Apollo: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|altri significati|[[Apollo (disambigua)]]}}
{{Personaggio
[[Immagine:Apollo Saurocton Louvre.jpg|thumb|right|220px|''[[Apollo sauroctono]]'', copia romana, [[Louvre]]]]
|medium = Mitologia
'''Apollo''' (in [[Lingua greca|Greco]] '''Απόλλων''') è una divinità dell'antica [[religione greca]], dio delle [[arti]], della [[medicina]], della [[musica]] e della [[profezia]]; in seguito fu venerato anche nella [[religione romana]].
|lingua originale = [[greco antico]]
|nome = Ἀπόλλων
|nome traslitterato = Apóllōn
|nome italiano = Apollo
|epiteto = Pitico o Pizio,<br />Akesios o Iatros
|immagine = Apollo Belvedere 3.jpg
|didascalia = ''[[Apollo del Belvedere]]'', copia romana di età ellenistica (350 a.C.), [[Musei Vaticani]]
|luogo di nascita = [[Delo]]
}}
'''Apollo''' ({{lang-grc|Ἀπόλλων|Apóllōn}}; {{latino|Apollo}}) è, nella [[religione greca]] e [[religione romana|romana]], il dio della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell'intelletto e della profezia<ref>{{Treccani|apollo|Apollo}}</ref>, ma anche degli amori sfortunati.
 
Il suo simbolo principale è la [[Lira (strumento musicale)|lira]]. In quanto dio delle arti, Apollo è la guida delle [[muse (divinità)|Muse]]<ref>"Le Muse naturalmente sono per i greci le figlie di Zeus e Mnemosýne, "la Memoria", ma è Apollo la loro guida". [[Walter Burkert]]. ''Griechische Religion der archaischen und klassischen Epoche'', Stuttgart 1977 in italiano ''La religione greca di epoca arcaica e classica'', Milano, Jaca Book, 2003, p. 295</ref>.
Era patrono della [[poesia]], in quanto capo delle [[muse (mitologia)|Muse]], e viene anche descritto come un provetto [[Arco (arma)|arciere]] in grado di infliggere, con la sua arma, terribili [[epidemia|pestilenze]] ai popoli che lo contrariavano. In quanto protettore della città e del tempio di [[Delfi]], Apollo era anche venerato come dio [[oracolo|oracolare]], capace di svelare, tramite la [[sacerdote]]ssa chiamata [[Pizia]] o Pitonessa, il futuro agli esseri umani. Per questo, era adorato nell'antichità come uno degli dèi più importanti del [[Olimpi|Dodekatheon]]. Nella tarda [[Ellenismo|antichità greca]] Apollo venne anche identificato come dio del [[Sole]], ed in molti casi soppiantò [[Helios]] quale portatore di luce ed [[auriga]] del cocchio solare. Un simile "passaggio di consegne" avvenne anche presso i Romani, in quanto, a partire dalla tarda [[Repubblica Romana|età Repubblicana]], Apollo divenne "alter ego" del [[Sol Invictus]], una delle più importanti divinità romane. In ogni caso, almeno presso i Greci Apollo ed Elios rimasero entità separate e distinte, almeno nei testi letterari e mitologici dell'epoca.<ref> Curiosa è la vicenda del figlio Fetonte, il quale fu fulminato da Zeus poiché aveva rubato di nascosto il cocchio del sole del padre che glielo aveva negato. H. Hoffmann, 1963. "Helios," nel ''Journal of the American Research Center in Egypt'' '''2''', pp. 117-23; cf. Yalouris, no. 42.</ref>
 
Viene anche descritto come un provetto [[arciere]] in grado di infliggere, con la sua arma, terribili [[epidemia|pestilenze]] ai popoli che lo osteggiavano, e dava una morte leggera a chi lo meritava. In quanto protettore della città e del tempio di [[Delfi (città antica)|Delfi]], Apollo è anche venerato come dio [[oracolo|oracolare]] capace di svelare, tramite la [[sacerdote]]ssa, detta [[Pizia]], il futuro agli esseri umani; anche per questo era adorato nell'antichità come uno dei più importanti [[Olimpi]].
Come divinità greca, Apollo è figlio illegittimo di [[Zeus]] e di Leto ([[Latona]] per i Romani) ed il fratello gemello di [[Artemide]] (per i Romani [[Diana]]), dea della [[caccia]] e più tardi assimilata, al pari del fratello, a [[Selene]], divinità protettrice della [[Luna]].
 
== Culto di Apollo ==
=== Apollo in Grecia ===
[[File:0 Apollon du Tibre - Pal. Massimo alle Terme (2).JPG|thumb|upright=1.2|left|''[[Apollo del Tevere]]'', copia romana, [[Palazzo Massimo alle Terme]]]]
Apollo era uno degli déi più noti ed influenti nell'antica Grecia; ed erano ben due le città che si contendevano il titolo di luoghi di culto principali del dio: [[Delfi]], sede del già citato oracolo, e [[Delo]]. L'importanza attribuita al dio è testimoniata anche da [[Nome teoforico|nomi teoforici]] come ''Apollonio'' o ''Apollodoro'', comuni nell'antica Grecia, e dalle molte città che portavano il nome di [[Apollonia]]. Il dio delle arti veniva inoltre adorato in numerosi siti di culto sparsi, oltre che sul territorio greco, anche nelle colonie disseminate sulle rive [[africa]]ne del [[Mediterraneo]], nell'[[esapoli dorica]] in [[Caria]], in [[Sicilia]] e in [[Magna Grecia]].
Apollo era uno degli dei più celebri e influenti nell'antica Grecia<ref>{{Cita|Otto 2005|p. 68}}.</ref>; ed erano due le città che si contendevano il titolo di luoghi di culto principali del dio: [[Delfi (città antica)|Delfi]], sede del già citato oracolo, e [[Delo]], dove è nato con la gemella [[Artemide]]. L'importanza attribuita al dio è testimoniata anche da [[Nome teoforico|nomi teoforici]] come ''Apollonio'' o ''Apollodoro'', comuni nell'antica Grecia, dalle molte città che portavano il nome di Apollonia, dall'ideale del ''koûros'' (κόρος, "giovane"), che gli appartiene e dà il "suo carattere peculiare alla cultura greca nel suo complesso"<ref>{{Cita|Burkert 2003|p. 289}}.</ref>. Il dio delle arti veniva inoltre adorato in numerosi siti di culto sparsi, oltre che sul territorio greco, anche nelle colonie disseminate sulle rive [[africa]]ne del [[Mediterraneo]], nell'[[esapoli dorica]] in [[Caria]], in [[Sicilia]] e in [[Magna Grecia]].
 
Come divinità greca, Apollo è figlio di [[Zeus]] e di Leto ([[Latona]] per i Romani) e fratello gemello di [[Artemide]] (per i Romani [[Diana]]), dea della [[caccia]] e più tardi una delle tre personificazioni della [[Luna]] (Luna crescente), insieme con [[Selene]] (Luna piena) ed [[Ecate]] (Luna calante).
===Apollo a Roma===
[[Immagine:Apollo1.JPG|thumbnail|Apollo in un [[mosaico]] romano del [[II secolo]], cinto da un'aureola rappresentante il sole.]]
A differenza di altri déi, Apollo non aveva un equivalente romano diretto, ed il suo culto venne importato a Roma direttamente dai Greci. Ciò avvenne comunque in tempi piuttosto recenti nella [[storia romana]], dato che fonti tradizionali riferiscono che il culto era già presente in [[re di Roma|epoca regia]]. Nel [[430 a.C.]] al dio venne intitolato un tempio, chiamato ''Apollinar'', in occasione di una pestilenza che afflisse la città. Durante la [[seconda guerra punica]], invece, vennero istituiti i ''[[Ludi Apollinares]]'', [[sport|giochi]] in onore di Apollo. Il culto venne incentivato poi, in epoca [[Impero romano|imperiale]], dall'[[imperatore]] [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]], che per consolidare la propria autorità se ne attribuì la discendenza, e tramite la sua influenza Apollo divenne uno degli déi romani più influenti. Dopo la [[battaglia di Azio]] l'imperatore fece rinnovare ed ingrandire l'antico [[tempio di Apollo Sosiano]], istituì dei giochi quinquennali in suo onore e finanziò anche la costruzione del [[tempio di Apollo Palatino]] sull'omonimo [[Palatino|colle]] dove fu conservata la raccolta di oracoli detta [[Libri Sibillini]]. In onore del dio, e per compiacere il suo imperatore, il poeta romano [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] compose inoltre il celebre [[carmen saeculare]].
 
Nell'[[età classica|antichità greca]] Apollo venne anche identificato come dio del [[Sole]] e messo in relazione con [[Elio (divinità)|Elio]], quale portatore di luce e [[auriga]] del cocchio solare<ref>Herbert Jennings Rose, ''Elio'' in "Oxford Classical Dictionary" 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5</ref>. Nella [[Religione romana]], non aveva nessuna controparte, e il suo culto venne introdotto a [[Roma]] circa nel 421 a.C. In ogni caso, presso i Greci Apollo ed Elio rimasero entità separate e distinte nei testi letterari e mitologici dell'epoca, ma non nel culto, dove Apollo era ormai stato assimilato con Elio<ref>Curiosa è la vicenda del figlio Fetonte, il quale fu fulminato da Zeus poiché aveva rubato di nascosto il cocchio del sole del padre che glielo aveva negato. H. Hoffmann, 1963. "Elio," nel ''Journal of the American Research Center in Egypt'' '''2''', pp. 117-23; cf. Yalouris, no. 42.</ref>.
===Apollo presso gli Etruschi===
In Grecia e nel mondo ellenistico il culto del dio è attestato dalla diffusione dei nomi Apollodoro (dono di Apollo) ed Eliodoro (dono di Helios).
Nella [[Mitologia etrusca|religione etrusca]] è possibile trovare un corrispettivo di Apollo nel dio dei tuoni [[Aplu]] o Apulo. Tuttavia non è ancora chiaro se l'immagine del dio [[Civiltà etrusca|etrusco]] sia derivata, o meno, dal personaggio greco.
 
===Origini delApollo a Roma culto===
[[File:Apollo1.JPG|thumb|Apollo-Elio in un [[mosaico]] romano del [[II secolo]], cinto da un'aureola rappresentante il sole]]
Le origini del culto apollineo si perdono, come si sa, nella notte dei tempi. È comunque opinione comune e consolidata tra gli studiosi che il culto del dio sia relativamente recente e che, precedentemente ad Apollo, il santuario di Pito avesse una sua antichissima religione ctonia, legata al culto della [[Grande Madre|Dea Madre]]. Lo stesso racconto mitico di Eschilo su Apollo che riceve il santuario da Gea, Febe e Temi (Eumenidi,vv.1-19) e quindi uccide il 'serpente' Pitone, tenderebbe a confermarlo. Una recentissima teoria però, basata sulla 'decifrazione' degli enigmatici e tanto discussi documenti greci di Glozel (Vichy, Francia), tende ad ampliare il quadro mitico -storico interessante l'oracolo e collega la nuova, non identificata divinità, alla vicenda cadmea di Europa e a quella dell'alfabeto portato dallo stesso Cadmo in Beozia in periodo premiceneo. Divinità semitica che di quell'alfabeto, di provenienza 'siro-palestinese', era l'assoluta detentrice. Il santuario ctonio di Pito era stato dunque occupato, in qualche modo, da una divinità non greca (yh: da cui il noto successivo grido di IE, per Apollo 'IEIOS') la quale però, a sua volta, venne grecizzata, secondo quanto fa intendere il noto racconto erodoteo (Historiae,I,61-62) sulla cacciata dei Cadmei, ovvero dei semiti, da parte degli Argivi. Tuttavia la divinità inglobata nella sfera della cultura greca manteneva alcuni dei caratteri orientali della divinità, come ad es. l'ineffabilità, la figura androgina, l'aspetto di dio 'cacciatore e inseguitore' del 'lupo'( da cui Apollo ''Liceo''), le qualità di dio ambiguo o 'obliquo' (''Lossia'') ma, per chi sapeva capirlo rettamente, 'salvatore' e 'liberatore'. Con la calata dei Dori (XII -XI sec.a.C.), una volta annientati i Micenei, il santuario, verisimilmente, subì l'umiliazione e la distruzione dei vincitori e solo verso il IX - VIII secolo a.C. fu riaperto e si risollevò, ma con un ''Lossia'' del tutto trasformato e in linea con la nuova religione. Il potentissimo dio androgino di origine semitica entrava così a far parte della 'sacra famiglia' olimpica, sdoppiandosi in '''Apollo''' ed '''Artemide''' e diventando figlio di Zeus e di [[Latona|Leto]]. Sempre secondo questa teoria, supportata da solide basi documentarie, la famosa '''E apud Delphos''' (la lettera alfabetica '''epsilon''' posta tra le colonne nell'ingresso del santuario apollineo) di cui ci parla lo storico Plutarco, la 'E' che stava alla base dell'epifonema esprimente 'acuto dolore' (Esichio) dei fedeli, potrebbe fornire la prova che il nome di Apollo (mai sufficientemente compreso e spiegato dagli studiosi: Farnell, Kern,Hrozny,Nilsson,Cassola, ecc.) fosse derivato da un '''A/E -pollòn''' (il grido di dolore 'ah!,'eh'! esclamato più volte, così come testimoniano la letteratura greca tragica e paratragica).
A differenza di altri dei, Apollo non aveva un equivalente romano diretto: il suo culto venne importato a Roma dal mondo greco, ma fu mediato anche dalla presenza nel pantheon etrusco di un dio analogo, ''Apulu''.
Nel [[431 a.C.]] ad Apollo ''Medicus'' fu intitolato un [[Tempio di Apollo Sosiano|tempio]] in una [[Circo Flaminio|zona]] dove già sorgeva un sacello o un'area sacra di nome ''Apollinar''<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita]]'' III, 63, 7</ref>, in occasione di una pestilenza avvenuta nella città due anni prima. Durante la [[seconda guerra punica]], invece, vennero istituiti i [[Ludi Apollinari]], [[sport|giochi]] in onore del dio<ref>Come ci dice lo storico Livio vennero istituiti sotto il consolato di [[Quinto Fulvio Flacco (console 237 a.C.)|Quinto Fulvio Flacco]] e [[Appio Claudio Pulcro (console 212 a.C.)|Appio Claudio Pulcro]] ([[212 a.C.]] (''Periochae'' 25.3), e organizzati da [[Publio Cornelio Silla (pretore 212 a.C.)|Publio Cornelio Silla]] (''[[Ab Urbe condita]]'' XXV, 2, 3, 12, 15, 32, 41)</ref>.
Il culto venne incentivato poi, in [[Impero romano|epoca imperiale]], dall'imperatore [[Augusto]], che per consolidare la propria autorità asserì di essere un protetto del dio, che avrebbe anche lanciato un fulmine nell'atrio della sua casa come presagio fausto per la sua lotta contro Antonio; tramite la sua influenza Apollo divenne uno degli dei romani più importanti. Dopo la [[battaglia di Azio]] l'imperatore fece rinnovare e ingrandire l'antico tempio di Apollo Sosiano, istituì dei giochi quinquennali in suo onore e finanziò anche la costruzione del [[tempio di Apollo Palatino]] sull'omonimo [[Palatino|colle]] dove fu conservata la raccolta di oracoli detta [[Libri sibillini]]<ref>Augusto "radunò tutte le profezie greche e latine che [...] erano tramandate tra il popolo, circa duemila, e le fece bruciare. Conservò solo i libri sibillini e, dopo un'attenta selezione, li pose in due armadi dorati ai piedi della statua di Apollo Palatino" [[Svetonio]], ''Augustus'', 31</ref>. In onore del dio, e per compiacere il suo imperatore, il poeta romano [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] compose inoltre il celebre [[carmen saeculare]].
 
Con il tempo il culto di Apollo si fuse con quello di Elio o Sole<ref>"[...] le diverse proprietà del Sole diedero origine a nomi degli dèi. Di qui i primi sapienti proclamarono il principio hèn tò pan (il tutto è unico). Dunque chiamarono Apollo la proprietà divinatrice e curatrice del Sole" ([[Macrobio]]. ''Saturnali'' I, 17, 4-5. Traduzione di Nino Marinone; Torino, Utet, 1987)</ref>, per poi essere associato al [[Sol Invictus]], appellativo [[religione|religioso]] usato per diverse divinità che finirono per essere fra loro assimilate all'interno di un monoteismo "solare"<ref>Cfr. a titolo esemplificativo [[Giovanni Filoramo]], ''Che cos'è la religione'', Torino, Einaudi, 2004, p.190.</ref><ref>Per una disamina più approfondita sul "monoteismo solare" cfr., ad esempio, il capitolo VIII, ''Monoteismo solare'', in ''Storia della religiosità greca'' di [[Wilhelm Nestle]] tradotto in lingua italiana dalla Nuova Italia di Firenze nel 1973.</ref>.
==Attributi ed epiteti==
[[Immagine:Apollo Kitharoidos Altemps Inv8594.jpg|thumbnail|Apollo con in mano una lira, uno dei suoi simboli tipici, in una statua del [[primo secolo]].]]
Apollo viene normalmente raffigurato coronato di [[alloro]], pianta simbolo di vittoria, sotto la quale alcune leggende volevano che il dio fosse nato. Suoi attributi tipici erano l'arco e la [[Cetra (strumento musicale)|cetra]]. Altro suo emblema caratteristico è il [[tripode]] sacrificale, simbolo dei suoi poteri profetici. [[Animali]] [[sacro|sacri]] al dio erano i [[Cigno (uccello)|cigni]] (simbolo di bellezza), i [[Canis lupus|lupi]], le [[Cicadidae|cicale]] (a simboleggiare la musica ed il canto), ed ancora [[falco|falchi]], [[Corvus|corvi]] e [[Serpentes|serpenti]], questi ultimi con riferimento ai suoi poteri oracolari. Altro simbolo di Apollo è il [[grifone (mitologia)|grifone]], animale mitologico di lontana origine orientale.
 
=== Apollo presso gli Etruschi ===
Come molti altri déi greci, Apollo possedeva numerosi [[epiteto|epiteti]], atti a riflettere i diversi ruoli, poteri ed aspetti della [[personalità]] del dio stesso. Il titolo di gran lunga maggiormente attributo ad Apollo (e spesso condiviso dalla sorella Artemide) era quello di '''Febo''', letteralmente "splendente" o "lucente", riferito sia alla sua [[bellezza]] sia al suo legame con il sole (o con la luna nel caso di Artemide). Quest'appellativo venne mutuato ed utilizzato anche dai romani.
[[File:GiorcesVeiiApollo1.jpg|thumb|L'[[Apollo di Veio]], particolare con la testa]]
Nella [[Mitologia etrusca|religione etrusca]] è possibile trovare un corrispettivo di Apollo nel dio dei tuoni [[Aplu]] o Apulu. Tuttavia non è ancora chiaro se l'immagine del dio [[etruschi|etrusco]] sia derivata dal dio greco<ref>Il nome di ''Aplu'' o ''Apulu'' non arrivò direttamente dalla Grecia ma attraverso la mediazione di un centro latino, probabilmente [[Palestrina|Preneste]]. Cfr. {{cita libro |capitolo=Aplu |pp=12-13|titolo=Dizionario illustrato della civiltà Etrusca |curatore-capitolo=[[Mauro Cristofani]] |editore=Giunti Editore |anno=1985|città=Firenze|lingua=it|isbn=978-88-09-21728-7 |url_capitolo=https://books.google.it/books?id=8GS2PecOg2QC&pg=PA26 |accesso=2 gennaio 2019}}</ref>. Quale dio della profezia presso gli Etruschi però trovava un corrispettivo anche in [[Soranus|Suri]].
 
== Attributi ed epiteti ==
Altri epiteti del dio erano:
[[File:Apollo Kitharoidos Altemps Inv8594.jpg|thumb|Apollo con in mano una lira, uno dei suoi simboli tipici, in una statua del [[I secolo]]]]
*'''Akesios''' o '''Iatros''', dal comune significato di [[guaritore]] e riferiti al suo ruolo di protettore della medicina, in quanto padre di [[Esculapio]]. In questo senso, i romani gli diedero invece l'epiteto di '''Medicus''', ed un tempio della [[Roma]] antica era dedicato appunto all'Apollo Medico.
[[File:1993-1994-Giardino Giusti (Verona)-testo e photo Paolo Villa-nB08 Cortile-Statua di Apollo - scultura Arte Manierista - parete di rampicanti - Kodak EktachromeElite 100 5045 EB 100.jpg|thumb|Scultura [[manierismo|manierista]] di Apollo nel cortile di [[Giardino Giusti|Palazzo Giusti]] a Verona, con la tipica posa a [[Chiasmo (scultura)|chiasmo]]]]
*'''Alexikakos''' o '''Apotropaeos''', entrambi significanti "colui che scaccia - o tiene lontano - il male". Un simile significato ha anche l'appellativo di '''Averruncus''' che gli diedero i romani. Questi appellativi si riferivano, oltre che al suo già citato ruolo di patrono dei medici, al suo potere di scatenare - e dunque anche di tener lontane - [[malattia|malattie]] e pestilenze.
[[File:Villa Nichesola-Conforti, Ponton di Sant'Ambrogio di Valpolicella (VR). Sala Divinità 6.jpg|miniatura|[[Paolo Farinati]], ''Apollo con la lira'', 1590 circa, affresco, [[Villa Nichesola-Conforti]], Ponton di Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona)|alt=]]
*'''Aphetoros''' (dio dell'arco) e '''Argurotoxos''' (dio dall'arco d'argento), in quanto patrono degli arcieri e provetto tiratore lui stesso. I romani lo definivano invece '''Articenens''', "colui che porta l'arco".
Apollo è normalmente raffigurato coronato di [[alloro]], pianta simbolo di vittoria, sotto la quale alcune leggende volevano che il dio fosse nato e anche in virtù dell'epilogo del suo infatuamento per [[Dafne (naiade)|Dafne]] (che in greco significa lauro, alloro)<ref>Robert Graves, ''The Greek Myths''. Part 1. Penguin Books, 1955. pp. 21.K – 21.L.</ref>.
*'''Archegetes''', "colui che guida la fondazione", in quanto patrono di molte colonie greche oltremare.
Suoi attributi tipici sono l'arco, con le sue portentose frecce, e la [[cetra (strumento musicale antico)|cetra]]. Altro suo emblema caratteristico è il [[tripode]] sacrificale, simbolo dei suoi poteri profetici.
*'''Lyceios''' e '''Lykegenes''', che possono essere sia un riferimento al lupo, animale a lui sacro, che alla terra di [[Licia (regione storica)|Licia]], la regione nella quale alcune leggende riportavano che Apollo fosse nato.
[[Animali]] [[sacro|sacri]] al dio sono i [[Cygnus (zoologia)|cigni]] (simbolo di bellezza), le [[Cicadidae|cicale]] (a simboleggiare la musica e il canto), e ancora [[Falco|i falchi]], [[Corvus|i corvi]], i [[Delfino|delfini]], in cui spesso il dio amava trasformarsi.
*'''Loxias''' (l'oscuro) e '''Coelispex''' (colui che scruta i cieli) con riferimento alle sue capacità oracolari.
Altro simbolo di Apollo è il [[Grifone (mitologia)|grifone]], animale mitologico di lontana origine orientale<ref>John Henry Freese, "Apollo". In Chisholm, Hugh (ed.). Encyclopædia Britannica. Vol. 2 (11. ed.). Cambridge University Press, 1911 p. 185</ref>.
 
Come molti altri dei greci, Apollo ha numerosi [[epiteto|epiteti]], atti a riflettere i diversi ruoli, poteri e aspetti della [[personalità]] del dio stesso. Il titolo di gran lunga maggiormente attribuito ad Apollo (e spesso condiviso dalla sorella Artemide) era quello di '''Febo''', letteralmente "splendente" o "lucente", riferito sia alla sua [[bellezza]] sia al suo legame con il sole (o con la luna nel caso di Artemide). Quest'appellativo venne mutuato e utilizzato anche dai Romani<ref>{{Treccani|febo|Febo}}</ref>.
==Mitologia==
[[Immagine:Apollo razi grotami pomoru.jpg|thumb|right|300px|Apollo scaglia le frecce mortali contro l'accampamento acheo, [[penna]] e [[carboncino]] su carta, 10 x 12,5 cm, proprietà privata.]]
Vengono di seguito riportati i fatti più rilevanti riferiti ad Apollo dai miti tradizionali greci.
===Nascita===
Apollo nacque, come sua [[sorella]] gemella [[Artemide]], dall'unione extraconiugale di [[Zeus]] con [[Latona|Leto]]. Quando [[Era]] seppe di questa relazione, desiderosa di vendetta proibì alla partoriente di dare alla luce suo figlio su qualsiasi terra, fosse essa un [[continente]] o un'[[isola]]. Disperata, la donna vagò fino a giungere sull'isola di [[Delo]], appena sorta dalle acque e, stando al mito, ancora galleggiante sulle onde e non ancorata al suolo. Essendo perciò Delo non ancora una vera isola, Leto poté darvi alla luce Apollo e Artemide.
 
Altri epiteti del dio sono:
Altri miti riportano che la vendicativa Era, pur di impedirne la nascita, giunse a rapire [[Ilizia]], dea del [[parto]]. Solo l'intervento degli altri déi, che offrirono alla regina dell'[[Olimpo]] una collana di [[Ambra (resina)|ambra]] lunga nove metri, riuscì a convincere Era a desistere dal suo intento. I miti riportano che Artemide fu la prima dei gemelli a nascere, e che abbia in seguito aiutato la madre nel parto di Apollo. Questi nacque in una notte di [[plenilunio]], che fu da allora il giorno del mese a lui consacrato.
* ''Akesios'' o ''Akestor'', dal comune significato di [[guaritore]], simile a ''Alexikakos'' ("colui che scaccia - o tiene lontano - il male")<ref>[[Leonhard Schmitz]], ''sub voce'' in [[William Smith]], ''[[Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology]]'', Boston 1867</ref>.
* ''Argurotoxos'' (dall'arco d'argento)<ref>Omero, ''Iliade'' I 37</ref>
* ''Boedromios'', "colui che viene in aiuto", festeggiato in [[Atene]] durante le [[Boedromie]] nel mese di [[Boedromione]] in ringraziamento al dio per l'aiuto nelle imprese militari<ref>{{Treccani|boedromie_(Enciclopedia-Italiana)/|Boedromie}}</ref>.
* ''Lykeios'' e ''Lykegenes'' (nativo della [[Licia]])<ref>Robert Graves, ''[https://writings.raftis.org/wp-content/uploads/2020/01/Robert-Graves-The-Greek-Myths-24grammata.com_-1.pdf The Greek Myths]'' 1955, p. 36</ref>.
* ''Musagete'' (guida delle Muse)<ref>{{Treccani|la-musica-greca-tra-mito-e-culto-strumenti-musicali-e-attributi-divini_(Storia-della-civilt%C3%A0-europea-a-cura-di-Umberto-Eco)/|La musica greca tra mito e culto: strumenti musicali e attributi divini|autore=Daniela Castaldo}}</ref>.
* ''Thargelios'' in quanto apportatore del fecondo calore che matura i prodotti della terra. Il settimo giorno dell'undicesimo mese ([[Targelione]]) era festeggiato nelle [[Targelie]] e consacrato al dio<ref>{{Treccani|apollo_(Enciclopedia-Italiana)/|Apollo}}</ref>.
 
== Mito ==
Ancora altri dicono che Era avesse mandato un serpente sulla Terra per seguire Lato tutta la vita impedendo così a chiunque di ospitarla e darle un rifugio. Lato vagò per molto tempo ma Poseidone, impietosito dalla sua situazione, lasciò che si rifugiasse in mare (dato che letteralmente non era terra) visto che lui, essendo il fratello di Zeus, poteva permettersi di sfidare Era.
=== Nascita ===
[[File:Marcantonio_Franceschini_002.jpg|thumb|[[Marcantonio Franceschini]], ''Nascita di Apollo e Artemide'', Liechtenstein Palace [[Vienna]]]]
Apollo nacque, come sua [[sorella]] gemella [[Artemide]], dall'unione extraconiugale di [[Zeus]] con [[Latona|Leto]]<ref>Luke e Monica Roman, ''Encyclopedia of Greek and Roman Mythology''. Infobase Publishing, 2010, p. 85. ISBN 9781438126395</ref>. Quando [[Era (divinità)|Era]] seppe di questa relazione, desiderosa di vendetta, proibì alla partoriente di dare alla luce suo figlio su qualsiasi terra, fosse essa un [[continente]] o un'[[isola]]. Disperata, Leto vagò fino a giungere sull'isola di [[Delo]], appena sorta dalle acque e, stando al mito, ancora galleggiante sulle onde e non ancorata al suolo. Essendo, perciò, Delo non ancora una vera isola, Leto poté darvi alla luce Apollo e Artemide, precisamente ai piedi del [[Monte Cinto (Grecia)|Monte Cinto]]<ref>[[Igino (astronomo)|Igino]], ''[[Fabulae]]'', 140</ref>.
 
Secondo l'[[Inni omerici|Inno omerico ad Apollo Delio]] la vendicativa Era, pur di impedirne la nascita, giunse a rapire [[Ilizia]], la dea del [[parto]]. Solo l'intervento degli altri dei, che offrirono alla regina dell'[[Olimpo]] una collana di [[Ambra (resina)|ambra]] lunga nove metri, riuscì a convincere Era a desistere dal suo intento<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Inni_omerici/Ad_Apollo_Delio/Inno ''Inno ad Apollo Delio'']</ref>. I miti riportano che Artemide fu la prima dei gemelli a nascere, e che abbia in seguito aiutato la madre nel parto di Apollo. Questi nacque in una notte di [[plenilunio]], che fu da allora il giorno del mese a lui consacrato: nel momento in cui nacque il dio, cigni sacri vennero a volare sopra l'isola, facendone sette volte il giro<ref>[[Callimaco]], ''Inno a Delo''</ref>.
===Giovinezza===
Poco più che bambino, Apollo si cimentò nell'impresa di uccidere il drago[[Divinità ctonie|ctonio]] [[Pitone (mitologia)|Piton]],confermando la sua origine di dio della guerra, reo di aver tentato di stuprare Lato mentre questa era incinta del dio. Apollo lo uccise presso la sua tana, situata nei pressi della [[fonte castalia]] nei pressi di [[Delfi]], città dove sarebbe poi sorto l'oracolo a lui dedicato. Per questo suo gesto, comunque, Apollo ricevette una punizione da
[[Gea]], madre del drago.
 
Sempre secondo Igino Era aveva inviato il serpente [[Pitone (mitologia)|Pitone]] a inseguire Leto tutta la vita, impedendo, così, a chiunque di ospitarla e darle un rifugio.
Altre azioni che gli sono state attribuite dai miti durante la giovinezza, non furono così nobili: il dio sfidò il [[satiro]] [[Marsia]], (o, secondo altre fonti, venne da questi sfidato) in una gara musicale di [[flauto]]; in seguito alla vittoria, per punire l'ardire del satiro, che si era impudentemente vantato di essere più bravo di lui, lo fece legare ad un albero e scorticare vivo. Un altro mito racconta invece come si vendicò terribilmente di [[Niobe]], regina di [[Tebe]], la quale, eccessivamente fiera dei suoi quattordici figli ( sette maschi e sette femmine), aveva deriso Latona per averne avuti solo due. Per salvare l'onore della madre, Apollo, insieme con sua sorella Artemide, utilizzò il suo terribile arco per uccidere la donna ed i suoi figli, risparmiandone solo due.
 
===Apollo eGenealogia (Esiodo) Pan===
{{Genealogia degli Olimpi}}
Apollo ebbe una sfida musicale con il [[satiro]] [[Pan]], che aveva avuto l'ardire di affermare di essere più bravo del dio a suonare. Il giudice della contesa fu [[Tmolo]], dio di una montagna omonima in [[Lidia]]; esso rimase incantato quando Pan suonò il suo strumento, incoraggiato dal sostegno del suo buon amico [[Mida (mitologia)|Mida]], ma appena Apollo sfiorò le corde della sua lira, Tmolo non poté che dichiarare il dio vincitore della gara. Mida protestò vivamente per questa decisione, ed arrivò a mettere in dubbio l'imparzialità dell'arbitro. Apollo, offeso, trasformò le orecchie dell'irrispettoso umano in orecchie d'[[Equus asinus|asino]].
 
=== Giovinezza: l'uccisione di Pitone e istituzione dell'Oracolo di Delfi ===
===Apollo ed Admeto===
{{Vedi anche|Contesa del Tripode}}
Quando Zeus uccise [[Asclepio]], figlio di Apollo, come punizione per aver osato resuscitare i morti con il suo talento medico, il dio per vendetta massacrò i [[Ciclope (mitologia greca)|ciclopi]], che avevano forgiato i fulmini di Zeus. Stando alla [[tragedia]] di [[Euripide]] ''[[Alcesti (Euripide)|Alcesti]]'', come punizione per questo suo gesto Apollo venne costretto dal padre degli déi a servire l'umano [[Admeto (mitologia)|Admeto]], re di [[Fere]], per nove anni. Apollo lavorò dunque presso il re come [[pastore]], e venne da questi trattato in modo tanto gentile che, allo scadere dei nove anni, gli concesse un dono: fece sì che le sue mucche partorissero solo figli gemelli. In seguito, il dio aiutò Admeto ad ottenere la mano di [[Alcesti (mitologia)|Alcesti]], che per volere del padre sarebbe potuta andare in sposa solo a chi fosse riuscito a mettere il [[giogo]] a due bestie feroci: Apollo gli regalò dunque un carro trainato da un [[Panthera leo|leone]] e un [[Sus scrofa|cinghiale]].
 
Poco più che bambino, Apollo si cimentò nell'impresa di uccidere il serpente gigante [[Pitone (mitologia)|Pitone]], colpevole di aver tentato di stuprare Leto mentre questa era incinta del dio. Partito da Delo, Apollo subito si diresse verso il monte Parnaso, dove si celava il serpente Pitone, nemico di sua madre<ref>{{Cita libro|autore=Karoly Kerenyi|titolo=Gli dei e gli eroi della Grecia|anno=2002|editore=Il Saggiatore|p=118|citazione=Egli voleva impedire la nascita del bambino.|ISBN=88-428-1095-9}}</ref>, e lo ferì gravemente con le sue frecce forgiate da [[Efesto]]. Pitone si rifugiò presso l'oracolo della Madre Terra a [[Delfi (città antica)|Delfi]], città così chiamata in onore del mostro [[Delfine]], compagna di Pitone; ma Apollo osò inseguirlo anche nel tempio e lo finì dinanzi al sacro crepaccio.
===Apollo ed Ermes===
La Madre Terra, oltraggiata, ricorse a Zeus che non soltanto ordinò ad Apollo di farsi purificare a [[Valle di Tempe|Tempe]], ma istituì i [[giochi pitici]] in onore di Pitone, e costrinse Apollo a presiederli per penitenza. Apollo, invece di recarsi a Tempe, andò a [[Egilia|Egialia]] in compagnia della sorella Artemide, per purificarsi; e poiché il luogo non gli piacque, salpò per [[Tarra]] a [[Creta (Grecia)|Creta]], dove re [[Carmanore]] eseguì la cerimonia di purificazione. Al suo ritorno in Grecia, Apollo andò a cercare [[Pan]], il dio arcade dalle gambe di capra e dalla dubbia reputazione, e dopo avergli strappato con blandizie i segreti dell'arte divinatoria, si impadronì dell'oracolo delfico e ne costrinse la sacerdotessa, detta pitonessa o la [[Pizia]], a servirlo<ref name="mitologia.dossier.net">{{cita web|url=http://mitologia.dossier.net/apollo.html|voce=Apollo}}</ref>.
Un mito degli [[inni omerici]] racconta dell'incontro tra il giovane [[Ermes]] ed Apollo. Il dio dei ladri, appena nato, sfuggì infatti alla custodia della madre [[Maia (Atlante)|Maia]] e iniziò a vagabondare per la [[Tessaglia]], fino ad imbattersi nel gregge di Admeto, custodito da Apollo. Ermes riuscì con uno stratagemma a rubare gli animali e, dopo essersi nascosto in una grotta, usò gli [[intestino|intestini]] di alcuni di essi per confezionarsi una [[lira (strumento musicale)|lira]]. Quando Apollo, infuriato, riuscì a rintracciare Ermes e a pretendere, con l'appoggio di Zeus, la restituzione del bestiame, non poté fare a meno di innamorarsi dello strumento e del suo suono, ed accettò infine di lasciare ad Ermes il maltolto, in cambio della lira, che sarebbe diventata da allora uno dei suoi simboli.
 
=== Apollo e OresteTizio ===
Leto si era recata con Artemide a Delfi, dove si appartò in un sacro boschetto per adempiere a certi riti. Era, per vendicarsi di Leto suscitò un forte desiderio al gigante [[Tizio]], che stava tentando di violentarla, quando Apollo e Artemide, udite le grida della madre, accorsero e uccisero Tizio con nugolo di frecce: una vendetta che Zeus, padre di Tizio, giudicò atto di giustizia. Nel Tartaro Tizio fu condannato alla tortura con le braccia e le gambe solidamente fissate al suolo e due avvoltoi gli mangiavano il fegato<ref name="mitologia.dossier.net" />.
Apollo ordinò ad [[Oreste (mitologia)|Oreste]], tramite il suo oracolo di Delfi, di uccidere sua madre [[Clitennestra]]; per questo suo crimine Oreste venne a lungo perseguitato dalle [[Erinni]].
 
=== Apollo, duranteMarsia lae guerrai figli di TroiaNiobe ===
Altre azioni che gli sono state attribuite dai miti durante la giovinezza, non furono così nobili: il dio sfidò il [[satiro]] [[Marsia]] (o, secondo altre fonti, venne da questi sfidato) in una gara musicale di [[flauto]]; in seguito alla vittoria, per punire l'ardire del satiro, che si era impudentemente vantato di essere più bravo di lui, lo fece legare a un albero e scorticare vivo<ref>Ovidio, ''Metamorfosi'', Libro VI, vv. 385-391</ref>.
[[Immagine:Batoni Apollo and two Muses.png|thumb|right|260px|Apollo istruisce le Muse [[Euterpe (musa)|Euterpe]] e [[Urania (mitologia)|Urania]], olio su tela di [[Pompeo Batoni]], ca. 1741, [[Varsavia]], Muzeum Narodowe.]]
L'inizio del'[[Iliade]] di [[Omero]] vede Apollo schierato a fianco dei [[Troiani (popolo)|Troiani]], durante la [[guerra di Troia]]. Il dio era infatti infuriato con i greci, ed in particolare con il loro capo [[Agamennone]], per il rapimento da questi perpetrato di [[Criseide]], giovane figlia di [[Crise]], sacerdote di Apollo. Per vendicare l'affronto, il dio decimò le schiere achee con le sue terribili frecce, fino a che il capo dei greci non acconsentì a rilasciare la prigioniera, pretendendo in cambio [[Briseide]], schiava di [[Achille]]. Questo fatto provocò l'ira dell'eroe mirmidone, che è uno dei temi centrali del poema.
 
Un altro mito racconta invece come si vendicò terribilmente di [[Niobe]], regina di [[Tebe (città greca antica)|Tebe]], la quale, eccessivamente fiera dei suoi quattordici figli (sette maschi e sette femmine), aveva deriso Leto per averne avuti solo due. Per salvare l'onore della madre, Apollo, insieme con sua sorella Artemide, utilizzò il suo terribile arco per uccidere la donna e i suoi figli, risparmiandone solo due, [[Amicla]] e [[Clori]], i quali riuscirono a ottenere la pietà dei fratelli divini<ref>Pseudo-Apollodoro, ''[[Biblioteca (Pseudo-Apollodoro)|Biblioteca]]'' III, 5.6</ref>.
Apollo continuò comunque a parteggiare per i troiani durante la guerra: in un'occasione salvò la vita ad [[Enea]], ingaggiato in duello da [[Diomede (Tideo)|Diomede]]. In seguito, aiutò [[Paride]] ad uccidere Achille, guidando la freccia da questi scagliata nel tallone dell'eroe, il suo unico punto debole.
Da non dimenticare infine,l'importantissimo aiuto che il dio offrì ad Ettore e ad Euforbo nel combattimento che li vedeva avversari del potente Patroclo, amico e maestro del valorosissimo Achille, il dio infatti, oltre ad aver stordito il giovane,confuso per il re mirmidone, vista l'armatura che indossava, lo privò di quest'ultima sciogliendola come neve al sole. Distrusse perfino la punta della lancia con cui Patroclo stava mietendo vittime tra le file troiane.
 
===Amori di Apollo e Admeto ===
Quando Zeus uccise [[Asclepio]], figlio di Apollo, come punizione per aver osato resuscitare i morti con il suo talento medico, il dio per vendetta massacrò i [[ciclopi]], che avevano forgiato i fulmini di Zeus. Stando alla [[tragedia]] di [[Euripide]] ''[[Alcesti (Euripide)|Alcesti]]'', come punizione per questo suo gesto Apollo venne costretto dal padre a servire [[Admeto (mitologia)|Admeto]], re di [[Fere]], per nove anni. Apollo lavorò dunque presso il re come [[pastore]], e venne da costui trattato in modo tanto gentile che, allo scadere dei nove anni, gli concesse un dono: fece sì che le sue mucche partorissero solo vitelli gemelli. In seguito, il dio aiutò Admeto a ottenere la mano di [[Alcesti (mitologia)|Alcesti]], che per volere del padre sarebbe potuta andare in sposa solo a chi fosse riuscito a mettere il [[giogo]] a due bestie feroci: Apollo gli regalò dunque un carro trainato da un [[Panthera leo|leone]] e un [[Sus scrofa|cinghiale]]<ref>Apollodoro, ''Biblioteca'' I, 9, 15</ref>.
 
==== Apollo eed Ermes Daphne====
Il giovane [[Ermes]], appena nato, sfuggì alla custodia della madre [[Maia (pleiade)|Maia]] e incominciò a vagabondare per la [[Tessaglia]], fino a imbattersi nel gregge di [[Admeto (mitologia)|Admeto]], custodito da Apollo. Ermes riuscì con uno stratagemma a rubare gli animali e, dopo essersi nascosto in una grotta, usò gli [[intestino|intestini]] di alcuni di essi per confezionarsi una [[lira (strumento musicale)|lira]]; un'altra leggenda a questo proposito parla invece di un guscio di tartaruga. Quando Apollo, infuriato, riuscì a rintracciare Ermes e a pretendere, con l'appoggio di Zeus, la restituzione del bestiame, non poté fare a meno di innamorarsi dello strumento e del suo suono, e accettò infine di lasciare a Ermes il maltolto, in cambio della lira, che sarebbe diventata da allora uno dei suoi simboli sacri<ref>Apollodoro, ''Biblioteca'' III 113</ref>. La lira poi passò a [[Orfeo]] e quando questi morì lo strumento fu tramutato in cielo nell'[[lira (costellazione)|omonima costellazione]]<ref>Igino, ''Astronomia'' II, 7</ref>.
Un giorno, Cupido, stanco delle continue derisioni di Apollo, che vantava il titolo di dio più bello, dio della poesia non che un arcere migliore di lui, colpì il dio con una delle sue frecce d'oro, facendolo cadere perdutamente innamorato della ninfa [[Dafne (mitologia)|Daphne]]. Allo stesso tempo però, colpì anche la ninfa, con una freccia di piombo arrugginita e spuntata, stregandola in modo che rifiutasse l'amore di Apollo e addirittura rabbrividisse per l'orrore alla sua vista. Perseguitata dal dio innamorato, la ninfa, piangendo e gridando, chiese aiuto a Zeus che la tramutò in una pianta di [[Laurus nobilis|lauro]], o alloro. Apollo pianse abbracciando il tronco di Daphne che ormai era un albero. Per questo il lauro divenne la pianta prediletta da Apollo con la quale era solito far ornare i suoi templi
 
==== Apollo edurante la guerra di Troia Giacinto====
[[File:Apollo razi grotami pomoru.jpg|thumb|upright=1.4|Apollo scaglia le frecce mortali contro l'accampamento acheo, disegno di [[Stanisław Wyspiański]] (c. 1897).]]
L'inizio dell'[[Iliade]] di [[Omero]] vede Apollo schierato a fianco dei [[Troiani (popolo)|Troiani]], durante la [[guerra di Troia]]. Il dio era infatti infuriato con i Greci, e in particolare con il loro capo [[Agamennone]], per il rapimento da questi perpetrato di [[Criseide]], giovane figlia di [[Crise]], sacerdote di Apollo. Per vendicare l'affronto, il dio decimò le schiere achee con le sue terribili frecce, fino a che il capo dei Greci non acconsentì a rilasciare la prigioniera, pretendendo in cambio [[Briseide]], schiava di [[Achille]]. Questo fatto provocò l'ira dell'eroe Mirmidone, che è uno dei temi centrali del poema<ref>[[Omero]], ''[[Iliade]]'', I 370 sgg.</ref>.
 
Apollo continuò comunque a parteggiare per i Troiani durante la guerra: in un'occasione salvò la vita a [[Enea]], ingaggiato in duello da [[Diomede]]. Da non dimenticare, infine, l'importantissimo aiuto che il dio offrì a Ettore e a Euforbo nel combattimento che li vedeva avversari del potente [[Patroclo]], amante e allievo del valoroso Achille; il dio infatti, oltre ad aver stordito il giovane, che i Troiani avevano scambiato per il re mirmidone, vista l'armatura che indossava, lo privò di quest'ultima sciogliendola come neve al sole. Distrusse perfino la punta della lancia con cui Patroclo stava mietendo vittime tra le file troiane<ref>Omero, Iliade XVI, 700 sgg.</ref>.
[[Immagine:The Death of Hyacinthos.gif|thumb|right|250px|Apollo sostiene Giacinto morente, dipinto di [[Jean Borc]]]]
Uno dei miti più conosciuti riferiti al dio è quello della sua triste storia d'amore con il principe [[Sparta|spartano]] [[Giacinto (mitologia)|Giacinto]], mito narrato, fra gli altri, da [[Ovidio]] nelle sue [[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]. I due si amavano profondamente, quando un giorno, mentre si stavano allenando nel [[lancio del disco]], il giovane venne colpito alla testa dall'attrezzo lanciato da Apollo, spintogli contro da [[Zefiro]], geloso dell'affetto tra i due. Ferito a morte, Giacinto non poté che accasciarsi tra le braccia del compagno che, impotente, lo trasformò nel rosso [[Hyacinthus|fiore]] che porta il suo nome, e con le sue lacrime tracciò sui suoi petali le lettere άί (ai), che in greco è un'[[esclamazione]] di [[dolore]].
Da ricordare che in questo mito viene svelata,nuovamente,la perfida personalità che talvota riemerge dall'animo del dio...infatti,saputo che Tamiri,un altro pretendente alla compagnia di Giacinto (per inciso fu il primo uomo ad innamorarsi di un individuo del suo stesso sesso) reputava di superare le muse nelle loro arti,il dio,con estremo piacere andò dalle sue alieve per riferire tali parole...le muse allora,privarono il povero Tamiri,reo di presunzione,privandolo della vista,della voce e della memoria.
 
=== Amori di Apollo ===
====Apollo e Cassandra====
==== Apollo e Dafne ====
Per sedurre [[Cassandra (mitologia)|Cassandra]], figlia del re di Troia [[Priamo]], Apollo le promise il dono della [[profezia]]. Tuttavia, dopo aver accettato il patto, la donna si tirò indietro, rimangiandosi la parola data. Il dio allora, sputandole sulle labbra, le diede sì il dono di vedere il futuro, ma la condannò a non venir mai creduta per le sue previsioni.
[[File:Giovanni_Battista_Tiepolo_-_Apollo_Pursuing_Daphne,_1755-1760.jpg|thumb|left|''Apollo insegue Dafne'', opera di [[Giambattista Tiepolo]]]]
Un giorno [[Eros]], stanco delle continue derisioni di Apollo, che vantava di essere il più bello tra gli dei, di essere il dio della poesia nonché un arciere migliore di lui, lo colpì con una delle sue frecce d'oro, facendolo innamorare perdutamente della ninfa [[Dafne (naiade)|Dafne]]. Allo stesso tempo però, colpì anche la ninfa con una freccia di piombo arrugginita e spuntata in modo che rifiutasse l'amore di Apollo e addirittura rabbrividisse per l'orrore alla sua vista. Perseguitata dal dio innamorato, la ninfa, piangendo e gridando, chiese aiuto al padre [[Peneo (mitologia)|Peneo]]<ref>Igino, ''Fabulae'' 203. Secondo la versione arcadica del mito Dafne è figlia di [[Ladone (fiume)|Ladone]]. Cfr. [[Publio Papinio Stazio|Stazio]], ''[[Tebaide (Stazio)|Tebaide]]'' IV 289; [[Nonno di Panopoli]], ''[[Le dionisiache|Dionysiaca]]'' XLII 386</ref>, dio del fiume omonimo, che la tramutò in una pianta di [[Laurus nobilis|lauro]] (alloro). Apollo pianse abbracciando il tronco di Daphne, che ormai era un albero. Per questo il lauro divenne la pianta prediletta da Apollo, con la quale era solito far ornare i suoi templi e anche i suoi capelli.
 
==== Apollo e MarpessaGiacinto ====
[[File:The Death of Hyacinthos.jpg|thumb|''[[La morte di Giacinto]]'', dipinto di [[Jean Broc]]]]
Apollo amò anche una donna chiamata [[Marpessa]], che era contesa fra il dio e l'umano chiamato [[Ida]]. Per dirimere la contesa tra i due, intervenne Zeus, che decise di lasciare la donna libera di decidere; questa scelse Ida, perché consapevole del fatto che Apollo, essendo immortale, si sarebbe stancato di lei quando l'avrebbe vista invecchiare.
Uno dei miti più conosciuti riferiti al dio è quello della sua triste storia d'amore con il principe [[sparta]]no [[Giacinto (mitologia)|Giacinto]], mito narrato, fra gli altri, da [[Ovidio]]<ref>''Le Metamorfosi'' X 162</ref>.
 
I due si amavano profondamente, quando un giorno, mentre si stavano allenando nel [[lancio del disco]], il giovane venne colpito alla testa dal disco lanciato da Apollo; responsabile della tragedia fu [[Zefiro]], geloso dell'amore fra i due, che un soffio spinse il disco contro il principe<ref>Apollodoro, ''Biblioteca'' I 3.3</ref>. Ferito a morte, Giacinto non poté che accasciarsi tra le braccia del compagno che, impotente, lo trasformò nel rosso [[Hyacinthus|fiore]] che porta il suo nome, e con le sue lacrime tracciò sui suoi petali le lettere άί (ai), che in greco è un'[[esclamazione]] di [[dolore]]<ref>{{Treccani|giacinto_(Enciclopedia-Italiana)|Giacinto}}</ref>.
====Figli di Apollo====
Come tutti gli déi greci, le leggende riportano come Apollo ebbe molti figli, da unioni con donne mortali e non.
 
==== Apollo e Cassandra ====
Da [[Cirene (mitologia)|Cirene]], ebbe un figlio di nome [[Aristeo]].
Per sedurre [[Cassandra (mitologia)|Cassandra]], figlia del re di Troia [[Priamo]], Apollo le promise il dono della [[profezia]]. Tuttavia, dopo aver accettato il patto, la donna si tirò indietro, rimangiandosi la parola data. Il dio allora, sputandole sulle labbra, le diede sì il dono di vedere il futuro, ma la condannò a non venir mai creduta per le sue previsioni. La previsione più tragica e inascoltata di Cassandra fu la [[Guerra di Troia|caduta di Troia]]<ref>{{Treccani|cassandra|Cassandra}}</ref>.
 
==== Apollo e Marpessa ====
Da [[Ecuba (mitologia)|Ecuba]], moglie di Priamo e regina di Troia, ebbe un figlio di nome [[Troilo]], che venne ucciso da Achille
Apollo amò anche una donna chiamata [[Marpessa]], che era contesa fra il dio e l'umano chiamato [[Ida (argonauta)|Ida]]. Per dirimere la contesa tra i due intervenne addirittura Zeus che decise di lasciare la donna libera di decidere; questa scelse Ida, perché consapevole del fatto che Apollo, essendo immortale, si sarebbe stancato di lei quando l'avesse vista invecchiare<ref>{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/PlutarchParallelStories.html#40|titolo= Plutarco, ''Vite Parallele'', 40|lingua=en|accesso= 20 giugno 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/HomerIliad9.html|titolo= Omero, ''Iliade'', IX 550|lingua=en|accesso= 20 giugno 2019}}</ref>.
 
==== Apollo e Cirene ====
Il figlio più noto di Apollo è però certamente [[Asclepio]], dio della medicina presso i greci. Asclepio nacque dall'unione tra il dio e [[Coronide]]; quest'ultima però, mentre portava in grembo il bambino, si innamorò di [[Ischi]] e fuggì con lui. Quando un corvo andò a riferire l'accaduto ad Apollo, questi dapprima pensò ad una menzogna, e fece diventare il corvo nero come la pece, da bianco che era. Scoperta poi la verità, il dio chiese a sua sorella Artemide di uccidere la donna. Apollo salvò comunque il bambino, e lo affidò al [[centauro]] [[Chirone (mitologia)|Chirone]], perché lo istruisse alle arti mediche. Come ricompensa per la sua lealtà, il corvo divenne inoltre animale sacro del dio, e venne dotato da Apollo il potere di prevedere le morti imminenti. In seguito [[Flegias]], padre di Coronide, per vendicare la figlia diede fuoco al tempio di Apollo a Delfi, e venne per questo ucciso dal dio e scaraventato nel [[Tartaro (mitologia)|Tartaro]].
[[Cirene (figlia di Ipseo)|Cirene]] era una principessa della [[Tessaglia]] e custodiva le mandrie del padre sul [[Monte Pelio]]. Era una cacciatrice abile con giavellotto e spada<ref>Pindaro, ''Pitiche'' 9.6 ff</ref>. <br />
Un giorno fu notata da Apollo mentre difendeva un gregge da un leone e lui se ne innamorò, così la rapì con il suo carro d'oro<ref>Nonno di Panopoli, ''Dionisiache'' 13.300</ref> e la portò su una collina di [[Myrtus communis|mirti]] in [[Libia]]. Ebbero lì i loro figli ([[Aristeo]] e [[Idmone]]) e più tardi in quel luogo Apollo fondò la colonia greca di [[Cirene]] in suo onore<ref>[[Diodoro Siculo]], ''[[Bibliotheca historica]]'' IV 81.1</ref>.
 
====Elenco degli amanti e dei figliFigli di Apollo ====
[[File:Batoni Apollo and two Muses.png|thumb|upright=1.2|Apollo istruisce le Muse [[Euterpe]] e [[Urania (musa)|Urania]], olio su tela di [[Pompeo Batoni]], ca. 1741, [[Varsavia]], [[Museo nazionale di Varsavia|Museo nazionale]]]]
Come tutti gli Dèi greci, le leggende riportano come Apollo ebbe molti figli, da unioni con donne mortali e non.
 
Il figlio più noto di Apollo è però certamente [[Asclepio]], dio della medicina presso i Greci. Asclepio nacque dall'unione fra il dio e [[Coronide (figlia di Flegias)|Coronide]]; quest'ultima però, mentre portava in grembo il bambino, si innamorò di [[Ischi]] e fuggì con lui<ref>{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/HyginusFabulae5.html|titolo= Igino, ''Fabulae'', CCII|lingua=en|accesso= 28 giugno 2019}}</ref>.
Quando un corvo andò a riferire l'accaduto ad Apollo, questi dapprima pensò a una menzogna, e fece diventare il corvo nero come la pece, da bianco che era<ref>Ovidio, ''Metamorfosi'' II 536 e 596</ref>. Scoperta poi la verità, il dio chiese a sua sorella Artemide di uccidere la donna. Apollo salvò comunque il bambino, e lo affidò al [[centauro]] [[Chirone]], perché lo istruisse alle arti mediche<ref>{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/OvidMetamorphoses2.html#3|titolo= Ovidio, ''Metamorfosi'' II, 532|lingua=en|accesso= 25 giugno 2019}}</ref>.
 
== Amanti e figli di Apollo ==
[[File:Apollo,_God_of_Light,_Eloquence,_Poetry_and_the_Fine_Arts_with_Urania,_Muse_of_Astronomy_-_Charles_Meynier.jpg|thumb|''Apollo e la Musa Urania'', opera di [[Charles Meynier]]]]
# [[Acacallide]] - Figlia di [[Minosse]]
## [[Nasso (figlio di Apollo)|Nasso]] - Insediato nell'isola
## [[Mileto (mitologia)|Mileto]] - Fondatore della città
## [[Anfitemi]] - Pastore libico
# [[Calliope]] - [[Muse (divinità)|Musa]] della Poesia epica
# [[Azia minore]] - Donna romana
## [[Augusto]] - Imperatore romano
# [[Calliope]] - [[Muse (mitologia)|Musa]] della Poesia epica
## [[Orfeo]] - Celebre musico
## [[Ialemo]] - Dio del canto nuziale
## [[Imene (mitologia)|Imeneo]] - Dio del matrimonio
# [[CireneChione (mitologiafiglia di Dedalione)|CireneChione]] - NinfaPrincipessa della tessalaFocide
## [[AristeoFilammone]] - CustodePoeta die mandriemusico
# [[Cirene (figlia di Ipseo)|Cirene]]<ref name="Figli di Apollo"/> - Ninfa tessala
# [[Coricla]] - Ninfa del [[Parnaso]]
## [[Aristeo]]<ref name="Figli di Apollo"/> - Dio del miele, del formaggio e dell'olio
## [[Licoreo]] - Re di [[Licorea]]
# # [[CoronideIdmone]] - NinfaVeggente e LapitaArgonauta
## [[AsclepioCoricia]] - DioNinfa delladel medicina[[Parnaso]]
## [[CreusaLicoreo (Eretteomitologia)|CreusaLicoreo]] - ViolentataRe daldi dio[[Licorea]]
# [[Coronide (figlia di Flegias)|Coronide]]<ref name="Figli di Apollo">Igino, ''Fabulae'', 161: Figli di Apollo</ref> - Ninfa Lapita
## [[Asclepio]]<ref name="Figli di Apollo"/> - Dio della medicina
# [[Creusa (figlia di Eretteo)|Creusa]] - Violentata dal dio
## [[Ione (mitologia)|Ione]] - Sacerdote di Delfi
# [[Danaide]] - Ninfa
## [[Cureti]] - Popolo Etolo
# [[Dia]] - Figlia di [[Licaone (figlio di Pelasgo)|Licaone]]
## [[Driope (re dei Driopi)|Driope]] - Re dell'dei [[ArcadiaDriopi]]
# [[Driope]] - [[Amadriadi|Amadriade]]
## [[Anfisso]] - Fondatore di ElaEta
# [[Ecuba (mitologia)|Ecuba]] - Regina troiana
## [[Troilo]]<ref>Apollodoro, ''Biblioteca'' III 12.5</ref> - ucciso da Achille
## [[Ettore (mitologia)|Ettore]] - Eroe troiano
# Eubea
## [[Polidoro (mitologia)|Polidoro]] - Ucciso da Polimestore
## [[TroiloAgreo]] - Giovane fanciullo
# [[Evadne (figlia di Poseidone)|Evadne]] - Figlia di Poseidone
## [[Iamo]] - Indovino di Olimpia
# [[Ftia]] - Eponima della regione
## [[Doro (mitologia greca)|Doro]]
## [[Laodoco]]
## [[Polipete]] - UccisiUcciso da [[Etolo (figlio di Endimione)|Etolo]]
# [[Manto]] - Indovina, figlia di [[Tiresia]]
## [[Mopso (figlio di Manto)|Mopso]] - Celebre indovino
# [[Melaina]] - Ninfa (o Tia o Celeno)
## [[Delfo (mitologia)|Delfo]] - fondatore di [[Delfi (città antica)|Delfi]]
# [[Procleia]] - Troiana
## [[Tenete]] - Eroe di [[Tenedo]]
## [[Emitea (sorella di Tenete)|Emitea]] - Principessa di Tenedo
# [[Psamate (figlia di Crotopo)|Psamate]] - Principessa di [[Argo (città antica)|Argo]]
## [[Lino (Apollofiglio di Psamate)|Lino]] - Sbranato da cani
# [[Reo (mitologia)|Reo]] - Discendente di Dioniso
## [[Anio (mitologia)|Anio]] - Sovrano di [[Delfi (città antica)|Delfi]]
# [[Rodope (mitologia)|Rodope]] - Ninfa
## [[Cicone]] - Capostipite dei Ciconi
# [[Talia (musa)|Talia]] - [[Muse (divinità)|Musa]] della Commedia
## [[Coribanti]] - Seguaci di Dioniso
# [[Tiria]] - Figlia di [[Anfinomo]]
## [[Cicno (figlio di Apollo)|Cicno]] - Abitante dell'[[Etolia]]
# [[Urania (mitologiamusa)|Urania]]<ref name="Figli di Apollo"/> - Musa dell'Astronomia e della geometria
## [[Lino (cantore)|Lino]]<ref name="Figli di Apollo"/> - Notevole musico
# Da madre ignota
## [[Erimanto]]
## [[Melaneo]]
## [[Cariclo (moglie di Chirone)|Cariclo]]
#[[Giacinto (mitologia)|Giacinto]] - Principe spartano
 
== Apollo nell'arte ==
{{vedi anche|Apollo nelle arti}}
*''[[Parnaso (Raffaello)|Parnaso]]'' - affresco di [[Raffaello]] ([[1511]]).
* ''[[IlParnaso tramonto del sole(Raffaello)|Parnaso]]'' - affresco di [[FrançoisRaffaello BoucherSanzio]] ([[17521511]]).
* ''[[Apollo e Dafne (Bernini)|Apollo e Dafne]]'' - gruppo scultoreo di [[Gian Lorenzo Bernini]] ([[1625]]).
* ''[[Tramonto del sole]]'' di [[François Boucher]] ([[1752]]).
* ''[[Apollo et Hyacinthus]]'' - operina di [[Wolfgang Amadeus Mozart]].
* ''[[Apollon musagète]]'' o ''[[Apollon musagète|Apollo]]'' balletto neoclassico in due quadri musicato da [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]].
 
==Apollo nellaNella cultura popolaredi massa ==
* Il celebre progetto spaziale [[Programma Apollo|Apollo]] della [[NASA]], che negli [[anni 1960|anni '60 sessanta]] portò l'uomo sulla [[luna]], deve il suo nome proprio al dio greco, in quanto protettore delle colonie e dei pionieri.
* Famosa è la filastrocca popolare dedicata ad Apollo e al suo fantomatico "figlio" [[Apelle]] (tra l'altro, un pittore realmente esistito):
*Nell'episodio ''Dominati da Apollo'' della [[Star Trek (serie classica)|serie classica]] di [[Star Trek]], il [[James Tiberius Kirk|Capitano Kirk]] ed il suo equipaggio incontrano un essere che afferma di essere il dio greco Apollo.
{{Poesia
*Apollo è il nome di una [[astronave]] nel [[telefilm]] di [[fantascienza]] [[Stargate Atlantis]].
|Apelle, figlio di Apollo,
*Nell'anime giapponese [[Aquarion]] (''Sōsei no Akuerion'') Apollo è il nome del ragazzo [[protagonista]] delle serie che si pensa sia l'[[incarnazione]] dell'[[angelo]] Apollonius.
|fece una palla di pelle di pollo,
|tutti i pesci vennero a galla
|per vedere la palla di pelle di pollo
|fatta da Apelle, figlio di Apollo.}}
* Nel manga e anime di ''[[Record of Ragnarok]]'', Apollo è uno degli dei che combatte al torneo del [[Ragnarǫk|Ragnarok]]. Scende in campo al nono round affrontando Leonida.
* Nell'anime ''[[C'era una volta... Pollon]]'', Apollo è il padre della protagonista [[Pollon]].
* Nell'anime ''[[UFO Diapolon - Guerriero spaziale]]'' (1976), il nome del robot è Daiapolon, ovvero "Grande Apollo" in giapponese.
* Apollo compare varie volte nelle serie di libri ''[[Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo]]'',''[[Eroi dell'Olimpo]]'' e nel racconto extra ''Percy Jackson and the Singer of Apollo'' (pubblicato per ''Guys Read: Other Worlds'', inedito in italiano) di [[Rick Riordan]]. Sotto forma di mortale e con lo pseudonimo di Lester Papadopoulos, è il protagonista della serie ''[[Le sfide di Apollo]]'', sempre di Riordan.
 
== Note ==
==Apollo nella mitopsicologia==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{vedi anche|Apollo (archetipo)}}
* {{Cita libro |lingua = en |autore = [[Walter Burkert]] |titolo = The Orientalizing Revolution: Near Eastern Influence on Greek Culture in the Early Archaic Age |città = Cambridge (Massachusetts) |editore = Harvard University Press |anno = 1992 |isbn = 0-674-64364-X|cid=Burkert 1992}}
==Voci correlate==
* {{Cita libro |autore=Walter Burkert|titolo=La religione greca|città=Milano|editore=Jaca Book|anno=2003|cid=Burkert 2003}}
*[[Belanu]] - Divinità equivalente [[protocelti|protoceltica]]
* {{Cita libro |autore = Anna Maria Carassiti |titolo = Dizionario di mitologia greca e romana |città = Roma |editore = Newton & Compton |anno = 1996 |isbn = 88-8183-262-3}}
*[[Clini]]
* {{Cita libro |autore=Marcel Detienne |titolo=Apollo con il coltello in mano. Un approccio sperimentale al politeismo greco|città=Milano|editore=Adelphi |anno=2002}}
*[[Cragaleo]]
* {{Cita libro |autore = [[Robert Graves]] |autore2 = Elisa Morpurgo |titolo = I miti greci |città = Milano |editore = Longanesi |anno = 1995 |isbn = 88-304-0923-5}}
*[[Crini]]
* {{Cita libro |autore=[[Károly Kerényi]] |titolo = The Gods of the Greeks |anno = 1951}}
* {{Cita libro|autore=[[Walter Friedrich Otto]]|titolo=Gli dèi della Grecia|città=Milano|editore=Adelphi|anno=2005|cid=Otto 2005}}
 
== Voci correlate ==
* [[Belanu]] - Divinità equivalente [[protocelti]]ca
* [[Clini]]
* [[Cragaleo]]
* [[Crini]]
* [[Cirò Marina]] - Sito del Tempio di Apollo
* [[Divinità della conoscenza]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=apollo}}
 
== Collegamenti esterni ==
==Bibliografia==
* {{Collegamenti esterni}}
*[[Károly Kerényi]], ''The Gods of the Greeks'', [[1951]]
*Marcel Detienne, ''Apollo con il coltello in mano. Un approcio sperimentale al politeismo greco'', Adelphi, [[2002]]
*Gigi Sanna, ''I segni del Lossia cacciatore'', S'Alvure Oristano [[2007]]
*Gigi Sanna, 'La scrittura nuragica e quella greca arcaica. La vera identità del cosiddetto'cacciatore' uccisore del lupo del Museo della fattoria di Glozel. L'icona delfica del Lossia e la collana 'scritta' dell'Apollo bronzeo di Manticlo di Tebe del Museum of Fine Arts di Boston' (testo integrale della Conferenza Internazionale di Cagliari); in Paraulas, Anno VII. n. 23. III/2005, pp. 8-24.
 
==Note==
<references/>
 
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