10 novembre 2022|data=8 febbraio 2017|sito=National Geographic|lingua=es}}</ref> il sito è stato eletto, nel 2007, tra le [[sette meraviglie del mondo moderno]] in una cerimonia tenuta a [[Lisbona]], in [[Portogallo]],<ref>{{Cita web|url=https://www.machu-picchu.org/es/mas-info/machu-picchu-maravilla-del-mundo/|titolo=Machu Picchu una de las 7 Maravillas del Mundo|accesso=10 novembre 2022|data=17 settembre 2019 |sito=Machu-Picchu.org|lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=es |url=https://www.elmundo.es/elmundo/2007/07/08/cultura/1183853594.html|titolo=Así son las siete nuevas maravillas|pubblicazione=El Mundo|accesso=10 novembre 2022|data=8 luglio 2007}}</ref><ref>{{Cita web |anno=2020 |lingua=es |url=https://elcomercio.pe/peru/machu-picchu-cumple-hoy-13-anos-como-maravilla-del-mundo-moderno-nnpp-noticia/|titolo=Machu Picchu cumple hoy 13 años como maravilla del mundo moderno|accesso=10 novembre 2022|sito=el comercio.pe}}</ref> È il terzo sito archeologico più grande del mondo dopo gli scavi di [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]] e [[Ostia (città antica)|Ostia Antica]]:<ref>{{cita web|url=http://www.ulisse.rai.it/dl/portali/site/news/ContentItem-9df82587-f25f-401b-a2cf-479ce0a5bf43.html|titolo=Viaggio tra i segreti e i tesori di Ostia Antica|accesso=25 novembre 2015}}</ref> nel 2003 le rovine sono state visitate da più di {{formatnum:400000}} persone e l'UNESCO ha espresso preoccupazione per i danni ambientali che un numero così alto di turisti può arrecare al sito.
Le autorità peruviane, che
== Storia ==
La gola di Picchu, situata a metà strada fra le Ande e la [[foresta amazzonica]], fu colonizzata da popolazioni montane, non della foresta amazzonica, provenienti dalle aree di Vilcabamba e della Valle Sacra nella regione di [[Cusco]], in cerca di espansione oltre alle loro frontiere agricole. Le prove archeologiche indicano che l'agricoltura è praticata nella regione almeno dal [[760 a.C.]]<ref>Kendall, 1994: 102.</ref> A partire dal periodo dell'Orizzonte medio (dall'anno 900 d.C.) si registra un'esplosione demografica di gruppi non documentati storicamente ma probabilmente legati all'etnia Tampu dell'Urubamba. Questi popoli potrebbero aver fatto parte della federazione [[ayarmaca]], rivale dei primi Inca della regione di Cusco.<ref>Kendall, 1994: 103. Gli ayarmaca appaiono menzionati in diverse cronache del secolo XVI come antagonisti degli inca nel periodo anteriore all'ascesa di Pachacútec.</ref> In questo periodo si espande considerevolmente la superficie agricola "artificiale" (terrazze). Tuttavia il sito specifico della città di Machu Picchu (la cresta rocciosa che unisce i monti Machu Picchu e Huayna Picchu) non reca traccia di edificazioni precedenti al [[XV secolo]].<ref>Valencia y Gibaja, 1992: 319.</ref>
Si suppone che la città fosse stata costruita dall'[[Impero Inca|imperatore inca]] [[Pachacútec]] intorno all'anno 1440 e sia rimasta abitata fino alla [[Conquista dell'impero Inca|conquista spagnola]] del 1532. La posizione della città era un segreto militare ben custodito, in quanto i profondi dirupi che la circondano erano la sua migliore difesa naturale. Difatti, una volta abbandonata, la sua ubicazione rimase sconosciuta per ben quattro secoli, entrando nella leggenda. Scoperte archeologiche, unite a studi su documenti coloniali, mostrano che non si trattava di una normale città, quanto piuttosto di una specie di ''residenza estiva'' per l'imperatore e la nobiltà Inca. Si è calcolato che potevano risiedere a Machu Picchu non più di 750 persone alla volta e probabilmente durante la stagione delle piogge, o quando non c'erano nobili, il numero era ancora minore.
[[File:Machu Picchu seen from Huayna Picchu.jpg|thumb|upright=1.4|Machu Picchu vista dalla vetta dell'[[Huayna Picchu]]]]
La città fu riscoperta il 24 luglio 1911 da [[Hiram Bingham]], uno storico di [[Yale]], che stava esplorando le vecchie strade inca della zona alla ricerca dell'ultima capitale Inca: [[Vilcabamba]]. Bingham compì parecchi altri viaggi ed eseguì scavi fino al 1915. Solo più tardi si rese conto dell'importanza della sua scoperta e si convinse che Machu Picchu era quella che lui chiamava Vilcabamba. Di ritorno dalle sue ricerche, scrisse parecchi articoli e libri su Machu Picchu; il più conosciuto fu ''La città perduta degli Inca''. Paradossalmente Vilcabamba non era Machu Picchu: l'ultima capitale corrispondeva a Espíritu Pampa, nascosta nella giungla a poche centinaia di metri da dove era arrivato Bingham.
Nel 2008 una serie di documenti rinvenuti negli archivi statunitensi e peruviani da alcuni studiosi internazionali, tra cui lo storico statunitense Paolo Greer, rivelarono che Machu Picchu fu scoperta nella seconda metà dell'Ottocento dal tedesco Augusto Berns, che vi costituì una società per sfruttarne le ricchezze.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/machu-picchu/machu-picchu/machu-picchu.html|titolo=Machu Picchu, quale Indiana Jones La scopr� un trafficante nell'800 - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it|sito=www.repubblica.it|accesso=2025-06-15}}</ref> Avvenne nel 1867, 44 anni prima che Bingham la rivelasse al mondo occidentale. L'obiettivo di Greer e dei suoi colleghi era il ritrovamento dei tesori perduti, molti dei quali potrebbero essere finiti in collezioni private.
=== Epoca inca (1438-1534) ===
[[File:Pachacuti murua.jpg|thumb|[[Pachacútec]], come appare raffigurato nella cronaca di Martín de Murúa (1615)]]
Verso il 1440 la gola di Picchu fu conquistata da [[Pachacútec]], primo [[imperatore]] [[Inca]] (1438-1470), durante la sua campagna di [[Vilcabamba]].<ref>Secondo Rowe, ciò si deduce dalle cronache del XVI secolo di Martín de Murúa e di Miguel Cabello Valboa (Rowe 1990: 143).</ref>
Si ritiene che Machu Picchu avesse, come la maggior parte delle ''llactas'' incaiche, una popolazione mobile, che oscillava fra i 300 e i 1 000 abitanti membri di un'élite (probabilmente la ''[[panaca]]'' di Pachacútec)<ref>Lumbreras, 2005.</ref> e ''acllas''. È stato dimostrato che la manodopera agricola era composta di coloni ''[[mitimaes]]'' o ''mitmas'' (''mitmaqkuna'') provenienti da diverse parti dell'impero.<ref>Gli studi [[Osteologia|osteologici]] di Eaton nel 1912 e la loro revisione di Verano (Burger et. al. 2003) sono conclusivi sulla presenza a Machu Picchu di coloni tanto della costa settentrionale del Perù quanto dell'altopiano boliviano. Questo fatto fu notato anche da Chávez Ballón (1961) nel suo famoso studio sulla ceramica di Machu Picchu. La spiegazione più ragionevole è che si trattasse di ''mitmaqkuna'' o ''mitimaes'', coloni reclutati dallo Stato per questioni politiche (punitive o premiali) per abitare e lavorare in determinate zone dell'impero lontane dalle loro terre d'origine.</ref>
Alla morte di Pachacútec, conformemente alle usanze reali incaiche, Machu Picchu e il resto delle sue proprietà personali furono trasferite all'amministrazione della sua ''[[panaca]]'', che doveva destinare le entrate prodotte al culto della [[mummia]] del defunto re.<ref>Un documento del 1568, lo stesso usato per identificare Machu Picchu con la proprietà personale di Pachacútec, riferisce che le terre della gola di Picchu furono dedicate a cerimonie di culto dei morti, ciò che è coerente con la tesi della proprietà personale.</ref> Si presume che questa situazione si sia mantenuta durante i governi di [[Túpac Yupanqui]] (1470-1493) e di [[Huayna Cápac]] (1493-1529).
Machu Picchu dovette perdere in parte la sua importanza trovandosi a competere in prestigio con le proprietà personali dei successori. Di fatto, l'apertura di una via più ampia e sicura fra [[Ollantaytambo]] e Vilcabamba (quella della valle di Amaybamba) disimpegnò la strada della gola di Picchu.
=== Epoca di transizione (1534-1572) ===
[[File:Peru Machu Picchu Sunrise.jpg|thumb|Machu Picchu]]
La [[guerra civile Inca]] (1531-1532) e l'irruzione spagnola nel territorio di [[Cusco]] nel 1534 incisero profondamente sulla vita di Machu Picchu. La collettività rurale del posto era composta principalmente da ''mitmas'', coloni di varie nazioni conquistate dagli Inca e condotti a forza nell'area. Essi approfittarono del crollo del sistema economico della regione per tornare alle terre d'origine.<ref>Valencia e Gibaja 1992, 324; Kauffman 2006, 64; Lumbreras 2006: {{es}} [http://www.machupicchu.perucultural.org.pe/actividades1.htm Machu Picchu] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080821113259/http://www.machupicchu.perucultural.org.pe/actividades1.htm |data=21 agosto 2008 }}</ref> La resistenza inca agli spagnoli, comandata da [[Manco II]], nel 1536 convocò i nobili delle regioni vicine per integrare la corte del re nell'esilio di [[Inca di Vilcabamba|Vilcabamba]],<ref>Kauffman, 2006: 67.</ref> ed è molto probabile che la miglior nobiltà di Picchu abbia abbandonato la città in quel momento. Documenti dell'epoca indicano che la regione era piena di sfollati.<ref>Un funzionario spagnolo, in viaggio nel regno di Vilcabamba nel 1565, descrisse le immediatezze del ponte di Choquechaca - strada principale della zona all'inizio dell'epoca coloniale - come un assembramento di sfollati. Rowe, 1990: 140.</ref>
Picchu rimase abitata e la sua esistenza è attestata dall'annotazione della città fra le colonie tributarie dell'[[encomienda]] spagnola di Ollantaytambo.<ref>Il cui primo ''encomendero'' fu nientemeno che il conquistador [[Hernando Pizarro]] (Glave e Remy, 1983: 6).</ref> Ma ciò non vuol dire che gli spagnoli la frequentassero: si sa che i tributi di Picchu erano versati ai colonizzatori una volta all'anno nel villaggio di Ollantaytambo, e non "riscossi" sul posto.<ref>Rowe, 1990: 142.</ref> In ogni modo, è chiaro che gli spagnoli conoscevano il luogo, sebbene non esistano indizi dell'importanza di un tempo. I documenti coloniali fanno anche menzione del ''curaca'' (forse l'ultimo) di Machu Picchu nel 1568: Juan Mácora.<ref>Glave e Remy, 1983: 247.</ref> Il nome Juan indica che fu almeno formalmente battezzato e perciò sottomesso all'influenza spagnola.
Un altro documento<ref name="ibid">Ibid.</ref> attesta che [[Titu Cusi Yupanqui]], che regnava all'epoca su Vilcabamba, chiese ai [[Ordine di Sant'Agostino|frati agostiniani]] di [[evangelizzazione|evangelizzare]] "Piocho" verso il 1570. Non è noto alcun luogo della zona il cui nome suoni simile a "Piocho" e non sia "Piccho" o "Picchu"; ciò che fa supporre a Lumbreras che i celebri "estirpatori di idolatrie" siano giunti sul posto e abbiano avuto a che fare con la distruzione e l'incendio della Torre del Tempio del Sole.<ref>{{es}} [http://www.machupicchu.perucultural.org.pe/desocupa.htm Machu Picchu] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080821114635/http://www.machupicchu.perucultural.org.pe/desocupa.htm |data=21 agosto 2008 }}</ref>
Il soldato spagnolo Baltasar de Ocampo scrisse alla fine del [[XVI secolo]] di un villaggio di edifici sontuosissimi "in cima al fianco di una montagna", che conteneva anche una grande ''acllahuasi'' (''Casa delle Elette''), negli ultimi anni della resistenza inca. La descrizione breve che Ocampo fa dei luoghi riconduce a Picchu, ed è significativo che si riferisca al villaggio con il nome di "Pitcos". L'unico toponimo affine sembra essere ''Vitcos'', ma individua un insediamento incaico completamente diverso a Vilcabamba. L'altro solo "candidato" possibile è naturalmente Picchu.<ref>Valcárcel 1968.</ref> Tuttavia, non è definitivamente accertato se si tratti dello stesso luogo. Secondo Ocampo, nel villaggio sarebbe cresciuto [[Túpac Amaru]], successore di Titu Cusi e ultimo sovrano inca di Vilcabamba.
=== Tra la colonia e la repubblica (XVII - XIX secolo) ===
Dopo la caduta del regno di Vilcabamba nel 1572 e la consolidazione del potere spagnolo nelle Ande Centrali, Machu Picchu venne abbandonata dagli abitanti, ma si mantenne all'interno della giurisdizione di diverse ''haciendas'' che passarono spesso di mano fino all'avvento della repubblica (1821). Ciò nonostante, era diventato un luogo remoto, distante dalle nuove rotte e assi economici del Perù. La regione fu praticamente ignorata dal regime coloniale, che non edificò templi cristiani né amministrò nessuna popolazione della zona.
In effetti, l'agro di Machu Picchu non fu mai completamente disabitato né sconosciuto: documenti del 1657<ref>Glave e Remy: 191.</ref> e del 1782<ref>Circa il quale venne pubblicato un servizio sul numero 1.745 della rivista Caretas de Lima.</ref> alludono a Machu Picchu come a terre di interesse agricolo. Ma le principali costruzioni, quelle dell'area urbana, non sembrano esser state occupate e furono presto vinte dalla vegetazione del bosco nuboso.
=== Machu Picchu nel secolo XIX ===
Nel 1865, nel corso dei suoi viaggi esplorativi in Perù, il naturalista italiano [[Antonio Raimondi]] passò ai piedi delle rovine senza saperlo e segnalò quanto scarsamente popolata era la regione in quel tempo. Tuttavia, questo indica che la zona cominciava a ricevere visite per interessi diversi da quelli puramente scientifici.
Infatti, un'indagine<ref>Secondo il quotidiano spagnolo ABC del 3 giugno 2008 in [http://www.abc.es/hemeroteca/historico-03-06-2008/abc/Cultura/machu-picchu-fue-descubierto-en-1867-cuarenta-y-cuatro-a%F1os-antes-de-lo-que-se-creia_1641908838645.html] {{Webarchive|url=https://archive.is/20120628224420/http://www.abc.es/hemeroteca/historico-03-06-2008/abc/Cultura/machu-picchu-fue-descubierto-en-1867-cuarenta-y-cuatro-a%F1os-antes-de-lo-que-se-creia_1641908838645.html|data=28 giugno 2012}}, secondo il quotidiano [[El País]] del 7 giugno 2008 [https://www.elpais.com/articulo/cultura/empresario/saqueo/Machu/Picchu/medio/siglo/descubrimiento/oficial/ciudadela/elpepucul/20080606elpepucul_4/Tes].</ref><ref>{{Cita news|lingua=es|url=https://elpais.com/cultura/2008/06/06/actualidad/1212703204_850215.html|titolo=Un empresario saqueó Machu Picchu casi medio siglo antes del descubrimiento 'oficial' de la ciudadela|pubblicazione=El País|data=2008-06-06|accesso=2025-06-15}}</ref> parla dell'impresario tedesco [[Augusto Berns]] che nel 1867 non solo avrebbe "scoperto" le rovine, ma avrebbe anche fondato un'impresa mineraria per sfruttare i presunti tesori che vi albergavano: la ''Compañía Anónima Explotadora de las Huacas del Inca''. Secondo questa fonte, tra il 1867 e il 1870, con l'aiuto del diritto concessogli dal governo di [[José Balta]], la compagnia avrebbe operato nella zona e successivamente venduto "tutto quello che trovò" a collezionisti europei e nordamericani.<ref>L'indagine su Berns, a carico di Paolo Greer, riferisce una lista di 57 contatti europei e nordamericani di possibili compretori, secondo il giornale spagnolo ABC.</ref>
In relazione o no con tale ipotetica impresa (la cui esistenza attende conferma da altre fonti e autori), proprio in quei tempi le mappe di [[prospezione]] mineraria iniziano a menzionare Machu Picchu. Nel 1870 il nordamericano Harry Singer colloca per la prima volta in una carta geografica l'ubicazione del monte Machu Picchu, riferendosi allo Huayna Picchu con il nome di ''Punta Huaca del Inca''. Il nome rivela un inedito collegamento fra gli Inca e la montagna e fa pensare anche a un carattere religioso (la [[huaca]] era un luogo sacro delle antiche [[Ande]]).<ref>{{en}} [http://www.mapuche.info/indgen/lavozdelinterior040121.html Centro di documentazione Mapuche] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120119020818/http://www.mapuche.info/indgen/lavozdelinterior040121.html |data=19 gennaio 2012 }}</ref>
Una seconda mappa del 1874, stilata dal tedesco Herman Gohring, menziona e colloca nella sua esatta ubicazione ambo le montagne.<ref>Mariana Mould de Pease la usa come copertina del libro del 2003 nel quale rivela l'esistenza di entrambe le mappe: [http://actualidad.terra.es/cultura/articulo/historiadora-machu-picchu-2527770.htm] {{Webarchive|url=https://archive.is/20120628224415/actualidad.terra.es/cultura/articulo/historiadora-machu-picchu-2527770.htm|data=28 giugno 2012}}{{cita web|url=http://www.perubookstore.com/images_store/CS340.jpg|titolo=Copia archiviata|accesso=25 luglio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100623014819/http://www.perubookstore.com/images_store/CS340.jpg|dataarchivio=23 giugno 2010|urlmorto=sì}}.</ref>
Verso la fine del 1880 l'esploratore francese [[Charles Wiener]] confermò l'esistenza di rovine archeologiche nel luogo (affermando testualmente: "Ci sono rovine a Machu Picchu"), ma non poté raggiungerlo.<ref>Kauffman Doig 2006: 18.</ref> In ogni caso è chiaro che la presunta "città perduta" non era stata dimenticata, come si credeva fino ad alcuni anni or sono.
===
[[File:Machupicchu_hb10.jpg|thumb|left|upright=1.4|Machu Picchu di Hiram Bingham nel 1912]]
Le prime notizie dirette su visitatori delle rovine di Machu Picchu indicano che Agustín Lizárraga, un proprietario terriero del [[Cusco]], giunse sul posto il 14 luglio 1902 alla guida dei conterranei Gabino Sánchez, Enrique Palma e Justo Ochoa.<ref>Mould 2003: 57.</ref> I visitatori lasciarono un graffito con i propri nomi su uno dei muri del Tempio delle Tre Finestre, come verificarono in seguito vari osservatori.<ref>Hiram Bingham trovò il graffito nel 1911, come egli stesso riconosce nel proprio libro del 1922. [https://www.gutenberg.org/files/10772/10772-h/10772-h.htm] Luis Cossío lo vide nel 1912. In seguito fu cancellato da Bingham stesso per ovvie ragioni di manutenzione, sebbene alcuni con malizia suggeriscano che volesse semplicemente sbarazzarsi del precedente storico di Lizárraga, restando egli il solo scopritore. In ogni caso, nei suoi appunti personali Bingham chiamò Lizárraga "scopritore di Machu Picchu" (Mould 2003: 56), anche se gli autori contemporanei discutono la correttezza di questo titolo.</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Hiram Bingham (1875–1956)|url=https://www.gutenberg.org/files/10772/10772-h/10772-h.htm|titolo=Inca Land: Explorations in the Highlands of Peru|sito=www.gutenberg.org|data=2004-01-01|accesso=2025-06-15}}</ref> Alcune informazioni suggeriscono che Lizárraga avesse già visitato Machu Picchu insieme a Luis Béjar nel 1894.<ref>[http://www.arqueologiamericana.com.br/artigos/artigo_06.htm] e {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080710130337/http://www.arqueologiamericana.com.br/artigos/artigo_06.htm|data=10 luglio 2008}}</ref> Lizárraga mostrava gli edifici ai "visitatori", ma la vera natura delle sue attività non è stata indagata.<ref>Mould de Pease cita vari indizi che, a suo giudizio, suggeriscono di indagare la storia di Lizárraga, data la supposta inclinazione di questi a "collezionare" tesori (Mould 2003).</ref>
[[File:Bingham1922 Mausoleo de Machu Picchu.jpg|thumb|Uno degli aiutanti di Bingham presso una delle grandi nicchie a volta del Mausoleo Reale, nella cava sotto il tempio del Sole, 1911. Foto scattata da [[Martín Chambi]], fotografo [[Quechua (popolo)|quechua]] al seguito dell'esploratore statunitense.]]
Fu così che lo storico [[Stati Uniti|statunitense]] [[Hiram Bingham]], interessato alla ricerca degli ultimi ruderi incaici di Vilcabamba, apprese di Lizárraga grazie ai suoi contatti con i possidenti locali.<ref>{{Cita web|url=https://www.kellscraft.com/IncaLand/incalands10.html|titolo=Inca Lands: Chapter X|sito=www.kellscraft.com|accesso=2025-06-15}}</ref> Guidato dal proprietario terriero Melchor Arteaga e accompagnato dal sergente della guardia civile peruviana Carrasco, Bingham giunse a Machu Picchu il 24 luglio 1911.<ref>Bingham, 1963: 259.</ref> La spedizione trovò due famiglie di contadini che si erano stabilite sul posto: i Recharte e gli Álvarez. Essi sfruttavano le terrazze a sud delle rovine per coltivare la terra e utilizzavano un canale incaico ancora funzionante, che traeva acqua da una sorgente. Pablo Recharte, uno dei bambini di Machu Picchu, condusse Bingham alla "zona urbana" coperta di erbacce.<ref>Bingham, 1963: 263.</ref>
Bingham ne restò impressionato e sollecitò l'appoggio dell'[[Università Yale]], della [[National Geographic]] e del governo peruviano per attivare il prima possibile lo studio del sito.<ref>Bingham, 1913: 567.</ref> Con l'aiuto dell'ingegnere Ellwood Erdis, dell'osteologo George Eaton, di Toribio Recharte e Anacleto Álvarez e un gruppo di lavoratori della zona, diresse gli scavi archeologici dal 1912 al 1915, estirpando le erbacce e portando alla luce tombe incaiche. La notorietà di Machu Picchu iniziò nel 1913 con la pubblicazione del resoconto completo nella rivista della ''National Geographic''.
Anche se è chiaro che Bingham non scoprì davvero Machu Picchu (in realtà non la scoprì nessuno, non essendo mai stata realmente "perduta"), non c'è dubbio che ha il merito di essere stato il primo a riconoscere l'importanza delle rovine e a studiarle con l'aiuto di un{{'}}''équipe'' multidisciplinare divulgando le sue scoperte, anche se i principî archeologici applicati non erano i più adeguati dal punto di vista attuale<ref>Questi criteri, comunque, secondo Lumbreras erano dominanti nella nascente [[archeologia]] dell'epoca.{{cita web|url=http://machupicchu.perucultural.org.pe/desarque1.htm|titolo=Copia archiviata|accesso=25 luglio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080914135226/http://www.machupicchu.perucultural.org.pe/desarque1.htm|dataarchivio=14 settembre 2008|urlmorto=sì}}</ref> e l'esportazione irregolare dal paese del materiale archeologico trovato suscita polemiche.<ref>Circa 5.000 reperti archeologici furono trasportati temporaneamente all'Università Yale negli Stati Uniti a fini di studio, in cambio del ritorno al Perù e della divulgazione degli studi effettuati e dei rilievi fotografici acquisiti (Mould de Pease 2003: 58). Anche se disposizioni legali (il decreto supremo del 31 ottobre 1912, firmato dall'allora presidente Augusto B. Leguía) permisero tale esportazione, esse violavano la legge peruviana allora vigente.</ref> La collezione consta di almeno 46 332 reperti e fino al 2008 non era stata restituita al governo peruviano.<ref>Sulla posizione del Perù in merito si veda: {{cita web|url=http://www.rree.gob.pe/portal/boletinInf.nsf/mrealdia/5F39893945629C0A05257125005BB7D2?OpenDocument|titolo=Copia archiviata|accesso=28 giugno 2012|urlarchivio=https://archive.is/20120628224416/www.rree.gob.pe/portal/boletinInf.nsf/mrealdia/5F39893945629C0A05257125005BB7D2?OpenDocument|dataarchivio=28 giugno 2012|urlmorto=sì}}. Si veda anche: [http://www.andina.com.pe/Espanol/Noticia.aspx?id=gNOWKRKsL84=] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110815153834/http://www.andina.com.pe/Espanol/Noticia.aspx?id=gNOWKRKsL84=|data=15 agosto 2011}}. Il Perù intende chiedere all'Università Yale la devoluzione di 46.332 reperti archeologici inventariati, estratti da Machu Picchu. Andina, agenzia di stampa peruviana, 16.4.2008.</ref>
=== Machu Picchu dopo il 1915 ===
Fra il 1924 e il 1928 Martín Chambi e Juan Manuel Figueroa scattarono a Machu Picchu una serie di fotografie che furono pubblicate in diverse riviste peruviane, attirando l'attenzione di massa sui ruderi (fino ad allora di interesse soltanto locale) e trasformandoli così in un simbolo nazionale.<ref>{{es}} {{cita web |url=http://www.casamerica.es/utilidades/expos/pag/2002/chambi.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=25 luglio 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051024012028/http://www.casamerica.es/utilidades/expos/pag/2002/chambi.htm |dataarchivio=24 ottobre 2005 }}</ref>
=== Storia di Gianfranco Zadra, alpinista trentino ===
Il trentino Gianfranco Zadra, residente in Perù dal 1956, lavorò per la ditta italiana Panedile Peruana s.a. nella Centrale Idroelettrica di Machu Picchu (Cuzco-Perù) fra il 1959 e il 1963. Nel tempo libero esplorava i dintorni con l'entusiasmo tipico di chi ama la montagna. Fu amico di Parodi, Bignami, Fantin e altri italiani che hanno firmato l'Andinismo degli anni 1950-1970. Un giorno trovò una baracca abbandonata e, al suo interno, una serie di documenti e mappe della spedizione del dottor Axel Werner-Gren della Fondazione Viking, datati 1939. Quello fu infatti l'anno della scoperta dei primi tratti dei "Caminos del Inca", proprio da parte di Gren e del capo-spedizione Paul Fejos. Purtroppo, la spedizione dovette abbandonare le ricerche dopo soli tre mesi, data la prematura morte di Gren. In compagnia di un amico italiano, Mario de Muro, e di un esperto cacciatore della valle chiamato Estrada, Zadra iniziò a esplorare i dintorni, cercando i luoghi indicati nelle mappe di Gren. Ritrovarono le rovine di Runcu Raccay, Sayac Marca e la più importante fra tutte, Puyu Pata Marca, tutte ricoperte da una fitta e intricata vegetazione. Dopo quasi un anno di ardua ricerca e pulizia dei siti, trovarono tratti interi mai scoperti e cittadelle sconosciute fino ad allora nella gola che unisce la montagna con Machu Pucchu. Questi luoghi non apparivano neanche nelle mappe della precedente spedizione. Nel 1959 presentarono una relazione dettagliata con descrizioni, fotografìe e tutto il materiale ritrovato nella zona alla Corporazione di Ricostruzione e Sviluppo del Cuzco (CRIF).
Di fatto, Zadra, con la sua grande energia e spiccata curiosità mista a una grande cultura, ha aiutato a divulgare le notizie su quella che oggi è una fra le mete turistiche più amate e note al mondo. Insieme al suo gruppo, fu la prima persona a percorrere, pulire e far conoscere los Caminos del Inca, vent'anni dopo Gren, scopritore ufficiale di queste rovine. Inoltre, fu lui, guidato dall'interesse non prettamente archeologico ma turistico-alpinistico, a pubblicare per primo tutta una sezione sulle montagne del Perù in una guida turìstica ("Perù - El libro del Viajero" a cura di Adriana Alarco de Zadra – 1978), con un intero capitolo dedicato a los Caminos del Inca. Il viaggiatore comune che si reca a Vilcabamba solitamente non conosce questa storia, perché nessun libro né targa né guida riporta questi fatti, portati alla luce di recente da Caterina Zandra che trovò carte, mappe e documenti in un vecchio baule. Ma ancora oggi gli anziani del posto ricordano "quel matto di un italiano" che vagava per la valle e che ogni tanto vedevano appeso a qualche parete scoscesa.
Ascensioni di Zadra in Perù:
* luglio 1956 - salita al Nevado Keñuane (5 400 m)
* 14 ottobre 1957 - vetta settentrionale del Chachani (6 087 m)
* 1957, maggio 1958 e 1960 - ascensione al Misti (5 821 m)
* 7 giugno 1959 - cima centrale del Pichu Picchu (5 684 m)
* 1959 - salita al Nevado Keñuane (5 400 m)
* giugno-luglio 1959 - Condorì (5 286 m)
* 30 agosto 1959 - cratere del Pico Ubinas (5 670 m)
* 1960-Nevado Artillero (5 300 m)
* luglio 1964 - tentativo al Misti
* agosto 1964 - Pichu Picchu (cime minori).
=== Avvenimenti successivi ===
Con il passare dei decenni - specialmente dopo l'apertura di una strada carraia che dalla stazione ferroviaria fu condotta lungo la costa della montagna fino alle rovine - Machu Picchu divenne la principale meta turistica del Perù. Nei primi due terzi del [[XX secolo]], però, l'interesse per lo sfruttamento turistico prevalse su quello per la conservazione e lo studio del sito. Ciò non impedì ad alcuni importanti ricercatori di compiere passi avanti nello svelare i misteri di Machu Picchu: notevoli sono le ricerche della ''Viking Found'', diretta da Paul Fejos, sui siti incaici dei dintorni (scoprirono vari insediamenti della Strada Inca) e quelle di Luis E. Valcárcel, che collegarono per la prima volta il sito alla figura di [[Pachacútec]].
Ma è a partire dagli [[Anni 1970|anni settanta]] che le nuove generazioni di archeologi (Chávez Ballón, Lorenzo, Ramos Condori, Zapata, Sánchez, Valencia, Gibaja), storici (Glave y Remy, Rowe, Angles), [[astronomia|astronomi]] (Dearborn, White, Thomson) e [[antropologia|antropologi]] (Reinhard, Urton) iniziarono a indagare compiutamente le rovine e il loro passato.
La creazione di una Zona di protezione ecologica intorno alle rovine nel 1981, la proclamazione di Machu Picchu a [[patrimonio dell'umanità]] due anni dopo e l'adozione di un piano generale di sviluppo sostenibile della regione nel 2005 sono le tappe più importanti dello sforzo compiuto per conservare la città e i suoi dintorni.
Questo sforzo è sovente contrastato da vari impedimenti: alcuni cattivi restauri parziali del passato,<ref>Descritti criticamente da Valencia e Gibaja 1992: 275.</ref> gli [[incendio|incendi]] [[foresta]]li come quello del 1997, conflitti politici sorti nelle popolazioni vicine per una migliore distribuzione delle risorse ricavate dallo Stato nell'amministrare delle rovine (il 10 novembre 2003, con la legge 28100, il [[Congresso della Repubblica (Perù)|Congresso]] stabilì che il 10% delle entrate raccolte per l'ingresso nel Parco archeologico, amministrato dall'Istituto nazionale di cultura, sarebbe stato destinato alla municipalità di Machu Picchu).<ref>{{es}} [http://www.congreso.gob.pe/ Congresso del Perù] [http://www.congreso.gob.pe/ntley/Imagenes/Leyes/28100.pdf Legge 28100 (formato .pdf)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070927003009/http://www.congreso.gob.pe/ntley/Imagenes/Leyes/28100.pdf|data=27 settembre 2007}}</ref> L'8 settembre 2000, durante la registrazione dello spot pubblicitario della [[birra]] peruviana ''Backus & Johnston'', una gru cadde sul celebre [[Intihuatana]] (orologio solare), rompendo quasi 8 cm della punta. Il caso sfociò in un'azione giudiziaria, intentata dall'Istituto nazionale di cultura, e la richiesta di risarcimento nel 2005.<ref>{{es}} La Ultima.com, [http://www.laultima.com/noticia.php?id=11157&seccion=Turismo&idcategoria=13 Sarà chiesto un risarcimento di 60 milioni di nuovi soles per il danneggiamento dell'Intihuatana] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081005142428/http://www.laultima.com/noticia.php?id=11157&seccion=Turismo&idcategoria=13 |data=5 ottobre 2008 }}</ref>
Nel luglio del 2003 la cantante [[Gloria Estefan]] visitò la cittadella e registrò nello scenario di Machu Picchu il [[video]] della canzone ''Hoy'' dell'album ''[[Unwrapped]]''.{{Senza fonte}}
Nel 2007 il governo peruviano proclamò il 7 luglio "Giorno del Santuario storico di Machu Picchu, meraviglia del mondo moderno", poiché questo giorno Machu Picchu fu proclamata fra le sette vincitrici del relativo [[Sette meraviglie del mondo moderno|concorso]].{{Senza fonte}}
Nel settembre del 2007 l'[[Università Yale|Università di Yale]] espresse l'intenzione di restituire 4 000 reperti archeologici rinvenuti da [[Hiram Bingham]] e di farsi promotrice dell'esposizione di essi in un museo itinerante, dopodiché in un museo della regione di [[Cusco]].<ref>{{en}} [http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/6998408.stm Yale intende restituire gli artefatti peruviani. BBC News. 17 settembre 2007].</ref> Sono stati restituiti al Perù nel 2011 e nel 2012 nell'ambito di un accordo di cooperazione con il governo peruviano e l'Università Nazionale di Sant'Antonio l'Abad a Cuzco. Le collezioni sono ora conservate a Casa Concha nel Museo Machu Picchu di Cuzco.
Nell'aprile 2012, insieme a un team di scienziati, l'ingegnere francese [[Thierry Jamin]], archeologo ed esploratore, con l'ausilio di moderne tecnologie ha provato l'esistenza di camere sconosciute nell'edificio più importante di Machu Picchu. È stata inoltre rilevata la presenza di scale, nonché di metalli quali argento e oro. Una delle ipotesi più accreditate è che si tratti del luogo della sepoltura di [[Pachacútec]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.heritagedaily.com/2013/01/a-french-peruvian-spanish-team-discovers-a-chamber-in-machu-picchu/73453|titolo=A French-Peruvian-Spanish Team Discovers a Chamber in Machu Picchu|editore=''heritagedaily''|accesso=24 luglio 2014|autore=}}</ref><ref>{{cita web|lingua=es|url=http://www.nationalgeographic.com.es/articulo/historia/actualidad/8016/esconde_algo_machu_picchu.html|titolo=¿Esconde algo Machu Picchu?|editore=''National Geographic - España''|accesso=24 luglio 2014|autore=Alec Forssmann}}</ref>
== Ubicazione geografica ==
[[File:Machu_Picchu_Locn.png|thumb|Ubicazione di Machu Picchu, documentata dalla [[CIA]]]]
[[File:Mpicchumapa02.jpg|thumb|left|Ubicazione delle rovine di Machu Picchu, nella gola dell'Urubamba. Si notano le anse descritte dal fiume intorno ai monti Machu Picchu e Huayna Picchu.]]
=== Collocazione ===
Machu Picchu si trova a -13° 9' 47" di [[latitudine]] sud e -72° 32' 44" di [[longitudine]] ovest. Fa parte dell'omonimo distretto della [[provincia di Urubamba]], regione di [[Cusco]], in [[Perù]]. La più vicina città importante è [[Cusco]], capoluogo della regione e antica capitale [[Inca]], che dista 112 km.
I monti Machu Picchu e Huayna Picchu appartengono a una grande formazione orografica conosciuta come Batolito di [[Vilcabamba]], nella Cordigliera Centrale delle [[Ande]] peruviane. Si trovano sulla riva sinistra del cosiddetto Canyon dell'Urubamba, conosciuto anticamente come gola di Picchu.<ref>Glave e Remy 1983: 4.</ref> Ai piedi delle alture, praticamente cingendole, scorre il fiume [[Urubamba (fiume)|Vilcanota-Urubamba]]. Le rovine incaiche si trovano a metà strada fra le cime delle due montagne, a 450 metri di altitudine sul livello del fondovalle e a 2 438 su quello del mare. La superficie edificata misura approssimativamente 530 metri di lunghezza e 200 di larghezza e nell'area urbana conta 172 edifici.
Le rovine propriamente dette sono situate all'interno di un'area convenzionale del Sistema nazionale delle aree naturali protette dallo Stato (SINANPE, ''Sistema Nacional de Áreas Naturales Protegidas por el Estado''),<ref>Il sistema di parchi nazionali del Perù è sotto il controllo dell'Istituto Nazionale delle Risorse Naturali ([http://www.inrena.gob.pe/index_inicio.htm INRENA] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080725123240/http://www.inrena.gob.pe/index_inicio.htm |data=25 luglio 2008 }}).</ref> chiamata [[Santuario storico di Machu Picchu]], che si estende su una superficie di 325,92 km² all'interno del bacino del [[Vilcanota]]-[[Urubamba (fiume)|Urubamba]] (il ''Willka mayu,'' "fiume sacro" [[Inca]]). Il Santuario storico custodisce e protegge una serie di specie biologiche in pericolo d'estinzione e vari siti incaici,<ref>Come Patallacta, Quente e Torontoy nel fondovalle, le rovine di Runkuracay, Sayaqmarca, Phuyupatamarca, Wiñay Wayna, Intipata e molte altre sui fianchi delle montagne circostanti, oltre a una rete di strade inca e antichi complessi agricoli.</ref> fra i quali Machu Picchu è il principale.
=== Vie d'accesso ===
[[File:Machu Picchu seen from Huayna Picchu.jpg|thumb|Vista da nord, dalla cima dello Huayna Picchu. Lo ''zigzag'' a sinistra è la strada d'accesso alle rovine, che parte dalla stazione ferroviaria di Puente Ruinas, nel fondovalle. In alto si scorge l'ultimo tratto della Strada Inca che attraversa il fianco del Machu Picchu.]]
Alla zona archeologica in sé si accede camminando per sentieri incaici oppure utilizzando la strada Hiram Bingham che risale il pendio del Machu Picchu dalla stazione ferroviaria di Puente Ruinas, ubicata in fondo alla gola. In entrambi i casi il visitatore è tenuto al pagamento dell'accesso alle rovine.<ref>All'inizio del 2007 pagavano 20 dollari statunitensi i visitatori stranieri, 10 i peruviani. Esistono riduzioni per gli studenti.</ref>
La strada in questione, tuttavia, non appartiene alla rete stradale nazionale del Perù. Inizia nel paese di [[Aguas Calientes (Perù)|Aguas Calientes]], al quale, a sua volta, si arriva solo per via ferroviaria in circa tre ore da [[Cusco]]<ref>{{Cita web|url=https://www.enjoy-machu-picchu.org/es/informacion/aguas-calientes.php|titolo=El pueblo de Aguas Calientes - Machu Picchu|sito=www.enjoy-machu-picchu.org|accesso=2025-06-15}}</ref> o in [[elicottero]] (in 30 minuti). Dato il carattere di parco nazionale della zona, l'assenza di una strada diretta è voluta: permette di controllare il flusso dei visitatori ed evitare il sovraffollamento. Ciò, comunque, non ha impedito la crescita disordinata (e criticata dalle autorità culturali) di Aguas Calientes, che vive di e per il turismo, sviluppando strutture alberghiere e di ristorazione di varie categorie.
Il cammino per raggiungere Machu Picchu dalla principale Strada Inca richiede circa tre giorni, perciò conviene arrivare in treno fino al km 82 della linea ferroviaria Cusco-Aguas Calientes, da dove inizia il percorso a piedi.<ref>Machu Picchu: trasporto turistico, [http://www.enjoy-machu-picchu.org/machu-picchu/informacion-util-machu-picchu-transporte-machu-picchu.php percorso della Strada degli Inca] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080517122416/http://www.enjoy-machu-picchu.org/machu-picchu/informacion-util-machu-picchu-transporte-machu-picchu.php |data=17 maggio 2008 }}</ref>
Alcuni visitatori prendono un autobus locale da Cusco a [[Ollantaytambo]], che attraversa la [[Valle sacra degli Incas]], e di lì proseguono con un mezzo di trasporto fino al citato km 82. Sul posto prendono la strada ferrata coprendo i restanti 32 km fino ad Aguas Calientes.
È inoltre possibile accedere a Machu Picchu da Cuzco con l'opzione economica By Car arrivando all'insediamento di Hidroelectrica a mezzo di pulmini che viaggiano seguendo strada asfaltata fino a Ollantaytambo e quindi lungo piste sterrate che si snodano lungo i versanti della Valle Sacra. Giunti a Hidroelectrica i passeggeri dovranno seguire a piedi i binari della ferrovia Perurail in una camminata di circa tre ore, giungendo infine alla stazione di Aguas Calientes.<ref>{{Cita web|url=https://machupicchubycar.com/en/machupicchu-by-car/|titolo=Machupicchu by car|sito=MACHUPICCHU BY CAR / RUTA CUSCO-HIDROELÉCTRICA-MACHUPICCHU.|lingua=en|accesso=2024-04-24}}</ref>
=== Clima ===
Nonostante la quota abbastanza elevata, il clima è caldo umido durante il giorno e fresco la notte. La temperatura oscilla fra i 12 e i 24 °C grazie alla vicinanza all'[[equatore]]. La zona è generalmente piovosa (circa 1 955 mm di precipitazioni all'anno), specialmente fra novembre e marzo. Vi è una brusca alternanza tra le piogge abbondanti e periodi assolati.<ref>{{es}} Enjoy Machu Picchu, [http://www.enjoy-machu-picchu.org/machu-picchu/informacion-general-machu-picchu-clima-machu-picchu.php Machu Picchu: clima] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080517122305/http://www.enjoy-machu-picchu.org/machu-picchu/informacion-general-machu-picchu-clima-machu-picchu.php |data=17 maggio 2008 }}.</ref>
== Descrizione del sito ==
[[File:Machupicchumapa01.jpg|500px|right|Principali settori di Machu Picchu in
[[File:Machu Picchu 09.JPG|
[[File:Machupicchu intihuatana.JPG|
[[File:Machu-picchu-c14.jpg|
[[File:Intihuatanaytemplos.jpg|
[[File:Intihuatana Solar Clock.jpg|
[[File:
[[File:Machupicchu_2006.jpg|
[[File:Machu-picchu-c10.jpg|230px|Rocca posta sotto il Tempio del Sole, ingresso al cosiddetto Mausoleo reale. Alcuni autori lo considerano la "tomba" di
[[File:Vitcos Archaeological site.jpg|230px|Il sito archeologico di Vitcos|thumb
L'area edificata
=== La zona agricola ===
I [[
Sul lato est del cammino inca, che arriva a Machu Picchu da sud, si possono vedere cinque grandi costruzioni. Furono utilizzate come granaio o magazzino. A ovest si incontrano due grandi insiemi di terrazzamenti: uno concentrico a forma semicircolare e l'altro rettilineo.
=== La zona urbana ===
Un muro lungo 400 metri divide la città dalla zona agricola. Parallelo al muro corre un fosso, usato come drenaggio principale della città. Nella parte alta del muro si trova la porta di Machu Picchu che aveva un sistema di chiusura interna.
La zona urbana è stata divisa dagli archeologi odierni in un gruppo di edifici che vanno dal n
Il secondo asse
==== Settore
===== Complesso 1 =====
Il complesso 1 include strutture
===== Tempio del
===== Residenza reale =====
Tra le costruzioni adibite ad abitazione
===== Piazza sacra =====
Si chiama così un complesso di costruzioni disposte intorno
===== Intihuatana =====
Trattasi di una collina, le cui coste sono state terrazzate
==== Settore Hurin ====
Pietra intagliata perfettamente; col passare dei secoli si è leggermente sgretolata.
===== Roca Sagrada =====
Si chiama così una pietra di superficie chiara posta su un ampio piedistallo
===== Gruppo dei tre portali =====
È un ampio complesso architettonico dominato dai
===== Gruppo de
È il più grande complesso della città, ma ha una sola porta di accesso, che può far pensare che si tratti dell{{'}}'''Acllahuasi''', ossia casa delle donne scelte che si dedicavano al servizio religioso e all'artigianato fine. È ben nota un'abitazione di pietra finemente lavorata, al cui interno si trovano due affioramenti di roccia tagliati a forma di mole circolari, probabilmente usate per macinare il grano. Alcuni autori pensano che la struttura venisse riempita con acqua in modo da far riflettere gli astri. Il complesso era verosimilmente usato per rituali: vi si trovano altari e un portale costruito attorno a una roccia. Alcune prove confermano che fu una residenza dell'élite<ref>Valencia y Gibaja, 1992: 313.</ref>.
===== Gruppo del condor =====
È un ampio gruppo di costruzioni, di aspetto non sempre regolare, che segue il contorno delle rocce.
== Aspetti costruttivi ==
=== Ingegneria idraulica e del
Una città di pietra costruita in cima
=== Orientamento delle costruzioni ===
=== Architettura ===
[[File:Machu Picchu16.jpg|270px
;Materiali
;Morfologia
Lo schema in genere è quello della ''[[kanchas]]'', ovvero costruzioni rettangolari disposte attorno a un patio centrale, uniti attraverso un centro di simmetria trasversale.<ref>Bouchard, 1991: 442.</ref> Sul patio si aprono tutte le porte.
;Muri
La finitura dei muri di pietra è fondamentalmente di due tipi:
*
*
;Coperture
Non si è conservata nessuna copertura originale; si
;Facciate, finestre e nicchie
== Influenza culturale ==
[[File:Macchu picchu03.jpg|thumb|Le fortificazioni della città]]
Nel
Una delle opere più conosciute del [[poeta]] [[
Il
Machu Picchu è stata una delle tappe dove si è svolta la serie televisiva canadese ''[[A tutto reality - Il tour]]''.
== Vista panoramica ==
[[File:95 - Machu Picchu - Juin 2009.jpg|upright=3.6|thumb|center|Vista panoramica di Machu Picchu]]
[[File:99 - Machu Picchu - Juin 2009.jpg|upright=3.6|thumb|center|Vista panoramica di Machu Picchu da [[Huayna Picchu]]]]
[[File:104 - Machu Picchu - Juin 2009.jpg|upright=3.6|thumb|center|Vista panoramica di Machu Picchu]]
== Note ==
;Annotazioni
{{gruppo di note}}
;Fonti
<references/>
== Bibliografia ==
* Jean-François Bouchard, ''La arquitectura Inca'', Madrid: Sociedad Estatal Quinto Centenario, 1991.
== Voci correlate ==
* [[Impero Inca]]
* [[Inca]]
* [[Storia del Perù]]
* [[Tahuantinsuyu]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.ilturista.info/blog/8407-100_anni_dalla_riscoperta_di_Machu_Picchu_avvenuta_il_24_luglio_1911/|Centenario scoperta Machu Picchu}}
* [https://iconoteca.arc.usi.ch/it/collezione/1824 Fondo fotografico di Fernando Astete, già capo del Parco Archeologico Nazionale di Machupicchu]
{{SetteMeraviglie}}
{{Patrimoni Unesco|Perù}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|conquista spagnola delle Americhe|patrimoni dell'umanità|Perù}}
[[Categoria:Siti archeologici inca]]
[[Categoria:Patrimoni dell'umanità
[[Categoria:Siti archeologici
[[Categoria:
[[Categoria:Scoperte archeologiche nel 1911]]
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