Taranta Peligna: differenze tra le versioni

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{{F|centri abitati dell'Abruzzo|marzo 2022}}
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
{{Divisione amministrativa
|nomeComune = Taranta Peligna
|linkStemmaNome = Taranta Peligna-Stemma.png
|Panorama = Taranta peligna.jpg
|siglaRegione = ABR
|Didascalia = veduta dal sacrario della [[Brigata Maiella]]
|siglaProvincia = CH
|Bandiera = Taranta Peligna-Gonfalone.png
|latitudineGradi = 42
|Voce bandiera =
|latitudineMinuti = 1
|Stemma = Taranta Peligna-Stemma.png
|latitudineSecondi = 0
|Voce stemma =
|longitudineGradi = 14
|Stato = ITA
|longitudineMinuti = 10
|Grado amministrativo = 3
|longitudineSecondi = 0
|Divisione amm grado 1 = Abruzzo
|altitudine = 460
|Divisione amm grado 2 = Chieti
|superficie = 21
|Amministratore locale = Francesco Piccone
|abitanti = 500
|Partito = [[lista civica]] Progetto Taranta
|anno = 2004
|Data elezione = 8 e 9-6-2024
|densita = 24
|Data istituzione =
|frazioni = Ortole
|Altitudine =
|comuniLimitrofi = [[Colledimacine]], [[Lama dei Peligni]], [[Lettopalena]], [[Palena]], [[Casoli]], [[Roccaraso]]
|capSuperficie = 6601821.9
|Note superficie = {{cita web|http://www.tuttitalia.it/abruzzo/45-taranta-peligna/|Dato da Tuttitalia|5 luglio 2014}}
|prefisso = [[0872]]
|Sottodivisioni = Ortole
|istat = 069089
|Divisioni confinanti = [[Pacentro]] (AQ), [[Lama dei Peligni]], [[Colledimacine]], [[Lettopalena]], [[Palena]]
|fiscale = L047
|Zona sismica = 1
|nomeAbitanti = tarantolesi
|Gradi giorno = 1886
|patrono = [[Sant'Ubaldo]]
|Nome abitanti = tarantolesi
|festivo =
|Patrono = [[sant'Ubaldo]]
|zonaSismica = 1
|Festivo = 16 maggio
|sito = http://www.tarantapeligna.net/
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Taranta Peligna (province of Chieti, region Abruzzo, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Taranta Peligna all'interno della provincia di Chieti
|Sito = http://www.comune.tarantapeligna.ch.it/
}}
'''Taranta Peligna''' è un [[comune italiano]] di 500 abitanti della [[provincia di Chieti]] in [[Abruzzo]]. Fa anche parte della [[Comunità montana|Comunità Montana]] ''[[Comunità Montana Aventino-Medio Sangro|Aventino-Medio Sangro]]''.
 
'''Taranta Peligna''' (''La Taranta'' in dialetto locale<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1990 | UTET | Torino|p= 645}}</ref>; ''Tarantola'' sino al 1881) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Chieti]] in [[Abruzzo]]. Il comune si estende dai 378 del [[fiume Aventino]] ai 2.646 metri del [[Monte Macellaro]] sul livello del mare. Fa parte dell’[[unione dei comuni montani Maiella orientale-Verde Aventino]] e del [[Parco Nazionale della Majella]]. Aderisce all<nowiki>'</nowiki>Associazione nazionale Città delle Grotte ed è sede legale dell'associazione.
== Geografia ==
 
Taranta Peligna sorge nella valle dell'alto corso Aventino, alle pendici della [[Majella]] sud-orientale.
== Geografia fisica ==
Taranta Peligna sorge nella valle dell'alto corso del fiume Aventino, alle pendici della [[Majella]] orientale. Il centro urbano sorto inizialmente su Le Ripe del fiume, per poi espandersi in posizione più aperta sulla conoide detritica della valle. Nel territorio si trovano l'oasi fluviale delle Acquevive e ''la luggett'', resti di un condotto scavato nella viva roccia.
 
== Storia ==
Taranta Peligna risulta già abitata dalla preistoria come dimostra il ritrovamento di un'ascia di [[bronzo]] della prima metà del [[II millennio a.C.]] Nell'XI secolo è feudo dei Conti di Sangro, se nel [[1065]] il Conte Borrello figlio di Borrello e suo figlio Borrello Infante donano al Vescovo Attone, allora Signore di [[Chieti]], la Chiesa di San Pietro di Taranta (oggi scomparsa)<ref>{{Cita libro|autore=A. L. Antinori|titolo=Annali degli Abruzzi|anno=1971|editore=Forni Editore|città=Bologna|pp=sub anno 1065 sub voce "Chieti"|volume=VI}}</ref>. Nel [[XII secolo]] viene citata come ''Tarantam'' quando fu feudo di un milite gestito dalla famiglia [[Manerius de Palena]] sub feudatario di [[Boemondo di Tarsia|Boemondo]], [[conte]] di [[Manoppello]]<ref>{{cita web
|autore= Autori Vari
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/
|titolo= Taranta Peligna e la sua storia (1ª parte)
|accesso= 20/12/ dicembre 2009
|editore= Sangroaventino
|data= [[2004]]
|dataarchivio= 8 dicembre 2007
}}</ref>, mentre nel [[XIII secolo]] fu proprietà di Berardo di [[Acciano]] e di Enrico di [[Portella]], invece, nel [[1316]] Niccolò di Acciano era proprietario di metà del centro abitato, in seguito compra una sesta parte da [[Roberto Morello]] e [[Berardo di Lama]], poi, nel [[XV secolo]] il comune risulta feudo dei [[Caldora]] e nel [[XVIII secolo]] fu dei [[D'Aquino]]. Nel frattempo, negli anni [[1308]], [[1324]]-[[1324]] il paese viene citato in alcune decime dovute ad alcuni clerici e chiese,<ref>{{cita web
|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071208080449/http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/
|urlmorto= sì
}}</ref>, mentre nel [[XIII secolo]] fu proprietà di Berardo di [[Acciano]] e di Enrico di Portella, invece, nel [[1316]] Niccolò di Acciano era proprietario di metà del centro abitato, in seguito compra una sesta parte da [[Roberto Morello]] e [[Berardo di Lama]], poi, nel [[XV secolo]] il comune risulta feudo dei [[Caldora]] e nel [[XVIII secolo]] fu dei [[D'Aquino (famiglia)|D'Aquino]]. Nel frattempo, negli anni {{chiarire|[[1308]], [[1324]]-[[1324]]}} il paese viene citato in alcune decime dovute ad alcuni clerici e chiese,<ref>{{cita web
|autore= Autori Vari
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=3014
|titolo= Tarante Peligna e la sua storia (2ª parte)
|accesso= 20/12/ dicembre 2009
|editore= Sangroaventino
|data= [[2004]]
|dataarchivio= 11 novembre 2020
}}</ref> mentre, nel [[1568]] viene ritrovata una pietra tombale con un'epigrafe in latino. In seguito, nel [[1943]], durante la [[seconda guerra mondiale]] il paese viene quasi del tutto distrutto dai tedeschi, questo causera una grave emigrazione.<ref name = "storia">{{cita web
|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201111043335/http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=3014
|urlmorto= sì
}}</ref> mentre, nel [[1568]] viene ritrovata una pietra tombale con un'epigrafe in latino. In seguito, nel [[1943]], durante la [[seconda guerra mondiale]] il paese viene quasi del tutto distrutto dai tedeschi, questo causerà una grave emigrazione.<ref name = "storia">{{cita web
|autore= Emilio Merlino
|url= http://www.emiliomerlino.net/Taranta/LaStoria/lastoria.htm#storia
|titolo= La Storia
|accesso= 20/12/ dicembre 2009
|editore= Bravenet Web Services
|data=
}}</ref>
Infatti il generale [[Albert Kesselring]], nella tattica della "terra bruciata", ordinò alla popolazione di abbandonare il paese nel 26 ottobre 1943, essendo Taranta nella [[linea Gustav]]. Lo stesso accadde con la vicina [[Lettopalena]]. Durante il bombardamento alleato inoltre, l'intera chiesa di San Biagio fu fatta saltare in aria.
 
=== Seconda guerra mondiale ===
{{vedi anche|Battaglia del Sangro}}
Taranta insieme a Lama, Gessopalena, Colledimacine e Palena si trovava durante la [[seconda guerra mondiale]] lungo il percorso della [[linea Gustav]], da [[Ortona]] a [[Cassino]]. Il 26 ottobre 1943 il paese fu occupato, e venne affisso sui muri l'ordine di sfollamento dei civili da parte del comandante [[Albert Kesselring]], perché le case sarebbero state minate e fatte saltare in aria, per impedire agli alleati il rifornimento e il riparo.
 
Mentre gli sfollati si rifugiavano presso le grotte del Cavallone, alle porte dell'inverno, o scappavano a Palena, salvo poi essere condotti nel campo di prigionia di Campo di Giove (AQ) insieme agli sfollati della vicina Lettopalena, il paese di Taranta veniva bruciato, e gli edifici principali minati e fatti saltare in aria: tutto il quartiere attorno alla chiesa di San Biagio fu distrutto, compresa la chiesa, soprattutto la parte laterale e il tetto, mentre la chiesa di San Nicola venne risparmiata, insieme al santuario della Madonna; i tedeschi, per impedire ulteriormente l'accesso al paese, distrussero il ponte sull'Aventino.
[[File:Ettore Troilo.jpg|thumb|Ettore Troilo]]
Quando i patrioti della Banda Maiella raggiunsero Taranta nel febbraio 1944, i tedeschi iniziarono ad essere respinti, ma gli sfollati tornarono nelle loro case solo il 13 giugno 1944, trovando un paese in macerie; tuttavia faticosamente negli anni a seguire Taranta fu ricostruita, e negli anni '80 il patriota [[Domenico Troilo]] con l'aiuto di Nicola Troilo, figlio del comandante [[Ettore Troilo]] e di altri patrioti della "Brigata Maiella", promossero la costruzione del sacrario militare lungo la strada statale 84.
 
=== Catastrofi naturali ===
Vari terremoti colpirono il paese, tra cui uno il [[Terremoto della Maiella del 1706|3 novembre]] [[1706]], evento che causò 100 vittime; uno nel [[Terremoto della Marsica del 1915|quello del 1915]]; un altro ancora nel [[1933]] quando la chiesa di San Biagio divenne pericolante ede, infine, uno il [[1984]]. Inoltre, nel [[1929]] vi fu una piena dell'Aventino, quando il fiume distrusse molte case e ridisegnò il percorso del fiume stesso.<ref name = "storia"/>
 
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Taranta Peligna sono stati concessi con [[decreto del presidente della Repubblica]] del 26 aprile 1983.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/|titolo=Taranta Peligna, decreto 1983-04-26 DPR, concessione di stemma e gonfalone|sito=Ufficio araldico, Fascicoli comunali|accesso=2021-02-16|dataarchivio=19 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160419233606/http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/|urlmorto=sì}}</ref>
Nello scudo d'argento è raffigurata una tarantola di nero, per evidente assonanza con il toponimo. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di nero.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== ChiesaArchitetture di San Biagioreligiose ===
==== Santuario Madonna della Valle ====
La chiesa è sita in largo San Biagio. Fu eretta nel [[XVI secolo]] ma ultimata, come attesta un'epigrafe sul [[campanile]] ed alcune fonti storiche, nel [[1616]]. Nel [[1965]] il [[Genio Civile]] ridusse a rudere la chiesa per motivi d'incolumità. Della chiesa rimangono parte della zona [[abside|absidale]], della facciata e della [[torre campanaria]]. La facciata ha, sui lati, dei cantonali in pietra. Il portale, anch'esso in pietra, è decorato a [[bassorilievo|bassorilievi]], ai lati vi sono due colonne di [[ordine corinzio]] poste su piedistalli. Delle [[lesena|lesene]] affiancano delle colonne. Una [[trabeazione]] è sita presso le colonne. Il campanile presenta due livelli scanditi all'esterno da [[cornice marcapiano|cornici marcapiano]]. L'interno della chiesa è a tre [[navata|navate]].<ref>{{cita web
In origine fu una cappelletta aperta al pubblico di proprietà della famiglia ''de Simeonibus''. Successivamente una chiesetta che nel 1589 risultava danneggiata dall'umidità. Nel 1706 fu l'unica costruzione che restò indenne dal terremoto. Al primo Ottocento risale, con i dovuti rifacimenti, la chiesa attuale elevata a Santuario diocesano nel 1991.
La chiesa, di grande devozione, sorge nella parte alta del paese a ridosso di un costone roccioso. L'interno è a navata unica e copertura in legno a due falde.<ref>{{cita web
|autore= Autori Vari
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=1618 1620
|titolo= ChiesaSantuario didella SanMadonna Biagiodella Valle
|accesso= 20/12/ dicembre 2009
|editore= Sangroaventino
|data= [[2004]]
|dataarchivio= 5 marzo 2016
|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160305185320/http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=1620
|urlmorto= sì
}}</ref>
 
Il santuario domina la vallata dell'Aventino, posto nell'attuale strada di via Duca degli Abruzzi, scendendo dalla strada statale 84 Frentana, fu realizzato in seguito a un miracolo del XV secolo. A causa dell'eccessiva pioggia, un costone di montagna minacciava una frana che si sarebbe abbattuta sul paese a valle. Dei pastori si rifugiarono presso una grotta, vicino alle grotte del Cavallone, e apparve sopra un tronco di quercia la Madonna, rassicurandoli della loro salvezza dalla pioggia torrenziale.
=== Chiesa della Santissima Trinità ===
La chiesa è del [[XVI secolo]]. Nel [[1811]] vengono realizzate delle decorazioni dell'edificio di culto. La facciata è molto povera, tuttavia è incorniciata da lesene che sorreggono il cornicione. Il portale è incornicato dalla pietra, sopra di esso vi è una finestra anch'essa incorniciata. La facciata è dipinta di bianco, eccezion fatta per le lesene che sono dipinte di grigio e le parti in pietra che non sono intonacate. Il campanile è posto sulla parte sinistra della tettoia. Due finestre ad [[Arco (architettura)#Arco a tutto sesto|arco a tutto sesto]] ospitano una campana ciascuno, sopra vi è un [[timpano (architettura)|timpano]]. L'interno della chiesa è a navata unica.<ref>{{cita web
|autore= Autori Vari
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=1621
|titolo= Chiesa della Santissima Trinità
|accesso= 20/12/2009
|editore= Sanrgoaventino
|data= [[2004]]
}}</ref>
 
I pastori devoti decisero di erigere una prima cappella, con la statua della Madonna intagliata dal tronco di quercia dove la Vergine apparve; la "Madonna della valle" fu eletta patrona di Taranta. Nel 1589, quando ci fu la prima visita pastorale del vescovo di [[Chieti]], la chiesetta era stata ampliata come un vero e proprio edificio di culto.
=== Chiesa di Santa Maria della Valle in Contrada Calvario ===
 
La chiesa è sita sun un costone roccioso. L'interno è a navata unica e copertura in legno a due falde. Le mura sono in conci di pietra smussata.<ref>{{cita web
La chiesa fu rifatta nel XIX secolo in stile neoclassico, con la collocazione della statua della Madonna nell'altare maggiore, anche la statua fu restaurata con il ricamo di un abito azzurro, la realizzazione di una parrucca di veri capelli sia per lei che per la testa del Bambino; e iniziò ad essere venerata il 2 luglio, giorno della ricorrenza della Visitazione di Maria ad Elisabetta. Nel 1991 il metropolita Antonio Valentino dell'Arcidiocesi Chieti-Vasto concesse alla chiesa il titolo di santuario diocesano.
|autore= Autori Vari
 
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=1620
La facciata è molto semplice, con un portale architravato in pietra, rettangolare, una cornice marcapiano divise orizzontalmente la facciata dall'architrave a timpano triangolare, con al centro due fori per le campane.
|titolo= Chiesa di Santa Maria della Valle in Contrada Calvario
|accesso= 20/12/2009
|editore= Sangroaventino
|data= [[2004]]
}}</ref>
 
==== Chiesa di San Nicola di Bari ====
[[File:L'entrata delle grotte del Cavallone - panoramio.jpg|thumb|left|Ingresso alle grotte del Cavallone]]
La chiesa è stata edificata nel [[XVIII secolo]] nello stile [[barocco]]. L'impianto è longitudinale.<ref>{{cita web
Su una rupe, quella dell'antico castello di Taranta, che precipita sul fiume Aventino, si eleva la chiesa parrocchiale dedicata a S. Nicola di Bari, le cui origini sono antecedenti al 1300. Nella metà del XVIII secolo fu ricostruita daccapo sopra l'area del castello, a causa dei danni del terremoto della Majella del 1706. In essa sono conservate alcune tele del '600 e un pregevole quattrocentesco crocifisso su tavola, attribuito ad Antoniazzo Romano.
La facciata è tripartita da lesene ed è strutturata [[facciata a salienti|a salienti]], un orologio è posto nella sezione in alto a destra, mentre un portale è sito nella parte centrale, anch'esso è sito tra lesene, in più sopra vi è un timpano triangolare spezzato. Una scalinata a due rampe precede l'ingresso.<ref>descrizione dalla foto su: {{cita web
|autore= Autori Vari
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=1619
|titolo= Chiesa di San Nicola
|accesso= 20/12/ dicembre 2009
|editore= Sangroaventino
|data= [[2004]]
|dataarchivio= 5 marzo 2016
}}</ref> La facciata è tripartita da lesene ed è strutturata [[facciata a salienti|a salienti]], un orologio è posto nella sezione in alto a destra, mentre un portale è sito nella parte centrale, anch'esso è sito tra lesene, in più sopra vi è un timpano triangolare spezzato. Una scalinata a due rampe precede l'ingresso.<ref> descrizione dalla foto su: {{cita web
|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160305222226/http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=1619
|urlmorto= sì
}}</ref>
 
L'interno è a tre navate in stile neoclassico, l'abside è semicircolare, preceduta da arco trionfale. Tra le opere d'arte di interesse: un quadro del XVII secolo raffigurante l'Assunzione di Maria con i santi Nicola, Donato, Biagio e Ubaldo, santi legati alla fede tarantese, una tavola quattrocentesca con ritratto il Crocifisso, opera di Antoniazzo Romano(?), rinvenuto secondo la leggenda da un contadino nel suo campo, vedendo l'improvviso arresto repentino dei buoi durante l'aratura. Poi si conserva la statua seicentesca di San Nicola, a mezzobusto, usata per la processione; il santo è ritratto nelle vesti di vescovo.
 
=== Chiesa della Santissima Trinità ===
La chiesa è del [[XVI secolo]], si trova in via Roma. Nel [[1811]] vengono realizzate delle decorazioni dell'edificio di culto. La facciata è molto povera, tuttavia è incorniciata da lesene che sorreggono il cornicione. Il portale è incorniciato dalla pietra, sopra di esso vi è una finestra anch'essa incorniciata. La facciata è dipinta di bianco, eccezion fatta per le lesene che sono dipinte di grigio e le parti in pietra che non sono intonacate. Il campanile è posto sulla parte sinistra della tettoia. Due finestre ad [[Arco (architettura)#Arco a tutto sesto|arco a tutto sesto]] ospitano una campana ciascuno, sopra vi è un [[timpano (architettura)|timpano]]. L'interno della chiesa è a navata unica.<ref>{{cita web
|autore= Autori Vari
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/pagine.asp?idn=16191621
|titolo= Chiesa didella SanSS. NicolaTrinità
|accesso= 20/12/ dicembre 2009
|editore= Sangroaventino
|data= [[2004]]
|urlmorto= sì
}}</ref>
 
==== GrotteChiesa della Madonna del CavalloneCarmine ====
[[File:GrottaChiesetta delsulla Cavalloneroccia IMG- 0176panoramio.jpg|thumb|rightupright=1.2|150px|IngressoVeduta delladalla Grottastrada statale del Cavallonesacrario militare della Brigata Maiella]]
La piccola chiesa, costruita nell'Ottocento, ma rifatta ampiamente nel Novecento, si eleva sulla roccia granitica della Rocchetta. Recentemente restaurata dal Dr. Giuseppe Recchione la cui famiglia è sempre stata molto devota alla Madonna del Carmine. La chiesa si trova dalla parte orientale di via Duca degli Abruzzi, è un tempietto in pietra di montagna a vista, a impianto rettangolare con soffitto a capanna e tetto spiovente, facciata semplice con un piccolo nartece a spioventi, e campanile a vela.
 
=== Chiesa di San Biagio (rovine) ===
Inoltre possiede risorse naturali frequentate da turisti, come la [[Grotta del Cavallone]], posta sul lato sinistro della Valle di Taranta all'altezza di 1475 metri e che entra per circa 1,5&nbsp;km all'interno del massiccio della Majella.
Al centro del paese (piazzale San Biagio) si trovano le rovine della chiesa di S. Biagio (XVI secolo), di cui sono rimasti in piedi alcuni tratti delle mura, la zona absidale e la facciata in pietra, col grande portale che conserva i battenti lignei intagliati, recanti le figure dei santi Biagio e Rocco entro edicole, busti di santi e angeli; a sinistra i resti della possente torre campanaria, eretta dal 1564 al 1616, come testimoniano due iscrizioni alla base del campanile medesimo: un tempo a cinque piani, ne restano due, divisi da una cornice marcapiano.
 
La chiesa fu fatta saltare in aria dalle truppe naziste (primi del [[1944]]) che ripiegavano sulle montagne della [[linea Gustav]], ricacciati dagli Alleati verso [[Cassino]], tuttavia dalle fotografie storiche si evince come la chiesa potesse essere restaurata e recuperata, ma venne lasciata in abbandono sino al 1965 quando, al rischio di un collasso, fu decisa la demolizione parziale. Dalle immagini storiche si vede come la chiesa fosse una delle architetture più interessanti di Taranta, aveva un impianto rettangolare con la facciata salienti, in tipico stile tardo romanico, benché il portale fosse barocco; a causa dei danni del terremoto della Majella del 1933 la chiesa fu restaurata, fu deciso un restauro del tempio quasi totale, meno la parte inferiore della facciata, che si mostrava come una chiesa medievale, con la parte superiore della facciata ad arcatelle cieche, similmente elle basiliche toscane (San Miniato al Monte, Duomo di Lucca, Duomo di Pisa, ecc.), queste arcate correvano anche lungo i lati, l'abside era semicircolare, con un ordine di finestre strette che ricordava le basiliche papali romane (San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, ecc.).
La Grotta del Cavallone vengono così chiamate per via di un'enorme testa di cavallo che si intravede, con un po' di immaginazione, sulla parete esterna, seguendo le incisioni dell'erosione calcarea. È conosciuta anche come Grotta della Figlia di Iorio perché [[Francesco Paolo Michetti]], pittore e scenografo abruzzese, qui trovò l'ispirazione per ambientare il secondo atto della tragedia dannunziana "[[La figlia di Iorio]]" che venne messa in scena per la prima volta alla Scala di Milano nel 1904.
È accessibile a piedi con un comodo sentiero di montagna oppure a bordo di una funicolare che in 20 minuti vi porterà, immersi nella spettacolare valle di Taranta, a quota 1388 metri.
 
L'interno era a tre navate, di cui quella centrale maggiore, divise da pilastri circolari poggianti su capitelli che componevano arcate a tutto sesto. Gli altari laterali erano barocchi. Il campanile aveva quattro settori, oggi la parte superiore con la cella campanaria non è più visibile in quanto demolita. Malgrado la demolizione della chiesa, ogni 2 febbraio a Taranta si celebra la festa della Candelora, molto sentita, con la preparazione del pane sacro, detto "panicella".
=== Acquevive ===
 
==== Chiesa della Madonna delle Grazie ====
Scomparsa a causa della guerra, si trovava nel quartiere di San Biagio, era poco più che una cappella rurale.
 
==== Sacrario Militare della Brigata Maiella ====
[[File:BrigataMaiella sacrario.jpg|thumb|Sacrario della Brigata Maiella]]
Su uno sperone roccioso proteso come un balcone sul paese, si erge la cappelletta dedicata ai 55 caduti della Brigata Majella, una formazione partigiana unica nel suo genere ad essere stata fregiata di medaglia d'oro al valor militare pur non essendo una formazione militare.
 
Fu eretto simbolicamente a strapiombo sulla roccia della Majella, lungo la strada che da [[Lama dei Peligni]] conduce a [[Palena]], a significare la fortezza e la tenacia dei partigiani abruzzesi, nelle operazioni di guerriglia sulle alture della montagna. Il sacrario è stato realizzato qualche anno dopo la fine della guerra nel 1945, composto da una cappella a forma di capanna, in conci di pietra regolare, molto modesta, con sopra l'architrave del portale la lapide con l'iscrizione "Onore ai caduti" e lo stemma ufficiale della Brigata. L'interno conserva le lapidi tombali con le fotografie dei principali brigadisti caduti durante le operazioni di liberazione del territorio del Sangro-Aventino. Il sacrario è preceduto da un percorso a piedi lungo la parete rocciosa, dove sono scolpite le principali tappe, da Casoli a Brisighello in Veneto, conquistate dai patrioti di Ettore Troilo, tale cammino è detto "della Liberazione", fino al raggiungimento del piazzaletto del sacrario,m dove si trovano delle lapidi commemorative che ricordano le visite di onorevoli e presidenti della Repubblica, di cui si ricordano [[Carlo Azeglio Ciampi]] (2001-2003-2005), legato fortemente al territorio abruzzese, poiché fu ospitato da esule in un palazzo a [[Scanno]] (AQ), poi [[Luigi Einaudi]], anche gli sfollato in Abruzzo, e di recente, nella visita speciale del 25 aprile 2018, il presidente [[Sergio Mattarella]], che ha visitato anche Casoli, e il museo della Memoria allestito nel castello ducale.
 
La formazione patriottica, sorta a Casoli nel dicembre del 1943, operò per la Resistenza in Abruzzo e in tutta l'avanzata della Liberazione, fino a Bologna e ad Asiago. Lo scioglimento avvenne a Brisighella il 15 luglio 1945.
 
=== Palazzo Malvezzi ===
Sito accanto alla chiesa di San Nicola, fu ricostruito dopo il terremoto del 1706 dall'antico castello. Il palazzo fu la residenza dei [[Malvezzi (famiglia)|Malvezzi]], famiglia di origine bolognese, sino al 1747 quando questo ramo ereditario si estinse. Il palazzo successivamente venne suddiviso tra vari proprietari sino al 1984, quando a seguito del terremoto venne acquisito dal Comune che provvide al suo restauro. Adibito oggi a sede di varie associazioni e manifestazioni culturali.
 
== Economia ==
=== Turismo ===
==== Valle di Taranta ====
La Tagliata, l'antico nome della Valle di Taranta, è una grandiosa fenditura che incide profondamente per oltre sette chilometri il versante orientale della Majella. Ha origine alla Sella del Macellaro (2646&nbsp;m), piccola depressione situata tra il monte Macellaro e la grotta Canosa. La valle offre un ambiente naturale che annovera fenomeni carsici, rarità botaniche e fauna particolare. Vi si aprono numerose cavità come la grotta dell'Asino, del Bove e la grotta turistica del Cavallone, raggiungibile con un impianto funiviario. Molto frequentata nel periodo estivo è luogo ideale per l'escursionismo, il rifugio Macchia di Taranta (1703&nbsp;m) facilita le escursioni per il Colle d'Acquaviva (2200&nbsp;m), il monte Macellaro (2646&nbsp;m), l'Altare dello Stincone (2426&nbsp;m) e il più lontano monte Amaro (2793&nbsp;m), la seconda cima più elevata dell'Appennino.
 
==== Grotta del Cavallone ====
[[File:Grotta del Cavallone IMG 0176.jpg|thumb|upright=0.7|Ingresso della grotta del Cavallone]]
 
La [[grotta del Cavallone]] si apre sullo strapiombo della parete rocciosa posta sul lato sinistro della Valle di Taranta a quota 1475 e si sviluppa per oltre 1400 metri. Ricca di formazioni concrezionali, offre visioni di grande suggestione.
Dalla base l'apertura è simile ad un grosso nido di volatili; in realtà colpisce la grandiosità e l'imponenza dell'imbocco sulla fantastica parete. La grotta è costituita da una serie di condotti e di sale concrezionate, attrezzate per la visita turistica per circa 800 metri, la cui toponomastica è in gran parte regolata su personaggi della tragedia dannunziana [[La figlia di Iorio]] e da similitudini più o meno felici.
È detta anche Grotta della figlia di Iorio in quanto [[Francesco Paolo Michetti]], trasse ispirazione dall'antro d'ingresso per la scenografia del secondo atto della tragedia dannunziana che venne messa in scena al Teatro lirico di Milano il 4 marzo 1904; e sull'onda del successo arriso all'opera del vate, la grotta richiamò numerosi visitatori ed eruditi, molti dei quali la descrissero con termini fantasiosi e ricchi di ispirate metafore.
 
==== Grotta Canosa ====
La cavità è un [[riparo sotto roccia]] a quota 2604, tra la valle di Femmina Morta e la valle Cannella, ben visibile da lontano e punto di convergenza di alcuni itinerari per il monte Amaro. I finitimi comuni di Taranta Peligna, Lama dei Peligni e Pacentro la scelsero come termine di confine dei rispettivi territori.
 
==== Le Acquevive ====
La [[Majella]] è un massiccio di chiara origine calcarea che "poggia", però, su terreno argilloso.
La roccia calcarea è una roccia molto tenera che si lascia attraversare e modellare dall'acqua; la permeabilità all'acqua della roccia calcarea insieme alla presenza di argilla, premette la nascita, in diversi paesi del Parcoparco Nazionalenazionale della Majella, di numerose sorgenti naturali, tra le quali le più caratteristiche sono sicuramente quelle del Parcoparco Fluvialefluviale "Le Acquevive" posto ai piedi del Paesepaese di Taranta Peligna.
 
== Cultura ==
=== Brigata MajellaLetteratura ===
Taranta e Lama dei Peligni hanno ispirato nel [[1903]] la tragedia ''[[La figlia di Iorio]]'' del poeta [[Gabriele D'Annunzio]].
La [[Brigata Majella]] è una formazione partigiana unica nel suo genere ad essere stata fregiata di una medaglia d'oro al valor militare pur non essendo una formazione militare.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Taranta Peligna}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
* 16 maggio: festa patronale di [[Sant'Ubaldo]]<ref>{{cita web|url=http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/elenco_pagine.asp?Sez_ID=303&Box_ID=4720|titolo=manifestazioni e spettacoli|autore=Autori Vari|editore=Sangroaventino|data=[[2004]]|accesso=20 dicembre 2009|dataarchivio=11 novembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201111090206/http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Taranta%20Peligna/elenco_pagine.asp?Sez_ID=303&Box_ID=4720|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmministrazione
{{ComuniAmminPrec|23 aprile [[1995]]|13 giugno [[1999]]|Nicola Antonio Mancini|[[Lista civica]] di [[centro-destra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=23/04/1995&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=230890&levsut3=3&lev3=890&lev2=23&ne2=23&es2=S&levsut2=2&lev1=13&ne1=13&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|titolo=Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995|autore=Archivio storico delle Elezioni del [[Ministero dell'Interno]]}}</ref>}}
|NomeSindaco=Marcello Di Martino
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[1999]]|13 giugno [[2004]]|Graziano Merlino|[[Lista civica]] di [[centro-sinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=13/06/1999&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=230890&levsut3=3&lev3=890&lev2=23&ne2=23&es2=S&levsut2=2&lev1=13&ne1=13&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|titolo=Risultato delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999|autore=Archivio storico delle Elezioni del [[Ministero dell'Interno]]}}</ref>}}
|DataElezione=08/06/2009
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[2004]]|7 giugno [[2009]]|Nicola Angelucci|[[Lista civica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=12/06/2004&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=230890&levsut3=3&lev3=890&lev2=23&ne2=23&es2=S&levsut2=2&lev1=13&ne1=13&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|titolo=Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004|autore=Archivio storico delle Elezioni del [[Ministero dell'Interno]]}}</ref>}}
|partito=[[lista civica]] Taranta Democratica
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|24 maggio 2014|Marcello Di Martino|[[Lista civica]] Taranta democratica|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=07/06/2009&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=230890&levsut3=3&lev3=890&lev2=23&ne2=23&es2=S&levsut2=2&lev1=13&ne1=13&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|titolo=Risultato delle elezioni amministrative del 7 giugno 2009|autore=Archivio storico delle Elezioni del [[Ministero dell'Interno]]}}</ref>}}
|TelefonoComune=0872 910118
{{ComuniAmminPrec|25 maggio [[2014]]|25 maggio 2019|Marcello Di Martino|[[Lista civica]] Taranta democratica|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=25/05/2014&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=230890&levsut3=3&lev3=890&lev2=23&ne2=23&es2=S&levsut2=2&lev1=13&ne1=13&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|titolo=Risultato delle elezioni amministrative del 25 maggio 2014|autore=Archivio storico delle Elezioni del [[Ministero dell'Interno]]}}</ref>}}
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|Giovanni Paolo Rosato|[[Lista civica]] Viviamo Taranta|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name="Elezioni 2019">{{cita web |url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=26/05/2019&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=230890&levsut3=3&lev3=890&lev2=23&ne2=23&es2=S&levsut2=2&lev1=13&ne1=13&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni |titolo=Archivio storico delle elezioni |accesso=10 novembre 2019}}</ref>
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== Note ==
== Eventi e manifestazioni<ref>{{cita web
<references/>
|autore= Autori Vari
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|titolo= manifestazioni e spettacoli
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}}</ref> ==
* '''3 febbraio'''; panicelle di [[San Biagio]]
* '''16 maggio''': festa di [[Sant'Ubaldo]]
* '''1-2-3 luglio''': festa della [[Madonna della Valle]]
* '''10 agosto''': festa di [[San Rocco]]
 
== Bibliografia ==
*Merlino I.V., ''Taranta Peligna, antico paese attivo'', Tip. Asti, Pescara 1973.
*Madonna A., ''Non solo le Tarante'', Rocco Carabba Editore, Lanciano 1991.
*Piccone T., ''Grotta del Cavallone'', Artegraf, Legnano 1991.
*Piccone T., Grotta del Cavallone, myphotobook GmbH, Berlin 2016.
*Piccone T., ''Le panicelle, un'antica tradizione a Taranta Peligna'', Ed. Italia Turistica s.a.s., Padova 2004.
*Piccone T., ''Frammenti'', Grafiche Odorisio, Pescara 2023.
*Piccone T., ''SS. Trinità, la chiesa sul fiume Aventino'', Tip. Odorisio, Pescara 2008.
*Piccone T., Di Tizio F., ''Il canto della pietra'', in Italia Turistica, n. 6, nov./dic., pag. 4-45, Padova 2007.
* {{cita libro
| cognome= Iuvaensis
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}}
* {{cita libro
| nome = F.
| cognome = Verlengia
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| titolo= RAAM, IV, n. 1-4
| capitolo=Lama dei Peligni: chiesa di San Nicola. Taranta Peligna: Chiesa di San Biagio. Fara San Martino: Monastero di San Pietro in Valle
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* {{cita libro
| cognome= Verlengia
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* D. Di Gianfrancesco, ''Hic Est Liber Protocollorum Mej Notarj Costantinj de Pactis Terrae Tarantae. I Protocolli Del Notaio Costantino de Pactis di Taranta Peligna'' (1590 - 1609).
 
== NoteVoci correlate ==
* [[Coperta abruzzese]]
<references/>
* [[Parco nazionale della Maiella]]
* [[Unione dei comuni montani Maiella orientale-Verde Aventino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http{{Cita web|url=https://www.comune.tarantapeligna.netch.it/|titolo=Sito Comune di Taranta Peligna]ufficiale}}
* [http://www.lenotedellataranta.it Le note della Taranta]
 
{{Comuni del Parcoparco Nazionalenazionale della MajellaMaiella}}
{{ProvinciaComuni della provincia di Chieti}}
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[[Categoria:Comuni della provincia di Chieti]]
 
.
 
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