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===Rugby===
Dopo una prima esperienza a cavallo tra gli [[anni 1970|anni 70]] e [[anni 1980|80]], il [[22 agosto]] [[2011]], è stata fondata la società [[Rugby Lodi A.S.D.]]<ref>{{Cita news|autore=Alberto Belloni|titolo = Rugby, Lodi riscopre la palla ovale|pubblicazione = [[Il Cittadino]] |giorno = 05 |mese = 10 |anno = 2011|pagina=34}}</ref>, con l'obbiettivo di riportare in città [[rugby a 15|questo sport]], assente da 25 anni. La squadra ha come simbolo la [[fenice]] proprio per sottolineare questa continuità con il passato. Il [[15 gennaio]] [[2012]] si è svolta la prima amichevole con il [[Crema Rugby Club 1977]]<ref> {{Cita news | autore=Cesare Rizzi |titolo = Lodi scopre quanto è dura la palla ovale|pubblicazione = [[Il Cittadino]] |giorno = 22 |mese = 01 |anno = 2012}}</ref>, formazione che milita nel campionato di [[Serie C di rugby a 15|Serie C]]. Il [[21 gennaio]] [[2012]], la società lodigiana ha formalizzato un accordo per entrare a far parte della [[franchigia]] degli [[Aironi Rugby]], una delle più importanti squadre italiane di [[rugby a 15]].<ref>{{cita web | titolo = Sabato la presentazione dell'accordo Aironi - Rugby Lodi | url = http://www.aironirugby.eu/it/doc-s-39-1958-1-sabato_la_presentazione_dell_accordo_aironi_rugby_lodi.aspx | accesso = 20 febbraio 2012 | editore = [[Aironi Rugby]]| data= 17 gennaio 2012}}</ref><ref>{{cita web | titolo = Il Rugby Lodi nuovo socio fiancheggiatore| url = http://www.aironirugby.eu/it/doc-s-39-1756-1-il_rugby_lodi_nuovo_socio_fiancheggiatore.aspx | accesso = 20 febbraio 2012 | editore = [[Aironi Rugby]]| data= 21 novembre 2011}}</ref>. All'evento ha partecipato una delegazione della dirigenza della società mantovana e il giocatore della nazionale [[Kaine Robertson]]<ref>{{Cita news|autore=Cesare Rizzi|titolo = Per Lodi un gemellaggio illustre: la "fenice" ora vola con gli Aironi|pubblicazione = [[Il Cittadino]] |giorno = 23 |mese = 01 |anno = 2012}}</ref>.
 
==Chiesa di San Cristoforo (Lodi)==
 
Le attuali chiesa e convento di San Cristoforo vennero costruite sul luogo dove sorgevano una chiesa e convento con la stessa dedicazione, che risalivano al XIII-XIV secolo e appartenevano all'ordine degli Umiliati. Nel XVI secolo la chiesa e l'annesso convento entrarono in possesso dei monaci Olivetani, i quali decisero di ricostruirle entrambe. Nel 1564 venne posata la prima pietra della chiesa (ricostruita su un edificio precedente) e ultimata nel 1586. Il progetto é stato attribuito a Pellegrino Tibaldi. La costruzione del monastero iniziò nel 1587 e si concluse circa una decina d'anni dopo. Nel 1798 il monastero venne soppresso e adibito dai francesi ad alloggio per la cavalleria e a carcer militare, mentre la chiesa venne sconsacrata ed utilizzata come magazzino. Nel 1810 con l'allestimento, nel vicino convento di San Domenico, della scuola di equitazione francese, la chiesa di San Cristoforo divenne una scuderia e il monastero fu adibito a caserma militare per tutto il XIX secolo. Dopo la seconda guerra mondiale il monastero diventò alloggio di fortuna di alcune famiglie e continuò il suo declino. Nel 1956 la chiesa entrò in possesso dei padri francescani e venne riaperta al culto. In seguito tutto il complesso é stato dato in comodato d'uso al Comune di Lodi fino agli anni '90: dal 1987 la chiesa venna destinata a manifestazioni artistiche e culturali.
Nel 1998 la Provincia di Lodi ha acquistato gli immobili dei conventi di S.Cristoforo e S. Domenico per adibirli a sua sede. Nel 2000 sono iniziati i lavori di ristrutturazione che si sono conclusi nel marzo del 2004.
 
L'architettura
 
La chiesa di San Cristoforo ha una pianta a navata unica: sui lati si aprono tre cappelle laterali per parte e il coro é concluso da un'abside semicircolare. All'incrocio del transetto con il coro s'innesta un'ampia cupola su alto tamburo aperto da finestre mentre la navata é coperta da volta a botte.
Il convento, a destra della chiesa, si articola su due piani ed ha un cortile colonnato. Le colonne in granito, eleganti nel modulo allungato, poggiano su alto basamento e sostengono arcate a tutto sesto. Gli archi sono sottolineati da esili profili che sono ripresi come elemento marcapiano lungo tutto il perimetro del portico. La parte più antica é quella opposta al lato di ingresso che si presenta completa con un corpo centrale sopraelevato e portico sui lati. Questo spazio riceve luce dalle finestre a oculo poste nella parte alta e una grande porta finestra posta in testata. Lungo le pareti del salone si aprono da entrambi i lati vani coperti a crociera, forse un tempo dormitori, essendo gli attuali muri divisori aggiunte posteriori.
 
http://www.turismo.provincia.lodi.it/TPL_artestoria_NOTIZIA_1.asp?IDNotizia=586&IDCategoria=614
 
==Cucina lodigiana==
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*[[Minestra|Minestra maridada]], preparata con l'aggiunta di [[uova]].
*[[Risotto al latte]]
*[[Risotto Rugnusrugnus]], con [[salsiccia|lugàniga]] o [[salamella]]
*[[Risotto]] con [[verza|verze]] e [[fagioli]]
*[[Risotto]] con i [[funghi]], mantecato con la [[panna]]
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Uno degli obiettivi che la foresta deve conseguire nel tempo è quello di divenire un ambiente ospitale per tutte le forme di vita autoctone, che oggi sono sparpagliate sul territorio in piccole comunità.
Al tempo stesso viene offerto ai visitatori la testimonianza di un elemento del paesaggio che, fino a ieri, era parte integrante degli ambienti periurbani ed agricoli e che in futuro rappresenterà uno degli ecosistemi naturali più importanti della provincia.
 
 
==Note==
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==Bibliografia==
*{{cita libro | cognome=Carinelli | nome=Ernesto | wkautore= | coautori=Sandro De Palma; Giorgio Granati | anno=[[2006]] | titolo=Lodi Murata - Sistema difensivo e parti sotterranee|editore= Il Pomerio| id=ISBN 887121448X=88-7121-448-X|}}
 
==Sezione ceramica==
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Nelle '''ultime due sale''' sono esposti i pezzi relativi alla donazione Robiati. Tra questi, esemplare di eccezionale importanza, è un grande “centro tavola”. Su un basamento ovale fortemente sagomato, delineato all'esterno da un tondino dipinto a foglie e da un cordone a rilievo, che si interrompe ai quattro punti cardinali formando volute a riccioli contrapposti, si elevano quattro sostegni, formati da complessi ornati rococò, sui quali doveva appoggiare probabilmente un vassoio. Il decoro testimonia gli stretti rapporti con la cultura fittile d'oltralpe giacché compendia i dettami stilistici di Rouen e di Moustiers. Riporta l'indicazione: "A.M.C.(intrecciate) / Giuseppe Codazzuro modellatore / Luigi Morsenchio pitore feccero / nella fabricha Copelloti / 1743." Questa iscrizione ha permesso di assegnare con certezza il monogramma AMC alla fabbrica di Antonio Maria Coppellotti. Prima del suo ritrovamento, infatti, le maioliche contrassegnate da questa sigla erano attribuite a Milano o ad una fantomatica quanto inesistente fabbrica lodigiana del "Moro" (n.239).
 
{{Sequenza immagini
{{Galleria
|larghezza= 300
|titolo=Immagini di Lisbona
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|Immagine:Mosteiro dos Jerònimos.JPG| Monastero di Jerònimos
|Immagine:Padrão dos Descobrimentos (part.).JPG|Monumento ai Descobrimentos (part.)
|Immagine:Restauradores.JPG|Piazza dei Restauratori
|Immagine:Praça do Comércio.JPG|Piazza del Commercio
|Immagine:Praça Marques de Pombal.JPG|Piazza Pombal