Chitarra classica: differenze tra le versioni

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{{strumento musicale
[[Immagine:Classic_guitar.JPG|thumb|right|150px|Una chitarra classica]]
|Nome = Chitarra classica
La '''chitarra classica''' è un tipo di [[chitarra]] utilizzata per l'esecuzione di brani di [[musica classica]] o [[musica popolare|popolare]] (come per esempio la musica latino-americana o il [[flamenco]]). La forma della chitarra classica che conosciamo e usiamo oggi è della seconda metà dell'[[ottocento]].
|Immagine = Classical_Guitar.jpg
|Didascalia = Una chitarra classica
|Data di invenzione = Novecento
|Inventore = <!-- nome dell'inventore (solo se noto) -->
|Origine geografica = Spagna
|Codice classificazione = chi
|Utilizzo 1 = medievale
|Utilizzo 2 = rinascimentale
|Utilizzo 3 = barocca
|Utilizzo 4 = classica
|Utilizzo 5 = romantica
|Utilizzo 6 = contemporanea
|Utilizzo 7 = folk
|Estensione = Range guitar.svg
|Progenitore = [[chitarra barocca]]
|Discendente = [[chitarra folk]]
|Ascolto = Enrique Granados - danza espanola, op. 37, h. 142 - xii. arabesca.ogg
|Didascalia ascolto = Danza espanola, op. 37: XII. Arabesca, composizione di [[Enrique Granados]]
}}
La '''chitarra classica,''' chiamata anche '''chitarra spagnola,''' è un tipo di [[chitarra]] più moderna, rispetto alla [[chitarra barocca]], che fu sviluppata a partire dalla fine del [[XVIII secolo|1700]] e confermata, nello stile che divverà poi quello contemporaneo, intorno agli [[anni 1850]], con la scuola del liutaio spagnolo [[Antonio de Torres Jurado]].<ref>{{Cita testo|titolo=The Guitar and its Music (From the Renaissance to the Classical Era) |anno=2007|autore= James Tyler e Paul Sparks |ISBN= 0-19-921477-8}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|data=1º settembre 1988|titolo=Antonio de Torres: guitar maker: his life and work|rivista=Choice Reviews Online|volume=26|numero=01|pp=26–0234-26-0234|accesso=28 giugno 2023|doi=10.5860/choice.26-0234|url=http://dx.doi.org/10.5860/choice.26-0234}}</ref>
 
È una chitarra acustica che raramente viene [[Chitarra elettrica|elettrificata]] e che prevalentemente viene utilizzata per l'esecuzione di brani di [[musica classica]] o [[Musica tradizionale|popolare]], come ad esempio il [[flamenco]] o la [[musica latino-americana]], ma è in grado di servire un po' tutta la [[musica]], da quella [[Musica medievale|medievale]] alla [[folk]].
 
== Morfologia della chitarra ==
[[ImmagineFile:Classical_Guitar_labelled_italianClassical Guitar labelled italian.jpg|left|thumb|400pxupright=1.8|Le varie parti di una chitarra classica]]
È composta da due parti principali:
* il manico, su cui si trova la [[tastiera (cordofoni)|tastiera]] e che termina con la paletta, altrimenti detta cavigliere, la quale ospita le meccaniche per l'accordatura;
* la [[cassa di risonanza]] o tavola armonica, in legno, con una [[foro di risonanza|buca]] centrale, che serve ad amplificare il suono prodotto dalle [[corda (musica)|corde]].
 
La chitarra classica è solitamente realizzata con [[legno|legni]] di diverso tipo per ogni parte del corpo. La [[tavola armonica]] è in legno di [[Picea abies|abete]] (picea abies), [[cedrus|cedro]] o [[sequoia sempervirens|sequoia]]. Al suo interno, la tavola viene rinforzata con listelli di abete (cosiddetta incatenatura) secondo l'esperienza del liutaio, così che ad incatenature diverse corrispondono caratteristiche sonore diverse. La disposizione delle catene a ventaglio, già presente in alcune chitarre dei primi del [[XIX secolo|Ottocento]], fu perfezionata dal liutaio spagnolo Antonio de Torres. Le fasce e il fondo sono costruite in varie essenze, di solito legni duri e compatti, a seconda del timbro che il [[liutaio]] le vuole conferire. Molto ricercate sono le essenze di [[palissandro]], in particolare quello brasiliano, di [[mogano (legno)|mogano]], [[Cupressus|cipresso]], [[Diospyros celebica|ebano makassar]] e di [[Acer (botanica)|acero]]. Il manico è costruito con legni poco sensibili all'umidità e poco propensi alla deformazione, in genere [[cedrella]] spagnola o mogano. La tastiera è spesso in [[ebano]]. Il ponte, o ponticello, al quale si legano le corde può essere in palissandro, ebano, [[Juglans|noce]] o altre essenze. Il capotasto e l'ossicino sono in [[osso]] o in [[avorio]] o in plastica (nelle realizzazioni economiche).
* il manico, su cui si trova la [[tastiera (cordofoni)|tastiera]], e che termina con la ''paletta'' che ospita le meccaniche per l'intonazione;
* la [[cassa di risonanza]], con una grande buca centrale, che serve ad amplificare il suono prodotto dalle [[corda (musica)|corde]].
 
Le corde sono fatte principalmente di [[nylon]], che conferisce al suono un timbro ovattato e dolce, o di materiali composti a base di carbonio o fibra di vetro con un timbro più nitido e brillante e una maggiore tenuta di suono; raramente di [[budello]].
La chitarra classica viene costruita con [[legno|legni]] di diverso tipo per ogni parte del corpo.
La [[tavola armonica]] (quella che contiene la buca) è in legno di [[abete bianco|abete]] (picea abies), [[cedrus|cedro]] (in realtà una conifera nord americana), o [[sequoia]]. Al suo interno la tavola viene rinforzata con listelli di abete (cosiddetta incatenatura) secondo l'esperienza del liutaio, sì che ad incatenature diverse corrispondono caratteristiche sonore diverse. La disposizione delle catene a ventaglio già presente in alcune chitarre dei primi dell' ottocento, fu perfezionata dal liutaio spagnolo Torres.
Le fasce ed il fondo sono costruite in varie essenze, di solito di legno duro e compatto, a seconda del timbro che il [[liutaio]] vuole conferire. Molto ricercate sono le essenze di [[palissandro]] (in particolare quello brasiliano), di [[mogano]], [[cipresso]], [[ebano makassar]] e di [[acero]]. Il manico è costruito con legni poco sensibili all'umidità e poco propensi alla deformazione, in genere mogano o cedrella spagnola.
La tastiera è in [[ebano]].
Il ponte o ponticello cui si legano le corde può essere in palissandro, ebano, [[Juglans|noce]], o altre essenze.
Il capotasto e l'ossicino sono in [[osso]] o in [[avorio]].
 
== La tastiera ==
Oggi le corde sono fatte principalmente di [[nylon]] che conferisce al suono un timbro ovattato e dolce o di materiali compositi a base di carbonio o fibra di vetro con un timbro più nitido e brillante ed una maggiore tenuta di suono, raramente di [[budello]].
[[File:Disposizione chitarra classica.jpg|597x597px]]
 
==Tecnica chitarristica==
== Layout chitarra classica ==
===La postura===
[[Immagine:LAYOUT CHITARRA CLASSICA.JPG]]
[[File:Pepe Romero 2000.JPG|thumb|La postura di un chitarrista classico]]
La postura tipica del chitarrista classico prevede che lo strumento, poggiante sulle gambe, sia inclinato verso l'alto dalla parte della tastiera. Per fare ciò è comune l'utilizzo del poggiapiede, col quale tenere rialzata la gamba sinistra; alcuni interpreti del repertorio contemporaneo fanno talvolta uso di un sostegno che, poggiato sulla coscia sinistra, permette di mantenere l'inclinazione della chitarra pur poggiando entrambi i piedi a terra. Talvolta si utilizzano anche due pezzette, le quali, poste tra le cosce e i due punti di appoggio della chitarra, fanno sì che lo strumento non scivoli e non si sposti durante l'esecuzione del brano.
 
=== La mano destra (per i destrorsi) ===
La tecnica della chitarra classica prevede il tocco diretto delle punte delle dita sulle corde per metterle in vibrazione. Fino alla prima metà del Novecento si ebbe una viva contrapposizione fra i due “approcci” esistenti: la scuola cosiddetta “di Tárrega” sostiene l'utilizzo del solo polpastrello senza unghia, mentre la scuola più moderna prevede l'uso di unghia e polpastrello insieme (la corda viene "agganciata" nel punto di incontro fra il polpastrello e l'interno dell'unghia). L'attacco con il solo polpastrello, sostenuto ad esempio da [[Fernando Sor]] e [[Francesco Molino]], fu ripreso poi dallo spagnolo [[Francisco Tárrega]] e da alcuni suoi allievi (fra i quali va ricordato in particolare [[Emilio Pujol]]). Questa tecnica nella seconda metà del Novecento è caduta quasi totalmente in disuso e l'insegnamento nei Conservatori prevede ormai di norma l'impiego dell'attacco unghia-corda.
 
Sostenitori dell'uso dell'unghia fu ad esempio [[Dionisio Aguado]]; nel suo metodo per chitarra (1825) affermava:
 
:«''Si può pulsare con o senza unghia: senza unghia occorrerà una maggiore curvatura delle falangi della mano destra. Il mio amico Sor, che suona senza, mi ha convinto a non usare mai l'unghia del dito pollice; gli sono molto grato di questo consiglio. Per ciò che mi concerne considero preferibile suonare con le unghie e i polpastrelli, perché dalla corda si ottiene un suono che non assomiglia a quello di nessun altro strumento e dà alla chitarra un carattere particolare, dolce, armonioso e melanconico che, se anche non offre la grandiosità del piano o dell'arpa, dà un senso di suono pieno di grazia e delicatezza suscettibile di modifiche e combinazioni che conferiscono allo strumento un carattere misterioso.»''<ref>[http://www.mangore.net/classical_guitar_fingernails.html Mangore.com | Le Unghie del chitarrista, Pag 2<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Le dita della mano destra impiegate per pizzicare le corde (pollice, indice, medio, anulare e mignolo) vengono indicate nelle diteggiature degli spartiti con le iniziali ''p'', ''i'', ''m'', ''a'', ''c'' (c = chiquito). In passato il mignolo era assolutamente escluso dal processo di produzione del suono; nella moderna tecnica chitarristica lo si adopera quasi esclusivamente per l’esecuzione di accordi o arpeggi che prevedono l’uso di 5 o 6 corde o come parte di un rasgueados. Alcuni chitarristi dell'Ottocento usavano talvolta impiegare questo dito come “supporto” per la mano, puntandolo contro la tavola armonica dello strumento mentre le altre quattro dita pizzicano le corde, ma anche questo uso è stato progressivamente abbandonato. L'importanza dell'anulare è stata lungamente discussa nel corso dell'Ottocento: alcuni compositori, come ad esempio [[Fernando Sor]], tendevano ad escluderlo dalle scale e dalla conduzione di linee melodiche, e ad impiegarlo in arpeggi e accordi solo quando indispensabile; a partire da [[Giulio Regondi]], e ancor più con Tárrega e altri chitarristi di fine Ottocento (come si può osservare dalle diteggiature delle composizioni), il suo impiego è stato ampiamente rivalutato, alla stregua di indice e medio, pur rimanendo inevitabilmente il dito “debole” della mano destra.
 
=== La mano sinistra (per i destrorsi) ===
Le dita della mano sinistra vengono utilizzate per pigiare le corde contro il manico, ciò che permette di ottenere tutte le altezze nell'[[Estensione (musica)|estensione]] della corda. Sono impiegati l'indice, il medio, l'anulare e il mignolo (nelle diteggiature degli spartiti sono indicati con numeri, nell'ordine, da 1 a 4). Il ruolo del pollice è quello di equilibrare la mano premendo&nbsp;– senza particolare forza&nbsp;– contro la superficie posteriore del manico. Il suo utilizzo nel premere le corde più gravi, talvolta adottato in alcuni generi musicali popolari, è stato definitivamente abbandonato nella tecnica classica, dopo essere stato a lungo oggetto di disputa; a favore di tale impiego&nbsp;– sempre comunque molto sporadico&nbsp;– furono i grandi esponenti della scuola italiana [[Ferdinando Carulli]], [[Mauro Giuliani]] e [[Matteo Carcassi]], mentre vi si oppose fermamente [[Francesco Molino]] e lo sconsigliavano gli spagnoli [[Fernando Sor]] e [[Dionisio Aguado]].
 
===Effetti e tecniche===
====Tremolo====
{{vedi anche|Tremolo (tecnica chitarristica)}}
====Tocco appoggiato====
{{vedi anche|Tocco appoggiato}}
 
====Tambora====
{{vedi anche|Tambora (musica)}}
====Rasgueado====
{{vedi anche|Rasgueado}}
====Pizzicato====
{{vedi anche|Pizzicato}}
 
==Repertorio e letteratura per chitarra==
[[File:Corbetta.jpg|upright=0.8|thumb|Francesco Corbetta (1615-1681)]]
===La chitarra antica===
La [[chitarra barocca]], progenitrice della chitarra classica, sviluppatasi a fine Settecento e di dimensioni assai modeste, ebbe nel [[XVII secolo]] una notevole diffusione, proseguendo il prezioso filone musicale del [[liuto]] e della [[vihuela]]; questi due strumenti vissero il loro ultimo splendore durante il periodo della [[musica barocca]], prima di cadere definitivamente in disuso (recuperati in tempi recenti esclusivamente per l'esecuzione ''filologica'' delle composizioni dell'epoca). Fu soprattutto in [[Spagna]], in [[Italia]] e in [[Francia]] che la chitarra barocca consolidò una ricca tradizione strumentale: chitarristi come [[Francesco Corbetta]], [[Gaspar Sanz]] e [[Robert de Visée]] rappresentarono, per validità tecnica e gusto compositivo, una significativa controparte rispetto ai grandi protagonisti del liuto ([[John Dowland]], [[Sylvius Leopold Weiss]]) e della vihuela ([[Luis de Milán]], [[Luys de Narváez]], [[Alonso Mudarra]]). Già sul finire del Seicento, e per buona parte del secolo seguente, l'attenzione verso la chitarra si dissolse, e con essa si offuscarono per lungo tempo la consapevolezza tecnica e lo sviluppo di un repertorio dello strumento.
 
===Prima metà dell'Ottocento===
In parallelo allo sviluppo di quello strumento che - da un punto di vista organologico - chiamiamo oggi “''chitarra moderna''”, si ha la prima grande fioritura della cultura chitarristica nella musica Europea e la nascita di un consistente repertorio originale per la chitarra. Il periodo compreso tra gli ultimi anni del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento è ricordato come quello dei grandi “chitarristi-compositori”. Questi personaggi furono i primi a portare la chitarra, da strumento quasi esclusivamente popolare, al ruolo di strumento da concerto. La tecnica si sviluppò enormemente, e la funzione di semplice accompagnamento lasciò il posto, in alcuni autori, a vette di virtuosismo memorabili. Una prima generazione di questi grandi musicisti vede in [[Italia]] i nomi di [[Ferdinando Carulli]], [[Mauro Giuliani]], [[Francesco Molino]], [[Matteo Carcassi]], in [[Spagna]] quelli di [[Fernando Sor]] e [[Dionisio Aguado]]; un'importante menzione va fatta anche per il famosissimo violinista [[Niccolò Paganini]], che da valente chitarrista qual era lasciò alcune pagine importanti nel repertorio, come del resto fecero anche gli austriaci [[Anton Diabelli]] e [[Simon Franz Molitor|Simon Molitor]]. La generazione successiva si colloca intorno alla metà del [[XIX secolo]], quando ormai l'interesse per la chitarra andava progressivamente scemando nel continente; i nomi più rappresentativi di quest'epoca sono quelli degli italiani [[Luigi Legnani (musicista)|Luigi Legnani]] e [[Giulio Regondi]], dello slovacco [[Johann Kaspar Mertz]] e del francese [[Napoléon Coste]].
 
[[File:Fernando Sor (1778-1839).jpg|thumb|sinistra|Fernando Sor (1778-1839)]]
Da un punto di vista didattico ognuno di questi nomi - alcuni più degli altri - riveste un'importanza capitale nella storia della chitarra. I primi anni dell'Ottocento videro un proliferare di autorevoli ''Metodi'' per l'insegnamento della chitarra. In questi trattati vengono per la prima volta delineati molti principi fondamentali della tecnica musicale e strumentale, specie per quanto riguarda l'uso delle mani destra e sinistra (si veda in proposito la sezione "Tecnica chitarristica"). Fra i metodi che hanno segnato maggiormente lo sviluppo della tecnica chitarristica vanno citati il ''Méthode'' op.27 di Carulli, il ''Nuevo método para guitarra'' di Aguado, il ''Metodo'' di Giuliani in particolare per la raccolta delle 120 formule di arpeggi per la mano destra, e il ''Méthode pour la Guitare'' di Sor, che si distingue per l'approfondimento di tematiche teorico/musicali riguardanti lo strumento e il suono che esso produce. Vastissime furono anche le raccolte di [[Studio (musica)|studi]], di vario livello e valore, pubblicati in questo periodo; fra i molti brani di routine, poco ispirati, vi si può trovare in alcuni casi anche componimenti che, pur avendo funzione preminentemente didattica, presentano pregevoli qualità musicali. Fra le raccolte più note si possono ricordare i ''25 studi melodici e progressivi'' op.60 di Carcassi e gli ''Etudes'' op.35 di Fernando Sor, parte dei quali fu raccolta in una famosa edizione di 20 studi pubblicata da [[Andrés Segovia]] nel 1945.
 
Molto vasto è anche il repertorio di pezzi “concertistici”, risalente a questo periodo. I principali canoni di riferimento nelle composizioni più impegnative furono da un lato i modelli pianistici del [[Classicismo (musica)|classicismo]] di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], [[Muzio Clementi|Clementi]] e [[Franz Joseph Haydn|Haydn]], e dall'altro lo stile operistico e vocale cosiddetto “rossiniano”. Il primo stile rappresenta maggiormente autori del tipo di Carulli e Aguado, mentre il secondo è più rappresentativo del gusto di compositori come Giuliani e Carcassi. Alcuni esempi di caratteristiche più personali osservabili in certi compositori sono: in Mertz, l'adesione ai modelli pianistici [[Musica romantica|romantici]] anziché classici, in particolare [[Franz Liszt|Liszt]] e [[Fryderyk Chopin|Chopin]]; in Sor, un'attenzione inedita nei suoi contemporanei verso le possibilità [[Polifonia|polifoniche]] offerte dalla chitarra; in Legnani, oltre all'influenza delle forme operistiche legata alla passione per il canto, si aggiunge uno stile di ispirazione violinistica che si rifà alle prodezze virtuosistiche di Paganini, del quale egli fu amico.
Nelle [[Sonata|sonate]], nei [[rondò]] e nei [[Minuetto|minuetti]] composti all'epoca, si riflette solitamente uno stile musicale più tradizionale, e talvolta rievocano un po' l'atmosfera dei salotti nobiliari - nei quali effettivamente avevano luogo non di rado le esibizioni chitarristiche.
Nelle [[Fantasia (musica)|fantasie]], nei temi con [[Variazione (musica)|variazioni]], nei pot-pourri e nei [[Capriccio (musica)|capricci]] viene invece data maggiore libertà all'espressione delle peculiarità strumentali della chitarra, e sono solitamente questi i brani in cui il compositore soleva dare il maggiore sfoggio (e sfogo) di virtuosismi tecnici. A titolo esemplificativo si possono citare in proposito: la ''Fantasia'' op.30 e le ''[[Variazioni su un tema di Mozart (Sor)|Variazioni su un tema di Mozart]]'' op.9 di Sor; i ''36 capricci'' op.20 di Legnani; le ''[[Rossiniane]]'' op.119-124 di Giuliani; la ''Fantasia hongroise'' di Mertz; la ''Reverie nocturne'' op.19 di Regondi.
 
[[File:Mauro Giuliani.jpg|upright=0.8|thumb|Mauro Giuliani (1781-1829)]]
All'interno del repertorio della chitarra classica, una risorsa specifica di questo periodo storico e artistico è quello delle [[Musica da camera|musiche da camera]] con chitarra. Tra gli autori più rappresentativi in tale campo vi fu l'italiano [[Filippo Gragnani]], oltre ai più noti Carulli, Molino, Giuliani e Sor. Oltre al duo di chitarre, e talvolta al trio, le formazioni più tipiche sono [[violino]] e chitarra, [[flauto]] e chitarra, [[pianoforte]] e chitarra; in Gragnani si osservano formazioni di estensioni inedite, che arrivano a comprendere anche sei interpreti (flauto, [[clarinetto]], violino, 2 chitarre, [[violoncello]]). Citazione di rilievo va fatta anche per i quintetti per archi e chitarra di [[Luigi Boccherini]] (1743&nbsp;– 1805) e per diverse composizioni di [[Anton Diabelli]], i quali a differenza dei nomi precedenti non erano specialisti della chitarra.
 
Sempre a quest'epoca risalgono anche le prime composizioni di [[Concerto (composizione musicale)|concerti]] per chitarra e [[orchestra]].
Questo tipo di composizione, data la capacità sonora notevolmente minore delle chitarre rispetto a quelle moderne, presentava per l'epoca notevoli difficoltà di [[orchestrazione]]. Dei pochi concerti composti e pervenutici, l'unico ad aver goduto in epoca moderna di un'attenta rivalutazione musicale è stato il ''[[Concerto per chitarra e orchestra n. 1 (Giuliani)|Concerto n. 1]]'' op.30 di Mauro Giuliani, mentre gli altri (Carulli: ''[[Concerto per chitarra e orchestra n. 1 (Carulli)|Concerto op.8 in La maggiore]]'' e ''Concerto op.140 in Mi minore''. Molino: ''Concerto op.56 in Mi minore'') hanno ricoperto un ruolo storicamente marginale all'interno del repertorio chitarristico: l'arte del concerto per chitarra e orchestra troverà solo nel XX secolo il suo massimo compimento e i suoi interpreti più famosi.
 
===Seconda metà dell'Ottocento===
Il periodo che copre la seconda metà del [[XIX secolo]] vide un lento ma progressivo declino della cultura chitarristica; si affievolì quell'inedito interesse per lo strumento, che interpreti come Giuliani erano riusciti a imporre sulle scene musicali delle importanti capitali europee. La prosecuzione della tradizione strumentale sopravvisse comunque in ambiti più ristretti, ad opera di pochi ma importantissimi maestri.
 
[[File:Francisco Tarrega.jpg|miniatura|sinistra|Francisco Tárrega (1852 - 1909)]]
La figura dominante, per fama, all'interno di questo panorama fu certamente quella dello spagnolo [[Francisco Tárrega]]. La sua opera fu di importanza capitale: al di là dei discussi meriti nello sviluppo della tecnica, egli con la sua "scuola" mantenne viva una delle tradizioni chitarristiche più importanti in Europa - quella spagnola - e molti dei suoi allievi, come [[Emilio Pujol]], [[Miguel Llobet]] e [[Daniel Fortea]], saranno dopo di lui figure centrali del panorama chitarristico mondiale. Oltre a ciò, fu un brillantissimo concertista.
Tarrega compose moltissimi brani, alcuni dei quali costituiscono oggi cardini imprescindibili nel repertorio della chitarra. Fra tutti spicca per fama ''[[Recuerdos de la Alhambra]]'', scritto per la tecnica del [[Tremolo (tecnica chitarristica)|tremolo]] e che rispecchia il forte legame del compositore con la tradizione musicale spagnola. Di tutt'altro genere sono invece le sue famose ''Variazioni su Il Carnevale di Venezia'', che con un virtuosismo esuberante e a tratti frivolo rievocano con divertimento i passati fasti della chitarra del classicismo. Il suo contributo all'arricchimento del repertorio per chitarra si estese anche in una direzione destinata ad avere grandissima fortuna: quella delle [[Trascrizione (musica)|trascrizioni]] per chitarra. Fra le trascrizioni più “azzeccate” vanno certamente menzionate gli adattamenti dei brani pianistici dei compositori catalani [[Enrique Granados]] e [[Isaac Albéniz]]; paradossalmente alcuni di questi brani col tempo incontreranno, nella loro versione per chitarra, una fama di molto maggiore rispetto alla versione originale.
 
Sempre in [[Spagna]], altre figure di rilievo&nbsp;– come chitarristi e compositori&nbsp;– del periodo furono quelle di [Paolo Perin] il quale fu quasi un mentore per Tárrega, e di [[José Ferrer (chitarrista)|José Ferrer]].
Nel resto d'Europa, è importante menzionare l'opera di [[Jacques Tessarech]] (1862-1929) in [[Francia]], [[Luigi Mozzani]] (1869-1943) in [[Italia]] e [[Heinrich Albert (chitarrista)|Heinrich Albert]] (1870-1950) in [[Germania]]: nomi meno noti, ma anch'essi decisivi nella maturazione delle condizioni per quella che sarà la grande rinascita della chitarra nel [[XX secolo]]. Fra le composizioni di Mozzani predominano quelle di interesse didattico (spicca la raccolta ''Studi per la chitarra'' pubblicata a [[New York]] a partire dal 1896), ma vi si trovano anche rilevanti pezzi concertistici.
 
{{Citazione|...Ora che ho fatto dei violini, violoncelli, lire, mandolini, <br />
dal risultato devo constatare che ''tecnicamente'' l'istrumendo più' difficile è la ''chitarra''... <br />
mi trattengo sulla difficoltà quasi insuperabile e che ha sempre stimolato la mia caparbietà, intendo<br />
dire la stabilità del manico| [[Luigi Mozzani]]<ref>Citato in: ''Il Liuto e la Chitarra'' di Maria Rita Brondi a pag.128</ref>}}
 
Maggior esponente del Novecento fu [[Andrés Segovia]], il quale assimilò al meglio la lezione di [[Francisco Tárrega]].
 
== Stili musicali ==
La chitarra classica si può suonare in modi diversi: tramite l'uso delle dita o della mano in generale (il tipico stile "classico"), oppure attraversomediante un plettro, usato correntemente nella musica moderna o di derivazione afro-americana. Particolari effetti timbrici sono dovuti all'uso delle unghie della mano destra, al variare dell'angolo di attacco delle dita sulle corde, all'uso percussivo della mano, al pizzicato ecc. Alcuni di tali effetti, ad esempio il [[rasgueado]], provengono dalla tecnica chitarristica usata nel [[flamenco]], ad esempio il ''rasgueado''.
 
La chitarra classica è uno fra gli [[strumenti musicali]] più espressivi. Gran parte del repertorio esistente per chitarra classica è scritto per strumento solista, per duo o, più raramente, per trio, quartetto ood orchestra di chitarre. AMolto causaricco dellaanche scarsail potenza direpertorio suonocameristico, lamentre chitarraè classicapiuttosto trovararo rarissimoil usosuo comeimpiego parte di un ensemble o diin un'orchestra.
 
Al contrario, la chitarra è stata impiegata come strumento solista con orchestra. Tra i vari autori che hanno scritto concerti per una o più chitarre e orchestra si ricordano: [[Ferdinando Carulli]], [[Mauro Giuliani]] (''Concerti'' opp[[Concerto per chitarra e orchestra n. 1 (Giuliani)|op. 30]], 36 e 70), [[Joaquín Rodrigo]] (''[[Concierto de Aranjuez]]'', ''[[Fantasía para un gentilhombre]]'', ''Concierto Madrigal, Concierto para una Fiesta''), [[Mario Castelnuovo-Tedesco]] (''[[Concerto per chitarra e orchestra n. 1 (Castelnuovo-Tedesco)|Concerto in re'' op. 99'']], ''Concerto in Do'' op. 160'', ''Concerto per due chitarre e orchestra'' op. 201), [[AngeloHeitor GilardinoVilla-Lobos]] (''Leçons[[Concerto deper Ténèbres'',chitarra ''Concertoe dipiccola Novgorod'',orchestra ''(Villa-Lobos)|Fantasia-Concerto diper Olienachitarra e piccola orchestra]]''), StephenManuel Dodgson,Maria Ponce ([[JuanConcierto del TrigosSur]]), Alexandre Tansman (''ConcertoConcertino per chitarra e 1orchestra), "RicercareLeo VI"''Brouwer, ''ConcertoStephen per chitarra N°2 "Hispano"'')Dodgson.
 
Per quanto concerne i chitarristi compositori contemporanei, particolarmente attiva è la cosiddetta "scuola chitarristica romana", facente capo a [[Mario Gangi]] (''Venti Studi'', ''La Ronde Folle'', ''Sonatina'') e [[Carlo Carfagna]] (''Frammento'', ''Ritorno a Citera'', ''Scene Gentili'', ''Orione'').Fondamentale è l'apporto del compositore chitarrista Angelo Gilardino (1942-2022), (studi di virtuosità e trascendenza, concerti per chitarra e orchestra e innumerevoli pagine chitarristiche) vincitore tra l'altro di quattro chitarre d'oro, compositore, didatta, storico della musica e ricercatore universalmente riconosciuto.
 
La chitarra classica è molto utilizzata per suonare la [[bossa nova]] da chitarristi e autori quali (tra i più famosi) [[João Gilberto]], [[Gilberto Gil]], [[Toquinho]], [[Caetano Veloso]] e molti altri.
 
Essa è a volte utilizzata nella musica [[jazz]]; un esempio di rilievo è quello del duo [[Pat Metheny]] e [[Charlie Haden]].
 
Per quanto riguarda l'ambito trascrittivo, la chitarra classica vanta un ricco repertorio. Numerosi furono i chitarristi-trascrittori che, a partire dagli albori dello strumento stesso, estesero il repertorio mediante trascrizioni ed arrangiamenti. Tra i più celebri [[Mauro Giuliani]], [[Fernando Sor]], [[Francisco Tárrega]], [[Miguel Llobet]], [[Andrés Segovia]], [[Agustín Barrios]], [[Kazuhito Yamashita]].
 
Le trascrizioni chitarristiche sono considerate tra le più belle e complete, vi è una corrispondenza assoluta tra la richiesta timbrica tipica delle trascrizioni e la risposta strumentale<ref name=":0">{{Cita libro|titolo=Michele Masin, Chitarra Classica, tecniche di trascrizione, Italia, 7 gennaio 2021, ISBN 9798589455670}}</ref>, tra le più vaste nella rosa strumentale moderna. "La chitarra è una piccola orchestra. Ogni corda è un colore differente, una voce differente<ref>{{Cita web|url=http://www.associazioneguitarartium.com/orchestra-andres-segovia/|titolo=Andrés Segovia}}</ref>".Celebri furono le trascrizioni di [[Francisco Tárrega|Francisco Trarrega]] del compositore iberico [[Isaac Albéniz|Isaac Albèniz]]. Quando Albéniz udì la sua musica trascritta ed eseguita da Tárrega, in particolare la ''Serenata'', e si emozionò e si commosse a tal punto che non poté trattenersi dal gridare che era così che aveva concepito la sua musica<ref>{{Cita libro|titolo=Emilio Pujol, Tárrega, ensayo biográfico, Lisbona, 1960}}</ref>. Un altro celebre esempio furono le trascrizioni di [[Mauro Giuliani]] delle ouverture d'opera di [[Gioachino Rossini|Gioacchino Rossini]] (e quelle di [[Ferdinando Carulli]] per Fortepiano e Chitarra), trascritte per chitarra sola e duo di chitarre, eseguite tuttora in moltissimi palchi di tutto il mondo. Mauro Giuliani ebbe rapporti stretti con [[Gioachino Rossini|Rossini]], il quale spesso cedeva i propri spartiti al chitarrista italiano, permettendo con ciò la nascita di stupende trascrizioni.
 
Le trascrizioni chitarristiche sono considerate vere e proprie opere d'arte, caratterizzate da una raffinatezza unica nel loro genere. Il celebre brano [[Asturias (Albéniz)|Asturias]], pilastro del repertorio chitarristi, è esso stesso una trascrizione dal pianoforte, come i celebri [[Valses Poeticos]] e i [[Fryderyk Chopin|Valzer di Chopin]]. Anche la maggiorate del repertorio Bacchiano inciso ed eseguito dai chitarristi classici di tutto il mondo è frutto di minuziose trascrizioni. Non è un caso infatti che i maggiori chitarristi del loro tempo furono tutti trascrittori, Andrès Segovia incise ed eseguì sui più importanti palchi di tutto il mondo le proprie trascrizioni di [[Johann Sebastian Bach]], e molti altri.
 
La trascrizione favori inoltre lo sviluppo di tecniche strumentali innovative come il [[Tremolo (tecnica chitarristica)|tremolo]] e gli [[Armonici naturali|armonici]], la richiesta, oltre che timbrica, armonico musicale costrinse i chitarristi-trascrittori ad un'esplorazione dello strumento nuova, che portò alla consolidazione di [[Scordatura|scordature]] oggi celebri come la [[Drop D]], usata nella maggiorare del repertorio di [[Miguel Llobet]]<ref name=":0" />
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Mario Dell'Ara]], ''Manuale di storia della chitarra. Volume 1°: la chitarra antica, classica e romantica'', Ancona, Bèrben, 1988
* Gianni Nuti (con contributi di Sergio Sorrentino), ''Manuale di storia della chitarra. Volume 2°: la chitarra nel ventesimo secolo'', Ancona, Bèrben, 2009
* [[E. Allorto]], [[Ruggero Chiesa]], [[Mario Dell'Ara]], [[Angelo Gilardino]] ''La chitarra'', Torino, EDT, 1990
* [[Carlo Carfagna]], [[Roberto Fabbri]], [[Michele Greci]], ''La storia della chitarra'', Milano, Carisch, 2007
* [[Angelo Gilardino]], ''La chitarra'', Milano, Curci, 2010
* Harvey Turnbull, ''La chitarra dal Rinascimento ai giorni nostri'', Edizioni Curci, 2010.
 
== Voci correlate ==
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* [[Chitarra folk]]
* [[Chitarra elettrica]]
* [[Chitarra preparata]]
* [[Chitarrista]]
* [[Bossa nova]]
 
==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|url=https://www.chitarragratis.it/|titolo=Chitarra Gratis|accesso=5 luglio 2019|urlarchivio=|dataarchivio=10 gennaio 2016|urlmorto=no}}
*{{Dmoz|World/Italiano/Arte/Musica/Strumenti/A_Corda/Chitarra/Classica/|Chitarra classica}}
 
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