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{{W|botanica|dicembre 2009}}
{{Bio
|Nome = OttoneAlbert Julius Otto
|Cognome = Penzig
|PostCognomeVirgola =nato italianizzato come '''OttoOttone Penzig''',
|Sesso = M
|LuogoNascita = Samitz
|LuogoNascitaLink = Zamienice
|GiornoMeseNascita = 25 marzo
|AnnoNascita = 1856
|LuogoMorte = LosineGenova
|GiornoMeseMorte = 6 marzo
|AnnoMorte = 1929
|Attività = botanico
|AttivitàAltre = {{sp}} e ricercatore scientifico
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = botanico
|AttivitàAltre = {{sp}} e ricercatore scientifico
|Nazionalità = tedesco
|NazionalitàNaturalizzato = italiano
|PostNazionalità = {{sp}} naturalizzato italiano, visse ede operò per quasi tutta la sua vita in Italia.
}}
==Biografia==
Nacque a Samitz (allora circondario di Haynau) in Slesia, allora territorio tedesco, attualmente territorio [[Polonia|polacco]], il 25 marzo 1856. Figlio di un [[Protestantesimo|diacono evangelico]] si laureò a Breslau (oggi [[Wroclaw]]) il 24 settembre 1877. Per motivi di salute dopo un periodo di studio a Karlruhe, si trasferì nel Sud dell'Europa, sulla [[Costa azzurra]] francese e poi in Italia; a Pavia, dopo la guarigione, ottenne un impiego presso il Laboratorio [[Crittogame|Crittogamico]] della [[Università degli studi di Pavia]]; in seguito passò a Padova
 
== Biografia ==
Nel 1882 Otto Penzig - divenuto Ottone Penzig - ottenne la cittadinanza italiana e la libera docenza; nel 1883 vinse il concorso per l’incarico di direttore della Regia Stazione Agraria di Modena e nel 1886 conseguì, sempre per concorso, la cattedra di Botanica presso l’[[Università degli Studi di Genova|Università di Genova]], che tenne per oltre quarant’anni, ed eccettuato il periodo bellico della [[prima guerra mondiale]], pressoché fino alla morte.
NacqueOttone Penzig nacque a Samitz, (alloraattuale [[Zamienice]], circondario di [[Haynau)]] in [[Slesia,]] alloraall'epoca territorio tedesco, e attualmente territorio polacco di [[PoloniaChojnów (comune rurale)|polaccoChojnów]], il 25 marzo 1856.<ref>{{cita web|url=http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_gennaio_14/otto-penzig-botanico-goi-brescia-mostra-df985fcc-baeb-11e5-8d36-042d88d67a9f.shtml|titolo=Penzig, il botanico prussian-camuno re dei giardini di inizio ‘900|data=14 gennaio 2016|autore=Gianluigi Goi}}</ref> Figlio di un [[Protestantesimo|diacono evangelico]] si laureò aall'[[Università Breslaudi (oggi [[WroclawBreslavia]]) il 24 settembre 1877. Per motivi di salute dopo un periodo di studio a Karlruhe[[Karlsruhe]], si trasferì nel Sud dell'Europa, sulla [[Costa azzurra]] francese e poi in Italia; a Pavia, dopo la guarigione, ottenne un impiego presso il Laboratorio [[Crittogame|Crittogamico]] della [[Università degli studiStudi di Pavia]]; in seguito passò a Padova, dove fu assistente di [[Pier Andrea Saccardo]].
 
Nel 1882 Otto Penzig - divenuto Ottone Penzig - ottenne la cittadinanza italiana e la libera docenza; nel 1883 vinse il concorso per l’incaricol'incarico di direttore della Regia Stazione Agraria di [[Modena]] e nel 1886 conseguì, sempre per concorso, la [[Cattedra (università)|cattedra]] di Botanica presso l’l'[[Università degli Studi di Genova|Università di Genova]], che tenne per oltre quarant’anniquarant'anni, ed eccettuato il periodo bellico della [[prima guerra mondiale]], pressoché fino alla morte.
 
Acuto e volonteroso ricercaturericercatore fu inoltre noto per la sua infaticabile capacità organizzativa, che gli permetteva una eccellente capacità espositiva dei risultati ottenuti, ma soprattutto di tenere una fitta rete di contatti e relazioni reciprocamente fruttuose con altri studiosi, ed una elevata produttività personale.
 
In seguito al matrimonio con Lucia Ottini, di [[BrenoLosine (Italia)|Losine]] in [[ValleVal Camonica]], ed alla conseguente frequenza in quella valle, Ottone divenne amico di escursionisti del luogo e lui stesso fu escursionista, fatto al quale diede immediatamente significato scientifico, preparando per la flora e per altri reperti naturali (soprattutto fossili) del luogo, specifiche ricerche e pubblicazioni, nonché raccolte di campioni.
 
Nella sua permanenza in [[Liguria]] ed a [[Genova]] produsse una notevole ricerca botanica e raccolta di campioni della Flora ligure; purtroppo i reperti ed una parte della documentazione furono poi persi in seguito al bombardamento dell'Istituto genovese nella [[seconda guerra mondiale]].
 
Nella sua permanenza in [[Liguria]] ed a [[Genova]] venneVenne in contatto con sir [[Thomas Hanbury]], un ricco gentiluomo inglese, appassionato dibotanico botanicadilettante, che aveva fondato alla Mortola, vicino a [[Ventimiglia]], un suo giardino di acclimatazione nei cosiddetti [[Giardini botanici Hanbury]], (attualmente in gestione alla [[Università degli Studi di Genova]]).
La conoscenza divenne stretta fattiva collaborazione e poi viva amicizia, tanto che Hanbury finanziò all'interno del vecchio Orto Botanico di Genova sostanziosi ampliamenti e la costruzione della struttura (fabbricati) del nuovo Istituto di Botanica (1892), che poi donò all’Universitàall'Università.
 
Fondò e diresse '''Malpighia''' che restò per lungo tempo la più importante rivista di botanica in Italia.
 
In base alla sua dedizione alla ricerca, ed alla capacità di ottenere adeguati finanziamenti, inizioanche dal suo amico Thomas Hanbury, iniziò notevoli spedizioni esplorative in paesi equatoriali e tropicali. Nel 1891 fu in [[Eritrea]], dove individuò e classificò numerose specie, identificandone molte di nuove.
 
Tra il 1896 e il 1897 egli compì un lungo viaggio in [[Indonesia]] con permanenza a [[Giava]], e per più brevi periodi di soggiorno a [[Singapore]] e [[Sri Lanka]] (Ceylon).
Tra il 1896 e il 1897 egli compì un lungo viaggio a Ceylon, Sumatra, Giava. Questa esplorazione fu considerata ''l’opusl'opus maximum'' della sua attività di scienziato ricercatore in [[micologia]]: riguardavariguardò tra l'altro lo studio del ripopolamento vegetale, sui resti degli affioramenti delladel piccolapiccolo isola[[arcipelago]] didel [[Krakatoa]], dove nel 18931883 la gigantesca esplosione deldell'isola vulcanocostituente omonimoil vulcano, aveva completamentespazzato ricopertocon digas lavaroventi, dimaremoto, ceneri e pomici, quanto restava delle parti emerse, distruggendo ogni traccia di vita, flora e fauna.
 
La sua ricerca riguardante il ripopolamento botanico dei suoli, si estese da quel fenomeno specifico e sulla suesua evoluzione, al contorno culturale ed umano delle popolazioni della regione indonesiana, con cui venne in contatto e che puntigliosamente annotò.
 
Ritornato in Italia aderì alla [[Teosofia]], e fu uno dei fondatori, della [[Società Teosofica]] Italiana, a cui conferì personalità con la sua indiscussa autorevolezza, ne fu Segretario Generale dal 1905 al 1918, ottenendone infine riconoscimento giuridico presso il governo italiano, e ne pubblicò il ''Bollettino della Società Teosofica Italiana''. Con l'approssimarsi della [[prima guerra mondiale]] lasciò la Segreteria Generale, per evitare che la sua origine tedesca potesse nuocere alla diffusione della Teosofia in Italia, a causa del nascente nazionalismo.
 
La sua vita accademica proseguì serenamente in Genova, ma fu pure funestata con l'approssimarsi della [[Prima Guerra Mondiale]] dai nazionalismi fanatici italiani, ed essendo di origine tedesca, (anche se naturalizzato e fedele cittadino italiano da più di trent'anni), fu costretto, dopo aggressioni e minacce, ad abbandonare l'insegnamento ed a ritirarsi a [[Losine]], presso Breno, in Valle Camonica, dove la moglie aveva vaste proprietà.
Acuto e volonteroso ricercature fu inoltre noto per la sua infaticabile capacità organizzativa, che gli permetteva una eccellente capacità espositiva dei risultati ottenuti, ma soprattutto di tenere una fitta rete di contatti e relazioni reciprocamente fruttuose con altri studiosi, ed una elevata produttività personale.
 
Ritornato a Genova a guerra finita, pubblicò la sua monumentale '''Flora popolare italiana''', per la quale ebbe a dire che la solitudine obbligata gli aveva permesso di lavorare senza distrazioni e più intensamente.
In seguito al matrimonio con Lucia Ottini di [[Breno]] in [[Valle Camonica]], ed alla conseguente frequenza in quella valle, Ottone divenne amico di escursionisti del luogo e lui stesso fu escursionista, fatto al quale diede immediatamente significato scientifico, preparando per la flora e per altri reperti naturali (soprattutto fossili), specifiche ricerche e pubblicazioni, nonché raccolte di campioni.
 
Nel 1928 morìsubì la perdita della figlia Berta, che lo aveva assistito amorevolmente nella solitudine. Ottonedi Penziguna morìmalattia ilche lo aveva 6colpito marzoagli 1929occhi.
Nella sua permanenza in [[Liguria]] ed a [[Genova]] venne in contatto con sir Thomas Hanbury, un ricco gentiluomo inglese appassionato di botanica che aveva fondato alla Mortola, vicino a [[Ventimiglia]], un suo giardino di acclimatazione nei cosiddetti [[Giardini botanici Hanbury]], (attualmente in gestione alla [[Università degli Studi di Genova]]).
Ottone Penzig morì a [[Genova]] il 6 marzo 1929.
La conoscenza divenne stretta collaborazione e poi viva amicizia, tanto che Hanbury finanziò all'interno del vecchio Orto Botanico di Genova la costruzione della struttura (fabbricati) del nuovo Istituto di Botanica (1892) che poi donò all’Università.
 
== Opere (parziale) ==
Fondò e diresse '''Malpighia''' che restò per lungo tempo la più importante rivista di botanica in Italia.
* {{de}} ''Pflanzen-Teratologie systematisch geordnet'', 2 Vol., Genova, 1890–1894; 3 Vol., Berlino, 1921–1922.
* {{it}} ''Flora popolare italiana. Raccolta dei nomi dialettali delle principali piante indigene e coltivate in Italia'', 2 Vol. Genova, 1924 (541+615 pagine, Vol. 1: nomi scientifici-popolari; Vol. 2: nomi popolari-scientifici).
 
== Note ==
In base alla sua dedizione alla ricerca, ed alla capacità di ottenere adeguati finanziamenti, inizio notevoli spedizioni esplorative in paesi equatoriali e tropicali. Nel 1891 fu in Eritrea, dove individuò e classificò numerose specie, identificandone molte di nuove.
<references />
 
== Bibliografia ==
Tra il 1896 e il 1897 egli compì un lungo viaggio a Ceylon, Sumatra, Giava. Questa esplorazione fu considerata ''l’opus maximum'' della sua attività di scienziato: riguardava lo studio del ripopolamento vegetale sui resti degli affioramenti della piccola isola di Krakatoa, dove nel 1893 la esplosione del vulcano omonimo aveva completamente ricoperto di lava, di ceneri e pomici quanto restava delle parti emerse, distruggendo ogni traccia di vita, flora e fauna.
* {{de}} [[Augusto Béguinot]], ''Otto Penzig'', in ''Berichte der Deutschen Botanischen Gesellschaft'' 47, 12, maggio 1929, p. 96–102.
* {{de}} Lothar Voetz, 133. Wörterbücher von Tier- und Pflanzenbezeichnungen, in: ''Wörterbücher. Dictionaries. Dictionnaires. Ein internationales Handbuch zur Lexikographie. Zweiter Teilband'', a cura di Franz Josef Hausmann, Oskar Reichmann, Herbert Ernst Wiegand e Ladislav Zgusta, Berlin. New York 1990, p. 1254–1258.
 
== Altri progetti ==
La sua ricerca si estese da quel fenomeno specifico e sulla sue evoluzione, al contorno culturale ed umano delle popolazioni con cui venne in contatto e che puntigliosamente annotò.
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
La sua vita accademica proseguì serenamente in Genova, ma fu funestata con l'approssimarsi della [[Prima Guerra Mondiale]] dai nazionalismi fanatici italiani, ed essendo di origine tedesca, (anche se naturalizzato e fedele cittadino italiano da più trent'anni), fu costretto, dopo aggressioni e minacce, ad abbandonare l'insegnamento ed a ritirarsi a [[Losine]], in Valle Camonica.
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://www.teosofica.org/it/societa-teosofica/origine-e-storia/teosofia-in-italia/,29 Ottone Penzig, su Teosofia in Italia]
 
{{botanici}}
Ritornato a Genova a guerra finita, pubblicò la sua monumentale '''Flora popolare italiana''', per la quale ebbe a dire che la solitudine obbligata gli aveva permesso di lavorare più intensamente.
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|botanica}}
 
[[Categoria:Micologi italiani]]
Nel 1928 morì la figlia Berta che lo aveva assistito amorevolmente nella solitudine. Ottone Penzig morì il 6 marzo 1929.
[[Categoria:Membri dell'Accademia delle Scienze di Torino]]
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Genova]]
[[Categoria:Teosofi italiani]]