Procyon lotor: differenze tra le versioni
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{{Tassobox
| nome=Procione comune
| statocons=LC
| statocons_versione=iucn3.1
| statocons_ref = <ref>{{IUCN|summ=41686|autore=Timm, R., Cuarón, A.D., Reid, F. & Helgen, K.}}</ref>
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| didascalia=''Procyon lotor''
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
| Domino= [[Eukaryota]]
| regno=[[Animalia]]
| sottoregno=[[Eumetazoa]]
| superphylum=[[Deuterostomia]]
| phylum=[[Chordata]]
| subphylum=[[Vertebrata]]
| infraphylum=[[Gnathostomata]]
| superclasse=[[Tetrapoda]]
| classe=[[Mammalia]]
| sottoclasse=[[Theria]]
|
| superordine=[[Laurasiatheria]]
| ordine=[[Carnivora]]
| sottordine=[[Caniformia]]
| infraordine=
| superfamiglia=
| famiglia=[[Procyonidae]]
| sottofamiglia=[[Procyoninae]]
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| sottotribù=[[Procyonina]]
| genere= [[Procyon]]
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| specie='''P. lotor'''
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<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
| biautore=([[
| binome=Procyon lotor
| bidata=[[1758]])
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: -->
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| trinome=
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<!-- ALTRO: -->
| sinonimi?=
| sinonimi=
''Procyon gloveralleni''<br />{{zoo|Nelson & Goldman|1930}}<br />
''Procyon insularis''<br />{{zoo|Merriam|1898}}<br />
''Procyon maynardi''<br />{{zoo|Bangs|1898}}<br />
''Procyon minor''<br />{{zoo|Miller|1911}}<br />
''Ursus lotor''<br />{{zoo|Linnaeus|1758}}
| nomicomuni=
Procione lavatore<br />
Orsetto lavatore
| suddivisione=[[Areale]]
| suddivisione_testo=[[File:Cypron-Range Procyon lotor.svg|250px]]
}}
Il '''procione''', noto anche
== Tassonomia ==
[[
Nei primi decenni dopo la sua scoperta, effettuata da parte
== Evoluzione ==
[[
Sulla base dei [[fossili]] trovati in [[Francia]] e in [[Germania]]
== Sottospecie ==
[[
Cinque specie di procione [[endemismo|endemiche]] delle piccole isole dell'America
== Descrizione ==
=== Caratteristiche fisiche ===
[[
[[
Il procione è il rappresentante più grande dei [[Procyonidae|procionidi]]: dalla testa alla parte posteriore, il procione misura dai 41 cm ai 71 cm, escludendo la folta [[coda (anatomia)|coda]], la cui lunghezza può variare tra i 19,2 cm e i 40,5 cm. Solitamente non supera però i 25 cm<ref>{{Cita|Hohmann|p. 77|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 15|anke}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 58|sam}}.</ref>. L'altezza al garrese varia tra i 22,8 e i 30,4 cm<ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 16|anke}}.</ref>. Il peso di un procione adulto cambia considerevolmente a seconda dell'[[habitat]]: può variare da un minimo di 1,8 kg a un massimo di 13,6 kg, anche se solitamente è compreso tra i 3,6 kg e i 9 kg. Gli esemplari più piccoli si trovano nel sud della [[Florida]] e i più grossi vivono ai limiti settentrionali dell'areale del procione<ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 58-59|sam}}.</ref>. Il peso dei maschi è solitamente il 15-20% maggiore di quello delle femmine<ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 18|anke}}.</ref>. All'inizio dell'inverno, grazie al grasso accumulato durante la bella stagione, il procione può arrivare a pesare il doppio che in primavera<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 47-48|ulf}}.</ref><ref name="cita-MacClintock-p44-dorcas">{{Cita|MacClintock|p. 44|dorcas}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 108|sam}}.</ref>. L'esemplare selvatico più grosso di cui si abbia notizia scritta pesava ben 28 kg, in assoluto il peso più elevato mai registrato per un procione<ref>{{Cita|MacClintock|p. 8|dorcas}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 59|sam}}.</ref>.<br />La caratteristica principale del procione è la mascherina di [[pelo]] nero attorno agli occhi, in forte contrasto con il colore bianco che la circonda. Essa sembra quasi ricordare la maschera di un [[bandito]], particolare che ha sicuramente incoraggiato la sua reputazione di animale
[[File:Raccoonpenisbone.jpg|upright=0.5|thumb|left|[[Osso penico]] di un procione]]
[[
Il procione, la cui [[locomozione animale|locomozione]] è considerata quella di un [[plantigrado]], può sostenersi sulle [[zampe]] posteriori per analizzare gli oggetti con quelle anteriori, estremamente sensibili.<ref name="cita-Hohmann-p57-ulf">{{Cita|Hohmann|p. 57|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 71-72|sam}}.</ref> Dal momento che ha zampe corte rispetto al [[torso]], solitamente non riesce a correre molto velocemente o a compiere grandi balzi<ref>{{Cita|Hohmann|p. 93|ulf}}.</ref><ref name="z72">{{Cita|Zeveloff|p. 72|sam}}.</ref>. La velocità più elevata che il ''Procyon lotor'' può raggiungere sulle corte distanze varia tra i 16 km/h e i 24 km/h<ref>{{Cita|MacClintock|p. 28|dorcas}}.</ref><ref>{{Cita libro | cognome=Saunders |nome=Andrew D. | titolo=Adirondack Mammals | editore=Syracuse University Press | città=Syracuse, New York | anno=1989 | mese=marzo|isbn=978-0-8156-8115-1|p=256| capitolo=Raccoon | urlcapitolo=http://www.esf.edu/aec/adks/mammals/raccoon.htm}}</ref>. Il procione riesce a nuotare con una velocità media di 4.8 km/h e può rimanere in acqua per molte ore<ref name="z72"/><ref>{{Cita|MacClintock|p. 33|dorcas}}.</ref>. Per scendere dagli alberi a testa in giù, abilità piuttosto inusuale per un [[mammifero]] di queste dimensioni, il procione ruota le sue zampe posteriori, in modo da avere un saldo punto di appoggio<ref name="z72"/><ref>{{Cita|MacClintock|p. 30|dorcas}}.</ref>. Il procione ha un doppio sistema di raffreddamento per [[Termoregolazione|regolare la sua temperatura]]: infatti è in grado sia di [[sudorazione|sudare]] sia di ansimare per dissipare il [[calore]]<ref>{{Cita|MacClintock|p. 29|dorcas}}.</ref><ref name="z73">{{Cita|Zeveloff|p. 73|sam}}.</ref>. La [[dentatura]], 40 denti di cui 2 [[molari]], 4 [[premolari]], 1 [[Canino (anatomia)|canino]] e 3 [[incisivi]], è adatta alla sua alimentazione [[Onnivoro|onnivora]]: i [[carnassiali]] non sono così affilati come quelli dei [[Carnivoro|carnivori]], mentre i molari non sono così ampi come quelli degli [[Erbivoro|erbivori]]<ref>{{Cita|Zeveloff|p. 64|sam}}.</ref>. L'[[osso penico|osso del pene]] del maschio è lungo circa 10 cm e viene spesso utilizzato dai [[Biologo|biologi]] per classificare lo stato [[riproduzione|riproduttivo]] dei vari esemplari<ref>{{Cita|Hohmann|p. 27|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 84|dorcas}}.</ref>.<br />Ben 10 dei 13 versi vocali identificati sono usati nella [[Zoosemiotica|comunicazione]] tra le madri e i loro [[cucciolo|cuccioli]]: tra questi vi è il cinguettio simile a quello degli uccelli dei neonati<ref name="z73"/><ref>{{Cita|Hohmann|p. 66|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 92|dorcas}}.</ref>.
{{clear}}
=== Sensi ===
[[
[[
Il senso più sviluppato nel procione è quello del [[tatto]]<ref>Bartussek, op.cit.,p. 13</ref><ref
Si ritiene che il procione sia scarsamente capace di distinguere i colori se non totalmente [[discromatopsico]], sebbene i suoi occhi si siano ben adattati a percepire la [[luce]] [[verde]]<ref>{{Cita|Hohmann|p. 63|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 18|dorcas}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 66|sam}}.</ref>. Nonostante la sua [[accomodazione]] di 11 [[diottria|diottrie]] sia comparabile a quella dell'[[uomo]] e il procione riesca a vedere bene nella penombra grazie al [[tapetum lucidum]] posto dietro alla [[retina]], la percezione visiva è di secondaria importanza a causa della debolezza della [[vista]] su lunghe distanze<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 63-65|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|pp. 18-21|dorcas}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 66-67|sam}}.</ref>.
Oltre ad essere utile per orientarsi, l'[[olfatto]] è anche uno strumento di comunicazione. Le [[secrezione|secrezioni]] delle [[ghiandole]], in particolare delle ghiandole [[ano|anali]], l'[[urina]] e le [[feci]] sono infatti utilizzate per marcare il territorio<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 67-70|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 17|dorcas}}.</ref><ref name="z68-69">{{Cita|Zeveloff|pp. 68-69|sam}}.</ref>.
Grazie al suo [[udito]] il ''Procyon lotor'' riesce a percepire una vasta gamma di [[suono|suoni]], inclusi gli [[ultrasuoni]] fino a 50-85 [[Hertz|kHz]] e i rumori più quieti, come quelli prodotti dai [[verme|vermi]] nel sottosuolo<ref>{{Cita|Hohmann|pp.63, 72|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 68|sam}}.</ref>.
== Biologia ==
=== Comportamento ===
Il procione è un animale tipicamente [[animale notturno|notturno]].<br />È molto abile nell'arrampicarsi e vive prevalentemente sugli [[Albero|alberi]] o comunque nelle [[Foresta|foreste]], nei pressi di [[Lago|laghi]] o [[Fiume|fiumi]]. È capace di vivere anche sottoterra.
==== Socialità ====
[[File:Raccoons eat deer.png|thumb|left|Esemplari di procione che mangiano insieme]]
Alcuni studi condotti negli [[anni 1990|anni novanta]] dall'[[etologo]] Stanley D. Gehrt e da [[Ulf Hohmann]] mostrano che il procione assume comportamenti sociali specifici a seconda del [[sesso (biologia)|genere]] e che non è quindi un animale tipicamente solitario, come si riteneva in precedenza<ref name="gehrt">{{Cita pubblicazione|cognome=Gehrt |nome=Stanley D. |titolo=Raccoon social organization in South Texas |data= 1994}} (Dissertation at the University of Missouri-Columbia)</ref><ref>{{Cita|Hohmann|pp. 133-155|ulf}}.</ref>. Le femmine imparentate spesso vivono insieme nella cosiddetta ''[[fission-fusion society]]'' : in parole povere, dividono un'area comune e occasionalmente si incontrano nei luoghi dove si cibano e si riposano<ref>{{Cita|Bartussek|pp. 10-12|ingo}}.</ref><ref>{{Cita|Hohmann|pp. 141-142|ulf}}.</ref>. I maschi anche non imparentati spesso formano dei ''gruppi sociali maschili'' per mantenere i loro privilegi sociali contro i maschi stranieri durante la stagione degli amori o contro altri potenziali invasori<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 152-154|ulf}}.</ref>. I gruppi di questo tipo solitamente non contano più di quattro esemplari<ref name="cita-Bartussek-p12-ingo">{{Cita|Bartussek|p. 12|ingo}}.</ref><ref>{{Cita|Hohmann|p. 140|ulf}}.</ref>. Dal momento che alcuni maschi mostrano un atteggiamento aggressivo verso i cuccioli con cui non hanno legami di parentela, le madri di procione si isolano con i piccoli fino a quando questi ultimi non sono abbastanza grandi per difendersi da soli<ref>{{Cita|Hohmann|pp.124-126, 155|ulf}}.</ref>. Riferendosi a questi tre tipi principali di comportamenti sociali, Hohmann chiama la loro [[struttura sociale]] una ''società di tre classi''<ref>{{Cita|Hohmann|p. 133|ulf}}.</ref>. Samuel I. Zeveloff, professore di [[zoologia]] alla [[Weber State University]] e autore del libro ''Raccoons: A Natural History'', è più cauto in quest'interpretazione e conclude che almeno le femmine sono solitarie per la maggior parte del tempo e che, in accordo con gli studi condotti da Erik K. Fritzell nel [[Dakota del Nord]] nel 1978, nelle aree dove vi sono popolazioni meno dense anche i maschi lo sono<ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 137-139|sam}}.</ref>.<br />La forma e la dimensione del territorio del procione variano a seconda del genere e dell'[[habitat]]. Gli esemplari adulti hanno un territorio che è grande più del doppio di quello degli esemplari più giovani<ref>{{Cita|MacClintock|p. 61|dorcas}}.</ref>. Mentre le dimensioni del territorio del Procyon lotor nelle inospitali [[prateria|praterie]] del Nord Dakota variano tra i 6.7 e i 49.5 km<sup>2</sup> per i maschi e tra i 2.3 e i 16.3 km<sup>2</sup> per le femmine, la dimensione media in una [[palude]] al [[Lago Erie]] è di 0.49 km<sup>2</sup><ref>{{Cita|MacClintock|pp. 60-61|dorcas}}.</ref>. Indipendentemente dal fatto che i territori di gruppi adiacenti si sovrappongano o meno, eccetto che nella stagione degli accoppiamenti non vengono difesi attivamente se il cibo è sufficiente per tutti<ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 137-138|sam}}.</ref>. Si ritiene che i segnali olfattivi lasciati su punti in rilievo servano al proposito di stabilire i confini del proprio territorio e di identificare gli individui<ref name="z68-69"/>. Le [[urina|urine]] e le [[feci]] lasciate in [[latrina|latrine]] comuni possono fornirci delle ulteriori informazioni sui luoghi dove i procioni si cibano, dal momento che è stato osservato che i procioni vi fanno spesso ritorno per mangiare insieme, riposare e [[gioco|giocare]]<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 142-147|ulf}}.</ref>.
==== L'abitudine di "lavare il cibo" ====
[[File:Procyon lotor 7 - am Wasser.jpg|upright|thumb|left| Un esemplare di procione mentre "lava" del cibo in acqua]]
In cattività è stato osservato il curioso modo del ''Procyon lotor'' di immergere nell'[[acqua]] o sfregare nell'[[erba]] il cibo come per lavarlo (da questo il nome "orsetto lavatore"). Il procione tasta il cibo e altri oggetti con le zampette anteriori per esaminarli o per rimuovere parti indesiderate e, in effetti, la sensibilità al [[tatto]] viene accresciuta se queste azioni vengono compiute sott'acqua, grazie al fatto che l'acqua ammorbidisce lo [[strato corneo]] che copre le zampe<ref name="cita-Hohmann-p55-ulf" /><ref name="z7">{{Cita|Zeveloff|p. 7|sam}}.</ref>. Tuttavia, il comportamento osservato nei procioni in cattività di prendere il cibo e portarlo alla pozza d'acqua più vicina per "lavarlo" prima di mangiarlo non è stato osservato negli esemplari selvatici<ref name="lh41">{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 41|anke}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|pp. 56-57|dorcas}}.</ref>. Il [[naturalista]] [[Georges-Louis Leclerc, Comte de Buffon]] (1707 – 1788) credeva che il procione non disponesse di un'adeguata [[saliva]]zione per inumidire il cibo e che per questo dovesse bagnarlo, ma quest' assunzione è certamente non corretta<ref name="z7" /><ref name="lh41" /><ref>{{Cita|Holmgren|p. 70|virgi}}.</ref><ref name="m57">{{Cita|MacClintock|p. 57|dorcas}}.</ref>. I procioni in cattività lavano il loro cibo più frequentemente quando una pozza d'acqua con la forma simile a quella di un [[fiume]] non è più lontana di 3 [[metro|metri]] da loro<ref name="m57" />. La teoria più condivisa è che quella di lavare alcuni alimenti sia un'azione istintiva che imita la ricerca di cibo lungo le rive dei fiumi<ref name="z7" /><ref name="m57" /><ref>{{Cita|Hohmann|pp. 44-45|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|pp. 41-42|anke}}.</ref>. Quest'affermazione è sostenuta dall'osservazione che alcuni cibi vengono lavati più frequentemente di altri. Non si ritiene plausibile, invece, che il procione immerga il cibo nell'acqua al fine di pulirlo<ref name="m57" />. Gli esperti mettono in dubbio l'attendibilità di osservazioni di esemplari selvaggi che lavavano il loro cibo<ref>{{Cita|Holmgren|p. 22|virgi}} (pro)</ref><ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 41|anke}} (contro)</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 57|dorcas}} (contro)</ref>.
==== Intelligenza ====
Pochi studi sono stati intrapresi per comprendere le abilità mentali del procione, la maggior parte dei quali basati sul senso del [[tatto]] dell'animale. In uno studio condotto dall'[[etologo]] H.B.Davis nel [[1908]], si evidenziava come il procione fosse capace di aprire 11 su 13 [[serratura|serrature]] in meno di 10 tentativi e non avesse problemi a ripetere l'operazione quando le serrature venivano richiuse o addirittura capovolte. David concluse che il procione capiva i complicati meccanismi delle serrature e che la sua velocità di [[apprendimento]] era equivalente a quella del ''[[Macaca mulatta]]''<ref>{{Cita pubblicazione | cognome=Davis |nome=H. B. | anno=1907 | mese=ottobre| titolo=The Raccoon: A Study in Animal Intelligence | url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychology_1907-10_18_4/page/447 | rivista=The American Journal of Psychology | volume=18 | numero=4 | pp=447-489 |editore=University of Illinois Press |città=Champaign, Illinois |doi=10.2307/1412576}}</ref>. Ulteriori studi nel [[1963]], nel [[1973]], nel [[1975]] e nel [[1992]] si concentrarono sulla [[memoria (fisiologia)|memoria]] del ''Procyon lotor'' e dimostrarono che era in grado di ricordare la soluzione dei compiti assegnatigli per più di tre anni<ref name="h7172">{{Cita|Hohmann|pp. 71-72|ulf}}.</ref>. Uno studio condotto da B. Pohl nel 1992 mostrò come il procione fosse capace di separare [[simbolo|simboli]] diversi e riconoscere simboli uguali tre anni dopo una breve, iniziale, fase di apprendimento<ref name="h7172"/>. [[Stanislas Dehaene]] scrive nel suo libro ''The Number Sense'' che il procione è in grado di distinguere scatole contenenti 2 o 4 chicchi d'[[uva]] da scatole che ne contengono 3<ref>{{Cita libro | cognome= Dehaene |nome=Stanislas | titolo= The number sense | url= https://archive.org/details/numbersensehowmi00deha_813 | anno=1997 | editore=Oxford University Press | città=New York |isbn=0-19-511004-8 |pp=[https://archive.org/details/numbersensehowmi00deha_813/page/n24 12]}}</ref>.
=== Alimentazione ===
[[File:Mm am See.jpg|thumb|left|Un procione alla ricerca di cibo sulle rive di un [[lago]]]]
[[File:Procyon lotor eating.JPG|thumb|Esemplari di procione intenti a mangiare della frutta]]
Sebbene sia un animale tipicamente [[Animale notturno|notturno]], il procione qualche volta è attivo anche alla luce del giorno per sfruttare le risorse di [[Alimento|cibo]] disponibili<ref name="b10z99">{{Cita|Bartussek|p. 10|ingo}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 99|sam}}.</ref>. Il ''Procyon lotor'' è [[onnivoro]]: la sua [[dieta]] consiste per il 40% di [[invertebrati]], per il 33% di [[piante]] e per il 27% di [[vertebrati]] ([[pesci]], [[anfibi]] e [[roditori]])<ref>{{Cita|Hohmann|p. 82|ulf}}.</ref>. Poiché la sua dieta è caratterizzata da una così grande varietà di cibi diversi, Zeveloff afferma che il procione "''potrebbe benissimo essere uno degli animali più onnivori del mondo''" (in lingua originale: "''may well be one of the world's most omnivorous animals''"<ref>{{Cita|Zeveloff|p. 102|sam}}.</ref>).
Nonostante la sua dieta in [[primavera]] e all'inizio dell'[[estate]] consista per lo più di [[insetto|insetti]], [[verme|vermi]] e di altri [[animale|animali]] già disponibili nei primi mesi dell'anno, il ''Procyon lotor'' preferisce [[frutta]] fresca e [[frutta secca]], come [[ghianda|ghiande]] e [[Noce (frutto)|noci]], che maturano in tarda [[estate]] e in [[autunno]] e rappresentano una ricca fonte di [[caloria|calorie]] per fabbricare il grasso necessario per l'[[inverno]]<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 85-88|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|pp. 44-45|dorcas}}.</ref>. Contrariamente alle credenze popolari, il procione si nutre di prede grandi come [[uccello|uccelli]] o [[mammifero|mammiferi]] solo occasionalmente, perché preferisce prede più facili da catturare, quali [[pesce|pesci]] e [[anfibio|anfibi]]<ref>{{Cita|Hohmann|p. 83|ulf}}.</ref>. Quando c'è abbondanza di cibo, il procione può sviluppare forti preferenze personali per tipi di alimenti specifici<ref name="cita-MacClintock-p44-dorcas"/>. Nella parte settentrionale del suo areale, il procione va in [[letargo]], riducendo drasticamente le sue attività per tutto il tempo che la coltre di [[neve]] invernale rende impossibile la ricerca del cibo<ref>{{Cita|MacClintock|pp. 108-113|dorcas}}.</ref>.
=== Riproduzione ===
[[File:Common Raccoon (Procyon lotor) in Northwest Indiana.jpg|left|thumb|Un piccolo di procione di circa otto settimane]]
Il procione solitamente si accoppia in un periodo caratterizzato dall'aumento della luce diurna, tra la fine di gennaio e la metà di marzo<ref>{{Cita|Holmgren|p. 150|virgi}}.</ref><ref name='z122'>{{Cita|Zeveloff|p. 122|sam}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 81|dorcas}}.</ref>. Tuttavia ci sono notevoli differenze regionali che non sono completamente esplicabili dalle condizioni solari. Ad esempio, è noto che i procioni degli stati più a Sud si accoppiano tipicamente più tardi della media. Tuttavia, anche nel [[Manitoba]] la stagione degli accoppiamenti comincia più tardi del solito, a marzo, per estendersi poi fino a giugno<ref name="z122"/>. Durante la stagione degli accoppiamenti, i maschi si aggirano nel loro territorio in cerca di femmine, nel tentativo di corteggiarle durante il periodo di tre o quattro giorni in cui è possibile il [[concepimento]]. L'atto della [[Accoppiamento (zoologia)|copulazione]], inclusi i preliminari, può durare più di un'ora e viene ripetuto per più notti<ref name='ho150-151'>{{Cita|Hohmann|pp. 150-151|ulf}}.</ref>. Si ritiene che i membri più deboli di un gruppo sociale maschile abbiano l'opportunità di accoppiarsi quando gli individui più forti non riescano a farlo con tutte le femmine disponibili<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 153-154|ulf}}.</ref>. In uno studio condotto nel Sud del [[Texas]] durante la stagione degli amori dal [[1990]] al [[1992]], circa un terzo delle femmine si accoppiò con più di un maschio<ref>{{Cita pubblicazione | cognome=Gehrt |nome=Stanley | coautori=Fritzell, Erik K. | anno=1999 | mese=marzo| titolo=Behavioural aspects of the raccoon mating system: determinants of consortship success | rivista=Animal behaviour | volume=57 | numero=3 | pp=593-601 |editore=Elsevier |città=Amsterdam | issn=0003-3472 |doi=10.1006/anbe.1998.1037 | pmid=10196048 }}</ref>. Se una femmina non rimane incinta o se perde i suoi piccoli presto, talvolta diventa di nuovo fertile dagli 80 ai 140 giorni dopo<ref name="ho150-151"/><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 125|sam}}.</ref><ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 45|anke}}.</ref>.
[[File:RaccoonFamilyInCherryTreeAtNight.jpg|thumb|Un procione femmina con i suoi 4 cuccioli su di un ciliegio]]
Dopo circa 63-65 giorni di [[gestazione]] (la gestazione può comunque durare anche da 54 a 70 giorni), viene data alla luce una cucciolata che tipicamente va dai 2 ai 5 piccoli<ref>{{Cita|Zeveloff|pp.121,126|sam}}.</ref><ref>{{Cita|Hohmann|p. 131|ulf}}.</ref>. La dimensione media della cucciolata varia molto con l'habitat, e va dai 2,5 cuccioli in [[Alabama]] ai 4,8 cuccioli nel [[Nord Dakota]]<ref>{{Cita|Lagoni-Hansen|p. 50|anke}}.</ref><ref name='z126'>{{Cita|Zeveloff|p. 126|sam}}.</ref>. Cucciolate più grandi si hanno di solito nelle zone dove la mortalità è più elevata a causa, ad esempio, della [[caccia]] o degli inverni più rigidi<ref name="z126"/><ref>{{Cita|Bartussek|p. 32|ingo}}.</ref>. Mentre i nuovi maschi nati nell'anno raggiungono la loro maturità sessuale quando ormai la stagione principale degli accoppiamenti è finita, le giovani femmine possono riprodursi nello stesso anno di nascita e compensano in questo modo all'alta mortalità dei piccoli: fino al 50% dei cuccioli nati in un anno può essere figlio di femmine nate in quell'anno stesso<ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 123-127|sam}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|p. 82|dorcas}}.</ref><ref name="ho163"/>. Il maschio non si prende cura dei piccoli, che sono così affidati totalmente alla madre<ref name="cita-Bartussek-p12-ingo"/><ref>{{Cita|MacClintock|p. 83|dorcas}}.</ref><ref>{{Cita|Hohmann|p. 111|ulf}}.</ref>. I piccoli sono ciechi e sordi alla nascita, ma la loro mascherina di pelo nero è già ben visibile contro la pelliccia chiara<ref>{{Cita|Hohmann|pp.114, 117|ulf}}.</ref><ref name='z127'>{{Cita|Zeveloff|p. 127|sam}}.</ref>. Il peso alla nascita dei cuccioli varia tra i 65 e i 70 g, mentre la lunghezza è intorno ai 9 cm<ref name="z127"/>. Il loro canale auditivo si apre tra i 19 e i 23 giorni dopo la nascita e qualche giorno dopo i piccoli procioni aprono gli occhi per la prima volta<ref>{{Cita|Hohmann|p. 117|ulf}}.</ref>. Una volta che i piccoli raggiungono il peso di circa 1 kg, incominciano ad uscire dalla tana e dopo circa 6-9 settimane iniziano a consumare cibo solido<ref>{{Cita|Hohmann|p. 119|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|MacClintock|pp. 94-95|dorcas}}.</ref>. A quel punto, la madre incomincia ad allattarli con meno frequenza. Di solito i piccoli sono svezzati dopo 16 settimane<ref>{{Cita|Zeveloff|p. 129|sam}}.</ref>. In autunno, dopo che la madre ha mostrato loro i territori in cui possono trovare il cibo e costruirsi una tana, il gruppo dei giovani procioni si divide<ref name='z130'>{{Cita|Zeveloff|p. 130|sam}}.</ref><ref>{{Cita|Hohmann|pp. 126-127|ulf}}.</ref>. Mentre molte femmine rimangono vicine al territorio della madre, i maschi possono talvolta distanziarsi per più di 20 km<ref>{{Cita|Hohmann|p. 130|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 132-133|sam}}.</ref>. Questo è considerato un comportamento istintivo, volto a prevenire l'unione con i propri consanguinei<ref>{{Cita|Zeveloff|p. 133|sam}}.</ref><ref>{{Cita|Hohmann|p. 128|ulf}}.</ref>. Comunque, la madre e la propria prole possono anche condividere la tana durante il primo inverno nelle zone più fredde<ref name="z130"/>.
=== Aspettativa di vita ===
È noto che alcuni procioni in cattività sono vissuti per più di 20 anni<ref>{{Cita|Bartussek|p. 6|ingo}}.</ref>. Invece in natura l'aspettativa di vita media del procione varia tra gli 1,8 e i 3,1 anni, a seconda delle condizioni locali, valutate in termini di traffico, caccia e severità del tempo atmosferico<ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 118-119|sam}}.</ref>. A volte solo la metà dei nuovi nati riesce a sopravvivere per tutto l'anno<ref name='ho163'>{{Cita|Hohmann|p. 163|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 119|sam}}.</ref> e dopo il primo anno il tasso di mortalità si abbassa al 10-30%<ref name="ho163"/>. I giovani procioni spesso sono vulnerabili alla perdita della madre e muoiono per fame, specialmente negli inverni più lunghi e rigidi<ref>{{Cita|MacClintock|p. 73|dorcas}}.</ref>. La principale causa di morte dei procioni nel Nord America è il [[cimurro]], che può anche raggiungere porzioni [[epidemia|epidemiche]] e uccidere la maggior parte di una popolazione locale di procioni<ref name="ergebnisse">{{Cita web | url=http://www.projekt-waschbaer.de/erste-ergebnisse/ | titolo=Erste Ergebnisse | accesso=7 dicembre 2008 | cognome=Michler |nome=Frank-Uwe | coautori=Köhnemann, Berit A. | anno=2008 | mese=giugno | sito=„Projekt Waschbär“ | lingua=de | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090214202619/http://www.projekt-waschbaer.de/erste-ergebnisse | dataarchivio=14 febbraio 2009 }}</ref>. Il traffico particolarmente intenso e la caccia molto estesa possono, in alcune aree, essere responsabili del 90% della morte dei procioni<ref name="ergebnisse"/>. I principali [[predatori]] del procione sono la [[lince rossa]], il [[coyote]] e il [[gufo della Virginia]], che solitamente cacciano gli individui più giovani. Nella [[baia di Chesapeake]] il procione è il mammifero più cacciato dall'[[aquila di mare testabianca]]<ref>{{Cita web|url=http://bna.birds.cornell.edu/bna/species/506/articles/foodhabits |titolo=Birds of North America Online |editore=Bna.birds.cornell.edu |data= |accesso=19 marzo 2010}}</ref>. In ogni caso, la caccia da parte dei predatori non costituisce una causa di morte significativa per il procione, soprattutto perché i grandi predatori sono stati sterminati in molte zone del suo areale<ref>{{Cita|Zeveloff|pp. 111-112|sam}}.</ref>.
== Distribuzione e habitat ==
=== Distribuzione ===
[[File:Raccoon range.png|thumb|Areale del procione<br />{{legend|red|nativo}} {{legend|blue|introdotto}}]]
L'[[areale]] della specie comprende il sud del [[Canada]], buona parte degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il [[Messico]] e parte dell'[[America centrale]] sino a [[Panama]].
Verso la metà del [[XX secolo]] il procione è stato deliberatamente introdotto anche in [[Francia]], in [[Germania]], nelle regioni del [[Caucaso]] e in [[Giappone]].<br/>Nella Francia settentrionale, diversi procioni furono liberati da militari della [[United States Air Force|U.S. Air Force]] vicino alla ''Laon-Couvron Air Base'' (una ex base congiunta franco-americana nel [[dipartimento dell'Aisne]]) nel [[1966]].<ref>{{Cita|Hohmann|p. 13|ulf}}.</ref><br/>A seguito di alcuni avvistamenti e catture lungo il corso dell'[[Adda]] tra il 2004 e il 2008, si ipotizza che la specie abbia attraversato le [[Alpi]] e si stia diffondendo in [[Lombardia]].<ref>{{collegamento interrotto|1=http://www.italian-journal-of-mammalogy.it/article/download/4428/4364 |data=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Confermata la presenza e la cattura lungo il corso dell'Adda a Cassano nel 2010. A tal proposito, dal 2016 è in atto un’operazione di bonifica volta ad eradicare questa colonia, considerata pericolosa per la biodiversità della zona.<ref>{{cita web |url=http://www.isprambiente.gov.it/files2018/eventi/evento-conclusivo-progetto-life-u-savereds/PANZERI_procioni_lombardia.pdf |titolo=Quali strategie gestionali per i mammiferi alloctoni? Il caso del procione in Lombardia |autore=Università Insubria |accesso=22 dicembre 2019}}</ref> Nel novembre 2019 è stata diramata la notizia della quasi completa eradicazione e l'operazione dovrebbe concludersi entro il 2020.
==== Nord America ====
[[File:Albino raccoon.png|thumb|Un procione della Florida (''Procyon lotor elucus'') [[Albinismo|albino]] a [[Virginia Key]], [[Florida]].]]
I procioni sono diffusi in tutta l'[[America settentrionale]], dal [[Canada]] a [[Panama]], dove la specie ''Procyon lotor pumilus'' coesiste con il [[procione cancrivoro]] (''Procyon cancrivorus'').<ref>{{cita|Hohmann|pp.12,46|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zefeloff|pp.75,88|sam}}.</ref> La popolazione su [[Hispaniola]] venne sterminata entro il [[1513]] dai [[Colonizzazione spagnola delle Americhe|coloni spagnoli]] che li cacciavano per la loro carne.<ref>{{cita|Holmgren|p. 58|virgi}}.</ref> I procioni vennero cacciati fino all'[[estinzione]] anche a [[Cuba]] e in [[Giamaica]], dove gli ultimi avvistamenti furono riportati nel [[1687]].<ref>{{cita|Holmgren|pp. 58-59|virgi}}.</ref> Quando vennero classificati come specie distinte, il procione delle [[Bahamas]], il procione di [[Guadalupa]] e il procione di Tres Marias vennero inclusi nella lista delle [[specie in pericolo]] dall'[[Unione internazionale per la conservazione della natura]] nel [[1996]].<ref>{{cita|Zefeloff|pp. 42-45|sam}}.</ref>
Vi sono prove archeologiche che nell'[[Civiltà precolombiane|era precolombiana]] i procioni prosperavano numerosi solamente nei dintorni dei [[Fiume|fiumi]] e nei [[bosco|boschi]] degli [[Stati Uniti meridionali]].<ref>{{cita|Zeveloff|p. 77|sam}}.</ref> Poiché i procioni non vennero menzionati nei primi resoconti dei [[pionieri americani]] che esploravano la parte centrale e settentrionale degli attuali Stati Uniti d'America,<ref>{{cita|Zeveloff|p. 78|sam}}.</ref> la loro diffusione in queste aree probabilmente cominciò nella seconda metà del [[XIX secolo]]. Fin dagli [[anni 1950]], i procioni si erano diffusi dall'[[Isola di Vancouver]] —precedentemente il limite massimo settentrionale della loro diffusione— fino alla porzione settentrionale delle quattro province centro-meridionali del Canada.<ref>{{cita|Zeveloff|p. 75|sam}}.</ref> Tra gli [[habitat]] in cui si sono recentemente insediati i procioni (a parte le aree urbane) vi sono le [[Montagne Rocciose]] occidentali, praterie e [[Palude salmastra|paludi costiere]].<ref>{{cita|Zeveloff|p. 76|sam}}.</ref> Dopo l'esplosione di popolazione cominciata negli [[anni 1940]], si stima che la popolazione di procioni nel Nord America sia cresciuta a tal punto che negli [[anni 1980]] fosse addirittura dalle 15 alle 20 volte superiore a quella degli [[anni 1930|anni '30]], quando ancora i procioni erano relativamente rari.<ref>{{cita|Zeveloff|pp. 75-76|sam}}.</ref> L'[[urbanizzazione]] (grazie alla quale possono trovare facilmente grandi quantità di cibo), l'espansione dell'[[agricoltura]], l'introduzione deliberata e la caccia ai loro predatori naturali ha incrementato notevolmente il numero e la diffusione dei procioni.<ref>{{cita|Zeveloff|pp. 76-78|sam}}.</ref>
==== Germania ====
[[File:Waschbaer-verbreitung.png|thumb|Distribuzione in [[Germania]]: procioni uccisi o rinvenuti morti dai cacciatori nelle stagioni di caccia 2000–01, 2001–02 e 2002–03 nei vari distretti amministrativi tedeschi.]]
La [[Germania]] ospita la più numerosa popolazione al mondo di procioni al di fuori del Nord America come risultato di fughe da allevamenti e di [[Specie alloctona|introduzioni]] deliberate nella metà del [[XX secolo]].<ref>{{cita|Lagoni-Hansen|pp. 89-90|anke}}.</ref>
In [[lingua tedesca]] il procione viene chiamato ''Waschbär'', letteralmente "orso lavatore", per via della sua abitudine di "lavare" il cibo in [[acqua]]. Due coppie di procioni vennero rilasciate nella campagna tedesca nella riserva di [[Edersee]] nel nord dell'[[Assia]] nell'aprile [[1934]] da una guardia forestale su richiesta del proprietario, un allevatore di pollame;<ref>{{cita|Hohmann|pp. 9-10|ulf}}.</ref> il forestale rilasciò gli animali due settimane prima di ricevere il permesso dall'ufficio della caccia [[prussia]]no di "arricchire la [[fauna]]."<ref>{{cita|Hohmann|p. 10|ulf}}.</ref> Tentativi precedenti di introdurre il procione in Germania non avevano avuto successo.<ref name="cita-Hohmann-p11-ulf">{{cita|Hohmann|p. 11|ulf}}.</ref><ref>{{cita|Lagoni-Hansen|p. 84|anke}}.</ref> Una seconda popolazione di procioni venne introdotta accidentalmente nella Germania orientale nel [[1945]] quando 25 esemplari riuscirono a scappare da un allevamento per produzione di [[pelliccia|pellicce]] a Wolfshagen (nell'attuale distretto di [[Altlandsberg]]), a est di Berlino, dopo un attacco aereo. Le due popolazioni sono [[Parassitologia|parassitologicamente]] distinguibili : il 70% dei procioni della popolazione dell'Assia sono infetti dal [[Nematoda|verme]] ''[[Baylisascaris procyonis]]'', ma nessuno esemplare della popolazione [[Brandeburgo|brandeburghese]] ha tale parassita.<ref>{{cita|Hohmann|p. 182|ulf}}.</ref> Si stima che la popolazione Hessiana fosse composta da 285 animali nel [[1956]], salita ad oltre 20.000 nel [[1970]]; la popolazione totale in Germania veniva stimata tra i 200.000 e 400.000 procioni nel [[2008]]<ref name="cita-Hohmann-p11-ulf"/> e oltre 1 milione nel [[2012]].<ref>{{cita news|url = http://www.spiegel.de/international/germany/germany-overrun-by-raccoon-invasion-a-847847.html|titolo = Raccoon Invasion: Germany Overrun by Hordes of Masked Omnivores|autore=Matthias Schulz|data=3 agosto 2012|accesso=4 maggio 2015 }}</ref>
Il procione è stato dichiarato ufficialmente [[selvaggina]] in 14 dei 16 [[Land (Germania)|stati della Germania]] sin dal [[1954]].<ref>{{cita|Hohmann|pp.18, 21|ulf}}.</ref> I cacciatori e gli [[ambientalismo|ambientalisti]] sono concordi nel considerare il procione una [[Specie alloctona|specie aliena]] invasiva e pericolosa, resa ancor più minacciosa dalla diffusione apparentemente incontrollata e incontrollabile,
in quanto minaccia le specie di [[uccelli]] protette e sostituisce i [[Carnivora|carnivori]] domestici.<ref name="stellungnahme" /> Questa visione ampiamente diffusa viene però contrastata, ad esempio, dallo [[zoologia|zoologo]] Frank-Uwe Michler che non ha riscontrato alcuna prova che un'ampia diffusione di procioni infici la [[biodiversità]] di un'area.<ref name="stellungnahme" /> Hohmann sostiene che la caccia estensiva non può essere giustificata dall'assenza di predatori naturali, perché la predazione non è una causa significativa di morte nella popolazione di procioni nordamericani.<ref>{{cita|Hohmann|p=14–16|ulf}}.</ref>
====Giappone====
In [[Giappone]] ne vennero importati circa 1.500 come animali da compagnia in seguito al successo dell'[[anime]] {{Nihongo|''[[Rascal, il mio amico orsetto]]''|あらいぐまラスカル|Araiguma Rasukaru}} del [[1977]]. Nel [[2004]], i discendenti degli esemplari fuggiti o abbandonati avevano colonizzato 42 delle 47 [[prefetture del Giappone]].<ref>{{cita web|url=http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20040916f1.html|titolo=Raccoons – new foreign menace?|accesso=7 dicembre 2008|autore=Reiji Yoshida|data=16 settembre 2004|rivista=The Japan Times Online|editore=The Japan Times Ltd.}}</ref><ref>{{cita web|url=http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20080219a5.html|titolo=Raccoons take big bite out of crops|accesso=7 dicembre 2008|data=19 febbraio 2008|rivista=The Japan Times Online|editore=The Japan Times Ltd.}}</ref><ref name=Tohru>{{cita news|autore=Tohru Ikeda|autore2=Makoto Asano|nome2=|autore3=Yohei, Abe e Go Matoba|anno=2004|titolo=Present Status of Invasive Alien Raccoon and its Impact in Japan|pubblicazione=Global Environmental Research|volume=8|numero=2|pp=125-131|issn=1343-8808|url=http://www.airies.or.jp/publication/ger/pdf/08-02-03.pdf|accesso=7 dicembre 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090326112531/http://www.airies.or.jp/publication/ger/pdf/08-02-03.pdf|dataarchivio=26 marzo 2009}}</ref>
I procioni erano diffusi in 17 prefetture nel 2000 e in tutte 47 nel 2008.<ref name="Ribaraki">{{cita news|autore=山﨑晃司・佐伯緑・竹内正彦・及川ひろみ|anno=2009|titolo=ja:茨城県でのアライグマの生息動向と今後の管理課題について|rivista=県自然博物館研究報告|volume=12|url=http://www.nat.pref.ibaraki.jp/publish/documents/study_report/kenkyu12_light.pdf|pp=41-49|accesso=3 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110529201015/http://www.nat.pref.ibaraki.jp/publish/documents/study_report/kenkyu12_light.pdf|dataarchivio=29 maggio 2011|lingua=ja}}</ref> Si stima che i procioni causino 30 milioni di [[yen]] (circa 275.000 dollari americani) di danni all'[[agricoltura]] nella sola [[Hokkaidō]].<ref>{{cita news|autore=Jason G. Goldman|titolo=How a Kids' Cartoon Created a Real-Life Invasive Army|url=http://nautil.us/blog/-how-a-kids-cartoon-created-a-real_life-invasive-army|accesso=31 maggio 2017|rivista=Nautilus|data=30 maggio 2017|dataarchivio=31 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170831045038/http://nautil.us/blog/-how-a-kids-cartoon-created-a-real_life-invasive-army|urlmorto=sì}}</ref>
=== Habitat ===
Il suo [[habitat]] naturale è costituito da [[deciduo|foreste decidue]] e [[foreste temperate|temperate]], ma grazie alla sua spiccata adattabilità può vivere anche in zone montane, [[palude|paludi]] in prossimità delle coste, e perfino nelle [[area urbana|aree urbane]], dove spesso non è visto di buon grado dagli abitanti.
[[File:Northern Raccoons in tree.jpg|thumb|Un procione che cerca rifugio su di un albero ([[Ottawa]], [[Ontario]])]]
Anche se negli ultimi decenni si sono diffusi in aree con alberi sparsi, i procioni hanno sempre bisogno di strutture verticali su cui arrampicarsi quando si sentono minacciati<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 93-94|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zefeloff|p. 93|sam}}.</ref>. Per questo motivo, evitano terreni aperti o zone con un'alta concentrazione di [[fagus|faggi]], perché la loro [[Corteccia (botanica)|corteccia]] è troppo liscia per arrampicarsi<ref>{{Cita|Hohmann|p. 94|ulf}}.</ref>. I buchi che si creano in maniera naturale nei [[Fusto (botanica)|tronchi]] delle vecchie [[querce]] o di altri alberi e le fenditure nelle rocce sono luoghi scelti dai procioni per dormire oppure come tane per l'inverno o per partorire i cuccioli. Se tane di questo tipo non sono disponibili o se accedervi non è conveniente, i procioni si servono di buchi creati da altri mammiferi, del denso sottobosco oppure di inforcature degli alberi<ref>{{Cita|Hohmann|pp. 97-101|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zefeloff|pp. 95-96|sam}}.</ref>. Dal momento che [[anfibi]], [[crostacei]] e altri animali che si trovano sulle rive di laghi e fiumi giocano un ruolo importante nella dieta del procione, le basse foreste [[deciduo|decidue]] e [[foresta temperata|temperate]] che abbondano di acqua e paludi sono i luoghi che ospitano la maggior parte degli individui<ref name="cita-Hohmann-p160-ulf">{{Cita|Hohmann|p. 160|ulf}}.</ref><ref>{{Cita|Zeveloff|p. 98|sam}}.</ref>. Mentre nelle [[praterie]] la densità della popolazione varia tra gli 0,5 e i 3,2 animali per chilometro quadrato e non supera i 6 animali nelle foreste più alte, nelle basse foreste decidue e temperate e nelle paludi possono vivere anche 20 esemplari per chilometro quadrato<ref name="cita-Hohmann-p160-ulf"/><ref>{{Cita|Zefeloff|p. 97|sam}}.</ref>.
== Note ==
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome=Bartussek |nome=Ingo | titolo=Die Waschbären kommen | editore=Cognitio | città=Niedenstein, Germania | anno=2004 |isbn=978-3-932583-10-0|lingua=de|cid=ingo}}
* {{cita libro | cognome=Hohmann |nome=Ulf | coautori= Ingo Bartussek; Bernhard Böer | titolo=Der Waschbär | editore=Oertel+Spörer | città=Reutlingen, Germania | anno=2001 |isbn=978-3-88627-301-0|lingua=de|cid=ulf}}
* {{cita libro | cognome=Holmgren |nome=Virginia C. | titolo=Raccoons in Folklore, History and Today's Backyards | url=https://archive.org/details/raccoonsinfolklo0000holm | editore=Capra Press | città=Santa Barbara, California, Stati Uniti | anno=1990 |isbn=978-0-88496-312-7|lingua=en|cid=virgi}}
* {{cita libro | cognome=Lagoni-Hansen |nome=Anke | titolo=Der Waschbär | editore=Verlag Dieter Hoffmann | città=Mainz, Germania | anno=1981 |isbn=3-87341-037-0|lingua=de|cid=anke}}
* {{cita libro | cognome=MacClintock |nome=Dorcas | titolo=A Natural History of Raccoons | editore=The Blackburn Press | città=Caldwell, New Jersey, Stati Uniti | anno=1981 |isbn=978-1-930665-67-5|lingua=en|cid=dorcas}}
* {{IUCN|summ=41686|autore=Mustelid Specialist Group 1995|cid=}}
* {{cita libro | cognome=Zeveloff |nome=Samuel I. | titolo=Raccoons: A Natural History | url=https://archive.org/details/raccoonsnaturalh0000zeve | editore=Smithsonian Books | città=Washington, D.C., Stati Uniti | anno=2002 |isbn=978-1-58834-033-7|lingua=en|cid=sam}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sul|q_etichetta=procione|wikt=procione|wikt_etichetta=procione}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://wdfw.wa.gov/wlm/living/raccoons.htm|titolo=Living with Wildlife: Raccoons|accesso=13 maggio 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080324192751/http://wdfw.wa.gov/wlm/living/raccoons.htm|dataarchivio=24 marzo 2008|urlmorto=sì}}:informazioni su come trattare i procioni urbani da parte del Washington Department of Fish and Wildlife
* {{cita web|url=http://fohn.net/raccoon-pictures-facts/|titolo=Raccoon Tracks|accesso=13 maggio 2009|lingua=en}}:informazioni generali sui procioni
* {{cita web|url=http://www.mnsi.net/~remocoon/index2.htm|titolo=Remo Raccoon's Home Page|accesso=13 maggio 2009|lingua=en}}: sito sui procioni come animali domestici; include informazioni su [http://www.mnsi.net/~remocoon/firstaid.htm Primo Soccorso] ed [http://www.mnsi.net/~remocoon/regulats.htm i regolamenti dei vari stati degli USA]
* {{Collegamento interrotto|1=http://www.parcoforestecasentinesi.it/pfc/index.php?option=com_content&jos_change_template=pfc_vivere&task=view&id=1129&Itemid=62&lang=it }}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|mammiferi}}
[[Categoria:Procionidi]]
[[Categoria:Taxa classificati da Linneo]]
[[Categoria:Fauna nordamericana]]
[[Categoria:Fauna europea]]
[[Categoria:Fauna asiatica]]
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