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La '''storia delle Marche''' è segnata da momenti unificanti e da altre fasi in cui essa risulta dall'unione della storia delle singole città, che spesso ebbero vicende parallele, ma ricche di specificità.
 
Le '''Marche''' hannosono certamenteinfatti una lororegione fortemente caratterizzata da una vocazione alla pluralità, come ciindica dice anchegià il nome, maattualmente hannounico ancheal plurale tra le regioni italiane. La varietà culturale e linguistica non deve però ingannare, in quanto i fattori unificanti fortissimisono molti: il paesaggio, il carattere degli abitanti, la dimensione urbana di ogni pur piccolo centro abitato, una storia di autonomie parallele, una cultura dell'armonia in tutti i settori, una singolare ricchezza di poeti, musicisti e pittori, un modello economico-imprenditoriale esemplare; la stessa vocazione all'autonomia di ogni città, da alcuni invocata come prova della mancanza di unità, è in realtàparadossalmente il fattore maggiormente unificante. Il capoluogo stesso, [[Ancona]], non è il centro principale delle Marche perché le ha dominate in una qualche epoca, ma perché alla pari degli altri centri ha sempre seguito la sua strada senza pretese di conquista. Il nome storico della regione fino al [[1860]] è [[Marca di Ancona]], ma la maggiore importanza del capoluogo non è stata mai sopraffazione, cosicché ogni centro ha potuto sviluppare la sua vocazione ad essere capoluogo di sé stesso; anche comuni molto piccoli, che in altre regioni sono considerati paesini senza rilevanza, nelle Marche sono considerati a tutti gli effetti delle città. La storia della regione rispecchia quanto appena detto.
 
== Unità e pluralità ==
Le Marche nascono come unità etnica e culturale nell'[[età del ferro]], quando furono abitate per la loro interezza dai [[Piceni]], con gli importanti centri di [[Novilara]] (nei pressi di [[Pesaro]]), [[Ancona]], [[Belmonte Piceno]], [[Ascoli Piceno]]. Nel [[IV secolo]] il Piceno settentrionale venne invaso dai Galli [[Senoni]], mentre i [[Greci]] di [[Siracusa]] fondarono la colonia di Ancona. Dopo la [[battaglia di Sentino]] i Galli vennero sconfitti da una coalizione tra Romani e Piceni. Quando gli alleati romani divennero troppo invadenti, con la fondazione di colonie in territorio piceno, i Piceni si ribellarono, vennero sconfitti e dopo entrarono nello stato romano. Due importanti strade collegavano le Marche a [[Roma]]: la [[via Flaminia|Flaminia]] (che arrivava a [[Fano]]) e la [[via Salaria|Salaria]] (che arrivava a [[Porto d'Ascoli]]). Inoltre durante il periodo imperiale Ancona venne scelta da [[Traiano]] come porto di Roma verso Oriente, come prova anche l'iscrizione dell'[[arco di Traiano (Ancona)|arco di Traiano]] di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è chiamato "accessum Italiae", cioè "ingresso d'Italia". Alla caduta di dell'[[Impero Romano d'Occidente]] le Marche, dopo aver fatto parte del regno di [[Odoacre]] come il resto d'Italia, entrarono nell'orbita dell'[[Impero Romano d'Oriente]], mentre il vecchio nome, "Piceno", si perde. Nell'alto [[Medioevo]] il territorio regionale acquista il nome di [[Marca di Ancona]], nata dall'unificazione di varie marche, ossia "territori di confine" del [[Sacro Romano Impero]]. In epoca comunale fiorirono i comuni di [[Pesaro]], [[Fano]], [[Ancona]], [[Jesi]], [[Fermo]] e [[Ascoli Piceno]]. In particolare [[Ancona]] ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi rapporti marittimi con l'Oriente; è infatti una delle [[repubbliche marinare]] che non compaiono nello stemma della [[marina militare]]. Nel [[Rinascimento]] celebre in tutta Europa è la signoria di [[Urbino]], che fu un vero e proprio faro dell'arte italiana. Altre città importanti economicamente e culturalmente nel periodo delle signorie sono state quella di [[Camerino]], [[Fano]], [[Pesaro]], [[Senigallia]], [[Fabriano]], [[San Severino]]. Ancona, invece, alla pari con le altre città marinare italiane, mantenne il suo regime repubblicano. Tra la metà del 1500 e i primi decenni del 1600 le città marchigiane entrarono nello [[Stato della Chiesa]], che, come tutti gli stati regionali italiani, annullò le entità politiche più piccole. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di [[Clemente XII]] che nel 1700 tracciò la strada oggi detta [[Strada statale 76 della Val d'Esino|Vallesina]] e diede respiro all'economia regionale dichiarando [[Ancona]] [[porto franco]]. Con l'arrivo delle truppe francesi le Marche si diedero ordinamento repubblicano costituendosi in [[Repubblica Anconitana]], poi assorbita dalla [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]]. Durante il periodo [[Risorgimento|risorgimentale]] le Marche parteciparono alle lotte per l'unificazione con i moti di [[Macerata]] e con l'eroica resistenza di [[Ancona]] alle truppe austriache nel [[1849]], in contemporanea con [[Roma]] e [[Venezia]]. La battaglia finale dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche: fu la celebre [[battaglia di Castelfidardo]], che permise l'unione dei territori conquistati da [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] al sud con quelli redenti da [[Vittorio Emanuele II]] al nord. Con l'annessione all'[[Italia]] la Marca di Ancona cambiò nome e venne ufficialmente chiamata "Marche" con un plurale che ne sancisce l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali. Nella storia più recente si ricorda la [[settimana rossa]], la [[rivolta dei Bersaglieri]], e la partecipazione alla [[Resistenza italiana|Resistenza]].
;Preistoria
In [[Contrada Pace]] a [[Tolentino]] è stato ritrovato un sito all'aperto frequentato dai [[Cacciatori-raccoglitori|cacciatori-raccogliori]] del [[mesolitico]], risalente a crica {{formatnum:11000}} anni [[Before Present|dal presente]]. Oltre a [[Manufatto litico|manufatti litici]] della ''cultura sauveterriana,'' sono stati recuperati resti di armi e delle ossa delle prede cacciate<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Ministero Della Cultura|url=https://sabapancona.cultura.gov.it/tolentino-contrada-pace-scoperto-accampamento-preistorico/|titolo=Tolentino, Contrada Pace: scoperto accampamento preistorico|accesso=2025-08-09}}</ref>.
 
I territori delle odierne Marche vissero un momento unificante durante l'[[Età del ferro]], quando per la prima volta ebbero una certa unità etnica e culturale, essendo abitate per la loro interezza dai [[Piceni]], con gli importanti centri di [[Novilara]] (nei pressi di [[Pesaro]]), [[Ancona]], [[Belmonte Piceno|Belmonte]], [[Ascoli Piceno|Ascoli]]. Si può dire anzi che qualche fondamento delle moderne Marche, intese come regione amministrativa, nascano proprio con l'affermazione della civiltà picena. L'unità picena era culturale e religiosa, con centri di culto comuni, ma non politica.
== I primi insediamenti ==
;Il quadro culturale si arricchisce con l'arrivo dei Galli e dei Greci
Durante la [[preistoria]] il territorio marchigiano era abitato da popolazioni di cacciatori che abitavano in grotte naturali. Il primo documento della vita nella regione è il giacimento archeologico del [[Paleolitico]] inferiore ritrovato a [[Monte Conero]]. Dopo l'ultima [[glaciazione]], nel 5000 a.C circa, le popolazioni iniziarono a coltivare la terra ed allevare bestiame; sapevano navigare a vista e questo permise loro di iniziare la pesca.
Nel [[IV secolo]] il Piceno settentrionale venne invaso dai Galli [[Senoni]], mentre i [[Greci antichi|greci]] di [[Syrakousai|Siracusa]] fondavano la [[colonia greca|colonia]] di ''[[Ankón]]'' (Ancona). Questi eventi iniziano a segnare una netta divisione tra il Sud e il Nord dell'odierna Regione. Dopo la [[battaglia di Sentino]], il territorio regionale entrò prima nell'[[civiltà romana|orbita romana]] e poi sotto il dominio effettivo di Roma mantenendo però la suddivisione tra meridione e settentrione.
Dall'[[età del bronzo]] gli insediamenti iniziano a raggiungere una maggiore consistenza che porterà alla nascita della "civiltà appenninica" con scambi verso l'[[Umbria]] e la [[Dalmazia]]; a questo periodo risalgono le più antiche sepolture ritrovate.
 
Con la ripartizione del territorio italiano in ''[[Regioni dell'Italia augustea|regiones]]'', il vecchio territorio piceno viene inquadrato in due distinte ''regiones'': la parte a nord dell'[[Esino (fiume)|Esino]], chiamata ''Ager gallicus picenus''<ref>Per il nome ''Ager gallicus picenus'' vedi: Lorenzo Braccesi, ''Hellenikòs Kòlpos: supplemento a Grecità adriatica'' L'erma di Bretschneider, 2001 (pagina 110, testo consultabile su Google libri); Luca Antonelli, ''I Piceni: corpus delle fonti. La documentazione letteraria'', editrice L'Erma di Bretscneider, 2003; Adam Ziólkowski, ''Storia di Roma'', Pearson Italia S.p.a., 2006; Ulrico Agnati, ''Per la Storia Romana Della Provincia Di Pesaro e Urbino'', editrice L'Erma di Bretscneider, 1999</ref>, andò a far parte della ''[[Regio VI]]'', la parte a sud della ''[[Regio V]]'', sancendo così l'importanza dell'apporto culturale gallico. Con [[Diocleziano]] la regione venne nuovamente unificata nella più grande ripartizione della ''Flaminia et Picenum''.
Nel [[X secolo a.C.]] un popolazione italica era diffusa su tutta la regione ed l'[[Abruzzo]] settentrionale: i [[Piceni]]. Da questo momento in poi la regione ha una sua unità etnica. Il totem piceno del [[picchio]] compare infatti nell'attuale stemma della Regione. I [[Piceni]] raggiunsero il massimo splendore nel [[VII secolo a.C.|VII]]-[[VI secolo a.C.]]. I centri maggiori erano [[Novilara]], nei pressi di [[Pesaro]], [[Ancona]], [[Cupramarittima]] e [[Belmonte]].
 
Durante il periodo imperiale, il ruolo di centro di riferimento del territorio era svolto da Ancona, scelta da [[Traiano]] come porto di Roma verso Oriente (nell'[[arco di Traiano (Ancona)|arco di Traiano]] la città è chiamata "accessum Italiae", cioè "ingresso d'Italia").
La parte nord della regione, fu invasa nel [[IV secolo a.C.]] dai [[Galli Senoni]]
;Il nome cambia da "Piceno" a "Marca di Ancona"
Alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] le Marche, dopo aver fatto parte del [[regno di Odoacre]] come il resto d'Italia, entrarono nell'orbita dell'[[Impero romano d'Oriente]], mentre il vecchio nome, "Piceno", si perse. Nell'[[Alto Medioevo]] il territorio regionale, caduto nell'oblio il vecchio nome acquistò quello nuovo di [[Marca di Ancona]], nata dall'unificazione di varie [[marca (circoscrizione)|marche]], ossia "territori di confine" del [[Sacro Romano Impero]].
 
I confini della Marca nel Medioevo risultano chiaramente dalle [[Costituzioni egidiane]], redatte a Fano nel 1357. Da esse risulta che la [[Marca di Ancona]] in pratica coincideva con la regione attuale e che le cinque città considerate "maggiori" erano Urbino, Ancona, Camerino, Fermo ed Ascoli; tra le città considerate "grandi" si ricordano Pesaro, Fano, Fabriano, Jesi, Recanati e Macerata<ref>Filippo Ermini, ''Gli ordinamenti politici e amministrativi nelle «Constitutiones Aegidianae»'', Fratelli Bocca, 1893 - [https://www.archive.org/stream/gliordinamentip00ermigoog/gliordinamentip00ermigoog_djvu.txt Pagina web]</ref>.
;Nel Medioevo pluralità di liberi comuni, nel Rinascimento pluralità di signorie
In epoca comunale la regione fu caratterizzata da una fioritura di numerosi liberi comuni, tra i quali [[Pesaro]], [[Fano]], [[Ancona]], [[Jesi]], [[Fermo (Italia)|Fermo]] e [[Ascoli Piceno]]. In particolare [[Ancona]] ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi rapporti marittimi con l'Oriente; fu infatti una delle [[repubbliche marinare]]<ref name="treccani.it">Vedi: [http://www.treccani.it/enciclopedia/ancona_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)/ voce Ancona sull'Enciclopedia Treccani] e [http://www.treccani.it/enciclopedia/l-europa-tardoantica-e-medievale-i-territori-entro-i-confini-dell-impero-l-italia-ancona_(Il-Mondo-dell'Archeologia)/ L'Europa tardoantica e medievale (Treccani)]</ref>, senza peraltro coltivare intenti di dominio sul resto della regione.
 
Nel [[Rinascimento]] la regione vide l'affermarsi di varie signorie, nate dalla trasformazione dei comuni maggiori, senza che mai una prevalesse sull'altra. Celebre in tutta Europa fu la signoria di [[Urbino]], che fu un vero e proprio faro dell'arte italiana. Altre importanti signorie sono state quelle fiorite a [[Camerino]], [[Fano]], [[Pesaro]], [[Senigallia]], [[Fabriano]] e [[San Severino Marche|San Severino]]. Ancona, invece, alla pari con le altre città marinare italiane, mantenne il suo regime repubblicano.
;Unità e pluralità di rapporti con lo Stato della Chiesa
Tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento le città marchigiane entrarono, una città alla volta, nello [[Stato della Chiesa]]. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di [[Clemente XII]] che nel 1700 tracciò la strada oggi detta [[Strada statale 76 della Val d'Esino|Vallesina]] e diede respiro all'economia regionale dichiarando [[Ancona]] [[porto franco (economia)|porto franco]].
 
La Chiesa instaurò con ogni centro marchigiano un legame diversamente definito dal punto di vista giuridico, dando origine ad una pluralità di rapporti con il potere centrale.
;Unità di intenti nel periodo napoleonico e durante il Risorgimento
Con l'arrivo delle truppe francesi il territorio regionale trovò unità politica nella [[Repubblica Anconitana]], poi assorbita dalla [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]]. Durante il periodo [[Risorgimento|risorgimentale]] le città marchigiane parteciparono compatte alle lotte per l'unificazione, con i moti di [[Macerata]] e con l'eroica resistenza di [[Ancona]] durante l'[[Prima guerra d'indipendenza italiana#L'assedio e la resa di Ancona|assedio austriaco del 1849]], in contemporanea con [[Roma]] e [[Venezia]]. La battaglia finale dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche: fu la celebre [[battaglia di Castelfidardo]] che permise l'unione dei territori conquistati da [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] al sud con quelli redenti da [[Vittorio Emanuele II]] al nord.
;Con l'unità italiana il nome diventa definitivamente plurale
Già durante il [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]], il nome "Marche" e il nome "Marca di Ancona" erano stati usati alternativamente per definire il territorio regionale. Con l'annessione all'[[Italia]] la Marca di Ancona venne definitivamente denominata "Marche", con un plurale che ne sancisce l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali.
 
Nella storia più recente si ricordano tre momenti durante i quali la regione agì come un tutto unico: la [[Settimana rossa]], la [[Rivolta dei Bersaglieri]] e la partecipazione alla [[Resistenza italiana|Resistenza]].
 
== Le prime testimonianze ==
{{vedi anche|Museo archeologico nazionale delle Marche#Sezione preistorica}}
Durante il [[Paleolitico]] il territorio marchigiano era abitato da popolazioni di cacciatori che abitavano in grotte naturali. Il primo documento della vita nella regione è il giacimento archeologico del [[Paleolitico]] inferiore ritrovato a [[Monte Conero]].
 
Dopo l'ultima [[glaciazione]], nel 5000 a.C. circa, con la [[Rivoluzione neolitica]], le popolazioni iniziarono a coltivare la terra ed allevare bestiame; sapevano navigare a vista e questo permise loro di iniziare la pesca.
 
Dall'[[Età del bronzo]] gli insediamenti iniziano a raggiungere una maggiore consistenza che porterà alla nascita della "[[Cultura appenninica|civiltà appenninica]]" con scambi verso l'[[Umbria]] e la [[Dalmazia]]; a questo periodo risalgono le più antiche sepolture ritrovate.
 
Nel [[Periplo di Scilace]]<ref>{{lingue|grc}} Scylax Caryandensis, ''Periplus'', in "Hecataei Milesii fragmenta. Scylacis Caryandensis Periplus[https://books.google.it/books?]</ref>, le popolazioni della regione sono dette ''[[Umbri]]'', termine con il quale l'autore indicava genericamente i popoli italici diversi dai [[Sanniti]]<ref>* Giovanni Colonna, ''I popoli del medio Adriatico'', p. 11, in ''Piceni popolo d'Europa'' Roma, De Luca, 1999, ISBN 978-88-8016-355-8.</ref>.
In questo periodo si formarono diversi villaggi sulla destra del fiume [[Esino (fiume)|Esino]], fra cui [[Jesi]]<ref>[https://www.comune.jesi.an.it/VivereInCitta/ArteCultura/cenni_storici/index.html Sito ufficiale del Comune di Jesi]</ref>.
 
== La civiltà picena ==
{{vedi anche|Piceni|Museo archeologico nazionale delle Marche#Civiltà picena}}
Nel [[X secolo a.C.]] la regione raggiunse l'unità etnica e culturale, con i [[Piceni]], popolazione italica diffusa in tutte le Marche e nell'[[Abruzzo]] settentrionale. Il totem piceno del [[picchio]] compare infatti nell'attuale stemma della Regione. I [[Piceni]] raggiunsero il massimo splendore nel [[VII secolo a.C.|VII]]-[[VI secolo a.C.]] I centri maggiori erano [[Novilara]], nei pressi di [[Pesaro]], [[Ancona]], [[Numana]], [[Cupramarittima]] e [[Belmonte Piceno|Belmonte]]. Le testimonianze lasciate da questa civiltà sono molto ricche e fortemente caratterizzate, specie nella scultura, anche monumentale, nell'arte figurativa, che presenta una notevole fantasia nelle figure ed una tendenza all'[[astrattismo]], nell'originalità delle forme della ceramica, nell'abbondante uso dell'[[Ambra (resina)|ambra]], nella grande varietà di armi, nei vistosi corredi femminili.
 
La [[Lingua picena meridionale|lingua picena]] è di tipo [[Lingue italiche|italico]] ed era diffusa in tutta l'attuale regione; quattro iscrizioni attestano l'esistenza dell'enigmatica [[Lingua picena settentrionale|Lingua di Novilara]].
 
L'[[etnogenesi]] tradizionale dei Piceni, li ritiene originari dell'alta [[Sabina]]; da questa zona, in seguito ad una [[ver sacrum|primavera sacra]], si diressero dapprima verso la zona dell'odierna città di [[Ascoli Piceno]] e si diffuse poi in tutte le [[Marche]], sino alla zona dell'odierna [[Pesaro]]. Questa tradizione, rivista ed integrata dalle notizie tratte dalle scoperte archeologiche, è ancor oggi alla base delle ipotesi moderne sulle origini del popolo piceno<ref name="c">{{cita|''Piceni popolo d'Europa''|Gianluca Tagliamonte, ''L'origine sabina dei Piceni'', p. 12}}.</ref>. La primavera sacra che, secondo la tradizione, diede origine al popolo piceno è alla base dell'attuale stemma delle Marche. Quando infatti, tra gli anni settanta e gli anni novanta del Novecento, ogni regione italiana si trovò a decidere un simbolo per il proprio stemma, la regione Marche scelse l'immagine del totem del picchio che guidò la migrazione<ref>Si legge nel sito ufficiale della Regione Marche: "''La scelta trae origine da una antichissima tradizione che narra di popolazioni Sabine che nell'attraversare l'Appennino durante il ''ver sacrum'' portarono con sé un totem, un uccello sacro: il picchio''". La legge di adozione dello stemma è la n. 13 del 15 marzo 1980; vedi il sito ufficiale della regione Marche alla [http://www.regione.marche.it/Home/Istituzione/Stemma.aspx pagina]</ref><
 
== Greci e Galli ==
{{vedi anche|Ankón|Senoni}}
Nel [[IV secolo a.C.]], la regione vide l'arrivo dei [[Senoni|Galli Senoni]], popolazione gallica proveniente dalla provincia francese dello [[Champagne (provincia)|Champagne]]<ref>Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 35.</ref>, che occuparono tutto il settore settentrionale della regione, fino al [[Esino (fiume)|fiume Esino]], ma anche alcune zone più a sud.
 
Nello stesso periodo, nel [[387 a.C.]], i [[Greci]] di [[Siracusa]], di stirpe [[dori]]ca, fondarono la [[Colonizzazione greca in Occidente|colonia]] di [[Ankón]], l'attuale [[Ancona]]. Con la fondazione siracusana l'emporio divenne una città di lingua, cultura ed aspetto greco, che poi mantenne a lungo, quando già la regione circostante e l'Italia centrale erano entrate prima nell'influsso e poi nello [[repubblica romana|stato romano]].
 
I [[Piceni]], dunque, che prima dell'arrivo dei Sènoni vivevano in tutto il territorio che oggi definiamo marchigiano, si trovarono a convivere con culture diverse, che influirono profondamente sul loro modo di vivere, tanto che gli archeologi parlano di una nuova fase della civiltà picena: la "[[Piceni#Fase "Piceno VI"|Piceno IV]]", l'ultima di questo [[popoli italici|popolo italico]] prima della sua [[Romanizzazione (storia)|romanizzazione]]<ref>Delia Lollini, ''La civiltà picena'', in ''Popoli e civiltà dell'Italia antica'', Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1976, vol. V.</ref>. Nello stesso tempo, anche l'originaria cultura celtica dei Sènoni, a contatto con Piceni e Greci, subisce un'evoluzione, dissolvendosi in una ''koiné'' celto-greco-italica, dove l'elemento celtico rimase immutato solo per ciò che riguarda l'armamento<ref>Venceslas Kruta, ''I Senoni nel Piceno'', in AA.VV., ''Piceni. Popolo d’Europa'', Roma, De Luca, 1999, (pagina 175). ISBN 9788880164326.</ref>
 
Ankón, attraverso il suo porto, mantenne rapporti intensi con i principali centri del Mediterraneo orientale, come provano le testimonianze archeologiche, numerose e significative specialmente per l'[[Ellenismo|età ellenistica]]. Tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. fu gradatamente assorbita nello stato romano, pur rimanendo per alcuni decenni un'[[isola linguistica]] e culturale greca<ref>Maurizio Landolfi, ''Ancona greca e romana'', in ''Scultura nelle Marche'', a cura di Pietro Zampetti, Nardini editore, 1993.</ref>.
 
== Il periodo romano ==
Nel ([[299 a.C.]]) i [[Repubblica romana|Romani]] strinsero un'alleanza con i [[Piceni]] contro la coalizione che vedeva alleati Galli [[Senoni]], [[Etruschi]], [[Sanniti]], [[Umbri]] e [[Sabini]]. I [[Piceni]] avevano stretto questa alleanza con i [[Romani]] per reagire all'invasione gallica del loro territorio settentrionale, dal [[Foglia (fiume)|Foglia]] all'[[Esino (fiume)|Esino]]. Romani e Piceni sconfissero la coalizione avversaria nella [[battaglia di Sentino]] ([[295 a.C.]]). Ma nel [[269 a.C.]] i Piceni si trovarono accerchiati dalle nuove città fondate dai Romani e mossero guerra a Roma. La conseguente sconfitta di [[Ascoli Piceno|Ascoli]] ([[268 a.C.]]) consegnò definitivamente la regione ai Romani, restando libere formalmente soltanto Ascoli stessa e [[Ankón|Ancona]]. I Romani stabilirono nel tempo numerose colonie a ''[[Fermo|Firmum]]'' ([[264 a.C.]]), ''[[Jesi|Aesis]]'' ([[247 a.C.]]), ''[[Portorecanati|Potentia]]'' e ''[[Pesaro|Pisaurum]]'' ([[184 a.C.]]), ''[[Osimo|Auximum]]'' ([[157 a.C.]]). Con la ''Lex Flaminia de Agro Gallico et Piceno Viritim Dividundo'' ([[232 a.C.]]) molti ''cives'' si trasferirono nel nord della regione e, in capo a un decennio, vi fu portata la [[Via Flaminia]] ([[220 a.C.]]).
 
I Romani stabilirono nel tempo numerose colonie a ''[[Fermo (Italia)|Firmum]]'' ([[264 a.C.]]), ''[[Jesi|Aesis]]'' ([[247 a.C.]]), ''[[Area archeologica di Potentia|Potentia]]'' e ''[[Pesaro|Pisaurum]]'' ([[184 a.C.]]), ''[[Osimo|Auximum]]'' ([[157 a.C.]]). Con la ''Lex Flaminia de Agro Gallico et Piceno Viritim Dividundo'' ([[232 a.C.]]) molti ''cives'' si trasferirono nel nord della regione e, in capo a un decennio, vi fu portata la [[Via Flaminia]] ([[220 a.C.]]).
Il territorio regionale venne diviso fra la ''[[Regio V Picenum]]'' e la ''[[Regio VI Umbria]]''. Una battaglia decisiva dei Romani durante la [[seconda guerra punica]] fu la [[battaglia del Metauro]].
 
Durante questo periodo furono costruite opere difensive, come le mura di [[Osimo]], infrastrutture, come la [[via Flaminia]], la [[Via Salaria|Salaria]] e la [[Gola del Furlo|galleria del Furlo]], teatri, come a [[Teatro romano di Falerone|Falerone]], porti ed acquedotti. Strutture onorarie come la [[Arco d'Augusto (Fano)|Porta di Fano]] e l'[[Arco di Traiano (Ancona)|Arco di Traiano]].
Il territorio regionale venne diviso fra la ''[[Regio V Picenum]]'' e la ''[[Regio VI Umbria et ager Gallicus]]''. Inoltre i Romani iscrissero le zone a tribù diverse<ref>{{Cita web |url=https://docenti.unimc.it/simone.sisani/teaching/2015/15033/files/Storia%20Romana_3.pdf |titolo=Sito dell'Università di Macerata |accesso=25 novembre 2022 |dataarchivio=15 novembre 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221115135359/https://docenti.unimc.it/simone.sisani/teaching/2015/15033/files/Storia%20Romana_3.pdf |urlmorto=sì }}</ref>: ai [[Gens Pollia|Pollia]] l'[[Ager gallicus]]; ai [[Gens Lemonia|Lemonia]] [[Ankón|Ancona]] e [[Sentinum]]; alla [[Gens Camilia]], [[Pesaro|Pisaurum]] e [[Suasa]]; alla [[Gens Fabia]], [[ascoli Piceno|Asculum]]; alla [[Gens Velina]], il [[Regio V Picenum|Piceno]].
 
Una battaglia decisiva dei Romani durante la [[seconda guerra punica]] fu la [[battaglia del Metauro]].
Durante questo periodo furono costruite opere difensive, come le mura di [[Osimo]], infrastrutture, come la [[via Flaminia]], la [[Via Salaria|Salaria]] e la [[Gola del Furlo|galleria del Furlo]], teatri, come a [[Parco archeologico Falerio Picenus|Falerone]], porti ed acquedotti. Strutture onorarie come l'[[Arco d'Augusto (Fano)|Arco di Augusto]] a [[Fano]] e l'[[Arco di Traiano (Ancona)|Arco di Traiano]] ad [[Ancona]].
 
== Medioevo ==
===Alto Medioevo===
Negli ultimi anni del dominio romano le condizioni di vita si erano fatte molto pesanti, per questo la maggior parte della popolazione si era trasferita in altre zone d'Italia. Alla caduta dell'[[Impero romano d'Occidente]], la prima invasione fu da parte degli [[Eruli]] guidati da [[Odoacre]], che si stanziarono nel Piceno. Ma l'insediamento maggiore fu degli [[Ostrogoti]], in particolar modo ad [[Osimo]]. I [[Visigoti]] distrussero [[Ostra antica|Ostra]], [[Suasa]] ed [[Urbisaglia]]. Tra il [[535]] ed il [[553]] d.C., durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotico-bizantina]], il territorio marchigiano fu dapprima conquistato dai [[Impero bizantino|bizantini]], a parte [[Osimo]] ed [[Urbino]]; ma poi, dal [[541]] al [[544]] i Goti recuperarono gran parte delle città, a parte [[Ancona]] e [[Ravenna]]. Nel 552 l'esercito bizantino riuscì comunque a sconfiggere definitivamente i [[Goti]] e tutta L'Italia ricadde sotto l'autorità di [[Giustiniano I di Bisanzio|Giustiniano]].
Negli ultimi anni del dominio romano le condizioni di vita si erano fatte molto pesanti, per questo la maggior parte della popolazione si era trasferita in altre zone d'Italia. Alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], la prima invasione fu da parte degli [[Eruli]] guidati da [[Odoacre]], che si stanziarono nel Piceno. Ma l'insediamento maggiore fu degli [[Ostrogoti]], in particolar modo ad [[Osimo]]. I [[Visigoti]] distrussero [[Ostra antica|Ostra]], [[Suasa]] ed [[Urbisaglia]]. Tra il [[535]] ed il [[553]] d.C., durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotico-bizantina]], il territorio marchigiano fu dapprima conquistato dai [[Impero bizantino|bizantini]], a parte [[Osimo]] ed [[Urbino]]; ma poi, dal [[541]] al [[544]] i Goti recuperarono gran parte delle città, a parte [[Ancona]] e [[Ravenna]]. Nel 552 l'esercito bizantino riuscì comunque a sconfiggere definitivamente i [[Goti]] e tutta l'Italia ricadde sotto l'autorità di [[Giustiniano I|Giustiniano]].
 
Nel 568 ci fu l'invasione dei [[Longobardi]] che occuparono la parte meridionale della regione sotto il [[Ducato di Spoleto]] con lela due ''marche''Marca di Camerino e Fermo. La parte Nordnord, invece, rimase sotto l'[[Impero bizantino]] che costituì due pentapoli: la [[pentapoli annonaria]] ([[Cagli]], [[Fossombrone]], [[Gubbio]], [[Jesi]], ed [[Urbino]]) e la [[pentapoli marittima]] ([[Ancona]], [[Fano]], [[Pesaro]], [[Rimini]], [[Senigallia]]).
 
La situazione rimase tranquilla fino al [[728]], quando i [[Longobardi]] ripresero le invasioni verso le Pentapoli ed, Osimo, ed altre città; finole aldevastazioni cesarono nel [[773]] quandocon l'arrivo dell'esercito [[Franchi|franco]] di [[Carlo Magno]], che riuscì a sconfiggere definitivamente i [[Longobardi]] e, con laa conferma della ''[[Promissio Carisiaca]]'' fatta da suo padre [[Pipino il Breve]], donò la parte settentrionale della regione al Papapapa creando lo [[Stato della Chiesa]]. La parte Sudsud restò rimaneinvece nel [[Ducato di Spoleto]].
Nel [[IX secolo]] vi furono varie incursioni, con devastazionidistruzioni e saccheggi, dia opera dei [[Saraceni]], eche però non si stanziarono in loco. I [[Normanni]] cheoccuparono peròparzialmente nonalcune sizone stanziaronostrategiche della [[Marca Fermana]] nelnell'XI luogosecolo.
 
===Basso Medioevo===
Nell'[[XI secolo]] si diffonde nella regione il fenomeno dei [[Comune medievale|liberi comuni]] autogestiti che poco a poco iniziarono a fronteggiarsi fra loro per il predominio sui luoghi circostanti. Le città erano governate, in un primo tempo, da un consiglio di Anziani, poi, dal [[XII secolo]] circa, in molti casi a prendere il potere è una singola persona: il [[Podestà]].
Nell'[[XI secolo]] si diffuse nella regione il fenomeno dei [[Comune medievale|liberi comuni]] autogestiti che poco a poco iniziarono a fronteggiarsi fra loro per il predominio sui luoghi circostanti. Le città, in un primo tempo, erano governate da due consoli. Dal [[XII secolo]] circa, la struttura del potere venne modificata e quello esecutivo fu assunto da un consiglio di Anziani, quello legislativo da un consiglio di rappresentanti delle arti e dei mestieri mentre il potere giudiziario e di controllo dell'ordine pubblico spettò a un [[podestà (medioevo)|podestà]]. Ancona, intanto iniziava il suo cammino di [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]]<ref name="treccani.it"/>.
 
Nel [[1213]] [[Bonconte I da Montefeltro]] ricevericevette dall'imperatore il potere sulla città di [[Urbino]]. InizianoIniziarono così aad prendereaffermare il proprio potere le grandi famiglie, tra cui i [[Malatesta]], i [[Varano (famiglia)|Varano]] a [[Camerino]], ed altre come i [[Gentile da Mogliano]] a [[Fermo (Italia)|Fermo]], i [[ClavelliChiavelli]] a [[Fabriano]], gli [[Smeducci]] a [[San Severino Marche]], i [[Brancaleoni di Piobbico|Brancaleoni]] a [[Urbania|Casteldurante]].
 
Con la nomina nel [[1353]] del cardinale [[Egidio Albornoz]] a vicario generale dei domini della Chiesa in Italia, si cercò di ricondurre tutti i comuni e le signorie sotto il controllo, diretto o indiretto, dell'autorità papale e furono emanate le [[Costituzioni egidiane]] che regolavano lo Stato della Chiesa.
Queste nuove regole prevedevano nelle Marche cinque città maggiori: [[Ancona]], [[Ascoli Piceno]], [[Camerino]], [[Fermo (Italia)|Fermo]] ed [[Urbino]]; nove città grandi: [[Cagli]], [[Fabriano]], [[Fano]], [[Fossombrone]], [[Jesi]], [[Macerata]], [[Pesaro]], [[Recanati]] e [[San Severino Marche]]; oltre a 22 città e terre mediocrimedie, 26 città e terre piccole e 13 terre minori.
Tra il [[1373]] ede l'inizio del [[XV secolo]] diverse lotte per il potere sconvolgonosconvolsero la regione, portando distruzione e miseria per la popolazione.
 
Nel dicembre [[1433]] [[Francesco Sforza]] invase il territorio marchigiano partendo da [[Jesi]] e solo nel [[1447]] la Chiesa riuscì a riprendere il controllo.
 
Il 15 gennaio [[1458]] fu fondato ad [[Ascoli Piceno]] il primo [[monte di pietà]], ed in poco tempo altri ne aprirono in diverse città. Questi istituti, assieme alle banche, che avevano fini diversi, potevano soddisfare le esigenze economiche della popolazione di diversi ceti sociali.
 
== Nello Stato della Chiesa ==
=== Ancona e i ducati perdono l'indipendenza ===
[[File:Legazioni di Marche ed Umbria-Stato della Chiesa.jpg|thumb|Le legazioni di [[Marche]] ed [[Umbria]] nello [[Stato della Chiesa]] (1791).]]
Nel [[1532]] la [[Repubblica di Ancona|repubblica marinara di Ancona]] cade in mano della Chiesa, in seguito ad un colpo di stato ante litteram. Nel [[1540]] Il [[Ducato di Camerino]] viene tolto ai [[Varano (famiglia)|Da Varano]] e passa anch'esso alla Chiesa. Nel [[1631]], infine, a causa della fine della dinastia dei [[Della Rovere]], il [[Ducato di Urbino]] entra nello [[Stato della Chiesa]]. L'ultimo vessillo della libertà regionale viene allora abbassato, e la Chiesa da questo momento ha il controllo diretto su tutta la regione.
 
Il territorio viene diviso in diverse entità amministrative, il cui ''status'' è quanto mai eterogeneo: gli stati di [[Urbino]] e di [[Camerino]], i territori di [[Ancona]], di [[Fermo (Italia)|Fermo]], la [[Marca anconitana]] (che ha però come capoluogo [[Macerata]]), il [[Presidiato di Montalto]] ed infine la città di [[Loreto]], che a causa della sua importanza religiosa aveva un'amministrazione speciale.
 
Nel [[XVIII secolo]] le scuole cristiane e gli oratori ebbero una parte rilevante nell'alfabetizzazione delle masse popolari, anche attraverso l'obbligo della [[catechesi]]. Grandi artisti e letterati nascono nelle Marche, come [[Gioachino Rossini|Rossini]], [[Gaspare Spontini|Spontini]] e [[Luigi Lanzi|Lanzi]], ma svolgono la loro carriera in altre zone d'Italia o all'estero, in quanto mancava nella regione un centro culturale.
 
Durante il [[XVIII secolo|Settecento]] e fino alla metà del [[XIX secolo|secolo successivo]] molte [[Malattia epidemica|malattie epidemiche]], come [[peste]] e [[Tifo esantematico|tifo]], colpiscono la parte povera della popolazione a causa delle insufficienti condizioni igieniche e dalla poca disponibilità di cibo. Gli abitanti con maggiori disponibilità economiche, naturalmente, risentirono meno di queste malattie.
 
=== Il periodo napoleonico ===
{{vedi anche|Repubblica anconitana|Battaglia di Tolentino}}
Nel [[1796]] l'esercito francese, guidato dal generale [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], entrò nelle Marche. Alcune città insorsero contro il potere papale attratte dalle nuove idee [[Rivoluzione francese|rivoluzionarie]] di ''[[Liberté, Égalité, Fraternité]]''.
 
Pochi mesi dopo con il [[trattato di Tolentino]] la regione teoricamente tornò fra i possedimenti della Chiesa in cambio di denaro ed opere d'arte; fu solo la prima delle spoliazioni operate da parte dei francesi nelle chiese e nei palazzi marchigiani.
Nel dicembre [[1433]] [[Francesco Sforza]] invade il territorio marchigiano partendo da [[Jesi]] e solo nel [[1447]] la Chiesa riuscì a riprendere il controllo.
In realtà, nonostante il [[trattato di Tolentino]], le truppe napoleoniche continuarono ad occupare la regione; nello stesso anno si costituì la [[Repubblica anconitana]], alla quale aderirono varie città marchigiane; questa repubblica napoleonica durò dal 19 novembre [[1797]] al 7 marzo [[1798]], confluendo poi nella [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]], che persistette fino al [[1799]].
 
Con l'annessione al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] napoleonico nel [[1808]], la regione, prima chiamata ''[[Marca di Ancona]]'' o semplicemente ''Marca'', venne per la prima volta denominata ufficialmente al plurale, "Marche", e fu suddivisa nei [[Dipartimento del Metauro|dipartimenti del Metauro]] con capoluogo [[Ancona]], [[Dipartimento del Musone|del Musone]] con capoluogo [[Macerata]] e [[Dipartimento del Tronto|del Tronto]] con capoluogo [[Fermo (Italia)|Fermo]].
Il [[15 gennaio]] [[1458]] fu fondato ad [[Ascoli Piceno]] il primo [[monte di pietà]], ed in poco tempo altri ne aprirono in diverse città. Questi istituti, assieme alle banche, che avevano fini diversi, potevano soddisfare le esigenze economiche della popolazione di diversi ceti sociali.
 
Nel [[1813]] [[Gioacchino Murat]], [[Re di Napoli]], occupò la regione; con la [[battaglia di Tolentino]] e la vittoria dell'esercito [[austria]]co sulle truppe di [[Gioacchino Murat|Murat]], le Marche ritornano allo [[Stato Pontificio]].
Durante il [[XVI secolo|Cinquecento]] il fenomeno del [[brigantaggio]] colpì la regione, rendendo insicure gran parte delle terre, e venne debellato solo con l'istituzione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Sul finire del secolo, tra il 1587 ed il 1593, una grave carestia colpi le Marche.
 
=== StatoI dellamoti Chiesarisorgimentali ===
Ritornata alla Chiesa, la regione ha una nuova divisione amministrativa: vengono costituite le delegazioni di [[Delegazione di Urbino e Pesaro|Urbino e Pesaro]], [[Delegazione di Ancona|Ancona]], [[Delegazione di Macerata|Macerata]], [[Delegazione di Fermo|Fermo]], [[Delegazione di Ascoli|Ascoli Piceno]] e [[Delegazione di Camerino|Camerino]].
Con la fine della dinastia dei [[Della Rovere]] nel [[1631]] anche il [[Ducato di Urbino]] entra nei possedimenti della Chiesa che da questo momento avrà il controllo diretto di tutta la regione.
Il territorio era diviso in diverse provincie, tra cui la [[marca anconitana]], lo stato di Urbino e quello di Camerino, il [[Presidiato di Montalto]] ed i territori di Loreto, Ascoli Piceno e Fermo.
 
Il periodo francese aveva però lasciato nell'animo di tutti gli italiani l'idea dell'indipendenza e dell'unità nazionale. Si diffuse infatti in tutta la regione la [[Carboneria]]; nel [[1817]] avvengono i primi arresti per sovversione nella provincia di Macerata. Nel corso degli anni sono sempre di più le città in cui crescono tumulti, come [[Pesaro]], [[Ancona]], [[Ascoli Piceno]] e [[Jesi]]. Nel febbraio 1831 in varie città della regione scoppiano moti popolari, guidati dal generale [[Giuseppe Sercognani]]; i delegati apostolici vengono cacciati e si creano governi cittadini. Già il mese successivo il papa riesce a recuperare i propri territori, ancora una volta grazie all'esercito austriaco. La breve esperienza fa crescere ancora di più la voglia di uno stato italiano.
Nel [[XVIII secolo]] le scuole cristiane e gli oratori ebbero una parte rilevante nell'alfabetizzazione delle masse popolari, anche attraverso l'obbligo della [[catechesi]]. Nonostante questo la proliferazione culturale è pressoché assente, infatti grandi artisti e letterati come ad esempio [[Gioachino Rossini|Rossini]], [[Gaspare Spontini|Spontini]] e [[Luigi Lanzi|Lanzi]] si trasferirono in altre zone d'Italia o all'estero, in quanto mancava nella regione un centro culturale.
 
=== Le Marche nella Repubblica Romana ===
Durante il [[XVIII secolo|Settecento]] e fino alla metà del [[XIX secolo|secolo successivo]] molte [[Malattia epidemica|malattie epidemiche]], come [[peste]] e [[Tifo esantematico|tifo]], colpiscono la parte povera della popolazione a causa delle insufficienti condizioni igieniche e dalla poca disponibilità di cibo. Gli abitanti con maggiori disponibilità economiche e soprattutto con la possibilità di spostarsi in altri luoghi hanno risentito poco di queste malattie.
{{vedi anche|Repubblica Romana (1849)|Prima guerra di indipendenza italiana}}
 
Nel [[1849]], dopo aver partecipato con numerosissimi volontari alla [[Prima guerra di indipendenza italiana|Prima guerra di indipendenza]], le città della regione aderiscono alla [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] e cacciano via ancora una volta i delegati pontifici e le loro truppe. Gli Austriaci, invocati da [[papa Pio IX]], invadono le Marche e, dopo aver preso [[Pesaro]] e [[Senigallia]], cingono d'assedio, da terra e dal mare, la città di [[Ancona]], difesa oltre che dai suoi cittadini anche da uomini provenienti da tutta la regione e dall'Italia settentrionale. L'[[Prima guerra d'indipendenza italiana#L'assedio e la resa di Ancona|assedio austriaco]] dura dal 25 maggio al 6 giugno, quando, sottoposta a bombardamento incessante, la città deve cedere. Il comandante austriaco, [[Franz Wimpffen]], saluta gli sconfitti con l'onore delle armi. La bandiera della libertà era difesa ormai solo da [[Roma]] e da [[Venezia]], che cedono rispettivamente il 2 luglio e il 23 agosto. Segue, sollecitato dal papa, un decennio di occupazione austriaca.
Nel [[1796]] l'esercito francese, guidato dal generale [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], entra nelle Marche, ma pochi mesi dopo con il [[trattato di Tolentino]] la regione torna fra i possedimenti della Chiesa in cambio di denaro ed opere d'arte. Questa fu solo la prima delle spoliazioni operate da parte dei francesi nelle chiese locali. Ma sarà l'unica conseguenza, nello stesso anno nasce la [[Repubblica anconitana]] ed altre città insorgono contro il potere papale attratti dalle nuove idee [[Rivoluzione francese|rivoluzionarie]] di ''[[Liberté, Égalité, Fraternité]]''. Con l'annessione al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] napoleonico nel 1808, la regione viene per la prima volta denominata "Marche" (cioè unione della Marca di Fermo, di Ancona, di Tolentino, ecc.) e quindi divisa nei [[Dipartimento del Metauro|dipartimenti del Metauro]] ([[Ancona]]), [[Dipartimento del Musone|del Musone]] ([[Macerata]]) e [[Dipartimento del Tronto|del Tronto]] ([[Fermo]]).
In pochi anni avvengono molti capovolgimenti di potere fra la [[Francia]] e lo [[Stato della Chiesa]]. Nel [[1813]] [[Gioacchino Murat]], [[Re di Napoli]], occupa la regione fino alla [[battaglia di Tolentino]] dove vince l'esercito [[austria]]co e le Marche ritornano allo Stato Pontificio, definitivamente fino all'[[Unità d'Italia]], divisa fra le [[Delegazione di Urbino e Pesaro|delegazioni di Urbino e Pesaro]], [[Delegazione di Ancona|Ancona]], [[Delegazione di Macerata|Macerata]], [[Delegazione di Fermo|Fermo]], [[Delegazione di Ascoli|Ascoli Piceno]] e [[Delegazione di Camerino|Camerino]]. In questo breve periodo di dominio napoletano si diffondono le idee della [[Carboneria]], nel [[1817]] infatti avvengono i primi arresti per sovversione nella provincia di Macerata. Nel corso degli anni sono sempre di più le città in cui crescono tumulti, come Pesaro, Ascoli Piceno e Jesi. Nel febbraio 1831 in quasi tutta la regione dei moti popolari, guidati dal generale [[Giuseppe Sercognani]], riescono a scacciare il delegato apostolico e creare un governo cittadino, ma già il mese successivo il Papa riesce a recuperare i territori, grazie ancora una volta all'esercito austriaco. Ma questa breve esperienza fa crescere ancora di più la voglia di uno stato italiano.
 
== L'Unità d'Italia ==
{{vedi anche|Variazioni amministrativeterritoriali e territoriali dellaamministrative Regionedelle Marche}}
Nel [[1860]], con la [[battaglia di Castelfidardo]] ed i successivi assedio e caduta di [[Ancona]], le Marche escono definitivamente dallo [[Stato Pontificio]] e, con il [[Plebisciti risorgimentali|plebiscito]] del 4 e [[5 novembre]] [[1860]], entrano nel [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] con [[Regio Decreto]] del [[17 dicembre [[1860]].<ref>Leggi il [[1860:s:Regno di Sardegna - Regio decreto di annessione delle Marche al Regno d'Italia|testo del decreto di annessione delle Marche]] su Wikisource.</ref>
 
La regione è divisa nelle quattro provincie di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino, e quindi con la soppressione delle delegazioni pontificie di Camerino e Fermo. Ulteriore modifica fu l'aggregazione di [[Gubbio]] nella [[provincia di Perugia]], mentre finorafino ad allora era stata compresa nei territori di Pesaro e Urbino.
 
Molte sono le novità degli ultimi anni del [[XIX secolo]]: con la [[libertà di stampa]] nascono i primi giornali come il [[Corriere Adriatico|Corriere delle Marche]]; migliorano le condizioni igieniche con la costruzione di fognature, ma le attività economiche sono ancora poco redditizie rispetto laalla media nazionale.
 
All'inizio della [[prima guerra mondiale]] i porti marchigiani furono subito colpiti dadai [[Bombardamento navale di Ancona (1915)|bombardamenti della flotta austro-ungarica]], ma in seguito non ci furono più danni nel territorio; molti marchigiani partirono per il fronte, come ricordano le numerose lapidi presenti anche nel più piccolo borgo della regione.
 
Finita la guerra, già il [[4 agosto]] [[1922]] l'intera regione è sotto il controllo delle [[Squadre d'azione|squadre fasciste]] nell'indifferenza delle autorità civili e religiose. Fu costruito anche un [[campo di concentramento]] a [[Serra San Quirico]].
 
Con l'inizio della [[seconda guerra mondiale]] le idee antifasciste iniziano a diventare più concrete. Nell'estate 1943 iniziano i primi bombardamenti sulla regione, eche dopo l'armistizio dell'[[8 settembre]], anchecon l'occupazione tedesca, diventa territorio della [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica di Salò]]. Alle pendici dell'[[Appennino]] molti partigiani svolgono manovre di sabotaggio contro gli invasori. Nella primavera 1944 la regione diventa confine con la costituzione della [[linea gotica]] poco sopra [[Pesaro]], ein corrispondevacorrispondenza all'incirca aldel percorso del [[Foglia (fiume)|Foglia]]; il territorio regionale diventa un campo di battaglia.
L'esercito alleato, proveniente da sud, entra ad Ascoli Piceno il [[18 giugno]] [[1944]] ed il [[25 agosto]] si trovano a ridosso della linea gotica; inizia un'aspra battaglia fino al [[3 settembre]], quando le truppe tedesche lasciano Pesaro: l'intera regione è stata liberata.
 
Con il [[referendum istituzionale del 1946]] nasce la [[Italia|Repubblica Italiana]].
 
Nel settembre [[1997]] ci fu ilun [[terremoto di Umbria e Marche|terremoto]] che causò molti danni nei centri appenninicidel dellacrinale appenninico tra [[Marche]] ed [[Umbria]]. Meno di vent'anni più tardi, la regione fu colpita da un altro [[Terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017|sciame sismico]] con epicentri nei Sibillini e nell'alta valle del Tronto.
 
Nel [[2004]] è stata istituita la nuova [[provincia di Fermo]] che è, divenuta operativa con le elezioni deltenutesi giugnocinque [[2009]]anni dopo.
 
Nel [[2009]] fu distaccato dalle Marche e aggregato all'alla provincia [[Emilia-Romagna|emiliano-romagnola]] di [[provincia di Rimini|Rimini]] il territorio dell'alta [[Valmarecchia|valle]] del fiume [[Marecchia]], che era stato annesso alla [[delegazione di Urbino e Pesaro]] con ''motu proprio'' di [[Pio VII]] il [[6 luglio]] [[1816]]. LaLe modificaMarche èproposero ancoraricorso ''suballa iudice''[[Corte acostituzionale]], causaritenendo delche ricorsoil delleparlamento Marcheavesse allaindebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio [[Corte costituzionale2010]] la Corte si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato.<ref>{{cita web|url=http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/2010/07/10/355107-valmarecchia_rimane_emilia_romagna.shtml|titolo=La Valmarecchia rimane in Romagna}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Franco Bertini (a cura di). ''Storia delle Marche''. Bologna, Poligrafici editoriali, 1995.
* Mario Luni, ''Archeologia nelle Marche'', [[2003]], ISBN 88-392-0744-9
 
== Voci correlate ==
* [[Storia della provincia di Ancona]]
*[[Regione Carabinieri "Marche"]]
 
{{Storia regioni d'Italia}}
{{Portale|Marche|Storiastoria}}
 
[[Categoria:Storia delle Marche| ]]
[[Categoria:Marche]]