Crono: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
'''Crono''' è una figura della [[mitologia greca]], era uno dei [[titani]] e dio del tempo, figlio di [[Urano (mitologia)|Urano]] e di [[Gea]] (quest'ultimi sono, secondo una parte della mitologia greca, generati da [[Caos (mitologia)|Caos]], Dio supremo e onnipresente; in una variante mitologica sono stati prodotti dall'etere originato da Caos).
{{Personaggio
All'interno della [[mitologia romana]] la sua figura corrisponde a quella di [[Saturno (divinità)|Saturno]].
|medium = mitologia
|lingua originale = [[Greco antico]]
|nome = Κρόνος
|nome traslitterato = Krónos
|nome italiano = Crono
|immagine = Saturnus fig274.png
|didascalia = Raffigurazione ottocentesca di Crono (comunque riprendente gli attributi tipici del dio nelle rappresentazioni antiche)
|sesso = maschio
|affiliazione = Titani
}}
'''Crono''' ({{lang-grc|Κρόνος|Krónos}}) è una divinità pre-olimpica della [[mitologia greca|mitologia]] e della [[religione greca]], nei miti più diffusi figlio di [[Urano (divinità)|Urano]] (Cielo) e di [[Gea]] o Gaia (Terra), [[Titani|Titano]] della Fertilità, del Tempo e dell'Agricoltura, secondo signore del mondo e padre di [[Zeus]] e dei primi [[Olimpi]]. Non è da confondere con [[Chronos (Orfismo)|Chronos]], divinità del tempo nell'[[orfismo]]. Crono viene identificato con [[Saturno (divinità)|Saturno]] nella mitologia romana.
 
==Crono nella ''Teogonia'' di Esiodo==
Il culto di Crono era ubicato prevalentemente ad Atene (ove vi si celebravano in estate le feste Cronie), in Beozia, a Rodi e a Cirene.
{{q|A quello poi, avvolta di fasce, una grande pietra essa dette, / al figlio d'Urano grande signore, degli dèi primo re|Esiodo, ''Teogonia'', 485-6; traduzione di Graziano Arrighetti|τῷ δὲ σπαργανίσασα μέγαν λίθον ἐγγυάλιξεν / Οὐρανίδῃ μέγ᾽ ἄνακτι, θεῶν προτέρῳ βασιλῇ|lingua=GRC}}
 
Nella ''[[Teogonia (Esiodo)|Teogonia]]'' di [[Esiodo]], ai vv. 133-138, viene narrato che Gea (Γαῖα, "Terra"), unendosi a Urano (Οὐρανός ἀστερόεις, "Cielo stellante"), genera i Titani: [[Oceano (divinità)|Oceano]] (Ὠκεανός)<ref>In ''Iliade'', XIV 201, Oceano è detto «padre degli dèi». [[Aristotele]], in ''Metafisica'' I (A) 3,983 intende questo, «Oceano e Teti genitori del divenire», come anticipazione delle teorie di Talete.</ref>, [[Ceo (mitologia)|Ceo]] (Κοῖος), [[Crio]] (Κριός, anche Κρεῖος), [[Iperione (mitologia)|Iperione]] (Ύπέριον), [[Giapeto (mitologia)|Giapeto]] (Ἰαπετός), [[Teia (mitologia)|Teia]] (Θεία, anche Tia)<ref>Pindaro ''Istmica'' V la canta; da intendere come divinità della luce (cfr. Colonna p.83)</ref>, [[Rea (mitologia)|Rea]] (Ῥέα), [[Temi]] (Θέμις), [[Mnemosine]] (Μνημοσύνη), [[Febe (titanide)|Febe]] (Φοίβη), [[Teti (titanide)|Teti]] (Τηθύς) e Crono (Κρόνος).
== Storia ==
Crono era il più giovane dei titani. Egli aiutò la madre a liberarsi di Urano che giaceva costantemente su di lei impedendo ai figli concepiti di uscire dal suo grembo. Crono evirò il padre con un falcetto fabbricato dalla Terra al proprio interno, gettò l'organo amputato nel mare e prese il posto di Urano alla guida del mondo. Crono scacciò i fratelli [[Ciclopi]] ed [[Ecatonchiri]] e li confinò nel [[Tartaro (mitologia)|Tartaro]]. In seguito sposò la sorella [[Rea (mitologia)|Rea]], con la quale generò i principali dei del Pantheon greco. I genitori dei due però avevano predetto a Crono che sarebbe stato a sua volta detronizzato da uno dei suoi figli. Per evitare di perdere il potere così come era capitato a suo padre Urano (spodestato da Crono stesso), il dio prese a divorare i piccoli figli via via che Rea li partoriva. Questa partorì [[Demetra]], [[Era (mitologia)|Era]], [[Estia]], [[Ade (divinità)|Ade]] e [[Poseidone]], tutti divorati da Crono. Infine diede alla luce [[Zeus]], il suo terzo figlio maschio, sul Monte Liceo, in [[Arcadia]] (o secondo altre versioni a [[Creta]], dove era fuggita precedentemente) e dopo aver tuffato [[Zeus]] nel fiume [[Neda]] lo affidò alla madre Terra. A Crono invece era stata recapitata una pietra avvolta in fasce al posto di suo figlio [[Zeus]].
 
Dopo i Titani (vv. 139-153), l'unione tra Gea e Urano genera i tre [[Ciclopi]] (Κύκλωπες: Bronte, Sterope e Arge<ref>Dèi con un "occhio solo", i loro nomi richiamano rispettivamente il "Tonante", il "Fulminante" e lo "Splendente".</ref>)<ref>Da notare la differenza con l{{'}}''Odissea'', IX 187, dove i Ciclopi risultano dei giganteschi e selvaggi pastori e in cui, uno di questi, Polifemo, è figlio di Posidone. Qui, nella "Teogonia" esiodea, sono invece tre, dèì figli di Urano e Gaia, costruttori dei fulmini che poi consegneranno a Zeus; in Callimaco, "Inno ad Artemide", sono gli aiutanti di Efesto, costruttori delle fortificazioni delle città dell'Argolide, ma lo scoliaste (Esiodo, ''Theog.'', 139) indica questi ultimi come una "terza" categoria di Ciclopi: «perché di Ciclopi ci sono tre stirpi: i Ciclopi che costruirono le mura di Micene, quelli attorno a Polifemo e gli dèi stessi.»</ref>; e i Centimani (Ἑκατόγχειρες, [[Ecatonchiri]]): Cotto, Briareo e Gige dalla forza terribile<ref>Così lo scoliaste (148): «Costoro sono detti venti che prorompono dalle nubi, e sono di sicuro devastatori. Per questo miticamente sono provvisti anche di cento braccia perché hanno pulsionalità guerresche. Cotto, Briareo e Gige sono i tre momenti (dell'anno): Cotto è la canicola, cioè il momento dell'estate, Briareo è la primavera in rapporto con il fiorire ('bryein') e crescere le piante; Gige è il tempo invernale.» (Trad. Cassanmagnago, p. 503).</ref>.
Zeus, una volta cresciuto, somministrò a Crono un veleno che gli fece vomitare tutti i figli ingoiati; in seguito, dopo una [[titanomachia|guerra intrapresa insieme ai fratelli]] liberati, riuscì a vincere il padre, a rinchiuderlo e ad affidarlo alla custodia degli [[Ecatonchiri]], per l'eternità. Zeus liberò successivamente anche i Ciclopi (giganti con un occhio solo) e gli Ecantochiri (mostri con cento braccia e cento gambe); in cambio i Ciclopi gli regalarono i fulmini, e lui scelse come dimora il più alto dei monti della Grecia: l'Olimpo.
 
Urano (vv.154-182), tuttavia, impedisce che i figli da lui generati con Gea, i dodici Titani, i tre Ciclopi e i tre Centimani, vengano alla luce. La ragione di questo rifiuto risiederebbe secondo alcuni autori<ref>Cfr. [[Fritz Graf]], ''Il mito in Grecia'', Bari, Laterza, 2007, p.61; Cassanmagnago ''Op. cit.'' p.929</ref>, nella loro "mostruosità". Ecco allora che la madre di costoro, Gea, costruisce dapprima una falce dentata e poi invita i figli a disfarsi del padre che li costringe nel suo ventre. Solo l'ultimo dei Titani, Crono, risponde all'appello della madre: appena Urano si stende nuovamente su Gaia, Crono, nascosto<ref>Nella vagina della madre, "locheòs" (così legge [[Shawn O'Bryhim]], "Hesiod and the Cretan Cave", in "Rheinisches Museum fuer Philologie" 140: 95-96, 1997).</ref>, lo evira usando un [[harpe]].
==Mitopsicologia==
Crono è l'[[archetipo]] di un maschile ancestrale, indifferenziato dalla controparte femminile, della quale assume i caratteri negativi.<br>
Crono divora ciò che ha generato: è un padre oppressivo, che non tenta di far crescere il figlio, ma lo trattiene a sé come fa la madre, e nel suo affettuoso abbraccio maschile lo stritola, lo uccide, non lo fa crescere.
 
Da questo momento inizia il dominio di Crono, il quale, unendosi a [[Rea (mitologia)|Rea]], genera: [[Estia|Istie]] (Ἱστίη, ionico; anche Estia dall'attico Ἑστία), [[Demetra]] (Δήμητρα), [[Era (mitologia)|Era]] (Ἥρα, anche Hera), [[Ade (divinità)|Ade]] (Ἅιδης), [[Poseidone|Ennosigeo]] (Ἐννοσίγαιον, Scuotitore della terra, da intendere come Posidone o [[Poseidone]] Ποσειδῶν<ref>Cfr. Colonna nota 31 p.86.</ref>) e infine [[Zeus]] (Ζεύς).
Il maschio tipo ''Crono'' chiede in continuazione, ma non dona, non offre nulla di sé, è un predatore in cerca perenne di cibo. Non è un amante felice, anche perché non è nemmeno veramente interessato alle donne, da cui pretende devozione totale.<br>
Questo maschio è abituato infatti ad essere nutrito, non a nutrire, ad essere servito, non a servire.
 
===Crono uccide i suoi figli===
Anche se il padre era presente, chi contava era la madre.<br>
[[File:Kronos e Rhea.jpg|thumb|Rea offre la pietra a Crono<ref>Per l'interpretazione cfr. ad es. Thomas Mannack, ''The Late Mannerists in Athenian Vase-painting'', Oxford University Press, 2001 p. 70.</ref>, particolare di un vaso in ceramica a figure rosse attribuito al [[Pittore di Nausicaa]], ca. 460–450 a.C.; conservato al [[Metropolitan Museum of Art]], New York.]]
Spesso è un figlio senza padre, come il Crono figlio di un Urano castrato. Castrato il padre, il figlio ''Crono'' rimane egli stesso un maschio senza fallo, senza energia per vivere. Difficilmente è felice perché la sua energia è diretta al divorare, il suo sguardo è fisso su chi ha più successo di lui e la sua vita passa dall'[[invidia]] alla [[frustrazione]].
A volte, viene indicato il cosiddetto "mito di Crono" (o Saturno, per i latini) o la cosiddetta "sindrome di Crono", la patologia psichica di un padre che desidera, o addirittura esegue, l'omicidio di un [[Infanticidio|proprio figlio]], così come parimenti viene indicata come "[[Medea|sindrome di Medea]]" il desiderio o l'atto di una madre di uccidere i suoi figli<ref>{{Cita web |url=https://laconfraternitadelluva.wordpress.com/2008/09/08/la-sindrome-di-saturno-analisi-%E2%80%9Cpsico-mitologica%E2%80%9D-sulle-proporzioni-sempre-piu-xl-della-patologia-sociale-del-momento-le-proposte-rivoluzione-o-stoica-resistenza-per-sopravvivere/ |titolo=LA SINDROME DI SATURNO (Analisi “psico-mitologica” sulle proporzioni sempre più XL della patologia sociale del momento. Le proposte: rivoluzione o stoica resistenza per sopravvivere?) {{!}} La Confraternita dell'Uva - Weblog |accesso=22 novembre 2019 |dataarchivio=30 maggio 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210530102119/https://laconfraternitadelluva.wordpress.com/2008/09/08/la-sindrome-di-saturno-analisi-%E2%80%9Cpsico-mitologica%E2%80%9D-sulle-proporzioni-sempre-piu-xl-della-patologia-sociale-del-momento-le-proposte-rivoluzione-o-stoica-resistenza-per-sopravvivere/ |urlmorto=no }}</ref>.
 
Così come suo padre [[Urano (divinità)|Urano]], infatti, anche Crono voleva uccidere i suoi figli. Un oracolo gli aveva predetto che uno dei suoi neonati, una volta cresciuto, lo avrebbe prima o poi spodestato. Per impedire questo, essendo anch'essi degli immortali e non potendo semplicemente ucciderli, appena nati li ingoiava. È celebre il dipinto di [[Francisco Goya]] che raffigura questo cruento atto.
==Bibliografia==
*Risé C ''Il maschio selvatico'' Red edizioni
 
Un giorno però sua moglie [[Rea (divinità)|Rea]], incinta di Zeus, consigliatasi con i genitori, decide di partorire di nascosto a [[Litto]] ([[Creta (Grecia)|Creta]])<ref>O sul monte Egeo, per il confronto cfr. Arrighetti p. 345-6.</ref>, consegnando a Crono una pietra che quest'ultimo divorerà pensando che sia il proprio ultimo figlio. Sarà proprio Zeus, una volta cresciuto, a spodestare Crono, divenendo il re dell'Olimpo.
==Altri progetti==
{{Interprogetto|commons=Kronos}}
 
Per la [[mitologia]], quindi, Crono non solo divenne il simbolo del divoratore di figli ma, proprio come il [[tempo]] cronologico, appunto l'inesorabile trascorrere del tempo come divoratore di tutti gli eventi.
{{Portale|mitologia greca}}
 
[[Zeus]] (vv.492-500) quindi crescerà in forza e intelligenza e infine sconfiggerà il padre Crono, facendogli rigurgitare<ref>In Apollodoro I,2,1 è Metis (Μῆτις), una delle oceanine e prima moglie di Zeus, e a far somministrare a Crono l'emetico che lo costringerà a vomitare i figli.</ref> gli altri figli che aveva divorato, e il primo oggetto vomitato da Crono è proprio quella pietra che egli aveva inghiottito scambiandola per Zeus<ref>Pausania, X, 24,6 testimonia di una "pietra sacra" collocata sul monte Parnaso, nei pressi della tomba di Neottolemo.</ref>. Quindi Zeus (vv.501-506) scioglie dalle catene i tre Ciclopi<ref>Vanno letti infatti come Brontes, Steropes e Arges: in tal senso, e tra gli altri, Arrighetti, p.347 e Cassanmagnago (89) p.936.</ref> così costretti dallo stesso Crono, i quali lo ricambieranno consegnandogli la Folgore (i fulmini).
[[Categoria:Titani]]
 
I versi 617-720 della ''Teogonia'' si occupano della Titanomachia, ovvero la lotta tra i titani residenti sul monte [[Otri]]<ref>Collocato a sud del monte Olimpo e a nord della piana della Tessaglia.</ref> e gli dèi dell'Olimpo (figli di Crono e di Rea): da dieci [[Anno platonico|grandi anni]] (differenti dagli anni solari) la lotta tra i due schieramenti prosegue incerta quando Zeus, su consiglio di Gea, libera i tre Centimani precedentemente costretti nel Tartaro da Urano e, dopo averli rifocillati con nettare e ambrosia, li coinvolge nella battaglia, che diverrà così decisiva e si concluderà con la sconfitta dei titani e la loro segregazione nel Tartaro, chiuso da mura e da porte di bronzo costruite appositamente da Poseidone e guardati a vista dagli stessi tre Centimani.
 
===Genealogia (Esiodo)===
{{Genealogia degli Olimpi}}
 
===Gli uomini al tempo di Crono===
Sempre Esiodo, in ''Opere e giorni'', narra di un'età dell'oro per gli uomini quando signore del Cosmo era il titano Crono:
{{q|Prima una stirpe aurea di uomini mortali <br> fecero gli immortali che hanno le Olimpie dimore.<br>
Erano ai tempi di Kronos, quand'egli regnava nel cielo;<br> come dèi vivevano, senza affanni nel cuore,<br>
lungi e al riparo da pene e miseria, né triste<br> vecchiaia arrivava, ma sempre ugualmente forti di gambe e di braccia,<br>
nei conviti gioivano, lontano da tutti i malanni;<br> morivano come vinti dal sonno, e ogni sorta di beni<br>
c'era per loro; il suo frutto dava la fertile terra<br> senza lavoro, ricco ed abbondante, e loro, contenti,<br>
in pace, si spartivano i frutti del loro lavoro in mezzo a beni infiniti,<br> ricchi d'armenti, cari agli dèi beati.|[[Esiodo]], ''[[Le opere e i giorni]]'', 109-120. Traduzione di [[Graziano Arrighetti]], in Esiodo ''Opere'' : 1998 Einaudi-Gallimard; 2007 Mondadori, p.61|χρύσεον μὲν πρώτιστα γένος μερόπων ἀνθρώπων <br>ἀθάνατοι ποίησαν Ὀλύμπια δώματ᾽ ἔχοντες. <br>οἳ μὲν ἐπὶ Κρόνου ἦσαν, ὅτ᾽ οὐρανῷ ἐμβασίλευεν: <br>ὥστε θεοὶ δ᾽ ἔζωον ἀκηδέα θυμὸν ἔχοντες <br>νόσφιν ἄτερ τε πόνων καὶ ὀιζύος: οὐδέ τι δειλὸν <br>γῆρας ἐπῆν, αἰεὶ δὲ πόδας καὶ χεῖρας ὁμοῖοι <br>τέρποντ᾽ ἐν θαλίῃσι κακῶν ἔκτοσθεν ἁπάντων: <br>θνῇσκον δ᾽ ὥσθ᾽ ὕπνῳ δεδμημένοι: ἐσθλὰ δὲ πάντα <br>τοῖσιν ἔην: καρπὸν δ᾽ ἔφερε ζείδωρος ἄρουρα <br>αὐτομάτη πολλόν τε καὶ ἄφθονον: οἳ δ᾽ ἐθελημοὶ <br>ἥσυχοι ἔργ᾽ ἐνέμοντο σὺν ἐσθλοῖσιν πολέεσσιν. <br>ἀφνειοὶ μήλοισι, φίλοι μακάρεσσι θεοῖσιν.|lingua=grc}}
 
===Crono liberato dal Tartaro e signore dell'Isola dei beati===
Sempre Esiodo, in ''Opere e giorni'' (vv. 170 e seguenti), afferma che Crono, liberato dal Tartaro dopo che Zeus perdona il padre, diventa re dell'Isola dei beati (μακάρων νῆσοι) dove sono destinati da Zeus gli [[Heros|Eroi]], lì felici e liberi dagli affanni.
 
==Crono nelle altre tradizioni mitologiche greche==
* [[Pindaro]] (''Olimpiche'' II,55-83) ci dice che Crono regna sull'Isola Dei Beati dove dimorano gli Eroi e le anime dei Giusti<ref>Evidente l'influenza delle dottrine orfiche, a tal proposito cfr. [[Giulio Guidorizzi]]. ''Il mito greco'' vol.1 Gli dèi. Milano, Mondadori, 2009, p.1182</ref>.
*[[Diodoro Siculo]] (''Bibliotheca historica'' V, 64 e sgg.) riferisce che secondo i Cretesi, i Titani nacquero al tempo dei Cureti. Crono, dei Titani il più anziano, fu re, e grazie a lui gli uomini passarono dallo stato selvaggio alla civiltà. Insegnò agli uomini anche ad essere probi e semplici d'animo, questa è la ragione per cui si sostiene che gli uomini al tempo di Crono furono giusti e felici.
* [[Plutarco]] (''Il volto della luna'' XXVI, 940f-942a) narra del viaggio iniziatico del cartaginese Silla condotto verso l'estremo Occidente: a cinquemila stadi dall'isola di [[Ogigia]], questa collocata a cinque giorni di navigazione dalle coste della [[Britannia]], si situano le Isole dei beati dov'è Crono, imprigionato e addormentato da Zeus in una caverna color dell'oro assistito da dèmoni benefici che conoscono i suoi sogni, i quali corrispondono poi alle premeditazioni di Zeus, e li comunicano agli uomini desiderosi di sapere.
* Nella teogonia dei miti [[orfismo|orfici]] Crono non è il secondo signore degli dèi ma il quarto (dopo [[Phanes]], [[Notte (mitologia)|Nyx]] e [[Urano (divinità)|Urano]]), ed è discendente di [[Chronos (Orfismo)|Chronos]].<ref>''Discorsi sacri in ventiquattro rapsodie; Orfici. Testimonianze e frammenti nell'edizione di Otto Kern''; traduzione di Elena Verzura. Milano, Bompiani, pp. 313-529.</ref>
 
== Il culto ==
Il culto di Crono era ubicato prevalentemente ad Atene (dove si celebravano in estate le feste Cronie), in Beozia, a Rodi e a Cirene.
 
Nell'ambito della [[religione romana]] la sua figura corrisponde a quella di [[Saturno (divinità)|Saturno]].
 
==Crono/Saturno nell'arte moderna==
<gallery>
File:Rubens saturn.jpg|Saturno intento a divorare uno dei suoi figli, olio su tela, [[Peter Paul Rubens|Rubens]], 1636-1638; conservato al [[Museo del Prado]], Madrid.
File:Pietro Muttoni - Cronos devouring his child.jpg|Pietro Della Vecchia, ''Crono divora i suoi figli''
File:Francisco de Goya, Saturno devorando a su hijo (1819-1823) crop.jpg|''[[Saturno che divora i suoi figli]]'', dipinto di Francisco Goya
</gallery>
 
== Nella cultura di massa ==
* Crono è l'antagonista principale della saga letteraria ''[[Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo|Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo]]'', in cui ha intenzione di liberarsi della sua prigionia nel Tartaro per poter distruggere gli dei e la civiltà occidentale.
* Crono è anche il nome di un Goa'uld apparso in alcuni episodi di ''[[Stargate SG-1]]''.
* Crono è un boss del videogame per [[PlayStation]] ''[[God of War III]]''.
* Crono appare come uno degli antagonisti principali dell'anime ''[[I Cavalieri dello zodiaco - Episode G]]''.
* Crono è l'antagonista dell'episodio intitolato ''Di volta in volta'' della serie televisiva ''[[Supernatural (serie televisiva)|Supernatural]]''.
* Crono viene menzionato più volte in ''[[Age of Mythology]]'' e compare come antagonista finale in ''[[Age of Mythology: The Titans]]''.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Opere|autore=Esiodo|traduttore=[[Graziano Arrighetti]]|editore=Einaudi-Gallimard|città=Torino|anno=1998|edizione=1|isbn=88-446-0053-6}}
* {{cita libro|titolo=Opere|autore=Esiodo|editore=Mondadori|città=Segrate|anno=2007|edizione=2|isbn=978-88-04-57284-8}}
* {{cita libro|titolo=Tutte le opere|autore=Esiodo|traduttore=Cesare Cassanmagnago|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2009|isbn=978-88-452-6319-4}}
* {{cita libro|titolo=Opere|autore=Esiodo|traduttore=Aristide Colonna|editore=UTET|città=Torino|anno=1977}}
 
== Voci correlate ==
* [[Mitologia greca]]
* [[Religione dell'antica Grecia]]
* [[Titanomachia]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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{{Controllo di autorità}}
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