Parco Güell: differenze tra le versioni

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{{Parco
{{Coord|41|24|49|N|2|09|10|E|region:GB_scale:5000|display=title}}
|nome = Parco Güell
{{UNESCO
|nomeoriginale = Park Güell
|tipoBene = patrimonio
|nomeimmagine = ParcPark Güell 02.jpg
|didascalia = L'ingresso del parco Güell
|nomeInglese = '''Parc Güell''' (originariamente '''Park Güell''')
|tipo =
|immagine = Parcguell.jpg
|annopaese = 1984Spagna
|città = Barcellona
|tipologia = Culturali
|indirizzo = Calle de Olot, nº 7
|pericolo=
|dimensioni = 17,18 ettari
|criterio = (i) (ii) (iv)
|inaugurazione = 1926
|link = 320
|entegestore =
|stato = Spagna
|apertura =
|ingressi =
|architetto =
|ingegnere =
|appaltatore = [[Eusebi Güell]]
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}}
 
Il '''Parc Güell''' è una delle realizzazioni dell'[[architetto]] [[Antoni Gaudí]] a [[Barcellona]] che appaiono nell'elenco dei [[patrimoni dell'umanità]] dell'[[UNESCO]]. Progettato agli inizi del [[XX secolo|Novecento]], avrebbe dovuto diventare una [[città-giardino]]. Il parco è oggi uno dei monumenti-simbolo della città catalana ed ha un'alta frequentazione turistica.
Il '''Parco Güell''' (''Parc Güell'' in [[lingua catalana|catalano]] e ''Park Güell'' nella sua denominazione originale) è un [[parco pubblico]] di 17,18 [[Ettaro|ettari]] con giardini ed elementi architettonici situato nella parte superiore della città di [[Barcellona]], sul versante meridionale del [[Monte Carmelo (Barcellona)|Monte Carmelo]]. Ideato come complesso urbanistico, fu progettato dall'[[architetto]] [[Antoni Gaudí]], massimo esponente del [[modernismo catalano]], a carico dell'impresario [[Eusebi Güell]] e inaugurato come parco pubblico nel [[1926]].
 
== Storia ==
[[ImmagineFile:Gaudí Park Guell TerraceGüell.JPGjpg|thumb|left|200px|ParticolareGaudí mentre passeggia dellanel terrazzaparco]]
[[File:Parc Güell 1906.jpg|thumb|left|Il parco nel 1906]]
[[File:Primer Congrés Internacional de Llengua Catalana, entrada al Parc Güell.jpg|left|thumb|Il parco Güell che fa da cornice architettonica al Primo Congresso Internazionale della Lingua Catalana, nel 1906]]
 
Il parco deve il suo nome a Eusebi Güell, ricco impresario catalano membro di un'influente famiglia borghese della città di Barcellona. Uomo dal grande spessore culturale, versato nella letteratura, nelle arti, nelle lingue e nelle scienze,<ref>{{cita|Carandell|p. 30}}.</ref> Güell intratteneva un fecondo rapporto professionale e di amicizia con l'architetto catalano [[Antoni Gaudí]], conosciuto nel 1878, al quale fece progettare il [[palazzo Güell]], le [[cantine Güell]], i [[padiglioni Güell]] e persino una [[Cripta della Colonia Güell|cripta]].<ref>{{cita|Regàs|pp. 8-9}}.</ref>
Realizzato tra il [[1900]] al [[1914]], doveva essere all'origine una specie di [[città-giardino]] sul modello inglese. Fu commissionato a Gaudí dal suo [[mecenate]], l'industriale [[Eusebi Güell]], che aveva comprato una collina (''El Carmel'') a nord della città. Il progetto complessivo dell'insediamento prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, in tutto 60 case, ma fu acquistato solo un lotto e furono completate solo due abitazioni. In una delle due abitazioni già edificate abitò per molti anni lo stesso Gaudí, con il padre e la figlia della sorella, fino al suo trasloco definitivo nel cantiere della [[Sagrada Familia]]. La città di Barcellona lo acquistò nel [[1922]], trasformandolo in parco pubblico.
 
Particolarmente stimolante per Güell fu il viaggio effettuato nel [[Regno Unito]], nazione dove già da tempo ribollivano profondi fermenti sociali, culturali e riformisti, sotto l'impulso di intellettuali come [[Karl Marx]] e [[Ebenezer Howard]]. Fu soprattutto quest'ultimo a colpire Güell, che ammirò molto la sua idea di [[città giardino]] (''garden city''): Howard, memore della lezione del movimento cooperativistico americano e degli utopisti dell'Ottocento, aveva infatti concepito un nucleo urbano autosufficiente in grado di unire le piacevolezze della vita in campagna con il comfort cittadino, da destinare all'alloggio delle classi agiate o proletarie. Desideroso di riproporre l'esperienza di Howard nella terra catalana Güell commissionò a Gaudí la realizzazione di un sobborgo-giardino di modeste dimensioni in prossimità di un nudo pendio dietro Barcellona, la Muntanya Pelada, dove egli possedeva un antico casale del [[XVII secolo]].<ref>{{cita|Collins|p. 42}}.</ref>
== Descrizione ==
Gaudí cercò di conservare l'andamento naturale del terreno, un piccolo rilievo, lasciando libero sfogo alla sua immaginazione, generando un’opera originale dal profilo sinuoso. Per la sua costruzione fece impiego di variopinte [[ceramica|ceramiche]] di recupero e pezzi di [[vetro]], utilizzati come tessere di [[mosaico|mosaici]] colorati, assieme alle sue [[scultura|sculture]] in [[calcestruzzo]], che rappresentano tutto un universo di [[creature mitiche e leggendarie|animali fantastici]], rifacendosi in maniera chiara al concetto del ''[[pittoresco]]''.
 
I lavori ebbero inizio nel novembre 1900 e, nonostante i vari ritardi (nel cantiere furono persino rinvenuti resti fossili), procedettero abbastanza celermente: la lottizzazione predisposta da Gaudí prevedeva 60 aree di forma triangolare propedeutiche all'edificazione degli alloggi, ciascuno dei quali dotato di opportune aree verdi, i quali - disponendosi coerentemente sul declivio scosceso della Muntanya Pelada - avrebbero potuto beneficiare di ottime condizioni di ventilazione e soleggiamento e di una gradevole vista panoramica sul centro di Barcellona, nonché di scuole, di una cappella e di un ampio parco.<ref name=g>{{cita|Masini|p. 27}}.</ref> Il progetto, tuttavia, fu un vero e proprio disastro commerciale: nessuno si mostrò interessato a quest'impresa grandiosa, preferendo ad un'area ancora sostanzialmente rurale piuttosto i fastosi edifici dell'[[Eixample]], e l'urbanizzazione caldeggiata da Gaudí e Güell non ebbe luogo, cosicché venne venduto un solo lotto. Delle sessanta case inizialmente previste dall'azzonamento di Gaudí ne furono costruite solo tre: in una di queste, indicativamente, abitava l'architetto stesso insieme all'anziano padre e alla figlia della sorella, prima del trasloco definitivo nel cantiere della Sagrada Família.<ref>{{cita|Zerbst|p. 142}}.</ref>
Fedele al suo stile, Gaudì creò un’opera che si integra nella natura e che la riproduce: ad esempio nou passeggiata coperta con delle [[colonna (architettura)|colonne]] che hanno le forme dei tronchi degli alberi o delle [[stalattite|stalattiti]], fontane ed arcate artificiali di roccia.
[[Immagine:Guell-3.jpg|thumb|left|600px|I due edifici all'entrata del parco]]
 
Il parco - l'unico elemento del piano iniziale che fu effettivamente realizzato - godette tuttavia sin da subito di una grandissima notorietà e, malgrado le intenzioni iniziali di don Eusebi, divenne il palcoscenico di danze, eventi sportivi e culturali, gite domenicali e persino congressi.<ref>{{cita|Bassegoda i Nonell|pp. 404-405}}.</ref> Dopo la morte di Güell gli eredi decisero di mettere a disposizione il parco a tutta popolazione di Barcellona: fu così che la proprietà passò nel 1922 al Comune e divenne definitivamente pubblico. Da quel momento in poi il parco Güell ha da sempre goduto di una notevole popolarità, culminata nel 1984 con l'ingresso del sito nei beni architettonici tutelati dall'[[UNESCO]].
In cima alla scalinata principale con la fontana a forma di [[salamandra]] (simbolo dell'[[alchimia]] e del [[fuoco]]) si trova la sala ipostila, realizzata come un [[tempio greco|tempio classico greco]]. Questa sala, chiamata anche ''sala delle 100 colonne'' (benché soltanto 85 siano state completate), si situa sotto la [[piazza]] centrale del parco. La piazza è delimitata da un sedile ondulato come un serpente di 150 m di lunghezza. Su questo panchina straordinaria, seduti in curva, si è al riparo e si vedono i propri vicini, in uno spazio intimo, pur avendo la vista sul resto della panchina.
[[Immagine:Park Guell.jpg|thumb|200px|La scritta-mosaico all'ingresso del parco]]
 
== Descrizione ==
Nelle altre zone del parco creò spazi altrettanto fantastici, dove ponti in [[cemento armato]] sembrano strutture ottenute dalla scultura della roccia, dissimulando così l'incredibile sforzo architettonico.
[[File:Parque Güell, Barcelona - panoramio (6).jpg|thumb|Vegetazione al parco Güell]]
 
Il parco Güell ha un'estensione di 17,18 ettari e sorge su un terreno [[devoniano]], formato da strati di [[ardesia]] e [[calcare]].<ref>{{cita|Bassegoda i Nonell|p. 388}}.</ref> Gaudí manipola abilmente le architetture del parco in modo tale da evocare un armonioso equilibrio tra l'ambiente costruito e l'ambiente naturale: le forme gaudiane, infatti, intuiscono attivamente le dinamiche evolutive della Natura e si compenetrano con essa grazie alle loro forme ondulate, magmatiche, quasi archetipiche. È su questa linea progettuale che si innesta la volontà dell'architetto di rendere un declivio privo di vene acquifere e di vegetazione - la Muntanya Pelada, per l'appunto - prospero dal punto di vista botanico con la piantumazione di specie arboree e arbustive tipiche dell'area mediterranea, come i pini, i [[Ceratonia|carrubi]], le [[Quercus|querce]], gli [[Eucalyptus|eucalipti]], le palme, i [[Cupressus|cipressi]], gli olivi, i fichi, i mandorli, i prugni, le mimose, le edere, le roveri, il rosmarino, il timo, la lavanda e la salvia (dopo l'intervento gaudiano, tuttavia, sono state inserite altre piante, come il biancospino, l'[[Euphorbia|euforbia]], l'oleandro, il [[Foeniculum vulgare|finocchio]], le [[Magnolia|magnolie]], il trifoglio e altre ancora).<ref>{{cita|AA. VV.|pp. 79-80|AAVV}}.</ref> Il parco Güell, dunque, arricchisce la biodiversità vegetale e faunistica della città di Barcellona creando un vero e proprio [[ecosistema]] in grado di agevolare la ricolonizzazione animale spontanea della città. Particolarmente massiccia è la presenza di volatili: alcuni di questi vi risiedono permanentemente (piccione, merlo, passero, [[Carduelis carduelis|cardellino]], [[Ardeidae|airone]], [[Erithacus rubecula|pettirosso]], [[Fringilla coelebs|fringuello]], [[Sturnus vulgaris|storno]], [[Parus major|cinciallegra]]), mentre altri compiono migrazioni nei vari periodi dell'anno, soprattutto in inverno ([[upupa]]).
Il parco è visitabile tutto l'anno e rappresenta una delle mete obbligate per coloro che decidano di visitare il capoluogo catalano.
[[File:Barcelona in Parc Güell.JPG|thumb|left|I due padiglioni d'ingresso con la monumentale torretta]]
 
Gaudí ha scelto di collocare l'ingresso principale del parco nella parte più bassa della montagna e, pertanto, più vicina al centro urbano di Barcellona. Qui si ergono due bizzarri padiglioni di ingresso (Zerbst ne parla nei termini di «casette di fiaba»), il primo concepito come luogo di attesa per i visitatori e il secondo contenente l'alloggio per il guardiano: entrambi, nella loro combinazione polimaterica di pietra rustica e maioliche colorate, sono comunque movimentati da un ritmo architettonico plastico e ondulato che poi culmina nelle coperture in ceramica irregolarmente arcuate e, nel caso della struttura di sinistra, in un'elaboratissima torre di dieci metri rivestita da un motivo decorativo a scacchi blu e bianchi e generata da una ritmica configurazione di paraboloidi e iperboloidi. Di particolare pregio anche il muro di cinta, dalla conformazione ondosa, sinuosa che ben si adatta all'andamento accidentato del paesaggio circostante. Quello che altrove sarebbe stato un mero elemento di partizione esterna viene risolto da Gaudí nel segno di un'euritmica sintesi tra funzionalità ed estetica: le mura, infatti, sono tinte da colori vivacissimi e presentano una calotta terminale composta da tasselli ceramici bianchi e marroni, la quale - oltre ad assolvere all'ovvio compito decorativo - è pure idrorepellente e sufficientemente arrotondata per impedire l'intrusione di persone indesiderate, privandole per l'appunto dell'appiglio delle mani.<ref>{{cita|Zerbst|p. 144}}.</ref>
== Galleria d'Immagini ==
[[File:Parc Güell Dragon Restored.jpg|thumb|''El drac'' ("il drago"), la salamandra posta sullo scalone di ingresso al parco]]
<gallery>
Immagine:Parco Guell 001.jpg|Uno dei due edifici all'ingresso del parco visto da una finestra di quello a fianco.
Immagine:Parco Guell 006.JPG|Particolare del tetto di uno dei due edifici all'entrata del parco.
Immagine:Parco Guell 002.JPG|La [[Salamandra (mitologia)|Salamandra]] all'entrata del parco.
Immagine:Parco Guell 004.JPG|Particolare dei [[mosaici]] del Parc Güell.
Immagine:Parco Guell 003.JPG|Colonnato obliquo all'interno del parco.
Immagine:Parco Guell 008.JPG|Colonnato all'interno del parco.
Immagine:Parco Guell 007.JPG|Particolare della terrazza sovrastante la ''Sala delle 100 colonne''.
Immagine:Parco Guell 005.JPG|Particolare del soffitto della ''Sala delle 100 colonne''.
</gallery>
 
Entro i due fantasiosi padiglioni di ingresso si innesta una monumentale scalinata a doppia rampa impreziosita dalla presenza di una salamandra in ceramica che, con la sua policromia visiva, dà il benvenuto ai visitatori. Oltrepassato questo mostro benigno, che - al di là del primo impatto ludico e giocoso, irradia una simbologia ben precisa, legata al fuoco, all'alchimia e alla prosperità - si giunge alla sala ipostila, risolta come un tempio classico greco caratterizzato dalla presenza di ottantasei colonne atte a reggere il peso della terrazza soprastante. È soprattutto in quest'ambiente che si denota il distacco gaudiano dai canoni architettonici classici: la citazione delle colonne, infatti, tradisce una certa ironia e rispetta solo approssimativamente la codificazione ufficiale che [[Vitruvio]] ha fornito dello stile dorico nelle sue opere, soprattutto nel caso delle colonne perimetrali, bruscamente inclinate verso l'interno. Di seguito si riporta un commento di Luca Quattrocchi:
==Opere ispirate==
{{citazione|La profonda sala procura un senso di chiuso spaesamento con la sua selva di 86 colossali colonne doriche: un ossessivo ipogeo che tra evocazione ctonia e culto ancestrale è l'unico riferimento "storico", ma pur sempre arcaico, presente nel parco. [...] Come soggette a un urto tellurico, le colonne perimetrali si inclinano verso l'interno; come emergente da un impulso eruttivo, la trabeazione si contorce in onde spezzate|Luca Quattrocchi<ref>{{cita|Quattrocchi|p. 28}}.</ref>}}
Il [[Giardino dei Tarocchi]], dell'artista [[Niki de Saint-Phalle]], è ispirato al Parco Güell.
[[File:Barcelona Parc Güell colonne doriche.jpg|thumb|left|La sala ipostila con le varie colonne doriche]]
 
Gaudí, pur facendo ricorso a tale stile per caricare la sala ipogea di un'aura di sacra solennità («indissolubilmente legata al prestigio di tutto ciò che è antico», osserva Lahuerta), ripudia l'''auctoritas'' dell'antichità ed è disposto esclusivamente a ripercorrere non il tragitto degli antichi maestri, bensì della Natura e delle sue bellezze. Soprattutto per quanto riguarda il tracciamento dei percorsi l'architetto propone soluzioni che non contrastano, anzi, risultano compatibili con l'elemento naturale: per sfruttare al massimo le caratteristiche naturali del paesaggio già esistente Gaudí rinunciò infatti all'idea di livellare il terreno e assecondò i dislivelli della Muntanya Pelada, articolando i percorsi secondo perimetri curvilinei in grado di connettere agevolmente i vari poli d'interesse del parco senza per questo rompere l'armonia con la natura circostante. Particolarmente interessante nella trama dei vari percorsi è la presenza di viadotti, perfettamente integrati e mimetizzati con l'ambiente circostante e risolti da Gaudí in vari stili architettonici, come il gotico, il barocco, o persino il romanico.
==Bibliografia==
[[File:View Park Guell Sagrada.jpg|thumb|La Plaza de la Naturaleza con il profilo ondulato della panchina-balaustra e le colonne doriche sostenenti i vari carichi dell'area, visibili in basso. Sullo sfondo si scorge la [[Sagrada Família]]]]
* Juan Eduardo Cirlot: ''Gaudì: introduzione alla sua architettura'' - Triangle Postals - 2007 ISBN 978-84-89815-95-7
 
Gli episodi architettonici di maggiore rilievo del parco Güell, in ogni caso, gravitano intorno alla parte rivolta verso l'ingresso e culminano con la Plaza de la Naturaleza, vero e proprio cuore pulsante dell'intero sito. Caratterizzata da una forma ovale e da un'estensione di 2694 m² (86 m di lunghezza e 43 m di larghezza) la piazza ha la funzione di agevolare la socializzazione, mostrandosi idonea per le riunioni di comunità ma anche per la celebrazione di eventi culturali e religiosi. Questo «teatro greco», come lo stesso Gaudí amava chiamarlo, si struttura sulle [[Ordine dorico|colonne doriche]] della sala [[Ipogeo|ipogea]], le quali non assolvono solo a una funzione meramente statica, bensì - essendo cave - consentono anche il deflusso delle acque meteoriche, preventivamente filtrate dal terreno della piazza: si riscontra, come sempre in Gaudí, una raffinatissima quanto rigorosa razionalità tecnologica, anche dietro quelle manifestazioni artistiche apparentemente più sfrenate e inconsapevoli.<ref name=g/> Di particolare pregio il parapetto collocato lungo i margini della piazza, il quale - oltre a proteggere i fruitori del parco da eventuali cadute nel vuoto - è anche una panchina, strutturata non secondo una logica rettilinea, bensì in un continuo e ondoso succedersi di sporgenze e rientranze che consentono all'utenza di riunirsi in piccole «unità di socializzazione» e interagire tra di loro. L'impatto decorativo delle sedute è anche questa volta notevole: Gaudí, infatti, qui sfrutta a pieno le potenzialità del [[trencadís]], aggregando cocci di vetro e piastrelle ceramiche variamente colorate con un risultato finale che, pur denunciando «un'infantile, quasi evangelica, gioiosità creativa» (Quattrocchi) o, per usare le parole di un critico francese in visita al parco nel 1910, una «gioia semplice [...] come un piacere selvaggio di rinnovata scaturigine dal suolo»,<ref>{{cita|Quattrocchi|p. 29}}.</ref> fa sì che la panchina in tutta la sua bizzarra allegria estetica non risulti un corpo estraneo rispetto all'ambiente circostante, che al contrario si fonde armoniosamente in essa.
 
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
;Fonti in italiano
*{{cita libro|autore=Rainer Zerbst|editore=Taschen|titolo=Antoni Gaudí|ISBN=3-8228-0460-6|anno=1990|cid=Zerbst}}
*{{cita libro|titolo=Antoni Gaudí|autore=[[Lara Vinca Masini]]|collana=I Maestri del Novecento|anno=1969|città=Firenze|cid=Masini}}
*{{cita libro|titolo=Antonio Gaudí|autore=George R. Collins|cid=Collins|volume=5|città=Milano|anno=1960}}
*{{cita libro|autore=Luca Quattrocchi|titolo=Gaudí|collana=Art dossier|editore=Giunti|anno=1993|cid=Quattrocchi}}
;Fonti in altre lingue
*{{cita libro|autore=AA. VV.|anno=2001|lingua=ca|titolo=Gaudí. Hàbitat, natura i cosmos|città=Barcellona|editore=Lunwerg|cid=AAVV|ISBN=84-7782-799-0}}
* {{cita libro| cognome=Carandell| nome=Josep Maria| titolo=Park Güell. Utopia<!--NOTA: A diferencia de la versión en español, la edición en catalán no lleva tilde sobre la i. --> de Gaudí| anno=1998| editore=Triangle Postals| città=Sant Lluís| lingua=ca|cid=Carandell| isbn=84-89815-64-X}}
* {{cita libro|cognome= Regàs|nome= Ricard|titolo= Obra completa de Antoni Gaudí|anno= 2009|editore= Dos de Arte Ediciones|città= Barcellona|isbn= 978-84-96783-42-3|cid=Regàs}}
* {{cita libro| cognome=Bassegoda i Nonell| nome=Joan| titolo=El gran Gaudí| anno=1989| editore=Ausa| cid=Bassegoda i Nonell|città=Sabadell| isbn=84-86329-44-2}}
*{{cita libro|autore=Carlos Giordano, Nicolás Palmisano|cid=Giordano, Palmisano|anno=2007|titolo=Park Güell|città=Barcellona|editore=Dos de Arte Ediciones|ISBN=978-84-934493-6-0}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Parc Güellsul}}
 
==Collegamenti esterni==
{{Gaudi}}
*{{cita web|url=http://www.casamuseugaudi.org|titolo= Casa Museo Gaudì|lingua=es, ca, en}}
 
{{Gaudi}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|botanica|Spagna}}
 
[[Categoria:Giardini di Barcellona]]
[[Categoria:PatrimoniOpere dell'umanitàdi inAntoni SpagnaGaudí]]
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[[lb:Parc Güell]]
[[nl:Park Güell]]
[[no:Parc Güell]]
[[pl:Park Güell]]
[[pt:Parque Güell]]
[[ro:Parcul Güell]]
[[ru:Парк Гуэля]]
[[sl:Park Güell]]
[[sr:Парк Гуељ]]
[[sv:Parc Güell]]
[[tr:Park Güell]]
[[uk:Парк Ґуель]]