Storia delle Marche: differenze tra le versioni
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La '''storia delle Marche''' è segnata da momenti unificanti e da altre fasi in cui essa risulta dall'unione della storia delle singole città, che spesso ebbero vicende parallele, ma ricche di specificità.
Le
== Unità e pluralità ==
;Preistoria
In [[Contrada Pace]] a [[Tolentino]] è stato ritrovato un sito all'aperto frequentato dai [[Cacciatori-raccoglitori|cacciatori-raccogliori]] del [[mesolitico]], risalente a crica {{formatnum:11000}} anni [[Before Present|dal presente]]. Oltre a [[Manufatto litico|manufatti litici]] della ''cultura sauveterriana,'' sono stati recuperati resti di armi e delle ossa delle prede cacciate<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Ministero Della Cultura|url=https://sabapancona.cultura.gov.it/tolentino-contrada-pace-scoperto-accampamento-preistorico/|titolo=Tolentino, Contrada Pace: scoperto accampamento preistorico|accesso=2025-08-09}}</ref>.
I territori delle odierne Marche vissero un momento unificante durante l'[[Età del ferro]], quando per la prima volta ebbero una certa unità etnica e culturale, essendo abitate per la loro interezza dai [[Piceni]], con gli importanti centri di [[Novilara]] (nei pressi di [[Pesaro]]), [[Ancona]], [[Belmonte Piceno|Belmonte]], [[Ascoli Piceno|Ascoli]]. Si può dire anzi che qualche fondamento delle moderne Marche, intese come regione amministrativa, nascano proprio con l'affermazione della civiltà picena. L'unità picena era culturale e religiosa, con centri di culto comuni, ma non politica.
;Il quadro culturale si arricchisce con l'arrivo dei Galli e dei Greci
Nel [[IV secolo]] il Piceno settentrionale venne invaso dai Galli [[Senoni]], mentre i [[Greci antichi|greci]] di [[Syrakousai|Siracusa]] fondavano la [[colonia greca|colonia]] di ''[[Ankón]]'' (Ancona). Questi eventi iniziano a segnare una netta divisione tra il Sud e il Nord dell'odierna Regione. Dopo la [[battaglia di Sentino]], il territorio regionale entrò prima nell'[[civiltà romana|orbita romana]] e poi sotto il dominio effettivo di Roma mantenendo però la suddivisione tra meridione e settentrione.
Con la ripartizione del territorio italiano in ''[[Regioni dell'Italia augustea|regiones]]'', il vecchio territorio piceno viene inquadrato in due distinte ''regiones'': la parte a nord dell'[[Esino (fiume)|Esino]], chiamata ''Ager gallicus picenus''<ref>Per il nome ''Ager gallicus picenus'' vedi: Lorenzo Braccesi, ''Hellenikòs Kòlpos: supplemento a Grecità adriatica'' L'erma di Bretschneider, 2001 (pagina 110, testo consultabile su Google libri); Luca Antonelli, ''I Piceni: corpus delle fonti. La documentazione letteraria'', editrice L'Erma di Bretscneider, 2003; Adam Ziólkowski, ''Storia di Roma'', Pearson Italia S.p.a., 2006; Ulrico Agnati, ''Per la Storia Romana Della Provincia Di Pesaro e Urbino'', editrice L'Erma di Bretscneider, 1999</ref>, andò a far parte della ''[[Regio VI]]'', la parte a sud della ''[[Regio V]]'', sancendo così l'importanza dell'apporto culturale gallico. Con [[Diocleziano]] la regione venne nuovamente unificata nella più grande ripartizione della ''Flaminia et Picenum''.
Durante il periodo imperiale, il ruolo di centro di riferimento del territorio era svolto da Ancona, scelta da [[Traiano]] come porto di Roma verso Oriente (nell'[[arco di Traiano (Ancona)|arco di Traiano]] la città è chiamata "accessum Italiae", cioè "ingresso d'Italia").
;Il nome cambia da "Piceno" a "Marca di Ancona"
Alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] le Marche, dopo aver fatto parte del [[regno di Odoacre]] come il resto d'Italia, entrarono nell'orbita dell'[[Impero romano d'Oriente]], mentre il vecchio nome, "Piceno", si perse. Nell'[[Alto Medioevo]] il territorio regionale, caduto nell'oblio il vecchio nome acquistò quello nuovo di [[Marca di Ancona]], nata dall'unificazione di varie [[marca (circoscrizione)|marche]], ossia "territori di confine" del [[Sacro Romano Impero]].
I confini della Marca nel Medioevo risultano chiaramente dalle [[Costituzioni egidiane]], redatte a Fano nel 1357. Da esse risulta che la [[Marca di Ancona]] in pratica coincideva con la regione attuale e che le cinque città considerate "maggiori" erano Urbino, Ancona, Camerino, Fermo ed Ascoli; tra le città considerate "grandi" si ricordano Pesaro, Fano, Fabriano, Jesi, Recanati e Macerata<ref>Filippo Ermini, ''Gli ordinamenti politici e amministrativi nelle «Constitutiones Aegidianae»'', Fratelli Bocca, 1893 - [https://www.archive.org/stream/gliordinamentip00ermigoog/gliordinamentip00ermigoog_djvu.txt Pagina web]</ref>.
;Nel Medioevo pluralità di liberi comuni, nel Rinascimento pluralità di signorie
In epoca comunale la regione fu caratterizzata da una fioritura di numerosi liberi comuni, tra i quali [[Pesaro]], [[Fano]], [[Ancona]], [[Jesi]], [[Fermo (Italia)|Fermo]] e [[Ascoli Piceno]]. In particolare [[Ancona]] ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi rapporti marittimi con l'Oriente; fu infatti una delle [[repubbliche marinare]]<ref name="treccani.it">Vedi: [http://www.treccani.it/enciclopedia/ancona_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)/ voce Ancona sull'Enciclopedia Treccani] e [http://www.treccani.it/enciclopedia/l-europa-tardoantica-e-medievale-i-territori-entro-i-confini-dell-impero-l-italia-ancona_(Il-Mondo-dell'Archeologia)/ L'Europa tardoantica e medievale (Treccani)]</ref>, senza peraltro coltivare intenti di dominio sul resto della regione.
Nel [[Rinascimento]] la regione vide l'affermarsi di varie signorie, nate dalla trasformazione dei comuni maggiori, senza che mai una prevalesse sull'altra. Celebre in tutta Europa fu la signoria di [[Urbino]], che fu un vero e proprio faro dell'arte italiana. Altre importanti signorie sono state quelle fiorite a [[Camerino]], [[Fano]], [[Pesaro]], [[Senigallia]], [[Fabriano]] e [[San Severino Marche|San Severino]]. Ancona, invece, alla pari con le altre città marinare italiane, mantenne il suo regime repubblicano.
;Unità e pluralità di rapporti con lo Stato della Chiesa
Tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento le città marchigiane entrarono, una città alla volta, nello [[Stato della Chiesa]]. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di [[Clemente XII]] che nel 1700 tracciò la strada oggi detta [[Strada statale 76 della Val d'Esino|Vallesina]] e diede respiro all'economia regionale dichiarando [[Ancona]] [[porto franco (economia)|porto franco]].
La Chiesa instaurò con ogni centro marchigiano un legame diversamente definito dal punto di vista giuridico, dando origine ad una pluralità di rapporti con il potere centrale.
;Unità di intenti nel periodo napoleonico e durante il Risorgimento
Con l'arrivo delle truppe francesi il territorio regionale trovò unità politica nella [[Repubblica Anconitana]], poi assorbita dalla [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]]. Durante il periodo [[Risorgimento|risorgimentale]] le città marchigiane parteciparono compatte alle lotte per l'unificazione, con i moti di [[Macerata]] e con l'eroica resistenza di [[Ancona]] durante l'[[Prima guerra d'indipendenza italiana#L'assedio e la resa di Ancona|assedio austriaco del 1849]], in contemporanea con [[Roma]] e [[Venezia]]. La battaglia finale dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche: fu la celebre [[battaglia di Castelfidardo]] che permise l'unione dei territori conquistati da [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] al sud con quelli redenti da [[Vittorio Emanuele II]] al nord.
;Con l'unità italiana il nome diventa definitivamente plurale
Già durante il [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]], il nome "Marche" e il nome "Marca di Ancona" erano stati usati alternativamente per definire il territorio regionale. Con l'annessione all'[[Italia]] la Marca di Ancona venne definitivamente denominata "Marche", con un plurale che ne sancisce l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali.
Nella storia più recente si ricordano tre momenti durante i quali la regione agì come un tutto unico: la [[Settimana rossa]], la [[Rivolta dei Bersaglieri]] e la partecipazione alla [[Resistenza italiana|Resistenza]].
== Le prime testimonianze ==
{{vedi anche|Museo archeologico nazionale delle Marche#Sezione preistorica}}
Durante il [[Paleolitico]] il territorio marchigiano era abitato da popolazioni di cacciatori che abitavano in grotte naturali. Il primo documento della vita nella regione è il giacimento archeologico del [[Paleolitico]] inferiore ritrovato a [[Monte Conero]].
Dopo l'ultima [[glaciazione]], nel 5000 a.C. circa, con la [[Rivoluzione neolitica]], le popolazioni iniziarono a coltivare la terra ed allevare bestiame; sapevano navigare a vista e questo permise loro di iniziare la pesca.
Dall'[[Età del bronzo]] gli insediamenti iniziano a raggiungere una maggiore consistenza che porterà alla nascita della "[[Cultura appenninica|civiltà appenninica]]" con scambi verso l'[[Umbria]] e la [[Dalmazia]]; a questo periodo risalgono le più antiche sepolture ritrovate.
Nel [[Periplo di Scilace]]<ref>{{lingue|grc}} Scylax Caryandensis, ''Periplus'', in "Hecataei Milesii fragmenta. Scylacis Caryandensis Periplus[https://books.google.it/books?]</ref>, le popolazioni della regione sono dette ''[[Umbri]]'', termine con il quale l'autore indicava genericamente i popoli italici diversi dai [[Sanniti]]<ref>* Giovanni Colonna, ''I popoli del medio Adriatico'', p. 11, in ''Piceni popolo d'Europa'' Roma, De Luca, 1999, ISBN 978-88-8016-355-8.</ref>.
In questo periodo si formarono diversi villaggi sulla destra del fiume [[Esino (fiume)|Esino]], fra cui [[Jesi]]<ref>[https://www.comune.jesi.an.it/VivereInCitta/ArteCultura/cenni_storici/index.html Sito ufficiale del Comune di Jesi]</ref>.
== La civiltà picena ==
{{vedi anche|Piceni|Museo archeologico nazionale delle Marche#Civiltà picena}}
Nel [[X secolo a.C.]] la regione raggiunse l'unità etnica e culturale, con i [[Piceni]], popolazione italica diffusa in tutte le Marche e nell'[[Abruzzo]] settentrionale. Il totem piceno del [[picchio]] compare infatti nell'attuale stemma della Regione. I [[Piceni]] raggiunsero il massimo splendore nel [[VII secolo a.C.|VII]]-[[VI secolo a.C.]] I centri maggiori erano [[Novilara]], nei pressi di [[Pesaro]], [[Ancona]], [[Numana]], [[Cupramarittima]] e [[Belmonte Piceno|Belmonte]]. Le testimonianze lasciate da questa civiltà sono molto ricche e fortemente caratterizzate, specie nella scultura, anche monumentale, nell'arte figurativa, che presenta una notevole fantasia nelle figure ed una tendenza all'[[astrattismo]], nell'originalità delle forme della ceramica, nell'abbondante uso dell'[[Ambra (resina)|ambra]], nella grande varietà di armi, nei vistosi corredi femminili.
La [[Lingua picena meridionale|lingua picena]] è di tipo [[Lingue italiche|italico]] ed era diffusa in tutta l'attuale regione; quattro iscrizioni attestano l'esistenza dell'enigmatica [[Lingua picena settentrionale|Lingua di Novilara]].
L'[[etnogenesi]] tradizionale dei Piceni, li ritiene originari dell'alta [[Sabina]]; da questa zona, in seguito ad una [[ver sacrum|primavera sacra]], si diressero dapprima verso la zona dell'odierna città di [[Ascoli Piceno]] e si diffuse poi in tutte le [[Marche]], sino alla zona dell'odierna [[Pesaro]]. Questa tradizione, rivista ed integrata dalle notizie tratte dalle scoperte archeologiche, è ancor oggi alla base delle ipotesi moderne sulle origini del popolo piceno<ref name="c">{{cita|''Piceni popolo d'Europa''|Gianluca Tagliamonte, ''L'origine sabina dei Piceni'', p. 12}}.</ref>. La primavera sacra che, secondo la tradizione, diede origine al popolo piceno è alla base dell'attuale stemma delle Marche. Quando infatti, tra gli anni settanta e gli anni novanta del Novecento, ogni regione italiana si trovò a decidere un simbolo per il proprio stemma, la regione Marche scelse l'immagine del totem del picchio che guidò la migrazione<ref>Si legge nel sito ufficiale della Regione Marche: "''La scelta trae origine da una antichissima tradizione che narra di popolazioni Sabine che nell'attraversare l'Appennino durante il ''ver sacrum'' portarono con sé un totem, un uccello sacro: il picchio''". La legge di adozione dello stemma è la n. 13 del 15 marzo 1980; vedi il sito ufficiale della regione Marche alla [http://www.regione.marche.it/Home/Istituzione/Stemma.aspx pagina]</ref><
== Greci e Galli ==
{{vedi anche|Ankón|Senoni}}
Nel [[IV secolo a.C.]], la regione vide l'arrivo dei [[Senoni|Galli Senoni]], popolazione gallica proveniente dalla provincia francese dello [[Champagne (provincia)|Champagne]]<ref>Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 35.</ref>, che occuparono tutto il settore settentrionale della regione, fino al [[Esino (fiume)|fiume Esino]], ma anche alcune zone più a sud.
Nello stesso periodo, nel [[387 a.C.]], i [[Greci]] di [[Siracusa]], di stirpe [[dori]]ca, fondarono la [[Colonizzazione greca in Occidente|colonia]] di [[Ankón]], l'attuale [[Ancona]]. Con la fondazione siracusana l'emporio divenne una città di lingua, cultura ed aspetto greco, che poi mantenne a lungo, quando già la regione circostante e l'Italia centrale erano entrate prima nell'influsso e poi nello [[repubblica romana|stato romano]].
I [[Piceni]], dunque, che prima dell'arrivo dei Sènoni vivevano in tutto il territorio che oggi definiamo marchigiano, si trovarono a convivere con culture diverse, che influirono profondamente sul loro modo di vivere, tanto che gli archeologi parlano di una nuova fase della civiltà picena: la "[[Piceni#Fase "Piceno VI"|Piceno IV]]", l'ultima di questo [[popoli italici|popolo italico]] prima della sua [[Romanizzazione (storia)|romanizzazione]]<ref>Delia Lollini, ''La civiltà picena'', in ''Popoli e civiltà dell'Italia antica'', Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1976, vol. V.</ref>. Nello stesso tempo, anche l'originaria cultura celtica dei Sènoni, a contatto con Piceni e Greci, subisce un'evoluzione, dissolvendosi in una ''koiné'' celto-greco-italica, dove l'elemento celtico rimase immutato solo per ciò che riguarda l'armamento<ref>Venceslas Kruta, ''I Senoni nel Piceno'', in AA.VV., ''Piceni. Popolo d’Europa'', Roma, De Luca, 1999, (pagina 175). ISBN 9788880164326.</ref>
Ankón, attraverso il suo porto, mantenne rapporti intensi con i principali centri del Mediterraneo orientale, come provano le testimonianze archeologiche, numerose e significative specialmente per l'[[Ellenismo|età ellenistica]]. Tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. fu gradatamente assorbita nello stato romano, pur rimanendo per alcuni decenni un'[[isola linguistica]] e culturale greca<ref>Maurizio Landolfi, ''Ancona greca e romana'', in ''Scultura nelle Marche'', a cura di Pietro Zampetti, Nardini editore, 1993.</ref>.
== Il periodo romano ==
Nel ([[299 a.C.]]) i [[Repubblica romana|Romani]] strinsero un'alleanza con i [[Piceni]] contro la coalizione che vedeva alleati Galli [[Senoni]], [[Etruschi]], [[Sanniti]], [[Umbri]] e [[Sabini]]. I
I Romani stabilirono nel tempo numerose colonie a ''[[Fermo (Italia)|Firmum]]'' ([[264 a.C.]]), ''[[Jesi|Aesis]]'' ([[247 a.C.]]), ''[[Area archeologica di Potentia|Potentia]]'' e ''[[Pesaro|Pisaurum]]'' ([[184 a.C.]]), ''[[Osimo|Auximum]]'' ([[157 a.C.]]). Con la ''Lex Flaminia de Agro Gallico et Piceno Viritim Dividundo'' ([[232 a.C.]]) molti ''cives'' si trasferirono nel nord della regione e, in capo a un decennio, vi fu portata la [[Via Flaminia]] ([[220 a.C.]]).
Il territorio regionale venne diviso fra la ''[[Regio V Picenum]]'' e la ''[[Regio VI Umbria et ager Gallicus]]''. Inoltre i Romani iscrissero le zone a tribù diverse<ref>{{Cita web |url=https://docenti.unimc.it/simone.sisani/teaching/2015/15033/files/Storia%20Romana_3.pdf |titolo=Sito dell'Università di Macerata |accesso=25 novembre 2022 |dataarchivio=15 novembre 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221115135359/https://docenti.unimc.it/simone.sisani/teaching/2015/15033/files/Storia%20Romana_3.pdf |urlmorto=sì }}</ref>: ai [[Gens Pollia|Pollia]] l'[[Ager gallicus]]; ai [[Gens Lemonia|Lemonia]] [[Ankón|Ancona]] e [[Sentinum]]; alla [[Gens Camilia]], [[Pesaro|Pisaurum]] e [[Suasa]]; alla [[Gens Fabia]], [[ascoli Piceno|Asculum]]; alla [[Gens Velina]], il [[Regio V Picenum|Piceno]].
Una battaglia decisiva dei Romani durante la [[seconda guerra punica]] fu la [[battaglia del Metauro]].
Durante questo periodo furono costruite opere difensive, come le mura di [[Osimo]], infrastrutture, come la [[via Flaminia]], la [[Via Salaria|Salaria]] e la [[Gola del Furlo|galleria del Furlo]], teatri, come a [[Parco archeologico Falerio Picenus|Falerone]], porti ed acquedotti. Strutture onorarie come l'[[Arco d'Augusto (Fano)|Arco di Augusto]] a [[Fano]] e l'[[Arco di Traiano (Ancona)|Arco di Traiano]] ad [[Ancona]].
== Medioevo ==
===Alto Medioevo===
Negli ultimi anni del dominio romano le condizioni di vita si erano fatte molto pesanti, per questo la maggior parte della popolazione si era trasferita in altre zone d'Italia. Alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], la prima invasione fu da parte degli [[Eruli]] guidati da [[Odoacre]], che si stanziarono nel Piceno. Ma l'insediamento maggiore fu degli [[Ostrogoti]], in particolar modo ad [[Osimo]]. I [[Visigoti]] distrussero [[Ostra antica|Ostra]], [[Suasa]] ed [[Urbisaglia]]. Tra il [[535]] ed il [[553]] d.C., durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotico-bizantina]], il territorio marchigiano fu dapprima conquistato dai [[Impero bizantino|bizantini]], a parte [[Osimo]] ed [[Urbino]]; ma poi, dal [[541]] al [[544]] i Goti recuperarono gran parte delle città, a parte [[Ancona]] e [[Ravenna]]. Nel 552 l'esercito bizantino riuscì comunque a sconfiggere definitivamente i [[Goti]] e tutta l'Italia ricadde sotto l'autorità di [[Giustiniano I|Giustiniano]].
Nel 568 ci fu l'invasione dei [[Longobardi]] che occuparono la parte meridionale della regione sotto il [[Ducato di Spoleto]] con
La situazione
Nel [[IX secolo]] vi furono varie incursioni
===Basso Medioevo===
Nell'[[XI secolo]] si diffuse nella regione il fenomeno dei [[Comune medievale|liberi comuni]] autogestiti che poco a poco iniziarono a fronteggiarsi fra loro per il predominio sui luoghi circostanti. Le città, in un primo tempo, erano governate da due consoli. Dal [[XII secolo]] circa, la struttura del potere venne modificata e quello esecutivo fu assunto da un consiglio di Anziani, quello legislativo da un consiglio di rappresentanti delle arti e dei mestieri mentre il potere giudiziario e di controllo dell'ordine pubblico spettò a un [[podestà (medioevo)|podestà]]. Ancona, intanto iniziava il suo cammino di [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]]<ref name="treccani.it"/>.
Nel [[1213]] [[Bonconte I da Montefeltro]]
Con la nomina nel [[1353]] del cardinale [[Egidio Albornoz]] a vicario generale dei domini della Chiesa in Italia, si cercò di ricondurre tutti i comuni e le signorie sotto il controllo, diretto o indiretto, dell'autorità papale e furono emanate le [[Costituzioni egidiane]] che regolavano lo Stato della Chiesa.
Queste nuove regole prevedevano nelle Marche cinque città maggiori: [[Ancona]], [[Ascoli Piceno]], [[Camerino]], [[Fermo (Italia)|Fermo]] ed [[Urbino]]; nove città grandi: [[Cagli]], [[Fabriano]], [[Fano]], [[Fossombrone]], [[Jesi]], [[Macerata]], [[Pesaro]], [[Recanati]] e [[San Severino Marche]]; oltre a 22 città e terre
Tra il [[1373]]
Nel dicembre [[1433]] [[Francesco Sforza]] invase il territorio marchigiano partendo da [[Jesi]] e solo nel [[1447]] la Chiesa riuscì a riprendere il controllo.
Il 15 gennaio [[1458]] fu fondato ad [[Ascoli Piceno]] il primo [[monte di pietà]], ed in poco tempo altri ne aprirono in diverse città. Questi istituti, assieme alle banche, che avevano fini diversi, potevano soddisfare le esigenze economiche della popolazione di diversi ceti sociali.
== Nello Stato della Chiesa ==
=== Ancona e i ducati perdono l'indipendenza ===
[[File:Legazioni di Marche ed Umbria-Stato della Chiesa.jpg|thumb|Le legazioni di [[Marche]] ed [[Umbria]] nello [[Stato della Chiesa]] (1791).]]
Nel [[1532]] la [[Repubblica di Ancona|repubblica marinara di Ancona]] cade in mano della Chiesa, in seguito ad un colpo di stato ante litteram. Nel [[1540]] Il [[Ducato di Camerino]] viene tolto ai [[Varano (famiglia)|Da Varano]] e passa anch'esso alla Chiesa. Nel [[1631]], infine, a causa della fine della dinastia dei [[Della Rovere]], il [[Ducato di Urbino]] entra nello [[Stato della Chiesa]]. L'ultimo vessillo della libertà regionale viene allora abbassato, e la Chiesa da questo momento ha il controllo diretto su tutta la regione.
Il territorio viene diviso in diverse entità amministrative, il cui ''status'' è quanto mai eterogeneo: gli stati di [[Urbino]] e di [[Camerino]], i territori di [[Ancona]], di [[Fermo (Italia)|Fermo]], la [[Marca anconitana]] (che ha però come capoluogo [[Macerata]]), il [[Presidiato di Montalto]] ed infine la città di [[Loreto]], che a causa della sua importanza religiosa aveva un'amministrazione speciale.
Nel [[XVIII secolo]] le scuole cristiane e gli oratori ebbero una parte rilevante nell'alfabetizzazione delle masse popolari, anche attraverso l'obbligo della [[catechesi]]. Grandi artisti e letterati nascono nelle Marche, come [[Gioachino Rossini|Rossini]], [[Gaspare Spontini|Spontini]] e [[Luigi Lanzi|Lanzi]], ma svolgono la loro carriera in altre zone d'Italia o all'estero, in quanto mancava nella regione un centro culturale.
Durante il [[XVIII secolo|Settecento]] e fino alla metà del [[XIX secolo|secolo successivo]] molte [[Malattia epidemica|malattie epidemiche]], come [[peste]] e [[Tifo esantematico|tifo]], colpiscono la parte povera della popolazione a causa delle insufficienti condizioni igieniche e dalla poca disponibilità di cibo. Gli abitanti con maggiori disponibilità economiche, naturalmente, risentirono meno di queste malattie.
=== Il periodo napoleonico ===
{{vedi anche|Repubblica anconitana|Battaglia di Tolentino}}
Nel [[1796]] l'esercito francese, guidato dal generale [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], entrò nelle Marche. Alcune città insorsero contro il potere papale attratte dalle nuove idee [[Rivoluzione francese|rivoluzionarie]] di ''[[Liberté, Égalité, Fraternité]]''.
Pochi mesi dopo con il [[trattato di Tolentino]] la regione teoricamente tornò fra i possedimenti della Chiesa in cambio di denaro ed opere d'arte; fu solo la prima delle spoliazioni operate da parte dei francesi nelle chiese e nei palazzi marchigiani.
In realtà, nonostante il [[trattato di Tolentino]], le truppe napoleoniche continuarono ad occupare la regione; nello stesso anno si costituì la [[Repubblica anconitana]], alla quale aderirono varie città marchigiane; questa repubblica napoleonica durò dal 19 novembre [[1797]] al 7 marzo [[1798]], confluendo poi nella [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]], che persistette fino al [[1799]].
Con l'annessione al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] napoleonico nel [[1808]], la regione, prima chiamata ''[[Marca di Ancona]]'' o semplicemente ''Marca'', venne per la prima volta denominata ufficialmente al plurale, "Marche", e fu suddivisa nei [[Dipartimento del Metauro|dipartimenti del Metauro]] con capoluogo [[Ancona]], [[Dipartimento del Musone|del Musone]] con capoluogo [[Macerata]] e [[Dipartimento del Tronto|del Tronto]] con capoluogo [[Fermo (Italia)|Fermo]].
Nel [[1813]] [[Gioacchino Murat]], [[Re di Napoli]], occupò la regione; con la [[battaglia di Tolentino]] e la vittoria dell'esercito [[austria]]co sulle truppe di [[Gioacchino Murat|Murat]], le Marche ritornano allo [[Stato Pontificio]].
===
Ritornata alla Chiesa, la regione ha una nuova divisione amministrativa: vengono costituite le delegazioni di [[Delegazione di Urbino e Pesaro|Urbino e Pesaro]], [[Delegazione di Ancona|Ancona]], [[Delegazione di Macerata|Macerata]], [[Delegazione di Fermo|Fermo]], [[Delegazione di Ascoli|Ascoli Piceno]] e [[Delegazione di Camerino|Camerino]].
Il periodo francese aveva però lasciato nell'animo di tutti gli italiani l'idea dell'indipendenza e dell'unità nazionale. Si diffuse infatti in tutta la regione la [[Carboneria]]; nel [[1817]] avvengono i primi arresti per sovversione nella provincia di Macerata. Nel corso degli anni sono sempre di più le città in cui crescono tumulti, come [[Pesaro]], [[Ancona]], [[Ascoli Piceno]] e [[Jesi]]. Nel febbraio 1831 in varie città della regione scoppiano moti popolari, guidati dal generale [[Giuseppe Sercognani]]; i delegati apostolici vengono cacciati e si creano governi cittadini. Già il mese successivo il papa riesce a recuperare i propri territori, ancora una volta grazie all'esercito austriaco. La breve esperienza fa crescere ancora di più la voglia di uno stato italiano.
=== Le Marche nella Repubblica Romana ===
{{vedi anche|Repubblica Romana (1849)|Prima guerra di indipendenza italiana}}
Nel [[1849]], dopo aver partecipato con numerosissimi volontari alla [[Prima guerra di indipendenza italiana|Prima guerra di indipendenza]], le città della regione aderiscono alla [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] e cacciano via ancora una volta i delegati pontifici e le loro truppe. Gli Austriaci, invocati da [[papa Pio IX]], invadono le Marche e, dopo aver preso [[Pesaro]] e [[Senigallia]], cingono d'assedio, da terra e dal mare, la città di [[Ancona]], difesa oltre che dai suoi cittadini anche da uomini provenienti da tutta la regione e dall'Italia settentrionale. L'[[Prima guerra d'indipendenza italiana#L'assedio e la resa di Ancona|assedio austriaco]] dura dal 25 maggio al 6 giugno, quando, sottoposta a bombardamento incessante, la città deve cedere. Il comandante austriaco, [[Franz Wimpffen]], saluta gli sconfitti con l'onore delle armi. La bandiera della libertà era difesa ormai solo da [[Roma]] e da [[Venezia]], che cedono rispettivamente il 2 luglio e il 23 agosto. Segue, sollecitato dal papa, un decennio di occupazione austriaca.
== L'Unità d'Italia ==
{{vedi anche|Variazioni
Nel [[1860]], con la [[battaglia di Castelfidardo]] ed i successivi assedio e caduta di [[Ancona]], le Marche escono definitivamente dallo [[Stato Pontificio]]
La regione è divisa nelle quattro provincie di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino,
Molte sono le novità degli ultimi anni del [[XIX secolo]]: con la [[libertà di stampa]] nascono i primi giornali come il [[Corriere Adriatico|Corriere delle Marche]]; migliorano le condizioni igieniche con la costruzione di fognature, ma le attività economiche sono ancora poco redditizie rispetto
All'inizio della [[prima guerra mondiale]] i porti marchigiani furono subito colpiti
Finita la guerra, già il
Con l'inizio della [[seconda guerra mondiale]] le idee antifasciste iniziano a diventare più concrete. Nell'estate 1943 iniziano i primi bombardamenti sulla regione,
L'esercito alleato, proveniente da sud, entra ad Ascoli Piceno il
Con il [[referendum istituzionale del 1946]] nasce la [[Italia|Repubblica Italiana]].
Nel settembre [[1997]]
Nel [[2004]] è stata istituita la
Nel [[2009]] fu distaccato dalle Marche e aggregato
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Franco Bertini (a cura di). ''Storia delle Marche''. Bologna, Poligrafici editoriali, 1995.
* Mario Luni, ''Archeologia nelle Marche'',
== Voci correlate ==
* [[Storia della provincia di Ancona]]
{{Storia regioni d'Italia}}
{{Portale|Marche|
[[Categoria:Storia delle Marche| ]]
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