Tufo: differenze tra le versioni
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Il tufo era segnato come roccia sedimentaria, ma è una piroclastica Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
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{{nota disambigua
{{F|geologia|marzo 2013|Nessuna fonte}}{{L|geologia|ottobre 2021}}{{Roccia
|Didascalia = Tufo dalla Slovacchia
|Categoria = roccia piroclastica
|Composizione =
|Minerali = [[sanidino]], [[clinopirosseno]]
|Struttura =
|Colore = beige, giallo, grigio, bruno |Paralleli = Tuff shards.jpg
|Incrociati =
|Note sezioni sottili =
}}
Il '''tufo''' (in latino: ''Tofus'' o ''Tophus'') è una [[roccia magmatica|roccia ignea]], in particolare è la più diffusa delle [[piroclasto|rocce piroclastiche]].
Sebbene il nome "tufo" vada propriamente riservato a formazioni di origine vulcanica, esso viene utilizzato per indicare rocce diverse, accomunate dal fatto di essere leggere, di media durezza e facilmente lavorabili. In particolare in alcune regioni italiane prive di giacimenti tufacei vulcanici viene chiamato tufo il calcare poroso (es.: il ''tufo delle Puglie'').
== Tufi vulcanici ==
I tufi - intesi come differenti varietà di tufo - risultano formati in maggior parte da [[Lapillo|lapilli]] di dimensioni comprese fra i 2 mm e i 30 mm, emessi durante un'[[eruzione vulcanica]].
Col nome di ''tufiti'' vengono indicate quelle rocce costituite da materiale vulcanico detritico, eventualmente associato anche a conchiglie marine. La struttura dei tufi è detta cinerica o vitroclastica per l'aspetto della porzione vetrosa che appare finemente suddivisa e frammentaria. I lapilli di dimensioni minori riescono a imprigionare talvolta quelli di dimensione maggiore e tale solidificazione viene realizzata anche tramite l'azione dell'[[acqua]]. L'ambiente in cui questi lapilli si depositano può essere estremamente variabile e, insieme alla composizione della [[roccia]], determina le caratteristiche di colore, struttura e tessitura dei tufi.
=== Il tufo in Campania ===
====Il tufo giallo napoletano====
Il tufo giallo napoletano, per esempio, è prodotto dall'attività vulcanica dei [[Campi Flegrei]] e si è formato dalla cenere vulcanica di colore biancastro detta "pozzolana" (''lapis puteolanus'', da Pozzuoli), sedimentatasi nel mare e successivamente emersa a seguito di pressioni tettoniche, datate fra i {{formatnum:35000}} e i {{formatnum:10500}} anni fa (Secondo Periodo Flegreo). Per questa ragione il tufo giallo dei Campi Flegrei si trova sempre al di sotto degli strati di pozzolana e talora può contenere rari fossili conchigliferi. Il tufo giallo napoletano corrisponde ad un immenso edificio vulcanico, avente un cratere di 15 km di diametro (con epicentro corrispondente all'attuale città di [[Pozzuoli]]), i cui bordi residui si riconoscono nella collina di [[Posillipo]], la [[collina dei Camaldoli]], la dorsale settentrionale del cratere di [[Quarto (Italia)|Quarto]], i monti di San Severino, l'acropoli di [[Cuma]], e il rilievo di [[Monte di Procida]]. All'interno di questo cratere primordiale si sono inseriti successivamente tutti gli altri edifici vulcanici dei Campi Flegrei (corrispondenti al c.d. Terzo Periodo Flegreo), ad eccezione delle isole flegree di [[Procida]], [[Vivara]], e [[Ischia (isola)|Ischia]] che si collocano al di fuori di esso. All'interno del cratere primordiale spicca ancora l'imponente massiccio in tufo giallo del Monte Gauro (320 m), situato tra Pozzuoli e il [[Monte Nuovo]], ben visibile dalla [[tangenziale di Napoli]] che vi passa accanto.
====Il tufo verde di Ischia====
Sull'[[Ischia (isola)|isola di Ischia]], tipico e diffuso è il tufo verde, una pozzolana biancastra compattata prodotta dalle eruzioni dei crateri intorno al [[monte Epomeo]] avvenuta {{formatnum:55000}} anni fa, il cui sprofondamento nel mare e la sua successiva riemersione (tra {{formatnum:28000}} e {{formatnum:15000}} anni fa) gli ha conferito l'attuale caratteristico colore verde chiaro o verde-grigiastro.
====Il tufo vesuviano di Ercolano====
Ai piedi del [[Vesuvio]], nella zona che va da [[Scavi archeologici di Ercolano|Ercolano]] fino a [[Torre Annunziata]] si ha un tufo brunastro che corrisponde alla colata di fango emersa dal vulcano durante l'eruzione del [[79 d.C.]], che ha sommerso le città e gli insediamenti antichi delle pendici e della costa in quella zona; ad Ercolano essa raggiunge un'altezza variabile da 12 a 25 metri. A [[Torre Annunziata]] invece si possono osservare le sue ultime propaggini: agli scavi della villa di [[Poppea]] ad [[Oplonti]] infatti il fango solidificatosi in tufo raggiunge solo 5 m di spessore e copre lo strato di lapilli (alto 1,80 m); gli stessi lapilli che a poca distanza hanno completamente coperto sotto 6–8 m l'antica città di [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]].
[[File:Sorrent.jpg|thumb|upright=1.3|Vista della [[penisola sorrentina]]<br />con Sorrento sullo sfondo]]
====Il tufo sorrentino====
Alla costiera sorrentina, tutta la zona compresa tra [[Meta (Italia)|Meta]] e [[Sorrento]] corrisponde ad un esteso ed alto banco tufaceo di colore bruno-grigiastro, che cade a picco sul mare con una falesia alta dai 50 ai 100 m. Il banco tufaceo non ha nulla a che vedere con i circostanti rilievi calcarei dei [[Monti Lattari]], le cui bianche rocce esso ricopre in profondità.
In effetti, l'altopiano corrisponde ad un antico "''graben''" ("fossa"), che in tempi geologici recenti si è andato colmando parzialmente con prodotti vulcanici provenienti dai Campi Flegrei e dal Somma-Vesuvio, e da altri apporti vulcanici ma di carattere alluvionale, provenienti dal dilavamento delle montagne circostanti. Si è formato circa {{formatnum:35000}} anni fa, in gran parte a seguito di un unico evento eruttivo, sotto forma di nube ignimbritica.
====Il tufo di Teano-Roccamonfina====
In [[Provincia di Caserta]] nella zona di [[Teano]] si rinviene un tufo di colore bruno o grigio o violaceo, derivato dai prodotti cineritici del vicino [[Roccamonfina (vulcano)|vulcano di Roccamonfina]] che si sono compattati nel corso dei millenni, divenendo appunto roccia tufacea. In direzione sud-est, questi banchi tufacei si rinvengono ai piedi dei [[Monti Trebulani]] di natura calcarea, dove naturalmente ricoprono le rocce calcaree che proseguono il loro andamento in profondità, e dove talora vengono estratti da piccole cave in piano a cielo aperto.
====Il tufo grigio di Nocera====
Il tufo grigio di [[Nocera Inferiore|Nocera]] si è formato in seguito alle eruzioni del periodo Archiflegreo (circa 33-{{formatnum:35000}} anni fa). Sin dall'[[Scavi archeologici di Pompei|antichità]] ha rappresentato uno dei principali [[materiali da costruzione]] dell'[[Agro Nocerino Sarnese]]. Il principale punto di estrazione è rappresentato dalle [[Tufara di Fiano|tufare di Fiano]], a nord della città di [[Nocera Inferiore]], noto anche perché in esso è stato rinvenuto un minerale, che fu denominato [[Nocerite]] dal suo scopritore [[Arcangelo Scacchi]].
=== Il tufo nel Lazio ===
[[File:Tufo Necropoli della Banditaccia.JPG|thumb|Tufo nella [[Necropoli della Banditaccia]] a [[Cerveteri]]]]
[[File:Tufo 002.jpg|thumb|Blocchetto da costruzione di tufo di Riano]]
Il tufo, abbondantissimo nei distretti vulcanici del [[Lazio]], cominciò ad essere usato come [[materiale da costruzione]] sin dal [[VII secolo a.C.]], dai prisci [[Civiltà romana|Romani]], dagli altri Latini e dagli [[Etruschi]], perché è una roccia piuttosto resistente ma leggera e lavorabile. In epoca romana veniva usato anche come base per ottenere malte idrauliche. È stato usato pure per costruzioni più recenti come le città di fondazione nel Pontino.
I tufi del Lazio sono principalmente il frutto dell'azione del [[Vulcano Sabatino]] nel periodo che va all'incirca fra {{formatnum:600000}} e {{formatnum:300000}} anni fa. A seconda della zona ove si sono depositati i [[piroclasti]] si classificano vari tipi di tufo.
* ''Tufo stratificato di [[La Storta]]'' lapilloso ed a tratti pomiceo;
* ''Tufo stratificato varicolore di [[Sacrofano]]'' più o meno semilitoide ([[peperino]]), e ''tufo giallo di Sacrofano'';
* ''Tufo di [[Castelnuovo di Porto|Castelnuovo]]'' scoriaceo e con elementi pomicei, di colore grigio;
* ''Trachite di [[Morlupo]]'' deposito lavico bolloso grigio, di limitata ampiezza e spessore;
* ''Tufo giallo della [[Strada statale 3 bis Tiberina|via Tiberina]]'' coriaceo e con [[leucite]], ricco in [[zeoliti]] ([[cabasite]] e [[phillipsite]]) derivate dalla trasformazione del vetro;
* ''Tufo di [[Riano (Italia)|Riano]]'' grigio chiaro, compatto;
* ''Tufo di [[Civita Castellana]]'' tufo etrusco;
* ''Tufo di [[Gallese (Italia)|Gallese]]'' rosso, a scorie nere.
Degni di nota anche i tufi prodotti dalle eruzioni dei [[Colli Albani]] ([[Vulcano Laziale]]) fra {{formatnum:600000}} e {{formatnum:36000}} anni fa:
* ''Tufo lionato'', utilizzato sin dal III sec. a.C. dai Romani;
* ''Tufo di Villa Senni'';
* ''Tufo di [[Albano Laziale]]'';
* ''Tufo grigio del [[Palatino]] o cappellaccio.<ref>{{cita news|lingua=en|autore=Liliana Panei|titolo=The tuffs of the “Servian Wall” in Rome|pubblicazione=ArchéoSciences|anno=2010|p=39|url=https://journals.openedition.org/archeosciences/2599}}</ref>
== Rocce calcaree ed arenarie ==
Anche i [[Calcare|calcari]] formati da [[Sedimento|sedimenti]] precipitati grazie all'azione dell'acqua formano rocce chiamate ''tufi'', che generalmente includono tracce di vegetali o di [[Conchiglia|conchiglie]] [[Fossile|fossilizzate]].
Si tratta perciò di rocce [[arenaria|arenarie]] e sono ampiamente utilizzate nell'edilizia: ad esempio in [[Sicilia]] nella zona del [[Trapani|Trapanese]], comprese le famose cave sull'[[isola di Favignana]], oppure in [[Puglia]],
specialmente nelle numerose cave del tarantino situate tra [[Lizzano]] e [[Fragagnano]] da cui vengono estratte calcareniti di colore bianco (chiamate appunto "tufo") ed altre di colore più ambrato e di consistenza più dura (chiamate "carparo") e che attualmente sono ampiamente usati nelle costruzioni edili in tutta la regione. Sempre in Puglia, una forma a grana più fina e pregiata è denominata [[pietra leccese]] e viene usata in sostituzione del marmo in campo artistico; in [[Francia]], per usi analoghi, è usato il ''[[tuffeau]]''.
In questo contesto edilizio viene chiamato ''tufo'' la roccia arenaria di colore bianco, mentre invece viene utilizzato il termine ''[[carparo]]'' per quella di colore più ambrato.
Un tipo particolarmente pregiato di questa roccia arenaria è il cosiddetto ''tufo svardato'', utilizzato in particolare negli scavi dei [[Sassi di Matera]] e nei rioni antichi della città di [[Matera]]. Le caratteristiche sono la sua grana molto fina, la particolare resistenza ed il colore leggermente verdognolo, legato alla presenza di muffe sulla superficie esterna.
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Eruzione vulcanica]]
* [[Vulcanologia]]
* [[Camini delle fate]]
* [[Materiale da costruzione]]
* [[Nenfro]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|geologia|materiali|mineralogia|Scienze della Terra}}
[[Categoria:Tufo| ]]
[[Categoria:Territorio flegreo|Tufo (roccia)]]
[[Categoria:
[[Categoria:Vulcanologia]]
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