Trieste: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua
{{Divisione amministrativa
|
|Nome ufficiale = Trieste
|
|Didascalia = Vista della città dal lato nord del [[Castello di San Giusto]]; sullo sfondo il [[golfo di Trieste]]
|Voce bandiera =
|Voce stemma = Stemma di Trieste
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Friuli-Venezia Giulia
|Divisione amm grado 2 = Trieste
|Amministratore locale = [[Roberto Dipiazza]]<!--nome e cognome SENZA titoli-->
|Partito = [[Forza Italia (2013)|FI]]
|Data elezione = 20-6-2016
|Data rielezione = 18-10-2021
|Data istituzione =
|Altitudine = 2 (min. 0 max. 672)
|Superficie =
|Note superficie =
|Sottodivisioni = [[Santa Croce]], [[Grignano]], [[Miramare]], [[Prosecco]], [[Contovello]], [[Opicina]], [[Banne]], [[Conconello]], [[Trebiciano]], [[Gropada]], [[Padriciano]], [[Longera]], [[Basovizza]]
|Divisioni confinanti = [[Duino-Aurisina]], [[Erpelle-Cosina]] ([[Slovenia|SLO]]), [[Monrupino]], [[Muggia]], [[San Dorligo della Valle]], [[Sesana]] (SLO), [[Sgonico]]
|Lingue =
|
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2102
|Nome abitanti = triestini
|Patrono = [[San Giusto martire|san Giusto di Trieste]]
|Festivo = 3 novembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Trieste (province of Trieste, region Friuli-Venezia Giulia, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Trieste nell'omonima provincia
}}
'''Trieste''' ({{audio|it-Trieste.ogg}}, <small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/triˈɛste/}}<ref>{{Dipi|Trieste}}</ref>; ''Trieste'' in [[dialetto triestino]]; in {{nomelingua|de}} e {{friulano|Triest}}; {{sloveno|Trst}}<ref>La denominazione in sloveno non è ufficiale, ma la [[sloveni in Italia|minoranza linguistica slovena in Italia]] è soggetta a tutela, cfr.: {{cita web|url=http://incomune.interno.it/statuti/statuti/trieste.pdf|titolo=Comune di Trieste - Statuto}}.</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> capoluogo della regione [[Friuli-Venezia Giulia]], affacciato sull'[[Golfo di Trieste|omonimo golfo]] fra la penisola italiana e l'[[Istria]].
Nella sua storia, Trieste è stata [[Città immediata imperiale di Trieste|città imperiale]] e capoluogo prima del [[Litorale austriaco]], poi della [[provincia di Trieste]].
Rappresenta da secoli un ponte tra l'[[Europa centrale]] e quella [[Europa meridionale|meridionale]], mescolando caratteri [[Mar Mediterraneo|mediterranei]], [[Europa centrale|mitteleuropei]] e [[slavi]] ed è il comune più popoloso<ref>{{cita testo|url=http://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/79-comuni/popolazione/|titolo=Lista di comuni del Friuli-Venezia Giulia per popolazione}}</ref> e densamente popolato della regione.<ref>{{cita testo|url=http://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/79-comuni/densita/|titolo=Comuni del FVG per densità di popolazione}}</ref> Il [[porto di Trieste]] dal 2013 è il [[Porti d'Italia|porto italiano]] con il maggior traffico merci ed è uno dei più importanti nel sud Europa.<ref name="corriere.it">{{cita web|url=http://www.corriere.it/economia/14_febbraio_10/trieste-primo-porto-italiano-supera-genova-2013-volume-merci-aumentato-15percento-a4906fe2-927e-11e3-b1fa-414d85bd308d.shtml|titolo=Trieste è il primo porto italiano e supera Genova|sito=[[Corriere della Sera]]|editore=MCS Mediagroup|accesso=29 maggio 2016}}</ref><ref name="travel365.it">{{Cita news|url=https://www.travel365.it/porti-piu-grandi-Italia.htm|titolo=I 10 Porti più grandi d'Italia|accesso=5 gennaio 2017}}</ref>
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{vedi anche|Costiera triestina}}
{{Approfondimento
|allineamento =destra
|titolo=Il fiume sotterraneo Timavo
|contenuto=
[[File:San Giovanni di Duino 21.06.2008 01.jpg|thumb|upright=1.2|center|Una delle risorgive del Timavo che si trova nel comune italiano di [[San Giovanni di Duino]]]]
Il fiume [[Timavo]] è un fiume che scorre tra [[Croazia]], [[Slovenia]] e [[Italia]]. È famoso per via del suo lungo percorso sotterraneo di circa 40 chilometri che, dalle [[grotte di San Canziano]] in Slovenia, passando per l'[[Abisso di Trebiciano]], raggiunge il paese di [[San Giovanni di Duino]]. Qui ricompare in superficie per poi sfociare nel [[Golfo di Trieste]] dopo un paio di chilometri. Tale percorso viene considerato come uno dei più interessanti [[Carsismo|fenomeni carsici]]. Con i suoi {{TA|2 km}} di percorso in superficie in territorio italiano, il Timavo può essere considerato il fiume più corto della penisola<ref>Sandro Toniolo, I perché e i nomi della geografia, Istituto Geografico Militare, Firenze 2005, p. 106, n. 204.</ref> che sfoci in mare.
[[File:SkocjanskeJame.jpg|thumb|upright=1.2|center|Le [[Grotte di San Canziano]], che si trovano in [[Slovenia]], a {{TA|15 km}} da Trieste]]
}}
Trieste, affacciata sull'[[Golfo di Trieste|omonimo golfo]] nella parte più settentrionale dell'[[Alto Adriatico]], si colloca fra la [[penisola italiana]] e l'[[Istria]], distante qualche chilometro dal confine con la [[Slovenia]] nella regione storica della [[Venezia Giulia]].
[[File:NASA7-722-46H-s.jpg|thumb|upright=1.2|left|Il [[golfo di Trieste]]]]
Il territorio cittadino di Trieste è occupato prevalentemente da un pendio collinare che cresce di altitudine fino a terreno montagnoso anche nelle zone limitrofe all'abitato. Geologicamente possiamo suddividere il territorio in due zone. La prima, comprende l'altopiano carsico, detto appunto [[Carso]], noto per le sue grotte e le sue doline, che digrada bruscamente verso il mare con un'imponente scarpata. Il punto più elevato del territorio comunale raggiunge i 674 metri (Monte Cocusso). La seconda zona geologica comprende il centro città e larga parte delle periferie più popolose, che poggia sul cosiddetto "[[Flysch]] di Trieste".<ref>{{Cita testo |autore=Giorgio Tagliaferra |titolo=Relazione Geologica |rivista=Piano regolatore generale comunale - Variante generale n. 118 di revisione dei vincoli |editore=Comune di Trieste |città=Trieste |anno=2009 |mese=08 |url=http://151.1.32.160/edilizia/prg/P.R.G.C.%20VAR.118/STUDIO%20GEOLOGICO/GR%20-%20RELAZIONE%20GEOLOGICA.pdf |accesso=24 novembre 2021 |dataarchivio=30 gennaio 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220130084055/http://151.1.32.160/edilizia/prg/P.R.G.C.%20VAR.118/STUDIO%20GEOLOGICO/GR%20-%20RELAZIONE%20GEOLOGICA.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
Il comune di Trieste è diviso in varie zone climatiche, a seconda della distanza della zona dal mare e della sua [[altitudine]]. Caratteristica di questa zona è l'abbondanza di [[terra rossa]], terreno con una presenza accentuata di frazione [[argilla|argillosa]] rossa derivante dall'erosione del calcare, particolarmente adatta alla coltivazione dell'uva da vino.
=== Idrografia ===
{{vedi anche|Torrenti di Trieste}}
Nel circondario della città di Trieste sono presenti numerosi [[corso d'acqua|corsi d'acqua]], alcuni importanti - fiume [[Timavo]], torrente [[Rosandra]], rio [[Ospo]] - ed altri meno noti ma non per questo meno rilevanti dal punto di vista [[idrogeologia|idrogeologico]], storico e naturalistico. Molti di essi scorrono nel sottosuolo della città giuliana coperti dal manto stradale.
Le [[sorgente (idrologia)|sorgenti]] di questi corsi minori, che hanno generalmente lunghezze di pochi chilometri (in qualche caso, anche meno), sono dovute alla fuoriuscita delle acque meteoriche che precipitano sull'altipiano carsico. Liberi un tempo di scorrere all'aperto, essi sono stati incanalati da quando la città si è sviluppata urbanisticamente, evento che è iniziato nella seconda metà del Settecento, in apposite condutture. Ancora oggi questi corsi d'acqua percorrono i sotterranei delle odierne ''via Carducci'' (precedentemente chiamata via del Torrente), ''via Battisti (ex Corsia Stadion)'', [[viale XX Settembre]] (ex viale dell'Acquedotto), ''via delle Sette fontane'' o ''piazza tra i Rivi''.
A sud della città scorre il Rio [[Ospo]], che segna il confine geografico con l'[[Istria]].<ref>{{Cita libro |titolo=Atlante Enciclopedia Geografica Garzanti |edizione=15 |editore=[[Garzanti]] |città=Milano |anno=1974 |sbn=RAV0126496}}</ref> Inoltre la moderna zona cittadina compresa tra la [[Stazione di Trieste Centrale|stazione ferroviaria]], il mare, ''via Carducci'' e [[Piazza della Borsa (Trieste)|Piazza della Borsa]], il [[Borgo Teresiano]], venne edificata nel XVIII secolo dopo l'interramento delle precedenti [[Salina|saline]] per ordine dell'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]].
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Trieste Barcola|Stazione meteorologica di Trieste Istituto di Scienze Marine|Stazione meteorologica di Trieste Porto|Stazione meteorologica di Trieste Basovizza}}
{{Approfondimento
|allineamento = sinistra
|titolo = Bora: vento da record
|contenuto = [[File:Bora on Molo Audace.jpg|thumb|center|upright=1.2|Gli effetti della [[Bora]] sul [[molo Audace]] di Trieste nel febbraio 2011]]
La stazione meteorologica Osmer di Trieste, che è situata sul molo Fratelli Bandiera, venerdì 10 febbraio 2011 ha segnato una raffica di bora avente un picco di 168 km/h. Si tratta del dato ufficiale più elevato di sempre tra quelli registrati secondo le norme internazionali dell'[[Organizzazione meteorologica mondiale]].
}}
[[File:2012-3-Sesljan-Sistiana.jpg|thumb|upright=1.7|Scorcio della baia di Sistiana]]
Il clima della città di Trieste, secondo la [[classificazione dei climi di Köppen|classificazione di Köppen]], rientra nel tipo [[Clima subtropicale umido|subtropicale umido]], anche se presenta marcati caratteri mediterranei.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.hydrol-earth-syst-sci.net/11/1633/2007/hess-11-1633-2007.pdf |titolo=Updated world map of the Köppen-Geiger climate classification |p=1641}}</ref> Grazie a una [[latitudine]] intermedia tra il [[Polo nord]] e l'[[equatore]], e alla sua posizione costiera, la città di Trieste gode di un clima mite d'inverno e piuttosto caldo, ma non torrido, d'estate.
Relativamente al trentennio ufficiale di riferimento della climatologia mondiale (IPCC/WMO) [[1971]]-[[2000]] la media annuale delle temperature presso le varie stazioni meteorologiche di Trieste è stata di {{TA|15 °C}}, mentre le temperature medie del mese più freddo (gennaio) si sono attestate attorno ai {{TA|5,8 °C}} e quelle del mese più caldo (luglio) leggermente al di sopra dei {{TA|24 °C}}.
Nei mesi invernali raramente le temperature, almeno sulla costa, scendono al di sotto dello zero; viceversa, nelle frazioni carsiche, spesso si registrano minime notturne negative. Scarse sono anche, lungo la fascia costiera, le giornate con [[neve]], [[nebbia]] o [[grandine]]. L'[[umidità]] media annuale è del 64%, mentre l'[[escursione termica]] giornaliera è {{TA|4,5 °C}}: entrambe risultano tra le più basse d'Italia.
Data la peculiarità del territorio cittadino si può affermare che il centro di Trieste, sviluppatosi lungo la costa, presenta delle temperature relativamente miti e una discreta insolazione, mentre le frazioni e le località [[Carso|carsiche]] sviluppatesi sul retrostante altipiano a un'altezza tra i 200 e i {{TA|500 m}} hanno un clima decisamente più continentale: a [[Basovizza]], situata a circa 370 metri [[s.l.m.]], la temperatura media annua si aggira attorno agli {{TA|11 °C}} con una media del mese più freddo (gennaio) di {{TA|1,5 °C}} e di quello più caldo (luglio) di {{TA|20,6 °C}}.
[[File:Strada_Costiera (Trieste).jpg|thumb|upright=1.2|La strada costiera di Trieste]]
Al clima generalmente mite fanno eccezione i giorni, in alcuni anni rari, in altri più frequenti, in cui soffia la [[Bora]], [[vento catabatico]] di provenienza est/nord-est, che soffia con particolare intensità specialmente verso l'[[Alto Adriatico|Alto]] e [[Medio Adriatico]] che a Trieste si incunea dal retroterra incanalandosi lungo i bassi valichi che si aprono tra i monti alle spalle della città, per scendere sul centro abitato e sull'omonimo golfo. Sebbene per [[Processo adiabatico|compressione adiabatica]] la temperatura dell'aria, scendendo sulla città, si riscaldi comunque di tre o quattro gradi, le raffiche aumentano notevolmente la percezione del freddo anche con temperature relativamente miti.
Eccezionalmente la bora soffia per brevissimi periodi anche d'estate, questa volta molto calda, provenendo sempre da est nord est, quindi dal continente, che è più caldo, verso il mare innalzando talvolta le temperature anche al di sopra dei {{TA|35 °C}}. Le raffiche di aria di origine continentale provenienti da est-nord-est, che si dirigono verso lo sbocco in [[Mare Adriatico|Adriatico]], acquistano ulteriore velocità, e in casi eccezionali, in mare aperto, si possono raggiungere i 50 [[Nodo (unità di misura)|nodi]], come registrato nel dicembre [[1996]]. In alcune zone la bora è più forte e frequente che in altre, e solamente la zona della costa triestina che va da [[Miramare (Trieste)|Miramare]] a [[Sistiana]], è riparata dall'effetto di tale vento.
Molto interessante per l'andamento del clima è la variazione avvenuta negli ultimi cento anni nella frequenza della bora e genericamente dei venti orientali, diminuiti di 28 giorni annui, mentre lo scirocco e i venti meridionali, nello stesso periodo, sono aumentati in frequenza di 26 giorni annui.
Vista la vicinanza dei rilievi, brevi piogge possono presentarsi durante tutto l'anno (questo è la principale incoerenza rispetto al tipico [[clima mediterraneo]]), mentre durante i mesi estivi le precipitazioni sono comunque rare e prevalentemente a carattere temporalesco (luglio in genere è il mese più secco). Le precipitazioni raggiungono l'apice della frequenza e dell'intensità a novembre e ad aprile, quando di norma scende di latitudine il flusso delle correnti perturbate atlantiche.
I dati climatologici base di Trieste sono:<ref>''Atlante Climatico d'Italia del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare'', data 1971-2011.</ref><ref>{{Cita testo |pubblicazione=Rivista Ligure |titolo=La neve sulle coste del Mediterraneo}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.scia.sinanet.apat.it/sciaweb/scia_valori_tabelle.html |titolo=Tabelle climatiche 1961-1990 del Sistema nazionale di raccolta, elaborazione e diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale dell'APAT |accesso=3 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180812113604/http://www.scia.sinanet.apat.it/sciaweb/scia_valori_tabelle.html}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.worldclimate.com/cgi-bin/data.pl?ref=N45E013+4102+16110W |titolo=Average sea-level pressure |accesso=3 maggio 2019}}</ref>
{{ClimaAnnuale
| nome= Trieste<!-- Se non indicato, apparirà "Mese" -->
| equatoriale = n <!-- Cambiare in s per i climi di regioni equatoriali -->
| tempmax = 7.6, 9.0, 12.2, 16.5, 21.6, 25.0, 27.9, 27.7, 23.3, 17.8, 12.3, 8.8
| tempmedia = 5.7, 6.6, 9.4, 13.2, 18.1, 21.4, 24.1, 24.5, 20.1, 15.2, 10.1, 6.9
| tempmin = 3.8, 4.3, 6.6, 10.0, 14.5, 17.8, 20.3, 20.4, 16.8, 12.7, 8.1, 5.0
| tempassmax = 18.2, 21.2, 23.9, 29.8, 32.2, 36.2, 37.6, 38.0, 34.4, 30.8, 24.4, 18.4
| annotempassmax = <!-- Sequenza degli anni di rilevazione della temperatura massima corrispondente -->
| tempassmin = −7.5, −7.1, −6.3, 3.2, 6.0, 10.1, 12.3, 11.0, 7.0, 3.7, −1.5, −7.9
| annotempassmin = <!-- Sequenza degli anni di rilevazione della temperatura minima corrispondente -->
| warm = <!-- I giorni di calura (numero di giorni, anche con cifre decimali, con T.<small>max</small> ≥ 30°C) -->
| giornigelo = 5, 3, 1, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 3
| giornighiaccio = <!-- I giorni di ghiaccio (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| nubi = 4.8, 4.3, 4.7, 4.6, 4.3, 3.9, 3.0, 3.0, 3.2, 3.9, 4.8, 4.8
| pioggia = 58.0, 56.9, 63.4, 82.8, 84.2, 100.4, 62.1, 84.5, 103.4, 111.4, 107.4, 88.5
| giornipioggia = 7.8, 6.2, 7.8, 8.5, 8.7, 9.3, 6.5, 7.3, 7.1, 7.9, 9.1, 8.4
| neve = <!-- Nevosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurate in cm) -->
| giornineve = 0.7, 0.5, 0.2, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0.1, 0.5
| mantonevoso = <!-- I giorni con manto nevoso >= 1cm (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| giornigrandine = <!-- I giorni di grandine (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| giorninebbia = <!-- I giorni di nebbia (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| umidomax = <!-- Umidità percentuali massime medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %) -->
| umido = 67, 64, 62, 64, 64, 65, 62, 62, 66, 68, 67, 68
| umidomin = <!-- Umidità percentuali minime medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %) -->
| giornisereno =
| elio = 3.1, 4.2, 4.6, 5.9, 7.3, 8.1, 9.3, 8.4, 7.0, 5.4, 3.3, 2.7
| sole = 429, 712, 1101, 1575, 1994, 2214, 2311, 2002, 1507, 972, 529, 374
| oresoleggiamento = 96.1, 118.7, 142.6, 177, 226.3, 243, 288.3, 260.4, 210, 167.4, 99, 83.7
| pressionereale = <!-- Pressioni atmosferiche medie mensili a 0 °C (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| pressione = 1017, 1015, 1015, 1013, 1014, 1014, 1014, 1014, 1017, 1018, 1017, 1016
| tensionevapore = <!-- Tensione di vapore media mensile (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| vento = E, E, E, E, E, E, E, E, E, E, E, E
| intensità = 5.0, 4.7, 4.6, 4.1, 3.7, 3.5, 3.7, 3.7, 3.8, 4.4, 4.5, 4.8
}}
=== Botanica ===
[[File:Dianthus sylvestris tergestinus 1.jpg|thumb|upright=1.2|Il garofanino di Trieste, un endemismo illirico presente anche in città]]
La città di Trieste è una delle meglio note d'Italia dal punto di vista botanico. La flora urbana, oggetto di studio a partire dalla seconda metà del XIX secolo, è stata oggetto di un censimento approfondito da parte di Fabrizio Martini,<ref>{{Cita libro |curatore=Fabrizio Martini |anno=2009 |titolo=Flora Vascolare spontanea di Trieste |editore=[[Lint Editoriale|Lint]] |città=Trieste |p=338 |isbn=978-88-8190-270-5}}</ref> che ha mappato la distribuzione di ben 1024 tra specie e sottospecie. La grande ricchezza floristica è dovuta a diversi fattori, tra cui i principali sono:
# La penetrazione nel tessuto urbano di aree con vegetazione naturale, come ad esempio il Bosco del Farneto o il Parco di Villa Giulia.
# Le caratteristiche transizionali del territorio cittadino dal punto di vista climatico, con un forte gradiente di temperatura e precipitazioni dalla costa verso l'altopiano.
# La compresenza nel territorio cittadino di substrati sia arenacei sia calcarei.
# La presenza di importanti aree commerciali, industriali e portuali che favoriscono la presenza di neofite aliene. La flora urbana di Trieste è consultabile attraverso un portale interattivo che permette anche a non-esperti di Botanica di identificarne le specie.<ref>Cfr. il sito {{cita web |url=http://dryades.units.it/trieste |titolo=Portale sulla flora urbana di Trieste}}</ref>
I giardini storici rilevanti da un punto di vista botanico presenti a Trieste sono lo storico [[Giardino pubblico Muzio de Tommasini]], il Giardino storico di Villa Revoltella, il Giardino storico di Villa Engelmann, il Giardino storico di Villa Sartorio, il Giardino storico di Villa Cosulich, il Giardino storico Skabar, il Giardino storico di piazza Libertà, il Giardino storico di via Catullo, il Giardino storico di piazza Hortis, il Passeggio Sant'Andrea, il Giardino storico di piazza Carlo Alberto, il Giardino storico Basevi, mentre tra i parchi urbani degni di menzione sono il Parco Farneto e il Parco di Villa Giulia.
Nel territorio di Trieste cresce il garofanino di Trieste, un endemismo [[Illiria|illirico]] presente anche nella città giuliana.
== Origine del nome ==
[[File:Frontemare di Trieste.jpg|thumb|center|upright=3|Panorama di Trieste visto dal [[Molo Audace]] (spicca il "falso storico" della copertura del teatro Verdi, allineato alla linea di fuga sinistra del molo, risalente alla ristrutturazione degli anni '90 del 1900, che ha sostituito il tetto originale costituito da falde piane ricoperte da coppi rossi)]]
[[File:Tabula Peutingeriana - Istra.JPG|thumb|upright=1.7|La città di ''Tergeste'' risulta chiaramente indicata anche sulla [[Tavola Peutingeriana]], che raffigura l'[[Impero romano]] in epoca augustea. In particolare, l'ipotesi più probabile vuole che il nome della città giuliana sia di origine preromana]]
L'[[etimologia]] del nome ''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]'' è di [[Popoli dell'Italia antica|origine preromana]] con [[Lingue preindoeuropee|base preindoeuropea]]: ''terg'' in [[Lingua illirica|antico illirico]] significa "mercato", mentre il suffisso -''este'' è tipico della [[lingua venetica]] (da non confondersi con la moderna [[lingua veneta]]), idioma parlato dagli antichi [[Veneti]], [[popolazione indoeuropea]] stanziata nell'Italia nordorientale.<ref>Cfr. il sito {{cita web |url=http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S194.html |titolo=Archeologica |editore=Ministero per i Beni e le Attività Culturali |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060214134024/http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S194.html }}</ref> Il termine ''terg'' si ritrova anche nella [[lingua slava ecclesiastica antica]] nella forma tьrgъ con il medesimo significato, ovvero "mercato" (in sloveno, serbo e croato "mercato" si traduce invece ''trg'' oppure ''tržnica'', mentre in polacco ''targ'' e in [[Lingue germaniche settentrionali|scandinavo antico]] ''torg'').
Un'ipotesi alternativa, tuttavia rigettata dalla recente storiografia, che tenta di spiegare l'origine del nome ''Tergeste'', riportata per la prima volta dal [[geografo]] di [[età augustea]] [[Strabone]], vorrebbe che questo [[toponimo]] derivi dal latino ''Tergestum'', poi [[Traslitterazione|traslitterato]] in ''Tergeste''. Le vicende storiche che giustificherebbero l'etimologia latina di ''Tergeste'' sono legate al fatto che i [[Legione romana|legionari romani]] avrebbero dovuto combattere tre battaglie per avere ragione delle popolazioni indigene abitanti l'antico insediamento preromano: ''Tergestum'' sarebbe infatti la contrazione di ''Ter-gestum bellum'' (dal latino ''ter'' = "tre volte" e ''gerere bellum'' = "far guerra", da cui il participio passato ''gestum bellum'').
I nomi moderni di Trieste, nelle lingue storicamente parlate nella città giuliana, sono ''Trieste'' in [[Lingua italiana|italiano]], ''Tergestum'' o ''Tergeste'' in [[Lingua latina|latino]], ''Trst'' in [[Lingua slovena|sloveno]] e in [[Lingua croata|croato]], ''Triest'' in [[Lingua tedesca|tedesco]], ''Trieszt'' in [[Lingua ungherese|ungherese]] e ''Трст/Trst'' in [[Lingua serba|serbo]]. Per quanto riguarda gli idiomi locali, le denominazioni della città giuliana sono ''Trièst'' in [[dialetto tergestino]] e ''Trieste'' in [[dialetto triestino]] e in [[lingua veneta]].
Il nome sloveno della città, ''Trst'', significa anche "canneto".
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Trieste
[[File:Rimsko gledalisce v Trstu.jpg|thumb|center|upright=3|Il [[Teatro romano di Trieste]], che si trova sotto la [[San Giusto (Trieste)|collina di San Giusto]]]]
=== Dalla preistoria all'epoca romana ===
{{vedi anche|Tergeste (città antica)}}
[[File:Slivia - Castelliere.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Slivia]], resti dell'antico [[castelliere]]]]
[[File:Tor Cucherna 001.jpg|thumb|upright=1.2|Salendo lungo il [[San Giusto (Trieste)|pendio del colle di San Giusto]] si incontra ''Tor Chucherna'', l'unica torre di osservazione rimasta della cinta delle antiche mura romane di Trieste]]
Il territorio dove attualmente sorge la città di Trieste e il suo retroterra carsico divennero sede stabile dell'uomo durante il [[Neolitico]], periodo della [[Preistoria]] che corrisponde all'ultimo dei tre che costituiscono l'[[Età della pietra]]. A partire dalla tarda [[Età del bronzo]], intorno al [[II millennio a.C.]], iniziò a svilupparsi nella zona la [[Cultura dei castellieri]], gruppo etnico di incerta origine ma probabilmente [[Europa Antica|pre-indoeuropeo]] e sicuramente proveniente dal mare.
Forse i castellieri erano di origine [[illiri]]ca, [[popolazione indoeuropea]] stanziata nell'antichità nella [[penisola balcanica]] nord-occidentale ([[Illiria]] e [[Pannonia]]) e lungo una parte della costa sud-orientale della [[penisola italiana]] ([[Messapi]]a).
Dopo il [[X secolo a.C.]] è documentata la presenza sul Carso dei primi nuclei di indoeuropei, costituiti da comunità di [[Istri]], che tuttavia, con ogni probabilità, non furono i primi abitatori della futura Trieste. Fra il [[X secolo a.C.|X]] e il [[IX secolo a.C.]] essi entrarono in contatto con un'altra etnia indoeuropea, gli [[antichi Veneti]], da cui Trieste venne poi notevolmente influenzata culturalmente.
La fondazione del primo nucleo della moderna Trieste nell'area del moderno centro storico sembrerebbe imputabile al popolo dei Veneti, come testimoniato dalle radici [[Lingua venetica|venetiche]] di parte del nome (in particolare il [[suffisso]] -''este'', mentre il [[Prefisso (linguistica)|prefisso]] ''terg-'' deriva, come già accennato, dall'[[Lingua illirica|antico illirico]]) e soprattutto da importanti reperti scoperti all'interno del perimetro del centro storico della città.<ref>Ezio Godoli, ''Le Città nella Storia d'Italia, Trieste'', Editori Laterza, Roma-Bari, 1984, p. 4</ref>
[[File:Arcoromano.jpg|thumb|upright=1.2|left|L'Arco di Riccardo]]
Tuttavia [[Strabone]], importante [[Geografia|geografo]] dell'[[età augustea]], nella sua ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]''<ref>[[Geografia (Strabone)|Geogr.]], V, 1, 9; VII, 5, 2</ref> fece risalire la fondazione di ''Tergeste'' alla tribù [[celti]]ca dei [[Carni]], popolo storicamente stanziato nella [[Alpi Orientali|regione alpina orientale]], e la definisce ''[[phrourion]]'', ossia un avamposto militare con funzioni di difesa e di snodo commerciale.<ref>Ezio Godoli, ''op. cit.'', p. 4.</ref>
[[File:San Giusto 09.jpg|thumb|upright=1.2|Resti della basilica forense romana presso la cattedrale di San Giusto]]
Gli storici sono concordi sul fatto che successivamente la romana ''Tergeste'' divenne un ''[[castrum]]'',<ref>{{cita|Strabone|V, 1.10}}.</ref> ossia un [[accampamento]] nel quale risiedevano stabilmente truppe dell'[[esercito romano]]: per tale motivo diventò anche un importante porto militare.<ref>Artemidoro fr. 9; {{cita|Cesare, ''De bello gallico''|VIII, 24}}; {{cita|Strabone|V, 1.9; VII, 5.2}}; {{cita|Velleio Patercolo|II, 110.4}}; {{cita|Tolomeo|I, 15.3; III, 1.27}}.</ref>
Con la conquista militare dell'Illiria da parte degli antichi Romani (i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri, che avvenne nel [[221 a.C.]], la fondazione di [[Aquileia]] nel [[181 a.C.]] e la guerra istrica del [[178 a.C.|178]]-[[177 a.C.]]) ebbe inizio un processo di [[Romanizzazione (storia)|romanizzazione]] e assimilazione delle popolazioni preesistenti.
''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]'' fu [[Colonia (insediamento)|colonizzata]] durante la metà del I secolo a.C., verso la fine dell'[[Repubblica romana|età repubblicana]], entrando poi a far parte della ''[[Regio X Venetia et Histria]]'', una delle ''[[Regioni dell'Italia augustea|regiones]]'' in cui [[Augusto]] divise l'Italia nel [[7 d.C.]]
''Tergeste'' si affacciava sull'[[Golfo di Trieste|omonimo golfo]] nella parte più settentrionale dell'[[Alto Adriatico]]. Il territorio cittadino era occupato prevalentemente da un pendio collinare che diventava montagna anche nelle zone limitrofe all'abitato, che si trovava infatti ai piedi di un'imponente scarpata che dall'[[Carso|altopiano del Carso]] digradava bruscamente verso il mare. È probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]].
In seguito alla conquista romana di ''Tergeste'', avvenuta intorno al [[II secolo a.C.]], la località divenne ''[[Municipio (storia romana)|mūnǐcǐpǐum]]'' di [[diritto latino]] con il [[Nomi latini delle città italiane|nome]] di ''Tergeste'', sviluppandosi e acquisendo una netta fisionomia urbana già in [[epoca augustea]]. Ottenne lo status di ''[[Colonia romana|colonia]]'' della ''[[Tribù (storia romana)|tribus]]'' ''[[Pupinia]]'' probabilmente dopo la [[battaglia di Filippi]] ([[42 a.C.|42]]-[[41 a.C.]]).<ref>{{cita|Plinio il Vecchio|III, 127}}.</ref>
[[File:Trieste - Teatro Romano 01.jpg|thumb|upright=1.2|I resti del teatro romano di Trieste]]
''Tergeste'' ottenne, durante il [[Principato (storia romana)|principato]] di [[Vespasiano]], lo status di ''[[civitas]]'',<ref>{{cita|Plinio il Vecchio|III, 22.15}}.</ref> raggiungendo poi la sua massima espansione durante il principato di Traiano arrivando ad avere una popolazione, secondo [[Pietro Kandler]], di {{formatnum:12.000}}–{{formatnum:12.500}} abitanti,<ref>Ezio Godoli, ''op. cit.'', p. 8</ref> consistenza demografica che Trieste raggiungerà nuovamente solo negli anni sessanta del [[XVIII secolo]]. Nella parte bassa del [[San Giusto (Trieste)|colle di san Giusto]], verso il mare, è ancora oggi possibile osservare i resti dell'antica ''Tergeste'' romana, nonostante le numerose costruzioni moderne che ne coprono, in parte, la visuale.
Nel corso dell'inverno del 53-52 a.C.,<ref>Cesare, ''[[De bello Gallico]]'', VII, 1.1.</ref> [[Giulio Cesare]] soggiornò ad ''[[Aquileia romana|Aquileia]]'' insieme alla ''[[Legio XV (Cesare)|legio XV]]'', dopo che la città era stata attaccata, insieme a ''Tergeste'', dagli [[Iapidi]].<ref>[[Aulo Irzio]], ''[[De bello Gallico]]'', VIII, 24.3; [[Appiano di Alessandria]], ''Guerra illirica'', pp. 18 e 52.</ref> Durante l'inverno successivo del 52-51 a.C., la ''legio XV'' venne inviata a svernare insieme alla ''[[legio VII (Cesare)|legio VII]]'' e alla [[cavalleria (storia romana)|cavalleria]] con [[Tito Labieno]] e il suo luogotenente, [[Marco Sempronio Rutilo]], tra i [[Sequani]] a ''[[Vesontio]]''. Per tali fatti gli abitanti di ''Tergeste'' sono citati nel ''[[De bello Gallico]]'' di Giulio Cesare:
{{citazione|[...] Cesare chiamò [[Tito Labieno]], che mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella [[Gallia Cisalpina]] a tutela delle colonie dei cittadini romani per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subìto irruzioni e rapine. [...]|''[[De bello Gallico]]'', [[Giulio Cesare]], 8.24}}
''Tergeste'' si sviluppò e prosperò in piena età imperiale. Il nucleo abitativo, nel [[33 a.C.]], venne cinto da alte mura (''murum turresque fecit'', "vennero innalzate mura e torri": oggi è ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto [[Arco di Riccardo]]) da [[Augusto|Ottaviano Augusto]], e arricchito di importanti costruzioni quali il [[Foro (urbanistica)|foro]] e il [[Teatro romano di Trieste|teatro]].
=== Il Medioevo ===
[[File:Loe1857 pg006 Triest im XVI Jahrhundert.jpg|thumb|left|upright=1.2|Trieste nel XVI secolo]]
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] Trieste conobbe un periodo di forte decadimento, riducendosi a un piccolo villaggio di pescatori. Passò sotto il controllo dell'[[Impero bizantino]] fino al [[788]] (in questo periodo nacque la [[traslitterazione]] del suo nome in [[greco bizantino]], {{polytonic|Τεργέστη}}), quando venne occupata dai [[Franchi]]. Risale a quall'epoca la redazione del [[Placito del Risano]], un documento che riassume, in qualità di verbale di arbitrato o accordo,<ref name=rh>{{Cita pubblicazione |autore=Reinhart Härtel |titolo=Procedura orale e documentazione scritta nel Placito di Risano e in altri documenti giudiziari fra Danubio e mare Adriatico |rivista=Acta Histriae |anno=2005 |volume=13 |numero=1 |url=http://www.dlib.si/stream/URN:NBN:SI:DOC-NX329FBX/3628a92f-e9ce-4bc4-a5ff-235dec99aed2/PDF}}</ref> un'assemblea giudiziaria svoltasi nell'anno 804 in una località lungo il [[Risano (fiume)|fiume Risano]], nei pressi di [[Capodistria]]. È la più antica testimonianza scritta riguardante la presenza di popolazioni slave in [[Istria]] nelle immediate vicinanze di Trieste.<ref name="Jez1994" /><ref>{{cita web |url=http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=11 novembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120824021812/http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm }} Liceo F. Petrarca – Trieste - a.s. 2001/2002 - Il Carso tra natura e cultura</ref> La [[diocesi di Trieste]], fondata nel [[VI secolo]], ottenne, nel [[948]], anche il pieno [[potere temporale]] sul proprio territorio. Tale periodo, il [[Dominio vescovile a Trieste|dominio vescovile di Trieste]], durò fino al [[1295]]. In seguito alla soppressione del [[patriarcato di Aquileia]] del [[1751]], divenne suffraganea dell'[[arcidiocesi di Gorizia]].
Nel [[1098]] Trieste risultava già diocesi vescovile con il nome latino di ''Tergestum''. Nel [[XII secolo]] la città divenne un [[Comune medievale|Libero Comune]], e per i successivi tre secoli si alternarono al controllo della città la [[Repubblica di Venezia]], la [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca|contea di Gorizia]] e il [[Patriarcato di Aquileia]].
Nel [[1368]] entra in [[Guerra di Trieste|conflitto con Venezia]] in seguito a un grave episodio di violenza perpetrato contro una [[galea]] della [[Serenissima]] ormeggiata nel porto della città, e a causa di questo deve prima accettare la sottomissione all'Austria, per poi essere venduta dalla stessa alla Repubblica marinara.
Nel [[1380]], durante la [[Guerra di Chioggia]], viene occupata dalla [[Stato patriarcale di Aquileia|Patria del Friuli]], e con il [[Pace di Torino (1381)|trattato di Torino]] viene costretta a prestare atto di dedizione ad [[Aquileia]]. Con la morte del patriarca di Aquileia [[Marquardo di Randeck]] nel [[1381]], il Capitano del castello di Duino Ugo VI detto Ugone, al servizio del Duca d'Austria, riesce a influenzare il Consiglio Cittadino convincendolo a sottomettersi per la seconda volta al dominio di [[duca d'Austria|Leopoldo III d'Asburgo]] (seconda dedizione). La resa della città viene firmata a [[Graz]] nel [[1382]]: viene mantenuta l’autonomia comunale, non più però sotto un [[Podestà (medioevo)|podestà]] elettivo, ma sotto un capitano nominato dallo stesso [[Duca d'Austria]], ruolo questo che sarà ricoperto proprio da Ugone. Altre fonti citano invece l'atto di "dedizione" al duca d'Austria voluto da parte del Consiglio Comunale nel 1382, per mantenere la propria autonomia rispetto a una posizione di sottomissione rispetto a Venezia.
La nuova situazione politica della città, di relativa tranquillità, permise a Trieste, nella prima metà del Quattrocento, un buono sviluppo commerciale, che la condusse però nel [[1463]] a scontrarsi con la Repubblica di Venezia. La città richiese il supporto degli Asburgo contro la Serenissima, ma l'Imperatore [[Federico III d'Asburgo]] non solo non intervenne, ma fece ritirare il suo capitano e la guarnigione, lasciando che l'esercito veneziano mettesse a ferro e fuoco la città, distruggesse le saline e devastasse le campagne.
La ribellione nei confronti della Casa d'Austria, che non aveva mantenuto il rispetto dei patti stipulati con il Libero Comune, non si fece attendere. Il capo della fazione imperiale Giannantonio Bonomo e i suoi accoliti vennero banditi dalla città; il Consiglio Cittadino elesse al suo posto Cristoforo Cancellieri, un valoroso soldato.
I fuoriusciti si radunarono nel [[castello di Duino]] pianificando la reazione, trovando appoggio in Nikla Luogar della Jama, capitano di [[Vipacco]] e uomo fidato di Federico III. Nella notte di Capodanno del [[1468]] le porte fortificate di Trieste furono aperte dal traditore Nicolò Massaro, permettendo loro di cogliere di sorpresa i corpi di guardia e di occupare la città senza possibilità di opposizione. Cristoforo Cancellieri riuscì a fuggire, ma molti furono raggiunti nella fuga o arrestati nei loro letti.
I prigionieri vennero rinchiusi nella torre del castello di Duino e le loro case furono saccheggiate. Nikla Luogar fece incarcerare i tre giudici Rettori imponendone altri a sua scelta, e cominciò a sovvertire completamente gli ordinamenti cittadini. Il 9 febbraio 1468 venne nominato da Federico III Capitano imperiale.
Nikla Luogar della Jama assoggettò il Consiglio Cittadino ai suoi voleri, abolì ogni forma dell'antico statuto e applicò di persona la giustizia punitiva. Il 28 maggio del [[1468]] fece votare al Consiglio la totale abolizione degli antichi diritti cittadini. Il nuovo patto di sottomissione venne fatto recare a Graz all'Imperatore, che accettò compiaciuto la nuova dedizione.
Trieste fu risparmiata dagli attacchi dell'[[Impero ottomano]], la cui azione militare più importante fu un'incursione diretta in [[Friuli]] nel 1470, durante la quale fu incendiata [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], oggi quartiere periferico triestino, che dista {{TA|8 km}} dal centro cittadino.<ref>Gabrio De Szombathely, ''Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste'' (op. cit.)</ref>
[[File:Mesto Trst-Valvasor-2.jpg|thumb|upright=1.2|Trieste nel XVII secolo. Si nota la coltura alta della vite di Prosecco ad ''arbustum gallicum'', ossia accoppiata ad alberi]]
La presenza di numerosi documenti dedicati alla viticoltura nella Trieste medievale testimonia l'importanza che questa attività aveva nell'economia cittadina. Infatti, sino allo sviluppo dell'attività mercantile marittima che seguì alla proclamazione del [[porto franco (economia)|porto franco]] di Trieste, buona parte degli abitanti del piccolo borgo fortificato si dedicava alla viticoltura, che era praticata su tutto il territorio comunale, in particolare sul terreno marnoso-arenaceo che si trova a ridosso della città, soprattutto nelle zone più soleggiate.
Trieste era quindi un borgo fortificato circondato da vigneti, caratteristica riprodotta in numerose stampe d'epoca e descritta da molti viaggiatori stranieri. Il ruolo assolutamente centrale che il vino aveva nell'economia triestina è comprovato dalla presenza, sia in ambito ecclesiastico che civile, di [[decime]] e di altri sistemi basati sul computo della [[redditività]] delle vigne.<ref>Fulvio Colombo, Renzo Arcon (a cura di), ''Quaternus domorum et decimarus civitatis Tergesti. Quaderno delle case e delle decime della città di Trieste'', Deputazione di Storia patria per la Venezia Giulia, Trieste 2009.</ref>
Il più importante prodotto della secolare viticoltura triestina è il [[Prosecco (vino)|vino Prosecco]], che ha preso il nome dal [[Castello di Moncolano|castello di Prosecco]]. Sul documento più antico che lo cita viene menzionato come ''castellum nobile vino [[Pucino|Pucinum]]''. La produzione di questo vino si allargò ben presto oltre i confini comunali triestini, diffondendosi nel goriziano, in [[Friuli]], in [[Dalmazia]] e soprattutto in [[Veneto]], dove si sviluppò sino a diventare uno dei vini più famosi al mondo.
Contemporaneamente la sua produzione cessò sia a Trieste che nel [[Carso triestino]], per riprendere a partire dall'inizio del XXI secolo grazie alla riorganizzazione del comparto vinicolo della regione Friuli-Venezia Giulia<ref>Fulvio Colombo, ''Prosecco patrimonio del nordest'', Luglio editore, Trieste 2014.</ref>.
=== Epoca austriaca ===
{{Vedi anche|Città imperiale di Trieste e dintorni}}
[[File:Triest Plan 1718.JPG|thumb|left|upright=1.2|Trieste prima dell'istituzione del porto franco. Il [[Borgo Teresiano]] è ancora costituito da saline, mentre attorno alla Cittavecchia vi sono solo aree agricole]]
Nel [[1719]] [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI d'Austria]] potenziò l'allora piccolo villaggio di Trieste istituendo il [[porto franco (economia)|porto franco]], i cui diritti vennero estesi durante il regno di [[Maria Teresa d'Austria]], sua succeditrice, prima al ''Distretto Camerale'' ([[1747]]) e poi a tutto il territorio cittadino ([[1769]]).
Maria Teresa d'Austria, che salì al trono nel [[1740]], grazie a un'attenta politica economica tracciò la via che permise a Trieste di divenire nel corso del tempo uno dei principali [[Porto di Trieste|porti europei]] e il più importante dell'[[Impero austriaco]]. In età teresiana il governo austriaco investì capitali ingenti nell'ampliamento e nel potenziamento dello scalo.
Fra il [[1758]] e il [[1769]] furono approntate opere a difesa del molo e venne eretto un forte. Nelle immediate vicinanze del porto sorsero la [[Borsa valori]] (all'interno del Palazzo municipale, attorno al [[1755]]), a cui fu poi [[Piazza della Borsa (Trieste)|dedicata una piazza]], il ''Palazzo della Luogotenenza'' ([[1764]]), oltreché un grande magazzino e il primo [[cantiere navale]] di Trieste, noto come lo ''Squero di san Nicolò''. [[File:Triest Plan 1857 Lloyd Reiseführer.JPG|thumb|upright=1.2|Trieste nel 1857, 138 anni dopo la proclamazione del porto franco, al momento dell'arrivo della ferrovia]]
In quegli anni iniziò a essere edificato il [[Borgo Teresiano]], che dell'imperatrice porta ancora il nome, per ospitare una popolazione che in città era in crescente aumento e che alla fine del secolo avrebbe raggiunto i 30.000 abitanti circa,<ref>Elio Apih, ''Trieste'', Roma-Bari, Editori Laterza, p. 11</ref> sei volte superiore a quella presente un centinaio di anni prima. Il notevole sviluppo demografico della città fu dovuto, in massima parte, all'arrivo di numerosi immigrati provenienti per lo più dal bacino adriatico ([[istria]]ni, [[Veneto|veneti]], [[Dalmazia|dalmati]], [[Friuli|friulani]], [[Slovenia|sloveni]]) e – in minor misura – dall'Europa continentale ([[austria]]ci, [[Ungheria|ungheresi]]) e balcanica ([[Serbia|serbi]], [[Grecia|greci]], ecc.).
In un rapporto inviato all'imperatrice Maria Teresa, il conte Nikolaus von Hamilton, che ricoprì la carica di Presidente dell'Intendenza della città di Trieste dal 1750 al 1764, descrisse nel seguente modo l'uso delle lingue parlate dagli abitanti di Trieste:
{{citazione| Gli abitanti usano tre diverse lingue: l'italiano, il tergestino e lo sloveno. La particolare lingua triestina, usata dalle persone semplici, non viene capita dagli italiani; molti abitanti in città e tutti quelli del circondario parlano sloveno<ref>Paolo Merkù, ''La presenza slovena nella città preemporiale''. In R. Finzi/G. Panjek/L. Panariti: Storia economica e sociale di Trieste, vol. 1, pp. 288-289</ref>}}
[[File:Triest 1885.jpg|thumb|upright=1.2|left|Trieste nel 1885]]
Trieste fu occupata per tre volte dalle truppe di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]: nel [[1797]], nel [[1805]] e nel [[1809]]. In questi brevi periodi la città perse definitivamente l'antica autonomia, con la conseguente sospensione dello ''status'' di porto franco.
La prima occupazione francese fu molto breve, in quanto iniziò nel marzo 1797 concludendosi dopo due mesi, nel maggio successivo. Spaventata dall'imminente arrivo delle truppe napoleoniche, parte della popolazione abbandonò la città. Chi era rimasto era pronto a sollevarsi contro i soldati francesi. Calmierata la situazione, Napoleone visitò Trieste il 29 aprile successivo.
A maggio 1797 le [[Armée de terre|truppe francesi]] lasciarono la città in virtù del [[trattato di Leoben]].<ref name="Tedesco 2018">{{cita|Tedesco 2018}}.</ref>
La seconda occupazione francese iniziò a dicembre 1805 concludendosi a marzo 1806. Nonostante la brevità delle prime due occupazioni, le idee democratiche portate dalle truppe napoleoniche iniziarono a diffondersi anche a Trieste, dove cominciò a maturare la coscienza di una [[Irredentismo italiano|identità nazionale italiana]].<ref>{{cita|Migliorini 2014}}.</ref>
[[File:Litorale austriaco 1897.jpg|thumb|Mappa del 1897 del [[Litorale austriaco]], di cui Trieste era capoluogo]]
La terza occupazione francese ebbe inizio il 17 maggio 1809. A partire dal 15 ottobre Trieste venne inglobata nelle [[Province illiriche]], governatorato francese costituente un'[[exclave]] della [[Francia|Francia metropolitana]], che comprendevano anche la [[Carinzia]], la [[Carniola]], il [[Goriziano]], l'[[Istria]] veneta, l'Istria asburgica, parte della [[Croazia]] e la [[Dalmazia]]. L'occupazione francese si concluse l'8 novembre 1813 in seguito alla [[battaglia di Lipsia]].<ref name="Tedesco 2018"/>
Ritornata agli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] nel [[1813]], Trieste continuò a svilupparsi, anche grazie all'apertura della ferrovia con [[Vienna]] nel [[1857]]. Negli anni sessanta dell'Ottocento Trieste fu elevata al rango di capoluogo di ''Land'' della regione del [[Litorale austriaco]] (''Oesterreichisches Küstenland''). Successivamente la città divenne, negli ultimi decenni dell'[[XIX secolo|Ottocento]], la quarta realtà urbana dell'[[Impero austro-ungarico]], dopo [[Vienna]], [[Budapest]] e [[Praga]].
Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della [[Cisleitania]], denominazione non ufficiale della metà occidentale dell'[[Impero austro-ungarico]], un tempo facente parte del [[Sacro Romano Impero]], Trieste divenne il primo porto dell'Impero austro-ungarico. La città giuliana diventò un centro fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligioso, come dimostra il censimento ufficiale austriaco del 31 dicembre 1910: il 51,83% della popolazione del comune (e il 59,46% del centro storico) era [[Italofonia|italofono]], a cui si aggiungevano gli [[italiani]] immigrati dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], che erano considerati stranieri (il 12,9% degli abitanti del centro storico), il 24,79% degli abitanti era di lingua slovena (il 12,64% degli abitanti del centro storico), l'1,04% di lingua tedesca (il 1,34% degli abitanti del centro storico), mentre si contavano molte comunità minori: [[serbi]], [[croati]], [[armeni]], [[ebrei]], [[greci]], [[ungheresi]], [[inglesi]] e [[svizzeri]].<ref>{{Cita web|url=http://www.kozina.com/premik/1910-02.pdf|titolo=Censimento austriaco del 1910|sito=kozina.com|accesso=12 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131220202023/http://www.kozina.com/premik/1910-02.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
{| class="wikitable"
|+Censimenti comune Trieste<ref>{{Cita web|url=https://anno.onb.ac.at/cgi-content/anno-plus?aid=ors&datum=0001&page=282&size=24|titolo=ÖNB-ANNO - Österreichische Statistik, 1880-|sito=anno.onb.ac.at|accesso=5 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://drive.google.com/file/d/13BSpAtRR2qhrUS9wB_MKxidnkI12ONxc/view?usp=embed_facebook|titolo=VG.pdf|sito=Google Docs|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>
!Anno
!Totale
!%italiani
!%sloveni
!%tedeschi
|-
|1880
|120515
|73,76%
|21,79%
|4,27%
|-
|1910
|229510
|51,83%
|24,79%
|5,04%
|-
|1921
|238655
|84,80%
|7,61%
|ignoto
|}
Nel XVIII secolo in città il [[dialetto triestino]], [[dialetto veneto coloniale]] parlato anche in buona parte della moderna [[provincia di Trieste]] e nell'attuale [[provincia di Gorizia]]<ref group="N">. I secolari contatti della città con culture e lingue diverse ha facilitato tuttavia l'introduzione di alcuni termini, di origine per lo più [[Lingua tedesca|tedesca]] e [[Lingua slovena|slovena]] e, in minor misura, [[Lingua friulana|friulana]] e [[Lingua croata|croata]] (ma anche [[Lingua ungherese|ungherese]], [[Lingua greca|greca]], [[Lingua ebraica|ebraica]], [[Lingua francese|francese]] e persino [[Lingua turca|turca]] e di altre lingue), nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, ''Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino'' Trieste, Borsatti, 1954.</ref>, sostituì il [[dialetto tergestino]], antico dialetto locale [[lingue retoromanze|retoromanzo]] con una forte correlazione con la [[lingua friulana]].
=== L'irredentismo italiano ===
{{Vedi anche|Irredentismo italiano|Questione adriatica}}
[[File:Serenissima.png|thumb|center|upright=4|Cartina della [[Dalmazia]] e della [[Venezia Giulia]] con i confini previsti dal [[Patto di Londra]] (linea rossa) e quelli invece effettivamente ottenuti dall'Italia (linea verde). In fucsia sono invece indicati gli antichi domini della [[Repubblica di Venezia]]]]
Trieste fu – insieme a [[Trento]] – uno dei maggiori centri dell'[[irredentismo italiano]], [[Movimento (sociologia)|movimento]] [[Libertà di pensiero|d'opinione, espressione]] dell'aspirazione [[italia]]na a perfezionare territorialmente la propria [[unità nazionale]], liberando le terre soggette al dominio straniero,<ref>{{Cita web |autore=Francesco Bruni |url=http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/schede/irriden.htm |voce=Irredentismo |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090330070238/http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/schede/irriden.htm |titolo=Storia della Lingua Italiana |citazione=Con "irredentismo" si designa l'aspirazione di un popolo a completare sul piano territoriale la sua unità nazionale, liberando le terre soggette al dominio straniero. La paternità di questa parola va attribuita al patriota e uomo politico Matteo Renato Imbriani, che nel 1877, ai funerali del padre Paolo Emilio, usò l'espressione "terre irredente", ovvero non salvate; subito dopo, un giornalista viennese lo definì "irredentista" per dileggiarlo.}}</ref> che fu particolarmente attivo tra gli ultimi decenni del [[XIX secolo]] e i primi del [[XX secolo]] in tutti i territori compresi nella [[regione geografica italiana]] o popolati da [[italofonia|italofoni]], oppure collegati all'Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali.
[[File:Triest MKL Bd. 15 1890 (128662967).jpg|thumb|left|upright=1.2|Mappa austriaca di Trieste (1890)]]
Come conseguenza della [[terza guerra d'indipendenza italiana]] (1866), che portò all'annessione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], l'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le già citate correnti irredentiste, arrivando anche a [[Fatti di Trieste|scontri]]. In particolare, durante la riunione del Consiglio dei ministri del 12 novembre 1866, l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla ''germanizzazione o alla slavizzazione'' delle aree dell'Impero, con l'obiettivo di sradicare l'[[Italiani|etnia italiana]]:
{{Citazione|Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel [[Tirolo del Sud]], in [[Dalmazia]] e sul [[Litorale austriaco|Litorale]] per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua Maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.|[[Francesco Giuseppe I d'Austria]], consiglio della Corona del 12 novembre 1866<ref>''Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi'', Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971</ref><ref>{{cita libro |autore=Jürgen Baurmann|autore2=Hartmut Gunther|autore3=Ulrich Knoop| titolo=Homo scribens : Perspektiven der Schriftlichkeitsforschung | anno= 1993 | editore= | città= Tübingen|ISBN= 3-484-31134-7|p=279|lingua=de|url=https://books.google.com.au/books?id=l3tCTXoeAysC&pg=279}}</ref>}}
I prodromi a questa decisione si ebbero dopo la [[seconda guerra d'indipendenza italiana]], da cui conseguì l'incorporazione della [[Lombardia]] al [[Proclamazione del Regno d'Italia|nascituro Stato italiano]] ([[1859]]). In seguito a questo evento, il governo austriaco favorì il formarsi di una [[Sloveni|coscienza nazionale slovena]] allo scopo di contrastare l'irredentismo italiano. La presa di coscienza dell'identità slovena fece aumentare la regressione dell'uso della [[lingua italiana]], che pur conservò un notevole prestigio per tutto il periodo austriaco, cosa che terminò alla fine della [[prima guerra mondiale]] con l'annessione di Trieste all'Italia, dopo della quale l'italiano diventò l'unica lingua ufficiale.
[[File:Litorale 1.png|thumb|upright=2.0|'''Modifiche al confine orientale italiano dal 1920 al 1975'''.
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{{legenda|#ffff00|Aree del [[Litorale austriaco]], della [[Carinzia]] e della [[Carniola]] assegnate all'Italia nel 1920 con il [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] (con ritocchi del suo confine nel 1924 dopo il [[Trattato di Roma (1924)|trattato di Roma]]):}}
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{{legenda|#10FF20|Aree annesse definitivamente all'Italia nel 1920}}
{{legenda|#00fa9a|Aree annesse al Regno d'Italia nel 1920, passate al [[Territorio Libero di Trieste]] nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]] e assegnate all'Italia nel 1975 con il [[trattato di Osimo]]}}
{{legenda|#eee8aa|Aree annesse al Regno d'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]] e assegnate alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo}}
{{legenda|#ffff00|Aree annesse al Regno d'Italia nel 1920 e poi assegnate alla Jugoslavia nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]]}}]]
Nella città, durante le manifestazioni pro-Italia che seguirono a una petizione firmata da {{formatnum:5.858}} cittadini verso l'Inclito Consiglio della città che richiedeva il diritto di insegnamento della lingua italiana nelle scuole statali, avvenute tra il 10 e il 12 luglio 1868, scoppiarono scontri e violenze nelle strade principali cittadine, con gli sloveni locali arruolati fra i soldati asburgici, che provocarono la morte dello studente Rodolfo Parisi, ucciso con 26 colpi di baionetta, e di due operai, Francesco Sussa e Niccolò Zecchia.<ref>Vedi pag. 10 in Guerrino Guglielmo Corbanese, ''Il Friuli, Trieste e l'Istria: Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del novecento'', Del Bianco ed., 1999</ref><ref>Vedi pag. 162 in Luigi Carnovale, ''Why Italy entered into the great war'', Italian-American publishing company, 1917.</ref>
Il 13 febbraio del [[1902]] iniziò uno sciopero generale a favore dei fuochisti del [[Lloyd Triestino|Lloyd]]. Il governo austriaco, in accordo con il governatore di Trieste [[Leopold von Goess]], temendo una saldatura tra il partito socialista triestino prevalentemente di etnia italiana ed elementi irredentisti, proclamò il 14 febbraio lo stato d'assedio e la legge marziale.
Durante lo svolgersi della manifestazione, intervenne la 55ª brigata di fanteria agli ordini del generale [[Franz Conrad von Hötzendorf]], che procedette a una violenta repressione, ordinando ai suoi uomini di caricare la folla con le baionette e concludendo l'azione con varie scariche di fucile ad altezza d'uomo. Quattordici persone rimasero uccise nell'azione e oltre 200 ferite.
Nel [[1909]] il governatore austriaco [[Konrad zu Hohenlohe-Schillingsfürst]] proibì l'uso della lingua italiana in tutti gli edifici pubblici e con un altro [[Decreti Hohenlohe|decreto]] del 1913 l'[[Austria]] estromise ufficialmente gli italiani dalle amministrazioni comunali e dalle aziende municipalizzate.<ref name="treccani">''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (Vol. III, pag. 730), Roma, Ed. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, 1970.</ref> Anche Trieste fu coinvolta nel processo di [[croatizzazione]] della [[Venezia Giulia]], che avvenne durante la dominazione austro-ungarica. Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'Impero più fedele alla Corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e rivoluzionarie.
{{Tabella a barre
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|float = sinistra
|titolo = Ripartizione sulla base della [[madrelingua]] d'uso<br/>su un totale di {{formatnum:229510}} abitanti del comune di Trieste<br/>(comprendente anche le località limitrofe al centro)<br/>secondo il censimento ufficiale austriaco del 1910
|barratitolo = #ddd
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{{barra percentuale|lingua italiana (118.959)|green|51.8}}
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{{barra percentuale|lingua tedesca (11.856)|red|5.2}}
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}}
Agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] il gruppo [[etnia|etnico]] sloveno di Trieste conobbe una fase di ascesa demografica, sociale ed economica. Ciò spiega come l'irredentismo assunse spesso, nella città giuliana, dei caratteri marcatamente anti-slavi, che vennero perfettamente incarnati dalla figura di [[Ruggero Timeus]]. Allo scoppio della prima guerra mondiale 128 triestini si rifiutarono di combattere sotto le bandiere austro-ungariche e – subito dopo l'[[Italia nella prima guerra mondiale|entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi centrali]] – si arruolarono nel [[Regio Esercito]] italiano.
Fra i volontari che persero la vita nel corso del conflitto<ref group=N>Le informazioni sul numero dei volontari e quello relativo ai deceduti sono tratte da: Elio Apih, ''op. cit.'' p. 99.</ref> si ricordano gli scrittori e gli intellettuali [[Scipio Slataper]], [[Ruggero Timeus]] e Carlo Stuparich, fratello del più noto [[Giani Stuparich]]. Primo esponente di tale movimento è considerato il triestino Wilhelm Oberdank, successivamente italianizzato in [[Guglielmo Oberdan]], che, per aver ordito un complotto per uccidere l'imperatore d'Austria [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] e trovato in possesso di due [[Bomba all'Orsini|bombe Orsini]], fu processato ed impiccato nella sua città natale il 20 dicembre [[1882]].
Particolarmente attivi sul fronte delle idee e della propaganda furono i fuoriusciti triestini in Italia e in Francia, dove ebbero un ruolo di primaria importanza nella fondazione, a Roma, di un Comitato centrale di propaganda dell'Alto Adriatico ([[1916]]) e, a Parigi, dell'associazione ''Italia irredenta''. Tutti i membri degli organi direttivi del Comitato erano triestini, ad eccezione del [[Dalmati italiani|dalmata italiano]] Alessandro Dudan.<ref>[[Marina Cattaruzza]], ''L'Italia e il Confine Orientale'', Bologna, Società editrice Il Mulino, 2007, p. 97</ref>
=== La prima guerra mondiale e la prima annessione all'Italia ===
Tra il 1915 e il 1917, durante la [[prima guerra mondiale]], il [[Servizio Aeronautico]] italiano bombardò Trieste in diverse occasioni, causando numerose vittime tra la popolazione civile. Il 4 novembre del [[1918]], al termine del conflitto, che vide l'Italia vittoriosa, il Regio Esercito italiano entrò a Trieste al comando del generale [[Carlo Petitti di Roreto]], acclamato da quella parte della popolazione che era di sentimenti italiani, il quale dichiarò lo stato di occupazione e il coprifuoco.
[[File:Liberazione_di_Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|left|Sbarco delle truppe italiane a Trieste il 3 novembre 1918, a prima guerra mondiale appena conclusa]]
La sicura e imminente annessione della città e dell'intera Venezia Giulia all'Italia, invano contrastata al tavolo della pace dai rappresentanti del neonato [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], che reclamarono invece l'annessione della città e del suo entroterra al regno slavo, fu accompagnata da un forte inasprimento dei rapporti tra il gruppo etnico italiano e quello sloveno, traducendosi talvolta anche in scontri armati.
Dopo la prima guerra mondiale le truppe italiane occuparono militarmente la parte della [[Dalmazia]] promessa all'Italia dal [[Patto di Londra]], accordo segreto firmato il 26 aprile [[1915]], stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della [[Triplice intesa|Triplice Intesa]], con cui l'Italia si era impegnata a scendere in guerra contro gli [[Imperi centrali]] in cambio di cospicui compensi territoriali poi non completamente riconosciuti nel successivo [[Trattato di Versailles|trattato di Versailles (1919)]], che fu invece firmato alla fine del conflitto.<ref>{{Treccani|londra|Londra|accesso=21 marzo 2017}}</ref>
Lo sviluppo del fascismo a Trieste fu precoce e rapido. Nel maggio [[1920]] si costituirono in città le prime ''Squadre volontarie di difesa cittadina'', nuclei di squadristi fascisti al comando dell'ufficiale di Marina Ettore Benvenuti. Nel giugno successivo veniva aperta la sede dell{{'}}''Avanguardia studentesca triestina'', anch'essa di chiara ispirazione fascista. L'11 luglio 1920 a [[Spalato]] scoppiarono i cosiddetti "[[incidenti di Spalato|incidenti]]", nel corso dei quali un cittadino croato e due militari italiani vennero uccisi.
[[File:L'incendio dell'Hotel Balkan.jpeg|thumb|upright=1.2|L'Hotel Balkan sede del ''[[Narodni Dom]]'' dopo l'incendio ([[1920]])]]
Due giorni dopo i [[Fascismo|fascisti]] di Trieste organizzarono una manifestazione in città, durante la quale fu ucciso in circostanze mai chiarite un giovane italiano di nome Giovanni Nini. La folla, incitata dagli [[squadristi]] capitanati da [[Francesco Giunta]], circondò in massa il [[Narodni dom]], il massimo centro culturale cittadino degli sloveni e delle altre nazionalità slave locali, che venne incendiato: lo sloveno Hugo Roblek, ivi ospitato, morì gettandosi dalla finestra per sfuggire alle fiamme. Nella medesima manifestazione venne anche ferito in circostanze non chiare Luigi Casciana, un ufficiale italiano in licenza a Trieste, che morirà in ospedale qualche giorno dopo.
Lo stesso giorno alcuni squadristi devastarono gli uffici della "Jadranska banka", la filiale della "Ljubljanska kreditna banka", la tipografia del settimanale "Edinost", la Cassa di Risparmio Croata, la scuola serba e numerosi altri luoghi di aggregazione delle comunità etniche presenti a Trieste, oltre a quelli del Partito socialista, che aveva idee politiche differenti rispetto a quelle degli squadristi.<ref>Claudio Silvestri, ''Dalla Redenzione al Fascismo. Trieste 1918-1922'', Udine 1959, pp. 55 sg; citato in Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario 1883-1920'', Einaudi, Torino 1965, pag. 625.</ref><ref>Alojz Zidar,"Il popolo sloveno ricorda e accusa, Založba Lipa, Koper-Capodistria 2001"</ref>
Con la firma del [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] del novembre [[1920]], Trieste passò definitivamente all'[[Italia]], inglobando nel proprio territorio provinciale zone dell'ex [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca]], dell'[[Istria]] e della [[Carniola]].
=== Il primo dopoguerra e il periodo interbellico ===
{{Immagine multipla
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|immagine1 = Litorale austriaco 1866-1918.jpg
|didascalia1 = Litorale austriaco<br />(1866-1918)
|immagine2 = Provinces of Venezia Giulia (1923-1947).svg
|didascalia2 = Divisione amministrativa<br />dal 1924 al 1943: {{legenda|#4D62ED|Provincia di Gorizia}} {{legenda|#34FC04|Provincia di Trieste}} {{legenda|#FC0416|Provincia di Fiume}} {{legenda|#F9FC04|Provincia di Pola}}
|immagine3 = Italian province of Trieste.JPG
|didascalia3 = {{legenda|#FC0416|Provincia di Trieste dal 1924 al 1943}}
}} Il periodo tra la [[prima guerra mondiale|prima]] e la [[seconda guerra mondiale]] fu segnato da numerose difficoltà per Trieste. La città fu colpita infatti da una pesante crisi economica, causata dalla perdita di importanza del porto, un tempo il maggiore dell'Impero austro-ungarico. Ne soffrì soprattutto l'attività commerciale, ma anche il settore finanziario. Trieste perse la sua secolare autonomia comunale, resa molto ampia dalla Corona austriaca, cambiando gradualmente anche la propria ripartizione linguistica e culturale. Quasi la totalità della comunità germanofona lasciò infatti la città dopo l'annessione all'Italia, con l'elemento italiano che acquisì gradualmente importanza.
Con l'avvento del [[fascismo]] al governo nazionale, fu inaugurata a Trieste e in Venezia Giulia una politica di "snazionalizzazione" delle minoranze cosiddette ''allogene''. A partire dalla metà degli anni venti si diede avvio all'[[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] dei toponimi e dei cognomi slavi,<ref>{{Cita libro|autore=Miro Tasso|titolo=Un onomasticidio di Stato|anno=2010|editore=Mladika|città=Trieste}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Miro Tasso|titolo=Fascismo e cognomi: italianizzazioni coatte nella provincia di Trieste|rivista=Quaderni Italiani di RIOn, 3, pp. 309-335. Lo spettacolo delle parole. Studi di storia linguistica e di onomastica in ricordo di Sergio Raffaelli. Enzo Caffarelli e Massimo Fanfani (a cura di) - Società Editrice Romana, 2011}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Miro Tasso|titolo=Le mutazioni dei cognomi nella provincia di Trieste durante il fascismo|rivista=Rivista Italiana di Onomastica, 20: 57-66, 2014.}}</ref> mentre nel [[1929]] l'insegnamento in sloveno e in tedesco fu definitivamente bandito da tutte le scuole pubbliche cittadine di ogni ordine e grado e – poco più tardi – furono chiuse le scuole, i circoli culturali e la stampa della [[Diffusione dello sloveno in Italia|comunità slovena]].
Nonostante i problemi economici e il teso clima politico, la popolazione della città crebbe negli anni venti del Novecento, grazie soprattutto all'immigrazione da altre zone dell'Italia. La prima metà degli anni trenta fu invece un periodo di ristagno demografico, con una leggera flessione della popolazione dell'ordine di circa l'1% su base quinquennale (nel [[1936]] si contarono quasi duemila abitanti in meno rispetto al [[1931]]). Nello stesso periodo e, successivamente, fino allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], furono portate avanti alcune importanti opere urbanistiche. Tra gli edifici più rilevanti vanno ricordati il [[Università di Trieste|palazzo dell'Università]] e il [[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria]].
[[File:Mussolini a Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|Trieste, piazza Unità, il 18 settembre 1938,<br />in occasione del discorso di Benito Mussolini<br />in cui vennero annunciate le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]]]]
[[File:La Sinagoga - Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|La sinagoga di Trieste, che fu assalita e danneggiata gravemente due volte durante la seconda guerra mondiale]]
[[File:Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia gruppo Colloti.jpg|thumb|upright=1.2|Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia, con al centro [[Gaetano Collotti]], suo capo]]
L'obiettivo era quello di assimilare forzosamente i gruppi etnici minoritari. Tale politica – unitamente alle azioni anti-slave degli squadristi fascisti, a volte costellate da incidenti con morti e feriti – ebbe gravissime ripercussioni sui delicati rapporti interetnici. A causa della persecuzione etnica, circa il 10% degli sloveni residenti in città scelse di emigrare nel vicino [[Regno di Jugoslavia]]. Dalla fine degli anni venti si sviluppò l'attività sovversiva dell'organizzazione antifascista e irredentista sloveno-croata [[TIGR]], con alcuni attentati dinamitardi anche nel centro cittadino.
Le organizzazioni indipendentiste e terroriste slovene, fra cui il TIGR e la ''Borba'', reagirono agli assassini perpetrati dai fascisti con altrettanta brutalità: si moltiplicarono gli atti di resistenza armata e si verificarono azioni violente contro gli esponenti del regime fascista e i membri delle Forze dell'Ordine o – in alcuni casi – anche contro semplici cittadini.
Nel [[1930]] a Trieste furono organizzati due attentati ad opera del TIGR: quello al Faro della Vittoria e, ben più grave, quello alla redazione de ''Il Popolo di Trieste'', che causò la morte dello [[stenografo]] Guido Neri e il ferimento di tre persone. Le autorità di polizia procedettero a una vasta azione investigativa, debellando le cellule di resistenza: gli accusati (tutti sloveni) di vari crimini comprendenti – oltre agli attentati dinamitardi – anche una serie di omicidi, tentati omicidi e incendi, vennero processati dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale per la difesa dello Stato]], traslato per l'occasione da Roma a Trieste per eseguire il primo processo di questo tipo nella città giuliana.
Il processo si concluse con una condanna esemplare: a quattro imputati fu inflitta la pena di morte (Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič), venendo fucilati a Basovizza il 6 settembre [[1930]], mentre ad altri dodici vennero inflitte varie pene detentive fra i due anni e sei mesi e i trent'anni. Due vennero invece assolti.
=== La seconda guerra mondiale ===
Nel dicembre [[1941]] – a [[seconda guerra mondiale]] già iniziata – fu celebrato, sempre a Trieste, un secondo processo dal Tribunale speciale per la Difesa dello Stato contro nove membri del [[TIGR]] (sloveni e croati) che furono accusati di terrorismo e spionaggio. Cinque di loro ([[Pinko Tomažič]], [[Viktor Bobek]], [[Ivan Ivančič]], [[Simon Kos]] e [[Ivan Vadnal]]) furono giustiziati a Opicina, gli altri imprigionati. Con questo secondo processo l'organizzazione terrorista antifascista venne annientata.
L'[[Entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale|entrata in guerra dell'Italia al fianco della Germania nazista]] – nel giugno 1940 – comportò per Trieste, come per il resto d'Italia, lutti e disagi di ogni tipo, che si acuirono negli anni successivi, con il protrarsi del conflitto. L'[[invasione della Jugoslavia]], nella primavera del [[1941]], riaccese la resistenza slovena e croata nella [[Venezia Giulia]], soprattutto a partire dal [[1942]].
Gli eventi bellici e, in taluni casi, una deliberata politica terroristica delle truppe di occupazione tedesche e italiane nei confronti delle popolazioni slovene e croate soggette al loro dominio (villaggi bruciati, decimazioni, uccisioni indiscriminate di civili), unitamente all'apertura di campi di concentramento per slavi sul territorio italiano dove persero la vita migliaia di innocenti,{{Senza fonte}} approfondirono ulteriormente il solco d'odio interetnico che il fascismo aveva contribuito ampiamente a creare. Tale odio non fu estraneo alla tragedia che sarebbe stata vissuta dalla città di Trieste e dall'intera Venezia Giulia durante e dopo la [[seconda guerra mondiale]].
Fin dall'estate del 1942 si ebbe una recrudescenza della violenza squadrista nella città giuliana che si protrasse fino alla [[caduta del fascismo]] (25 luglio 1943). Il 30 giugno [[1942]] si costituì a Trieste un ''Centro per lo studio del problema ebraico'' – su imitazione di quello romano – e il 18 luglio successivo fu assalita e danneggiata gravemente la [[sinagoga di Trieste]], già presa di mira un anno prima.
Nei mesi che seguirono i fascisti devastarono anche molti negozi di ebrei e slavi, senza però riuscire mai a coinvolgere in tali azioni di "teppismo politico" la cittadinanza triestina, stanca delle violenze squadriste. Nel 1942 iniziò a funzionare anche l'[[Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia]] con sede in una palazzina di via Bellosguardo, che ben presto si convertì in un luogo di torture e di morte per antifascisti o supposti tali. Conosciuta come [[Villa Triste]], fu l'antesignana di tante altre ''Ville Tristi'' italiane che da essa presero il nome.
=== L'occupazione tedesca ===
[[File:Grossdeutsches Reich NS Administration 1944.png|thumb|left|upright=1.5|Il [[Großdeutschland|Grande Reich Tedesco]] nel 1944, comprendente le zone di operazione militare sottoposte a diretto controllo tedesco, tra cui il Litorale adriatico]][[File:Italian social republic map ITA.png|upright=1.2|thumb|La [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]]]][[File:In A Scary Place (I) (39272115351).jpg|upright=1.2|thumb|La '''Risiera di San Sabba''' fu un [[campo di concentramento]] istituito dagli occupatori tedeschi a Trieste, ufficialmente come campo di detenzione di polizia (''Polizeihaftlager''); fu l’unico campo di concentramento [[nazifascismo|nazista]] su suolo italiano ad essere dotato di un [[forno crematorio]].<ref>{{cita web|url=https://video.ilpiccolo.gelocal.it/locale/25-aprile-con-l-irsrec-tristano-matta-racconta-la-risiera-di-san-sabba-a-trieste/124241/124706 |titolo= Tristano Matta racconta “la Risiera di San Sabba”|autore: sito web de [[Il Piccolo]]|accesso=3 giugno 2024}}</ref><br />Nell'immagine: Le celle di detenzione all'interno della [[Risiera di San Sabba|"Risiera"]]]][[File:Ostaggi Opicina.JPG|upright=1.2|thumb|Monumento ai 71 ostaggi fucilati a Trieste per rappresaglia dai nazisti il 3 aprile 1944]]
Dal [[proclama Badoglio dell'8 settembre 1943]], che annunciò l'entrata in vigore dell'[[armistizio di Cassibile]] con il quale il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] cessò le ostilità verso gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], decretando l'inizio di fatto della [[Resistenza italiana]] contro il [[nazifascismo]], Trieste fu al centro di una serie di vicende che hanno segnato profondamente la storia del capoluogo giuliano e della regione circostante e che suscitano tuttora accesi dibattiti.
Nel settembre del [[1943]] la [[Germania nazista]] occupò senza alcuna resistenza la città, che venne a costituire, insieme a tutta la [[Venezia Giulia]], la [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]] (''Operationszone Adriatisches Küstenland''), zona d'operazioni di guerra, alle dirette dipendenze del [[Gauleiter]] di [[Carinzia]] [[Friedrich Rainer]].
Friedrich Rainer tollerò in città la ricostituzione di una sede del [[Partito Fascista Repubblicano]], diretta dal federale Bruno Sambo, la presenza di un'esigua forza di militari italiani al comando del generale della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] Giovanni Esposito e l'insediamento di un reparto della [[Guardia di Finanza]] repubblichina.
Rainer si riservò la nomina del [[podestà (fascismo)|podestà]] di Trieste, scelto poi nella persona di [[Cesare Pagnini]], e del prefetto della [[provincia di Trieste]], che diventò [[Bruno Coceani]], entrambi ben accetti ai fascisti locali, alle autorità della [[Repubblica Sociale Italiana]] e allo stesso [[Benito Mussolini]], che conosceva personalmente Coceani. Durante l'occupazione [[nazisti|nazista]], la [[Risiera di San Sabba]] – oggi Monumento Nazionale e museo – venne destinata a campo di prigionia e di sterminio per detenuti politici, ebrei, partigiani italiani e slavi, con [[Forno crematorio|forni crematori]] che funzionavano a pieno regime. In seguito – nei primi [[anni 1950|anni cinquanta]] – la Risiera di San Sabba fu usata come campo profughi per gli [[Esodo istriano|esuli giuliani, fiumani e dalmati]] in fuga dai territori passati sotto la sovranità jugoslava.
Nonostante la dura repressione attuata dalle autorità naziste e fasciste, centinaia di abitanti del comune di Trieste si aggregarono alle unità partigiane slovene operanti in Venezia Giulia per contrastare le truppe degli occupanti tedeschi. Molti di essi morirono nelle azioni di guerriglia partigiana o nei [[lager]] tedeschi, oltre che nella Risiera. I loro nomi risultano scolpiti sui monumenti eretti in loro ricordo in quasi tutte le frazioni della città.
Le autorità tedesche e italiane commisero nei confronti della popolazione civile numerosi crimini; la maggior parte di questi furono compiuti nella stessa Trieste. Il 3 aprile 1944 i nazi-fascisti fucilarono al poligono di [[Opicina]] 71 persone, scelti a caso tra i detenuti delle carceri triestine per rappresaglia allo scoppio di una bomba ad orologeria che il giorno precedente, in un cinema di Opicina, aveva provocato la morte di 7 militari tedeschi. I corpi dei prigionieri fucilati a Opicina furono portati il giorno seguente alla Risiera di San Sabba; si trattò delle prime vittime bruciate nel forno crematorio costruito dai nazisti.<ref>{{cita news|url=https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/04/03/news/l-eccidio-di-opicina-e-la-drammatica-fuga-del-superstite-stevo-1.13236159|titolo=L’eccidio di Opicina e la drammatica fuga del superstite Stevo|pubblicazione=Il Piccolo Trieste|data=4 aprile 2016|accesso=22 novembre 2020}}</ref>
La Risiera di San Sabba, oltre ad essere stata usata come campo di smistamento di oltre {{formatnum:8.000}} deportati provenienti dal fronte di guerra orientale che furono poi destinati agli altri campi di concentramento nazisti, fu adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti del regime nazista.<ref>YouTube|_CKNNO-qLgE|25 aprile con l'Irsrec - Tristano Matta racconta "la Risiera di San Sabba a Trieste"|accesso=28 maggio 2024|pubblicazione=[[Il Piccolo]] su piattaforma web You Tube, sequenza al 3 min e 13 s</ref><ref>{{Cita web|url=https://deportati.it/static/upload/mos/mostra_processo_risiera_1-18.pdf|titolo=Il processo della Risiera di San Sabba, mostra a cura di Dunja Nanut e Franco Ceccotti, pagina web pubblicata da Associazione Nazionale ex deportati nei campi{{!}} - A pagina 10 elenco nominativo di alcune vittime|accesso=27 maggio 2024}}</ref> In questo campo di concentramento operarono vari criminali di guerra fra cui Ernst Lerch, [[Christian Wirth]], Dietrich Allers, [[Franz Stangl]], [[Kurt Franz]], [[Otto Stadie]], Joseph Oberhauser.{{citazione|Qui trovarono la morte tra le 2 e le 4 mila persone (''secondo le stime emerse dal Processo della Risiera, svoltosi nel 1976''), per lo più oppositori politici, partigiani italiani, sloveni e croati.|Sito web della Comunità Ebraica di Trieste<ref name="triestebraica.it">{{Cita web|url=https://www.triestebraica.it/it/siti-ebraici/la-risiera |titolo=La Risiera {{!}} Comunità Ebraica di Trieste|accesso=27 maggio 2024}}</ref>}}
Finita la guerra, la Risiera, durante l'[[Alleati della seconda guerra mondiale|occupazione alleata]] di Trieste, fu utilizzata come centro di accoglienza dei rifugiati italiani dell'[[esodo giuliano-dalmata]]. Con il [[decreto del Presidente della Repubblica|D.P.R.]] n. 510 del 15 aprile [[1965]], il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente]] [[Giuseppe Saragat]] dichiarò la Risiera di San Sabba [[monumento nazionale]] quale "unico esempio di lager nazista in Italia"<ref>{{Cita legge italiana|tipo = DPR|anno = 1965|mese = 04|giorno = 15|numero = 510|titolo = Dichiarazione di monumento nazionale della Risiera di San Sabba, in Trieste}}</ref>.
Il 23 aprile 1944 si consuma l'[[eccidio di via Ghega]]. Come rappresaglia per un attentato dinamitardo al circolo "Soldatenheim" in cui erano morti 4 militari tedeschi, furono prelevati 51 prigionieri politici dal carcere triestino del Coroneo i quali, dopo essere stati portati sul luogo dell'attentato, furono impiccati ad ogni angolo e finestra del [[palazzo Rittmeyer]] di via Ghega lasciando poi i cadaveri esposti alla pubblica vista per cinque giorni, prima di seppellirli in una fossa comune.<ref>F. Longo e M. Moder, Storia della Venezia Giulia 1918-1998, pag.62 (op. cit.), AA. VV., Krajevni leksikon Slovencev v Italiji, pag.194 (op. cit.), De Szombathely Gabrio, Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste, pag.184 (op. cit.)</ref>
=== La corsa per Trieste e l'occupazione jugoslava ===
{{vedi anche|Corsa per Trieste|Questione triestina}}
{{Approfondimento
|titolo= <small>1° maggio 1945 – Occupazione o liberazione? </small>
|contenuto=<small> Il ritiro dei tedeschi da Trieste a causa dell’avanzamento delle truppe jugoslave, consentì a queste ultime di conquistare la città ed assumerne il pieno controllo. Da parte degli abitanti di lingua italiana, che costituivano la maggior parte della popolazione, l’arrivo degli jugoslavi venne considerato come una nuova occupazione. Da parte degli oltre 30.000 abitanti di lingua slovena<ref>''Slovenski zgodovinski atlas'', Nova revija d.o.o., Ljubljana 2011</ref> l’arrivo dei militari jugoslavi veniva considerata invece come una liberazione, non solo dall’occupazione tedesca, ma anche dalla liberazione dal fascismo ed anche dalla invisa sovranità del Regno d’Italia. Dopo assegnazione di Trieste al Regno d’Italia, in base al [[trattato di Rapallo (1920)]] gli sloveni triestini furono infatti separati dal resto della popolazione slovena, assegnata al regno jugoslavo, ed inoltre persero i loro diritti linguistici precedentemente concessi dall’Impero austriaco, come ad esempio quello dell’istruzione obbligatoria nella propria lingua madre, senza considerare le persecuzioni attuate nei loro confronti dal regime fascista avallato dalla monarchia italiana.</small>
}}
<div style="float:right;"> [[File:2 maggio 1945 jugoslavi a trieste.jpg|miniatura|upright=1.3|2 maggio 1945: militari jugoslavi a Trieste]]</div>
L'insurrezione dei partigiani antifascisti italiani e jugoslavi a Trieste fu contraddistinta da uno svolgimento anomalo. Il 30 aprile [[1945]] il [[Comitato di Liberazione Nazionale]] del quale era presidente don [[Edoardo Marzari]], composto da tutte le forze politiche italiane antifasciste con l'eccezione dei comunisti, proclamò l'insurrezione generale. Al tempo stesso le brigate dei partigiani jugoslavi, con l'appoggio del [[Partito Comunista Italiano]], attaccarono dall'altipiano carsico appena fuori della città giuliana. {{senza fonte|Si noti che esse non contenevano nessuna unità partigiana italiana inserita nell'Esercito jugoslavo, mandate invece a operare altrove, benché molti triestini (italiani e sloveni) vi fossero compresi.}} Gli scontri si registrarono principalmente nelle zone di Opicina, che si trova sull'altipiano, del Porto Vecchio, del [[castello di San Giusto]] e dall'interno del [[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]], in pieno centro cittadino. La restante parte della città fu liberata.
Il comando nazista si arrese solo il 2 maggio alle avanguardie neozelandesi, che precedettero di un giorno l'arrivo del generale [[Bernard Freyberg]]. Le brigate partigiane jugoslave di [[Josip Broz Tito|Tito]] erano però già giunte a Trieste il 1º maggio. I loro dirigenti convocarono in breve tempo un'assemblea cittadina composta in maggioranza da cittadini jugoslavi, con solo due italiani. Tale occupazione avvenne in seguito alla cosiddetta "[[corsa per Trieste]]", ossia l'avanzata verso la città giuliana compiuta, per fini di politica post-bellica e in maniera concorrenziale, nella primavera del 1945 da parte della Quarta armata jugoslava e dell'[[Eighth Army (British Army)|Ottava armata britannica]] e che fu vinta dagli jugoslavi, come testimoniato dall'arrivo delle già citate brigate jugoslave di Tito, che anticiparono i neozelandesi.
L'assemblea cittadina precedentemente citata proclamò la liberazione di Trieste. In questo modo i partigiani di Tito furono politicamente presentati come i veri liberatori della città giuliana agli occhi degli alleati, spingendo i partigiani non comunisti del [[Comitato di Liberazione Nazionale]] italiano a rientrare nella clandestinità. Gli jugoslavi esposero sui palazzi la [[Bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]], oltre che la [[bandiera d'Italia]] con la stella rossa al centro e le bandiere rosse comuniste con [[falce e martello]]. La Seconda divisione neozelandese riconobbe che la liberazione della città era stata compiuta dai partigiani di Tito. In cambio gli angloamericani chiesero e ottennero la gestione diretta del porto e delle vie di comunicazione con l'Austria: non essendo ancora a conoscenza del suicidio di Hitler, stavano infatti preparando un'invasione dell'Austria e quindi della Germania.
[[File:Foibe seats.png|miniatura|upright=1.6|Cartina dei luoghi principali dove avvennero i [[massacri delle foibe]], segnati in giallo, in [[Venezia Giulia]] e [[Istria]]]]
L'esercito jugoslavo approfittò della situazione assumendo i pieni poteri. Esso nominò poi un Commissario Politico, Franc Štoka, membro del [[Lega dei Comunisti di Jugoslavia|partito comunista jugoslavo]]. Il 4 maggio vennero emanati dall'autorità jugoslava presente a Trieste, chiamata ''Comando Città di Trieste (Komanda Mesta Trst)'', gli ordini 1, 2, 3 e 4, che proclamarono lo [[stato di guerra]] imponendo il coprifuoco a combattimenti terminati e uniformarono il fuso orario triestino a quello jugoslavo<ref>P.A. Quarantotti Gambini, Primavera a Trieste, Mondadori, Milano 1951</ref>.
[[File:Territorio libero di Trieste carta.png|thumb|left|upright=1.2|[[Territorio Libero di Trieste]]]]
Questi provvedimenti limitarono anche la circolazione dei veicoli e decretarono al contempo il prelevamento dalle proprie case di centinaia di cittadini, sospettati di nutrire scarse simpatie nei confronti della ideologia comunista che guidava le brigate jugoslave.
Fra questi non vi furono solo fascisti o collaborazionisti, ma anche combattenti non comunisti della Guerra di Liberazione italiana o anche stessi comunisti che si opponevano all'annessione di Trieste alla Jugoslavia, che vennero deportati in massa in vari campi di prigionia, quali il [[campo di concentramento di Borovnica]] o quello di [[Goli Otok]] da cui non fecero più ritorno. Molti di essi furono uccisi direttamente e gettati nelle [[Massacri delle foibe|foibe triestine]].
A Basovizza, frazione del comune di Trieste, nel maggio del 1945 venne occultato all'interno del pozzo ([[Foiba di Basovizza]]) un numero imprecisato di cadaveri di prigionieri, militari e civili trucidati dall'esercito e dai partigiani jugoslavi. Un memorandum statunitense dell'8 maggio recitava:
{{citazione|A Trieste gli jugoslavi stanno usando tutte le familiari tattiche di terrore. Ogni italiano di una qualche importanza viene arrestato. Gli Jugoslavi hanno assunto un controllo completo e stanno attuando la coscrizione degli italiani per il lavoro forzato, rilevando le banche e altre proprietà di valore e requisendo cereali e altre vettovaglie in grande quantità.|Il memorandum stilato dal Dipartimento di Stato USA in data 8 maggio 1945<ref>[[Marina Cattaruzza]], "L'Italia e il confine orientale", Società editrice Il Mulino, Bologna, 2007, pag. 291</ref>}}
L'otto maggio proclamarono Trieste città autonoma in seno alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Sugli edifici pubblici fecero sventolare la bandiera Jugoslava affiancata dal Tricolore italiano con la stella rossa al centro.
[[File:Trieste-Italy border.jpg|thumb|upright=1.2|Il confine tra [[Italia]] e Territorio Libero di Trieste sulla [[Strada statale 14 della Venezia Giulia]] tra [[Monfalcone]] e [[Duino-Aurisina]]]]
La città visse momenti difficili, di gran timore, con le persone dibattute tra idee profondamente diverse: l'annessione alla Jugoslavia o il ritorno all'Italia. In questo clima si verificarono confische, requisizioni e arresti sommari. Vi furono anche casi di vendette personali, in una popolazione esasperata dagli eventi bellici e dalle contrapposizioni del periodo fascista. Invano i triestini sollecitarono l'intervento degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].
Il comando alleato e quello jugoslavo raggiunsero infine un accordo provvisorio sull'occupazione di Trieste. Il 9 giugno [[1945]] a [[Belgrado]], Josip Broz Tito, verificato che [[Stalin]] non era disposto a sostenerlo, concluse l'accordo con il generale [[Harold Alexander|Alexander]]. Furono create una zona A, affidata all'amministrazione alleata, che comprendeva Trieste e Gorizia e saliva lungo l'Isonzo a Tolmino e Caporetto fino al confine di Tarvisio per scendere giù fino all'enclave di Pola, e una zona B, affidata all'amministrazione della Repubblica Federale di Jugoslavia, che comprendeva l'Istria, Fiume e le Isole del Quarnaro.
=== Il ritorno di Trieste all'Italia ===
{{vedi anche|Territorio Libero di Trieste|Ritorno di Trieste all'Italia}}
[[File:Vittoriano altare Trieste (dettaglio) P1000731.jpg|thumb|upright=1.2|left|Altare dedicato a Trieste, che è affiancato dagli altari delle altre [[Irredentismo italiano|città redente]] ([[Trento]], [[Gorizia]], [[Pola]], [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Zara]]), che si trova al [[Vittoriano]] a Roma]]
Il 10 febbraio [[1947]] fu firmato il [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate]], che istituì il [[Territorio Libero di Trieste]] (TLT), costituito dal litorale triestino lungo la parte nordoccidentale dell'Istria, provvisoriamente diviso da un confine passante a sud della cittadina di [[Muggia]] ed amministrato dal Governo Militare Alleato (zona A) e dall'esercito jugoslavo (zona B), in attesa della creazione degli organi costituzionali del nuovo Stato.
[[File:Piazza Unità a Trieste nel giorno del ritorno della città all'Italia.jpg|thumb|upright=1.2|[[Piazza Unità d'Italia|Piazza Unità]] a Trieste nel giorno del ritorno della città all'Italia]]
La situazione si chiarì solo il 5 ottobre [[1954]], quando con il [[Memorandum di Londra]] la Zona A con la città di Trieste e il suo [[Porto franco (economia)|porto franco]] internazionale passarono dall'amministrazione militare alleata all'amministrazione civile italiana, mentre la Zona B passò dall'amministrazione militare a quella civile jugoslava. Passarono quindi all'amministrazione italiana i seguenti comuni della zona A: [[Duino-Aurisina]], [[Sgonico]], [[Monrupino]], Trieste, [[Muggia]] e [[San Dorligo della Valle]]. Il passaggio dei poteri nella Zona A avvenne ufficialmente il 25 ottobre 1954.
Gli accordi prevedevano inoltre alcune rettifiche territoriali a favore della Jugoslavia (la cosiddetta "[[operazione Giardinaggio]]"), che cambiarono lievemente i confini della zona A con la cessione di alcune aree appartenenti al comune di [[Muggia]]; complessivamente il mutamento di confini interessò una decina di km². Il 4 novembre [[1954]], durante le celebrazioni della [[Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate]], [[Festa nazionale]] che commemora la vittoria italiana nella [[prima guerra mondiale]], considerata il completamento del processo di unificazione risorgimentale grazie all'annessione di [[Trento]] e Trieste, il Presidente della Repubblica [[Luigi Einaudi]] si recò nella città giuliana in visita ufficiale. Nel corso del suo breve discorso affermò:
{{Citazione |... Voi triestini, per giungere alla meta, avete discusso clausola per clausola, parola per parola, per lunghi mesi l'accordo or firmato. Avete difeso metro per metro quel territorio che nella vostra convinzione doveva rimanere unito a Trieste. Consentitemi di congratularmi con voi per aver dato prova di coraggio. Operando così, in silenzio, siete benemeriti della patria italiana."...}}
[[File:Trieste 1954.jpg|thumb|upright=1.2|La folla festante per il ritorno di Trieste all'Italia: parata delle forze armate sulle Rive, 4 novembre 1954]]
Nella zona A erano presenti {{formatnum:5.000}} soldati americani della TRUST (''TRieste United States Troops'') e {{formatnum:5.000}} soldati britannici della BETFOR (''British Element Trieste FORce''). La presa di possesso della zona A da parte dell'Italia avviene il 26 ottobre [[1954]]; gli alleati si ritirarono tra il 25 e il 27. Con legge costituzionale del 31 gennaio [[1963]], entrata in vigore il 16 febbraio, viene poi formata la regione [[Friuli-Venezia Giulia]], di cui Trieste diviene [[capoluogo]].
Fu necessario attendere il [[Trattato di Osimo]] del 10 novembre [[1975]] per un regolamento definitivo tra [[Italia]] e Jugoslavia, con la conseguente fine delle rivendicazioni territoriali tra i due Paesi, il quale sancì ''[[de jure]]'' la separazione territoriale che già si era venuta a creare ''[[de facto]]'' in seguito al [[Memorandum di Londra]] (1954), rendendo definitive le frontiere fra l'Italia e l'allora [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]]<ref>{{Cita web|url=https://treaties.un.org/doc/publication/UNTS/Volume%201466/v1466.pdf|titolo=United Nations Treaty Series, volume 1466|autore=United Nations|wkautore=Organizzazione delle Nazioni Unite|editore=United Nations|data=1996|accesso=2016}}</ref>.
Il Trattato di Osimo concluse quindi la fase storica iniziata nel [[1947]] con il trattato di pace di Parigi, con il quale era stata decretata la cessione alla Jugoslavia di gran parte della [[Venezia Giulia]] e dell'intero [[Quarnaro]] (ossia [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e le [[isole Quarnerine]], la quasi totalità dell'[[Istria]] e gli altopiani carsici a est e nord-est di [[Gorizia]]) e la creazione del Territorio Libero di Trieste comprendente l'attuale [[provincia di Trieste]] e i territori costieri istriani da [[Ancarano (Slovenia)|Ancarano]] a [[Cittanova (Croazia)|Cittanova]] (oggi, rispettivamente, in [[Slovenia]] e in [[Croazia]]).
[[File:Border of Italy-Slovenia 02.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[Valichi di frontiera dell'Italia|valico di confine tra Italia e Slovenia]] che si trova nel comune di [[Muggia]], lungo la strada che costeggia il mare]]
La mancata attivazione delle procedure per la costituzione degli organi costituzionali del Territorio Libero di Trieste impedì di fatto a questo di costituirsi ufficialmente. La successiva cessione del potere di amministrazione civile del Territorio Libero di Trieste all'Italia (zona A) e Jugoslavia (zona B) creò le condizioni per gli sviluppi successivi che portarono infine al [[Trattato di Osimo]].
=== Trieste nell'Unione Europea ===
Nel 2004, insieme ad altri Paesi europei, la [[Slovenia]] è entrata a far parte dell'[[Unione europea]], e nel 2007, ha aderito alla [[convenzione di Schengen]], facendo così venir meno la figura di Trieste come città di confine. In particolare, la convenzione regola l'apertura delle frontiere tra i Paesi aderenti; dal 2007, quindi, i confini italo-sloveni hanno cessato di esser da impedimento al libero passaggio di merci e persone.<ref>« [...] Dal 2007 il confine fra Italia e Slovenia cesserà praticamente di esistere chiudendo l'epoca storica trattata...» Cit. da Marina Cattaruzza, ''L'Italia e il Confine Orientale'', Bologna, Società editrice Il Mulino, 2007, p. 360</ref>
Firmata inizialmente il 19 giugno 1990, in una [[Accordo di Schengen|prima versione]], dai Paesi del [[Benelux]], dalla [[Germania Ovest]] e dalla [[Francia]], alla successiva e omonima convenzione hanno poi aderito anche altri Paesi dell'Unione europea, tra cui [[Italia]] (1990) e, appunto, Slovenia (2004).<ref name="eurlex">{{Cita web|url=https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=URISERV%3Al33020|titolo=Lo spazio e la cooperazione Schengen|sito=EUR-Lex|editore=[[Unione europea]]|accesso=29 gennaio 2016}}</ref>
=== Simboli ===
{{
Lo stemma della
[[File:Trieste-Stemma.svg|upright|thumb|L'antico stemma di Trieste, che risale almeno al Trecento|sinistra]]
Lo [[stemma]], approvato con decreto del [[Capo del governo primo ministro segretario di Stato|Capo del governo]] del 3 luglio [[1930]]<ref>{{Cita testo|titolo= D.C.G. di riconoscimento del 3 luglio 1930 |url= https://www.araldicacivica.it/pdf/decreti/ts/trieste.pdf }}</ref> (trascritto nel Libro Araldico degli enti morali al vol. I, p. 216), ha la seguente [[blasonatura]]:
{{Citazione|Di rosso, all'alabarda di San Sergio d'argento.}}
Il [[gonfalone]] è stato concesso con regio decreto del 30 giugno 1932.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/540eaa35-47af-4d09-a976-7abdef2c90ac/1799-trieste|titolo=Bozzetto del gonfalone del Comune di Trieste|accesso=26 settembre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
{{Citazione|Drappo rosso caricato dall'alabarda di San Sergio con la iscrizione centrata in oro "Città di Trieste".}}
Secondo la [[leggenda]], lo stemma di Trieste ebbe origine dalla storia legata al [[Martirio (cristianesimo)|martirio]] di san Sergio. Il santo, alla sua partenza dalla città, presentendo prossima la propria morte, aveva promesso ai cittadini suoi compagni di fede che nel caso in cui egli fosse stato ucciso per la sua fede, essi avrebbero ricevuto un segno [[Cielo|celeste]]. La sua lancia cadde dal cielo sulla piazza maggiore di Trieste, il giorno in cui san Sergio soffriva il martirio in [[Persia]], nel [[336]].
L'arma è attualmente conservata nel tesoro della [[cattedrale di San Giusto (Trieste)|cattedrale di San Giusto]] e viene ritenuta inattaccabile dalla [[ruggine]]. Questo tipo d'arma viene definito come lo ''spiedo alla furlana''. Così chiamata perché arma tipica della fanteria friulana ai tempi del [[Principato patriarcale di Aquileia|Patriarcato di Aquileia]]. Di essa comunque non è possibile definire né un'origine certa né l'esatta epoca di forgia. Le prime testimonianze scritte dell'uso della lancia di San Sergio quale stemma cittadino risalgono invece al [[XIII secolo]].
=== Onorificenze ===
Trieste figura tra le [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]], insignita della [[medaglia d'oro al valor militare]] per i sacrifici delle sue popolazioni nell'arco di tempo compreso tra la prima guerra mondiale e la lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]:{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
|motivazione = Protesa da secoli a additare nel nome d'Italia le vie dell'unione tra popoli di stirpe diversa, fieramente partecipava
|luogo = 9 novembre [[1956]]<ref> }}
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Città d'Italia
|motivazione =
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
{{vedi anche|Chiese cattoliche di Trieste|Chiese acattoliche di Trieste}}
{{Tripla immagine|right|Trieste - Cattedrale di San Giusto 01.jpg|152|Chiesa della Beata Vergine del Soccorso (Trieste) 03.jpg|170|Trieste_-_Chiesa_Evangelica_3.jpg|158|<small>[[Cattedrale di San Giusto (Trieste)|Cattedrale di San Giusto]]</small>|<small>Chiesa della Beata Vergine del Soccorso in Piazza Hortis</small>|<small>[[Chiesa evangelica luterana]] (1960)</small>}}
{{doppia immagine|right|Trieste Serb-orthodox church of San-Spiridione3.jpg|240|Sinagoga-Trieste.jpg|240|<small>[[Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione]]</small>|<small>[[Sinagoga di Trieste]]</small>}}
; La [[Cattedrale di San Giusto (Trieste)|Cattedrale di San Giusto]]: La basilica cattedrale di San Giusto è il principale edificio religioso [[cattolicesimo|cattolico]] della città di Trieste. Si trova sulla sommità dell'[[San Giusto (Trieste)|omonimo colle]] che domina la città. Come viene riferito dalla maggior parte degli storici triestini, l'aspetto attuale della basilica deriva dall'unificazione delle due preesistenti chiese di Santa Maria e di quella dedicata al [[San Giusto martire|martire san Giusto]], che vennero inglobate in un unico edificio dal vescovo Rodolfo Pedrazzani da Robecco<ref name=ROTTA>{{cita libro | autore= ROTTA, Daniela Climich| titolo= Il colle e la Cattedrale di San Giusto| editore= Edizione Italo Svevo | città= Trieste | anno= 2005 |p=64 }}</ref> tra gli anni [[1302]] e [[1320]] per provvedere la città di una cattedrale imponente<ref>{{cita web|url=https://www.turismofvg.it/monumenti-religiosi/cattedrale-di-san-giusto|titolo=Cattedrale di San Giusto|accesso=19 ottobre 2021}}</ref>.
:La prima notizia riguardante la [[cattedrale]] risale all'anno [[1337]], quando il [[campanile]] dell'ex chiesa di Santa Maria venne rivestito con uno spesso muro per poter sostenere il nuovo edificio. I lavori al campanile si conclusero nel [[1343]], ma quelli alla chiesa si protrassero fino alla fine del [[XIV secolo]]. Il campanile in origine era più elevato, ma nel 1422 venne colpito da un fulmine venendo ridotto all'altezza attuale. Dopo la definitiva dedizione della città all'[[Impero austro-ungarico|Austria]] ([[1382]]), l'allora [[imperatore]] [[Leopoldo III d'Asburgo]] nominò il primo vescovo tedesco di Trieste, Enrico de Wildenstein, che in data 27 novembre [[1385]] consacrò l'altare maggiore della cattedrale ponendo fine ai lavori. Nel novembre del [[1899]] [[papa Leone XIII]] elevò l'edificio sacro triestino alla dignità di [[basilica minore]]<ref>{{cita testo|url=http://www.gcatholic.org/churches/data/basITX.htm|titolo=''Catholic.org Basilicas in Italy''}}</ref>.
; [[Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione|Chiesa serbo-ortodossa della Santissima Trinità e di San Spiridione]]: Il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione è la chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Opera dell'architetto [[Carlo Maciachini]] ([[1869]]), sorge nel luogo della preesistente chiesa di San Spiridione, che venne innalzata nel 1753. Il complesso architettonico, posto nel [[Borgo Teresiano]] nei pressi del [[canal Grande di Trieste]], riflette un gusto bizantino che si caratterizza per una cupola più alta dei quattro campanili, per le calotte emisferiche azzurre e per le ampie decorazioni a mosaico che abbelliscono le pareti esterne. Ornano la facciata nove grandi statue opera dello scultore milanese [[Emilio Bisi]].
; [[Sinagoga di Trieste]]: La sinagoga di Trieste, inaugurata nel 1912, situata tra via San Francesco, via Donizetti e via Zanetti a Trieste è considerata tra i maggiori edifici di culto ebraici in Europa, seconda per dimensione solo alla [[Grande Sinagoga di Budapest]], a testimonianza dell'importanza economica, culturale e sociale delle Comunità ebraiche in seno all'Impero austroungarico. Con la prima annessione di Trieste all'Italia, che avvenne nel 1920 al termine della prima guerra mondiale, la città giuliana diventò, insieme alle sinagoghe di Roma, Genova e Livorno, una delle quattro grandi sinagoghe del [[XX secolo|Novecento]] presenti sul suolo italiano.
; [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Trieste)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]: La chiesa dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria<ref>{{cita web|titolo=Santa Maria Maggiore – Santuario Diocesano|sito=Diocesi di Trieste|url=http://www.diocesi.trieste.it/decanati-e-parrocchie/parrocchie/santa-maria-maggiore}}</ref>, meglio conosciuta chiesa di Santa Maria Maggiore, nota anche come chiesa barocca dei gesuiti,<ref>{{cita libro|titolo=Fratelli di Sangue|autore=Luca Svetina|editore=Cavinato Editore Internatio|anno=2016|p=50|url=https://books.google.it/books?id=leiHCwAAQBAJ&pg=PT50&lpg=PT50}}</ref> ha stile [[barocco]]. Costruita nel XVII secolo dai [[Compagnia di Gesù|compagnia dei gesuiti]], dal 1922 è gestita dai [[Ordine dei frati minori|frati francescani]]. La chiesa si trova in via del Collegio, ai piedi del colle di San Giusto e vicino alla [[basilica del Cristo Salvatore]] (precedentemente denominata ''basilica di San Silvestro''), nelle immediate vicinanze del centro storico di Trieste.
[[File:Trieste_-_Chiesa_di_Sant'Antonio_Taumaturgo.jpg|thumb|[[Chiesa di Sant'Antonio Nuovo|Chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo]]]]
; [[Chiesa di Sant'Antonio Nuovo|Chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo]]: La chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo, chiamata comunemente chiesa di Sant'Antonio Nuovo, è il principale edificio religioso del [[Borgo Teresiano]] e del centro di Trieste<ref>{{Cita web |url=https://travel.yahoo.com/p-travelguide-2884921-sant_antonio_nuovo_trieste-i |titolo=Sant'Antonio Nuovo - Trieste, Italy - Yahoo! Travel<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=5 maggio 2019 |urlarchivio=https://archive.is/20120729105018/http://travel.yahoo.com/p-travelguide-2884921-sant_antonio_nuovo_trieste-i }}</ref>. Il progetto della chiesa risale al [[1808]], ma i lavori cominciarono solo nel [[1825]]. La facciata dell'edificio è caratterizzata da sei colonne [[ordine ionico|ioniche]]. Sempre sulla facciata principale, nell'attico, sono presenti sei statue scolpite da Francesco Bosa nel [[1842]], che raffigurano [[Giusto martire|san Giusto]], [[Sergio e Bacco|san Sergio]], [[san Servolo]], san Mauro, sant'Eufemia e santa Tecla. La chiesa è situata nell'omonima piazza, a ridosso del [[Canal Grande di Trieste|Canale Grande]].
; [[Santuario mariano di Monte Grisa]]: Il tempio nazionale a Maria Madre e Regina (in sloveno ''Svetišče na Vejni''), nome originale dell'edificio religioso che poi è stato elevato a santuario, è una [[chiesa (architettura)|chiesa]] [[Chiesa cattolica|cattolica]] a nord della città di Trieste, posta all'altitudine di 330 metri sul monte Grisa (in sloveno Vejna), da dove si ha una vista spettacolare della città e del golfo. Fu progettato dall'architetto Antonio Guacci su schizzo del vescovo di Trieste e Capodistria [[Antonio Santin]]: la struttura triangolare evoca la lettera M come simbolo della [[Vergine Maria]]. La costruzione avvenne tra il [[1963]] e il [[1965]], mentre l'inaugurazione, ad opera dello stesso vescovo, avvenne il 22 maggio [[1966]]. Il santuario è caratterizzato da un'imponente struttura in cemento armato, con la presenza di due chiese sovrapposte.
; [[Chiesa di San Pasquale Baylon (Trieste)|Chiesa di San Pasquale Baylon]]: La chiesa di San Pasquale Baylón è un [[Chiesa (architettura)|luogo di culto]] [[Cattolicesimo|cattolico]] di Trieste. Si trova nel rione di [[Chiadino]], all'interno del grande parco della villa gentilizia del barone [[Pasquale Revoltella]], in via Carlo de Marchesetti 37. La chiesa, in stile neoromanico con pianta a croce greca, è stata costruita tra il 1863 e il 1866 su progetto dell'architetto Giuseppe Josef Andreas Kranner di Praga ed è stata consacrata il 17 maggio 1867 dal vescovo [[Bartolomeo Legat]].<ref>{{cita web|titolo=San Pasquale Baylon e Sant'Eufemia|sito=Diocesi di Trieste|url=http://www.diocesi.trieste.it/decanati-e-parrocchie/parrocchie/san-pasquale-baylon-e-sant%E2%80%99eufemia/|accesso=21 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180820234816/http://www.diocesi.trieste.it/decanati-e-parrocchie/parrocchie/san-pasquale-baylon-e-sant%E2%80%99eufemia/|urlmorto=sì}}</ref>
:La chiesa di San Pasquale Baylón si eleva su un basamento sotto il quale si trova una cripta dove sono sepolti due sarcofagi che conservano le salme del barone Pasquale Revoltella e di sua madre Domenica. Una disposizione testamentaria del 13 ottobre 1866 del barone Pasquale Revoltella costituiva una Pia Fondazione con obbligo, per il cappellano, dell'istruzione scolare e dell'assistenza spirituale dei villici del luogo nonché la celebrazione ogni anno di due messe in suffragio suo e della madre (una il 17 maggio, ricorrenza di san [[Pasquale Baylón]], ed una il 15 agosto, ricorrenza dell'Assunta).
[[Cimitero serbo-ortodosso di Trieste]]
[[Cimitero monumentale di Sant'Anna]]
=== Architetture civili ===
[[File:Daniele1357 4581 -1-500.jpg|thumb|center|Piazza Unità d'Italia a Trieste di notte|900x900px]]
[[File:Palacio del Gobierno, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 08.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo della Luogotenenza austriaca]], che ora ospita la [[Prefettura (Italia)|prefettura]] di Trieste]]
[[File:Ayuntamiento, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 16.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo del Municipio (Trieste)|Palazzo del Municipio]]]]
[[File:Trieste, Palazzo Modello (2005).jpg|thumb|upright=1.2|[[Piazza Unità d'Italia#Palazzo Modello|Palazzo Modello]]]]
[[File:Trieste-Palazzo-delle-Poste-Facciata-97.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo delle Poste (Trieste)|Palazzo delle Poste]]]]
[[File:Palazzo Galatti - Piazza Vittorio Veneto 4.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo Galatti]]]]
[[File:Palazzo delle Ferrovie - Piazza Vittorio Veneto 3.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo delle Ferrovie dello Stato (Trieste)|Palazzo delle Ferrovie dello Stato]]]]
[[File:Tribunale di Trieste ed il nuovo parcheggio sotterraneo (3350227055).jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]]]]
[[File:Trieste alte Boerse Rueckseite 09022008 01.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo del Tergesteo]]]]
{{doppia immagine|right|Trieste-Canal Grande-DSCF1419.JPG|135|Trieste - Palazzo Carciotti.jpg|270|<small>[[Palazzo Aedes]]</small>|<small>[[Palazzo Carciotti]]</small>}}
[[File:Stazione Marittima di Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Stazione marittima di Trieste]]]]<br />
[[File:Caffe SanMarco Trieste 2.JPG|thumb|upright=1.2|L'interno del [[Caffè San Marco]]]]
{{doppia immagine|right|Lanterna Trieste.jpg|210|Trieste - Faro della Vittoria 006.jpg|210|<small>[[Lanterna di Trieste]]</small>|<small>[[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria]]</small>}}
; [[Palazzo della Luogotenenza austriaca]]: Il palazzo della Luogotenenza austriaca, o palazzo della Prefettura di Trieste, è uno dei palazzi più importanti risalenti al [[impero austro-ungarico|dominio asburgico]] presenti a Trieste. L'entrata principale e monumentale è in [[Piazza Unità d'Italia|piazza dell'Unità d'Italia]], ma il palazzo si affaccia anche su piazza Verdi e via San Carlo. Già sede della Luogotenenza austriaca, oggi ospita la sede della [[Prefettura (Italia)|Prefettura]] di Trieste. Il palazzo sorge sul sito del vecchio Palazzo Governiale, costruito nel [[1764]] per ordine di [[Maria Teresa d'Austria]] secondo il disegno di [[Giovanni Fusconi]], dove un tempo si trovavano gli uffici dell'[[Arsenale]] imperiale di Trieste. In origine la struttura era costituita da due soli piani, a cui ne venne aggiunto un terzo nel [[1825]]. Demolito nel [[1899]], l'antico palazzo lasciò il posto alla nuova costruzione realizzata tra il [[1901]] ed il [[1905]] su progetto di [[Emil Artmann]].
; [[Palazzo del Municipio (Trieste)|Palazzo del Municipio]]: Subito dopo la decisione di interrare il vecchio [[mandracchio]], specchio d'acqua riservato all'ormeggio di piccole imbarcazioni presente anche nel porto di Trieste (i relativi lavori avvennero poi tra il 1858 e il 1863), la piazza fu oggetto di una riprogettazione totale. Prevalse infatti l'idea di uno spazio completamente aperto sul mare, attorniato da edifici e con il municipio posto come base frontale, con il conseguente abbattimento delle mura e degli edifici che allora chiudevano la piazza dal lato mare. Sul luogo designato per far sorgere il moderno Palazzo del Municipio sorgevano diverse casette, una loggia ed alcuni edifici. Nel [[1875]] l'architetto triestino Giuseppe Bruni vinse la gara per la progettazione del nuovo palazzo. Il nuovo edificio era formato da un corpo unico monumentale sovrastato, nella parte centrale, da una torre. Il Palazzo del Municipio è sovrastato dalla torre campanaria sulla quale sono installati due [[Mori (storia)|mori]], chiamati amichevolmente dai triestini ''Micheze'' e ''Jacheze'' (dallo sloveno ''Mihec'' e ''Jakec''), anche questi progettati da Bruni, che dal 1876 scandiscono il trascorrere del tempo ogni quarto d'ora, nonché la campana civica con l'[[alabarda]] cittadina.
; [[Piazza Unità d'Italia#Palazzo Modello|Palazzo Modello]]: L'edificio, si trova tra il Palazzo del Municipio e [[Palazzo Stratti]], fu costruito sempre dall'architetto Giuseppe Bruni tra il [[1871]] e il [[1873]], prendendo il posto delle vecchie chiese di San Pietro e San Rocco che si trovavano nello stesso luogo. Il palazzo fu progettato su indicazioni del comune di Trieste venendo soprannominato "Palazzo Modello" perché doveva servire come esempio architettonico per la ristrutturazione che stava avvenendo nell'allora piazza Grande. All'inizio Palazzo Modello fu adibito ad albergo, poi denominato ''Hotel Delorme'', che smise di operare verso il [[1912]]. In luogo dell'attività alberghiera trovarono spazio parte degli uffici del comune. Nel [[2007]], in seguito alla devastazione che fu causata da un incendio, il comune di Trieste lo ha venduto all'allora azienda municipalizzata [[AcegasApsAmga]] con l'obiettivo di realizzare la sua nuova sede direzionale. Nell'ultimo piano dell'edificio si notano dei [[Telamone (architettura)|telamoni]], ovvero statue maschili intente a reggersi la tunica.
; [[Palazzo del Lloyd Triestino]]: Il palazzo del Lloyd Triestino di Trieste è un'importante costruzione della città. L'entrata principale è in [[Piazza Unità d'Italia|piazza dell'Unità d'Italia]], ma il palazzo si affaccia anche in via dell'Orologio, lungo riva del Mandracchio e in via del Mercato Vecchio. Già sede della compagnia di navigazione Lloyd Triestino di Navigazione, poi [[Lloyd Triestino]], è stato ristrutturato più volte, e ora ospita gli uffici della presidenza e della giunta della [[Friuli-Venezia Giulia|regione autonoma Friuli-Venezia Giulia]]. Il [[Lloyd Triestino]], costituito nel [[1833]], ebbe la prima sede in piazza Tommaseo, poi spostata in [[piazza della Borsa (Trieste)|piazza della Borsa]].
; [[Palazzo delle Poste (Trieste)|Palazzo delle Poste]]: Il palazzo delle Poste di Trieste è un importante edificio storico della città giuliana. L'entrata principale è in [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]]. Al suo interno si trova la sede triestina delle [[Poste Italiane]] e del [[Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa]]. Il palazzo delle Poste di Trieste fu costruito fra il [[1890]] e il [[1894]] ad opera dell'architetto [[Friedrich Setz]].
:Al nuovo palazzo venne destinata l'area occupata dalla [[Dogana]] (sorta sulle antiche [[Salina|saline]] che un tempo occupavano la zona su cui sorge attualmente il [[Borgo Teresiano]]). Il palazzo, disposto su un'area rettangolare di quasi {{formatnum:7100}} metri quadrati, venne concepito fin dall'inizio per ospitare sia gli uffici postali e telegrafici, che quelli della [[finanza]], per cui l'interno è strutturato in due corpi distinti di {{formatnum:3500}} metri quadrati ciascuno. Attualmente il palazzo ospita sul lato di [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]] la filiale di Trieste delle [[Poste Italiane]] e al piano terra il [[Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa]].
; [[Palazzo Galatti]]: Palazzo Galatti, comunemente chiamato palazzo della Provincia, è un palazzo [[XIX secolo|Ottocentesco]] di Trieste, situato nel centro della città, in [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]] ma con accessi anche dalle vie Roma, Galatti e della Geppa. L'edificio è costituito da tre piani fuori terra.
:Fino al 30 settembre 2017, data di soppressione dell'ente, è stato la sede legale e la più importante sede operativa della [[provincia di Trieste]]. In seguito all'attuazione della L.R. 26/2014 ''Riordino del sistema Regione – Autonomie Locali nel Friuli-Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative'', l'immobile è passato alla [[Friuli-Venezia Giulia|regione autonoma Friuli Venezia-Giulia]] per la quale ospita gli uffici della Presidenza, dei Servizi e Politiche Sociali e dell'Edilizia Scolastica Superiore dell'[[EDR di Trieste]].
; [[Palazzo delle Ferrovie dello Stato (Trieste)|Palazzo delle Ferrovie dello Stato]]: Il Palazzo delle Ferrovie dello Stato è un palazzo [[XIX secolo|ottocentesco]] di Trieste, situato nel centro della città, in [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]] ma con accessi anche dalle vie Milano, Galatti e Filzi. L'edificio è costituito da cinque piani fuori terra. Attualmente, in seguito all'attuazione di un piano di spostamento degli uffici delle Ferrovie in altre strutture, il palazzo è vuoto ed è stato messo in vendita. L'edificio della Direzione compartimentale delle [[Ferrovie dello Stato]] venne realizzato tra il [[1894]] ed il [[1895]] su progetto dell'architetto [[Raimondo Sagors]]. Lo stabile ospitava al pianterreno alcune attività commerciali tra cui il negozio di [[Ignazio de Brull]], mentre nella parte posteriore del complesso edilizio, in [[epoca fascista]], si trovava il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, diventato Cinema Vittorio Veneto, inaugurato nel [[1949]].
; [[Palazzo Economo]]: Il Palazzo Economo, ampio edificio in stile ecclettico, fu edificato a fine ottocento con la duplice funzione di residenza di pregio e magazzino mercantile su commissione dell'imprenditore e commerciante di origine greca Giovanni Economo. Acquistato dal [[Ministero della cultura]] negli anni 70 del secolo scorso, è oggi sede degli uffici della [[Soprintendenze|Soprintendenza]] del [[Friuli-Venezia Giulia]]<ref>{{cita web|url = https://movio.beniculturali.it/pmfvg/viverelottocentoatrieste/it/52/palazzo-economo| titolo= Vivere l'ottocento a Trieste, Palazzo Economo|accesso = 9 agosto 2022}}</ref>.
; [[Palazzo della Banca di Praga]]: il Palazzo della Banca di Praga, eretto tra il 1911 e il 1914, si distingue per il suo stile di stampo secessionista boemo con influenze razionaliste.
; [[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]]: Il Palazzo di Giustizia è un edificio giudiziario di Trieste che si trova nei pressi del [[Foro Ulpiano]]. Nel febbraio 1895, durante l'epoca austroungarica, la Dieta Provinciale di Trieste e Magistrato Civico decisero l'edificazione di un unico complesso architettonico che contenesse tutti gli uffici giudiziari, le carceri e l'archivio dei Libri Tavolari, all'epoca dislocati in diverse zone della città, tra cui in via Santi Martiri (attuale via Duca d'Aosta), in via della Sanità (ora via Armando Diaz) e nel palazzo Bordeaux.<ref>{{cita web|titolo=La storia|sito=Tribunale di Trieste|url=http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/storia.aspx|accesso=14 marzo 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908184853/http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/storia.aspx}}</ref>
:Il governo austriaco chiese l'aiuto economico del comune di Trieste il quale, dopo un iniziale rifiuto per mancanza di fondi, si accordò per vendere all'erario un terreno di {{formatnum:37214}} m<sup>3</sup> al prezzo agevolato di {{formatnum:324919}} [[fiorino austro-ungarico]], con contratto stipulato in data 25 luglio 1898.<ref>{{cita web|titolo=La costruzione del Palazzo di Giustizia di Trieste nei documenti dell'Archivio di Stato|sito=Tribunale di Trieste|url=http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/palazzo.aspx|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170910194057/http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/palazzo.aspx}}</ref>
; [[Palazzo del Tergesteo]]: Palazzo del Tergesteo di Trieste è un importante edificio della città. L'entrata principale è in [[piazza della Borsa (Trieste)|piazza della Borsa]], ma il palazzo si affaccia anche in piazza Verdi. Già sede della borsa di Trieste, è stato ristrutturato più volte, l'ultima delle quali tra il 2009 e il 2011. Nel 1838 il terreno dove ora sorge Palazzo del Tergesteo venne venduto da Giuseppe Brambilla alla società Tergesteo, costituita con lo scopo di erigere un maestoso palazzo polifunzionale nel centro di Trieste. La compagine societaria è suddivisa in {{formatnum:1500}} azioni, tra i cui azionisti si ricordano il ministro austriaco [[Karl Ludwig von Bruck (politico)|Karl Ludwig von Bruck]] e il barone [[Pasquale Revoltella]]. Nel 1840 cominciano i lavori di edificazione, che terminano nel 1842.
; [[Casa Terni-Smolars]]: Opera dell'architetto [[Romeo Depaoli]], venne progetta nel 1906. È considerata come uno dei migliori esempi di liberty triestino<ref name=":02">{{Cita web|url=https://danieledemarco.com/2013/11/21/casa-terni-smolars/|titolo=Casa Terni Smolars|autore=Daniele De Marco|sito=ScoprendoTrieste.it|data=21 novembre 2013|lingua=it|accesso=13 gennaio 2021}}</ref>.
; [[Palazzo Aedes]]: Palazzo Aedes, comunemente chiamato grattacielo Rosso, è un palazzo [[XIX secolo|novecentesco]] di Trieste, situato in piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, ovvero nel punto d'incontro fra il [[canal Grande di Trieste]] e le rive. Fu costruito fra il [[1926]] e il [[1928]] a fianco di [[palazzo Gopcevich]] su progetto dell'architetto [[Arduino Berlam]]. L'edificio trae ispirazione dai nuovi [[grattacieli]] di [[New York]] in mattoni rossi, ed è noto come il primo vero grattacielo costruito a Trieste<ref>{{cita web|url=http://www.triesteprima.it/cronaca/palazze-aedes-piazza-abbruzzi-grattacielo-circolo-generali.html|titolo=Palazzo Aedes, il primo grattacielo di Trieste}}</ref>.
; [[Palazzo Carciotti]]: Palazzo Carciotti è un palazzo [[XVIII secolo|settecentesco]] di Trieste, situato nel centro della città, posto all'inizio del [[canal Grande di Trieste]]. Il palazzo fu realizzato sulla già citata area un tempo destinata a [[salina|saline]]. Il committente fu il commerciante greco Demetrio Carciotti, stabilitosi a Trieste nel [[1775]]. Arricchitosi con il commercio di panni dalla [[Boemia]], alla fine del [[Settecento]] Demetrio Carciotti acquistò le cinque case che si trovavano sul lato destro dell'entrata del canale. Per la costruzione di questo palazzo, Demetrio Carciotti si affidò all'architetto [[Matteo Pertsch]], che presentò il suo progetto nel [[1798]]. Subito iniziarono i lavori di edificazione, ai quali sovrintendeva Giovanni Righetti, che si protrassero fino al [[1805]].
; [[Stazione marittima di Trieste]]: Nel 1924 l'amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per passeggeri. Il governo fascista inserì questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione, vista la sua importanza<ref name=":0" />. La stazione marittima di Trieste, che è stata progettata da [[Umberto Nordio (architetto)|Umberto Nordio]] e [[Giacomo Zammattio]], è stata costruita fra il [[1926]] e il [[1930]]<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/scheda-progetti?p_p_id=56_INSTANCE_hIz4&articleId=17940&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=10304&viewMode=normal|titolo=Trieste, Stazione marittima, Umberto Nordio con Giacomo Zammattio, 1926-1930|sito=SAN - Portale degli archivi degli architetti|accesso=21 marzo 2018}}</ref>. L'edificio, che si trova sul Molo dei [[Bersaglieri]], è il risultato della trasformazione di un semplice magazzino del porto di Trieste, che durante la dominazione asburgica era principalmente destinato a deposito dei vini di importazione dall'Italia.
; [[Palazzo Gopcevich]]: Palazzo Gopcevich ospita il Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl. L'edificio, dal caratteristico intonaco bianco e rosso, si trova nel centro della città, nel [[Borgo Teresiano]], sulla riva del [[canal Grande di Trieste]] e fu costruito nel 1850 su progetto dell'architetto [[Giovanni Andrea Berlam]] per conto dell'armatore serbo [[Spiridione Gopcevich]], da cui il nome del palazzo. Il prospetto che si affaccia sul canale, dallo stile eclettico, composto da un disegno a greche rosso e gialle, è inoltre arricchito da statue, fregi e medaglioni che ricordano i protagonisti della [[battaglia della Piana dei Merli]], combattuta il 15 giugno [[1389]], [[Vidovdan|giorno di San Vito]], dall'[[esercito]] dell'alleanza dei regni serbi<ref>{{cita libro | autore=Noel Malcolm| editore=Bompiani | anno=1999 | titolo=Storia del Kosovo | pp=90-93}}</ref> contro l'esercito [[Impero ottomano|ottomano]], nella [[Piana dei Merli]], una pianura nell'odierno [[Kosovo]]. L'interno dell'edificio presenta ambienti di notevole ricercatezza, sia negli arredi che nei pavimenti intarsiati, oltre che nei soffitti decorati. L'ultimo radicale restauro di Palazzo Gopcevich risale al 1988.
; [[Caffè San Marco (Trieste)|Caffè San Marco]]: Il Caffè San Marco è un [[Caffè storici di Trieste|caffè storico]] situato in via Battisti 18. Fondato nel [[1914]], il locale è celebre per essere sempre stato uno dei principali ritrovi degli intellettuali della città. Il Caffè San Marco è ospitato un edificio innalzato nel [[1912]] dalle [[Assicurazioni Generali]], che affittò il pianterreno a Marco Lovrinovich, originario di [[Parenzo]], che inaugurò lo storico caffè il 3 gennaio [[1914]]. Il locale diventò gradualmente il ritrovo principale di giovani studenti e degli intellettuali della città, ma non solo: il [[caffè (locale)|caffè]], infatti, iniziò a ospitare giovani [[Irredentismo italiano|irredentisti italiani]] funzionando anche come laboratorio di produzione di [[passaporti]] falsi per permettere la fuga in [[Italia]] di patrioti antiaustriaci. Per tali motivi, in piena [[prima guerra mondiale]], il 23 maggio [[1915]], un gruppo di soldati dell'esercito austroungarico irruppe all'interno del locale devastandolo e decretandone la chiusura permanente. Lovrinovich stesso fu cacciato brutalmente e trasferito nel carcere di [[Liebenau (Austria)|Liebenau]] in [[Alta Austria]], perché si era causato volontariamente il [[tracoma]] con una soluzione batterica allo scopo di non essere arruolato nell'[[imperiale e regio esercito]] austro-ungarico, appena mobilitato per il [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano]], vista la [[Italia nella prima guerra mondiale|dichiarazione di guerra appena dichiarata dall'Italia]], che fece così il suo ingresso nel conflitto mondiale.
; [[Lanterna di Trieste]]: Il faro della Lanterna di Trieste si trova in cima al Molo Fratelli Bandiera, all'estremità ovest della città, delimitando l'ingresso al porto vecchio. La costruzione del faro, che entrò in funzione l'11 febbraio [[1833]], fu voluta dal governatore della città [[Karl von Zinzendorf|Carlo Zinzendorf]] su progetto di [[Matteo Pertsch]]. Il gruppo ottico è sorretto da una colonna in pietra a base cilindrica che si erge da una Torre Massimiliana merlata con due ordini di troniere. Oltre alla funzione di faro, infatti, la costruzione doveva svolgere anche una funzione di difesa del porto. Le fondazioni del faro poggiano su quello che un tempo era lo Scoglio dello Zucco.
; [[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria]]: Il faro della Vittoria è stato costruito tra il 15 gennaio [[1923]] e il 24 maggio [[1927]]<ref group=N>Il faro è stato inaugurato il 24 maggio 1927 alla presenza del re [[Vittorio Emanuele III]] in ricordo dell'inizio delle operazioni militari dell'Italia nella prima guerra mondiale. Il 24 maggio 1915, da [[Forte Verena]], che si trovava sull'[[altopiano di Asiago]], partì il primo colpo di cannone verso le fortezze [[Impero austro-ungarico|austriache]] situate sulla [[Piana di Vezzena]]. Ai primi fanti del [[Regio Esercito]] che varcarono poi il confine nella medesima data è dedicata la prima strofa de ''[[La canzone del Piave]]''</ref>, ad opera dell'[[architetto]] italiano [[Arduino Berlam]]. Oltre che ad assolvere le funzioni di [[faro]] per la navigazione, illuminando il [[golfo di Trieste]], il Faro della Vittoria svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la [[prima guerra mondiale]], così come testimoniato dall'iscrizione posta alla sua base:
{{citazione|{{maiuscoletto|Splendi e ricorda i cadvti svl mare (Mcmxv – Mcmxviii)}}|Iscrizione presente sulla base del Faro della Vittoria dedicata ai caduti del mare durante la prima guerra mondiale}}
:In particolare, i [[numeri romani]] {{maiuscoletto|Mcmxv}} e {{maiuscoletto|Mcmxviii}} ricordano gli anni di inizio e termine della prima guerra mondiale per l'Italia, ovvero 1915 e 1918.
; [[Villa Necker]]: Villa Necker è una dimora storica in [[stile neoclassico]], situata in via dell'Università 2. Villa Necker sorge sull'area occupata in origine dai terreni di proprietà "dei Santi Martiri". Gran parte della critica attribuisce la realizzazione della villa all'architetto [[Giacomo Marchini]], su progetto del francese Champion, giunto in città nel [[1784]] e al quale si deve anche il disegno di Villa Murat, oggi non più esistente. La struttura, inserita all'interno di un ampio parco, si presenta a tre piani fuori terra.
; [[Villa Engelmann]]: Villa Engelmann si trova in via di Chiadino 5 di fronte alla [[Chiesa della Beata Vergine delle Grazie (Trieste)|chiesa Beata Vergine delle Grazie]]. La villa e il parco adiacente furono progettati per volere di [[Francesco Ponti]] nel 1840 con i lavori di costruzione che durarono tre anni. Nel 1888 Villa Engelmann fu acquistata da Frida Engelmann, mentre nel 1938 passò in eredità a Guglielmo Engelmann. L'intera area fu ceduta alla città di Trieste da suo figlio Werner.
; [[Villa Sigmundt]]: Villa Sigmundt si trova in Via Rossetti ai civici 44 e 46. Fu progettata da [[Giovanni Andrea Berlam]] nel 1861 su commissione di Edmund Sigmundt, ricco mercante triestino di spugne. Costruita nel rione di [[Chiadino]], è rimasta immutata dalla sua inaugurazione.
;[[Castelletto Geiringer]]
: Il Castelletto o Villa Geiringer sorge in posizione dominante sul colle di Scorcola. Venne eretta quale residenza personale dell'architetto triestino [[Eugenio Geiringer]] nel 1896.<ref>{{Cita web|url=https://quitrieste.it/2014/01/eugenio-geiringer-2/|titolo=Eugenio Geiringer {{!}} quitrieste|lingua=it|accesso=7 novembre 2020}}</ref>
=== Castelli e architetture militari ===
<gallery>
File:Castello_di_San_Giusto_01.jpg|[[Castello di San Giusto]]
File:Trieste-Castello di San Giusto-IMG 3000.JPG|[[Castello di San Giusto]]<br />- cortile interno
File:CastelloMiramare.jpg|[[Castello di Miramare]]
File:Parco_di_Miramare.jpg|Castello di Miramare<br />- parco
File:Muggia_-_il_castello_3.jpg|[[Castello di Muggia]]
File:Fauntain and castle Duino.JPG|[[Castello di Duino]]
</gallery>
; [[Castello di Miramare]]: Il castello di Miramare fu eretto come residenza della corte Asburgica nell'attuale [[Miramare (Trieste)|omonimo quartiere di Trieste]] per volere di [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Asburgo-Lorena]], arciduca d'Austria e [[imperatore del Messico]], per farne la propria dimora da condividere con la moglie [[Carlotta del Belgio]]. In tempi recenti il castello si è trasformato in ''Museo storico del castello di Miramare'', che ha fatto registrare, nel [[2016]], {{formatnum:257237}} visitatori, mentre il parco del castello di Miramare ha fatto registrare {{formatnum:833300}} visitatori<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo=Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2016|accesso=17 gennaio 2017|formato=pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170110014613/http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|urlmorto=sì}}.</ref>.
; [[Castello di San Giusto]]: Il castello di San Giusto è una [[fortezza]]-[[museo]] situata sul [[San Giusto (Trieste)|colle omonimo]]. Come dimora storica, è stato restaurato negli [[anni 2000]] venendo adibito a museo civico dal Comune di Trieste, la cui struttura appartiene al demanio comunale dal [[1930]]. Sul Bastione Lalio è stato inaugurato il 4 aprile [[2001]] il [[Lapidario]] [[Tergeste (città antica)|Tergestino]] costituito da [[Iscrizione|iscrizioni]], [[Scultura|sculture]], [[Bassorilievo|bassorilievi]] e frammenti di [[Architettura romana|architetture]] di [[Storia romana|epoca romana]]. È visitabile solo in parte: oltre al lapidario, sono infatti accessibili la [[Cappella]], la Sala Caprin, l'ampio cortile interno – sede di manifestazioni nel periodo estivo - e gli spalti, da cui si gode un ampio panorama sulla città sottostante.
; [[Castello di Muggia]]: Il castello, che si affaccia in posizione elevata sul porticciolo di Muggia, è di proprietà dello scultore [[Villi Bossi]] e di sua moglie Gabriella. Viene aperto al pubblico in particolari occasioni, in particolare per iniziative culturali e musicali. Il primo nucleo del castello fu una torre fatta erigere dal [[patriarca di Aquileia]] [[Marquardo di Randeck]] nel 1374 a Borgolauro, moderno quartiere centrale del confinante comune di Muggia, che si trova lungo il mare. La sua costruzione si protrasse sino al 1399.
[[File:Air-raid shelter in Trieste, one of the tunnels.JPG|thumb|upright=1.2|Una delle [[Kleine Berlin|Gallerie antiaeree Kleine Berlin]]]]
; [[Kleine Berlin|Gallerie antiaeree]]: Kleine Berlin (''piccola [[Berlino]]'' in [[lingua tedesca|tedesco]]. In realtà errato, perché in [[lingua tedesca]] ''Berlin'' non è femminile, visto che si dovrebbe dire ''Kleines Berlin'') è il più esteso complesso di gallerie antiaeree sotterranee risalenti alla [[seconda guerra mondiale]] ancora esistente a Trieste. Data la sua conformazione collinare, Trieste è percorsa da numerose gallerie antiaeree, ma il complesso della Kleine Berlin è particolare per la sua ampiezza, la sua estensione, e per il fatto di essere visitabile dal pubblico.:Anche la [[galleria di Montebello]] fu un rifugio antiaereo, ma i due ingressi furono unificati per creare un rapido passaggio stradale tra i quartieri di Barriera Vecchia e la periferia meridionale della città.
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=== Architetture marittime ===
[[File:Trieste - Canal Grande al tramonto.jpg|thumb|upright=1.2|[[Canal Grande di Trieste]]]]
[[File:Triest-1918.jpg|upright=1.2|thumb|Targa commemorativa che ricorda lo sbarco delle truppe italiane a Trieste, che avvenne il 3 novembre 1918]]
; [[Canal Grande di Trieste]]: Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del [[Borgo Teresiano]], in pieno centro storico, a metà strada tra la [[stazione di Trieste Centrale]] e [[piazza Unità d'Italia]], con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio. Fu realizzato tra il 1754 e il 1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando queste vennero interrate per permettere lo sviluppo urbanistico della città all'esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente fino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci.
; [[Molo Audace]]: Il Molo Audace si trova sulle rive di Trieste, in pieno centro della città, a pochi passi da [[piazza Unità d'Italia]] e dal [[Canal Grande di Trieste]]. Nel 1740 affondò nel porto di Trieste, vicino alla riva, la nave ''San Carlo''. Invece di rimuovere il relitto, si decise di utilizzarlo come base per la costruzione di un nuovo [[molo]], che venne costruito tra il 1743 ed il 1751 venendo intitolato a San Carlo. Il Molo Audace separa il bacino di San Giorgio dal bacino di San Giusto del Porto Vecchio. Il 3 novembre 1918, alla fine della prima guerra mondiale, la prima nave della [[Regia Marina]] italiana ad entrare nel porto di Trieste e ad attraccare al molo San Carlo fu il [[Audace (torpediniera)|cacciatorpediniere ''Audace'']], la cui àncora è ora esposta alla base del [[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria di Trieste]]. In ricordo di questo avvenimento, nel marzo del 1922, venne cambiato nome all'attracco da Molo San Carlo a Molo Audace. All'estremità del molo stesso, nel 1925, venne eretta una [[rosa dei venti]] in bronzo, con al centro un'epigrafe che ricorda lo storico approdo della nave ''Audace'', e sul fianco la dicitura
{{citazione|{{maiuscoletto|Fusa nel bronzo nemico III novembre Mcmxxv}}|Iscrizione presente sul Molo Audace}}
Il [[numero romano]] {{maiuscoletto|III novembre Mcmxxv}} (3 novembre 1925) ricorda la data della cerimonia che commemorò, sette anni dopo, l'attracco del cacciatorpediniere ''Audace'', e con esso il seguente sbarco dei marinai italiani nella Trieste appena liberata dalle truppe austroungariche.
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=== Architetture ferroviarie ===
[[File:Trieste-Tram-Opicina-91.jpg|thumb|upright=1.2|[[Trenovia di Opicina]]]]
; [[Tranvia di Opicina]]: La Tranvia di Opicina (''tram de Opcina'' in [[dialetto triestino]], ''Openski tramvaj'' in [[Lingua slovena|sloveno]]), nota anche come ''Trenovia di Opicina'', una delle attrazioni turistiche della città di Trieste, è una [[tram|linea tranviaria]] interurbana panoramica gestita dalla [[Trieste Trasporti]]. Sua caratteristica unica in Europa<ref>Guide d'Italia TCI. ''Friuli-Venezia Giulia'' 2010, Touring Editore, p. 72.</ref> è quella di possedere un tratto di circa {{TA|800 m}} in forte pendenza (fino al 26%) lungo il quale le vetture vengono spinte (in salita) o trattenute (in discesa) da carri-scudo vincolati ad un impianto [[funicolare]]. Il servizio, classificato come linea 2, presenta un percorso urbano nel centro di Trieste (a livello del mare) e una tratta interurbana di collegamento con la frazione di [[Opicina|Villa Opicina]] sull'[[altopiano del Carso]], a {{TA|329 [[Livello del mare|m s.l.m.]]}}. In funzione dal 9 settembre [[1902]], è lunga poco più di {{TA|5 km}}.
=== Vie e piazze ===
; [[Piazza Unità d'Italia]]: Piazza Unità d'Italia è la piazza principale di Trieste. Si trova ai piedi del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]], tra il [[Borgo Teresiano]] e il [[Borgo Giuseppino]]. Di pianta rettangolare, la piazza si apre da un lato sul [[Golfo di Trieste]], mentre dall'altro è circondata da numerosi palazzi e da diversi edifici pubblici. Affacciate sulla piazza si trovano le sedi di diversi enti: il municipio di Trieste, il palazzo della Giunta regionale del [[Friuli-Venezia Giulia]] e la [[Prefettura italiana|prefettura]] del capoluogo. La piazza ha un'area totale di {{TA|12 280 m²}}.<ref>{{cita testo|url=http://acme.com/planimeter/|titolo=Google Planimeter<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> Anticamente era chiamata ''Piazza San Pietro'', dal nome di una chiesetta ivi esistente, poi cambiò nome in ''Piazza Grande'', mentre durante il [[Litorale austriaco|periodo austriaco]] il nome fu mutato in ''Piazza Francesco Giuseppe'', dal nome dell'imperatore [[Francesco Giuseppe d'Austria]]. Ha preso il nome attuale nel 1918, quando la città fu annessa all'Italia.[[File:Plaza de la Unidad de Italia, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 11-15 HDR.jpg|thumb|upright=3|[[Piazza Unità d'Italia]]|centro]]{{clear}}
[[File:Plaza de la Bolsa, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 18.jpg|thumb|upright=1.2|[[Piazza della Borsa (Trieste)|Piazza della Borsa]]]]
; [[Piazza della Borsa (Trieste)|Piazza della Borsa]]: Piazza della Borsa è una delle piazze principali di Trieste. Conosciuta anche come il ''secondo salotto buono cittadino'', la piazza è stata il centro economico della città per tutto il [[XIX secolo]]. È la piazza immediatamente adiacente a Piazza Unità d'Italia che prosegue, restringendosi, fino all'inizio di corso Italia, un'importante arteria cittadina. Il luogo dove sorge la piazza si trovava anticamente appena fuori dalle mura cittadine. Infatti, nel punto dove si trova il passaggio con Piazza Unità, era situata porta di Vienna. Le case che delimitano la piazza verso la periferia della città seguono invece la linea delle antiche mura verso la torre di Riborgo.
===
; [[Borgo Teresiano]]: Il Borgo Teresiano è un quartiere di Trieste costruito attorno alla metà del [[XVIII secolo]] e voluto dall'allora [[Carlo VI d'Asburgo|imperatore d'Austria Carlo VI]] e – dopo la sua morte – da [[Maria Teresa d'Austria]]. Il quartiere fu progettato per dare un po' di respiro e sviluppo alla città che stava assistendo al fiorire del commercio portuale. Venne ricavato dall'interramento delle antiche saline di Trieste urbanizzando un'area al di fuori dalle mura. Con il suo asse viario a trama ortogonale, è uno dei primi esempi di piani regolatori cittadini moderni. Il Borgo Teresiano si sviluppa tra la via Carducci, corso Italia, la [[stazione di Trieste Centrale]] e le rive.
; [[Borgo Giuseppino]]: Il Borgo Giuseppino è un quartiere di Trieste progettato e costruito a partire dalla fine del [[XVIII secolo]]. Il nome deriva dall'imperatore d'Austria [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II d'Austria]], figlio dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, che continuò il periodo di riforme già avviato dalla madre. Il borgo si estende fuori dalle Mura dell'antica Porta Cavana raggiungendo il terreno del [[Lazzaretto]] di San Carlo. Dopo che la città si era espansa nel [[Borgo Teresiano]], luogo occupato prima dalle antiche saline, aveva bisogno di nuovi e numerosi spazi, data la crescita vertiginosa a cui si stava assistendo. Il progetto per la costruzione del quartiere fu avviato a partire dal [[1788]] dall'architetto [[Domenico Corti]]. Nel Borgo Giuseppino si trova la [[Piazza Venezia (Trieste)|piazza Venezia]], un tempo nota come ''piazza Giuseppina''. Un monumento raffigurante [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano]], opera di [[Johannes Schilling]], si erge nel centro della piazza.
=== Siti archeologici ===
[[File:Trieste-San Giusto-IMG 2980.JPG|thumb|upright=1.2|I resti del foro romano dell'antica ''Tergeste'' e la [[cattedrale di San Giusto (Trieste)|cattedrale di San Giusto]] sulla sommità dell'[[San Giusto (Trieste)|omonimo colle]]]]
[[File:Val Rosandra near Trieste3.jpg|thumb|upright=1.2|Resti dell'[[Val Rosandra#Acquedotto romano|acquedotto romano della Val Rosandra]]]]
[[File:Antiquarium SilviaBorri.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio dell'[[Antiquarium di via del Seminario]]]]
[[File:Area marina Miramare - Marine area of Miramare.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio della [[Riserva naturale marina di Miramare]]]]
[[File:GTdS 20x30 2006 (Copia) (2) - Copia.jpg|thumb|upright=1.2|La [[Grotta Torri di Slivia]]]]
[[File:Parco San Giusto 011.jpg|thumb|upright=1.2|Il Parco della Rimembranza]]
[[File:Prosecco-Napoleonica 008.jpg|thumb|upright=1.2|La parte iniziale della Strada Napoleonica]]
; [[Tergeste (città antica)|Tergeste]]: L'importanza strategica dell'antica città romana di ''Tergeste'', che diede poi origine alla moderna Trieste, è anche indicata dalla sue possenti mura. Fatte di blocchi di pietra, circondavano la città partendo dalle zone collinari fino a scendere verso il mare. L'antica Trieste romana, infatti, possedeva un porto in zona Campo Marzio, dove ora è situata l'[[Stazione di Trieste Campo Marzio|omonima stazione ferroviaria]] e il [[Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio|relativo museo ferroviario]], dotato di scali di modeste dimensioni lungo il litorale, che si trovavano sotto il promontorio di San Vito e nei pressi della moderna località di Grignano, dove erano anche presenti alcune ville patrizie, estendendosi fino a Santa Croce. Il fabbisogno idrico della città era all'epoca soddisfatto da due [[Acquedotto|acquedotti]]: quello di Bagnoli e quello di San Giovanni di Guardiella.
:Fondamentale per lo sviluppo economico della città fu una [[strada romana]] realizzata dall'imperatore [[Flavio Vespasiano]], denominata ''[[Via Flavia]]'', che fu costruita tra il [[78]] e il [[79]], che diventò con il passare dei decenni la più importante strada della [[Regioni dell'Italia augustea|regione augustea]] ''[[Regio X Venetia et Histria|Venetia et Histria]]''. Il suo percorso si sviluppava da ''Tergeste'' costeggiando il litorale [[istria]]no passando poi per [[Pola]] e [[Fiume (Croazia)|Fiume]]; giungeva infine in [[Dalmazia]], ma si è supposto che dovesse originariamente prolungarsi sino alla [[Grecia]]. Era una delle vie più importanti fra quelle che non partivano direttamente da [[Roma]].
:Altra importante strada che passava attraverso la città antica era la ''[[Via Gemina]]'',<ref>{{CIL|5|7989}}.</ref>, che collegava [[Aquileia romana|Aquileia]] ad [[Emona]] (la moderna [[Lubiana]]) e che fu costruita dopo il [[14 a.C.]] dalla ''[[legio XIII Gemina]]''.<ref>Pais 216 = InscrAqu-2, 2901 = {{AE|2007|+00264}}.</ref> La ''Via Gemina'' seguiva il primo tratto dell'antichissima [[via dell'ambra]]: quando si dividevano, quest'ultima proseguiva poi fino al [[Danubio]] verso ''[[Carnuntum]]''.<ref>{{cita|Strabone|VII, 5.3}}.</ref>
; [[Teatro romano di Trieste]]: Il teatro romano di Trieste si trova ai piedi del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]], in pieno centro storico, al limitare della città vecchia, tra via Donota e via del Teatro Romano. All'epoca della sua costruzione, il teatro si trovava fuori dalle mura cittadine in riva al mare, che a quel tempo giungeva sino a quella zona. Sulle sue gradinate, costruite anche sfruttando la naturale pendenza del colle, potevano venir ospitati, a seconda delle varie fonti, dai {{formatnum:3500}} ai {{formatnum:6000}} spettatori. La costruzione del teatro viene datata alla fine del I secolo a.C., con il suo ampliamento che avvenne all'inizio del II secolo d.C. Probabilmente fu costruito per volere del triestino [[Quinto Petronio Modesto]], [[Procuratore (storia romana)|procuratore]] e [[flamine]] dell'imperatore [[Traiano]], citato in diverse iscrizioni, che secondo altre fonti ne curò invece solamente degli interventi di rinnovamento.
; [[Basilica paleocristiana di Trieste]] e i templi a Giove e ad Atena: La basilica paleocristiana di Trieste, edificata fra il [[IV secolo|IV]] e il [[V secolo]], contiene alcuni pregevolissimi mosaici, segno tangibile della ricchezza della chiesa locale e della città di ''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]'' fino a tarda età imperiale. I resti della basilica paleocristiana furono scoperti sotto l'attuale [[Cattedrale di San Giusto (Trieste)|Cattedrale di San Giusto]]. Sul colle di San Giusto sono tuttora visibili alcuni resti dei templi a Giove e ad Atena. Di quest'ultimo si sono conservate alcune strutture architettoniche nelle fondamenta della cattedrale, identificabili dall'esterno grazie ad apposite aperture nelle pareti del campanile e nel sottosuolo (tramite accesso dal Museo civico di storia ed arte di Trieste).
; [[Basilica civile di Trieste]]: A nord dei templi a Giove e ad Atena si apriva il [[Foro (urbanistica)|foro]] (avente funzione di piazza principale) che era divisa in tre navate con un'abside interna e che era completato da un portico con annessa la [[basilica civile]]. Il donatore fu Quinto Baieno Blassiano, procuratore di [[Traiano]] che esercitò la sua carica prima del 120-125.
; [[Arco di Riccardo]]:L'Arco di Riccardo è secondo alcune fonti una delle porte [[Impero romano|romane]] di Trieste risalenti al [[I secolo a.C.]]<ref>Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Volume 2 di Guida rapida d'Italia, Touring Editore, 2002, ISBN 8836523862</ref>, costruita probabilmente sotto l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto|Ottaviano Augusto]] negli anni {{TA|33-32 a.C.}} Le forme della decorazione architettonica permettono di datare la forma attuale dell'arco all'età claudio-neroniana o forse all'[[età flavia]] (50-{{TA|75 d.C.}}).<ref>{{Cita|Mangani, Rebecchi e Strazzulla|p. 273|Laterza}}.</ref> Secondo altre fonti invece si tratta di uno degli ingressi al santuario della [[Magna Mater]]<ref>{{cita testo|url=http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/itinerari/archeologici/default.asp?pagina=arco|titolo=Arco di Riccardo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014031126/http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/itinerari/archeologici/default.asp?pagina=arco }} Una pagina nuova non menziona la teoria del santuario: {{cita testo|url=http://itinerari.comune.trieste.it/itinerario-archeologico/#arco|titolo=Itinerario archeologico}}</ref>. Si tratta di un arco a un solo [[fornice]], alto 7,2 [[metro|m]], largo 5,3 m e profondo 2 m. Presenta anche un coronamento superiore, privo di decorazione.
; [[Antiquarium di via del Seminario]]: L'Antiquarium di via del Seminario è un sito archeologico della città di Trieste, dove si conserva una sezione delle mura romane. I resti archeologici dell'Antiquarium di via del Seminario sono tra i più antichi presenti nella città giuliana. Risalgono, infatti, alla tarda Repubblica, ossia alla fine del I secolo a.C. Nell'Antiquarium si osserva un tratto delle mura, fatte costruire da Ottaviano (quando questi non aveva ancora assunto il titolo di [[Augusto]]) tra il 33 e il 32 a.C. per la difesa della [[Colonia romana|colonia]] di ''Tergeste''. Il tratto conservato è lungo 4 metri e largo 2,4 metri. Le facce esterne delle mura sono costituite da blocchi di [[arenaria]], mentre il riempimento interno è di sabbia mista a roccia. Alla base delle mura è visibile un canale per lo scolo dell'acqua.
; [[Antiquarium di via Donota]]: L'Antiquarium di via Donota è un sito archeologico della città di Trieste, collocato nella fascia più bassa del [[colle di San Giusto]], dove è possibile visitare ciò che resta di una ''[[domus]]'' e di un [[sepolcreto]] di età romana. La ''[[domus]]'' fu costruita alla fine del I secolo a.C., periodo in cui l'intera parte del pendio del colle di San Giusto rivolto verso il mare fu soggetto a un'opera di sistemazione, grazie alla costruzione di terrazzamenti su cui poi fu edificato. Alla fine del I secolo d.C. la ''domus'' fu abbandonata, così a partire dal II secolo una parte di essa fu reimpiegata come [[necropoli]] pagana.<ref>{{cita testo|url=http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S40.html|titolo=DGBA - Antiquarium|accesso=16 aprile 2018|dataarchivio=10 dicembre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051210034049/http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S40.html|urlmorto=sì}}</ref>
; [[Castelliere di Cattinara]]: Il castelliere di Cattinara, che si trova tra le valli di Longera e di Rozzol, fu abitato dall'epoca preistorica all'epoca romana. In epoca preistorica i suoi abitanti vivevano sulla sua vetta, poi spianata, mentre in epoca romana lungo il suo versante meridionale, che era meglio riparato dai venti. I reperti scoperti in questo castelliere sono numerosi e molto vari, come cocci, resti di animali e utensili. Degne di nota sono due fibule in bronzo, una delle quali appartenente alla [[Cultura di La Tène]], fermo restando che non ne è stata ritrovata la necropoli, ritrovamento che ne permetterebbe forse la datazione<ref>{{Cita web |url=http://www.triestestoria.it/I%20Castellieri.htm#Il_Castelliere_di_Cattinara |titolo=Trieste di ieri e di oggi |accesso=23 aprile 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181110112413/http://www.triestestoria.it/I%20Castellieri.htm#Il_Castelliere_di_Cattinara |urlmorto=sì }}</ref>.
; [[Val Rosandra#Acquedotto romano|Acquedotto romano della Val Rosandra]]: nella vicina [[Val Rosandra]] sono presenti resti di un [[acquedotto romano]] realizzato nel [[I secolo]] che originariamente era lungo 14 chilometri giungendo fino al centro di ''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]''. Forse lungo i suoi lati era presente una [[strada romana]] con piccole postazioni per vedette permanenti. L'acquedotto romano della Val Rosandra restò in uso fino al [[VI secolo|secolo sesto]] (oppure, secondo altre fonti, fino al [[VII secolo|settimo]]), quando venne danneggiato irreparabilmente. Nel [[XVIII secolo]] era ancora discretamente conservato, e quindi l'amministrazione comunale triestina prese in considerazione un suo eventuale restauro per rifornire d'acqua potabile la città, che era in pieno sviluppo. L'idea fu poi abbandonata quando si capì che era più conveniente sfruttare altre fonti di acqua. I resti dell'acquedotto romano giunti sino al XXI secolo hanno una lunghezza di circa cento metri.
; [[Antiquarium di Borgo San Sergio]]: L'Antiquarium di Borgo San Sergio è costituito da due aree, una dove sono si trovano i reperti archeologici e l'altra dove i reperti sono esposti come in un classico museo. Nella prima sezione si trovano i resti di un'abitazione romana databile al I secolo, mentre nella parte espositiva sono conservati reperti rinvenuti durante i lavori di scavo effettuati presso il [[teatro romano di Trieste]].
=== Aree naturali ===
; [[Grotta Torri di Slivia]]: La Grotta Torri di Slivia si trova nel comune di [[Duino-Aurisina]], in [[provincia di Trieste]], ai piedi del piccolo borgo di [[Slivia]], centro agricolo abitato da una popolazione prevalentemente slovena che conta intorno ai 130 abitanti. È stata battezzata così dai primi esploratori che l'hanno mappata a fine Ottocento per le numerose torri stalagmitiche che la caratterizzano. Il rilievo della grotta, che risale al 6 gennaio 1885, fu opera dell'ing. [[Costantino Doria]], della [[Società alpinisti triestini]]. La prima spedizione entrò dal pozzo principale, che è conosciuto fin dai tempi più antichi. I lavori per realizzare l'ingresso artificiale per la fruizione turistica vennero iniziati nel 1964. Nel 1967 vengono creati il sentiero interno e la scalinata in ferro, mentre nel 1968 furono staccati i primi biglietti turistici.
; [[San Giusto (Trieste)#Il parco della rimembranza|Parco della Rimembranza]]: Il Parco della Rimembranza si trova in pieno [[centro storico]] a Trieste. Tra gli interventi urbanistici dell'[[Storia dell'Italia fascista|epoca fascista]] spicca certamente la sistemazione dell'area che ha dato poi origine al parco, che si trova sul colle di San Giusto. I lavori vennero iniziati con la creazione della larga Via Capitolina, una strada panoramica che sale dolcemente attorno al colle fino a raggiungere la cattedrale. Tutto il versante del colle tra questa strada ed il castello vennero consacrati alla memoria dei "caduti in tutte le guerre" combattute dai soldati italiani dopo l'unità nazionale, che avvenne nel 1861. Per tale motivo il Parco della Rimembranza è disseminato da grezzi cippi di pietra carsica con i nomi di combattenti noti e ignoti. In cima si erge il [[Monumento ai Caduti (Trieste)|Monumento ai Caduti]], 1935, opera di [[Attilio Selva]], dedicato ai [[Volontario di guerra|volontari]] triestini caduti nella [[prima guerra mondiale]]. È presente pure una targa dedicata ai caduti triestini della [[prima guerra mondiale]] che combatterono per l'[[Imperiale e regio esercito]] austro-ungarico.
; [[Riserva naturale marina di Miramare]]: La Riserva naturale marina di Miramare si trova nel [[Golfo di Trieste]] e si snoda tutt'attorno al promontorio di [[Miramare (Trieste)|Miramare]], dove sorge anche l'omonimo [[Castello di Miramare]]. La zona a protezione integrale, che è di 30 ettari per una larghezza di {{TA|200 km}} e una lunghezza di {{TA|1,8 km}} che si sviluppa lungo la costa, è circondata da un'area di rispetto (istituita con ordinanza della capitaneria di Porto di Trieste n. 76/95 e 28/98), di altri 90 ettari per una larghezza di ulteriori 400 metri a protezione parziale dove è vietata la pesca professionale. La profondità massima che si raggiunge nella riserva è di 18 metri. La costa è formata da una roccia calcarea tipica del [[Carso]], territorio di cui il promontorio di Miramare rappresenta una piccola estensione del litorale.
; [[Strada Napoleonica (Trieste)|Strada Napoleonica]]: La strada Napoleonica è compresa dal parcheggio di [[Borgo San Nazario]], situato nella periferia del quartiere di [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], sino alla piazzola dell'[[Obelisco di Opicina]]. Tale strada si trova quindi interamente nel comune di Trieste. Il nome ufficiale del sentiero è ''strada Vicentina'', dal nome dell'ingegner Giacomo Vicentini che ne progettò il tracciato e ne iniziò la costruzione nel 1821. La conformazione attuale è dovuta agli interventi di miglioramento effettuati nell'[[Secondo dopoguerra in Italia|immediato secondo dopoguerra]].
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
[[File:Molo San Carlo.jpg|thumb|left|upright=1.2|Traffico di navi attorno all'anno 1900 sul [[Molo Audace|Molo San Carlo]], oggi Molo Audace, di Trieste]]
Fra la metà del [[XVIII secolo|XVIII]] e gli inizi del [[XX secolo]] Trieste, quale principale porto dell'[[Impero austro-ungarico]], conobbe un'epoca di straordinario sviluppo economico accompagnato da una crescita demografica molto sostenuta, che permise alla città di passare dai {{formatnum:4000}} residenti del [[1735]] ai quasi {{formatnum:230000}} del [[1910]].
Con la fine della [[prima guerra mondiale]] e l'annessione di Trieste all'Italia, il capoluogo giuliano assistette a un progressivo ristagno della propria popolazione a causa delle mutate condizioni geopolitiche. Da principale emporio marittimo dell'[[Impero austro-ungarico]] nonché fra i massimi del [[Mar Mediterraneo]], la città e il suo porto iniziarono a declinare, passando ad occupare una posizione sempre più periferica nell'allora [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. {{Senza fonte}}
All'indomani della [[seconda guerra mondiale]] in città si verificò un altro mutamento delle dinamiche demografiche che l'avevano caratterizzata fino ad allora: l'[[esodo giuliano dalmata]], [[emigrazione]] forzata della maggioranza dei cittadini di [[Italiani|etnia]] e di [[lingua italiana]] dalla [[Venezia Giulia]] e dalla [[Dalmazia]], ebbe infatti come meta Trieste, che conobbe ancora una volta un'impennata della popolazione residente, oltre a profonde trasformazioni della propria composizione etnica e del tessuto sociale urbano.
In quegli stessi anni, in particolare a partire dal [[1954]], con la soppressione del [[Territorio Libero di Trieste]], oltre {{formatnum:20000}} triestini, spinti da motivazioni di natura economica e sociale, ma anche di tendenza politica, scelsero l'emigrazione<ref>{{Cita libro |autore=Raoul Pupo |titolo=Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio |p=227 |città=Milano |editore=Rizzoli |anno=2005 |ISBN=88-17-00562-2}}</ref> dirigendosi principalmente in [[Australia]], [[Canada]] e [[Sudamerica]]. Durante gli anni cinquanta e sessanta gli abitanti si mantennero costantemente al di sopra delle {{formatnum:270000}} unità, raggiungendo un massimo di {{formatnum:285529}} persone ({{formatnum:131855}} maschi e {{formatnum:153674}} femmine) nel dicembre [[1956]].<ref>{{cita testo|url=http://statistica.comune.trieste.it/demografia/popolazione-residente/|titolo=Serie storica della popolazione residente di Trieste}} in {{cita testo|url=http://statistica.comune.trieste.it/|titolo=Statistica}} nella rete civica del comune di Trieste.</ref>
[[File:PanormadiTrieste.jpg|thumb|left|upright=1.2|Vista della città e del [[golfo di Trieste]] dalle colline limitrofe]]
Da quel momento la città ha assistito a una progressiva diminuzione della propria popolazione. Le condizioni geo-politiche nuovamente mutate, la mancanza di un entroterra ampio che le desse respiro e la chiusura di molte attività economiche (come i cantieri navali San Marco e gli [[Dreher|stabilimenti Dreher]]) hanno costretto una parte della popolazione a trasferirsi altrove alla ricerca di lavoro.
Ne è conseguito un decremento della natalità e un progressivo invecchiamento della popolazione residente con cali demografici che per lungo tempo hanno raggiunto e superato le {{formatnum:2000}} unità all'anno.
Nell'ultimo decennio il decremento demografico è stato meno marcato che in precedenza, stabilizzando poco sopra i {{formatnum:200000}} abitanti. Tale fenomeno è dovuto a una ripresa della natalità e ad un nuovo e lento processo di [[immigrazione]], in massima parte proveniente dall'[[Europa orientale]]. Il territorio provinciale, che conta circa {{formatnum:240000}} abitanti, è il più piccolo d'Italia. Nei fatti è una sorta di conurbazione con un discreto movimento di popolazione, che è avvenuto negli ultimi anni dalla città verso i comuni limitrofi.
Trieste, insieme a Genova, Bologna e Venezia, continua ad essere in testa alle classifiche italiane per anzianità della popolazione. La città giuliana è il comune con la più alta densità demografica nel [[Triveneto]] ({{formatnum:2414}} abitanti per km quadrato).
{{Demografia/Trieste}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Trieste è un crocevia di culture e religioni, conseguenza sia della sua posizione geografica di "frontiera" sia delle vicissitudini storiche che ne hanno fatto un punto di incontro di molti popoli; infatti quasi ogni etnia e ogni comunità religiosa ha uno o più luoghi di aggregazione.
Nella città di Trieste attualmente sono presenti accanto alle popolazioni autoctone italiana e slovena, numerosi gruppi [[etnia|etnici]] minoritari storici tra cui croati, serbi, greci e tedeschi e gruppi di recente insediamento tra i quali rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani.
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano {{formatnum:23882}}, ovvero il 12,01% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=15 luglio 2025}}</ref>
* [[Serbia]] 3667
* [[Romania]] 3178
* [[Kosovo]] 1889
* [[Pakistan]] 1272
* [[Ucraina]] 1199
* [[Croazia]] 1069
* [[Cina]] 961
* [[Albania]] 692
* [[Slovenia]] 556
* [[Afghanistan]] 523
=== Lingue e dialetti ===
{{vedi anche|Dialetto triestino|Dialetto veneto coloniale|Lingua slovena in Italia}}
[[File:A-H ethnic 1910 Pict 4.JPG|thumb|left|[[Madrelingua|Lingue madri]] maggioritarie della popolazione in [[Istria]], [[Quarnaro]] e [[Dalmazia]] nel 1910]]{{Approfondimento
|titolo=Disposizioni per la tutela della comunità slovena
|contenuto=I triestini di etnia slovena utilizzano la loro lingua madre come [[lingua vernacolare]] e nei rapporti con le istituzioni pubbliche.[[File:Slovenian_minority_office_Trieste.jpg|thumb|center|Un ufficio del comune di Trieste]]Il gruppo linguistico sloveno viene tutelato da apposite normative<ref>Legge 482 del 1999: Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche</ref><ref>Legge 38 del 2001: Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia</ref><ref>Legge regionale 16 del 2007: Norme regionali per la tutela della minoranza linguistica slovena</ref> e contributi della [[Repubblica Italiana]] per assicurare la conservazione della propria rete scolastica e delle proprie organizzazioni politiche, culturali e sportive.
}}{{doppia immagine|right|Segnaletica multilingue.JPG|195|Carta identita prov Trieste.jpg|140|<small>Segnaletica stradale bilingue a [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], quartiere di Trieste</small>|<small>Carta d'identità stampata dal comune di Trieste. Si noti la doppia scritta bilingue in italiano e sloveno</small>}}
Oltre alla [[lingua italiana]] a Trieste è diffuso lo [[Lingua slovena|sloveno]], che è tutelato dalla legislazione statale e regionale per la tutela della [[Sloveni in Italia|minoranza linguistica slovena in Italia]]. Essa prevede, per Trieste, il bilinguismo funzionale, che è garantito da uffici comunali dedicati. Il bilinguismo completo italiano/sloveno si applica invece al di fuori dell'area centrale del comune di Trieste, nelle zone abitate prevalentemente da sloveni (Basovizza/Bazovica, Opicina/Opčine, Padriciano/Padriče, Trebiciano/Trebče, Prosecco/Prosek). La [[Sloveni in Italia|comunità slovena]], presente in città fin dal Medioevo<ref name="Jez1994">Janko Jež - Monumenta Frisingensia: la prima presentazione in Italia dei Monumenti letterari sloveni di Frisinga del X-XI secolo...: con traduzione dei testi, cenni di storia del popolo sloveno e dati sugli Sloveni in Italia – Trieste: Mladika; Firenze: Vallecchi Editore, 1994 - ISBN 88-8252-024-2</ref><ref>{{cita web|url=http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=11 novembre 2012 |urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120824021812/http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm }} Liceo F. Petrarca – Trieste - a.s. 2001/2002 - Il Carso tra natura e cultura</ref><ref>Boris Gombač, ''Atlante storico dell'Adriatico orientale'', Bandecchi &Vivaldi, Pontedera, 2007 - ISBN 978-88-86413-27-5</ref>, raggiungeva nel 1910 (secondo il discusso censimento austriaco di quell'anno<ref>C. Schiffrer, "Autour de Trieste", Fasquelle Éditeurs, Parigi 1946, p.48; G. Valdevit, "Trieste. Storia di una periferia insicura", Bruno Mondadori, Milano 2004, p. 5; Angelo Vivante, ''Irredentismo adriatico'', Firenze 1912 (ristampato 1945), p. 158-164; Carlo Schiffrer, ''Historic Glance at the Relations between Italians and Slavs in Venezia Giulia'', Trieste 1946, p. 25-34; Pavel Stranj, ''Slovensko prebivalstvo Furlanije-Julijske krajine v družbeni in zgodovinski perspektivi'', Trieste 1999, p. 296-302; [[Jean-Baptiste Duroselle]], ''Le conflit de Trieste 1943-1954'', Bruxelles 1966, p. 35-41</ref>) il 25% della popolazione del comune. Durante il [[ventennio fascista]] le popolazioni slave della Venezia Giulia furono assoggettate ad una politica di [[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione forzata]]. Nel 1971 la comunità slovena era stimata in circa il 5,7% della popolazione del comune.<ref>Censimento 1971</ref>
Altri idiomi diffusi a causa di migrazioni interne alla Venezia Giulia sono la [[lingua istriota]], [[Lingue romanze|lingua romanza]] autoctona dell'[[Istria]] meridionale parlata (ormai quasi esclusivamente come seconda lingua o come lingua familiare) da {{formatnum:1000}}-{{formatnum:2000}} persone nell'[[Istria]] meridionale e da poche migliaia di profughi ed esuli istriani dispersi nella [[Italia|penisola italiana]], tra cui a Trieste. A Trieste si parla anche, per i medesimi motivi, il [[dialetto istroveneto]], uno degli idiomi definiti "[[Dialetto veneto coloniale|veneti coloniali]]" per il fatto che è "[[dialetto veneziano|veneziano]] d'importazione", ovvero originario dei domini marittimi della [[Repubblica di Venezia]], che erano chiamati ''[[Stato da Mar]]'', e che, adattandosi alla realtà locale istriana, ha finito per sostituire parzialmente la lingua istriota<ref name=zamboni>{{cita libro | autore= Alberto Zamboni | curatore= [[Manlio Cortelazzo]] | titolo= Guida ai dialetti veneti | editore= CLEUP | città= Padova | anno= 1979 |capitolo= Le caratteristiche essenziali dei dialetti veneti |pp= 18-19 }}</ref>.
Da un punto di vista degli idiomi locali, a Trieste è diffuso il [[dialetto triestino]], [[dialetto veneto coloniale]] parlato anche in buona parte della [[provincia di Trieste]] nonché nella [[provincia di Gorizia]], dove si affianca allo sloveno e alla [[lingua friulana]]. Il dialetto triestino è considerato "veneto coloniale" perché [[Dialetto veneziano|veneziano]] d'importazione, visto che si è radicato nella zona solo in tempi relativamente recenti.
Un tempo a Trieste si parlava il [[dialetto tergestino]], idioma romanzo parlato fino all'[[XIX secolo|Ottocento]], estintosi in favore dell'attuale [[dialetto triestino]], che è invece di tipo [[dialetto veneto|veneto]]. Il tergestino era un idioma di tipo [[lingue retoromanze|retoromanzo]] con una forte correlazione con la [[lingua friulana]], specie con le varietà [[Friulano occidentale|friulane occidentali]], e ancor più con il vicino [[dialetto muglisano]]<ref>{{Cita libro|nome = Sabine|cognome = Heinemann|nome2 = Luca|cognome2 = Melchior|titolo = Manuale di linguistica friulana|url = https://books.google.com/books?id=zm3yCQAAQBAJ|accesso = 28 gennaio 2016|data = 16 giugno 2015|editore = Walter de Gruyter GmbH & Co KG|ISBN = 978-3-11-031077-1}}</ref>.
Il dialetto triestino, parlato anche da alcuni scrittori e filosofi, continua ad essere tuttora l'idioma più usato in ambito familiare e in molti contesti sociali di natura informale, talvolta anche formale, affiancandosi, in una situazione di [[diglossia]], all'italiano, lingua amministrativa e principale veicolo di comunicazione nei rapporti di carattere pubblico dal 1920, anno dell'annessione di Trieste all'Italia.
Fino alla [[prima guerra mondiale]] esisteva anche una comunità di [[lingua tedesca]] che superava il 5% della popolazione del comune, ma che si ridusse drasticamente negli anni successivi.
=== Religione ===
[[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|upright=1.2|Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò]] A Trieste è maggioritario il [[Cattolicesimo|cristianesimo cattolico]]. La città giuliana è sede dalla [[Diocesi di Trieste]], sede della [[Chiesa cattolica in Italia]] suffraganea dell'[[arcidiocesi di Gorizia]] appartenente alla [[regione ecclesiastica Triveneto]]. Fondata verso la fine del [[VI secolo]], nel [[2017]] contava 230.000 battezzati su 241.800 abitanti. La Chiesa cattolica garantisce anche ai fedeli di lingua slovena l’uso della loro lingua madre in tutte le funzioni religiose: nelle chiese delle parrocchie in cui è presente un numero significativo di fedeli sloveni le funzioni religiose vengono svolte in lingua slovena; inoltre nelle diocesi viene nominato un vicario episcopale per i fedeli di lingua slovena.<ref>Bojan Brezigar, Tra le Alpi e l'Adriatico - Gli Sloveni nell'Unione Europea, pg.21, Centro d'Informazione di Bruxelles - Ufficio Europeo per le Lingue Meno Diffuse, 1996, ISBN 90-74851-30-4.</ref>
A Trieste sono presenti in buon numero anche i [[testimoni di Geova]], che hanno una [[sala del Regno]], e i [[Luteranesimo|luterani]], che si raccolgono nella [[Chiesa evangelica luterana (Trieste)|chiesa evangelica luterana]]. Esiste inoltre una cospicua presenza di [[Ortodossia|cristiani ortodossi]], principalmente dovuta alla presenza di una consistente minoranza serba, come testimoniato anche dal [[Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione]]. La comunità greco-ortodossa celebra le funzioni religiose nella [[Chiesa di San Nicolò dei Greci|chiesa greco-ortodossa di San Nicolò e della Santissima Trinità]].
Prima della [[seconda guerra mondiale]] e della conseguente occupazione [[Nazismo|nazista]], inoltre, esisteva anche una florida [[Storia degli ebrei di Trieste|comunità ebraica]] (nel [[1931]] i residenti di religione ebraica erano {{formatnum:4671}}, di cui {{formatnum:3234}} aventi la cittadinanza italiana<ref>Silva Bon, ''Gli ebrei a Trieste. Identità, persecuzioni, risposte'', Gorizia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia e Libreria Editrice Goriziana, 2000, pag. 29</ref>). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
[[File:Friuli-venezia giulia1.jpg|thumb|upright=1.2|La targa in tutte le lingue della regione al Consiglio Regionale, che si trova a Trieste in piazza Oberdan]]
[[File:CEI members.svg|miniatura|upright=1.2|Stati membri dell'ente internazionale "[[Iniziativa centro europea]]"(ingl. ''Central European Initiative''), che ha lo scopo di promuovere la cooperazione e lo sviluppo nell'[[Europa centrale]]; conta 18 Stati: [[Albania]], [[Austria]], [[Bielorussia]], [[Bosnia ed Erzegovina]], [[Bulgaria]], [[Croazia]], [[Italia]], [[Macedonia del Nord]], [[Moldavia]], [[Montenegro]], [[Polonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Romania]], [[Serbia]], [[Slovacchia]], [[Slovenia]], [[Ucraina]] e [[Ungheria]]]]
Trieste ospita le sedi delle seguenti istituzioni:
{{div col}}
* Giunta Regionale della Regione Autonoma [[Friuli-Venezia Giulia]]
* [[Consiglio regionale (Italia)|Consiglio regionale]] della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia
* [[Iniziativa centro europea]]
* [[Università degli Studi di Trieste]]
* [[Conservatorio Giuseppe Tartini|Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini]]
* [[Elettra-Sincrotrone Trieste|Centro di ricerca internazionale Elettra-Sincrotrone Trieste]]
* [[Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati]] (SISSA)
* [[Centro Internazionale di Fisica Teorica|Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam]]
* [[Osservatorio astronomico di Trieste]]
* [[Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale|l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS]]
{{div col end}}
La città è anche sede del Segretariato permanente della [[Chamber Investment Forum|Chamber investment forum]], organismo di cui fanno parte le Camere di commercio dei paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia) e quelle di Slovenia e Croazia, per un totale superiore a {{formatnum:350000}} imprese rappresentate.
=== Qualità della vita ===
Nel 2021 la città è stata percepita tra le più sicure al mondo<ref>{{Cita news|autore=Italo Veneziani|titolo=Trieste è la dodicesima città “più sicura al mondo”, la quinta in Europa|pubblicazione=Triestenews|data=20 settembre 2021}}</ref>, e nel 2022 ha ottenuto il riconoscimento ''The Urbanism Award'' (premio indetto da ''The Academy of Urbanism'') quale ''European City of the year 2022''<ref>{{Cita web|url=https://ilgiornaledellarchitettura.com/2023/01/09/trieste-urbanistica-da-premio-ma-senza-urbanisti/|titolo=The Urbanism Award nomina Trieste città europea 2022, ma l’assessore all’Urbanistica latita da più di un anno|autore=Marco Ragonese|data=9 gennaio 2023}}</ref>.
Nel Rapporto Ecosistema Urbano del [[2022]], edito da [[Legambiente]], la città di Trieste è inserita nell'elenco delle migliori città per depurazione delle [[acque reflue]]. Con riguardo alla qualità dell'aria la situazione non è delle migliori: "''Se da un lato la chiusura dell’area a caldo della [[Ferriera di Servola]] ha sicuramente dato una mano (sia ai dati che alla percezione dei triestini), dall’altro Legambiente non fa sconti a nessuno. Sulla concentrazione del [[biossido di azoto]] Trieste è sessantottesima, subito prima di [[Pordenone]]"''<ref>{{Cita web|url=https://www.triesteprima.it/green/trieste-verde-pubblico.html|titolo=Report Legambiente, Trieste quarta per verde pubblico, male sulla differenziata}}</ref>. Infine il dato relativo alla [[raccolta differenziata]] penalizza la città di Trieste, in quanto la raccolta si ferma al 45%, ben al di sotto della media nazionale del 61%<ref>{{Cita news|autore=Laura Tonero|titolo=A Trieste la raccolta differenziata si ferma al 45%. La media regionale è al 69%|pubblicazione=[[Il Piccolo]]|data=18 dicembre 2022}}</ref>.
Il traffico cittadino<ref>{{Cita web|url=https://www.triestecafe.it/it/news/cronaca/traffico-cittadino-trieste-al-16esimo-posto-tra-le-peggiori-citt-italiane-23-genniao-2023.html|titolo=Traffico cittadino: Trieste al 16º posto tra le peggiori città italiane|data=23 gennaio 2023}}</ref>, collegato alla carenza di parcheggi, e l'aumento del costo degli immobili<ref>{{Cita news|autore=Giulia Basso|titolo=Acquisti immobiliari saliti del 6% nel 2022, Trieste al top in Italia per velocità di vendita|pubblicazione=[[il Piccolo]]|data=20 gennaio 2023}}</ref> e degli affitti<ref>{{Cita news|autore=Francesco Codagnone|titolo=Trieste, mutui impossibili per i giovani precari: ecco la generazione in affitto|pubblicazione=[[il Piccolo]]|data=19 gennaio 2023}}</ref> sono altri aspetti che incidono sulla qualità della vita di questa città.
== Cultura ==
===
{{Vedi anche|Sistema Trieste}}
[[File:UniversitaTrieste.jpg [[File:Trieste - Conservatorio Tartini .jpg|thumb|upright=1.2|[[Conservatorio Giuseppe Tartini|Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini]]]]
Trieste era sede, fin dal [[1877]], di una reputata [[Scuola Superiore di Commercio]]. Nel [[1924]] la città si dotò di un'[[Università di Trieste|Università]], che nei decenni successivi acquistò un notevole prestigio e che ospita da tempo numerose organizzazioni scientifiche internazionali e il principale parco scientifico italiano.
Trieste infatti è nota come ''Città della scienza'' e accoglie una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture. Da notare in campo scientifico sono il [[sincrotrone]] [[ELETTRA]] all'[[AREA Science Park|Area Science Park]], la [[Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati]] (SISSA), l'[[osservatorio astronomico di Trieste]], il [[Centro Internazionale di Fisica Teorica]] e [[Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale|l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS]].
Trieste nel 2017 è stata eletta Capitale europea della scienza 2020.<ref>{{cita testo|url=https://www.corriere.it/scuola/universita/cards/trieste-capitale-europea-scienza-2020-tutte-eccellenze-citta/trieste-capitale-europea-scienza_principale.shtml|titolo=Capitale europea della scienza 2020}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.esof.eu/en/|titolo=Euroscience.|urlmorto=sì}}</ref> La nomina riconosce una tradizione scientifica che nella città è presente sin dall'inizio dell'Ottocento.<ref>{{Cita libro|autore=Davide Ludovisi e Federica Sgorbissa|titolo=Trieste e la Scienza - Storia e personaggi|url=https://www.mgspress.com/new/index.php?route=product/product&product_id=191|anno=2018|editore=MgsPress|città=Trieste|ISBN=978-88-97271-58-1|accesso=19 maggio 2020|dataarchivio=16 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210516091628/https://www.mgspress.com/new/index.php?route=product/product&product_id=191|urlmorto=sì}}</ref> È stata ospite anche del Science in the City Festival, uno dei più grandi festival sulla scienza in Europa, dal 5 Luglio all'autunno 2020.
Una particolarità interessante del sistema educativo di Trieste è rappresentato dai [[ricreatori di Trieste|ricreatori]], strutture parascolastiche sorte nel 1908 per iniziativa comunale. Il fine era la creazione di luoghi di ricreazione di istituzione pubblica e di impostazione [[Laico|laica]] per allontanare dalla strada i ragazzi delle famiglie meno abbienti. Sono tredici strutture dislocate sul territorio, nei vari rioni, che offrono un servizio sociale educativo e ludico, preposto alla progettazione e all'organizzazione di un tempo libero qualificato per i ragazzi e i giovani della città. Ne sono destinatari tutti i bambini di età superiore ai cinque anni e i giovani, di norma, di età inferiore ai diciannove anni.
A Trieste ha sede il [[Conservatorio Giuseppe Tartini|Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini]]: fondato nel 1903, è uno dei tredici Conservatori storici italiani. Il Conservatorio appartiene al sistema di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e dipende dal [[Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca|Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca]]. Il Conservatorio Tartini ha sede nel prestigioso Palazzo Rittmeyer e offre quattro livelli di formazione: pre-accademico, di primo e secondo ciclo (laurea e master) e formazione degli insegnanti.
La più antica istituzione musicale della città è la [[Cappella Civica]], fondata nel [[1538]] e tenuta in vita dal Comune. Canta ogni domenica la messa delle 10.30 in Cattedrale e svolge un'intensa attività concertistica. Attualmente è diretta dal Maestro Roberto Brisotto e si avvale della collaborazione all'organo del Maestro Riccardo Cossi.
La [[Società dei Concerti di Trieste]] è un'associazione che promuove la cultura musicale della città, con l'organizzazione di concerti e attività di educazione musicale.
Trieste accoglie più di trenta musei, fra i quali troviamo i Civici musei di storia e arte, una rete - "museo multiplo" - di istituzioni museali triestine (Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna, Museo di storia e arte, Museo d'arte orientale, Orto lapidario, Museo del castello e armeria, Lapidario tergestino, Museo teatrale Carlo Schmidl, Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez, Museo della Risiera di San Sabba, Foiba di Basovizza, Museo di storia patria, Museo Morpurgo de Nilma, Museo Sartorio, Museo del Risorgimento e sacrario di Oberdan, Museo ferroviario di Campo Marzio, Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa, quest'ultimo in collaborazione con [[Poste italiane]]) e i Civici musei scientifici, costituiti da quattro istituzioni (Civico museo di storia naturale, Acquario marino, Museo del mare, Orto botanico). Altri tre musei, di ambito letterario, fanno parte del Servizio Bibliotecario Urbano (Museo sveviano, Museo petrarchesco piccolomineo, Museo Joyce), a cui si aggiungono due biblioteche (Biblioteca civica Attilio Hortis e Biblioteca comunale del popolo Pier Antonio Quarantotti Gambini), l'Archivio diplomatico e l'Archivio storico.
{{Approfondimento
|titolo=Il dinosauro “Antonio”
|contenuto= [[File:Tethyshadros insularis.JPG|thumb|center|Tethyshadros insularis]] In alcuni periodi dell’anno a Duino, presso il sito paleontologico in cui sono stati rinvenuti i suoi resti fossili, viene esposta al pubblico la copia del [[Tethyshadros insularis|tetisadro]], soprannominato amichevolmente Antonio, i suoi resti fossili originali sono conservati presso il Museo Civico di Storia Naturale a Trieste
}}
Lo [[stadio Nereo Rocco]], inaugurato nel [[1992]], ospita infine una serie di opere d'arte contemporanea, vincitrici di un apposito concorso (''Nike'', di [[Paolo Borghi]] primo classificato, ed opere di Nino Perizi, Marino Cassetti e Franco Chersicola, Livio Schiozzi, Claudio Sivini, Carlo Ciussi, Luciano Del Zotto, Gianni Borta, [[Enzo Mari]] e Francesco Scarpabolla. Per il "Polo natatorio" [[Davide Rivalta]] ha scolpito l{{'}}''Ippopotamo in equilibrio sulla sfera''.
* [[Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna]], fondato nel [[1872]] con lascito testamentario di [[Pasquale Revoltella]] ([[1795]]-[[1869]]) e ospitato inizialmente nel Palazzo Revoltella (1852-1858, architetto [[Friedrich Hitzig]]), fu ampliato nel [[1907]] con l'acquisto dell'attiguo palazzo Brunner (ristrutturato nel [[1968]] su progetto di [[Carlo Scarpa]], con interventi fino al [[1991]]). Conserva una [[pinacoteca]] con ampia raccolta di opere delle principali correnti [[Pittura|pittoriche]] [[XIX secolo|ottocentesche]], in seguito ingrandita con opere [[XX secolo|novecentesche]], nella sede di palazzo Brunner, mentre il palazzo Revoltella è stato allestito con gli arredi originali e la collezione raccolta dal donatore. La galleria e il museo si trovano in via Diaz 27.
* [[Galleria Nazionale d'Arte Antica (Trieste)|Galleria nazionale d'arte antica]]
* [[Civico Museo di storia e arte]], nato nel [[1843]] come orto lapidario attorno al cenotafio di [[Johann Joachim Winckelmann]], mentre il Museo di antichità presso la Biblioteca civica, conservava i materiali di minori dimensioni. Le due sedi furono riunificate nel [[1925]] sul [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]]. Raccoglie oggetti archeologici prevalentemente di origine locale. Ha sede in Piazza della Cattedrale 1.
* [[Civico museo d'arte orientale]], inaugurato nel [[2001]] nel [[XVIII secolo|settecentesco]] "Palazzetto Leo", donato alla città dalla famiglia. Raccoglie materiali riguardanti oggetti provenienti dall'Estremo Oriente. La sede si trova in via San Sebastiano 1.
* Civico [[museo teatrale Carlo Schmidl]], inaugurato nel [[1924]] dall'editore musicale [[Carlo Schmidl]] (1859-1943), fu inizialmente ospitato nello storico "[[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Verdi]]". Nel 1991 fu spostato a Palazzo Morpurgo e quindi nella sede di Palazzo Gopcevic (1850, architetto [[Giovanni Andrea Berlam]]), lungo le rive del Canal Grande. Documenta la vita teatrale e musicale della città a partire dal [[XVIII secolo]]. È situato in via Rossini 4.
[[File:Trieste - Palazzo Gopcevich.jpg|thumb|upright=1.2|[[Civico museo teatrale Carlo Schmidl]]]]
[[File:Risiera di San Sabba 2.JPG|thumb|upright=1.2|[[Risiera di San Sabba]]]]
[[File:Trieste museo ferroviario01 2007-10-21.jpg|thumb|upright=1.2|[[Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio|Museo ferroviario di Trieste]]]]
[[File:Museo del mare.jpg|thumb|upright=1.2|[[Museo del mare (Trieste)|Museo del mare di Trieste]]]]
[[File:Museo Antartide 02.jpg|thumb|upright=1.2|[[Museo nazionale dell'Antartide Felice Ippolito]]]]
[[File:Teatro Verdi.JPG|thumb|upright=1.2|[[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Comunale Giuseppe Verdi]]]]
[[File:Politeama Rossetti Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Politeama Rossetti|Teatro Rossetti - Stabile del Friuli-Venezia Giulia]]]]
[[File:James Joyce in Trieste.JPG|thumb|upright=1.2|"... ''la mia anima è a Trieste'' ...", James Joyce, lettera a [[Nora Barnacle|Nora]], 27 ottobre 1909]]
* Civico [[Museo del Castello e Armeria|museo del castello e armeria]], dedicato alla storia del [[Castello di San Giusto]] e ospitato nei locali dello stesso castello, acquisito dal comune nel 1932 e restaurato nel 1936 l'armeria raccoglie armi tra il XII e il XIX secolo.
* Civico [[Museo di Storia Patria|museo di storia patria]], nato come sezione del Museo di storia ed arte, fu ospitato dal [[1925]] nella palazzina Basevi. Doveva raccogliere i materiali della vita pubblica e privata della città, ma se ne distaccarono nel 1934 i materiali risorgimentali e nel dopoguerra, in seguito ai danni subiti dalla palazzina e lo spostamento alla sede attuale di via Imbriani 5, la collezione di dipinti fu distaccata presso il Museo Sartorio.
* Civico [[Museo del Risorgimento e sacrario di Oberdan|museo del Risorgimento e sacrario Oberdan]], raccoglie cimeli rinascimentali cittadini, precedentemente parte della raccolta del Museo di storia patria, ospitati in un edificio costruito nel [[1934]] dall'architetto [[Umberto Nordio (architetto)|Umberto Nordio]] sul luogo della scomparsa caserma nella quale era stato giustiziato [[Guglielmo Oberdan]], nella [[Piazza Oberdan (Trieste)|piazza omonima]].
* Civico [[Risiera di San Sabba|museo della Risiera di San Sabba]], conserva, in alcune sale del monumento, ristrutturato nel [[1965]] (architetto Romano Boico), una raccolta di cimeli provenienti dai campi di sterminio tedeschi e oggetti sottratti dai nazisti agli ebrei triestini.
* Civico [[museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez"]], istituito nel [[1997]], raccoglie cimeli di storia militare riuniti dal collezionista [[Diego de Henriquez]]. Si trova insieme al Civico Museo di Storia naturale nell'ex caserma Duca delle Puglie in via Cumano 22.
* [[Lapidario Tergestino|Lapidario tergestino]], ospitato in uno dei bastioni del Castello, custodisce reperti provenienti dagli edifici della Trieste romana e precedentemente custoditi nell'Orto lapidario.
* [[Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa|Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa]], nato dalla collaborazione del Comune con le [[Poste italiane]] e ospitato nel palazzo delle Poste del [[1894]], raccoglie cimeli postali della regione e delle zone limitrofe. Ha sede nell'eclettico Palazzo delle Poste di Piazza Vittorio Veneto.
* [[Museo Etnografico di Servola|Museo etnografico di Servola]], sorto nel 1975, per iniziativa di don [[Dušan Jakomin]], con lo scopo di raccogliere, conservare, esporre e mettere a disposizione di studiosi e di quanti siano interessati, documenti e oggetti legati alla storia, alla cultura e al costume del rione di [[Servola]].
* [[Science centre immaginario scientifico]], situato nel Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, il Science centre immaginario scientifico (IS) è un museo della scienza interattivo e multimediale. Il centro adotta originali tecniche espositive e innovative metodologie di animazione didattica che lo inseriscono nella tipologia dei cosiddetti “musei di nuova generazione” – ovvero i “science centre” di scuola anglosassone – che rivoluzionano le modalità tipiche di un museo tradizionale: da luogo deputato alla conservazione ed esposizione di reperti e vecchi strumenti, il museo si trasforma in un luogo vivo, dove il visitatore interagisce con gli oggetti presenti e con gli ambienti museali.
* [[Alinari Image Museum]] (AIM), inaugurato nel [[2016]] e sito nel bastione del [[castello di San Giusto]], è un museo della fotografia interattivo e multimediale. Offre un archivio che, collegato informaticamente alla raccolta [[Fratelli Alinari]] di [[Firenze]], racconta l'evoluzione dell'immagine dagli albori all'era della tecnologia digitale e permette di intraprendere, tra monitor, proiettori, schermi interattivi e microcomputer di ultima generazione, un percorso visivo, anche tridimensionale, nella storia della fotografia e del vastissimo repertorio del più antico archivio fotografico del mondo.
* Civico [[Museo di storia naturale di Trieste|museo di storia naturale]], inaugurato nel [[1846]] da un'associazione privata (la "Società di amici della scienza naturale") come "Gabinetto zoologico-zootomico", venne donato alla città nel [[1852]] e si trasferì nella sede attuale con il nome di "Civico museo ''Ferdinando Massimiliano''". Comprende una sezione botanica, una sezione zoologica, una sezione paleontologica e una mineralogica e svolge attività didattica e di ricerca.
* Civico [[Acquario Marino|acquario marino]], inaugurato nel [[1933]] ed ospitato nell'ex "Peschiera Centrale", edificata nel [[1913]] in [[Art Nouveau|stile liberty]] dall'architetto [[Giorgio Polli]]. Ospita esemplari della fauna marina [[Mar Adriatico|adriatica]] in un sistema di vasche con acqua prelevata direttamente dal mare.
* Civico [[Museo del mare (Trieste)|museo del mare]], inaugurato nel [[1904]] come "Museo della pesca" dalla "Società di pesca e piscicultura marina". A questo si aggiunsero materiali provenienti dall'Istituto nautico "Tomaso di Savoia Duca di Genova" di Trieste, con la trasformazione in "Esposizione marina permanente", affidato alla "Società adriatica di scienze naturali". Nel [[1968]] divenne il museo attuale con la nuova sede allestita dall'architetto [[Umberto Nordio (architetto)|Umberto Nordio]]. Ospita i materiali sulla storia della marineria triestina.
* Civico [[Orto botanico di Trieste|orto botanico]], fondato nel [[1842]] dal "Gremio farmaceutico", a cui seguì nel [[1861]] un giardino per le specie spontanee dell'ambiente carsico. Nel [[1903]] ricevette il nome attuale.
* Museo [[Joyce Museum|Joyce museum]], nato nel [[2004]] dalla collaborazione tra Comune e [[Università degli studi di Trieste|Università]], come centro di documentazione e studio di [[James Joyce]] in [[Italia]]. Ora si trova in via Madonna del Mare, 13.
* [[Museo sveviano]], ospitato originariamente a palazzo Biserini presso la Biblioteca civica, ora in via Madonna del Mare 13, è un centro di documentazione e di studio su [[Italo Svevo]] (pseudonimo dell'industriale triestino Ettore Schmitz).
* [[Museo petrarchesco piccolomineo]], aperto nel [[2003]] per l'esposizione delle opere di [[Francesco Petrarca]] ed [[Papa Pio II|Enea Silvio Piccolomini]] conservate nella Biblioteca Hortis. La collezione fu lasciata in eredità alla città dal mecenate conte [[Domenico Rossetti De Scander]] (Trieste 1774 - Trieste 1842). Ha sede in via Madonna del Mare, 13.
* [[Civico museo Sartorio]], ospitato in una villa settecentesca, ristrutturata nell'Ottocento e appartenente alla famiglia Sartorio. Conserva alcuni ambienti con arredi originali e diverse collezioni donate alla città, il ''Trittico di Santa Chiara'', opera di [[Paolo Veneziano|Paolo]] e [[Marco Veneziano]] del [[1328]] e disegni di [[Giambattista Tiepolo]]. Ha sede in Largo Papa Giovanni XXIII, 1.
* Civico [[museo Morpurgo de Nilma]], ospitato nell'appartamento ottocentesco dei banchieri Morpurgo, con gli arredi originali, donato dalla famiglia al Comune nel [[1943]]. Si trova in via Imbriani 5.
* [[Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata|Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata]]
* [[Museo della Bora|Museo della bora]]
* [[Museo ebraico Carlo e Vera Wagner]]
* [[Museo della Fondazione Giuseppe Scaramangà di Altomonte]]
* [[Galleria Nazionale d'Arte Antica (Trieste)|Galleria
* [[Museo Nazionale dell'Antartide "Felice Ippolito"|Museo
* [[Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio|Museo ferroviario]]
* [[Speleovivarium|Museo
* [[
* [[Antiquarium di Borgo San Sergio]]
* [[Donazione Sambo]]
* [[Museo della pesca del Litorale triestino]] (''Ribiški muzej tržaškega primorja'')
* Lavatoio di San Giacomo
* Piccolo Museo
* Museo della comunità ebraica di Trieste
* Museo avventista della Bibbia
* Museo casa Osiride Brovedani
* Museo Greco orientale
* Museum of Art in Fashion
* Centrale Idrodinamica
* Museo della fondazione Giuseppe Scaramangà di Altomonte<ref>{{Cita web|url=https://www.triestecultura.it/luoghi/categoria/ic/4/|titolo=Musei}}</ref>
* Museo dell'orto Lapidario
* Museo d'Antichità J.J. Winckelmann<ref>{{Cita web|url=http://www.triestemusei.com/|titolo=Torna in uso il nome "Civico Museo d'Antichità" con l'intitolazione a J.J. Winckelmann}}</ref>
* Biodiversitario marino
* Museo del presepio
* Museo del caffè di Trieste<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/friuli-venezia-giulia-musei-monumenti/trieste-musei|titolo=TRIESTE}}</ref>
* Museo della letteratura triestina<ref>{{Cita web|url=https://www.turismofvg.it/it/fvglivexperience/lets-il-nuovo-museo-della-letteratura-di-trieste|titolo=LETS! Il nuovo museo della letteratura di Trieste}}</ref>
* Museo della ginnastica triestina
* Museo dell'associazione marinara Aldebaran
* Polo museale del porto vecchio
* Sacrario della Foiba di Basovizza, monumento nazionale<ref>{{Cita web|url=http://www.triestemusei.com/p/sacrario-della-foiba-di-basovizza.html|titolo=Sacrario della Foiba di Basovizza}}</ref>
* Foiba di Opicina<ref>{{Cita web|url=https://superchineadventures.com/2015/10/08/foiba-di-opicina-n149/|titolo=Foiba di Opicina n°149}}</ref>
===
Questi sono i principali teatri di Trieste:
{{div col}}
* [[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Comunale Giuseppe Verdi]]
* [[Politeama Rossetti|Teatro Rossetti - Stabile del Friuli-Venezia Giulia]]
* [[Teatro Stabile Sloveno]] – ''Slovensko Stalno Gledališče''
* Teatro Orazio Bobbio (ex ''Cristallo – La Contrada'')
* [[Teatro Miela]]
* Hangar Teatri
* Teatro Sala Tripcovich
* Teatro dei Fabbri
* Teatro Franco e Franca Basaglia
* Teatro dei Salesiani
* Teatro Silvio Pellico
{{div col end}}
=== Letteratura ===
{{citazione|Trieste ha una scontrosa / grazia. Se piace, / è come un ragazzaccio aspro e vorace, / con gli occhi azzurri e mani troppo grandi / per regalare un fiore; / come un amore / con gelosia.|[[Umberto Saba]], ''Trieste'', vv. 8-14}}
L'ambiente culturale [[Mitteleuropa|mitteleuropeo]] e la particolare storia di Trieste hanno favorito fin dall'Ottocento l'affermazione di scrittori triestini e l'arrivo di importanti autori stranieri, come l'irlandese [[James Joyce]], che nella città vissero a lungo, tanto che si può parlare di una [[letteratura triestina]]. Si ricordano, a tal proposito, gli scrittori [[Umberto Saba]], [[Italo Svevo]], [[Scipio Slataper]] e [[Boris Pahor]].
=== Media ===
====Stampa====
=====Quotidiani=====
* ''[[Il Piccolo]]''
* ''[[Primorski dnevnik]]''
=====Periodici=====
Dopo la chiusura negli anni '10 di storiche pubblicazioni quali ''Il Mercatino'' e ''Vita Nuova'', sono rimaste in attività solo poche piccole testate, alcune dalla lunga storia e tradizione:
* ''[[Galeb (rivista)|Galeb]]''
* ''[[Germinal (rivista)|Germinal]]''
* ''[[Il Lavoratore]]''
* ''[[Mladika]]''
* ''Nord Adriatico Magazine''
* ''La Nuova Alabarda''
==== Radio ====
* [[Rai Friuli-Venezia Giulia]]
Nella città giuliana è presente la [[Sede Rai di Trieste]], centro di produzione radiotelevisiva regionale della [[Rai]] per la regione autonoma [[Friuli-Venezia Giulia]]. Nata nel [[1931]] con la denominazione ''Radio Trieste''<ref>{{Cita libro|nome=Guido|cognome=Botteri|nome2=Roberto|cognome2=Collini|titolo=Radio Trieste: 1931-2006: un microfono che registra 75 anni di storia|url=https://www.worldcat.org/oclc/799573495|data=2007|editore=Rai Eri|oclc=799573495|ISBN=88-397-1410-3}}</ref>, sotto l'occupazione tedesca della città ([[1943]]-[[1945]]) assunse il nome ''Radio Litorale Adriatico'', irradiando trasmissioni in [[lingua tedesca|tedesco]], [[lingua italiana|italiano]] e [[lingua slovena|sloveno]]. Il 5 maggio [[1945]], con l'arrivo delle truppe jugoslave a Trieste, l'emittente assunse il nome di ''Radio Trieste Libera - Radio svobodni Trst''; nel mese di giugno essa passò sotto il controllo del governo militare alleato. Nel [[1954]] la città di Trieste tornò all'[[Italia]]; nel giro di un anno, il 1º luglio [[1955]], Radio Trieste divenne formalmente la filiale regionale della [[Rai]] Radiotelevisione italiana per il [[Friuli-Venezia Giulia]].
* [[Radio Attività]]
*
* [[Radio Nuova Trieste]]
* [[Radio Punto Zero]]
* [[Radio Romantica]]
* [[Radio Diffusione Europea]] <small>(attiva solo in [[onde medie]])</small>
* [[Radio Capodistria]]
==== Televisione ====
* [[Rai Friuli-Venezia Giulia]]
* [[Telequattro]]
=== Cucina ===
[[File:Gulyas080.jpg|thumb|upright=1.3|Gulasch]]
La [[cucina triestina]] rispecchia la realtà storica di Trieste. Trieste ha accolto per secoli nel suo seno le genti e le tradizioni culinarie più diverse. Da tale diversità è nata una cucina particolarmente variata e sapida che ha saputo coniugare la gastronomia mediterranea con quella [[mitteleuropea]]. Città bimillenaria di fondazione pre-romana, dopo essere diventata un centro urbano di secondaria importanza in epoca romana, [[Tergeste (città antica)|Tergeste]] decadde in età tardoantica e medievale, e fino ai primi secoli dell'età moderna rimase un borgo murato la cui economia si basava essenzialmente sulla pesca e sul commercio del sale. Con l'introduzione del [[porto franco (economia)|porto franco]] ([[1719]]), inizia una nuova era per la città, contraddistinta da un carattere profondamente cosmopolita, cui si accompagna la nascita di una cucina propriamente triestina che di tale cosmopolitismo sarà specchio fedele.
La cucina tradizionale triestina ha la peculiarità di essere ricca non solo di ricette e piatti di mare, giustificati dalla presenza delle pescose acque dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]], ma anche di carne, dati i tradizionali legami della città con l'entroterra [[Carso|carsico]] e con il bacino [[Danubio|danubiano]]. Se infatti la cucina marinara di Trieste è prevalentemente affine a quella [[Istria|istro]]-[[Dalmazia|dalmata]], quella legata alle carni si riallaccia alle tradizioni culinarie mitteleuropee. Celebri sono anche i primi piatti, mentre dolci e dessert hanno fama di essere fra i più raffinati d'Europa.
Nelle tavole triestine non possono mancare i vini carsolini prodotti nel Carso triestino (e nelle zone adiacenti appartenenti alla [[Slovenia]]), né quelli del [[Collio (territorio)|Collio]] goriziano, la cui zona di produzione si estende in gran parte della vicina [[provincia di Gorizia]]. Particolarmente diffusi e apprezzati in città sono anche i celebri vini [[Friuli|friulani]] sia bianchi che rossi (Colli orientali del Friuli, Friuli-Annia, Friuli-Aquileia, Friuli-Grave ecc.).
Celebre pietanza triestina è il ''[[gulasch]]'', tradizionale piatto [[Ungheria|ungherese]] a base di spezzatino di [[Bos taurus|manzo]] e con l'eventuale aggiunta di patate, diffusissimo in città. Sovente vengono utilizzati anche pezzi di prosciutto in aggiunta o talvolta anche in sostituzione delle patate. Se la [[salvia]] è facoltativa, l'uso della [[paprica]] è d'obbligo. Il ''gulasch'' nella sua versione triestina è stato importato nella città giuliana grazie alla dominazione austroungarica, che durò secoli.
=== Eventi ===
[[File:Trieste Science+Fiction Festival 2016.jpg|thumb|upright=1.2|Trieste Science+Fiction Festival 2016]]
* [[Trieste Film Festival]], festival cinematografico che si tiene in gennaio.<ref>{{Cita web|url=http://www.triestefilmfestival.it|titolo=Trieste Film Festival › Alpe Adria Cinema|cognome=www.grandpixels.com|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Trieste Science+Fiction Festival]], novembre, festival cinematografico dedicato alla [[fantascienza]].<ref>{{Cita web|url=http://www.sciencefictionfestival.org|titolo=Trieste Science+Fiction - Festival della Fantascienza - Festival della Fantascienza di Trieste|sito=Trieste Science+Fiction - Festival della Fantascienza|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Barcolana]], la [[regata]] velica più affollata del mondo: vi partecipano circa 2000 barche. Si tiene ogni anno la seconda domenica di ottobre.<ref name=Barcolana>{{Cita web|url=http://www.barcolana.it|titolo=Barcolana}}</ref>
* [[Maremetraggio|ShorTS]], luglio, festival internazionale del cortometraggio e delle opere prime.<ref>{{Cita web|url=http://www.maremetraggio.com|titolo=ShorTS – Trieste 1-9 luglio 2016|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Bloomsday]], giugno, festa in onore dello scrittore irlandese James Joyce.
*Trieste Next<ref>{{Cita web|url=https://www.triestenext.it/|titolo=Trieste Next 2019 {{!}} Festival della Ricerca Scientifica|sito=Trieste Next {{!}} 25-27 settembre 2020|lingua=it|accesso=24 maggio 2020}}</ref>, settembre, fiera di divulgazione scientifica a cura dell'Università di Trieste e le varie sedi di ricerca presenti in regione (con la partecipazione di ricercatori mondiali).
* [[Le vie delle foto]], festival di fotografia che si svolge nel mese di aprile<ref>{{cita web|url=https://www.leviedellefoto.it/|lingua=it|accesso=3 maggio 2025}}</ref>.
== Geografia antropica ==
===
[[File:Trieste Blick vom Burgberg 8.JPG|thumb|left|upright=3|Panorama di Trieste dalle colline circostanti]]
[[File:Ras Trieste 002.jpg|thumb|upright=1.2|La sede storica della RAS a Trieste. Sullo sfondo l'angolo del palazzo Terni-Smolars]]
[[File:Trst, Ponterosso.3.jpg|thumb|upright=1.2|Piazza Ponterosso a Trieste]]
[[File:Prosecco(Trieste).jpg|thumb|upright=1.2|L'abitato di [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]] visto dalla [[Vedette del Carso triestino|vedetta Italia]]. Il quartiere è celebre per aver dato il nome ad uno dei vini più famosi al mondo, il [[Prosecco (vino)|prosecco]]]]
[[File:Slovenian celebration in Basovizza in 2010.jpg|thumb|upright=1.2|Alcuni abitanti del quartiere triestino di Basovizza durante una celebrazione nei tipici costumi tradizionali dei borghi carsici]]
[[File:Circoscrizioni-trieste.png|thumb|upright=1.2|Le sette circoscrizioni comunali di Trieste]]
La più importante arteria pedonale di Trieste è [[viale XX Settembre]], che era storicamente chiamata via dell'Acquedotto. Il viale si estende per oltre un chilometro lungo il rione storico di [[Barriera Nuova]] ed è distribuito su tre delle sette Circoscrizioni comunali di Trieste (ovvero la [[III Circoscrizione (Trieste)|III Circoscrizione]], la [[IV Circoscrizione (Trieste)|IV Circoscrizione]] e la [[VI Circoscrizione (Trieste)|VI Circoscrizione]]). Il primo tratto è completamente pedonalizzato mentre nella seconda parte possono circolare le autovetture.
Principale piazza di Trieste è [[piazza Unità d'Italia]], chiamata durante il [[Litorale austriaco|periodo austriaco]] ''Piazza Grande'' e successivamente nota anche come ''piazza Francesco Giuseppe''. Si trova ai piedi del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]], tra il [[Borgo Teresiano]] e [[Borgo Giuseppino]]. Di pianta rettangolare, la piazza si apre da un lato sul [[Golfo di Trieste]] ed è circondata da numerosi palazzi ed edifici pubblici. Affacciate sulla piazza si trovano le sedi di diversi enti: il municipio di Trieste, il palazzo della Giunta regionale del [[Friuli-Venezia Giulia]] e la [[Prefettura italiana|prefettura]] del capoluogo.
Altra importante piazza triestina è [[Piazza della Borsa (Trieste)|piazza della Borsa]], che è conosciuta anche come il ''secondo salotto buono cittadino''. La piazza è stata il centro economico della città per tutto il [[XIX secolo]] ed è immediatamente adiacente a [[piazza Unità d'Italia]].
Restringendosi, prosegue fino all'inizio di corso Italia, un'importante arteria cittadina. Il luogo ove sorge la piazza si trovava anticamente appena fuori dalle mura cittadine. Infatti nel punto dove si trova il passaggio con piazza Unità si trovava la porta di Vienna e le case che delimitano la piazza verso monte seguono la linea delle antiche mura verso la torre di Riborgo.
[[Piazza della Repubblica (Trieste)|Piazza della Repubblica]], un tempo chiamata ''piazza Nuova'', è una piazza del centro storico di Trieste. Si trova all'interno del [[borgo Teresiano]], borgo storico triestino voluto dall'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]] nel XVIII sec. È situata a metà di via Mazzini (un tempo via Nuova) ed è formata da un allargamento della strada stessa. Lo spazio in cui si sviluppa va dall'incrocio con via Dante Alighieri (un tempo via Sant'Antonio) a quello con via Santa Caterina da Siena.
[[Piazza Oberdan (Trieste)|Piazza Oberdan]], prima ''piazza della Caserma'', è una delle principali piazze di Trieste. È uno dei principali snodi del [[Trieste Trasporti|trasporto pubblico cittadino]], posta a poca distanza dalla [[Stazione di Trieste Centrale|stazione Centrale]], posta Centrale e tribunale, è sede del [[Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia]].
[[Piazza Venezia (Trieste)|Piazza Venezia]] è situata nel [[Borgo Giuseppino]]. La piazza, un tempo nota come ''piazza Giuseppina'' (come per il borgo, in onore di [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena]]) e ''piazza Ganza'', è accreditata come uno dei centri della movida triestina. Essa presenta un monumento di Massimiliano e diversi palazzi storici.
=== Suddivisioni storiche ===
Rioni tradizionali e località, con segnati attraverso (*) corrispondenti alle circoscrizioni
# *Altipiano Ovest: [[Borgo San Nazario]]: 766 ab., *[[Borgo Santissimi Quirico e Giulitta]]: 700 ab., *[[Contovello]] (''Kontovel''): {{formatnum:1487}} ab., *Porto Santa Croce o [[Santa Croce di Trieste (Trieste)|Santa Croce di Trieste]] (''Križ''): {{formatnum:1452}} ab., *[[Prosecco (Trieste)|Prosecco]] (''Prosek''): {{formatnum:1349}} ab.
# *Altipiano Est: [[Banne (Trieste)|Banne]] (''Bani''): 241 ab., *[[Basovizza]] (''Bazovica''): 684 ab., *[[Gropada]]: 297 ab., *[[Opicina]] o Villa Opicina (''Opčine''): {{formatnum:7950}} ab., *[[Padriciano]] (''Padriče''): 872 ab., *[[Trebiciano]] (''Trebče''): 589 ab.
# [[Barcola]] (''Barkovlje''), [[Cologna (Trieste)|Cologna]] (''Kolonja''), [[Conconello]] (''Ferlugi''), [[Gretta]] (''Greta''), [[Roiano]] (''Rojan''), [[Scorcola]] (''Škorklja''), *[[Grignano (Trieste)|Grignano]] (''Grljan''): 632 ab., *[[Miramare (Trieste)|Miramare]] (''Miramar''): 780 ab.
# [[Barriera Nuova]], [[Borgo Giuseppino]], [[Borgo Teresiano]], [[Città Nuova (Trieste)|Città Nuova]], [[Cittavecchia (Trieste)|Cittavecchia]], [[San Vito (Trieste)|San Vito]], [[San Giusto (Trieste)|San Giusto]], Campi Elisi, [[Sant'Andrea (Trieste)|Sant'Andrea]], [[Cavana (Trieste)|Cavana]]
# [[Barriera Vecchia]] (''Stara mitnica''), [[San Giacomo (Trieste)|San Giacomo]] (''Sveti Jakob'')
# [[Cattinara]] (''Katinara''), [[Chiadino]] (''Kadinj''), San Luigi, [[Guardiella]] (''Vrdela''), [[Longera]] (''Lonjer''), [[San Giovanni (Trieste)|San Giovanni]] (''Sveti Ivan''), [[Rozzol Melara|Rozzol (''Rocol'')]], Melara
# [[Borgo San Sergio]], [[Chiarbola]] (''Čarbola''), [[Coloncovez]] (''Kolonkovec''), Santa Maria Maddalena Inferiore (''Sveta Marija Magdalena Spodnja''), [[Raute]] (''Rovte''), Santa Maria Maddalena Superiore (''Sveta Marija Magdalena Zgornja''), [[Servola]] (''Škedenj''), [[Poggi Paese]], [[Poggi Sant'Anna]] (''Sveta Ana''), [[Valmaura]], [[Altura (Trieste)|Altura]]
=== Suddivisioni amministrative ===
# [[I Circoscrizione (Trieste)|I Circoscrizione - Altipiano Ovest]]: l'Altipiano Ovest, ufficialmente I Circoscrizione, è la prima delle sette [[Circoscrizione|circoscrizioni]] del comune di Trieste. Si estende su una superficie di {{TA|10,19 km²}}, nel comune di Trieste. Comprende quattro borghi storici della città: [[Santa Croce (Trieste)|Santa Croce]], [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], [[Contovello]] e Borgo San Nazario. La popolazione è prevalentemente di madrelingua [[Lingua slovena|slovena]].
# [[II Circoscrizione (Trieste)|II Circoscrizione - Altipiano Est]]: l'Altipiano Est, ufficialmente II Circoscrizione, è la seconda delle sette circoscrizioni del comune di Trieste. Si estende al confine con la [[Slovenia]], nel [[Carso]]. Comprende i borghi storici di [[Villa Opicina]], Banne, [[Trebiciano]], [[Padriciano]], [[Gropada]] e [[Basovizza]]. È la circoscrizione più estesa di Trieste.
# [[III Circoscrizione (Trieste)|III Circoscrizione - Roiano-Gretta-Barcola-Cologna-Scorcola]]: Roiano-Gretta-Barcola-Cologna-Scorcola, ufficialmente III Circoscrizione, è la terza delle sette circoscrizioni del comune di Trieste. Posta a nord dal centro cittadino, comprende i borghi storici di [[Roiano]], [[Barcola]], [[Gretta]], Cologna e Scorcola. La circoscrizione si divide prevalentemente in due ulteriori divisioni: la zona nord-ovest comprendente Barcola e Roiano, che si affaccia sul mare ([[golfo di Trieste]]) e la zona sud-est, che comprende i quartieri collinari di Gretta e Scorcola, e la pianeggiante Cologna.
# [[IV Circoscrizione (Trieste)|IV Circoscrizione - Città Nuova - Barriera Nuova - San Vito - Città Vecchia]]: Città Nuova-Barriera Nuova-San Vito-Città Vecchia, ufficialmente IV Circoscrizione, è la quarta delle sette circoscrizioni del comune di Trieste. Si estende su una superficie di {{TA|5,17 km²}}, nel comune di Trieste. Si trova in pieno centro della città, e comprende la città vecchia e il [[Porto di Trieste|porto nuovo]]. Oltre ai borghi che danno il nome alla circoscrizione, troviamo anche il [[Borgo Teresiano]], [[Borgo Giuseppino]], Campi Elisi e Cavana.
# [[V Circoscrizione (Trieste)|V Circoscrizione - Barriera Vecchia - San Giacomo]]: Barriera Vecchia-San Giacomo, ufficialmente V Circoscrizione, è la quinta delle sette [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni]] del comune di Trieste. Posta a sud-est dal centro cittadino, comprende i borghi storici di Barriera Vecchia, San Giacomo e Santa Maria Maddalena Superiore. È la circoscrizione più popolosa della città, con quasi un quarto degli abitanti totali del comune. Si registrano anche la più alta densità e la massima concentrazione di residenti stranieri.<ref>Pari al 17,5% della suddivisione e al 4,29% del totale http://www.retecivica.trieste.it//new/stats/annuario/ann73_2011.gif {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304194355/http://www.retecivica.trieste.it//new/stats/annuario/ann73_2011.gif |data=4 marzo 2016 }}</ref>
# [[VI Circoscrizione (Trieste)|VI Circoscrizione - San Giovanni - Chiadino - Rozzol]]: la VI Circoscrizione è la sesta delle sette [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni]] del comune di Trieste. Posta a nord-est dal centro cittadino, comprende i rioni di San Giovanni, [[Chiadino]] e [[Rozzol]].
# [[VII Circoscrizione (Trieste)|VII Circoscrizione - Servola - Chiarbola - Valmaura - Borgo San Sergio]]: La VII Circoscrizione è la settima delle sette [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni]] del comune di Trieste. Posta a est dal centro cittadino, comprende i rioni di [[Servola]], [[Valmaura]], [[Chiarbola]], [[Borgo San Sergio]], Altura e Cattinara.
== Economia ==
[[File:
Le attività commerciali e industriali della città sono ancora legate, anche se in misura minore rispetto al passato, al [[Porto di Trieste|porto]]. Nonostante l'incidenza negativa di quest'ultimo sul piano economico e occupazionale, la popolazione triestina gode di un alto tenore di vita (nel [[2008]] la [[Provincia di Trieste]] era seconda in Italia dopo quella di [[Provincia di Milano|Milano]]<ref group=N>Qui di seguito si elencano i 6 parametri utilizzati da ''[[Il Sole 24 Ore]]'' per la determinazione del tenore di vita: 1) Pil pro capite; 2) depositi bancari pro capite; 3) importo medio delle pensioni; 4) consumi delle famiglie (per auto, mobili ed elettrodomestici); 5) indice Foi sul costo della vita; 6) costo delle abitazioni (Elaborazione de ''[[Il Sole 24 Ore]]'' su dati dell'Istituto Tagliacarne, [[Associazione Bancaria Italiana|ABI]]-[[Bankitalia]], [[Istat]], [[Inps]], Findomestic, Centro Studi Sintesi ed Orizzonti Immobiliari). Cfr. ''Il Sole 24 Ore'' del 29 dicembre 2008 (Inserto: ''Dossier del Lunedì'' pag. 4)</ref>) e di elevati livelli di reddito<ref group=N>La [[Provincia di Trieste]], corrispondente sotto il profilo demografico in massima parte alla città di Trieste, aveva, secondo le ultime rilevazioni del 2007 ([[Il Sole 24 Ore]] / Istituto Tagliacarne) un Pil di Euro 28.941,25 pro capite (del 17,2% superiore alla media nazionale). Cfr. ''Il Sole 24 Ore'' del 29 dicembre 2008 (Inserto: ''Dossier del Lunedì'' pag. 4)</ref>.
Alcune fra le maggiori compagnie di assicurazione vennero fondate a Trieste a partire dal periodo Asburgico: [[Assicurazioni Generali]] (1831), [[SASA (azienda)|SASA Assicurazioni]] (1923 – in seguito incorporata nel gruppo [[UnipolSai]]), [[Lloyd Adriatico]] (1936) e [[Riunione Adriatica di Sicurtà|Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS)]] (1838). Le ultime due oggi sono incorporate nel gruppo tedesco [[Allianz]]. Tuttora la direzione generale di [[Assicurazioni Generali]] e quella della compagnia assicuratrice telefonica online [[Genertel]] hanno sede a Trieste, così come Allianz S.p.A., che nella città conta la sede legale e operativa<ref>{{Cita web|url=http://www.allianz.it/servizi/contatti|titolo=Contatti}}</ref>.
Nel settore dell'[[industria]] ci sono stabilimenti che trattano la metallurgia e la meccanica industriale e [[Cantiere navale di Trieste|navale]], in funzione dalla fine dell'Ottocento.
[[File:Stabilimento.... - panoramio.jpg|thumb|left|upright=1.2|Lo stabilimento della Grandi Motori Trieste, ora [[Wärtsilä Italia]]]]
La [[Ferriera di Servola]] è un complesso industriale specializzato nella produzione di [[ghisa]], sito a [[Servola]], un rione di Trieste. Il complesso siderurgico si estende per {{formatnum:560000}} metri quadri<ref>{{cita web|url=https://forumtrieste2011.files.wordpress.com/2010/11/1_la-ferriera_schede-tecniche.pdf|titolo=Forum Trieste 2011}}</ref> e all'ottobre 2012 impiega direttamente circa 500 dipendenti più 300 dell'indotto<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-10-12/ferriera-servola-avvia-chiusura-064444.shtml?uuid=AbvRu1rG|titolo=IlSole24Ore}}</ref>.
[[File:Fincantieri – Sede Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|La sede della Fincantieri a Trieste]]
Grazie allo sviluppo dell'industria meccanica favorito dai numerosi cantieri navali, a partire dai primi anni del [[XX secolo]] vennero fondate anche società per la produzione di
A Trieste si trovano anche i laboratori della [[
Nel settore alimentare possiamo ricordare importanti società come [[Illycaffè|Illy]] (caffè), Principe e Sfreddo (salumi), Parovel, Potocco, [[Pasta Zara]], [[Stock liquori|Stock]]. Sono di fondazione triestina anche la [[Hausbrandt]] (caffè) e la [[Dreher]].
Oltre il 90% di tutte le aziende industriali e buona parte di quelle artigianali (es. Zona Artigianale Dolina) trovano la loro sede nella zona industriale sita nelle valli di Zaule e delle Noghere, a cavallo dei Comuni di Trieste, [[Muggia]] e [[San Dorligo della Valle
A Trieste c'è anche la sede dell'[[Italia Marittima]] (ex [[Lloyd Triestino]]) società nata nel 1836 ed a oggi una delle più vecchie e longeve compagnie di navigazione del mondo.
Infine, occorre ricordare che Trieste è, dopo Roma, la città italiana che vanta la maggior concentrazione di dipendenti pubblici sul totale della popolazione residente. La motivazione va ricercata nelle conseguenze dell'[[esodo istriano]]: a Trieste, infatti, fu trovata una sistemazione alle migliaia di esuli provenienti dall'Istria, dal Quarnero, dalla Dalmazia, che già lavoravano per lo Stato italiano prima di lasciare le terre di origine.<ref>{{cita web|autore=Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella|url=http://www.coordinamentoadriatico.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2744|titolo=1861-2011 Visioni d'Italia|editore=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 maggio 2019}}</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
[[File:
Trieste è servita dall'[[Autostrada A4 (Italia)|A4]] attraverso il [[raccordo autostradale 13]] Sistiana-Padriciano ed è inserita nei collegamenti europei [[Strada europea E70|E70]], [[Strada europea E61|E61]] ed [[Strada europea E751|E751]]. Il raccordo autostradale 13 diventa, dopo l'uscita di [[Cattinara]], la ''[[Strada statale 202 Triestina|nuova SS 202/sopraelevata di Trieste]]'' e arriva fino al porto della città.
Importante per la città giuliana è la [[Grande Viabilità Triestina]], che è il collegamento stradale, con caratteristiche di [[autostrada]] o di [[strada extraurbana principale]], tra la città di Trieste e la rete [[autostrada]]le [[Autostrade in Italia|italiana]] e [[Autostrade in Slovenia|slovena]].
La denominazione ''Grande Viabilità Triestina'' attualmente non è assegnata ad alcuna strada. Fino al [[1997]] veniva così chiamata la [[Strada statale 202 Triestina|sopraelevata di Trieste (ora SS 202)]].
È composta da tratti viari classificati diversamente ma collegati tra loro senza soluzione di continuità.
La GVT ha inizio a [[Sistiana]] come continuazione dell'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]].
Partendo dall'autostrada A4 al molo VII del [[porto di Trieste]], la GVT è così composta:
*[[Raccordo autostradale 13|raccordo autostradale 13 Sistiana-Padriciano]]
*[[Raccordo autostradale 13#Storia della Grande Viabilità Triestina (GVT)|nuova strada ANAS 344 Padriciano-Cattinara]] (successivamente [[autostrada Sistiana-Rabuiese]])
*[[Strada statale 202 Triestina|strada statale 202 Cattinara-porto di Trieste]]<ref group=N>Non tutta la SS 202 fa parte della GVT. Alcuni km della SS 202 non sono a carreggiate separate e questo tratto, non compreso nella GVT, si sviluppa parallelamente alla NSA 344. Di conseguenza solo il tratto a 2 corsie per senso di marcia della SS 202, la cosiddetta sopraelevata, è parte integrante della GVT.</ref>
La GVT si compone inoltre di due [[Raccordo autostradale|diramazioni]], con caratteristiche di [[autostrada]], verso i confini sloveni, costruite in quanto previste dagli [[accordi di Osimo]] del [[1975]] e dal conseguente decreto del presidente della Repubblica 6 marzo 1978, n. 100 (GU n. 102 suppl. ord. del 13/04/1978)<ref>{{Cita legge italiana|tipo=DPR|numero=100|giorno=06|mese=03|anno=1978}}</ref>:
*[[Raccordo autostradale 14|raccordo autostradale 14 (valico Fernetti)]]
*[[Nuova strada Anas 326 - Raccordo Lacotisce-Rabuiese|raccordo autostradale per il valico Rabuiese]]
=== Snodi ===
Nei pressi della città giuliana, nel [[comune sparso]] di [[Monrupino]], è situato l'[[interporto di Trieste Fernetti]], un [[Interporto|complesso intermodale]] che costituisce anche un'area retroportuale di supporto ai terminal marittimi del [[Porto di Trieste]] e del [[Porto di Monfalcone]] ai quali è collegato da una infrastruttura stradale e da una linea ferroviaria.<ref name=Friulia>{{Cita web |url=http://www.friulia.it/it/il-gruppo/aziende-partecipate/?vat=00572680320 |titolo=INTERPORTO DI TRIESTE S.P.A. |accesso=2 luglio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190114100532/http://www.friulia.it/it/il-gruppo/aziende-partecipate/?vat=00572680320 |urlmorto=sì }}</ref> La sua inaugurazione risale al [[1972]].
Posizionato lungo la direttrice [[Baltico]]-[[Adriatico]]-[[Mediterraneo]] e lungo la direttrice del corridoio multimodale che congiunge [[Barcellona]] a [[Kiev]],<ref name=Friulia/><ref>{{Cita web |url=http://www.trail.unioncamere.it/scheda_ente.asp?id=349 |titolo=TERMINAL INTERMODALE DI TRIESTE FERNETTI SPA |accesso=1º gennaio 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190114044622/http://www.trail.unioncamere.it/scheda_ente.asp?id=349 |urlmorto=sì }}</ref> svolge il ruolo di piattaforma logistica per i traffici terrestri tra l'[[Europa Occidentale]] e l'[[Europa orientale]]<ref name=Friulia/> e di hub strategico di connessione per i traffici merci tra i mercati dell'[[Europa centro-orientale]] ed il [[bacino del Mediterraneo]].<ref>{{Cita web |url=http://www.unioneinterportiriuniti.org/interporto-di-trieste.aspx |titolo=Interporto di Trieste |accesso=2 luglio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190114044545/http://www.unioneinterportiriuniti.org/interporto-di-trieste.aspx|urlmorto=sì }}</ref>
=== Ferrovie ===
[[File:Trieste Centrale (IMG 20211010 115938).jpg|thumb|upright=1.2|La stazione ferroviaria di Trieste Centrale]]
[[File:MyAviationNetPhotoID00239147.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio dell'aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari]]
Trieste è servita dalle ferrovie [[Ferrovia Venezia-Trieste|Venezia-Trieste]] e [[Ferrovia Udine-Trieste|Udine-Trieste]], dalla [[ferrovia Meridionale]] e dalla [[ferrovia Transalpina]], non utilizzata nel breve tratto urbano.
Il traffico passeggeri è concentrato nella [[stazione di Trieste Centrale]], servita da treni regionali svolti da [[Trenitalia]] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la [[Regione Friuli-Venezia Giulia]] e da collegamenti a lunga percorrenza svolti anch'essi da Trenitalia.<br />
Nella relazione metropolitana (M40) con la [[stazione di Monfalcone]] alcuni treni fermano a [[stazione di Miramare|Miramare]], [[Stazione di Bivio d'Aurisina]] e [[Stazione di Sistiana-Visogliano]]. Dal 2018 è costituita la [[Stazione di Trieste Airport]] a servizio dell'aeroporto e della piattaforma intermodale regionale.<br />
I treni per la Slovenia partono dalla [[stazione di Villa Opicina]].
Il traffico merci è generato prevalentemente dal porto; dallo scalo di [[Stazione di Trieste Campo Marzio|Campo Marzio]] partono quotidianamente treni merci in gran parte dedicati al trasporto intermodale e le cosiddette "[[Autostrada viaggiante|autostrade viaggianti]]" in servizio internazionale.
=== Aeroporti ===
L'[[aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari]] è situato a {{TA|30 km}} a nord-ovest dalla città ed è servito da voli nazionali e internazionali. Sito a [[Ronchi dei Legionari]], {{TA|21 km}} a sud-ovest di Gorizia, {{TA|30 km}} a nordovest di Trieste e a {{TA|38 km}} a sud di Udine, lungo la ex [[strada statale 14 della Venezia Giulia]]. La struttura, aperta al traffico commerciale, è dotata di una pista in asfalto lunga {{M|3 000|ul=m}} e larga {{TA|45 m}}, con orientamento RWY 09-27 ed è gestita dalla società Aeroporto Friuli Venezia Giulia S.p.A. con il nome commerciale di ''Trieste Airport – Friuli Venezia Giulia''<ref>{{Cita web|url=http://www.aeroporto.fvg.it/welcome/|titolo=Trieste Airport - Friuli Venezia Giulia - HOME|accesso=18 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161124184811/http://www.aeroporto.fvg.it/welcome/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/11/18/news/nasce-il-trieste-airport-friuli-venezia-giulia-1.14430176?ref=hfpitsec-2|titolo=Ronchi, nasce il Trieste Airport Friuli Venezia Giulia|pubblicazione=Il Piccolo|data=18 novembre 2016|accesso=18 novembre 2016}}</ref>.
Dal [[2007]] l'aeroporto è stato intitolato alla memoria di [[Pietro Savorgnan di Brazzà]], esploratore friulano.<ref>{{Cita web|url=http://www.aeroporto.fvg.it/it/aeroporto/pietro_savorgnan.htm|titolo=Aeroporto Friuli Venezia Giulia - Intitolazione aeroporto|accesso=6 dicembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120109023420/http://www.aeroporto.fvg.it/it/aeroporto/pietro_savorgnan.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Guardando l'area compresa tra [[Alto Adriatico]] e [[Alpi Orientali]], tra Italia (Friuli-Venezia Giulia e [[Veneto]]), [[Slovenia]], [[Croazia]] e [[Austria]] ([[Carinzia]]) il suo bacino d'utenza supera i 5 milioni di persone, calcolati sulla base di un tempo di percorrenza in auto di 90 minuti necessario per raggiungere l'aeroporto.
=== Porti ===
{{vedi anche|Porto di Trieste}}
[[File:Porto nuovo di Trieste 1.4.2012.jpg|thumb|upright=3|[[Porto di Trieste|Porto nuovo di Trieste]]]] Il [[porto di Trieste]] è il più grande d'Italia per quantità di merci scambiate ed uno dei più importanti nel sud Europa. Nel 2019 ha raggiunto le {{formatnum:62000000}} tonnellate di merci movimentate grazie soprattutto al traffico marittimo di idrocarburi, che ne costituiscono la parte preponderante<ref name="corriere.it"/><ref name="travel365.it"/>.
Storicamente fu il principale sbocco marittimo dell'[[Impero austriaco]], che nel [[1719]] gli riconobbe lo status di [[Porto franco (economia)|porto franco]]. Il porto rimane uno snodo internazionale per i flussi di scambio terra-mare di merci dirette principalmente verso l'[[est Europa]]<ref>{{Cita news|url=https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2020/02/13/news/porto-di-trieste-record-storico-e-primato-italiano-per-i-container-9-nel-2019-1.38464475|titolo=Trieste si conferma primo porto italiano e fa segnare il record storico per i container: +9%|pubblicazione=Il Piccolo|data=13 febbraio 2020|accesso=4 luglio 2020}}</ref> e l'Asia<ref>{{cita testo|url=http://www.porto.trieste.it/|titolo=Autorità Portuale di Trieste<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
A Trieste è presente un'intensa attività croceristica che porta ogni estate più di {{formatnum:100000}} passeggeri. Durante il periodo estivo è attivo un collegamento marittimo gestito dall'APT con la cittadina di [[Grado (Italia)|Grado]]. La società Trieste Lines, invece, ha in gestione il sistema di collegamenti con la costa istriana, con aliscafi veloci che raggiungono [[Pirano]], [[Rovigno]] e [[Pola]].
=== Mobilità urbana ===
[[File:Bus Trieste Piazza Unita.jpg|thumb|Bus urbani della Trieste Trasporti]]
Il trasporto pubblico è gestito dalla [[Trieste Trasporti]], che esercisce autolinee urbane, e interurbane, servizi marittimi e la [[tranvia di Opicina]]. Nel [[2019]] risulta 3° in Italia per offerta di trasporto pubblico, ovvero chilometri percorsi dai mezzi pubblici in rapporto al numero di abitanti<ref name="lab24.ilsole24ore.com">{{Cita web|url=https://lab24.ilsole24ore.com/qualita-della-vita-2019/classifiche-complete.php|titolo=Qualità della vita 2019: la classifica delle città italiane dove si vive meglio. Milano la migliore|lingua=it|accesso=14 agosto 2020}}</ref>
In passato la città era dotata di una [[rete tranviaria di Trieste]] e una [[rete filoviaria di Trieste]]. La prima è stata rappresentata da una vasta rete di linee, poi inesorabilmente soppresse. Dal [[1970]], l'unica linea rimasta attiva è la [[Tranvia di Opicina]]. La rete filoviaria di Trieste fu in esercizio nella città giuliana dal 1935 al 1975. La prima linea filoviaria della città di Trieste fu attivata nel [[1935]]: si trattava della cosiddetta linea dei Colli, da piazza Goldoni alla [[Stazione di Trieste Campo Marzio|stazione di Campo Marzio]], a cui seguirono altre linee negli anni seguenti<ref name=Trieste4282>{{Cita web|url=http://www.inbusclub.it/docs/TPLTrieste1942-1982-11.12.2012.pdf|titolo=Dario Cafagna, Trasporto pubblico locale a Trieste 1942-1982|accesso=25 settembre 2013|dataarchivio=27 settembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927191208/http://www.inbusclub.it/docs/TPLTrieste1942-1982-11.12.2012.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. L'11 giugno 2016 era stata inaugurata una nuova linea tranviaria di collegamento tra il centro della città e il porto vecchio<ref>{{Cita web|url=http://www.ferrovie.it/portale/leggi.php?id=3669|titolo=Al via il Tramway di Trieste|accesso=14 giugno 2016}}</ref>, sui binari già esistenti, la quale tuttavia è stata chiusa dopo poco.
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Trieste}}
[[File:Muzio de Tommasini (1794-1879) 018.jpg|thumb|upright=0.9|Il busto di [[Muzio Tommasini]], primo [[Podestà (medioevo)|podestà]] di Trieste, in carica dal 1850 al 1861, che si trova nel Giardino Pubblico a lui intitolato]]
[[File:Alfonso Valerio.JPG|thumb|[[Alfonso Valerio]], primo [[Sindaco (Italia)|sindaco]] di Trieste dall'annessione della città all'Italia, in carica dal 1919 al 1921]]
=== Consolati ===
Il [[Agente consolare#Corpo consolare|Corpo Consolare]] di Trieste è composto da 31 rappresentanze consolari<ref>{{cita web|url=http://www.esteri.it/mae/it/ministero/servizi/stranieri/rapprstraniere/|titolo=Rappresentanze Diplomatiche straniere in Italia|accesso=3 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.comune-italia.it/consolato-di-burkina-faso-in-italia-trieste.html|titolo=Consolato di Burkina Faso in Italia|accesso=15 agosto 2021}}</ref>, le quali sono:
{{
* [[Austria]] ''Consolato onorario''
* [[Belgio]] ''Consolato onorario''
* [[Brasile]] ''Consolato onorario''
* [[Cipro]] ''Consolato onorario''
* [[Croazia]] ''Consolato generale''
* [[Danimarca]] ''Consolato onorario''
* [[Francia]] ''Consolato onorario''
* [[Grecia]] ''Consolato generale onorario''
* [[Malta]] ''Consolato onorario''
* [[Montenegro]] ''Consolato onorario''
* [[Principato di Monaco|Monaco]] ''Consolato onorario''
* [[Norvegia]] ''Consolato onorario''
* [[Portogallo]] ''Consolato onorario''
* [[Romania]] ''Consolato generale''
* [[Serbia]] ''Consolato generale''
* [[Slovacchia]] ''Consolato onorario''
* [[Slovenia]] ''Consolato generale''
* [[Svezia]] ''Consolato onorario''
* [[Ungheria]] ''Consolato onorario''
* [[Guatemala]] ''Consolato onorario''
* [[Perù]] ''Consolato generale onorario''
* [[Kazakistan]] ''Consolato onorario''
* [[Turchia]] ''Consolato generale onorario''
* [[Camerun]] ''Consolato onorario''
* [[Eritrea]] ''Consolato onorario''
* [[Sudafrica]] ''Consolato onorario''
* [[Burkina Faso]] ''Consolato onorario''
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Libano|Beirut|1956}}<ref name="anci.fvg.it">{{cita web |url=http://www.anci.fvg.it/uploads/media/Gemellaggi_Friuli_V.G._aggiornati_al_01.01.2011_01.pdf |titolo=ELENCO AGGIORNATO A GENNAIO 2011 DEI GEMELLAGGI
(ED EVENTUALI PROTOCOLLI D’AMICIZIA, D’INTESA ETC.) STIPULATI DAI COMUNI DEL F.V.G. |accesso=24 settembre 2016 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160924174939/http://www.anci.fvg.it/uploads/media/Gemellaggi_Friuli_V.G._aggiornati_al_01.01.2011_01.pdf}}</ref>
* {{Gemellaggio|
* {{Gemellaggio|Austria|Graz|1973}}<ref>{{cita web|url=http://www.graz.at/cms/ziel/5050211/DE/|titolo=Città gemellate dal sito web del Comune di Graz|accesso=24 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160924182512/http://www.graz.at/cms/ziel/5050211/DE/}}</ref>
* {{Gemellaggio|Brasile|Santos|1977}}<ref name="anci.fvg.it"/>
* {{Gemellaggio|Regno Unito|Southampton|2002}}<ref name="anci.fvg.it"/>
* {{Gemellaggio|Francia|Le Havre}}<ref name="anci.fvg.it"/>
=== Accordi di collaborazione ===
* {{Gemellaggio|Italia|Venezia|
* {{Gemellaggio|
* {{Gemellaggio|
* {{gemellaggio|Croazia|Fiume (Croazia){{!}}Fiume|2011}}, firmato a Fiume (20 settembre 2011)
* {{Gemellaggio|Germania|Rostock|2011}}, firmato a Trieste (5 ottobre 2011)
== Sport ==
[[File:Rocco Panoramica.jpg|thumb|upright=3|Panoramica dello Stadio Nereo Rocco di Trieste]]
{{clear}}
===
[[File:Festeggiamenti Alma Pallacanestro Trieste.jpg|miniatura|upright=1.2|left|La vittoria del campionato di A2 2017-2018 della [[Pallacanestro Trieste]]]]
Nella città sono presenti numerose società sportive, tra le quali l'[[Unione Sportiva Triestina Calcio 1918]], uno dei più antichi club calcistici italiani che riuscì, nella [[Unione Sportiva Triestina 1947-1948|stagione 1947-1948]], a concludere la [[Serie A]] al secondo posto appaiata al Milan e alla Juventus, dietro al [[Torino Football Club|Torino]] campione d'Italia.
Durante l'esistenza del [[Territorio Libero di Trieste]] la città giuliana ebbe due squadre calcistiche partecipanti a due campionati di due nazioni differenti, la Triestina nel campionato italiano, mentre il [[Circolo Sportivo Ponziana 1912]] giocò, invitato ufficialmente dalla [[Federazione calcistica della Serbia]], nel [[Prva liga Srbije i Crne Gore|campionato jugoslavo]], con il nome ''Amatori Ponziana Trst''. La Triestina fallì nel 1994 per poi essere rifondata nel 2012 e nel 2016. La Ponziana, dal 1949, tornò a partecipare a campionati italiani.
[[File:U.S. Triestina 1947-1948.jpg|miniatura|upright=1.2|L'[[Unione Sportiva Triestina 1947-1948]]]]
Altra importante società sportiva triestina è la [[Pallacanestro Trieste]], che è la principale società di [[pallacanestro]] maschile della città giuliana, erede della storica ''Pallacanestro Trieste'' fallita nel 2004. Milita in [[Serie A (pallacanestro maschile)|Serie A1]]. Gioca le sue partite interne all'[[PalaTrieste|Allianz Dome]]. Nel suo palmarès conta la vittoria di cinque scudetti tra il 1930 e il 1941. Nel 1984 la società venne acquistata dal magnate del tessile [[Giuseppe Stefanel]]. Al momento dell'acquisto la società militava nella seconda serie nazionale (A2) ma il presidente intendeva farne una squadra da scudetto. Le prime mosse furono l'acquisto di un nuovo capo allenatore il bosniaco [[Bogdan Tanjević]], senza però ottenere i risultati sperati.
[[File:Cividin Trieste 1982-83.jpg|miniatura|upright=1.2|left|La [[Pallamano Trieste 1982-1983]]]]
Rilevanti per la storia sportiva di Trieste sono i vari club velici storici, come lo [[Yacht Club Adriaco]] e la [[Società velica di Barcola e Grignano]], che testimoniano la lunga storia della città giuliana in questo sport. Di rilievo assoluto è la [[Barcolana]], storica [[vela (sport)|regata velica]] internazionale che si tiene ogni anno nel [[Golfo di Trieste]] nella seconda domenica di [[ottobre]]. Nota per essere una delle regate con più alta partecipazione, dall’edizione 2018, la Barcolana, con {{formatnum:2689}} [[imbarcazione|imbarcazioni]] iscritte, si pone in vetta nella classifica delle regate più affollate al mondo, un traguardo ambito e raggiunto con impegno da tutta la ''Società Velica di Barcola e Grignano''. Attualmente dunque la Barcolana è la regata più grande del mondo.<ref name=Barcolana/>
Il capoluogo giuliano vanta anche un'antica e radicata tradizione [[canottaggio|remiera]] che risale alla metà del XIX secolo. Attualmente sono sette le società di canottaggio presenti a Trieste. Le più note e titolate sono la [[Società Triestina Canottieri Adria 1877|Canottieri Adria 1877]], la [[Canottieri Trieste]], il [[Circolo Canottieri Saturnia]], la [[Società Ginnastica Triestina Nautica]] e la [[Società Nautica Canottieri Nettuno]].
[[File:Barcolana41.JPG|thumb|upright=1.2|Primo lato della 41ª [[Barcolana]], la [[regata]] velica più affollata del mondo con circa 2000 barche]]
Altre squadre sportive maschili triestine sono la [[Pallamano Trieste]] che vanta 17 scudetti e milita in [[Serie A Gold (pallamano maschile)|Serie A Gold]], i [[Muli Trieste]], società di [[football americano]] che partecipa alla Lega Nazionale American Football, la [[Pallanuoto Trieste]], che partecipa alla [[Campionato italiano maschile di pallanuoto|serie A1]], l'[[Edera Trieste]] (Campioni d'Italia 2010-2011) e la [[Kwins Polet Trieste]], squadre di [[hockey in line]] che militano in A1. Sono di rilievo anche l'[[Hockey Club Trieste]], squadra di [[Hockey su prato]], che milita nella serie B, l'[[Bor Trieste|U.S. Š.Z. Bor]], associazione [[polisportiva]], il [[Circolo Sportivo Ponziana 1912]], squadra di calcio attualmente non in attività, l'A.S.D. San Luigi Calcio, squadra di calcio che milita in [[Serie D]] la Junior Alpina Trieste, squadra di baseball e softball con varie categorie (dal minibaseball all'under21) e il Venjulia Rugby Trieste, squadra di rugby militante in Serie B con diverse categorie, dal minirugby alla Prima Squadra, Femminile e Old.
Il [[baseball a Trieste]] risale alla fine della seconda guerra mondiale, durante l'amministrazione del [[Allied Military Government of Occupied Territories|governo militare alleato]], quando Trieste faceva parte del [[Territorio Libero di Trieste]] e i {{formatnum:5000}} militari statunitensi di stanza nella Zona A del territorio ne diffusero l'uso. Per quanto riguarda le squadre femminili sono di rilievo la società [[Artistica '81|Ginnastica Artistica '81]], che partecipa alla [[Serie A1 GAF|Serie A1 di Ginnastica Artistica Femminile]], la Pallanuoto Trieste che partecipa alla [[Campionato italiano femminile di pallanuoto|serie A2]], la [[Ginnastica Triestina]], che vanta 5 Scudetti, partecipa alla [[Serie A2 (pallacanestro femminile)|serie A2]] di [[basket]] e la ASD Futurosa basket Trieste, società che partecipa a tutte le categorie giovanili e minibasket.
=== Impianti sportivi ===
[[File:L'esterno di PalaTrieste Allianz Dome.jpg|thumb|upright=1.2|left|Scorcio del PalaTrieste]]
Degno di nota, da un punto di vista infrastrutturale, è lo [[Stadio Nereo Rocco]], che rappresenta il principale impianto calcistico di Trieste, dedicato a [[Nereo Rocco]], celebre calciatore e allenatore giuliano. Allo stadio Nereo Rocco si svolgono gli incontri interni della {{Calcio Triestina|N}}; ospita inoltre la sede della stessa società nonché degli uffici provinciali del [[Comitato olimpico nazionale italiano|CONI]] e il dipartimento di medicina sportiva; in talune occasioni è stato teatro di importanti concerti musicali, tra cui [[Vasco Rossi]], [[Pearl Jam]], [[Bruce Springsteen]] e [[Zucchero Fornaciari]]. Lo stadio sorge nel quartiere di [[Valmaura]], alla periferia sud della città, nei pressi dell'uscita della [[Strada statale 202 Triestina|SS 202]], vicino al vecchio [[stadio Giuseppe Grezar]].
Lo stadio Giuseppe Grezar, in particolare, è un impianto [[sport]]ivo di Trieste, il secondo più importante della città dopo il più recente [[stadio Nereo Rocco]]. Nato come "Littorio", poi dal dopoguerra fino al [[1967]] chiamato "Comunale", fu successivamente intitolato al calciatore triestino [[Giuseppe Grezar]], che faceva parte della squadra del [[Grande Torino]] e che fu tra le vittime della [[tragedia di Superga]] del [[1949]]. Per molte stagioni impianto interno della {{Calcio Triestina|N}}, è stato trasformato in un impianto polifunzionale, con una pista di otto corsie dedicata all'[[atletica leggera]].<ref>{{cita web|url=http://www.retecivica.trieste.it/new/Default.asp?tabella_padre=sezioni&ids=12&tipo=-&pagina=cstampa_leggi.asp&comunicato=172|titolo=Stadio Grezar: a novembre 2004 partiranno i lavori di ristrutturazione|data=10 giugno 2004|accesso=30 dicembre 2009}}</ref>
[[File:Trieste palasport Chiarbola.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio del PalaChiarbola]]
Altri impianti sportivi triestini degni di nota sono il [[PalaChiarbola]], palazzetto utilizzato principalmente per la [[pallamano]] primo palazzo dello sport della città di Trieste, costruito nella prima metà degli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]], ed intitolato successivamente a [[Giorgio Calza]]. Si trova nel rione di [[Chiarbola]], con accessi da Via Visinada e da Piazzale delle Puglie. Adatto a tutte le discipline che si praticano al chiuso, è utilizzato prevalentemente per il gioco della [[pallamano]]. Ha una capienza di poco superiore ai 2000 posti a sedere, suddivisi tra una tribuna e due curve. Dispone anche una di una palestra secondaria di misure regolamentari, nonché di tre palestrine dedicate al [[pugilato]] e alle discipline dell'[[atletica pesante]].
Il [[PalaTrieste]], palazzetto di gestione della [[Pallacanestro Trieste 2004]], è un'[[arena coperta]] di Trieste. È dotato di {{formatnum:6943}} posti a sedere<ref name="FIVB">{{cita web|url=http://www.fivb.ch/en/volleyball/competitions/worldleague/2003/general/cities.asp|titolo=Città e Palazzetti della World League 2003|editore=[[Fédération Internationale de Volleyball|FIVB]]|accesso=7 ottobre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110606040912/http://www.fivb.ch/en/volleyball/competitions/worldleague/2003/general/cities.asp|urlmorto=sì}}</ref>, disposti ad anello attorno al [[parquet]] di gioco<ref name="scheda">{{cita web|url=http://www.triestecultura.it/sport/palasport.htm|titolo=Scheda sul PalaTrieste|editore=Comune di Trieste|accesso=7 ottobre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080313203646/http://www.triestecultura.it/sport/palasport.htm}}</ref>. Il 25 maggio [[2011]] è stato formalmente intitolato al grande poliatleta triestino [[Cesare Rubini]], scomparso nello stesso anno<ref>{{cita testo|url=http://www.retecivica.trieste.it/new/Default.asp?tabella_padre=sezioni&ids=12&tipo=-&pagina=cstampa_leggi.asp&comunicato=5579|titolo=INTITOLATO ALLA MEMORIA DI CESARE RUBINI IL PALATRIESTE. Ufficio Stampa del Comune di Trieste, 25 maggio 2011}}</ref>. L'impianto, di proprietà del Comune di Trieste, ospita le partite casalinghe delle principali squadre di [[pallacanestro]] cittadine, mentre in passato è stato sede delle gare casalinghe delle principali squadre triestine di pallavolo (come l'[[AdriaVolley Trieste]] e la Virtus Pallavolo Trieste, quest'ultima femminile).
=== Eventi sportivi ===
==== Ciclismo ====
;Giro d'Italia
Trieste è stata sede della cosiddetta [[Grande Partenza del Giro d'Italia|"Grande Partenza"]] del [[Giro d'Italia]] nell'edizione del [[Giro d'Italia 1981|1981]], con il via ufficiale della corsa dato il {{Data|13|05}} da piazza Unità d'Italia per effettuare un prologo tra le strade cittadine, che si concluse con la vittoria del norvegese [[Knud Knudsen]].<ref name="GIRO">{{cita web|url=http://www.sitodelciclismo.net/wedstrijdfiche.php?wedstrijdid=22|titolo=Giro d'Italia}}</ref>
È stata inoltre sede di [[Grande Arrivo del Giro d'Italia|arrivo finale]] del [[Giro d'Italia]] in tre occasioni:
* [[Giro d'Italia 1966|1966]], con il traguardo del {{Data|09|06}} posto all'[[Ippodromo di Montebello]], dove si concluse l'ultima tappa (proveniente da [[Vittorio Veneto]]) con la vittoria di [[Mino Bariviera]] e successo finale di [[Gianni Motta]];<ref name="GIRO"/>
* [[Giro d'Italia 1973|1973]], con il traguardo del {{Data|09|06}} posto in piazza Unità d'Italia, dove si concluse l'ultima tappa (proveniente da [[Auronzo di Cadore]]) con la vittoria di [[Marino Basso]] e successo finale del belga [[Eddy Merckx]];<ref name="GIRO"/>
* [[Giro d'Italia 2014|2014]], con il traguardo del {{Data|01|06}} posto in Riva III novembre, dove si concluse l'ultima tappa (proveniente da [[Gemona del Friuli]]) con la vittoria dello sloveno [[Luka Mezgec]] e successo finale del colombiano [[Nairo Quintana]].<ref name="GIRO"/>
In totale, la città è stata [[Sedi di tappa del Giro d'Italia|sede di tappa]] della "Corsa Rosa" in quaranta occasioni (diciotto partenze e ventidue arrivi).<ref name=GIRO/> Pertanto, Trieste si colloca al nono posto nella classifica delle sedi di tappa più ricorrenti nella storia della corsa.<ref name="ricorrenti">{{cita web |url=https://www.procyclingstats.com/race/giro-d-italia/route/most-visited-cities|titolo=Most visited cities|lingua=en}}</ref>
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
=== Bibliografiche ===
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=[[Strabone]]|titolo=[[Geografia (Strabone)|Geografia]]|volume=vol|cid=Strabone|lingua=grc}}
* {{cita libro|autore1=Erika Bezin|autore2=Poljanka Dolhar|titolo=Com'è bella Trieste|anno=2011|editore=Editoriale Stampa Triestina|città=Trieste|ISBN=978-88-7174-138-3}}
* {{cita libro|autore=Mascilli Migliorini|capitolo=1797: Napoleone conquista Trieste|titolo=I giorni di Trieste, Otto grandi lezioni di storia|città=Roma-Bari|anno=2014|cid=Migliorini 2014}}
* {{cita libro|autore=Pamela Tedesco|capitolo=Il capitolo francese di Trieste: dal 1797 al 1813|titolo=Storie dalla Venezia Giulia|città=Trieste|anno=2018|cid=Tedesco 2018}}
* {{cita libro|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=[[Naturalis historia]]|cid=Plinio il Vecchio|lingua=la}} ([[Wikisource:la:Naturalis Historia|testo latino]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} e {{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/home.html|titolo=versione inglese}}).
* Pamela Tedesco, ''Tergeste in età augustea: fortezza, villaggio carnico o colonia? Due qui pro quo di Strabone'', «Storiadelmondo» 76 (2014).
* Beniamino Pagliaro, ''Trieste, la bella addormentata'', Pordenone, Edizioni Biblioteca dell'Immagine 2011. ISBN 88-6391-072-3.
* Marina Cattaruzza, ''L'Italia e il confine orientale 1866-2006'', Bologna, Mulino 2007. ISBN 978-88-15-11394-8.
* Francesca Longo e Matteo Moder, ''Storia della Venezia Giulia 1918-1998'', Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano 2004, ISBN 88-8490-629-6.
* Angelo Ara, [[Claudio Magris]], ''Trieste. Un'identità di frontiera'', Torino, Einaudi 2000 (orig. 1982), ISBN 88-06-59823-6.
* ''Trieste, Austria, Italia tra Settecento e Novecento: studi in onore di [[Elio Apih]]''. A cura di Marina Cattaruzza. Udine, Del Bianco 1996.
* De Szombathely Gabrio, ''Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste'', Edizioni Italo Svevo, Trieste 1994.
* AA. VV., ''Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Tržaška pokrajina'', Založništvo tržaškega tiska, Trst 1990.
* Fabio Cusin, ''Appunti alla storia di Trieste'', Udine, Del Bianco 1983.
* B.C. Novak, ''Trieste 1941-1954. La lotta politica, etnica e ideologica'', Mursia, Milano, ISBN 978-88-425-5196-6.
* Enrico Halupca, ''Alabarda, simbolo di Trieste'', Editoriale FVG Spa, Trieste, 2011 {{ISSN|1592-1697}}
== Voci correlate ==
{{Colonne|85%}}
* [[
* [[Caffè storici di Trieste]]
* [[Canal Grande di Trieste]]
* [[Circondario di Trieste]]
* [[Città imperiale di Trieste e dintorni]]
* [[Comunità ebraica di Trieste]]
* [[Corte d'appello di Trieste]]
* [[Costiera triestina]]
* [[Cucina triestina]]
* [[Dialetto tergestino]]
* [[Dialetto triestino]]
* [[Diocesi di Trieste]]
* [[
* [[Interporto di Trieste Fernetti]]
* [[
{{Colonne spezza}}
* [[Memorandum di Londra]]
* [[Minoranze di lingua tedesca]]
* [[Molo Audace]]
* [[Narodni Dom]]
* [[Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale|OGS]]
* [[Placito del Risano]]
* [[Porto di Trieste]]
* [[Rete Città Sane]]
* [[Ricreatori di Trieste]]
* [[Sede Rai di Trieste]]
* [[SISSA]]
* [[Stazione di Trieste Centrale]]
* [[Stazione meteorologica di Trieste Barcola]]
* [[Stazione meteorologica di Trieste Porto]]
* [[
* [[Storia di Trieste]]
* [[Piazza dell'Ospitale (Trieste)|Piazza dell'Ospitale]]
* [[Territorio Libero di Trieste]]
* [[Torrenti di Trieste]]
* [[Trieste Trasporti]]
{{Colonne fine}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.retecivica.trieste.it/cultura/|titolo=Sito del comune di Trieste - area cultura}}
* {{cita web|url=http://www.turismofvg.it/it-IT/trieste.html|titolo=Sito dell'ente turismo regionale - area Trieste}}
* {{cita web|url=https://sites.google.com/view/triestepratica/trieste-guida-pratica-trieste-practical-guide|titolo=Guida pratica di Trieste}}
* {{cita web|url=http://www.irsml.eu/percorso_tolleranza/cimiteri.html|titolo=Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia}}
{{Comuni della provincia di Trieste}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Questione adriatica}}
{{Provincia Austriaca}}
{{Città romane della Regio X Venetia et Histria}}
{{Via Flavia}}
{{controllo di autorità}}
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[[Categoria:Trieste| ]]
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