Lettera a Filemone: differenze tra le versioni

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{{Testi cristiani delle origini
[[File:Fragmento filemon.jpg|thumb|Frammento papiriaceo della ''Lettera a Filemone'']]
|immagine=Fragmento filemon.jpg
La '''lettera a Filemone''' è uno dei testi del [[Nuovo Testamento]] scritto da [[Paolo di Tarso]], indirizzato a [[Filemone (Nuovo Testamento)|Filemone]] e che i [[cristiano|cristiani]] ritengono ispirato da [[Dio]].
|legenda=[[Frammento (filologia)|Frammento]] papiraceo della ''Lettera a Filemone'', dal [[Papiro 87]]
È la più breve lettera di Paolo composta solamente di 25 versetti.
|titolo=Lettera a Filemone
|datazione= 61-63
|attribuzione=[[Paolo di Tarso]]
|luogo=
|fonti=
|manoscritti=[[Papiro 87|<math>\mathfrak{p}</math><sup>87</sup>]] (250)
|destinatari=[[Filemone (discepolo di Paolo)|Filemone]]
|tema=
}}
La '''''Lettera a Filemone''''' è uno dei testi del [[Nuovo Testamento]], la più breve delle [[lettere di Paolo]], in quanto composta solamente di 25 versetti. La lettera è indirizzata a Filemone, ad Affia, probabile moglie di Filemone, ad [[Archippo di Colossi|Archippo]], che alcuni studiosi identificano come figlio del destinatario, e alla chiesa che era nella stessa casa di Filemone. L'attribuzione dello scritto a [[Paolo di Tarso]], oltre che dalla tradizione cristiana e da [[Origene]] e [[Tertulliano]], è largamente riconosciuta anche dai [[critica biblica|critici]]. Il destinatario principale è [[Filemone (discepolo di Paolo)|Filemone]], un cristiano invitato da Paolo ad accogliere [[Onesimo (discepolo di Paolo)|Onesimo]], un suo servitore fuggito.
 
== DataLa e luogo di composizionelettera ==
{{citazione|Ringrazio sempre il mio Dio quando faccio menzione di te nelle mie preghiere [...] Poiché ho provato molta gioia e conforto a motivo del tuo amore, perché i teneri affetti dei santi hanno trovato ristoro per mezzo tuo, fratello.| Paolo a Filemone (versetto 4 e 7)}}
Secondo la maggior parte degli studiosi, questa breve lettera sembra formare un gruppo omogeneo con la [[lettera agli Efesini]] e la [[lettera ai Colossesi]]: sembra quindi che Paolo le scrisse durante la sua prigionia (cfr. Fm {{Passo biblico|Fm|10}}) a [[Roma]] negli anni [[61]]-[[63]].
I tre personaggi principali della lettera a Filemone sono: l'apostolo Paolo, autore della missiva; Filemone, destinatario principale e Onesimo, schiavo di Filemone, soggetto principale della lettera. Filemone era un cristiano benestante residente a [[Colosse]], città della [[Frigia]] nel centro dell'[[Asia minore]]. [[Onesimo (discepolo di Paolo)|Onesimo]] era invece uno dei suoi schiavi, fuggito dal suo padrone probabilmente rubando anche del denaro per pagarsi il viaggio e le spese necessarie per la fuga (Filemone 18).
 
A Roma Onesimo entrò in contatto con Paolo, lì prigioniero in una sorta di [[detenzione domiciliare|arresto domiciliare]]. Questo incontro cambiò la sua vita: Onesimo si convertì e divenne cristiano. Collaborò quindi con Paolo fino al tempo del suo viaggio di ritorno da Filemone, consapevole che, come cristiano, il suo precedente comportamento nei confronti del suo padrone non era stato esemplare.
Alcuni studiosi l'avvicinano alle lettere ai [[lettera ai Galati|Galati]] e ai [[lettera ai Filippesi|Filippesi]] e Paolo l'avrebbe scritta ad [[Efeso]] negli anni [[53]]-[[56]].
 
Nella lettera l'apostolo Paolo, amico personale di Filemone, gli chiede di riaccettare e perdonare la fuga di Onesimo, ora fratello nella stessa fede.
== Circostanza di composizione ==
Questo biglietto autografo (cfr. Fm {{Passo biblico|Fm|19}}) annunzia ad un cristiano di [[Colossi]] di nome [[Filemone (Nuovo Testamento)|Filemone]] il ritorno del suo schiavo fuggiasco [[Sant'Onesimo|Onesimo]].
 
Paolo in questa lettera preferì far leva non sulla sua indiscussa autorità apostolica, quanto piuttosto sull'amicizia intensa e personale che lo legava al cristiano colossese, con il risultato che le espressioni di questa breve missiva toccano sentimenti profondi a dimostrazione di come l'amore fraterno può superare ogni incomprensione, litigio e torto.
Molto probabilmente Paolo aveva incontrato e convertito al cristianesimo Onesimo. Per coincidenza Onesimo era schiavo fuggitivo del cristiano Filemone pure conosciuto da Paolo. Egli vorrebbe tenere al proprio servizio Onesimo (cfr. Fm {{Passo biblico|Fm|19}}) ma, osservando la legislazione del tempo in materia di [[schiavismo|schiavitù]], lo rimanda al legittimo padrone.
 
=== InsegnamentoData e luogo ===
Secondo la maggior parte degli studiosi, questa breve lettera sembra formare un gruppo omogeneo con la ''[[Lettera agli Efesini]]'' e la ''[[Lettera ai Colossesi]]'': Paolo l'avrebbe quindi scritta durante la sua prigionia (''Filemone'' {{Passo biblico|Fm|10|libro=no}}) a [[Roma]] negli anni [[61]]-[[63]]<ref group=Nota>Questa datazione è citata, ad esempio, in AA.VV., introduzione a "Lettere di Paolo", EDB, 2009.</ref>.
 
Altri l'avvicinano invece alla ''[[Lettera ai Galati]]'' e alla ''[[Lettera ai Filippesi]]'', deducendo che Paolo l'avrebbe scritta ad [[Efeso]] negli anni [[54]]-[[55]]<ref group=Nota>Per questa datazione, cfr. Giuseppe Pulcinelli, "L'apostolo Paolo", Ed. San Paolo, 2008.</ref>.
Paolo si rivolge a Filemone: {{Passo biblico|Fm|8-11}}
{{quote|Pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare, preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo.}}
 
=== Scopo e destinatari ===
Paolo non condanna la [[schiavismo|schiavitù]], anche se chiaramente essa stride con la legge della [[carità]] cristiana; ne mette invece le basi per il suo superamento: il padrone e lo schiavo, anche se conservano le relazioni sociali di prima, diventando cristiani devono ormai vivere come due fratelli al servizio dello stesso [[Dio|Signore]]. Ecco come Paolo scrive ancora: {{Passo biblico|Fm|15-16}}
La lettera non spiega perché Onesimo si trovasse con Paolo a Roma a più di mille chilometri da Colosse. Paolo scrivendo a Filemone chiarì: ''Se [Onesimo] ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, mettilo sul mio conto'' (Filemone 18). Queste parole dimostrano che Onesimo aveva dei problemi irrisolti con il suo padrone Filemone, per cui la lettera dell'apostolo di Tarso fu scritta con lo scopo di fare riconciliare i due uomini, ambedue ora, non solo appartenenti alla stessa fede, perché cristiani, ma anche intimi amici suoi. Infatti mentre la stima e l'amicizia di Paolo per Filemone traspare in ogni parte della lettera, l'affetto per Onesimo oltre che nella lettera stessa è anche descritto nella [[Lettera ai Colossesi]] (capitolo 4, versetto 9) dove Paolo scrive: «[...] Onesimo, mio ''fedele'' e ''diletto'' fratello, che è dei vostri [...]»
{{quote|Forse per questo è stato separato da te per un momento perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore.}}
 
Il destinatario principale è il cristiano di Colosse, Filemone, destinatari secondari come si legge nella intestazione sono la possibile consorte di Filemone, Affia, il probabile suo figlio, Acchippo, e altri congregati nella casa del destinatario.
{{Nuovo testamento 2}}
 
=== Scrittore, autenticità e canone ===
[[Categoria:Letteratura cristiana del I secolo|Filemone]]
Tradizione, studiosi e testimonianze dei primi secoli sono tutti concordi nell'asserire che lo scrittore fu Paolo.
[[Categoria:Lettere di Paolo|Filemone]]
Una prima prova è intrinseca alla stessa lettera, visto che chi scrive si chiama ''Paolo prigioniero per amore di Gesù Cristo'' (versetto 1).
 
Riconobbero che fu Paolo lo scrittore sia [[Origene]] sia [[Tertulliano]]<ref>''The International Standard Bible Encyclopedia'', a cura di G.W. Bromiley, 1986, vol.3, p. 831</ref> del II secolo. Anche [[Eusebio di Cesarea]] del III secolo, riconobbe Paolo come scrittore della missiva a Filemone così come fa rilevare la [[Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature]] di [[John M'Clintock e James Strong]]<ref>[[Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature]], di [[John M'Clintock e James Strong]], 1883, volume VIII, p. 83</ref>.
{{Link FA|pl}}
 
Che la lettera fosse inclusa nel canone biblico dei primi secoli è provato dalla presenza di una parte della stessa nell'antico papiro [[Papiro 87|<math>\mathfrak{p}</math><sup>87</sup>]] del II secolo, che contiene infatti i versetti 1:13-15 e 24-25 di Filemone<ref group="Nota">Il papiro [[Papiro 87|<math>\mathfrak{p}</math><sup>87</sup>]] è conservato all'Institut für Altertumskunde, [[Università di Colonia]], Colonia, Germania</ref>. Inoltre in quello che lo storico [[Ambrogio Donini]] definisce come ''[ogni sua riga] sembra sia stata scritta appositamente per stimolare la curiosità di chi porta qualche interesse alla primitiva storia cristiana'', ovvero il [[Canone muratoriano]]<ref group=Nota>''Il canone muratoriano'', di [[Ambrogio Donini]] in Ricerche religiose, marzo 1926, p. 127</ref> considera la lettera autentica, come quelle altre lettere di Paolo cui fa riferimento il rinomato canone. La lettera a Filemone trova inoltre riscontro anche nel [[Codex Vaticanus]] del IV secolo.
[[ar:رسالة بولس الرسول إلى فليمون]]
 
[[arc:ܐܓܪܬܐ ܕܠܘܬ ܦܝܠܡܘܢ]]
== Composizione ==
[[cs:List Filemonovi]]
 
[[de:Brief des Paulus an Philemon]]
=== Struttura e contenuto ===
[[en:Epistle to Philemon]]
Questa breve epistola di Paolo è una delle più brevi di tutta la [[Bibbia]], con soli 25 versetti: solo la [[Seconda lettera di Giovanni|seconda]] e la [[terza lettera di Giovanni]] sono più brevi. La lettera si distingue da tutte le altre di Paolo perché è da considerarsi una lettera "privata", ovvero scritta non principalmente e ufficialmente a una chiesa primitiva o a un responsabile di una comunità cristiana, bensì a un singolo cristiano, con cui "privatamente" affronta uno specifico problema.
[[eo:Epistolo al Filemono]]
Nel contenuto della missiva, Paolo annuncia al cristiano di [[Colossi]] il ritorno del suo schiavo fuggiasco [[Onesimo (discepolo di Paolo)|Onesimo]]. Paolo, che conosceva sia Filemone che Onesimo, avrebbe desiderato tenere al proprio servizio Onesimo ({{Passo biblico|Fm|19|libro=no}}) per essere aiutato nella sua opera di evangelizzazione, ma non lo fa, rimandandolo al legittimo padrone chiedendogli però di accoglierlo non più come uno [[schiavismo|schiavo]], bensì come fratello, per quanto non mutando la sua condizione di schiavitù e la relativa situazione sociale in cui vivevano anche i cristiani del tempo<ref group="Nota">Vedi anche la sottostante sezione "[[Lettera a Filemone#Contenuti ed etica cristiana|Contenuti ed etica cristiana]]". Cfr: Corrado Augias e Remo Cacitti, Inchiesta sul cristianesimo, Mondadori, 2012, pp. 63-64, 207-208, ISBN 978-88-04-59702-5; Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 1139, ISBN 88-399-0054-3; Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 2765, ISBN 88-01-10612-2; Bart Ehrman, Il Nuovo Testamento, Carocci Editore, 2015, pp. 369-371, ISBN 978-88-430-7821-9.</ref>.
[[es:Epístola a Filemón]]
 
[[fa:نامه به فیلمون]]
Per Paolo è importante l'approvazione di Filemone, sia come libera manifestazione di solidarietà (''"non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario"'', {{Passo biblico|Fm|14|libro=no}}), sia per rispetto alla legislazione del tempo.
[[fi:Kirje Filemonille]]
 
[[fr:Épître à Philémon]]
È molto probabile che Paolo abbia raggiunto il suo scopo, perché nel suo ambiente più tardi si troverà un certo Onesimo<ref name="Nuovo Testamento 2003">[[Gerd Theissen]], Il Nuovo Testamento, Carocci, 2003.</ref>.
[[fur:Letare a Filemon]]
 
[[hak:Fî-li-mùn-sû]]
== Onesimo secondo gli studiosi ==
[[he:האיגרת אל פילימון]]
La legislazione del tempo in cui si svolsero gli avvenimenti narrati nella lettera di Paolo considerava molto grave la fuga di uno schiavo dal suo padrone<ref group=Nota>Il ''fugitivus'' secondo il diritto romano era una persona che abbandonava il suo padrone con il proposito di non fare più ritorno.</ref>, il reato veniva sanzionato con condanne molto dure. Secondo lo studioso Gerhard Friedrich, infatti. «si usava imprimere un marchio a fuoco sulla fronte degli schiavi catturati dopo la fuga. Spesso poi venivano torturati, [. . .] gettati alle fiere nel circo oppure erano crocifissi, per dissuadere così gli altri schiavi dall'imitarne l'esempio»<ref>''Le lettere minori di Paolo'', di Hermann W. Beyer, Paul Althaus, Hans Conzelmann, Gerhard Friedrich, Albrecht Oepke; traduzione di G. Forza, Paideia Editrice, Brescia, 1980, p. 367 ISBN 9788839407801</ref>. Nella stessa opera, lo studioso ipotizza che dopo aver speso il denaro rubato a Filemone, e dopo aver cercato invano un lavoro, Onesimo chiese la protezione di Paolo. Ad Onesimo, secondo lo studioso, era ben nota la grande amicizia che legava il suo padrone all'''apostolo delle nazioni''.
[[hr:Poslanica Filemonu]]
 
[[id:Surat Paulus kepada Filemon]]
Altri studiosi, come l'accademico Brian Mark Rapske<ref>[http://acts.twu.ca/faculty/brian-rapske.html Profilo del prof. Brian Mark Rapske] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140704095655/http://acts.twu.ca/faculty/brian-rapske.html |data=4 luglio 2014 }}</ref>, pensano invece che Onesimo avesse compromesso la propria reputazione, nei confronti di Filemone, per un motivo non conosciuto, e che sia corso deliberatamente dall'apostolo Paolo, conoscendo la stretta amicizia esistente fra il suo padrone e l'apostolo di [[Tarso (Turchia)|Tarso]], con la speranza di tornare poi a servire Filemone con un rinnovato rapporto. Le fonti storiche, ad avviso del prof. Rapake, dimostrano che questo era «un espediente comune e diffuso fra gli schiavi in difficoltà». Secondo l'accademico infatti, Onesimo aveva commesso quel furto solo «per facilitare il suo arrivo davanti al mediatore Paolo anziché essere parte di un piano per fuggire»<ref>''The Prisoner Paul in the Eyes of Onesimus'', di Brian Mark Rapske, New Testament Studies 37 (1991) 187-203.</ref>.
[[ja:フィレモンへの手紙]]
 
[[jv:Filemon]]
== La condizione degli schiavi ==
[[ko:필레몬에게 보낸 편지]]
 
[[la:Epistula ad Philemonem]]
Mentre una famiglia normale poteva avere fino a due o tre schiavi, una persona ricca del I secolo ne poteva avere fino a diverse decine. Lo studioso John Barclay osserva che «i lavori svolti dagli schiavi nelle case erano molto vari» facendo rilevare che «c'erano schiavi che lavoravano come custodi, cuochi, camerieri, addetti alle pulizie, corrieri, bambinaie, balie, oltre ad altri che rendevano servizi personali di ogni genere, per non parlare di quelli che esercitavano professioni dotte nelle case più grandi e più ricche [. . .] In pratica, la qualità della vita di uno schiavo impiegato in una casa dipendeva moltissimo dalla disposizione del padrone, con conseguenti effetti sia buoni che cattivi: chi aveva un padrone crudele poteva subire una serie infinita di cattiverie, ma un padrone buono e generoso poteva rendere la vita sia tollerabile che promettente. La letteratura classica cita casi famosi di crudeltà, ma contiene anche numerose testimonianze dei sentimenti affettuosi che nascevano fra alcuni padroni e i loro schiavi».<ref>''Filemone ed Onesimo uniti nella fratellanza cristiana'', riquadro "Gli schiavi nel diritto romano" p. 30, Torre di Guardia, 15 gennaio 1998</ref>
[[lt:Laiškas Filemonui]]
 
[[ml:ഫിലമോനെഴുതിയ ലേഖനം]]
Secondo la legislazione romana del I secolo, lo schiavo era completamente in balìa degli umori del suo padrone. Gerhard Friedrich asserisce «fondamentalmente e giuridicamente lo schiavo non era una persona ma un oggetto del quale il padrone poteva disporre liberamente [. . .] [Essendo] collocato sullo stesso piano degli animali domestici e degli arnesi da lavoro non era preso in considerazione dal diritto civile»<ref>''Le lettere minori di Paolo'', di Hermann W. Beyer, Paul Althaus, Hans Conzelmann, Gerhard Friedrich, Albrecht Oepke; traduzione di G. Forza, Paideia Editrice, Brescia, 1980, pp. 357-358 ISBN 9788839407801</ref> Era impossibile per lo schiavo ottenere per vie legali una riparazione alle possibili ingiustizie su lui perpetuate. Non esisteva nessun limite alle punizioni che un padrone capriccioso o volubile poteva infliggere al suo schiavo, avendo potere di vita o di morte anche per reati insignificanti.
[[nl:Brief van Paulus aan Filemon]]
 
[[no:Paulus' brev til Filemon]]
== Contenuti ed etica cristiana ==
[[pl:List do Filemona]]
Nel breve libro biblico di Filemone espresso sotto forma di lettera ci sono diversi insegnamenti:
[[pt:Epístola a Filémon]]
* Il cristiano deve perdonare anche quando un altro cristiano gli fa un grave torto.
[[ro:Epistola lui Pavel către Filimon]]
* Paolo non abusa del suo potere per imporre la propria benignità su Filemone, ma lo sollecita cristianamente facendo appello all'amore fraterno.
[[ru:Послание к Филимону]]
* L'uso di un linguaggio appropriato nelle controversie è utile e necessario. Paolo infatti inizia la sua lettera con:
[[sm:O le tusi a Paulo ia Filemonia]]
{{citazione|Ringrazio sempre il mio Dio quando faccio menzione di te nelle mie preghiere mentre continua ad udire del tuo amore e della tua fede che hai verso il Signore Gesù e verso tutti i santi; affinché la partecipazione della tua fede divenga operante per mezzo del tuo riconoscimento di ogni cosa buona fra noi in relazione con Cristo. Poiché ho provato molta gioia e conforto a motivo del tuo amore, perché i teneri affetti dei santi hanno trovato ristoro per mezzo tuo, fratello.| Paolo a Filemone (versetto 4 e 7)}}
[[sr:Посланица Филимону]]
Inoltre rivolgendosi a Filemone nei versetti {{Passo biblico|Fm|8-11|libro=no}} si legge:
[[sv:Filemonbrevet]]
{{Citazione|Pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare, preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo.}}
[[sw:Waraka kwa Filemoni]]
* Il cristianesimo rispetta il diritto di proprietà.
[[tl:Sulat kay Filemon]]
Lo scritto è occasionale: Paolo regola un caso singolo e non mette in discussione l'istituzione della [[schiavismo|schiavitù]], anche se il suo atteggiamento va chiaramente oltre la mentalità schiavistica del tempo<ref name="Nuovo Testamento 2003"/> perché questa stride con la legge della [[carità]] cristiana. Paolo mette quindi le basi per il superamento di questo sistema: il padrone e lo schiavo, anche se conservano le relazioni sociali di prima, diventando cristiani devono infatti ormai vivere come due fratelli al servizio dello stesso [[Dio|Signore]]. Ecco come Paolo scrive ancora: {{Passo biblico|Fm|15-16|libro=no}}
[[ug:فىلىمۇنغا يېزىلغان خەت]]
{{Citazione|Forse per questo è stato separato da te per un momento perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore.}}
[[zh:腓利門書]]
Quanto espresso da Paolo non preludeva, comunque, a una qualche trasformazione della società e lo storico del Cristianesimo [[Remo Cacitti]]<ref>Corrado Augias e Remo Cacitti, ''Inchiesta sul cristianesimo'', Mondadori, 2012, pp. 63-64, 207-208, ISBN 978-88-04-59702-5.</ref> osserva che "quando lo schiavo Onesimo si rifugia presso di lui, l'apostolo non esita a rimandarlo al suo padrone Filemone, limitandosi a raccomandargli un atteggiamento di mitezza e clemenza. Questo di Paolo non è certo un atteggiamento nuovo, gli [[Stoicismo|stoici]] avevano già teorizzato esattamente le stesse cose"<ref group=Nota>Anche nella canonica [[Lettera a Tito]], l'autore richiama a particolari doveri le varie categorie e, in merito agli schiavi, in {{Cita passo biblico|Tt2,9-10}} afferma: "''Esorta gli schiavi a esser sottomessi in tutto ai loro padroni; li accontentino e non li contraddicano, non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore''".</ref> e gli esegeti del "Nuovo Grande Commentario Biblico"<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, p. 1139, ISBN 88-399-0054-3.</ref> concordemente rilevano come "rimandandolo indietro a Filemone, Paolo non si propone di cambiare la struttura sociale esistente"<ref group="Nota">Anche gli studiosi dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]] sottolineano come "Paolo non chiede affatto che debba essere abolita direttamente l'istituzione della schiavitù, allora così diffusa". (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 2765, ISBN 88-01-10612-2.).</ref>; allo stesso modo il biblista [[Bart Ehrman]]<ref>Bart Ehrman, ''Il Nuovo Testamento'', Carocci Editore, 2015, pp. 369-371, ISBN 978-88-430-7821-9.</ref> sottolinea come "Paolo non solo non condanna la schiavitù in generale, ma non denuncia neanche la sua diffusione tra gli stessi credenti in Gesù. Non dice a Filemone di liberare suo fratello in Cristo Onesimo, e meno che mai di liberare gli altri suoi schiavi"<ref group=Nota>Aggiunge lo studioso che "in questa lettera, Paolo mostra una certa insensibilità rispetto all'ingiustizia presente nella società in cui vive. Nonostante affermi che tutti gli esseri umani sono uguali in Cristo - giudei e gentili, schiavi e liberi, uomini e donne (Gal3,28) - evidentemente non contempla la possibilità che questo ideale si concretizzi nella società. Per lui è scontato che gli schiavi debbano rimanere tali che gli uomini debbano continuare a essere considerati superiori alle donne, e che i credenti in Cristo debbano rimanere nella posizione sociale in cui si trovano (1Cor7,17-24). Non è un po' limitata come visione? Alla nostra coscienza di moderni può indubbiamente sembrarlo, ma per Paolo questa concezione aveva una lunga storia alle spalle. Tale mancanza di sensibilità per l'ingiustizia sociale era certamente connessa con la sua visione della storia del mondo, che riteneva sarebbe presso giunta alla conclusione, in quanto il giudizio divino sul mondo stava per compiersi".</ref>.
* La lettera è rivelatrice di come i cristiani del I secolo chiamavano coloro i quali avevano la loro stessa fede, ovvero "fratello" (Filemone 1, 7, 16, 20), e "sorella" (Filemone 2 )
 
== Note ==
<references group="Nota"/>
 
=== Riferimenti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Murray J. Harris, ''Colossians & Philemon'' (Wm. B. Eerdmans Publishing Co. 1991)
* W. H. Griffith Thomas, ''Studies in Colossians and Philemon'' (Kregel Publications 1986)
* [[Burton Mack]], ''Who Wrote the New Testament? The Making of the Christian Myth'' (San Francisco, CA: HarperCollins, 1996), pp.&nbsp;143–144.
* [[Raymond Edward Brown]], ''An Introduction to the New Testament'' (New York: Doubleday, 1997), pp.&nbsp;502–510.
* [[Udo Schnelle]], tradotto da M. Eugene Boring, ''The History and Theology of the New Testament Writings'' (Minneapolis: Fortress Press, 1998), pp.&nbsp;143–150.
 
== Voci correlate ==
* [[Paolo di Tarso]]
* [[Lettere di Paolo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons_preposizione=sulla|q_preposizione=dalla e sulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/nt/Fm/Introduzione/|titolo=Lettera a Filemone}}
 
{{Nuovo testamento}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|bibbia|cristianesimo}}
 
[[Categoria:Lettera a Filemone| ]]