Église des Cordeliers (Friburgo)
{{Infobox edifici religiosi
|NomeEdificio= Cattedrale di Notre-Dame ad Aosta
|Immagine= Aosta Cattedrale.JPG
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La '''Cattedrale di Aosta''', dedicata a [[Maria Assunta|Santa Maria Assunta]] ed a [[San Giovanni Battista]], costituisce, assieme alla [[Collegiata di Sant'Orso di Aosta| Collegiata di Sant'Orso]], la testimonianza di maggior rilevo della storia dell'arte sacra in [[Valle d'Aosta]].
La sua storia ultra millenaria va ricostruita attraverso la molteplicità degli interventi che si sono succeduti e dei liguaggi architettonici impiegati, oltre alle preziose testimonianze artistiche che essa conserva.
{{Edificio religioso
== La storia ==
|Nome = Église des Cordeliers
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|Didascalia = Interno della chiesa
|Stato = Svizzera
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|Regione = [[Canton Friburgo|Friburgo]]
|Città = [[Friburgo (Svizzera)|Friburgo]]
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|StileArchitett = [[gotico]], [[barocco]]
|InizioCostr =[[1256]]
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|Sito =
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L''''Église des Cordeliers''' è la chiesa francescana che sorge nel centro storico di [[Friburgo (Svizzera)|Friburgo]], poco lontana dalla [[Cattedrale di San Nicola (Friburgo)|Cattedrale di San Nicola]]. La sua storia e le opere d'arte che conserva la rendono un monumento di particolare interesse.
==Storia==
=== Origini e "chiesa anselmiana" ===
La costruzione della chiesa dei ''cordeliers'' (vale a dire dei[[frati minori conventuali]]) ebbe inizio, assieme al convento, nel [[1256]] quando il friburgese Jacques von Riggisberg donò a tale ordine francescano la propria casa ed il terreno circostante in modo che si potesse fondare un nuovo [[convento]].<br>
La origine della Cattedrale di [[Aosta]] risale alle fasi iniziali di diffusione del Cristianesimo in Valle d'Aosta: già verso la fine del [[IV secolo]], ove oggi è la cattedrale, esisteva- come hanno provato gli scavi archeologici eseguiti - una ''Domus Ecclesiae'' di ragguardevoli proporzioni. <ref> Cfr. Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dalla domus ecclesiae al cantiere romanico'', Collana Cadran Solaire, Aosta, 2007, pag. 11</ref>
Nel [[1275]] la prima parte della chiesa conventuale era in gran parte terminata ed entro la fine del secolo anche i 66 stalli lignei del coro (che ancora si possono ammirare) risultavano installati <ref> Prove dendrocronologiche portano ad una datazione degli stalli all'altezza del [[1305]]; vedasi sito [http://renovation.cordeliers.ch/fr/histoire-du-couvent/ Histoire du couvent des Cordeliers de Fribourg]</ref>.
[[File:Church in Aosta, Italy.JPG|left|thumb|220px|I due campanili romanici (XI secolo)]]
Alla fine del [[XIV secolo]] vennero intrapresi altri lavori riguardanti il [[Coro (architettura)|coro]], le [[navate]] ed il [[convento]] che diedero al complesso il suo definitivo aspetto [[Architettura gotica|gotico]].
Nel [[secolo XV]] il convento francescano conosce un grande sviluppo integrandosi ampiamente con la vita della città di Friburgo: vi si gestisce l'archivio cittadino, si tengono assemblee e vengono accolti ospiti di riguardo. E' questo il periodo (assieme ai primi due decenni del XVI secolo) più fiorente del convento anche per quando riguarda l'accrescimento del suo patrimonio artistico, in particolare con gli affreschi del chiostro e con i preziosi [[retablo]] che trovano posto nella chiesa.
La chiesa venne completamente riedificata nel corso del [[secolo XI]], per volere di [[Anselmo I]] che fu vescovo in [[Aosta]] tra il [[994]] e il [[1025]] (da non confondersi con [[Anselmo di Aosta|Anselmo]], filosofo e santo, nato in [[Aosta]] nel [[1033]]). <br>
La "chiesa anselmiana" presentava una pianta [[basilica|basilicale]] a tre [[navata|navate]] con tetto a [[capriate]] in legno; il portale d'ingresso era posto al centro del lato meridionale; l'[[abside]] maggiore, semicircolare, era affiancata da due [[campanile|torri campanarie]].
A partire dal [[1712]] il convento cambia fisionomia per adattarsi all'ormai dominante gusto [[Architettura barocca|barocco]].
Nella cattedrale "anselmiana", sul lato occidentale, non vi era una vera facciata, ma solamente una "pseudofacciata" a [[Facciata a salienti|salienti]] che nella parte inferiore non aveva alcun portale d’ingresso, ma si appoggiava al [[Criptoportico forense (Aosta)|criptoportico]] di [[epoca romana]]. Le tre navate erano segnate da sei coppie di [[pilastri]] quadrangolari e da una coppia di [[pilastri a fascio]] di sezione [[quadrilobo|quadrilobata]]; le dimensioni della chiesa erano di 54 x 32,4 metri, con una altezza di oltre 15 metri per la navata centrale e di 9 metri per quelle laterali<ref>Cfr. Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dalla domus ecclesiae al cantiere romanico'', op. cit., pag. 40</ref>. L'interno della navata centrale venne decorato con uno straordinario ciclo di dipinti a fresco disposti su vari registri, ubbidendo ad un programma [[iconografia|iconografico]] alquanto complesso. I pittori, di "area lombarda", impegnati nella realizzazione di tale programma decorativo furono gli stessi che in Aosta affrescarono la collegiata di Sant'Orso.<ref> S. Barberi, '' Cattedrale di Aosta. Gli affreschi dell'XI secolo'', Pubblicazione a cura della Regione * Autonoma Valle d'Aosta, stampato da Umberto Allemandi Editore, Torino 2002, pag. 4</ref>. <br>
Nel [[1745]] l'architetto friburghese [[Hans Fasel il Giovane]] ristrutturò completamente l'interno della chiesa sostituendo le tre navate originarie con una navata unica, dal soffitto piatto, sostenuta da colonne che inquadrano le cappelle laterali. Il frate francescano [[Anton Pfister di Lucerna]] edificò i numerosi eleganti altari laterali in stucco colorato. Nel [[1747]] venne collocato nella tribuna della chiesa un nuovo organo costruito da J[[ohann Conrad Speisegger]]. Anche la facciata venne adattata al gusto barocco; solo il coro con l'[[abside]] poligonale (disegnata su 5 lati i un ottagono) e con le sue volte ogivali ha mantenuto l'aspetto gotico.
Vista dal lato orientale la cattedrale mostrava ben cinque absidi: una grande abside che chiudeva la navata centrale, le due absidi con le quali terminavano le navate minori ed altre due absidiole ricavate al piano inferiore delle torri campanarie. Il [[Coro (architettura)|coro]] era in posizione alquanto sopraelevata rispetto alla pavimentazione della chiesa; al di sotto del coro, già alla fine del X secolo, era stata edificata una [[cripta]] a tre navatelle con [[volte a crociera]] sostenute da agili colonnine con capitelli medievali in marmo. Nella seconda metà del XI secolo la cripta, a seguito di un probabile cedimento, dovette essere rifatta: solo le prime [[campate]] conservano le colonnine primitive, mentre per le altre campate vennero utilizzate robuste colonne romane di reimpiego.<ref>Cfr. [Valle d'Aosta Scheda sulla cattedrale sul Sito della regione Valle d'Aosta] <small> URL consultata il 21-12-2009</small></ref>. Appoggiato alla navata nord, fu edificato un chiostro come spazio di incontro e di preghiera dei [[canonici]].
Nelle ristrutturazioni settecentesche vennero sacrificati anche gli edifici conventuali che erano raccolti attorno al [[chiostro]] in favore di una costruzione unica, impropriamente poi ingrandita nel [[1937]].
==Interno della chiesa==
La chiesa conserva al proprio interno numerose opere di notevole valore artistico<ref> Vedasi Hermann Schöpfer, op cit. </ref> a cominciare da quelle che occupano lo spazio gotico del [[presbiterio]]. I 66 stalli di legno di quercia, disposti su due fila, databili verso il [[1300]], con interessanti intagli nei [[dossali]], nei braccioli e nelle "misericordie" (sotto la parte ribaltabile dei sedili), sono fra i più antichi e integri che si conservino in Svizzera.
Al centro del coro è posto a ornamento dell'altare maggiore il retablo eseguito nel [[1479]]-[[1480]] dai così detti «Maîtres à l'Oeillet», [[Maestri del Garofano]] (gruppo di artisti svizzeri che "firmano" le oro opere di carattere religioso con garofani rossi e bianchi<ref> Vedasi la voce [http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I41124.php Maestri del Garofano] nel Dizionario storico della Svizzera). </ref>. Nel pannello centrale è raffigurato il gruppo della ''Crocifissione con quattro santi francescani''; le ante mostrano, se aperte, le scene dell''<nowiki>'</nowiki>Adorazione dei Pastori'' e l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei Magi'', se chiuse, mostrano la ''Annunciazione con le sante Chiara e Elisabetta d'Ungheria''. Lo stile riflette l'influenza della [[pittura fiamminga]] allora prevalente in Svizzera e in Germania e in tutta l'Europa centrale.
Sempre nella seconda metà dell'XI secolo la chiesa fu ampliata con l'edificazione del ''[[westwerk]]'' (o massiccio occidentale) in forma di una seconda abside posta in corrispondenza alla navata centrale affiancata da due ulteriori campanili. Si completò in tal modo un progetto costruttivo che vedeva la navata centrale chiusa da due absidi contrapposte, ciascuna di essa affiancata da una coppia di torri campanarie (adottando una scelta di tipo nordico che trovava allora un altro esempio nel coevo [[duomo di Ivrea]]). Mentre il coro nell'abside orientale, dedicato a Maria Assunta, era funzionale al collegio dei canonici presieduto dal vescovo, quello nell'abside occidentale, dedicato a San Giovanni Battista, veniva utilizzato per le cerimonie [[Parrocchia|parrocchiali]]<ref> Cfr. Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dalla domus ecclesiae al cantiere romanico'', op. cit., pag. 50-51</ref>
Sempre nel coro, a destra, è posto il ''retablo di Sant'Antonio da Padova'' opera del pittore friburghese [[Hans Fries]] ([[1506]]). Di tale opera si sono conservate le due ante esterne e la predella che mostrano scene della vita del santo, tra cui la ''morte dell'usuraio''.
Sopra l'altare della prima cappella laterale destra troviamo ancora un retablo in legno scolpito e dorato che porta il nome del donatore, Jean de Furno ([[1509]]-[[1513]]). La raffigurazione della ''Crocifissione'' al centro e dell'adorazione dei pastori e dei magi nelle ante laterali mostrano un debito stilistico verso le incisioni di [[Durer]]. Nella [[predella]] dipinta è raffigurata la ''Dormitio Virginis''.
Nel[[ XIII secolo]], sul lato orientale, vennero abbattute due delle cinque absidiole originarie e realizzato il [[deambulatorio]] a pianta poligonale, che correva attorno al coro (e che oggi ospita il [[Museo del tesoro della cattedrale di Aosta|Museo del tesoro della cattedrale]]). <br>
Risalgono ad anni tra la fine del XII e l'inizio del[[ XIII secolo]] i [[mosaico|mosaici]] del pavimento del coro<ref> Il mosaico con il "ciclo dei mesi" è tuttora nella sede originaria; quello con gli "animali reali e fantastici" era in origine nel pavimento del coro occidentale e venne spostato accantoa al primo, nella attuale collocazione, verso la fine del XV secolo. Cfr. Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dal cantiere romanico ai giorni nostri'', Collana Cadran Solaire, Aosta, 2008, pag. 19</ref>
Nella stessa cappella troviamo la statua in [[arenaria]], di grandezza superiore al naturale, del ''Cristo alla colonna'' ([[1438]]), bell'esempio di scultura gotica connotata da tratti di grande vigore espressivo.
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File:Friburgo Cordeliers Stalli 01.JPG|Stalli del coro, fine XIII secolo
File:Friburgo Cordeliers Stalli 03.jpg|Stalli del coro, una "misericordia", fine XIII secolo
File:Friburgo Cordeliers Retablo Maestri Garofano.jpg|Maestri del Garofano, Retablo dell'altare maggiore, 1479-1480
File:Friburgo Cordeliers Retablo Furno 01.jpg|Autore ignoto, Retablo di Jean de Furno, 1509-13
File:Friburgo Cordeliers Retablo Furno 03.jpg|Autore ignoto, Retablo di Jean de Furno, pannello centrale, 1509-13
Verso la fine del XII secolo, quando già – sull'ondata della cultura architettonica emergente in Francia - le scelte estetiche dei committenti si orientarono verso il [[architettura gotica|gotico]], fu costruito lo [[jubè]], una grande tribuna retta da arcate che delimitava il coro (lo spazio riservato ai [[presbiteri]]) rispetto allo spazio riservato dai fedeli, e che fungeva anche da [[pulpito]]. Tale struttura fu demolita solo nel 1838<ref> Touring Club Italiano, '' Torino e Valle d'Aosta'', Touring Editore, 2005, pag. 573</ref>
Dell'antica basilica romanica molto si è perduto in relazione ai numerosi interventi successivi, ispirati da diversi linguaggi artistici e da differenti modalità di fruizione liturgica degli spazi. Restano i due campanili posti ad oriente che – pur modificati in qualche misura nel loro aspetto dall'alta [[cuspide]] gotica e dai quattro [[pinnacoli]] posti sulla loro cima - mantengono una fisionomia tipicamente romanica; restano i sorprendenti mosaici del coro, uno con il ''Cristo, signore del tempo'', circondato dal ''ciclo dei mesi'' e dalle [[allegoria|allegorie]] dei ''quattro fiumi del Paradiso terrestre'', ed un secondo con ''animali reali e fantastici'' assieme ancora ai ''fiumi del Paradiso terrestre''; restano la cripta con gli interessanti [[Capitello#Capitelli_medievali|capitelli medievali]]. Restano in particolare gli affreschi superstiti - riscoperti nel [[1979]] nello spazio tra il tetto e le volte [[XV secolo|quattrocentesche]] - che lasciano comprendere quale dovesse essere la grandiosità dell'apparato decorativo interno alla chiesa e la sua complessità iconografica, con riquadri che riguardano le ''Storie di [[Eustachio Placido|Sant'Eustachio]]'', le ''[[Piaghe d'Egitto|Dieci piaghe d'Egitto]]'' ed altro ancora.
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File:Aosta Cattedrale Campanili lato nord.JPG|I campanili visti dal lato nord; la struttura neogotica in primo piano è la "Cappella del Rosario" (1862)
File:Aosta Cattedrale Cripta 02.JPG|Veduta della cripta (XI secolo)
File:Aosta Cattedrale Cripta.JPG|Cripta, capitelli medievali (X secolo)
File:Aosta Cattedrale Mosaico Partic Chimera.jpg|Mosaico del coro, particolare della Chimera (inizio del XIII secolo)
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==Affreschi del Chiostro==
===Trasformazioni gotiche e rinascimentali===
In quanto resta del chiostro è possibile osservare un impostante ciclo di affreschi che, pur avendo perso gran parte della loro pellicola pittorica (evidenziando così le [[sinopie]]), ci consentono di apprezzare l'opera del pittore friburghese [[Peter Maggenberg]] eseguita nel [[1438]]-[[1440]]. Vi sono raffigurate scene della ''Vita della Vergine'' con un linguaggio che mostra quello che è stato il "processo di germanizzazione del gotico internazionale" avvenuto sui due versanti della Alpi occidentali<ref> Elsig F., "L'impatto del concilio di Basilea e la corrente renana" in Pagella E., Rossetti Brezzi E.e Castelnuovo E. (a cura di), "Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali", catalogo della mostra, Skira, Milano, 2006, p. 314-31</ref>.
Nell’ampio arco di tempo che va dal [[XIII secolo|XIII]] alle prime decadi del [[XVI secolo]] una serie di interventi di natura architettonica e decorativa, sostenute da vescovi importanti e da prestigiose famiglie nobiliari valdostane, modificarono profondamente la fisionomia della cattedrale.
[[File:Aosta Cattedrale Navata Centrale Crocefisso.jpg|left|thumb|220px|Scultore di area svizzero-tedesca, ''Crocifissione'', 1397 (sullo sfondo le volte a croiera costruite a fine Quattrocento)]]
Nel[[ XIII secolo]], sul lato orientale, vennero abbattute due delle cinque absidiole originarie e realizzato il [[deambulatorio]] con tre cappelle radiali che corre attorno al coro (e che oggi ospita il [[Museo del tesoro della cattedrale di Aosta|Museo del tesoro della cattedrale]]). In tale occasione fu quasi interamente demolita l'abside maggiore, sostituendola con quella attuale di gusto gotico, con cinque grandi monofore strombate che sovrastano il deambulatorio. <br>
Nel [[1397]] il vescovo [[Giacomo Ferrandini]] fece realizzare un grande crocifisso ligneo di intensa drammaticità (tuttora visibile), che fu esposto ai fedeli nella navata centrale, sospeso in alto tra la volta e lo jubè, allora presente. <br>
Nel [[XV secolo]] la cattedrale cominciò ad ospitare tombe monumentali di illustri personaggi, sormontate da un ''gisant'' in pietra (scultura funeraria raffigurante il defunto che giace disteso), Fu [[Stefano Mossettaz]], uno scultore aggiornato sul linguaggio del [[gotico internazionale]] in uso delle corti franco-fiamminghe, a distinguersi in questo genere di lavori artistici. La ''Tomba di Francesco di Challant'' da lui realizzata in [[alabastro]] fu posta al centro del coro, sopra il mosaico con il ''ciclo dei mesi'', circondata da una cancellata in ferro<ref> La statua fu pesantemente mutilata dalle truppe rivoluzionarie francesi nel 1799; i frammenti sono consevati nel museo del tesoro della cattedrale. Cfr.L. Garino, op. cit., pag. 62-63</ref>.
Numerosi arredi sacri furono commissionati per aumentare il prestigio ed il decoro della cattedrale: una gran parte di essi è oggi conservata nel museo del tesoro della cattedrale, a partire dalla cassa reliquaria destinata ad accogliere le spoglie di [[San Grato]], patrono della città: un capolavoro di arte orafa quattrocentesca iniziata da Guglielmo di Locana e completata da [[Jean de Malines]].
Poco dopo la metà del [[XV secolo]], in conseguenza della istituzione della ''Fabbriceria della cattedrale'' voluta dal vescovo [[Antoine de Prez]], membro d'una potente famiglia svizzera, si assistette all'avvio di importanti di lavori. Il chiostro dell'XI secolo venne ricostruito in stile [[tardo gotico]]. <br>
Nel [[1469]] (quando già al vescovo Antoine era succeduto il nipote [[François de Prez]]) furono commissionati i nuovi [[Stallo (seggio)|stalli]] per il coro, dando vita ad un importante cantiere di scultori in legno formato dal savoiardo [[Jean Vion de Samoëns]] e dall'aostano [[Jean de Chetro]]. Gli stalli erano in quegli anni disposti a gruppi di dodici lungo le pareti del coro, mentre altri due gruppi di cinque erano appoggiati allo jubè <ref>Alcuni di questi ultimi stalli, smontati quando nel 1838 fu demolito lo jubè, sono oggi conservati nel museo del tesoro della cattedrale. Cfr.L. Garino, op. cit., pag. 88-89 </ref>
[[File:Cattedrale Aosta Portale.JPG|thumb|260px|La facciata realizzata nel 1522-26 (nell'atrio aperto sulla facciata dell'Ottocento]]
Gli interventi architettonici più importanti, che cambiarono in modo profondo l'aspetto della cattedrale (avvicinandolo a quello oggi osservabile) furono avviati verso la fine del Quattrocento per iniziativa di [[Giorgio di Challant]] ([[priore]] della [[collegiata di Sant'Orso]] e grande artefice del rinnovamento culturale ed artistico valdostano) e del vescovo François de Prez. <br>
Con una scelta improntata ad una estetica tardo gotica (che doveva avere per lo Challant particolare urgenza per visto che essa venne adottata, in quello scorcio di anni, anche per la collegiata ursina e per la [[Chiesa di San Martino (Arnad)| parrocchiale di Arnad]]) le vecchie coperture a capriate e le volte del deambulatorio, vennero sostituite da una più bassa copertura con [[volte a crociera]] segnate da costoloni finemente decorati. <br>
In tale occasione furono anche ingrandite le finestre della navata centrale che assunsero la caratteristica forma ad arco carenato: iniziò così un programma di realizzazione di 23 [[vetrate]] dipinte, di qualità particolarmente elevata (che ancora si posono ammirare); esse furono realizzate da un atelier locale identificabile verosimilmente con la bottega di Vaser<ref> Crf. la [http://www.icvbc.cnr.it/bivi/schede/Vaosta/Aosta/0cattedrale.htm scheda di E. L. Cappa sul sito Banca Ipermediale delle Vetrate Italiane] realizzato dal CNR <small>URL consultata il 24-12-2009</small></ref>.
Tra il [[1484]] ed il [[1494]] si demolì il ''westwerk'', vale a dire l'abside occidentale ed i due campanili che l'affiancavano, per dar vita, con la costruzione di due nuove campate, al prolunggamento longitudinale del corpo della chiesa ed alla successiva costruzione di una nuova facciata. <br>Né il vescovo François de Prez, né Giorgio di Challant videro il completamento di tale opera; l’apparato decorativo di gusto [[rinascimentale]] che ancor oggi vediamo - fatto di affreschi e di altorilievi in terracotta dedicati ''Vita della Vergine'' e dai busti dei santi patroni - fu commissionato nel [[1522]] dall'allora direttore della ''Fabbriceria'', canonico Jaen Gombaude, concludendosi nel [[1526]]. Nell'intorno di quegli stessi anni si completò il programma di realizzazione delle vetrate dipinte.
Allo stesso ignoto artista che realizzò i dipinti della facciata si deve anche l’affresco della prima cappella della navata destra, dedicata a Santa Lucia<ref> E. Rossetti Brezzi, op. cit., pag. 55</ref> <br>
Ancora nel corso del XVI secolo, in relazione allo sviluppo della istituzione delle cappellanie<ref> Crf. Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dal cantiere romanico ai giorni nostri'', op. cit., pag. 49-50</ref>, si assiste costruzione della cappella dei signori di Cly (ca. [[1570]]-[[1580|80]])), alla destra della porta d’ingresso, con affreschi di gusto [[Manierismo|manieristico]].
<gallery>
File:Friburgo Cordeliers Affreschi Chiostro 01.JPG|Peter Maggenberg, ''Sposalizio della Vergine'' (particolare)
File:Aosta Cattedrale Mossettaz Sepolcro.JPG|[[Stefano Mossettaz]], monumento sepolcrale di Tommaso II di Savoia, 1430 ca.,
File:Friburgo Cordeliers Affreschi Chiostro 02.jpg|Peter Maggenberg, ''Nascita della Vergine''
File:Cattedrale Aosta Stalli.jpg|Particolare degli stalli del Coro, 1469-70
File:Aosta Cattedrale Facciata Busto 01.jpg|Facciata, ''Busto di Profeta'', terracotta, 1522-26
File:Aosta Cattedrale Cappella SLucia Affresco.jpg|Cappella di Santa Lucia, affresco, 1520-30 ca.
</gallery>
=== Interventi successivi ===
Dopo la costruzione della nuova facciata rinascimentale ed il completamento del ciclo delle vetrate dipinte, si registrò un periodo di interventi aventi scarso rilievo strutturale ed di modesta qualità artistica; a parte la già menzionata costruzione della cappella dei signori di Cly, l’unica eccezione di rilievo è data dalla ''Cassa reliquaria di San Giocondo'' in argento ([[1617]]-[[1619]]) ,ora nel museo del tesoro della cattedrale.
Il forte rallentamento della produzione artistica riguardò l'intera Valle d'Aosta. Con l'esplodere della [[Riforma protestante|Riforma]] le fortune della regione decaddero assieme a quelle del [[ducato di Savoia]] che, sotto la spinta del [[protestantesimo]] dilagante perse nel [[1535]]-[[1536|36]] [[Ginevra]], il [[Canton Vaud]], ed il Basso [[Vallese]]. Spostata la capitale del ducato da [[Chambery]] a [[Torino]], declinò l'importanza dei valichi valdostani come tramite di scambi economici e culturali, a vantaggio dei valichi del [[Colle del Moncenisio|Moncenisio]] e del [[Passo del Sempione|Sempione]] <ref>Cfr. E. Rossetti Brezzi, op. cit., pag. 56-57 </ref>.
Nel [[1704]] fu costruita, per un adeguato svolgimento delle funzioni parrocchiali, la cappella di San Giovanni Battista; la balaustra marmorea ed il nuovo altare furono realizzati nel [[1760]]. Nel [[1758]] si costruì un nuovo altare maggiore, ricco di [[Opus sectile|tarsie marmoree]], opera di artigiani fiorentini <ref>Cfr. L. Garino, op. cit., pag. 38</ref>.
Nel [[XIX secolo]] la chiesa cambiò nuovamente aspetto, principalmente per iniziativa del vescovo [[André Jourdain]] che tenne la cattedra episcopale tra il [[1832]] ed il [[1859]]. Fu demolito lo jubè che separava troppo vistosamente l'[[Presbiterio|area presbiterale]] da quella riservata ai fedeli; si ultimarono i lavori di ricostruzione della cappella di San Grato ([[1842]]). <br>
Altri interventi, corrispondenti ad un nuovo gusto estetico affermatosi in quel periodo, hanno suscitato forti riserve per la scarsa coerenza stilistica con il resto della chiesa <ref> "Nel 1848 – osserva L. Garino – il gusto Neoclassico raggiunge uno dei suoi vertici più bassi nella decorazione della facciata esterna della Cattedrale. Nel 1860 si realizza il già citato scempio del Chiostro per la costruzione della Cappella del Rosario". L. Garino, op, cit., pag. 38-39</ref>: si tratta innanzi tutto della costruzione ([[1848]]) della nuova facciata in stile neoclassico con imponenti colonne e statue di santi, che relega all'interno di un atrio la facciata rinascimentale. Nel [[1860]] venne costruita in forme [[neogotiche]] la cappella del Rosario, sacrificando, all'esterno della chiesa, uno dei corridoi del chiostro quattrocentesco.
Variazioni all’area presbiterale sono intervenute nel [[1981]], dopo la riforma liturgica decretata dal [[Concilio Vaticano II]]. Per non alterare la precedente area presbiterale con il suo altare marmoreo, elevata rispetto al piano della navata, è stato avanzato nella navata lo spazio per le celebrazioni liturgiche, dotandolo di un altare di estrema semplicità.
==Visita alla cattedrale==
=== Esterno della chiesa===
[[File:Aosta Cattedrale Absidi.jpg|thumb|220px|Campanile lato nord (XI sec.), abside e tetto del deambulatorio (XIII sec.)]]
Per guadagnare subito una qualche impressione su come poteva essere, nel XI secolo, la basilica romanica, conviene percorrere la strada lungo il lato sud della chiesa. Oltre ad un muro di cinta si possono osservare le due possenti '''torri campanarie''' poste a fianco dell'abside (che ci appare con i suoi alti finestroni strombati, frutto della ristrutturazione del XIII secolo); al di sotto si intravede il tetto del deambulatorio.
Per avere un'idea della basilica del XI secolo, occorre immaginare di vedere verso occidente gli altri due campanili a pianta rettangolare che affiancavano la seconda abside.<br>
Il campanile sul lato sud (che vediamo più da vicino) mostra nei piani inferiori l'apertura di semplici strette monofore; mentre al di sopra di una fila di archetti pensili, s'innalzano altri due piani della torre sui quali si aprono larghe [[bifora|bifore]] sovrapposte. Il campanile sul lato nord ci appare più elegante e frutto di una esecuzione più accurata. Una lesena centrale percorre interamente ciascuna delle sue pareti, e nei quattro piani più in alto essa dà luogo a [[specchiatura|specchiature]] nelle quali si aprono coppie di bifore affiancate tra loro.
Dopo aver dato uno sguardo alla facciata neoclassica (e riconosciuto su di essa le statue dei santi cari alla devozione aostana<ref>Nelle nicchie sono le statue di [[Anselmo d'Aosta|Sant'Anselmo]] e di [[San Giocondo]], sopra il frontone quelle di [[Maria Assunta]], [[San Giovanni Battista]] e [[San Grato]]</ref>), merita soffermare l'attenzione sulla vecchia '''facciata rinascimentale''' all'interno dell'atrio, opera ritornata alla eloquenza delle sue forme e dei suoi colori dopo il recente restauro. <br>
La facciata colpisce l'attenzione del visitatore per la ricchezza della policromia e per l'abbinamento di affreschi, gruppi in [[terracotta]] ed un variegato repertorio decorativo di gusto tipicamente rinascimentale. L'intero programma iconografico e decorativo si dispone sapientemente nelle trame di una struttura architettonica formata da due alte colonne che inquadrano il portale centrale e la [[lunetta]] che lo sormonta; esse reggono un [[Arco (architettura)|arco]] poggiante su una elegante [[trabeazione]], sormontato a sua volta da un [[timpano]].
[[File:Aosta Cattedrale Facciata Ascensione Vergine.JPG|left|thumb|300px|Facciata rinascimentale, ''Assunzione della Vergine'', terracotta, 1522-26]]
Gli affreschi che impreziosiscono la facciata sono dedicati a tre episodi della vita della Vergine e dell'infanzia di Gesù; da destra a sinistra, in corrispondenza ai tre portali troviamo le scene della ''Annunciazione'', della [[Natività]] (posta nella lunetta sopra il portale) e della ''Presentazione di Gesù al Tempio''. Sopra la trabeazione, all'interno dell'arco, trova posto un gruppo plastico con figure a grandezza naturale che sembrano ispirati dalla tradizione piemontese e lombarda dei [[Sacri Monti]]: si tratta degli Apostoli che guardano verso l'alto colpiti dalla Assunzione della Vergine. La raffigurazione dell<nowiki>'</nowiki>''Assunzione'' si completa infatti con le figure, sempre in terracotta, della Vergine sorretta da due angeli che trovano posto nel timpano. Nel grandioso sottarco dell'atrio sono affrescati otto schiere di angeli musicanti, pronti ad accogliere la Vergine (si ricordi che la cattedrale è dedicata a Maria Assunta). Il complesso programma decorativo si sviluppa ulteriormente attraverso quattro busti in terracotta raffiguranti altrettanti Profeti (due nelle lunette sopra i portali laterali, due in altre lunette poste al di sopra delle finestre della facciata); si osservano poi i busti [[Clipeo|clipeati]] di San Giovanni Battista, San Grato e San Giocondo posti sulla trabeazione; fasce a rosette nei sottarchi, formelle con candelabre e con testine di angelo, fasce con delfini ed altri elementi ispirati alla cultura delle [[grottesche]]<ref> Cfr. [http://www.regione.vda.it/territorio/environment/19962/1996-2_14.ASP Scheda di L. Appolonia e D. Viquery sui restauri della facciata] in Environment. Ambiente e Territorio in Valle d'Aosta<small> Sito consultato il 26-12-2009</small></ref>.
L'identità del pittore e del plasticatore che hanno realizzato l'apparato decorativo sono ignote. Riguardo gli affreschi Giovanni Romano ha sottolineato come essi possano ritenersi "opera di un Maestro di formazione [[Giovanni Martino Spanzotti|spanzottiana]], ma già toccato anche da [[Gaudezio Ferrari|Gaudenzio]]". Allo stesso Maestro è attribuito, all'interno della cattedrale, l'affresco dell'altare di Santa Lucia ed anche la tela con la ''Vita di San Grato'' nel museo del tesoro della cattedrale<ref>Cfr. E. Rossetti Brezzi, op. cit., pag. 55</ref>.
=== Interno della chiesa===
Entrato nella cattedrale, il visitatore è subito colpito dalla presenza nella navata centrale del grande '''crocifisso in legno dipinto''', sospeso in alto tra la volta ed il presbiterio. Si tratta della ''magnam crucem'' commissionata nel 1397 dal vescovo Giacomo Ferrandini ad uno scultore di area svizzero-tedesca (forse Lucerna) che dovette operare per un qualche periodo in Valle d’Aosta<ref>La critica gli attribuisce dubitativamente anche una ''Pietà'' in legno policromo proveniente dalla cappella di San Pantaleone di Ville-sur-Sarre e conservata nel museo del tesoro della cattedrale. Cfr. E.Rossetti Brezzi (a cura di), catalogo della mostra ''La scultura dipinta. Arredi sacri negli antichi Stati di Savoia'', stampato a cura della Regione Autonoma Valle d'Aosta, 2004 pag. 74</ref>. Esso dovette suscitare grande impressione per il volto espressivo del Cristo e per il copioso fiotto di sangue che schizza fuori dal costato, al punto da diventare modello per altre Crocifissioni presenti nelle chiese valdostane.
Il crocifisso si staglia contro le '''volte a crociera''' della navata e del coro fatte realizzare dal vescovo François de Prez e da Giorgio di Challant. Con la loro forma leggermente ogivale e con la trama dei costoloni dipinti, esse segnano suggestivamente lo spazio della chiesa.
Sempre volgendo lo sguardo verso l’alto, il visitatore è colpito dai colori delle '''vetrate della navata centrale''', opera di notevole qualità artistica realizzata (assieme alle vetrate del deambulatorio) tra la fine del Quattrocento ed il 1523 ca. Esse mostrano una ''Natività'', una ''Crocifissione'' e soprattutto immagini di santi: molto belle quelle di San Sebastiano e San Martino, ed interessante in questo repertorio è la raffigurazione di [[Tommaso Becket]]<ref> Una illustrazione visiva delle vetrate è contenuta in Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta, dal cantiere romanico ai giorni nostri'', op. cit., pag. 36-37</ref>. Il disegno e la gamma cromatica delle vetrate richiamano alla mente altre vetrate altrettanto belle realizzate in Valle d’Aosta, quelle presenti nella [[Collegiata di Sant'Orso]] e quelle provenienti da [[Castello di Issogne]] (e conservate ora al [[Museo civico d'arte antica|Museo Civico di Torino]]). Si può ipotizzare che gli autori siano quei magistri verreriarum chiamati da Giorgio di Challant a realizzare le opere citate, segnatamente [[Jean Baudichon]] e più verosimilmente [[Pietro Vaser]] (successore di Baudichon) <ref> Crf. la [http://www.icvbc.cnr.it/bivi/schede/Vaosta/Aosta/0cattedrale.htm scheda di E. L. Cappa sul sito Banca Ipermediale delle Vetrate Italiane] realizzato dal CNR <small>URL consultata il 24-12-2009</small></ref>.
Subito dopo l'ingresso nella cattedrale, sulla destra verso la controfacciata è posta la '''cappella dei baroni di Cly''' (ca. [[1576]]), recentemente restaurata. Essa mostra una decorazione di gusto [[Manierismo|manieristico]] con la volta a crociera affrescata con le ''Storie della Maddalena'': nelle [[Vela (architettura)|vele]] della volta sono riconoscibili le scene di ''Gesù in casa di Simone fariseo'', ''Maddalena penitente '', ''Noli me tangere'', ''Ascensione di Maria Maddalena''. Nell'area funeraria della cappella è posta una ''Deposizione''.
Allinizio della navata destra s'incontra l<nowiki>'</nowiki>'''altare di Santa Lucia''', con un affresco raffigurante una ''Madonna col Bambino e San Giovannino tra i santi Pietro,Giovanni evangelista, Caterina e Lucia'', opera dello stesso pittore di educazione [[Martino Spanzotti|spanzottiana]] che, nella cattedrale, ha realizzato anche gli affreschi della facciata rinascimentale.
* Tra seconda metà del [[XII secolo]] e prima metà del [[XIV secolo]] si collocano i due mosaici del coro. Il più antico, mostra al centro di un cerchio la figura di Cristo, signore del tempo, che regge il sole e la luna, ed è circondato da una rappresentazione iconograficamente assai suggestiva del ciclo dei mesi,. Il secondo mosaico - ugualmente suggestivo - mostra nei tondi che lo compongono, figure di animali favolosi, di gusto tipicamente medievale.
* Meritano uno sguardo attento gli stalli posti sui due lati del coro, realizzati nella seconda metà del [[XV secolo]] da un cantiere di scultori in legno formato dal savoiardo [[Jean Vion de Samoëns]] e dall'aostano [[Jean de Chetro]]. Nei dorsali degli stalli sono rappresentati i dodici apostoli alternati con altrettanti profeti (a simboleggiare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento), ognuno regge un cartiglio con passi delle scritture. Gli ornamenti dei braccioli, i poggiamano e le "misericordie" (sostegni posti nella parte esterna dei sedili) costituiscono uno straordinario campionario di figure fantastiche o grottesche, tipiche dell'iconografia tardo gotica.
* L'organo a canne della Cattedrale, opera di Carlo I Vegezzi-Bossi, è stato costruito nel 1902. Il monumentale strumento è posizionato sopra il portone di ingresso principale della chiesa su un bella cantoria in noce locale. Le imponenti misure dello strumento sono le seguenti: 7 metri di altezza, 9.96 metri di larghezza e 3 di profondità. La console, staccata dallo strumento e rivolta verso l'altare, dispone di tre tastiere di 58 tasti e una pedaliera diritta di 30 e comanda 47 registri per un totale di quasi 3000 canne. Lo strumento è l'anima dell'ormai storico Festival Internazionale di concerti per organo, giunto alla 44esima edizione. Il festival accoglie ogni estate in città i più grandi organisti del panorama internazionale e richiama gli appassionati di musica sacra da tutta Europa. Gli organisti sono il M° Jefferson Curtaz (titolare) e il M° Flavio Desandré.
=== Gli affreschi romanici ===
* Del periodo della "Chiesa Anselmiana" rimangono, come già accennato, frammenti di un ciclo di affreschi del [[XI secolo|secolo XI]], che sono stati recentemente riportati alla luce. Essi costituiscono - al pari di quelli della [[Collegiata di Sant'Orso di Aosta|Collegiata di Sant'Orso]], sempre in [[Aosta]] - una delle testimonianze più antiche di [[arte romanica]], e ci lasciano immaginare l'aspetto che doveva avere la navata, interamente istoriata con figure di Angeli, scene della vita di [[Eustachio Placido|Sant'Eustachio]], la raffigurazione delle ''piaghe d'Egitto'' ed il racconto di alcune parabole evangeliche.
===Il Museo del Tesoro della Cattedrale===
Dalla navata destra si accede agli spazi del deambulatorio nei quali trova posto il [[Museo del tesoro della cattedrale di Aosta]], che custodisce opere di notevole interesse, quali due frammenti delle vetrate del [[XII secolo]], la cassa reliquaria di [[San Grato]], alcuni [[miniatura|codici miniati]], monumenti sepolcrali realizzati da [[Stefano Mossettaz]], dossali di stalli di Jean Vion de Samoëns]] e di Jean de Chetro già presenti nel coro, ed una ricca collezione di statue lignee dipinte, esempi di quella cultura devozionale che è stata denominata "il gotico delle Alpi".
{{vedi anche|Museo del tesoro della cattedrale di Aosta}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
* Hermann Schöpfer, ''Piccola guida di Friburgo'', Editioni Saint-Paul, 2007
==Collegamenti esterni==
== Bibliografia ==
* [http://renovation.cordeliers.ch/fr/histoire-du-couvent/ Histoire du couvent des Cordeliers de Fribourg], URL consultato il 14-01-2013
* Luigi Garino (a cura di), ''Museo del Tesoro, Cattedrale di Aosta'', Catalogo redatto a cura del Capitolo Cattedrale di Aosta (senza data)
* E. Rossetti Brezzi, ''La pittura in Valle d'Aosta tra la fine del 1300 e il primo quarto del 1500'', Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1989
* AA.VV., ''Medioevo in Valle d'Aosta; dal secolo VII al secolo XV'', Priuli&Verlucca, Ivrea, 1995
* S. Barberi, '' Cattedrale di Aosta. Gli affreschi dell'XI secolo'', Pubblicazione a cura della Regione * Autonoma Valle d'Aosta, stampato da Umberto Allemandi Editore, Torino 2002
* Amministrazione comunale di Aosta, "Aosta 2000 anni di storia", Musumeci Editore, Quart (Ao), 2003
* Touring Club Italiano, '' Torino e Valle d'Aosta'', Touring Editore, 2005
* Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dalla domus ecclesiae al cantiere romanico'', Collana Cadran Solaire, Aosta, 2007
* Regione autonoma valle d'Aosta, Inva S.p.a., ''La Cattedrale di Aosta; dal cantiere romanico ai giorni nostri'', Collana Cadran Solaire, Aosta, 2008
==Collegamenti esterni==
* [http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/edifici_religiosi/cattedrale_aosta/default_i.asp Sito ufficiale della Regione VdA, scheda sulla cattedrale di Aosta]<small>URL consultata il 24-12-2009</small>
* [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=1176 Scheda sulla Cattedrale di Aosta nel sito webdiocesi.chiesacattolica]<small>URL consultata il 24-12-2009</small>
* [http://www.icvbc.cnr.it/bivi/schede/Vaosta/Aosta/0cattedrale.htm Scheda di E. L. Cappa sul sito Banca Ipermediale delle Vetrate Italiane] realizzato dal CNR <small>URL consultata il 24-12-2009</small>
* [http://www.regione.vda.it/territorio/environment/19962/1996-2_14.ASP Scheda di L. Appolonia e D. Viquery sui restauri della facciata] in Environment. Ambiente e Territorio in Valle d'Aosta<small> Sito consultato il 26-12-2009</small></ref>
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