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|Didascalia = Veduta di Costabona
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|Divisione amm grado 1 = Litorale-Carso
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|Divisione amm grado 2 = Capodistria (comune)
'''Costabona''' ('''Koštabona''' in [[lingua slovena|sloveno]]) è un paese situato nell’entroterra di [[Capodistria]], nel cui comune si trova, nella parte dell’[[Istria]] [[Slovenia|slovena]].
|Amministratore locale =
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|Data elezione =
|Data istituzione =
|Data soppressione =
|Latitudine decimale = 45.4667
|Longitudine decimale = 13.7333
|Latitudine gradi =
|Latitudine minuti =
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|Latitudine NS =
|Longitudine gradi =
|Longitudine minuti =
|Longitudine secondi =
|Longitudine EW =
|Abitanti = 229
|Note abitanti =
|Aggiornamento abitanti = 31-12-2010
|Divisioni confinanti =
|Lingue = sloveno
|Prefisso = (+386) 05
|Codice statistico =
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|Nome abitanti =
|Patrono =
|Festivo =
|Raggruppamento = [[Litorale (Slovenia)|Litorale]]
|Mappa =
|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
 
'''Costabona''' (in [[lingua slovena|sloveno]] '''Koštabona''') è un insediamento di 252 abitanti del comune [[Slovenia|sloveno]] di [[Capodistria (comune)|Capodistria]], situato nell'entroterra dell'[[Istria]] settentrionale.
Vi si giunge da [[Monte di Capodistria]] prendendo a destra la strada per S. Pietro dell'Amata; la prima deviazione a sinistra porta a Costabona passando dinanzi alla diroccata chiesetta di '''S. Elena'''.
 
Vi si giunge da [[Monte di Capodistria]] prendendo a destra la strada per S.San Pietro dell'Amata; la prima deviazione a sinistra porta a Costabona passando dinanzi alla diroccata chiesetta di Sant'''S. Elena'''.
Questo antico paese medioevale è posto sopra un promontorio che si spinge nella valle, a quota 251 m, degradando a ''pasteni'' parzialmente coltivati a vigneto. Il promontorio si è formato per l'erosione dovuta ai due torrentelli che scorrono ai suoi fianchi; quello ad est, detto Aguàr, si chiamava Aquaro ed ora ''Supot''. Arrivando dall'alto, il paese si offre in tutta la sua estensione ed il benvenuto viene dato dalla grande chiesa dei SS. [[Cosma e Damiano]], santi medici. Il toponimo '''Castrum Bonae''' testimonia la romanità del sito, probabilmente una fortificazione romana in cui, secondo un'antica tradizione, era eretto un tempio della dea della salute, la Dea Bona, dal quale si estese il nome al paese; anche dopo l'avvento del Cristianesimo, nei primi secoli d.C. vi giungevano pellegrini in cerca di guarigione.
 
Questo antico paese medioevale è posto sopra un promontorio che si spinge nella valle, a quota 251 m, degradando a ''pasteni'' parzialmente coltivati a vigneto. Il promontorio si è formato per l'erosione dovuta ai due torrentelli che scorrono ai suoi fianchi; quello ad est, detto Aguàr, si chiamava Aquaro ed ora ''Supot''. Arrivando dall'alto, il paese si offre in tutta la sua estensione ed il benvenuto viene dato dalla grande chiesa dei SS.Santi [[Cosma e Damiano]], santi medici. Il toponimo '''Castrum Bonae''' testimonia la romanità del sito, probabilmente una fortificazione romana in cui, secondo un'antica tradizione, era eretto un tempio della dea della salute, la [[Bona Dea|Dea Bona]], dal quale si estese il nome al paese; anche dopo l'avvento del Cristianesimo, nei primi secoli d.C. vi giungevano pellegrini in cerca di guarigione.
Il fianco ovest del promontorio, sotto il paese, è zona archeologica dove sono stati effettuati scavi di di ricerca. Il Marchesetti sentì parlare di un castelliere sito sopra Costabona. Pervenne ai patriarchi di Aquileia nel [[1028]] in seguito a donazione da parte di [[Corrado II]] imperatore di Germania e, nel [[1186]], in un successivo documento di donazione, appare con il nome di '''Costa Bonae'''. Risulta che i nobili Verzi di Capodistria ricevevano le decime di questa villa già dal [[1211]], Il villaggio, secondo il vescovo Tommasini, era chiuso come un castello con un'antica porta guardata da una torre in difesa. Non esistono tracce della torre né della porta, ma nella relazione del podestà capitano Francesco Mauro di Capodistria, nel [[1558]], si legge che Costabona fu rinforzata nelle sue opere di difesa confermando con ciò l'esistenza della torre. Il Naldini, nel XVIII secolo, ricorda che la torre e le fortificazioni erano in rovina<ref>Paolo NALDINI, Corografia Ecclesiastica o sia descrittione della città e della diocesi di Giustinopoli detto volgarmente Capo d’Istria, Venezia, 1700</ref>. In quel tempo il paese veniva chiamato '''Castelbona'''.
 
Il fianco ovest del promontorio, sotto il paese, è zona archeologica dove sono stati effettuati scavi di di ricerca. Il Marchesetti sentì parlare di un castelliere sito sopra Costabona. Pervenne ai [[Patriarcato di Aquileia|patriarchi di Aquileia]] nel [[1028]] in seguito a donazione da parte didell'imperatore [[Corrado II]] imperatoreil diSalico|Corrado GermaniaII]] e, nel [[1186]], in un successivo documento di donazione, appare con il nome di '''Costa Bonae'''. Risulta che i nobili Verzi di Capodistria ricevevano le decime di questa villa già dal [[1211]], Il villaggio, secondo il vescovo Tommasini, era chiuso come un castello con un'antica porta guardata da una torre in difesa. Non esistono tracce della torre né della porta, ma nella relazione del podestà capitano Francesco Mauro di Capodistria, nel [[1558]], si legge che Costabona fu rinforzata nelle sue opere di difesa confermando con ciò l'esistenza della torre. Il [[Paolo Naldini (vescovo)|Naldini]], nel XVIII secolo, ricorda che la torre e le fortificazioni erano in rovina<ref>Paolo NALDININaldini, ''Corografia Ecclesiastica o sia descrittione della città e della diocesi di Giustinopoli detto volgarmente Capo d’Istriad'Istria'', Venezia, 1700</ref>. In quel tempo il paese veniva chiamato '''Castelbona'''.
L'immigrazione slovena in questi territori fu permessa dai Veneziani nel XV secolo in quanto terra incolta e disabitata per le guerre e le pestilenze.
[[File:Kostabona Slovenia - Cosmas and Damian.jpg|miniatura|264x264px|Costabona, chiesa dei SS Cosma e Damiano]]
Questa interessante borgata ha ben tre chiese; la prima, sopraccennata, è una costruzione in pietra arenaria a corsi, con abside poligonale e un campanile massiccio con cuspide bassa, addossata all'abside. Su certe pietre vi sono incisi simboli e sigle di riconoscimento dei lapicidi. La chiesa dei '''SS. Cosma e Damiano''' ha porte e finestre in stile gotico; è stata costruita nel [[1446]], come riporta una targa di marmo posta a fianco dell'entrata laterale. Sulla porta posteriore dell'abside, c'è la data del [[1901]], sicuramente l'anno della sua ristrutturazione. Circondata da cipressi, è recintata da un muro in pietra arenaria a pilastrini portanti elementi decorativi; con il sagrato erboso forma nell'insieme un quadretto francescano. All'interno la chiesa è ben tenuta, con un'abside a costoloni e cinque beibegli altari in marmi policromi.
 
Al centro del paese si trova la semplice chiesa di Sant'''S. Elia''', con un piccolo campanile a vela sul retro, costruita nel [[1446]]. L'architrave sopra il portale è adorno di sculture; questa è la presunta casa natale di S. Elia, conosciuta come la "Casuccia del Beato confessore Elio", apostolo e protettore minore di Capodistria nonché discepolo di [[Ermagora e Fortunato|S. Sant'Ermacora]]. Fu trasformata in chiesa nel [[1742]] dal vescovo Agostino dei conti Bruti. All'interno fa bella mostra di l'altare barocco con la statua del Beato Elio.
Questa interessante borgata ha ben tre chiese; la prima, sopraccennata, è una costruzione in pietra arenaria a corsi, con abside poligonale e un campanile massiccio con cuspide bassa, addossata all'abside. Su certe pietre vi sono incisi simboli e sigle di riconoscimento dei lapicidi. La chiesa dei '''SS. Cosma e Damiano''' ha porte e finestre in stile gotico; è stata costruita nel [[1446]], come riporta una targa di marmo posta a fianco dell'entrata laterale. Sulla porta posteriore dell'abside, c'è la data del [[1901]], sicuramente l'anno della sua ristrutturazione. Circondata da cipressi, è recintata da un muro in pietra arenaria a pilastrini portanti elementi decorativi; con il sagrato erboso forma nell'insieme un quadretto francescano. All'interno la chiesa è ben tenuta, con un'abside a costoloni e cinque bei altari in marmi policromi.
[[File:Slap Supot pod Koštabono. - panoramio.jpg|miniatura|Torrente Aguar]]
La terza chiesa è la parrocchiale dedicata a Sant'''S. Andrea Apostolo''', del [[1456]], eretta dal vescovo GabrielliGabriele Gabrieli, nell'area del cimitero; si notano ancora delle tombe sul sagrato erboso, dal quale la vista spazia tutt'attorno sopra la valle, con i borghi del versante opposto bene in vista. Diventò parrocchia dopo lo smembramento da [[Paugnano]] nel [[1460]], per volontà del vescovo GabrielliGabrieli. Il Tommasini, nei suoi "Commentari" del XVII secolo, informa che i paesi di Puzzole (''Puče'') e Plagnave erano sottoposti a questa parrocchia. La costruzione, in pietra arenaria parzialmente intonacata, ha un campanile a vela sulla facciata, con abside poligonale di stile romanico. Sulla facciata è posta la data del [[1723]], l'anno di ricostruzione della medesima. Sul fianco sinistro della chiesa, verso il cimitero, c'è una macabra scultura sotto una croce, raffigurante un teschio con due tibie incrociate. All'interno della chiesa, degli affreschi antichi raffiguranti scene riferentesi al villaggio. Nel [[1656]] [[Baldassarre CornianiBonifacio]], vescovo di Capodistria, impose al curato di Costabona di cessare la celebrazione della messa in lingua slovena.
 
La campagna, secondo la descrizione del Tommasini, produceva olio e vino ed era ricca di meli, peri, castagne, ghiande e legname; rispecchia esattamente quella attuale, come se il tempo non fosse trascorso, complice la tranquillità del sito, la buona aria che vi regna e l'atmosfera che la circonda. Le case del vecchio borgo sono nello stile contadino istriano, con portici e scalette esterne; casette piccole ed addossate, tutte in pietra arenaria ingiallita dal tempo. Subito sotto il paese, sul costone ad ovest, sgorga una sorgente; un'altra è sita ad 1 &nbsp;km a nord-est.
Al centro del paese si trova la semplice chiesa di '''S. Elia''', con un piccolo campanile a vela sul retro, costruita nel [[1446]]. L'architrave sopra il portale è adorno di sculture; questa è la presunta casa natale di S. Elia, conosciuta come la "Casuccia del Beato confessore Elio", apostolo e protettore minore di Capodistria nonché discepolo di [[Ermagora e Fortunato|S. Ermacora]]. Fu trasformata in chiesa nel [[1742]] dal vescovo Agostino dei conti Bruti. All'interno fa bella mostra di sè l'altare barocco con la statua del Beato Elio.
 
Gli orsi vagavano fra queste colline ancora nel XVII secolo. Il borgo era sotto la giurisdizione di uno zuppano, che soprintendeva anche a [[Puzzole]] (''Puče'') e a Plagnave e tutti e tre i paesi erano ancora, nel XVII secolo, proprietà dei signori Verzi.
La terza chiesa è la parrocchiale dedicata a '''S. Andrea Apostolo''', del [[1456]], eretta dal vescovo Gabrielli, nell'area del cimitero; si notano ancora delle tombe sul sagrato erboso, dal quale la vista spazia tutt'attorno sopra la valle, con i borghi del versante opposto bene in vista. Diventò parrocchia dopo lo smembramento da [[Paugnano]] nel [[1460]], per volontà del vescovo Gabrielli. Il Tommasini, nei suoi "Commentari" del XVII secolo, informa che i paesi di Puzzole (''Puče'') e Plagnave erano sottoposti a questa parrocchia. La costruzione, in pietra arenaria parzialmente intonacata, ha un campanile a vela sulla facciata, con abside poligonale di stile romanico. Sulla facciata è posta la data del [[1723]], l'anno di ricostruzione della medesima. Sul fianco sinistro della chiesa, verso il cimitero, c'è una macabra scultura sotto una croce, raffigurante un teschio con due tibie incrociate. All'interno della chiesa, degli affreschi antichi raffiguranti scene riferentesi al villaggio. Nel [[1656]] Baldassarre Corniani, vescovo di Capodistria, impose al curato di Costabona di cessare la celebrazione della messa in lingua slovena.
 
Nel dopoguerra, il paese ha accolto anche gente emigrata dall'interno: quasi tutti, se interrogati, rispondono gentilmente in lingua italiana.
La campagna, secondo la descrizione del Tommasini, produceva olio e vino ed era ricca di meli, peri, castagne, ghiande e legname; rispecchia esattamente quella attuale, come se il tempo non fosse trascorso, complice la tranquillità del sito, la buona aria che vi regna e l'atmosfera che la circonda. Le case del vecchio borgo sono nello stile contadino istriano, con portici e scalette esterne; casette piccole ed addossate, tutte in pietra arenaria ingiallita dal tempo. Subito sotto il paese, sul costone ad ovest, sgorga una sorgente; un'altra è sita ad 1 km a nord-est.
 
Dalla chiesa dei SS.Santi Cosma e Damiano una carrareccia scende a valle, passando per la frazione di '''Crevatini''' abitata dai Crevatin e,; nei paraggi in cui incrocia la strada sterrata del fondovalle, c'era un mulino che veniva azionato dalle acque correnti del fiume [[Dragogna]].
Gli orsi vagavano fra queste colline ancora nel XVII secolo. Il borgo era sotto la giurisdizione di uno zuppano, che soprintendeva anche [[Puzzole]] (''Puče'') e Plagnave e tutti e tre i paesi erano ancora, nel XVII secolo, proprietà dei signori Verzi.
 
Nel dopoguerra, il paese ha accolto anche gente emigrata dall'interno: quasi tutti, se interrogati, rispondono gentilmente in lingua italiana.
 
Dalla chiesa dei SS. Cosma e Damiano una carrareccia scende a valle, passando per la frazione di '''Crevatini''' abitata dai Crevatin e, nei paraggi in cui incrocia la strada sterrata del fondovalle, c'era un mulino che veniva azionato dalle acque correnti del fiume [[Dragogna]].
 
==Note==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Lingue|sl|it|en}}cita [web|1=http://www.koper.si/podrocje.aspx |2=Sito Ufficiale del Comune Città di Capodistria (Mestna Občina Koper)]|lingua=sl, it, en|accesso=21 gennaio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090221052318/http://www.koper.si/podrocje.aspx|dataarchivio=21 febbraio 2009|urlmorto=sì}}
* {{Lingue|sl}}cita [web|1=http://www.koper.si/povezave/podezelje/smarje/kostabona/kostabona.htm |2=Pagina dedicata a Costabona (Koštabona)]|lingua=sl|accesso=30 gennaio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061007130743/http://www.koper.si/povezave/podezelje/smarje/kostabona/kostabona.htm|dataarchivio=7 ottobre 2006|urlmorto=sì}}
 
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