Silvestro Calandra: differenze tra le versioni

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{{Bio
'''Silversto Calandra''' (ca [[1450]] - ca [[1517]]) fu un [[cortigiano]] italiano, [[segretario]] dei [[Gonzaga|marchesi di Mantova]]
|Nome = Silvestro
|Cognome = Calandra
|Sesso = M
|LuogoNascita = Mantova
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1450]] circa
|LuogoMorte = Mantova
|GiornoMeseMorte = 29 aprile
|AnnoMorte = 1503
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività =
|Nazionalità = italiano
|Categorie = no
'''Silversto|FineIncipit Calandra'''= (caè [[1450]] - ca [[1517]]) fustato un [[cortigiano]] italiano, [[Segretario di stato|segretario]] dei [[Gonzaga|marchesi di Mantova]]
}}
 
== Biografia ==
[[File:48CastelloSGiorgio.jpg|thumb|left|upright=0.8|Il Castello di San Giorgio]]
Di SilverstoSilvestro Calandra non si conosce né il luogo né la data di nascita, che dovrebbe porsi intorno alla metà del [[XV secolo]]. Verso il [[1480]] entrò al servizio del marchese [[LudovicoFederico I Gonzaga|Federico Gonzaga]] divenendo suo castellano, ossia responsabile del castello [[mantova]]no di [[Castello di San Giorgio (Mantova)|San Giorgio]] che, costruito nel secolo precedente per servire a scopi di difesa militare, per volontà di [[Ludovico III Gonzaga]], era stato trasformato in una raffinata residenza rinascimentale grazie agli interventi di [[Luca Fancelli]], l’l'[[architetto]] favorito del marchese, e del pittore [[Andrea Mantegna]]. Qui egli svolse compiti di segretario deldella marchese,vedova delladi moglieLudovico, [[Barbara di Brandeburgo]], del marchese Federico e in particolare dei figli [[Francesco Gonzaga|Francesco]], succeduto al padre nel [[1484]], ed [[Elisabetta Gonzaga|Elisabetta]].
 
Nella prima sua lettera conservataci, del [[26 agosto]] [[1486]], il Calandra riferisce al marchese Francesco del ciclo deglidei affreschinove teleri mantegneschi che illustravano i ''Trionfi di Cesare''<ref>Claudia Cieri Via, ''Mantegna'', 1991, p. 42.</ref> e dà notizie del duca di [[Urbino]] [[Guidobaldo da Montefeltro]], in visita a Mantova per la stipula del contratto nuziale con Elisabetta Gonzaga, che egli accompagnò a Urbino per le nozze celebrate l'[[11 febbraio]] [[1488]]. Elisabetta – che provava per lui un’autenticaun'autentica ammirazione, come testimonia la sua lettera diretta a Francesco il [[19 febbraio]] – volle che fosse affidato al suo servizio e così il Calandra si stabilì in aprile nella corte urbinate.
 
[[File:Raffaello sanzio, ritratto di elisabetta gonzaga, 1503-06 ca. 01.jpg|thumb|upright=0.8|[[Raffaello Sanzio|Raffaello]]: ''[[Ritratto di Elisabetta Gonzaga|Elisabetta Gonzaga]]'']]
Fu sùbito imbarazzante il primo compito che dovette affrontare: gli [[astrologi]] della corte avevano previsto al 2 maggio la data favorevole per la consumazione del matrimonio, e il Calandra, desiderando andare incontro ai desideri del duca Guidobaldo, li convinse che anche il 19 aprile fosse un giorno indicato alla bisogna. Compito più delicato dovette essere informare della novità la timidissima duchessa Elisabetta: «lasso considerare a lei - scriveva infatti al marchese di Mantova il 20 aprile [[1488]] - quanta faticha fosse ad indurla et quanta arte et industria me bisognò usare prima, che fu uno inextimabile impazo». Probabilmente, quegli stessi astrologi di corte sapevano già che nessun giorno sarebbe stato adatto, dal momento che Guidubaldo era sessualmente impotente: infatti, la coppia ducale non ebbe mai figli.
 
Dopo aver accompagnato in giugno i duchi di Urbino nelle loro residenze di [[Cagli]] e di [[Gubbio]], Calandra rientrò a Mantova, riferendo al marchese della turbolenta situazione politica della [[Romagna]], dove a [[Forlì]] era stato assassinato [[Girolamo Riario]] e ora [[Caterina Sforza]] teneva il governo di Forlì e di [[Imola]] con l'appoggio dello zio [[Ludovico il Moro|Ludovico]] in chiave anti-veneziana.
 
Il Calandra tornò a Urbino presso la duchessa Elisabetta più volte: vi fu a lungo nel [[1492]] e nel [[1497]]. Le sue lettere indirizzate a Mantova riferiscono delle mire dei [[Borgia]] sulla signoria di [[Pesaro]], retta da [[Giovanni Sforza]], marito di [[Lucrezia Borgia]], e della decisione di [[Alessandro VI]] di annullare il matrimonio della figlia. Gli intrighi del papa sono elencati nella lettera dell'ottobre 1497 in cui afferma che Alessandro Borgia intendeva togliere il cappello cardinalizio a [[Cesare Borgia|Cesare]] per passarlo all'altro figlio [[Goffredo Borgia|Goffredo]], in cambio della moglie di quest'ultimo, [[Sancha d'Aragona]], da tempo amante di Cesare.
 
Fu ancora a Urbino nel [[1498]] e dal [[1500]] al [[1501]], informando nell'ottobre del 1500 la corte di Mantova delle iniziative di Cesare Borgia che, dopo essersi impadronito di Pesaro, stava ora volgendo le sue mire a [[Bologna]]. Non risulta conservata altra sua corrispondenza: i suoi figli Federico e [[Giovan Giacomo Calandra|Giovan Giacomo]] informarono il 29 aprile [[1503]] il marchese Francesco della morte del padre: «questa mattina circa le XIII hore l'è piaciuto a Nostro Signore Dio di tuore a sé l'anima di nostro patre».<ref>Lettera in Archivio di Stato di Mantova, ''Archivio Gonzaga'', b. 2461.</ref> Entrambi succedettero nella carica paterna di castellano: prima il fratello maggiore Federico e, alla sua morte avvenuta nel [[1512]], Giovan Giacomo.<ref>Guido Rebecchini, ''Private Collectors in Mantua. 1500-1563'', 2002, p. 151.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Roberto Zapperi, ''adCalandra vocem,Silvestro'', in «Dizionario biografico degli Italiani», XVI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana 1973
* Claudia Cieri Via, ''Mantegna'', Firenze, Giunti 1991
* Guido Rebecchini, ''Private Collectors in Mantua. 1500-1563'', Roma, Edizioni di Storia e Letteratura 2002 ISBN 88-8498-049-6
 
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