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La '''defecazione''' (dal [[Lingua latina|latino]] tardo ''defecatiodefaecatio'', e da ''defecaredefaecare'', cioè "purificare"), è l'insieme degli atti [[fisiologia|fisiologici]], volontari ed involontari, che determinano l'espulsione delle [[feci]], raccolte nell'[[intestino crasso]], attraverso l'[[ano]].
 
==Cenni Aspetti generali ==
La '''defecazione''' (dal latino tardo ''defecatio'', e da ''defecare''), è l'insieme degli atti [[fisiologia|fisiologici]], volontari ed involontari, che determinano l'espulsione delle [[feci]], raccolte nell'[[intestino crasso]], attraverso l'[[ano]].
Si esplica, in genere senza distinzione di [[sesso (biologia)|sesso]], attraverso singoli atti detti ''evacuazioni'' (o ''scariche'') con i quali le sostanze ingerite con l'[[alimentazione]] e non assorbite dall'[[intestino]], vengono espulse dall'[[organismo]] attraverso l'[[ano|orifizio anale]].
 
Al segmento finale dell'intestino (nell'uomo è il [[retto]]) le feci giungono per movimenti di [[peristalsi]] che, dopo il completamento dell'assorbimento di quanto utile all'organismo, spingono il materiale fecale verso l'[[ano]].
==Cenni generali==
Si esplica, in genere senza distinzione di [[sesso]], attraverso singoli atti detti ''evacuazioni'' (o ''scariche'') con i quali le sostanze ingerite con l'[[alimentazione]] e non assorbite dall'[[intestino]], vengono espulse dall'[[organismo]] attraverso l'[[ano|orifizio anale]].
 
Al segmento finale dell'intestino (nell'uomo è il [[retto]]) le feci giungono per movimenti di [[peristalsi]] che, dopo il completamento dell'assorbimento di quanto utile all'organismo, spingono il materiale fecale verso l'[[ano]].
 
Sia per l'uomo che per gli altri animali, la defecazione segue d'ordinario ritmi biologici periodici, ma è facilmente soggetta ad alterazioni della frequenza, avendosi la [[stitichezza]] in caso di rarefazione o interruzione delle scariche; la causa è in genere fisico-meccanica e si parla infatti di [[stipsi funzionale]] e di [[defecazione ostruita]]. La mancanza di defecazione genera il cosiddetto [[blocco intestinale]], che può avere esiti infausti, ma anche prima di giungere al blocco, la condensazione e l'indurimento delle feci (o la costituzione di un vero e proprio [[fecaloma]]), conseguenze della protratta ritenzione, possono causare pericolose lacerazioni della membrana del retto all'atto dell'espulsione. Si ritiene che queste particolari condizioni, probabilmente a causa di esperienze precedenti rimosse o di cui si preserva il ricordo, siano all'origine della [[defecaloesiofobia]], la [[paura]] di defecare con dolore, una [[fobia]] specifica della defecazione.
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La defecazione è solo parzialmente volontaria, i [[mammiferi]] dispongono infatti di uno [[sfintere]] anale<ref>Nell'uomo in realtà sono due: lo [[sfintere liscio]] involontario e lo [[sfintere esterno]] volontario costituito da muscolatura striata.</ref> la cui funzione ("costrizione tonica") è quella di impedire per periodi ragionevoli il rilascio casuale del materiale fecale ritenendolo all'interno del tratto finale dell'intestino oltre che prevenire l'ingresso di materiale esterno. La volontarietà negli individui adulti è quindi limitata alla [[continenza]], poiché l'individuo non può agire sullo stimolo, ma può intervenire solo ritardandone (entro certi limiti) gli effetti. Negli individui giovani o neonati invece i meccanismi di continenza non sono ancora sviluppati e si hanno evacuazioni non solo involontarie ma anche, inizialmente, non riconosciute come tali. In caso di [[paralisi]] della parte inferiore del corpo (allo stesso modo che per effetto di [[anestesia]] parziale pre-operatoria), gli sfinteri non sono governati dal soggetto e si ha defecazione involontaria o, più precisamente, incontrollata.
 
Il processo è stato analizzato e la sua interpretazione corrente si è sviluppata nel [[XVIII secolo]]; sino ad allora si riteneva che l'intera operazione fosse "gestita" dai soli muscoli del retto. Fra i sostenitori di questa tesi, si distinse il medico francese [[Jean Astruc]]<ref>Assai noto per i suoi studi sulla [[sifilide]] e su altre [[malattie veneree]], ma allo stesso tempo anche per i suoi lavori di [[esegesi]] [[bibbia|biblica]].</ref>, acceso polemista che negava la "partecipazione" dei muscoli addominali con questa spiegazione: una corda disposta a cerchio, nel contrarsi, può accorciarsi solo di pochissimo, impercettibilmente. In pratica, nell'esempio, le fibre muscolari dei muscoli della parete addominale sarebbero la corda e contraendosi non si accorcerebbero, quindi non potrebbero "stringere" il retto e spingere per l'evacuazione. [[Archibald Pitcairn]]<ref>Fisiologo e poeta, </ref>, una volta scoperta l'erroneità dell'assunto, dedicò ad Astruc il famoso verso in cui suppose che la teoria non derivasse da registrazione di regolarità sperimentali: «''credo Astruccium nunquam cacasse''»<ref>Numerose fonti concordi, ad es. Anthelme Richerand, ''Elements of Physiology'', Underwood, 1819</ref>.
 
Nell'Ottocento fu assai bene circostanziato il procedimento ed essendo il secolo della ragione gli interrogativi più pressanti divennero quelli sulla volontarietà; l'Olivier<ref>Daniel Oliver, docente di fisiologia a [[Darthmouth]], ''First Lines of Physiology'', Marsh, Capen & Lyon, 1835</ref> in un testo didattico si spinse a ratificare la teoria dell'ausilio dei muscoli volontari con la considerazione che l'espulsione di feci di consistenza dura era espressione di forza di volontà<ref>Op.cit.: "''The concurrence of the voluntary muscles with the action of the intestine itself, is indispensable to overcome the contraction of the sphincter of the rectum, particularly in the expulsion of feces of hard consistence, which sometimes requires a strong effort of the will''".</ref>.
 
== La defecazione umana ==
La defecazione nell'uomo è prodotta dalla peristalsi (azione vermiculare) del [[colon]] sigmoideo, che spinge il materiale fecale verso il retto. All'ingresso in questo segmento, che si distende opportunamente a formare la ''ampulla recti'' o [[ampolla rettale]], si ha la stimolazione delle terminazioni sensoriali del muscolo del retto, le quali attraverso il [[nervo pudendo]] inviano il segnale di necessità di evacuazione, che causa il noto [[riflesso]] retto-anale (''riflesso intrinseco'')<ref>SAE (riflesso eccitatorio retto-anale, RERA). </ref>. Questi riflessi possono essere influenzati nella misura e nella qualità della loro scaturigine da irritazioni, infiammazioni e processi patologici, come ad esempio avviene nella [[dissenteria]], che si caratterizza per la ripetizione involontaria delle azioni riflesse di espulsione oltre che per l'aumentato volume e consistenza acquosa delle feci.
 
Ad ordinarie condizioni, il retto è moderatamente lubrificato dal suo [[muco]], lo sfintere liscio è in posizione chiusa, quello esterno può essere serrato e bloccare la fuoriuscita sino a che non ne verrà comandata volontariamente l'apertura.
 
[[ImmagineFile:Anorectum-en.gifsvg|thumb|right|Anatomia dell'ano e del retto]]
Assunta la determinazione di dar corso all'operazione, infatti, il soggetto rilascia gli sfinteri; per questo è di ausilio anche un opportuno posizionamento (la posizione seduta e quella accovacciata<ref>Utilizzata con il cosiddetto "cesso alla turca".</ref> favoriscono il giusto angolo ano-rettale per l'ottimale proiezione delle deiezioni). Una volta precipitate nel [[canale anale]] le feci sono rilevate da altre terminazioni sensoriali che informano circa la loro consistenza<ref>Liquide, solide o gassose.</ref> condizionando l'impulso da inviare agli sfinteri per le modalità del loro rilascio (''riflesso parasimpatico'').
 
Mentre un eccesso dieccessivo riempimento del retto (ad esempio per protratta continenza) produce la sovradistensione rettale diminuendone quindi la contrattilità e la capacità di spinta, l'opposta situazione di scarso riempimento non consente al retto di distendersi correttamente e l'espulsione deve essere indotta con idonei stimoli muscolari, con il rischio però di [[prolasso rettale|prolasso]] delle membrane mucose in prossimità dell'ano.
 
Un'evacuazione sana è caratterizzata dal preciso sentore dello stimolo (non eccessivo), dalla facilità nell'espulsione delle feci (con una tempistica ragionevolmente breve, stimata attorno alla decina di secondi<ref>{{cita web|url=https://www.focus.it/ambiente/animali/quanto-tempo-ci-vuole-per-fare-la-cacca|titolo=Quanto tempo ci vuole per defecare? 12 secondi in media, per tutti|autore=Elisabetta Intini|data=27 aprile 2017}}</ref>) e dalla sensazione di sollievo che ne segue.<ref>{{cita libro|titolo=Disturbi intestinali|autore=Kenneth Heaton|editore=Alpha Test|anno=2006|pagine=96|collana=Family Doctor|volume=vol. 4|ISBN=9788848307505}}</ref>
Con la contrazione del retto e la contrazione della parete addominale le scorie sono espulse. I [[muscolo|muscoli]] interessati sono quelli detti agonisti ([[adduttori]] e [[glutei]]) e quelli detti antagonisti ([[diaframma]] e [[addominali]]), ed è dalla combinazione delle loro contrazioni che nella parte finale dell'intestino si crea una sorta di camera di pressione (torchio addominale) che fa affacciare la massa fecale fuori dall'ano, al quale è trattenuto solidale dagli attriti, sinché la [[forza di gravità]] non lo distacchi per il completamento dell'escrezione. L'insieme dello sforzo finale (il cui termine tecnico è ''ponzamento'') interessa sia la [[respirazione]] che la [[pressione sanguigna]], entrambe alterate durante la spinta estrusiva: la respirazione risente dell'impiego del diaframma e può aversi momentanea [[apnea]] o almeno [[dispnea]], la pressione invece sale repentinamente risentendo dei flussi richiamati dalle zone muscolari attivate.
 
Con la contrazione del retto e la contrazione della parete addominale le scorie sono espulse. I [[muscolo|muscoli]] interessati sono quelli detti agonisti ([[adduttoriabduttori]] e [[glutei]]) e quelli detti antagonisti ([[Diaframma (anatomia)|diaframma]] e [[addominali]]), ed è dalla combinazione delle loro contrazioni che nella parte finale dell'intestino si crea una sorta di camera di pressione (torchio addominale) che fa affacciare la massa fecale fuori dall'ano, al quale è trattenuto solidale dagli attriti, sinché la [[forza di gravità]] non lo distacchi per il completamento dell'escrezione. L'insieme dello sforzo finale (il cui termine tecnico è ''ponzamento'') interessa sia la [[Respirazione (fisiologia umana)|respirazione]] che la [[pressione sanguigna]], entrambe alterate durante la spinta estrusiva: la respirazione risente dell'impiego del diaframma e può aversi momentanea [[apnea]] o almeno [[dispnea]], la pressione invece sale repentinamente risentendo dei flussi richiamati dalle zone muscolari attivate.
===Fattori di influenza sulla defecazione umana===
 
=== Fattori di influenza sulla defecazione umana ===
Fattori primari della fisiologizzazione della peristalsi e quindi della corretta induzione alla defecazione sono l'assunzione di acqua e la deambulazione.
La deambulazione stimola la discesa della massa fecale oltre che la peristalsi e migliora la situazione vascolare.
Oltre a tutti i fattori direttamente influenti sulla peristalsi, ve ne sono altri che hanno effetto sulla corretta defecazione per altre cause o ragioni.
* L'[[Sviluppo umano (biologia)|età]] dell'individuo incide sulla defecazione umana, con ampi margini di elasticità negli effetti soggettivamente prodotti, sia in fase [[neonato|neonatale]] che in fase [[geriatria|geriatrica]]. Nella prima debbono completare lo sviluppo le muscolature intestinali e gli sfinteri, mentre contemporaneamente inizia l'acquisizione della [[propriocezione]] specifica. In pratica, il bambino oltre a dover attendere l'entrata in funzione delle richieste muscolature, deve anche apprendere come gestire la continenza governando gli sfinteri; essendoci ampia variabilità nei tempi di maturazione della continenza, si può sinteticamente indicare nella [[pubertà]] la stagione di completamento dell'acquisizione della tecnica defecatoria.<br />Nell'anziano, invece, la perdita di tono muscolare agisce negativamente sulla capacità di propulsione peristaltica in genere e di espulsione rettale in particolare, con i rischi e le conseguenze sopra già tratteggiati.
* L'[[alimentazione]] incide sia per la qualità e la quantità delle sostanze ingerite a scopo alimentare, sia per le modalità e i ritmi di ingestione.
** Circa la qualità degli alimenti, alcune sostanze come noto favoriscono la defecazione più di altre, ad esempio fra quelle naturali alcuni oli, alcuni frutti, alcune verdure; mentre fra quelle artificiali ci sono ad esempio gli alcolici e il cioccolato. Altre sostanze, dette astringenti, rallentano il processo dell'assorbimento od agiscono sulla condensazione degli scarti. <br />Non sono affatto rari effetti del tutto opposti in particolari soggetti, poiché la suscettibilità individuale a determinati elementi può variare grandemente, ma comunemente si hanno prevedibili ordinarie reazioni dell'intestino al contatto con certi cibi: la presenza delle fibre fornite da [[frutta]] e [[verdura]] favorirebbe ad esempio pressoché certamente (secondo le maggiori istituzioni scientifiche [[dietologia|dietologiche]] e di [[scienza della nutrizione]]) la [[peristalsi]].<br />Non di rado gli alimenti verso i quali si patiscano [[allergia|allergie]] o [[intolleranza alimentare|intolleranze]]<ref>Ad esempio nelle intolleranze enzimatiche.</ref> provocano effetti diarroici o dissenterici, poiché a causa del malassorbimento si ha incremento dell'indigerito e possibile [[fermentazione]]; in parte per questo motivo, l'ingestione di cibi avariati (nei quali si sviluppano ossidazioni, acidazioni e colonizzazioni [[batterio|batteriche]]) produce in genere gli stessi effetti poiché l'organismo, al di là delle reazioni di tossicità, non ne tollera i componenti corrotti.
** La quantità degli alimenti rileva in quanto alcuni cibi possono essere neutri o avere effetti di un dato verso sulla defecazione sino a determinate soglie di quantità, superate le quali hanno effetti marcati o opposti ai precedenti. Il caso tipico è quello del frutto del [[corbezzolo]], cui già [[Plinio il Vecchio]]<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''Naturalis historia'', 23:LXXXIX/151: ''Arbutus sive unedo fructum fert difficilem concoctioni et stomacho inutilem.''</ref> attribuiva il nome di ''unedo''<ref>Contrazione da ''unum edo''</ref> («''ne mangio uno [solo]''») poiché se un solo frutto era inoffensivo, i successivi avrebbero indotto problemi.
** I ritmi dell'alimentazione influiscono soprattutto in termini di irregolarità della stessa, poiché se la cadenza delle ingestioni non è regolare, specie per le ingestioni aggiuntive fuori dai pasti, l'attività intestinale patisce conseguenze da aggravio del carico di lavoro, con possibile incremento di indigerito.
* L'insufficiente assunzione di acqua provoca la [[disidratazione]] delle sostanze fecali; ciò comporta difficoltà di convogliamento al retto e di espulsione a causa degli attriti e della ridotta elasticità della massa fecale.
 
=== Ausilii ed interventi per la defecazione ===
 
[[ImmagineFile:Toilet chair.jpg|thumb|right|Una sedia con un'apertura nella seduta per consentire la defecazione. L'uso è stato ripreso in tempi recenti per alcuni modelli di [[sedia a rotelle]].]]In caso di difficoltà ad evacuare, vi sono accorgimenti di vario genere utili a sollecitare l'espulsione delle feci. In primo luogo il ricorso all'assunzione di purganti o di lassativi, che sono spesso erroneamente confusi fra loro. Mentre la [[Lassativo|purga]] è in genere un alimento naturale di tipo oleoso (ad esempio l'[[olio di ricino]]) o fibroso (ad esempio la [[prugna]]<ref>O la [[susina]].</ref>) che produce effetti bruschi, il [[lassativo]] induce effetti più lenti e progressivi ed è più propriamente un prodotto farmacologico. I purganti sono tipicamente assunti per ingestione, i lassativi possono essere impiegati anche per [[via rettale]] sotto forma di [[supposta|supposte]] (ad esempio di [[glicerolo]]). Tuttavia, malgrado si tratti della strada più breve, non è detto che sia anche la più celere nel fare effetto, poiché spesso si tratta di lassativi solo emollienti.
===Ausilii ed interventi per la defecazione===
[[Immagine:Toilet chair.jpg|thumb|right|Una sedia con un'apertura nella seduta per consentire la defecazione. L'uso è stato ripreso in tempi recenti per alcuni modelli di [[sedia a rotelle]].]]In caso di difficoltà ad evacuare, vi sono accorgimenti di vario genere utili a sollecitare l'espulsione delle feci. In primo luogo il ricorso all'assunzione di purganti o di lassativi, che sono spesso erroneamente confusi fra loro. Mentre la [[purga]] è in genere un alimento naturale di tipo oleoso (ad esempio l'[[olio di ricino]]) o fibroso (ad esempio la [[prugna]]<ref>O la [[susina]].</ref>) che produce effetti bruschi, il [[lassativo]] induce effetti più lenti e progressivi ed è più propriamente un prodotto farmacologico. I purganti sono tipicamente assunti per ingestione, i lassativi possono essere impiegati anche per via rettale sotto forma di [[supposta|supposte]] (ad esempio di [[glicerolo]]). Tuttavia, malgrado si tratti della strada più breve, non è detto che sia anche la più celere nel fare effetto, poiché spesso si tratta di lassativi solo emollienti.
 
Anche diverse [[tecniche di rilassamento]] sono utilizzate per favorire chi vada periodicamente soggetto a defecazioni "difficili".
 
Mentre la stimolazione che si effettua con il [[massaggio]] addominale (da effettuarsi in senso orario<ref>Senso orario così come percepito dall'osservatore esterno.</ref>) tende alla regolarizzazione della peristalsi mediante un aiuto indiretto allo spostamento coattivo della massa fecale, vi sono altri interventi come quello effettuato a mezzo di [[clistere]] che mirano a ridurre gli attriti fra la massa fecale e le pareti del tratto intestinale in cui si è arenata o alla sua frammentazione.
 
Un intervento ambulatoriale di frequente ricorso è lo svuotamento manuale dell'ampolla rettale, manovra delegata al personale paramedicoinfermieristico. Si pratica anche la stimolazione digitale, che agisce sullo sfintere liscio o sull'ampolla rettale per favorirne il rilassamento. Nei casi di occlusione non rimediabile, di ostruzione patologica (ad esempio di natura oncologica), o nei casi di asportazione del retto, si può prevedere la creazione di un ano artificiale (solitamente sul [[Addome|ventre]]) nel quale convogliare l'ultima porzione intestinale funzionale; questo accorgimento pone in comunicazione con l'esterno l'ultimo segmento precedente a quello perduto ma ovviamente il nuovo orifizio non dispone di sfinteri né di una camera di accumulazione come l'ampolla rettale, perciò tutto il prodotto è immediatamente espulso e si ricorre ad un [[catetere]] per ordinare lo smaltimento delle scorie.
 
In caso di incontinenza invece si pratica il [[idrocolonterapia|lavaggio colico]], che produce lo svuotamento del colon.
 
=== Aspetti sociali della defecazione ===
[[ImmagineFile:Ostia-Toilets.JPG|thumb|rightleft|[[Gabinetto (igiene)|Latrine]] ad uso collettivo ad [[Ostia Antica(città antica)|Ostia]] ]]
Presso molte culture la defecazione è un [[tabù]]: è un'azione considerata relegata alla sfera domestica individuale e la sua pubblica esecuzione è considerata riprovevole. Allo stesso modo, anche il riferimento verbale o concettuale all'azione del defecare è spesso ritenuto improprio.<ref>Per questo, l'opera [[Merda d'artista]] di [[Piero Manzoni]], del 1961, venne considerata un simbolo della degenerazione dell'arte moderna. Un altro esempio è dato dal trattamento sui media della segnalazione della mostra itinerante [http://www.assodidatticamuseale.it/mostre.htm ''Storia naturale dell'innominabile: la cacca''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090923151419/http://www.assodidatticamuseale.it/mostre.htm |data=23 settembre 2009 }}, riferita da tutti i media con toni imbarazzati e ironici.</ref> Ma vi sono rilevanti eccezioni.
 
Non così avveniva infatti in età [[romaStoria romana|romana]], come testimoniato dai ritrovamenti di [[latrina|latrine]] ad uso collettivo in cui deve dedursi l'accettazione sociale della coralità esecutiva.
[[Immagine:Ostia-Toilets.JPG|thumb|right|Latrine ad uso collettivo ad [[Ostia Antica]] ]]
Non così avveniva infatti in età [[roma|romana]], come testimoniato dai ritrovamenti di [[latrina|latrine]] ad uso collettivo in cui deve dedursi l'accettazione sociale della coralità esecutiva.
 
[[ImmagineFile:Caganer back.png|thumb|right|Un [[caganer]], statuina tipica catalana]]
InNella regione [[Spagna|spagnola]] della [[Catalogna]] invece è diffuso il simbolismo del [[caganer]], statuina di stile agreste raffigurante un uomo rurale mentre si applica a codeste operazioni.
 
Una costante e puntuale [[Igiene anale|igiene]] specifica post-evacuativa]] è diffusamente ritenuta socialmente doverosa e la si opera con vari accorgimenti, fra i quali è diffusa la pratica del [[bidet]], preceduta dalla nettatura a secco con [[carta igienica]].
 
=== Aspetti psicologici della defecazione ===
La defecazione è stata studiata anche sotto il profilo delle sue implicazioni [[psicologia|psicologiche]] e [[psicanalisi|psicanalitiche]], per quanto riguarda il rapporto dell'individuo sia con la funzione ed il processo defecatorio, sia con il prodotto dello stesso; anche se riguardo a quest'ultimo vi sono più propri campi d'indagine<ref>Riguardanti ad esempio la [[coprofilia]], la [[coprofagia]] ed altri comportamenti direttamente riferiti agli escrementi.</ref>, la distinzione non è netta<ref>Ad esempio il problema del bambino che si chiede se con la defecazione stia perdendo qualcosa di preziosamente suo e proprio (cfr. [[Bruno Bettelheim]], ''Un genitore quasi perfetto'', Feltrinelli, 2002) non è asetticamente inquadrabile nell'una piuttosto che nell'altra investigazione.</ref>, ma la defecazione in sé è già un evento di rilievo per gli studiosi di queste discipline.
 
[[Sigmund Freud]] ne fece infatti oggetto di [[analisi]] in sede di sviluppo della [[teoria]] delle [[zone erogene]] del [[bambino]], soffermandosi sul [[piacere]] derivante dalla stimolazione dell'orifizio anale durante l'espulsione. Secondo questo studioso, la particolare eccitabilità sessuale rilevabile durante il processo causerebbe la configurazione definitiva di alcuni aspetti [[carattere (psicologia)|caratteriali]] che in seguito resterebbero immutati. Ad esempio, l'[[avarizia]] deriverebbe dalla tendenza del bambino a trattenersi, posponendo la defecazione, al fine di provare maggior piacere per la più intensa stimolazione derivatene; il bambino, divenuto adulto, [[rimozione|rimuoverebbe]] il suo [[erotismo]] anale e trasferirebbe sul [[denaro]] (che Freud indica come simile alle feci) il moto tendenziale di accumulazione.
 
Freud definisce pertanto "caratteri anali" gli effetti sull'adulto di un particolare atteggiamento di interesse ovvero di rifiuto del bambino nel trattenere od evacuare le feci: i bambini che nella prima [[infanzia]] «''impiegarono relativamente parecchio tempo per giungere a padroneggiare l<nowiki>{{'</nowiki>}}''incontinentia alvi'' infantile, e che anche dopo, nell'infanzia, ebbero a lamentare singoli infortuni in questa funzione''», così come «''quei lattanti che si rifiutano di vuotare l'intestino quando sono posti sul vaso perché ritraggono dalla defecazione un piacere accessorio''», diverrebbero in età adulta persone «''particolarmente ordinate, parsimoniose ed ostinate''»<ref>Sigmund Freud, ; per la traduzione utilizzata si veda oltre, Sandro Gindro.</ref>, con predisposizione ad alcune forme di nevrosi e di stravaganza<ref>[[Sandro Gindro]], ''L'Oro Della Psicoanalisi'', Guida Editori, 1993.</ref>. Il [[Valentin Nicolaevič Volosinov|Volosinov]], nel suo saggio critico "Freudismo"<ref>[[Valentin VolosinovVološinov]], ''Freudismo'', Edizioni Dedalo, 1977. Il testo, in realtà del 1927 e ritenuto ispirato, se non proprio composto da [[Michail Bachtin]], ha per scopo il [[:en:freudo-marxism|freudo-marxismmarxismo]], la messa in relazione delle teorie freudiane con il [[marxismo]], pertanto l'aspetto dell'accumulazione di denaro e l'equivalenza fra oro e feci tangono aspetti dell'etica marxista che non sorprende vedere posti in buon risalto, sia pure nella loro marginalità rispetto al corpo dello studio.</ref>, avalla la "somiglianza soggettiva artificiosa" e la "somiglianza di impressioni" fra le feci e l'oro e fra il trattenere le feci ed il trattenere il denaro.
 
Il raggiungimento del controllo della defecazione nel bambino è ritenuto da alcuni studiosi fra i quali il [[Bruno Bettelheim|Bettelheim]] "un'esperienza fondamentale per la [[socializzazione (sociologia)|socializzazione]]"<ref name="Bettelheim">Bettelheim, op.cit.</ref>; per questo studioso "tutti i bambini, anche se non lo dimostrano, si ribellano all'idea di [[apprendimento|imparare]] a controllare il processo di evacuazione". In questa visione si esplicita l'assunto di [[Jean Piaget|Piaget]] per il quale il "patto con noi stessi" deriva dal desiderio di compiacere i desideri degli altri al fine di gratificare l'[[autostima]], il che tradotto nel contesto della sollecitazione genitoriale a controllare la defecazione è sintetizzato ancora dal Bettelheim nel principio indotto nel bambino del "Mi controllerò, in modo che i miei genitori mi vorranno più bene e io potrò essere orgoglioso di me stesso"<ref> name="Bettelheim, op.cit.<"/ref>. Per Freud il controllo è piuttosto raggiunto attraverso l'imposizione genitoriale-dittatoriale di una "moralità sfinterica" capace di suscitare [[senso di colpa]] e la rudimentale consapevolezza della defecazione porrebbe per la prima volta il bambino dinanzi alla scelta alternativa fra un'attitudine [[narcisismo|narcisistica]] ed una focalizzata sull'amore per l'oggetto prodotto. Il bambino quindi può separarsi dalle feci, "offrendole in sacrificio" ai genitori, oppure tenersele per sé, allo scopo di procurarsene soddisfacimento autoerotico e comunque come forma di affermazione del proprio [[arbitrio]].
 
Ma per restare all'analisi freudiana, la defecazione riveste involontariamente il ruolo particolarissimo di argomento con il quale il giovane [[Carl Jung|Jung]], ancora specializzando, riuscì a catturare la più viva attenzione di Freud su di sé e sul suo lavoro, aprendo la strada ai loro successivi rapporti professionali, dai quali sarebbe stata condizionata l'intera scienza psicanalitica: descrivendo alcune particolarissime condotte<ref>Lettera di Jung a Freud del 23 ottobre 1906 (facente seguito ad una lettera di Jung a Freud con al quale inviava un suo testo per la visione ed alla replica dello scienziato che allegava suoi saggi): «''Stimatissimo professore, mi permetto di spedirLe, con la stessa posta, un nuovo plico a parte che contiene altre ricerche in tema di psicoanalisi. Devo abreagire su di Lei un'esperienza recente, a rischio di annoiarLa. Sto applicando attualmente il Suo metodo alla cura di un'isteria. È un caso difficile: una studentessa russa ventenne, ammalata da sei anni. Primo trauma: verso il terzo-quarto anno di vita, la bimba vede il padre che percuote sul sedere nudo il fratello maggiore. Forte impressione. In seguito è costretta a pensare di aver defecato sulla mano del padre. Dal quarto al settimo anno continui tentativi di defecare sui propri piedi, compiuti nel modo seguente: si siede per terra tenendo un piede ripiegato sotto il corpo, preme il tallone contro l'ano e cerca di defecare ed al tempo stesso di impedire la defecazione. In questo modo frena più volte l'evacuazione anche per due intere settimane! Non so come sia arrivata a questa storia stranissima; si trattava, così pare, di un fatto di carattere assolutamente pulsionale, accompagnato da una deliziosa sensazione di orrore. In seguito questo fenomeno è stato sostituito da una [[masturbazione]] intensa. Le sarei estremamente grato se volesse comunicarmi in poche parole la Sua opinione su questa storia. Con stima deferente, Suo devotissimo Carl Gustav Jung''»</ref> della sua paziente [[Sabina Spielrein]]<ref>In seguito anche amante di Jung (in corso di terapia) e poi psicanalistapsicoanalista ella medesima (in questa veste fra l'altro, a Ginevra ebbe per alcuni mesi in analisi Piaget). Il rapporto fra la Spielrein, Jung e Freud, che si interessò del caso ed anche dei risvolti di [[controtransfert]] che il torbido legame fra il terapeuta e la paziente aveva instaurato, è stato di recente approfondito grazie alla scoperta di epistolari ed altri documenti (fra i quali la completa [[cartella clinica]] della paziente) poi oggetto di alcuni studi fra i quali [[Aldo Carotenuto]], ''Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud'', Astrolabio, 1980; nonché letture critiche di questo stesso testo.</ref>, il primo caso che seguiva con il metodo freudiano, Jung evidenzia proprio la stranissima gestione di questa funzione biologica. Freud se ne interessò al punto da essere incolpevolmente coinvolto dall'altro sin nei non suoi non limpidi maneggi circa la relazione con la paziente, che fu tuttavia da Freud conosciuta ed analizzata direttamente. Poiché la cartella clinica evidenziava anche una componente di [[autoerotismo]] ben più significativa nella condotta della paziente, sia Jung che Freud avrebbero addotto una generale causazione di fonte sessuale per gli atti condizionanti sull'istinto escretorio e per i [[sogno|sogni]] ad argomento defecatorio che l'analisi rivelò; la stessa Spielrein avrebbe poi pubblicato nel [[1923]] un saggio dall'eloquente titolo di "Autosoddisfacimento nella simbolica del piede"<ref>In Sabina Spielrein, ''Comprensione della schizofrenia e altri scritti'', Liguori, 1986.</ref>.
 
== La defecazione negli animali ==
[[ImmagineFile:Defekacja u ślimaka p.jpg|thumb|right|La defecazione di una [[chiocciola]]]]
Negli animali si parla di defecazione a partire da quelle forme semplici che, provviste di organi, possano elaborare il [[cibo]] ingerito e produrne scarti di qualche consistenza attraverso un procedimento identificabile separatamente dalla fase digestiva e la presenza di un ''anus'' in luogo della generica [[Cloaca (zoologia)|cloaca]].
 
Negli animali superiori, oltre a svolgersi in modo del tutto analogo rispetto a quanto accade nell'uomo, la defecazione assume per molte specie anche accessorie funzioni di comunicazione sociale, per lo più legate al dominio territoriale, più o meno in coincidenza di attività riproduttive (o a queste prodromiche); gli stessi scopi sono spesso perseguiti anche con la minzione, della quale questo aspetto etologico è più comunemente noto. La defecazione a scopo di marcatura territoriale prende il nome di ''fecalizzazione'' che include gli aspetti socio-comportamentali connessi.
 
Il [[coniglio]], ad esempio, in periodo di riproduzione, defeca per marcare un territorio come di sua "giurisdizione" e per questo effettua una defecazione differenziata, non solo per la forma e la quantità diversa dell'escreto<ref>Nella defecazione ordinaria produce mucchietti di scorie in luoghi riparati, per la marcatura invece singoli "pezzi unici" che depone in posizioni di particolare evidenza.</ref>, ma anche per lo "arricchimento" delle feci con una apposita secrezione ghiandolare<ref>Sotto la coda, in vicinanza dell'orifizio anale, ha [[Ghiandola anale|due ghiandole]], più sviluppate nel coniglio maschio, che producono [[ferormone|ferormoni]]. </ref>. Qualcosa di simile ma senza secrezioni di condimento avviene per il [[Canis lupus familiaris|cane]] e per il [[Felis silvestris catus|gatto]]; se il cane completa l'operazione ordinaria con lo spargimento del prodotto<ref>L'azione di "scalciare" con le zampe posteriori, nei soggetti che ne conservano il retaggio, non è volta a occultare le feci, bensì a spargerle su un'area più vasta.</ref> e depone "dispettosi" e vistosi scarti per sottolineare una sua superiorità gerarchica in luoghi che sa cari a chi intende sottomettere, il felino differenzia le sue defecazioni effettivamente ricoprendo quelle di tana (quelle prodotte nel luogo in cui vive) e lasciando invece a bella posta in massima evidenza quelle prodotte nel territorio il cui dominio intende acquisire o conservare. Anche la [[Vulpini|volpe]] marca il suo territorio in questo modo.
 
Consistendo di una situazione in cui le difese rispetto a potenziali aggressori sono molto scarse, la defecazione ordinaria viene spesso eseguita in posizione riparata.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Thomas John Ashton, ''On the diseases, injuries, and malformations of the rectum and anus'', Blanchard and Lea, 1860
* Benjamin Deeb, ''Healthy to the Core: How to Measure Effective Defecation'', Greenwood Press, 2004.
* Robert Bentley Todd, William Bowman, ''The Physiological Anatomy and Physiology of Man'', Blanchard and Lea, 1857
 
== Voci correlate ==
* [[Feci]]
* [[DigestioneDefecografia]]
* [[MinzioneVaso sanitario]]
* [[Incontinenza fecale]]
*[[Diarrea]]
* [[Posture di defecazione]]
*[[Dissenteria]]
*[[Stipsi]]
*[[Stitichezza]]
*[[Vaso sanitario]]
*[[Clistere]]
*[[Lassativo]]
*[[Catetere]]
*[[Incontinenza]]
*[[Museo tridentino di scienze naturali]]
*[[Merda d'artista]] di [[Piero Manzoni]]
 
== Altri progetti ==
==Collegamenti esterni==
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*[http://www.aitn.it/areatest/notiziario/numeri/pdf/4feb03_2.pdf Uno studio neurofisiologico contenente una descrizione tecnica della defecazione] (pdf)
* [http://www.parkinsonitalia.it/stipsi.htm Analisi della defecazione e della stipsi nel parkinsoniano]
 
== Collegamenti esterni ==
[[Categoria:fisiologia]]
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20060830000033/http://www.aitn.it/areatest/notiziario/numeri/pdf/4feb03_2.pdf Uno studio neurofisiologico contenente una descrizione tecnica della defecazione] (pdf)
* {{cita web | 1 = http://www.parkinsonitalia.it/stipsi.htm | 2 = Analisi della defecazione e della stipsi nel parkinsoniano | accesso = 23 febbraio 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080129184229/http://www.parkinsonitalia.it/stipsi.htm | dataarchivio = 29 gennaio 2008 | urlmorto = sì }}
 
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