Cantautore: differenze tra le versioni

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{{Nd|il disco di Nino d'Angelo|Cantautore (album)}}
{{Nota disambigua|album con tale titolo|[[Canzone d'autore (album)]]|Canzone d'autore}}
{{Nota disambigua||Canzone d'autore (disambigua)|Canzone d'autore}}
{{quote|Versi di Armando, musica di Gill, cantati da Armando Gill|[[Armando Gill]]}}
 
Un '''cantautore''' ([[Parola macedonia|sincrasi]] di «cantante» e «autore») è un [[cantante]] di [[musica leggera]] che interpreta [[brani musicali|brani]] scritti e/o musicati da sé<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/cantautore/|sito =treccani.it|titolo=cantautore|lingua=it|accesso=1º settembre 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/cantautore|sito =dizionario.internazionale.it|titolo=cantautore|lingua=it|accesso=1º settembre 2023}}</ref>.
Con il termine '''cantautore''' (da ''cantante'' + ''autore'') si indica colui che interpreta [[canzone|canzoni]] da sé stesso composte.
 
== In Italia ==
Generalmente il "cantautore", perlomeno nei primi tempi, utilizza melodie semplici che acquistano particolare valore in virtù della qualità dei testi utilizzati, spesso erroneamente assimilati alle [[Poesia|poesie]], quando invece sono tecnicamente altra cosa in quanto creati insieme alla musica in una sorta di simbiosi.
=== Storia ===
==== La nascita dei cantautori ====
 
[[File:Jacques Brel (1962).jpg|thumb|left|upright=0.9|[[Jacques Brel]] è stato con [[Georges Brassens]] un modello per molti cantautori italiani, soprattutto per i componenti della ''scuola genovese'']]
Il testo del cantautore affronta temi sociali, politici, o filosofici, senza trascurare tematiche esistenziali o la sfera dei sentimenti.
La prima apparizione della parola cantautore è controversa: secondo le ricerche effettuate in merito da [[Jacopo Tomatis]] apparve per la prima volta in un listino pubblicitario dell'[[RCA Italiana]] nel 1959, ed è stata inventata da [[Maria Monti]]<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/cantautori----4|titolo=Maria Monti, la donna che inventò i cantautori|sito=avvenire.it|data=3 gennaio 2018|accesso=30 luglio 2024}}</ref> durante una riunione con [[Ennio Melis]] e [[Vincenzo Micocci]] per il lancio di [[Gianni Meccia]], per poi diventare popolare sul finire dell'anno successivo<ref>{{cita libro|titolo=Storia culturale della canzone italiana|autore=Jacopo Tomatis|url=https://books.google.it/books?id=Tc9UEAAAQBAJ&pg=PT246|editore=il Saggiatore|città=Milano|anno=2019|p=246|isbn=978-88-428-2546-3|accesso=21 luglio 2022}}</ref>.
 
Nell'articolo ''I “cantautori” promettono canzoni “mica stupide”'' pubblicato sul ''[[Corriere della Sera|Corriere d’Informazione]]'' del 1-2 ottobre 1960, (testo che segue di pochi giorni il primo articolo in assoluto a utilizzare il termine),<ref>Il primo articolo giornalistico in cui è documentata la parola è, allo stato attuale delle ricerche, ''Chi sono i cantautori?'', non firmato, pubblicato su [[Il Musichiere]] nº 90 del 17 settembre 1960</ref> si citano intenti, stile e nomi dei primi cantautori.
== La storia ==
 
{{citazione|Sono state gettate le basi della categoria « cantautori ». Cosa vuol dire? È il sogno di alcuni giovani e quotati compositori di canzonette. Vogliono mettersi insieme, unire le ispirazioni e presentare una parata di cantanti-autori, di quelli però che scrivono testi « mica stupidi », canzoni che abbiano un significato nelle quali cuore non faccia rima con amore. Nel gruppo ci sono Maria Monti, Giorgio Gaber, Gino Paoli, Umberto Bindi e Gianni Meccia (quello che vuole uccidere le vecchie signore).|Corriere d'Informazione del 1-2 ottobre 1960}}
=== In Italia ===
 
Già vi erano stati dei personaggi che cantavano canzoni scritte da loro stessi, come [[Fred Buscaglione]], [[Renato Carosone]], [[Domenico Modugno]], [[Odoardo Spadaro]], [[Ettore Petrolini]], [[Rodolfo De Angelis]], [[Carlo Buti]] e - andando ancora più indietro nel tempo - [[Armando Gill]] (1877-1945), uno dei primi a firmare sia i testi sia le musiche delle sue canzoni (come spiegava nella celebre presentazione che faceva precedere ai suoi spettacoli: ''Versi di Armando, musica di Gill, cantati da Armando Gill'') e il napoletano [[Berardo Cantalamessa]], il primo a incidere una sua canzone su disco [[78 giri]],<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/01/05/macchiette-ecco-antologia-sulla-canzone-che.html Macchiette Ecco l'antologia sulla canzone che fa ridere - Repubblica.it» Ricerca<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> la celeberrima '''a risata'', nel [[1895]].<ref>[http://www.ildiscobolo.net/public/SCHEDE%20CANZONI/LA%20RISATA%20BERNARDO%20CANTALAMESSA.htm Bernardo Cantalamessa - La Risata<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
In [[Italia]] il moltiplicarsi degli esponenti di questa categoria di artisti - cresciuta specialmente nella seconda metà del [[XIX secolo|1900]] - ha portato al formarsi di diverse ''scuole cantautorali'': le più note sono quella [[Scuola genovese dei cantautori|genovese]], quella [[Scuola romana dei cantautori|romana]], la [[Scuola napoletana dei cantautori|napoletana]], la
[[Scuola bolognese dei cantautori|bolognese]] e la [[Scuola milanese dei cantautori|milanese]], sebbene il fenomeno si sia poi diffuso su scala nazionale.
 
Modugno è il primo che scrive canzoni partendo dalla cronaca: nel [[1955]] scrive ''[[Vecchio frack/E vene 'o sole|Vecchio frack]]'' dopo aver appreso la notizia della vicenda del principe [[Raimondo Lanza di Trabia]] (marito dell'attrice [[Olga Villi]]) che, all'età di 39 anni, nel novembre del [[1954]], era morto cadendo da una finestra di un albergo di via Ludovisi a [[Roma]] (il gesto venne generalmente ritenuto un suicidio ma non fu mai chiarito del tutto);<ref>Maurizio Ternavasio, ''La leggenda di mister volare. Domenico Modugno'', editore Giunti, 2004, pag. 35</ref> anche ''[[La donna riccia/Lu pisce spada|Lu pisce spada]]'' nasce da una storia vera.<ref>"Il dizionario della canzone italiana - Le canzoni", di Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), ed. Curcio, 1990; alla voce U pisci spada, pag. 479</ref><ref>Maurizio Ternavasio, "La leggenda di mister Volare", ed. Giunti, 2004, pagg. 31-32</ref>
La parola cantautore fu creata nell'ambito della casa discografica [[RCA Italiana|RCA]] da [[Ennio Melis]] e [[Vincenzo Micocci]] nel [[1959]] per il lancio di [[Gianni Meccia]]<ref>Il primo articolo giornalistico in cui è documentata la parola è, allo stato attuale delle ricerche, ''Chi sono i cantautori?'', non firmato, pubblicato su [[Il Musichiere]] n° 90 del 17 settembre 1960</ref>. Ovviamente, già vi erano stati dei personaggi che scrivevano e cantavano le proprie canzoni, come [[Domenico Modugno]], [[Odoardo Spadaro]], [[Ettore Petrolini]], [[Rodolfo De Angelis]] e - andando ancora più indietro nel tempo - [[Armando Gill]], il primo a firmare sia i testi che le musiche delle sue canzoni (come spiegava nella celebre presentazione che faceva precedere ai suoi spettacoli: ''Versi di Armando, musica di Gill, cantati da Armando Gill'').
[[File:I Cantacronache.jpg|thumb|I Cantacronache: da sinistra a destra [[Sergio Liberovici]], [[Fausto Amodei]], [[Michele Straniero|Michele Luciano Straniero]] e [[Margot (cantante)|Margot]]]]
Non bisogna infine dimenticare l'esperienza torinese di [[Cantacronache]], con esponenti quali [[Fausto Amodei]]<ref>{{cita|Gentile|p. 13}}.</ref>, [[Sergio Liberovici]], [[Michele Straniero]] e [[Margot (cantante)|Margot]]<ref>{{cita|Gentile|pp. 101-102}}.</ref>, che da un lato recuperano tutta la tradizione della [[musica popolare italiana]], dall'altro producono nuove canzoni, spesso in collaborazione con intellettuali come [[Italo Calvino]] e [[Umberto Eco]], inserendo nei testi delle canzoni nuove tematiche come le morti sul lavoro (''[[La zolfara (brano musicale)|La zolfara]]'', del [[1958]]) l'opposizione alla guerra (''[[Dove vola l'avvoltoio?]]'', [[1958]]) le lotte operaie (''[[Per i morti di Reggio Emilia]]'', [[1960]]).
 
Il gruppo di [[Cantacronache]] viene considerato tra i precursori diretti della prima generazione di cantautori italiani di un certo spessore; così si è espresso in proposito [[Umberto Eco]]:
Non bisogna infine dimenticare l'esperienza torinese dei [[Cantacronache]], con esponenti quali [[Fausto Amodei]], [[Sergio Liberovici]], [[Michele Straniero]] e [[Margot]] che da un lato recuperano tutta la tradizione della musica popolare italiana, dall'altro producono nuove canzoni, spesso in collaborazione con intellettuali come [[Italo Calvino]] ed [[Umberto Eco]], inserendo nei testi delle canzoni nuove tematiche come le morti sul lavoro (''La zolfara'', del [[1959]]) l'opposizione alla guerra (''Dove vola l'avvoltoio'', [[1961]]) le lotte operaie (''Per i morti di Reggio Emilia'', [[1960]]).
{{Citazione|Se non ci fossero stati i Cantacronache e quindi se non ci fosse stata anche l'azione poi prolungata, oltre che dai Cantacronache, da Michele L. Straniero, la storia della canzone italiana sarebbe stata diversa. Poi, Michele non è stato famoso come De André o Guccini, ma dietro questa rivoluzione c'è stata l'opera di Michele: questo vorrei ricordare|Umberto Eco<ref>Giovanni Straniero e Carlo Rovello, ''Cantacronache. I cinquant'anni della canzone ribelle'', 2008, editrice Zona, pag. 8</ref>}}
[[Immagine:I Cantacronache.jpg|160px|thumb|right|I Cantacronache; da sinistra a destra: Sergio Liberovici, Fausto Amodei, Michele Luciano Straniero e Margot]]
I [[Cantacronache]] vengono considerati i precursori dell'esperienza dei cantautori italiani; così si è espresso su di loro [[Umberto Eco]]:
{{quote|Se non ci fossero stati i Cantacronache e quindi se non ci fosse stata anche l’azione poi prolungata, oltre che dai Cantacronache, da Michele L. Straniero, la storia della canzone italiana sarebbe stata diversa. Poi, Michele non è stato famoso come De André o Guccini, ma dietro questa rivoluzione c’è stata l’opera di Michele: questo vorrei ricordare|Umberto Eco<ref>Giovanni Straniero e Carlo Rovello, ''Cantacronache.I cinquant'anni della canzone ribelle'', 2008, editrice Zona, pag. 8</ref>}}
 
==== Gli anni '60 ====
Tra i principali cantautori italiani degli [[anni 1960|anni '60]] (spesso influenzati dalla canzone d'autore francese) troviamo [[Umberto Bindi]] (solo autore delle musiche, mentre per i testi si appoggiava ad altri, primo fra tutti [[Giorgio Calabrese]]), [[Luigi Tenco]], [[Gino Paoli]], [[Sergio Endrigo]], [[Bruno Lauzi]], [[Giorgio Gaber]], [[Enzo Jannacci]] (il primo che nelle sue canzoni fa diventare protagonisti gli ultimi, dai barboni ai malati di mente, dalle prostitute ai poveri), [[Piero Ciampi]] (in realtà solo paroliere, mentre per le musiche si affidava a vari compositori come [[Gian Piero Reverberi]] o [[Gianni Marchetti]]), [[Silverio Pisu]], i quali hanno saputo riprendere le suggestioni della canzone francese e trasformarle secondo la sensibilità italiana.
[[File:Luigi Tenco portrait.jpg|thumb|left|upright=0.7|Luigi Tenco]]
Tra i principali cantautori italiani degli [[anni 1960|anni sessanta]] (spesso influenzati dalla canzone d'autore francese) troviamo [[Umberto Bindi]] (solo autore delle musiche, mentre per i testi si appoggiava ad altri, primo fra tutti [[Giorgio Calabrese]]), [[Luigi Tenco]], [[Gino Paoli]], [[Sergio Endrigo]], [[Bruno Lauzi]], [[Giorgio Gaber]], [[Enzo Jannacci]] (il primo che nelle sue canzoni fa diventare protagonisti gli ultimi, dai barboni ai malati di mente, dalle prostitute ai poveri), [[Piero Ciampi]] (in realtà solo paroliere, mentre per le musiche si affidava a vari compositori come [[Gian Piero Reverberi]] o [[Gianni Marchetti]]), [[Fabrizio De André]] (il quale, in realtà, ha scritto quasi tutto il suo repertorio insieme ad altri artisti<ref>Le canzoni di cui De Andrè è autore sia del testo che della musica sono otto in quasi quarant'anni di carriera (fonte: Archivio della [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]], dopo una scrematura delle 14 che lì risultano, vedi discussione di questa pagina), ma in realtà alcune di queste derivano da musiche di cui i diritti sono scaduti (''La canzone dell'amore perduto''), o sono di autori non iscritti alla SIAE, come [[Vittorio Centanaro]] per ''La guerra di Piero'' e ''Si chiamava Gesù''</ref>), [[Nino Tristano]], [[Silverio Pisu]], [[Memo Remigi]], [[Vittorio Paltrinieri]], [[Duilio Del Prete]], i quali hanno saputo riprendere le suggestioni della canzone francese e trasformarle secondo la sensibilità italiana.
 
Questa prima generazione è influenzata principalmente dalla canzone francese e dalla canzone popolare italiana; a metà del decennio ada essi si affiancano altri cantautori come [[Lucio Dalla]], [[Gian Pieretti]], [[Luciano Beretta]], [[Claudio Cavallaro]], [[Alberto Testa (paroliere)|Alberto Testa]], [[Fred Bongusto]], [[Mino Reitano]], [[Francesco Guccini]], [[Mauro Lusini]] e, [[Roby Crispiano]], Jonathan del duo [[Jonathan & Michelle]], [[Emilio Insolvibile]] e [[Tony Cucchiara]], che sono invece influenzati dal [[musicaMusica beat in Italia|beat]] (con il passare del tempo ede il proseguimento della carriera alcuni di loro come DallaGuccini e GucciniDalla svilupperanno delle caratteristiche musicali e tematiche proprie, mentre Cucchiara si dedicherà al [[teatro canzone]]).
 
Infine appartengono alla categoria anche alcuni come [[Gipo Farassino]] o [[Nanni Svampa]] che si sono dedicati per lo più alla canzone dialettale: Svampa forma poi nel [[1964]] un gruppo, [[I Gufi]], con cui spesso incide canzoni di propria composizione in italiano, ede anche Farassino, alla fine degli anni '60, abbandona spesso il dialetto per scrivere canzoni come l'antimilitarista ''Ballata per un eroe'' («Andrò a ingrossare la nutrita schiera/di quelli che aggrappati a una bandiera/son morti bestemmiando di paura/ad occhi chiusi in una notte scura»), ''Remo la barca'', ''La mia città'', ''Il bar del mio rione'', ''Avere un amico''.
[[File:Jack Kerouac e Gian Pieretti (1966).jpg|thumb|[[Gian Pieretti]] (a destra) con [[Jack Kerouac]], durante una delle conferenze tenute insieme nell'ottobre del 1966]]
Altri, come [[Paolo Pietrangeli]], [[Gualtiero Bertelli]] e [[Ivan Della Mea]], sono stati più legati a una canzone strettamente politica.
 
Uno dei membri di questa categoria [[Fabrizio De André]], cantautore (anche se, in realtà, la quasi totalità del suo repertorio è stato scritto insieme ad altri artisti<ref>Le canzoni di cui De Andrè è autore sia del testo che della musica sono otto in quasi quarant'anni di carriera (fonte: Archivio della [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]], dopo una scrematura delle 14 che lì risultano, vedi discussione di questa pagina), ma in realtà alcune di queste derivano da musiche di cui i diritti sono scaduti (''La canzone dell'amore perduto''), o sono di autori non iscritti alla SIAE, come [[Vittorio Centanaro]] per ''La guerra di Piero'' e ''Si chiamava Gesù''</ref>) che ha saputo ottenere un gran successo pur mantenendo una ampia indipendenza dalle logiche del mercato discografico. Altri, come [[Paolo Pietrangeli]], [[Ivan Della Mea]], sono stati più legati ad una canzone strettamente politica. Alla fine del decennio emerge un altro cantautore, [[Ugolino (cantante)|Ugolino]], che si distacca dal genere per avvicinarsi ada un tipo di canzone d'autore, basata su tematiche sociali che vengono espresse in maniera ironica e [[Satira|satirica]].
 
Per quel che riguarda le donne, una delle prime cantautrici è [[Paola Orlandi]], che già nel [[1959]] scrive il testo e la musica di una canzone che incide, ''Voglio l'amore''; nello stesso periodo iniziano la carriera la sorella [[Nora Orlandi]], [[Marisa Terzi]] e [[Maria Monti]] (all'epoca fidanzata di [[Giorgio Gaber|Gaber]]), mentre [[Margot (cantante)|Margot]] scrive e canta le sue prime canzoni all'interno dell'esperienza dei [[Cantacronache]] di cui fa parte e [[Giovanna Marini]] debutta a metà degli anni '60sessanta.
 
Nella seconda metà del decennio emerge [[Nives (cantante)|Nives]], (al secolo Nives Gazziero), cantautrice a metà tra il [[folk]] e il [[musica beat|beat]], scoperta da [[Nanni Ricordi]], che oltre a brani propri traduce alcune canzoni americane, come ''[[Where Have All the Flowers Gone?]]'' di [[Pete Seeger]] (che diventa ''Dove sono finiti i fiori?'').
Negli [[anni 1970|anni '70]], in concomitanza coi movimenti politici e culturali del periodo, il cantautore inizia ad usare la canzone anche a scopo politico e sociale; musicalmente le influenze si spostano dalla musica francese a quella d'[[USA|oltreoceano]] (i principali modelli sono [[Bob Dylan]], [[Paul Simon]] e [[Leonard Cohen]]). Tra i più importanti esponenti di questo periodo, oltre ai già citati Dalla, De André e Guccini, ci sono un [[Francesco De Gregori]], [[Claudio Lolli]], [[Edoardo De Angelis]], [[Giorgio Lo Cascio]], [[Ernesto Bassignano]], [[Ivano Fossati]] (che inizia con il gruppo ''[[Rock progressivo|progressive]]'' ''[[Delirium|I&nbsp;Delirium]]''), [[Rino Gaetano]], [[Edoardo Bennato]], [[Angelo Branduardi]], [[Pino Daniele]], [[Pierangelo Bertoli]], [[Alberto Camerini]], [[Eugenio Finardi]], [[Claudio Rocchi]], [[Massimo Bubola]], [[Renzo Zenobi]], [[Enzo Maolucci]], [[Franco Battiato]], [[Roberto Vecchioni]], e [[Antonello Venditti]]. In un ambito più commerciale si muovono [[Claudio Baglioni]], [[Riccardo Cocciante]] e [[Renato Zero]]. Mentre un caso a parte è quello di [[Lucio Battisti]], il quale pur spesso ricordato come cantautore, fu soprattutto musicista e cantante, autore quindi delle musiche delle canzoni da lui cantate, che - dopo essere state scritte - venivano completate dai testi scritti da [[Mogol]].
 
Proprio in questo decennio iniziano le collaborazioni tra canzone d'autore e poesia: l'antesignano, in questo senso, è ancora una volta [[Domenico Modugno]] che mette in musica due poesie di [[Salvatore Quasimodo]] con l'autorizzazione dell'autore, ''Ora che sale il giorno'' e ''Le morte chitarre''; così racconta l'esperienza il cantautore pugliese: {{Citazione|Quando gli chiesero il permesso per questa operazione, lui rispose che non lo aveva mai concesso a nessuno, ma che per Modugno non ci sarebbero stati problemi. Poi ci siamo incontrati e conosciuti a casa sua: era una persona molto strana, chiusa, vulnerabile, che ispirava tenerezza<ref>Vincenzo Mollica, ''Domenico Modugno'', edizioni Lato Side, 1981, pag. 86</ref>}}
{{F|musica|luglio 2009}}
Un altro intellettuale che ha frequenti collaborazioni con la canzone d'autore è [[Pier Paolo Pasolini]], che nel [[1963]] autorizza [[Sergio Endrigo]] a utilizzare alcuni versi tratti dalla raccolta [[La meglio gioventù]]; la canzone che nasce è ''Il soldato di Napoleone'', contenuta nel primo 33 giri del cantautore istriano.
Anomalo anche il caso di [[Paolo Conte]], la cui produzione coincide a livello temporale con quella degli artisti citati, ma i cui riferimenti musicali sono il [[jazz]] e le grandi orchestre [[swing]] degli [[Anni 1930|anni '30]] e [[Anni 1940|'40]], e spesso i suoi testi descrivono situazioni dell'epoca (''Topolino amaranto'', ''Bartali'', ''Diavolo rosso'') o semplicemente si identificano in una poetica molto intensa e universale (''I giardini pensili hanno fatto il loro tempo'', ''Per quel che vale'', ''Chi siamo noi?'', per esempio) senza ricorrere ai soliti e frusti legami con l'attualità o la realtà sociale e politica. Basterebbe questo per fare di Conte già da ora un vero classico. Conte poi, oltre a cantare le sue musiche e i suoi testi, prende generalmente parte all'esecuzione come pianista.
 
Sempre Pasolini collabora anche con [[Domenico Modugno]], scrivendo il testo di ''Che cosa sono le nuvole'':{{Citazione|Recitai nell'episodio ''Cosa sono le nuvole'', e dal titolo del film nacque anche una canzone, che scrivemmo insieme. È una canzone strana: mi ricordo che Pasolini realizzò il testo estrapolando una serie di parole o piccole frasi dell'[[Otello]] di [[William Shakespeare|Shakespeare]] e poi unificando il tutto<ref>Vincenzo Mollica, ''Domenico Modugno'', edizioni Lato Side, 1981, pag. 89</ref>}}
Le cantautrici, al contrario dei colleghi uomini, non riscontrano un grande successo in questo periodo: per questo nomi come quello di [[Antonella Bottazzi]], [[Roberta D'Angelo]], [[Chiara Grillo]], [[Nicoletta Bauce]] restano conosciuti solo da una ristretta cerchia di appassionati. Eccezioni: le già citate [[Maria Monti]], legata alla forma teatro-canzone e [[Giovanna Marini]].
 
Endrigo invece collabora con [[Giuseppe Ungaretti]] e il poeta brasiliano [[Vinícius de Moraes]] incidendo nel [[1969]] l'album ''[[La vita, amico, è l'arte dell'incontro]]'', e in seguito mette in musica alcune poesie per bambini scritte da [[Gianni Rodari]] in ''[[Ci vuole un fiore]]'', album del [[1974]].
Negli [[anni 1980|anni '80]] si affermano interpreti che, seguendo le tendenze dell'epoca, adattano la canzone d'auture a stili quali [[Punk Rock|punk]], [[ska]], [[rap]] e [[Rock]]; <br />
Il filone ''Rock'' trova in [[Vasco Rossi]] l'interprete di punta; al ''punk'' si rifà (almeno inizialmente) [[Enrico Ruggeri]]; allo ''Ska'' [[Alberto Camerini]] mentre [[Jovanotti]] porta al successo uno stile [[rap]] inizialmente destinato a fasce giovanili come quella dei [[Paninaro|paninari]], per poi ricercare nuovi messaggi destinati ad un<nowiki>'</nowiki>''audience'' più impegnata riguardo alle tematiche sociali.<br />
In modo più o meno marcato altri cantautori come [[Luca Barbarossa]] o [[Mimmo Locasciulli]] si ispirano a ''sogwriters'' quali [[James Taylor]] o [[Tom Waits]].
In quel periodo ominciano a suscitare un certo interesse anche alcune cantautrici fra le quali [[Gianna Nannini]], legata alla musica rock e d'avanguardia e [[Grazia Di Michele]], influenzata da suggestioni etniche e richiami alle folk singer americane.
 
==== Gli anni settanta ====
Negli [[Anni 1990|anni '90]] si affermano autori che coniugano un gusto "[[postmoderno]]" ad una qualità dei testi vicina a quella dei loro predecessori. Tra i più rappresentativi ci sono [[Luciano Ligabue]], [[Samuele Bersani]], [[Daniele Silvestri]], [[Carmen Consoli]], [[Elisa (cantante)|Elisa]], [[Max Gazzè]], [[Niccolò Fabi]] e [[Max Manfredi]], considerato da [[Fabrizio De André]] come "il più bravo", e più tardi [[Pacifico]] e [[Carlo Fava]]. Un caso a parte è costituito dal cantautore [[Gianmaria Testa]], divenuto apprezzato all'estero (specialmente in [[Francia]]) prima che in Italia. A fianco a questi nomi esistono cantautori di grande valore che non sono ancora arrivati alla vera affermazione, come [[Pino Marino]], [[Leo Pari]], [[Mirco Menna]], [[Sergio Bassi]], [[Alessio Lega]], [[Rudy Marra]], [[Isa]] e molti altri. Di recente si sono affermati [[Moltheni]], [[Cesare Basile]] e [[Vasco Brondi]]. È da segnalare l'esperienza di [[Giorgia]] che dopo il primo album da cantautrice, è stata per molti anni interprete di altri per poi riaffermarsi come cantautrice a partire al 2002.
[[File:I giorni cantati (1979) - Guccini, Pietrangeli, Marini.jpg|thumb|left|[[Francesco Guccini]], [[Paolo Pietrangeli]] e [[Giovanna Marini]]]]
Negli [[anni 1970|anni settanta]], in concomitanza coi movimenti politici e culturali del periodo, si diffonde ancora di più l'utilizzo della canzone da parte di alcuni cantautori per uno scopo politico e sociale; musicalmente le influenze si spostano dalla musica francese a quella d'[[Inghilterra|oltremanica]] e [[USA|oltreoceano]] e i principali modelli sono [[Bob Dylan]], [[Paul Simon]] e [[Leonard Cohen]], anche se non manca chi, come [[Claudio Rocchi]], [[Walter Valdi]] o [[Alberto Anelli]], si rifà a nomi meno conosciuti in Italia come [[Nick Drake]] o [[Roy Harper]].
 
Tra i più importanti esponenti di questo periodo, oltre ai già citati Guccini, De André e Dalla, Nino Tristano (con l'album "Suonate Suonatori" (Fonit-Cetra) che Renzo Arbore nella sua Enciclopedia della Canzone definisce "il primo esempio di contaminazione tra musica popolare italiana e musica rock") ci sono [[Umberto Tozzi]], [[Francesco De Gregori]], [[Antonello Venditti]], [[Rino Gaetano]], [[Edoardo De Angelis]], [[Giorgio Lo Cascio]], [[Ernesto Bassignano]], [[Renzo Zenobi]], [[Corrado Sannucci]], [[Mario Bonura]], [[Stefano Rosso (cantautore)|Stefano Rosso]] legati all'esperienza del [[Folkstudio]], locale romano che promuove la canzone d'autore; poi [[Roberto Vecchioni]], [[Mario Barbaja]]<ref>{{cita|Gentile|pp. 15-16}}.</ref>, [[Renato Pareti]], [[Claudio Lolli]], [[Mario Panseri]], [[Oscar Prudente]], [[Luigi Grechi]], [[Pierangelo Bertoli]], [[Giorgio Laneve]], [[Edoardo Bennato]], [[Tito Schipa Jr.]], [[Franco Califano]], [[Corrado Castellari]], [[Claudio Fucci]], [[Gianni Bella]], [[Franco Battiato]], [[Franco Simone]] (definito "il poeta con la chitarra"), [[Ivano Fossati]] (che inizia con il gruppo ''[[Rock progressivo|progressive]]'' dei [[Delirium (gruppo musicale)|Delirium]]), [[Eugenio Finardi]], [[Alberto Camerini]], [[Gianfranco Manfredi]] (questi ultimi tre vicini all'esperienza del Movimento Studentesco milanese), [[Ricky Gianco]] (già attivo nel decennio precedente, negli anni '70 si avvicina alla canzone politica), [[Enzo Maolucci]] e [[Carlo Credi]], musicalmente più vicini al rock.
=== All'estero ===
[[File:Foto006.jpg|upright=1.2|thumb|Un'immagine di [[Paolo Conte]] al [[Club Tenco]] con [[Francesco Guccini]] negli [[Anni 1970|anni settanta]]]]
[[Immagine:Brassens svampa.jpg|150px|thumb|right|Georges Brassens (a destra) con [[Nanni Svampa]]]]
In questo periodo troviamo anche cantautori che non vollero fare della lotta politica e sociale la tematica delle loro canzoni ma al contrario si dedicarono a temi come l’amore e il sentimento, tra i quali [[Claudio Baglioni]]<ref>{{cita|Gentile|pp. 13-15}}.</ref> (che fino al 1975 scrive insieme a [[Antonio Coggio]] le musiche, mentre scriveva da solo i testi), [[Riccardo Cocciante]]<ref>{{cita|Gentile|pp. 37-39}}.</ref> (i cui testi sono scritti da [[Paolo Amerigo Cassella]] e [[Marco Luberti]], poi dal solo Luberti e infine da [[Mogol]]) e [[Renato Zero]] (che componeva con vari collaboratori, da [[Franca Evangelisti]] a [[Piero Pintucci]], da [[Roberto Conrado]] a [[Dario Baldan Bembo]]).
Gli omologhi dei cantautori si ritrovano soprattutto nella canzone francese ([[Georges Brassens]], [[Boris Vian]], [[Barbara (cantante)|Barbara]], [[Georges Moustaki]], [[Charles Aznavour]], [[Jacques Brel]], [[Léo Ferré]] o - più recentemente - [[Renaud]]), nel "folk" e "rock" inglese ([[Donovan]], [[Cat Stevens]] e [[Nick Drake]]); statunitense ([[Woody Guthrie]], [[Pete Seeger]], [[Bob Dylan]], [[James Taylor]]) e canadese ([[Leonard Cohen]], [[Neil Young]], [[Joni Mitchell]]).
 
Identico è il caso di [[Lucio Battisti]]<ref>{{cita|Gentile|pp. 18-19}}.</ref>, che in realtà aveva iniziato l'attività nel decennio precedente: Battisti è autore solo delle musiche delle canzoni da lui cantate, le quali, dopo essere state composte, vengono completate con i testi scritti da [[Mogol]].
Sono cantautori anche i catalani, [[Joan Manuel Serrat]] e [[Lluís Llach]], il portoghese [[José Afonso]], il cileno [[Víctor Jara]], il guatemalteco [[Ricardo Arjona]].
[[File:Theoris Campus - Etichetta lato B.jpg|thumb|left|[[Francesco De Gregori|De Gregori]] e [[Antonello Venditti|Venditti]] sull'etichetta del disco [[Theorius Campus]]]]
Anomalo il caso di [[Paolo Conte]], la cui produzione coincide a livello temporale con quella degli artisti citati, ma i cui riferimenti musicali sono il [[jazz]] e le grandi orchestre [[swing]] degli [[Anni 1930|anni trenta]] e [[Anni 1940|quaranta]]. I suoi testi spesso descrivono situazioni dell'epoca (ad esempio nei brani ''Topolino amaranto'', ''Bartali'', ''Diavolo rosso'') oppure ricreano un'atmosfera poetica più generale (''I giardini pensili hanno fatto il loro tempo'', ''Per quel che vale'', ''Chi siamo noi?''). Oltre a cantare i suoi testi, Conte prende generalmente parte all'esecuzione come pianista.
 
Nella seconda metà del decennio raggiungono il successo cantautori come [[Pino Daniele]], [[Alan Sorrenti]], [[Angelo Branduardi]], [[Ivan Graziani]], [[Ron]], [[Leano Morelli]], [[Massimo Bubola]] e [[Goran Kuzminac]] che, seppure in maniera diversa, danno molto risalto all'aspetto musicale delle loro composizioni.
Nel panorama estero, però, il cantautore non è ugualmente ''etichettabile''; infatti molti celebrati nomi della "musica pop" internazionale sono autori dei brani che eseguono senza per questo essere definiti cantautori.
 
Le cantautrici, al contrario dei colleghi uomini, non riscontrano un grande successo in questo periodo: nomi come quelli di [[Donatella Bardi]]<ref>{{cita|Gentile|pp. 16-17}}.</ref>, [[Antonella Bottazzi]], [[Maria Teresa Grossman]], [[Roberta D'Angelo]], [[Jamima]], [[Chiara Grillo]], [[Teresa Gatta]], [[Nicoletta Bauce]]<ref>{{cita|Gentile|p. 17}}.</ref>, [[Dania Colombo]], [[Graziella Caly]], [[Elena Rinaldi]] restano conosciuti solo da una ristretta cerchia di appassionati.
La parola ''cantautor'' esiste anche in spagnolo e in catalano.
 
==== Gli anni ottanta ====
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] si affermano interpreti che, seguendo le tendenze dell'epoca, adattano la canzone d'autore a stili quali [[Punk rock|punk]], [[ska]], [[rap]] e [[rock]].
 
Il filone rock trova in [[Vasco Rossi]] l'interprete di punta; al punk si rifà, almeno inizialmente, [[Enrico Ruggeri]]; allo ''Ska'' [[Alberto Camerini]] e [[Donatella Rettore]] mentre [[Jovanotti]] porta al successo uno stile [[rap]] inizialmente destinato a fasce giovanili, per poi ricercare nuovi messaggi destinati a un pubblico più impegnato riguardo alle tematiche sociali. Da citare anche noti cantautori come [[Luca Carboni]], [[Biagio Antonacci]] e [[Raf]], quest'ultimo vicino alle sonorità dance.
 
Altri cantautori emersi in questo periodo, come [[Mango (cantante)|Mango]], [[Franco Fasano]], [[Fabio Concato]], [[Stefano Borgia (cantante)|Stefano Borgia]], [[Giuni Russo]], [[Amedeo Minghi]], [[Gianni Togni]], [[Mario Castelnuovo]], [[Gerardo Carmine Gargiulo]] e [[Marco Ferradini]] si ricollegano musicalmente alla melodia italiana.
 
In modo più o meno marcato altri cantautori come [[Luca Barbarossa]] o [[Mimmo Locasciulli]] si ispirano a ''songwriter'' quali [[James Taylor]] o [[Tom Waits]]; non mancano però altri nomi che, nel solco della tradizione della canzone d'autore del decennio precedente, portano delle novità specifiche nella composizione dei testi e delle musiche, come [[Gian Piero Alloisio]] o [[Flavio Giurato]].
 
Di grande successo anche il genere umoristico il cui principale esponente è [[Stefano Belisari]] con il suo gruppo [[Elio e le Storie Tese]]<ref name=canzonetreccani/>.
 
In questo periodo cominciano a suscitare un certo interesse anche alcune cantautrici fra le quali [[Nada Malanima|Nada]], quest'ultima un tempo solo interprete, [[Giuni Russo]], [[Alice (cantante)|Alice]], [[Gianna Nannini]], legata alla musica rock, [[Grazia Di Michele]], influenzata da suggestioni etniche e richiami alle folk singer americane, e [[Teresa De Sio]], la prima a unire la melodia partenopea al folk e alla [[world music]].
 
==== Anni novanta e seguenti ====
Negli [[Anni 1990|anni novanta]] si affermano autori che coniugano un gusto "[[postmoderno]]" a una qualità dei testi vicina a quella dei loro predecessori. Sono cambiati i tempi, prima le persone avevano una maggiore predisposizione all'ascolto di una canzone, alle parole, all'impegno politico e sociale. Bastava presentarsi con una chitarra sul palco e creare una complicità e una corrispondenza di intenti che andava oltre la canzone.<ref>{{cita web|url=http://www.cantautoriitaliani.org/|titolo=articolo|accesso=14 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120628020516/http://www.cantautoriitaliani.org/|urlmorto=sì}}</ref> La confusione dei tempi che si trovano a vivere porta molti di essi a ripiegare sul versante intimista. Tra i più rappresentativi del periodo, oltre ai già citati Vasco Rossi, Gianna Nannini, Jovanotti, Renato Zero, Raf e tanti altri che continuano a riaffermarsi nella canzone d'autore anche nel successivo decennio<ref name=canzonetreccani/>, vi sono, tra i tantissimi, [[Zucchero Fornaciari]], [[Samuele Bersani]]<ref>{{cita|Neri|p. 58}}.</ref>, [[Niccolò Fabi]]<ref>{{cita|Neri|pp. 183-184}}.</ref>, [[Carmen Consoli]], [[Marco Masini]], [[Luciano Ligabue]]<ref name=canzonetreccani>{{Treccani|la-canzone-d-autore-in-italia_(Enciclopedia-Italiana)|La canzone d'autore in Italia|autore=[[Roberto Vecchioni]]|anno=2000|accesso=11 settembre 2022}}</ref>, [[Max Gazzè]], [[Daniele Silvestri]], [[Alex Britti]].
 
== In Francia ==
 
[[File:Brassens svampa.jpg|thumb|upright=1.1|[[Georges Brassens]] (a destra) con [[Nanni Svampa]]]]
Gli omologhi dei cantautori si ritrovano soprattutto nella canzone francese: [[Georges Brassens]], [[Serge Gainsbourg]], [[Boris Vian]], [[Barbara (cantante)|Barbara]], [[Gilbert Bécaud]], [[Georges Moustaki]], [[Charles Aznavour]], [[Léo Ferré]], [[Michel Fugain]] o - più recentemente - [[Renaud]].
 
== In Belgio ==
 
Del Belgio francofono era originario [[Jacques Brel]], considerato tra i più grandi cantautori del Novecento<ref>{{Cita web|url=https://www.teche.rai.it/2019/04/intervista-a-jacques-brel-1973/|titolo=Intervista a Jacques Brel, 1973|accesso=19 ottobre 2023}}</ref> e con Georges Brassens e Leo Ferré, uno dei vertici della canzone francofona del dopoguerra<ref>{{Cita web|url=https://www.rsi.ch/cultura/musica/Jacques-Brel--1781419.html|titolo=Jacques Brel. On n'oublie rien|accesso=19 ottobre 2023}}</ref>; i suoi brani più noti (''Ne me quitte pas'', ''Quand on n’a que l’amour'', ''La valse à 1000 temps'', ''Amsterdam'') sono stati reinterpretati da molti cantanti, tra cui [[Nina Simone]] e [[David Bowie]]<ref>{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/spettacolo/approfondimenti/jacques-brel#00|titolo=Jacques Brel, chi è il cantautore belga conosciuto in tutto il mondo|accesso=19 ottobre 2023}}</ref>, e hanno influenzato altri cantautori come [[Leonard Cohen]], [[Marc Almond]] e [[Alex Harvey]]<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/spettacoli/20_novembre_15/jacques-brel-chi-cantautore-perche-google-celebra-oggi-15-novembre-60b40396-271a-11eb-80dd-837b5190599c.shtml|titolo=Jacques Brel, chi è il cantautore|accesso=19 ottobre 2023}}</ref>.
 
Anche [[Salvatore Adamo]] è un cantautore belga (di origine italiana), molto noto fin dagli anni sessanta, e nel [[2018]] ha ottenuto il [[premio Tenco]] alla carriera<ref>{{Cita web|url=https://www.rsi.ch/cultura/arte/Salvatore-Adamo-si-racconta-11445899.html|titolo=Salvatore Adamo si racconta|accesso=19 ottobre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190307173750/https://www.rsi.ch/cultura/arte/Salvatore-Adamo-si-racconta-11445899.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Nel Regno Unito ==
 
Sono presenti molti cantautori nel "folk" e "rock" inglese: [[Donovan]], [[Cat Stevens]], [[Nick Drake]], [[Al Stewart]] e [[Graham Nash]]. In anni più recenti sono emersi la singer-songwriter [[Anna Calvi]] e [[Ed Sheeran]].
 
== In Spagna ==
 
La parola ''cantautor'' esiste anche in spagnolo e in catalano. Alcuni esempi sono [[Lluís Llach]], [[Joan Manuel Serrat]], [[Roger Mas]], [[Javier Krahe]], [[Luis Eduardo Aute]], [[José Antonio Labordeta]], [[Joaquín Sabina]], [[Miguel Ríos]], [[Víctor Manuel]], [[Ana Belén]] o [[Antonio Vega]].
 
== In Unione Sovietica e in Russia ==
[[File:Vladimir Vysotsky.jpg|thumb|left|Vladimir Vysotsky]]
Anche oltrecortina la canzone d'autore ha avuto uno sviluppo, meno noto in occidente; tra i nomi più rilevanti [[Vladimir Visotskiy]], vincitore nel [[1993]] del [[Premio Tenco]], per la prima volta assegnato postumo, conosciuto in Italia per due album tributo, ''[[Il volo di Volodja]]'', con alcune sue canzoni tradotte e interpretate da vari cantautori, e ''[[Il cantante al microfono]]'' di [[Eugenio Finardi]], pubblicato nel [[2008]], con undici canzoni di Vysotsky in italiano.
 
Anche [[Bulat Okudzava]], tradotto in italiano nel [[2019]] da [[Alessio Lega]] nel suo disco ''[[Nella Corta dell'Arbat - le canzoni di Bulat Okudžava]]'', è noto in Italia; altri cantautori da ricordare sono [[Julij Kim]], per molti anni aderente al movimento della [[Dissidenza in Unione Sovietica|dissidenza]], e [[Viktor Luferov]].
 
Tra le cantautrici, da ricordare [[Žanna Bičevskaja]] e [[Natella Boltjanskaja]].
 
== In altri paesi europei ==
 
Sono cantautori anche il portoghese [[José Afonso]], lo svizzero [[Mani Matter]], il [[Repubblica Ceca|ceco]] [[Karel Kryl]], l'olandese [[Cornelis Vreeswijk]].
 
== Nell'America Latina di lingua spagnola ==
 
Anche in America Latina vi sono stati molti interpreti autori di canzoni, come i cileni [[Violeta Parra]] e [[Víctor Jara]], il guatemalteco [[Ricardo Arjona]], i cubani [[Carlos Puebla]], [[Pablo Milanés]] e [[Silvio Rodríguez]], l'argentino [[Atahualpa Yupanqui]].
 
== In Brasile ==
 
Il fenomeno dei cantautori brasiliani è legato allo sviluppo della [[bossa nova]]: molti i nomi storici diventati noti a livello mondiale, come tra gli altri [[Joao Gilberto]], [[Caetano Veloso]], [[Chico Buarque de Hollanda]], [[Gilberto Gil]], [[Toquinho]] e il poeta [[Vinicius de Moraes]], anche cantautore.
 
== Negli Stati Uniti ==
[[File:Joan Baez Bob Dylan crop.jpg|thumb|left|upright=0.9|[[Bob Dylan]], cantautore e una delle figure più importanti degli ultimi cinquant'anni nel campo della musica popolare]]
Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] i primi cantautori sono legati alla musica folk di protesta: in primis [[Woody Guthrie]], [[Pete Seeger]], [[Cisco Houston]], [[Joan Baez]], [[Phil Ochs]] e [[Bob Dylan]] che immette nel rock l'attenzione e la cura dei testi.
 
Da ricordare inoltre [[Paul Simon]] (con la precedente esperienza nel duo [[Simon & Garfunkel]]), [[James Taylor]], [[David Crosby]], [[Carole King]], [[Stephen Stills]], [[Jackson Browne]], [[Bruce Springsteen]], [[Lou Reed]], [[Tom Waits]], [[Randy Newman]], [[Steve Goodman]], [[Loudon Wainwright III]], [[Sixto Rodriguez]] e negli anni ottanta [[Suzanne Vega]], [[Tracy Chapman]] e [[Michelle Shocked]].
 
Una delle scuole più influenti degli anni novanta fu quella che ha visto come protagonista [[Bill Callahan (musicista)|Bill Callahan]], conosciuto anche con lo pseudonimo di Smog a San Francisco. Stessa città da cui provenivano American Music Club e Red House Painters i cui cantanti, Mark Eitzel e Mark Kozelek, seguiranno la strada tracciata da Smog. Da Los Angeles [[Duncan Sheik]] e [[Mountain Goats]] a Portland [[Elliott Smith]], a Seattle [[Damien Jurado]], all'Ohio [[Jason Molina]] con lo pseudonimo di Songs: Ohia, a Boston Mike Johnson e Matt Keating, in New Jersey Justin Mikulka, in Pennsylvania Karl Hendricks, a New York Jeff Buckley, Dave Schramm, Joseph Arthur, [[Vic Chestnutt]] in Georgia, [[Mark Lanegan]] a Seattle.
Anche San Francisco ha prodotto due cantautori in quel periodo: [[Jason Falkner]] (poi Jellyfish) e [[Chris Von Sneidern]]. A Los Angeles [[Frank Black]] (dei [[Pixies]]), in Oregon [[Eric Matthews]] (dai Cardinal) e [[Pete Krebs]] (dagli Hazel), in Ohio [[Tobin Sprout]], in Australia [[Richard Davies (cantautore)|Richard Davies]].
 
== In Canada ==
[[File:Leonard Cohen 2187-edited.jpg|thumb|right|Leonard Cohen]]
Strettamente collegati con i cantautori statunitensi sono i canadesi [[Neil Young]] (la cui carriera si è sviluppata interamente negli Stati Uniti, anche in collaborazione con [[David Crosby]], [[Stephen Stills]] e [[Graham Nash]]),
[[Robbie Robertson]] (leader di [[The Band]], con cui ha lavorato spesso con Bob Dylan, [[Bruce Cockburn]] e [[Ron Sexsmith]]
 
Altra figura rilevante della canzone d'autore canadese è stato [[Gordon Lightfoot]] che, secondo Robbie Robertson, è da considerarsi alla stregua di un patrimonio nazionale<ref>{{Cita news | url=http://www.seattleweekly.com/2007-08-22/music/fantasy-trade-gordon-lightfoot-for-neil-diamond-the-last-waltz.php | titolo=Fantasy Trade: Gordon Lightfoot for Neil Diamond, The Last Waltz: Canadian songwriter passed on the night-of invitation, much to this author's regret. | nome=Mike | cognome=Seely | editore=''Seattle Weekly'' | data=22 agosto 2007 | accesso=5 aprile 2008 | pubblicazione= | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080123135922/http://seattleweekly.com/2007-08-22/music/fantasy-trade-gordon-lightfoot-for-neil-diamond-the-last-waltz.php | dataarchivio=23 gennaio 2008 | urlmorto=sì }}</ref>
 
[[Leonard Cohen]], di origine ebraica e proveniente dal Canada francofono, è uno dei nomi più noti e apprezzati a livello mondiale, considerato un poeta della musica<ref>{{Cita web | url=http://www.scaruffi.com/vol2/cohen.html| accesso=15 febbraio 2025}}</ref>; molte sue canzoni sono state tradotte in italiano da vari artisti, tra cui [[Fabrizio De André]], [[Luigi Grechi]], [[Gian Pieretti]], [[Mimmo Locasciulli]]<ref>{{DNCI|artista|2289|Leonard Cohen}}</ref>
 
Tra le cantautrici [[Joni Mitchell]] è partita dal folk per avvicinarsi al jazz, mentre [[Loreena McKennitt]] si è dedicata alla [[musica celtica]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
<references />
* {{cita libro|titolo=Guida critica ai cantautori italiani|autore=Enzo Gentile|editore=[[Gammalibri]]|città=Milano|anno=1979|collana=Gammalibri|cid=Gentile}}
* {{cita libro|titolo=Dizionario della canzone italiana|autore=AA.VV.|curatore=Gino Castaldo|editore=Armando Curcio Editore|città=Roma|anno=1990}}
* {{cita libro|titolo=La lingua cantata. L'italiano nella canzone d'autore dagli anni '30 a oggi|autore=[[Gianni Borgna]]|curatore=[[Luca Serianni]]|editore=[[Garamond (editore)|Garamond]]|città=Roma|anno=1995|isbn=88-86180-06-3}}
* {{cita libro|titolo=Con rabbia e con amore. Dizionario dei cantautori italiani|autore=Mario Bonanno|editore=[[Bastogi Editrice Italiana]]|città=Foggia|anno=2004|isbn=88-8185-526-7}}
* {{cita libro|titolo=Dizionario completo della canzone italiana|autore=AA.VV.|curatore=[[Enrico Deregibus]]|editore=[[Giunti Editore]]|città=Firenze|anno=2006|isbn=88-09-04602-1}}
* {{cita libro|titolo=Anni affollati. L'Italia e i cantautori 1973-1983|autore=Mario Bonanno|editore=[[Bastogi Editrice Italiana]]|città=Foggia|anno=2009|isbn=978-88-6273-173-7}}
* {{cita libro|titolo=La musica è leggera|autore=Luigi Manconi|editore=il Saggiatore|città=Roma|anno=2012|isbn=978-88-428-1629-4}}
* {{cita libro|titolo=33Giri, guida ai cantautori italiani- Gli anni Settanta|autore=Mario Bonanno|editore=Edizioni Paginauno|città=Milano|anno=2018|isbn=978-88-99699-15-4}}
* {{cita libro|titolo=33Giri, guida ai cantautori italiani- Gli anni Ottanta|autore=Mario Bonanno|editore=Edizioni Paginauno|città=Milano|anno=2019|isbn=978-88-99699-29-1}}
* {{cita libro|titolo=Il Nemico non è - I cantautori, la guerra e il conflitto sociale|autore=Mario Bonanno|editore=Edizioni Paginauno|città=Milano|anno=2021|isbn=978-88-99699-48-2}}
* {{cita libro|titolo=Storia della canzone italiana|autore=[[Gianni Borgna]]|editore=Mondadori|città=Segrate|anno=1995-2004|collana=Oscar [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]]}}
* {{cita libro|titolo=Gli (in)Cantautori|autore=Luca Cerretti|autore2=[[Gianluca Morozzi]]|editore=D Editore|città=Roma|anno=2019|isbn=978-88-94830-42-2}}
* {{cita libro|titolo=Storia culturale della canzone italiana|autore=Jacopo Tomatis|editore=[[il Saggiatore (casa editrice)|il Saggiatore]]|città=Milano|anno=2019|isbn=978-88-428-2546-3}}
* {{cita libro|titolo=Cantautori e cantautrici del nuovo millennio|autore=Michele Neri|anno=2022|editore=[[Iacobelli Editore]]|città=[[Roma]]|cid=Neri}}
 
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== Collegamenti esterni ==
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