Vittorio Centanaro: differenze tra le versioni

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{{F|musicisti italiani|settembre 2011|commento=personalità di rilievo, necessita di fonti}}
{{w|musica|giugno 2009}}
{{Artista musicale
{{S|chitarristi|italiani}}
|nome =Vittorio Centanaro
|tipo artista = Strumentista
|strumento=[[chitarra classica]]
|nazione =Italia
|genere =classica
|genere2=Musica medievale
|genere3=Folk
|anno inizio attività =1952
|anno fine attività =2009
|totale album =
}}
{{Bio
|Nome = Vittorio
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|GiornoMeseNascita = 21 aprile
|AnnoNascita = 1929
|LuogoMorte = Genova
|GiornoMeseMorte = 29 settembre
|AnnoMorte = 2011
|Epoca = 1900
|Attività = chitarrista
|Attività2 = compositore
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
===Biografia===
Nato da una famiglia di modeste condizioni economiche, non studiò mai musica regolarmente ed ebbe un maestro solo dopo i 23 anni.
Nato il [[21 aprile]] nel [[1929]] da una famiglia di modeste condizioni economiche (il padre, vigile del fuoco, sarebbe morto appena cinquantenne, lasciando in difficoltà la moglie e due figli, dei quali Vittorio è il maggiore), non studia mai musica regolarmente e avrà, per modo di dire, un maestro solo dopo i 23 anni. A 13 anni su una vecchia chitarra scassata trovata in casa e poi, poco dopo, su uno strumento a 7 corde – che poteva eseguire pezzi per liuto – che il padre era riuscito a regalargli, impara da solo la letteratura musicale per chitarra classica, copiando, grazie a una splendida calligrafia, migliaia di pagine di musica trovate in biblioteca, dal momento che non si può permettere il lusso di comprare gli spartiti. A 16 anni abbandona gli studi regolari, rinunciando a diventare ragioniere, e s’impiega, dopo un concorso, alle Poste Italiane dove rimane per oltre quarant’anni. La sua adolescenza e la sua giovinezza sono scandite da una travolgente e febbrile passione musicale, tutta concentrata su un genere poco popolare, quale la chitarra classica, vista con diffidenza e distacco anche nei Conservatori, dove comincerà a essere insegnata regolarmente solo all’inizio degli anni Settanta.
 
Nato il [[21 aprile]] nel [[1929]] da una famiglia di modeste condizioni economiche (il padre, vigile del fuoco, sarebbe morto appena cinquantenne, lasciando in difficoltà la moglie e due figli, dei quali Vittorio è il maggiore), non studia mai musica regolarmente e avrà, per modo di dire, un maestro solo dopo i 23 anni. A 13 anni su una vecchia chitarra scassata trovata in casa e poi, poco dopo, su uno strumento a 7 corde - che poteva eseguire pezzi per liuto - che il padre era riuscito a regalargli, imparaimparò da solo la letteratura musicale per chitarra classica, copiando, grazie a una splendida calligrafia, migliaia di pagine di musica trovate in biblioteca, dal momento che non si puòpoteva permettere il lusso di comprare gli spartiti. A 16 anni abbandonaabbandonò gli studi regolari, rinunciando a diventare ragioniere, e s’impiegas'impiegò, dopo un concorso, alle Poste Italiane dove rimanerimase per oltre quarant’anni. La sua adolescenza e la sua giovinezza sono scandite da una travolgente e febbrile passione musicale, tutta concentrata su un genere poco popolare, quale la chitarra classica, vista con diffidenza e distacco anche nei Conservatori, dove comincerà a essere insegnata regolarmente solo all’inizio degli quarant'anni Settanta.
Nei confronti della chitarra ha un vero culto, ma è attirato da tutta la musica classica, oltre che dalla musica colta, di corte e d’intrattenimento dal [[Medioevo]] al [[Rinascimento]], sino ai secoli XVII e XVIII. Comincia a suonare, sovente senza essere pagato, soltanto per l'apprezzamento del pubblico. Alla fine degli anni Cinquanta, comincia a frequentare alcuni futuri protagonisti del mondo dello spettacolo, proprio a [[Genova]], alla ''Borsa di Arlecchin'': [[Paolo Poli]], [[Aldo Trionfo]], [[Carmelo Bene]] (Vittorio Centanaro cura per quest’ultimo il commento musicale dello spettacolo ''Doctor Jackill and Mister Hyde''). Poi entra nel giro dei cantautori genovesi: [[Gino Paoli]], [[Bruno Lauzi]], [[Fabrizio De André]]. Di quest'ultimo è uno dei primi collaboratori stretti, ed insieme a lui mette a punto gli arrangiamenti di alcuni brani celebri: ''[[La guerra di Piero]]'', ''[[Fila la lana]]'', ''[[Si chiamava Gesù]]''. De André in un suo scritto è prodigo di elogi per l’amico Vittorio, definito una delle persone più pulite che abbia mai conosciuto; scrive e parla di lui come di un eterno bambino, non in senso riduttivo, ma davvero come un fanciullino pascoliano: per lui la percezione, la fruizione e la costruzione dell’arte – sia essa esecuzione o composizione creativa – avvengono con un percorso diretto, senza mediazioni, in un contesto di sapiente intuizione e di altrettanto libera stupefazione.
 
===Gli inizi===
Il periodo di notorietà e di successo di Vittorio Centanaro comincia alla metà egli anni Sessanta, quando si consolida il duo con [[Luciano Winderling]] con il quale sino al [[1972]] si esibisce al Teatrino di Piazza Marsala in una serie di spettacoli che suscitano curiosità ed entusiasmo: in essi si ripropone la poco conosciuta ricerca della colta ed elegante musica di corte, soprattutto d’ispirazione francese, medievale, rinascimentale e barocca. I testi vengono tradotti e elegantemente riadattati dallo stesso Winderling e da Giulia Lupi, moglie di Centanaro. Nasce così il 33 giri di grande successo ''Viva la Rosa'', pubblicato a [[Milano]] nel [[1972]] e che da decenni è esaurito e introvabile.
La sua adolescenza e la sua giovinezza sono scandite da una travolgente e febbrile passione musicale, tutta concentrata su un genere poco popolare, quale la [[chitarra classica]], vista con diffidenza e distacco anche nei Conservatori, dove comincerà a essere insegnata regolarmente solo all'inizio degli anni settanta. Nei confronti della chitarra ha un vero culto, ma Centanaro è attirato da tutta la musica classica, oltre che dalla musica colta, di corte e d'intrattenimento dal [[Medioevo]] al [[Rinascimento]], sino ai secoli XVII e XVIII. Comincia a suonare, sovente senza essere pagato, soltanto per l'apprezzamento del pubblico.
 
Alla fine degli anni cinquanta, comincia a frequentare alcuni futuri protagonisti del mondo dello spettacolo, proprio a [[Genova]], alla ''Borsa di Arlecchino'': [[Paolo Poli]], [[Aldo Trionfo]], [[Carmelo Bene]] (per il quale cura il commento musicale dello spettacolo ''Doctor Jackill and Mister Hyde'').
 
===La collaborazione con i cantautori===
Nei confronti della chitarra ha un vero culto, ma è attirato da tutta la musica classica, oltre che dalla musica colta, di corte e d’intrattenimento dal [[Medioevo]] al [[Rinascimento]], sino ai secoli XVII e XVIII. Comincia a suonare, sovente senza essere pagato, soltanto per l'apprezzamento del pubblico. Alla fine degli anni Cinquanta, comincia a frequentare alcuni futuri protagonisti del mondo dello spettacolo, proprio a [[Genova]], alla ''Borsa di Arlecchin'': [[Paolo Poli]], [[Aldo Trionfo]], [[Carmelo Bene]] (Vittorio Centanaro cura per quest’ultimo il commento musicale dello spettacolo ''Doctor Jackill and Mister Hyde''). Poi entra nel giro dei cantautori genovesi:, in particolare [[Gino Paoli]], [[Bruno Lauzi]], e [[Fabrizio De André]]. Di quest'ultimo è uno dei primi collaboratori stretti, ede insieme a lui mette a punto gli arrangiamenti di alcuni brani celebri: ''[[La guerra di Piero]]'', ''[[Fila la lana]]'', ''[[Si chiamava Gesù]]''. De André in un suo scritto è prodigo di elogi per l’amicol'amico Vittorio, definito una delle persone più pulite che abbia mai conosciuto; scrive e parla di lui come di un eterno bambino, non in senso riduttivo, ma davvero come un fanciullino pascoliano: per lui la percezione, la fruizione e la costruzione dell’artedell'arte - sia essa esecuzione o composizione creativa - avvengono con un percorso diretto, senza mediazioni, in un contesto di sapiente intuizione e di altrettanto libera stupefazione. {{cn}}
 
===Il duo con Winderling===
Il periodo di notorietà e di successo di Vittorio Centanaro comincia alla metà eglidegli anni Sessantasessanta, quando si consolida il duo con [[Luciano Winderling]] con il quale - sotto la sigla Centanaro-Winderling e sino al [[1972]] - si esibisce al Teatrino di Piazza Marsala in una serie di spettacoli che suscitano curiosità ed entusiasmo: in essi si ripropone la poco conosciuta ricerca della colta ed elegante musica di corte, soprattutto d’ispirazioned'ispirazione francese, medievaledei troubador medievali, rinascimentale e barocca. I testi vengono tradotti e elegantemente riadattati dallo stesso Winderling e da Giulia Lupi, moglie di Centanaro. Nasce così il 33 giri di grande successo ''Viva la Rosa'', pubblicato a [[Milano]] nel [[1972]] e che da decenni è esaurito e introvabile.
 
===Il recupero della musica dei ''trovatori''===
Una Un'esperienza singolare resta quella del cosiddetto ''Concerto di Portofino'', con testi di [[Paolo Lingua]] e musiche di Vittorio Centanaro: il singolare spettacolo viene allestito a metà maggio del [[1981]]: la prima metà di esso si chiama ''La Penisola'', mentre della seconda fanno parte quattordici pezzi piuttosto eterogenei scritti da Lingua e Centanaro nell’annonell'anno precedente. Vi figurano ballate tratte da [[Lanfranco Cigala]], uno dei pochi ''trovatori'' genovesi del XIII secolo che scrivevano in provenzale, canzoni di derivazione celtica, infine, pezzi da cabaret e canzoni sospese a metà tra il genere colto e il genere commerciale. Alcuni pezzi, più orecchiabili, Centanaro e la figlia Michela li hanno poi inseriti nel loro repertorio abituale.
 
===Lascito===
Il [[21 Aprile]]aprile [[2009]] in occasione del suo ottantesimo compleanno, la Fondazione Regionale della cultura e dello spettacolo di [[Genova]], in collaborazione con Paolo Lingua, ha divulgato, in allegato alla rivista ''Viaggio in Liguria'' un cd che contiene 29 brani tra tutti i suoi più grandi successi.(da (''VIVAViva LAla ROSArosa EDe ALTREaltre STORIEstorie'', edizioni DE VEGA, brossure scritta da Paolo Lingua).
 
Centanaro ha insegnato e suonato ancora in pubblico fino a pochi anni prima della morte, avvenuta a settembre del [[2011]] all'età di 82 anni.
 
== Bibliografia ==
 
* Luigi Viva, ''Non per un dio ma nemmeno per gioco - vita di Fabrizio De André'', Milano, Feltrinelli, 2000. ISBN 978-88-07-81580-5.
Una esperienza singolare resta quella del cosiddetto ''Concerto di Portofino'', con testi di [[Paolo Lingua]] e musiche di Vittorio Centanaro: il singolare spettacolo viene allestito a metà maggio del [[1981]]: la prima metà di esso si chiama ''La Penisola'', mentre della seconda fanno parte quattordici pezzi piuttosto eterogenei scritti da Lingua e Centanaro nell’anno precedente. Vi figurano ballate tratte da [[Lanfranco Cigala]], uno dei pochi trovatori genovesi del XIII secolo che scrivevano in provenzale, canzoni di derivazione celtica, infine, pezzi da cabaret e canzoni sospese a metà tra il genere colto e il genere commerciale. Alcuni pezzi, più orecchiabili, Centanaro e la figlia Michela li hanno poi inseriti nel loro repertorio abituale.
 
==Collegamenti esterni==
Sino a pochi anni fa, Centanaro ha insegnato e suonato ancora in pubblico.
* {{cita web|url=http://www.blitzquotidiano.it/musica-showblitz/genova-morto-vittorio-centanaro-il-chitarrista-amico-di-de-andre-972136/|titolo=Notizia della morte su Blitzquotidiano.it: ''Genova: morto Vittorio Centanaro, il chitarrista amico di De Andrè''}}
 
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Il [[21 Aprile]] [[2009]] in occasione del suo ottantesimo compleanno, la Fondazione Regionale della cultura e dello spettacolo di [[Genova]], in collaborazione con Paolo Lingua, ha divulgato, in allegato alla rivista ''Viaggio in Liguria'' un cd che contiene 29 brani tutti i suoi più grandi successi.(da ''VIVA LA ROSA ED ALTRE STORIE'' edizioni DE VEGA, brossure scritta da Paolo Lingua)
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