Dialetti toscani: differenze tra le versioni

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{{nd|la lingua letteraria antica|Lingua volgare|Lingua toscana}}
{{NN|linguistica|luglio 2009}}
{{lingua
{{ISO639}}
|nome = Dialetti toscani
{{lingua|nome=Dialetto toscano|nomenativo=
|nomenativo =
|colore=#FD9191
|colore = #ABCDEF
|stati={{bandiera|ITA|nome}}<br/>{{bandiera|FRA|nome}}, come variante
|regionestati = {{IT-TOSbandiera|ITA|nome}}<br />{{bandiera|CorsicaFRA|nome}}, come variante
|regione = {{IT-TOS}} <br />{{bandiera|Corsica|nome}}<br />(come [[lingua corsa|variante]])<br />{{IT-UMB}}<br />(zona occidentale confinante con la [[Toscana]])
|province=[[provincia di Arezzo|Arezzo]], [[provincia di Firenze|Firenze]], [[provincia di Grosseto|Grosseto]], [[provincia di Livorno|Livorno]], [[provincia di Lucca|Lucca]], [[provincia di Pisa|Pisa]], [[provincia di Pistoia|Pistoia]], [[provincia di Prato|Prato]], [[provincia di Siena|Siena]]; [[Corsica settentrionale]] ([[Francia]])
|persone =~3.000.000 circa {{formatnum:3000000}}
|classifica = Non nei primi 100
|fam1 = [[Lingue indoeuropee|Indoeuropee]]
|fam2 = [[Lingue italiche|Italiche]]
|fam3 = [[Lingue romanze|Romanze]]
|fam4 = [[Lingue italo-orientalioccidentali|Italo-orientalioccidentali]]
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|fam5='''''Dialetto toscano'''''
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|agenzia = ''nessuna regolazione ufficiale''
|mappa=[[File:Dialetti toscani.jpg|300px]]
|estratto = Tutti l'òmini é nascan liberi e 'guali 'n dignità e diritti. Gl'ènno/É so dotai 'i ragione e di oscienza, e dèan agì l'uni verzo l'antri 'n ispirito 'i fratellanza. ('''Vernacolo Fiorentino''')
}}
[[File:Variedades toscanas.png|250px|border]]
}}
 
I '''dialetti toscani'''{{ISO 639}} costituiscono un insieme di [[vernacolo|vernacoli]] (ossia un [[continuum dialettale]]) di [[lingue romanze|ceppo romanzo]] diffuso nell'area d'[[Geografia dell'Italia|Italia]] corrispondente all'attuale [[Regioni d'Italia|regione]] [[Toscana]], con l'esclusione delle parlate della [[Romagna toscana]], di quelle della [[Lunigiana]] e di quelle dell’[[dialetto carrarese|area carrarese]].<ref name="calamai">{{Treccani|dialetti-toscani_(Enciclopedia-dell'Italiano)|toscani, dialetti|autore=Silvia Calamai}}</ref><ref>{{cita|Maffei Bellucci 1977}}.</ref>
[[Immagine:Italy - Forms of Dialect.jpg|right|300px]]
 
Caratteristica principale di tali idiomi è quella di essere sostanzialmente parlati; ciò garantisce una chiara distinzione dall'italiano, che da sempre (e soprattutto fino al 1861) è stata una lingua che più ancora che parlata era soprattutto scritta, letteraria, aristocratica, praticata dalle élite scolarizzate. Il toscano quindi è un sistema linguistico allo stesso tempo innovativo (grazie all'uso vivo), ma anche conservativo, arcaizzante, grazie al suo (ancora oggi forte) legame con le aree più rurali della regione.
Il '''toscano''' è un [[Dialetti italiani|dialetto italiano]] parlato principalmente nella zona centro-settentrionale della [[penisola italiana]] corrispondente oggigiorno alla [[Regioni d'Italia|regione]] della [[Toscana]].
 
Tradizionalmente, i dialetti toscani erano considerati semplici varianti o "vernacoli" dell'italiano, data la grande somiglianza con l'[[Lingua italiana|italiano colto]] di cui, peraltro, costituiscono la fonte (sia pure modificatasi nel tempo rispetto alla parlata odierna).
I primi contributi letterari significativi in toscano risalgono al [[XIII secolo|XIII]]-[[XIV secolo]] con le opere di [[Dante Alighieri]], [[Francesco Petrarca]] e [[Giovanni Boccaccio]], e successivamente nel [[XVI secolo]] con [[Niccolò Machiavelli]] e [[Francesco Guicciardini]], che conferirono a tale dialetto la dignità di "lingua letteraria" della penisola.
 
I primi contributi letterari significativi in toscano risalgono al [[XIII secolo|XIII]]-[[XIV secolo]] con le opere di [[Dante Alighieri]], [[Francesco Petrarca]] e [[Giovanni Boccaccio]], e successivamente nel [[XVI secolo]] con [[Niccolò Machiavelli]] e [[Francesco Guicciardini]], che conferirono ai parlari toscani la dignità di "[[lingua letteraria]]" della penisola.
Al momento dell'[[unificazione dell'Italia]] fu scelto come lingua da adoperare mettendo fine ad una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (nel ''[[De vulgari eloquentia]]''), che vedeva due fazioni principali, una che sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di un dialetto ed un'altra che si proponeva di creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Prese piede agli inizi del [[XIX secolo]] proprio la prima corrente, soprattutto grazie al prestigioso parere di [[Alessandro Manzoni]] (molto nota è la vicenda relativa alla scelta della lingua per la stesura de ''[[I promessi sposi]]'' e ''i panni sciacquati in [[Arno]]''), ma non poche furono le critiche mossegli da chi sosteneva (in primo luogo il [[glottologia|glottologo]] [[gorizia]]no [[Graziadio Isaia Ascoli]]) che il toscano era un dialetto come gli altri e una vera lingua nazionale sarebbe potuta nascere solo dopo l'incontro tra le varie culture del paese.
 
Al momento dell'[[Proclamazione del Regno d'Italia|unificazione dell'Italia]] fu scelto come lingua da adoperare ufficialmente, mettendo fine a una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (nel ''[[De vulgari eloquentia]]''), che vedeva due fazioni contrapposte, una che sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di uno dei cosiddetti dialetti e un'altra che si proponeva di creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Prese piede agli inizi del [[XIX secolo]] proprio la prima corrente, soprattutto grazie al prestigioso parere di [[Alessandro Manzoni]] (molto nota è la vicenda relativa alla scelta della lingua per la stesura de ''[[I promessi sposi]]'' e ''i panni sciacquati in [[Arno]]''), ma non poche furono le critiche mossegli da chi sosteneva (in primo luogo, il [[glottologia|glottologo]] [[gorizia]]no [[Graziadio Isaia Ascoli]]) che il toscano era un dialetto come gli altri e una vera [[lingua nazionale]] sarebbe potuta nascere solo dopo l'incontro tra le varie culture del paese.
==Locutori==
 
== Locutori ==
Il numero di locutori che parla un dialetto di "tipo" toscano si aggira intorno ai 3.000.000 di persone, contando gli abitanti della [[Toscana|Regione]], escludendo la provincia di [[Massa-Carrara]] in cui viene parlato un [[Dialetto carrarese|dialetto settentrionale]] ed includendo l'area della [[Corsica]] settentrionale dove viene parlato il [[dialetto cismontano]].
Il numero di locutori che parlano oggi dialetti di tipo toscano è superiore ai 3.000.000 di persone, contando gli abitanti della [[Toscana|Regione]], con l'esclusione dei territori della [[Romagna toscana]], quelli della [[Lunigiana]] e quelli dell’[[dialetto carrarese|area carrarese]]. Questi ultimi, più per esclusione, sono attribuiti alla famiglia [[lingua emiliano-romagnola|emiliana]], sebbene con forte peculiarità locali e un sostrato ligure, e includendo invece all'area toscanofona la [[Corsica]] settentrionale, dove viene parlato il [[dialetto cismontano]], e l'area dell'[[Umbria]] confinante con la [[Toscana]], dove viene parlato il chianino.
 
Virtualmente, i milioni di persone che parlano italiano sono in grado di comprendere il toscano, proprio perché il fiorentino è il sostrato dell'italiano standard contemporaneo, indipendentemente dal fatto che le caratteristiche fonetiche superficiali degli accenti toscani appaiano troppo "peculiari" rispetto alla pronuncia italiana neutra, spesso tanto ai profani quanto ai glottologi.
Virtualmente ogni italiano è in grado di parlare toscano perché proprio questo dialetto sta alla base dell'[[lingua italiana|italiano moderno]], ad eccezione delle particolarità fonetico-morfologiche tipiche solo dei dialetti toscani.
 
== Caratteristiche deldei dialetti dialetto==
I dialetti toscani presentano caratteristiche uniformi sebbene esistano alcune discrepanze che danno vita a varianti locali.
 
=== Consonanti ===
Il dialetto toscano presenta caratteristiche uniformi sebbene esistano alcune discrepanze che danno vita a vari subdialetti.
{| class=wikitable
|
! Labiovelari
! Bilabiali
! Labiodentali
! Dentali
! Postalveolare
! Palatali
! Velari
!Glottali
|-
! style="text-align: left;" | Nasali
|
| style="text-align:center;" | {{IPA|m}}
| style="text-align:center;"| [<nowiki/>{{IPA|ɱ}}]
| style="text-align:center;"| {{IPA|n}}
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|ɲ}}
| style="text-align:center;"| [<nowiki/>{{IPA|ŋ}}]
|
|-
! style="text-align: left;" | Occlusive
|
| style="text-align:center;" | {{IPA|p}} {{IPA|b}}
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|t}} {{IPA|d}}
|
| style="text-align:center;"| [[Occlusiva palatale sorda|c]]<nowiki/> [[Occlusiva palatale sonora|ɟ]]
| style="text-align:center;"| {{IPA|k}} {{IPA|ɡ}}
|
|-
! style="text-align: left;" | Affricate
|
|
|
| style="text-align:center;"| [[Affricata alveolare sorda|t͡s]] [[Affricata alveolare sonora|d͡z]]
| style="text-align:center;"| [[Affricata postalveolare sorda|t͡ʃ]] [[Affricata postalveolare sonora|d͡ʒ]]
|
|
|
|-
! style="text-align: left;" | Fricative sibilanti
|
|
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|s}} {{IPA|z}}
| style="text-align:center;"| {{IPA|ʃ}} {{IPA|ʒ}}
|
| style="text-align:center;"|
|
|-
!Fricative non sibilanti
|
| style="text-align:center;" | [<nowiki/>{{IPA|ɸ}}] [<nowiki/>{{IPA|β}}]
| style="text-align:center;"| {{IPA|f}} {{IPA|v}}
| style="text-align:center;"| [<nowiki/>{{IPA|θ}}] [<nowiki/>{{IPA|ð}}]
|
|
|[<nowiki/>{{IPA|x}}] [<nowiki/>{{IPA|ɣ}}]
| style="text-align:center;"| [<nowiki/>{{IPA|h}}]
|-
! style="text-align: left;" | Approssimanti
| style="text-align:center;" | {{IPA|w}}
|
|
|
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|j}}
|
|
|-
! style="text-align: left;" | Polivibranti
|
|
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|r}}
|
|
|
|
|-
! style="text-align: left;" | Monovibranti
|
|
|
| style="text-align:center;"| [<nowiki/>{{IPA|ɾ}}]
|
|
|
|
|-
! style="text-align: left;" | Laterali
|
|
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|l}}
|
| style="text-align:center;"| {{IPA|ʎ}}
|
|
|}
 
===Fonetica Vocali ===
{| class="wikitable"
====Gorgia toscana====
!
!Anteriore
!Centrale
!Posteriore
|-
!Alte
| align="center" |{{IPA|i|it}}
|
| align="center" |{{IPA|u|it}}
|-
!Medio-alte
| align="center" |{{IPA|e|it}}
|
| align="center" |{{IPA|o|it}}
|-
!Medio-basse
| align="center" |{{IPA|ɛ|it}}
|
| align="center" |{{IPA|ɔ|it}}
|-
!Basse
|
| align="center" |{{IPA|a|it}}
|
|}
Nella costa (zona Pisano-Livornese) sono usate anche {{IPA|[æ]}}, {{IPA|[ɒ]}} e {{IPA|[ʌ]}} rispettivamente per [ɛ], [a] ed [ɔ] .<ref>{{Cita libro|titolo=Italian pronounciation, Luciano Canepari 1992}}</ref>
 
=== Fonetica e fonologia ===
==== Gorgia toscana ====
{{vedi anche|Gorgia toscana}}
LaIl termine gorgia toscana indica unil passaggio [[allofono|allofonico]] delle [[consonanti occlusive]] [[consonante sorda|sorde]] {{IPA|link=Occlusiva bilabiale sorda|/k/}}, {{IPA|link=Occlusiva dentale sorda|/t/}} e {{IPA|link=Occlusiva bilabiale sorda|/p/}}, che passano a fricative in posizione intervocalicapost-vocalica {{IPA|link=Fricativa glottidale sorda|[h]}}, {{IPA|link=Fricativa dentale sorda|[θ]}}, {{IPA|link=Fricativa bilabiale sorda|[ɸ]}}. Un esempio tipico è lal'articolazione cosiddettadella "aspirazione"{{IPA|link=Occlusiva (inbilabiale realtàsorda|/k/}} spirantizzazione)come della{{IPA|link=Fricativa 'c'glottidale sorda|[h]}} in posizione intervocalica {{IPA|[la ˈhaːsa]}}, per la "casa", [ˈbuːho] "buco".
 
La gorgia trova il suo culmine a [[Firenze]] (dove è molto più marcata che in qualunque altro comune, soprattutto a nord della città e del comune, mentre a sud si affievolisce leggermente) a [[Prato (Italia)|Prato]] e [[Siena]], mentre tende a indebolirsi sia andando verso occidente sia verso oriente fino a diventare fenomeno saltuario nell'aretino e nella zona [[Val di Chiana]]-[[Cortona]] (dove inoltre si risente dell'influenza umbra); persiste invece, ma limitandosi alla sola {{IPA|link=Occlusiva bilabiale sorda|/k/}}, a [[Pistoia]], nella [[Maremma]] (Cecina-Orbetello) e nelle [[Colline Metallifere]] ([[Volterra]]-[[Massa Marittima]]) e scompare nell'area pisana-lucchese-livornese, in cui si ha l'elisione della consonante {{IPA|link=Occlusiva bilabiale sorda|/k/}} in posizione intervocalica ({{IPA|/la ˈkasa/}} a Siena, Firenze, Pistoia, Prato e Grosseto sarà {{IPA|[la ˈhaːsa]}} mentre a Livorno e Pisa sarà {{IPA|[la ˈaːsa]}}). In quest'ultima area essa può tuttavia realizzarsi anche come {{IPA|link=Fricativa velare sorda|/x/}} (ossia fricativa velare sorda), il che avviene in modo più marcato nel vernacolo "della piana" o "di Bua" (si veda la sezione relativa alla suddivisione dei vernacoli toscani).
====Indebolimento di G e C====
 
La gorgia è un fenomeno fonetico-allofonico, cioè di pronuncia dei [[fonema|fonemi]]. Non è un cambiamento fonematico, perché non coinvolge i suoni a livello di struttura delle parole. Di conseguenza la struttura fonematica del fiorentino non ha più consonanti dell'italiano neutro (anzi, ha esattamente gli stessi fonemi dell'italiano). Talora, in grafia dialettale, viene scritto un apostrofo come per indicare che sia caduta la /k/ in casi in cui viene invece pronunciata una [h]: tale grafia "popolare" è però fuorviante, poiché il fonema /k/ non "scompare" mai in fiorentino. Nei casi delle altre consonanti affette dalla gorgia, {{IPA|link=Occlusiva dentale sorda|/t/}} → {{IPA|link=Fricativa dentale sorda|[θ]}} e {{IPA|link=Occlusiva bilabiale sorda|/p/}} → {{IPA|link=Fricativa bilabiale sorda|[ɸ]}}, è sconsigliabile tentare di rappresentarne la pronuncia, se non in [[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]. In grafia dialettale, si dovrà scrivere semplicemente "capitani" per {{IPA|[kaɸiˈθaːni]}}.
Un fenomeno [[fonetica|fonetico]] importante è l'indebolimento intervocalico di ''g dolce'' [[IPA]] {{IPA|[ʤ]}} e di ''c dolce'' [[IPA]] {{IPA|[ʧ]}}, noto come ''attenuazione''.
 
==== Deaffricazione di /ʧ/ e /ʤ/ ====
Tra due vocali (e in assenza di [[rafforzamento fonosintattico]]), la consonante (scempia) ''affricata palatoalveolare sonora'' passa a ''fricativa postalveolare sonora'':
Un altro fenomeno allofonico importante è l'indebolimento intervocalico delle [[consonanti affricate]] comunemente dette ''g palatale'' [[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]] {{IPA|link=Affricata postalveolare sonora|/ʤ/}} e ''c palatale'' IPA {{IPA|link=Affricata postalveolare sorda|/ʧ/}}, chiamato tradizionalmente ''attenuazione''.
 
Tra due vocali (e in assenza di [[rafforzamento fonosintattico]]), la consonante scempia ''affricata postalveolare sonora'' passa a ''fricativa postalveolare sonora'':
<center>{{IPA|[ʤ]}} → {{IPA|[ʒ]}}.</center>
 
<div align="center">{{IPA|link=Affricata postalveolare sonora|/ʤ/}} → {{IPA|link=fricativa postalveolare sonora|[ʒ]}}.</div>
Questo fenomeno è evidente e si può chiaramente sentire nel parlato (ed è diffuso -seppure non con la stessa sistematicità- anche in Umbria): ''la gente'', in italiano standard /{{IPA|la 'ʤɛnte}}/ {{IPA|[la 'ʤɛn:te]}}, si realizza in toscano come {{IPA|[la 'ʒɛn:te]}}.
 
Questo fenomeno è evidente e si può chiaramente sentire nel parlato (ed è diffuso - {{chiarire|seppure non con la stessa sistematicità}} - anche in Umbria e nelle Marche): ''la gente'', in italiano standard /{{IPA|laˈʤɛnte}}/ {{IPA|[laˈʤɛnte]}}, si realizza in toscano come {{IPA|[laˈʒɛnte]}}.
Analogamente, la consonante ''affricata palatoalveolare sorda'' passa a ''fricativa postalveolare sorda'' tra due vocali:
 
Analogamente, la consonante ''affricata postalveolare sorda'' passa a ''fricativa postalveolare sorda'' tra due vocali:
<center>{{IPA|/ʧ/}} → {{IPA|[ʃ]}}.</center>
 
<div align="center">{{IPA|link=Affricata postalveolare sorda|/ʧ/}} → {{IPA|link=fricativa postalveolare sorda|[ʃ]}}.</div>
Così, ''la cena'', in italiano standard /{{IPA|la 'ʧena}}/ {{IPA|[la 'ʧe:na]}}, in toscano diviene {{IPA|[la 'ʃe:na]}}.
 
Così, ''la cena'', in italiano standard /{{IPA|laˈʧena}}/ {{IPA|[la ˈʧeːna]}}, in toscano diviene {{IPA|[laˈʃeːna]}}.
====Affricazione di S====
 
Dato che in toscano (e anche in italiano standard) il fonema {{IPA|link=fricativa postalveolare sorda|/ʃ/}}, rappresentato dal digrafo ''sc'', è sempre geminato in posizione post-vocalica, non può avvenire confusione a livello fonologico tra i suoni espressi: ''pesce'', in italiano standard e toscano: {{IPA|[ˈpeʃːe]}}; ''pece'', in italiano standard: {{IPA|[ˈpeːʧe]}}, in toscano: {{IPA|[ˈpeːʃe]}}. Nel caso del fono {{IPA|link=fricativa postalveolare sonora|[ʒ]}} non può avvenire alcuna confusione dato che la geminata (di e.g. ''legge'', ''poggio'') viene realizzata come affricata [ʤː], non fricativa *[ʒː].
Un fenomeno comune a tutta la Toscana (ad eccezione delle zone di Firenze e Prato) è la trasformazione della ''s sibilante'' dalla ''fricativa dentale'' [[IPA]] {{IPA|[s]}} all'''affricata dentale'' [[IPA]] {{IPA|[ʦ]}} quando preceduta da /r l n/.
 
==== Affricazione di /s/ ====
<center>{{IPA|/s/}} → {{IPA|[ʦ]}}.</center>
Un fenomeno comune a tutta la Toscana (ad eccezione delle zone di Firenze e Prato) è il passaggio della [[fricativa]] {{IPA|link=Fricativa alveolare sorda|/s/}} ad affricata quando preceduta da {{IPA|link=Vibrante alveolare|/r/}}, {{IPA|link=Laterale approssimante alveolare|/l/}}, {{IPA|link=Nasale alveolare|/n/}}.
 
<div align="center">{{IPA|link=Fricativa alveolare sorda|/s/}} → {{IPA|link=Affricata alveolare sorda|[ʦ]}}.</div>
Ad esempio, "il sole", che in italiano standard si pronuncia {{IPA|[il 'sole]}}/, in toscano non-fiorentino suona {{IPA|[il 'ʦole}}]; il fenomeno è presente anche dopo di una consonante, come in ''"falso"''.
Si tratta di un fenomeno diffuso in tutta l'Italia centromeridionale, in alcune parti della quale si può avere anche sonorizzazione di {{IPA|/ʦ/}}.
 
Ad esempio, "il sole", che in italiano standard si pronuncia {{IPA|[ilˈsoːle]}}/, in toscano non-fiorentino suona {{IPA|[ilˈʦoːle}}]; il fenomeno è presente anche dopo di una consonante, come in ''"falso"''.
====Monottongazione di ''uò''====
Si tratta di un fenomeno diffuso in tutta l'Italia centromeridionale, in alcune parti della quale si può avere anche sonorizzazione di {{IPA|link=Affricata alveolare sorda|[ʦ]}}.
 
==== Elisione di /wɔ/ in /ɔ/ ====
Questo fenomeno coinvolge il dittongo (ascendente, accentato, finale di sillaba) ''uò'' ([[IPA]] /'<sup>#</sup>…{{IPA|wɔ}}<sup>#</sup>/), che proviene da un fonema latino unico ''ŏ'' /{{IPA|ɔ}}/ e che si monottonga a sua volta in toscano moderno, così che:
Questo fenomeno coinvolge la sequenza {{IPA|wɔ}}, che proviene da un fonema latino unico ''ŏ'' ({{IPA|link=Vocale posteriore semiaperta arrotondata|/ɔ/}}), che perde la {{IPA|/w/}} in toscano moderno, così che:
 
<div align="center">/{{IPA|ɔ}}/link=Vocale {{IPAposteriore semiaperta arrotondata|[/ɔ]/}} → (/{{IPA|wɔ}}/link=Approssimante {{IPAlabiovelare sonora|[/:]/}} →) /{{IPA|ɔ}}/link=Vocale {{IPAposteriore semiaperta arrotondata|[/ɔ:]/}}.</centerdiv>
 
Così:
 
Il [[Lingua latina|latino]] ''bŏnum'' /{{IPA|'bɔnʊ̃/ˈbɔnʊ̃/}}/ diventa (in (fiorentino trecentesco e quindi in) italiano) ''buono'' /{{IPA|'bwɔno/ˈbwɔno/}}/, ma in toscano (moderno) torna a ridursi a ''bônobòno'' /{{IPA|'bɔno/ˈbɔno/}}/ (in realtà, la forma "ridotta" {{IPA|link=Vocale posteriore semiaperta arrotondata|/ɔ/}}, in toscano, è sempre coesistita a livello popolare con quellala dittongatasequenza {{IPA|/wɔ/}}).
 
'''Trasformazione di /gj/+vocale in /dj/+vocale'''
Si hanno quindi:
* ''uomo'' → '''omo'''
* ''uovo'' → '''ovo'''
* ''aiuole'' → '''aiole'''
* ''lenzuola'' → '''lenzola'''
* ''pezzuola'' → '''pezzola'''
* ''tuono'' → '''tono'''
* ''tuonare'' → '''tonare'''
* ''suono'' → '''sono'''
* ''suonare'' → '''sonare'''
 
Comune in vari vernacoli è la mutazione del gruppo ''ghi''+vocale in ''di''+vocale, ad es. "ghiaccio"→"diaccio".
 
==== Trasformazione di /skj/+vocale in /stj/+vocale ====
====Sostituzioen della ''l'' con ''r''====
In Toscana il gruppo ''schi'' diviene ''sti'', ad es. [[Schiacciata (gastronomia)|''schiacciata'']] si dice ''stiacciata''.
 
==== Rotacismo ====
Il varie parole la "L" è sostituita totalmente dalla "R"
 
Nella costa tirrenica e nell'aretino {{IPA|/l/}} seguito da consonante diviene {{IPA|/r/}}, similmente a come accade in alcune zone del [[Lazio]]. Es. ''altro'' → ''artro'', ''albero'' → ''arbero'', e l'articolo ''il'' passa a ''ir''.
* ''falso'' → '''farso'''
* ''polpo'' → '''porpo'''
* ''polpetta'' → '''porpetta'''
* ''salsa'' → '''sarsa'''
* ''calzino'' → '''carzino'''
* ''calcio'' → '''carcio'''
* ''caldo'' → '''cardo'''
* ''molto'' → '''morto'''
 
===Sintassi===
 
=== Sintassi ===
Non si riconoscono nel dialetto toscano fenomeni [[sintassi|sintattici]] particolari diversi dall'[[lingua italiana|italiano standard]].
 
=== Morfologia ===
'''Articolo determinativo davanti ai nomi propri'''
====''Tu'' e ''Te''====
 
Oltre che nei dialetti non toscani come quelli parlati in buona parte della [[provincia di Massa-Carrara]] {{sf|(eccetto Massa e Montignoso, poste in una situazione simile all'alta Garfagnana, come dimostrato recentemente da [[Daniele Vitali (glottologo)]]}}) o dei territori amministrativamente toscani posti oltre il crinale appenninico, anche in garfagnino-versiliese, [[Dialetto pistoiese|pistoiese]], pratese e in numerose varianti del fiorentino (eccettuate quelle parlate nell'Empolese e in una parte della Val di Pesa) è tipico l'utilizzo dell'articolo determinativo davanti ai nomi propri femminili, caratteristica diffusa anche nel Nord, ma non è usuale apporlo ai nomi maschili. Tale caratteristica manca in [[Dialetto lucchese|lucchese]] (se non in valdinievolino), senese, grossetano, amiatino ecc.
* in italiano: ''non vedo Elisa da molto tempo''
* nelle suddette varianti di toscano: '''un vedo l'Elisa da di mórto/parecchio tempo''
 
'''Tu'' e ''Te'''
 
In toscano, come in parecchie varietà settentrionali dell'italiano, è d'uso corrente il pronome '''te''' anche al nominativo/soggetto, in luogo dell'italiano standard '''tu'''. Unica eccezione è l'uso della forma "tu" con il congiuntivo, obbligatorio con la seconda persona singolare. Esempio: " Non voglio che tu lo faccia".
 
* in italiano standard: ''tu andresti?fai pena''
* in toscano occidentale: ''te c'andresti?fa(i) pena''
* in toscano fiorentino: (te) ''tu fa' pena''
 
Nel fiorentino viene usato il pronome ''tu'' molto spesso nelle frasi.
* in italiano: ''ma che fai?''
* in toscano fiorentino: ''ma che tu fai?'', o anche: ''ma i'cheicche tu fai?''
 
Si dà inoltre il caso di due pronomi soggetto, in cui il primo è forma libera, il secondo un clitico: ''te tu devi fare...''. (come in francese " toi, tu dois faire ").
 
====Doppio pronome"Non" dativo====
In buona parte della Toscana la negazione "non" viene modificata in " 'un".
 
* in italiano: Non mi piace questa bistecca
Fenomeno morfologico, citato anche da [[Alessandro Manzoni]] nel suo "[[I promessi sposi]]", è il '''raddoppiamento del pronome personale dativo'''.
* in toscano fiorentino: La 'un mi garba questa braciola
 
Eccezione: si usa la forma "non" davanti a nomi, pronomi, aggettivi, avverbi, e in generale a qualsiasi parola e frase in citazione. Esempio:
Nel porre un pronome personale al ''complemento di termine'' (''a qualcosa, a qualcuno''), chiamato anche ''caso dativo'' con un verbo, l'italiano standard si serve di una ''preposizione + pronome'', '''a me''', o di una forma sintetica di derivazione latina, '''mi'''. Il toscano si serve di entrambi nella frase come rafforzamento del dativo/complemento di termine:
"Non questo, ma quello".
 
==== Doppio pronome dativo ====
* in italiano: [''a me piace''] o [''mi piace'']
Fenomeno morfologico, citato anche da [[Alessandro Manzoni]] nel suo romanzo ''[[I promessi sposi]]'', è il raddoppiamento del pronome personale dativo.
* in toscano: [''a me mi piace''] oppure [''a me mi garba'']
 
Nel porre un [[pronome personale]] al complemento di termine, chiamato anche caso dativo con un verbo, l'italiano standard si serve di una ''preposizione + pronome'', ''a me'', o di una forma sintetica, ''mi''. Il toscano si serve di entrambi nella frase come rafforzamento del dativo/complemento di termine:
Questa forma è diffusa in tutto il Centro-Sud, non solo in Toscana, e fino a non a molto tempo fa veniva considerata ridondante se non addirittura scorretta in italiano standard, poiché una forma del pronome rende inutile l'altra. Tuttavia, oggigiorno i grammatici tendono a rivalutare questo costrutto, che non viene considerato nemmeno più un [[pleonasmo]]. Un fenomeno simile si trova anche, per dire, nella [[lingua macedone]], dov'è obbligatorio date certe condizioni; e si trova anche in altre lingue romanze, come in spagnolo (''a mi me gusta''). Si veda in proposito [http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4096&ctg_id=44 questa scheda] dell'[[Accademia della Crusca]].
 
* in italiano: ''a me piace'' o ''mi piace''
In alcuni dialetti si può sentire anche il '''doppio pronome accusativo''' ('''''me mi vedi'''''), ma è una forma antiquata e di scarso uso comune.
* in toscano: ''a me mi piace'' oppure ''a me mi garba''
 
Questa forma è diffusa in tutto il Centro-Sud, non solo in Toscana, ed è considerata ridondante e scorretta in italiano standard. Tuttavia, alcuni linguisti tendono a rivalutare questo costrutto. [[Aldo Gabrielli]] scrive in proposito: «Non è errore, non è da segnare con matita blu, e nemmeno con matita rossa. Qui pure si tratta semplicemente d'uno di quei casi in cui la grammatica concede l'inserzione in un normale costrutto sintattico di elementi sovrabbondanti al fine di dare alla frase un'efficacia particolare, un particolare tono. È insomma uno dei tanti accorgimenti stilistici di cui tutte le lingue fanno uso»<ref>{{cita|Gabrielli 1977}}.</ref>. Un fenomeno simile si trova anche nella [[lingua veneta]], nella [[lingua macedone]], dov'è obbligatorio date certe condizioni, e nella [[lingua bulgara]]; si trova anche in altre lingue romanze, come in spagnolo dove l'espressione ''a mí me gusta'' è d'uso comune. Anche il linguista [[Giovanni Nencioni]], presidente dell'[[Accademia della Crusca]], ha affermato che questa forma adempie una sua specifica funzione comunicativa nell'italiano parlato, ed è utilizzabile in contesti opportuni.<ref>{{cita web|url=http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/forma-corretta|titolo=A me mi: è una forma corretta?|editore=Accademia della Crusca}}</ref>
====Noi + ''Si'' impersonale====
 
In alcuni dialetti si può sentire anche il doppio pronome accusativo (ad esempio ''me mi vedi''), ma è una forma antiquata e di scarso uso comune.
Un fenomeno [[morfologia|morfologico]] diffuso nell'intero dialetto toscano è l'uso personale del '''Si''' in forma '''impersonale''' (da non confondersi con il ''Si passivante'' ed il ''Si riflessivo'')
 
==== Noi + ''Si'' impersonale ====
In particolare, oltre alla forma regolare di prima persona plurale per tutti i verbi, è possibile usare anche la costruzione '''''Si''''' + '''''Verbo in terza persona singolare''''', a cui può venire preposto anche il pronome soggetto di prima persona plurale '''''Noi''''', poiché il "''si''" viene sentito ormai come parte integrante della coniugazione del verbo.
 
Un fenomeno [[morfologia (linguistica)|morfologico]] diffuso nell'intero territorio dialettale toscano (e comune alla lingua francese) è l'uso personale del ''si'' in forma "impersonale" (da non confondersi con il "[[si passivante|''si'' passivante]]" e il "''si'' riflessivo").
* italiano: [''Andiamo a mangiare''], [''Noi andiamo là'']
* toscano: [''Si va a mangià''], [''Noi si va là'']
 
In particolare, oltre alla forma regolare di prima persona plurale per tutti i verbi, è possibile usare anche la costruzione ''si'' + verbo in terza persona singolare, a cui può venire preposto anche il pronome soggetto di prima persona plurale '''noi'', poiché il "si" viene sentito come parte integrante della coniugazione del verbo.
Il fenomeno avviene in tutti i tempi verbali, compresi quelli composti. Qui, la sostituzione di ''noi'' con ''si'' porta con sé l'uso del verbo '''essere''' come ausiliare, anche se il verbo richiederebbe ''avere'' come ausiliare. Inoltre il participio passato deve accordarsi col soggetto in genere e numero se il verbo di per sé avrebbe avuto '''essere''' come ausiliare, mentre non si accorda se in genere avrebbe richiesto il verbo '''avere'''.
 
* italiano:[ ''AbbiamoAndiamo mangiatoa mangiare'', ''Noi alandiamo ristorante'']
* toscano: ''Si va a mangià (oppure magnà) ''', ''Noi si va là'' (in fiorentino ''si va a mangiare'', dato che in questa posizione non si ha il troncamento dell'infinito)
* toscano: [''S'è mangiato al ristorante'']
* francese: ''On mange quelque chose'', ''Nous, on mange quelque chose''
 
Il fenomeno avviene in tutti i tempi verbali, compresi quelli composti. Qui, la sostituzione di ''noi'' con ''si'' porta con sé l'uso del verbo ''essere'' come ausiliare, anche se il verbo richiederebbe ''avere'' come ausiliare. Inoltre il participio passato deve accordarsi col soggetto in genere e numero se il verbo di per sé avesse avuto ''essere'' come ausiliare, mentre non si accorda se in genere avesse richiesto il verbo ''avere'' (come per il [[si passivante]] e il ''si impersonale'': ''si è detto, si sono detti''). In francese l'ausiliare rimane regolare e il participio passato deve accordarsi col soggetto in genere e numero se l'ausiliare del verbo è "essere".
Generalmente ''Si'' diventa '''S<nowiki>'</nowiki>''' davanti ad '''è'''.
 
* italiano: ''Abbiamo mangiato al ristorante''
===="Fare" ed "Andare"====
* toscano fiorentino: ''S'è mangiato a i' rristorante''
* toscano pisano: ''S'è mangiato aristorante'' (tutto attaccato) (l'occidentale ha come articolo ''er'', ''ir'', ''el'' ecc.)
* francese: ''On a mangé au restaurant'', ''(Nous) On est partis très tôt''
 
Generalmente ''si'' si elide davanti ad ''è'' (S<nowiki>'</nowiki>).
Un altro fenomeno morfologico molto presente nel toscano è l<nowiki>'</nowiki>'''abbreviazione''' delle prime persone singolari al presente di '''''fare''''', '''''andare'''''.
 
L'uso del si impersonale al posto del noi evita in toscano l'ambiguità tra indicativo e il congiuntivo (che invece si crea in italiano standard) poiché ''(noi) si mangia'' e ''che si mangi'' sono forme distinte mentre l'italiano ha ''mangiamo'' sia per l'indicativo sia per il congiuntivo.
 
Con questa forma scompaiono i pronomi personali lo, la, li e le, ad esempio la frase la abbiamo presa diventa ''s'è presa,'' mentre li abbiamo presi diventa ''s'ènno presi/si so' presi.''
 
==== "Fare" e "andare" ====
 
Un altro fenomeno morfologico molto presente nel toscano (ma comune anche ad altri dialetti) è la forma breve delle prime persone singolari al presente di "fare" e "andare".
 
* Fare: ''faccio'' = '''fo'''
* Andare: ''vado'' = '''vo'''
 
Queste abbreviazioniforme brevi dei verbi sono dovute al continuo uso di queste forme nella lingua parlata, fatto che ha provocato una perdita dei suoni interni tra la prima consonante e la desinenza personale '''-o''' nel caso di ''vado'', e poi regolarizzazione del [[paradigma]] per ''faccio'', presumibilmente sul modello:
 
*Latino: ''sapio'' → Italiano '''so'''
 
* Latino: ''sapio'' → italiano '''so'''
Inoltre ha presumibilmente influito l<noinclude>'</noinclude>''analogia'' con le forme della seconda e della terza persona singolare degli stessi verbi, che presentano forme ridotte rispetto al resto della coniugazione del verbo:
 
==== Arcaismi (verbo diventare) ====
* Fare: ...''fai, fa''...
In alcune aree della toscana centro occidentale (area del pisano) si usano tuttora forme arcaiche o ricercate di alcuni verbi. Ad esempio il verbo "diventare" è usato nella sua forma arcaica/poetica "doventare".
* Andare: ...''vai, va''...
* italiano: '''diventa''' rosso
* livornese/pisano: '''doventa''' rosso
 
==== Aggettivi possessivi ====
 
Altro fenomeno morfologico prevalente nel toscano è la '''perdita delle desinenze di genere e numero''' degli aggettivi possessivi delle tre persone singolari '''in posizione [[proclitica''']]:
 
* ''mio, mia, miei, mie'' → '''mi'''',
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Il fenomeno appare come simile a quello che ha portato alla formazione degli aggettivi possessivi spagnoli (che hanno forma identica).
 
I ''pronomi possessivi'' non risentono di questo fenomeno, come gli aggettivi stessi se posti dopo il verbo o il nome:
 
In toscano, quindi: ''la casa è mia'', ''a casa mia'', ma ''la mi' casa''.
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Tuttavia quando l'aggettivo possessivo viene usato in funzione prepositiva, o come pronome possessivo dopo il verbo, la forma plurale presenta forme alternative:
 
* italiano standard: ''QuestePrendo cose sonole '''mie'''
* toscano: ''Queste cose sono '''mia''''' o più contratto: ''Queste cosePrendo le son '''mia'''''
* italiano standard: Non sono affari '''tuoi'''
 
* italiano standard: ''Non sono affari tuoi''
* toscano: '''Un sono affari '''tua'''''
 
L'origine di queste forme plurali alternative è da attribuire alla forma latina neutra plurale, '''''mea''''', '''''tua''''', '''''sua''''', che in italiano standard scompare, mentre in toscano è sopravvissuta; forme di altro tipo sono da attribuire all'''analogia'' con altre forme.
 
Per indicare un avvenimento accaduto a noi stessi viene usato '''m’è'''
====Articolo determinativo maschile====
Una caratteristica morfo-fonologica che suddivide i dialetti toscani riguarda l'articolo determinativo maschile singolare "''il''". Nella zona della parlata fiorentino-pratese, fino a [[Pistoia]], esclusa, e fino a [[San Miniato]], inclusa, ed anche nella zona del [[Monte Amiata]], la consonante liquida {{IPA|[l]}} cade, allungando (raddoppiando) la consonante successiva.
 
* In italiano: mi è morto il gatto, ha voluto attraversare la strada
* il cane → i'cane {{IPA|[ˌikˈkane]}}
* in toscano sampierano: m’è morto i' gatto, gli ha vorsuto attraversare...
* il sole → i'sole {{IPA|[ˌisˈsole]}}
 
==== Articolo determinativo maschile ====
In tal modo l'articolo non forma più legami con le preposizioni, ma solo con il suo sostantivo:
Una caratteristica morfo-fonologica che suddivide i dialetti toscani riguarda l'articolo determinativo maschile singolare "''il''". Nella zona della parlata fiorentino-pratese, fino a [[Pistoia]], esclusa, e fino a [[San Miniato]], inclusa, e scendendo a sud fino a [[San Gimignano]], [[Poggibonsi]] e alcune zone della [[Val d'Elsa]], la consonante liquida {{IPA|[l]}} cade, allungando (raddoppiando) la consonante successiva.
 
* nelil barcane ne i'bar cane {{IPA|[ne ˌibˈbarikˈkaːne]}}
* alil ristorantesole a i'ristorante sole {{IPA|[ˈa ˌirˈristoranteisˈsoːle]}}
 
In tal modo l'articolo non forma più legami con le preposizioni, ma solo col suo sostantivo:
Si riesce a distinguere dal corrispondente articolo determinativo maschile plurale, perché quest'ultimo non provoca il raddoppiamento:
 
* i'nel bar {{IPA|[ˌibˈbar]}} / n'i' bar {{IPA|[ˈi ˈbarnibˈbar(re)]}}
* al ristorante → a i'ristorante {{IPA|[airˌristoˈrante]}}
* i'cane {{IPA|[ˌikˈkane]}} / i cani {{IPA|[ˈi ˈhani]}} (qui addirittura si distingue per l'effetto della [[gorgia toscana]])
 
Si riesce a distinguere dal corrispondente articolo determinativo maschile plurale, perché quest'ultimo non provoca il raddoppiamento, inoltre spesso al posto della "i" è usata la vocale "e":
Nei dialetti della Toscana occidentale invece la liquida {{IPA|[l]}} subisce spesso [[rotacismo]] ({{IPA|[l]}} → {{IPA|[r]}}), ad eccezione se seguita da un'altra {{IPA|[l]}}:
 
* ili'bar cane{{IPA|[ibˈbar(re)]}} / iri-e canebar {{IPA|[ˈiriˈbar(ri)]}}, ˈkane{{IPA|[eˈbar(ri)]}}
* i'cane {{IPA|[ikˈkaːne]}} / i-e cani {{IPA|[iˈhaːni]}}, {{IPA|[eˈhaːni]}} (qui addirittura si distingue per l'effetto della [[gorgia toscana]])
* il sole → ir sole {{IPA|[ˈir ˈʦole]}}
 
Nell'area occidentale invece la liquida {{IPA|[l]}} subisce spesso [[rotacismo]] ({{IPA|[l]}} → {{IPA|[ɾ]}}), ad eccezione se seguita da un'altra {{IPA|[l]}}:
Quest'ultimo fenomento è variamente diffuso, soprattutto sulla costa.
 
* il cane → ir cane {{IPA|[iɾˈkane]}}
====Perdita di "-re"====
* il sole → ir sole {{IPA|[iɾˈʦole]}}
 
Quest'ultimo fenomeno è variamente diffuso, soprattutto sulla costa (Livorno e Pisa).
 
Nella parte orientale (area aretina escluso Valdarno Superiore) ed anche nella parte nord occidentale (Versilia), la vocale "i" cade:
 
* il cane → 'l cane {{IPA|[lːkaːne]}}
* il sole → 'l sole {{IPA|[lːsoːle]}}
 
==== Perdita di "-re" ====
 
Un altro fenomeno morfologico, di origine dubbia ma quasi sicuramente non toscana, è la perdita della desinenza '''-re''' dell'infinito.
 
* ''andàre'' → '''andà'''
* ''pèrdere'' → '''pèrde''''
* ''finìre'' → '''finì'''
* ''mangiàre'' → '''mangià'''
Riga 225 ⟶ 378:
Caratteristica importante di questa perdita è che l'accento rimane sulle posizioni precedenti, e non si sposta sulla nuova penultima sillaba, differenziando spesso la nuova forma dalla terza persona singolare dell'indicativo presente.
 
Le forme risultanti sono [[Cogeminazione|cogeminanti]] quando ''ultimali'' (i.e. quando l'accento d'intensità cade sull'ultima sillaba), il che si spiega postulando una forma intermedia in ''-r''.
 
Questo fenomeno '''non''' si riscontra nelle zone di Firenze e Prato, '''tranne''' che all'interno di frase.
 
Nel verbo all'infinito seguito da particella pronominale la /r/ finale del verbo viene [[Assimilazione (linguistica)|assimilata]] alla consonante iniziale dell'elemento [[Clitico|enclitico]].
====Altre variazioni sui verbi====
 
* ''lavarsi'' → '''lavassi'''
Nel verbo all'infinito seguito da particella pronominale la ''r'' finale del verbo sparisce e raddoppia la lettera iniziale del pronome.
 
* ''lavarsi'' → '''lavassi'''
* ''lavarmi'' → '''lavammi'''
* ''lavarti'' → '''lavatti'''
Riga 239 ⟶ 390:
* ''lavarvi'' → '''lavavvi'''
 
Nei verbi riflessivi all'infinito della seconda coniugazione si ha la scomparsa non solo della ''r'' ma dell'intero gruppo ''er'' il quale viene sostituito da una ''i''.
 
* ''permettersi'' → '''permettisi'''
Il verbo del participio passato spesso subisce particolari variazioni, esempi più comuni:
* ''permetterti'' → '''permettiti'''
* ''permettermi'' → '''permettimi'''
* ''permetterci'' → '''permettici'''
* ''permettervi'' → '''permettivi'''
* ''permettergli'' → '''permettigli'''
 
'''Passato remoto'''
* ''è piovuto'' → '''è piouto'''
* ''ho bevuto'' → '''ho beuto'''
* ''c'è voluto'' → '''c'è vorsuto'''
* ''non ha potuto'' → '''u' na' potuo'''
 
Caratteristica di molti verbi toscani coniugati al passato remoto è la desinenza in -''iede'', al posto dell'italiano -''ette'' e talvolta -''onno'', al posto di -''erono/arono/irono'' ecc.:
 
Noi andammo al mare→ ''No' s'andiede ai' mmare.''
Altre forme dialettali, molto ricorrenti nel quotidiano, in particolare a Firenze e limitrofi:
 
Loro andarono al mare→ ''Loro gli andonno/andettero/andiedero ai' mmare.''
* ''noi andammo'' → '''s'andiede'''
* ''loro andarono'' → '''gl'andonno''' o anche '''gli andonno'''
* ''andiamo ?'' → ''' ke s'a ire ?'''
* ''andiamo!'' → ''' 'gnamo !'''
* ''mi telefonarono'' → '''mi telefononno'''
* ''mi hai capito ? (che hai inteso?)'' → ''' ke a 'nteso?'''
 
== Suddivisione dei vernacoli toscani ==
I dialetti di tipo toscano costituiscono un insieme di varianti minori locali, detti vernacoli, con differenze minime tra di essi ma comunque sufficientemente evidenti<ref>La sezione "Suddivisione dialettale" è redatta in base a Silvia Calamai, ''[http://www.pannostrale.it/Silvia_Calamai_Toscana_dialettale_PanNostrale.pdf La Toscana dialettale. Un percorso bibliografico tra suoni, forme e parole]'' (pdf), 2007.</ref>.
 
Nel [[Medioevo]] i vernacoli principali erano quattro: [[Firenze|fiorentino]], [[Siena|senese]], [[Lucca|lucchese]] e toscano orientale, situazione descritta anche da [[Dante Alighieri]] nel ''[[De vulgari eloquentia]]'' che li identificò come fiorentino, senese, lucchese e [[Arezzo|aretino]].
==Epressioni, termini e parole di uso comune==
 
Nel [[XVI secolo]] il panorama vernacolare si complica perché, secondo quanto descritto da [[Claudio Tolomei]] ne ''Il Cesano'', praticamente ogni borgo aveva il proprio vernacolo che si distingueva da quelli vicini per differenze sottili nell'accento e nel lessico, tanto sottili che un non toscano non le avrebbe colte, e cita come esempi i parlari di [[Arezzo]], [[Volterra]], [[Siena]], [[Firenze]], [[Pisa]], [[Pistoia]], [[Lucca]], [[Cortona]].
Diverse sono le parole che si usano maggiornmente e si sostiuiscono ad altri termini sempre italiani, ad esempio si usa molto più sudicio che sporco.
 
Nel [[XIX secolo]], in base agli studi di [[Carl Ludwig Fernow]], [[Johann Christoph Adelung]] e [[Ludwig Gottfried Blanc]], i vernacoli principali erano sei: fiorentino, senese, [[Dialetto pistoiese|pistoiese]], pisano, lucchese e aretino. Questa suddivisione venne affinata da [[Francesco Cherubini]] che individuò fiorentino, senese, pisano proprio, lucchese, [[Garfagnana|garfagnino]], [[Dialetto pistoiese|pistoiese]], [[pescia]]tino, pratese, [[Livorno|livornese]], [[isola d'Elba|elbano]], aretino, [[Cortona|cortonese]], [[Maremma grossetana|maremmano]], volterrano, [[lingua corsa|corso]].
* ''sporco'' → '''sudicio'''
Nella seconda metà del [[XX secolo]], [[Giovan Battista Pellegrini]] nella sua ''Carta dei dialetti d'Italia'' (1977) individuò:
* ''papà'' → '''babbo'''
:I. [[Vernacolo fiorentino|fiorentino]]
* ''quel/quello'' → '''codesto'''
:II. [[Vernacolo senese|senese]]
* ''aggiustare'' → '''riaccomodare'''
* ''asino'' → '''ciuco'''
* ''scooter'' → '''motorino'''
* ''piacere'' → '''garbare'''
* ''togliere'' → '''levare'''
* ''nulla/niente'' → '''punto'''
* ''carino'' → '''bellino'''
* ''figlio'' → '''figliolo'''
* ''giacca'' → '''giubba'''
* ''giubbotto'' → '''brusotto'''
 
Esempio:
''Togliti quel giubbotto è sporca e poi non mi piace per nulla come ti sta adosso''
'''Levati codesto brusotto è sudicio e poi non mi garba punto come ti sta adosso'''
 
 
 
Rare le parole prettamente dialettali - in particolare nell'area Fiorentina - che rimangono per lo più sempre termini della lingua italiana, ma antiquati o desueti, addirittura arcaici:
 
* ''pranzo/pranzare'' → '''desinare'''
* ''mento'' → '''bazza'''
* ''specchio'' → '''spera'''
 
Esempio:
''Papà, prima di andare a pranzo, finisci di aggiustare il mio scooter ?''
'''Babbo, prima che tu vai a' desinare, che mi finisci di riaccomodare i' mi' motorino ?'''
 
==Suddivisione dialettale==
Il dialetto toscano è un insieme di dialetti minori locali, detti vernacoli, con differenze minime tra di essi ma comunque sufficientemente evidenti<ref>La sezione "Suddivisione dialettale" è redatta in base a Silvia Calamai, ''[http://www.pannostrale.it/Silvia_Calamai_Toscana_dialettale_PanNostrale.pdf La Toscana dialettale. Un percorso bibliografico tra suoni, forme e parole]'' (pdf), 2007.</ref>.
 
Nel [[Medioevo]] i vernacoli principali erano quattro: [[Firenze|fiorentino]], [[Siena|senese]], [[pisa]]no-[[Lucca|lucchese]] e toscano orientale, situazione descritta anche da [[Dante Alighieri]] nel ''[[De vulgari eloquentia]]'' che li identificò come fiorentino, senese, lucchese e [[Arezzo|aretino]].
 
Nel [[XVI secolo]] il panorama vernacolare si complica perché, secondo quanto descritto da [[Claudio Tolomei]] ne ''Il Cesano'', praticamente ogni borgo aveva il proprio vernacolo che si distingueva da quelli vicini per differenze sottili nell'accento e nel lessico, tanto sottili che un non toscano non le avrebbe colte, e cita come esempi i parlari di Arezzo, [[Volterra]], Siena, Firenze, Pisa, [[Pistoia]], Lucca, [[Cortona]].
 
Nel [[XIX secolo]], in base agli studi di [[Carl Ludwig Fernow]], [[Johann Christoph Adelung]] e [[Ludwig Gottfried Blanc]], i vernacoli principali erano sei: fiorentino, senese, pistoiese, pisano, lucchese e aretino. Questa suddivisione venne affinata da [[Francesco Cherubini]] che individuò fiorentino, senese, pisano proprio, [[Sassari|sassarese]] (un vernacolo pisano), lucchese, [[Garfagnana|garfagnino]] (affine al lucchese), pistoiese, [[pescia]]tino, [[Prato|pratese]], [[Livorno|livornese]], [[isola d'Elba|elbano]], aretino, [[Cortona|cortonese]], [[Maremma grossetana|maremmano]], volterrano, [[lingua corsa|corso]], [[Massa (Italia)|massese]].
 
Nella seconda metà del [[XX secolo]], [[Giovan Battista Pellegrini]] nella sua ''Carta dei dialetti d'Italia'' (1977) ha individuato:
:I. fiorentino
:II. senese
:III. toscano occidentale
::IIIa. pisano-livornese-elbano
::IIIb. pistoieselivornese
::IIIc. luccheseelbano
::IIId. [[Dialetto pistoiese|pistoiese]]
::IIIe. [[Dialetto lucchese|lucchese]]
::IIIf. piombinese
:IV. aretino
:V. [[Grosseto|grossetano]]-[[Monte Amiata|amiatino]]
:VI. [[Alpi Apuane|apuano]]
 
Tale situazione è stata ancor più affinata da Luciano Giannelli (''Toscana'', 1976, ma aggiornata nel 2000) che individua:
* [[Vernacolo fiorentino|fiorentino]]: parlato a Firenze e provincia (esclusa la [[Romagna toscana]]; a [[Empoli]], [[San Miniato]] e dintorni si parla una varietà del fiorentino leggermente differente che risente in maniera determinante delle influenze del dialetto parlato lungo tutta la val d'Elsa di cui [[Empoli]] è linguisticamente la propaggine più orientale ed elemento di confine con il dialetto fiorentino strettamente inteso), in alcuni comuni della provincia di Prato, in parte della provincia di Pistoia ([[Montale (Italia)|Montale]], [[Agliana]], [[Quarrata]]), nel Valdarno (a partire da [[Terranuova Bracciolini]] e [[Montevarchi]]) e in parte del [[Chianti (regione)|Chianti]].
* fiorentino
* [[Vernacolo senese|senese]]: parlato a Siena e provincia fino a [[Castiglione d'Orcia]] (inclusa) e fino a [[Sinalunga]] (inclusa). Questa è la varietà più vicina all'italiano standard con deviazioni dialettali meno vistose e meno frequenti, anche rispetto al fiorentino.<ref name="calamai"/>
* senese
* [[Dialetto lucchese|lucchese]]: parlato a [[Lucca]] e provincia a Sud della Valfreddana (compresa) e della Valdilima (esclusa) nonché nella parte centrale del comune di [[Massarosa]].
* pisano-livornese
* [[Vernacolo pisano|pisano]]-[[Vernacolo livornese|livornese]]: parlato lungo la costa settentrionale da [[Cecina (Italia)|Cecina]] a [[Livorno]], e nell'immediato interno a [[Pisa]] e provincia fino al comune di [[Cascina (Italia)|Cascina]], dopo il quale si parla il "vernacolo della piana" o "di Bua" che riguarda i comuni di [[Calcinaia]], [[Pontedera]] e [[Ponsacco]], e resiste verso sud fino a [[Lajatico]] e [[Peccioli]]. Fa, poi, eccezione (inclusa l'area di Uliveto Terme) il quadrangolo Orentano-Bientina-Buti-Vico, ove si parla il "vernacolo di sottomonte", una forma di transizione vernacolare tra dialetto Pisano arcaico (con più enfasi su certe consonanti tra vocali, talvolta geminandole, di quello moderno urbano), Lucchese rurale e Fucecchiese (parlata vagamente "fiorentinoide", volendo affine ma non identica al [[Montopoli in Val d'Arno|Montopolino]])
* lucchese
* [[Dialetto pistoiese|pistoiese]]: parlato a [[Pistoia]] e provincia, ad est di [[Serravalle Pistoiese|Serravalle]] e ad ovest di Montale, Agliana e Quarrata, nonché, con varianti, nell'alta Valdilima.
* elbano
*[[Vernacolo valdinievolino|valdinievolino]]: parlato in [[Valdinievole]], in provincia di Pistoia, peculiare incontro di lucchese, pisano, pistoiese e fiorentino.
* aretino
* [[Vernacolo elbano|elbano]]: parlato sull'[[isola d'Elba]] e a Capraia Isola.
* amiatino
* [[Vernacolo aretino|aretino]]: parlato ad [[Arezzo]] e zone limitrofe fino a [[Castiglion Fiorentino]].
* basso garfagnino-alto [[Versilia|versiliese]]
* [[Vernacolo amiatino|amiatino]]: parlato sul [[Monte Amiata]] e comuni adiacenti.
* alto garfagnino
* basso [[Garfagnana|garfagnino]]-alto [[dialetto versiliese|versiliese]]: dialetti a fondo apuano progressivamente toscanizzati, parlati (con varianti) a partire dai comuni di [[Coreglia Antelminelli]], [[Fabbriche di Vergemoli]].
* massese
* alto [[Garfagnana|garfagnino]]: parlato a Nord di [[Camporgiano]]
* dialetti "grigi" (cioè di transizione):
* [[Vernacolo barghigiano|barghigiano]]: variante del basso garfagnino-altoversiliese, in parte influenzato dal lucchese mentre non mostra segni di influsso fiorentino, nonostante la lunga dipendenza da Firenze (storicamente parte della Garfagnana Barga passò a Firenze nel XIV secolo costituendo quella che andò a chiamarsi “Garfagnana Toscana”, cioè un’[[exclave]] dipendente da Firenze ed in seguito dal [[Granducato di Toscana]]); è parlato nell'intero comune di [[Barga]] e anche in alcuni territori limitrofi compresi nel comune di [[Coreglia Antelminelli]].
** viareggino
* vernacoli "grigi" (cioè di transizione):
** pistoiese
** [[Dialetto viareggino|viareggino]]: transizione tra lucchese e pisano (dialetti di Viareggio, Massaciuccoli) e tra lucchese e basso garfagnino con dialetti della valle di Camaiore, Corsanico-Bargecchia, Mommio e Stiava, peraltro affini ai vernacoli dei centri a nord del Pedogna del comune di [[Pescaglia]] e di quelli a nord del Pedogna e ad ovest del Serchio del comune di [[Borgo a Mozzano]], non trattati da Giannelli nel suo “Toscana”.
** [[Casentino|casentinese]]
** pratese: parlato nel comune di [[Prato (Italia)|Prato]], simile ma non identico al fiorentino.
** alto [[valdelsa]]no
** mugellano: strettamente simile al fiorentino, ma contraddistinto dall'uso di alcuni vocaboli arcaici e da una cadenza più marcata e stretta. Nell'estremo ovest della valle ([[Barberino di Mugello]]) si hanno già alcune lievi somiglianze col pratese (es. Gli vo, gli fo, gli ho; "vado", "faccio", "ho"). Già detto del dialetto della [[Romagna toscana]], un discorso a parte va fatto per il comune di Firenzuola, nell'Alto Mugello, la cui parlata risulta più "neutra" e meno "dolce". Essendo comunque un comune molto esteso e di confine, nel territorio comunale si parlano anche il romagnolo e la variante appenninica del bolognese.
** volterrano
** pesciatino: parlato a [[Pescia]] e immediate vicinanze, in provincia di Pistoia, unisce tratti di fiorentino, lucchese e influenze livornesi e pisane, con termini autoctoni che lo distinguono un po' da tutti gli altri sottodialetti (è una variante del valdinievolino, vedi sopra)
** grossetano-[[Massa Marittima|massetano]]
**[[Casentino|casentinese]]: parlato lungo il casentino e funge da spartiacque tra il fiorentino e l'aretino.
** [[val di Chiana|chianino]]
** alto [[valdelsa]]no: parlato nei comuni di [[Colle di Val d'Elsa]], [[Casole d'Elsa]], [[San Gimignano]], [[Poggibonsi]] e [[Certaldo]] <!-- anche se i Certaldini tendono a aprire alcune vocali in maniera simile ai dialetti della piana pisana -->spartiacque tra il fiorentino e il senese.
** grossetano-[[Massa Marittima|massetano]], distinto dal senese in quanto meno italianizzato e più conservativo
** volterrano: parlato nei comuni di [[Volterra]], [[Montecatini Val di Cecina]], [[Pomarance]] e [[Castelnuovo di Val di Cecina]], presenta influenze livornesi e pisane nella fonetica, talvolta senesi nella cadenza e grossetane nel lessico. Per questo risulta molto affine al massetano e al piombinese.
** follonichese (o follonichino): perfetto compromesso di livornese arcaico e volterrano-piombinese con un tocco di grossetano nel lessico, ove (come a Siena, in molte aree del Pisano e a Viareggio) si riscontra l'utilizzo dell'articolo determinativo davanti ai nomi femminili
** chianino: parlato nella [[Valdichiana]] ed è un dialetto di transizione tra il senese, l'aretino e il perugino parlato nella zona del lago [[Trasimeno]]. È principalmente parlato in [[Toscana]] a [[Torrita di Siena]] (SI), [[Sinalunga]] (SI), [[Montepulciano]] (SI), [[Cortona]] (AR), [[Foiano della Chiana]] (AR), [[Lucignano]] (AR), [[Chiusi]] (SI), [[Chianciano Terme]] (SI) ed in [[Umbria]] nei comuni di [[Castiglione del Lago]] (PG), [[Città della Pieve]] (PG), [[Panicale]] (PG), [[Paciano]] (PG) e di [[Tuoro sul Trasimeno]] (PG).
** [[Dialetto versiliese|versiliese]]: parlato in tutti i 4 comuni della [[Versilia]]: [[Pietrasanta]], [[Forte dei Marmi]], [[Seravezza]] e [[Stazzema]].
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Ilaria Andreucci - Silvia Cacioli - Fabio Menchetti - Nicole Mrusk - Stefano Rosi, «Vohabolario del Vernaholo Fiorentino e del Dialetto Toscano di ieri e di oggi»
* G. Gabrielli, L. Gori, S. Lucarelli, ''Vocabolario Pistoiese'', Società Pistoiese di Storia Patria, Pistoia, 2000.
*Gabriella Giacomelli, ''Dialettologia toscana'', «Archivio glottologico italiano» 60, pp.&nbsp;179–191.
* [[Giulio Bertoni]], ''Italia dialettale'', Cisalpino Goliardica, Milano, 1986.
* {{cita libro|cognome=Maffei Bellucci|nome=Patrizia|anno=1977|titolo=Lunigiana|collana=Profilo dei dialetti italiani|numero=9.1|città=Pisa|editore=Pacini|sbn=NAP0052613|cid=Maffei Bellucci 1977}}
* {{cita libro|autore=Aldo Gabrielli|titolo=Il museo degli errori|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1977|sbn=SBL0589145|cid=Gabrielli 1977}}
* {{cita libro|autore=Giulio Bertoni|titolo=Italia dialettale|editore=Cisalpino Goliardica|città=Milano|anno=1986|sbn=BRI0004932}}
* [[Luciano Agostiniani]], Luciano Giannelli, ''Considerazioni per un’analisi del parlato toscano'', in ''L’italiano regionale''. Atti del XVIII congresso internazionale della Società di Linguistica Italiana (Padova - Vicenza, 14-16 settembre 1984), a cura di [[Manlio Cortelazzo|M.A. Cortelazzo]] & A.M. Mioni, Roma, Bulzoni, pp.&nbsp;219–237.
* {{cita libro|autore1=Lidia Gori|autore2=Stefania Lucarelli|curatore=Gabriella Giacomelli|titolo=Vocabolario pistoiese|editore=Società pistoiese di storia patria|città=Pistoia|anno=2000|sbn=UBO1141672}}
* {{cita libro|autore=Luciano Giannelli|titolo=Toscana|collana=Profilo dei dialetti italiani|numero=9|città=Pisa|editore=Pacini|anno=2000|sbn=CBR0001485}}
* {{cita libro|autore=Alberto Nocentini|titolo=L'Europa linguistica|editore=Le Monnier Università|città=Firenze|anno=2004|isbn=88-00-86081-8}}
* Silvia Calamai, ''Il vocalismo tonico pisano e livornese. Aspetti storici, percettivi, acustici'', Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004.
* {{cita libro|url=http://digidownload.libero.it/SisMaXXXXXXXXXX/Vohabolario_Fiorentino.pdf|autore=Stefano Rosi Galli|titolo=Vohabolario del vernaholo fiorentino e del dialetto toscano di ieri e di oggi|anno=2008|edizione=2}}
* {{cita libro|url=http://www.kit.gwi.uni-muenchen.de/?p=12469&v=1|capitolo=Toscana|anno=2019|autore=Neri Binazzi|data=9 aprile 2019|titolo=Lo spazio comunicativo dell’Italia e delle varietà italiane|curatore1=Thomas Krefeld|curatore2=Roland Bauer}}
 
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== Collegamenti esterni ==
* [http://serverdbt.ilc.cnr.it/altweb/inizio_interrogazione.htm Atlante lessicale toscano (ALT)]; si veda anche [http://dialectometry.com/toscana Dialectometria] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070923001221/http://www.dialectometry.com/toscana/ |data=23 settembre 2007 }}
* [{{cita web|http://dmoz.org/World/Italiano/Scienza/Scienze_Sociali/Linguaggi_e_Linguistica/Lingue_Naturali/Indoeuropee/Italiche/Romanze/Italiano/Dialetti/Toscani/ |La pagina dedicata ai dialetti toscani dalla Directory DMOZ]}}
* {{cita web|autore=Giovan Battista Pellegrini|url=http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/mappe/mappe/f_dialetti.htm|titolo=Carta dei dialetti d'Italia|accesso=26-09- settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070826235450/http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/mappe/mappe/f_dialetti.htm|dataarchivio=26 agosto 2007}}
* {{cita web|autore=Laboratorio di Linguistica, Facoltà di Lettere dell'Università di Pisa|url=http://dante.di.unipi.it/ricerca/testi-interreg.html|titolo=Elenco dei testi di Livorno, Capraia, Corsica|accesso=26 settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070803030449/http://dante.di.unipi.it/ricerca/testi-09-2009interreg.html|dataarchivio=3 agosto 2007}}
* {{cita web|autore=Laboratorio di Linguistica, Facoltà di Lettere dell'Università di Pisa|url=http://dante.di.unipi.it/ricerca/ColPISA1.html|titolo=Testi di Pisa|accesso=26-09- settembre 2009|dataarchivio=30 aprile 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090430075855/http://dante.di.unipi.it/ricerca/ColPISA1.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.pannostrale.it/|titolo="Pan nostrale", progetto regionale di promozione del teatro in lingua toscana|accesso=26-09- settembre 2009}}
 
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