Purāṇa: differenze tra le versioni
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[[File:Indischer Maler um 1760 65 001.jpg|thumb|upright=1.6|Immagine di una copia risalente al XVIII secolo del ''[[Bhāgavata Purāṇa]]'' che illustra Kṛṣṇa circondato dalle ''gopī'']] 
I '''Purāṇa''' ([[devanāgarī]]: पुराण; lett. "antiche [storie]") sono un gruppo di [[Testo sacro|testi sacri]] [[induismo|hindū]], redatti in lingua sanscrita, di carattere principalmente mitico e [[culto|cultuale]], il cui scopo primario è anche quello dell'educazione religiosa di coloro che non sono considerati ''[[dvija]]'' (i "nati due volte", i componenti delle prime tre caste hindū: ''brāhmaṇa'', ''kṣatriya'' e ''vaiśya''), quindi gli ''[[śudra]]'' e le donne, ai quali è severamente proibito l'ascolto o la lettura dei testi detti ''[[Shruti]]'', ovvero le raccolte dei quattro ''[[Veda]]''. 
Per questa ragione i ''Purāṇa'', che fanno parte della raccolta ''[[Smriti]]''<ref>Cfr. la classificazione dello ''[[Arthaśāstra]]''.</ref>, sono indicati anche come il "quinto" ''Veda''"<ref>Alberto Pelissero, ''Letterature classiche dell'India''. Brescia, Morcelliana, 2007, p. 96.</ref> già a partire dalla ''[[Chāndogya Upaniṣad]]''<ref>Cfr. anche IV,7,2; VII,1,2 e VII,7,1</ref>. Dal punto di vista tradizionale, la letteratura degli ''[[Itihāsa]]-Purāṇa'' è una letteratura scritta a differenza di quella vedica che è originariamente trasmessa oralmente e fondata soprattutto sulla sonorità (''śabda'')<ref>Cfr. Stefano Piano, in Giuliano Boccali, Stefano Piano, Saverio Sani. ''Le letterature dell'India''. Torino, Utet, 2000, p. 231.</ref>. 
== Origini e stile == 
Il termine ''purāṇa'' compare già nelle scritture [[Veda|vediche]] con il significato di "antica tradizione"<ref>Cfr. in tal senso, e ad esempio, ''Atharvaveda'', XI, 7,24.</ref> finendo per indicare, col tempo, quelle raccolte di narrazioni tradizionali inerenti ai miti e alle pratiche di culto, il cui autore, secondo la tradizione, sarebbe il mitico [[Vyāsa]] (lett. "il Compilatore"). 
Questi testi affondano, quindi e probabilmente, le loro radici in un passato remoto, essendo un vero e proprio ricettacolo di saperi tradizionali, originariamente narrati da [[Bardo|bardi]] detti ''[[sūta]]''. 
La critica moderna ritiene, tuttavia, che i ''Purāṇa'' più antichi, considerati però nella forma giunta a noi, vadano fatti risalire a redazioni compiute nei primi secoli della nostra era<ref>In tal senso, ad esempio, Moriz Winternitz, ''History of Indian Literature'', (1905-1922), sulla base di comparazioni con i testi buddisti mahāyāna di analogo periodo.</ref>.  
Così [[Stefano Piano]]: 
{{q|Ritengo che sia lecito supporre che testi alternativi al ''Veda'' e adatti alla formazione religiosa delle donne e dei "non rigenerati"<ref>Intende i non-''dvija'', i non nati-due-volte ovvero coloro che non hanno conseguito l'''[[upanayana]]''.</ref> esistessero in India da tempi molto antichi; di tali testi continuamente arricchiti di nuovi materiali, dovettero cominciare a formarsi, attorno ai primi secoli, dell'era volgare e per iniziativa dei brahmani, le prime raccolte, probabilmente differenziate in base alle esigenze particolari delle diverse comunità e alla loro collocazione geografica.|in Giuliano Boccali, Stefano Piano, Saverio Sani. ''Le letterature dell'India''. Torino, Utet, 2000, p. 219}} 
Essendo prevalentemente indirizzati alle caste "inferiori", il sanscrito utilizzato in questi testi è piuttosto semplice, presentando perfino delle irregolarità grammaticali e delle frasi idiomatiche popolari, nonché influenze dialettali<ref>Rigopoulos p. CXCIII</ref>. Per la stessa ragione, la messa per iscritto e la copiatura di tali testi è, a differenza per quelli contenuti nella ''[[Shruti]]'', considerata opera meritoria<ref>{{q|La scrittura, sempre ritenuta inferiore alla trasmissione orale, s'addice a questi testi d'edificazione rivolti a categorie sociali cui l'accesso ai Veda era ed è negato. Di qui, il carattere meritorio della creazione di copie del testo purāṇico, pratica attestatissima attraverso i secoli.|[[Antonio Rigopoulos]], p. CXCIII}}</ref>. 
Tutti i ''Purāṇa'' presentano quindi numerose stratificazioni, nonché diverse parti in comune tra loro, oltre a interpolazioni e a revisioni continue:  
{{q|I Purāṇa sono stati continuamente riveduti e aggiornati nel tempo fino all'epoca delle prime edizioni a stampa apparse attorno alla fine dell'Ottocento Di qui l'aleatorietà e temerarietà d'ogni ipotetica datazione.|[[Antonio Rigopoulos]], ''Introduzione ai testi tradotti'', in ''Hinduismo antico'', vol.1 (a cura di [[Francesco Sferra]]). Milano, Mondadori, 2010, p. CXCVI-CXCVII}} 
Questo impedisce una loro precisa datazione, e cronologia, anche se il ''Bhāgavata-Purāṇa''<ref>Databile fino al movimento ''bhakta'' viṣṇuita dell'India meridionale.</ref> può essere considerato il più recente tra quelli detti "maggiori" (''mahāpurāṇa'')<ref>[[Caterina Conio]], ''Purāṇa'', "Enciclopedia delle religioni", vol.9, Milano, Jaca Book, 1987, p. 295.</ref>. 
== ''Mahāpurāṇa'' e ''Upapurāṇa'' == 
Una iniziale canonizzazione dei testi purāṇici si avvia verso il III secolo a.C., fissandosi tra il III e il VII secolo d.C.<ref name="ref_A">Pelissero, p. 97</ref>. 
Tale canonizzazione procede lungo un mito eziologico presente, con leggere varianti, nel ''Matsya'', nel ''Nārada'' e nello ''Skhanda Purāṇa'', che vuole un originario ''purāṇa'', composto da un miliardo di strofe, venire suddiviso e sintetizzato in 18 ''purāṇa'' per complessive 400.000 strofe<ref name="ref_A" />.  
La più antica lista di diciotto testi puranici principali (detti [[Mahāpurāṇa]]) è contenuta nel [[Mahābhārata]] (per quanto resti il dubbio di un'interpolazione del testo): l'insieme formato di queste opere più l'altro grande [[Itihāsa]] indiano, il [[Rāmāyaņa]], è stato definito come un ''quinto [[Veda]]'', e per la portata massiva del loro insegnamento etico e religioso, e per l'importanza storica e culturale che questi testi hanno assunto attraverso i secoli. Vengono sovente indicati in letteratura con il composto Itihāsa-Purāṇa. 
Accanto a questa lista di opere maggiori vennero compilate diverse liste elencanti diciotto Purāņa minori o secondari, detti Upapurāṇa, che sono in verità presenti in numero assai maggiore e trattano dei più svariati argomenti, i quali spesso non sono rintracciabili nei Mahāpurāṇa. 
==  
Viene tradizionalmente affermato che l'argomento affrontato dai Purāṇa è il [[pañcalakşaņa]], ossia le ''"cinque caratteristiche distintive"'' qui di seguito elencate: 
# [[sarga]] (creazione [del cosmo]); 
# [[pratisarga]] (ciclicità [del cosmo]); 
# [[vaṃśa]] (genealogia [divina]); 
# [[manvantara]] (epoche [cosmiche], lett. ''"altro [[Manu (Induismo)|Manu]]"''); 
# [[vaṃśānucarita]] (genealogia dinastica). 
In verità questi temi sono presenti solo in minima parte nelle opere e rappresentano più che altro un tentativo di canonizzazione teorica della letteratura puranica. 
Si può dire che i Purāṇa si basano prevalentemente su testi di carattere mitologico che tendono in definitiva a sfociare nella glorificazione di una divinità piuttosto che un'altra (le più celebrate sono [[Krishna|Vişņu]], spesso sotto forma di [[avatāra]], [[Śiva]] ,la [[Śakti]] e infine [[Brahmā]]), ma anche a esaltare il potere salvifico e purificatore di taluni luoghi sacri, periodi temporali, pratiche devozionali ([[bhakti]]) e qualità dello spirito. Questi testi, detti [[Māhātmya]] (contrazione di mahātman, traducibile non letteralmente con "grandezza"), costituiscono la parte prevalente di molti Purāṇa; ad essi sono poi associati altri tipi di testo, come le [[Gītā]] (canti divini che hanno come modello la celeberrima [[Bhagavadgītā]]), gli [[strota]] (inni laudativi) e varie storie di carattere edificante. 
Tutte queste tipologie testuali sono indipendenti l'una dall'altra ma vengono associate insieme per formare quel quadro composito che è il Purāṇa, sebbene, almeno per quanto riguarda taluni Māhātmya, si abbiano attestazioni di una loro redazione autonoma. 
== Classificazione dei ''Purāṇa'' maggiori == 
Esistono in letteratura varie classificazioni dei ''Purāṇa'' maggiori (''Mahā Purāṇa''): cronologiche, in base alle divinità o in base alle ''[[guṇa]]''. Invero non esiste un accordo univoco fra gli studiosi in nessuna delle prime due classificazioni, e fra le tre quella in base alle divinità è forse la più aleatoria, dato che diversi ''Purāṇa'' contengono sezioni dedicate a più divinità (per esempio nello ''Śiva Purāṇa'' due capitoli sono dedicati a Viṣṇu<ref>Vedi [http://www.indianetzone.com/13/shiva_purana.htm Shiva Purana]</ref>).<br />Seguendo la classificazione in base alle tre ''guṇa'', e cioè: ''rājas'' (generazione, passione: attributo di Brahmā); ''tāmas'' (dissolvimento, oscurità: attributo di Śiva); ''sāttva'' (mantenimento, verità: attributo di Viṣṇu), abbiamo la seguente classificazione<ref>[[Gavin Flood]], ''L'induismo'', traduzione di Mimma Congedo, Einaudi, 2006, p. 148.</ref>: 
* ''[[Rājasika Purāṇa]]'': 
** ''[[Bhaviṣya Purāṇa]]'' 
** ''[[Brahmā Purāṇa]]'' 
** ''[[Brahmavaivarta Purāṇa]]'' 
** ''[[Brahmāṇḍa Purāṇa]]'' 
** ''[[Mārkaṇḍeya Purāṇa]]'' 
** ''[[Vāmana Purāṇa]]'' 
* ''[[Tāmasika Purāṇa]]'': 
** ''[[Agni Purāṇa]]'' 
** ''[[Kūrma Purāṇa]]'' 
** ''[[Liṅga Purāṇa]] '' 
** ''[[Matsya Purāṇa]]'' 
** ''[[Śiva Purāṇa]]'' 
** ''[[Skanda Purāṇa]]'' 
* ''[[Sāttvika Purāṇa]]'': 
** ''[[Bhāgavata Purāṇa]]'' 
** ''[[Garuḍa Purāṇa]]'' 
** ''[[Nāradīya Purāṇa]]'' 
** ''[[Padma Purāṇa]]'' 
** ''[[Varāha Purāṇa]]'' 
** ''[[Viṣṇu Purāṇa]]'' 
== Il phala == 
Il fine ultimo posto dai Purāṇa è l'acquisizione di un [[phala]] (lett. "frutto", in questo caso traducibile con "merito spirituale"). Esso si può ottenere nei modi più vari (nelle singole opere spesso si possono trovare indicazioni specifiche): principalmente attraverso la lettura, l'ascolto del testo e rendendo devozione al dio in esso celebrato, ma anche seguendo le indicazioni date sul pellegrinaggio in luoghi sacri e addirittura semplicemente possedendolo o facendone dono a un brahmano. 
== Traduzioni italiane di Purāṇa == 
* ''Srimad Bhagavatam. La saggezza di Dio'', a cura di Swami Prabhavananda, [[Ubaldini Editore]], Roma 1978 
* ''Il libro di Krsna. Un riassunto completo del decimo canto dello Srimad Bhagavatam'', a cura di B.V. Swami Prabhupada, The Bhaktivedanta Book Trust Italia, Roma 1989 
== Note == 
<references/> 
== Bibliografia == 
* G. Boccali, S. Sani, S. Piano, ''Le letterature dell'India'', UTET, Torino 2000 
* Francesco Sferra (a cura di), ''Hinduismo antico. Dalle origini vediche ai Purana'', Milano, Mondadori, 2010. 
== Voci correlate == 
* [[Bhāgavata Purāṇa]] 
* [[Induismo]] 
* [[Itihāsa]] 
* [[Mahābhārata]] 
* [[Matsya Purāṇa]] 
* [[Rāmāyaṇa]] 
* [[Veda]] 
== 
{{interprogetto|q|q_preposizione=dai o sui}} 
== Collegamenti esterni == 
* {{Collegamenti esterni}} 
{{Divinità e  
{{Controllo di autorità}} 
{{Portale|India|induismo|letteratura}} 
[[Categoria:Mitologia induista]] 
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