V1 (Fieseler Fi 103): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Motori: overlinking
 
(201 versioni intermedie di 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{sistema d'arma
[[Immagine:V1-20040830.jpg|thumb|Bomba volante V1]]
|Sistema d'arma = missile
[[Immagine:Spitfire_Tipping_V-1_Flying_Bomb.jpg|thumb|Uno Spitfire azzarda una manovra di intercettazione e si accosta ad una V-1 per rovesciarla con l'ala, in una famosa foto scattata sopra la Gran Bretagna]]
|Nome=Fieseler Fi 103<br />''V1''
La '''bomba volante V1''' fu il primo missile da crociera operativo, utilizzato dalla [[Germania]] negli ultimi anni della [[seconda guerra mondiale]]. Designata originariamente '''Fieseler Fi 103''', venne ribattezzata ''V1'' a fini di [[propaganda]]. La sigla sta per ''Vergeltungswaffe 1'', arma di rappresaglia 1 in [[lingua tedesca|tedesco]], un'idea di [[Joseph Goebbels]].
|Immagine = Bundesarchiv Bild 146-1975-117-26, Marschflugkörper V1 vor Start.jpg
[[Immagine:V1london.jpg|left|thumb|Una V-1 si libra minacciosa a pochi metri dal terreno, fotografata sopra Londra]]
|Didascalia =
La V1 pesava 2100 kg, ed era dotata di un [[pulsoreattore]] da 300 kg di spinta. Inizialmente portava una testata bellica da 830 kg, poi ridotta per aumentare l'autonomia, che inizialmente era di soli 240 km. La V1 era molto imprecisa, ma facile da costruire, e si stima che abbia danneggiato o distrutto una notevole quantità di edifici e di fabbricati. Degli oltre 29000 esemplari costruiti, circa 9000 vennero lanciati verso l'Inghilterra. Di questi oltre 4000 furono abbattuti dai caccia alleati: il caccia inglese [[Hawker Tempest]], con le sue eccellenti prestazioni a bassa quota, fece la parte del leone con 638 abbattimenti accertati.
|Tipo = Bomba volante
|Impiego = Aviolanciato da rampe terrestri fisse
|Guida = [[autopilota]] con [[giroscopio]]
|Progettista = [[Fritz Gosslau]]<br />[[Robert Lusser]]
|Costruttore = {{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Gerhard-Fieseler-Werke|Fieseler]]
|Data_impostazione = [[1939]]
|Data_primo_lancio = 10 dicembre [[1942]]
|Data_entrata_in_servizio = [[1943]] (primo lancio contro obiettivi di guerra: 13 giugno [[1944]])
|Data_ritiro_dal_servizio = 29 marzo [[1945]] (ultimo lancio. Sono esclusi gli impieghi del dopoguerra)
|Utilizzatore_principale = {{bandiera|DEU 1933-1945}} [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]
|Altri_utilizzatori =
|Esemplari = 30 000 circa
|Costo = 5 090 [[Reichsmark|RM]]<ref name="Zaloga 2005, p. 11">{{cita|Zaloga 2005|p. 11}}.</ref>
|Sviluppato_dal =
|Altre_varianti = [[Fieseler Fi 103R]]
|Tavole_prospettiche = Fieseler Fi 103.svg
|Peso = 2 150 [[chilogrammi|kg]]
|Lunghezza = 8,32 [[metro|m]]
|Altezza = 1,42 m
|Larghezza =
|Apertura_alare = 5,37
|Diametro =
|Vettori = [[Heinkel He 111]]
|Gittata = 250 [[chilometro|km]]<ref name="Werrell">Werrell, Kenneth P. [http://stinet.dtic.mil/oai/oai?&verb=getRecord&metadataPrefix=html&identifier=ADA162646 "The Evolution of the Cruise Missile", p. 53.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070304213844/http://stinet.dtic.mil/oai/oai?&verb=getRecord&metadataPrefix=html&identifier=ADA162646 |data=4 marzo 2007 }} ''stinet.dtic.mil.'' Estratto il 20 ottobre 2010.</ref>
|Errore =
|Tangenza = 2 750 m (teorica)
|Max_vel = 640 [[chilometro orario|km/h]]
|Max_g =
|Motore = un [[pulsoreattore|pulsogetto]] [[Argus As 014]]
|Spinta = 2,7 [[Newton (unità di misura)|kN]] (300 [[chilogrammo forza|kg]])
|Testata = 830 kg
|Spoletta =
|Esplosivo = [[Amatol|Amatol-39]]
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
 
Il '''Fieseler Fi 103''', meglio noto come '''V1''', designato internamente con il nome in codice '''FZG 76''' (''Flakzielgerät'' - bersaglio per artiglieria contraerea), fu il primo missile da crociera della storia, sviluppato dall'azienda [[Germania nazista|tedesca]] [[Gerhard-Fieseler-Werke]] nei primi [[anni 1940|anni quaranta]] e utilizzato dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] nell'ultima fase della [[seconda guerra mondiale]].
La velocità di crociera era di circa 550-640 km/h, il che rendeva possibile l'intercettazione da parte dei caccia alleati più veloci. La costruzione utilizzava sia legno che metallo.
La bomba era guidata sul bersaglio da un innovativo autopilota costituito da una piattaforma inerziale (un giroscopio) per la navigazione ed un sistema che, tramite un misuratore di flusso posto sul muso, valutava la distanza percorsa; una volta percorsa la distanza prevista, un sistema meccanico tagliava i tubi dello stabilizzatore e due piccole cariche esplosive aprivano degli aereofreni, cosi che la bomba potesse cadere.
 
La V1, la sigla sta per ''[[Vergeltungswaffen]] 1'', tradotto dal [[lingua tedesca|tedesco]] ''Arma di rappresaglia 1'' e così ribattezzata da [[Joseph Goebbels]] a fini di [[propaganda]], univa le caratteristiche di un [[aereo]] a quelle di una [[bomba aeronautica]] e si può considerare il primo esempio di [[missile da crociera]].
Come detto molte bombe furono intercettate; un sistema particolarmente ardito, fu scoperto da un giovane pilota della [[Royal Air Force|RAF]]: richiedeva di affiancarsi alla bomba, appoggiarsi ala contro ala e alzare quella della V1; così facendo il giroscopio impazziva e la bomba precipitava.
 
== Storia del progetto ==
Data la velocità e la quota, era vulnerabile ai caccia più veloci e alla contraerea, con i primi scontri tra aviogetti causati dalle intercettazioni da parte di [[Gloster Meteor]].
Nell'autunno [[1936]], mentre lavorava per l'azienda di [[motore aeronautico|motori aeronautici]] [[Argus Motoren|Argus]], [[Fritz Gosslau]], sull'esperienza acquisita sull'[[Argus As 292]] (designazione militare FZG 43), un piccolo velivolo da ricognizione comandato in remoto, cominciò a lavorare sullo sviluppo del sistema di controllo dei velivoli a distanza.
 
Il 9 novembre [[1939]] l'azienda inviò al [[Reichsluftfahrtministerium]], il ministero all'epoca responsabile dell'aviazione civile e militare della Germania, un progetto di massima per la realizzazione di un velivolo a controllo remoto. Su iniziativa privata la Argus, chiedendo la collaborazione alla [[C. Lorenz AG|Lorentz]] e alla [[Arado Flugzeugwerke]], ne avviò un primo sviluppo con il nome Project "''Fernfeuer''". Il velivolo, chiamato semplicemente ''lufttorpedo'' ([[siluro]] volante) era proposto in tre varianti in grado di trasportare un carico bellico di 1 000&nbsp;kg a una quota operativa di 5 000 m, le prime che prevedevano fosse equipaggiato con un [[motore V12|12 cilindri a V invertita]] [[Argus As 410]] da 500 PS, alla velocità di crociera di 700&nbsp;km/h, l'ultima con un nuovo tipo di motore allora alle prime fasi di sviluppo, il [[pulsoreattore]], un [[motore a reazione]] in grado di fornire 150 [[chilogrammo forza|kg]] di spinta e che avrebbe garantito all'oggetto una velocità di crociera prevista di 750&nbsp;km/h.
Ne fu creata anche una versione pilotata per missioni semisuicide, la [[Selbstopfer|Fieseler Fi 103R ''Reichenberg'']]. Sarebbe stata anche l'arma ideale per i [[kamikaze]], al posto della Okha, ma i giapponesi tergiversarono con il progetto per farne una versione capace anche di decollare da terra e di più facile manovra, la Baika, ma questo portò via tempo e il carico utile si abbassò a soli 100-250 kg.
[[File:V-1 cutaway.jpg|thumb|left|234 px|Interno dellla V1]]
 
Un ulteriore sviluppo, che assunse la designazione interna Project P 35 "''Erfurt''", fu nuovamente presentato da Gosslau alle autorità dell'RLM nell'aprile [[1940]] ma il 31 maggio successivo [[Rudolf Bree]] rispose che non vedeva possibili utilizzi di una tale soluzione e che il controllo remoto dell'ordigno era un'ulteriore debolezza del progetto. Il 6 gennaio [[1941]] [[Heinrich Koppenberg]], il direttore della Argus, nel tentativo di salvare il progetto ottenne un incontro con [[Ernst Udet]] per cercare di convincerlo a continuarne lo sviluppo ma Udet gli annunciò la sua decisione di annullarlo.
==Bibliografia==
 
*Sgarlato Nico: ''Arma di rappresaglia V1'', Aerei nella Storia n. 17. È chiaramente indicata sia la primogenitura della V1 che la sua natura di missile di crociera (la precisione non è realmente importante, ma lo è la presenza di un sistema di navigazione e attacco, sia pur rudimentale).
Ciò nonostante Gosslau era convinto che l'idea di base fosse solida e ricominciò a lavorare per semplificare il progetto. Dato che alla Argus, essendo un costruttore di motori, mancava la capacità di produrre una [[fusoliera]] per il progetto, Koppenberg chiese a [[Robert Lusser]], capo progettista e responsabile dell'ufficio tecnico della [[Heinkel]], di poterlo assistere nelle fasi di sviluppo. Il 27 febbraio 1942 Lusser, che dal 22 gennaio si era trasferito alla Gerhard-Fieseler-Werke, riuscì a incontrarsi con Koppenberg e ad acquisire i dettagli del progetto di Gosslau. Lusser ne modificò ulteriormente la configurazione abbandonando la soluzione proposta con due motori pulsogetto per una a motore singolo.
 
Lo sviluppo finale del progetto venne presentato all'Ufficio Tecnico dell'RLM il 5 giugno successivo ottenendone l'approvazione, la designazione ufficiale Fi 103 e assegnando alla Fieseler il compito di fornirne il [[prototipo]] per le valutazioni. Il 19 giugno il ''[[Generalfeldmarschall]]'' [[Erhard Milch]] diede al Fi 103 la massima priorità per avviarlo al più presto alla produzione in serie e il programma di sviluppo venne trasferito presso il centro di sperimentazione della Luftwaffe a [[Karlshagen]].
 
Il 30 agosto la Fieseler completò la prima cellula e il primo volo planato venne effettuato dal prototipo Fi 103 V7 il 10 dicembre quando venne sganciato da un [[Focke-Wulf Fw 200]] appositamente attrezzato.<ref>{{cita|Reuter 2000|pp. 56-59}}.</ref>
 
== Tecnica ==
[[File:V-1 cutaway.jpg|thumb|Schema interno dell'ordigno.]]
La V1 fu progettata con il nome in codice di ''Kirschkern'' (nocciolo di ciliegia)<ref name="Zaloga p. 6"/> da Lusser e Gosslau, con una [[fusoliera]] costruita principalmente di lamiere di acciaio saldate e ali fabbricate con la stessa tecnica, oppure in compensato. Il semplice pulsoreattore funzionava con circa 50 impulsi al secondo<ref name="Werrell"/>, e il caratteristico ronzio prodotto procurò all'ordigno il nomignolo di buzz bomb o ''doodlebug'' ([[Armadillidium vulgare|porcellino di terra]]). Per un breve periodo, in Germania fu noto (su ordine di Hitler) anche con i nomi di ''Maikäfer'' (letteralmente ''coleottero di maggio'', meglio conosciuto come [[Melolontha melolontha|maggiolino]]) e ''Krähe'' ([[corvus|corvo]])<ref>{{cita|Zaloga 2005|pp. 8-9}}.</ref>.
 
=== Motori ===
{{vedi anche|Argus As 014}}
La bomba volante utilizzava un motore a [[pulsoreattore]] [[Argus As 014]]. Questo tipo di motore aeronautico non poteva essere impiegato validamente per aerei da guerra pilotati, in quanto difficile da avviare, inefficiente al di sopra dei 3.000 metri, di scarsa durata e praticamente non in grado di cambiare velocità. Tutte queste caratteristiche sono invece largamente compatibili con una bomba volante, che può invece trarre vantaggio dalla grande semplicità costruttiva di questo tipo di motori, unita a prestazioni di velocità di assoluto rilievo per l'epoca. Le caratteristiche grandi vibrazioni prodotte dai pulsoreattori, portarono alla installazione esterna e posteriore dell'Argus.<ref name="Ford">{{Cita libro|cognome=Ford |nome=Roger |titolo=Germany's secret weapons in world war II |anno=2000 |editore=MBI Publishing Company, |città=Osceola,WI USA |lingua=en |p=64 |capitolo=The Fieseler FM03 - The V1 }}</ref>
 
A differenza di altri pulsoreattori dell'epoca, che utilizzavano una valvola di chiusura della presa d'aria strutturata come i petali di un fiore, l'Argus impiegato per le V1 utilizzava una griglia metallica creata con dei distanziatori. Lungo le aperture della griglia venivano montate delle piccole lamelle rettangolari, rivettate da un lato e libere di vibrare dall'altro, in modo da chiudere o aprire i varchi per l'aria in entrata, a seconda che prevalesse la pressione dall'interno, dovuta alla [[deflagrazione]] in camera di scoppio, o la pressione aerodinamica prodotta dall'aria. Nella V1 il ciclo si ripeteva 47 volte al secondo. Questo sistema a lamelle metalliche era semplice da costruire e non necessitava di mano d'opera specializzata o macchinari sofisticati, caratteristiche apprezzabili in tempo di guerra.<ref name="aardvark">{{Cita web |url= http://www.aardvark.co.nz/pjet/argusv1.shtml |titolo=Argus V1 Pulsejet |sito=aardvark.co.nz |accesso=19 dicembre 2010}}</ref>
 
76 centimetri dietro la griglia della presa d'aria era posta la camera di scoppio, nella quale la prima accensione era comandata da una candela di derivazione automobilistica, alimentata da un'unità elettrica autonoma poi disconnessa al momento del lancio. Il combustibile, comune benzina a basso numero di ottano,<ref name="Ford"/> veniva iniettato direttamente sfruttando la pressione della riserva di aria compressa utilizzata anche per mantenere in rotazione i giroscopi di guida e per muovere le superfici di governo.<ref name="aardvark"/>
 
Tre [[ugello di scarico|ugelli]] per l'aria nella parte anteriore del pulsogetto erano collegati a una fonte esterna di [[aria compressa]], che veniva usata per l'avvio del motore. Per l'accensione veniva di solito usato del [[gas]] di [[acetilene]], e molto spesso un pannello di [[legno]] (o simili) era posizionato alla fine del condotto di scarico per evitare la fuoriuscita del combustibile prima dell'accensione.
 
Una volta che il motore era stato avviato e che la temperatura aveva raggiunto il livello minimo operativo, il tubo flessibile aereo esterno e i connettori venivano rimossi, e il motore cominciava a "sparare" impulsi senza bisogno di ulteriori sistemi di accensione elettrica: questi, infatti, erano necessari esclusivamente per permettere al propulsore di avviarsi.
 
Secondo un mito diffuso, il motore Argus As 014 della V1 richiedeva una velocità minima di 240 [[chilometro orario|km/h]] per funzionare. In realtà, questo pulsogetto era in grado di funzionare anche a punto fisso: la cosa era possibile grazie alle valvole di aspirazione sincronizzate con l'accensione della miscela in [[camera di combustione]]. Filmati di repertorio di quel periodo mostrano chiaramente il caratteristico scarico pulsante del motore a pieno regime, in funzione prima della partenza dell'arma dalla catapulta di lancio.
 
L'origine di questo mito, probabilmente, è dovuta al fatto che, essendo la spinta [[statica]] del pulsogetto piuttosto bassa e la [[velocità di stallo]] delle piccole ali molto alta, la V1 non sarebbe stata in grado di decollare da sola su brevi distanze, e che quindi richiedeva una [[catapulta per aerei]] oppure un aviolancio da un [[aereo da bombardamento|bombardiere]] modificato, come un [[Heinkel He 111]].
[[File:Fieseler Fi 103 Duxford.jpg|thumb|La V1 in posizione di lancio come ricostruito all'[[Imperial War Museum Duxford|Imperial War Museum di Duxford]].]]
Il lancio terrestre della V1, di solito, avveniva grazie a una rampa di lancio inclinata tramite un apparato conosciuto come ''Dampferzeuger'' ("generatore di vapore") che usava [[perossido di idrogeno]] e [[permanganato di sodio]] (''[[T-Stoff]]'' e ''[[Z-Stoff]]'').<ref>Werrell, K.P. ''The Evolution of the Cruise Missile.'' Maxwell Air Force Base, Alabama: Air University Press, 1985.</ref>. Il decollo avveniva alla velocità di 580&nbsp;km/h.
 
A partire dal gennaio [[1941]], il pulsogetto della V1 venne testato su una grande varietà di veicoli, tra cui automobili<ref name="Zaloga p. 5">{{cita|Zaloga 2005|p. 5}}.</ref> e un'imbarcazione da attacco sperimentale nota con il nome di ''Tornado''. Questa imbarcazione, che non ebbe successo, era una variante di una ''Sprengboot'': secondo i progettisti, questo natante, carico di esplosivi, avrebbe dovuto essere guidato verso una nave bersaglio da un pilota, che avrebbe dovuto abbandonare l'imbarcazione all'ultimo momento. Il ''Tornado'' venne assemblato utilizzando degli scafi di [[idrovolante]] collegati a [[catamarano]], con una piccola cabina di pilotaggio sulle travi di collegamento. Il prototipo del ''Tornado'' venne giudicato rumoroso e dalle prestazioni deludenti, e fu quindi abbandonato in favore di imbarcazioni più convenzionali, propulse da normali [[motore a pistoni|motori a pistoni]].
 
Il motore, comunque, effettuò il suo primo volo il 30 aprile 1941, montato su un [[Gotha Go 145]]<ref name="Zaloga p. 5"/>.
 
=== Sistemi e impianti ===
[[File:V1Musee.jpg|thumb|Il V-1 in esposizione al ''[[Musée de l'Armée]]''.]]
[[File:Launcher of V-1 rocket in Historisch-technisches Informationszentrum Peenemünde (1).JPG|thumb|La rampa di lancio delle V-1.]]
Il [[sistema di guida]] del V-1 era costituito da un semplice [[pilota automatico]] in grado di regolare quota e velocità, sviluppato dall'azienda [[Askania (azienda)|Askania]] di Berlino.<ref name="Zaloga p. 6"/> Un sistema a pendolo che oscillava avanti e indietro lungo l'asse longitudinale del velivolo era regolato e stabilizzato da una [[girobussola]] e forniva i dati per la misura e il controllo dell'assetto sull'asse di [[beccheggio]]. L'energia necessaria per alimentare sia il dispositivo del giroscopio sia gli attuatori per i controlli di volo era fornita da due grandi serbatoi sferici caricati prima del lancio con [[aria compressa]] a 150 [[atmosfera|atm]] (15.000 [[kilopascal|kPa]]) che avevano anche il compito di pressurizzare il serbatoio del combustibile.
 
La girobussola veniva inizializzata al suolo prima del lancio ed era il componente dedicato a fornire la [[retroazione]] del sistema di controllo dell'assetto. Per controllare l'[[imbardata]] oltre il beccheggio e il [[rollio]], il suo [[giroscopio]] era inclinato fuori dal piano orizzontale individuato dagli assi longitudinali e di rollio in modo da reagire a variazioni di assetto sui tre [[Grado di libertà (meccanica classica)|gradi di libertà]]. Il giroscopio veniva mantenuto allineato da una bussola magnetica {{Senza fonte}}, e dai pendoli di prua e poppa. Questa interazione faceva sì che per cambiare direzione fosse sufficiente l'uso del [[timone (aeronautica)|timone]] senza l'ausilio di [[alettone (aeronautica)|alettoni]]. In una V1 atterrata senza esplodere nel marzo 1945 nei [[Paesi Bassi]], tra Tilburg e Goirle, vennero ritrovati circa sei rotoli della rivista di propaganda nazista "Signal" inseriti nel longherone tubolare in acciaio dell'ala sinistra, utilizzati per equilibrare staticamente l'ordigno prima del lancio. Inoltre è noto che molte V1 prima del lancio venivano equipaggiate con un trasmettitore radio di piccole dimensioni (costituito da un [[triodo]] marcato 'S3', ma equivalente in un quel momento alla [[valvola di potenza]] tipo RL 2,4T1), per controllare la direzione di volo tra il punto di lancio e le coordinate del bersaglio rispetto a una prua radio.
[[File:Particolare ogiva V1.jpg|thumb|Parte anteriore del dispositivo montato su alcune versioni della V1, con l'ogiva, le palette dell'anemometro, i 4 regolatori di rotta, il dispositivo contagiri elettromeccanico.]]
[[File:VU1TER.jpg|thumb|Lo stesso dispositivo visto di fianco, alcune parti dei meccanismi erano prodotte in Italia dalla [[Fratelli Borletti|Veglia-Borletti]].]]
[[File:VU1QUA.jpg|thumb|La parte frontale con le palette anemometro, la leva di sblocco e i 4 selettori per le regolazioni prima della partenza.]]
Un [[odometro]] azionato da un [[anemometro a palette]] posizionato sulla parte anteriore del velivolo determinava quando era stato raggiunto l'obiettivo, con una precisione sufficiente al bombardamento. Prima del lancio, un contatore veniva impostato su un valore che raggiungeva lo zero al momento dell'arrivo a destinazione nelle condizioni di vento stimate. Dopo il decollo, il flusso d'aria azionava l'elica, e ogni 30 rotazioni dell'elica il dispositivo avanzava di un'unità e provvedeva ad armare la testata dopo circa 60&nbsp;km.<ref>{{Cita web|autore=Kenneth P. Werrell|url=http://stinet.dtic.mil/oai/oai?&verb=getRecord&metadataPrefix=html&identifier=ADA162646|titolo=The Evolution of the Cruise Missile, p. 54|accesso=20 ottobre 2010|lingua=en|editore=http://stinet.dtic.mil/|sito=stinet.dtic.mil|data=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070304213844/http://stinet.dtic.mil/oai/oai?&verb=getRecord&metadataPrefix=html&identifier=ADA162646}}</ref> Quando il contatore si azzerava venivano fatti detonare due [[bullone esplosivo|bulloni esplosivi]]. I due [[deflettore (aeronautica)|deflettori]] degli [[Equilibratore (aeronautica)|equilibratori]] venivano azionati, il collegamento tra l'equilibratore e servocomando veniva bloccato e un dispositivo a ghigliottina tagliava i tubi flessibili per il controllo del servocomando del timone lasciandolo libero. Queste operazioni avevano il compito di mettere la V-1 in picchiata.<ref>FZG 76 Geräte-Handbuch, Teil 1 p. 7-8, Ausgabe April 1944.</ref><ref>[http://www.psywarrior.com/V1RocketLeaf.html "German V-1 Leaflet Campaign."] ''psywarrior.com.'' Consultato il 20 ottobre 2010.</ref> Originariamente la picchiata era stata concepita per essere condotta con il motore a piena potenza ma in pratica la manovra causava l'interruzione del flusso di combustibile e il conseguente arresto del motore. Il silenzio improvviso dopo il classico ronzio avvertiva le persone presenti dell'imminente impatto. Il problema del carburante venne in seguito risolto e gli ultimi esemplari operativi raggiungevano l'obiettivo alla massima velocità.
 
Grazie al contatore, che determinava la distanza di volo, la V-1 poteva essere lanciata con la rampa puntata approssimativamente nella direzione voluta e il pilota automatico sarebbe stato in grado di controllare il volo.
 
== Impiego operativo ==
[[File:V1london.jpg|thumb|Una V-1 si libra minacciosa a pochi metri dal terreno, fotografata sopra Londra]]
 
La prima cellula completa di una V1 venne consegnata il 30 agosto [[1942]]<ref name="Zaloga p. 6">{{cita|Zaloga 2005|p. 6}}.</ref>. Dopo che fu disponibile il primo motore, in settembre<ref name="Zaloga p. 6"/>, venne effettuato il primo volo di prova, il 28 ottobre 1942, presso [[Centro di ricerca militare di Peenemünde|Peenemünde]]. La V1 volò agganciata sotto un [[Focke-Wulf Fw 200]]<ref name="Zaloga p. 5"/>. Per il primo test di volo con motore funzionante, invece, bisognerà aspettare il 10 dicembre, quando un esemplare fu sganciato da un bombardiere He-111, che lo trasportava agganciato nella parte inferiore<ref name="Zaloga p. 6"/>.
 
Un mito riferisce che i problemi di stabilizzazione e di guida vennero risolti grazie a un audace volo di prova effettuato dalla famosa aviatrice [[Hanna Reitsch]], che si sarebbe messa personalmente alla guida di una V1 appositamente modificata per effettuare voli umani. Questo mito è entrato nell'immaginario collettivo grazie al film ''[[Operazione Crossbow (film)|Operazione Crossbow]]''.
 
I siti di lancio convenzionali avrebbero potuto, teoricamente, lanciare circa 15 V1 al giorno. Questo tuttavia era un ritmo che era difficile tenere, almeno su base omogenea. Comunque, il massimo raggiunto fu 18. Complessivamente, solo il 15% degli ordigni colpì il proprio obiettivo, mentre la maggioranza andò perduto a causa delle contromisure approntate dagli Alleati, problemi meccanici o errori di guida.
 
La quota operativa, inizialmente, era prevista essere intorno ai 2.750 metri. Tuttavia, a causa di ripetuti problemi al regolatore di pressione barometrica del carburante, i tedeschi furono costretti ad abbassare questa quota nel maggio [[1944]], mettendo, di fatto, la V1 nel raggio di azione dei cannoni [[Bofors 40 mm|Bofors da 40 mm]], ampiamente utilizzati dalle unità antiaeree alleate<ref name="Zaloga 2005, p. 11"/>.
[[File:Mile end grove road 2.jpg|thumb|Targa commemorativa della prima V1 che colpì Londra, il 13 giugno 1944, provocando otto morti civili.]]
Le versioni di prova della V1 erano aviolanciate. In ambiente operativo, la maggior parte degli ordigni venne lanciata da installazioni terrestri fisse ([[passo di Calais]] e coste [[Paesi Bassi|olandesi]]), anche se tra il luglio 1944 e il gennaio [[1945]], la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] ne lanciò approssimativamente 1.176 esemplari da bombardieri Heinkel He 111 modificati, appartenenti al [[Kampfgeschwader 3]] che operava sul [[Mare del Nord]]. Oltre all'evidente motivo di continuare la campagna di bombardamento anche dopo la perdita delle installazioni terrestri sulla costa francese, l'aviolancio fornì alla Luftwaffe l'opportunità di aggirare le sempre più efficaci contromisure degli Alleati per contrastare questo tipo di armi, oltre che di aumentarne la gittata. Per minimizzare i rischi associati a queste operazioni (soprattutto quello di essere individuato dai [[radar]]), gli equipaggi tedeschi svilupparono una tattica chiamata "lo-hi-lo": gli He-111 avrebbero dovuto, dopo aver lasciato le loro basi aeree e superato la costa, scendere a una quota di volo molto bassa. Dopo essere giunti nei pressi del punto di lancio, gli equipaggi avrebbero dovuto riprendere quota, lanciare l'ordigno, e ridiscendere rapidamente all'altitudine precedente, in modo da tornare indietro. Ricerche dopo la guerra dimostrarono che la percentuale di fallimenti era del 40%, e gli He-111 utilizzati per questo scopo erano estremamente vulnerabili ai [[caccia notturno|caccia notturni]]: questo era dovuto al fatto che la luminosità prodotta dalla partenza della V1 illuminava l'area intorno all'aereo vettore per alcuni secondi.
 
Durante la guerra, ne vennero prodotti 30.000 esemplari. Ognuno di questi richiedeva 350 ore di lavoro (incluse 120 per l'autopilota), a un costo che era il 4% di quello di una [[V2 (Aggregat 4)|V2]]<ref name="Zaloga 2005, p. 11"/>, con un carico bellico comparabile.
 
Il primo lancio operativo venne effettuato il 13 giugno 1944, quando una V1 raggiunse [[Londra]] provocando otto morti. Complessivamente, l'[[Inghilterra]] fu raggiunta da circa 10.000 ordigni di questo tipo: la capitale Londra, in particolare, fu colpita 2.419 volte, con l'uccisione di 6.184 persone e il ferimento di ulteriori 17.981<ref>[http://myweb.tiscali.co.uk/homefront/arp/arp4a.html Air Raid Precautions - Deaths and injuries] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070308060050/http://myweb.tiscali.co.uk/homefront/arp/arp4a.html |date=8 marzo 2007 }}.</ref>. La più alta densità di V1 cadde presso Croydon, situata a sud-est della città. Dal settembre 1944, comunque, la minaccia della V1 per l'Inghilterra fu temporaneamente interrotta, a causa della perdita (cattura o distruzione) delle installazioni costiere francesi da cui venivano effettuati i lanci. Per questa ragione, successivamente la V1 fu utilizzata principalmente per attaccare obiettivi strategici in [[Belgio]] (soprattutto il porto di [[Anversa]]): tra l'ottobre 1944 e il marzo 1945, il Paese, complessivamente, fu colpito da 2.448 ordigni<ref>[http://www.verzet.org/content/view/419/29/1/6/ ''V-bommenterreur boven Antwerpen'' (in tedesco)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100210045539/http://www.verzet.org/content/view/419/29/1/6/ |data=10 febbraio 2010 }} ''verzet.org.'' Estratto il 20 ottobre 2010.</ref><ref>[http://www.v2rocket.com/start/chapters/ant_map_large.jpg "Impact points of V-1 and V-2 around Antwerp."] ''v2rocket.com.'' Estratto il 20 ottobre 2010.</ref>.
 
Le V1 distrutte da caccia, cannoni antiaerei e palloni di sbarramento furono 4.261. L'ultima V1 cadde in Inghilterra il 29 marzo 1945, a [[Datchworth]] nell'[[Hertfordshire]]: si trattò dell'ultima azione nemica sul suolo inglese della seconda guerra mondiale.
 
== Contromisure ==
La difesa inglese contro le armi tedesche a lungo raggio venne chiamata [[Operazione Crossbow]]. Cannoni antiaerei furono reimpiegati secondo spostamenti diversi: prima a metà giugno 1944 da posizioni sul [[North Downs]] fino alla costa meridionale dell'Inghilterra, poi lungo un cordone di chiusura del [[Tamigi]] per gli attacchi provenienti da est. Nel settembre del 1944, una nuova linea di difesa fu approntata sulla costa dell'[[Anglia orientale]], e infine a dicembre fu adottata una nuova configurazione difensiva lungo la costa tra il [[Lincolnshire]] e lo [[Yorkshire]]. Le implementazioni furono condizionate dalle trasformazioni alle linee di avvicinamento del V-1 essendo stati i siti di lancio raggiunti dall'avanzata degli Alleati.
 
La prima notte di bombardamenti subiti le truppe addette alla contraerea nei pressi di [[Croydon]] esultarono: imprevedibilmente fu abbattuto un numero senza precedenti di bombardieri tedeschi, la maggior parte degli obiettivi furono ridotti in fiamme o, colpiti al propulsore, precipitarono. Tuttavia vi fu grande delusione quando un'altra verità divenne evidente. I cannonieri antiaerei scoprirono ben presto che questi obiettivi piccoli e veloci erano, infatti, estremamente difficili da colpire. L'altitudine di crociera del V-1, tra 600 e 900 metri, era di poco superiore alla portata effettiva dei cannoni antiaerei leggeri e appena sotto l'altezza ottimale di ingaggio della contraerea pesante.
 
Altre contromisure furono i palloni di sbarramento e l'uso di caccia intercettori.
 
== Versioni ==
=== Varianti sperimentali e a lungo raggio ===
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1973-029A-24A, Marschflugkörper V1 vor Start.jpg|thumb|Personale tedesco mentre trasporta su un carrello una V1.]]
[[File:Spitfire Tipping V-1 Flying Bomb.jpg|thumb|Uno Spitfire (a destra) azzarda una manovra di intercettazione e si accosta a una V-1 per rovesciarla con l'ala, in una famosa foto scattata sopra la Gran Bretagna]]
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1985-0123-027, KZ Mittelbau-Dora, Produktion von V 1.jpg|thumb|Catena di montaggio per la produzione delle V1 da parte della [[Mittelwerk|Mittelwerk GmbH]].]]
 
Verso la fine del conflitto vennero costruite un buon numero di V1 equipaggiate con una [[cabina di pilotaggio]], modificate per permetterne il controllo da parte di piloti volontari, conosciute come [[Fieseler Fi 103R|Reichenberg]]. Nessuna di queste venne utilizzata in missioni di combattimento. Tali velivoli mantenevano le caratteristiche generali dell'ordigno da cui derivavano ma diversamente dalle V1 (e diversamente da quanto erroneamente riportato in ''Operation Crossbow'') il decollo non avveniva tramite rampa di lancio ma utilizzando velivoli madre, con sgancio in volo.
 
Dopo un'iniziale fase di sviluppo e di prove in volo, si manifestò un problema che il reparto tecnico non riusciva a spiegarsi: diversi [[pilota collaudatore|piloti collaudatori]] chiamati a testare in volo le caratteristiche del velivolo rimasero uccisi perché non erano in grado di compiere la manovra di [[atterraggio]]. Per cercare di risolvere l'anomalia venne contattata [[Hanna Reitsch]] che avviò una serie di voli di prova al fine di trovarne la causa. La Reitsch effettuò una serie di atterraggi simulati ad alta quota, ripetendo le operazioni suggerite per l'atterraggio sfruttando lo spazio aereo per avere il tempo di richiamare il velivolo, scoprendo che il Fi 103R possedeva una velocità di [[Stallo aerodinamico|stallo]] estremamente alta e che i precedenti piloti, che non avevano esperienza di volo ad alta velocità, affrontavano questa fase con una velocità troppo bassa. La sua raccomandazione fu quindi di mantenere una velocità di atterraggio molto più elevata, manovra poi introdotta nella formazione dei ''[[Selbstopfer]]'', i piloti volontari destinati al 5.Staffel del [[Kampfgeschwader 200]], conosciuti anche come Squadriglia Leonidas.
 
La pianificazione delle missioni, poi mai messe in pratica, prevedevano l'utilizzo del bombardiere [[aereo a reazione|a getto]] [[Arado Ar 234]] o come [[aereo da traino]], collegato al Reichenberg con una [[fune]], o in una configurazione [[mistel]]-invertita con il velivolo appoggiato sul dorso. In quest'ultima configurazione, un dispositivo a comando idraulico azionato dal pilota aveva il compito di alzare il Fi 103R di circa otto metri dalla sua sede, operazione necessaria per evitare di danneggiare la parte superiore dell'aereo madre quando veniva acceso il proprio pulsogetto Argus As 014 e per garantire un flusso d'aria libero dalle turbolenze causate dai motori a reazione dell'Ar 234.
 
Un progetto meno ambizioso riguardava un adattamento a serbatoio ventrale di combustibile da abbinare ai [[aereo da caccia|caccia]] [[Messerschmitt Me 262]]. In questo caso il motore As 014, i sistemi interni e la testata venivano rimossi lasciando solo le semiali e la cellula che ora conteneva solamente un serbatoio di grandi dimensioni. Un piccolo modulo cilindrico, simile nella forma a un dardo senza derive, era posizionato in cima allo stabilizzatore verticale nella parte posteriore del serbatoio e fungeva come centro di equilibrio di gravità e punto di attacco per una serie di attrezzature. Provvedevano a collegare i due velivoli una barra di traino rigida e, all'estremità anteriore, un pitch pivot. L'utilizzo di questa insolita configurazione prevedeva l'adozione di un carrello con ruote, collegato sotto al V1-serbatoio per facilitare il decollo e che si staccava una volta in volo. Una volta esaurito il combustibile, veniva separato dalla barra di traino tramite una serie di bulloni esplosivi. Nel 1944 venne condotta una serie di prove in volo riscontrando però un grave problema di assetto del serbatoio che tendeva al "delfinamento", instabilità che si trasferiva anche al caccia, rendendo l'abbinamento troppo inaffidabile per essere utilizzato. Venne anche tentato un simile abbinamento con l'Arado Ar 234 ma riproponendosi lo stesso inconveniente lo sviluppo venne abbandonato anche in questo caso. Su alcuni di questi V1-serbatoio venne sperimentato l'adozione di un vistoso carrello fisso carenato ma, oltre a risultare inutile, contribuì ad aumentare la resistenza aerodinamica oltre che a peggiorare la stabilità complessiva dell'insieme.
 
Una sola variante dell'originale progetto del Fi 103 raggiunse l'impiego operativo. Dal 1944, a causa della progressiva perdita di siti di lancio in territorio francese e dalla generale riduzione del territorio sotto il controllo tedesco, ben presto la V1 perse la sua capacità di raggiungere i bersagli in Inghilterra. Benché fosse stata sviluppata la possibilità dell'aviolancio, si pianificò uno sviluppo in grado di aumentare la gittata dell'ordigno, identificato come F1. Si intervenne sulla capacità del serbatoio dell'arma, aumentato di dimensioni, con una corrispondente riduzione della massa della testata. Inoltre venne sostituita la parte anteriore della fusoliera, che nel V1 era metallica, con un'ogiva in legno, soluzione che offriva un notevole risparmio di peso. Con queste modifiche il V1 riusciva a raggiungere Londra e i vicini centri urbani da postazioni situate nei Paesi Bassi. Venne data la massima priorità per costruire un numero di F1 sufficienti a garantire una grande campagna di bombardamento in coincidenza all'inizio dell'[[Offensiva delle Ardenne]], ma numerosi fattori (il bombardamento delle fabbriche che producevano i missili, la scarsità di acciaio disponibile, la carenza di rete per il loro trasporto ferroviario, la caotica situazione tattica che la Germania stava affrontando in quel periodo del conflitto, ecc.) ritardò la consegna di questa V1 rendendosi disponibile solo tra il febbraio e il marzo 1945. Prima che la campagna di attacco basata sulle V1 fosse definitivamente conclusa a fine marzo, furono diverse centinaia le F1 che raggiunsero la Gran Bretagna lanciate dai siti olandesi.
 
== Utilizzatori ==
;{{DEU 1933-1945}}
* [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]
 
== Esemplari attualmente esistenti ==
Un esemplare si trova nel Peenemünde Historical Technical Museum<ref>http://www.peenemuende.de/</ref>.
 
Un esemplare si trova all'[[Imperial War Museum]] di [[Londra]]<ref>[http://www.iwm.org.uk Imperial War Museum]</ref>.
 
Sempre a Londra un altro esemplare si trova allo Science Museum<ref>[http://www.sciencemuseum.org.uk Science Museum]</ref>. A [[Parigi]], invece, la si ammira al [[Musée de l'Armée]].
 
Un esemplare si trova al museo di [[Auckland]], in [[Nuova Zelanda]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* ''Arma di vendetta V1'', Aerei nella Storia n. 17. È chiaramente indicata sia la primogenitura della V1 che la sua natura di missile di crociera (la precisione non è realmente importante, ma lo è la presenza di un sistema di navigazione e attacco, sia pur rudimentale).
* ''United States Air Force Museum Guidebook.'' Wright-Patterson AFB, Ohio: Air Force Museum Foundation, 1975.
* Cooper, Mike. ''Meteor Age.'' Doncaster, UK: Mark Turner, 1997.
* Crowdy, Terry. ''Deceiving Hitler: Double Cross and Deception in World War II.'' Oxford, UK: Osprey Publishing, 2008. ISBN 978-1846031359.
* Haining, Peter. ''The Flying Bomb War''. London: Robson Books, 2002. ISBN 1-86105-581-1.
* Irons, Roy. ''Hitler's Terror Weapons: The Price of Vengeance.'' New York: HarperCollins Publishers, 2003. ISBN 978-0007112630.
* Jackson, Robert. ''Britain's Greatest Aircraft .'' Barnsley, UK: Pen & Sword Books Ltd., 2007. ISBN 978-1-84415-383-1.
* Jones, R.V. ''Most Secret War: British Scientific Intelligence, 1939-1945''. London: Hamish Hamilton, 1978. ISBN 0-241-89746-7.
* Kay, Anthony L. ''Buzz Bomb'' (Monogram Close-Up 4). Boylston, MA: Monogram Aviation Publications, 1977. ISBN 0-914144-04-9.
* King, Benjamin and Timothy Kutta. ''Impact: The History of Germany's V-Weapons in World War II''. New York: Sarpedon Publishers, 1998. ISBN 1-885119-51-8.
* Masterman, John C. ''The Double-Cross System in the War of 1939 to 1945.'' London: Avon Books, 1972, first edition 1945.
* {{cita libro|cognome=Nowarra|nome=Heinz J.|titolo=Die Deutsche Luftrüstung 1933-1945|editore=Bernard & Graeffe Verlag|città=Koblenz|anno=1993|lingua=de|ISBN=3-7637-5464-4|cid=Nowarra 1993}}
* Montagu, Ewen. ''Beyond Top Secrat Ultra.'' New York: Coward McCann and Geoghegan Books, 1978. ISBN 0-698-10882-5
* Ramsay, Winston. ''The Blitz Then & Now (Volume 3)''. London: Battle of Britain Prints International, 1990. ISBN 0-900913-58-4.
* {{cita libro|cognome=Reuter|nome=Claus|titolo=The V2 and the German, Russian and American Rocket Program|editore=S.R. Research & Publishing|città=Missisagua, Ontario|anno=2000|lingua=en|ISBN=9781894643054|cid=Reuter 2000}}
* Sharp, C. Martin and Michael J.F. Bowyer. ''Mosquito.'' Somerset, UK: Crécy Publishing Ltd, 1995. ISBN 978-0947554415.
* Young, Richard Anthony. ''The Flying Bomb''. Shepperton, Surrey, UK: Ian Allan Ltd., 1978. ISBN 0-7110-0842-6 (Published 1978 in the USA by Sky Book Press, ISBN 0-89402-072-2).
* {{cita libro|cognome=Zaloga|nome=Steven|titolo=V-1 Flying Bomb 1942-52|url=https://archive.org/details/v1flyingbomb19420000zalo|editore=Osprey Publishing|città=Oxford, UK|anno=2005|lingua=en|ISBN=1-84176-791-3|cid=Zaloga 2005}}
 
== Voci correlate ==
* [[Aerei della Luftwaffe nella seconda guerra mondiale]]
[[Immagine:Bundesarchiv Bild 183-1985-0123-027, KZ Mittelbau-Dora, Produktion von V 1.jpg|thumb|250px|Catena di montaggio per la produzione delle V1]]
* [[Operazione Crossbow (film)]]
* [[Vergeltungswaffen]]
* [[Oswald Lange]]
 
== Altri progetti ==
*[[Vergeltungswaffe]]
{{interprogetto}}
*[[V2 (Aggregat 4)|V2]]
*[[V3 (cannone)|V3]]
 
== Collegamenti esterni ==
==Altri progetti==
* {{Collegamenti esterni}}
{{interprogetto|commons=V-1}}
* {{cita web|autore=|url=http://www.museumofflight.org/aircraft/fieseler-fi-103-v1|titolo=Fieseler Fi 103 "V1"|accesso=12 dicembre 2010|lingua=en|editore=http://www.museumofflight.org|sito=The Museum of Flight}}
* {{cita web|url=http://www.deutsches-museum.de/en/collections/transport/aeronautics/jets/fieseler-fi-103-v1/|titolo=Fieseler Fi 103 (" V1")|accesso=12 dicembre 2010|lingua=en|editore=http://www.deutsches-museum.de/index.php?L=1|sito=Deutsches Museum|data=|dataarchivio=25 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151025171218/http://www.deutsches-museum.de/en/collections/transport/aeronautics/jets/fieseler-fi-103-v1/|urlmorto=sì}}
 
{{Fieseler}}
{{Designazioni RLM}}
{{Wunderwaffen}}
{{Portale|Aeronautica|Guerra}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|aviazione|guerra|nazismo}}
 
[[Categoria:Missilistica]]
[[Categoria:Armi e armamenti della seconda guerra mondiale]]
 
[[ar:في-1]]
[[bg:V-1]]
[[br:V1 (fuc'hell)]]
[[cs:Fieseler Fi 103]]
[[da:V1-missil]]
[[de:Fieseler Fi 103]]
[[en:V-1 flying bomb]]
[[eo:V-1]]
[[es:Fieseler Fi 103 Flak Zielgerät 76 (FZG-76)]]
[[fi:V1-ohjus]]
[[fr:V1 (missile)]]
[[he:V-1]]
[[hr:Fieseler Fi 103]]
[[hu:V–1]]
[[id:V-1]]
[[ja:V1飛行爆弾]]
[[lb:Fieseler Fi 103]]
[[lt:V-1]]
[[nl:V1 (wapen)]]
[[no:V1]]
[[pl:V1]]
[[pt:V-1]]
[[ro:V-1]]
[[ru:Фау-1]]
[[sk:Fieseler Fi 103]]
[[sv:V-1]]
[[tr:V-1 füzesi]]
[[zh:V-1飛彈]]