Brigate Garibaldi: differenze tra le versioni
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|Nome = Brigate Garibaldi
|Immagine = Bandiera delle Brigate Garibaldi partigiane (1943-1945).svg
|Didascalia = Bandiera di alcune Brigate Garibaldi ([[tricolore italiano]] con [[stella rossa (simbolo)|stella rossa]])
|Attiva = settembre [[1943]] - maggio [[1945]]
|Nazione = {{ITA 1861-1946}}
|Servizio = [[Partito Comunista Italiano]]<br />[[Comitato di Liberazione Nazionale]]
|Tipo = [[Brigate partigiane]]
|Ruolo = Sconfitta dei paesi dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]]
|Descrizione_ruolo = Obiettivo
|Dimensione =
|Categoria = esercito
|Struttura_di_comando = Comando generale Brigate Garibaldi<br />[[Corpo Volontari della Libertà]]<br />[[Comitato di Liberazione Nazionale]]
|Reparti_dipendenti =
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|Battaglie = [[Seconda guerra mondiale]]<br />[[Resistenza italiana]]
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|Comandanti_degni_di_nota = [[Luigi Longo]]<br />[[Pietro Secchia]]<br />[[Giorgio Amendola]]<br />[[Gian Carlo Pajetta]]<br />[[Vincenzo Moscatelli]]<br />[[Pompeo Colajanni]]<br />[[Luigi Casà ]]<br />[[Riccardo Fedel]]<br />[[Francesco Moranino]]<br />[[Eraldo Gastone]]<br />[[Walter Audisio]]<br />[[Mario Ricci (politico 1908)|Mario Ricci]]<br />[[Mario Depangher]]<br />[[Amato Vittorio Tiraboschi]]<br />[[Aldo Gastaldi]]<br />[[Davide Lajolo]]<br />[[Vincenzo Modica (partigiano)|Vincenzo Modica]]<br />[[Giovanni Latilla]]<br />[[Giovanni Pesce]]<br />[[Aldo Lampredi]]<br />[[Ilio Barontini]]<br />[[Paolo Caccia Dominioni]]
|Simbolo = [[File:Brigate Partigiane Garibaldi.svg]]
|Descrizione_simbolo = Distintivo da petto
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}}
Le '''Brigate Garibaldi''' furono delle [[brigate partigiane|formazioni partigiane]] organizzate dal [[Partito Comunista Italiano]] operanti nella [[resistenza italiana]] durante la [[seconda guerra mondiale]].
Composte in prevalenza da comunisti, in esse militarono anche esponenti di altri partiti del [[CLN]], specialmente [[Partito Socialista Italiano|socialisti]], [[Partito d'Azione|azionisti]] e [[cattolicesimo|cattolici]].<ref>{{Cita web|url=https://www.anpi.it/libri/garibaldi|titolo=''Garibaldi''}}</ref> Pochi furono invece i componenti [[Democrazia Cristiana|democristiani]]. Coordinate da un comando generale diretto dagli esponenti comunisti [[Luigi Longo]] e [[Pietro Secchia]], furono le formazioni partigiane più numerose e quelle che subirono le maggiori perdite totali durante la guerra partigiana. In azione i componenti delle brigate indossavano per riconoscimento fazzoletti rossi al collo e stelle rosse sui copricapi.
'''Brigate Garibaldi''' si chiamavano anche le tre brigate che componevano la [[Divisione italiana partigiana "Garibaldi" (Montenegro)|
Divisione partigiana italiana Garibaldi in Montenegro]], che operava in Montenegro al fianco del II Korpus dell’[[Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia]]; la divisione era costituita da militari italiani e comandata dai generali [[Giovanni Battista Oxilia]], [[Lorenzo Vivalda]] e [[Carlo Ravnich]].<ref>{{cita web|url=https://www.anpi.it/libri/le-divisioni-emilia-taurinense-e-venezia-montenegro-la-divisione-garibaldi|titolo=Le divisioni Emilia, Taurinense e Venezia in Montenegro: la divisione Garibaldi |accesso=24 giugno 2025|}}; {{cita web|url=http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2013/militari_partigiani_in_jugoslavia_scotti_aprile.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150420030320/http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2013/militari_partigiani_in_jugoslavia_scotti_aprile.pdf |urlmorto=sì|autore=[[Giacomo Scotti]]|titolo=Migliaia i soldati italiani morti per la libertà della Jugoslavia}}</ref>
==Creazione ed organizzazione==
=== Disegno operativo ===
Il 20 settembre 1943 a [[Milano]] venne costituito il comitato militare del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] che in ottobre si trasformò in comando generale delle Brigate d'assalto Garibaldi, sotto la direzione di Longo e Secchia. Questa embrionale struttura dirigente, inizialmente dotata di mezzi molto limitati, diede subito avvio alla sua azione, diretta soprattutto al superamento di ogni "attesismo" ed al potenziamento costante dell'attività militare di contrasto alla potenza occupante ed alle risorgenti strutture politico-militari del fascismo della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]]<ref>E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), ''Dizionario della Resistenza'', pp. 430-431.</ref>.
Il comando generale delle brigate previde subito di sviluppare la lotta armata sulla base di tre direttrici organizzative fondamentali: la costituzione, a partire dalle cellule comuniste già attive nelle città, di una rete di staffette con il compito di collegare i nuclei di militanti nelle varie zone, rafforzare i collegamenti ed attuare concretamente la lotta partigiana. A questo scopo venne stabilito che il 50% dei militanti del partito fossero assegnati all'attività militare<ref name = "E. Collotti, R. Sandri p. 431">E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), ''Dizionario della Resistenza'', p. 431.</ref>. La formazione di un corpo di ispettori assegnato nelle varie regioni con il compito di controllare l'attività partigiana delle brigate e di sviluppare l'attività politico-militare dei militanti. Infine, il decentramento degli stessi membri del comando generale; secondo questa direttiva, quindi, mentre il vertice rimase in clandestinità a Milano, in ogni regione venne organizzata una delegazione distaccata guidata da un membro del comando con ampi poteri decisionali<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 431"/>.
Dopo la dichiarazione di guerra alla [[Germania]] del [[governo Badoglio I|governo Badoglio]] (13 ottobre 1943), il comando generale delle Brigate Garibaldi diramò un documento ("Direttive d'attacco") in linea con le direttive politiche del PCI a favore dell'organizzazione e dell'intensificazione della guerra partigiana, caratterizzato da una rivendicazione della legalità e da un appello alla lotta senza quartiere contro gli occupanti tedeschi e i militanti del nuovo fascismo repubblicano<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 431"/>. Nel novembre 1943 fu Pietro Secchia che, in un articolo sulla rivista del PCI "La nostra lotta", precisò ulteriormente in modo inequivocabile il disegno politico-militare adottato dalla Brigate Garibaldi: dopo una critica serrata dell'"attesismo", il dirigente del comando generale affermava l'importanza dell'azione immediata militare per "abbreviare la guerra" ed in questo modo ridurre i tempi dell'occupazione tedesca, risparmiando le popolazioni e i villaggi; per dimostrare agli alleati la volontà del popolo italiano di lottare per la propria liberazione e per la democrazia; per contrastare la politica del terrore nazifascista e renderne insicura l'occupazione; in ultimo per stimolare, mediante l'azione concreta, la crescita dell'organizzazione e della lotta partigiana<ref>R. Battaglia, ''Storia della Resistenza italiana'', pp. 168-170.</ref>.
=== Modello organizzativo ===
[[File:Brigate Garibaldi.jpg|thumb|upright=1.2|Due partigiani garibaldini armati di mitra [[Sten]] e [[Beretta MAB 38|MAB38]].]]
Il modello organizzativo venne strutturato dalla direzione del PCI. Il termine "[[brigata]]" non fu casuale: era il superamento della "banda". Brigata stava ad indicare un legame organizzativo di tipo militare tradizionale, di dipendenza tra le unità operative e i livelli superiori politico-militari; inoltre creava un richiamo morale e storico con le [[Brigate Internazionali]] della [[guerra di Spagna]]<ref>C. Pavone, ''Una guerra civile'', p. 149.</ref>.
La scelta di dare alle formazioni partigiane comuniste il nome dell'eroe risorgimentale [[Giuseppe Garibaldi]], al quale era già stato intitolato un [[Battaglione Garibaldi|battaglione di volontari italiani antifascisti]] in Spagna, fu presa nell'ambito di un ampio ricorso a una simbologia e una retorica nazionalpatriottiche, in applicazione della politica dei [[Fronte popolare|fronti popolari]] raccomandata dal [[VII Congresso dell'Internazionale Comunista]] del 1935<ref>{{cita pubblicazione|autore=Roberto Colozza|titolo=The Birth of a Red Nation: Memory of WWII and Patriotic Rethoric in the Communist Propaganda in Italy and France|pubblicazione=Revista Universitaria de Historia Militar (RUHM)|volume=5|numero=10|data=22 dicembre 2016|pp=300-318|lingua=en|url=https://ruhm.es/index.php/RUHM/article/view/204/175|accesso=16 ottobre 2023}}</ref>.
Le dimensioni delle brigate variavano dal contesto operativo. La struttura impostata dal PCI richiedeva, oltre ad un comandante militare, un commissario politico con pari poteri militari ma impegnato anche nel lavoro di propaganda e istruzione dei partigiani; struttura questa replicata anche nelle squadre, i battaglioni e gli altri sottoraggruppamenti. Il termine "assalto" fu una volontà politica; era finalizzata a togliere le incertezze sulla possibilità di lotta e superare i dubbi nella lotta contro i fascisti. Inoltre richiamava anche i "reparti d'assalto" (gli Arditi) della [[prima guerra mondiale]]<ref>C. Pavone, ''Una guerra civile'', p. 150.</ref>.
La costituzione delle brigate si basò in primo luogo sulla severità cospirativa, la disciplina e la motivazione dei quadri comunisti ma soprattutto sull'apertura e la disponibilità nell'arruolamento dei volontari, esteso ai giovani, militari in servizio alla data dell'armistizio o provenienti dalle disciolte organizzazioni del regime<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 431"/>. Nell'autunno 1943 il comando generale precisò inoltre la struttura di comando delle brigate con la presenza di un commissario politico, incaricato della preparazione politica dei volontari, del benessere concreto e del mantenimento del morale e delle motivazioni dei combattenti, e di ufficiali nel ruolo di comandante militare, con pari diritti e doveri del commissario politico, e di capo di stato maggiore<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 431"/>.
Riguardo al ruolo del Partito Comunista, mentre il 50% dei militanti venne impegnato direttamente nell'attività militare con le brigate, l'altra metà si dedicò all'attività cospirativa in città (sabotaggi ed attentati), all'organizzazione ed allo sviluppo delle lotte operaie nelle fabbriche, all'agitazione contadina in alcune zone, all'inserimento nella scuola e nelle Università, favorendo inoltre il reclutamento e l'afflusso di volontari alle formazioni combattenti in montagna<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 431"/>. Durante la Resistenza la separazione tra le due parti non fu mai irreversibile e militanti passarono nelle varie fasi della lotta da un'attività all'altra, anche se in alcune province si produsse una separazione tra il "lavoro politico" sviluppato dai dirigenti delle federazioni locali ed il "lavoro militare" affidato ai comandanti delle Brigate Garibaldi sul campo ed ai delegati regionali con pieni poteri<ref>E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), ''Dizionario della Resistenza'', pp. 431-432.</ref>.
==
[[File:Comandante-barbato-2.jpg|thumb|upright=0.6|[[Pompeo Colajanni]] "Barbato", comandante delle formazioni garibaldine nella [[valle Po]].]]
=== Le diverse Brigate Garibaldi ===
Nonostante il collegamento diretto con il [[Partito Comunista Italiano|PCI]], le Brigate Garibaldi annoverarono capi di grande prestigio e capacità che non erano militanti comunisti, come il cattolico ed apolitico<ref>Biografia di Bisagno sul {{cita testo|url=https://www.anpi.it/biografia/aldo-gastaldi|titolo=sito dell'ANPI|urlmorto=sì}}</ref> [[Aldo Gastaldi]] (nome di battaglia "Bisagno", dal nome dell'[[Bisagno|omonimo torrente]]), uno dei comandanti partigiani più importanti a [[Genova]], l'apolitico [[Mario Musolesi]], nome di battaglia "Lupo", capo della [[Brigata Partigiana Stella Rossa]] ucciso dai tedeschi durante il rastrellamento di [[Marzabotto]], l'anarchico [[Emilio Canzi]], comandante unico della XIII zona operativa [[Appennino tosco emiliano#Appennino tosco-emiliano|Appennino Tosco Emiliano]]. Inoltre [[Aldo Aniasi]] rimase al comando della 2ª Divisione Garibaldi "Redi" in Val d'Ossola nonostante avesse lasciato il PCI per aderire all'organizzazione del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], e [[Luigi Pierobon]], uno dei dirigenti della [[FUCI]] veneta, ebbe parte importante nella costituzione della Divisione Garibaldi "Ateo Garemi"<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 431"/>. Anche molti ufficiali monarchici, stufi dell'attendismo di altre organizzazioni o più semplicemente perché si trovavano nelle vicinanze non potendo vagare nelle zone occupate dai nazisti cercando la formazione più politicamente affine, entrarono nelle brigate Garibaldi, ottenendo spesso il comando di distaccamenti, battaglioni o intere brigate, vista la loro preparazione militare, come il capitano [[Ugo Ricci]] (tra i primi promotori della resistenza nel comasco, caduto in combattimento nella battaglia di Lenno) e il tenente (e conte) [[Luchino Dal Verme (partigiano)]], che, con il nome di battaglia "Maino" comandò prima la ''88ª Brigata'' ''"Casotti"'' e poi la divisione "''Antonio Gramsci''" nell'Oltrepò pavese.
[[File:Moscatelli.jpg|thumb|left|upright=0.6|[[Vincenzo Moscatelli]] "Cino", commissario politico delle Brigate Garibaldi della [[Valsesia]].]]
Queste situazioni portarono a volte a diatribe e contrasti che però non diminuirono la comune volontà di lotta antifascista e la determinazione in combattimento. Queste personalità erano dotate di qualità di comando, capacità di mantenere la coesione dei reparti e valore militare e quindi preferivano combattere in una organizzazione efficiente, anche se non condividevano gli ideali comunisti, piuttosto che disperdersi.
I raggruppamenti più famosi, combattivi ed efficienti<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', pp. 27-28, 93, 350, 388, 454.</ref> delle Brigate Garibaldi, diffuse ed attive in quasi tutto il territorio occupato, furono quelli di [[Vincenzo Moscatelli]] "Cino" e [[Eraldo Gastone]] "Ciro" nella [[Repubblica della Valsesia|zona libera della Valsesia]], di [[Pompeo Colajanni]] "Barbato", [[Vincenzo Modica (partigiano)|Vincenzo Modica]] "Petralia" e [[Giovanni Latilla]] "Nanni" nella [[valle Po]] e nelle [[Langhe]], di [[Francesco Moranino]] "Gemisto" nel [[Biella|Biellese]], di [[Mario Ricci (politico 1908)|Mario Ricci]] "Armando" nel [[Modena|Modenese]], di [[Vladimiro Bersani]] "Paolo Selva" nel [[Piacenza|Piacentino]], di [[Arrigo Boldrini]] "Bulow" (ufficiale nel 120° Fanteria dell'Esercito l'8 settembre) nella [[Romagna]].
Associati alle Brigate Garibaldi erano i [[Gruppi di azione patriottica]] (GAP), che nelle città operavano azioni di sabotaggio e attentati contro gli occupanti nazifascisti. Uno dei più noti era quello dell'ospedale Niguarda di Milano, dove l'infermiera [[Maria Peron]] e numerosi colleghi garantivano la fuga di ebrei e detenuti politici dal carcere di San Vittore, ricoverandoli in ospedale con false diagnosi.<ref name=Caviglioli>{{cita|Caviglioli 1979}}.</ref>
In totale le Brigate Garibaldi rappresentavano circa il 48% delle forze della Resistenza partigiana. Al momento dell'insurrezione finale dell'aprile 1945, i garibaldini combattenti si calcolano in circa {{formatnum:50000}} divisi in 23 "divisioni", su un totale stimato di circa {{formatnum:110000}} partigiani<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', p. 494. Questi calcoli (approssimativi) comprendono le forze effettive ed efficienti, escludendo i partigiani dell'"ultima ora", entrati nelle file della Resistenza solo nel momento della vittoria finale e di scarsa utilità nei combattimenti.</ref>. In dettaglio il comando generale delle Brigate Garibaldi disponeva, alla data del 15 aprile 1945, di nove divisioni in Piemonte ({{formatnum:15000}} uomini); tre divisioni in Lombardia ({{formatnum:4000}} uomini); quattro divisioni in Veneto ({{formatnum:10000}} uomini); tre divisioni in Emilia ({{formatnum:12000}}); quattro divisioni ({{formatnum:10000}} uomini) in Liguria<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', p. 494.</ref>.
Nell'ambito delle forze militari della [[Resistenza italiana|resistenza]], le Brigate Garibaldi costituirono il gruppo più numeroso e organizzato con 575 formazioni organiche, tra squadre, gruppi, battaglioni, brigate e divisioni; parteciparono alla maggior parte dei combattimenti e subirono le perdite più pesanti, oltre {{formatnum:42000}} morti in combattimento o per rappresaglia<ref>G. Bianchi in AA.VV., ''Storia d'Italia'', vol. 8: ''La Resistenza'', p. 368.</ref>.
I partigiani garibaldini mantennero durante tutta la Resistenza i loro elementi esteriori di riconoscimento e di affermazione politica: fazzoletti rossi al collo, stelle rosse sui copricapi, emblemi con falce e martello<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', pp. 335 e 470.</ref>. Nonostante le precise direttive del comando del CNL dirette all'unificazione di tutte le formazioni combattenti ed all'impiego di distintivi nazionali e del saluto militare, i militanti delle brigate continuarono a mostrare indifferenza per queste disposizioni e attaccamento al loro partito e la maggioranza continuò a salutare con il pugno chiuso<ref>S. Peli, ''La Resistenza in Italia'', p. 139.</ref>.
===Comando generale===
[[File:Pietro Secchia Vineis.jpg|thumb|upright=0.5|[[Pietro Secchia]] "Vineis", commissario politico delle Brigate Garibaldi.]]
Le Brigate Garibaldi ricevevano in genere ordini dal rappresentante del PCI nel [[Corpo volontari della libertà]], che era [[Luigi Longo]] (nome di battaglia "Italo") e dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]]. Ma tutte le Brigate Garibaldi dipendevano direttamente dal Comando generale, di cui fecero parte all'inizio, oltre allo stesso Longo (comandante generale), [[Pietro Secchia]], che era anche il commissario politico delle brigate (nome di battaglia "Botte" o "Vineis"), [[Gian Carlo Pajetta]] ("Luca", vicecomandante); [[Giorgio Amendola]] ("Palmieri"), [[Antonio Carini]] ("Orsi", ucciso nel marzo 1944), Francesco Leone, Umberto Massola, Antonio Roasio, Francesco Scotti, [[Eugenio Curiel]] (caduto il 24 febbraio 1945)<ref name = "E. Collotti, R. Sandri p. 432">E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), ''Dizionario della Resistenza'', p. 432.</ref>. Questi capi mostrarono determinazione, capacità organizzative e spirito di sacrificio, sviluppando le formazioni resistenziali garibaldine e allargando l'influenza comunista nel Nord Italia<ref>P. Ginsborg, ''Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi'', pp. 68-69; l'autore riporta l'opinione di [[Max Salvadori]] che definì nei suoi scritti Luigi Longo e [[Emilio Sereni]]: "uomini d'acciaio".</ref>.
[[File:LuigiLongo.jpg|thumb|left|upright=0.5|[[Luigi Longo]] "Italo", il comandante generale delle Brigate Garibaldi.]]
Oltre a Longo, a Secchia ed agli altri componenti del Comando generale, svolsero un ruolo importante di coordinamento regionale anche [[Antonio Roasio]] ("Paolo"), a cui fu affidato il controllo delle Brigate Garibaldi in Veneto ed Emilia, [[Francesco Scotti]] ("Fausto" o "Grossi") che guidò le formazioni in Piemonte e Liguria, e [[Pietro Vergani]] ("Fabio"), responsabile in Lombardia. Il [[Partito Comunista Italiano]] svolse un ruolo decisivo nel potenziamento e nell'organizzazione; fin dall'inizio le strutture del partito decisero che almeno il 10% dei quadri ed il 15% degli iscritti fosse inviato in montagna per costituire un nucleo fondamentale di aggregazione e coesione intorno a cui sviluppare le varie unità<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', pp. 89-91.</ref>.
Inoltre le Brigate Garibaldi avevano propri rappresentanti nei comandi regionali del CVL, che furono: in Piemonte [[Giordano Pratolongo]] e poi Francesco Scotti; in Lombardia Pietro Vergani; in Liguria [[Luigi Pieragostini]] e dopo il suo arresto il 27 dicembre 1944 [[Carlo Farini (partigiano)|Carlo Farini]]; in Emilia-Romagna [[Ilio Barontini]]; in Veneto Pratolongo e poi [[Aldo Lampredi]]; in Toscana prima [[Luigi Gaiami]] e poi [[Francesco Leone]] e Antonio Roasio, nelle Marche [[Alessandro Vaia]], in Umbria [[Celso Ghini]]. A [[Trieste]] erano attivi [[Luigi Frausin]] e [[Vincenzo Gigante]] che, in collegamento con il comando generale, tennero i rapporti con il movimento di liberazione jugoslavo, sostenendo la necessità di rinviare le questioni territoriali a dopo la fine del conflitto e di condurre insieme la guerra contro il nemico. Frausin e Gigante furono catturati dall'[[Sicherheitsdienst|SD tedesco]] il 28 agosto e il 15 novembre 1944, deportati e uccisi quasi certamente nel campo della [[Risiera di San Sabba]]<ref>E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), ''Dizionario della Resistenza'', pp. 432-433.</ref>.
Caratteristica dell'attività del comando delle Brigate Garibaldi fu il tentativo costante di trasformare le formazioni partigiane in avanguardia ed elemento costitutivo del processo di introduzione della massa della popolazione nell'antifascismo attivo, con un continuo sforzo di integrazione tra lotta armata e mobilitazione civile dei cittadini, attraverso i loro rappresentanti<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 432"/>. Con un ulteriore sforzo organizzativo, i dirigenti comunisti del nucleo di [[Milano]] crearono a partire dal giugno [[1944]] su scala regionale i cosiddetti "triumvirati insurrezionali" per coordinare la lotta politica del partito nelle città occupate e nei luoghi di lavoro con l'azione concreta delle formazioni partigiane di montagna in vista dell'auspicata insurrezione generale<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 432"/>.
==Insurrezione e fine della guerra==
[[File:Partigiani Ossola.jpg|thumb|upright=1.4|Comandanti delle Brigate Garibaldi della [[Val d'Ossola]], il primo a sinistra è [[Aldo Aniasi]].]]
Il 10 aprile 1945 il Comando generale delle Brigate Garibaldi diramò la "direttiva n. 16" che allertava tutti i combattenti delle formazioni a prepararsi per l'insurrezione generale in tutta l'Alta Italia per precedere l'arrivo delle truppe Alleate e cooperare nella disfatta delle residue forze nazifasciste. Il comando generale delle brigate ed il Partito comunista enfatizzarono al massimo l'importanza dell'insurrezione, da effettuare a tutti i costi, senza accettare accordi, proposte, tregue con il nemico che potessero limitare l'azione delle forze partigiane. Vennero stesi piani dettagliati per entrare nelle città, per salvaguardare le fabbriche e gli impianti, per impedire la fuga delle forze nazifasciste<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', p. 507.</ref>. L'insurrezione ebbe quindi inizio il 24 e il 25 aprile nelle grandi città del Nord<ref>P. Ginsborg, ''Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi'', pp. 84-86.</ref>, dopo la diffusione del messaggio in codice comunicato dai vari comandi regionali: "Aldo dice 26x1"<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', p. 511.</ref>.
[[File:Partigiani dell'Oltrepò al Castello di Pavia.jpg|thumb|"Garibaldini" il 25 aprile al castello di Pavia]]
In questa fase finale i reparti garibaldini, ormai organizzati in "Divisioni" e "Gruppi di Divisioni" (come il raggruppamento della Valsesia, Verbano, Ossola guidato da Moscatelli e Gastone) ebbero un ruolo centrale nei combattimenti nelle varie città del nord Italia. Le brigate partigiane di montagna scesero in pianura e marciarono sui centri principali, mentre nei nuclei urbani venne proclamato lo sciopero insurrezionale e i reparti GAP e [[Squadre di azione patriottica|SAP]] iniziarono la lotta. In [[Liguria]] le Divisioni "Cichero",guidata da "Bisagno" (Aldo Gastaldi) e "Miro" ([[Antonio Ukmar]]), "Pinan-Cichero", "Mingo", giocarono un ruolo decisivo nella liberazione di Genova, impedirono la distruzione del porto e accettarono la resa delle forze tedesche del generale [[Günther Meinhold]]. In [[Piemonte]] le Divisioni Garibaldi di Pompeo Colajanni "Barbato", Vincenzo Modica e Giovanni Latilla "Nanni" entrarono a Torino insieme agli autonomi di "Mauri", mentre le forti Divisioni "Pajetta" e "Fratelli Varalli" di Gastone e Moscatelli, dopo aver liberato Novara, entrarono a Milano il 28 aprile, già raggiunta il giorno prima dai garibaldini dell'Oltrepò pavese guidati da [[Italo Pietra]] e [[Luchino Dal Verme (partigiano)|Luchino Dal Verme]]
<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', pp. 513-520.</ref>. In Lombardia la 2ª Divisione Garibaldi "Redi" (comandata da Aldo Aniasi "Comandante Iso") e le Divisioni "Lombardia", coordinate da [[Pietro Vergani]] ("Fabio", vicecomandante del CVL), bloccarono i passi alpini e occuparono la [[Valtellina]], impedendo la fuga dei gerarchi fascisti. [[Benito Mussolini]] fu catturato dalla [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"]] del comandante "Pedro" ([[Pier Luigi Bellini delle Stelle]]), dipendente dalla 1ª Divisione Garibaldi Lombardia, e fucilato dagli inviati del comando garibaldino di Milano, [[Walter Audisio]] e [[Aldo Lampredi]]; gli altri gerarchi vennero invece presi e fucilati a [[Dongo]] dai partigiani della 3ª Divisione Garibaldi Lombardia, agli ordini di [[Alfredo Mordini]] "Riccardo".
In Veneto le forti Divisioni "Garemi", "Nannetti" e "Ortigara" bloccarono la ritirata tedesca dopo aspri e costosi combattimenti e liberarono [[Padova]], [[Valdagno]], [[Belluno]]<ref>G. Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', pp. 520-521; R. Battaglia, ''Storia della Resistenza italiana'', pp. 528-529 (carta geografica).</ref>.
[[File:Moscatelli e Secchia.jpg|thumb|left|upright=1.4|I partigiani a [[Milano]] il 28 aprile 1945; si riconoscono [[Cino Moscatelli]], con il cappello da alpino, commissario politico delle Brigate Garibaldi della [[Valsesia]], e, alla sua sinistra, [[Pietro Secchia]] e [[Luigi Longo]], rispettivamente commissario politico e comandante generale delle brigate]]
Gravi problemi di collaborazione tra partigiani italiani e le formazioni dell'esercito popolare di liberazione sloveno sorsero sul confine orientale, dove le forti correnti sciovinistiche slave, le difficoltà dei dirigenti comunisti italiani e gli aspetti contraddittori della loro politica favorirono divisioni e risentimenti anti-slavi nelle forze della Resistenza non comuniste<ref>S. Peli, ''La Resistenza in Italia'', p. 140-142.</ref>. Il 20 settembre 1944 il Comando generale dell'EPL sloveno abolì unilateralmente gli accordi col CLN dell'aprile dello stesso anno, che prevedevano un "Comando paritetico" sloveno-italiano su questi reparti. Quest'atto determinò "il passaggio delle unità italiane alle dirette dipendenze, non solo operative, dell'EPL della Slovenia. Così la "Trieste", da 14ª brigata della Resistenza italiana, diventerà 20ª Brigata d'assalto Garibaldi-Trieste dell'Esercito sloveno, entrando a far parte degli effettivi della 30ª divisione slovena e cessando quindi di essere una formazione del Corpo Volontari della Libertà d'Italia".<ref>{{cita pubblicazione|nome=Luciano|cognome=Giuricin|titolo=Istria, teatro di guerra e di contrasti internazionali (Estate 1944-Primavera 1945)|rivista=Quaderni del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno|volume= vol. XIII|città=Fiume-Trieste-Rovigno|anno=2001|pp=155-246. In particolare, il virgolettato è alle pp. 183-184}}</ref><ref>{{cita libro||La Perna|Pola, Istria, Fiume|1993| Mursia| pp=250-253}}</ref>. Comandante e commissario politico aderirono alla soluzione politica e nazionale jugoslava e l'ufficio politico del PCI sostenne questa scelta, che impegnò peraltro solo i militanti comunisti<ref name = "E. Collotti, R. Sandri p. 463">E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), ''Dizionario della Resistenza'', p. 463.</ref>. Al momento dell'insurrezione finale, la "Trieste", aggregata dal 27 febbraio 1945 alla [[Divisione Garibaldi "Natisone"]], partecipò ai combattimenti ed un suo reparto entrò in [[Trieste]] il 7 maggio, mentre il grosso della divisione, impegnato verso [[Lubiana]], entrò in città il 20 maggio, a causa dell'ordine del Partito comunista sloveno di impedire la partecipazione di reparti partigiani italiani alla liberazione di Trieste<ref name="E. Collotti, R. Sandri p. 463"/>.
Dopo la fine delle operazioni militari (primi giorni di maggio del 1945) gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] e il [[CLN]] ordinarono la consegna delle armi e lo scioglimento delle unità partigiane. Le brigate Garibaldi, come le altre formazioni partigiane, formalmente si sciolsero e vennero consegnati agli alleati {{formatnum:215000}} [[fucili]], {{formatnum:12000}} [[mitra (arma)|mitra]], {{formatnum:5000}} [[mitragliatrici]], {{formatnum:5000}} [[pistole]], {{formatnum:760}} [[bazooka]]. In realtà si diffusero, soprattutto tra i partigiani garibaldini, diffidenza e timori di un ritorno delle forze reazionarie; solo circa il 60% delle armi vennero realmente riconsegnate, mentre i partigiani comunisti conservarono, oltre a cospicue quantità di armi leggere, berretti, giubbotti, fazzoletti rossi, zaini, giberne<ref>{{cita libro|C.|Pavone|Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza|pp=586-587 e 792-793}}</ref>. L'occultamento delle armi venne in parte autorizzato da alcuni capi garibaldini del Nord, in vista di una possibile ripresa della guerra di liberazione; per tutti gli anni cinquanta rimasero aspettative di ritorno alla lotta in montagna per contrastare lo Stato borghese ormai saldamente collocato nel campo capitalistico<ref>C. Pavone, ''Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza'', pp. 587 e 793, testimonianza di Valente Tognarini e "Relazione politica" al comando della 52ª Brigata Garibaldi del 13 maggio 1945.</ref>.
==Elenco Brigate Garibaldi==
{{vedi anche|Brigate partigiane italiane}}
{{Citazione|Garibaldi, brigate d'assalto,<br />
tu che sorgi dall'italo cuore,<br />
per la patria, la fede e l'onore<br />
contro chi maledetto tradì.
Partigiano di tutte le valli,<br />
pronto il mitra, le bombe e cammina;<br />
la tua patria travolta in rovina,<br />
la tua patria non deve morir.
Giù dai monti discendi alle valli<br />
se il nemico distrugge il tuo tetto;<br />
partigiano, impugna il moschetto,<br />
partigiano non devi morir.|alcuni versi di ''Garibaldi, brigate d'assalto'',<ref>di autore sconosciuto, da {{cita testo|url=http://www.cantilotta.org/canti/pag0207.htm|titolo=cantilotta.org}}.</ref>}}
Brigate Garibaldi:<ref>{{Cita web|url=http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettererisultati.php?tiporeparto=Brigata&lingua=it|titolo=Elenco Brigate Garibaldi|sito=INSMLI - Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia|accesso=25 febbraio 2021|urlarchivio=https://archive.is/20120802121354/http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettererisultati.php?tiporeparto=Brigata&lingua=it}}</ref>
{{Div col|cols=2}}
* [[1ª Brigata Garibaldi "Friuli"]] dall'ottobre 1943 operante sulle [[Prealpi Giulie]] e le [[Prealpi Carniche]]
* [[1ª Brigata Garibaldi "Silvano Belgrano"]] presente nell'[[Albenga]]nese (SV)<ref>{{cita testo|url=https://www.anpi.it/biografia/gianfrancesco-demarchi|titolo=da biografia di GianFrancesco De marchi|urlmorto=sì}}.</ref>
* [[1ª Brigata SAP "Irma Bandiera"]] attiva a [[Bologna]]
* [[2ª Brigata Garibaldi "Ermanno Angiono"]] (già "Biella") operante nel [[Biella|Biellese]]
* [[2ª Brigata SAP "Paolo"]] operante a [[Bologna]]
* [[3ª Brigata Garibaldi "Liguria"]] fino all'aprile 1944 ([[eccidio della Benedicta]]) operante nell'[[Ovadese]] (AL)
* [[3ª Brigata Garibaldi "Candida"]] attiva nell'[[Acquese]] (AL)
* [[Libero Briganti|3ª Brigata Garibaldi "Libero Briganti"]] operante nel [[Provincia di Savona|Savonese]]
* [[3ª Brigata Garibaldi "Jori"]] operante in alta [[Val Trebbia]] (PC-GE)
* [[3ª Brigata Garibaldi (Livorno)|3ª Brigata Garibaldi]] operante nel livornese (LI)<ref>{{Cita web|url=http://www.toscananovecento.it/|titolo=Partigiani e Patrioti|sito=Toscana Novecento - Istituti per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea|accesso=2 aprile 2022}}</ref>
* [[4
* [[4
* [[4ª Brigata Garibaldi Apuana "Gino Menconi"]] presente nell'alta [[Lunigiana]] (MS)
* [[4ª Brigata SAP "Venturoli"]] operante a [[Bologna]]
* [[4ª Brigata Garibaldi]] fino al giugno 1944 attiva sull'[[Appennino umbro-marchigiano]] (Foligno-Gualdo Tadino)
* [[5
* [[5
* [[6ª Brigata Garibaldi "Nello"]] {{simbolo|BrigateGaribaldiValsesia.png}} attiva nella [[Repubblica partigiana della Valsesia|Repubblica della Valsesia]] e operante nell'[[Val d'Ossola|Ossola]] e nel [[Lago d'Orta|Cusio]]<ref name = "RdV">{{cita testo|url=http://www.storia900bivc.it/pagine/resistenza/ffppvs.html|titolo=Zona operativa "Valsesia"|accesso=29 aprile 2011|dataarchivio=3 febbraio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140203040413/http://www.storia900bivc.it/pagine/resistenza/ffppvs.html|urlmorto=sì}}.</ref>
* [[6
* [[7ª Brigata Garibaldi "Valsesia"]] {{simbolo|BrigateGaribaldiValsesia.png}} attiva nella [[Repubblica partigiana della Valsesia|Repubblica della Valsesia]]<ref>{{cita testo|url=http://books.google.it/books?id=BIVzVZoh8moC&pg=PA558&lpg=PA558&dq=7a+brigata+garibaldi&source=bl&ots=j-oX0M4P0k&sig=VftOTeOfa3wckG-9-vgz1Er5yag&hl=it&ei=wvW6TcrUHo7MswaGnPiUBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=10&ved=0CFUQ6AEwCQ#v=onepage&q=7a%20brigata%20garibaldi&f=false|titolo=Oneri e onori: le verità militari e politiche della guerra di liberazione in Italia Roberto Roggero|pagina=558}}.</ref>
* [[
* [[8ª Brigata Garibaldi Romagna]] operante nel [[Forlivese]]<ref>{{cita testo|url=http://www.criad.unibo.it/isr-forlicesena/memoria/archivio1.html|titolo=Archivio dell'Istituto per la storia della resistenza e dell'età contemporanea|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091009110411/http://www.criad.unibo.it/isr-forlicesena/memoria/archivio1.html }} Fondo 8ª brigata Garibaldi Romagna.</ref>
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* [[10
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* [[10ª Brigata SAP "Gramsci"]] attiva in [[Piemonte]]
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* [[12ª Brigata Garibaldi "Fermo Ognibene"]] operante in alta [[Val di Taro]] (PR)<ref>{{cita testo|url=https://www.anpi.it/biografia/fermo-ognibene|titolo=biografia da ANPI}} [[Fermo Ognibene]] medaglia d'oro della [[Resistenza italiana|Resistenza]] comandante, prima di [[Dante Castellucci]] "Facio", della Brigata [[Guido Picelli|Picelli]] . Brigata a cui si unì [[Laura Seghettini]] dopo che il comandante partigiano [[Dante Castellucci]], suo compagno, fu fucilato ingiustamente.{{cita testo|url=http://parma.repubblica.it/dettaglio/laura-la-maestra-col-fucile-voglio-solo-la-verita-sul-mio-facio/1620624|titolo=''Laura, la maestra col fucile'' da La Repubblica|accesso=28 settembre 2009|dataarchivio=21 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100421063613/http://parma.repubblica.it/dettaglio/laura-la-maestra-col-fucile-voglio-solo-la-verita-sul-mio-facio/1620624|urlmorto=sì}}.</ref>
* [[
* [[14ª (poi 20ª) Brigata Garibaldi Trieste]] dall'aprile 1944 operante col IX Korpus sloveno in [[Venezia Giulia]] e nel [[Selva di Tarnova|Tarnovano]] (e comprensiva, da maggio a dicembre 1944, del btg. autonomo "[[Alma Vivoda]]" attivo nel [[Capodistria]]no)
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* [[27ª Brigata Garibaldi "Antonio Ferrari"]]<ref>{{cita libro | nome= Luigi | cognome= Paganelli| titolo= I cattolici e l'Azione cattolica a Modena durante il fascismo - dal 1926 al 1945|url = https://www.google.it/books/edition/I_cattolici_e_l_Azione_cattolica_a_Moden/63ZoAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=27%C2%AA+Brigata+Garibaldi+Antonio+Ferrari&dq=27%C2%AA+Brigata+Garibaldi+Antonio+Ferrari&printsec=frontcover| anno= 2005| editore= Mucchi Editore| città= Modena}}</ref> operante sull'[[Appennino modenese]]
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* [[42ª Brigata Garibaldi "Walter Fontana"]] operante nella media [[Val Susa]] (TO)
* [[43ª Brigata Garibaldi]] operante in [[Liguria]]
* [[44ª Brigata Garibaldi "Val Po"]] attiva nell'alta [[Val Po]] (CN)
* [[45ª Brigata Garibaldi "Ateo Garemi"]] operante nell'[[Astigiano]]<ref>{{cita testo|url=http://www.israt.it/archivio/45brigatagaribaldi/45brigatagaribaldi.doc|titolo=45ª Brigata Garibaldi|urlmorto=sì}}.</ref>
* [[46ª Brigata Garibaldi "Massimo Vassallo"]] presente nelle [[Valli di Lanzo]] (TO)
* [[47ª Brigata Garibaldi "C. Monzani"]] operante nel [[Canavese]] (TO)
* [[48ª Brigata Garibaldi "Dante Di Nanni"]] attiva nella zona di [[Mondovì]]-[[Langhe]] (CN)
* [[49ª Brigata Garibaldi "D. Viano"]] operante nel [[Canavese]] (TO)
* [[50ª Brigata Garibaldi "Edis Valle"]] (già "Nedo") presente nel [[Provincia di Biella|Biellese]]
* [[51ª Brigata Garibaldi "Arturo Capettini"]] attiva nell'[[Oltrepò pavese]]
* [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"]] operante sulla sponda ovest del [[Lago di Como]] e nelle zone di Bellagio (CO)<ref>{{cita web|url=http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/SAN%20GIOVANNI%20IN%20BELLAGIO,%2009.07.1944.pdf|titolo=Episodio di SAN GIOVANNI IN BELLAGIO, 09.07.1944|accesso=27 novembre 2018}}</ref>
* [[53ª Brigata Garibaldi "13 Martiri di Lovere"]] presente in [[Val Seriana]] e [[Val Cavallina]] (BG)
* [[54ª Brigata Garibaldi "Bortolo Belotti"]] operante in [[Val Saviore]]/[[Val Camonica]] (BS)
* [[54ª Brigata Garibaldi "Macario"]] presente sul [[Lago di Como]]
* [[55ª Brigata Garibaldi "Fratelli Rosselli"]] presente in [[Valchiavenna]] (SO)
* [[56ª Brigata Garibaldi]] presente in [[Valle Calepio]] (BG)
* [[57ª Brigata Garibaldi "Berto"]] presente in [[Val d'Aveto]] (GE)
* [[58ª Brigata Garibaldi
* [[59ª Brigata Garibaldi "Caio"]] (già "[[Giacomo Matteotti]]") presente in [[Val d'Aveto]] e [[Val Nure]] (GE-PC)
* [[60
* [[61
* [[62
* [[62
* [[63ª Brigata Garibaldi "Bolero"]][[
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* [[85ª Brigata Garibaldi "Valgrande Martire"]]{{simbolo|BrigateGaribaldiValsesia.png}} operante nell'[[Val d'Ossola|Ossola]] e nel [[Provincia del Verbano-Cusio-Ossola|Verbano]] <ref>{{Cita web | url=http://archivio.casadellaresistenza.it/archivi/?q=struttura-flaim | titolo=Divisione Flaim | accesso=30 maggio 2022 | editore=Casa della Resistenza di Fondotoce}}</ref>
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* [[157ª Brigata Garibaldi "Guido Picelli"]] operante in [[Friuli]], dal gennaio 1945 (entro la [[Divisione Garibaldi Natisone]]) in [[Slovenia]] occidentale col IX Korpus
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* [[170ª Brigata Garibaldi "Guido Galimberti"]] presente nel [[Provincia di Bergamo|Bergamasco]]
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* [[182ª Brigata Garibaldi
* [[183ª Brigata Garibaldi "
* [[183ª Brigata
* [[184ª Brigata
* [[185ª Brigata
* [[187ª Brigata SAP "Parenti"]] operante a [[Genova]]
* [[196ª Brigata SAP]] operante nel [[Milano|Milanese]]
* [[209ª Brigata Garibaldi]] attiva in [[Val Grande di Lanzo|Val Grande]] ([[Valli di Lanzo]]) (TO)
* [[212ª Brigata Garibaldi "Maruffi"]] operante nelle [[Langhe]]
* [[219ª Brigata SAP "Longhi"]] attiva nel Ponente [[Genova]]
* [[285ª Brigata SAP "Montagna"]] attiva sull'[[Appennino reggiano]]
* [[288º Raggruppamento Brigate SAP "Ferruccio Ghinaglia"]] operante nel {{Calcio Cremonese|N}}
* [[292ª Brigata SAP "Giacomo Buranello"]] operante a [[Sampierdarena]] (Genova)<ref>{{Cita web|url=http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettererisultati.php?tiporeparto=Brigata&nomereparto=d%27assalto%20Giacomo%20Buranello&combattenti=304&lingua=it|titolo=Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia - Brigata d'assalto Giacomo Buranello|accesso=25 febbraio 2021|urlarchivio=https://archive.is/20120803020119/http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettererisultati.php?tiporeparto=Brigata&nomereparto=d'assalto%20Giacomo%20Buranello&combattenti=304&lingua=it}}</ref>, afferente alla [[Divisione Mingo]]<ref name = "lunati">Gabriele Lunati: ''La divisione Mingo dall'eccidio della Benedicta alla liberazione di Genova'', isral, Le Mani, 2003, ISBN 88-8012-224-X.</ref>
* [[334ª Brigata SAP "Est"]] operante nel Ponente [[Genova]]
* [[395ª Brigata SAP "Gavino"]] attiva in [[Val Polcevera]] (GE)
* [[346ª Brigata SAP "Sergio Alpron"]] operante a [[Sestri Ponente]] (GE)
* [[368ª Brigata SAP "Masnata"]] presente in [[Val Polcevera]] (GE)
* [[413ª Brigata SAP "Mazzarello"]] attiva a [[Genova]]
* [[470ª Brigata SAP "Poggi"]] operante a Sori e sulle alture di Monte Cornua [[Genova]]
* [[576ª Brigata SAP]] "[[Giacinto Rizzolio]]" attiva a [[Genova]] ponente
* [[614ª Brigata SAP "Mirolli"]] attiva nel Levante [[Genova]]
* [[660ª Brigata SAP "Bruno Vanni"]] operante a [[Genova]]
* [[687ª Brigata SAP "Franchi"]] presente nel Levante [[Genova]]
* [[742ª Brigata SAP "Pinetti"]] attiva a [[Genova]]
* [[746ª Brigata SAP "Sordi"]] operante a [[Sestri Ponente]] (GE)
* [[818ª Brigata SAP "Rissotto"]] operante in [[Val Polcevera]] (GE)
* [[863ª Brigata SAP "Benucci"]] presente nel Levante [[Genova]] (Comandante Nora)
* [[912ª Brigata SAP "Antonio Gramsci"]] operante nel Ponente [[Genova]]
* [[927ª Brigata SAP "Antonio Sciolla"]] attiva nel Levante [[Genova]]
* {{Senza fonte|[[928ª Brigata "Bruno Falaschi"]] attiva nel Sanminiatese [[Pisa]]}}
* [[Brigata Garibaldi "Spartaco II"]] attiva nelle [[Valli di Lanzo]] (TO)
* [[Brigata Garibaldi di manovra "Moro"]] operante nel [[Canavese]] (TO)
* [[Brigata Garibaldi "Ennio Carando"]] attiva nel [[Fossano|Fossanese]] (CN)
* [[Brigata Garibaldi "Giovanni Burlando"]] presente nel [[Fossano|Fossanese]] (CN)
* [[Brigata Garibaldi "Titala"]] operante nel [[Fossano|Fossanese]] (CN)
* [[Brigata Garibaldi "Podestà"]] operante nell'[[Alessandrino (Piemonte)|Alessandrino]]
* [[Brigata Garibaldi "Aldo e Romeo"]] presente nell'[[Ovadese]] (AL)
* [[Brigata Garibaldi "Carlino"]] operante nell'[[Acquese]] (AL)
* [[Brigata Garibaldi "Fronte della Gioventù-Eugenio Curiel"]] attiva nella [[Repubblica partigiana della Valsesia|Repubblica della Valsesia]] e operante nell'[[Val d'Ossola|Ossola]] e nel [[Lago d'Orta|Cusio]]<ref name="RdV" />
* [[Brigata Risorgimento]], a sud-est del [[Lago Trasimeno]]
* [[Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" (Italia centrale)|Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci"]], attiva tra [[Umbria]] e [[Lazio]]
* [[Brigata Garibaldi "Bruno Fanciullacci"]] operante a [[Firenze]]
* [[
* [[Brigata
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "Oliveri"]], [[Appennino ligure-piemontese]], afferente alla [[Divisione Mingo]]<ref name="lunati"/>
* [[Brigata Garibaldi "Val Lemme-Capurro"]] operante nel [[Novese]] e [[Tortonese]] (AL)
* [[Brigata Garibaldi volante "Severino"]] operante in [[Valbisagno]] (GE)
* [[Brigata SAP "Amedeo Lattanzi"]], [[Genova]] levante
* [[Brigata SAP "Tito Nischio"]], [[Genova]] levante
* [[Brigata SAP "Piva"]], [[Genova]] ponente
* [[Brigata Garibaldi "Po-Argo"]] presente in [[Liguria]]
* [[Brigata Garibaldi "Coduri"]] operante nel [[Tigullio]] (GE)
* [[Brigata Garibaldi "Virginio Arzani"]] operante in [[Val Borbera]] e [[Val Curone]] (AL)
* [[Brigata Garibaldi "Cento Croci"]] operante sull'[[Appennino spezzino]]<ref>Antoni Varese, Ricci Giulivo, ''La brigata garibaldina Cento Croci, 4ª zona operativa ligure. Storia e testimonianze'', 1997, Giacché Edizioni.</ref>
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Gruppo Brigate Garibaldi "Vittorio Veneto"|Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "
* [[Brigata Garibaldi "La Pasubiana - div. Garemi"]] operante nel [[provincia di Vicenza|Vicentino - zona Valle Astico-Altopiano Tonezza-Trentino]]
* [[Brigata Garibaldi "Martiri della Val Leogra - div. Garemi"]] attiva sopra [[Schio]] (VI)
* [[Brigata Garibaldi "Martiri di Grancona 2a - div. Garemi"]] attiva [[Colli Berici]] (VI)
* [[Brigata Garibaldi "Luigi Pierobon - div. Garemi"]] attiva [[Valle del Chiampo]]-valli veronesi (VI-VR)
* [[Brigata Garibaldi "Cacciatori della pianura"]] attiva nel [[Provincia di Treviso|Trevigiano]]
* [[Brigata Garibaldi "Wladimiro Paoli"]] operante nel basso [[Provincia di Treviso|Trevigiano]]
* [[Brigata Garibaldi "Oreste Licori"]] attiva nel [[Veneto]]
* [[Brigata Garibaldi "Ciro Menotti"]] presente in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Veneziano"]] (già "Togliatti") presente in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Anthos"]] operante in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Ivo Bortolotti"]] operante in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Tagliamento"]] attiva in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Gino Modotti"]] operante in basso [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Zorzini"]] presente nell'{{Calcio Udinese|N}}
* [[Brigata Garibaldi "Miglioranza"]] attiva in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Natisone"]] (già "Isonzo") dal giugno all'ottobre 1944 (quando dà vita all'omonima Divisione) operante nel [[Cividalese]] (UD)
* [[Brigata Garibaldi "Udine"]] operante nell'{{Calcio Udinese|N}}
* [[Brigata Garibaldi "Rosso"]] presente in [[Friuli]]
* [[Brigata Garibaldi "Manin"]] attiva da marzo 1945 nella zona di [[Tarcento]] (UD)
* [[Brigata Garibaldi "Carnia"]] operante in [[Carnia]]<ref>{{cita testo|url=http://www.carnialibera1944.it/partigiani/gracco.htm|titolo=La morte di Gracco}} [[Pietro Roiatti]] comandante della I Brigata Garibaldi [[Carnia]]].</ref>
* [[Brigata Garibaldi "Val But"]] operante in [[Carnia]] (UD)
* [[Brigata Garibaldi "Sante Gagliussi"]] operante in Sinistra [[Tagliamento]] (UD)
* [[Brigata Garibaldi "Nino Bixio"]] presente in Destra [[Tagliamento]] (PN)
* [[Brigata SAP "Francesco Biancotto"]] operante a [[Venezia]]
* [[Brigata Garibaldi "Conti"]] operante a [[Venezia]]
* [[Brigata Garibaldi "Martiri di Mirano"]] operante nel [[Venezia]]no
* [[Brigata Garibaldi "Furlan"]] presente nel [[Venezia]]no
* [[Brigata Garibaldi "L. Bavaresco"]] attiva in [[Veneto]]
* [[Brigata Garibaldi "Ugo Bottacin"]] operante in [[Veneto]]
* [[Brigata Garibaldi "Carlo Pisacane"]] operante in [[Veneto]]
* [[Brigata Garibaldi "Veronese"]]
* [[Brigata Garibaldi "Ferretto"]] operante nel [[Mestrino]] e nel [[Padova]]no
* [[Brigata Garibaldi "Padova"]] operante nel [[Padova]]no
* [[Brigata Garibaldi "Franco Sabatucci"]] attiva nel [[Padova]]no
* [[Brigata Garibaldi "Mazzini"]] operante nel [[provincia di Vicenza|Vicentino]]
* [[Brigata Garibaldi "Ruspo"]] attiva nel [[Portogruarese]] (VE)
* [[Brigata Garibaldi "Ippolito Nievo"]] operante nel [[Portogruarese]] (VE) e [[Pordenonese]]
* [[Brigata Garibaldi "Ampelio Iberati"]] attiva nel [[Portogruarese]] (VE)
* [[Brigata Garibaldi "Venezia"]] operante nel [[Portogruarese]] (VE)
* [[Brigata Garibaldi "Vecchia"]], afferente alla [[Divisione Mingo]]<ref name="lunati"/>
* [[Brigata Garibaldi "Gino Bozzi"]], operante nella zona dell'[[appennino pistoiese]]
* [[Gruppo Brigate Garibaldi "Vittorio Veneto"]]
{{Div col end}}
== Personalità "garibaldine" ==
{{Div col|cols=3}}
*[[Mario Abruzzese]]
*[[Giorgio Amendola]]
*[[Aldo Aniasi]]
*[[Osvaldo Alasonatti]]
*[[Walter Audisio]]
*[[Ennio Bellini]]
*[[Vladimiro Bersani]]
*[[Mario Betto]]
*[[Arrigo Boldrini]]
*[[Nello Boscagli]]
*[[Giancarlo Brugnolotti]]
*[[Italo Calvino]]
*[[Antonio Carini]]
*[[
*[[Dante Castellucci]]
*[[Ercole Chiolerio]]
*[[Giotto Ciardi]]
*[[Pompeo Colajanni]]
*[[Orazio Costorella]]
*[[Fernando Di Giulio]]
*[[Dante Di Nanni]]
*[[Mario Fantini]]
*[[Riccardo Fedel]]
*[[Sergio Flamigni]]
*[[Fontanot|Armido, Licio e Vinicio Fontanot]]
*[[Aldo Gastaldi]]
*[[Eraldo Gastone]]
*[[Giuseppe Gheda]]
*[[Adriano Ghione]]
*[[Mario Ginocchio]]
*[[Antonio Giolitti]]
*[[Enzo Giraldo]]
*[[Renato Guatelli]]
*[[Giorgio Jaksetich]]
*[[Davide Lajolo]]
*[[Aldo Lampredi]]
*[[Giovanni Latilla]]
*[[Giovanbattista Lazagna]]
*[[Francesco Leone]]
*[[Mario Lizzero]]
*[[Luigi Longo]]
*[[Alfio Marchini (partigiano)|Alfio Marchini]]
*[[Erasmo Marrè]]
*[[Vincenzo Modica (partigiano)|Vincenzo Modica]]
*[[Francesco Moranino]]
*[[Alfredo Mordini]]
*[[Cino Moscatelli]]
*[[Attilio Musati]]
*[[Germano Nicolini]]
*[[Giovanni Padoan]]
*[[
*[[Floriano Papi]]
*[[Ugo Pecchioli]]
*[[Giovanni Pesce]]
*[[Anna Maria Princigalli]]
*[[Giannantonio Prinetti Castelletti]]
*[[Mario Ricci (politico 1908)|Mario Ricci]]
*[[Nino Ricciardi]]
*[[Antonio Roasio]]
*[[Francesco Scotti]]
*[[Pietro Secchia]]
*[[
*[[Emilio Sereni]]
*[[Gino Simionato]]
*[[Luciano Tavilla]]
*[[Angelo Luciano Tondelli]]
*[[Giuseppe Verginella]]
*[[Pietro Vergani]]
*[[Angelo Zanti]]
*[[Lucillo Ranocchi]]{{Div col end}}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
*[[Walter Audisio]], ''In nome del popolo italiano'', Milano, Teti, 1975
*[[Roberto Battaglia]], ''Storia della Resistenza italiana'', Torino, Einaudi, 1964
*[[Cesare Bermani]], ''Pagine di guerriglia. L'esperienza dei garibaldini della Valsesia'', Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli". 4 voll. in 5 tomi, 1995-2000
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*[[Giorgio Bocca]], ''Storia dell'Italia partigiana'', Milano, Mondadori, 1996
*[[Luigi Borgomaneri]], ''Due inverni, un'estate e la rossa primavera: le Brigate Garibaldi a Milano e provincia (1943-1945)'', Milano, Franco Angeli, 1985
*Piero Carmagnola, ''Vecchi partigiani miei'', Milano, Angeli, 2005
*Marisa Diena, ''Guerriglia e autogoverno: Brigate Garibaldi nel Piemonte occidentale 1943-1945'', Parma, Guanda, 1970
*''Dizionario della Resistenza'', a cura di [[Enzo Collotti]], [[Renato Sandri]], Frediano Sessi, 2 voll., Torino, Einaudi, 2000-2001
*''Dizionario della Resistenza'', a cura di Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi, edizione in un volume, Einaudi, 2006
*''Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza'', 6 voll., Milano, La Pietra, 1968-1989
*Enrico Fogliazza, ''Deo e i cento cremonesi in Val Susa'', Cremona, 1985
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*[[Luigi Longo]], ''I centri dirigenti del PCI nella Resistenza'', Roma, Editori Riuniti, 1973
*Leonardo Maccagni, ''Macao racconta. Memorie di un patriota'', Fiorenzuola d'Arda, 1945
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*[[Giovanni Pesce]], ''Senza tregua. La guerra dei GAP'', Milano, Feltrinelli, 1967, rist. 2007
*''Politica e organizzazione della Resistenza armata. Atti del Comando militare regionale veneto'', 2 voll., Vicenza, Neri Pozza, 1992
*''La Resistenza nel Cremonese. Appunti, ricordi, testimonianze dei protagonisti''. [Di Arnaldo Bera "Luciano" et al.], Cremona, ANPI, 1986, rist. 2002
*''La Resistenza piacentina. Dall'avvento del fascismo alla Liberazione. A cura di Carlo Cerri'', Roma, Ediesse, 1985
*Roberto Roggero, ''Oneri e onori: le verità militari e politiche della guerra di Liberazione in Italia''. Milano, Greco e Greco, 2006
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*Giacomo Scotti, ''Juris, juris! All'attacco! La guerriglia partigiana ai confini orientali d'Italia 1943-1945'', Milano, Mursia, 1984
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*Franco Sprega, ''Il comandante che veniva dal mare. Giovanni lo Slavo nella 62ª brigata partigiana L. Evangelista'', Fiorenzuola d'Arda, ANPI, 2019
*
*Antonio Varese-Ricci Giulivo, ''La brigata garibaldina Cento Croci, 4ª zona operativa ligure. Storia e testimonianze'', La Spezia, Giacché, 1997
*{{Cita pubblicazione|titolo = La partigiana Maria Peron |autore = Giuseppe Caviglioli |rivista = Novara |numero = 2 |editore = Camera di Commercio Industria e Artigianato di Novara |città = Novara |anno = 1979 |pp = 1-9 |cid = Caviglioli 1979 }}
==Voci correlate==
* [[Brigate Giustizia e Libertà]]
* [[Brigate Matteotti]]
* [[Brigate del popolo]]
* [[Brigate Mazzini]]
* [[Brigate Fiamme Verdi]]
* [[Brigate Osoppo]]
* [[Gruppi di Azione Patriottica]]
*[[Squadre di azione patriottica]]
* [[Guerra civile spagnola]]
* [[Comitato di Liberazione Nazionale]]
* [[Resistenza Italiana]]
== Collegamenti esterni ==
*
* {{cita web |url=http://mav-valsesia.org/la-valsesia/repubblica-della-valsesia/ |titolo="Repubblica (partigiana) Della Valsesia" 10/11 luglio 1944 – 25 aprile 1945 |accesso=2 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130427121140/http://mav-valsesia.org/la-valsesia/repubblica-della-valsesia/ |urlmorto=sì }}
{{Partito Comunista Italiano}}{{Resistenza italiana}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|seconda guerra mondiale|storia d'Italia}}
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