Dialetto ossolano: differenze tra le versioni

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{{F|linguisticaDialetti|giugno 2009}}
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|didascalia=Distribuzione geografica dettagliata dei dialetti del lombardo. Legenda: L01 - [[Dialetto lombardo occidentale|lombardo occidentale]]; L02 - [[Dialetto lombardo orientale|lombardo orientale]]; L03 - lombardo meridionale; L04 - [[Dialetto lombardo alpino|lombardo alpino]]
}}
 
L''''ossolano''' è un [[dialetto]] appartenente al [[Dialetto lombardo occidentale|ramo occidentale]] della [[lingua lombarda]]. Questa parlata è diffusa nella regione storico-geografica dell'[[Val d'Ossola|Ossola]] e del [[Cusio (territorio)|Cusio]], nella [[provincia del Verbano-Cusio-Ossola]]. Pur essendo amministrativamente parte del [[Piemonte]], il territorio è linguisticamente lombardo anche se taluni dialetti locali risentono di una certa influenza delle vicine parlate piemontesi. La classificazione tuttavia non sembra essere oggetto di grossi dibattiti nonostante alcune prese di posizione di studiosi che in passato hanno visto in alcuni dialetti ossolani una predominanza dell'elemento piemontese (come ad esempio Nellie Nicolet nel suo studio sul dialetto della valle Antrona "Der Dialekt des Antronatales").
Il '''dialetto ossolano''' è una delle principali varianti del [[dialetto insubre]] ([[dialetto lombardo occidentale]]), insieme al [[dialetto meneghino|Meneghino]], [[dialetto bustocco|Bustocco]], [[dialetto legnanese|Legnanese]], [[dialetto brianzolo|Brianzolo]], [[dialetto canzese|Canzese]], [[dialetto canturino|Canturino]], [[dialetto monzese|Monzese]], [[dialetto comasco|Comasco]], [[dialetto lecchese|Lecchese]], [[dialetto vallasinese|Vallasinese]], [[dialetto ticinese|Ticinese]], [[dialetto valtellinese|Valtellinese]], [[dialetto chiavennasco|Chiavennasco]], [[dialetto lodigiano|Lodigiano]], [[dialetto varesotto|Varesotto]] e al [[dialetto novarese|Novarese]].
 
Il dialetto è simile in tutte le vallate dell'Ossola, con alcune varianti locali. Una certa differenziazione è possibile notarla soprattutto tra l'Alta e la Bassa Ossola, il cui confine è marcato dal [[Isorno (torrente)|torrente Isorno]]. Nel Cusio viene parlato un dialetto molto simile, pur con alcune leggere differenze di pronuncia dovute alla vicinanza con il [[Provincia di Novara|Novarese]] e il [[dialetto novarese|suo dialetto]] e con una più marcata influenza piemontese. Nel [[Verbano (territorio)|Verbano]], dove si parlano i [[Dialetto intrese|dialetti verbanesi]], è la [[Valle Cannobina]] la più interessata alla somiglianza col dialetto ossolano, poiché sebbene questa valle si trovi in territorio verbanese, gli abitanti dei centri abitati più vicini all'Ossola, come [[Cursolo]] e [[Orasso]], parlano il dialetto ossolano.
Il dialetto Ossolano è diffuso e parlato soprattutto nella regione storico-geografica dell'[[Ossola]]; questa zona occupa il lembo più settentrionale del [[Piemonte]], nella provincia del [[Verbano Cusio Ossola]]. Questa zona trova il punto di confine tra lei e la zona del Cusio, nel paese di [[Anzola d'Ossola]], mentre con il Verbano attraverso la [[Val Grande]] e la [[Val Cannobina]]. Nel dialetto ossolano sono presenti anche influenze di tipo piemontese.
 
Il dialetto ossolano vieni oggi parlato in alcuni comuni della [[Svizzera]], soprattutto in [[Canton Ticino]], in particolare nei comuni più vicini al confine (ad esempio [[Camedo]]), nei quali molti ossolani sono emigrati in cerca di lavoro e hanno acquisito molte imprese e, seppur con qualche variante svizzera, essi continuano a parlare l'ossolano.
Il dialetto è simile in tutte le vallate dell'Ossola, con alcune varianti locali (una certa differenziazione è possibile notarla soprattutto tra l'Alta e la Bassa Ossola, il cui confine è marcato dal torrente Isorno).
Nel [[Cusio]] viene parlato un dialetto molto simile ma con alcuni modificazioni di pronuncia e scrittura a causa della vicinanza con i territori novaresi, che hanno fatto sì che queste zone acquisissero una maggiore caratterizzazione piemontese.
Nel [[Verbano]] è la [[Val Cannobina]] la più interessata alla somiglianza col dialetto Ossolano, poiché sebbene questa valle si trovi in territorio verbanese, gli abitanti dei centri abitati più vicini all'[[Ossola]], come [[Cursolo-Orasso]], parlano oggi come centinaia di anni fa, il dialetto ossolano.
 
== Evoluzione storica ==
Vi è poi da sottolineare che il dialetto ossolano vieni oggi parlato in alcuni comuni della [[Svizzera]], sopratutto in [[Canton Ticino]], in particolare nei comuni più vicini al confine (ad esempio [[Camedo]]), nei quali molti Ossolani sono emigrati in cerca di lavoro e hanno acquisito molte imprese e, seppur con qualche variante svizzera, essi continuano a parlare l'Ossolano.
Dal punto di vista storico, il dialetto ossolano appartiene alla famiglia delle [[lingue gallo-italiche]]. Inoltre, in maniera superiore alle altre varianti del [[dialetto lombardo occidentale]], l'ossolano adottò numerose parole di sostrato [[Leponzi|lepontico]]. Questa popolazione si insediò solamente nelle [[alpi Lepontine]] e quindi solamente l'ossolano assorbì la loro influenza.
 
A seguito della discesa delle [[germani|popolazioni germaniche]] dal nord, il [[dialetto lombardo occidentale]] assimilò numerosi vocaboli dalle [[lingue germaniche]]. Il dialetto ossolano assorbì lievissime e quasi impercettibili varianti dei vocaboli dagli spagnoli che dominarono l'Ossola nel [[XVI secolo]].
Dal punto di vista storico, il dialetto ossolano è una lingua della famiglia delle [[Gallo-italico|Gallo-Italiche]]. Tuttavia, a differenza delle altre varianti dell'Insubre, l'Ossolano adottò numerose parole da un'altra popolazione celtica, i [[Leponzi]], che discese dal nord e che abitò l'[[Ossola]] molto prima degli [[Insubri]]. Questa popolazione si insidiò solamente nelle [[alpi Lepontine]] e quindi solamente l'Ossolano assorbì la loro influenza.
 
Un'altra componente singolare del dialetto ossolano è la cadenza fonetica. Data la notevole vicinanza con la [[Svizzera]], il dialetto ha acquisito una cadenza simile a quella dei [[Canton Ticino|ticinesi]].
A seguito della discesa delle [[germani|popolazioni Germaniche]] dal nord, il [[dialetto insubre]], come del resto quasi tutte le lingue e i dialetti del nord, assimilarono innumerevoli vocaboli e cadenze delle [[lingue germaniche]], pur rimanendo simile a sé stessa. Il fatto che il dialetto insubre e le sue varianti siano rimasti invariati anche dalla colonizzazione romana, poiché i Romani erano soliti lasciare che i popoli sottomessi coltivassero la loro cultura senza assorbire obbligatoriamente quella Latino-Romana.
 
== Particolarità ==
Il dialetto ossolano assorbì lievissime e quasi impercettibili varianti dei vocaboli dagli Spagnoli che dominarono l'Ossola nel XVI secolo.
In alcune vallate dell'Ossola sono tipiche alcune locuzioni usate per intercalare: ''bé'' (bene), ''già'', ''poi'', che sono utilizzati soprattutto nell'Ossola superiore ([[Val Vigezzo]], zone vicine al confine come [[Camedo]], [[Domodossola]] e [[Valle Cannobina]]).
 
Il ''ben'' è una particella che funge come un modo di rimarcare ulteriormente una data affermazione:
Nel dialetto ossolano sussistono ancora alcune traccie del passaggio dei popoli del nord. Un chiaro esempio è dato dal fatto che in alcune parole, sulle vocali, si metta la [[Umlaut]] (Ä,ä,Ë,ë,Ï,ï,Ö,ö,Ü,ü); questo segno è senza ombra di dubbio, un segno utilizzato dai popoli Germanici i quali hanno lasciato l'utilizzo di questo segno,nel dialetto Ossolano (esempio: comün=comune, augnü=venuto).
 
Esempio (1):
Un'altra componente singolare del dialetto ossolano è la cadenza fonetica. Data la notevole vicinanza con la Svizzera, il dialetto ha acquisito la tipica cadenza fonetica degli Elvetici (solo nel [[Canton Ticino]] e nelle zone di lingua italiana). Questa cadenza si può udire molto bene in tutte le vallate, più o meno distintamente.
Giulio: "''Que che ti féi, incheui, Elisa?''"
Elisa: "''Al sò bè mì!''"
 
Giulio: "Cosa fai, oggi, Elisa?"
In alcune vallate e altre zone dell'Ossola sono tipici alcune locuzioni, o brevi parole, che sono molto spesso usate in quasi tutte le frasi (si potrebbero paragonare al ''ciò'' dei Veneti. Ne sono alcuni esempi il "Ben", il "Già" e il "Poi", che sono utilizzati sopratutto nell'[[Ossola superiore]] ([[Valle Vigezzo]], zone vicine al confine come Camedo, [[Domodossola]] e dintorni, [[Valle Cannobina]]).
Elisa: "Lo saprò (lett.: “so”) pur io!"
 
Esempio (2):
Il "Ben" è una particella che funge come un modo di rimarcare ulteriormente una data affermazione:
Giulio: "''Que ch'u sarà dré a pensà ul Giulian?''"
es.
Marco: "''Ul savrà bè lüi.''"
Giulio:"Cosa fai oggi,Elisa?"
Elisa:"Lo so "ben" io!"
 
es.2
Giulio:"A cosa starà pensando Giuliano?"
Marco: "Lo saprà "ben"pure lui."
 
''Già'' è un'altra particella del discorso, utilizzata per sottolineare un'affermazione o una cosa quasi ovvia.
Quando il "Ben" è tradotto in dialetto Ossolano,si trasmorfa in "bé".
es.
Giulio:"Que chi fei incöi,Elisa?"
Elisa:"So' bé mi!"
 
Esempio:
es.2
Giulio:"A que c'u'Quenci staràagn pensandoti u Giulianoghei?''"
Marco:"U saura "bé" lüi''Quindas.''"
Giulio: "Quanti anni hai?"
Marco: "Quindici già!"
 
Marco: "Tra quanto parti?"
Il "già" è un'altra particella del discorso,utilizzata per sottolineare un'affermzaione,il più delle volte viene utilizzata per affermare una cosa quasi ovvia.
Elisa: "Adesso già!"
 
Il "poi" è un'altra particella della frase che viene utilizzata per sottolineare l'intera frase, l'affermazione che si sta dicendo.
es.
Giulio:"Quanti anni hai?"
Marco:"Quindici già!"
 
Esempio:
es.2
Giulio: "''Cuma l'è stupid cul fieul!''"
Marco:"Tra quanto parti?"
Marco: "''Fat mia senta! L'è poi permalos!''"
Elisa"Adesso già!"
Giulio: "Quanto è stupido quel ragazzo!"
Marco: "Non farti sentire! È "poi" permaloso!"
 
Marco: "Non verrà mai da te, dovrai sempre andare te da lui, anche perché è "poi" troppo vergognoso."
Il "poi" è un'altra particella della frase che viene utilizzata per sottolineare l'intera frase,l'affermazione che si sta dicendo.
es.
Giulio:"Quanto è stupido quel ragazzo!"
Marco:"Non farti sentire!E'"poi" permaloso!"
 
Al giorno d'oggi, il dialetto ossolano si è modificato rispetto a quello di anni fa, mantenendo tuttavia intatto il patrimonio culturale e storico che lo caratterizza, poiché negli ultimi anni si è italianizzato sempre più. L'uso è limitato solamente agli anziani.
es.2
Marco:"Non verrà mai da te,dovrai sempre andare te da lui,anche perche è "poi" troppo vergognoso."
 
Queste forme del discorso, in dialetto sono rari i casi in cui vengano usati, fatta eccezione per il "ben" che viene usato anche nella forma dialettale; le altre due forme, tradotte,sono:poi=pöi, già=già (rimane invariato).
 
Al giorno d'oggi, il dialetto ossolano si è modificato rispetto a quello di anni fa, mantenendo tuttavia intatto il patrimonio culturale e storico che lo caratterizza; poiché negli ultimi anni si è italianizzato sempre più, rimangono solamente gli anziani a parlarlo invariato e nella sua forma originale.
 
Nel dialetto ossolano sono poi presenti anche influenze piemontesi, la principale delle quali è la [[velarizzazione]] di –L- (cioè la sua trasformazione in –u) compresa tra la "a" ed alcune consonanti (T;D;S;Z).
 
es: ''caud'', "caldo"; ''saut'', "salto"; ''faus'', "falso"; ''cauza'', "calza"...
 
Questo fenomeno è comune pressoché a tutto il territorio ossolano che si collega così al Cusio e alla Valsesia. La desinenza ''-uma'' per la prima persona plurale (es.: ''mangiuma'', "mangiamo"), considerata come marca di indubbia piemontesità, è piuttosto diffusa nella bassa Ossola, anche se affiancata da esiti lombardi (es.: ''màngium''). L'influsso piemontese è riscontrabile poi anche nel lessico: ''borgno'': "cieco"; ''visché'' o ''viscà'' (a seconda se ci si trovi in Alta o in Bassa Ossola): "accendere"; ''bugiàs'': "muoversi"; ''tùrna'': "di nuovo", "nuovamente"...
*mat: "ragazzo"
*borgno: "cieco"
*visché o viscà (a seconda se ci si trovi in Alta o in Bassa Ossola): "accendere"
*bugiàs: "muoversi"
*tùrna: "di nuovo", "nuovamente"
 
== Brani in dialetto ossolano ==
[[categoria:Dialetti della lingua italiana]]
=== Ona novella del Boccasc ===
[[categoria:Dialetti del Piemonte]]
==== Dialetto di Ceppo Morelli ====
[[categoria:Provincia del Verbano Cusio Ossola]]
A digh doca che 'nt i timp dol prumm re 'd Cipri, dòpp ol conquist facc dla Terra Santa da Gottifrè di Buglione, l'è 'gnuu che 'na graziosa fòmna 'd Guascògna l'è andaa al Sapolcro, e 'd là tornand, arivaa in Cipri, l'è staccia da cert'òmi pessimm trattaa villanamòint. Dla qual còssa tutta dolorent, sanza consolazion, l'ha pansò d'andà dal re a fàss valè al sô rason; ma l'ha sapiuu da quaidun che 'l sross stacc inutil, parchè lui l'era 'd 'na vita inscì indifferòint e pòcch 'd bon, che invece da rimediàggh com giustizzia ai offes facc ai oeutt, ol sostnieva, da tapin, 'nca quei facc a lui; sì fattamòint che chi ol gh'eva quaich disgust, ol la sfogava col fàggh qualch affront o ingiuria. La qual còssa udend la fòmna, disperand da podè fà vandòtta, par avè quacca consolazion dol sò rincrescimòint, l'ha pansò d'andà dal re a rinfiacciàggh la sô miseria; e piangend, andaccia da lui, l'ha dicc: "Scior, mì 'n vegni mia a la tô prasòinza parchè specciass da tì vandòtta dl'ingiuria che m'hann facc ma, in soddisfazion 'd quòla a 't pregh da mostràmm com ti soppòrt quei che mi a soo che 't fann, parchè imparand da tì, mì a pòssa sopportà la mia com paziòinza; e costa, o l'ol sa ol Signor, s'al podòss fà, vantira 't la donaross, da già che ti sei inscì bon da sopportài".<br />
Ol re, fin indora stacc lent e pigar, squas ch'ol s'astognass dal sògn, cmanzand da l'ingiuria faccia a costa fòmna, ch'ha vandicaa aspramòint, l'è 'gnuu 'n saver persecutor 'd quij che contra l'onor dla sô corona i comottòssi qualcòssa dòpp d'andora.<ref>
{{Cita libro|nome=Giovanni|cognome=Harvard University|titolo=I parlari italiani in Certaldo alla festa del v centenario di Messer Giovanni Boccacci ; omaggio di Giovanni Papanti|url=https://archive.org/details/iparlariitalian00unkngoog?view=theater|accesso=2025-02-02|data=1875|editore=Livorno, Tipi di F. Vigo}}</ref>
==== Dialetto di Domodossola ====
Donca a disi, che int i temp dol primm re 'd Cipri, dòpo che Goffred 'd Bujòn l'eva guadagnaa la Terra Santa, l'è success che ona sciora 'd Guascogna l'è naccia in pellegrinagg al Sepolcar e, tornand indree, quand l'è rivaa a Cipri, certi balòss d'omnesc i l'hann ingiuriaa, ma pròppi da villan. E lei, per quest, tutta mortificaa e sconsolaa, la s'è toccia sù par nà dal re par fà valé i sò rasòn. Ma gh'è stacc quaidun ch'i gh'hann cuntaa che l'era fiaa buttaa via, perché 'sto re l'era tanto trasandaa e pòggh da ben che, invece da vendicà polit i ingiuri ch'i favan ai alt, o 'n sopportava bele lui on mucc da cojòn svergognaa; tant l'è vera che ch'i ch'o gh'eva on quai cruzzi, o 'l sfogava bele con lui, fasendigh ona quai porcada o villanada. 'Sta dònna, quand l'ha sentii inscì, rabbiaa da mia podè vendicàss, par svariàss on poo, l'ha pensaa da nà da quell re inscì miserabil, a dàggh ona tafiaa; e l'è naccia là davanti a lui tutta piangiolenta e la gh'ha dicc inscì: "O Scior, mì vegni mia chì innanz a tì par la vendetta, ch'a specciaress, dl'ingiuria ch'i m'hann facc; ma a voeuj, in paga, che tì ti m'insegnat comè ti feet a soffrì quij ingiuri ch'a senti ch'i 't fann a fann a tì parchè, neh, inscì a impararess a sopportà con pazienza quella ch'i m'hann facc a mì e che, s'a podess, o 'l sa 'l Signor comè 't la daress volontera, pòsta che ti gh'heet tant bònn i spall".<br />
Ol re, che finn allora l'era sempar stacc pigar e facc adasi, o s'è comè sveggiaa da on sògn; e, cominciand da l'ingiuria ch'i gh'evan facc a 'sta dònna, o gh'l'ha faccia pagà cara; e poeu l'è diventaa rigorosissim par castigà tucc quij che dòpp d'allora i favan quaicòss ch'o offendess la soa coròna.
<ref>{{Cita libro|nome=Giovanni|cognome=Oxford University|titolo=I parlari italiani in Certaldo alla festa del v centenario di Messer Giovanni Boccacci ; omaggio di Giovanni Papanti|url=https://archive.org/details/iparlariitalian00villgoog?view=theater|accesso=2025-02-02|data=1875|editore=Livorno, Tipi di F. Vigo|p=319}}</ref>
=== La parabola del Fioeu Trason ===
==== Dialetto di Vanzone ====
In òmm o gh'eva doi fiui.<br />
E ol pì giovi 'd lor l'ha decc al pà: "Pà, damm la part di beni ch'om tocca a mé!" e ol pà o gh'ha spartee lor i ben.<br />
E pòich dé dopp, ol fiul pì giuvi, argojeccia toeutta la sò ròbba, os n'è nacc int in pais da longg, e là l'ha facc foo 'l facc sù a viva int int i vizzi.<br />
E dopp che l'ha 'bioeu consimoo toeutt, ina grossa carestia l'é gnova in col pais, e par quest lù l'ha cmanzoo a santì ol dabsugn.<br />
E l'é nacc e o s'é mess com oeun di abitent 'd col sitt, ch'o l'ha mandoo int i sù chimp a fà pascià i purci.<br />
E lui ol desiderava d'impianéss ol còrp dèu giand ch'i mangiavi i purci, ma 'ncioeun ogh ni dava.<br />
Par quest, artornoo in sè, l'ha decc: "Quent lavorent dol mì pà i gh'hann dol pan fin ch'i ni vòli, e mé a mor 'd fam!<br />
A m'auzaroo soeu e a naroo dal mì pà e agh diroo; ''Pà, i hoo facc pcaa contra 'l Cil e dneinsoeu a té''<br />
''E an som degn pioeu d'assi ciamoo tù fiul; famm comé oeun di tui lavorent''".<br />
E lui o s'é auzoo soeu e l'é 'gnoeu dau sù pà; e quand ch'l'eva incò da longg, ol sù pà o l'ha vest e o n'ha 'bioeu compascion, l'è caminoo, o gh'ha mess i brecc al còll e o l'ha bascioo.<br />
E ol fiul o gh'ha decc: "Pà, mé i hoo facc pcaa contra 'l Cil e dneinsoeu a té, e an som degn pioeu d'assi ciamoo tù fiul".<br />
Ma ol pà l'ha decc ai sui servitur: "Portei qué la pì bella avstimenta, metégh in anill int o det e i cauzer ai pii.<br />
E mnei foo al vill pì grass e mazzèll, e mangiemol, e stemma allegar.<br />
Parqué quest mì fiul l'era murt e l'é artornoo in veta; l'era pers e l'é stacc trovoo". E i s'henn mess a fà gran festa.<br />
In questa, ol fiul maggiur 'd lui l'era int i chimo, e quend ch'o 'gneva, com l'è 'bioeu apruva a la cà, l'ha santee ol son e i bai.<br />
E l'ha ciamoo oeun di servitur e o gh'ha dmandoo que ch'i vlevi di quii movimint.<br />
E col o gh'ha decc: "Ol tù fradill l'è 'gnoeu, e ol tù pà l'ha mazzoo 'l vill pì grass, perch'l'ha podoeu argòjol san e ardee".<br />
Ma col l'é 'gnoeu rabioo, e o n'ha pì vioeu nà dint; par cui ol sù pà l'é nacc foo e l'ol pregava da nà dint.<br />
Ma loi l'ha rspons e decc al pà: "Ecco, i henn già teint enn che mé at serv e a n'hoo mai mancoo a nessun tù ordi, eppur mai té ti m'hei dacc in cravett par fà 'legreia com i mì amisc.<br />
Ma quand qu'est tù fiul, ch'l'ha mangioo toeutt ol facc sù com al femnacc, l'é 'gnoeu, té ti hei mazzoo 'l vill pì grass".<br />
E loi l'ha decc: "Fiul, té ti sei semper com mé, e ògni ròbba meia l'é tova.<br />
Adess, o s'eva da fà festa e 'legreia, parqué ol tù fradill l'era murt e l'é artornoo in veta; l'era pers e l'é stacc trovoo".<br />
(Antonio Rusconi, ''I parlari del Novarese e della Lomellina'', 1878)
==== Dialetto di Domodossola ====
Ona vòta o gh'eva on òmm ch'o gh'aveva doi fioeui.<br />
E ol pussee sgiovin o gh'ha dicc al pà: "Zì, pà, demm quell ch'om tocca a mì!" e ol pà o gh'ha facc fòra tòcch e boccon.<br />
E da lì a pòcch dì ol pù sgiovin di fioeui, tracc insema tutt ol facc soeu, a l'è nacc int on paies lontan, indond l'ha mangiaa fòra tutt, fasendan on poo ad tucc i sòrt.<br />
Quand l'è stacc a l'ablativ, essend 'gnuu in quell paies ona gran carestia, lui l'ha comenzaa a avèggh da bisoeugn.<br />
E l'è nacc a mettas insema a vun da là, ch'o l'ha mess int i sò camp in pastura di porscei.<br />
E lui o gh'eva fin la gola d'impienìss di giand di poeursc, ma i gh'an davin mia nessun.<br />
Indora, pensandigh sù, l'ha dicc: "Quanci servitor i gh'hann pan fin ch'i vòlin, e mì mòri dla fam!<br />
Mì am pijaroo sù e a naroo in cà dol mè pà e agh diroo: ''Pà, mì j'hoo facc on gran peccaa contra ol Signor e on grand intòrt a voi'';<br />
E an meriti pù d'ess ciamaa vòst fioeul; mettii ch'a sia comè un di vòst servitor.<br />
Dicc e facc, o s'è levaa sù e e l'è nacc dal sò pà. E l'eva ancora da lontan quand lui o l'ha vist, e n'ha 'vuu compassion, e gh'è cors incontra, a l'ha brasciaa sù e l'ha basaa.<br />
E ol fioeul o gh'ha dicc: "Pà, mì, j'hoo facc on gran peccaa contra ol Signor e on grand intòrt a voi, e an meriti pù d'ess ciamaa vòst fioeul".<br />
Ma ol pà o gh'ha dicc ai servitor: "Portei scià ol vestii, e mettìgal sù, e mettìgh on anell in dit e scarp int i pei.<br />
E menee fòra ol videll pù grass, mazzéll, mangemma e stemma allegar.<br />
Parchè 'sto mè fioeul l'eva mòrt e l'è tornaa risuscitaa; l'era perduu e l'è stacc trovaa ancora". E i s'hinn mess a fà 'na gran festa.<br />
Intrastant ol sò fioeul maggior l'eva in campagna, e nel vegnì visin a cà l'ha sentii ch'i sonavin e ch'i ballavin.<br />
E l'ha ciamaa da vun di servitor cosa voreva dì quell badalucch.<br />
E lui o gh'ha dicc: "L'è 'gnuu ol sò fradell, eol pà l'ha facc mazzà ol videll pù grass, parchè l'è tornaa a cà san e salv".<br />
Ma lui l'è 'gnuu rabbiaa e l'ha mia vorsuu entrà; indova ol sò pà l'è passa fòra e o l'ha pregaa da nà dent.<br />
Ma lui o gh'ha rispòst al pà disendigh: "L'è già tanci agn che mì a fagh ol struson, e an v'hoo mai disubbidii; ma con tutt quest voi a m'hii mai dacc on cravett da fà on poo 'd scioeusc coi mè amis.<br />
Ma 'dess che 'sto vòst fioeul ch'l'ha mangiaa coi puttann tutt ol facc sò, l'è vegnuu, voi hii mazzaa ol videll pussee grass".<br />
E lui gh'ha dicc: "Mè car fioeul, tì ti seet semper com mì, e quell che l'è mè l'è tò.<br />
Ma in st'occasion chì os podeva mia a men da fà festa e stà allegar, parchè 'sto tò fradell l'eva mòrt e l'è risuscitaa, l'eva perduu e a l'emm trovaa".<br />
(''ibidem'')
 
== Note ==
<references />
 
{{Lingua lombarda}}
{{Portale|Linguistica|Ossola|Piemonte}}
 
[[Categoria:Dialetti lombardi alpini|Ossolano]]
[[lmo:Dialett ossolan]]
[[Categoria:Dialetti del Piemonte]]
[[Categoria:Provincia del Verbano-Cusio-Ossola]]