Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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{{protetta}}
{{nota disambigua|altri significati|[[De André (disambigua)]]|De André}}
{{Nota disambigua|gli album omonimi}}
{{quote|...pensavo è bello che dove finiscono le mie dita <br /> debba in qualche modo incominciare una chitarra. |Fabrizio De André, ''Amico fragile''}}
{{Nota disambigua||De André (disambigua)|De André}}
{{Artista musicale
|nome = Fabrizio De André
|tipo artista = Cantautore<!-- NON INSERIRE L'ATTIVITÀ DI POETA -->
|nazione = Italia
|nazione = ITA
|genere = Cantautore
|immagine = De André backstage.jpg
|genere2 = Folk
|didascalia = De André durante le prove di un concerto nel 1978
|genere3 = Chanson
|genere = Musica D'autore
|genere4 = Blues
|nota genere = <ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2012/07/01/edizioni/vercelli/de-andre-la-storia-dietro-ogni-canzone-B0zVv7XwdVc1aKiSpsk2EO/pagina.html|sito=[[La Stampa]]|titolo=De Andrè, la storia dietro ogni canzone|accesso=10 luglio 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/01/23/news/premio_de_andre_-131849004/|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|titolo=E il Premio De André va a Piero Pelù, leader dei Litfiba|accesso=10 luglio 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2016/04/14/news/lettera_aperta_a_grazia_letizia_veronese_vedova_di_lucio_battisti-137563751/|sito=la Repubblica|titolo=Lettera aperta a Grazia Letizia Veronese, vedova di Lucio Battisti|accesso=10 luglio 2016}}</ref>
|genere5 = World music
|anno inizio attività = 1961
|anno fine attività = 1998
|strumento = [[Canto|voce]], [[chitarra]], [[mandolino]], [[bouzouki]], [[banjo]]<ref>{{Google books|id= FeyADwAAQBAJ|autore = [[Luigi Viva]]|editore = [[Feltrinelli Editore]]|anno = 2016|titolo = Non per un dio ma nemmeno per gioco|copertina =|pagina=50|romano =|evidenzia =|ISBN = 9788858834534}}</ref>, [[armonica a bocca]]<ref>{{cita web|url=http://www.fabriziodeandre.it/portfolio/la-bussola-e-storia-di-un-impiegato-il-concerto-1975-76/|titolo=LA BUSSOLA E STORIA DI UN IMPIEGATO Il concerto 1975.76|accesso=9 maggio 2020}}</ref>
|note periodo attività =
|etichetta = [[Karim (etichetta discografica)|Karim]]<br />[[Bluebell Records]]<br />[[Liberty Records|Liberty]]<br />[[Produttori Associati]]<br />[[Dischi Ricordi]]<br />[[BMG Ricordi]]
|tipo artista = cantautore
|totale album = 41
|immagine = Faber 1980.jpg
|album studio = 14
|dimensione immagine = 201px
|album live = 7
|didascalia = Fabrizio De André in concerto nel 1980.
|colonne sonore = 1
|url = [http://www.fondazionedeandre.it Fondazione De André]
|raccolte = 19
|numero totale album pubblicati = 29
|opere audiovisive = 2
|numero album studio = 13
|logo = De André Fondazione Logo.jpg
|numero album live = 7
|numero raccolte = 9
}}
[[File:De André Signature.svg|thumb|Firma di Fabrizio De André]]
 
{{Bio
|Nome = Fabrizio Cristiano
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|GiornoMeseMorte = 11 gennaio
|AnnoMorte = 1999
|Attività = cantautore
|Epoca = 1900
|Attività = cantautore
|Attività2 =
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
Considerato uno dei maggiori cantautori italiani,<ref>{{Cita web|url=https://www.rollingstone.it/classifiche/classifiche-musica/fabrizio-de-andre-un-artista-eterno-in-10-canzoni/440982/|titolo=Fabrizio De André, un artista eterno in 10 canzoni|sito=[[Rolling Stone Italia]]|data=11 gennaio 2019|accesso=21 dicembre 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.primocanale.it/notizie/l-eredit-di-de-andr-da-fossati-ai-pinguini-tattici-80-anni-di-storia-216203.html|titolo=L'eredità di De André: da Fossati ai Pinguini tattici, 80 anni di storia|accesso=12 maggio 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.canzoneitaliana.it/fabrizio-de-andre-fra-sacro-e-profano-playlist.html|titolo=Fabrizio De Andrè, fra sacro e profano playlist|accesso=12 maggio 2020}}</ref><ref>{{Treccani|fabrizio-de-andre_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|De André, Fabrizio|accesso=2021-08-13}}</ref> è conosciuto anche con l'appellativo di '''Faber''' che gli dette l'amico [[Paolo Villaggio]], con riferimento alla sua predilezione per i pastelli e le matite della [[Faber-Castell]], oltre che per l'assonanza con il suo nome,<ref name="bertoncelli">{{cita|Bertoncelli 2003|p. 44}}.</ref> e talvolta come "il cantautore degli emarginati" o il "poeta degli sconfitti".<ref name="aufiero" /><ref name="franchini" />
Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di [[Emarginazione|emarginati]], [[Ribellione|ribelli]], [[Prostituzione|prostitute]] e persone spesso ai margini della società, e sono ritenute da taluni delle vere e proprie poesie,<ref>Cfr. Riccardo Bertoncelli (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', Firenze, Giunti, 2003, pp. 16-18.</ref> tanto che alcune di esse sono state inserite in antologie scolastiche di [[letteratura]]<ref>Arturo Cattaneo e Donatella del Flaviis, ''Literary maps. A modular history of English literatures'', Milano, Carlo Signorelli, 2002.</ref><ref>Massimo Emanuelli, ''50 anni di storia della televisione attraverso la stampa settimanale'', Milano, Greco & Greco, 2004, [http://books.google.it/books?id=I9Wkj0nKZC4C&lpg=PA292&dq=%22de%20andr%C3%A9%22%20%22antologia%20scolastica%22&num=100&pg=PA292#v=onepage&q=antologia%20scolastica&f=false Pag. 292].</ref>.
 
In quasi quarant'anni di attività artistica, De André ha inciso quattordici [[album in studio]], più alcune canzoni pubblicate solo come [[singoli]] e poi riedite in antologie. Molte sue canzoni raccontano storie di [[Emarginazione|emarginati]], [[Ribellione|ribelli]] e [[Prostituzione|prostitute]], e alcune per il loro valore poetico sono state accolte da [[antologia|antologie scolastiche]] già dai primi anni settanta.<ref>Arturo Cattaneo e Donatella del Flaviis, ''Literary maps. A modular history of English literatures'', Milano, Carlo Signorelli, 2002.</ref><ref>{{cita|Emanuelli}}, {{cita testo|url=http://books.google.it/books?id=I9Wkj0nKZC4C&lpg=PA292&dq=%22de%20andr%C3%A9%22%20%22antologia%20scolastica%22&num=100&pg=PA292#v=onepage&q=antologia%20scolastica&f=false|titolo=p. 292.}}</ref> I testi hanno meritato a De André l'elogio del poeta [[Mario Luzi]].
Era conosciuto anche come '''Faber''', il soprannome datogli dall'amico d'infanzia [[Paolo Villaggio]] e derivante dalla predilezione del futuro cantautore per i pastelli della [[Faber-Castell]]<ref>Riccardo Bertoncelli (a cura di), ''Belin, sei sicuro?'', cit., p. 44</ref>.
 
Insieme a [[Bruno Lauzi]], [[Gino Paoli]], [[Umberto Bindi]] e [[Luigi Tenco]], è uno degli esponenti della cosiddetta [[scuola genovese]], un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.<ref>{{cita libro|Cinzia Comandé|e Roberta Bellantuono|Genova per noi|2014|Arcana|Roma|ISBN=978-88-6231-354-4}}</ref> È l'artista con il maggior numero di riconoscimenti da parte del [[Club Tenco]], con sei [[Targa Tenco|Targhe]] e un [[Premio Tenco]]. La popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni, dopo la sua morte, a dedicargli vie, piazze, parchi, teatri, biblioteche e scuole.<ref>{{Cita web|url=http://www.fabriziodeandre.it/tributi/intitolazioni/|titolo=Fabrizio De André – Sito ufficiale – Intitolazioni|accesso=26 maggio 2016}}</ref>
In quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi ripubblicate in varie antologie.
 
Di idee [[anarchia|anarchiche]] e [[pacifismo|pacifiste]],<ref>{{cita testo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130208073235/http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/deandre/index.htm|url=http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/deandre/index.htm|titolo=L'altro Fabrizio|postscript=nessuno}}, supplemento a ''[[A/Rivista Anarchica]]'', anno 30, n. 262, marzo 2000.</ref> è stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la [[lingua ligure]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/03/creuza-de-ma-ricantata-da-mina-e-vasco-per-linaugurazione-del-ponte-san-giorgio-quando-de-andre-nel-1984-disse-non-vendera-un-cao/5888823/|titolo="Crêuza de mä” ricantata da Mina e Vasco per l'inaugurazione del Ponte San Giorgio|sito=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=3 agosto 2020|accesso=22 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.genovatoday.it/social/canzoni-famose-dialetto-genovese.html|titolo=Canzoni in dialetto genovese: cinque successi da ricordare|sito=GenovaToday|accesso=22 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lamialiguria.it/it/la-liguria-in-battello/196-genova-e-dintorni/1796-genova-e-i-suoi-cantautori.html|titolo=Genova e suoi cantautori}}</ref> Ha affrontato inoltre, in misura minore e differente, altri idiomi,<ref>Ossia [[Lingua occitana|provenzale]], [[Lingua romaní|romaní]], [[Lingua inglese|inglese]], [[Lingua spagnola|spagnolo]] e [[Lingua portoghese|portoghese]], oltre ad aver tradotto e reinterpretato canzoni in francese di [[Georges Brassens]].</ref> come il [[Lingua gallurese|gallurese]]<ref>Nei brani ''[[Zirichiltaggia]]'' e ''Monti di Mola''.</ref> e il [[lingua napoletana|napoletano]].<ref>Nei brani ''Don Raffaé'' e ''La nova gelosia''.</ref> Durante la sua carriera ha collaborato con personalità della cultura e importanti artisti della scena musicale e culturale italiana, tra cui [[Elvio Monti]], [[Gian Piero Reverberi]], i [[New Trolls]], [[Mina (cantante)|Mina]], [[Nicola Piovani]], [[Giuseppe Bentivoglio]], la [[Premiata Forneria Marconi]], i [[Tazenda]], [[Ivano Fossati]], [[Mauro Pagani]], [[Massimo Bubola]], [[Álvaro Mutis]], [[Fernanda Pivano]] e [[Francesco De Gregori]].<ref>{{Cita web |url=http://www.viadelcampo.com/html/collaborazioni.html|titolo=Lista delle collaborazioni di De André}}</ref>
Di simpatie politiche [[anarchismo|anarchiche]], [[libertarismo|libertarie]] e [[pacifismo|pacifiste]]<ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/deandre/index.htm L'altro Fabrizio]</ref>, è stato anche uno degli artisti che maggiormente ha valorizzato la [[lingua ligure]] ed esplorato, in misura minore, il [[lingua sarda|sardo]] [[lingua gallurese|gallurese]]<ref>nei brani ''Zirichiltaggia'' e ''Monti di Mola''</ref> e il [[lingua napoletana|napoletano]]<ref>Nei brani ''Don Raffaé'' e ''La nova gelosia''</ref>.
 
La popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie<ref>[http://www.fondazionedeandre.it/dedicato_a_fabrizio/riconoscimenti/dove/vie/ RICONOSCIMENTI - Vie]</ref>, piazze<ref>[http://www.fondazionedeandre.it/dedicato_a_fabrizio/riconoscimenti/dove/piazze/ RICONOSCIMENTI - Piazze]</ref>, parchi<ref>[http://www.fondazionedeandre.it/dedicato_a_fabrizio/riconoscimenti/dove/parchi/ RICONOSCIMENTI - Parchi]</ref>, biblioteche<ref>[http://www.fondazionedeandre.it/dedicato_a_fabrizio/riconoscimenti/dove/biblioteche/ RICONOSCIMENTI - Biblioteche]</ref> e scuole<ref>[http://www.fondazionedeandre.it/dedicato_a_fabrizio/riconoscimenti/dove/scuole/ RICONOSCIMENTI - Scuole]</ref> da subito dopo la sua prematura scomparsa.
 
== Biografia ==
=== L'infanzia e la giovinezza ===
[[ImmagineFile:Faber1965DeAndréPlaquePegli.jpg|thumb|right|275pxupright=1.3|Un'immagineTarga giovanilecommemorativa disulla Fabriziocasa natale di De André. a [[Pegli]] in via De Nicolay 12]]
{{quote|Quand'ero piccolo m'innamoravo di tutto, correvo dietro ai cani...| da "Coda di Lupo" nell'album [[Rimini (Fabrizio De André) |Rimini]]}}
Fabrizio Cristiano De André nacque il [[18 febbraio]] [[1940]] nel quartiere [[genova|genovese]] di [[Pegli]], in via De Nicolay 12 (ove è stata posta una piccola targa commemorativa) da una famiglia dell'alta [[borghesia]] industriale cittadina. Il padre [[Giuseppe De André|Giuseppe]] ([[1912]] – [[1985]]), [[Torino|torinese]], fu vicesindaco repubblicano di [[Genova]], [[amministratore delegato]] dell'[[Eridania]] e promosse la costruzione della [[Fiera di Genova|Fiera del Mare di Genova]], nel [[Foce (quartiere di Genova)|quartiere della Foce]], mentre la madre Luigia "Luisa" Amerio ([[1911]] – [[1995]]) era anch'essa [[Piemonte|piemontese]] di [[Pocapaglia]].
 
Fabrizio De André nasce il 18 febbraio 1940 nel quartiere [[Genova|genovese]] di [[Pegli]], in via De Nicolay 12, dove, nel 2001, il Comune di Genova ha posto una targa commemorativa.<ref>{{Cita news|titolo=Una targa del Comune a Pegli sulla casa natale di De André|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/luglio/15/Una_targa_del_Comune_Pegli_co_0_0107153430.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/luglio/15/Una_targa_del_Comune_Pegli_co_0_0107153430.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=15 luglio 2001}}</ref>
Fabrizio visse inizialmente nella [[Langhe|campagna astigiana]] a [[Revignano d'Asti]], luogo dal quale la famiglia era originaria e dove si dovette trasferire a causa degli [[Seconda guerra mondiale|eventi bellici]] ed in quanto il padre era stato ricercato dai fascisti.
Visse, poi, nella Genova del [[dopoguerra]], scossa e partecipe della contrapposizione tra cattolici e comunisti, sovente rigidi e bigotti entrambi<ref name="contesto">Livio Gatti Bottoglia, ''Non al denaro, non all'amore né al cielo'', mensile ''Civetta'', marzo 1999</ref>.
 
I genitori, sposati dal 1935, erano entrambi piemontesi. Si trasferiscono in Liguria dopo la nascita del primogenito Mauro. Il padre [[Giuseppe De André|Giuseppe]], pur provenendo da una famiglia di condizioni modeste, di cui vantava però nobili origini [[provenza]]li, si trasferì nel 1922 a Genova e si laurea in filosofia con [[Benedetto Croce]]<ref>{{cita web|url=https://iniziativarepubblicana.news/2020/06/15/giuseppe-de-andre-un-repubblicano-particolare/|titolo=Giuseppe De André, un repubblicano particolare|urlmorto=sì}}</ref>; riesce a fare fortuna acquistando un Istituto tecnico a [[Sampierdarena]]; nel [[secondo dopoguerra]] diventa vicesindaco [[Partito Repubblicano Italiano|repubblicano]] di Genova, [[direttore generale]] e [[direttore operativo|operativo]], poi [[amministratore delegato]] e infine [[presidente del consiglio di amministrazione|presidente]] dell'[[Eridania]] e promuove la costruzione della [[Fiera di Genova|Fiera del Mare di Genova]], nel [[Foce (Genova)|quartiere della Foce]].<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/07/20/morto-genova-giuseppe-de-andre.html|titolo=È morto a Genova Giuseppe De André|pubblicazione=la Repubblica|accesso=5 novembre 2024}}</ref> La madre, Luigia (Luisa) Amerio, era di estrazione benestante, figlia di produttori vitivinicoli<ref>{{DBI
Dopo aver frequentato le scuole elementari in un istituto privato retto da suore, passò alla scuola statale, dove il suo comportamento "fuori dagli schemi" gli impedì una pacifica convivenza con le persone che vi trovò, in special modo con i professori.<ref> Roberto Iovino, ''Fabrizio De André, l'ultimo trovatore''[http://www.frillieditori.com/books/fabriziodeandre_primo.htm]</ref> Per questo fu trasferito nella severa scuola dei [[Gesuiti]] dell'Arecco.
|nome = Fabrizio Cristiano De André
|nomeurl = de-andre-fabrizio-cristiano
|autore = Paolo Somigli
|anno = 2014
|pagine =
|volume =
|accesso = 4 dicembre 2014
}}</ref>.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], Fabrizio vive inizialmente da [[sfollato]] nella [[Langhe|campagna astigiana]] a [[Revignano d'Asti]] dove il padre, dopo i [[Bombardamento navale di Genova (1941)|bombardamenti del 1941]], aveva acquistato la "Cascina dell'Orto". Qui conosce l'amica e coetanea Nina Manfieri, un'amicizia mai dimenticata e narrata nella canzone "Ho visto Nina volare" contenuta nell'album "Anime Salve".<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_25/la-nina-di-de-andre-raccontata-in-ho-visto-nina-volare-mi-diceva-se-mi-fai-arrabbiare-non-ti-sposo-piu-679d3740-bfa0-4d08-b937-46c6a3fcbxlk.shtml|titolo=La Nina di De Andrè raccontata in «Ho visto Nina volare». «Mi diceva: se mi fai arrabbiare non ti sposo più»|sito=Corriere della Sera|data=2024-02-25|accesso=1 luglio 2025}}</ref> Giuseppe resta in città per seguire l'Istituto tecnico, ma nel 1944 raggiunge la famiglia in quanto {{Senza fonte|ricercato dai fascisti per aver coperto i suoi alunni ebrei}}. Vive poi nella Genova del [[dopoguerra]], scossa e partecipe della contrapposizione tra cattolici e comunisti.<ref name="contesto">{{cita news|autore=Livio Gatti Bottoglia|titolo=Non al denaro, non all'amore né al cielo|pubblicazione=Civetta (mensile)|data=marzo 1999}}</ref>
Presso i Gesuiti dell'Arecco, scuola media inferiore frequentata dai rampolli della "Genova-bene", Fabrizio fu vittima, nel corso del primo anno di frequenza, di un tentativo di molestia sessuale da parte di un gesuita dell'istituto; nonostante l'età, la reazione verso il "padre spirituale" fu pronta e, soprattutto, chiassosa, irriverente e prolungata, tanto da indurre la direzione ad espellere il giovane De André, nel tentativo di placare lo scandalo. L'improvvido espediente si rivelò vano poiché, a causa del provvedimento d'espulsione, dell'episodio venne a conoscenza il padre di Fabrizio, esponente della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e [[vicesindaco]] di Genova, che informò il [[Provveditore#Provveditorato agli studi|Provveditore agli studi]], pretendendo un'immediata [[inchiesta]] che terminò con l'allontanamento dall'istituto scolastico del gesuita<ref>Cesare G. Romana, ''Amico Fragile'', Sperling Paperback (2000)</ref>.
 
Dopo aver frequentato le scuole elementari in un istituto privato retto da suore, passa alla scuola statale, dove il suo comportamento "fuori dagli schemi" gli impedisce una pacifica convivenza con le persone che vi trova, in special modo con i professori.<ref>{{Cita web |url=http://www.frillieditori.com/books/fabriziodeandre_primo.htm |titolo=Roberto Iovino, ''Fabrizio De André, l'ultimo trovatore''|accesso=3 gennaio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090228164635/http://frillieditori.com/books/fabriziodeandre_primo.htm |urlmorto=sì }}</ref> Per questo motivo viene trasferito nella severa scuola dei [[Gesuiti]] dell'Istituto Arecco, scuola media inferiore frequentata dai rampolli della "Genova-bene". Qui Fabrizio è vittima, nel corso del primo anno di frequenza, di un tentativo di molestia sessuale da parte di un gesuita dell'istituto; nonostante l'età, la reazione verso il "padre spirituale" è pronta e, soprattutto, chiassosa, irriverente e prolungata, tanto da indurre la direzione a espellere il giovane De André, nel tentativo di placare lo scandalo. L'improvviso espediente si rivela vano poiché, a causa del provvedimento d'espulsione, dell'episodio viene a conoscenza il padre di Fabrizio, esponente della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e [[vicesindaco]] di Genova, che informa il [[Provveditore#Provveditorato agli studi|Provveditore agli studi]], pretendendo un'immediata [[inchiesta]] che termina con l'allontanamento dall'istituto scolastico del gesuita, e non di Fabrizio<ref>{{cita|Romana 1991}}.</ref>.
In seguito il cantautore frequentò alcuni corsi di lettere e altri di medicina presso l'[[Università degli Studi di Genova|Università di Genova]] prima di scegliere la facoltà di [[Giurisprudenza]], ispirato dal padre e dal fratello Mauro ([[1936]] - [[1989]]), che diverrà un noto avvocato. A sei esami dalla laurea decise di intraprendere una strada diversa: la musica (suo fratello sarebbe divenuto uno dei suoi fan più fedeli e critici).
 
Negli anni del [[dopoguerra]] De André conosce [[Paolo Villaggio]], futuro attore comico e scrittore umorista, diventandone intimo amico e con il quale dividerà gran parte delle sue scorribande giovanili.<ref>{{Cita|Viva 2000}}.</ref>
Successivamente ad un primo e problematico approccio, determinato dalla decisione dei genitori di avviarlo allo studio del violino, il folgorante incontro con la musica avvenne con l'ascolto di [[Georges Brassens|Brassens]], del quale De André tradurrà alcune canzoni, inserendole nei primi album. La passione, poi, aveva preso corpo anche grazie all'assidua frequentazione degli amici [[Luigi Tenco|Tenco]], [[Umberto Bindi|Bindi]], [[Gino Paoli|Paoli]] ed altri, con cui iniziò a suonare e cantare nel locale "La borsa di Arlecchino".
È lo stesso De André a descrivere il loro primo incontro avvenuto nel 1948 in una frazione di [[Cortina d'Ampezzo]]: «L'ho incontrato per la prima volta a [[Pocol]], sopra Cortina; io ero un ragazzino incazzato che parlava sporco; gli piacevo perché ero tormentato, inquieto e lui lo era altrettanto, solo che era più controllato, forse perché era più grande di me e allora subito si investì della parte del fratello maggiore e mi diceva: "Guarda, tu le parolacce non le devi dire, tu dici le parolacce per essere al centro dell'attenzione, sei uno s....zo»<ref>{{Cita|Viva 2000|p. 25}}.</ref>.
[[File:DeAndré 1960.jpg|upright|thumb|left|De André ventenne (1960)]]
In seguito, nell'ottobre 1956, Fabrizio si iscrive al primo anno al [[Liceo classico Cristoforo Colombo|Liceo classico “Cristoforo Colombo”]]. Assegnato alla sezione A, quella con i professori migliori e più severi, è da subito trasgressivo con i docenti, ma cordiale con i compagni di classe.<ref name="Viva p. 53.">{{Cita|Viva 2000|p. 53}}.</ref> Il suo "nemico" è il professore di lettere, Decio Pierantozzi, che non gli dà mai la sufficienza e gli contesta la scarsa organicità dei temi. "Era estroverso&nbsp;– ricorda il docente&nbsp;– non senza ingegno, ma strano; faceva i compiti in classe e li lasciava a metà…"<ref name="Viva p. 54.">{{Cita|Viva 2000|p. 54}}.</ref>. De André non ha mai avuto un profitto particolarmente alto e nei compiti in classe se la cavava facendoseli passare da qualche compagno più bravo e di sua fiducia.<ref name="Viva p. 54-55.">{{Cita|Viva 2000|pp. 54-55}}.</ref> Fu, tuttavia, colpito da una lezione del professore di Religione, don Giacomino Piana detto Don Birillo, sull'umanità di Cristo.<ref>{{cita libro|autore=Brunetto Salvarani|data=2023|titolo=La Bibbia di De André|editore=Claudiana}}</ref>
 
In seguito, dopo aver lasciato la casa dei genitori a diciotto anni, a causa del difficile rapporto col padre, De André, diplomatosi, frequenta alcuni corsi di Lettere e altri di Medicina presso l'[[Università degli Studi di Genova]] prima di scegliere la facoltà di [[Giurisprudenza]], ispirato dallo stesso padre, dall'amico d'infanzia [[Paolo Villaggio]] e dal fratello maggiore Mauro, già avviato agli studi in legge e che diverrà un noto avvocato. In questo periodo De André comincerà ad avere problemi legati all'abuso di alcool<ref>{{cita|Franchini}}.</ref>. A sei esami dalla laurea, grazie ai primi contratti discografici, Fabrizio lascia gli studi e decide di intraprendere una strada diversa da quella del fratello: la musica (Mauro sarebbe divenuto uno dei suoi fan più fedeli e critici).
De André, in questi anni, ebbe una vita sregolata ed in contrasto con le consuetudini della sua famiglia, frequentando amici di tutte le estrazioni culturali e sociali. Sovente, con l'amico d'infanzia [[Paolo Villaggio]], cercava di sbarcare il lunario con lavori saltuari, anche imbarcandosi, d'estate, sulle [[nave|navi]] [[crociera|da crociera]] come musicista per le feste di bordo.<ref name = "villaggio">[http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=94 De André nel ricordo di Paolo Villaggio] - Intervista a Paolo Villaggio</ref>
 
Successivamente a un primo e problematico approccio, determinato dalla decisione dei genitori di avviarlo allo studio del violino, l'incontro decisivo con la musica avviene con l'ascolto di [[Georges Brassens]], del quale De André tradurrà alcune canzoni, inserendole nei suoi primi album a 45 giri. La passione ha corpo anche grazie alla sua "scoperta" del [[jazz]] e all'assidua frequentazione degli amici [[Luigi Tenco]], [[Umberto Bindi]], [[Gino Paoli]], del pianista Mario De Sanctis<ref>{{cita web|url=http://www.musicalstore.it/cantautori/de%20andre.htm|titolo=Fabrizio De André - biografia|sito=Musicalstore.it|accesso=5 novembre 2024}}</ref> e altri, con i quali comincia a suonare la chitarra e a cantare nel locale "[[La Borsa di Arlecchino]]".
La prima moglie di De André fu una ragazza di famiglia borghese, Enrica Rignon detta "Puny", con cui concepì il figlio [[Cristiano De André|Cristiano]] e dalla quale si separò a metà degli [[anni 1970|anni settanta]].
[[File:Paolo-faber corriere della sera.jpg|miniatura|destra|Fabrizio De André assieme all'amico [[Paolo Villaggio]], con cui ha condiviso gli anni dell'infanzia e della giovinezza]]
De André, in questi anni, conduce una vita sregolata e in contrasto con le consuetudini della sua famiglia, frequentando amici di tutte le estrazioni culturali e sociali e viaggiando; la sua compagna, nel periodo 1960-61, è una prostituta di [[via Prè]], Anna (con grande disappunto del padre)<ref>{{cita web|url=http://www.giuseppecirigliano.it/FDA_scrivi2.html|autore=Fabio Dalmasso|titolo=Le prostitute di De André: "anime salve" dei carruggi|sito=giuseppecirigliano.it|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita|Viva 2000|pp. 65-66}}.</ref>, mentre vive, per alcuni periodi dal 1957, ospite in casa di un amico [[tetraplegico]].<ref name=bertoncelli/> Sovente, insieme a [[Paolo Villaggio]], cercava invece di sbarcare il lunario con lavori saltuari, anche imbarcandosi, d'estate, sulle [[nave|navi]] [[crociera|da crociera]] come musicista per le feste di bordo<ref name="villaggio">{{cita web|autore=Andrea Monda|url=http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=94|titolo=De André nel ricordo di Paolo Villaggio|urlarchivio=https://archive.is/20120907062148/http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=94 |cid=Monda}}</ref>. Secondo Villaggio, alcune volte si esibirono assieme a [[Silvio Berlusconi]], anche lui cantante da crociera in gioventù.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/musica/de_andre/de_andre/de_andre.html|titolo=E' morto a Milano Fabrizio De André|sito=la Repubblica|accesso=26 dicembre 2013}}</ref> Gli anni della giovinezza, soprattutto le serate passate nelle varie osterie genovesi o in gruppo a casa di amici, sono state raccontate dallo stesso Villaggio: «Io e Fabrizio eravamo, direi senza saperlo, due veri creativi e lo abbiamo poi dimostrato nella vita [...] lui si comportava come me, cioè facevamo una vita dissennata, andavamo a caccia di amici terribili [...] i nostri genitori erano terrificati da questo tipo di vita, non si faceva niente e si dormiva regolarmente sino alle due del pomeriggio»<ref>{{Cita|Viva 2000|p. 71}}.</ref>.
 
In questo periodo, tra la fine degli anni '50 e l'inizio dei '60, fa anche importanti letture, che avrebbero influenzato la sua visione del mondo, tra cui le opere di [[Michail Bakunin]], [[Errico Malatesta]] e altri [[libertarismo|libertari]]<ref>{{cita web|url=http://www.viadelcampo.com/html/biografia.html|autore=Giuseppe Cirigliano|titolo=Biografia|accesso=5 novembre 2024}}</ref>: fondamentale è per lui la scoperta del libro ''[[L'Unico e la sua proprietà]]'' del [[filosofo]] [[Germania|tedesco]] [[Max Stirner]], che lo colpirà a tal punto da autodefinirsi [[anarco-individualismo|anarco-individualista]].<ref>{{cita|Viva 2000|p. 66 e ss.}}, consultabile su Google books.</ref> Dal quel momento simpatizzerà sempre per le idee [[anarchiche]], influenzato anche dal suo cantautore prediletto, il citato [[Georges Brassens]], da lui considerato come un ''maître à penser''. Al corrente del carattere burrascoso del cantante e poeta francese, non vorrà mai conoscerlo di persona per timore di rimanerne deluso, anche se lo stesso Brassens loderà la qualità delle traduzioni delle sue canzoni effettuate da De André.<ref>Su Brassens, De André dichiarò: ''"Fu grazie a Brassens, maestro di pensiero e di vita, che scoprii di essere un anarchico. Mi ha insegnato per esempio a lasciare correre i ladri di mele, come diceva lui. Mi ha insegnato che in fin dei conti la ragionevolezza e la convivenza sociale autentica si trovano di più in quella parte umiliata ed emarginata della nostra società che non tra i potenti."'' Fonte: {{cita web|url=http://www.fondazionedeandre.it/ragionevolezza.html|sito=Fondazione De André|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924014314/http://www.fondazionedeandre.it/ragionevolezza.html|titolo=Fabrizio De André - La biografia}}</ref> Nel 1957 si iscrive alla [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) di [[Carrara]].<ref name=bertoncelli/>
In seguito al matrimonio e alla nascita del figlio, Fabrizio fu pressato dalla necessità di provvedere al mantenimento della famiglia e, visti gli scarsi introiti della sua attività musicale, meditò di abbandonarla per terminare gli studi e trovare un serio impiego. Fortunatamente, giunse inaspettato il successo de "La canzone di Marinella", interpretata da [[Mina (cantante)|Mina]], i cui proventi migliorarono notevolmente la situazione economica familiare.
 
Nell'estate del 1960, Fabrizio, insieme a [[Clelia Petracchi]], che scrive il testo con lui, compone quella che lui ha sempre considerato la sua prima canzone, ''[[La ballata del Miché]]'', in cui è marcata l'influenza della canzone esistenzialista francese.<ref name="Viva p. 83.">{{Cita|Viva 2000|p. 83}}.</ref> Alla fine del giugno 1961 Beppe Piroddi, uno dei playboy più in auge in quel tempo, presenta a De André Enrica Rignon, detta "Puny".<ref name="Viva p. 86.">{{Cita|Viva 2000|p. 86}}.</ref> Enrica, grande appassionata di jazz, è una ragazza che ha quasi sette anni in più di Fabrizio ed appartiene a una delle famiglie più abbienti di Genova. Dopo qualche mese che i due si frequentano, "Puny" (deceduta nel 2004) resta incinta, e a [[Quarto dei Mille|Quarto]] diviene la prima moglie di De André, dove il matrimonio si tenne nella [[Chiesa di San Giovanni Battista (Genova, Quarto dei Mille)|Chiesa di San Giovanni Battista]]. Nel 1962 nasce il figlio [[Cristiano De André|Cristiano]]. I due si separeranno a metà degli anni settanta. Il testimone di nozze di De André è un amico e collega di partito del padre, [[Randolfo Pacciardi]].<ref>{{cita|Viva 2000|p. 93}}.</ref> Curiosamente, il matrimonio del rampollo De André è stata la sua prima citazione giornalistica.<ref>{{cita|Sassi ''et al.''}}</ref>
=== L'esordio nel 1961 e il periodo Karim===
{{quote|''Benedetto Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest'età in poi, ci sono solo due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini. E quindi io, precauzionalmente, preferisco definirmi un cantautore.''|F. De André}}
 
In seguito al matrimonio e alla nascita del figlio, il ventiduenne Fabrizio è pressato dalla necessità di avere un lavoro fisso per provvedere al mantenimento della famiglia, e trova un impiego come vice preside in un istituto scolastico privato di proprietà del padre<ref>{{Cita news|url=http://www.viadelcampo.com/sorrisi_1_12_68.htm |titolo=La radio Vaticana ha lanciato il professore|autore=Antonio Cocchia|pubblicazione=[[TV Sorrisi e canzoni]]|data=1º dicembre 1968 |accesso=19 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20031222110745/http://www.viadelcampo.com/sorrisi_1_12_68.htm |urlmorto=sì|via=''viadelcampo.com'' }}</ref>.
[[Immagine:DeAndré 1960.jpg|170px|right|thumb|Il giovane De André nel 1960]]
 
=== L'esordio nel 1961 e il periodo Karim ===
Ad ottobre del [[1961]]<ref>Michele Ceri; Claudio Sassi; Franco Settimo. ''Fabrizio De André-Discografia illustrata''. Roma, Coniglio editore, 2006, p. 11.</ref> la [[Karim]] pubblica il suo primo [[45 giri]], con copertina standard forata (la ristampa del 1971 della Roman Record avrà invece una copertina con un disegno anonimo}. Il disco contiene due brani, ''Nuvole barocche'' ed ''E fu la notte''.
{{citazione|Lessi [[Benedetto Croce|Croce]], l'Estetica, dove dice che tutti gli italiani fino a diciotto anni possono diventare poeti, dopo i diciotto chi continua a scrivere poesie o è un poeta vero o è un cretino. Io, poeta vero non lo ero. Cretino nemmeno. Ho scelto la via di mezzo: cantante.<ref>{{cita news|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100330202046/http://www.viadelcampo.com/articoli/in%20testa%20alle%20vendite.htm|url=http://www.viadelcampo.com/articoli/in%20testa%20alle%20vendite.htm|titolo=È in testa alle vendite dei dischi a 33 giri|autore=Adriano Botta|altri=intervista a Fabrizio De André|pubblicazione=[[L'Europeo]]|data=13 marzo 1969|via=''viadelcampo.com''}}</ref>|F. De André}}
 
[[File:De André friggitoria Rosa.jpg|thumb|upright=1.4|Fabrizio De André nella [[friggitoria]] Rosa (poi chiusa) in [[Sottoripa]] negli anni '70, insieme al figlio [[Cristiano De André|Cristiano]].]]
Nel {{cn|[[1964]]}} il cantautore sostenne l'esame di ammissione come autore della parte letteraria alla [[SIAE]] di [[Roma]] per poter depositare a proprio nome le canzoni; nel [[1997]], durante la consegna del [[Premio Lunezia]], confessò di aver utilizzato una buona parte del testo della canzone ''[[Le foglie morte]]'' di [[Jacques Prévert]] nella prova di esame<ref name="copia"> ''De André, quella volta ho copiato Prévert'', il ''[[Corriere della Sera]]'' del 28 luglio 1997 [http://www.giuseppecirigliano.it/fegiz2.html]</ref>.
 
Nell'ottobre del 1961<ref>{{cita libro|autore1=Michele Neri|autore2=Claudio Sassi|autore3=Franco Settimo|titolo=Fabrizio De André - Discografia illustrata|città=Roma|editore=Coniglio|anno=2006|p=11}}</ref> la [[Karim (etichetta discografica)|Karim]] (etichetta che vede tra i soci fondatori anche il padre Giuseppe<ref>[[Powerillusi|Vito Vita]], ''La Karim, Storia della prima casa discografica di De André'' pubblicato in {{cita|Pistarini 2013|pp. 155-163}}.</ref>) pubblica il suo primo [[45 giri]], con copertina standard forata (la ristampa del 1971 della Roman Record avrà invece una copertina con un disegno anonimo). Il disco contiene due brani, ''Nuvole barocche'' ed ''E fu la notte''.
Negli anni successivi De André andò affermandosi sempre più come personaggio riservato e musicista colto, abile nel condensare nelle proprie opere varie tendenze ed ispirazioni: le atmosfere degli storici [[cantautori]] [[Francia|francesi]], tematiche sociali trattate sia con crudezza sia con [[metafora|metafore poetiche]], tradizioni musicali di alcune regioni italiane e mediterranee<ref>ad esempio i brani in sardo, napoletano e ligure</ref> sonorità di ampio respiro internazionale<ref>Ad esempio i brani tradotti di Brassens, Cohen e Dylan, e le sonorità ispirate alle loro</ref> e l'utilizzo di un linguaggio inconfondibile e, al tempo stesso, quasi sempre semplice per essere alla portata di tutti.<ref>''Fabrizio De André (1940-1999) - Le smisurate preghiere laiche e politiche del più grande dei nostri cantautori'' [http://www.retididedalus.it/Archivi/2009/gennaio/LUOGO_COMUNE/dea.htm]</ref>
 
Il 2 maggio 1963 avviene il debutto televisivo del cantautore, che nel programma ''Rendez-Vous'', condotto da [[Line Renaud]] con la regia di [[Vito Molinari]] e trasmesso dal [[Rai 1|primo Canale]] canta ''Il fannullone''<ref>[[Powerillusi|Vito Vita]], ''La vera prima volta di De André in TV'' pubblicato in {{cita|Pistarini 2013|pp. 207-208}}.</ref>.
In questo periodo uscirono i suoi primi [[33 giri]]. La sua discografia non è numerosissima come, del resto, inesistenti fino al 1975 erano i suoi [[Concerto (evento musicale)|concerti]]. L'album del debutto è ''[[Tutto Fabrizio De André]]'' ([[1966]], ristampato due anni dopo con il titolo di ''La canzone di Marinella'' sotto un'altra etichetta e riportando una diversa copertina), una raccolta di alcune delle canzoni che sino ad allora erano state edite solo in 45 giri, seguita da ''[[Volume I (Fabrizio De André)|Volume I]]'' ([[1967]]), ''[[Tutti morimmo a stento]]'' ([[1968]]), ''[[Volume III]]'' ([[1968]]), ''[[Nuvole barocche (album)|Nuvole barocche]]'' ([[1969]]); quest'ultimo è la raccolta dei 45 giri del periodo Karim esclusi da ''Tutto Fabrizio De André''.
 
Secondo quanto affermato dal cantautore in un'intervista al ''[[Corriere della Sera]]'', nel 1964 ha sostenuto l'esame di ammissione come autore della parte letteraria alla [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]] di [[Roma]] per poter depositare a proprio nome le canzoni (in realtà la data è sicuramente errata, in quanto De André già nel 1961 firmava i testi e le musiche delle sue canzoni, depositandole alla SIAE<ref>Come confermano sia le etichette dei dischi sia gli spartiti</ref>); nel 1997, durante la consegna del [[Premio Lunezia]], ha confessato di aver utilizzato una buona parte del testo della canzone ''[[Le foglie morte]]'' di [[Jacques Prévert]] nella prova di esame<ref name="copia">{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/28/Andre_quella_volta_copiato_Prevert_co_0_9707287406.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150503032956/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/28/Andre_quella_volta_copiato_Prevert_co_0_9707287406.shtml|autore=Mario Luzzato Fegiz|titolo=De André, quella volta ho copiato Prévert|sito=Corriere della Sera|data=28 luglio 1997|accesso=15 luglio 2011|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Lasciato il lavoro presso la scuola, negli anni successivi De André va affermandosi sempre più come personaggio riservato e musicista colto, abile nel condensare nelle proprie opere varie tendenze e ispirazioni: le atmosfere degli storici [[cantautori]] [[Francia|francesi]], tematiche sociali trattate sia con crudezza sia con [[metafora|metafore poetiche]], tradizioni musicali di alcune regioni italiane e mediterranee<ref>Ad esempio i brani in sardo, napoletano e ligure.</ref>, sonorità di ampio respiro internazionale<ref>Ad esempio i brani tradotti di [[Georges Brassens|Brassens]], [[Leonard Cohen|Cohen]] e [[Bob Dylan|Dylan]], e le sonorità ispirate alle loro.</ref>, l'utilizzo di un linguaggio inconfondibile e, al tempo stesso, quasi sempre semplice per essere alla portata di tutti.
Nel 1964 incide ''[[Valzer per un amore/La canzone di Marinella#La canzone di Marinella|La canzone di Marinella]]'', che gli darà il grande successo e la notorietà a livello nazionale tre anni dopo, quando sarà interpretata da [[Mina (cantante)|Mina]]; il testo è in apparenza fiabesco ma ispirato a un fatto di cronaca.<ref>{{Cita web |url=http://www.viadelcampo.com/html/mina.html |titolo=Mina [Link ai dischi di Mina che contengono canzoni di De André]|accesso=19 giugno 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714002928/http://www.viadelcampo.com/html/mina.html |urlmorto=sì }}</ref><ref name=c>{{cita web|url=https://solleviamoci.wordpress.com/2009/01/11/speciale-de-andre-con-lintervista-gli-anarchici-i-poeti-gli-altri/|autore=Luciano Lanza|titolo=Intervista a Fabrizio De André|data=1993}}</ref> Nel 1965 De André scrive ''Stringendomi le mani'' per Giuliana Milan.<ref name="a cura di Riccardo Bertoncelli p. 50.">{{cita|Bertoncelli 2012|p. 50|Bertoncelli 2003}}.</ref>
Nel 1966 escono i due singoli ''La canzone dell’amore perduto'' (su musica di [[Georg Philipp Telemann]], e con ''La ballata dell’amore cieco'' sul lato B) e ''[[Amore che vieni, amore che vai]]'' (abbinata a ''Geordie'' sul lato B). E saranno proprio questi due ultimi 45 giri ad aprirgli le porte del successo.<ref>{{cita|Viva 2000|p. 121}}.</ref> I dischi di Fabrizio si trovano nei negozi di quasi tutte le più grandi città. E i suoi discografici decidono di raccogliere una selezione della sua produzione Karim, nel suo primo 33 giri, ''[[Tutto Fabrizio De André]]'' (ristampato due anni dopo con il titolo di ''La canzone di Marinella'' sotto un'altra etichetta e con una diversa copertina), che viene distribuito a fine 1966.<ref>{{cita|Viva 2000|p. 122}}.</ref>
Segue ''[[Vol. 1º]]'' (1967), considerato (non a torto) come il suo primo vero album, ''[[Tutti morimmo a stento]]'' (1968), ''[[Volume 3º]]'' (1968), ''[[Nuvole barocche (album)|Nuvole barocche]]'' (1969); quest'ultimo è la raccolta dei 45 giri del periodo Karim esclusi da ''Tutto Fabrizio De André''.
 
Il brano di apertura di ''Vol. 1º'' è ''Preghiera in gennaio'', una canzone scritta di getto poche ore dopo la morte di [[Luigi Tenco]]<ref>{{cita|Fasoli 2009}}.</ref>, amico di giovinezza di Fabrizio e cantautore, che aveva interpretato la canzone ''[[La ballata dell'eroe]]'' nel film ''[[La cuccagna (film 1962)|La cuccagna]]'', suicida (sebbene la vicenda non sia stata del tutto chiarita) a Sanremo con un colpo di pistola, durante il [[Festival di Sanremo 1967|Festival del gennaio 1967]]. Il legame tra Luigi e Fabrizio era forte, e De André scrive la canzone sull'onda dell'emozione, dopo aver fatto visita alla salma dell'amico assieme alla moglie; in essa l'agnostico De André, sempre comunque affascinato da certi temi religiosi, canta una preghiera a Dio per Tenco, concedendogli un posto in Paradiso con gli altri suicidi, condannati invece dai benpensanti e dalla Chiesa ufficiale.<ref>{{cita web|url=http://luigi-tenco.tripod.com/frames/deandre.htm|titolo=Fabrizio De Andrè|accesso=6 novembre 2024}}</ref>
 
=== Fra esistenzialismo e contestazione: dal 1968 al 1973 ===
Gli anni fra il 1968 e il 1973 sono fra i più proficui per l'autore che comincia la serie dei concept album con ''[[Tutti morimmo a stento]]''. A proposito di quest'ultimo, De André ha dichiarato: "L'idea di realizzare questo disco mi venne in mente dopo aver ascoltato 'Days of Future Passed'... dei [[Moody Blues]], realizzato insieme alla [[London Symphony Orchestra]]."<ref>{{cita|Viva 2000|p. 134}}.</ref> Musicalmente, è importante il contributo di [[Gian Piero Reverberi]], arrangiatore, compositore dell'Introduzione, nonché co-autore di tutte le musiche<ref>{{cita|Bertoncelli 2003|pp. 75-76}}.</ref>.
Per quanto riguarda i testi, invece, ''Tutti morimmo a stento'' è ispirato alla poetica di [[François Villon]] e a tematiche [[esistenzialismo|esistenzialiste]] (queste ultime torneranno anche negli album successivi), è il quarto ''[[concept album]]'' a essere pubblicato in [[Italia]]<ref name = "concept">Allo stato attuale delle conoscenze, a meno che non venga scoperto un ulteriore disco registrato precedentemente, il primo concept album della storia della musica italiana potrebbe essere ''[[Diario di una sedicenne]]'' di [[Donatella Moretti]], pubblicato nel 1964, seguito da ''[[Vi parlo dell'America]]'' di [[Giovanna Marini]], pubblicato nel 1966, come ''[[Le canzoni del West]]'' di [[Bobby Solo]], pubblicato invece qualche mese dopo. L'articolo pubblicato su ''Onda Rock'' da Claudio Fabbretti, che afferma che ''Tutti morimmo a stento'' sarebbe il primo concept album italiano, è, quindi, non attendibile</ref>; il testo del primo brano, ''Cantico dei drogati'', è tratto da una poesia di [[Riccardo Mannerini]], ''Eroina''.<ref>{{Cita web |url=http://www.liosite.com/poesia/riccardo-mannerini-eroina/|sito=Lio Site|titolo=Eroina|autore=Riccardo Mannerini|accesso=16 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190117013351/http://www.liosite.com/poesia/riccardo-mannerini-eroina/ |urlmorto=sì }}</ref>
 
{{Citazione|Riccardo Mannerini era un altro mio grande amico. Era quasi cieco perché quando navigava su una nave dei Costa una caldaia gli era esplosa in faccia. È morto suicida, molti anni dopo, senza mai ricevere alcun indennizzo. Ha avuto brutte storie con la giustizia perché era un autentico libertario, e così quando qualche ricercato bussava alla sua porta lui lo nascondeva in casa sua. E magari gli curava le ferite e gli estraeva i proiettili che aveva in corpo. Abbiamo scritto insieme il Cantico dei Drogati, che per me, che ero totalmente dipendente dall'alcool, ebbe un valore liberatorio, catartico. Però il testo non mi spaventava, anzi, ne ero compiaciuto. È una reazione frequente tra i drogati quella di compiacersi del fatto di drogarsi. Io mi compiacevo di bere, anche perché grazie all'alcool la fantasia viaggiava sbrigliatissima. Mannerini mi ha insegnato che essere intelligenti non significa tanto accumulare nozioni, quanto selezionarle una volta accumulate, cercando di separare quelle utili da quelle disutili. Questa capacità di analisi, di osservazione, praticamente l'ho imparata da lui. Mi ha anche influenzato a livello politico, rafforzando delle idee che già avevo. Sicuramente è stata una delle figure più importanti della mia vita.|Fabrizio De André sull'amico Mannerini e la realizzazione dell'album<ref>{{cita news|titolo=Cantico per i diversi|altri=intervista a cura di Roberto Cappelli|pubblicazione=[[Il mucchio selvaggio (rivista)|Il Mucchio Selvaggio]]|autore=Fabrizio De André|anno=1992}}</ref>}}
{{Quote|E ora Berto, figlio della Lavandaia, compagno di scuola, preferisce imparare<br />a contare sulle antenne dei grilli non usa mai bolle di sapone per giocare;<br />seppelliva sua madre in un cimitero di lavatrici avvolta in un lenzuolo quasi come gli eroi|da "Canzone del padre", ''[[Storia di un impiegato]]'', [[1973]]}}
Gli anni fra il [[1968]] ed il [[1973]] furono fra i più proficui per l'autore, che iniziò la serie dei concept con ''[[Tutti morimmo a stento]]''.
{{Link img|posizione=right|link=http://www.riccardomannerini.it/indexw.php?pg=_discografia_7&l=i&b=discografia|titolo=Articoli dell'epoca|fonte=riccardomannerini.it}}
 
De André incide anche una versione inglese dell'album, mai commercializzata e esistente in unica copia, che è stata proprietà di un collezionista statunitense e appartiene a un collezionista pugliese.<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-andre-inedito/de-andre-inedito/de-andre-inedito.html|titolo=Scoperto negli USA inedito di De André. Canta in inglese "Tutti morimmo a stento"|data=21 settembre 2007|accesso=6 novembre 2024}}</ref>
Il testo del primo brano, "Cantico dei drogati" è tratto da una poesia di [[Riccardo Mannerini]], ''Eroina''.
[[File:Fabrizio De André and Riccardo Mannerini.jpg|thumb|left|upright=1.4|Fabrizio De André con il poeta Riccardo Mannerini, che collaborò all'album del 1968 ''[[Senza orario senza bandiera]]'' e al testo di ''Cantico dei drogati''.]]
 
In questo periodo De André si dedica anche alla scoperta di nuovi talenti: dopo una prima esperienza con i [[Ricchi e Poveri]] (che tenta di portare alla [[Bluebell Records|Bluebell]], ma [[Antonio Casetta|Casetta]] non è interessato<ref>{{Cita news|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11906984/-La-morte-di-mio-figlio-e-i-Ricchi-e-Poveri---Franco-Gatti-vuota-il-sacco--tutta-la-verita-sull-addio-.html |titolo="La morte di mio figlio e i Ricchi e Poveri": Franco Gatti vuota il sacco, tutta la verità sull'addio|accesso=23 ottobre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160511125243/http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11906984/-La-morte-di-mio-figlio-e-i-Ricchi-e-Poveri---Franco-Gatti-vuota-il-sacco--tutta-la-verita-sull-addio-.html |urlmorto=sì|autore=Alessandra Menziani|data=10 maggio 2016|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]}}</ref>) collabora con un altro complesso della sua città già sotto contratto con la [[Fonit Cetra]], i [[New Trolls]], per cui scrive gran parte dei testi dell'album ''[[Senza orario senza bandiera]]'' collaborando con [[Riccardo Mannerini]].
Quest'album è il quarto ''[[concept album]]'' ad essere pubblicato in [[Italia]]<ref name = "concept">Allo stato attuale delle conoscenze, a meno che non venga scoperto un ulteriore disco registrato precedentemente, il primo concept album della storia della musica italiana potrebbe essere ''[[Diario di una sedicenne]]'' di [[Donatella Moretti]], pubblicato nel [[1964]], seguito da ''[[Vi parlo dell'America]]'' di [[Giovanna Marini]], pubblicato nel 1966 come ''[[Le canzoni del west]]'' di [[Bobby Solo]], pubblicato qualche mese dopo. L'articolo pubblicato su ''Onda Rock'' da Claudio Fabbretti è, quindi, non attendibile</ref>
 
A ''[[Tutti morimmo a stento]]'' segue ''[[La buona novella]]''; un album importante, che interpreta il [[Cristianesimo|pensiero cristiano]] alla luce di alcuni [[Vangelivangeli apocrifi]] (in particolare, come riportato nelle note di copertina, dal [[Protovangelo di Giacomo]] e dal [[Vangelo arabo dell'infanzia]]), sottolineando l'aspetto umano della figura di [[Gesù]], in forte contrapposizione con la dottrina di sacralità e verità assoluta, che il cantautore sostiene essere inventata dalla [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] al solo scopo di esercizio del potere<ref name = "chiesa">Lo stesso autore, presentando alcuni brani de ''La buona novella'' durante il ''tour'' del 1997.</ref>.
 
Come ha raccontato [[Roberto Dané]]<ref name=Dané >Nell'intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in {{cita|''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag|p. 85,|Bertoncelli ISBN 978-88-09028-53-12003}}.</ref>, l'idea del disco la ebbeè lodello stesso Dané, che pensandopensa di realizzarla con [[Duilio Del Prete]], poi la proposepropone ad [[Antonio Casetta]], il quale la dirottòdirotta a De André.
 
{{QuoteCitazione|Nel 1969 tornai da Casetta e gli sottoposi un'altra idea, che avevo intenzione di realizzare con Duilio Del Prete: un disco basato sui Vangeli apocrifi...lui, che era un grande discografico, di buon fiuto, mi ascoltò con attenzione ede alla fine disse: "Ma scusi, perchèperché questa idea non la propone a Fabrizio De André? Sa, è un periodo che è un po' in crisi, non sa cosa fare...". E io che cosa dovevo dire? Con De André c'era sicuramente una maggiore esposizione|Roberto Dané<ref>Intervista effettuataname=Dané da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 85, ISBN 978-88-09028-53-1</ref>}}
 
Nel disco suonano, tra gli altri, [[I Quelli]], che nel [[1971]], dopo l'ingresso di [[Mauro Pagani]], cambierannocambiano il nome in [[Premiata Forneria Marconi]].
 
A distanza di anni, De André continuerà a considerare questo disco la sua incisione migliore:
Proprio a questo periodo risale l'amicizia di De André con un altro collega che ha cantato, spesso, gli ultimi e i poveri, [[Gipo Farassino]]; anni dopo De André racconterà a ''TorinoSette'', l'inserto settimanale de [[La Stampa]], un episodio successivo (avvenuto dopo un concerto a Torino) riguardante la loro amicizia: "Mi raccolse dopo un concerto ubriaco come un tino di mosto, mi caricò in macchina, mi trascinò in casa sua, mi offrì un cesso per finire di rovesciarmi lo stomaco e un letto per lasciarmi girare la testa fino al sonno. Il giorno dopo, ad evitarmi un treno per Genova con una maglietta vomitata mi regalò una sua camicia<ref>Il racconto di De André è stato poi ripubblicato su [[La Stampa]] del 12 gennaio 1999, a pag. 23</ref>". Il racconto di Farassino, pubblicato su [[La Stampa]], differisce nel finale: "Il mattino dopo gli prestai una mia bella camicia, con la raccomandazione di restituirmela. Non l'ho più vista, ma con lui era così..."<ref>Luca Indemini, ''Gli prestai una camicia, non l'ha mai restituita'', intervista a [[Gipo Farassino]] pubblicata su [[La Stampa]] di sabato 5 settembre [[2009]], pag. 72</ref>.
 
{{Citazione|"Te la sentiresti di dire quale dei tuoi dischi è il migliore?" "Senza dubbio ti rispondo: [[La buona novella]], è quello più ben scritto, meglio riuscito".
Il disco successivo, del [[1971]], è ''[[Non al denaro, non all'amore né al cielo]]'', libero adattamento (eseguito insieme a [[Giuseppe Bentivoglio]]) di alcune poesie della ''[[Antologia di Spoon River]]'', opera poetica di [[Edgar Lee Masters]]; le musiche sono composte insieme a [[Nicola Piovani]]. Questo album è stato reinterpretato nel [[2005]] dal cantante [[Marco Castoldi|Morgan]], rinnovandone in parte l'arrangiamento.
"Lo sai che ero quasi sicuro che invece mi avresti risposto: [[Tutti morimmo a stento]]? Come mai questa scelta?" "No, quello è un disco polveroso, barocco, e non dimentichiamoci che sotto il [[Barocco]] c'era il peso della [[Controriforma]]..."<ref>Intervista effettuata da Doriano Fasoli e contenuta in {{cita|''Passaggi di tempo''||Fasoli 2009}}.</ref>}}
 
Nel 2010 il disco verrà reinciso dalla [[Premiata Forneria Marconi]], con nuovi arrangiamenti e l'aggiunta di alcuni brevi intermezzi strumentali; il disco, intitolato ''[[A.D. 2010 - La buona novella]]'', viene pubblicato ad aprile.
In questo caso, come ha raccontato [[Roberto Dané]]<ref>Intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 89, ISBN 978-88-09028-53-1</ref>, l'idea del disco la ebbe [[Sergio Bardotti]], che infatti lo seguì insieme allo stesso Dané in qualità di produttore.
 
Proprio a questo periodo (il 1969) risale l'amicizia di De André con un altro collega che ha cantato, spesso, gli ultimi e i poveri, [[Gipo Farassino]]; anni dopo De André racconterà a ''TorinoSette'', l'inserto settimanale de ''[[La Stampa]]'', un episodio successivo (avvenuto dopo un concerto a Torino) riguardante la loro amicizia:
[[Gian Piero Reverberi]] ha raccontato<ref>Nell'intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 80, ISBN 978-88-09028-53-1</ref> che in questo caso il progetto era nato per [[Michele (cantante)|Michele]], sulla scia di [[Senza orario senza bandiera]], quindi con i testi elaborati da De André e le musiche di Reverberi; ma il progetto venne poi dirottato su De André e quindi Reverberi (anche per alcuni suoi contrasti con [[Roberto Dané]]) non venne più coinvolto e le musiche e gli arrangiamenti furono affidati a [[Nicola Piovani]].
{{Citazione|"Mi raccolse dopo un concerto ubriaco come un tino di mosto, mi caricò in macchina, mi trascinò in casa sua, mi offrì un cesso per finire di rovesciarmi lo stomaco e un letto per lasciarmi girare la testa fino al sonno. Il giorno dopo, a evitarmi un treno per Genova con una maglietta vomitata mi regalò una sua camicia<ref>Il racconto di De André è stato poi ripubblicato su ''La Stampa'' del 12 gennaio 1999, a p. 23.</ref>".}} Il racconto di Farassino, pubblicato su ''La Stampa'', differisce nel finale: "Il mattino dopo gli prestai una mia bella camicia, con la raccomandazione di restituirmela. Non l'ho più vista, ma con lui era così..."<ref>Luca Indemini, ''Gli prestai una camicia, non l'ha mai restituita'', intervista a [[Gipo Farassino]] pubblicata su [[La Stampa]] di sabato 5 settembre 2009, p. 72</ref>.
[[File:Fabrizio De André.jpg|thumb|De André durante il tour ''L'Indiano'' 1981]]
Il disco successivo, del 1971, è ''[[Non al denaro, non all'amore né al cielo]]'', libero adattamento (eseguito insieme a [[Giuseppe Bentivoglio]]) di alcune poesie della ''[[Antologia di Spoon River]]'', opera poetica di [[Edgar Lee Masters]]; le musiche sono composte insieme a [[Nicola Piovani]]. De André in quel periodo incontra [[Fernanda Pivano]], traduttrice e scrittrice che ha fatto conoscere in Italia la letteratura americana e che ha tradotto l'Antologia sepolcrale da cui trae ispirazione l'album. Per rimuovere l'ostacolo della ritrosia del cantautore a concedere interviste, la Pivano pensa di nascondere a De André un registratore per poi trascrivere interamente la lunga conversazione avuta su Spoon River e sulle canzoni dell'album. De André accetta con simpatia il "raggiro"<ref>{{cita|Pivano 2005}}.</ref>.
 
In questo caso, come ha raccontato [[Roberto Dané]]<ref>Intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in {{cita|''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André''|p. 89|Bertoncelli 2003}}.</ref>, l'idea del disco è di [[Sergio Bardotti]], che infatti lo segue insieme allo stesso Dané in qualità di produttore. [[Gian Piero Reverberi]] ha raccontato<ref>Nell'intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in {{cita|''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André''|p. 80|Bertoncelli 2003}}.</ref> che in questo caso il progetto era nato per [[Michele (cantante italiano)|Michele]], sulla scia di ''[[Senza orario senza bandiera]]'', quindi con i testi elaborati da De André e le musiche di Reverberi; ma il progetto viene poi dirottato su De André stesso e quindi Reverberi (anche per alcuni suoi contrasti con [[Roberto Dané]]) non viene più coinvolto e le musiche e gli arrangiamenti sono affidati a [[Nicola Piovani]].
Il coautore dei testi, Bentivoglio, si era presentato con dei testi scritti da lui, che furono giudicati interessanti <ref>Intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 93, ISBN 978-88-09028-53-1</ref> e che, dopo una prima collaborazione in ''[[Tutti morimmo a stento]]'' (in cui scrisse il testo di ''Ballata degli impiccati''), portarono all'affiancamento a De André per i testi in questo LP e nel successivo.
 
Il coautore dei testi, Bentivoglio, presenta con dei testi scritti da lui, giudicati interessanti<ref>Intervista effettuata da [[Riccardo Bertoncelli]] contenuta in {{cita|''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André''|p. 93|Bertoncelli 2003}}.</ref> e che, dopo una prima collaborazione in ''[[Tutti morimmo a stento]]'' (in cui scrisse con De André il testo di ''La ballata degli impiccati'', canzone liberamente ispirata all'[[La ballata degli impiccati|omonima poesia]] di Villon), lo portano all'affiancamento a De André per i testi in questo LP e nel successivo.
Nel [[1972]] la [[Produttori Associati]], senza consultare l'artista, lo iscrive al [[Festivalbar]] con il brano ''Un chimico'' (pubblicato su 45 giri): De André apprende la notizia dai giornali e convoca una conferenza stampa in cui dichiara che «La casa discografica mi ha trattato come un ortaggio»<ref>Questa è la frase che viene riportata dai quotidiani di mercoledì 26 aprile</ref>.
 
Nel 1972 la [[Produttori Associati]], senza consultare minimamente l'artista, lo iscrive al [[Festivalbar 1972|Festivalbar]] con il brano ''Un chimico'' (pubblicato su 45 giri): De André apprende la notizia dai giornali e convoca una conferenza stampa in cui dichiara che «La casa discografica mi ha trattato come un ortaggio»<ref>Questa è la frase che viene riportata dai quotidiani di mercoledì 26 aprile.</ref>. Dopo l'intervento del patron della manifestazione, [[Vittorio Salvetti]], si raggiunge un compromesso: la canzone viene inserita nei juke-box, come vuole il regolamento, ma il cantautore non si esibirà durante la finale di [[Verona]] nemmeno in caso di vittoria (l'edizione vede vincitrice [[Mia Martini]] con ''[[Piccolo uomo]]'')<ref>La vicenda venne trattata dai quotidiani di aprile; a titolo di esempio citiamo gli articoli «''De André è irremovibile»'' di [[Vincenzo Buonassisi]], dal ''[[Corriere della seraSera]]'' di mercoledì 26 aprile 1972, pagp. 13, e «''No a Fabrizio De André: la canzone resta in gara»'' di [[Vincenzo Buonassisi]], dal [[''Corriere della sera]]Sera'' di giovedì 27 aprile 1972, pagp. 15.</ref>.
 
Nel 2005 il cantante [[Morgan (cantante)|Morgan]] ha pubblicato ''[[Non al denaro non all'amore nè al cielo (Morgan)|Non al denaro non all'amore né al cielo]]'', un riadattamento dell'album con nuovi arrangiamenti e alcuni intervalli musicali.
Nell'autunno dello stesso anno pubblicò un singolo con due canzoni di [[Leonard Cohen]] ''Suzanne/Giovanna d'Arco'' (brani che verranno poi inseriti con un arrangiamento diverso nell'album ''Canzoni'' del [[1974]]).
 
Nell'autunno dello stesso anno De André pubblica un singolo con due canzoni tradotte di [[Leonard Cohen]], ''Suzanne/Giovanna d'Arco'' (brani che verranno poi inseriti con un arrangiamento diverso nell'album ''Canzoni'' del 1974).
L'album successivo fu, nel [[1973]], ''[[Storia di un impiegato]]'', trasposizione italiana del [[Maggio francese]] e dei conflitti che lo avevano determinato. Nell'opera, un "concept album", l'autore racconta, da una prospettiva particolare, l'esperienza del '68, della rivoluzione culturale e del fermento politico attraverso {{cn|una storia che racchiude più livelli di lettura, attingendo dalla filosofia e dalla storia del pensiero [[libertario]]}}.
 
IlL'album successivo è, nel 1973, ''[[Storia di un impiegato]]'', un concept album in cui [[Giuseppe Bentivoglio]], autore dei testi insieme a De André, racconta la vicenda di un impiegato durante il maggio del [[Sessantotto|'68]]; il disco, a sfondo fortemente politico, vennee che viene attaccato dalla stampa musicale militante e vicina al [[Movimento Studentesco|movimento studentesco, e così]] viene recensito, ad esempio, da Simone Dessì (pseudonimo di [[Luigi Manconi|Simone]]), Dessìallora membro di [[Lotta Continua]]:
{{quotecitazione|Storia di un impiegato è un disco tremendo: il tentativo, clamorosamente fallito, di dare un contenuto "politico" a un impianto musicale, culturale e linguistico assolutamente tradizionale, privo di qualunque sforzo di rinnovamento e di qualunque ripensamento autocritico: la canzone ''Il bombarolo'' è un esempio magistrale di insipienza culturale e politica<ref>Recensione di Simone Dessì pubblicata su ''[[Muzak (rivista)|Muzak]]'' e ristampata poi nel volume ''C'era una volta una gatta'', Roma, [[edizioni Savelli]]-Il pane e le rose, Roma, 1977, pagp. 44.</ref>|[[Simone Dessì]]}}
 
Fra le critiche più accese quella di [[Riccardo Bertoncelli]], che definisce l'opera come un disco «verboso, alla fine datato»<ref>{{cita|Bertoncelli 2003|p. 94}}.</ref> e quella di [[Enrico Deregibus]] anch'essa sostanzialmente negativa: {{citazione|L'album è sempre stato considerato, anche dal suo autore, come uno dei più confusi. La vena anarchica di De André deve fondersi con quella [[marxista]] di Bentivoglio, e spesso i punti di sutura e di contraddizione sono fin troppo evidenti. Non a caso è l'ultimo episodio della collaborazione tra i due|Enrico Deregibus<ref name="ReferenceA">[[Enrico Deregibus]], ''Traccia biografica'', pubblicata in {{cita|Bertoncelli 2003|p. 55}}.</ref>}}
Tralasciando il messaggio politico, alcune soluzioni stilistico-musicali<ref>I cui arrangiamenti sono di NIcola Piovani</ref> risultano innovative nella carriera di De Andrè, con una maggiore attenzione per le parti strumentali e per la sezione ritmica: di fatto solo ''Verranno a chiederti del nostro amore'' <ref> Inclusa anche nel doppio disco dal vivo con la PFM del biennio '79-'80</ref> rimane nel repertorio dell'autore dal vivo negli anni a seguire<ref>Come si può leggere nelle scalette dei concerti delle varie tournée riportate in [[Franco Zanetti]] e [[Claudio Sassi]], ''Fabrizio De André in concerto'', [[Giunti Editore]]</ref>. Gli altri brani vennero eseguiti dal vivo solo per qualche anno, ne è un esempio la ''Canzone del maggio'' inserita nella scaletta del primo tour del [[1975]] o ancora ''La bomba in testa'', ''Al ballo mascherato'', ''Canzone del padre'' e ''Nella mia ora di libertà'' che vennero riproposti solo in alcune date del tour del [[1976]] <ref>[[Franco Zanetti]] e [[Claudio Sassi]], ''Fabrizio De André in concerto'', [[Giunti Editore]]</ref>. I testi esprimono una notevole forza, {{cn|risultando tra i lavori più interessanti del De Andrè anni '70}}: livelli di lettura sono stati colti in pieno soltanto in seguito, quando, tranne sporadici casi, il disco è stato ampiamente rivalutato.<ref>Cesare G. Romana, Smisurate Preghiere - ''Arcana'' [[2007]]</ref>
 
Un'altra recensione negativa è quella di [[Fiorella Gentile]], apparsa su ''[[Ciao 2001]]'': {{citazione|La musica presta il nome a qualcosa che a tratti sembra la [[colonna sonora]] di un film sulla mafia (con il sintetizzatore al posto dello scacciapensieri), a volte quella di un thrilling alla [[Dario Argento]] (con il basso che riproduce il battito cardiaco), altre recupera i toni alla Cohen e alla Guccini: ma rimane un prodotto scucito, che non ha più il vecchio incanto<ref>{{Cita news|url=http://www.viadelcampo.com/Ciao2001_2.12.73_c5.jpg |autore=Fiorella Gentile|titolo=Fabrizio De André: un disco da "leggere"|pubblicazione=Ciao 2001|data=2 dicembre 1973|pp=33-35 |accesso=19 marzo 2010|via=''viadelcampo.com''|formato=JPG|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110211092053/http://viadelcampo.com/Ciao2001_2.12.73_c5.jpg |urlmorto=sì }}</ref>|Fiorella Gentile}}
Fra le critiche più accese ricordiamo quella di [[Riccardo Bertoncelli]] che definisce l'opera come un disco «verboso, alla fine datato<ref>[[Riccardo Bertoncelli]] (a cura di), in ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 94, ISBN 978-88-09028-53-1</ref>» e quella di [[Enrico Deregibus]] anch'essa sostanzialmente negativa: {{quote|L'album è sempre stato considerato, anche dal suo autore, come uno dei più confusi. La vena anarchica di De André deve fondersi con quella marxista di Bentivoglio, e spesso i punti di sutura e di contraddizione sono fin troppo evidenti. Non a caso è l'ultimo episodio della collaborazione tra i due|Enrico Deregibus<ref>[[Enrico Deregibus]], ''Traccia biografica'', pubblicata in [[Riccardo Bertoncelli]] (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 55, ISBN 978-88-09028-53-1</ref>}}
 
[[File:Faber-Autografo1975.jpg|thumb|De André ha spesso usato sonorità di strumenti mediterranei e medievali, come si vede in questa foto autografata del 1975|227x227px]]
La pubblicazione del disco coincide con un periodo di crisi professionale ed anche personale (nello stesso anno termina definitivamente il matrimonio con Puny ed il cantautore inizierà una relazione con una ragazza, Roberta, per cui scriverà due anni dopo la canzone ''Giugno '73''<ref>[[Enrico Deregibus]], ''Traccia biografica'', pubblicata in [[Riccardo Bertoncelli]] (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 54, ISBN 978-88-09028-53-1</ref>), e la pubblicazione di un nuovo disco di rifacimenti ad opera di Reverberi di vecchie canzoni incise per la [[Karim]] (con 2 nuove traduzioni dal repertorio di Brassens, le due canzoni di Cohen pubblicate nel [[1972]] ed una traduzione da Dylan opera di De Gregori ai tempi del [[Folkstudio]]<ref>[[Enrico Deregibus]], ''Traccia biografica'', pubblicata in [[Riccardo Bertoncelli]] (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 56, ISBN 978-88-09028-53-1</ref> cofirmata da De André), intitolato [[Canzoni (Fabrizio De André)|Canzoni]], darà inizio alla collaborazione con [[Francesco De Gregori]].
 
Le osservazioni di Gentile, del resto, trovano una conferma indiretta nel fatto che il giovane autore delle musiche (con De André), [[Nicola Piovani]], componeva già all'epoca colonne sonore, e negli anni successivi è diventato uno dei maggiori autori italiani di musiche da film, fino a ottenere anche il [[Oscar alla migliore colonna sonora|Premio Oscar]] nel 1999, per il film ''[[La vita è bella]]'' di [[Roberto Benigni]].
Proprio durante le registrazioni di questo disco, nello studio a fianco sta registrando il suo nuovo disco da solista [[Dori Ghezzi]] (in una pausa della sua collaborazione con [[Wess]]): è l'ìnizio di una nuova e duratura relazione, che sfocerà nel matrimonio tra i due il 7 dicembre [[1989]]<ref>[[Enrico Deregibus]], ''Traccia biografica'', pubblicata in [[Riccardo Bertoncelli]] (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', [[2003]], editore [[Giunti]], pag. 55, ISBN 978-88-09028-53-1</ref>.
 
Anche il pubblico accoglie l'album in maniera negativa<ref>{{cita news|autore=Flavio Brighenti|url=http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/05/08/news/faber-113701369/|titolo=De André arriva al cinema. Dori Ghezzi: "Il suo paradiso era in terra"|pubblicazione=la Repubblica|data=9 maggio 2015|accesso=6 novembre 2024}}</ref>.
Sono anche gli anni in cui De André fa le sue prime esperienze negli spettacoli dal vivo. Lavoratore instancabile e al limite del perfezionismo in studio, Fabrizio non riesce invece ad esibirsi in pubblico. Il suo timore innanzitutto è dovuto al suo problema all'occhio sinistro, leggermente più chiuso del destro, ma anche dalla precedente brutta esperienza televisiva in cui si era dimenticato le parole di una sua canzone e aveva dovuto cantarla in playback.
{{cn|Nel 2006 [[Francesco Guccini]], ospite all'Università di Lettere a Genova, ha ricordato di quando si incontrarono, per via di amici comuni, sulle colline bolognesi e del fatto che Fabrizio, alla richiesta di suonare una sua canzone, avesse preteso di poter cantare con le luci spente.
È un atteggiamento questo che ricorda le prime esperienze di [[Leonard Cohen]] che incise il suo primo album musicale in uno studio a luci spente e con uno specchio davanti per ricreare l'ambiente della sua camera da letto.}}
[[Sergio Bernardini]], il patron de [[La Bussola]] comincia a fare delle grosse pressioni perché Fabrizio si esibisca nel suo locale, ed il cantautore chiede un compenso di 300 milioni di lire, che viene accettato<ref>[[Franco Zanetti]] e [[Claudio Sassi]], ''Fabrizio De André in concerto'', [[Giunti Editore]], pag. 27; [[Cesare Romana]] racconta una versione diversa, e scrive che si presenta davanti al suo discografico e spara una richiesta di compenso esagerata, al fine di ottenere un netto rifiuto, ma il produttore accetta senza battere ciglio. La cosa non è però verosimile in quanto le due attività, discografica ed esibizioni, sono separate, ed [[Antonio Casetta]], il patron della [[Produttori Associati]], si occupava di dischi e non di organizzare concerti</ref>.
In questo modo Fabrizio è costretto ad affrontare le sue paure da palcoscenico, paure che supererà solo con gli anni, suonando e cantando sempre nella penombra e con molto whisky in corpo (la sua timidezza fu tra le cause che gli provocarono una seria dipendenza da alcool).<ref> ''De André: biografia''[http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Fabrizio-De-Andre-biografia.html].</ref>
[[Immagine:Faber-Autografo1975.jpg|300px|right|thumb|De André ha spesso usato sonorità di strumenti mediterranei e medievali]]
 
Proprio in occasione della pubblicazione del disco, [[Giorgio Gaber]] polemizza con De André, affermando che quest'ultimo usi "un linguaggio da liceale che si è fermato a [[Dante]], che fa dei bei termini, ma non si riesce a capire se sia [[liberalismo|liberale]] o [[sinistra extraparlamentare|extraparlamentare]]"<ref name="viadelcampo.com">{{cita news|url=http://www.viadelcampo.com/articoli/si%20arrabbia%20con%20Gaber.htm |titolo=De André s'arrabbia con Gaber|accesso=19 marzo 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://archive.is/20060508033238/http://www.viadelcampo.com/articoli/si%20arrabbia%20con%20Gaber.htm |pubblicazione=Domenica del Corriere|autore=Gigi Speroni}}</ref>; De André risponderà a Gaber in occasione di un'intervista alla ''[[Domenica del Corriere]]'' del gennaio 1974 ("Mi spiace che lui, che si dichiara [[comunista]], sia andato a raccontare queste cose al primo giornalista che ha incontrato. Poteva telefonarmi, farmi le sue osservazioni: ne avremmo discusso, ci saremmo confrontati. Così, invece, ha svilito ancora di più un mondo già tanto criticato"<ref name="viadelcampo.com"/>).
È in questo periodo (per circa 10 anni, dal 1969 al 1979) che De André viene sottoposto a controlli da parte delle forze di polizia e dei servizi segreti italiani. In base a quanto ricostruito quando questa informazione è stata resa nota negli [[anni 1990|anni novanta]]<ref>Secondo quanto riportato da "Il Secolo XIX" online del 12 gennaio 2009 ([http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/genova/2009/01/11/1102007510704-faber-notte-note-suo-inverno.shtml Faber, una notte sulle note del suo "Inverno"]), Dori Ghezzi avrebbe affermato di essere venuta a conoscenza del fatto quando vennero ritrovati in una via romana alcuni archivi dei servizi segreti, probabile riferimento all'archivio dell'Ufficio Affari Riservati del [[Ministero dell'Interno]], ritrovato nel 1996 durante un'inchiesta del giudice milanese [[Guido Salvini]], in un deposito sulla [[via Appia]].</ref>, inizialmente i controlli sarebbero stati effettuati dopo che un suo conoscente, simpatizzante del [[marxismo-leninismo]], era stato indagato durante le prime inchieste sulla [[strage di piazza Fontana]] (allora ritenuta dagli inquirenti di matrice rossa). Negli anni successivi, pur non individuando prove di una sua partecipazione attiva a gruppi politici, extraparlamentari o meno, De André viene ritenuto dal [[SISDE]] un "''simpatizzante delle [[Brigate Rosse|BR]]''" , mentre l'acquisto, insieme alla moglie [[Dori Ghezzi]], di un terreno a [[Tempio Pausania]], viene considerato un tentativo di creare un rifugio per appartenenti ai movimenti extraparlamentari di sinistra. A rafforzare queste ipotesi, dal punto di vista degli investigatori, il fatto che a Genova De André avesse contatti con persone appartenenti ai gruppi anarchici e filo-cinesi.<ref>[http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-andre-schedato/de-andre-schedato/de-andre-schedato.html "Quel terrorista di De André" Così la polizia schedò il cantautore], articolo de "La Repubblica", del 10 gennaio 2009</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-andre-schedato/dori-ghezzi/dori-ghezzi.html?rss?ref=rephpnews "Io e Fabrizio sorvegliati speciali perché la musica faceva paura"], articolo de "La Repubblica", del 11 gennaio 2009</ref>
 
Delle canzoni del disco, solo ''Verranno a chiederti del nostro amore''<ref>Inclusa anche nel doppio disco dal vivo con la PFM del biennio '79-'80</ref> rimane nel repertorio dell'autore dal vivo negli anni a seguire<ref>Come si può leggere nelle scalette dei concerti delle varie tournée riportate in {{cita|Zanetti e Sassi}}.</ref>. Gli altri brani vengono eseguiti in concerto solo per qualche anno, ne è un esempio la ''Canzone del maggio'' inserita nella scaletta del primo tour del 1975 o ancora ''La bomba in testa'', ''Al ballo mascherato'', ''Canzone del padre'', ''Il bombarolo'' e ''Nella mia ora di libertà'' che sono riproposti solo in alcune date del tour del 1976<ref>{{cita|Zanetti e Sassi}}.</ref>.
=== Collaborazioni negli anni '70 ===
[[Immagine:CristianoFaber1968.jpg|250px|left|thumb|De André con il primogenito [[Cristiano De André|Cristiano]]]]
A partire dal [[1974]], De André iniziò nuove collaborazioni con altri musicisti e cantautori: a ciò affiancò anche l'attività concertistica, mai affrontata sino ad allora. Negli [[Anni 1970|anni settanta]] De André tradusse canzoni di [[Bob Dylan]] (Romance in Durango e [[Desolation Row]]), [[Leonard Cohen]] ("It seems so long ago, Nancy", "Joan of Arc", "Famous Blue Raincoat" per la Vanoni e "Suzanne") e [[Georges Brassens]] (lavoro che porterà all'uscita dell'album ''[[Canzoni (Fabrizio De André)|Canzoni]]'' del [[1974]]) e collaborò con altri artisti (su tutti [[Francesco De Gregori]], che lavorò con lui alla scrittura di molti brani dell'album ''[[Volume VIII]]'' del [[1975]], album non privo di sperimentazione in cui sono affrontate tematiche esistenziali quali il disagio verso il mondo borghese e la difficoltà di comunicazione); nonostante il suo carattere schivo e poco incline alle apparizioni in pubblico, accettò di esibirsi dal vivo, prima a ''[[La Bussola]]'' di [[Viareggio]], e iniziando poi un tour con due componenti dei [[New Trolls]], con i quali aveva già collaborato nel [[1968]] per i testi del loro disco ''[[Senza orario senza bandiera]]'' (Belleno e D'Adamo), e due dei [[Nuova Idea]] (Belloni e Usai).
 
Il valore musicale del disco verrà riconosciuto compiutamente, da gran parte della critica, solo negli anni '90.<ref>{{Cita web|autore=Alessio Tommasoli|url=http://www.storiadellamusica.it/cantautori/cantautori_italiani/fabrizio_de_andre-storia_di_un_impiegato%28ricordi-1973%29.html|titolo=Recensione: Fabrizio De André - Storia di un Impiegato|accesso=11 maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.bielle.org/fabriziodeandre/pages/storiatxt.htm|titolo=Storia di un impiegato|editore=La brigata Lolli|accesso=11 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131115043355/http://www.bielle.org/fabriziodeandre/pages/storiatxt.htm|urlmorto=sì}}</ref> Talvolta verrà perfino indicato come il miglior album di De André.<ref>{{Cita web |url=http://www.glialtrionline.it/2012/05/15/era-libertario-e-antigiustizialista-cosa-cazzo-centra-de-andre-con-saviano/|titolo=Era libertario e antigiustizialista: cosa c'entra De André con Saviano?|autore=Piero Sansonetti}}</ref>
Nella parte di tour del [[1976]] ai quattro si aggiungerà anche [[Alberto Mompellio]] al violino e alle tastiere<ref>[[Franco Zanetti]] e [[Claudio Sassi]], ''Fabrizio De André in concerto'', [[Giunti Editore]], pag. 40</ref>.
 
=== La crisi e le prime esibizioni dal vivo ===
''[[Rimini (Fabrizio De André)|Rimini]]'' ([[1978]]), segna l'inizio della collaborazione, che proseguirà nel tempo, con il cantautore veronese [[Massimo Bubola]]. Quest'album fa intravedere un De André esploratore di una musicalità più distesa, spesso di ispirazione americana. I brani trattano l'attualità (il [[London Valour|naufragio di una nave a Genova]]) così come tematiche sociali (l'[[aborto]] e l'[[omosessualità]]).
La pubblicazione di ''[[Storia di un impiegato]]'' coincide con un periodo di crisi professionale e anche personale (nello stesso anno termina definitivamente il matrimonio con Puny e il cantautore comincia una relazione con una ragazza, Roberta, che si concluderà due anni dopo e per la quale scriverà la canzone ''Giugno '73''<ref>Enrico Deregibus, ''Traccia biografica'', pubblicata in {{cita|Bertoncelli 2003|p. 54}}.</ref>). La pubblicazione di un nuovo disco di ri-incisioni a opera di Reverberi di vecchie canzoni incise inizialmente per la [[Karim (etichetta discografica)|Karim]] (con 2 nuove traduzioni dal repertorio di Brassens, le due canzoni di Cohen pubblicate nel 1972 e una traduzione di Bob Dylan opera di De Gregori ai tempi del [[Folkstudio]]<ref>Enrico Deregibus, ''Traccia biografica'', pubblicata in {{cita|Bertoncelli 2003|p. 56}}.</ref> cofirmata da De André), intitolato [[Canzoni (Fabrizio De André)|Canzoni]], darà inizio alla collaborazione con [[Francesco De Gregori]].
 
Proprio durante le registrazioni di questo disco, nello studio a fianco sta registrando il suo nuovo disco da solista [[Dori Ghezzi]] (in una pausa della sua collaborazione con [[Wess]]): è l'inizio di una nuova e duratura relazione (artefice del primo incontro sarà un comune amico, [[Cristiano Malgioglio]]<ref>{{cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/01/12/Spettacolo/DE-ANDRE-MALGIOGLIO-QUANDO-GLI-PRESENTAI-DORI-GHEZZI_163300.php|titolo=De André: Malgioglio, "Quando gli presentai Dori Ghezzi"|data=12 gennaio 1999|accesso=6 novembre 2024|sito=[[Adnkronos]].com}}</ref>), che sfocia nel matrimonio tra i due il 7 dicembre 1989, dopo quindici anni di convivenza<ref name="ReferenceA"/>.
Nel 1979 si esibì insieme alla [[Premiata Forneria Marconi]], che affrontò la sfida di [[arrangiamento|riarrangiare]] alcuni dei brani più significativi del cantautore genovese, arrangiamenti che Fabrizio utilizzerà fino alla fine della sua carriera. L'operazione si rivelò positiva, tanto che il ''tour'' originò due album ''live'', tra il [[1979]] ed il [[1980]], che conobbero un ottimo successo di vendite, anche se il secondo non riuscì a bissare i risultati del primo.<ref>Secondo Dario Salvatori, ''Storia dell'hit parade'', rispettivamente sesto e quattordicesimo posto delle classifiche</ref>
 
Sono anche gli anni in cui De André fa le sue prime esperienze di spettacoli dal vivo: lavoratore instancabile e al limite del perfezionismo in studio di registrazione, il cantautore invece non riesce a trovare il coraggio e a vincere la timidezza per esibirsi in pubblico, verso il quale aveva più volte dichiarato di essere "allergico" e di patirne un "timore oscuro".
===Il sequestro===
 
Fu l'[[impresario teatrale]] [[Sergio Bernardini]] a riuscire a portare Faber a esibirsi per la prima volta dal vivo, davanti al pubblico della [[Bussola Versilia|Bussola]]. Bernardini, nel 1974, gli aveva fatto continue proposte, fino ad arrivare all'offerta di {{formatnum:60000000}} di [[Lira italiana|lire]], davvero principesca per l'epoca. Dopo continui rifiuti, nel gennaio 1975 è lo stesso De André a contattare Bernardini, proponendogli un "pacchetto" di 100 serate alla cifra complessiva di 300 milioni di lire che, con sorpresa del proponente, venne accettata. La prima esibizione dal vivo avvenne alla ''Bussola'' di [[Marina di Pietrasanta]], il 16 marzo 1975, per poi dare inizio ad un tour con due componenti dei [[New Trolls]], con i quali aveva già collaborato nel 1968 per i testi del loro disco ''[[Senza orario senza bandiera]]'' (Belleno e D'Adamo), e due dei [[Nuova Idea]] (Belloni e Usai). Nella parte di tour svoltasi nel 1976, ai quattro si aggiunge anche [[Alberto Mompellio]] al violino e alle tastiere.<ref>{{cita|Romana 1991|p. 93}}.</ref><ref>{{cita|Zanetti e Sassi|p. 27}}.</ref>.
Nella seconda metà degli [[anni 1970|anni settanta]], in previsione della nascita della figlia [[Luisa Vittoria De André|Luisa Vittoria]], De André si stabilisce nella tenuta [[Sardegna|sarda]] dell'Agnata, a due passi da [[Tempio Pausania]], insieme a [[Dori Ghezzi]], sua compagna dal 1974, poi sposata nel [[1989]].
La sera del [[27 agosto]] [[1979]], la coppia fu rapita dall'[[Anonima sequestri|''anonima sequestri]] sarda'' e tenuta prigioniera nelle montagne di [[Pattada]], per essere liberata dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre, Fabrizio il 22), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe.
[[Immagine:Dori-Luvi-Faber1981.jpg|270px|right|thumb|De André con [[Dori Ghezzi]] e la piccola ''[[Luisa Vittoria De André|Luvi]]'']]
Intervistato all'indomani della liberazione (il [[23 dicembre]] in casa del fratello Mauro) da uno stuolo di giornalisti, De André tracciò un racconto pacato dell'esperienza («...ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende») ed ebbe parole di pietà per i suoi carcerieri («Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai»)<ref>[http://www.terranews.it/news/2009/07/dori-e-fabrizio-storia-di-un-sequestro-e-dell%E2%80%99amore-l%E2%80%99anarchica-sardegna Articolo sul sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi]</ref>.
 
De André mette dunque da parte le sue paure da palcoscenico, paure che supererà solo con gli anni, suonando e cantando sempre nella penombra e con molto whisky in corpo (la sua timidezza fu tra le cause che gli provocarono la seria dipendenza da alcol di cui soffrì a lungo).<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazioneitaliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9140&Itemid=64|titolo=De André: biografia|accesso=3 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140710044024/http://www.fondazioneitaliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9140&Itemid=64|urlmorto=sì}}</ref>
Pochi mesi dopo De André cedette al settimanale [[Oggi (rivista)|Oggi]] i diritti per la pubblicazione del memoriale del sequestro<ref>Pubblicato in cinque puntate a partire dal numero dell'8 febbraio 1980 e nei numeri successivi</ref>: pur essendo la rivista diretta da [[Edilio Rusconi]] dichiaratamente con simpatie a destra, De André accettò il compenso per la pubblicazione del racconto<ref>http://cverdier.blogspot.com/2010/01/leggendoleggendofabrizio-de-andre-paul.html</ref>.
[[File:CristianoFaber1968.jpg|left|thumb|De André con il primogenito [[Cristiano De André|Cristiano]]]]
 
Gli ambienti dell'[[Autonomia Operaia|Autonomia]] e della [[Sinistra extraparlamentare]], che già avevano attaccato il cantautore per ''[[Storia di un impiegato]]'' lo contestano anche per le esibizioni dal vivo: ed ecco come viene descritto De André nel volume ''Libro bianco sul pop in Italia. Cronaca di una colonizzazione musicale in un paese mediterraneo'', pubblicato da [[Arcana Editore]] (casa editrice vicina alla [[controcultura]]) nel 1976: {{citazione|Dall'aria triste e meditabonda, Fabrizio De André ha svolto negli anni passati il ruolo di cantautore impegnato ma non troppo, denunciando situazioni in cui difficilmente si è trovato se non a livello emotivo. Borghese di nascita, di adozione e di intenti, rifiutava di esibirsi in pubblico fino a quando le vendite dei suoi dischi hanno subito un tracollo: allora si è esibito alla Bussola prima di confrontarsi con tutti coloro che avevano sprecato tempo ad ascoltar le sue lagne. Le migliori esibizioni dei suoi pezzi si ascoltano sulle spiagge e sui monti, quando un chitarrista che conosce due accordi vuol consolare l'amico di una sbronza finita male<ref>{{cita libro||titolo=Libro bianco sul pop in Italia. Cronaca di una colonizzazione musicale in un paese mediterraneo|editore=Arcana Editore|città=Roma|p=159}}</ref>}}
L'esperienza del sequestro si aggiunse al già consolidato contatto con la realtà e con la vita della gente sarda, e gli avrebbe ispirato diverse canzoni, scritte ancora con Bubola e raccolte in un album senza titolo, pubblicato nel [[1981]], comunemente conosciuto come "[[Fabrizio De André (L'indiano)|L'indiano]]" dall'immagine di copertina che raffigura un [[nativo americano]]. Il filo che lega i vari brani è il parallelismo tra il popolo dei [[Nativi americani|Pellerossa]] e quello [[Sardegna|Sardo]], entrambi oppressi dai loro colonizzatori.
De André non è però dissuaso da queste contestazioni (come per un breve periodo capita a De Gregori, che medita di abbandonare la carriera), scendendo talvolta dal palco per discutere con gli stessi Autonomi, mentre parte del pubblico spesso si divide, come durante il concerto a Roma del 23 gennaio 1979 al Palaeur.<ref name=batt>{{Cita web|sito=Corriere della Sera|data=18 gennaio 2013|urlmorto=sì |url=http://archiviostorico.corriere.it/2013/gennaio/18/Faber_parole_oltre_musica_Cosi_co_0_20130118_35c62f66-6142-11e2-a41b-b0e03a57b4a5.shtml|titolo=Faber, parole oltre la musica: «Così vinse la sua battaglia»}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.spettakolo.it/2018/01/23/contestazione-fabrizio-de-andre/|titolo=Quella volta che gli "autonomi" contestarono pesantemente Fabrizio De André|autore=Massimo Poggini|data=23 gennaio 2018}}</ref> Il rapporto degli extraparlamentari con l'anarchico De André non sarà mai facile, anche se ambivalente: già nel 1978, De André racconta nella canzone ''Coda di lupo'' (dall'album ''[[Rimini (Fabrizio De André)|Rimini]]''), proprio un episodio del movimento dell'[[Autonomia Operaia]], quando [[movimento del Settantasette|nel 1977]] gli autonomi e gli [[indiani metropolitani]] [[cacciata di Lama|contestarono Luciano Lama]] a Roma; i fatti sono narrati dal punto di vista di uno dei contestatori.<ref name=batt/>
 
Nel 1975, poco dopo la vittoria dei no al [[referendum abrogativo in Italia del 1974|referendum sul divorzio]], tiene un concerto in una manifestazione del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] a [[Piazza Navona]] (Roma), prima del comizio del leader [[Marco Pannella]].<ref>{{Cita web|sito=[[Radio Radicale]]|url=http://www.radioradicale.it/fabrizio-de-andre-ad-un-comizio-radicale-del-75-lintervento-di-faber-e-quella-di-pannella-il-ricordo-di-dori-ghezzi|titolo=Fabrizio De André a un comizio radicale del 1975: l'intervento di Faber e quello di Pannella; il ricordo di Dori Ghezzi|accesso=21 giugno 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140718151352/http://www.radioradicale.it/fabrizio-de-andre-ad-un-comizio-radicale-del-75-lintervento-di-faber-e-quella-di-pannella-il-ricordo-di-dori-ghezzi|urlmorto=sì}}</ref>
Sottili, ma non velate, furono le allusioni all'esperienza del sequestro: dalla stessa ripresa della locuzione "''[[Hotel Supramonte]]''", alla descrizione degli improvvisati banditi cui, comunque, non intese negare note di un certo romanticismo ed una connotazione di proletariato periferico che per questo meritava, coerentemente con le sue tematiche privilegiate, una forte attenzione. Al processo, De André confermò il perdono per i suoi carcerieri, ma non per i mandanti perché persone economicamente agiate<ref> vedi l´articolo [http://www.regione.sardegna.it/messaggero/1983_marzo_21.pdf Articolo del Messaggero sulla sentenza per il sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi.]</ref>.
 
=== De André all'attenzione dei servizi segreti ===
=== Da ''Crêuza de mä'' ad ''Anime salve'': anni Ottanta-Novanta ===
È in questo periodo (per circa 10 anni, dal 1969 al 1979) che De André viene sottoposto a una serie di controlli da parte delle forze di [[polizia]] e dai [[servizi segreti italiani]]. In base a quanto ricostruito quando questa informazione è stata resa nota negli anni novanta<ref>{{cita web|sito=[[Il Secolo XIX]]|url=https://www.ilsecoloxix.it/genova/2009/01/12/news/faber-una-nottesulle-note-del-suo-inverno-1.33321884|titolo=Faber, una notte sulle note del suo "Inverno"|accesso=6 novembre 2024}}</ref>, Dori Ghezzi avrebbe affermato di essere venuta a conoscenza del fatto quando vennero ritrovati in una via romana alcuni archivi dei servizi segreti, probabile riferimento all'archivio dell'Ufficio Affari Riservati del [[Ministero dell'Interno]], ritrovato nel 1996 durante un'inchiesta del giudice milanese [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], in un deposito sulla [[via Appia]]. Inizialmente i controlli sarebbero stati effettuati dopo che un suo conoscente, simpatizzante del [[marxismo-leninismo]], era stato indagato durante le prime inchieste sulla [[strage di piazza Fontana]] (allora ritenuta dagli inquirenti di matrice rossa o anarchica).<ref name=repubblica1/>
{{quote|Io sono un principe libero, e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo quanto colui che ha cento navi in mare|Samuel Bellamy, pirata alle Antille nel XVII secolo<ref>Citazione scelta da De André per il libretto dei testi dell'album ''Le Nuvole''</ref>}}
 
Negli anni successivi, pur non individuando prove di una sua partecipazione attiva a gruppi politici, extraparlamentari o meno, De André viene ritenuto dal [[SISDE]] un "''simpatizzante delle [[Brigate Rosse|BR]]''", mentre l'acquisto, insieme alla moglie [[Dori Ghezzi]], di un appezzamento di terreno a [[Tempio Pausania]], viene considerato un tentativo di creare un rifugio per appartenenti ai [[sinistra extraparlamentare|movimenti extraparlamentari di sinistra]].<ref name=repubblica1/>
Nel [[1980]] incide il singolo ''[[Una storia sbagliata]]'', i cui brani sono editi per la prima volta in [[CD]] solo nel [[2005]]. Il disco reca inciso ''Una storia sbagliata'' sul lato A e ''Titti'' sul lato B, entrambe scritte con Bubola. Fabrizio ricorderà in un'intervista a proposito di questa canzone:
 
A rafforzare queste ipotesi, dal punto di vista degli investigatori, vi erano il fatto che a Genova De André avesse contatti con persone appartenenti ai gruppi anarchici e [[maoismo|filo-cinesi]]<ref name=repubblica1>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-andre-schedato/de-andre-schedato/de-andre-schedato.html|titolo="Quel terrorista di De André" Così la polizia schedò il cantautore|data=10 gennaio 2009|pubblicazione=La Repubblica}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-andre-schedato/dori-ghezzi/dori-ghezzi.html?rss?ref=rephpnews|titolo=Io e Fabrizio sorvegliati speciali perché la musica faceva paura|data=11 gennaio 2009|pubblicazione=La Repubblica}}</ref>.
{{quote|Nel testo di ''Una storia sbagliata'' rievoco la tragica vicenda di [[Pier Paolo Pasolini]]. È un canzone su commissione, forse l'unica che mi è stata commissionata. Mi fu chiesta come sigla per due documentari-inchiesta sulle morti di Pasolini e [[Wilma Montesi]].}}
 
In realtà, l'attività politica di De André era limitata solo a sostenere economicamente, con l'abbonamento, e a finanziare talvolta, con donazioni, il periodico ''[[A/Rivista Anarchica]]'', fondata nel 1971,<ref>{{Cita web |url=http://www.arivista.org/fabrizio-de-andre|titolo=Fabrizio per A/A per Fabrizio}}</ref> mentre nell'album ''Storia di un impiegato'' (1973) si trovano accuse al terrorismo, ritenuto dal cantautore completamente dannoso perché tendente a fortificare il potere e non ad abbatterlo<ref name=repubblica1/>.
Nel [[1982]] fonda un'etichetta discografica (appoggiandosi alla [[Dischi Ricordi]] per la distribuzione): la [[Fado (casa discografica)|Fado]] (Il nome deriva dalle iniziali del suo nome e da quelle di Dori Ghezzi), con cui pubblicherà dischi di [[Massimo Bubola]], dei [[Tempi Duri]] e della stessa Ghezzi.
'''{{vedi anche|Fado (casa discografica){{!}}Fado}}'''
Nel [[1984]] esce ''Crêuza de mä'', disco dedicato alla realtà [[Mar Mediterraneo|mediterranea]] e per questo cantato interamente in [[lingua genovese]], con l'importante collaborazione di [[Mauro Pagani]], curatore delle musiche e degli arrangiamenti. Questo disco segna uno spartiacque nella carriera del cantautore: dopo questo album, Fabrizio esprime la volontà di non cantare più in italiano ma di concentrarsi esclusivamente sul genovese. A partire da ''Crêuza de mä'' De André si concentra in particolar modo sulle minoranze linguistiche (tema che aveva già iniziato ad affrontare con stesura di ''Zirichiltaggia'', sei anni prima). ''Crêuza de mä'' è oggi considerato di fatto una pietra angolare dell'allora nascente ''[[world music]]'', nonché un caposaldo della musica etnica tutta.
Ma ''Crêuza de mä'' è anche l'album che libera De André dalle impostazioni vocali ereditate dalla tradizione degli ''chansonniers'' francesi, che gli garantisce la libertà di espressione tonale al di fuori di quei dettami stilistici che aveva assorbito da Brassens e da Brel.
 
=== Collaborazioni e sperimentazioni negli anni Settanta ===
In seguito, inizia un periodo di crisi artistica che lo porta a formulare ipotesi di collaborazioni che poi non verranno mai realizzate, come la possibilità di un album sulle musiche dell'Europa orientale con Ivano Fossati (collaborazione che verrà realizzata anni dopo<ref>nel 1996 con ''Anime Salve''; ispirata alle musiche balcaniche e dell'Europa dell'Est fu però solo la canzone ''Khorakhané''</ref>) {{cn|e Vasco Rossi}} (il quale, secondo Fabrizio, aveva un lato rock che a lui mancava).<ref>[http://www.panorami.info/2009/09/de-andre-trasfoma-de-andre-milano-si-e.html] De André trasforma De André</ref>
[[File:Leo Ferré e Fabrizio De André.jpg|thumb|Fabrizio De André al Club Tenco con l'amico [[Léo Ferré]] nel 1975]]
 
A partire dal 1974, De André comincia nuove collaborazioni con altri musicisti e cantautori e a esplorare la produzione musicale degli autori americani, accanto a quelli francesi. Negli anni settanta De André traduce infatti canzoni di [[Bob Dylan]] (''Romance in Durango'' e [[Desolation Row]]), [[Leonard Cohen]] (''It Seems So Long Ago, Nancy'', ''Joan of Arc'', ''Famous Blue Raincoat'' per [[Ornella Vanoni]] e ''Suzanne'') e, nuovamente, [[Georges Brassens]]. Tale lavoro porterà all'uscita dell'album ''[[Canzoni (Fabrizio De André)|Canzoni]]'' del 1974.
Da questa crisi riemergerà soltanto nel [[1990]] incidendo, ancora con [[Mauro Pagani]] e con la collaborazione di [[Ivano Fossati]], ''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]'' ([[1990]]) titolo che (come in [[Aristofane]]) allude ai potenti che oscurano il sole<ref name="contesto"> Articolo "Non al denaro, non all'amore né al cielo" nel mensile "Civetta", marzo 1999</ref>. Con questo album De André torna in parte al suo stile musicale più tipico, affiancandolo alle canzoni in dialetto e all'ispirazione etnica. Torna anche la critica graffiante all'attualità, in particolare ne ''[[La domenica delle salme]]'' e in ''[[Don Raffaè]]'', scritta, quest'ultima, collaborando nuovamente con Massimo Bubola.
 
Nel 1975 collabora con il giovane [[Francesco De Gregori]] nella scrittura della maggior parte dei brani dell'album ''[[Vol. 8]]'', non privo di sperimentazione,<ref>{{cita|Viva 2000|p. 161}}.</ref> in cui sono affrontate tematiche esistenziali quali il disagio verso il mondo borghese (''Canzone per l'estate'' e l'autobiografica ''Amico fragile'', in cui è affrontato il tema della difficoltà di comunicazione, una delle canzoni predilette dal cantautore e di cui è per l'ultima volta autore unico di musica e testo<ref>{{cita web|url=http://antiwarsongs.org/canzone.php?id=6907&lang=it|titolo=Amico fragile|sito= Antiwarsongs|accesso=6 novembre 2024}}</ref>). Anche questo disco riscuote diverse critiche negative, come quella di [[Lello D'Argenzio]], che sostiene che De André si sia adattato allo stile del collega De Gregori (presente soprattutto negli arrangiamenti musicali e in alcuni testi assai ricchi di metafore complesse, come ''Oceano'' e ''Dolce Luna''), anche nel modo di cantare, anziché il contrario<ref>{{cita testo|url=http://www.viadelcampo.com/Intrepido_20.3.75_b5.jpg|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140101065357/http://www.viadelcampo.com/Intrepido_20.3.75_b5.jpg|urlmorto=sì|titolo=Foto dell'articolo.}}</ref>.
Fossati sarà presente, inoltre, nella realizzazione del [[concept album]] di De André, ''[[Anime salve]]'', pubblicato nel [[1996]]. Incentrato sul tema della solitudine, è l'ultimo album in studio del cantautore.
 
''[[Rimini (Fabrizio De André)|Rimini]]'' (1978) segna l'inizio della lunga collaborazione con il quasi esordiente cantautore veronese [[Massimo Bubola]]. Quest'album fa intravedere un De André esploratore di una musicalità più distesa, spesso di ispirazione ancora più marcatamente americana.<ref>La stessa canzone ''Avventura a Durango'' è, come detto, una traduzione del brano ''Romance in Durango'' di [[Bob Dylan]]</ref> I brani trattano l'attualità e la politica (il [[London Valour|naufragio di una nave a Genova]] di ''Parlando del Naufragio della London Valour'', le contestazioni studentesche in ''Coda di Lupo'') così come tematiche sociali (l'[[aborto]] in ''Rimini'' e l'[[omosessualità]] in ''Andrea'') ed esistenziali (''Sally'', contenente riferimenti letterari a [[Gabriel García Márquez]] e [[Alejandro Jodorowsky]]). Nell'album sono presenti anche le prime sperimentazioni dei suoni della [[musica etnica]], con la [[filastrocca]] ''Volta la carta'' e con ''[[Zirichiltaggia]]'', quest'ultima cantata interamente in gallurese. ''Andrea'', a sfondo [[antimilitarista]], è uno dei brani più popolari dell'intera produzione di De André, e il suo coautore, Bubola, continua a proporlo dal vivo durante i suoi concerti. In più di un'occasione l'artista genovese&nbsp;– ad esempio nel 1992, al [[teatro Smeraldo]] di Milano&nbsp;– ha eseguito il brano a luci accese, proprio a simboleggiare come l'omosessualità non debba essere motivo di vergogna.<ref>{{Cita web |url=http://www.gionata.org/notizie/approfondimenti/fabrizio-de-andr-e-gli-omosessuali.html |titolo=Presentazione del brano fatta da De André il 19 gennaio 1992 |accesso=13 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110309030659/http://www.gionata.org/notizie/approfondimenti/fabrizio-de-andr-e-gli-omosessuali.html |urlmorto=sì }}</ref> Il brano eponimo del disco, ''Rimini'', è ispirato alle atmosfere de ''[[I Vitelloni]]'' di [[Federico Fellini]], uno dei capolavori del celeberrimo regista, ma presenta anche alcune digressioni storiche e politiche.<ref>Nel successivo disco dal vivo inciso con la PFM, De Andrè incide una gaffe. Parlando della canzone ''Rimini'' con gli spettatori, fa riferimento ai "Vitellini" di "Felloni", divertendo il pubblico. Ma non è l'unico "errore" del disco. Mentre interpreta ''Sally'', alla fine della canzone Fabrizio scambia il verso "mia madre mi disse: non devi giocare con gli zingari nel bosco", cantando "mia madre mi disse: non devi giocare con gli svizzeri nel bosco". cfr. {{cita web|url=http://www.faberdeandre.com/tesi/ragionamenti/003.asp|sito=FaberDeAndre.com |titolo=Scritti su Fabrizio De André: Sally|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110421004149/http://www.faberdeandre.com/tesi/ragionamenti/003.asp}}</ref>
[[Immagine:Genova-Sant'Ilario-creuza de ma.jpg|250px|right|thumb|[[Sant'Ilario (quartiere di Genova)|Sant'Ilario]] (alture di [[Nervi]]): una ''[[crêuza]] de mä'']]
 
Nel 1978 la [[Premiata Forneria Marconi]] idea e realizza nuovi [[arrangiamento|arrangiamenti]] di alcuni dei brani più significativi del cantautore genovese<ref>Intervista alla PFM, pubblicata in Riccardo Piferi (a cura di), ''Premiata Forneria Marconi'', [[Lato Side]], 1981.</ref>, proponendo a De André, inizialmente restìo ad accettare, un ''tour'' insieme, che parte il 21 dicembre 1978 da [[Forlì]] e continua per tutto il mese di gennaio 1979<ref>{{Cita web |url=http://www.viadelcampo.com/html/1978-79.html |titolo=1978-79|accesso=19 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100310032051/http://www.viadelcampo.com/html/1978-79.html |urlmorto=sì }}</ref>. L'operazione si rivela positiva, tanto che il ''tour'' origina due album ''live'' (i primi album live del cantautore), tra il 1979 e il 1980, che conoscono entrambi un ottimo successo di vendite, anche se il secondo non riesce a bissare i risultati del primo<ref>Secondo Dario Salvatori, ''Storia dell'hit parade'', rispettivamente sesto e quattordicesimo posto delle classifiche</ref>. Alcuni degli arrangiamenti realizzati dalla PFM saranno poi utilizzati dal cantautore fino alla fine della sua carriera, come nei casi di ''Bocca di Rosa'', ''La canzone di Marinella'', ''Amico fragile'', ''Il pescatore''. Nei casi di ''Volta la carta'' o ''Zirichiltaggia'' dei tour ''Anime Salve'' e ''M'innamoravo di tutto'' (gli ultimi due ''tour'' prima dell'ultimo in assoluto, interrotto) De André torna agli arrangiamenti dell'album in studio.
*''[[Crêuza de mä]]'' ([[1984]]) fu da parte di Pagani un importante lavoro di ricerca, con il quale si rievocò, e per sonorità e per testi, un ''modus'' musicale del Mediterraneo genovese, ovvero di quella parte tradizionale, e per questo "sociale", della cultura della sua città natale. La lingua utilizzata è il [[dialetto genovese|genovese]], la musica rievoca tradizioni turche, greche e berbere.
 
=== Il rapimento ===
*''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]'' ([[1990]]) è la ''summa'' delle varie collaborazioni di questo periodo (da [[Mauro Pagani]], coautore di tutti i brani, a [[Ivano Fossati]] e Massimo Bubola). La struttura de "Le Nuvole" è divisa in due parti: la prima, quella dedicata al potere, è in italiano; la seconda incarna la voce del popolo ed è perciò cantata in dialetto.
{{vedi anche|Sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi}}
Nella seconda metà degli anni settanta, in previsione della nascita della figlia Luisa Vittoria De André (detta Luvi) si stabilisce nella tenuta [[Sardegna|sarda]] dell'Agnata, a due passi da [[Tempio Pausania]], insieme a [[Dori Ghezzi]].
 
La sera del 27 agosto 1979, la coppia è rapita dall'[[anonima sequestri]] sarda e tenuta prigioniera alle pendici del [[Monte Lerno]] presso [[Pattada]], per essere liberata dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre alle undici di sera, Fabrizio il 22 alle due di notte, tre ore dopo), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe.<ref name=sardegna/>
*''[[Anime Salve]]'' ([[1996]]), è l'ultimo [[concept album]] di De André e, a differenza dei due precedenti, è in gran parte in italiano. La musica è scritta in gran parte da [[Ivano Fossati]], con influenze ritmiche [[America meridionale|sudamericane]], ma eseguite con sonorità della stessa matrice etnica nata con ''Crêuza de mä''.
 
Prima, durante e dopo il sequestro, alcuni giornali fanno uscire illazioni e falsità, talune che legano il rapimento perfino alle [[Brigate Rosse]], a motivi personali (come un allontanamento volontario, causa mancanza di notizie e testimoni nei primi tempi), a uno sfondo politico.<ref name=sardegna>{{Cita web|url=http://www.terranews.it/news/2009/07/dori-e-fabrizio-storia-di-un-sequestro-e-dell%E2%80%99amore-l%E2%80%99anarchica-sardegna|titolo=Dori e Fabrizio, storia di sequestro e dell'amore per l'anarchica Sardegna|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20130413121006/http://www.terranews.it/news/2009/07/dori-e-fabrizio-storia-di-un-sequestro-e-dell%E2%80%99amore-l%E2%80%99anarchica-sardegna}}</ref> Proprio l'anno del sequestro, comunque, termina la citata sorveglianza dei servizi segreti ai danni di De André.<ref name=repubblica1/>
Fra il [[1990]] ed il [[1996]] collabora con vari autori, sia come autore che come cointerprete, nei rispettivi album: tra essi ricordiamo [[Francesco Baccini]], i [[Tazenda]], [[Mauro Pagani]], [[Max Manfredi]], [[Teresa De Sio]], [[Ricky Gianco]], i [[New Trolls]] e il figlio [[Cristiano De André]].
Da segnalare la collaborazione con "Li Troubaires de Coumboscuro" nell'album ''A toun souléi'', dove De André partecipa all'incisione del brano in provenzale antico ''Mis amour'', insieme a Dori Ghezzi e Franco Mussida.
 
Intervistato all'indomani della liberazione (il 23 dicembre in casa del fratello Mauro) da uno stuolo di giornalisti, De André traccia un racconto pacato dell'esperienza (« [...] ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende») ed ha parole di pietà per i suoi carcerieri («Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai»)<ref name=sardegna/>.
Nel [[1996]] De André collaborò con [[Alessandro Gennari]] alla scrittura del libro ''[[Un destino ridicolo]]'', dal quale dodici anni dopo [[Daniele Costantini]] ha tratto il film ''[[Amore che vieni, amore che vai (film)|Amore che vieni, amore che vai]]''.
 
Pochi mesi dopo De André cede al settimanale ''[[Gente (periodico)|Gente]]'' i diritti per la pubblicazione del memoriale del sequestro, pubblicato in cinque puntate a partire dal numero dell'8 febbraio 1980 e nei numeri successivi.
Nell'estate [[1998]] De André si esibì in una tournée che toccò varie località italiane. Il 14 [[agosto]] 1998, durante un concerto a [[Roccella Jonica]], De André pronunciò la seguente affermazione:
 
L'esperienza del sequestro si aggiunge al già consolidato contatto con la realtà e con la vita della gente sarda, e diventa ispirazione per la realizzazione di diverse canzoni, scritte ancora con Bubola e raccolte in un album senza titolo, pubblicato nel 1981, comunemente conosciuto come ''[[Fabrizio De André (L'indiano)|L'indiano]]'' dall'immagine di copertina che raffigura un [[nativo americano]]. Il filo che lega i vari brani è il parallelismo tra il popolo dei [[Nativi americani|pellerossa]] e quello [[Sardegna|sardo]]. Oltre alla narrazione di questi due popoli sono presenti anche spunti all'attualità del periodo (''Se ti tagliassero a pezzetti'' - un inno alla libertà personificata, il cui verso "signora libertà signorina fantasia" spesso venne modificato dal vivo in "signora libertà signorina anarchia" - contiene un'allusione alla [[strage di Bologna]] del 1980<ref>{{cita|Bertoncelli 2003}}, intervista al coautore Massimo Bubola, p. 108; cfr. i versi «T'ho incrociata alla stazione / che inseguivi il tuo profumo / presa in trappola da un tailleur grigio fumo / i giornali in una mano e nell'altra il tuo destino / camminavi fianco a fianco al tuo assassino».</ref>).
{{quote|Se nelle regioni meridionali non ci fosse la criminalità organizzata, come [[mafia]], [['ndrangheta]] e [[camorra]], probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta.}}
 
Sottili, ma non velate, sono le allusioni all'esperienza del sequestro: dalla stessa ripresa della locuzione "''Hotel Supramonte''" (nome in codice usato dai banditi, anche se in effetti non si trovavano sul [[Supramonte]]), alla descrizione degli improvvisati banditi (presente in ''Franziska'') ai quali, comunque, non intende negare note di un certo romanticismo e una connotazione di proletariato periferico che meritava attenzione, coerentemente con le sue tematiche privilegiate. Al processo, De André conferma il perdono per i suoi carcerieri (circa dieci), ma non per i mandanti perché persone economicamente agiate. Il cantautore e suo padre non si costituiscono nemmeno parte civile contro gli autori materiali del sequestro, ma solo, in primo grado, contro i soli capi della banda, tra cui erano un veterinario toscano e un assessore comunale sardo del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] (che durante il sequestro a volte discuteva di politica con De André stesso), che però, avranno paradossalmente pene molto più basse di quelle degli esecutori grazie alla legge sulla "[[collaboratore di giustizia|collaborazione di giustizia]]".<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/05/03/de-andre-non-saranno-parte-civile.html|titolo=I De André non saranno parte civile in appello|data=3 maggio 1984|accesso=6 novembre 2024|pubblicazione=la Repubblica}}</ref> Nel 1991 De André è anche tra i firmatari della domanda di [[grazia (diritto)|grazia]] rivolta al Presidente della Repubblica, nei confronti di uno dei sequestratori, un pastore sardo condannato a 25 anni di prigione.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/07/de-andre-perdona-rapitori-firma-la.html|titolo=De André perdona i rapitori e firma la domanda di grazia|data=7 luglio 1991|accesso=6 novembre 2024|pubblicazione=la Repubblica}}</ref>
Si trattava di una ''boutade'' volutamente provocatoria (come lo stesso De André chiarì in seguito), ma la frase suscitò un certo clamore e provocò alcune dichiarazioni di protesta e sdegno da parte di vari esponenti politici locali e nazionali <ref>Su questo episodio cfr. l'articolo pubblicato sul "Corriere della Sera" del 19 agosto 1998, reperibile on line al seguente indirizzo http://archiviostorico.corriere.it/1998/agosto/19/mafia_lavoro_Andre_dice_stupidaggini_co_0_9808195607.shtml</ref>. Retrospettivamente, tale episodio appare come l'ultimo "scandalo" suscitato da un artista che nel corso della sua carriera aveva spesso sfidato il perbenismo e le "buone maniere" di quella stessa classe borghese di cui faceva parte e che, alla sua morte, lo avrebbe osannato definendolo "Grande Poeta"<ref name="contesto"/>.
 
=== Da ''Creuza de mä'' ad ''Anime salve'': anni Ottanta - Novanta ===
=== L'addio fra la sua gente ===
[[File:Faber 1980.jpg|thumb|left|De André in concerto nel 1980]]
 
Nel 1980 De André incide il 45 giri ''[[Una storia sbagliata/Titti]]'', i cui brani (editi per la prima volta in [[CD]] solo nel 2005) sono entrambi scritti con Bubola. Fabrizio ricorderà in un'intervista a proposito di ''Una storia sbagliata'':
Nell'estate [[1998]], durante la summenzionata tournée del suo ultimo album ''[[Anime Salve]]'', gli fu diagnosticato un [[carcinoma polmonare]] che lo portò a interrompere i concerti.
{{citazione|Nel testo di ''Una storia sbagliata'' rievoco la tragica vicenda di [[Pier Paolo Pasolini]]. È una canzone su commissione, forse l'unica che mi è stata commissionata. Mi fu chiesta come sigla per due documentari-inchiesta sulle morti di Pasolini e [[Wilma Montesi]].}}
 
Nel 1982 fonda una propria etichetta discografica (appoggiandosi alla [[Dischi Ricordi]] per la distribuzione): la [[Fado (casa discografica)|Fado]] (Il nome deriva dalle iniziali del suo nome e da quelle di Dori Ghezzi), con cui pubblicherà dischi di [[Massimo Bubola]], dei [[Tempi Duri]] (la band del figlio Cristiano) e della stessa Ghezzi.
La notte dell'[[11 gennaio]] [[1999]], alle ore 02:30, Fabrizio De André morì all'Istituto dei tumori di [[Milano]], dove era stato ricoverato con l'aggravarsi della malattia.
[[File:Genova-Sant'Ilario-creuza de ma.jpg|thumb|[[Sant'Ilario (Genova)|Sant'Ilario]] (quartiere sulle alture di [[Genova]]): una ''[[crêuza]].'']]
 
Nel 1984 esce ''[[Creuza de mä]]'', disco dedicato alla realtà [[Mar Mediterraneo|mediterranea]] e per questo cantato interamente in [[lingua genovese]], con l'importante collaborazione di [[Mauro Pagani]], curatore delle musiche e degli arrangiamenti. Questo disco segna uno spartiacque nella carriera del cantautore: dopo questo album, Fabrizio esprime la volontà di concentrarsi maggiormente sul genovese e su altri idiomi locali<ref>Si veda, per esempio, l'intervista rilasciata da Mauro Pagani per il programma ''[[La Storia siamo noi]]'' ({{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=714|titolo=vedi puntata|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111230135142/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=714 }}).</ref>. A partire da ''Creuza de mä'', De André si concentra in particolar modo sulle minoranze linguistiche (tema che aveva già iniziato ad affrontare con stesura di ''Zirichiltaggia'', sei anni prima): l'album è considerato di fatto una pietra angolare dell'allora nascente [[world music]], nonché un caposaldo della musica etnica tutta, ed è anche l'album che libera De André dalle impostazioni vocali ereditate dalla tradizione degli ''chansonniers'' francesi, che gli garantisce la libertà di espressione tonale al di fuori di quei dettami stilistici che aveva assorbito da Brassens e da Brel<ref>Come detto da Mauro Pagani durante {{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=714|titolo=questa puntata|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111230135142/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=714 }} de ''La Storia siamo noi''.</ref>.
I suoi funerali si svolsero nella [[Basilica di Santa Maria Assunta (Genova)|Basilica di Carignano]] a [[Genova]] il [[13 gennaio]]: al dolore della famiglia partecipò una folla di oltre diecimila persone, in cui trovarono posto estimatori, amici ed esponenti dello spettacolo, della politica e della cultura.
 
Nel 2004, ventennale dell'uscita di ''Creuza de mä'', Mauro Pagani decide di rendere un sincero tributo all'amico scomparso cinque anni prima, reincidendo e cantando egli stesso l'album. Alle sette canzoni originarie del disco, Pagani aggiunge ''Mégu Megún'', un brano composto insieme a Fabrizio e inserito nell'album ''Le Nuvole'' e due pezzi inediti, ''Quantas Sabedes'', che non è inserita in ''Creuza de mä'' perché "bruciata" dopo l'inserimento nella colonna sonora di un film ("ammenda fatta", commenta Pagani nei crediti dell'album del 2004), e ''Nuette'', tratto da un frammento di lirica greca, all'epoca mai sviluppato nella sua interezza da De André.
Dopo la cremazione, avvenuta il giorno seguente alla cerimonia funebre, venne sepolto nella tomba di famiglia nel [[Cimitero monumentale di Staglieno|cimitero di Staglieno]] accanto al fratello Mauro, al padre Giuseppe e alla madre Luisa Amerio.
 
Nel 1985 scrive insieme a [[Roberto Ferri (cantante)|Roberto Ferri]] il testo di ''Faccia di cane'' per i [[New Trolls]], con cui partecipa come autore al [[Festival di Sanremo 1985]], preferendo però non apparire ufficialmente come autore<ref>{{cita news|autore=Vito Vita|titolo=New Trolls: l'Araba Fenice. Intervista a [[Vittorio De Scalzi]]|pubblicazione=[[Musica leggera (rivista)|Musica Leggera]]|numero=10|data=aprile 2010|pp=42-55}}</ref>. Lo stesso anno muore il padre Giuseppe e De André smette di bere alcolici – ma non di fumare – per una promessa fattagli poco prima.<ref>De André dichiarò: ''La mia droga è stata l'alcol, io ero proprio marcio fino al 1985. Bevevo due bottiglie di whisky al giorno, e questo praticamente da quando avevo diciotto anni, da quando ero andato via di casa. Ne sono uscito perché mio padre, con il quale avevo ricostruito un ottimo rapporto, sul letto di morte mi chiamò e mi disse: "Promettimi una cosa" e io: "Quello che vuoi papà". "Smetti di bere". E io, "Ma porca di una vacca maiala, proprio questo mi devi chiedere?". Io, praticamente, avevo il bicchiere in mano. Ma ho promesso. E ho smesso.''</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.giuseppecirigliano.it/Amico_fragile.htm |titolo=Amico fragile|accesso=30 gennaio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140301154857/http://www.giuseppecirigliano.it/Amico_fragile.htm |urlmorto=sì }}</ref>
{{Quote|Io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell’emozione, con quella partecipazione di tutti non l’avrei mai avuto e a lui l’avrei detto. Gli avrei detto: «Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale».|Paolo Villaggio - [[La Storia siamo noi]] - [[4 gennaio]] [[2007]] }}
 
Nel 1988 collabora con [[Ivano Fossati]], cantando nella canzone ''Questi posti davanti al mare'' (contenuta nell'album ''[[La pianta del tè]]'') insieme a [[Francesco De Gregori]] e allo stesso Fossati.
== De André nella memoria collettiva ==
[[Immagine:Faber-tour-indiano1982.jpg||thumb|left|250px|De André in concerto nel [[1982]]]]
{{quote|De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano|[[Nicola Piovani]]}}
Gli estimatori di Fabrizio De André ammirano il coraggio morale e la coerenza artistica con cui egli, nella società italiana del [[dopoguerra]], scelse di sottolineare i tratti nobili ed universali degli emarginati, affrancandoli dal "[[ghetto]]" degli indesiderabili e mettendo a confronto la loro dolorosa realtà umana con la cattiva coscienza dei loro accusatori.<ref> ''Le nuvole di Faber'' [http://www.faberdeandre.com/news/scarica.asp?file=LeNuvoleFumetti09.pdf]</ref> Il cammino di Fabrizio De André ebbe inizio sulla pavimentazione sconnessa ed umida del carruggio di [[Via del Campo (Genova)|Via del Campo]], prolungamento della famosa Via Pré, strada proibita di giorno quanto frequentata la notte. È in quel ghetto di umanità platealmente respinta e segretamente bramata che avrebbero preso corpo le sue ispirazioni; di ghetto in ghetto, dalle prostitute alle minoranze etniche, passando per diseredati, disertori, bombaroli ed un'infinità d'altre figure. Nella sua antologia di vinti, dove l'essenza delle persone conta più delle azioni e del loro passato, De André raggiunse risultati poetici che oggi gli vengono ampiamente riconosciuti<ref name="contesto"/>.
 
[[File:Il matrimonio di Dori Ghezzi e Fabrizio De André.jpg|upright=1.2|left|thumb|Il matrimonio di Dori Ghezzi e Fabrizio De André a Tempio Pausania il 7 dicembre 1989]]
La discografia di De André è ampia, ma non vasta come quella di altri autori del suo tempo; pur tuttavia risulta memorabile per varietà ed intensità. <ref name= "memorabile> ''Addio Fabrizio, poeta anarchico di fine millennio'', Giacomo Pellicciotti, ''[[La Repubblica]]'', 11 gennaio 1999 </ref> Viene ora riassunta in postume ricostruzioni [[filologia|filologiche]], curate dalla moglie e da esperti tecnici del suono che si sono riproposti l'obiettivo di mantenere, nei nuovi supporti, le sonorità dei vecchi LP in vinile. Sino ad ora sono state realizzate due raccolte, entrambe in triplo CD, titolate ''[[In direzione ostinata e contraria]]'' e ''[[In direzione ostinata e contraria 2]]''.
 
Nel 1989 sposa Dori Ghezzi a [[Tempio Pausania]], con [[Beppe Grillo]] come testimone di nozze (De André ricambierà facendo da testimone al matrimonio di Grillo con Parvin Tadjk<ref>{{Cita news|url=http://www.vanityfair.it/news/italia/12/10/30/parvjn-tadik-moglie-beppe-grillo|titolo=Il trucco della signora Grillo|pubblicazione=[[Vanity Fair (rivista italiana)|Vanity Fair]]|data=30 ottobre 2012|accesso=6 novembre 2024}}</ref>).
[[File:Museo De André Tasso Genova.JPG|thumb|right|250px|Il negozio-museo Gianni Tassio, in via del Campo]]
Alcuni fra i maggiori cantanti e [[cantautori italiani]], nel marzo del [[2000]], hanno ricordato Fabrizio De André con un concerto celebrativo, al [[teatro Carlo Felice]] di Genova, interpretando i suoi maggiori successi. Di quel concerto è stato realizzato un doppio cd, dal titolo [[Faber (album)|Faber]], pubblicato nel [[2003]], i cui proventi sono stati devoluti in beneficenza.
 
Comincia poi la lavorazione del suo album successivo, che viene pubblicato all'inizio del 1990: ''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]'', titolo che (come nella [[Le nuvole (Aristofane)|omonima commedia]] di [[Aristofane]]) allude ai potenti che oscurano il sole<ref name="contesto"/>. Il disco vede nuovamente la collaborazione di [[Mauro Pagani]] per la scrittura delle musiche e di [[Ivano Fossati]] come coautore di due testi in genovese, ''Mégu Megún'' e '''Â çímma'', oltre che di [[Massimo Bubola]] per il testo di ''[[Don Raffaè]]'' (canzone eseguita anche con [[Roberto Murolo]] al concerto del 1º maggio 1992) e [[Francesco Baccini]] per quello di ''Ottocento''. Con questo album De André torna in parte al suo stile musicale più tipico, affiancandolo alle canzoni in dialetto e all'ispirazione etnica (''Monti di Mola'', scritta in gallurese, e ''La nova gelosia'' in napoletano, così come ''Don Raffaè''). Torna anche la critica graffiante all'attualità e alla politica, in particolare ne ''[[La domenica delle salme]]'' e nello stesso ''[[Don Raffaè]]''. L'album è anche una sorta di sfida culturale solitaria al mondo moderno, che l'artista può lanciare in quanto uomo libero<ref name=gentile/>; emblematica è quindi la citazione del [[pirata]] [[Samuel Bellamy]] posta a epigrafe del disco, nella quarta di copertina.<ref name=gentile/><ref>"«Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare.» (Samuel Bellamy, pirata alle Antille)"</ref>
La [[Premiata Forneria Marconi]] ha eseguito, e tutt'ora esegue concerti nei quali reinterpreta le canzoni di De André, in cui si ricorda la proficua collaborazione tra il gruppo e il cantautore.
 
Fossati sarà inoltre presente nella realizzazione del [[concept album]] ''[[Anime salve]]'', pubblicato nel 1996, duettando con De André nel brano omonimo. Incentrato sul tema della solitudine, è anche l'ultimo album in studio del cantautore e viene considerato uno dei suoi capolavori, al pari dei suoi dischi più celebrati del passato, nonché come il testamento musicale ed etico di De André.<ref name=gentile/> [[Luigi Manconi]], che aveva criticato ''Storia di un impiegato'', ha scritto che considera ''Anime salve'', assieme ai primi album degli anni '60, come l'opera forse migliore di De André.<ref>{{cita libro|Luigi Manconi|e Valentina Brinis|La musica è leggera. Racconto su mezzo secolo di canzoni|2012|il Saggiatore|Milano|pp=255-256|isbn=8842816299}}</ref>
A Genova, in [[Via del Campo (Genova)|Via del Campo]], dove l'intrico di viuzze si fa congestionato come in una [[Qasba]] mediorientale, nel negozio di dischi di Gianni Tassio, ora acquisito dal comune di Genova<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/13/tursi-acquista-il-negozio-di-gianni-tassio.html Acquisizione da parte del Comune di Genova del negozio di Gianni Tassio]</ref>, è esposta la chitarra con la quale, probabilmente, De André ha studiato i testi delle canzoni di ''"Crêuza de mä"''. Lo strumento, la "''Francisco Esteve''" n. 097, venne messo all'asta in favore di ''[[Emergency]]'' dalla famiglia poco tempo dopo la sua morte ed acquistato dai negozianti del capoluogo ligure, dopo una serrata lotta al rialzo con alcuni facoltosi collezionisti: i commercianti genovesi arrivarono a sborsare 168 milioni e 500 mila lire, per aggiudicarsi la chitarra di De André.
 
Il disco rappresenta un viaggio ideale nella solitudine e nell'emarginazione, sia quella dei generici "ultimi", sia quella dei [[rom (popolo)|rom]], del marinaio, della [[transessuale]] e dell'artista stesso; allo stesso tempo rappresenta un attacco alle "maggioranze" che opprimono le minoranze (''Smisurata preghiera''), al [[razzismo]] e all'indifferenza della società di fine millennio. Presente è anche l'ormai consueta sonorità etnica (''A cumba'', in lingua ligure, ''Disamistade'', ma anche ''Prinçesa'' e ''Dolcenera'', quest'ultima tra le canzoni più amate e conosciute dal pubblico, tra quelle dell'ultimo periodo<ref>{{cita web|autore=Luca Landoni|url=http://www.radiomusik.it/12192/la-nuova-sigla-di-che-tempo-che-fa-rainbows-di-raphael-gualazzi-video-e-testo/|titolo=La nuova sigla di Che tempo che fa: Rainbows di Raphael Gualazzi|data=29 settembre 2013}}</ref>).<ref name=gentile>«De André, Fabrizio», in: {{cita|Gentile e Tonti}}.</ref>
Ora il ''negozio di via del Campo'', nei luoghi dove il cantautore avrebbe voluto trascorrere i suoi ultimi anni, si è trasformato in una sorta di museo, e chi vi passa davanti può ascoltare sommessamente le note delle sue canzoni; inoltre, vi si trovano esposte in vetrina le copertine originali di tutti i suoi dischi.
 
[[File:De André Guccini.png|thumb|De André con [[Francesco Guccini]] nel 1991 al [[Club Tenco]]]]
Su iniziativa della moglie Dori Ghezzi e di Fernanda Pivano è nata la Fondazione Fabrizio De André Onlus che si occupa di mantenere viva la memoria del cantautore. Molte sono le iniziative promosse, moltissimi i gesti di stima e di amore che tutta Italia porge ogni anno alla memoria di Fabrizio.
Fra il 1990 e il 1996 collabora con vari autori, sia come autore sia come co-interprete, nei rispettivi album: tra essi ricordiamo [[Francesco Baccini]] (''Genoa Blues'', un brano per Genova dedicato sia alla città sia alla squadra del cuore dei due artisti, il {{Calcio Genoa|N}}, del quale De André fu accanito tifoso), i [[Tazenda]] (''Etta Abba Chelu''), [[Mauro Pagani]], [[Max Manfredi]] (''La Fiera della Maddalena''), [[Teresa De Sio]] (''Un libero cercare''), [[Ricky Gianco]] (''Navigare''), i [[New Trolls]] (la citata ''Faccia di Cane''), [[Carlo Facchini (musicista)|Carlo Facchini]] dei [[Tempi Duri]] e il figlio [[Cristiano De André]] (''Cose che dimentico''). Da segnalare la collaborazione con "Li Troubaires de Coumboscuro" nell'album ''A toun souléi'', dove De André partecipa all'incisione del brano in provenzale antico ''Mis amour'', duettando insieme a Clara Arneodo, la cantante solista del gruppo, con accompagnamento del chitarrista [[Franco Mussida]]. Nel 1996 De André collabora con [[Alessandro Gennari]] alla scrittura del romanzo ''[[Un destino ridicolo]]'', dal quale dodici anni dopo [[Daniele Costantini]] ha tratto il film ''[[Amore che vieni, amore che vai (film)|Amore che vieni, amore che vai]]''.
 
Il 26 luglio 1997 [[Fernanda Pivano]], tra l'altro scrittrice e traduttrice dell{{'}}''[[Antologia di Spoon River]]'', consegna a Fabrizio De André il [[Premio Lunezia]] per il valore letterario del testo di ''Smisurata preghiera'' e mette in imbarazzo il cantante presentandolo come "il più grande poeta in assoluto degli ultimi cinquant'anni in Italia", "quel dolce menestrello che per primo ci ha fatto le sue proposte di pacifismo, di non violenza, di anticonformismo" e aggiungendo che "sempre di più sarebbe necessario che, invece di dire che Fabrizio è il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan è il Fabrizio americano".<ref name="copia" />
 
Sempre nel 1997 esce ''[[Mi innamoravo di tutto]]'', una raccolta di live e studio in cui duetta con Mina ne ''La canzone di Marinella'', e che sarà l'ultima pubblicazione della sua vita: la copertina è una delle più celebri e riprodotte immagini artistiche di De André, una foto scattata dalla moglie Dori Ghezzi raffigurante il cantautore con la [[sigaretta]] in mano, ripreso quasi dall'alto.<ref>{{cita testo|url=http://discografia.dds.it/scheda_titolo.php?idt=2486|titolo=Crediti dell'album}} e {{cita testo|url=https://img116.imageshack.us/img116/2510/locyf4.jpg|titolo=immagine}}.</ref> Al disco segue l'omonima tournée teatrale, in quarantatré date tra il 2 novembre 1997 e il 26 febbraio 1998; da due dei tre concerti che il cantautore tenne al [[Teatro Brancaccio]] di Roma il 12, 13 e 14 febbraio 1998 verranno tratti i due album dal vivo postumi ''[[Fabrizio De André in concerto|De André in concerto]]'' (1999) e ''[[Fabrizio De André in concerto volume II]]'' (2001). De André volle anche che i concerti di Roma fossero filmati e trasmessi dalla Rai – nonché pubblicati in VHS in seguito – affinché, a detta sua, la televisione pubblica la smettesse di mandare in onda sempre e solo un suo concerto registrato il 29 agosto 1981 allo stadio "Miro Luperi" di [[Sarzana]]<ref>{{Cita disco|titolo=Fabrizio De André in concerto|formato=DVD|etichetta=[[Nuvole Production|Nuvole Productions s.r.l.]] & MG Produzioni s.r.l.|catalogo=82876573849|anno=2004}}</ref>.
 
=== Malattia e morte ===
[[File:De André funerali.jpg|thumb|Funerali di Fabrizio De André alla basilica dell'Assunta in Carignano il 13 gennaio 1999.]]
 
Il segmento estivo del tour legato a ''Mi innamoravo di tutto'' debuttò a [[Palinuro (Centola)|Palinuro]] il 16 luglio 1998<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=http://www.fabriziodeandre.it/portfolio/mi-innamoravo-di-tutto-il-concerto-1997-98/|titolo=Fabrizio De André – Sito Ufficiale – MI INNAMORAVO DI TUTTO Il concerto 1997.98|accesso=2025-01-30}}</ref> ma si interruppe dopo quattordici date, l'ultima delle quali a [[Roccella Ionica]], il 13 agosto. Durante le prove del concerto in programma a [[Saint-Vincent (Italia)|Saint-Vincent]] il 24 agosto, infatti, De André apparve scoordinato e a disagio: non riusciva a sedersi né a imbracciare la chitarra come avrebbe voluto e lamentava forti dolori al torace e alla schiena; alla fine gettò via la chitarra e annullò la serata; i biglietti furono rimborsati<ref name="ultima">{{cita news |url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/01/12/ultima-battaglia-del-poeta-de-andre.html |titolo=L'ultima battaglia del poeta De André |autore=Antonio Dipollina |pubblicazione=la Repubblica|data=12 gennaio 1999 |accesso=13 ottobre 2021}}</ref>. Qualche giorno dopo, ad [[Aosta]], il cantautore si sottopose a esami medici che rilevarono un [[carcinoma polmonare]], diagnosi che lo indusse immediatamente a cancellare il resto della tournée e, di lì a poco, a sospendere definitivamente i concerti dal vivo<ref>{{cita web |url=https://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=57971 |autore=Enrico Marcoz |titolo=Non batté ciglio quando seppe del tumore |data=9 gennaio 1999 |accesso=13 ottobre 2021 |sito=regione.vda.it}}</ref>.
 
Nonostante la malattia, De André continuò a lavorare con il poeta e cantante [[Oliviero Malaspina]] al disco ''Notturni'', che però non vide mai la luce.<ref>{{cita web |url=https://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/04/26/news/i_notturni_inedito_de_andr_l_opera_che_faber_non_scrisse_mai-33959523/ |titolo=I "Notturni", inedito De André. L'opera che Faber non scrisse mai |sito=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] |data=25 aprile 2012 |accesso=13 ottobre 2021}}</ref><ref>{{cita web |url=https://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view_preview.shtml#!/NzovcGFnZXMvcmNzZGF0aS9AMTUxMzg2|titolo= L'ultimo album, ecco i testi inediti |sito=Corriere della Sera |accesso=6 novembre 2024|p=9}}</ref> Con lo stesso Malaspina, che aveva aperto alcuni concerti dell'ultimo tour e collaborato anche col figlio Cristiano<ref>{{cita web|url=https://viadelcampo.com/html/oliviero_e_faber.html|titolo=Oliviero e Faber|accesso=7 ottobre 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://viadelcampo.com/html/1997-98.html|titolo=Tour 1997-1998|accesso=10 ottobre 2022}}</ref>, aveva in progetto di scrivere anche un libro intitolato ''Dizionario dell'ingiuria'' e alcuni racconti.<ref>{{cita web |url=https://www.lupoeditore.it/lupo/catalogo/pgxso-browse.html?writer_id=208 |titolo=Biografia di Oliviero Malaspina |accesso=13 ottobre 2021 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181123022901/https://www.lupoeditore.it/lupo/catalogo/pgxso-browse.html?writer_id=208 }}</ref>
 
Il cantautore fu ricoverato in ospedale verso la fine di novembre del 1998 – con la malattia ormai in uno stato avanzato – e ne venne dimesso solo il giorno di Natale, per poter trascorrere le Feste a casa insieme alla famiglia e quando ormai i medici disperavano di salvarlo.<ref name=ultima/> Morì alle 2:30 dell'11 gennaio 1999 all'[[Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori|Istituto Nazionale dei Tumori]] di [[Milano]], a poco più di un mese dal suo cinquantanovesimo compleanno.<ref name="ultima" />
 
I funerali furono officiati nella [[Basilica di Santa Maria Assunta (Genova)|Basilica di Santa Maria Assunta in Carignano]] a [[Genova]] il 13 gennaio, celebrante don [[Antonio Balletto]], amico di lunga data del cantautore: vi partecipò una folla di oltre diecimila persone tra semplici estimatori, amici ed esponenti del mondo dello spettacolo, della politica e della cultura.<ref name="folla">{{Cita web|data=199-01-13|accesso=6 novembre 2024|url=http://www.repubblica.it/online/musica/de_andre/fune/fune.html|titolo=Una folla silenziosa per Fabrizio De André}}</ref>
 
{{Citazione|Io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell'emozione, con quella partecipazione di tutti non l'avrei mai avuto e a lui l'avrei detto. Gli avrei detto: «Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale».|[[Paolo Villaggio]] - ''[[La storia siamo noi]]'' - 4 gennaio 2007}}
[[File:Fam. De Andrè Cimit. Staglieno GE (crop 1).jpg|thumb|La cappella della famiglia a [[Cimitero Monumentale di Staglieno|Staglieno]].]]
[[File:Fam. De Andrè Cimit. Staglieno GE (crop 2).jpg|thumb|Le lapidi dei due fratelli De André]]
Nella sua bara furono messi un pacchetto di sigarette, una sciarpa del {{Calcio Genoa|N}}, alcuni biglietti, un naso da clown e un drappo blu.<ref name=grillo/> Dopo la cremazione, avvenuta il giorno dopo le esequie (testimone incaricato dalla famiglia fu l'amico [[Beppe Grillo]]<ref name="grillo" />), per espressa volontà di De André le ceneri vennero disperse nel [[Mar Ligure]] al largo di Genova<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/ceneri/ceneri/ceneri.html/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030817191240/http://www.repubblica.it/online/cronaca/ceneri/ceneri/ceneri.html/|urlmorto=sì|titolo=La Repubblica del 20 maggio 2003|accesso=27 settembre 2017}}</ref>.
 
Il suo nome figura comunque all'interno della tomba di famiglia al [[Cimitero monumentale di Staglieno|Cimitero di Staglieno]] nello stesso loculo del fratello Mauro, dove le ceneri furono inizialmente poste e l'urna custodita<ref>{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/1999/01/17/ST502.html|titolo=Dopo la cremazione la cerimonia nella cappella di famiglia De Andrè, ultimo viaggio|accesso=22 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171223042815/http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/1999/01/17/ST502.html|urlmorto=sì}}</ref>, fra quello della madre Luisa Amerio e quello del padre Giuseppe; sulla tomba furono posti anche alcuni sassi raccolti sulla spiaggia, una sigaretta e una conchiglia.<ref name="folla" /><ref name="grillo">{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/01/15/grillo-testimone-alla-cremazione-di-de-andre.html |titolo=Grillo testimone alla cremazione di De André |accesso=22 dicembre 2017}}</ref><ref>{{YouTube|autore=Pietro Pecco |data=24 aprile 2013 |titolo=Fabrizio De André tomb, Staglieno Cemetery, Genoa, Liguria, Italy, Europe|accesso=2 giugno 2017|id=_254_BVt558}}</ref><ref>{{YouTube |autore=bender444 |data=4 settembre 2016 |titolo=La tomba di Fabrizio De Andrè |accesso=2 giugno 2017 |id=2I8XDE2l6Vg}}</ref>
 
== Stile musicale ==
Fabrizio De André è citato fra i più importanti e poetici cantautori italiani<ref name="Cotto">{{cita libro|titolo=Il grande libro del rock (e non solo)|autore=Massimo Cotto|editore=BUR|anno=2011|p=38}}</ref>. La sua canzone d'autore è musicalmente scarna nonché incentrata sulle melodie e sulla voce profonda.<ref name=Thema>{{cita|Baldazzi ''et al.''|p. 106}}.</ref><ref name=GT/> Sempre prediligendo il formato della [[Ballata (musica)|ballata]],<ref name="monti">{{cita|Monti e Di Pietro|p. 168}}.</ref> De André ha proposto inizialmente un repertorio di canzoni che fanno prevalentemente leva sulla sola chitarra e pochi contrappunti. Col passare del tempo, ha sempre più preso le distanze dalla canzone d'autore francese di [[Georges Brassens]], suo artista di riferimento, dando vita "a un certo nuovo modo di far poesia in canzone".<ref name=Thema/> Altri musicisti a cui si è ispirato sono [[Leonard Cohen]], [[Bob Dylan]] e importanti figure letterarie quali [[Edgar Lee Masters]]<ref>{{cita|Monti e Di Pietro|p. 164}}.</ref>, preso a modello per l'album ''Non al denaro non all'amore né al cielo'' (1971). I suoi testi anticonvenzionali parlano di temi quali l'arroganza del [[potere]], la marginalità e il [[Sessualità|sesso]]<ref>{{cita|Monti e Di Pietro|p. 165}}.</ref> non tralasciando elementi di cronaca e satira.<ref name=Thema/><ref name=GT/> Per la sua attitudine a cantare gli umili, i [[Povertà|poveri]], le vite di [[Emarginazione|emarginati]], [[Ribellione|ribelli]], [[Alcolismo|alcolizzati]], [[Tossicodipendenza|tossicodipendenti]], "diversi", [[Suicidio|suicidi]] e [[Prostituzione|prostitute]], e in generale coloro che vivono "in direzione ostinata e contraria"<ref>Intervista a Mauro Pagani in {{cita|Podestà 2001|p. 23}}.</ref> (verso della canzone ''Smisurata preghiera'' dall'album ''Anime salve'' del 1996 e titolo di una raccolta antologica), nonché per le sue idee [[Anarchia|anarchiche]], De André è spesso ricordato come "il cantautore degli emarginati" o il "poeta degli sconfitti".<ref name=aufiero>{{Cita news|url=http://www.statoquotidiano.it/11/10/2009/fabrizio-de-andre-il-poeta-cantautore-dei-perdenti-e-degli-emarginati-di-g-aufiero/1420/ |titolo=Fabrizio de André: il poeta cantautore dei perdenti e degli emarginati|autore=Giuseppe Aufiero|pubblicazione=Stato Quotidiano|data=11 ottobre 2009|accesso=6 novembre 2024}}</ref><ref name=franchini>{{cita|Franchini|cap. VII}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.quotidiano.net/magazine/fabrizio-de-andre-morte-20-anni-1.4385843|titolo=Fabrizio De Andrè, 20 anni senza il poeta della musica|sito=Quotidiano.net|data=12 gennaio 2019|accesso=16 gennaio 2019}}</ref>
[[File:Targa in Via del Campo.JPG|thumb|Targa intitolata a Fabrizio de André in Via del Campo a Genova, riproducente alcuni versi della [[Via del Campo|canzone omonima]] e l'immagine di copertina dell'album ''[[Mi innamoravo di tutto]]'']]Livio Gatti Bottoglia ha scritto:
{{Citazione|Gli estimatori di Fabrizio De André ammirano il coraggio morale e la coerenza artistica con cui egli, nella società italiana del dopoguerra, scelse di sottolineare i tratti nobili e universali degli emarginati, affrancandoli dal "ghetto" degli indesiderabili e mettendo a confronto la loro dolorosa realtà umana con la cattiva coscienza dei loro accusatori». «Il cammino artistico di Fabrizio De André ebbe inizio sulla pavimentazione sconnessa e umida del carruggio di via del Campo, prolungamento della famosa via Pré, strada tanto proibita di giorno quanto frequentata la notte. È in quel ghetto di umanità platealmente respinta e segretamente bramata che avrebbero preso corpo le sue ispirazioni; di ghetto in ghetto, dalle prostitute alle minoranze etniche, passando per diseredati, disertori, bombaroli e un'infinità d'altre figure. Nella sua antologia di "vinti", dove l'essenza delle persone conta più delle azioni e del loro passato, De André raggiunse risultati poetici che gli vengono ampiamente riconosciuti.}}
<ref name="contesto" />.
 
Secondo le parole di Massimo Cotto, il musicista sarebbe:<ref name=Cotto/>{{citazione|L'uomo che ha preso a picconate il muro bianco della canzone italiana e ha fatto vedere quello che c'era dietro: un mondo vero, un'umanità disparata e a volte anche disperata ma viva, vera. Non sempre onesta, ma che andava giudicata secondo metri diversi, perché se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo.}}Al repertorio asciutto di ''Vol. 1º'' (1967) si contrappongono le sonorità orchestrali e drammatiche di ''Tutti morimmo a stento'' (1968)<ref>{{cita|Baldazzi ''et al.''|p. 110}}.</ref> riprese anche nel già citato ''Non al denaro non all'amore né al cielo''.<ref>{{cita|Baldazzi ''et al.''|p. 115}}.</ref> Alla poeticità di ''La buona novella'' (1970)<ref name="GT">{{cita|Gentile e Tonti|pp. 438-440}}.</ref> seguono ''Storia di un impiegato'' (1973), che risente degli stimoli pop e rock dell'epoca,<ref name=GT/><ref>{{cita|Baldazzi ''et al.''|p. 116}}.</ref> ''Canzoni'' (1974), che segna una transizione verso "un suono più variopinto e articolato" rispetto ai dischi precedenti<ref name=GT/> e ''Rimini'' (1978), debitore del [[folk rock]] americano.<ref name=GT/> Molto diverso è ''Crêuza de mä'' (1984) che, ispirandosi alle culture etniche mediterranee, getta un ponte fra musica occidentale e orientale e fa un largo uso di strumenti etnici acustici.<ref name=GT/><ref>{{cita|Monti e Di Pietro|p. 167}}.</ref>
 
== Influenza culturale ==
[[File:GENOVA e De Andrè.jpg|thumb|left|Scritta comparsa nei quartieri vecchi di [[Genova]], che riporta alcuni versi della canzone ''Nella mia ora di libertà'', da ''[[Storia di un impiegato]]'' (1973)]]
[[File:Canzone del Maggio di DE Andrè.jpg|thumb|left|Versi finali della ''[[Canzone del maggio]]'' e ''Nella mia ora di libertà'' (da ''Storia di un impiegato'') a [[Torino]] su un muro del quartiere [[Barriera di Milano]]]]
{{citazione|De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano.|[[Nicola Piovani]]}}
De André è tuttora molto presente nella [[memoria collettiva]]. La discografia di De André è meno ampia di quella di altri cantautori del suo tempo, e nonostante ciò risulta memorabile per varietà e intensità.<ref name="memorabile">{{cita news|titolo=Addio Fabrizio, poeta anarchico di fine millennio|url=http://www.faberdeandre.altervista.org/Poeta_fine_millennio.htm|autore=Giacomo Pellicciotti|pubblicazione=la Repubblica|data=11 gennaio 1999|accesso=6 novembre 2024|via=''Faberdeandre.altervista.org''}}</ref> Viene ora riassunta in postume ricostruzioni [[filologia|filologiche]], curate dalla vedova e da esperti tecnici del suono che si sono riproposti l'obiettivo di mantenere, nei nuovi supporti, le sonorità dei vecchi LP. Sino a ora sono state realizzate due raccolte, entrambe in triplo CD, intitolate ''[[In direzione ostinata e contraria]]'' e ''[[In direzione ostinata e contraria 2]]''.
 
[[File:Monument_to_Fabrizio_de_André_in_Manarola.jpg|thumb|Monumento a De André situato a [[Manarola]] ([[Cinque Terre]])]]
 
* Alcuni fra i maggiori cantanti e cantautori italiani, il 12 marzo del 2000, hanno ricordato l'artista genovese con un concerto celebrativo, al [[teatro Carlo Felice]] di Genova, interpretando i suoi maggiori successi. Di quel concerto è stato realizzato un doppio CD, dal titolo [[Faber, amico fragile]], pubblicato nel 2003; in origine era previsto che le registrazioni rimanessero ai soli artisti partecipanti, solo in seguito si decise di trarne un album da vendere al pubblico. I proventi del concerto sono stati devoluti in beneficenza.
* La [[Premiata Forneria Marconi]] ha eseguito concerti nei quali reinterpreta le canzoni di De André, in cui si ricorda la proficua collaborazione tra il gruppo e il cantautore. [[File:Museo De André Tasso Genova.JPG|thumb|Il negozio-museo Gianni Tassio, in via del Campo, all'epoca in cui vi era ancora un'attività commerciale|alt=]]
* A Genova, in [[Via del Campo (Genova)|Via del Campo]], nel negozio di dischi di Gianni Tassio, ora acquisito dal comune di Genova e trasformato in museo<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/13/tursi-acquista-il-negozio-di-gianni-tassio.html|titolo=Tursi acquista il negozio di Gianni Tassio|data=13 dicembre 2008|accesso=6 novembre 2024|autore=Donatella Alfonso}}</ref>, è stata esposta la chitarra con la quale, probabilmente, De André ha studiato i testi delle canzoni di ''Crêuza de mä'' sulle musiche composte da [[Mauro Pagani]]. Lo strumento, la "''Chitarra Estudio''" n. 097 costruita dall'artigiano spagnolo Francisco Esteve nel 1983, venne messo all'asta in favore di ''[[Emergency]]'' dalla famiglia poco tempo dopo la sua morte e acquistato dai negozianti del capoluogo ligure per {{formatnum:168500000}} lire<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/01/07/genova-vince-la-chitarra-di-de-andre.html|titolo=Genova vince la chitarra di De André|pubblicazione=la Repubblica|accesso=6 novembre 2024}}</ref>. Il ricavato venne utilizzato da ''[[Emergency]]'' per la costruzione di un reparto dell'ospedale di Goderich, località alla periferia di [[Freetown]], capitale della [[Sierra Leone]], struttura sanitaria moderna e unica in tutto il Paese, dove i pazienti vengono curati gratuitamente e dove un reparto si chiama, appunto, "[[Via del Campo]]".
* Sempre il negozio ''Musica Gianni Tassio'', presso i luoghi dove il cantautore avrebbe voluto trascorrere i suoi ultimi anni, si è trasformato negli anni in una sorta di museo, e chi vi passa davanti può ascoltare le note delle sue canzoni; inoltre vi si trovano esposte in vetrina le copertine originali di tutti i suoi dischi. Nel febbraio 2011 il negozio fu chiuso ed il comune di Genova, proprietario del locale dal 2010, lo ha trasformato nel museo ''[[Via del Campo 29 rosso]]'', aperto dal 2012 e dedicato a De André e agli altri cantautori genovesi.<ref>{{cita web|url=http://genova.erasuperba.it/notizie-genova/via-del-campo-29rosso-gianni-tassio-fabrizio-de-andre|titolo=Via del Campo 29rosso: riapre il negozio di musica di Gianni Tassio}}</ref> Nella stessa Via del Campo è stata apposta una targa con due versi della canzone omonima.
 
[[File:Piazza Fabrizio De Andrè.jpg|miniatura|Piazza Fabrizio De Andrè - Tempio Pausania]]
 
* Su iniziativa della vedova Dori Ghezzi e di Fernanda Pivano è nata, nel 1999, la Fondazione Fabrizio De André Onlus, che si occupa di mantenere viva la memoria del cantautore. Molte sono le iniziative promosse, e moltissimi i gesti di stima e di amore che tutta Italia porge ogni anno alla memoria di Fabrizio.
 
=== Omaggi ===
 
* Nel 1995, da un'idea di Adele Di Palma dell'anno prima, per festeggiare il decimo compleanno di ''[[Crêuza de mä]]'', viene pubblicato l'album ''[[Canti randagi]],'' in cui undici artisti appartenenti per lo più all'ambito della musica popolare hanno tradotto e interpretato nelle rispettive lingue regionali altrettanti brani di De André.
Con [[2004 Crêuza de mä]], rivisitazione di [[Crêuza de mä]] (con l'aggiunta di due inediti dello stesso periodo e di ''[[Le nuvole (album)#Mégu megún|Mégu megún]]'', tratto dall'album successivo [[Le nuvole (album)|Le nuvole]]) [[Mauro Pagani]] ha reso omaggio al collega con cui ha spesso collaborato.
* Nel 1993 [[Anna Oxa]] incide "Bocca di rosa" nel suo album ''[[Cantautori (album)|Cantautori]]''.
* Nel 1994 [[Mia Martini]] incide ''[[Fabrizio De André (album 1981)#Hotel Supramonte|Hotel Supramonte]]'' e ''Fiume Sand Creek'' per il suo album ''La musica che mi gira intorno''.
* Nel 1999 [[Franco Battiato]] nel suo album [[Fleurs]] include, reinterpretandoli, i brani ''[[La canzone dell'amore perduto]]'' e ''[[Geordie/Amore che vieni, amore che vai|Amore che vieni, amore che vai]]'' (quest'ultima interpretata dallo stesso Battiato anche durante il concerto ''Faber amico fragile'', nel 2000).
* Nel 2000 si svolge il concerto commemorativo ''[[Faber, amico fragile]]'', che ha luogo il 12 marzo al [[Teatro Carlo Felice]] di [[Genova]] con la partecipazione, tra i tanti, di [[Adriano Celentano]], [[Luciano Ligabue|Ligabue]], [[Fiorella Mannoia]], [[Vasco Rossi]], [[Roberto Vecchioni]], [[Zucchero Fornaciari]], e da cui viene successivamente tratto l'album ''[[Faber, amico fragile]]''.
* Sempre nel 2000, [[Renato Zero]] interpreta ''[[Valzer per un amore/La canzone di Marinella|La canzone di Marinella]]'' nella sua trasmissione televisiva ''Tutti gli zeri del mondo'', incidendola anche per l'omonimo album ''[[Tutti gli Zeri del mondo (album)|Tutti gli Zeri del mondo]]''.
* Nel 2001 [[Francesco De Gregori]] incide ''[[Vol. 8|Canzone per l'estate]]'' nel suo album ''[[Amore nel pomeriggio]]'', brano di cui è autore per la musica e parte del testo.
* Nel 2003 [[Ornella Vanoni]] incide ''Bocca di rosa'' per il suo album ''Noi, le donne noi''.
* Con ''[[2004 Creuza de mä]]'', rivisitazione di ''[[Creuza de mä]]'' (con l'aggiunta di due inediti dello stesso periodo e di ''[[Le nuvole (album)#Mégu megún|Mégu megún]]'', tratto dall'album successivo ''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]''), [[Mauro Pagani]] ha reso omaggio al collega con cui ha spesso collaborato.
* Nel 2004 gli [[Afterhours]] includono nell'EP ''Gioia e Rivoluzione'' la loro interpretazione de ''La canzone di Marinella''.
* Nel 2005 viene realizzato ''Le Nuvole'', concerto di tributo a De André che si svolge il 10 luglio 2005 all'[[Anfiteatro romano di Cagliari]]. Oltre cinquemila spettatori assistono alle reinterpretazioni di canzoni e poesie del cantautore ligure da parte di artisti come [[Neffa]], [[Andrea Parodi]], [[Antonella Ruggiero]], [[Morgan (cantante)|Morgan]], [[Massimo Ranieri]], [[Francesco Di Giacomo]], [[Sergio Cammariere]], [[Dolcenera]] e [[Massimo Ghini]], sulle note dell'[[Orchestra Internazionale Sarda]] diretta da [[Roberto Colombo (musicista)|Roberto Colombo]]. Il concerto viene filmato integralmente per [[Rai 1|Rai Uno]], che lo trasmette dieci giorni dopo, riproponendolo in seguito più volte, anche su [[Rai International]]. Dall'evento verrà inoltre selezionato il DVD ''[[Omaggio a Fabrizio De André]]''.
[[File:Faber-tour-indiano1982.jpg|thumb|De André in concerto nel 1982]]
 
* Nel 2006 si svolge il concerto tributo "Buon Compleanno Faber" a [[Milano]], che vede, tra gli altri, la partecipazione di [[Patti Smith]], [[Premiata Forneria Marconi]] e [[Cristina Donà]]<ref>{{cita web|url=http://www.rockol.it/news-76758/Patti,-stella-internazionale-al-concerto-per-Faber|titolo=Patti, stella internazionale al concerto per 'Faber'|sito=[[Rockol]]|accesso=6 novembre 2024|data=2 marzo 2006}}</ref>. Rendono inoltre omaggio a De André [[Morgan (cantante)|Morgan]], con l'album ''[[Non al denaro non all'amore nè al cielo (Morgan)|Non al denaro non all'amore né al cielo]]'', remake dell'[[Non al denaro non all'amore né al cielo|omonimo]] album di Fabrizio De André pubblicato nel 1971; [[Loredana Bertè]] che include nel suo album ''[[Babybertè Live 2007]]'' la versione live di ''[[Una storia sbagliata]]'', registrata sette anni prima al concerto-tributo del Teatro Carlo Felice; i pugliesi [[Folkabbestia]], che incidono ''[[Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers]]'' includendola nel loro album ''[[25-60-38. Breve saggio sulla canzone italiana]]''; e [[i Giganti]], che incidono ''Il pescatore'' (con [[Enrico Maria Papes]] alla voce solista) per il loro album ''[[Mettete dei fiori nei vostri cannoni]]''.
L'anno successivo [[Morgan (cantante)|Morgan]] ha inciso [[Non al denaro, non all'amore né al cielo (Morgan)|Non al denaro, non all'amore né al cielo]], remake dell'[[Non al denaro, non all'amore né al cielo|omonimo]] album di Fabrizio De André, pubblicato nel [[1971]].
* Tra il 2006 e il 2012, [[Patti Smith]] parla della registrazione di tre versioni in lingua inglese di ''[[Geordie/Amore che vieni, amore che vai|Amore che vieni, amore che vai]]'', ''[[Fiume Sand Creek]]'' e ''[[Una storia sbagliata]]'' (queste ultime due scritte con Bubola), con traduzioni curate da [[Shel Shapiro]]<ref>{{Cita web|data=1º giugno 2007|url=http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo364332.shtml |sito=[[Tgcom]]|titolo=Patti Smith, omaggio a De André|accesso=17 giugno 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101229071949/http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo364332.shtml |urlmorto=sì }}</ref>; lo stesso ex leader dei [[The Rokes|Rokes]] incide nel 2007 ''River Sand Creek'' nel suo album ''[[Storie, sogni e rock'n'roll]]''. Tuttavia la Smith non includerà cover di De André né nell'album ''[[Twelve (Patti Smith)|Twelve]]'' né in quello successivo, ''[[Banga (album)|Banga]]''.
* A dicembre del 2008 [[Massimo Bubola]] pubblica l'album ''[[Dall'altra parte del vento]]'', in cui rivisita 11 canzoni scritte in collaborazione con il cantautore genovese.
* Nel 2009 il figlio [[Cristiano De André]] ha pubblicato ''[[De André canta De André]]'', album dal vivo registrato durante una tournée in cui Cristiano ha riproposto alcune canzoni del padre con nuovi arrangiamenti.
* Nel 2009 i [[C.F.F. e il Nomade Venerabile]] e gli [[Yo Yo Mundi]] incidono la loro interpretazione di ''Ho visto Nina volare'' inclusa nell'album ''Lucidinervi''.
* Nel 2009 il Palazzo Ducale di Genova ha ospitato una mostra dedicata a Fabrizio De André, nata dalla collaborazione fra il Comune di Genova, Fondazione per la Cultura e la [[Fondazione Fabrizio De André Onlus]]. Curata da [[Vittorio Bo]], [[Guido Harari]], [[Vincenzo Mollica]] e [[Pepi Morgia]], in collaborazione con il Centro Studi De André di Siena e Mariano Brustio, l’esposizione è stata concepita come un vero e proprio viaggio multimediale nella musica, nelle parole e nella vita di Fabrizio De André. Le tappe della mostra furono le seguenti: Palazzo Ducale di Genova, 31 dicembre 2008 – 21 giugno 2009, Museo Man di Nuoro, 16 luglio 2009 – 10 gennaio 2010, Museo dell’Ara Pacis di Roma, 24 febbraio 2010 – 30 maggio 2010, Ex Deposito Locomotive Sant’Erasmo di Palermo, 25 giugno 2010 – 24 ottobre 2010, Rotonda di via Besana di Milano, 11 marzo 2011 – 15 maggio 2011.
* Nel 2010 viene pubblicato [[Canti randagi 2]], una raccolta di omaggi a De André in diverse tradizioni linguistiche e musicali italiani.
* Ad aprile 2010 la [[Premiata Forneria Marconi]] ha pubblicato ''[[A.D. 2010 - La buona novella]]'', una rilettura con nuovi arrangiamenti e l'aggiunta di alcuni brevi intermezzi strumentali del 33 giri ''[[La buona novella]]'' del 1970.
* A novembre 2010 esce ''[[De André canta De André - vol. 2]]'' con brani eseguiti in una seconda tournée del figlio [[Cristiano De André]] dedicata alle canzoni del padre.
* Nel 2011 il cantante [[Al Bano]] include nel suo album ''[[Amanda è libera (album)|Amanda è libera]]'' la canzone ''Ave Maria'' (tratto da ''[[La buona novella]]''). Nel 1986 aveva già inciso il brano ''Andrea'' nell'album [[Sempre sempre]].
* Nella prima serata del [[Festival di Sanremo 2014]] il cantautore [[Luciano Ligabue]] si esibisce in una versione di ''[[Crêuza de mä]]'', in omaggio al compleanno del cantautore genovese, il 18 febbraio.
* Nel 2016 il rapper [[Clementino (rapper)|Clementino]] interpreta la canzone ''[[Don Raffaè]]'' durante la serata del [[Festival di Sanremo 2016]] dedicata alle cover.
* Nel 2016 il musicista Manuel Gordiani pubblica il disco "MEU CARO AMIGO" nel quale traduce in portoghese alcune canzoni di De André e alcune canzoni di Chico Buarque in italiano.
* Nel 2017 [[Zucchero Fornaciari]] inserisce la sua versione live di ''Ho visto Nina volare'', eseguita durante il tributo ''[[Faber, amico fragile]]'', nella raccolta ''[[Wanted (The Best Collection)]]''.
* Il 23 gennaio 2018 esce il film biografico ''[[Fabrizio De André - Principe libero]]'', diretto da [[Luca Facchini]], che racconta la vita di De André dagli inizi dell'attività artistica a dopo il rapimento in Sardegna, in cui il ruolo del cantautore è interpretato da [[Luca Marinelli]].
* Il 23 aprile 2019 esce il disco tributo ''[[Faber nostrum]]'', album in cui vari esponenti della musica italiana reinterpretano un brano del cantautore genovese.<ref>{{Cita web|url=https://www.talassamagazine.com/talassa/2019/4/10/faber-nostrum-il-tributo-a-de-andr|titolo=Faber Nostrum, la musica italiana canta De André|sito=Talassa Magazine|data=11 aprile 2019|accesso=11 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190411123829/https://www.talassamagazine.com/talassa/2019/4/10/faber-nostrum-il-tributo-a-de-andr|urlmorto=sì}}</ref>
* Il 9 maggio 2019 il rapper [[Izi (rapper)|Izi]] pubblica l'album [[Aletheia (album)|Aletheia]], con all'interno una reinterpretazione di ''Dolcenera.''
* Il 6 febbraio 2020 il cantante [[Mika]] si esibisce sul palco del [[Festival di Sanremo]] portando una reinterpretazione del brano ''Amore che vieni, amore che vai.''
* Durante il [[Festival di Sanremo 2023]] i rapper [[Madame (cantante)|Madame]] e [[Izi (rapper)|Izi]] hanno eseguito ''[[Via del Campo (brano musicale)|Via del Campo]]''.
 
=== Premio Fabrizio De André ===
A dicembre del [[2008]] [[Massimo Bubola]] pubblica l'album [[Dall'altra parte del vento]], in cui rivisita 11 canzoni scritte in collaborazione con il cantautore genovese.
A due mesi dalla morte del cantautore, nel 1999, viene istituito il premio ''De Fabula'' in suo onore, in seguito rinominato in ''Premio Fabrizio De André'', assegnato a chi, nei diversi rami della cultura, sia stato particolarmente capace di diffondere la cultura ligure e specialmente genovese al di fuori della regione stessa.
 
Il premio consiste nell'assegnazione al vincitore di un ''quartaro d'oro'' (moneta un tempo utilizzata a [[Genova]]).<ref>{{cita web |titolo=Premio Fabrizio De André - Homepage |url=http://www.premiofabriziodeandre.it/home.html |accesso=27 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130302032531/http://www.premiofabriziodeandre.it/home.html |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.defabula.org/de_andre.htm|titolo=Premio Fabrizio De André}} sul sito dell'Associazione De Fabula.</ref>
Nel [[2009]] il figlio [[Cristiano De André]] ha pubblicato l'album [[De André canta De André]], in cui ripropone alcune canzoni del padre con nuovi arrangiamenti.
 
=== ''TributeTematiche band''religiose ===
[[File:Fabrizio+De+Andr+faber.jpg|thumb|Fabrizio De André sul palco nel 1984]]
 
Molti sono i brani attraverso i quali De André esprime la sua visione religiosa. Già nel suo primo album ''[[Vol. 1º]]'', inserisce brani come ''Preghiera in Gennaio'', dedicato al suicidio dell'amico [[Luigi Tenco]], ''Spiritual'', ''Si chiamava Gesù''. Con il concept album ''[[La buona novella]]'' (1970) il cantautore dedica un'intera opera alla tematica del [[Nuovo Testamento]], umanizzando i personaggi del Vangelo e dei [[vangeli apocrifi]]. Riferimenti alla fede, alla religione, sono presenti direttamente o indirettamente anche in altri brani (''Smisurata preghiera'', ''Khorakhané'', ''Il testamento'', ''Il testamento di Tito'' ecc.), ma risulta difficile descrivere con certezza la visione (probabilmente in continua evoluzione) del cantautore su questi temi, se non attraverso sue esplicite dichiarazioni.
Oltre agli artisti celebri, anche una lunga serie di cantanti meno conosciuti e, soprattutto, di [[Gruppo musicale|gruppi]] giovanili, hanno registrato album composti principalmente o esclusivamente da canzoni di Faber, spesso con risultati apprezzabili. Nelle piazze e nei teatri di città e di provincia sono centinaia le rappresentazioni che, ogni anno, vengono dedicate a De André. Tra i più conosciuti interpreti e ''[[tribute band]]'', ricordiamo [[Giorgio Cordini]], i [[Khorakhanè (gruppo musicale)|Khorakhanè]], e i [[Mercanti di Liquore]], tutti comunque con una loro carriera ed un repertorio autonomi, oltre alle cover di De André.
 
Nonostante molte volte si sia dichiarato [[noncredenza|non credente]]<ref>{{Cita web|autore=Paolo Ghezzi|url=http://www.stpauls.it/vita/1307vp/il-vangelo-secondo-de-andre.htm|titolo=Il Vangelo secondo De André|accesso=18 agosto 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161124092647/http://www.stpauls.it/vita/1307vp/il-vangelo-secondo-de-andre.htm|dataarchivio=24 novembre 2016|urlmorto=sì}}</ref>, egli espresse spesso nei fatti una religiosità di tipo "[[panteismo|panteistico]]"<ref>{{cita web|url=http://www.homolaicus.com/arte/poetica.htm|titolo=La poetica di Fabrizio De André|accesso=6 novembre 2024}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.nauticlub11.com/HN-XIII-1-RisvoltoCopertina.htm|titolo=Recensione e risvolto di copertina}} de {{cita|''Il Vangelo secondo De André'' di Paolo Ghezzi||Ghezzi}}.</ref>, pur ammirando alcune figure religiose concrete, nonché la [[Mitologia dei Nativi Americani|religione dei nativi americani]]. Affermò:
=== Premio ===
{{citazione|Quando parlo di Dio lo faccio perché è una parola comoda, da tutti comprensibile, ma in effetti mi rivolgo al [[Grande Spirito]] in cui si ricongiungono tutti i minuscoli frammenti di spiritualità dell’universo.<ref>Riportato in diverse fonti, tra cui: {{PDF}} {{cita testo|url=https://fucicrema.files.wordpress.com/2011/04/fabrizio-de-andrc3a8.pdf|titolo=Diapositive De André}}; {{cita news|url=http://www.jesus1.it/Pages/it_marta_storia_della_musica_su_gesu.aspx?arg=54&rec=388|autore=Roberto Beretta|titolo=De André, il ribelle che cantò il Vangelo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150426062816/http://www.jesus1.it/Pages/it_marta_storia_della_musica_su_gesu.aspx?arg=54&rec=388 |via=''Jesus1.it''|pubblicazione=[[Avvenire]]|data=9 novembre 2003|altri=con intervista a Paolo Ghezzi}}</ref><ref>Questa frase fu estrapolata da intervista, e citata principalmente nella fonte antologica {{cita|''Il Vangelo secondo De André''||Ghezzi}}.</ref>}}
In suo ricordo è stato istituito un apposito premio - il ''[[Premio Fabrizio De André]]''.
In ogni caso, l'atteggiamento tenuto da De André nei confronti dell'uso politico della religione, delle gerarchie ecclesiastiche e dell'ipocrisia della provincia ligure è spesso sarcastico e fortemente critico, fino all'[[anticlericalismo]]<ref>{{cita web|autore=Paolo Barbieri|url=https://www.ansa.it/web/notizie/unlibroalgiorno/news/2014/03/20/-cattiva-strada-spiritualita-Fabrizio-Andre-_10261796.html|titolo='Sulla cattiva strada. La spiritualità di Fabrizio De André' di Fabrizio Filiberti e Milena Simonetti|sito=[[ANSA]].it|data=20 marzo 2014|accesso=6 novembre 2024}}</ref>, nel contestarne i comportamenti contraddittori, come, ad esempio, nelle canzoni ''Un blasfemo'', ''Il testamento di Tito'', ''La ballata del Miché'' e gli ultimi versi di ''Bocca di rosa''<ref name="contesto" />.
{{citazione|Io mi ritengo religioso e la mia religiosità consiste nel sentirmi parte di un tutto, anello di una catena che comprende tutto il creato e quindi nel rispettare tutti gli elementi, piante e minerali compresi, perché, secondo me, l'equilibrio è dato proprio dal benessere diffuso in ciò che ci circonda. La mia religiosità non arriva a ricercare il principio, che tu voglia chiamarlo creatore, regolatore o caos non fa differenza. Però penso che tutto quello che abbiamo intorno abbia una sua logica e questo è un pensiero al quale mi rivolgo quando sono in difficoltà, magari dandogli i nomi che ho imparato da bambino, forse perché mi manca la fantasia per cercarne altri|}}
Si dichiarò anche vicino alla spiritualità [[Animismo|animista]] e [[Panpsichismo|panpsichista]]:
{{Citazione|La spiritualità è qualcosa che ha a che fare con la religiosità. Ci sono molti modi di esprimerla. Io per esempio mi sono sempre sentito parte di un tutto, un piccolo tassello – certamente non quello centrale – di un progetto universale. Direi che in questo senso sono un [[Immanentismo|immanentista]], uno [[Deus sive Natura|spinoziano]]<ref>Sebbene in un'altra dichiarazione abbia detto che il suo immanentismo fosse diverso da quello di [[Baruch Spinoza]]</ref>. Ma tutto sommato mi avvicino ancora di più all'[[animismo]]: vedo l'anima nei sassi, ancorché siano stati sfiorati da qualche elemento vivo. Questo è il mio modo di essere religioso. Ma sì, forse sono un [[Nativi americani|pellerossa]].<ref>{{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=9-zcCwAAQBAJ&pg=PT255|titolo=Estratto}} di {{cita libro|Fabrizio|De André|curatore=Fondazione De André|Sotto le ciglia chissà|2016|Mondadori|Milano|isbn=9788852072666}}</ref>}}
 
Dopo il rapimento, la visione religiosa di De André ebbe una nuova evoluzione: [[Umanismo|umanista]] nel suo prestare attenzione all'uomo&nbsp;– in contrapposizione con la fede in un Dio, creazione dell'uomo stesso –, De André è uscito da quell'esperienza con un rinnovato rispetto nella fede e la divinità<ref>Citato in ''L'amore sacro, l'amor profano–omaggio a Fabrizio De André'', a cura di Piero Ameli, BURsenzafiltro, Bergamo, 2006. Allegato al DVD ''Omaggio a Fabrizio De André'', concerto tributo registrato il 10 luglio 2005 all'Anfiteatro Romano di Cagliari, {{ISBN|88-17-01296-3}}.</ref>.
== Fabrizio De André e la fede ==
{{cn|I testi del cantautore, che toccano spesso argomenti religiosi, sono improntati ad una personale e disincantata visione della [[cristianesimo|vicenda cristiana]] e, a tratti, da una intuibile spiritualità, tuttavia non riconducibili ad una definibile professione di fede}}.
{{quote|Dio di misericordia il tuo bel Paradiso lo hai fatto soprattutto per chi non ha sorriso|da [[Preghiera in gennaio]]}}
{{quote|Dio del cielo io ti aspetterò nel cielo e sulla terra io ti cercherò|da ''Spiritual'', dall'album [[Volume I (Fabrizio De André)|Volume I]]}}
{{quote|Non intendo cantare la gloria né invocare la grazia e il perdono di chi penso non fu altri che un uomo come Dio passato alla storia|da ''Si chiamava Gesù'', dall'album [[Volume I (Fabrizio De André) | Volume I]]}}
{{quote|e non Dio ma qualcuno che per noi lo ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato.|da "Un blasfemo", nell'album [[Non al denaro, non all'amore né al cielo]]}}
{{cn|Nei brani come "''Si chiamava Gesù''", "''Preghiera in gennaio''" e nel [[concept album]] "''[[La buona novella]]''", la figura di [[Gesù|Cristo]] viene spogliata dell'essenza divina per assumere, quasi in una dimensione [[Benedetto Croce|crociana]], tutta la sua forza rivoluzionaria in favore degli ultimi}}.
Proprio nel concept album "''[[La buona novella]]''" (1970) De André ci fornisce la massima espressione della sua visione religiosa, effettuando una chiara antropologizzazione del divino.
Nel concerto al teatro Brancaccio di Roma nel 1998 De André fece le seguenti dichiarazioni in merito<ref>Si possono ascoltare nel DVD tratto dalla tournée</ref>:
{{quote|Quando scrissi la Buona Novella era il 1969. Si era quindi, in piena lotta studentesca e le persone meno attente consideravano quel disco come anacronistico[...] E non avevano capito che la Buona Novella voleva essere un'allegoria: un paragone fra le istanze della rivolta del '68 e le istanze, spiritualmente più elevate ma simili da un punto di vista etico-sociale, innalzate da un signore, ben millenovecentosessantanove anni prima, contro gli abusi del potere, contro i soprusi della autorità, in nome di un egualitarismo e di una fratellanza universale. Quel signore si chiamava Gesù di Nazareth. E secondo me è stato, ed è rimasto, il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Quando ho scritto l'album non ho voluto inoltrarmi in strade per me difficilmente percorribili, come la metafisica o addirittura la teologia. Poi ho pensato che se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo, il che è esattamente quello che ha fatto l'uomo da quando ha messo piede sulla terra|}}
{{quote|Probabilmente ne "La buona novella" i personaggi del vangelo perdono un po' di sacralizzazione; ma io credo e spero soprattutto a vantaggio di una loro migliore e maggiore umanizzazione|}}
L'atteggiamento tenuto da Faber nei confronti dell'uso politico della religione e delle gerarchie ecclesiastiche è spesso sarcastico e fortemente critico nel contestarne i comportamenti contraddittori, come, ad esempio, nelle canzoni "Un blasfemo", "Il testamento di Tito", "La ballata del Miché " e gli ultimi versi di "Bocca di rosa"<ref name="contesto" />.
 
Qualche mese prima della sua scomparsa, nel concerto al teatro Brancaccio di Roma nel 1998, De André fece le seguenti dichiarazioni riguardo all'album ''[[La buona novella]]''<ref>Si possono ascoltare nel DVD tratto dalla tournée.</ref>:
==Paternità delle canzoni==
{{citazione|Quando scrissi ''La buona novella'' era il 1969. Si era quindi, in piena lotta studentesca e le persone meno attente consideravano quel disco come anacronistico [...] E non avevano capito che ''La buona novella'' voleva essere un'allegoria: un paragone fra le istanze della [[Il Sessantotto|rivolta del '68]] e le istanze, spiritualmente più elevate ma simili da un punto di vista etico-sociale, innalzate da un signore, ben millenovecentosessantanove anni prima, contro gli abusi del potere, contro i soprusi della autorità, in nome di un egualitarismo e di una fratellanza universale. Quel signore si chiamava [[Gesù di Nazareth]]. E secondo me è stato, ed è rimasto, il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Quando ho scritto l'album non ho voluto inoltrarmi in strade per me difficilmente percorribili, come la [[metafisica]] o addirittura la [[teologia]]. Poi ho pensato che se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo, il che è esattamente quello che ha fatto l'uomo da quando ha messo piede sulla terra|}}
Lungo tutta la propria carriera De André ha collaborato, sia per la parte musicale che per la parte testuale, con altri artisti: le canzoni di cui De André è l'unico autore sia del testo che della musica sono infatti otto. Complessivamente però i brani in cui figura contemporaneamente autore, non necessariamente unico, sia del testo che della musica sono 87<ref>[http://operemusicali.siae.it/OpereMusicali/musicaSearch.do?metodo=init Archivio della SIAE]</ref>
{{citazione|Probabilmente ne ''La buona novella'' i personaggi del Vangelo perdono un po' di sacralizzazione; ma io credo e spero soprattutto a vantaggio di una loro migliore e maggiore umanizzazione|}}
Ci sono inoltre alcuni casi particolari come ''[[La canzone dell'amore perduto]]'', in cui la musica è tratta da un brano del XVII secolo di [[Georg Philipp Telemann]], o ''[[La guerra di Piero]]'' e ''[[Si chiamava Gesù]]'' alla cui composizione ha lavorato anche [[Vittorio Centanaro]], collaboratore di De André non iscritto alla SIAE (si veda l'intervista allo stesso Centanaro realizzata da Franco Zanetti e Claudio Sassi e riportata nel loro volume ''Fabrizio De André in concerto'', 2008, Giunti Editore), o ancora ''[[Il fannullone]]'' e ''[[Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers]]'', con il testo scritto da [[Paolo Villaggio]]<ref>E non insieme a De André, come molti credono; ecco cosa racconta Villaggio intervistato: <<La scelta dell'ambientazione medioevale fu tutta farina del mio sacco; Fabrizio ci mise solo la musica. Cioè avvenne il contrario, lui aveva già la musica ed io ci misi le parole....In una settimana scrissi le parole di questa presa in giro del povero Carlo Martello.>> l'intervista completa si trova qui http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=94</ref>, che però non ha firmato il deposito SIAE, o ancora ''[[Geordie]]'', depositata in SIAE da De André a suo nome, pur essendo questo un brano tradizionale.
 
Infine, nelle note del diario che De André tenne negli ultimi mesi di vita è contenuta una sua poesia inedita dedicata a [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].
 
Tra le passioni di De André, vi era anche quella per l'[[astrologia]].<ref>{{Cita web |url=http://www.fondazionedeandre.it/fabrizio/ero_piu_curioso_di_voi/hobby/astrologia/ |titolo=Ero più curioso di voi|sito=Fondazione De André |accesso=22 maggio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150919011638/http://www.fondazionedeandre.it/fabrizio/ero_piu_curioso_di_voi/hobby/astrologia/ |urlmorto=sì }}</ref>
Come afferma anche [[Mauro Pagani]] in una intervista «Fabrizio aveva una gran passione per l'astrologia. Anzi, se doveva intraprendere con qualcuno un lavoro appena più che saltuario, per prima cosa gli chiedeva la data di nascita e l'ora. Poi gli faceva l'oroscopo di base e il [[Tema natale|quadro astrale]] completo, con tanto di [[effemeridi]]. E, se buttava male, il lavoro non partiva nemmeno».<ref>{{cita news|autore=Paola Zonca|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/31/pagani-il-mio-faber-tra-canzoni-astrologia.html|titolo=Pagani: il mio Faber tra canzoni e astrologia|pubblicazione=la Repubblica|data=31 gennaio 2007|accesso=6 novembre 2024}}</ref>
 
== Composizione, influenze e paternità delle canzoni ==
[[File:De André1982.jpg|thumb|left|De André durante il tour del 1982]]
 
Lungo la propria carriera De André ha collaborato, sia per la parte musicale, sia per la parte testuale, con numerosi altri artisti, prediligendo la composizione dei testi a quella delle musiche.<ref name="testo"/> Fatta eccezione per l'album ''[[La buona novella]]'', di cui firma testo e musica di tutte quante le tracce a parte ''Il testamento di Tito''; le canzoni in cui De André è autore unico sia del testo che della musica sono nove (''[[La ballata dell'eroe]]'', ''[[Il testamento (brano musicale)|Il testamento]]'', ''[[La guerra di Piero]]'', ''[[La canzone di Marinella (brano musicale)|La canzone di Marinella]]'', ''[[Per i tuoi larghi occhi/Fila la lana|Per i tuoi larghi occhi]]'', ''[[Geordie/Amore che vieni, amore che vai|Amore che vieni, amore che vai]]'', ''[[La ballata dell'amore cieco]]'', ''[[La cattiva strada/Amico fragile|Amico fragile]]'' e ''Giugno '73''), i brani in cui è co-autore sia del testo che della musica sono 87, mentre quelli in assoluto in cui figura (come autore o co-autore della musica o del testo) sono 216.<ref name="SIAE">{{cita testo|url=https://www.siae.it/it/archivioOpere|titolo=Archivio Opere ed Archivio Associati e Mandanti SIAE}}.</ref>
 
In casi come quello de ''[[La canzone dell'amore perduto]]'', accreditata al solo De André, la musica è quella di un brano nel [[pubblico dominio]] del [[XVIII secolo]] di [[Georg Philipp Telemann]]. [[Vittorio Centanaro]], collaboratore di De André non iscritto alla [[SIAE]], ha dichiarato di aver anch'egli stesso collaborato alla stesura de ''[[La guerra di Piero]]'' e ''[[Si chiamava Gesù]]'', accreditate al solo De André.<ref>Come affermato da Centanaro in un'intervista di Franco Zanetti e Claudio Sassi riportata nel volume {{cita|''Fabrizio De André in concerto''||Zanetti e Sassi}}.</ref> A ''[[Il fannullone]]'' e ''[[Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers]]'' (1962) ha collaborato ai testi [[Paolo Villaggio]], affermando&nbsp;– per il secondo brano&nbsp;– d'essere unico autore del testo, ma smentito da De André stesso.<ref>Secondo quanto affermato da Paolo Villaggio: «La scelta dell'ambientazione medioevale fu tutta farina del mio sacco; Fabrizio ci mise solo la musica. Cioè avvenne il contrario, lui aveva già la musica e io ci misi le parole [...] In una settimana scrissi le parole di questa presa in giro del povero Carlo Martello.» ({{cita|Monda}}); De André, tuttavia, in un'intervista del 12 gennaio 1969 ribadiva che le affermazioni di Villaggio erano infondate e che co-scrisse il testo lui stesso</ref> ''[[Geordie]]'' è un adattamento con traduzione di un brano tradizionale inglese, reso popolare negli stessi anni anche dall'interpretazione di [[Joan Baez]]. ''La canzone del maggio'' (la cui musica ritorna parzialmente anche nel brano ''Nella mia ora di libertà'' dello stesso album ''[[Storia di un impiegato]]''), accreditata come "canto del maggio francese", è una lontana rielaborazione di un pezzo della cantante [[Dominique Grange]] (''Chacun de vous est concerné'') che la donò a De André rinunciando ai [[Diritto d'autore|diritti d'autore]]. ''Il re fa rullare i tamburi'' è accreditata a De André, è indicata in nota come rielaborazione di una canzone popolare francese del [[XIV secolo]]. ''Hotel Supramonte'' riprende per la parte musicale ''Hotel Miramonti'' del collaboratore [[Massimo Bubola]]. ''Fila la lana'', indicata come "canzone popolare francese del quindicesimo secolo" che De André aveva conosciuto tramite Vittorio Centanaro, fu composta per la parte musicale da [[Robert Marcy]] nel 1948 e interpretata da [[Jacques Douai]] nel 1955, e tradotta da De André. ''Via del Campo'', accreditata inizialmente anche per la parte musicale a De André, che la riteneva una melodia anonima del [[XV secolo]], prende la musica dal brano di [[Enzo Jannacci]] ''La mia morosa la va alla fonte'' (scritto con [[Dario Fo]]): Jannacci riconobbe la buona fede di De André, raccontando d'avergli teso uno scherzo presentandogli una musica medievale riarrangiata da lui, e nel 1990 concordò il doppio accredito Jannacci-De André.<ref>{{cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/07/musica-dai-beach-boys-a-baglioni-galleria-dei-presunti-plagi/735315/|titolo=Musica, dai Beach Boys a Baglioni: galleria dei (presunti) plagi|data=10 luglio 2013|accesso=6 novembre 2024|autore1=Emiliano Liuzzi|autore2=Pasquale Rinaldis}}</ref> ''Andrea'', accreditata a De André e Bubola, nel [[Bridge (musica)|bridge]] fra una strofa e la successiva, cita col violino il [[refrain]] del brano ''O' comme Histoire d'O'' composto da [[Pierre Bachelet]], colonna sonora del film ''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''. ''Fiume Sand Creek'', accreditata a De André e Bubola, per metà della linea melodica della strofa è forse ispirata a ''[[Summer '68]]'' dei [[Pink Floyd]].<ref>{{Cita web |url=http://www.plagimusicali.net/component/commedia/popup/1/405/1/component |titolo=Confronto tra ''Summer '68'' e ''Fiume Sand Creek'' |accesso=9 aprile 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170409110909/http://www.plagimusicali.net/component/commedia/popup/1/405/1/component |urlmorto=sì }}</ref>
[[File:De André 1998.jpg|thumb|De André nel febbraio 1998 in concerto al [[teatro Brancaccio]] di [[Roma]]]]
Oltre agli adattamenti, ufficialmente riconosciuti, di noti brani di cantautori stranieri (come [[Georges Brassens|Brassens]], [[Bob Dylan|Dylan]] e [[Leonard Cohen|Cohen]]) e alle riprese di temi musicali e letterari esplicitamenti dichiarati (come il testo di ''Smisurata preghiera'', tratto da ''Imprese e tribolazioni di Maqroll il Gabbiere'' di [[Álvaro Mutis]] o i brani ispirati all'[[Antologia di Spoon River]] di [[Edgar Lee Masters]]), De André si ispirava anche alla tradizione della canzone popolare anarchica, che spesso riprendeva melodie adattandole al nuovo contesto (l'esempio più celebre sono i canti scritti da [[Pietro Gori]], su musiche tratte dalla tradizione popolare o scritte da [[Gioachino Rossini|Rossini]] e [[Giuseppe Verdi|Verdi]]).<ref>{{cita web|url=http://www.girodivite.it/antenati/xx3sec/canzone/4deandre_poetica.htm|titolo=De André: anarchia e puttane|sito=Girodivite - Antenati|autore=Giada Pizzolo|accesso=6 novembre 2024}}</ref>
 
De André, che non ha mai ricevuto contenziosi per questioni inerenti al diritto d'autore, regalò egli stesso un verso della sua canzone ''[[La domenica delle salme]]'' (1990) a [[Loredana Bertè]], che lo usò come titolo del suo album ''[[Un pettirosso da combattimento]]'' (1997).<ref>{{cita news|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/11/loredana-berte-dalla-fame-al-successo-sono-una-signora-e-sono-tornata/877471/|titolo=Loredana Bertè, dalla fame al successo: "Sono una signora. E sono tornata"|autore=Malcolm Pagani|data=10 febbraio 2014|accesso=6 novembre 2024}}</ref>
 
Sulla paternità delle canzoni di De André, [[Francesco De Gregori]], intervistato da [[Roberto Cotroneo]], ha dichiarato al proposito: {{citazione|Fabrizio è stato un grande organizzatore del lavoro altrui, perché le cose che realmente ha inventato o scritto sono percentualmente molto poche rispetto a quelle che lui ha preso e rivisitato, firmandole o meno<ref>Intervista di [[Roberto Cotroneo]] a Francesco De Gregori a ''La mezzanotte di Radio due'' del 30 marzo 2006.</ref>.|[[Francesco De Gregori]]}}
 
Sullo stesso tema De André ha dichiarato:
{{citazione|Quella che era partita come un'attività spontanea è diventata nel frattempo un mestiere, con tutti i coinvolgimenti che comporta un mestiere. [...] Oggi non cerco neanche d'arrampicarmi sugli specchi, semplicemente quando noto delle carenze di creatività, delle carenze soprattutto per quanto riguarda proprio il mestiere in maniera specifica, delle carenze nella capacità di sintesi, mi faccio aiutare. Ti dico "oggi", per dire "ieri" o "l'altro ieri". Mi faccio aiutare da persone più giovani di me che hanno questa capacità di sintesi superiore alla mia. Non credo di essere l'unico, anche Dylan s'è fatto aiutare, [...] e gliene sono grato perché mi dà una giustificazione. Io credo di essere sempre riuscito a fare meglio i testi che non le musiche. Do più importanza sicuramente al testo.|Fabrizio De André<ref name="testo">Intervista a Fabrizio De André, in ''[[Dentro Faber]]'', vol. 8: ''Poesia in Forma di Canzone'', min. 40, 2011.</ref>}}
 
De André è accreditato come autore o co-autore di tutti i brani originali da lui registrati nel corso della sua intera carriera, con due sole eccezioni: ''[[Le storie di ieri]]'', scritta da Francesco De Gregori (che incise anche lui, quasi contemporaneamente a De André, con piccole variazioni di testo); ''[[E fu la notte]]'' con testo di [[Franco Franchi (cantante)|Franco Franchi]] e musica di Carlo Cesare Stanisci e Arrigo Amadesi.<ref name="SIAE"/>
 
== Discografia ==
{{vedi anche|Discografia di Fabrizio De André}}
* 1966 – ''[[Tutto Fabrizio De André]]''
* 1967 – ''[[Vol. 1º]]''
* 1968 – ''[[Tutti morimmo a stento]]''
* 1968 – ''[[Volume 3º]]''
* 1969 – ''[[Nuvole barocche]]''
* 1970 – ''[[La buona novella]]''
* 1971 – ''[[Non al denaro non all'amore né al cielo]]''
* 1973 – ''[[Storia di un impiegato]]''
* 1974 – ''[[Canzoni (Fabrizio De André)|Canzoni]]''
* 1975 – ''[[Vol. 8]]''
* 1978 – ''[[Rimini (Fabrizio De André)|Rimini]]''
* 1981 – ''[[Fabrizio De André (album 1981)|Fabrizio De André]]'' <small>(anche conosciuto come ''L'indiano'')</small>
* 1984 – ''[[Creuza de mä]]''
* 1990 – ''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]''
* 1996 – ''[[Anime salve]]''
 
== Tournée ==
*[[1966]] - ''[[Tutto Fabrizio De André]]''
*[[1967]] - ''[[Volume I (Fabrizio De André)]]''
*[[1968]] - ''[[Tutti morimmo a stento]]''
*[[1968]] - ''[[Volume III]]''
*[[1969]] - ''[[Nuvole barocche]]''
*[[1970]] - ''[[La buona novella]]''
*[[1971]] - ''[[Non al denaro, non all'amore né al cielo]]''
*[[1973]] - ''[[Storia di un impiegato]]''
*[[1974]] - ''[[Canzoni (Fabrizio De André)|Canzoni]]''
*[[1975]] - ''[[Volume VIII]]''
*[[1978]] - ''[[Rimini (Fabrizio De André)|Rimini]]
*[[1981]] - ''[[Fabrizio De André (L'indiano)|Fabrizio De André]] (conosciuto come ''L'indiano'')
*[[1984]] - ''[[Crêuza de mä]]''
*[[1990]] - ''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]''
*[[1996]] - ''[[Anime salve]]''
 
== I ''tour'' ==
{{vedi anche|Tour di Fabrizio De André}}
I '''tour di Fabrizio De André''', compiuti nel periodo compreso dal [[1975]] al [[1998]], sono in tutto 12, dei quali solamente uno [[Europa|europeo]]. Nel primo è stato accompagnato da due musicisti dei [[New Trolls]] e due dei [[Nuova Idea]] e nel secondo dalla [[Premiata Forneria Marconi]] (che curò tutti i nuovi arrangiamenti dei brani).
 
== Opere ==
* ''Testimonianza'' in [[Gianni Borgna]], [[Luca Serianni]] (a cura di), ''La lingua cantata. L'italiano nella canzone dagli anni Trenta ad oggi'', [[Roma]], [[Garamond (editore)|Garamond]], [[1994]].
* {{cita libro|autore1=Fabrizio De André, |autore2=[[Alessandro Gennari]], ''|titolo=Un destino ridicolo'', [[|altri=romanzo|città=Torino]], [[|editore=Einaudi]], [[|anno=1996]].|ISBN=88-06-14255-0}}
* {{cita libro|autore=Fabrizio De André (cinque poesie da altrettanti testi)|coautore=[[Maura Cantamessa]] (sei calcografie)|titolo=Luce, luce lontana|città=Bergamo|editore=El Bagatt|anno=1997|edizione=edizione a tiratura limitata|altri=con uno scritto di Alessandro Gennari}}
*''Prefazione'' a [[Francois Villon]], ''Poesie'', [[Milano]], [[Feltrinelli]], 1996.
* ''Prefazione'' a [[François Villon]], ''Poesie'', Milano, Feltrinelli, 1996.
* Fabrizio De André, [[Oliviero Malaspina]], ''I notturni'', 1999, inedito; pubblicato in appendice (nell'edizione ampliata del 2012), con altri appunti, in ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'' di [[Riccardo Bertoncelli]].
* {{cita libro|Fabrizio|De André|Come un'anomalia. Tutte le canzoni|1999|Einaudi|Torino|ISBN=88-06-15306-4}}
* Fabrizio De André. ''Tutte le canzoni''. Con DVD. Libro con tutti i testi commentati + DVD-Rom, Pag. 336. Mondadori editore, 2006. ISBN 8804554266.
* {{cita libro|Fabrizio|De André|Una goccia di splendore. Un'autobiografia per parole e immagini|altri=con testi inediti|curatore=Guido Harari|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2007|ISBN=978-88-17-01166-2}}
 
== Le canzoni di Fabrizio De André nei film ==
== Cinema ==
La musica di Fabrizio De André è presente nei film:
* ''[[La cuccagna (film 1962)|La cuccagna]]'', regia di [[Luciano Salce]], (1962).
* ''O pai de Migueliño'', regia di Miguel Castelo, (1977).
* ''[[Topo Galileo]]'', regia di [[Francesco Laudadio]], (1987).
* ''[[Ilona arriva con la pioggia]]'', regia di [[Sergio Cabrera]], (1996).
* ''Non al denaro non all'amore ne al cielo'', regia di Ielma Adinolfi, Francesco Crispino, Flavio Rizzo e Gabriele Scardino, (1996).
* ''A[[L'odore correggeredel la fortunasangue]]'', regia di LucaMario Facchini,Martone 2006(2004).
* ''[[InA fabbrica]]correggere la fortuna'', regia di [[FrancescaLuca Comencini]],Facchini 2007(2006).
* ''Un[[In piede in terra e l'altro in marefabbrica]]'', regia di Silvio[[Francesca Soldini,Comencini]] (2007).
* ''[[PalermoUn Shooting]]piede in terra e l'altro in mare'', regia di [[WimSilvio Wenders]],Soldini 2008(2007).
* ''[[Amore che vieni, amore che vai (film)|Amore che vieni, amore che vai]]'', regia di [[Daniele Costantini]] (2008).
* ''[[Palermo Shooting]]'', regia di [[Wim Wenders]] (2008).
* ''[[I primi della lista]]'', regia di [[Roan Johnson]] (2011).
* ''[[Fabrizio De André - Principe libero]]'', regia di [[Luca Facchini]] (2018).
 
=== RiconoscimentiNel teatro ===
Storie di personaggi dalle canzoni e reminiscenze musicali:
{{Vedi anche|Riconoscimenti a Fabrizio De André}}
* Faber est - Il mondo di Fabrizio De André, scritto e diretto da Giuseppe Curreli, 2009.
{{Quote|[...] Mi pare che sempre di più sarebbe necessario che invece di dire che Fabrizio è il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan è il Fabrizio americano.|[[Fernanda Pivano]], consegnando il Premio Lunezia 1997 a ''Smisurata preghiera''}}
 
== Premi, riconoscimenti, omaggi ==
;Premio Tenco
{{citazione|[...] Mi pare che sempre di più sarebbe necessario che invece di dire che Fabrizio è il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan è il Fabrizio americano.|[[Fernanda Pivano]], consegnando il Premio Lunezia 1997 a ''Smisurata preghiera''}}
*[[1975]] - ''[[Premio Tenco]]'' a De André, premiato insieme a [[Vinicius de Moraes]], [[Fausto Amodei]], [[Umberto Bindi]], [[Francesco Guccini]], [[Enzo Jannacci]].
*[[1984]] - ''[[Targa Tenco]]'' per l'album ''Crêuza de mä'' e all'omonima canzone premio per la miglior canzone in dialetto.
*[[1991]] - ''[[Targa Tenco]]'' per il brano ''La domenica delle salme'' e per l'album ''Le nuvole''
;Altri premi
*[[1997]] - [[Premio Lunezia]] per il brano ''Smisurata preghiera'' dall'album ''Anime salve''
 
;* Premio Tenco
== Documentari ==
* ''Che tempo che fa - Speciale Fabrizio De André'', 2009,
* ''Speciale TG1 - Raccontando De André'' di Vincenzo Mollica, 2008, 63'
* ''Effedia - Sulla mia cattiva strada'' di Teresa Marchesi, 2008, 87'
* ''Faber'' - di Bruno Bigoni e Romano Giuffrida, 1999, 45'
* ''Rai radio 3, rubrica Storyville'' (Da lunedì 12 a venerdì 16 gennaio 2009 dalle 16:00 alle 16:30)
 
**1975 - ''[[Premio Tenco]]'' a De André, premiato insieme a [[Vinícius de Moraes]], [[Fausto Amodei]], [[Umberto Bindi]], [[Francesco Guccini]], [[Enzo Jannacci]].
== Film ==
**1984 - ''Targa Tenco'' per l'album ''Crêuza de mä'' e all'omonima canzone premio per la miglior canzone in dialetto.
* ''Amore che vieni, amore che vai'' di Daniele Costantini, 2008, 101' - tratto dal libro ''[[Un destino ridicolo]]'' di Fabrizio De André e Alessandro Gennari
**1991 - ''Targa Tenco'' per il brano ''La domenica delle salme'' e per l'album ''Le nuvole''.
* ''[http://www.linopinna.it/film.html Faber nostro]'' di Lino Pinna, 2008, 15' - cortometraggio narrativo ispirato a Fabrizio De André e ai suoi personaggi
**1997 - ''Targa Tenco'' per il brano ''Princesa'' e per l'album ''Anime salve''.
* 1997 - [[Premio Lunezia]] per il brano ''Smisurata preghiera'' dall'album ''Anime salve''.
* 2001 - Gli viene conferito (postumo) il [[Premio Librex Montale]] ''Poetry for music''.
* 2009 - [[Premio fionda di legno|Premio Fionda di Legno]] (postumo).
* A [[Piazza Armerina]] il 31 maggio 2011 la Giunta Municipale ha intitolato via Fabrizio De André la strada che da via B. Croce conduce all'ingresso del carcere mandamentale, con la motivazione che il cantautore era da sempre stato sensibile alle problematiche della vita dei carcerati.
* A [[Tempio Pausania]] il 21 luglio 2016 viene inaugurata [[Piazza Fabrizio De André]], uno spazio con un'installazione architettonica disegnata da [[Renzo Piano]], in ricordo del forte legame che il cantautore aveva con la città, dove ha vissuto per molti anni.<ref>{{Cita news|url=http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/07/22/tempio_renzo_piano_inaugura_la_nuova_piazza_dedicata_a_fabrizio_d-68-518024.html|titolo=Tempio, Renzo Piano inaugura la nuova piazza dedicata a Fabrizio De André|pubblicazione=[[L'Unione Sarda]]|data=22 luglio 2016|accesso=22 ottobre 2016}}</ref>.
* Tra le numerose intitolazioni (la prima fu poco dopo la morte, la ''via al mare Fabrizio De André'' a Genova), a [[Sarzana]] in [[provincia della Spezia]] è stata dedicata una piazza al cantautore, così come il piazzale antistante al nuovo polo universitario di [[Asti]].
*A [[Nervi (Genova)|Nervi]], in via Bonanno, nella scalinata parallela alla linea ferroviaria che conduce a Capolungo, è stata ricavata nel 2005, una vetrina con una scultura opera di A. Leverone a forma di libro dedicata a ''Bocca di rosa'' con i versi della canzone in occasione del 60⁰ anniversario della fondazione della ''Società sportiva Sant'Ilario''<ref>{{cita web|url=https://www.ilnerviese.it/news/capolungo-ripristinata-lopera-dedicata-a-bocca-di-rosa/|titolo=Capolungo, ripristinata l'opera dedicata a Bocca di rosa|autore=Elisa Marini|data=10 maggio 2022}}</ref>
[[File:Omaggio a F. DeAndré GE Nervi.jpg|thumb|Scultura a forma di libro con i versi di ''Bocca di rosa'', opera di A. Leverone (2005) in occasione del 60⁰ anno di fondazione della ''Società Sportiva Sant'Ilario'' a Nervi]]
 
== FumettiCultura di massa ==
Nel [[2008]] [[Sergio Algozzino]] ha realizzato e pubblicato, per le [[Edizioni BeccoGiallo]], la storia a fumetti [[Ballata per Fabrizio De André]], nella quale i protagonisti sono alcuni personaggi di alcune sue canzoni.
 
=== Commemorazioni ===
==Note==
Ogni anno l'11 gennaio (data di morte del cantautore) molti fan si riuniscono nelle piazze delle principali città Italiane ed Europee per cantare i brani del cantante. Questo evento è stato denominato [[Cantata Anarchica]].
{{references|2}}
 
=== Cinema ===
* ''[[Amore che vieni, amore che vai (film)|Amore che vieni, amore che vai]]'', regia di [[Daniele Costantini]] (2008)
* ''Faber nostro'', regia di Lino Pinna (2008)<ref>{{Cita web|url=http://www.linopinna.it/film.html|titolo=FILM|accesso=5 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181027234850/http://www.linopinna.it/film.html|urlmorto=sì}}</ref>.
* ''[[Fabrizio De André - Principe libero]]'', regia di [[Luca Facchini]] (2018)<ref>{{Cita web|url=https://www.rockit.it/news/marinelli-de-andre-film-principe-libero-genova|titolo=Luca Marinelli sarà Fabrizio De André nel film "Principe libero"|sito=[[Rockit (sito web)|Rockit]]|accesso=11 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lanotiziagiornale.it/luca-marinelli-sara-fabrizio-de-andre-al-via-le-riprese-di-principe-libero-il-film-su-faber/|titolo=Via al film su Fabrizio De Andrè, interpretato da Luca Marinelli|pubblicazione=La Notizia giornale.it|data=10 marzo 2017|accesso=11 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://genova.mentelocale.it/72032-genova-film-de-andre-casting-set-cinema-liguria-2017/|titolo=Un film su De Andrè, casting e set: cinema in Liguria nel 2017|accesso=11 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.genovatoday.it/eventi/cultura/de-andre-film-casting.html|titolo=A marzo le riprese sul film di De Andrè: cercasi comparse a Villa Bombrini|sito=GenovaToday|accesso=11 marzo 2017}}</ref>.
 
=== Documentari ===
* ''Faber'', regia di Bruno Bigoni e Romano Giuffrida (1999)
* ''Speciale TG1 - Raccontando De André'' di Vincenzo Mollica (2008)
* ''Effedia - Sulla mia cattiva strada'', regia di Teresa Marchesi (2008)
* ''Che tempo che fa - Speciale Fabrizio De André'' (2009)
* ''Rai Radio 3, rubrica Storyville'' (2009)
* ''Emozioni - Fabrizio De André'', regia di Simona Ercolani (2012)
* ''[[Faber in Sardegna & L'ultimo concerto di Fabrizio De André]]'', regia di [[Gianfranco Cabiddu]] (2015)
* ''[[Fabrizio De André e PFM - Il concerto ritrovato]]'', regia di [[Walter Veltroni]] (2020)
* ''Lettera a Faber'', regia di Christian Olcese (2021)
 
=== Fumetti ===
* ''I maledetti del rock italiano, segni e suoni di strada da Clem sacco ai 99 Posse'', Editori del Grifo, [[Montepulciano]], 2008.
* {{cita libro|wkautore=Sergio Algozzino|Sergio|Algozzino|Ballata per Fabrizio De André|2008|Edizioni BeccoGiallo|Ponte di Piave|ISBN=978-88-85832-47-3}}
* {{cita libro|autore=Mauro Biani|titolo=Come una specie di sorriso|editore=[[Stampa Alternativa]]|città=Viterbo|data=2009}}
* {{cita libro|autore=Ivo Milazzo|autore2= Fabrizio Càlzia|titolo=Uomo Faber - biografia a fumetti di Fabrizio De André|editore=De Agostini|città= Novara|data= 2010}}
* Fabrizio De André viene citato nel volume 151 di ''[[Tex Willer|Tex - Collezione storica a colori]]'' (''A due passi dalla morte''). In particolar modo si parla dell'album ''[[L'indiano]]'' e del brano ''Fiume Sand Creek''.{{senza fonte}}
* In un volume di ''[[Dylan Dog]]'' vengono citati alcuni versi del brano ''Un chimico''.{{senza fonte}}
 
== Archivio e biblioteca personale ==
La Biblioteca di area umanistica dell'[[Università degli studi di Siena]] conserva il [[Fondo Fabrizio De André]]<ref>{{Cita web|url=http://www.fabriziodeandre.it/centro-studi/archivio/|titolo=Archivio Fabrizio De André|editore=Università degli Studi di Siena|accesso=9 febbraio 2018}}</ref>, comprendente carte familiari, corrispondenza, scritti connessi all'elaborazione dei testi delle canzoni (con particolare riguardo agli album ''Le Nuvole'' e ''Anime salve)'' e materiali relativi all’organizzazione di ''tournée.'' È inoltre presente un nucleo di libri appartenuti al cantautore.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giuseppe Adduci|titolo=Fabrizio De André|editore= Gammalibri|data= 1987}}
<div class="references-small" style="-moz-column-count:2; column-count:2;">
* [[Piero Ameli]], introduzione a {{cita libro|||L'amore sacro, l'amore profano. Omaggio a Fabrizio De André|2006|Rizzoli|Milano|collana=BUR senzafiltro}}
* [[Luigi Granetto]] (a cura di), ''Canzoni di Fabrizio De André'', Roma, [[Lato Side]], 1978.
* {{cita libro|autore=Monica Andrisani|titolo=Fabrizio De André e la buona novella. Vangeli apocrifi e leggende popolari|città=Firenze|editore=Firenze Atheneum|data= 2002}}
* [[Marco Neirotti]], ''Fabrizio De André'', Torino, EDA, 1982.
* {{cita libro|autore=Marco Ansaldo|titolo= Le molte feritoie della notte I volti nascosti di Frabrizio De André|anno= 2015|ed=1 |editore= UTET|isbn=978-88-511-3496-9}}
* [[Giuseppe Adduci]], ''Fabrizio De André'', Gammalibri, 1987.
* {{cita libro|[[Juri Aparo]]|e [[Sergio Cusani]] (da un'idea di)|Faber, amico fragile... Una serata insieme per gli ultimi|2000|altri=Teatro Carlo Felice, domenica 12 marzo 2000|s. n.|s. l.}}
* [[Doriano Fasoli]] (a cura di), ''Fabrizio De André. Da Marinella a Creuza de mä'', Roma, Edizioni Associate, 1989.
* {{cita libro|titolo=I nostri cantautori|autore1=Gianfranco Baldazzi|autore2=Luisella Clarotti|autore3=Alessandra Rocco|editore=Thema Editore|anno=1990|isbn=9788871590691|cid=Baldazzi ''et al.''}}
* [[Cesare G. Romana]], ''Amico Fragile'', Milano, Sperling & Kupfer, 1991. ISBN 88-200-1214-6 | poi Milano, Sperling Paperback, 2000. ISBN 88-8274-146-X | poi Roma, Arcana, 2009. ISBN 9788862310680
* {{cita libro|curatore=[[Eliseo Baroni]] ''et al.''|titolo=Lisetta Carmi e Pinuccio Sciola per Fabrizio De André|città=Casalgrande|editore=Comune di Casalgrande|collana=Quaderni di Casalgrande|numero=3|anno=2006}}
* Doriano Fasoli, ''Fabrizio De André. La cattiva strada. Da Carlo Martello a Don Raffaè'', Roma, Edizioni associate, 1995. ISBN 88-267-0239-X
* {{cita libro|curatore=[[Riccardo Bertoncelli]]|titolo=Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André|città=Firenze|editore=Giunti|anno=2003|ISBN=88-09-02853-8|cid=Bertoncelli 2003}} Nuova edizione 2012, {{ISBN|9788809773738}}
* Fabrizio De André, [[Alessandro Gennari]], ''Un destino ridicolo'', Torino, Einaudi, 1996. ISBN 88-06-14255-0
* {{cita libro|autore1=[[Vittorio Bo]]|autore2=[[Guido Harari]]|autore3=[[Studio Azzurro]]|titolo=Fabrizio De André. La mostra|città=Cinisello Balsamo|editore=Silvana|anno=2008|ISBN=9788836612635}}
* Fabrizio De André (cinque poesie), [[Maura Cantamessa]] (sei calcografie), ''Luce, luce lontana'', Bergamo, El Bagatt, 1997.
* {{cita libro|Sara|Boero|C'era una volta De André|2013|Chinaski Edizioni|Genova|ISBN=978-88-98155-09-5}}
* [[Romano Giuffrida]], [[Bruno Bigoni]] (a cura di), ''Fabrizio De André. Accordi eretici'', Milano, Euresis, 1997. ISBN 88-87112-08-8 | poi Milano, Rizzoli, 2008. ISBN 9788817024105
* {{cita libro|Sara|Boero|Fabrizio De André e i pellegrini sulla cattiva strada|2019|Chinaski Edizioni|Genova|ISBN=978-88-9975-956-8}}
* [[Matteo Borsani]], [[Luca Maciacchini]], ''Anima salva. Le canzoni di Fabrizio De André'', Mantova, Tre lune, 1999. ISBN 88-87355-19-3
* Fabrizio{{cita Delibro|[[Matteo André,Borsani]]|e ''Come[[Luca un'anomaliaMaciacchini]]|Anima salva. Tutte leLe canzoni'', Torino,di Einaudi,Fabrizio De André|1999.|Tre lune|Mantova|ISBN =88-0687355-1530619-4 3}}
* {{cita libro|autore=Pierfrancesco Bruni|titolo=Fabrizio De André. Il cantico del sognatore mediterraneo|città= Castrovillari|editore= Il Coscile|data= 2001| ISBN= 88-87482-22-5}}
* Doriano Fasoli, ''Fabrizio De André. Passaggi di tempo. Da Carlo Martello a Princesa'', Roma, Edizioni associate, 1999, 2001. ISBN 88-267-0286-1, ISBN 88-267-0309-4 . | poi Roma, Coniglio, 2009. ISBN 9788860631978
* {{cita libro|autore=Biagio Buonuomo|titolo=Fabrizio De André. Le storie, la storia|città= Napoli|editore= La Città del Sole|data= 2000| ISBN= 88-8292-055-0}}
* [[Vincenzo Mollica]], (a cura di), ''Segni De André'', Città di Castello (PG), Edizioni Di, 1999. ISBN 88-87070-22-9
* {{cita libro|autore=Franca Canero Medici|titolo=Fabrizio De André, un volo tra amore e morte. Alla fontana dei colombi nella casa di pietra|città= Roma|editore= Editrice Bibliosofica|data= 2000| ISBN= 88-87660-02-6}}
* [[Juri Aparo]], [[Sergio Cusani]] (da un'idea di), ''Faber, amico fragile.... Una serata insieme per gli ultimi. Teatro Carlo Felice, domenica 12 marzo 2000'', s. l., s. n., 2000.
* {{cita libro|Franca|Canero Medici|Lo sguardo si fermava obliquo, un volo di ghiandaia. Per ricordare un amico, Fabrizio De André|2003|Editrice Bibliosofica|Roma|ISBN=88-876-6010-7}}
* [[Biagio Buonuomo]], ''Fabrizio De André. Le storie, la storia'', Napoli, La Città del Sole, 2000. ISBN 88-8292-055-0
* {{cita libro|autore1=Andrea Cannas|autore2=[[Antioco Floris]]|autore3=[[Stefano Sanjust]]|titolo=Cantami di questo tempo. Poesia e musica in Fabrizio De André|città=Cagliari|editore=Aipsa Edizioni|anno=2007|ISBN=978-88-87636-97-0}}
* [[Franca Canero Medici]], ''Fabrizio De André, un volo tra amore e morte. Alla fontana dei colombi nella casa di pietra'', Roma, Editrice Bibliosofica, 2000. ISBN 88-87660-02-6
* {{cita libro|wkautore=Ettore Cannas|Ettore|Cannas|La dimensione religiosa nelle canzoni di Fabrizio De André|2006|Segno|Tavagnacco|ISBN=88-7282-931-3}}
* [[Antonio Di Gennaro]], ''L'esperienza del dolore e del sacro nella poesia di Fabrizio De André'', in ''Parole scomposte. Poesie'', Napoli, Lettere italiane, 2000. ISBN 88-7188-469-8
* {{cita libro|wkautore=Ernesto Capasso|Ernesto|Capasso|Poeti con la chitarra. La storia e la letteratura raccontate dai cantautori italiani|2004|Bastogi|Foggia|isbn=8881856190}}
* [[Alfredo Franchini]], ''Uomini e donne di Fabrizio De André'', Genova, Frilli, 2000. ISBN 88-87923-05-1
* {{cita libro|autore=[[Pino Casamassima]]|titolo=Fabrizio De André. La vita, le canzoni, le immagini|città=Genova|editore=De Ferrari|anno=2001|ISBN=88-7172-409-7}}
* [[Luigi Viva]], ''Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André'', Milano, Feltrinelli, 2000. ISBN 880781580X
* {{cita libro|autore=Centro Studi Fabrizio De André (a cura del)|titolo=Il suono e l'inchiostro|città=Milano|editore=Chiarelettere|anno=2009|ISBN=978-88-6190-037-0}}
* [[Pierfrancesco Bruni]], ''Fabrizio De André. Il cantico del sognatore mediterraneo'', Castrovillari, Il Coscile, 2001. ISBN 88-87482-22-5
* {{cita libro|curatore=[[Giovanni A. Cerutti]]|titolo=Cantautori a Natale. Testi di Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni|altri=con un testo di Riccardo Bertoncelli|città=Novara|editore=Interlinea|anno=2008}}
* [[Pino Casamassima]], ''Fabrizio De André. La vita, le canzoni, le immagini'', Genova, De Ferrari, 2001. ISBN 88-7172-409-7
* {{cita libro|wkautore=Giuseppe Cirigliano|Giuseppe|Cirigliano|Il "primo" De André|2004|Emmelibri|Novara|isbn=979-8426942509}}
* [[Marco Delpino]] (a cura di), ''All'ombra dell'ultimo sole.... Omaggio a Fabrizio De André'', Santa Margherita Ligure, Tigullio-Bacherontius, 2001.
* {{cita libro|curatore=[[Nicola Cirillo]]|titolo=Come una specie di sorriso. I personaggi delle canzoni di Fabrizio De André rivivono nelle vignette di Mauro Biani|città=Viterbo|editore=Stampa alternativa/Nuovi equilibri|anno=2009|ISBN=978-88-6222-107-8}}
* [[Guido Harari]] (a cura di), ''Fabrizio De André. E poi, il futuro'', Milano, Mondadori, 2001. ISBN 88-04-49708-4
* {{cita libro|wkautore=Massimo Cotto|Massimo|Cotto|Fabrizio De André. Doppio lungo addio|2006|Aliberti|Reggio Emilia|isbn=9788874242955}}
* [[Reinhold Khol]] (fotografie di), ''Fabrizio De André. In volo per il mondo'', Aulla, Mori, 2001. ISBN 88-86561-05-9
* {{cita libro|curatore=[[Guido Davico Bonino]]|titolo=Le cento più belle poesie d'amore italiane. Da Dante a De André. Antologia con illustrazioni d'arte|città=Novara|editore=Interlinea|anno=2010|ISBN=978-88-8212-709-1}}
* [[Andrea Podestà]], ''Fabrizio De André. In direzione ostinata e contraria'', Rapallo, Zona, 2001. ISBN 88-87578-16-8 | poi Civitella in Val di Chiana, Zona, 2003. ISBN 888757863X
* {{cita libro|curatore=Marco Delpino|titolo=All'ombra dell'ultimo sole.... Omaggio a Fabrizio De André|città=Santa Margherita Ligure|editore=Tigullio-Bacherontius|data= 2001}}
* [[Monica Andrisani]], ''Fabrizio De André e la buona novella. Vangeli apocrifi e leggende popolari'', Firenze, Firenze Atheneum, 2002.
* {{cita libro|autore=[[GiorgioVitangelo Carlo Maria GallioneDenora]],|titolo=Dal letame nascono i fiori. Una lettura teologica de ''La buona novella di Fabrizio De André'', Torino, Einaudi, 2002. |città=Roma|editore=AdP|anno=2004|ISBN =88-067357-16434358-14}}
* {{cita libro|Antonio|Di Gennaro|capitolo=L'esperienza del dolore e del sacro nella poesia di Fabrizio De André|url=https://books.google.it/books?id=GlsF5PTahGgC&hl=it&source=gbs_navlinks_s|Parole scomposte. Poesie|2000|Lettere italiane|Napoli|ISBN=88-7188-469-8}}
* Romano Giuffrida, ''De André. Gli occhi della memoria. Tracce di ricordi con Fabrizio'', Milano, Eleuthera, 2002. ISBN 88-85060-61-7
* {{cita libro|wkautore=Maurizio Di Paolo|Maurizio|Di Paolo|L'ultimo disco di De André|2009|Il Filo|Roma|ISBN=978-88-567-0647-5}}
* [[Enrico Grassani]], ''Anche se voi vi credete assolti.... Fabrizio De André. Attualità del messaggio poetico e sociale'', Pavia, Selecta, 2002.
* {{cita libro|curatore=Sergio "Teddy" Di Tonno|titolo=Fabrizio De André. 1958-1968. Dieci anni in Valle Scrivia|città=Busalla|editore=La lontra|anno=2005|ISBN|88-901505-2-1}}
* [[Fernanda Pivano]], Cesare G. Romana, [[Michele Serra]], ''De André il corsaro'', Novara, Interlinea, 2002. ISBN 88-8212-354-5
* {{cita libro|Sergio "Teddy"|Di Tonno|Fabrizio de André e la Genova d'Appennino|2009|Joker Edizioni|Novi Ligure|ISBN=978-88-7536-222-5}}
* [[Federico Vacalebre]], ''De André e Napoli. Storia d'amore e d'anarchia'', Milano, Sperling & Kupfer, 2002. ISBN 88-200-3375-5
* {{cita libro|wkautore=Giovanni Dotoli|Giovanni|Dotoli|Fabrizio De André traduttore della parola euro-mediterranea|2009|Schena|Fasano|isbn=978-8882298234}}
* [[Riccardo Bertoncelli]] (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', Firenze, Giunti, 2003. ISBN 8809028538
* {{cita libro|curatore1=Giovanni Dotoli|curatore2=[[Mario Selvaggio]]|Fabrizio De André fra traduzione e creazione letteraria. Atti della Giornata di studio, Libera Università degli studi San Pio V, Roma, 12 gennaio 2009|2009|Schena|Fasano|ISBN=978-88-8229-839-5}}
* Franca Canero Medici, ''Lo sguardo si fermava obliquo, un volo di ghiandaia. Per ricordare un amico, Fabrizio De André'', Roma, Editrice Bibliosofica, 2003. ISBN - 88-876-6010-7
* {{cita libro|autore=[[Pablo Echaurren]] (disegni di), ''|titolo=Girotondo'', |città=Roma, Galucci|editore=Gallucci Editore, |anno=2003, 2006. |ISBN =88-88716-06-8}} 2ª ed. 2006, {{ISBN |88-88716-73-4 }}.
* {{cita libro|Massimo|Emanuelli|50 anni di storia della televisione attraverso la stampa settimanale|2004|Greco & Greco|Milano|isbn=8879803468|cid=Emanuelli}}
* Alfredo Franchini, ''Uomini e donne di Fabrizio De André. Conversazioni ai margini'', Genova, Frilli, 2003. ISBN 8887923612
* {{cita libro|curatore=[[Doriano Fasoli]]|titolo=Fabrizio De André. Da Marinella a Creuza de mä|città=Roma|editore= Edizioni Associate|data= 1989}}
* [[Paolo Ghezzi]], ''Il vangelo secondo De André. Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria'', Milano, Ancora, 2003, 2006. ISBN 88-514-0151-9, ISBN 88-514-0383-X
* {{cita libro|Doriano|Fasoli|Fabrizio De André. La cattiva strada. Da Carlo Martello a Don Raffaè|1995|Edizioni associate|Roma|ISBN=88-267-0239-X}}
* [[Ernesto Capasso]], ''Poeti con la chitarra. La storia e la letteratura raccontate dai cantautori italiani'', Foggia, Bastogi, 2004.
* {{cita libro|Doriano|Fasoli|Fabrizio De André. Passaggi di tempo. Da Carlo Martello a Princesa|1999|Edizioni associate|Roma|isbn=88-267-0286-1|cid=Fasoli 2009}} 2ª ed. 2001, {{ISBN|88-267-0309-4}}. Roma, Coniglio, 2009, {{ISBN|978-88-6063-197-8}}
* [[Giuseppe Cirigliano]], ''Il "primo" De André'', Novara, Emmelibri, 2004.
* {{cita libro|wkautore=Sebastiano Ferrari|Sebastiano|Ferrari|La prima generazione dei cantautori. "Scuola" genovese|2008|Bastogi|Foggia|ISBN=978-88-6273-112-6}}
* [[Vitangelo Carlo Maria Denora]], ''Dal letame nascono i fiori. Una lettura teologica de La buona novella di Fabrizio De André'', Roma, AdP, 2004. ISBN 88-7357-358-4
* {{cita libro|autore=Alfredo Franchini|titolo=Uomini e donne di Fabrizio De André|città=Genova|editore=Fratelli Frilli|data= 2000| ISBN= 88-87923-05-1}} 2ª ed. 2003, {{ISBN|88-87923-61-2|cid=Franchini}}.
* [[Giorgio Olmoti]], ''Fabrizio De André. Una musica per i dannati'', Milano, BMG Ricordi, 2004. ISBN 88-87018-27-8
* {{cita libro|wkautore=Mimmo Franzinelli|Mimmo|Franzinelli|Rock & servizi segreti. Musicisti sotto tiro. Da Pete Seeger a Jimi Hendrix a Fabrizio De André|2010|Bollati Boringhieri|Torino|ISBN=978-88-339-2057-3}}
* [[Riccardo Succi]], ''Laudate hominem. Uno studio "sacrilego" su La buona novella di Fabrizio De André'', Milano, Greco & Greco, 2004. ISBN 88-7980-350-6
* {{cita libro|autore=Giorgio Gallione|wkautore=Giorgio Gallione|titolo=La buona novella di Fabrizio De André|città= Torino|editore= Einaudi|data= 2002| ISBN= 88-06-16434-1}}
* [[Stefano Giannini]], ''Storia di un impiegato di Fabrizio De André'', Cagliari, La Riflessione, 2005.
* {{cita libro|titolo=Il dizionario del pop-rock|autore1=[[Enzo Gentile]]|autore2=Alberto Tonti|editore=Zanichelli|città=Bologna|anno=2014|cid=Gentile e Tonti}}
* [[Alfio Grasso]], ''Fabrizio De André. Anarchia e poesia'', Acireale, Bonanno, 2005. ISBN 88-7796-237-2
* {{cita libro|wkautore=Paolo Ghezzi|Paolo|Ghezzi|Il vangelo secondo De André. Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria|2003|Ancora|Milano|ISBN=88-514-0151-9|cid=Ghezzi}} 2ª ed. 2006, {{ISBN|88-514-0383-X}}
* [[Aldo Nove]], ''Lo Scandalo della Bellezza. Ispirato all'opera di Fabrizio De André'', Milano, No Reply, 2005.
* {{cita libro|wkautore=Stefano Giannini|Stefano|Giannini|Storia di un impiegato di Fabrizio De André|2005|La Riflessione|Cagliari|isbn=9788890245480}}
* [[Fernanda Pivano]], ''I miei amici cantautori'', Milano, A. Mondadori, 2005. ISBN 88-04-55051-1
* {{cita libro|autore=[[Romano Giuffrida]]|titolo=De André. Gli occhi della memoria. Tracce di ricordi con Fabrizio|città=Milano|editore= Eleuthera|data= 2002| ISBN= 88-85060-61-7}}
* Cesare G. Romana, ''Smisurate preghiere. Sulla cattiva strada con Fabrizio De André'', Roma, Arcana, 2005, 2009. ISBN 88-7966-394-1, ISBN 9788879663946
* {{cita libro|Romano|Giuffrida|altri=fotografie di Reinhold Kohl|Fabrizio De André, spesso mi ha fatto pensare|2008|Eleuthera|Milano|isbn=9788889490594}}
* Michele Serra et al., ''I bambini sono di sinistra'', Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17305-7
* {{cita libro|curatore1=Romano Giuffrida|curatore2=[[Bruno Bigoni]]|titolo=Fabrizio De André. Accordi eretici|città=Milano|editore=Euresis|anno=1997|ISBN=88-87112-08-8|postscript=nessuno}}; Milano, Rizzoli, 2008, {{ISBN|978-88-17-02410-5}}
* [[Lisa Tibaldi]], ''La poesia per musica di Fabrizio de André'', Civitella in Val di Chiana, Zona, 2005. ISBN 88-89702-18-4
* {{cita libro|curatore=Luigi Granetto|titolo=Canzoni di Fabrizio De André|città=Roma|editore= [[Lato Side]]|data= 1978}}
* [[Piero Ameli]] (introduzione di), ''L'amore sacro, l'amore profano. Omaggio a Fabrizio De André'', Milano, BUR senzafiltro, 2006.
* {{cita libro|wkautore=Enrico Grassani|Enrico|Grassani|Anche se voi vi credete assolti... Fabrizio De André. Attualità del messaggio poetico e sociale|2002|Selecta|Pavia}}
* [[Eliseo Baroni]]...et al. (a cura di), ''Lisetta Carmi e Pinuccio Sciola per Fabrizio De André'', Casalgrande, Comune di Casalgrande, 2006.
* {{cita libro|wkautore=Alfio Grasso|Alfio|Grasso|Fabrizio De André. Anarchia e poesia|2005|Bonanno|Acireale|ISBN=88-7796-237-2}}
* [[Ettore Cannas]], ''La dimensione religiosa nelle canzoni di Fabrizio De André'', Tavagnacco, Segno, 2006. ISBN 88-7282-931-3
* {{cita libro|curatore=[[Guido Harari]]|titolo=Fabrizio De André. E poi, il futuro|città=Milano|editore=Mondadori|anno=2001|ISBN=88-04-49708-4}}
* [[Massimo Cotto]], ''Fabrizio De André. Doppio lungo addio'', Reggio Emilia, Aliberti, 2006.
* {{cita libro|curatore1=Guido Harari|curatore2=[[Franz Di Cioccio]]|titolo=Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock. Il diario ufficiale della leggendaria tournée|città=Milano|editore=Chiarelettere|anno=2008|ISBN=978-88-6190-066-0}}
* [[Roberto Iovino]], ''Fabrizio De André. L'ultimo trovatore'', Genova, F.lli Frilli, 2006. ISBN 88-7563-157-3
* [[Michele{{cita Neri]],libro|wkautore=Roberto [[Claudio Sassi]], [[Franco Settimo]], ''Iovino|Roberto|Iovino|Fabrizio De André. Discografia illustrata'L', Roma, Coniglio,ultimo trovatore|2006.|Fratelli Frilli|Genova|ISBN =88-888337563-87157-3 }}
* {{cita libro|autore=[[AlessandroReinhold SinopoliKohl]], ''(fotografie di)|titolo=Fabrizio De André. AnimeIn salve'',volo Milano,per Auditorium, 2006.il mondo|città=Aulla|editore=Mori|anno=2001|ISBN =88-8678486561-3605-8 9}}
* {{cita libro|Massimiliano|Lepratti|De André in classe. Proposta didattica a partire dalle canzoni di Faber|2010|EMI|Bologna|ISBN=978-88-307-1952-1}}
* [[Giorgio Vasta]], ''Deandreide. Storie e personaggi di Fabrizio De André in quattordici racconti di scrittori italiani'', Milano, BUR, 2006.
* {{cita libro|wkautore=Guido Michelone|Guido|Michelone|Morgan, De André, Lee Masters. Una «Spoon River» tutta italiana|2009|Barbera editore|Siena|ISBN=978-88-7899-305-1}}
* Andrea Cannas, [[Antioco Floris]], [[Stefano Sanjust]], ''Cantami di questo tempo. Poesia e musica in Fabrizio De André'', Cagliari, Aipsa Edizioni, 2007. ISBN 9788887636970
* {{cita libro|Guido|Michelone|Fabrizio De André. La storia dietro ogni canzone|2011|Barbera Editore|Siena|ISBN=978-88-7899-511-6}}
* Fabrizio De André, ''Una goccia di splendore. Un'autobiografia per parole e immagini'', Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 9788817011662
* {{cita libro|curatore=[[Vincenzo Mollica]]|titolo=Segni De André|città=Città di Castello|editore= Edizioni Di|data= 1999| ISBN= 88-87070-22-9}}
* [[Raffaella Saba]], ''Hotel Supramonte. Fabrizio De André e i suoi rapitori'', Pieve al Toppo, Civitella in Val di Chiana, Zona, 2007. ISBN 9788889702734
* {{cita libro|titolo=Dizionario dei cantautori|autore1=Giangilberto Monti|autore2=Veronica Di Pietro|editore=Garzanti|città=Milano|anno=2003|isbn=9788811740353|cid=Monti e Di Pietro}}
* [[Sergio Algozzino]], ''Ballata per Fabrizio De André'', Ponte di Piave, BeccoGiallo, 2008. ISBN 9788885832473
* {{cita libro|autore=Marco Neirotti|wkautore=Marco Neirotti|titolo=Fabrizio De André|città=Torino|editore= EDA|data= 1982}}
* [[Vittorio Bo]], [[Guido Harari]], Studio Azzurro (a cura di), ''Fabrizio De André. La mostra'', Cinisello Balsamo, Silvana, 2008.
* {{cita libro|autore1=[[Michele Neri]]|autore2=[[Claudio Sassi]]|autore3=[[Franco Settimo]]|titolo=Fabrizio De André. Discografia illustrata|città=Roma|editore=Coniglio|anno=2006|ISBN=88-88833-87-0}}
* [[Giovanni A. Cerutti]], ''Cantautori a Natale. Testi di Fabrizio De Andre, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni'', Novara, Interlinea, 2008.
* {{cita libro|wkautore=Aldo Nove|Aldo|Nove|Lo scandalo della bellezza. Ispirato all'opera di Fabrizio De André|2005|No Reply|Milano|isbn=8889155051}}
* [[Sebastiano Ferrari]], ''La prima generazione dei cantautori. "Scuola" genovese'', Foggia, Bastogi, 2008; ISBN 978-88-6273-112-6
* {{cita libro|Antonio|Oleari|Un viaggio lungo 40 anni. Senza orario senza bandiera|2008|Aereostella|Milano|ISBN=978-88-901648-7-3}}
* Guido Harari, Franz Di Cioccio (a cura di), ''Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock. Il diario ufficiale della leggendaria tournee'', Milano, Chiarelettere, 2008. ISBN 9788861900660
* Reinhold{{cita Kohllibro|wkautore=Giorgio (foto di), ''Olmoti|Giorgio|Olmoti|Fabrizio De André,. spessoUna mimusica haper fattoi pensare'',dannati|2004|BMG Ricordi|Milano, Eleuthera, 2008.|ISBN=88-87018-27-8}}
* {{cita libro|Walter|Pistarini|Il libro del mondo. Le storie dietro le canzoni di Fabrizio De André|2010|Giunti|Firenze|ISBN=978-88-09-74851-4}}
* [[Antonio Oleari]], ''Un viaggio lungo 40 anni. Senza orario senza bandiera'', Milano, Aereostella, 2008. ISBN 9788890164873
* [[Franco{{cita Zanetti]], con Claudio Sassi, ''libro|Walter|Pistarini|Fabrizio De André incanzoni concerto''nascoste, storie segrete|2013|Firenze-Milano, |Giunti, 2008. ISBN|isbn=8809786343|cid=Pistarini 97888090621152013}}
* {{cita libro|Federico|Pistone|Tutto De André - Il racconto di 131 canzoni|2018|Arcana|Roma|ISBN=978-88-6231-566-1}}
* Centro Studi Fabrizio De André (a cura del), ''Il suono e l'inchiostro'', Milano, Chiarelettere, 2009. ISBN 9788861900370
* {{cita libro|wkautore=Fernanda Pivano|Fernanda|Pivano|I miei amici cantautori|2005|Mondadori|Milano|ISBN=88-04-55051-1|cid=Pivano 2005}}
* [[Sergio "Teddy" Di Tonno]], ''Fabrizio de André e la Genova d'Appennino'', Novi ligure, Joker Edizioni, 2009. ISBN 9788875362225
* {{cita libro|autore1=Fernanda Pivano|autore2=[[Cesare G. Romana]]|autore3=[[Michele Serra]]|titolo=De André il corsaro|città=Novara|editore=Interlinea|anno=2002|ISBN=88-8212-354-5}}
* [[Giovanni Dotoli]], ''Fabrizio De André traduttore della parola euro-mediterranea'', Fasano, Schena, 2009.
* {{cita libro|Andrea|Podestà|Fabrizio De André. In direzione ostinata e contraria|2001|Zona|Rapallo|ISBN=88-87578-16-8|postscript=nessuno|cid=Podestà 2001}}; Civitella in Val di Chiana, Zona, 2003, {{ISBN|88-87578-63-X}}.
* Giovanni Dotoli, [[Mario Selvaggio]] (a cura di), ''Fabrizio De André fra traduzione e creazione letteraria. Atti della Giornata di studio, Libera Universita degli studi San Pio V, Roma, 12 gennaio 2009'', Fasano, Schena, 2009. ISBN 88-8229-839-5
* {{cita libro|autore= Andrea Podestà, ''|titolo=Bocca di rosa. Scese dal treno a Sant'Ilario e fu la rivoluzione'', |città=Civitella in Val di Chiana,|editore= Zona,|data= 2009.| ISBN= 978 -88 -95514 -83 -3}}
* {{cita libro|autore=Claudio Porchia|titolo=I fiori di Faber. Dai diamanti non nasce niente...|città=Vallecrosia|editore=Zem|data= 2009| ISBN= 978-88-904516-0-7}}
* [[Federico Premi]], ''Fabrizio De André, un'ombra inquieta. Ritratto di un pensatore anarchico'', Trento, Il margine, 2009. ISBN 9788860890467
* {{cita libro|autore=Federico Premi|titolo=Fabrizio De André, un'ombra inquieta. Ritratto di un pensatore anarchico|città=Trento|editore=Il margine|anno=2009| ISBN= 978-88-6089-046-7}}
* Claudio Sassi, [[Walter Pistarini]] (a cura di), ''De André talk. Le interviste e gli articoli della stampa d'epoca'', Roma, [[Coniglio editore]], 2009. ISBN 9788860631534
* {{cita libro|Giovanni|Ricci|La Sardegna dei sequestri. Dalle gesta di Graziano Mesina al rapimento del piccolo Farouk, dal sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi al caso Soffiantini|2009|Newton Compton|Roma|ISBN=978-88-541-1582-8}}
* [[Riccardo Storti]], ''I vangeli di Fabrizio De André. La buona novella compie 40 anni'', Milano, Aereostella, 2009. ISBN 9788896212042
* {{cita libro|Cesare G.|Romana|Amico Fragile|1991|Sperling & Kupfer|Milano|ISBN=88-200-1214-6|postscript=nessuno|cid=Romana 1991}}; Milano, Sperling Paperback, 2000, {{ISBN|88-8274-146-X}}; Roma, Arcana, 2009, {{ISBN|978-88-6231-068-0}}.
* {{Cita libro|nome=Forcellini|cognome=Teodoro|coautori=con una prefazione di [[Luigi Granetto]]|titolo=Battisti contro De André. Il più grande malinteso della musica italiana|editore=Scipione Editore|mese=gennaio|anno=2010|id=ISBN 8883641434 }}
* {{cita libro|Cesare G.|Romana|Smisurate preghiere. Sulla cattiva strada con Fabrizio De André|2005|Arcana|Roma|ISBN=88-7966-394-1}} 2ª ed. 2009, {{ISBN|978-88-7966-394-6}}.
</div>
* {{cita libro|wkautore=Raffaella Saba|Raffaella|Saba|Hotel Supramonte. Fabrizio De André e i suoi rapitori|2007|Zona|Pieve al Toppo-Civitella in Val di Chiana|ISBN=978-88-89702-73-4}}
* {{cita libro|wkautore=Silvia Sanna|Silvia|Sanna|Fabrizio De André. Storie, memorie ed echi letterari|2009|Effepi|Monte Porzio Catone|ISBN=978-88-6002-015-4}}
* {{cita libro|curatore1=[[Claudio Sassi]]|curatore2=[[Walter Pistarini]]|curatore3=[[Luciano Ceri]]|titolo=De André talk. Le interviste e gli articoli della stampa d'epoca|città=Roma|editore=Coniglio|anno=2009|ISBN=978-88-6063-153-4|cid=Sassi ''et al.''}}
* {{cita libro|Claudio Sassi|e [[Odoardo Semellini]]|Il maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta|2012|Aereostella|Milano|ISBN=978-88-96212-33-2}}
* {{cita libro|wkautore=Alessandro Sinopoli|Alessandro|Sinopoli|Fabrizio De André. Anime salve|2006|Auditorium|Milano|ISBN=88-86784-36-8}}
* {{cita libro|wkautore=Riccardo Storti|Riccardo|Storti|I vangeli di Fabrizio De André. La buona novella compie 40 anni|2009|Aereostella|Milano|ISBN=978-88-96212-04-2}}
* {{cita libro|Riccardo|Succi|Laudate hominem. Uno studio "sacrilego" su La buona novella di Fabrizio De André|2004|Greco & Greco|Milano|ISBN=88-7980-350-6}}
* {{cita libro|wkautore=Lisa Tibaldi|Lisa|Tibaldi|La poesia per musica di Fabrizio de André|2005|Zona|Civitella in Val di Chiana|ISBN=88-89702-18-4}}
* {{cita libro|wkautore=Federico Vacalebre|Federico|Vacalebre|De André e Napoli. Storia d'amore e d'anarchia|2002|Sperling & Kupfer|Milano|ISBN=88-200-3375-5}}
* {{cita libro|curatore=[[Elena Valdini]]|titolo=Volammo davvero. Un dialogo ininterrotto|città=Milano|collana=BUR|editore=Rizzoli|anno=2007|ISBN=88-17-01503-2}}
* {{cita libro|curatore=Elena Valdini|titolo=Tourbook. Fabrizio De André 1975/98|città=Milano|editore=Chiarelettere|anno=2009|ISBN=978-88-6190-036-3}}
* {{cita libro|curatore=Elena Valdini, Fondazione Fabrizio De André ONLUS|titolo=Ai bordi dell'infinito. Saggi e testimonianze intorno al pensiero di Fabrizio De André|città=Milano|editore=Chiarelettere|anno=2012|ISBN=978-88-6190-035-6}}
* {{cita libro|curatore=[[Giorgio Vasta]]|Deandreide. Storie e personaggi di Fabrizio De André in quattordici racconti di scrittori italiani|2006|Rizzoli|collana=BUR|isbn=8817009520}}
* {{cita libro|autore=[[Luigi Viva]]|titolo=Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André |url=https://archive.org/details/nonperundiomanem0000viva|anno= 2000|editore= Feltrinelli|città= Milano|cid=Viva 2000|ISBN=88-07-81580-X}}
* {{cita libro|autore=[[Franco Zanetti]]|coautori=con Claudio Sassi|titolo=Fabrizio De André in concerto|città=Firenze-Milano|editore=Giunti|anno=2008|ISBN=978-88-09-06211-5|cid=Zanetti e Sassi}}
 
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*{{Dmoz|World/Italiano/Arte/Musica/Artisti/D/De_Andr%c3%a9,_Fabrizio/}}
*[ {{cita testo|url=http://wwwfaberdeandre.palazzoducalealtervista.genova.itorg/deandre/index.htm |titolo=Sito dellasu mostraAltervista dedicata asu Fabrizio De André al Palazzo Ducale di Genova]}}
* {{cita testo|url=http://www.legacyrecordings.it/artisti/de-andre-fabrizio/|titolo=Pagina di Fabrizio De André sul sito ufficiale Legacy Recordings}} (catalogo Sony Music), legacyrecordings.it
*[http://www.archiviodeandre.com/ Archivio De André]
* {{cita web | url = http://www.palazzoducale.genova.it/deandre/index.htm | titolo = Sito della mostra dedicata a Fabrizio De André al Palazzo Ducale di Genova | accesso = 21 gennaio 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081228115557/http://www.palazzoducale.genova.it/deandre/index.htm | urlmorto = sì }}
*[http://www.fondazionedeandre.it/ Fondazione Fabrizio De André]
* {{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/fabrizio-de-andre/560/default.aspx|titolo=Fabrizio De André - In direzione ostinata e contraria|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121204155328/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/fabrizio-de-andre/560/default.aspx }}
*[http://www.faberdeandre.com/ FaberDeAndré.Com]
* {{cita web|url=http://www.ondarock.it/italia/fabriziodeandre.htm|titolo=Fabrizio De Andre' - biografia, recensioni, discografia, foto :: OndaRock}}
*[http://www.viadelcampo.com/ Viadelcampo.Com]
*[http://www.creuzadema.net/deandre/ Creuza de ma]
*[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=269 Fabrizio De André - In direzione ostinata e contraria] La Storia siamo Noi - Rai Educational
 
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