Dimetrodon: differenze tra le versioni

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{{Intervallo geologico|296|270|cisuraliano (permiano inferiore)}}
|immagine=[[Immagine:Dimetrodon BW.jpg|200px]]
|immagine=Dimetrodon Tyrrell.jpg
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|didascalia=Scheletri completi di ''D. incisivum'', presso il [[Royal Tyrrell Museum]]
<!-- CLASSIFICAZIONE -->
|dominio=[[Eukaryota]]
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|sottofamiglia=[[Sphenacodontidae|† Sphenacodontinae]]
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|genere='''Dimetrodon''' <br /><small>[[Edward Drinker Cope|Cope]], [[1878]]</small>
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<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE -->
|biautore=Cope
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<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE -->
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<!-- ALTRO -->
|sinonimi=
* ''Bathyglyptus'' <br /><small>Case, 1911</small><br>
* ''Embolophorus'' <br /><small>Cope, 1878</small>
 
* ''EmbolophorusTheropleura'' <br /><small>Cope, 1878</small><br>
* ''Eosyodon'' <br /><small>Olson, 1962</small>
 
* ''TheropleuraBathygnathus'' <br /><small>CopeLeidy, 18781854</small> (''in partium'')
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|suddivisione=[[Specie]]
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<div align="center">[[#Specie|*Vedi testo]]</div>
''D. angelensis'' <small>Olson, 1962</small>
}}
'''''Dimetrodon''''' (il cui nome significa "denti di due misure") è un [[Genere (tassonomia)|genere]] estinto di [[sinapside]] [[Sphenacodontidae|sfenacodontide]] vissuto durante il periodo [[Permiano]], tra circa 295 e 272 milioni di anni fa, nell'età del [[Cisuraliano]] ([[Sakmariano]]-[[Kunguriano]]).<ref name=PaleoDB>{{Cita web |url=http://paleodb.org/cgi-bin/bridge.pl?a=checkTaxonInfo&taxon_no=38904 |titolo=Dimetrodon |sito=Paleobiology Database |accesso=23 agosto 2012 |dataarchivio=2 ottobre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131002102758/http://paleodb.org/cgi-bin/bridge.pl?a=checkTaxonInfo&taxon_no=38904 |urlmorto=sì }}</ref><ref name=AKD09>{{Cita pubblicazione|cognome1= Angielczyk |nome1= K. D. |titolo= Dimetrodon is Not a Dinosaur: Using Tree Thinking to Understand the Ancient Relatives of Mammals and their Evolution | doi = 10.1007/s12052-009-0117-4 |rivista= Evolution: Education and Outreach |volume= 2 |numero= 2 |pp= 257-271 |anno= 2009 }}</ref><ref>Huttenlocker, A. K., and E. Rega. 2012. The Paleobiology and Bone Microstructure of Pelycosauriangrade Synapsids. Pp. 90–119 in A. Chinsamy (ed.) Forerunners of Mammals: Radiation, Histology, Biology. Indiana University Press.</ref> Appartenente alla famiglia degli [[Sphenacodontidae]], ''Dimetrodon'' è noto soprattutto per la caratteristica vela dorsale, formata da [[Vertebra|processi spinali]] allungati e collegati tra loro tramite uno strato di pelle. Questo animale [[quadrupede]] aveva un cranio alto e arcuato, dotato di grandi denti di dimensioni variabili lungo le mascelle, che gli conferivano il nome. La maggior parte dei fossili di ''Dimetrodon'' è stata rinvenuta nel sud-ovest degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], in particolare nei depositi geologici dei Red Beds in [[Texas]] e [[Oklahoma]]. Fossili più recenti sono stati ritrovati anche in [[Germania]]. Fin dalla sua descrizione nel 1878, sono state attribuite a questo genere oltre una dozzina di specie.
 
Sebbene spesso confuso con i [[dinosauri]] nella [[cultura popolare]], ''Dimetrodon'' si estinse circa 40 milioni di anni prima della loro comparsa. Nonostante l'aspetto simile a un [[rettile]], ''Dimetrodon'' è più strettamente imparentato con i [[mammiferi]], pur non essendone un diretto antenato.<ref name=AKD09 /> Viene infatti classificato come un "proto-mammifero" (''stem-mammal'') all'interno del [[clado]] [[Synapsida]], che comprende anche i mammiferi moderni.<ref name=AKD09 /> Al contrario, [[dinosauri]], [[Reptilia|rettili]] e [[Aves|uccelli]] appartengono al clado separato [[Sauropsida]]. Una caratteristica distintiva di ''Dimetrodon'' e degli altri sinapsidi è la presenza di un'apertura temporale unica nel cranio, situata dietro ciascun occhio, oltre ad altre particolarità craniche che lo differenziano dai sauropsidi.
''D. booneorum'' <small>Romer, 1937</small>
 
Nel suo habitat del Cisuraliano, ''Dimetrodon'' era probabilmente uno dei [[Superpredatore|superpredatori]] dominanti, cacciando [[pesci]] e [[tetrapodi]], tra cui [[rettili]] e [[anfibi]]. Le specie più piccole del genere potrebbero aver occupato nicchie ecologiche diverse. Numerose ipotesi sono state avanzate sulla funzione della vela dorsale. In passato, si riteneva che fosse utilizzata per la termoregolazione, consentendo all'animale di assorbire o disperdere calore più rapidamente. Tuttavia, con la scoperta dell'[[Endotermia (biologia)|endotermia]] negli sfenacodontidi,<ref>{{Cita web|url=https://www.sciencedaily.com/releases/2015/10/151029134252.htm |titolo=Ancestry of mammalian 'warm-bloodedness' revealed |data=29 ottobre 2015 |editore=Society of Vertebrate Paleontology |accesso=29 ottobre 2015}}</ref> questa ipotesi è stata messa in discussione. Attualmente, si ritiene che la vela avesse principalmente una funzione legata al richiamo sessuale, analogamente a strutture simili in altri animali come ''[[Sphenacodon]]'' ed ''[[Edaphosaurus]]''.
''D. dollovianus'' <small>Cope, 1888</small>
 
== Descrizione ==
''D. fritillus'' <small>Cope, 1878</small>
[[File:Baltow_JuraPark_dimetrodon_grandis.jpg|thumb|Ricostruzione museale di ''D. grandis'']]
''Dimetrodon'' era un [[sinapside]] [[quadrupede]] le cui dimensioni variavano notevolmente a seconda della specie. La lunghezza degli esemplari conosciuti oscillava 1,7 e 4,6 metri, con un peso stimato tra i 28 e i 250 chilogrammi.<ref name=BRMH01>{{Cita pubblicazione|cognome=Berman |nome=D.S. |autore2=Reisz, R.R. |autore3=Martens, T. |autore4= Henrici, A.C. |anno=2001 |titolo=A new species of ''Dimetrodon'' (Synapsida: Sphenacodontidae) from the Lower Permian of Germany records first occurrence of genus outside of North America |rivista=Canadian Journal of Earth Sciences |volume=38|numero=5 |pp=803-812 |doi=10.1139/cjes-38-5-803 |url=http://www.stuartsumida.com/BIOL680-09/BermanEtAl2001.pdf}}</ref> La specie più grande, ''D. angelensis'', poteva raggiungere i 4,6 metri di lunghezza, mentre la più piccola, ''D. teutonis'', misurava appena 60 centimetri.<ref name=Palaeos>{{Cita web |url=http://palaeos.com/paleozoic/permian/kungurian.htm |titolo=The Kungurian Age |sito=Palaeos |accesso=29 settembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131112090513/http://palaeos.com/paleozoic/permian/kungurian.htm |dataarchivio=12 novembre 2013 }}</ref><ref name=FSMSS11>{{Cita pubblicazione|cognome=Fröbisch |nome=J. |autore2=Schoch, R.R. |autore3=Müller, J. |autore4=Schindler, T. |autore5= Schweiss, D. |anno=2011 |titolo=A new basal sphenacodontid synapsid from the Late Carboniferous of the Saar-Nahe Basin, Germany |rivista=Acta Palaeontologica Polonica |volume=56 |numero=1 |pp=113-120 |doi=10.4202/app.2010.0039 |url=http://app.pan.pl/archive/published/app56/app20100039.pdf}}</ref> Le specie più grandi di ''Dimetrodon'' erano probabilmente i superpredatori dominanti del Permiano inferiore. Tuttavia, un genere affine, ''[[Tappenosaurus]]'', noto solo per frammenti scheletrici ritrovati in rocce leggermente più recenti, potrebbe essere stato ancora più grande, con una lunghezza stimata di circa 5,5 metri.<ref name=OB53>{{Cita pubblicazione|cognome=Olson |nome=E.C. |autore2=Beerbower, J.R. |anno=1953 |titolo=The San Angelo Formation, Permian of Texas, and its vertebrates |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-geology_1953-09_61_5/page/389 |rivista=The Journal of Geology |volume=61 |numero=5 |pp=389-423 |doi=10.1086/626109 |bibcode=1953JG.....61..389O}}</ref><ref name=OEC55>{{Cita pubblicazione|cognome=Olson |nome=E.C. |anno=1955 |titolo=Parallelism in the evolution of the Permian reptilian faunas of the Old and New Worlds |rivista=Fieldiana |volume=37 |numero=13 |pp=385-401 |url=https://archive.org/stream/parallelisminevo3713olso#page/n5/mode/2up}}</ref> Va notato che alcune specie di ''Dimetrodon'' sono conosciute esclusivamente attraverso esemplari giovani, il che lascia aperta la possibilità che gli adulti fossero significativamente più grandi di quanto indicato dai fossili attualmente disponibili.<ref name=SCW42>{{Cita pubblicazione|cognome=Sternberg |nome=C.W. |anno=1942 |titolo=The skeleton of an immature pelycosaur, ''Dimetrodon cf. grandis'', from the Permian of Texas |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-paleontology_1942-07_16_4/page/485 |rivista=Journal of Paleontology |volume=16 |numero=4 |pp=485-486|jstor=1298848}}</ref>
 
=== Cranio ===
''D. gigas'' <small>Sternberg, 1942</small>
''Dimetrodon'' possedeva un'unica [[Cranio|grande apertura]] su entrambi i lati della parte posteriore del cranio, una caratteristica che lo collega evolutivamente ai mammiferi e lo distingue dalla maggior parte dei primi sauropsidi, i quali [[Anapsida|erano privi di aperture craniche]] o ne presentavano [[Diapsida|due]]. Elementi come le creste interne nella [[cavità nasale]] e una cresta sul retro della mandibola sono considerate parte della progressione evolutiva che ha portato dai primi [[tetrapodi]] (vertebrati a quattro zampe) ai mammiferi.
 
Il cranio di ''Dimetrodon'' era alto, curvo e compresso [[Posizione anatomica|lateralmente]]. Le orbite erano posizionate in alto e, dietro ciascuna cavità oculare, si trovava un'unica apertura chiamato [[finestra temporale]]. Inoltre, un'apertura aggiuntiva, la [[Cranio|finestra sovratemporale]], era visibile dall'alto. La parte posteriore del cranio (la regione [[Osso occipitale|occipitale]]) era inclinata leggermente verso l'alto, una caratteristica condivisa con altri primi sinapsidi.<ref name=TOL1>{{Cita web |url=http://tolweb.org/Synapsida/14845 |titolo=Synapsida: mammals and their extinct relatives |cognome=Laurin |nome=M. |autore2=Reisz, R.R. |anno=2012 |sito=Tree of Life Web Project |accesso=24 agosto 2012 |dataarchivio=20 gennaio 2013 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6DokMHLfi?url=http://tolweb.org/Synapsida/14845 |urlmorto=sì }}</ref> Il margine superiore del cranio formava un arco convesso che declinava verso la punta del muso. La punta della mascella superiore, costituita dalla [[premascella]], era sollevata rispetto alla parte posteriore della mascella formata dall'[[osso mascellare]], con un solco che separava le due aree. Questo solco, noto come ''[[diastema]]'', rappresentava una lacuna nella fila dei denti. Il [[cranio]] di ''Dimetrodon'' era inoltre più robusto rispetto a quello di un [[dinosauro]], grazie all'assenza di cavità, che conferiva maggiore solidità strutturale.
''D. giganhomogenes'' <small>Case, 1907</small>
 
<gallery class="center" mode="packed" heights="170">
''D. grandis'' <small>Case, 1907</small>
File:Dimetrodon skull dorsal.svg|Ossa del cranio di ''Dimetrodon'', in [[Posizione anatomica|vista dorsale]]
File:Dimetrodon skull lateral.svg|Ossa del cranio di ''Dimetron'', in [[Posizione anatomica|vista laterale]]
File:Dimetrodon skull ventral.svg|Ossa del cranio di ''Dimetrodon'', in [[Posizione anatomica|vista ventrale]]
File:Dimetrodon skull occipital.svg|Ossa del cranio di ''Dimetrodon'', in [[Posizione anatomica|vista occipitale]]
</gallery>
 
=== Denti ===
''D. limbatus'' <small>Cope, 1877</small>
[[File:Dimetrodon grandis Exhibit Museum of Natural History.JPG|thumb|Cranio di ''D. grandis'']]
Le dimensioni dei denti di ''Dimetrodon'' variavano in base alla lunghezza delle mascelle, da cui deriva il suo nome, che significa "denti di due misure". Questa denominazione si riferisce alla presenza di gruppi di denti grandi e piccoli.<ref name=AMNH>{{Cita web|url=http://www.amnh.org/exhibitions/permanent/fossilhalls/vertebrate/specimens/dimetrodon.php |titolo=Exhibit Specimens: Dimetrodon |sito=American Museum of Natural History |accesso=2 luglio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120704182723/http://www.amnh.org/exhibitions/permanent/fossilhalls/vertebrate/specimens/dimetrodon.php |dataarchivio=4 luglio 2012 }}</ref> Una o due coppie di denti caniniformi, simili ai [[Canino (anatomia)|canini]] moderni, spiccavano dalla mascella superiore, mentre grandi incisivi caniniformi erano presenti alle estremità sia della mascella superiore che di quella inferiore. Questi denti erano radicati nella premascella e nell'[[Mandibola|osso dentario]]. Denti più piccoli si trovavano lungo tutta la mascella, dietro i caniniformi, diventando progressivamente più piccoli verso la parte posteriore.<ref name=BC99>{{Cita pubblicazione|cognome=Baur |nome=G. |autore2=Case, E.C. |anno=1899 |titolo=The history of the Pelycosauria, with a description of the genus ''Dimetrodon'', Cope |url=https://archive.org/details/jstor-1005488 |rivista=Transactions of the American Philosophical Society |volume=20 |numero=1 |pp=[https://archive.org/details/jstor-1005488/page/n1 5]-62 |jstor=1005488}}</ref>
 
Molti denti di ''Dimetrodon'' avevano una forma a lacrima, con una base ampia che si restringeva verso l'apice. Questa caratteristica unica degli sfenacodontidi, tra cui ''Dimetrodon'', aiuta i paleontologi a distinguere questi animali da altri sinapsidi primitivi.<ref name=FSMSS11 /> Come in molti altri sinapsidi primitivi, la maggior parte delle specie di ''Dimetrodon'' presentava denti con bordi dentellati.<ref name=FSMSS11 /> Le dentellature erano così fini che sembravano piccole crepe.<ref name="alberto-tooth-abs-84">Abler, W.L. 2001. A kerf-and-drill model of tyrannosaur tooth serrations. p.&nbsp;84-89. In: ''Mesozoic Vertebrate Life''. Ed.s Tanke, D. H., Carpenter, K., Skrepnick, M. W. Indiana University Press.</ref> Tuttavia, a differenza di animali come il dinosauro ''[[Albertosaurus]]'', i cui denti avevano adattamenti specifici per prevenire fratture nelle dentellature, i denti di ''Dimetrodon'' non possedevano tali caratteristiche.<ref name="alberto-tooth-abs-84" /> La specie ''D. teutonis'', inoltre, mancava di dentellature, pur mantenendo bordi taglienti.<ref name="alberto-tooth-abs-84" />
''D. loomisi'' <small>Romer, 1937</small>
 
Uno studio del 2014 ha rivelato che i denti del genere ''Dimetrodon'' erano adattati alle dimensioni delle prede. Le specie più piccole, come ''D. milleri'', non avevano dentellature, poiché si nutrivano di prede di piccole dimensioni. Al contrario, le specie che cacciavano prede più grandi svilupparono denti con dentellature e aumentarono progressivamente le dimensioni dei denti stessi. Ad esempio, ''D. limbatus'' aveva dentellature smaltate utili per sminuzzare la carne, una caratteristica condivisa anche con il genere ''[[Secodontosaurus]]''. La seconda specie più grande, ''D. grandis'', possedeva dentellature simili a quelle degli [[squali]] e dei [[Theropoda|dinosauri teropodi]], rendendo i suoi denti altamente specializzati per tagliare la carne. Questo studio non solo evidenzia l'evoluzione di ''Dimetrodon'' nel corso di milioni di anni, ma dimostra anche una "corsa agli armamenti" evolutiva con le sue prede. Man mano che le prede diventavano più grandi e resistenti, ''Dimetrodon'' rispondeva aumentando di dimensioni e sviluppando denti sempre più taglienti e specializzati.<ref>http://phenomena.nationalgeographic.com/2014/02/07/sail-backed-dimetrodon-had-a-nasty-bite/</ref>
''D. macrospondylus'' <small>Cope, 1884</small>
 
=== Cavità nasale ===
''D. milleri'' <small>Romer, 1937</small>
Sulla superficie interna della [[Cavità nasale|sezione nasale]] del cranio di ''Dimetrodon'' erano presenti piccole strutture chiamate creste nasoturbinali, probabilmente utilizzate per sostenere strutture cartilaginee. Queste creste aumentavano la superficie dell'[[epitelio olfattivo]], il tessuto responsabile della rilevazione degli odori. Sebbene le creste nasoturbinali di ''Dimetrodon'' fossero più piccole rispetto a quelle dei sinapsidi più evoluti del tardo Permiano e del Triassico, rappresentano un'importante tappa evolutiva. Nei sinapsidi più avanzati, i nasoturbinali sono considerati una prova di [[Endotermia (biologia)|endotermia]], poiché supportavano mucose che riscaldavano e umidificavano l'aria in entrata, una funzione tipica dei mammiferi moderni. Di conseguenza, la cavità nasale di ''Dimetrodon'' sembra rappresentare una [[Forma transizionale|forma di transizione]] evolutiva tra quella dei primi vertebrati terrestri e i mammiferi.<ref name=KTS06>{{Cita pubblicazione|cognome=Kemp |nome=T.S. |anno=2006 |titolo=The origin and early radiation of the therapsid mammal-like reptiles: a palaeobiological hypothesis |rivista=Journal of Evolutionary Biology |volume=19 |numero=4 |pp=1231-1247 |doi=10.1111/j.1420-9101.2005.01076.x |pmid=16780524}}</ref>
 
=== Giunto mandibolare e orecchio ===
''D. natalis'' <small>Cope, 1877</small>
Un'altra caratteristica di [[Forma transizionale|transizione]] di ''Dimetrodon'' è la presenza di una cresta nella parte posteriore della mandibola, chiamata lamina riflessa. Questa struttura si trova nell'articolazione tra l'osso articolare della mandibola e l'osso quadrato del cranio, che insieme formano l'articolazione mandibolare. Nei successivi antenati dei mammiferi, questa articolazione si separò dalla mandibola, con l'osso quadrato chec si evolse nel [[Martello (anatomia)|martello]] dell'[[orecchio medio]].
 
La lamina riflessa di ''Dimetrodon'' rappresenta una fase intermedia in questo processo evolutivo. Essa faceva parte di un anello osseo chiamato anulus timpanico, che supportava il [[Timpano (anatomia)|timpano]], una struttura che si conserva in tutti i mammiferi viventi e gioca un ruolo cruciale nella trasmissione dei suoni.<ref name=TOL2>{{Cita web |url=http://tolweb.org/notes/?note_id=466 |titolo=Autapomorphies of the main clades of synapsids |cognome=Laurin |nome=M. |autore2=Reisz, R.R. |anno=1997 |sito=Tree of Life Web Project |accesso=24 agosto 2012 |dataarchivio=11 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081211120729/http://tolweb.org/notes/?note_id=466 |urlmorto=sì }}</ref>
''D. occidentalis'' <small>Berman, 1977</small>
 
=== Coda ===
''D. platycentrus'' <small>Case, 1907</small>
[[File:PSM V73 D566 Restoration of dimetrodon.png|thumb|Obsoleta ricostruzione di ''Dimetrodon'', del 1908, che mostra una coda corta, fatto prima della scoperta di uno scheletro completo di coda]]
La [[Coda (anatomia)|coda]] di ''Dimetrodon'' costituiva una parte significativa della lunghezza totale del corpo ed era composta da circa 50 [[Vertebre|vertebre caudali]]. Nei primi scheletri scoperti, tuttavia, la coda risultava incompleta o del tutto assente. L'unico indizio della sua presenza proveniva dal ritrovamento di undici vertebre caudali vicino a un [[fianco]]. Poiché queste vertebre si restringevano rapidamente allontanandosi dal corpo, molti paleontologi del XIX e dell'inizio del XX secolo ipotizzarono erroneamente che ''Dimetrodon'' avesse una coda molto corta. Solo nel 1927 fu finalmente scoperta una coda quasi completa di ''Dimetrodon'', permettendo una descrizione accurata della sua struttura e confermando la sua considerevole lunghezza.<ref name=RAS27>{{Cita pubblicazione|cognome=Romer |nome=A.S. |anno=1927 |titolo=Notes on the Permo-Carboniferous reptile ''Dimetrodon'' |rivista=The Journal of Geology |volume=35 |numero=8 |pp=673-689 |jstor=30060393 |doi=10.1086/623462 |bibcode=1927JG.....35..673R}}</ref>
 
=== Vela ===
''D. teutonis'' <small>Berman, Reisz, Martens & Henrici, 2001</small>
[[File:Dimetrodon milleri (1).jpg|thumb|left|Scheletro di ''D. milleri'', in dettaglio i processi spinosi che formano la vela dorsale dell'animale]]
}}
La vela di ''Dimetrodon'' era formata da un allungamento delle spine neurali sporgenti dalle [[vertebre]]. Ogni spina neurale presentava una variazione di sezione e forma dalla base alla punta, un fenomeno noto come differenziazione "dimetrodonte".<ref name=Retal12>{{Cita pubblicazione|cognome1= Rega |nome1= E. A. |cognome2= Noriega |nome2= K. |cognome3= Sumida |nome3= S. S. |cognome4= Huttenlocker |nome4= A. |cognome5= Lee |nome5= A. |cognome6= Kennedy |nome6= B. | doi = 10.3158/2158-5520-5.1.104 |titolo= Healed Fractures in the Neural Spines of an Associated Skeleton of Dimetrodon: Implications for Dorsal Sail Morphology and Function |rivista= Fieldiana Life and Earth Sciences |volume= 5 |pp= 104-111 |anno= 2012 }}</ref> Vicino al corpo vertebrale, la sezione trasversale della spina era compressa lateralmente in una forma rettangolare, mentre verso la punta assumeva una forma a "otto", con scanalature che correvano su entrambi i lati. Questa forma a "otto" probabilmente rafforzava la struttura, impedendo flessioni e fratture.<ref name=RSNPL05>{{Cita pubblicazione|cognome=Rega |nome=E. |autore2=Sumida, S. |autore3=Noriega, K. |autore4=Pell, C. |autore5= Lee, A. |anno=2005 |titolo=Evidence-based paleopathology I: Ontogenetic and functional implications of dorsal sails in ''Dimetrodon'' |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=25 |numero=S3 |pp=103A|doi=10.1080/02724634.2005.10009942}}</ref> Un esemplare di ''Dimetrodon giganhomogenes'' mostra spine neurali con una sezione rettangolare ma che conservano una forma a "otto" vicino al centro, suggerendo che la forma delle spine potesse variare tra individui o in base all'età.<ref name=SRN05>{{Cita pubblicazione|cognome=Sumida |nome=S. |autore2=Rega, E. |autore3= Noriega, K. |anno=2005 |titolo=Evidence-based paleopathology II: Impact on phylogenetic analysis of the genus ''Dimetrodon'' |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=25 |numero=S3 |pp=120A|doi=10.1080/02724634.2005.10009942}}</ref> L'anatomia microscopica delle spine neurali variava dalla base alla punta. La porzione [[Posizione anatomica|prossimale]] presentava una superficie ruvida che serviva come punto di ancoraggio per i muscoli epaxiali della schiena, supportata da tessuti connettivi chiamati fibre di Sharpey, che indicano una forte integrazione con il corpo. La parte distale (più esterna) delle spine, invece, aveva una superficie liscia, con il [[periostio]] (il tessuto che riveste l'osso) coperto di piccole scanalature che probabilmente supportavano vasi sanguigni per vascolarizzare la vela.<ref name=HRS10>{{Cita pubblicazione|cognome=Huttenlocker |nome=A.K. |autore2=Rega, E. |autore3= Sumida, S.S. |anno=2010 |titolo=Comparative anatomy and osteohistology of hyperelongate neural spines in the sphenacodontids ''Sphenacodon'' and ''Dimetrodon'' (Amniota: Synapsida) |rivista=Journal of Morphology |volume=271 |numero=12 |pp=1407-1421 |doi=10.1002/jmor.10876 |pmid=20886514 |url=http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jmor.10876/abstract}}</ref>
 
In passato si pensava che i grandi solchi lungo la spina vertebrale fossero canali per [[vasi sanguigni]], ma l'assenza di canali vascolari nell'osso indica che la vascolarizzazione della vela non era così estesa come ipotizzato. Tuttavia, alcuni esemplari di ''Dimetrodon'' mostrano aree deformate delle spine neurali, probabilmente guarite dopo fratture. In queste aree, l'osso corticale presenta una vascolarizzazione elevata, suggerendo che tessuti molli presenti sulla vela potevano fornire sangue ai siti di guarigione.<ref name=RSNPL05 /> La maggior parte della sezione trasversale delle spine neurali era costituita da [[Osso|osso lamellare]], che conteneva linee di arresto della crescita, utili per determinare l'età degli individui al momento della morte.<ref name=RNSL04>{{Cita pubblicazione|cognome=Rega |nome=E.A. |autore2=Noriega, K. |autore3=Sumida, S. |autore4= Lee, A. |anno=2004 |titolo=Histological analysis of traumatic injury to multiple neural spines of an associated skeleton of ''Dimetrodon'': Implications for healing response, dorsal sail morphology and age-at-death in a Lower Permian synapsid |rivista=Integrated Comparative Biology |volume=44 |p=628}}</ref> In molti esemplari di ''D. giganhomogenes'', le porzioni distali delle spine neurali risultano piegate, suggerendo che la vela avesse un profilo irregolare in vita. Questa flessibilità indica che il tessuto molle che collegava le spine neurali potrebbe non essere stato presente fino alle punte, riducendo l'estensione complessiva della vela rispetto a quanto ipotizzato in precedenza.<ref name=Retal12 />
Il '''dimetrodonte''' (gen. '''''Dimetrodon''''') era un [[tetrapode]], vissuto nel [[Permiano]] inferiore (circa 280 -270 milioni di anni fa), i cui resti sono stati ritrovati in [[Nordamerica]] e in [[Europa]]. Spesso è confuso con i [[dinosauri]], ma in realtà questo animale, vissuto molto tempo prima dei giganti del [[Mesozoico]], appartiene al gruppo dei [[pelicosauri]] ed è posto sulla linea evolutiva che ha dato origine ai mammiferi.
 
=== DentiPelle di due misure===
Non sono mai state trovate prove fossili dirette sulla pelle di ''Dimetrodon''. Tuttavia, un'impressione fossile della pelle di un suo parente stretto, ''[[Estemmenosuchus]]'', suggerisce alcune possibili caratteristiche. Questo animale possedeva una pelle rugosa, secca e dotata di ghiandole, simile a quella degli [[elefanti]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1= Konstantinovich Tchudinov |nome1= Petr |anno= 1965 |titolo= New Facts about the Fauna of the Upper Permian of the USSR |url= https://archive.org/details/sim_journal-of-geology_1965-01_73_1/page/117 |rivista= [[Journal of Geology]] |volume= 73 |pp= 117-30 }}</ref> Inoltre, presentava piccole strutture simili a [[squame]] sul ventre e sulla parte inferiore della coda, una caratteristica comune ad altri sinapsidi primitivi.<ref>Botha-Brink, J.; Modesto, S.P. (2007). "A mixed-age classed 'pelycosaur' aggregation from South Africa: earliest evidence of parental care in amniotes?". Proceedings of the Royal Society B 274 (1627): 2829–2834. doi:10.1098/rspb.2007.0803. PMC 2288685. PMID 17848370.</ref><ref>Niedźwiedzki, G.; Bojanowski, M. (2012). "A Supposed Eupelycosaur Body Impression from the Early Permian of the Intra-Sudetic Basin, Poland". Ichnos 19 (3): 150–155. doi:10.1080/10420940.2012.702549</ref>
Questo straordinario animale è molto noto, anche presso il grande pubblico, per la sua spettacolare "vela" dorsale. Era un [[superpredatore]], tra i più grandi della sua epoca, e poteva raggiungere e oltrepassare i tre metri di lunghezza. Il [[Corpo (anatomia)|corpo]], lungo e robusto, era retto da quattro zampe forti e corte, poste ai lati del corpo e munite di artigli. Il cranio, alto e stretto, era dotato di mascelle poderose. Il nome dimetrodonte significa "[[denti]] di due misure" e si riferisce al fatto che il suo grande cranio possedeva due differenti tipi di dentatura: quelli frontali, adatti a tagliare, erano simili a incisivi, mentre gli altri, caniniformi, erano più acuminati che taglienti. Questa differenziazione della dentatura, generalmente sconosciuta tra i rettili e invece tipica dei mammiferi, è chiamata [[eterodontia]].
[[Immagine:Dimetrodon.jpg|thumb|200px|left|Scheletro di ''Dimetrodon grandis'']]
== Una "vela" per controllare il calore==
La caratteristica più spettacolare del dimetrodonte era però la "vela" sul dorso, costituita da espansioni delle vertebre proiettate verso l'alto, unite da una membrana di pelle. La vela era usata probabilmente per la [[termoregolazione]]: l'area della superficie doveva permettere al dimerodonte di riscaldarsi o raffreddarsi in maniera più efficiente. Questo adattameto era fondamentale, perché poteva lasciare all'animale più tempo per cacciare le prede. Nel [[1973]] due ricercatori, Bramwell e Fellgett, calcolarono che un dimetrodonte pesante 200 chilogrammi avrebbe potuto tramutare la sua temperatura corporea da 26 °C a 32 °C in 205 minuti se fosse stato sprovvisto di una vela; con questa struttura, invece, il tempo si sarebbe ridotto a soli 80 minuti. In sostanza, la vela era un primo tentativo di controllare la temperatura corporea da parte di un animale terrestre. La vela, forse, era vivacemente colorata e poteva essere utilizzata nei rituali di accoppiamento. Da notare che non solo i suoi stretti parenti (gli [[sfenacodontidi]]) erano provvisti di strutture simili, ma anche un pelicosauro imparentato solo alla lontana ma contemporaneo del dimetrodonte, l'edafosauro (''[[Edaphosaurus]]'').
 
== Scoperta e classificazione ==
== Specie==
=== Le prime descrizioni di Cope ===
Il dimetrodonte era molto diffuso nel [[Permiano]] inferiore in [[Nordamerica]]: in [[Texas]], in particolare, sono stati rinvenuti fossili di questo animale in gran numero, ma anche in [[Oklahoma]], [[Ohio]] e [[Nuova Scozia]]. Sono state classificate molte specie di dimetrodonte, tra le quali le più note sono ''Dimetrodon loomisi'', ''D. limbatus'', ''D. grandis'' e ''D. natalis'', distinte principalmente in base alla forma del cranio e alle dimensioni.
[[File:DimetrodonKnight.jpg|thumb|Prime ricostruzioni di ''Dimetrodon'' ed ''[[Edaphosaurus]]'' (dietro), di [[Charles R. Knight]] (1897)]]
<gallery>
I fossili oggi attribuiti a ''Dimetrodon'' furono studiati per la prima volta dal paleontologo americano [[Edward Drinker Cope]] nel 1870. Cope ricevette i fossili, insieme a quelli di altri tetrapodi del Permiano, da diversi collezionisti che stavano esplorando i Red Beds del [[Texas]]. Tra questi vi erano il naturalista svizzero Jacob Boll, il geologo texano W. F. Cummins e il paleontologo amatoriale Charles Hazelius Sternberg.<ref name=MWD08>{{Cita pubblicazione|cognome=Matthew |nome=W.D. |anno=1908 |titolo=Review of Case's 'Revision of the Pelycosauria of North America' |rivista=Science |volume=27 |numero=699 |pp=816-818 |url=https://books.google.com/books?id=5kAbAAAAYAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false |doi=10.1126/science.27.699.816}}</ref> La maggior parte dei campioni raccolti da Cope fu successivamente inviata all'[[American Museum of Natural History]] o al Walker Museum dell'[[Università di Chicago]] (la cui collezione è oggi ospitata presso il [[Field Museum]]).
Immagine:Dimetrodon gigashomog DB.jpg|''D. gigashomogenes''
 
Immagine:Dimetrodon grandis.jpg|''D. grandis''
Sternberg inviò alcuni dei suoi campioni al paleontologo tedesco [[Ferdinand Broili]], dell'[[Università di Monaco di Baviera]], sebbene Broili non eccellesse nella descrizione di questi fossili. Anche [[Othniel Charles Marsh]], rivale di Cope, scoprì alcune ossa di ''Dimetrodon'' e le inviò al Walker Museum.<ref name=CEC07>{{Cita libro|cognome=Case |nome=E.C. |anno=1907 |titolo=Revision of the Pelycosauria of North America |editore=Carnegie Institution of Washington |città=Washington, D.C.|pp=1-176 |url=https://books.google.com/books?id=7QMDAAAAIAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false}}</ref> Il nome ''Dimetrodon'' comparve per la prima volta nella descrizione di Cope nel 1878, quando denominò tre specie: ''Dimetrodon incisivus'', ''D. rectiformis'' e ''D. gigas''. La descrizione fu pubblicata nella rivista scientifica ''Proceedings of the American Philosophical Society''.<ref name=CED78>{{Cita pubblicazione|cognome=Cope |nome=E.D. |anno=1878 |titolo=Descriptions of extinct Batrachia and Reptilia from the Permian formation of Texas |url=https://archive.org/details/biostor-203130 |rivista=Proceedings of the American Philosophical Society |volume=17 |numero=101 |pp=[https://archive.org/details/biostor-203130/page/n0 505]–530 |jstor=982652}}</ref>
Immagine:Dimetrodon loomisi DB.jpg|''D. loomisi''
 
Immagine:Dimetrodon milleri.jpg|''D. milleri''
Tuttavia, un anno prima, nel 1877, Cope aveva descritto una specie chiamata ''[[Clepsydrops]] limbatus'', proveniente dai Red Beds del Texas,<ref name=CED77>{{Cita pubblicazione|cognome=Cope |nome=E.D. |anno=1877 |titolo=Descriptions of extinct vertebrata from the Permian and Triassic Formations of the United States |url=https://archive.org/details/biostor-203094 |rivista=Proceedings of the American Philosophical Society |volume=17 |numero=100 |pp=[https://archive.org/details/biostor-203094/page/n0 182]–193 |jstor=982295}}</ref> che successivamente venne riclassificata come ''Dimetrodon limbatus''.
Immagine:D_natalisDB.jpg|''D. natalis''
 
Cope fu anche il primo a descrivere un [[sinapside]] dotato di cresta dorsale, con la specie ''Clepsydrops natalis''. Tuttavia, interpretò erroneamente la vela di ''Dimetrodon'' come una "pinna" e la paragonò alla cresta dorsale del basilisco moderno (''[[Basiliscus]]''). Nei fossili di ''D. incisivus'' e ''D. gigas'' descritti nel 1878), la vela non era conservata, ma lunghe spine dorsali erano chiaramente visibili in ''D. rectiformis''.<ref name=BC99 /> Nel 1886, Cope commentò sulla possibile funzione della vela, affermando:
 
<blockquote>L'utilità [della vela] è difficile da immaginare. A meno che l'animale non avesse abitudini acquatiche e nuotasse sul dorso, la cresta o pinna non poteva avere uno scopo motorio... Gli arti non erano abbastanza lunghi e gli artigli non erano abbastanza affilati per suggerire abitudini arboree, come nel moderno genere ''Basiliscus'', dove è effettivamente presente una cresta simile.<ref name=BC99 /></blockquote>
 
=== Le prime descrizioni del XX secolo ===
Nei primi decenni del XX secolo, il paleontologo americano Ermine Cowles Case, autore di numerosi studi su ''Dimetrodon'', descrisse diverse nuove specie del genere. Case ricevette finanziamenti dal [[Carnegie Institution for Science|Carnegie Institution]] per approfondire lo studio di molti esemplari di ''Dimetrodon'' conservati nelle collezioni del [[Museo americano di storia naturale|Museo Americano di Storia Naturale]] e di altri musei.<ref name=CEC07 /> Molti di questi fossili erano stati originariamente raccolti da Cope, ma non erano mai stati accuratamente descritti. Cope, infatti, era noto per denominare nuove specie basandosi anche su pochi frammenti di ossa, lasciando un'eredità di esemplari che necessitavano di una revisione dettagliata.
 
A partire dalla fine degli anni '20, il paleontologo Alfred Romer riprese lo studio di molti esemplari di ''Dimetrodon'' e denominò diverse nuove specie. Nel 1940, Romer collaborò con Llewellyn Ivor Price per pubblicare l'opera ''Revision of the [[Pelycosauria]]'', un ampio studio che rivalutò molte delle specie di ''Dimetrodon'' precedentemente descritte da Case. Gran parte dei nomi di specie validi stabiliti da Romer e Price sono ancora utilizzati oggi.<ref name=HRS10 />
 
=== Nuovi esemplari ===
Nei decenni seguenti alla pubblicazione della monografia di Romer e Price, furono descritte numerose nuove specie di ''Dimetrodon'', alcune delle quali provenienti da località al di fuori del Texas e dell'Oklahoma. Nel 1966, il primo fossile di ''Dimetrodon'' fu rinvenuto nella regione del [[Four Corners]], nello [[Utah]],<ref name=VPP66>{{Cita pubblicazione |cognome=Vaughn |nome=P.P. |anno=1966 |titolo=Comparison of the Early Permian vertebrate faunas of the Four Corners region and north-central Texas |editore=Los Angeles County Museum of Natural History |serie=Contributions in Science |volume=105 |pp=1-13 |url=http://www.nhm.org/site/sites/default/files/pdf/contrib_science/CS105.pdf |accesso=22 marzo 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170110065602/http://www.nhm.org/site/sites/default/files/pdf/contrib_science/CS105.pdf |dataarchivio=10 gennaio 2017 |urlmorto=sì }}</ref> seguito da un altro ritrovamento in Arizona nel 1969.<ref name=VPP69>{{Cita pubblicazione |cognome=Vaughn |nome=P.P. |anno=1969 |titolo=Early Permian vertebrates from southern New Mexico and their paleozoogeographic significance |editore=Los Angeles County Museum of Natural History |serie=Contributions in Science |volume=166 |pp=1-22 |url=http://www.nhm.org/site/sites/default/files/pdf/contrib_science/CS166.pdf |accesso=22 marzo 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170110065545/http://www.nhm.org/site/sites/default/files/pdf/contrib_science/CS166.pdf |dataarchivio=10 gennaio 2017 |urlmorto=sì }}</ref> Nel 1975, Olson riferì di nuovi materiali attribuiti a ''Dimetrodon'' scoperti in Ohio.<ref name=OEC75>{{Cita pubblicazione|cognome=Olson |nome=E.C. |anno=1975 |titolo=Permo-Carboniferous paleoecology and morphotypic series |rivista=American Zoologist |volume=15 |numero=2 |pp=371-389 |doi=10.1093/icb/15.2.371}}</ref> Nel 1977 fu descritta una nuova specie, ''Dimetrodon occidentalis'' (il cui nome significa "dimetrodonte occidentale"), sulla base di fossili ritrovati in [[Nuovo Messico]].<ref name=BDS77>{{Cita pubblicazione|cognome=Berman |nome=D.S. |anno=1977 |titolo=A new species of ''Dimetrodon'' (Reptilia, Pelycosauria) from a non-deltaic facies in the Lower Permian of north-central New Mexico |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-paleontology_1977-01_51_1/page/108 |rivista=Journal of Paleontology |volume=51 |numero=1 |pp=108-115|jstor=1303466}}</ref> Si ritiene che gli esemplari rinvenuti nello Utah e in Arizona appartengano probabilmente a questa stessa specie.<ref name=MSZR07>{{Cita pubblicazione|cognome=Madalena |nome=K. |autore2=Sumida, S. |autore3=Zeigler, K. |autore4= Rega, E. |anno=2007 |titolo=A new record of the Early Permian pelycosaurian-grade synapsid ''Dimetrodon'' (Eupelycosauria: Sphenacodontidae) from the Lower Cutler Group (Early Permian) of Jemez Pueblo, north-central New Mexico |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=27 |numero=3, Suppl. |pp=110A |doi=10.1080/02724634.2007.10010458}}</ref>
 
Prima di queste scoperte, si ipotizzava che nel Permiano inferiore un mare interno separasse l'attuale Texas e Oklahoma dalle regioni più occidentali del Nord America. Questa barriera avrebbe isolato ''Dimetrodon'' in una regione ristretta, mentre lo [[Sphenacodontidae|sfenacodontide]] più piccolo ''[[Sphenacodon]]'' avrebbe dominato le zone occidentali. Sebbene l'esistenza di questo mare interno sia plausibile, i ritrovamenti di fossili al di fuori del Texas e dell'Oklahoma suggeriscono che la sua estensione fosse limitata e che non costituisse una barriera efficace alla distribuzione di ''Dimetrodon''.<ref name=BDS77 /><ref name=VPP73>{{Cita libro |cognome=Vaughn |nome=P.P. |anno=1973 |titolo=Vertebrates from the Cutler Group of Monument Valley and vicinity |serie=New Mexico Geological Society Guidebook |volume=24 |editore=New Mexico Geological Society |pp=99-105 |url=http://nmgs.nmt.edu/publications/guidebooks/downloads/24/24_p0099_p0105.pdf |accesso=22 marzo 2017 |dataarchivio=12 aprile 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160412174344/http://nmgs.nmt.edu/publications/guidebooks/downloads/24/24_p0099_p0105.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
 
Nel 2001, una nuova specie chiamata ''Dimetrodon teutonis'' fu descritta da una località risalente al Permiano inferiore situata nella [[Selva di Turingia|foresta della Turingia]], in [[Germania]]. Questo ritrovamento ampliò per la prima volta l'area geografica conosciuta di ''Dimetrodon'' al di fuori del Nord America.<ref name=BRMH01 />
 
=== Specie ===
{{Vedi anche|Lista delle specie di Dimetrodon}}
{| class="wikitable sortable"
|-
! Specie !! Autore/i !! Locazione !! Stato !! Sinonimi !! class="unsortable" | Immagine
|-
| ''Dimetrodon angelensis'' || Olson, 1962 || Texas || Valida || || [[File:Dimetrodon angelensisDB.jpg|125px]]
|-
| ''[[Dimetrodon borealis]]''|| Leidy, 1854 || Isola del Principe Edoardo || Valida || Originariamente conosciuta come ''Bathygnathus borealis''|| [[File:Bathygnathus head1DB.jpg|125px]]
|-
| ''Dimetrodon booneorum'' || Romer, 1937 || Texas || Valida || ||
|-
| ''Dimetrodon dollovianus'' || Case, 1907 || Texas || Valida || ''Embolophorus dollovianus'' Cope, 1888 ||
|-
| ''Dimetrodon gigashomogenes'' || Case, 1907 || Texas || Valida || || [[File:Dimetrodon gigashomog DB.jpg|125px]]
|-
| ''Dimetrodon grandis'' || Romer & Price, 1940 || Oklahoma<br /> Texas || Valida || ''Clepsydrops gigas'' Cope, 1878<br /> ''Dimetrodon gigas'' Cope, 1878<br /> ''Theropleura grandis'' Case, 1907<br /> ''Bathyglyptus theodori'' Case, 1911<br /> ''Dimetrodon maximus'' Romer 1936|| [[File:Dimetrodon grandis.jpg|125px]]
|-
| ''Dimetrodon kempae'' || Romer, 1937 || Texas || Possibile ''[[nomen dubium]]'' || ||
|-
| ''Dimetrodon limbatus'' || Romer & Price, 1940 || Oklahoma<br /> Texas || Valida || ''Clepsydrops limbatus'' Cope, 1877<br /> ''Dimetrodon incisivus'' Cope, 1878<br /> ''Dimetrodon rectiformis'' Cope, 1878<br /> ''Dimetrodon semiradicatus'' Cope, 1881 ||
|-
| ''Dimetrodon loomisi'' || Romer, 1937 || Texas<br /> Oklahoma || Valida || || [[File:Dimetrodon loomisi.jpg|125px]]
|-
| ''Dimetrodon macrospondylus'' || Case, 1907 || Texas || Valida || ''Clepsydrops macrospondylus'' Cope, 1884<br /> ''Dimetrodon platycentrus'' Case, 1907 ||
|-
| ''Dimetrodon milleri'' || Romer, 1937 || Texas || Valida || || [[File:Dimetrodon milleri.jpg|125px]]
|-
| ''Dimetrodon natalis'' || Romer, 1936 || Texas || Valida || ''Clepsydrops natalis'' Cope, 1878 || [[File:D natalisDB.jpg|125px]]
|-
| ''Dimetrodon occidentalis'' || Berman, 1977 || Arizona<br /> Nuovo Messico<br /> Utah || Valida || ||
|-
| ''Dimetrodon teutonis'' || Berman ''et al.'', 2001 || Germania || Valida || ||
|-
|}
 
== Filogenesi ==
''Dimetrodon'' è uno dei primi membri del gruppo dei [[sinapsidi]], che include i [[mammiferi]] e molti dei loro parenti estinti. Sebbene ''Dimetrodon'' non sia l'antenato diretto di tutti i mammiferi, il gruppo dei sinapsidi rappresenta un'importante fase evolutiva nella linea che ha portato alla loro comparsa, avvenuta milioni di anni dopo. Nella cultura popolare, ''Dimetrodon'' è spesso confuso con i [[dinosauri]], nonostante si sia estinto circa 40 milioni di anni prima dell'apparizione dei primi dinosauri nel [[Triassico]]. Come tutti sinapsidi, ''Dimetrodon'' è più strettamente imparentato con i mammiferi che con i dinosauri o qualsiasi altro rettile vivente. Fino al 1900, molti paleontologi descrivevano ''Dimetrodon'' come un rettile, seguendo la tassonomia di Linneo, che classificava ''Dimetrodon'' all'interno della [[Classe (tassonomia)|classe]] [[Reptilia]]. I mammiferi, invece, venivano assegnati a una classe separata. In questo contesto, ''Dimetrodon'' era considerato un "rettile simile a un mammifero". Tuttavia, con l'avanzamento delle conoscenze paleontologiche, si è compreso che ''Dimetrodon'' e altri sinapsidi non erano rettili in senso stretto, ma rappresentavano un gruppo transizionale nella linea evolutiva che ha portato ai mammiferi, segnando una tappa fondamentale nella trasformazione da rettile a mammifero.
 
=== Tassonomia dei sinapsidi ===
[[File:Dimetrodon skeleton.JPG|thumb|left|Scheletro di ''D. grandis'', al North American Museum of Ancient Life]]
Sotto la [[Cladistica|sistematica filogenetica]], i discendenti dell'[[ultimo antenato comune]] di ''Dimetrodon'' e di tutti i rettili viventi includono anche i mammiferi. Questo perché ''Dimetrodon'' è più strettamente imparentato con i mammiferi che con qualsiasi rettile vivente. Di conseguenza, se si desidera evitare un clado che includa sia mammiferi che rettili viventi, ''Dimetrodon'' non deve essere incluso in tale clado, né in alcun altro clado di "rettili simili ai mammiferi". I discendenti dell'ultimo antenato comune dei mammiferi e dei rettili, comparso circa 310 milioni di anni fa nel [[Carbonifero superiore]], si dividono in due cladi principali: [[Synapsida]], che comprende ''Dimetrodon'' e i mammiferi; e [[Sauropsida]], che comprende i rettili viventi e tutti i rettili estinti più strettamente correlati tra loro che con i mammiferi.<ref name=AKD09 />
 
All'interno del clado Synapsida, ''Dimetrodon'' appartiene al clado [[Sphenacodontia]], proposto negli anni '40 dai paleontologi Alfred Romer e Llewellyn Ivor Price. Questo gruppo fu definito insieme agli [[Ophiacodontidae|Ophiacodontia]] e agli [[Edaphosauridae|Edaphosauria]],<ref name=RP40 /> tutti noti dal [[Carbonifero superiore]] al [[Permiano inferiore]]. Romer e Price li distinsero principalmente sulla base di caratteristiche postcraniali, come la forma degli arti e delle vertebre. Gli Ophiacodontia sono considerati il gruppo più primitivo, con caratteristiche più simili ai rettili. Gli Sphenacodontia, invece, sono ritenuti il gruppo più avanzato, poiché più strettamente imparentati con i [[Therapsida]], che includono i parenti più prossimi dei mammiferi. Romer e Price collocarono anche i [[Varanopseidae|varanopidi]], un altro gruppo di sinapsidi primitivi, all'interno degli Sphenacodontia, considerandoli più primitivi rispetto ad altri membri del clado, come ''Dimetrodon''.<ref name=BRJ12>{{Cita pubblicazione|cognome=Benson |nome=R.J. |anno=2012 |titolo=Interrelationships of basal synapsids: cranial and postcranial morphological partitions suggest different topologies |rivista=Journal of Systematic Paleontology |volume=10|numero=2 |pp=601-624 |doi=10.1080/14772019.2011.631042 |url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/14772019.2011.631042}}</ref> In passato si pensava che i varanopidi fossero strettamente imparentati con gli sfenacodonti, poiché entrambi i gruppi erano carnivori. Tuttavia, i varanopidi erano notevolmente più piccoli e privi delle grandi vele dorsali presenti negli sfenacodonti come ''Dimetrodon''.
 
La visione moderna delle relazioni filogenetiche tra i sinapsidi è stata proposta dal paleontologo [[Robert R. Reisz]] nel 1986. Questo studio si concentrava principalmente sulle caratteristiche del cranio piuttosto che sullo scheletro postcraniale, utilizzato in precedenza per classificazioni più tradizionali.<ref name=RRR86>{{cita libro|cognome=Reisz |nome=R. R. |anno=1986 |curatore=Sues, H.-D. (ed.) |pubblicazione=Handbuch der Paläoherpetologie |titolo=Pelycosauria |editore=Gustav Fischer Verlag |volume=17A |pp=1-102|isbn=978-3-89937-032-4|ol=12985656M}}</ref> Secondo questa filogenesi, ''Dimetrodon'' è ancora considerato uno sfenacodonte, ma i varanopidi sono ora ritenuti sinapsidi più basali, esclusi dal clado Sphenacodontia. All'interno di Sphenacodontia esiste il gruppo più specializzato, chiamato Sphenacodontoidea, che si divide in due cladi principali: Sphenacodontidae, che include ''Dimetrodon'' e altri sinapsidi con vele dorsali, come ''[[Sphenacodon]]'', ''[[Ctenospondylus]]'' e ''[[Secodontosaurus]]''; e Therapsida, il gruppo che comprende i mammiferi e i loro parenti del Permiano e del Triassico.
 
Ecco il [[cladogramma]] del [[clado]] [[Synapsida]], basato sulla filogenesi proposta da Benson (2012):<ref name=BRJ12 />
 
{{clade| style=font-size:85%;line-height:85%
|label1=[[Amniota]]
|1={{clade
|1=[[Sauropsida]] (include dinosauri, rettili e uccelli moderni) [[File:Protorothyris.jpg|50px]]
|label2=[[Synapsida]]
|2={{clade
|1={{clade
|1=[[Ophiacodontidae|† Ophiacodontidae]] [[File:Archaeothyris BW.jpg|50px]]
|2=[[Varanopseidae|† Varanopidae]] [[File:Varanops brevirostris.jpg|50px]]}}
|2={{clade
|1=[[Caseasauria|† Caseasauria]] [[File:Ennatosaurus BW.jpg|50px]]
|2={{clade
|1=† ''[[Ianthodon schultzei]]''
|2={{clade
|1=[[Edaphosauridae|† Edaphosauridae]] [[File:Ianthasaurus BW.jpg|50px]]
|label2=[[Sphenacodontia]]
|2={{clade
|1=† ''[[Haptodus garnettensis]]'' [[File:Haptodus BW.jpg|50px]]
|2={{clade
|1=† ''[[Pantelosaurus saxonicus]]''
|2={{clade
|label1=[[Sphenacodontidae|† Sphenacodontidae]]
|1={{clade
|1=† ''[[Cutleria wilmarthi]]''
|2={{clade
|1=† ''[[Secodontosaurus obtusidens]]'' [[File:Secodontosaurus BW.jpg|50px]]
|2={{clade
|1=† ''[[Cryptovenator hirschbergeri]]''
|2={{clade
|1=† '''''Dimetrodon''''' spp. [[File:Dimetrodon grandis.jpg|50px]]
|2=† ''[[Sphenacodon]]'' spp. [[File:Sphenacodon222.jpg|50px]]}} }} }} }}
|2=[[Therapsida]] (include i mammiferi)[[File:Biarmosuchus.jpg|50px]]
}} }} }} }} }} }} }} }} }}
Ecco il [[cladogramma]] che illustra i rapporti filogenetici tra alcune specie di ''Dimetrodon'', secondo lo studio di Brink ''et al.'' (2015):<ref name="brink15">{{Cita pubblicazione|doi=10.1139/cjes-2015-0100|titolo=Re-evaluation of the historic Canadian fossil ''Bathygnathus'' borealisfrom the Early Permian of Prince Edward Island|rivista=Canadian Journal of Earth Sciences|volume=52|numero=12|pp=1109-1120|anno=2015|cognome1=Brink|nome1=Kirstin S.|cognome2=Maddin|nome2=Hillary C.|cognome3=Evans|nome3=David C.|cognome4=Reisz|nome4=Robert R.|cognome5=Sues|nome5=Hans-Dieter}}</ref>
 
{{clade| style=font-size:85%; line-height:85%
|label1=[[Sphenacodontidae]]
|1={{clade
|1=''[[Secodontosaurus]]''
|2={{clade
|1={{clade
|1=''[[Sphenacodon]]''
|2=''[[Ctenospondylus]]'' }}
|2={{clade
|1='''''Dimetrodon milleri'''''
|2={{clade
|1='''''Dimetrodon limbatus'''''
|2={{clade
|1='''''Dimetrodon borealis'''''
|2='''''Dimetrodon grandis''''' }} }} }} }} }} }}
 
== Paleobiologia ==
=== Funzione della vela ===
I paleontologi hanno avanzato diverse ipotesi sull'effettiva funzione della vela dorsale di ''Dimetrodon'' durante la sua vita. Una delle prime teorie suggeriva che la vela potesse essere usata per la [[mimetizzazione]], permettendo all'animale di confondersi tra i [[canneto (ecologia)|canneti]] mentre aspettava la preda in agguato. Un'altra ipotesi, più fantasiosa, proponeva che la vela funzionasse come una vera e propria [[Vela (sport)|vela da navigazione]], sfruttando il vento per facilitare il movimento in acqua.<ref name=FKTW01>{{Cita pubblicazione|cognome=Florides |nome=G.A. |autore2=Kalogirou, S.A. |autore3=Tassou, S.A. |autore4= Wrobel, L. |anno=2001 |titolo=Natural environment and thermal behaviour of ''Dimetrodon limbatus'' |rivista=Journal of Thermal Biology |volume=26 |numero=1 |pp=15-20|doi=10.1016/S0306-4565(00)00019-X|pmid=11070340 }}</ref> Una terza teoria suggerisce che le lunghe spine neurali potessero agire come stabilizzatori del tronco, limitando il movimento verticale e favorendo un movimento laterale più efficace, utile per la locomozione dell'animale.<ref name=RSNPL05 />
 
=== Termoregolazione ===
Nel 1940, Alfred Romer e Llewellyn Ivor Price proposero che la vela di ''Dimetrodon'' avesse una funzione di [[termoregolazione]], permettendo all'animale di riscaldare il proprio corpo in modo più efficiente esponendola al calore del sole. Questa teoria è stata successivamente approfondita attraverso numerosi modelli e studi. Nel 1973, un articolo pubblicato su ''[[Nature]]'' dai paleontologi C. D. Bramwell e P. B. Fellgett stimò che un ''Dimetrodon'' di 200&nbsp;kg avrebbe impiegato circa un'ora e mezza al sole per aumentare la sua [[temperatura corporea]] da 26 a 32 °C.<ref name=BF73>{{Cita pubblicazione|cognome=Bramwell |nome=C.D. |autore2=Fellgett, P.B. |anno=1973 |titolo=Thermal regulation in sail lizards |rivista=Nature |volume=242 |pp=203-205 |doi=10.1038/242203a0 |url=https://www.nature.com/nature/journal/v242/n5394/pdf/242203a0.pdf |numero=5394}}</ref> Tuttavia, nel 1986, Steven C. Haack concluse, utilizzando un modello più complesso, che il riscaldamento dell'animale fosse molto più lento di quanto inizialmente ipotizzato. Secondo Haack, il processo completo avrebbe richiesto almeno quattro ore. Haack evidenziò che la vela avrebbe comunque consentito a ''Dimetrodon'' di scaldarsi più rapidamente al mattino e di raggiungere una temperatura corporea leggermente più alta durante il giorno. Tuttavia, la vela si rivelava inefficace per dissipare il calore in eccesso e non permetteva di mantenere il calore durante la notte, limitandone il ruolo nella regolazione termica complessiva.<ref name=HSC86>{{Cita pubblicazione|cognome=Haack |nome=S.C. |anno=1986 |titolo=A thermal model of the sailback pelycosaur |url=https://archive.org/details/sim_paleobiology_fall-1986_12_4/page/450 |rivista=Paleobiology |volume=12 |numero=4 |pp=450-458}}</ref> Nel 1999, un gruppo di ingegneri meccanici creò un modello al computer per analizzare la funzione della vela durante le diverse stagioni. Lo studio concluse che la vela poteva essere utile sia per l'assorbimento che per il rilascio di calore in vari momenti dell'anno, confermando un possibile ruolo benefico della struttura per la regolazione termica.<ref name=FWKT99>{{Cita pubblicazione|cognome=Florides |nome=G.A. |autore2=Wrobel, L.C. |autore3=Kalogirou, S.A. |autore4= Tassou, S.A. |anno=1999 |titolo=A thermal model for reptiles and pelycosaurs |rivista=Journal of Thermal Biology |volume=24 |numero=1 |pp=1-13 |doi=10.1016/S0306-4565(98)00032-1}}</ref>
[[File:Dimetrodon grandis Smithsonian.jpg|thumb|left|Scheletro di ''D. grandis'', allo [[Smithsonian Institution|Smithsonian Museum]]]]
La maggior parte degi studi sulla termoregolazione di ''Dimetrodon'' attribuisce alla vela due principali funzioni: riscaldamento rapido al mattino, per consentire all'animale di aumentare rapidamente la sua temperatura corporea; e raffreddamento durante il giorno, per dissipare il calore corporeo quando la temperatura diventava eccessiva. In origine, ''Dimetrodon'' e altri vertebrati terrestri del Permiano erano considerati [[Pecilotermia|pecilotermi]] (a [[Ectotermia|sangue freddo]]), dipendenti dal calore del sole per regolare la temperatura corporea, similmente ai rettili moderni. Tuttavia, le grandi dimensioni di ''Dimetrodon'' gli conferivano un'elevata [[inerzia termica]], il che significava che i cambiamenti nella temperatura corporea avvenivano più lentamente rispetto agli animali più piccoli. Questo rappresentava uno svantaggio al mattino, poiché le sue prede più piccole potevano scaldarsi e diventare attive molto più velocemente. Molti paleontologi, tra cui Steven C. Haack, hanno ipotizzato che la vela di ''Dimetrodon'' consentisse all'animale di scaldarsi rapidamente al mattino, permettendogli di tenere il passo con le sue prede.<ref name=HSC86 /> Inoltre, la grande superficie della vela favoriva una rapida disspazione del calore nell'ambiente circostante, utile per rilasciare il calore in eccesso accumulato durante il giorno, sia per il metabolismo che per l'esposizione al sole. È stato anche suggerito che ''Dimetrodon'' potesse angolare la vela per ottimizzare il riscaldamento o il raffreddamento. Regolando l'orientamento della vela rispetto al sole, l'animale avrebbe potuto raffreddarsi oppure, riducendo il flusso sanguigno alla vela, mantenere il calore corporeo durante la notte.<ref name=FKTW01 />
 
Nel 1986, J. Scott Turner e Richard C. Tracy proposero che l'evoluzione della vela in ''Dimetrodon'' fosse legata allo sviluppo dell'[[omeotermia]] (la capacità di mantenere una temperatura corporea costante) nei progenitori dei [[mammiferi]]. Secondo questa teoria, la vela avrebbe permesso a ''Dimetrodon'' di regolare la propria temperatura corporea, mantenendola costante, seppur relativamente bassa. I mammiferi moderni, pur essendo anch'essi omeotermi, si distinguono da ''Dimetrodon'' per essere endotermici, ovvero capaci di regolare la temperatura corporea internamente attraverso il metabolismo. Turner e Tracy notarono che i primi [[terapsidi]], un gruppo di sinapsidi più avanzati e strettamente legati ai mammiferi, svilupparono lunghi arti che potevano rilasciare calore in modo analogo alla funzione ipotizzata per la vela di ''Dimetrodon''. Secondo questa ipotesi, l'omeotermia presente in animali come ''Dimetrodon'' potrebbe aver rappresentato un passo evolutivo intermedio verso la regolazione endotermica del calore corporeo nei terapsidi. Con il tempo, la modifica della forma del corpo e l'adattamento metabolico nei terapsidi avrebbe condotto allo sviluppo del sangue caldo nei mammiferi.<ref name=TT86>{{Cita libro |cognome=Turner |nome=J.S. |autore2=Tracy, C.R. |anno=1986 |capitolo=Body size, homeothermy and the control of heat exchange in mammal-like reptiles |titolo=The Ecology and Biology of Mammal-Like Reptiles |curatore=Hotton, N. III.; MacLean, P.D.; Roth, J.J.; and Roth, E.C. (eds.) |editore=Smithsonian Institution Press |città=Washington, D.C. |pp=185-194 |url=http://www.esf.edu/efb/turner/publication%20pdfs/mammal-like%20reptiles%201.pdf |accesso=23 marzo 2017 |dataarchivio=12 aprile 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160412174317/http://www.esf.edu/efb/turner/publication%20pdfs/mammal-like%20reptiles%201.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
[[File:Sphenacodon ferox 2.jpg|thumb|Scheletro di ''[[Sphenacodon]]'', sinapside dotato di una bassa cresta sul dorso]]
Recenti studi sulla vela di ''Dimetrodon'' e di altri sfenacodontidi supportano la tesi di Steven C. Haack (1986), secondo cui la vela era scarsamente adatta a rilasciare calore e mantenere una temperatura corporea stabile. La presenza di vele nelle specie più piccole di ''Dimetrodon'', come ''D. milleri'' e ''D. teutonis'', non si adatta all'idea che la vela avesse una funzione di termoregolazione. Le loro vele erano troppo piccole per trasferire calore in modo significativo e i loro corpi, essendo più piccoli, potevano assorbire e rilasciare calore in modo naturale e più efficace senza la necessità di una struttura così complessa. Inoltre, i parenti più stretti di ''Dimetrodon'', come ''[[Sphenacodon]]'', possedevano creste dorsali molto basse, che sarebbero state inutili come dispositivi di termoregolazione.<ref name=HRS10 /> Questo suggerisce che la grande vela di ''Dimetrodon'' si sia evoluta da strutture più ridotte, come le creste basse di ''Sphenacodon''. Di conseguenza, per gran parte della storia evolutiva della vela, la termoregolazione potrebbe non essere stata il suo scopo principale.<ref name=Tetal10>{{Cita pubblicazione |cognome=Tomkins |nome=J.L. |autore2=LeBas, N.R. |autore3=Witton, M.P. |autore4=Martill, D.M. |autore5=Humphries, S. |anno=2010 |titolo=Positive allometry and the prehistory of sexual selection |rivista=The American Naturalist |volume=176 |numero=2 |pp=141-148 |doi=10.1086/653001 |url=http://www.alternativetactics.org/PDF/Tomkins%20et%20al%20Am%20Nat%202010.pdf |pmid=20565262 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160412174318/http://www.alternativetactics.org/PDF/Tomkins%20et%20al%20Am%20Nat%202010.pdf |dataarchivio=12 aprile 2016 }}</ref>
 
Gli esemplari più grandi di ''Dimetrodon'' presentavano vele proporzionalmente più grandi rispetto alle loro dimensioni corporee, un esempio di allometria positiva. Questo fenomeno può teoricamente favorire la [[termoregolazione]], poiché un aumento della superficie corporea consente di dissipare maggiori quantità di calore, particolarmente importante per animali di grandi dimensioni che generano più calore attraverso il metabolismo. In questi casi, una relazione favorevole tra massa e superficie permette un'efficace dissipazione del calore. Tuttavia, uno studio del 2010 sull'allometria di ''Dimetrodon'' ha rilevato che la crescita della vela non seguiva il rapporto previsto per un adattamento primariamente lefato alla termoregolazione. L'esponente di scala reale della vela risultava significativamente più grande di quello atteso per un animale adattato a dissipare calore. I ricercatori hanno quindi concluso che la vela di ''Dimetrodon'' cresceva a un ritmo molto più rapido di quanto necessario per la termoregolazione. Questo suggerisce che la [[selezione sessuale]] sia stata il principale motore evolutivo dietro lo sviluppo di questa struttura.<ref name=Tetal10 />
 
=== Selezione sessuale ===
L'esponente allometrico per l'altezza della vela in ''Dimetrodon'' è simile a quello osservato nella scala di lunghezza interspecifica delle corna e nell'altezza delle spalle nei [[cervidi]]. Come osservato da Bakker (1970), molte specie di lucertole sollevano una cresta di pelle dorsale durante i rituali di corteggiamento o come segnale di minaccia. Questo comportamento è spesso associato a una crescita positivamente allometrica, soprattutto nelle specie che mostrano un marcato [[dimorfismo sessuale]] (Echelle ''et al.'', 1978; Christian ''et al.'', 1995). Anche in ''Dimetrodon'' vi sono evidenze di dimorfismo sessuale, in particolare nella robustezza dello scheletro e nell'altezza relativa delle spine neurali di ''D. limbatus'', come documentato da Romer & Price (1940). Questi aspetti suggeriscono che la vela potrebbe aver avuto una funzione legata alla selezione sessuale, analogamente a strutture simili osservate in altre specie.<ref name=Tetal10 />
 
=== Dimorfismo sessuale ===
Anche ''Dimetrodon'' potrebbe aver mostrato un marcato [[dimorfismo sessuale]], con maschi e femmine caratterizzati da differenze morfologiche. Si ipotizza che alcuni esemplari attribuiti ai maschi avessero ossa più spesse, vele più grandi, crani più lunghi e mascelle più profonde rispetto alle femmine. Sulla base di queste differenze, gli scheletri montati presso il [[Museo americano di storia naturale|Museo Americano di Storia Naturale]] (AMNH 4636) e il [[Field Museum]] sembrerebbero rappresentare esemplari maschili, mentre quelli del Denver Museum of Natural History (MCZ 1347) e dell'University of Michigan Museum of Natural History sarebbero più probabilmente femminili.<ref name=RP40>{{Cita pubblicazione|cognome=Romer |nome=A.S. |autore2=Price, L.I. |anno=1940 |titolo=Review of the Pelycosauria |rivista=Geological Society of America Special Paper |volume=28 |pp=1-538 |doi=10.1130/spe28-p1|serie=Geological Society of America Special Papers }}</ref>
 
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Image:Dimetrodon limbatus AMNH 4636.JPG|Scheletro di ''D. limbatus'' ([[American Museum of Natural History|AMNH]] 4636), che potrebbe rappresentare un [[maschio]].
Image:Dimetrodon incisivus Exhibit Museum of Natural History.JPG|Scheletro di ''D. incisivus'' all'University of Michigan Museum of Natural History, che potrebbe rappresentare una [[femmina]].
</gallery>
Recentemente è stato rinvenuto un esemplare di dimetrodonte anche in [[Europa]], e in particolare in [[Germania]]; denominata ''Dimetrodon teutonis'', questa specie era molto più piccola degli esemplari americani. Basti pensare che l'esemplare adulto di minori dimensioni delle faune nordamericane, ''D. natalis'', doveva pesare circa 37 chilogrammi, mentre la specie europea non raggiungeva i 25 chilogrammi. Si pensa che questo "nanismo" fosse un adattamento a un [[habitat]] completamente terrestre, forse di altipiani, dove questo animale si nutriva di piccoli [[vertebrati]] e forse di grossi [[invertebrati]].
 
== Paleoecologia ==
== Parentele con i mammiferi ==
[[File:Dimetrodon track.jpg|thumb|Possibile impronta di ''Dimetrodon'', al Prehistoric Trackways National Monument]]
Il dimetrodonte era un [[sinapside]], e quindi imparentato con i [[mammiferi]]. I sinapsidi furono i primi tetrapodi a evolvere denti differenziati: mentre i rettili non riescono a masticare il cibo e inghiottono bocconi interi, i sinapsidi come il dimetrodonte svilupparono denti per tagliare la carne in pezzi più piccoli, in modo tale da ingerirli (e digerirli) più facilmente. Questi "denti di due misure", in seguito, diedero origine ai vari tipi di dentature presenti nei moderni mammiferi.
I fossili di ''Dimetrodon'' sono stati rinvenuti negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ([[Texas]], [[Oklahoma]], [[Nuovo Messico]], [[Arizona]], [[Utah]] e [[Ohio]]) e in [[Germania]], aree che, durante il Permiano inferiore, facevano parte del [[supercontinente]] [[Euramerica]]. Negli Stati Uniti, quasi tutto il materiale attribuito a ''Dimetrodon'' proviene da tre gruppi geologici situati nel centro-nord del Texas e nell'Oklahoma centro-meridionale: il Gruppo Clear Fork, il Gruppo di Wichita e il Gruppo River Pearce.<ref name=LSRM09>{{Cita libro |cognome=Lucas |nome=S.G. |autore2=Spielmann, J.A. |autore3=Rinehart, L.F. |autore4=Martens, T. |anno=2009 |titolo=''Dimetrodon'' (Amniota: Synapsida: Sphenacodontidae) from the Lower Permian Abo Formation, Socorro County, New Mexico |serie=New Mexico Geological Society Guidebook |volume=60 |editore=New Mexico Geological Society |pp=281-284 |url=http://nmgs.nmt.edu/publications/guidebooks/downloads/60/60_p0281_p0284.pdf |accesso=23 marzo 2017 |dataarchivio=5 ottobre 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211005011423/https://nmgs.nmt.edu/publications/guidebooks/downloads/60/60_p0281_p0284.pdf |urlmorto=sì }}</ref> La maggior parte dei reperti fossili proviene da ecosistemi di pianura che, nel Permiano, erano caratterizzati da vaste [[zone umide]]. In particolare, i Red Beds del Texas rappresentano una regione di grande diversità fossile di tetrapodi. Oltre a ''Dimetrodon'', i tetrapodi più comuni nei Red Beds e in altri depositi del Permiano inferiore nel sud-ovest degli Stati Uniti includono gli [[Anfibio|anfibi]] ''[[Archeria]]'', ''[[Diplocaulus]]'', ''[[Eryops]]'' e ''[[Trimerorhachis]]'', il [[reptiliomorpha|rettiliomorfo]] ''[[Seymouria]]'', il [[rettile]] ''[[Captorhinus]]'' e i [[sinapsidi]] ''[[Ophiacodon]]'' ed ''[[Edaphosaurus]]''. Questi animali costituiscono una fauna che il paleontologo Everett C. Olson ha definito la "cronofauna del Permo-Carbonifero", un insieme di specie che ha dominato l'ecosistema dell'Euramerica per diversi milioni di anni.<ref name=SRM00>{{Cita pubblicazione|cognome=Sullivan |nome=C. |autore2=Reisz, R.R. |autore3= May, W.J. |anno=2000 |titolo=Large dissorophoid skeletal elements from the Lower Permian Richards Spur fissures, Oklahoma, and their paleoecological implications |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=20 |numero=3|jstor=4524117 |pp=456-461 |doi=10.1671/0272-4634(2000)020[0456:LDSEFT]2.0.CO;2}}</ref> Sulla base della geologia dei depositi, come quelli dei Red Beds, si ritiene che questa fauna abitasse una pianura rigogliosa e ricca di vegetazione, inserita in un [[Delta fluviale|ecosistema deltizio]] con abbondanza di risorse naturali.<ref name=OEC66>{{Cita pubblicazione|cognome=Olson |nome=E.C. |anno=1966 |titolo=Community evolution and the origin of mammals |rivista=Ecology |volume=47 |numero=2 |pp=291-302 |doi=10.2307/1933776|jstor=1933776 }}</ref>
 
Il paleontologo Everett C. Olson ha formulato diverse ipotesi sulla paleoecologia dei Red Beds del Texas e sul ruolo di ''Dimetrodon'' nel suo ecosistema. Olson ha proposto vari tipi di ecosistemi in cui i primi tetrapodi potrebbero aver vissuto, assegnando ''Dimetrodon'' a un ecosistema primitivo sviluppatosi da una [[catena alimentare]] prevalentemente acquatica. In questo ecosistema, le piante acquatiche costituivano i produttori primari, alimentando pesci e invertebrati acquatici. La maggior parte dei vertebrati terrestri si nutriva di prede acquatiche. ''Dimetrodon'' era probabilmente il [[Superpredatore|predatore alfa]] di questo ecosistema, nutrendosi di una vasta gamma di prede, tra cui il grande [[squalo]] d'acqua dolce ''[[Xenacanthus]]'', gli anfibi acquatici ''Trimerorhachis'' e ''Diplocaulus'', e i tetrapodi terrestri ''Seymouria'' e ''Trematops''. Numerose specie di [[insetti]] presenti all'epoca probabilmente alimentavano piccoli rettili come ''Captorhinus'', che a loro volta potevano entrare nella dieta di ''Dimetrodon''. L'assemblaggio dei Red Beds includeva anche alcuni dei primi grandi erbivori terrestri, come ''Edaphosaurus'' e ''[[Diadectes]]'', che si nutrivano principalmente di piante terrestri piuttosto che acquatiche. Olson suggerì che l'ecosistema dei Red Beds fosse analogo alle moderne [[Everglades]], con una rete alimentare intricata e un'interazione tra ambienti acquatici e terrestri.<ref name=OEC66 /> Lo stile di vita esatto di ''Dimetrodon'' è stato oggetto di dibattito, con pionioni divise tra un'esistenza anfibia e una terrestre. Tuttavia, la microanatomia delle sue ossa suggerisce che fosse prevalentemente terrestre,<ref name=K08>{{Cita pubblicazione|cognome=Kriloff |nome=A. |autore2=Germain, D. |autore3= Canoville, A. |autore4= Vincent, P. |autore5= Sache, M. |autore6= Laurin, M. |anno=2008 |titolo=Evolution of bone microanatomy of the tetrapod tibia and its use in palaeobiological inference |rivista=Journal of Evolutionary Biology |volume=21 |numero=3 |pp=807-826 |doi=10.1111/j.1420-9101.2008.01512.x|pmid=18312321 }}</ref> implicando che cacciasse principalmente sulla terraferma, lungo le rive o in acque poco profonde. Esistono prove dirette della predazione di ''Dimetrodon'' su prede come ''Diplocaulus'' durante i periodi di siccità. Sono stati rinvenuti resti di tre giovani ''Diplocaulus'' parzialmente mangiati all'interno di una tana, oltre a segni di denti lasciati da un ''Dimetrodon'' su otto esemplari estratti dal terreno e consumati.<ref>http://www.livescience.com/40842-finned-monster-chomped-heads-off-ancient-amphibians.html</ref>
==Nella cultura popolare==
Nonostante non sia un dinosauro, come animale estinto il dimetrodonte è sorprendentemente ben conosciuto presso il grande pubblico. Basti pensare che è presente in un famoso film del [[1959]] con [[James Mason]], ''[[Viaggio al centro della Terra (film)|Viaggio al centro della Terra]]'', tratto da un romanzo di [[Jules Verne]], e poi è anche presente nel documentario della BBC ''Walking With Monsters''. Spesso, poi, modellini di dimetrodonte vengono inclusi nelle confezioni di giocattoli per bambini. Nonostante la sua fama, il dimetrodonte è spesso confuso con il [[dinosauro]] ''[[Spinosaurus]]'', a causa del fatto che entrambi questi animali presentavano una vela dorsale.
 
L'unica specie di ''Dimetrodon'' ritrovata al di fuori del sud-ovest degli Stati Uniti è ''D. teutonis'', proveniente dalla Formazione Tambach in [[Germania]], presso un sito noto come Località Bromacker. L'assemblaggio di tetrapodi del Bromacker nel Permiano inferiore è piuttosto insolito, poiché mancano grandi sinapsidi che svolgano il ruolo di grandi predatori. Le dimensioni di ''D. teutonis'' sono stimate a soli 1,7 metri di lunghezza, rendendolo troppo piccolo per cacciare i grandi [[diadectidi]] [[erbivori]], abbondanti nell'assemblaggio del Bromacker. È più probabile che questa specie si nutrisse di piccoli vertebrati e insetti. Sono stati ritrovati solo tre fossili attribuibili a grandi predatori in questa località. Si ritiene che appartenessero a grandi o piccoli sfenacodonti e varanopidi, entrambi potenziali predatori di ''D. teutonis''. A differenza delle pianura deltizie rappresentate dai Red Beds del Texas, i depositi del Bromacker sono ritenuti un ambiente montano, privo di specie acquatiche. Questo potrebbe spiegare l'assenza di grandi specie di ''Dimetrodon'' nell'ecosistema del Bromacker, poiché tali specie erano probabilmente dipendenti da grandi prede acquatiche per sopravvivere.<ref name=BRMH01 />
Nel [[Parco della Preistoria di Rivolta d'Adda]] sono presenti tre ricostruzioni di dimetrodonti.
 
== Nella cultura di massa ==
era apparso anche nel film di [[Walt Disney]] [[Fantasia (film)|Fantasia]] nel capitolo [[La sagra della primavera]] e in [[Alla ricerca della valle incantata]]
Nonostante non sia un dinosauro, ''Dimetrodon'' è sorprendentemente noto presso il grande pubblico, sebbene venga spesso erroneamente identificato come tale. Questo fraintendimento è in parte dovuto alla sua frequente inclusione in confezioni di giocattoli per bambini accanto a dinosauri, e alla sua somiglianza con lo spinosauride ''[[Spinosaurus]]'', con cui condivide la caratteristica vela dorsale. ''Dimetrodon'' ha avuto diverse apparizioni in film, documentari e altre opere della cultura popolare. Tra queste:
 
'''Cinema e animazione'''
==Bibliografia==
* È presente nel film del 1959 ''[[Viaggio al centro della Terra (film 1959)|Viaggio al centro della Terra]]'', tratto dall'omonimo romanzo di [[Jules Verne]] e interpretato da [[James Mason]].
#Bramwell, C. D. and Fellgett, P. P., 1973, [http://www.nature.com/nature/journal/v242/n5394/abs/242203a0.html Termoregolazione nelle "lucertole" munite di vela]. Nature, v. 242, p. 203-205.
* Compare nel capitolo ''[[La sagra della primavera]]'' del film [[Walt Disney|Disney]] ''[[Fantasia (film)|Fantasia]]'' (1940).
{{Portale|rettili}}
* Appare brevemente nel primo film della serie ''[[Alla ricerca della Valle Incantata]]''.
* Il personaggio "Ranu" del cartone animato ''[[I Saurini e i viaggi del meteorite nero]]'' è un ''Dimetrodon''.
* Uno ''zord'' della serie ''[[Power Rangers Dino Thunder]]'' è un ''Dimetrodon'' celeste, con la vela dorsale trasformata in una lama di sega circolare.
* Un giocattolo con le sembianze di ''Dimetrodon'' appare brevemente in ''[[Toy Story 3 - La grande fuga]]'' e nel corto ''[[Toy Story: Tutto un altro mondo]]''.
* Nel franchise ''[[Jurassic Park (franchise)|Jurassic Park]]'', ''Dimetrodon'' compare per la prima volta come [[diorama]] nella biblioteca della magione Lockwood in ''[[Jurassic World - Il regno distrutto]]'' (2018). Fa la sua apparizione fisica in ''[[Jurassic World - Il dominio]]'' (2022), dove un gruppo di ''Dimetrodon'' attacca [[Alan Grant (personaggio)|Alan Grant]], [[Ellie Sattler]] e [[Maisie Lockwood]] in una miniera di ambra abbandonata.
 
'''Documentari'''
[[Categoria:Pelicosauri]]
* È stato presentato nel documentario della BBC ''[[L'impero dei mostri - La vita prima dei dinosauri]]''.
[[Categoria:Megafauna estinta]]
 
'''Videogiochi'''
[[bg:Диметродон]]
* ''Dimetrodon'' è giocabile in titoli come ''[[Jurassic World: il gioco|Jurassic World: Il gioco]]'', ''[[Jurassic World Alive]]'' e ''[[Jurassic World Evolution 2]]'' (nel DLC ''Jurassic World Dominion Biosyn Expansion'').
[[br:Dimetrodon]]
 
[[ca:Dimetrodon]]
'''Esposizioni e parchi a tema'''
[[da:Dimetrodon]]
* In Italia, diverse ricostruzioni di ''Dimetrodon'' sono esposte in parchi tematici come:
[[de:Dimetrodon]]
** Il [[Parco della Preistoria di Rivolta d'Adda]] (con tre ricostruzioni).
[[el:Διμετρόδοντας]]
** Il Parco Preistorico di [[Peccioli]] ([[Provincia di Pisa|PI]]).
[[en:Dimetrodon]]
** Il Mondo della Preistoria di [[Simbario]] ([[Provincia di Vibo Valentia|VV]]).
[[es:Dimetrodon]]
** Il Parco dei Dinosauri di [[Castellana Grotte]] ([[Provincia di Bari|BA]]).
[[fa:دیمترودون]]
 
[[fi:Dimetrodon]]
Grazie alla sua iconica vela dorsale e alla sua associazione con dinosauri e creature preistoriche, ''Dimetrodon'' continua a essere una figura di spicco nella cultura popolare e nei media.
[[fr:Dimétrodon]]
 
[[he:דימטרודון]]
== Note ==
[[hr:Dimetrodon]]
<references />
[[hu:Dimetrodon]]
 
[[id:Dimetrodon]]
== Bibliografia ==
[[ja:ディメトロドン]]
* Bramwell, C. D. and Fellgett, P. P., 1973, [https://www.nature.com/nature/journal/v242/n5394/abs/242203a0.html Termoregolazione nelle "lucertole" munite di vela]. Nature, v. 242, p.&nbsp;203-205
[[ka:დიმეტროდონი]]
 
[[ko:디메트로돈]]
== Altri progetti ==
[[nl:Dimetrodon]]
{{interprogetto}}
[[no:Dimetrodon]]
 
[[pl:Dimetrodon]]
== Collegamenti esterni ==
[[pt:Dimetrodon]]
* {{Collegamenti esterni}}
[[ro:Dimetrodon]]
 
[[ru:Диметродон]]
{{Portale|paleontologia|rettili}}
[[simple:Dimetrodon]]
 
[[sk:Dimetrodon]]
[[Categoria:Pelicosauri]]
[[sl:Dimetrodon]]
[[Categoria:Taxa classificati da Edward Drinker Cope]]
[[sr:Диметредон]]
[[sv:Dimetrodon]]
[[vi:Dimetrodon]]
[[zh:异齿龙]]