L'urlo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
(763 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{nota disambigua}}
{{C|Come mai un dipinto norvegese avrebbe un titolo originale in tedesco? Nelle due wikipedie norvegesi la voce è intitolata "Skrik", non "Der Schrei der Natur"|arte|giugno 2009}}
{{Opera d'arte
{{nota disambigua|altri significati|[[L'urlo (disambigua)]]}}
|immagine = Edvard Munch, 1893, The Scream, oil, tempera and pastel on cardboard, 91 x 73 cm, National Gallery of Norway.jpg
|grandezza immagine =
|titolo = L'urlo
|artista = [[Edvard Munch]]
|data = [[1893]]
|opera = dipinto
|tecnica = [[Pittura a olio]],[[tempera]], [[pastello]] su cartone
|altezza = 91
|larghezza = 73,5
|città = [[Oslo]]
|ubicazione = [[Museo nazionale di arte, architettura e disegno]]
}}
'''''L’urlo''''' (''Skrik'') è il nome assegnato a una serie di famosi [[Pittura|dipinti]] del pittore norvegese [[Edvard Munch]].
 
== Storia ==
'''''L'urlo''''', o anche '''''Il grido''''', è un celebre [[dipinto]] di [[Edvard Munch]] (titolo originario: ''Der Schrei der Natur'', in [[Lingua tedesca|tedesco]] "Il grido della natura").
[[File:'The Scream', undated drawing Edvard Munch, Bergen Kunstmuseum.JPG|thumb|sinistra|Incisione realizzata da Munch e ritraente il soggetto de ''L'urlo'']]
[[File:ExpoSYFY Scream GhostFace mask.jpg|thumb|left|La maschera "Ghostface" del film ''[[Scream (film 1996)|Scream]]'' (1996) è ispirata al quadro di Munch]]
Lo spunto del quadro è prettamente autobiografico. È infatti lo stesso Munch a indicarci, in una pagina di diario, le circostanze che hanno portato alla genesi de ''L'urlo'':<ref>{{cita web|lingua=en|titolo=Quick Facts|url=http://www.artic.edu/aic/collections/exhibitions/Munch/resource/171|sito=Becoming Edvard Munch|editore=The Art Institute of Chicago|accesso=6 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130513143200/http://www.artic.edu/aic/collections/exhibitions/Munch/resource/171|dataarchivio=13 maggio 2013|urlmorto=sì}}</ref>
{{citazione|Una sera camminavo lungo un viottolo in collina nei pressi di [[Kristiania]] - con due compagni. Era il periodo in cui la vita aveva ridotto a brandelli la mia anima. Il sole calava - si era immerso fiammeggiando sotto l'orizzonte. Sembrava una spada infuocata di sangue che tagliava la volta celeste. Il cielo era di sangue - sezionato in strisce di fuoco - le pareti rocciose infondevano un blu profondo al fiordo - scolorandolo in azzurro freddo, giallo e rosso - Esplodeva il rosso sanguinante - lungo il sentiero e il corrimano - mentre i miei amici assumevano un pallore luminescente - ho avvertito un grande urlo ho udito, realmente, un grande urlo - i colori della natura - mandavano in pezzi le sue linee - le linee e i colori risuonavano vibrando - queste oscillazioni della vita non solo costringevano i miei occhi a oscillare ma imprimevano altrettante oscillazioni alle orecchie - perché io realmente ho udito quell'urlo - e poi ho dipinto il quadro ''L'urlo''.<ref>{{cita|Munch, 2015|pp. 46-47}}.</ref>}}
 
Munch avrebbe poi rielaborato questo ricordo rendendolo un poema<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Patrizio Lo Votrico|url=https://libreriamo.it/frasi/edvard-munch-che-segreto-capolavoro/|titolo=I versi di Edvard Munch che svelano il segreto del suo capolavoro|data=2025-02-07|accesso=2025-02-10}}</ref> e segnandolo sulla cornice della versione del 1895:<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.ft.com/intl/cms/s/2/42414792-8968-11e1-85af-00144feab49a.html?ftcamp=published_links/rss/life-arts/feed//product#axzz1sjsVkL2H|titolo= So, what does ‘The Scream’ mean? |data=21 aprile 2012 |sito=Financial Times |autore=Peter Aspden}}</ref>
Realizzato nel [[1893]] su [[cartone]] con [[Pittura ad olio|olio]], [[tempera]] e [[pastello]], come per altre opere di Munch è stato dipinto in più versioni; quella collocata alla [[galleria nazionale di Oslo|Nasjonalgalleriet]] di [[Oslo]] ha dimensioni 91 x 73,5 centimetri.
{{citazione|Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.}}
 
In ogni caso, Munch tentò di trasporre questo tramonto «rosso sangue» in una tela in grado di restituire quella visione di «sangue coagulato» che egli stesso provò in quella sera d'estate.<ref>{{cita pubblicazione|autore=C. Skredsvig|anno=1992|titolo=Jours et Nuits parmi les artiste|editore=Musée d’Orsay|città=Parigi|lingua=fr|pubblicazione=Munch et la France}}</ref> La gestazione di questo tramonto fu assai lunga, e richiese vari bozzetti e tentativi (le macchie rosse, caratteristiche dello sfondo de ''L'urlo'', emergono violente già in ''Disperazione'' del 1891). Fu solo nel 1893 che Munch, meditando su questo soggetto, realizzò finalmente ''L'urlo'', come parte di un ciclo di dipinti che egli stesso definì ''Fregio della vita''. L'artista, tra il 1893 e il 1910, realizzò altre tre versioni del medesimo soggetto. La prima versione, del 1893 (74×56&nbsp;cm), è un pastello su cartone; si tratta tuttavia di una composizione ancora embrionale che Munch andrà a ridefinire nella versione definitiva (91×73,5&nbsp;cm), realizzata nello stesso anno. Due anni dopo, nel 1895, realizzò una terza versione (79×59&nbsp;cm): si tratta di un pastello su tavola, battuto dalla casa d'asta londinese [[Sotheby's]] il 2 maggio 2012 per la somma record di 120 milioni di dollari.<ref>{{cita news|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/2012/05/03/arts/design/the-scream-sells-for-nearly-120-million-at-sothebys-auction.html|data=2 maggio 2012|titolo=‘The Scream’ Is Auctioned for a Record $119.9 Million|autore=Carol Vogel|accesso=25 aprile 2016|editore=The New York Times}}</ref> L'ultima versione (83×66&nbsp;cm), una tempera su pannello, è stata invece stesa nel 1910.
== Analisi dell'opera ==
L'opera è un simbolo dell'[[angoscia]] e dello smarrimento che segnano tutta la vita del pittore norvegese. La scena rappresenta un'esperienza vera della vita dell'artista: mentre si trovava a passeggiare con degli amici su un ponte della città di [[Nordstrand]] (oggi quartiere di [[Oslo]]), il suo animo venne pervaso dal [[terrore]]. Così descrive la scena lo stesso Munch con alcune righe scritte sul suo [[diario]] mentre era malato a [[Nizza]]:
{{quote|Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto. Sul fiordo neroazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura... e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.}}
 
Nel 2004 alcuni ricercatori hanno supposto che il cielo color rosso sangue del quadro sia in realtà una riproduzione accurata del cielo norvegese dopo l'[[eruzione del Krakatoa del 1883]], avvenuta dieci anni prima.<ref>{{Cita news|url=https://www.lescienze.it/news/2003/12/14/news/identificata_la_localita_dell_urlo_di_munch-587224/|titolo=Identificata la località dell'"urlo" di Munch|pubblicazione=[[le Scienze]]|data=2003-12-14|accesso=2021-03-26}}</ref> Tale ipotesi però è priva di una concreta base, visto che l'episodio risalirebbe all'estate del 1889 - sei anni dopo l'eruzione - quando, con gli amici [[Christian Krohg]] e [[Frits Thalow]] (identificabili con le due silhouette del quadro), affittò una piccola abitazione nei pressi dell'[[Oslofjord]].<ref>Reinhold Heller, ''Edvard Munch. Leben und Werk'', Monaco di Baviera, Prestel, 1993, ISBN 3-7913-1301-0.</ref> La figura calva, con gli occhi infossati, che porta le mani al volto, potrebbe inoltre essere stata ispirata da una mummia peruviana della cultura di [[Cuzco]], che l'artista avrebbe visto a [[Parigi]] al [[Musée de l'Homme]] del [[Trocadéro]] qualche anno prima.<ref>{{cita web|url=https://artslife.com/2019/03/24/urlo-munch-ispirato-mummia-peruviana-parigi/|editore=Artslife|accesso=22 marzo 2023|autore=Massimo Mattioli|titolo=L’Urlo di Munch? Fu ispirato da una mummia peruviana vista a Parigi}}</ref>
Si distinguono chiaramente sullo sfondo i due amici che si allontanano lungo il ponte, estranei al terrore che angosciava il loro compagno. Mentre la bocca spalancata sembra emettere dei suoni che sconvolgono il paesaggio, con delle linee curve, ma non la strada, l'unica consigliera e amica dell'uomo, testimonianza della freddezza di talune persone. Il volto deformato sembra un teschio; anche il corpo sembra essere privo di colonna vertebrale.
 
L'opera, descritta dal giornalista Arthur Lubow come «un'icona dell'arte moderna, una ''Monna Lisa'' dei nostri tempi»<ref name=Lubow>{{cita web|url=http://www.smithsonianmag.com/arts-culture/munch.html |lingua=en|titolo=Munch: Beyond The Scream|nome=Arthur |cognome=Lubow|opera=Smithsonian|editore=[[Smithsonian Institution]]|data= Marzo 2006|accesso=7 febbraio 2023}}</ref> per la sua capacità di cristallizzare l'angoscia esistenziale dell'umanità contemporanea, si è saldamente ancorata per il suo potere evocativo nell'immaginario collettivo. All'''Urlo'' si ispirano sia l'emoji "faccina terrorizzata" (😱)<ref>{{Cita web|url=https://emojipedia.org/face-screaming-in-fear/|titolo=😱 Face Screaming in Fear Emoji|sito=Emojipedia|lingua=en|accesso=2021-02-28}}</ref> che la maschera di ''[[Scream (film 1996)|Scream]]''. Il quadro, inoltre, è ispiratore sia di linee di [[merchandising]] che di opere di altri artisti o di locandine, come quella del film ''[[Pink Floyd The Wall]]'' disegnata da [[Gerald Scarfe]] nel 1982,<ref>{{cita libro|autore1=Francesca Bonazzoli|autore2=Michele Robecchi|autore3=Maurizio Cattelan (prefazione)|titolo=Io sono un mito - I capolavori dell'arte che sono diventati icone del nostro tempo|città=Milano|editore=Electa|anno=2013|pp=94-97|isbn=978883709349-5|}}</ref> o le rielaborazioni serigrafiche in chiave ''pop'' prodotte nel 1983–1984 da [[Andy Warhol]].
La funzione comunicativa prevalente individuata nel dipinto attraverso la lettura dell'opera è espressiva. L'uso del colore e gli accostamenti cromatici associati a lunghe pennellate tese a deformare i soggetti rappresentati suggeriscono uno stato emotivo di angoscia. L'associazione delle linee ondulate con le linee diagonali crea un senso di dinamicità che provoca tensione nell'osservatore. L'uso della luce contribuisce a far scaturire nell'osservatore un senso di inquietudine poiché conferisce il senso dell'immediatezza dell'evento rappresentato, colpendo la figura principale frontalmente come se venisse illuminata dalla luce di un flash. Anche la composizione degli elementi costitutivi del quadro è orientata a sottolineare l'aspetto espressivo dell'opera mettendo in primo piano il soggetto che emette l'urlo, staccandolo dallo sfondo attraverso la frapposizione dell'elemento ponte.
 
=== Furti ===
Tale visione di Munch non va solo letta sul piano introspettivo, poiché può essere stato in parte un fenomeno naturale realmente accaduto a causa dell'eruzione vulcanica del [[Krakatoa]] i cui effetti di luci sono stati visibili sino in [[Norvegia]].<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Donald W. Olson, Russel L. Doescher e Marilyn S. Olson|url=http://www.aps.org/publications/apsnews/200405/backpage.cfm|titolo=The Blood-Red Sky of the Scream|pubblicazione=APS News|giorno=|mese=|anno=|pagina=|accesso=22.12.2007}}</ref>
[[File:Tight security over Munch's 'Skrik'.jpg|thumb|''L'urlo'' (versione del 1910) protetto da una teca antifurto]]
Due sono stati i furti che hanno visto protagonista ''L'urlo'':
 
* la versione de ''L'urlo'' (1893) esposta alla Galleria nazionale di Oslo è stata oggetto di un furto il 12 febbraio 1994, nello stesso giorno dell'inaugurazione dei [[XVII Giochi olimpici invernali]]: due uomini, infatti, in quel giorno si introdussero nel polo museale, rubando l'opera in soli cinquanta secondi e lasciando in luogo del dipinto un biglietto con scritto «grazie per le misure di sicurezza così scarse»;<ref name="x">{{cita news|url=http://www.ilpost.it/2013/06/18/munch-150/|autore=Rossella Quaranta|data=18 giugno 2013|accesso=25 aprile 2016|titolo=Munch compie 150 anni: cose da sapere}}</ref> l'opera venne ritrovata integra tre mesi dopo in un albergo di [[Åsgårdstrand]];<ref name="lp">{{cita libro|titolo=Norvegia|autore=Anthony Ham|p=50|anno=2014|editore=Lonely Planet|ISBN=88-592-0590-5}}</ref>
== Furto ==
* la versione de ''L'urlo'' (1910) esposta presso il Museo Munch invece è stata oggetto di un furto il 22 agosto 2004: oltre a ''L'Urlo'' venne sottratta un'altra opera dell'autore, ''Madonna'';<ref name="lp" /> ambedue le tele vennero recuperate due anni dopo, il 31 agosto 2006, per poi tornare in esposizione al museo nel 2008, solo dopo un restauro di durata biennale per restituire l'aspetto originale delle due opere, lievemente compromesso a causa dell'umidità.<ref name="x" />
Il [[31 agosto]] [[2006]], la polizia norvegese ha recuperato la versione ospitata al [[Museo Munch]], ad Oslo, che era stata rubata il [[22 agosto]] del [[2004]] assieme alla ''[[Madonna (Munch)|Madonna]]'' dello stesso autore.
{{clear}}
Nonostante entrambi i dipinti fossero danneggiati dall'umidità, il direttore del museo di Munch, [[Ingebjørg Ydstie]], ha dichiarato possibile il restauro. Concluso il restauro, il [[23 maggio]] [[2008]] le due opere restaurate sono tornate in esposizione al museo.
 
== Descrizione ==
{{Tripla immagine|sinistra|Skrik 1893.jpg|183|The Scream Pastel.jpg|183|Edvard Munch - The Scream - Google Art Project.jpg|193|Versione del 1893, pastello su cartone, 74×56 cm.. [[Museo Munch]], [[Oslo]].|Versione del 1895, pastello su cartone, 79×59 cm.. Collezione privata.|Versione del 1910, tempera su pannello, 83.5×66 cm.. [[Museo Munch]], [[Oslo]].|testo alternativo di sinistra|testo alternativo centrale|testo alternativo di destra}}
 
''L'urlo'' rappresenta un sentiero in salita sulla collina di Ekberg<ref name=ps>{{cita web|url=http://www.popspotsnyc.com/The_Scream/|titolo="The Scream" - Edvard Munch - Painting Location - Oslo, Norway - PopSpotsNYC.com|accesso=24 aprile 2017}}</ref> sopra la città di Oslo, spesso confuso con un ponte, a causa del parapetto che taglia diagonalmente la composizione; su questo sentiero si sta consumando un urlo lancinante, acuto, che in quest'opera acquisisce un carattere indefinito e universale, elevando la scena a simbolo del dramma collettivo dell'angoscia, del dolore e della paura. Il soggetto urlante è la figura in primo piano, terrorizzata, che per emettere il grido (e non per proteggersene) si comprime la testa con le mani, perdendo ogni forma e diventando preda del suo stesso sentimento: più che un uomo, infatti, ricorda un ectoplasma, con il suo corpo serpentiforme, quasi senza scheletro, privo di capelli, deforme. Si perde insieme alla sua voce straziata e alla sua forma umana tra le lingue di fuoco del cielo; le sue narici sono dilatate e gli occhi sbarrati, testimoni di un abominio immondo. Ma il vero centro dell'opera è costituito dalla bocca che, aprendosi in un innaturale spasmo, emette un grido che distorce l'intero paesaggio, che in questo modo restituisce una sensazione di disarmonia, squilibrio.<ref name=a/> Questo sentimento di malessere non è esclusivo né dello sfondo, né dell'animo di Munch: è infatti distintivo del pessimismo ''[[fin de siècle]]'' diffuso in quel periodo, che cominciò a mettere in dubbio le certezze dell'essere umano, proprio mentre [[Sigmund Freud]] indagava gli abissi dell'inconscio. L'opera rispecchia anche le idee di solitudine ed angoscia della filosofia di [[Kierkegaard]].
 
A rimanere immutati e dritti sono esclusivamente il parapetto e i due personaggi sulla sinistra della composizione. Queste due figure umane sono sorde sia al grido sia allo sconvolgimento emozionale espresso dal pittore: non a caso, sono collocate ai margini della composizione, quasi volessero uscire dal quadro. È in questo modo che Munch ci restituisce in modo molto crudo e lucido una metafora della superficialità dei rapporti umani. Sulla destra, invece, è collocato il paesaggio, innaturale e poco accogliente, quasi fosse un'appendice dell'inquietudine dell'artista: il mare è una massa nera ed oleosa, mentre il cielo è solcato da lingue di fuoco, con le nuvole ondulate che sembrano cariche di sangue.<ref name=a>{{cita web|url=http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=munch-edvard&prod=urlo-munch|titolo=L'urlo|editore=Geometrie fluide|autore=A. Cocchi|accesso=25 aprile 2016}}</ref>
 
== Stile ==
 
''L'urlo'' presenta un forte effetto espressivo, ottenuto mediante un'associazione di colori complementari (rosso-verde, azzurro-arancio) in modo da mettere in risalto il cromatismo del dipinto. Le tonalità calde le troviamo nella parte alta del quadro, così da conferire maggior peso alla composizione, controbilanciando l'addensamento degli elementi compositivi in basso. Analogamente, i colori chiari sono collocati intorno al volto del personaggio, che in questo modo viene esaltato agli occhi dell'osservatore.<ref name=ww>{{cita web|url=http://www.arteweb.eu/Archimedia/dati%20Cuoco/Il%20Grido%20-%20Lettura%20dell%27opera.pdf|titolo=IL GRIDO: Analisi dell’opera|accesso=25 aprile 2016|dataarchivio=22 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141222032950/http://www.arteweb.eu/Archimedia/dati%20Cuoco/Il%20Grido%20-%20Lettura%20dell%27opera.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
 
Vi è un netto contrasto anche tra le linee: quelle dello sfondo sono infatti curvilinee, quasi magmatiche, e vengono interrotte dalla geometricità delle diagonali che vanno a costituire il parapetto del sentiero. Interessante notare che l'andamento del personaggio in primo piano viene ripetuto, in una sorta di ''pendant'' simmetrico, dalle linee curve dello sfondo, mentre la verticalità delle due figure che percorrono il sentiero fa eco al parapetto del sentiero: ne consegue che, mentre l'ambiente sembra quasi voler partecipare al dramma psichico che sta lacerando la figura in primo piano, le due persone viste di spalle sono saldamente ancorate alla dimensione concreta della realtà, insensibili ai drammi della vita. Si crea così uno stato di forte tensione emotiva, messo ulteriormente in rilievo con un sapiente gioco delle linee di forza: quelle del sentiero convergono presso i due personaggi sulla sinistra, mentre quelle appartenenti alla figura in primo piano, muovendo dal basso, tendono verso le sue mani.<ref name=ww/>
 
Altri importanti elementi del dipinto sono il sentiero e il suo parapetto, senza i quali la figura principale quasi si fonderebbe con lo sfondo: la funzione di quest'ultimo, pertanto, è quella di staccarla dal paesaggio e di enfatizzare la sua individualità. Figura e sfondo, insomma, appartengono dal punto di vista compositivo a due livelli differenti.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo=Frammenti sull'arte|autore=Edvard Munch|curatore=Marco Alessandrini|editore=Abscondita|città=Milano|anno=2015|ISBN=978-88-8416-625-8|cid=Munch, 2015 }}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=''L'urlo'' di Munch}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|arte}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|accesso=25 aprile 2016|url=http://www.nasjonalmuseet.no/en/collections_and_research/our_collections/edvard_munch_in_the_national_museum/The+Scream,+1893.b7C_wljU1a.ips|titolo=The Scream, 1893|editore=Nasjonalmuseet|lingua=en}}
 
{{Edvard Munch}}
[[Categoria:Dipinti di Munch]]
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|arte|pittura}}
 
[[Categoria:Dipinti di Edvard Munch]]
[[an:O chilo]]
[[Categoria:Dipinti a soggetto simbolico]]
[[ar:الصرخة (لوحة)]]
[[bsCategoria:KrikDipinti (slika)a Oslo]]
[[ca:El crit]]
[[cs:Výkřik]]
[[da:Skriget]]
[[de:Der Schrei]]
[[el:Η Κραυγή]]
[[en:The Scream]]
[[es:El grito]]
[[et:Karje]]
[[fa:جیغ (تابلو)]]
[[fi:Huuto]]
[[fr:Le Cri]]
[[he:הצעקה]]
[[hr:Krik]]
[[id:Jeritan (lukisan)]]
[[is:Ópið]]
[[ja:叫び (エドヴァルド・ムンク)]]
[[mt:It-Twerżiqa]]
[[nl:De Schreeuw (schilderij)]]
[[nn:Skrik]]
[[no:Skrik]]
[[oc:Lo crit]]
[[pl:Krzyk (obraz)]]
[[pt:O Grito (Edvard Munch)]]
[[ru:Крик (картина)]]
[[simple:The Scream]]
[[sv:Skriet]]
[[tr:Çığlık (tablo)]]
[[uk:Крик (картина Мунка)]]
[[uz:Qichqiriq]]
[[zh:吶喊 (繪畫)]]
[[zh-min-nan:Âu-kiò]]