Indoeuropeistica: differenze tra le versioni

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L{{'}}'''indoeuropeistica''' (odetta anche '''linguistica indoeuropea '''o '''filologia indoeuropea''') è quella branca della [[linguistica storica]] e della [[linguistica comparativa]] che si occupa della [[Ricostruzione (linguistica)|ricostruzione]] della [[lingua indoeuropeaprotoindoeuropea]] e delle evoluzioni storiche delle [[lingue indoeuropee]]. Sorta su basi scientifiche nel secondo decennio del [[XIX secolo]], ha elaborato e si avvale principalmente del [[metodo comparativo]] che consente, attraverso il confronto tra le lingue note, l'individuzioneindividuazione di corrispondenze strutturali sistematiche, attraverso le quali è possibile elaborare un quadro d'insieme di quella lingua indoeuropea che di per sé non ci è nota, essendo una lingua [[Preistoria|preistorica]] che quindi non ha lasciato testimonianze dirette. Insieme all'[[archeologia]] e alla [[storia]], l'indoeuropeistica cerca anche di ricostruire, sempre per via induttiva, i caratteri del [[IndoeuropeiProtoindoeuropei|popolo indoeuropeoprotoindoeuropeo]] che parlò tale lingua, e il suo successivo smembramento che diede origine ai [[popoli indoeuropei]] storicamente noti.
 
==Storia==
===La fase pionieristica (XVII-XVIII secolo)===
Fin dal [[Medioevo]] viaggiatori e mercanti notarono, casualmente e sporadicamente, alcune somiglianze tra le lingue europee e [[Lingue indianedell'India|quelle dell'India]], senza tuttavia essere in grado di fornire spiegazioni per tali affinità. In particolare, fu il [[Firenze|fiorentino]] [[Filippo Sassetti]] a notare nel [[1585]] singolari somiglianze tra il sistema dei [[Aggettivo numerale#Numerali cardinali|numerali]] [[Lingua latina|latini]] e quelli [[Lingua sanscrita|sanscriti]]. All'epoca non fu possibile tuttavia cogliere l'importanza dell'osservazione, che non riguardava coincidenze casuali ma sistematiche; analogamente, rimasero al livello di mera curiosità le osservazioni di altrettante correlazioni nel campo del sistema della terminologia di [[parentela]]. La prima formulazione dell'esistenza di un comune antenato di gran parte delle lingue storiche dell'[[Europa]] e dell'[[Asia]] centro-occidentale risale al [[1686]], quando [[Andreas Jäger]] ipotizzò, nel suo ''De lingua vetustissima Europae'', che [[Lingua greca|greco]], latino, [[lingue germaniche]], [[lingue celtiche]], [[lingue slave]] e [[Lingua persiana|persiano]] fossero il risultato dell'evoluzione di una lingua estinta, parlata anticamente nei pressi del [[Caucaso]] e cui diede il nome di "scitoceltico"<ref name=villar>Francisco Villar, ''Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa'', pp. 19-33.</ref>.
 
[[File:Sir William Jones.jpg|thumb|William Jones]]
Nel corso del [[XVIII secolo]] i progressi nel campo furono limitati, anche se parallelamente si andò approfondendo tra gli europei la conoscenza, fino ad allora assai superficiale, della lingua sanscrita. Decisiva, in questo senso, fu la [[Storia dell'India#La dominazione britannica|dominazione britannica dell'India]]. Il [[2 febbraio]] [[1786]] [[William Jones (filologo)|William Jones]], orientalista [[Regno Unito|britannico]] che in India lavorava come giudice al Tribunale supremo di [[Calcutta]], pronunciò, presso l'[[Asiatic Society]] del [[Bengala]] da lui fondata e della quale era presidente, il discorso che viene considerato il punto di svolta nel cammino di nascita dell'indoeuropeistica<ref name=watkins>Calvert Watkins, ''Il proto-indoeuropeo'', pp. 45-47.</ref>:
<ref name=watkins>Calvert Watkins, ''Il proto-indoeuropeo'', pp. 45-47.</ref>:
 
{{quotecitazione|La lingua sanscrita, quale che sia la sua antichità, è una lingua di struttura meravigliosa, più perfetta del greco, più copiosa del latino, e più squisitamente raffinata di ambedue, nonostante abbia con entrambe un'affinità più forte, sia nelle radici dei verbi sia nelle forme della grammatica, di quanto probabilmente non sarebbe potuto accadere per puro caso; così forte, infatti, che nessun filologo potrebbe indagarle tutt'e tre, senza credere che esse siano sorte da qualche fonte comune, la quale, forse, non esiste più. C'è un'altra ragione simile, sebbene non altrettanto cogente, per supporre che tanto il [[Lingua gotica|gotico]] quanto il celtico, sebbene mescolati con un idioma molto differente, abbiano avuto la stessa origine del sanscrito e l'antico persiano potrebbe essere aggiunto alla medesima famiglia|[[William Jones (filologo)|William Jones]], ''Discorso presidenziale alla Royal Asiatic Society of Bengala'', 2 febbraio 1786}}
 
Limitandosi ad additare l'esistenza di questa [[famiglia linguistica]], Jones aprì la strada affinché altri indagassero sistematicamente tali relazioni linguistiche<ref name=watkins />.
 
Indipendentemente e contemporaneamente, in Europa importanti contributi vennero dai fratelli Schlegel: [[Wilhelm August von Schlegel|Wilhelm August]] editò il ''[[Bhagavad Gita]]'' e il ''[[RamayanaRāmāyaṇa]]''; [[Friedrich von Schlegel|Friedrich]] nel [[1808]] pubblicò ''Über die Sprache und Weisheit der Indier'', considerato uno tra i testi fondanti della [[tipologia linguistica]]. Nel suo saggio, Schlegel abbozzò una classificazione [[Morfologia (linguistica)|morfologica]] ([[lingue flessive]], [[lingue agglutinanti]], ecc.) e, nel campo specifico della proto-indoeuropeistica, riaffermò l'esistenza di una parentela genetica tra sanscrito, persiano, greco, latino, ecc. La profonda influenza di Schlegel sulla cultura europea a lui contemporanea fu decisiva nell'indirizzare l'attenzione della comunità scientifica verso l'elaborazione delle prime basi dell'indoeuropeistica. Dopo la prima, mediocre grammatica di [[Paolino da San Bartolomeo]] (''Sidharubam seu Grammatica Samscrdamica'', pubblicata a [[Roma]] nel [[1790]]), nel [[1805]] [[Henry Thomas Colebrooke]] diede alle stampe ''A Grammar of the Sanscrit Language'', che divenne il punto di riferimento dell'intera linguistica europea e che rese possibile la fondazione stessa dell'indoeuropeistica<ref name=villar />.
 
===Nascita e sviluppo dell'indoeuropeistica come scienza (XIX secolo)===
[[File:Franz Bopp (2).JPGjpg|thumb|left|Franz Bopp]]
[[File:Rasmus Rask2.jpg|thumb|Rasmus Christian Rask]]
La nascita dell'indoeuropeistica come scienza, e più in generale della [[linguistica comparata]], è datata al [[1816]], anno in cui il [[Germania|tedesco]] [[Franz Bopp]] pubblicò ''Über das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, persischen und germanischen Sprache'', nel quale per la prima volta venivano studiate sistematicamente le relazioni tra le lingue indoeuropee al di là delle semplici analogie [[Lessico|lessicali]], che potrebbero essere frutto di coincidenze o di [[Prestito linguistico|prestiti]]<ref name=watkins />. Bopp, al contrario, mostrò come i nessi tra le lingue della famiglia coinvolgano anche i sistemi grammaticali e i sistemi morfologici, che non possono essere oggetto di scambi tra le lingue, ma soltanto derivare da un comune antenato<ref name=villar />.
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Cronologicamente anteriore, ma diffuso soltanto dopo il lavoro di Bopp fu quello del [[Danimarca|danese]] [[Rasmus Christian Rask]], ''Undersøgelse om det gamle Nordiske eller Islandske Sprogs Oprindelse'' (redatto nel [[1814]], pubblicato nel [[1818]]). I risultati di Rask sono in gran parte simili a quelli di Bopp; tuttavia, il diverso percorso seguito dai due studiosi (Bopp era orientalista, Rask germanista) portò i due lavori a esiti complementari: se a Bopp si deve l'individuazione delle corrispondenze sistematiche dei sistemi morfologici, a Rask va il merito di aver individuato analoghe corrispondenze nel campo della [[fonetica]]<ref name=villar />.
 
Con Bopp e Rask furono gettate le fondamenta dell'indoeuropeistica. Grazie al [[metodo comparativo]], tra i più rigorosi e affidabili strumenti a disposizione delle scienze umane, fu immediatamente possibile individuare come membri della famiglia linguistica indoeuropea greco, latino, lingue germaniche e [[lingue indoiraniche]]; l'appartenenza al gruppo delle lingue celtiche, sostenuta da Rask e ipotizzata fin dai primi pionieristici momenti dleldell'indoeuropeistica, fu dimostrata definitivamente da Bopp nel [[1838]], quando il linguista tedesco aveva già potuto, grazie al contemporaneo sviluppo delle rispettive filologie, includere nell'elenco senza dubbi anche le [[lingue baltiche]] e le [[lingue slave]]. Fu ancora Bopp a riconoscere l'indoeuropeità dell'[[lingua albanese|albanese]], mentre quella dell'[[Lingua armena|armeno]] come ramo a sé stante, particolarmente problematica a causa dell'estrema evoluzione del materiale linguistico indoeuropeo originario, venne solo nel [[1875]] grazie a [[Heinrich Hübschmann]]<ref name=watkins />.
 
====Ricostruzionismo====
{{vedi anche|Fonologia dell'indoeuropeo|Morfologia dell'indoeuropeo|Neogrammatici}}
Una volta appurata l'esistenza stessa della famiglia linguistica indoeuropea, la neonata disciplina si indirizzò verso il tentativo di [[Ricostruzione (linguistica)|ricostruire]] la [[protolingua]] comune - l'[[Lingua protoindoeuropea|indoeuropeo]], appunto - attraverso la rigorosa applicazione del [[metodo comparativo]]<ref name=watkins />. I primi indoeuropeisti come Bopp non pensarono nemmeno alla possibilità di tale ricostruzione, ma la generazione successiva di linguisti fu assai più ottimista: [[August Schleicher]] arrivò perfino a comporre in "indoeuropeo" una favola, ''[[La pecora e i cavalli]]''<ref>Villar, pp. 200-201.</ref>.
 
Al di là degli eccessi di ottimismo, l'opera di ricostruzione fu portata avanti principalmente dalla [[Scuola neogrammaticale]] tedesca (i ''Junggrammatiker'': [[Hermann Osthoff]], [[Karl Brugmann]], [[August Leskien]], [[Berthold Delbrück]], [[Hermann Paul]]), che arrivò a definire una prima, "classica" ricostruzione dell'indoeuropeo. I Neogrammatici, ispirati dalle contemporanee ricerche nel campo della [[filologia germanica]] che approdarono alla definizione della [[Leggelegge di Grimm]] e della [[Leggelegge di Verner]], individuarono una serie di leggi che regolavano i rapporti fonetici nel passaggio dall'indoeuropeo ricostruito alle lingue indoeuropee storiche; particolare rilievo ha la [[Leggelegge di Leskien]], secondo la quale il cambiamento fonetico, a parità di condizioni, avviene sempre con lo stesso risultato, senza eccezioni. Inoltre, i Neogrammatici introdussero anche i principi, complementari alla Leggelegge di Leskien, dell'[[Analogia (linguistica)|analogia]] e del [[Prestito linguistico|prestito]]. La ricostruzione neogrammaticale trovò la sua sintesi definitiva nella monumentale ''Grundriß der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen'' ([[1897]]-[[1916]]) di Brugmann, che rappresentò per decenni il punto di riferimento dell'indoeuropeistica<ref name=villar2>Villar, pp. 213-221, 340.</ref>.
 
===I dibattiti dell'indoeuropeistica contemporanea (XX secolo)===
====RiduzionsimoRiduzionismo====
Nei primi decenni del [[XX secolo]] la sintesi neogrammaticale fu oggetto di ripetuti interventi di riduzionismo: il complesso fonologico e morfosintatticco dell'indoeuropeo ricostruito dai Neogrammatici apparve via via sempre più insoddisfacente, sia per l'eccessiva rigidità, sia per l'eccessiva ricchezza di strutture. Tale tendenza riduzionista ricevette un decisivo impulso dalla decifrazione della [[lingua ittita]], operata dal [[CechiaRepubblica Ceca|ceco]] [[Bedřich Hrozný]] nel [[1917]]<ref>Bedřich Hrozný, ''Die Sprache der Hethiter, ihr Bau und ihre Zugehörigkeit zum indogermanischen Sprachstamm'', Lipsia, J.C. Hinrichs, 1917 (ristampa Dresda, TU Dresden, 2002).</ref>: l'ittita risultò essere non solo la lingua indoeuropea di più antica attestazione, ma mostrò anche di discostarsi significativamente dal paradigma neogrammatico, fondato sull'assioma di una maggior arcaicità - e dunque rilevanza nel definire la lingua comune - del greco e del sanscrito. La scoperta dell'ittita mandò così in crisi il "« paradigma greco-sanscritista" » dei Neogrammatici, imponendo la ricerca di una nuova ricostruzione dell'indoeuropeo comune<ref>Villar, pp. 343-361.</ref>.
 
[[File:Istanbul - Museo archeol. - Trattato di Qadesh fra ittiti ed egizi (1269 a.C.) - Foto G. Dall'Orto 28-5-2006 dett.jpg|thumb|left|Versione in [[Lingua ittita|ittita]] del [[Trattato di Qadeš]] ("Kinza" in ittita) tra il [[re degli Ittiti]] [[Muwatalli II]] e il [[faraone]] [[egizi]]o [[Ramesse II]], siglato nel [[1274 a.C.]] e rinvenuto negli archivi reali di [[Ḫattuša]]. È il più antico trattato di pace esistente ed è conservato presso il [[Museo archeologico di Istanbul]]]]
[[File:Ferdinand de Saussure.jpg|thumb|Ferdinand de Saussure]]
Il riduzionismo operò in tutti gli ambiti della lingua ricostruita. In campo fonetico, interessò sia il [[vocali]]smo sia il [[consonanti]]smo. Il sistema vocalico ricostruito dai Neogrammatici prevedeva dieci vocali (a/e/i/o/u, ognuna nelle due varietà breve e lunga), ma già lo [[Svizzera|svizzero]] [[Ferdinand de Saussure]] in ''Mémoire sur le système primitif des voyelles dans les langues indoeuropéennes'' ([[18791878]])<ref>Ferdinand de Saussure, ''Mémoire sur le système primitif des voyelles dans les langues indo-européennes'', Lipsia, B. G. Treubner, 1879.</ref> criticò la cattiva base comparativa di /a/; l'eliminazione di /a/ avrebbe però generato un sistema e/i/o/u tipologicamente inaccettabile, per cui fu proposta una differente ricostruzione del vocalismo nella serie a/e/i/u, tipologicamente valida e ricca di implicazioni dialettologiche. Attualmente le due ipotesi - a cinque o a quattro vocali - sono quelle che ottengono maggior consenso tra gli indoeuropeisti; scarso seguito hanno avuto le proposte di ridurre ulteriormente le vocali a due (e/o, per il [[Polonia|polacco]] [[Jerzy Kuryłowicz]] o lo [[Spagna|spagnolo]] [[Francisco Rodríguez Adrados]]) o addirittura a una (per il [[Francia|francese]] [[André Martinet]])<ref>Villar, pp. 223-236.</ref>.
 
L'attenzione dell'indoeuropeistica fu a lungo catalizzata dal dibattito sulla [[Teoriateoria delle laringali]], postulata già da De Saussure nel ''Mémoire'' e ripresa dal danese [[Hermann Möller]]<ref>Hermann Möller, ''Semitisch und Indogermanisch'', vol. 1: ''Konsonanten'', Copenaghen, H. Hagerup, 1906.</ref>, dal francese [[Albert Cuny]]<ref>Albert Cuny, «Indo-européen et sémitique», in ''Revue de phonétique'', 1912, n⁰ 2, pp. 101-03.</ref> e da Jerzy Kuryłowicz<ref>Jerzy Kuryłowicz, ''Études indoeuropéennes'', vol. 1, Cracovia, Ksiegarnia Gebethnera i Wolfa, 1935.</ref>. Già prima della scoperta dell'ittita era stata postulata la presenza di tre fonemi [[laringali]] (/h<sub>1</sub>h₁/, /h<sub>2</sub>h₂/, /h<sub>3</sub>h₃/) responsabili di alcune anomalie nel vocalismo indoeuropeo, ma tale ipotesi, fondata sulla ricostruzione interna e non sul metodo comprativocomparativo poiché di tali fonemi non si aveva testimonianza, incontrò inizialmente ampie resistenze. Fu la testimonianza dell'ittita, che effettivamente presenta questo tipo di suoni, a spianare la strada all'affermazione della teoria, nella formulazione generalmente condivisa del francese [[Émile Benveniste]] (''Le vocabulaire des institutions indo-européennes'', [[1969]]). Minor successo hanno avuto le proposte di un numero diverso di laringali, da una a dieci; restano tuttavia in quest'ambito alcuni nodi irrisolti, sia sul numero dei suoni, sia sulla loro effettiva articolazione fonetica<ref>Villar, pp. 241-248; Watkins, pp. 57-60.</ref>.
 
Il paradigma neogrammaticale prevedeva per le [[occlusive]] cinque ordini ([[labiale]], [[dentale]], [[velare]], [[palatale]] e [[labiovelare]]) e quattro serie ([[Consonante sonora|sonora]], [[Consonante sorda|sorda]], [[sonora aspirata]], [[sorda aspirata]]), per un totale di venti fonemi. Anche in questo caso lo spunto riduzionista venne da De Saussure, e portò Kuryłowicz ad escludere dall'inventario le sorde aspirate; anche gli ordini furono oggetto di riduzionismo, con la condivisione dell'esclusione delle palatali proposta dal francese [[Antoine Meillet]]. Il sistema che ne risulta (sonora/sorda/sonora aspirata) presenta però gravi inconvenienti tipologici, ai quali l'indoeuropeistica cercò una soluzione postulando la [[Teoriateoria delle glottali]]. Elaborata in modo indipendente dal [[Francia|francese]] [[André-Georges Haudricourt]]<ref>André-Georges Haudricourt, «Les mutations consonantiques (occlusives) en indo-europeen», in ''Mélanges linguistiques offerts à Émile Benveniste'', Lovanio, Peeters, 1975, pp. 267–272.</ref>, dai [[URSS|sovietici]] [[Vjačeslav Vsevolodovič Ivanov]] e [[Tamaz V. Gamkrelidze]]<ref>Tamaz Gamkrelidze e Vyacheslav Ivanov, «Sprachtypologie und die Rekonstruktion der gemeinindogermanischen Verschlüsse», in ''Phonetica'', vol. 27, 1972, pp. 150–156.</ref> e dallo [[USAStati Uniti d'America|statunitense]] [[Paul J. Hopper]]<ref>Paul J. Hopper, «Glottalized and murmured occlusives in Indo-European», in ''Glossa'', vol. 7, nº 2, 1973, pp. 141–166.</ref>, tale ipotesi fornisce per l'indoeuropeo un sistema di occlusive sonora/sorda/sorda [[Consonante glottidale|glottalizzata]] tipologicamente accettabile, introducendo tuttavia nuove difficoltadifficoltà ancora oggetto di elaborazione da parte della disciplina<ref>Villar, pp. 248-262; Watkins, pp. 52-55.</ref>.
 
Riguardo laalla morfologia, l'indoeuropeistica ha affinato progressivamente la ricostruzione delle [[Radice (linguistica)|radici]] e delle strutture morfosintattiche dell'indoeuropeo ricostruito. Nella [[flessione nominale]], oggetto dei lavori e del dibattito dell'inoeuropeisticaindoeuropeistica sono stati il [[Genere (linguistica)|genere]] (individuazione dei due [[suffissi]] del [[Femminile (linguistica)|femminile]]; natura dell'opposizione originaria - se [[Maschile (linguistica)|maschile]]/femminile o [[animato]]/[[inanimato]]), il [[Numero (linguistica)|numero]] (esistenza e grado di sviluppo del [[Duale (linguistica)|duale]]); il [[Caso (linguistica)|caso]] (sviluppo dei suffissi di [[nominativo]], [[accusativo]], [[vocativo]], [[genitivo]], [[dativo]]; esistenza e grado di sviluppo di [[strumentale]], [[locativo]], [[ablativo]] e [[direttivo]]) e le forme e lo sviluppo dei [[pronomi]] e degli [[aggettivi]]<ref>Villar, pp. 271-322; Watkins, pp. 68-72, 77-89.</ref>. Anche nel campo della [[flessione verbale]] l'indoeuropeistica novecentesca ha sottoposto a revisione la ricostruzione neogrammaticale, generalmente valutata come troppo sbilanciata verso l'accoglimento degli elementi peculiari del sanscrito e, soprattutto, del greco. Sono stati perciò rivisti gli elenchi delle [[desinenze]] di [[Persona (linguistica)|persona]], [[Tempo (linguistica)|tempo]], [[Numero (linguistica)|numero]] e [[diatesi]] ed approfondita la ricostruzione e l'evoluzione dei [[morfemi]] caratteristici, così come di quelli di [[Aspetto (linguistica)|aspetto]] e di [[Modo (linguistica)|modo]]; anche in questo campo ha operato una tendenza riduzionista, volta soprattutto a sfoltire l'elenco di tempi, delle diatesi e dei modi da assegnare all'indoeuropeo comune<ref>Villar, pp. 323-340; Watkins, pp. 72-77.</ref>.
 
Attualmente, l'indoeuropeistica non offre un ''corpus'' completo e concluso quale quello fornito dai Neogrammatici. Le varie teorie, in linea generale, appaiono compatibili tra di loro, tuttavia si tende a rinunciare alla formulazione di una "« grammatica" » compiuta, per privilegiare piuttosto l'analisi dei singoli ambiti. Tale tendenza è peraltro rafforzata dalla presa di coscienza che la scala temporale durante la quale l'indoeuropeo fu lingua viva fu molto ampia, dell'ordine dei millenni, e che pertanto ciò che è definito "« indoeuropeo" » è stato in realtà un corpo in costante evoluzione interna, dal quale le lingue storiche si sono separati in differenti momenti: sono cioè esistiti diversi "« stadi" » di indoeuropeo, a ognuno dei quali corrisponderebbe una ricostruzione differente. Inoltre, il metodo comparativo, sorretto dalla [[ricostruzione interna]] e dalla [[Tipologia linguistica|tipologia]], è per sua natura in grado di approfondire l'evoluzione [[Diacronia|diacronica]] dei singoli fenomeni fonetici o morfosintattici, non di generare una struttura [[Sincronia|sincronica]] stabile<ref name=villar2 />.
 
====Dialettologia====
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[[File:August Schleicher.jpg|thumb|August Schleicher]]
Già durante la fase pionieristica della disciplina (XVII secolo), i linguisti indicarono le relazioni dialettali tra le varie lingue indoeuropee attraverso [[Metafora|metafore]] [[Parentela|parentali]], parlando cioè di lingue "«madri"», "«figlie"», "«sorelle"» e così via. Dopo la fondazione dell'indoeuropeistica vera e propria tali metafore si sedimentarono in modelli ad [[albero genealogico]], identici a quelli impiegati per le relazioni di parentela umane; il primo, nel [[1853]], fu tracciato da [[August Schleicher]]. Lo schema di Schleicher postulava alcuni dialetti intermedi tra l'indoeuropeo ricostruito e le lingue storiche, che avrebbero dovuto rendere conto dei maggiori vincoli che tali lingue sembravano avere; in particolare, l'indoeuropeista tedesco ipotizzò uno "«slavo-germanico"», dal quale poi sarebbe derivato oltre al [[Lingua proto-germanica|germanico]] un altro dialetto intermedio, il "[[Lingue balto-slave|baltoslavo"]], e un "«ario-pelasgico"», laddove "«pelasgico"» sarebbe stato una tappa dialettale posteriore comune a greco e latino. Già nel [[1858]], però, [[Carl Lottner]] presentò un albero completamente differente, che come dialetti intermeti postulava un "indopersiano" e un "europeo"; lo stesso Schleicher, nel [[1861]], riformulò il proprio albero teorizzando questa volta un "ario-greco-italo-celtico" e uno "slavo-germanico", mentre altri studiosi proponevo altrettante variazioni. L'instabilità delle rappresentazioni, che portò al definitivo abbandono del modello, fu dovuta a due fattori principali: da un lato, l'approfondirsi delle conoscenze sulle varie lingue sembrò presentare nuovi elementi di affinità dialettale; dall'altro, la differente valutazione degli stessi elementi noti (se cioè arcaismi o innovazioni) portava a conclusioni diametralmente opposte. Il modello ad albero fu inoltre criticato poiché prevedeva implicitamente una frantumazione istantanea dell'unità indoeuropea, mentre tra gli indoeuropeisti si impose progressivamente l'idea, storicamente più verosimile, di una frammentazione scaglionata, con gruppi che si staccavano via via da un tronco comune, per poi magari re-incontrarsi - e quindi re-immettersi in un ''continuum'' linguistico - in sedi diverse da quelle originarie; il tutto in un processo di durata plurimillenaria<ref name=villar3>Villar, pp. 597-616.</ref>.
 
Già nel [[1858]], però, [[Carl Lottner]] presentò un albero completamente differente, che come dialetti intermedi postulava un «indopersiano» e un «europeo»; lo stesso Schleicher, nel [[1861]], riformulò il proprio albero teorizzando questa volta un «ario-greco-italo-celtico» e uno «slavo-germanico», mentre altri studiosi proponevo altrettante variazioni. L'instabilità delle rappresentazioni, che portò al definitivo abbandono del modello, fu dovuta a due fattori principali: da un lato, l'approfondirsi delle conoscenze sulle varie lingue sembrò presentare nuovi elementi di affinità dialettale; dall'altro, la differente valutazione degli stessi elementi noti (se cioè arcaismi o innovazioni) portava a conclusioni diametralmente opposte. Il modello ad albero fu inoltre criticato poiché prevedeva implicitamente una frantumazione istantanea dell'unità indoeuropea, mentre tra gli indoeuropeisti si impose progressivamente l'idea, storicamente più verosimile, di una frammentazione scaglionata, con gruppi che si staccavano via via da un tronco comune, per poi magari re-incontrarsi - e quindi re-immettersi in un ''continuum'' linguistico - in sedi diverse da quelle originarie; il tutto in un processo di durata plurimillenaria<ref name=villar3>Villar, pp. 597-616.</ref>.
[[File:IE expansion.png|thumb|left|300px|Schema sommario del processo di indoeuropeizzazione dell'Eurasia tra V e I millennio a.C., secondo la Teoria kurganica]]
 
Un tentativo alternativo di rendere la complessità dei nessi dialettali tra le lingue indoeuropee fu proposto, nel [[1872]], da [[Johannes Schmidt]]: il "modello a onde". Tale schema prevedeva un ''continuum'' dialettale tra tutte le lingue indoeuropee, con alcune più prossime ad altre, ma nel quale una singola innovazione poteva "propagarsi", come i cerchi delle onde, non solo ai dialetti contigui, ma anche - seppure in numero minore - anche a quelli più remoti. Come quello ad albero, anche il modello a onde è teoricamente possibile; tuttavia, il suo impiego per la descrizione dei nessi dialettali indoeuropei si rivleò poco produttivo. Entrambi, in particolare, avevano il difetto di essere sistemi chiusi: la scoperta di una nuova lingua li avrebbe resi inevitabilmente totalmente errati - cosa che accadde in effetti con la decifrazione dell'ittita, nel 1917. L'insieme dei problemi da risolvere - dialettalizzazione scaglionata, contatti secondari tra le lingue, tappe intermedie comuni, valutazione di arcaismi e innovazioni, ecc. - portò gli indaeuropeisti nel XX secolo a operare con modelli radicalmente differenti: quelli della scissione scaglionata. Tali schemi, inoltre, conssentono di inquadrare anche cronologicamente, e non soltanto linguisticamente, la successione del frazionamento dell'insieme indoauropeo nei vari rami della famiglia lingusitica indoeuropea, senza per questo porre alcun vincola a eventuali contatti secondari avvenuti in momenti storici successivi. Tra i primi schemi di questo tipo, quello proposta da [[George L. Trager]] ed [[Henry L. Smith]] nel [[1951]]: una proposta presto rigettata nella sua specifica formulazione, ma ampiamente accettata dal punto di vista dello schema, tutt'oggi quello di uso comune nell'indoeuropestica anche perché perfettamente compatibile con la [[Teoria kurganica]] dell'indoeuropeizzazione dell'[[Eurasia]]<ref name=villar3 />.
[[File:IE expansion.png|thumb|left|300pxupright=1.4|Schema sommario del processo di indoeuropeizzazione dell'Eurasia tra V e I millennio a.C., secondo la Teoria[[teoria kurganica]]]]
Un tentativo alternativo di rendere la complessità dei nessi dialettali tra le lingue indoeuropee fu proposto, nel [[1872]], da [[Johannes Schmidt]]: la [[teoria delle onde]]. Tale schema prevedeva un ''continuum'' dialettale tra tutte le lingue indoeuropee, con alcune più prossime ad altre, ma nel quale una singola innovazione poteva «propagarsi», come i cerchi delle onde, non solo ai dialetti contigui, ma anche - seppure in numero minore - anche a quelli più remoti. Come quello ad albero, anche il modello a onde è teoricamente possibile; tuttavia, il suo impiego per la descrizione dei nessi dialettali indoeuropei si rivelò poco produttivo. Entrambi, in particolare, avevano il difetto di essere sistemi chiusi: la scoperta di una nuova lingua li avrebbe resi inevitabilmente totalmente errati - cosa che accadde in effetti con la decifrazione dell'ittita, nel 1917.
 
Un tentativo alternativo di rendere la complessità dei nessi dialettali tra le lingue indoeuropee fu proposto, nel [[1872]], da [[Johannes Schmidt]]: il "modello a onde". Tale schema prevedeva un ''continuum'' dialettale tra tutte le lingue indoeuropee, con alcune più prossime ad altre, ma nel quale una singola innovazione poteva "propagarsi", come i cerchi delle onde, non solo ai dialetti contigui, ma anche - seppure in numero minore - anche a quelli più remoti. Come quello ad albero, anche il modello a onde è teoricamente possibile; tuttavia, il suo impiego per la descrizione dei nessi dialettali indoeuropei si rivleò poco produttivo. Entrambi, in particolare, avevano il difetto di essere sistemi chiusi: la scoperta di una nuova lingua li avrebbe resi inevitabilmente totalmente errati - cosa che accadde in effetti con la decifrazione dell'ittita, nel 1917. L'insieme dei problemi da risolvere - dialettalizzazione scaglionata, contatti secondari tra le lingue, tappe intermedie comuni, valutazione di arcaismi e innovazioni, ecc. - portò gli indaeuropeistiindoeuropeisti nel XX secolo a operare con modelli radicalmente differenti: quelli della scissione scaglionata. Tali schemi, inoltre, conssentonoconsentono di inquadrare anche cronologicamente, e non soltanto linguisticamente, la successione del frazionamento dell'insieme indoauropeoindoeuropeo nei vari rami della famiglia lingusiticalinguistica indoeuropea, senza per questo porre alcun vincolavincolo a eventuali contatti secondari avvenuti in momenti storici successivi. Tra i primi schemi di questo tipo, quello proposta da [[George L. Trager]] ed [[Henry L. Smith]] nel [[1951]]: una proposta presto rigettata nella sua specifica formulazione, ma ampiamente accettata dal punto di vista dello schema, tutt'oggi quello di uso comune nell'indoeuropestica anche perché perfettamente compatibile con la [[Teoriateoria kurganica]] dell'indoeuropeizzazione dell'[[Eurasia]]<ref name=villar3 />.
 
L'ampiezza e i caratteri dei nessi dialettali tra le lingue indoeuropee sono attualmente uno dei temi più dibattuti dall'indoeuropeistica, con poco accordo all'interno della comunità scientifica sui dettagli del complicato e plurimillenario processo di separazione e continuo riavvicinamento tra le lingue. Esistono tuttavia alcuni punti ampiamente, se non addirittura unanimemente condivisi. Uno è la certezza che il [[Lingue anatoliche|gruppo anatolico]] fu il primo ramo a staccarsi dal tronco comune, probabilmente nel [[IV millennio a.C.]]; allo stesso modo, c'è accordo nel considerare il [[Lingue indoiraniche|gruppo indoiranico]] erede dell'indoeuropeo più recente. Sono spesso individuati tratti dialettali specifici condivise dalle lingue indoiraniche con l'[[Lingua armena|armeno]], il [[Lingua frigia|frigio]] e il [[Lingua greca|greco]], il che porta molti indoeuropeisti a concludere che anche queste tre lingue derivino da una varietà tarda di indoeuropeo, parlata nel tardo [[III millennio a.C.]] Per le altre famiglie linguistiche indoeuropee il quadro appare più confuso; la loro origine viene generalmente collocata all'inizio del III millennio, ma con tappe di sviluppo secondarie in parte comuni e in parte originali, ancora oggetto di studio. Ancora allo stadio di ipotesi è poi la proposta di individuare uno strato ancora più antico di lingue indoeuropee, generatosi nel [[V millennio a.C.]] e dunque anteriore perfino alle lingue anatoliche, che avrebbe lasciato alcune testimonianze nell'[[idronomia]] dell'[[Europa]], ma non eredi storiche note<ref>Villar, pp. 617-639; Watkins, pp. 47-51.</ref>.
 
====NostrasisticaNostratistica====
{{vedi anche|Lingue nostratiche}}
Un particolare ramo dell'indoeuropeistica si è incaricato di indagare i possibili legami dell'indoeuropeo con altre protolingue preistoriche, ovvero di inserire lo stesso indoeuropeo all'interno di una famiglia linguistica più ampia. Già lo stesso Bopp ipotizzò, nelle sue prime opere, possibile relazioni tra la famiglia indoeuropea e quella [[Lingue maleo-polinesiane|maleo-polinesiana]] o quella [[lingue caucasiche|caucasica]], salvo poi lasciar cadere lui stesso tali idee, prive di adeguato supporto metodologico. Nel corso del XIX secolo e dei primi decenni del XX furono proposte via via altre possibili parentele per l'indoeuropeo (il [[Lingua coreana|coreano]] per [[Hermann Güntert]] e [[Heinrich Koppelmann]], il [[Lingua sumera|sumero]] per [[Charles Autran]], il [[Lingua cinese|cinese]] per [[Hans Jensen (linguista)|Hans Jensen]], l'[[Lingua ainu|ainu]] per [[Pierre Naert]], ecc.), senza che nessuna superasse lo stadio dell'ipotesi astratta, se non della mera elucubrazione<ref name=villar4>Villar, pp. 643-655.</ref>.
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====Antichità indoeuropee====
{{vedi anche|IndoeuropeiProtoindoeuropei}}
Fin dalle origini della scienza, un filone dell'indoeuropeistica tentò, in accordo con la storia e l'archeologia, di individuare le caratteristiche concrete dei parlanti l'indoeuropeo ricostruito - gli "«Indoeuropei"», appunto. Tale campo di ricerca è spesso definito "«antichità indoeuropee"» e ha caratteristiche metodologiche peculiari, trattandosi di un popolo preistorico del quale non è nota con certezza l'ubicazione. La ricerca ha proceduto seguendo due direttrici. Da un lato ha tentato, appoggiandosi alla dialettologia, di risalire alla "«patria originaria"» degli Indoeuropei (''[[Urheimat]]''), il luogo ove vissero come popolo unitario, e di fornire di conseguenza indicazioni utili all'archeologia; dall'altro, il tentativo è stato quello di risalire a certe caratteristiche del popolo indoeuropeo, almeno a sommi capi, dallo studio stesso della loro lingua. I due filoni, complementari, hanno subito forti oscillazioni nel corso dei due secoli di storia dell'indoeuropeistica, per arrivare attualmente a essersi attestati intorno a un nucleo di conoscenze condivise e un più ampio insieme di teorie ancora allo stadio ipotetico<ref name=campanile>Enrico Campanile, ''Antichità indoeuropee'', pp. 19-41; Villar, pp. 35-195 ''passim''.</ref>.
 
La ricostruzione delle antichità indoeuropee impostata sul [[metodo lessicalistico]] porta allo sviluppo di un'[[archeologia linguistica]] (o "«paleontologia linguistica"») e risale alla metà del XIX secolo, con i lavori del tedesco [[Adalbert Kuhn]] e soprattutto da quelli sistematici dello svizzero [[Adolphe Pictet]]. Come nel ricostruzionismo della lingua comune, anche quello degli usi e costumi del popolo conobbe una massima fioritura e uno slancio d'ottimismo nel XIX secolo, per poi essere soggetto a revisione critica nel secolo seguente. Al metodo lessicalistico si imputò in particolare l'eccessiva vaghezza dei concetti ricostruiti: per esempio, è indubbio che gli Indoeuropei conobbero la figura del "«[[re]]"» ([[linguaLingue sanscritaindoeuropee|sanscritoindoeuropeo]] *''rāṭh₃rēǵ-s'', > [[Lingualingua gallicasanscrita|gallicosanscrito]] ''rixrā́j'', [[Lingua latinairlandese|latinoantico irlandese]] ''rex'' <, [[indoeuropeoLingua latina|latino]] *''rēksrēx''), ma non è possibile comprendere che cosa fosse concretamente questo "«re"» nella società indoeuropea. Inoltre, dalla stessa radice possono essere derivate parole con significaisignificati simili, ma non perfettamente coincidenti; l'archeologia linguistica non ha, in linea generale, strumenti per individuare quale fosse quello "«giusto"»: per esempio, dall'indoeuropeo *''bhāgosbʰeh₂ǵos'' vengono il latino ''fāgus'' e l'[[alto tedesco antico]] ''buohha'' ("«faggio")», ma anche il [[Lingua greca|greco]] ''phāgósphēgós'' ("«quercia")» e il [[Lingua russa|russo]] ''buzbuk'' ("«salice")»<ref name=campanile />.
 
Nella seconda metà del XX secolo il metodo lessicalistico venne perciò affiancato dal [[metodo testuale]], volto a identicare quanto di originariamente indoeuropeo si sia trasmesso non nelle singole parole, quanto piuttosto nelle testimonianze poetiche, mitologiche, religiose e letterarie storicamente attestate. Questo metodo ha registrato particolari sviluppi nella ricerca sulla poetica indoeuropea con gli [[italia]]ni [[Marcello Durante]] ed [[Enrico Campanile]] e con lo statunitense [[Calvert Watkins]], mentre nell'abito della religione e dell'"«ideologia"» degli Indoeuropei i principali contributi vennero del francese [[George Dumézil]] (che ipotizzò un'[[ideologia tripartita]] attraverso la quale veniva letto ogni ambito del reale) e dell'italiano [[Giacomo Devoto]] (che teorizzò una successione di due fasi - una "«teocratica"» e una "democratca"«democratica», con il passaggio dall'una all'altra avvenuto con una vera e propria rivoluzione). Entrambi sono stati però successivamente oggetto di numerose critiche per i molti tratti giudicati eccessivamente speculativi<ref name=campanile />.
 
=====La ricerca della patria ancestrale=====
{{vedi anche|Urheimat proto-indoeuropea}}
[[File:Urheimat ipotesi.png|thumb|300pxupright=1.4|Alcune ipotesi di collocazione della patria ancestrale degli Indoeuropei, identificate attraverso i nomi degli studiosi che le hanno proposte]]
Un altro filone ampiamente percorso dall'indoeuropeistica fin dalle sue origini è stato quella dell'individuazione della patria originaria degli Indoeuropei (''[[Urheimat]]'', come spesso è indicata ricorrendo all'espressione [[Lingua tedesca|tedesca]]), ossia quale sia stato il luogo in cui è stato parlato l'indoeuropeo ricostruito. Il problema è connesso a quello della cronologia (assoluta e relatica) della frammentazione della famiglia linguistica indoeuropea, ed è pertanto strettamente intrecciato agli sviluppi della dialettologia. Inizialmente, ed essendo la nascita stessa dell'indoeuropeistica in gran parte connessa alla "«scoperta"» del sanscrito da parte delgidegli europei, i primi studiosi propendettero verso una collocazione asiatica della patria ancestrale in particolare [[India]] (il Nord-ovest secondo [[FriederichFriedrich von Schlegel]], il [[Kashmir]] secondo [[Thomas Young]]). Nel corso del XIX furono poi proposte numerose altre sedi, per lo più frutto di speculazioni gratuite (da [[Babilonia (regione storica)|Babilonia]] al [[Polo Nordnord]]), fino a restringere il campo a poche, e più solidamente argomentate, opzioni. Due, in particolare, gli scenari presi in considerazione dalla disciplina: l'[[Europa]] centro-settentrionale e le [[Steppa|steppe]] della [[Russia]] meridionale; scarso credito ha raccolto tra gli indoeuropeisti (e tra i linguisti in genere) la teoria di un<nowiki>'</nowiki>''Urheimat'' [[Anatolia|anatolica]] proposta dall'archeologo [[Colin Renfrew]]<ref name=villar5>Villar, pp. 39-92.</ref>, così come quella di considerare l'indoeuropeo come un [[pidgin]]<ref>Come [[pidgin]], l'indoeuropeo si sarebbe diffuso perché utilizzato come [[lingua franca]] per il commercio e lo scambio. Questa teoria, avanzata da archeologi e storici sostenitori della [[Diffusionismo|teoria diffusionista]], è insostenibile dal punto di vista linguistico, poiché i pidgin sono caratterizzati da strutture estremamente semplificate, ben diverse da quelle dell'indoeuropeo. Cfr. Villar, pp. 85-86.</ref>.
 
Nel [[1851]] [[Robert Latham]] propose per prima un'ubicazione europea della patria ancestrale: la [[Lituania]]. Inizialmente poco considerata, tale ipotesi fu poi ripresa da [[Theodor Poesche]] nel [[1878]], che l'accompagnò a considerazioni dialettologiche: riteneva, infatti, che il [[Lingua lituana|lituano]] fosse la lingua indoeuropea più arcaica e postulò che ciò fosse dovuto al fatto che i [[Lituani]] fossero gli Indoeuropei che non si erano mai mossi dall<nowiki>{{'</nowiki>}}''Urheimat''. Poco più tardi, nel [[1883]], [[Karl Penka]] rilanciò la tesi di un insediamento originario europeo, ma questa volta collocandolo nella [[Scandinavia]] meridionale. Nel [[1902]] l'ipotesi fu ripresa dall'autorevole germanista [[Gustaf Kossinna]], che ne decretò un lungo successo. Soltanto nel [[1922]] [[Peter Giles]] rimise in discussione l'ipotesi nordica e si pronunciò, sempre secondo ragionamenti di archeologia lingusiticalinguistica, per l'area [[Danubio|danubiana]] quale focolare indoeuropeo. Nel secondo dopoguerra, tuttavia, la gran parte degli indoeuropeisti accolse la proposta didel identificarearcheologa l[[Marija Gimbutas]]<nowikiref>Marija Gimbutas, ''The Prehistory of Eastern Europe'', vol. 1: ''Mesolithic, Neolithic and Copper Age Cultures in Russia and the Baltic Area'', Cambridge, MA, Peabody Museum, 1956.</nowikiref> di identificare l{{'}}''Urheimat'' con lela steppe[[steppa pontico-caspica]] del sud della [[Russia]] e lasciò cadere le ipotesi di una collocazione europea; tra gli ultimi a sostenere localizzazioni centroeuropee, [[Pere Bosch i -Gimpera]] e [[Giacomo Devoto]]<ref name=villar5 />.
 
=====Il dibattito sugli "«Ariani"»=====
Nel [[1851]] [[Robert Latham]] propose per prima un'ubicazione europea della patria ancestrale: la [[Lituania]]. Inizialmente poco considerata, tale ipotesi fu poi ripresa da [[Theodor Poesche]] nel [[1878]], che l'accompagnò a considerazioni dialettologiche: riteneva, infatti, che il [[Lingua lituana|lituano]] fosse la lingua indoeuropea più arcaica e postulò che ciò fosse dovuto al fatto che i [[Lituani]] fossero gli Indoeuropei che non si erano mai mossi dall<nowiki>'</nowiki>''Urheimat''. Poco più tardi, nel [[1883]], [[Karl Penka]] rilanciò la tesi di un insediamento originario europeo, ma questa volta collocandolo nella [[Scandinavia]] meridionale. Nel [[1902]] l'ipotesi fu ripresa dall'autorevole germanista [[Gustaf Kossinna]], che ne decretò un lungo successo. Soltanto nel [[1922]] [[Peter Giles]] rimise in discussione l'ipotesi nordica e si pronunciò, sempre secondo ragionamenti di archeologia lingusitica, per l'area [[Danubio|danubiana]] quale focolare indoeuropeo. Nel secondo dopoguerra, tuttavia, la gran parte degli indoeuropeisti accolse la proposta di identificare l<nowiki>'</nowiki>''Urheimat'' con le steppe del sud della Russia e lasciò cadere le ipotesi di una collocazione europea; tra gli ultimi a sostenere localizzazioni centroeuropee, [[Pere Bosch i Gimpera]] e Giacomo Devoto<ref name=villar5 />.
{{vedi anche|Teoria nordica|Razza ariana}}
[[File:Pre-roman iron age (map).PNG|left|300pxupright=1.4|thumb|L'area occupata dai Germani durante l'[[Età del ferro]] ([[500 a.C.]]-[[60 a.C.]] circa). In rosso, la loro patria originaria, ove cristallizzarono come popolo ([[Scandinavia]] meridionale e [[Jutland]]), corrispondente a quella dell'[[Età del bronzo nordica]]; in magenta, le regioni precocemente toccate dalla loro espansione e dove si sviluppò la [[Cultura di Jastorf]]]]
Nella sua ricerca della patria ancestrale degli Indoeuropei, l'indoeuropeistica formulò, nel corso del tempo, numerose ipotesi più o meno fondate. Tutte le teorie furono oggetto di dibattito, anche acceso, all'interno della comunità scientifica, ma non travalicarono mai i limiti del confronto accademico; una soltanto, tuttavia, tracimò dall'ambito scientifico a quello politico, dove contribuì a generare effetti anche gravi. Si trattò della proposta di identificare la patria ancestrale degli Indoeuropei - o, come si usava dire all'epoca, degli "«Ariani"» - con quella dei [[Germani]], individuata nel 1902 da Kossinna nella regione compresa tra [[Scandinavia]] meridionale, [[Jutland]] e odierna [[Germania]] settentrionale<ref name=villar6>Villar, pp. 42-47.</ref>.
 
L'identità, stabilita da Kossinna, tra Indoeuropei e Germani si basò su una ripresa di alcune argomentazioni sviluppate da Penka che quindi, perpur essendo fallaci soprattutto dal punto di vista linguistico (era un archeologo), esercitarono una profonda influenza sull'indoeuropeistica della prima metà del XX secolo: che gli Indoeuropei fossero [[Popoli stanziali|stanziali]] e [[Agricoltura|agricoltori]]; che fossero "«[[Razzarazza (categorizzazione umana)|razzialmente]]"» [[Biondismo|biondi]], [[Dolicocefalia|dolicocefali]] e con gli [[Colore degli occhi#Occhi blu o azzurri|occhi azzurri]]; che nella loro patria originaria ci fosse il [[mare]] e crescesse il [[faggio]] ("«argomento del faggio"», desunto secondo il metodo lessicalistico dall'esistenza della parola "«faggio"» in indoeuropeo ma più tardi dimostrato fallace). Penka e Kossinna ritenevano che soltanto i Germani avessero conservato intatte le caratteristiche - fisiche e morali - degli Indoeuropei originari, e che pertanto fossero rimasti di "«pura razza ariana"»; tutti gli altri popoli indoeuropei, migrando altrove, avrebbero in qualche modo "«corrotto"» la purezza originaria. Tali teorie, ormai del tutto slegate dal dibattito scientifico interno all'indoeuropeistica, conobbero grande fortuna soprattutto in Germania nei primi decenni del XX secolo ed entrarono a costituire una parte rilevande della cultura che avrebbe originato l'ideologia [[Nazionalsocialismo|nazista]]. Nello stesso ''[[Mein Kampf]]'' di [[Adolf Hitler]] queste tesi vennero ampiamente riprese, costituendo uno dei presupposti teorici della [[politica razziale nella Germania nazista]]<ref name=villar6 />.
=====Il dibattito sugli "Ariani"=====
{{vedi anche|Razza ariana}}
[[File:Pre-roman iron age (map).PNG|left|300px|thumb|L'area occupata dai Germani durante l'[[Età del ferro]] ([[500 a.C.]]-[[60 a.C.]] circa). In rosso, la loro patria originaria, ove cristallizzarono come popolo ([[Scandinavia]] meridionale e [[Jutland]]), corrispondente a quella dell'[[Età del bronzo nordica]]; in magenta, le regioni precocemente toccate dalla loro espansione e dove si sviluppò la [[Cultura di Jastorf]]]]
Nella sua ricerca della patria ancestrale degli Indoeuropei, l'indoeuropeistica formulò, nel corso del tempo, numerose ipotesi più o meno fondate. Tutte le teorie furono oggetto di dibattito, anche acceso, all'interno della comunità scientifica, ma non travalicarono mai i limiti del confronto accademico; una soltanto, tuttavia, tracimò dall'ambito scientifico a quello politico, dove contribuì a generare effetti anche gravi. Si trattò della proposta di identificare la patria ancestrale degli Indoeuropei - o, come si usava dire all'epoca, degli "Ariani" - con quella dei [[Germani]], individuata nel 1902 da Kossinna nella regione compresa tra [[Scandinavia]] meridionale, [[Jutland]] e odierna [[Germania]] settentrionale<ref name=villar6>Villar, pp. 42-47.</ref>.
 
La [[Seconda guerra mondiale]], con la catastrofe della [[Shoah]], portò al rigetto, anche negli ambienti indoeuropeistici tedeschi più conservatori, della teoria dell'"«originarietà"» germanica oltre che, ovviamente, delle implicazioni politiche che il nazismo ne aveva fatto derivare; già negli [[anni 1920|anni venti]] il dibattito interno all'indoeuropeistica, al di fuori dell'area germanica, aveva ripreso a dibattere il problema dell<nowiki>'</nowiki>''Urheimat'' indoeuropea, approdando a ipotesi totalmente differenti da quella di Kossinna. Tuttavia, la memoria dell'ideologizzazione nazista gettò ancora a lungo un'ombra di discredito non soltanto sulla localizzazione nordeuropea della patria ancestrale, ma anche sull'intera indoeuropeistica come disciplina. Lo stesso termine "«ariano"» venne abbandonato come sinonimo di "«indoeuropeo"» e impiegato soltanto, perlopiù in composti, per definire tutti o alcuni popoli [[indoiranici]]<ref name=villar6 />.
L'identità, stabilita da Kossinna, tra Indoeuropei e Germani si basò su una ripresa di alcune argomentazioni sviluppate da Penka che quindi, per essendo fallaci soprattutto dal punto di vista linguistico (era un archeologo), esercitarono una profonda influenza sull'indoeuropeistica della prima metà del XX secolo: che gli Indoeuropei fossero [[Popoli stanziali|stanziali]] e [[Agricoltura|agricoltori]]; che fossero "[[Razza|razzialmente]]" [[Biondismo|biondi]], [[Dolicocefalia|dolicocefali]] e con gli [[Colore degli occhi#Occhi blu o azzurri|occhi azzurri]]; che nella loro patria originaria ci fosse il [[mare]] e crescesse il [[faggio]] ("argomento del faggio", desunto secondo il metodo lessicalistico dall'esistenza della parola "faggio" in indoeuropeo ma più tardi dimostrato fallace). Penka e Kossinna ritenevano che soltanto i Germani avessero conservato intatte le caratteristiche - fisiche e morali - degli Indoeuropei originari, e che pertanto fossero rimasti di "pura razza ariana"; tutti gli altri popoli indoeuropei, migrando altrove, avrebbero in qualche modo "corrotto" la purezza originaria. Tali teorie, ormai del tutto slegate dal dibattito scientifico interno all'indoeuropeistica, conobbero grande fortuna soprattutto in Germania nei primi decenni del XX secolo ed entrarono a costituire una parte rilevande della cultura che avrebbe originato l'ideologia [[Nazionalsocialismo|nazista]]. Nello stesso ''[[Mein Kampf]]'' di [[Adolf Hitler]] queste tesi vennero ampiamente riprese, costituendo uno dei presupposti teorici della [[politica razziale nella Germania nazista]]<ref name=villar6 />.
 
La [[Seconda guerra mondiale]], con la catastrofe della [[Shoah]], portò al rigetto, anche negli ambienti indoeuropeistici tedeschi più conservatori, della teoria dell'"originarietà" germanica oltre che, ovviamente, delle implicazioni politiche che il nazismo ne aveva fatto derivare; già negli [[anni 1920|anni venti]] il dibattito interno all'indoeuropeistica, al di fuori dell'area germanica, aveva ripreso a dibattere il problema dell<nowiki>'</nowiki>''Urheimat'' indoeuropea, approdando a ipotesi totalmente differenti da quella di Kossinna. Tuttavia, la memoria dell'ideologizzazione nazista gettò ancora a lungo un'ombra di discredito non soltanto sulla localizzazione nordeuropea della patria ancestrale, ma anche sull'intera indoeuropeistica come disciplina. Lo stesso termine "ariano" venne abbandonato come sinonimo di "indoeuropeo" e impiegato soltanto, perlopiù in composti, per definire tutti o alcuni popoli [[indoiranici]]<ref name=villar6 />.
 
==Metodologia==
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**il criterio dell'"antichità dei testi": si considera più arcaico il tratto di attestazione cronologicamente più antica;
**il criterio dell'"arcaicità della lingua": si considera più arcaico il tratto presente in lingue considerate più arcaiche, ovvero meno innovative rispetto all'indoeuropeo comune (per esempio, il [[Lingua lituana|lituano]]) o alla protolingua di una singola famiglia linguistica (per esempio, l'[[Lingua irlandese|irlandese]] rispetto alla [[lingua protoceltica]]). Tale criterio risente tuttavia delle differenti impostazioni dialettologiche, che assegnano maggior arcaismo all'una piuttosto che all'altra lingua.
*[[Ricostruzione interna]]: a differenza della ricostruzione comparativa, quella interna non si basa sulla comparazione di tratti attestati in diverse lingue, ma sull'analisi di variazioni interne a una stessa lingua, alla ricerca di forme anomale. Tali anomalie, o irregolarità, sono considerate spie di una situazione linguistica antecedente e storicamente perduta attraverso il meccanismo della regolarizzazione tramite [[analogia (linguistica)|analogia]]. Generalmente, le forme anomale sono ritenute arcaismi, e quindi elementi utili a ricostruire la preistoria della lingua, e quindi l'indoeuropeo comune. La ricostruzione interna non offre tuttavia il medesimo grada di affidabilità della ricostruzione comparativa: alcuni indoeuropeisti la rifiutano interamente, mentre quanti vi ricorrono lo fanno comunque con prudenza e appoggiandosi alla tipologia.
*[[Tipologia linguistica]]: applicata all'indoeuropeistica, la tipologia consiste nel valutare la maggiore o minore probabilità che un dato fenomeno compaia nelle lingue reali, e quindi la sua plausibilità se applicato all'indoeuropeo ricostruito. Obiettivo dell'applicazione della tipologia all'indoeuropeistica è pertanto l'esclusione di ricostruzioni (sia comparative sia, soprattutto, interne) meramente speculative di fenomeni fonetici o morfologici, che raramente o mai compaiono nelle lingue concretamente attestate (non necessariamente soltanto le indoeuropee).
 
Nel tentare di sviluppare di un'[[archeologia linguistica]] (o "paleontologia linguistica") che ricostruisca i caratteri concreti del popolo indoeuropeo preistorico ("Antichità indoeuropee"), i metodi sviluppati sono<ref name=villar7 /><ref>Campanile, pp. 19-23.</ref>:
*[[Metodo lessicalistico]]: mira a ricostruire i caratteri culturali, materiali e immateriali, del popolo indoeuropeo attraverso l'analisi del lessico ricostruito per l'indoeuropeo comune. Tale metodo ha suscitato il massimo interesse alla fine del XIX secolo, per poi essere in seguito fortemente ridimensinoatoridimensionato.
*[[Metodo testuale]]: anch'esso volto a identicare quanto di originariamente indoeuropeo si sia trasmesso, non lo fa analizzando singole parole (come, appunto, il metodo lessicalistico), quanto piuttosto nelle testimonianze poetiche, mitologiche, religiose e letterarie storicamente attestate.
 
==Ricerca==
{{S sezione|linguistica}}
===Organi accademici===
Dipartimenti, istituti e centri studi universitari dedicati all'indoeuropeistica:
 
[[Austria]]
*[[Università di Innsbruck]], {{de}} {{cita web|url=http://www.uibk.ac.at/sprachen-literaturen/sprawi/|titolo=Sprachwissenschaft - Institut für Sprachen und Literaturen|accesso=28 settembre 2009|lingua=de}}
*[[Università di Vienna]], {{de}} {{cita web|url=http://www.univie.ac.at/indogermanistik/|titolo=Indogermanistik - Institut für Sprachwissenschaft|accesso=28 settembre 2009|lingua=de}}
 
[[Danimarca]]
*[[Università di Copenaghen]], {{da}} {{cita web|url=http://indoeuropaeisk.ku.dk/|titolo=Indoeuropæisk - Institut for Nordiske Studier og Sprogvidenskab|accesso=28 settembre 2009|lingua=da|dataarchivio=6 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170106105739/http://indoeuropaeisk.ku.dk/|urlmorto=sì}}
*[[Università di Copenaghen]], {{da}}{{en}} {{cita web|url=http://rootsofeurope.ku.dk/|titolo=Roots of Europe - Language, Culture, and Migrations|accesso=28 settembre 2009|lingua=da, en}}
 
[[Germania]]:
*[[Università Humboldt di Berlino]], {{de}} {{cita web|url=http://www2.hu-berlin.de/indogermanistik/|titolo=Historisch-vergleichende Sprachwissenschaft|accesso=28 settembre 2009|lingua=de|dataarchivio=15 luglio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100715182132/http://www2.hu-berlin.de/indogermanistik/|urlmorto=sì}}
*[[Libera Università di Berlino]], {{de}}{{en}} {{cita web|url=http://www.geisteswissenschaften.fu-berlin.de/we02/indogerman/|titolo=Vergleichende und Indogermanische Sprachwissenschaft - Institut für Griechische und Lateinische Philologie|accesso=28 settembre 2009|lingua=de, en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090819153016/http://www.geisteswissenschaften.fu-berlin.de/we02/indogerman/|dataarchivio=19 agosto 2009}}
*[[Università di Bonn]], {{de}} {{cita web|url=http://www.indogermanistik.uni-bonn.de/index.htm|titolo=Vergleichende Indogermanische Sprachwissenschaft - Institut für Anglistik, Amerikanistik und Keltologie|accesso=28 settembre 2009|lingua=de|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050830150126/http://www.indogermanistik.uni-bonn.de/index.htm|dataarchivio=30 agosto 2005}}
*[[Università di Colonia]], {{de}}{{en}} {{cita web|url=http://www.uni-koeln.de/phil-fak/ifl/|titolo=Institut für Linguistik - Philosophischen Fakultät|accesso=28 settembre 2009|lingua=de, en}}
*[[Università Tecnica di Dresda]], {{de}}{{en}} {{cita web|url=http://tu-dresden.de/die_tu_dresden/fakultaeten/fakultaet_sprach_literatur_und_kulturwissenschaften/germanistik/professuren/avspr/document_view?cl=de|titolo=Lehrstuhls für Allgemeine und Vergleichende Sprachwissenschaft - Institut für Germanistik|accesso=28 settembre 2009|lingua=de, en}}
*[[Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga]], {{de}} {{cita web|url=http://www.indogermanistik.phil.uni-erlangen.de/|titolo=Institut für Vergleichende Indogermanische Sprachwissenschaft |accesso=28 settembre 2009|lingua=de}}
*[[Università di Francoforte]], {{de}}{{en}}{{es}}{{fr}} {{cita web|url=http://titus.uni-frankfurt.de/indexe.htm|titolo=Titus - Thesaurus Indogermanischer Text- und Sprachmaterialien|accesso=29 settembre 2009|lingua=de, en, es, fr}}
*[[Università di Friburgo in Brisgovia]], {{de}}{{en}} {{cita web|url=http://www.indogermanistik.uni-freiburg.de/|titolo=Indogermanistik - Sprachwissenschaftliches Seminar|accesso=28 settembre 2009|lingua=de, en}}
*[[Università Georg-August di Gottinga]], {{de}} {{cita web|1=http://zis.uni-goettingen.de/site/|titolo=Sprachwissenschaftlichen Seminar - Zentrum für Interdisziplinäre Sprachforschung|accesso=28 settembre 2009|lingua=de|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090921140004/http://zis.uni-goettingen.de/site/|dataarchivio=21 settembre 2009|urlmorto=sì}}
*[[Università "Martin-Luther Lutero" di Halle-Wittenberg]], {{de}} {{cita web|http://www.indogerm.uni-halle.de/|titolo=Seminar für Indogermanistik und Allgemeine Sprachwissenschaft|accesso=28 settembre 2009|lingua=de}}
*[[Università di Jena]], {{de}} {{cita web|url=http://www.indogermanistik.uni-jena.de/|titolo=Lehrstuhl für Indogermanistik|accesso=28 settembre 2009|lingua=de|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100105162657/http://www.indogermanistik.uni-jena.de/|dataarchivio=5 gennaio 2010}}
*[[Università Luigi e Massimiliano di MonacoMarburgo]], {{de}} {{cita web|url=httphttps://www.indogermanistik.uni-muenchenmarburg.de/index.htmlde/fb10/iksl/faecher/vergleichende-sprachwissenschaft|titolo=Lehrstuhl für Historische und IndogermanischeHistorisch-vergleichende Sprachwissenschaft - Fakultät für Sprach- und Literaturwissenschaften|accesso=2823 settembre 20092020|lingua=de}}
*[[Università Luigi e Massimiliano di MünsterMonaco]], {{de}} {{cita web|url=http://www.indogermanistik.uni-muenstermuenchen.de/Indogermanistik/index.html|titolo=InstitutLehrstuhl für Historische und Indogermanische Sprachwissenschaft - Fakultät für Sprach- und Literaturwissenschaften|accesso=28 settembre 2009|lingua=de}}
*[[Università di ZurigoMünster]], {{de}} {{cita web|url=http://www.indogeruni-muenster.uzh.chde/Indogermanistik/|titolo=IndogermanischesInstitut Seminarfür Indogermanische Sprachwissenschaft|accesso=2928 settembre 2009|lingua=de}}
 
[[Italia]]
*[[Università di Firenze]], {{it}} {{cita web|url=http://www.linguistica.unifi.it/mdswitch.html|titolo=Dipartimento di Linguistica|accesso=2 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090925162142/http://www.linguistica.unifi.it/mdswitch.html|dataarchivio=25 settembre 2009}}
*[[Università di Macerata]], {{it}} {{cita web|url=http://www.unimc.it/ricerca/dipartimenti/dipartimento-di-ricerca-linguistica|titolo=Dipartimento di Ricerca linguistica, letteraria e filologica|accesso=2 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091012023657/http://www.unimc.it/ricerca/dipartimenti/dipartimento-di-ricerca-linguistica|dataarchivio=12 ottobre 2009}}
*[[Università di Padova]], {{it}} {{cita web|url= http://www.maldura.unipd.it/ddlcs/|titolo=Sezione di linguistica - Dipartimento di Discipline linguistiche, comunicative e dello spettacolo |accesso=2 ottobre 2009}}
*[[Università di Palermo]], {{it}} {{cita web|url= http://147.163.11.3/dipli/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1|titolo=Dipartimento di Scienze Filologiche e Linguistiche|accesso=2 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080912035948/http://147.163.11.3/dipli/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1|dataarchivio=12 settembre 2008}}
*[[Università di Pavia]], {{it}}{{en}} {{cita web|url=http://lettere.unipv.it/diplinguistica/|titolo=Dipartimento di Linguistica Teorica e Applicata|accesso=2 ottobre 2009|lingua=it, en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091108015125/http://lettere.unipv.it/diplinguistica/|dataarchivio=8 novembre 2009|urlmorto=sì}}
*[[Università di Pisa]], {{it}} {{cita web|url=http://www.humnetfileli.unipi.it/linguistica/storia.php|titolo=Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica|accesso=26 ottobremaggio 20092014}}
*[[Università di Verona]], {{cita web|url=http://www.dfll.univr.it/|titolo=Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica http://www.dfll.univr.it/|accesso=24 novembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120111044537/http://www.dfll.univr.it/|dataarchivio=11 gennaio 2012}}
 
[[Paesi Bassi]]:
*[[Università di Leida]], {{nl}} {{cita web|url=http://www.hum.leidenuniv.nl/indo-europees/|titolo=Vergelijkende Indo-Europese taalwetenschap - Faculteit der Geesteswetenschappen|accesso=28 settembre 2009|lingua=nl}}
 
[[Polonia]]:
*[[Università Jagellonica]], {{pl}} {{cita web|url=http://www.filg.uj.edu.pl/kjoie/|titolo=Katedra Językoznawstwa Ogólnego i Indoeuropejskiego|accesso=28 settembre 2009|lingua=pl}}
 
[[Regno Unito]]
*[[Università di Oxford]], {{en}} {{cita web|url=http://www.ling-phil.ox.ac.uk/comp_class_phil#sound|titolo=Comparative and Classical Philology, and Historical Linguistics - Faculty of Linguistics, Philology & Phonetics|accesso=29 settembre 2009|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100405234026/http://www.ling-phil.ox.ac.uk/comp_class_phil#sound|dataarchivio=5 aprile 2010}}
 
[[Repubblica Ceca]]
*[[Università Carolina di Praga]], {{cz}}{{en}} {{cita web|url=http://enlil.ff.cuni.cz/|titolo=Ústav Srovnávací Jazykovědy - Filozofické Fakulty|accesso=28 settembre 2009|lingua=cz, en}}
 
[[Slovenia]]:
*[[Università di Lubiana]], {{sl}}{{en}} {{cita web|url=http://spj.ff.uni-lj.si/tiki-index.php?page=Oddelek+za+primerjalno+in+splo%C5%A1no+jezikoslovje|titolo=Oddelek za primerjalno in splošno jezikoslovje - Filozofska fakulteta|accesso=28 settembre 2009|lingua=sl, en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090208204940/http://spj.ff.uni-lj.si/tiki-index.php?page=Oddelek+za+primerjalno+in+splo%C5%A1no+jezikoslovje|dataarchivio=8 febbraio 2009|urlmorto=sì}}
 
[[Spagna]]:
*[[Università Complutense di Madrid]], {{es}}{{en}} {{cita web|url=httphttps://www.ucm.es/info/ucmp/pags.php?COOKIE_SET=1&tp=Departamentos&a=centros&d=entidad-395.php|titolo=Departamento de Filología Griega y Lingüística Indoeuropea - Facultad de Filología|accesso=28 settembre 2009|lingua=es, en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060917221845/http://www.ucm.es/info/ucmp/pags.php?COOKIE_SET=1&tp=Departamentos&a=centros&d=entidad-395.php|dataarchivio=17 settembre 2006}}
*[[Università di Salamanca]], {{es}} {{cita web|url=http://clasicas.usal.es/|titolo=Departamento de Filología Clásica e Indoeuropeo|accesso=28 settembre 2009|lingua=es}}
 
[[Stati Uniti]]
*[[Università Cornell di Ithaca]], {{en}} {{cita web|url=http://ling.cornell.edu/index.cfm/page/research/indo_eur.htm|titolo=Indo-European Linguistics - Department of Linguistics|accesso=29 settembre 2009|lingua=en}}
*[[Università di Harvard]], {{en}} {{cita web|url=httphttps://www.fas.harvard.edu/~lingdept/index.html|titolo=Department of Linguistics|accesso=29 settembre 2009|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091001081308/http://www.fas.harvard.edu/~lingdept/index.html|dataarchivio=1º ottobre 2009}}
*[[Università della California di- Los Angeles]], {{en}} {{cita web|url=http://www.humnet.ucla.edu/pies/home.html|titolo=Interdepartmental graduate program in Indo-European Studies|accesso=29 settembre 2009|lingua=en}}
*[[Università del Texas diad Austin]], {{en}} {{cita web|url=httphttps://www.utexas.edu/cola/centers/lrc/iedocctr/|titolo=Indo-European Documentation Center - Linguistics Research Center|accesso=29 settembre 2009|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917013442/http://www.utexas.edu/cola/centers/lrc/iedocctr/|dataarchivio=17 settembre 2009}}
 
[[Svizzera]]:
*[[Università di Berna]], {{de}} {{cita web|url=http://www.isw.unibe.ch/content/studium/studiengaenge_ba__ma/hist_vergl_linguistik/index_ger.html|titolo=Historisch-vergleichende Linguistik - Institut für Sprachwissenschaft |accesso=29 settembre 2009|lingua=de|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090226210858/http://www.isw.unibe.ch/content/studium/studiengaenge_ba__ma/hist_vergl_linguistik/index_ger.html|dataarchivio=26 febbraio 2009}}
*[[Università di Neuchâtel]], {{fr}} {{cita web|url=http://www2.unine.ch/linguistique/page3939.html|titolo=Linguistique comparative - Institut de linguistique|accesso=29 settembre 2009|lingua=fr|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927222156/http://www2.unine.ch/linguistique/page3939.html|dataarchivio=27 settembre 2007}}
*[[Università di Zurigo]], {{cita web|url=http://www.indoger.uzh.ch/|titolo=Indogermanisches Seminar|accesso=29 settembre 2009|lingua=de|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091028081728/http://www.indoger.uzh.ch/|dataarchivio=28 ottobre 2009}}
Linguistique comparative - Institut de linguistique|accesso=29 settembre 2009}}
*[[Università di Zurigo]], {{de}} {{cita web|url=http://www.indoger.uzh.ch/|titolo=Indogermanisches Seminar|accesso=29 settembre 2009}}
 
===Riviste===
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*MSS, ''[[Münchner Studien zur Sprachwissenschaft]]'' di [[Monaco di Baviera]], fondata nel [[1952]].
*''[[Die Sprache]]'' di [[Vienna]], fondata nel [[1949]].
*''[[Studia Indo-Europaea]]'' di [[Bucarest]], fondata nel [[2001]].
 
==Note==
{{<references|2}}/>
 
==BilbiografiaBibliografia==
*{{cita libro | cognome=Rodríguez Adrados | nome=Francisco |wkautore=Francisco Rodríguez Adrados| |coautori=Alberto Bernabé, Julia Mendoza|titolo=Manual de lingüística indoeuropea | editore= Ediciones Clasicas| città= Madrid| anno= 1995-1998|lingua=spagnolo|id=ISBN 8478821937es|pagine=3 voll.|isbn=84-7882-193-7}}
*{{cita libro | cognome=Benveniste | nome=Émile | wkautore=Émile Benveniste | titolo=Le vocabulaire des institutions indo-européennes| editore=Les editions de Minuit| città=Parigi| anno=1969| lingua=francese}} Trad. it.: {{cita libro | cognome=Benveniste | nome=Émile | titolo=Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee | editore=Einaudi| città=Torino| anno=1976-1981|pagine=2 voll.}}
*{{cita libro | cognome=Bopp| nome=Franz | wkautore=Franz Bopp| titolo=Über das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, persischen und germanischen Sprache | editore=Andreaischen Buchhandlung | città=Francoforte sul Meno| anno=1816| lingua= tedesco}} Ora in: {{cita libro | cognome=Bopp| nome=Franz | curatore=Roy Harris |titolo=Über das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, persischen und germanischen Sprache; Uber die celtischen Sprachen | editore=Routledge | città=Londra-New York| anno=1999| lingua= tedesco | idisbn=ISBN 04152046310-415-20463-1}}
*{{cita libro | cognome=Bopp| nome=Franz | wkautore=Franz Bopp| titolo=
Vergleichende Grammatik des Sanskrit, Zend, Griechischen, Lateinischen, Litthauischen, Gothischen und Deutschen | editore=Druckerei der Konigl. Akademie der Wissenschaften| città=Berlino| anno=1833| lingua= tedesco}} Ora in: {{cita libro | cognome=Bopp| nome=Franz | titolo=10: Vergleichende Grammatik. 1, 2 & 3 | editore=Routledge | città=Londra-New York| anno=1999| lingua= tedesco | idisbn=ISBN 04152047200-415-20472-0}}
*{{cita libro | cognome=Bosch i Gimpera| nome=Pere | wkautore=Pere Bosch i Gimpera| titolo=El problema indoeuropeo | editore=Direccion general de publicaciones| città=Città del Messico| anno=1960 |lingua=spagnoloes}}
*{{cita libro | cognome=Brugmann| nome=Karl| wkautore=Karl Brugmann| titolo=Grundriß der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen | url=https://archive.org/details/grundrissderverg232brug| editore=Trubner| città=Strasburgo| anno=1897-1916| lingua=tedesco|pagine=4 voll.}} Ora in: {{cita libro | cognome=Brugmann| nome=Karl| titolo=Grundriß der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen | editore=W. de Gruyter & Co.| città=Berlino| anno=1967| lingua=tedesco|pagine=4 voll.}}
*{{cita libro|cognome=Campanile|nome= Enrico |wkautore= Enrico Campanile|titolo= Ricerche di cultura poetica indoeuropea|anno= 1977|editore= Giardini|città= Pisa}}
*{{cita libro|cognome=Campanile|nome= Enrico |wkautore= Enrico Campanile|curatore= [[Anna Giacalone Ramat]], [[Paolo Ramat]]|titolo= Le lingue indoeuropee|anno= 1993|editore= Il Mulino|città= Bologna|idcapitolo= Antichità indoeuropee|isbn=ISBN 88-15-03354-8 |capitolo= Antichità indoeuropee}} Ora in: {{cita libro|cognome=Campanile|nome= Enrico|wkautore= Enrico Campanile|coautori= [[Bernard Comrie]], [[Calvert Watkins]]|titolo= Introduzione alla lingua e alla cultura degli Indoeuropei|anno= 2005|editore= Il Mulino|città= Bologna|idisbn=ISBN 88-15-10763-0}}
*{{cita libro | cognome=Colebrooke | nome=Henry Thomas | wkautore=Henry Thomas Colebrooke| titolo=A Grammar of the Sanscrit Language | url=https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.142369 | editore=Honorable Company's Press | città=Calcutta| anno=1805| lingua= inglese}}
*{{cita libro|cognome=Comrie|nome= Bernard |wkautore= Bernard Comrie|curatore= Anna Giacalone Ramat, Paolo Ramat|titolo= Le lingue indoeuropee|anno= 1993|editore= Il Mulino|città= Bologna|id=ISBN 88-15-03354-8 |capitolo= La famiglia linguistica indoeuropea: prospettive genetiche e tipologiche|isbn= 88-15-03354-8}} Ora in: {{cita libro|cognome=Campanile|nome= Enrico|wkautore= Enrico Campanile|coautori= [[Bernard Comrie]], [[Calvert Watkins]]|titolo= Introduzione alla lingua e alla cultura degli Indoeuropei|anno= 2005|editore= Il Mulino|città= Bologna|idisbn=ISBN 88-15-10763-0}}
*{{cita libro | cognome=Cuny| nome=Albert| wkautore=Albert Cuny| titolo=Études prégrammaticales sur le domaine des langues indo-européennes et chamito-sémitiques| editore=Champion| città=Parigi| anno=1924| lingua=francese}}
*{{cita libro | cognome=Devoto| nome=Giacomo | wkautore=Giacomo Devoto| titolo=Origini indoeuropee| editore=Sansoni| città=Firenze| anno=1962}}
*{{cita libro | cognome=Dolgopol'skij | nome=Aron Borisovič | wkautore=Aron Borisovič Dolgopol'skij | titolo=The Nostratic Macrofamily and Linguistic Palaeontology| editore=McDonald Institute for Archaeological Research| città=Cambridge | anno=1998| lingua=ingleseen|id=ISBN 0951942077isbn=0-9519420-7-7}}
*{{cita libro|cognome=Dumézil|nome= George |wkautore= George Dumézil|titolo=L'idéologie tripartie des indo-européens|anno= 1958|editore=Latomus|città= Bruxelles |lingua=francese}} Trad. it.: {{cita libro|cognome=Dumézil|nome= George |titolo=L'ideologia tripartita degli Indoeuropei|anno= 2003|editore=Il cerchio|città= Rimini |idisbn=ISBN 88-8474-027-4}}
*{{cita libro|cognome=Dumézil|nome= George |wkautore= George Dumézil|titolo=Les dieux souverains des indo-européens|anno= 1977|editore=Gallimard|città= Parigi |lingua=francese}} Trad. it.: {{cita libro|cognome=Dumézil|nome= George |titolo=Gli dei sovrani degli Indoeuropei|anno= 1985|editore=Einaudi|città= Torino|idisbn=ISBN 88-06-57703-4}}
*{{cita libro | cognome=Durante| nome=Marcello | wkautore=Marcello Durante| titolo=Risultanze della comparazione indoeuropea | editore=Edizioni dell'Ateneo| città=Roma| anno=1976}}
*{{cita libro | cognome=Gamkrelidze | nome=Tamaz V.| wkautore=Tamaz V. Gamkrelidze |coautori= [[Vjačeslav Vsevolodovič Ivanov]] |titolo= Indo-European and the Indo-Europeans| editore=Mouton de Gruyter| città=Berlino-New York| anno=1995| lingua=ingleseen}}
*{{cita libro | cognome=Giles| nome=Peter | wkautore=Peter Giles| titolo=The Aryans | editore=| città=New York| anno=1922|lingua=ingleseen}}
*{{cita libro | cognome=Gimbutas | nome=Marija | wkautore=Marija Gimbutas| titolo=The Kurgan culture and the Indo-Europeanization of Europe: selected articles from 1952 to 1993 | editore=Institute for the Study of Man| città=Washington | anno=1997| lingua=ingleseen|id=ISBN 0941694569isbn=0-941694-56-9}}
*{{cita libro|cognome=Haudricourt|nome= André-Georges|wkautore= André-Georges Haudricourt|titolo= Mélanges linguistiques offerts à Émile Benveniste|anno= 1975|editore= Peeters|città= Lovanio|id=ISBN 2801700126 |capitolo= Les mutations consonantiques (occlusives) en indo-européen| lingua=francese|isbn=2-8017-0012-6}}
*{{cita libro | cognome=Hübschmann | nome=Heinrich | wkautore=Heinrich Hübschmann | titolo=Zur Casuslehre | url=https://archive.org/details/zurcasuslehre00hbgoog | editore=Ackermann| città=Monaco di Baviera| anno=1875| lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Illič-Svityč| nome=Vladislav Markovič| wkautore=Vladislav Markovič Illič-Svityč | titolo=Opyt sravnenija nostraticeskih jazykov| editore=Nauka Izdatel'stvo| città=Mosca| anno=1971| lingua=russo}}
*{{cita libro | cognome=Kossinna| nome=Gustaf | wkautore=Gustaf Kossinna| titolo=Ursprung und Verbreitung der Germanen in vor- und frühgeschichtlicher Zeit | editore=Kabitzsch| città=Lipsia| anno=1928|lingua=tedesco}}
*{{cita libro|cognome=Kuhn|nome= Adalbert |wkautore= Adalbert Kuhn|titolo= [[Historische Sprachforschung|KZ]]|anno= 1855|editore=|città= |id=|capitolo= Die Sprachvergleichung und die Urgeschichte der indogermanischen Völker|lingua=tedesco|pagine=N° 4, pp. 81 sgg.}}
*{{cita libro|cognome=Kuhn|nome= Adalbert |wkautore= Adalbert Kuhn|titolo= [[Indische Studien]]|anno= 1850|editore=|città= |id=|capitolo= Zur ältesten Geschichte der indogermanischen Völker|lingua=tedesco|pagine=N° 1, pp. 321 sgg.}}
*{{cita libro | cognome=Martinet | nome=André| wkautore=André Martinet | titolo=Des steppes aux oceans: l'indo-europeen et les "Indo-Europeens" | url=https://archive.org/details/dessteppesauxoce0000mart | editore=Payot| città=Parigi| anno=1986| lingua=francese|id=ISBN 2228140805isbn=2-228-14080-5}} Trad. it.: {{cita libro | cognome=Martinet | nome=André | titolo=L'indoeuropeo: lingue, popoli e culture | editore=Laterza | città=Roma-Bari| anno=1989| idisbn=ISBN 88-420-2937-8}}
*{{cita libro | cognome=Meillet | nome=Antoine | wkautore=Antoine Meillet | titolo=Les dialectes indo-européens| url=https://archive.org/details/lesdialectesindo00meil | editore=Champion| città=Parigi| anno=1908| lingua=francese}}
*{{cita libro | cognome=Meillet | nome=Antoine | wkautore=Antoine Meillet | titolo=Introduction a l'étude comparative des langues indo-européennes| editore=Hachette| città=Parigi| anno=1949| lingua=francese|ed= 8}} Ora in: {{cita libro | cognome=Meillet | nome=Antoine | titolo=Introduction a l'étude comparative des langues indo-européennes| editore=University of Alabama press| città=Tuscaloosa| anno=1978| lingua=francese}}
*{{cita libro | cognome=Meillet | nome=Antoine | wkautore=Antoine Meillet | titolo=La methode comparative en linguistique historique| editore=Champion| città=Parigi| anno=1966| lingua=francese}} Trad. it: {{cita libro | cognome=Meillet | nome=Antoine | titolo=Il metodo comparativo in linguistica storica| editore=Prisma| città=Catania| anno=1991}}
*{{cita libro | cognome=Möller | nome=Hermann | wkautore=Hermann Möller | titolo=Semitisch und Indogermanisch. 1. Teil : Konsonanten | editore=Hagerup| città=Copenaghen| anno=1906| lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Möller | nome=Hermann | wkautore=Hermann Möller | titolo=Vergleichendes indogermanisch-semitisches Worterbuch| editore=Vandenhoeck and Ruprecht| città=Gottinga| anno=1911| lingua=tedesco}} Ora in: {{cita libro | cognome=Möller | nome=Hermann | wkautore=Hermann Möller | titolo=Vergleichendes indogermanisch-semitisches Worterbuch| editore=Vandenhoeck and Ruprecht| città=Gottinga| anno=1970| lingua=tedesco}}
*{{cita libro | autore=Paolino da San Bartolomeo | wkautore=Paolino da San Bartolomeo | titolo=Sidharubam seu Grammatica Samscrdamica | url=https://archive.org/details/bub_gb_GUp29rBN6cwC | editore=Typographia Sacrae Congregationis de Propaganda Fide | città=Roma| anno=1790 |lingua= latino}} Ora in: {{cita libro | autore=Paulinus a S. Bartholomaeo| titolo=Dissertation on the Sanskrit language; a reprint of the original Latin text of 1790, together with an introductory article, a complete English translation, and an index of sources|curatore=Ludo Rocher | editore=J. Benjamin | città=Amsterdam| anno=1977 |lingua= latino/, inglese}}
*{{cita libro | cognome=Pedersen | nome=Holger | wkautore=Holger Pedersen | titolo=Die Gemeinindoeuropaischen und die Vorindoeuropaischen Verschlusslaute | editore=Ejnar Munksgaard| città=Copenaghen| anno=1951| lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Penka| nome=Karl| wkautore=Karl Penka| titolo=Origines ariacae: linguistisch-ethnologische Untersuchungen zur altesten Geschichte der arischen Volker und Sprachen | url=https://archive.org/details/originesariacae01penkgoog| editore=Prochaska| città=Vienna| anno=1883|lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Penka| nome=Karl| wkautore=Karl Penka| titolo=Die Herkunft der Arier: neue Beitrage zur historischen Anthropologie der Europaischen Volker | editore=Prochaska| città=Vienna| anno=1886|lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Pictet | nome=Adolphe | wkautore=Adolphe Pictet | titolo=Les origines indo-européennes ou Les Aryas primitifs: essai de paleontologie linguistique | editore=Cherbuliez| città=Parigi| anno=1859-1863| lingua=francese|pagine=2 voll.}}
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*{{cita libro | cognome=Pisani| nome=Vittore | wkautore=Vittore Pisani| titolo=Indogermanisch und Europa | editore=Fink| città=Monaco di Baviera| anno=1974|lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Poesche| nome=Theodor| wkautore=Theodor Poesche| titolo=Die Arier. Ein Beitrag zur Historischen Anthropologie | editore=Cortenoble| città=Jena | anno=1878|lingua=tedesco}}
*{{cita libro | cognome=Rask| nome=Rasmus Christian | wkautore=Rasmus Christian Rask| titolo=Undersøgelse om det gamle Nordiske eller Islandske Sprogs Oprindelse | editore=Gyldendalske Boghandling Forlag | città=Copenaghen| anno=1818| lingua= danese}} Ora in: {{cita libro | cognome=Rask| nome=Rasmus Christian | titolo=Undersøgelse om det gamle Nordiske eller Islandske Sprogs Oprindelse | editore=Routledge | città=Londra-New York| anno=1999| lingua= danese| idisbn= ISBN 041520464X0-415-20464-X}}
*{{cita libro | cognome=Renfrew | nome=Colin| wkautore=Colin Renfrew | titolo=Archaeology and Language: The Puzzle of Indo-European Origins | url=https://archive.org/details/archaeologylangu00renf | editore=Cambridge University Press| città=Cambridge| anno=1987| lingua=ingleseen}} Trad. it.: {{cita libro | cognome=Renfrew | nome=Colin| wkautore=Colin Renfrew | titolo=Archeologia e linguaggio | editore=Laterza | città=Roma-Bari| anno=1999| idisbn=ISBN 88-420-3487-8}}
*{{cita libro | cognome=de Saussure | nome=Ferdinand| wkautore=Ferdinand de Saussure | titolo=Mémoire sur le système primitif des voyelles dans les langues indoeuropéennes | editore=| città=Lipsia| anno=1879| lingua=francese}} Trad. it.: {{cita libro | cognome=de Saussure | nome=Ferdinand|curatore=Giuseppe Carlo Vincenzi | titolo=Saggio sul vocalismo indoeuropeo | editore=Clueb | città=Bologna| anno=1978}}
*{{cita libro | cognome=von Schlegel | nome=Friedrich | wkautore=Friedrich Schlegel | titolo=Über die Sprache und Weisheit der Indier | editore=| città=| anno=1808| lingua=tedesco}} Trad. it.: {{cita libro | cognome=von Schlegel | nome=Friedrich | curatore=Sara Fedalto e Anna Zagatti | titolo=Sulla lingua e la sapienza degli Indiani: nel bicentenario della pubblicazione di Über die Sprache und Weisheit der Indier | editore=Il calamo | città=Roma| anno=2008| idisbn=ISBN 88-89837-44-6}}
*{{cita libro | cognome=Schleicher| nome=August | wkautore=August Schleicher| titolo=Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen | url=https://archive.org/details/compendiumderve00schlgoog| editore=Bohlau | città=Weimar | anno=1876| lingua= tedesco}} Ora in: {{cita libro | cognome=Schleicher| nome=August | wkautore=August Schleicher| titolo=Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen | editore=G. Olms | città=Hildesheim-New York | anno=1974| lingua= tedesco|id=ISBN 3487053829isbn=3-487-05382-9}}
*{{cita libro | cognome=Schmidt| nome=Johannes | wkautore=Johannes Schmidt| titolo=Zur Geschichte des indogermanischen Vocalismus | url=https://archive.org/details/bub_gb_XggSAAAAIAAJ| editore=Bohlau| città=Weimar| anno=1871-1875| lingua=tedesco|pagine=2 voll.}}
*{{cita libro | cognome=Villar| nome=Francisco| wkautore=Francisco Villar | titolo=Los Indoeuropeos y los origines de Europa: lenguaje e historia | editore=Gredos| città=Madrid| anno=1991| lingua=spagnoloes|id=ISBN 8424914716isbn=84-249-1471-6}} Trad. it.: {{cita libro | cognome=Villar| nome=Francisco | titolo=Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa | editore=Il Mulino| città=Bologna| anno=1997| idisbn=ISBN 88-15-05708-0}}
*{{cita libro|cognome=Watkins |nome= Calvert|wkautore= Calvert Watkins|curatore= Edgar C. Polomé|titolo= The Indo-Europeans in the fourth and third millennia|url=https://archive.org/details/indoeuropeansinf0000unse |anno= 1982|editore= Karoma Publishers|città= Ann Arbor|id=ISBN 0897200411|lingua=ingleseen|capitolo= Aspects of Indo-European Poetics|isbn=0-89720-041-1}}
*{{cita libro|cognome=Watkins |nome= Calvert|wkautore= Calvert Watkins|curatore= Anna Giacalone Ramat, Paolo Ramat|titolo= Le lingue indoeuropee|anno= 1993|editore= Il Mulino|città= Bologna|idcapitolo= Il proto-indoeuropeo|isbn=ISBN 88-15-03354-8 |capitolo= Il proto-indoeuropeo}} Ora in: {{cita libro|cognome=Campanile|nome= Enrico|wkautore= Enrico Campanile|coautori= [[Bernard Comrie]], [[Calvert Watkins]]|titolo= Introduzione alla lingua e alla cultura degli Indoeuropei|anno= 2005|editore= Il Mulino|città= Bologna|idisbn=ISBN 88-15-10763-0}}
 
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