Parabita: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
|nomeComune Nome= Parabita
|Panorama=Castello e Palazzo Castriota Parabita.jpg
|linkStemma = Parabita-Stemma.png
|Didascalia=
|siglaRegione = PUG
|Bandiera=Parabita-Gonfalone.png
|siglaProvincia = LE
|Voce bandiera=
|latitudineGradi = 40
|Stemma=Parabita-Stemma.png
|latitudineMinuti = 3
|Voce stemma=
|latitudineSecondi = 0
|Stato=ITA
|longitudineGradi = 18
|Grado amministrativo=3
|longitudineMinuti = 8
|Divisione amm grado 1=Puglia
|longitudineSecondi = 0
|Divisione amm grado 2=Lecce
|altitudine = 80
|Amministratore locale= Stefano Prete
|superficie = 20
|Partito=[[lista civica]] Lista Agorà
|abitanti = 9.410
|Data elezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2019#Parabita|27-5-2019]]
|anno = 30-11-2009
|Data rielezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2024#Parabita|10-6-2024]]
|densita = 473
|Data istituzione=
|frazioni =
|Altitudine=83
|comuniLimitrofi = [[Alezio]], [[Collepasso]], [[Matino]], [[Neviano]], [[Tuglie]]
|Sottodivisioni=
|cap = 73052
|Divisioni confinanti=[[Alezio]], [[Collepasso]], [[Matino]], [[Neviano]], [[Tuglie]]
|prefisso = [[0833]]
|Zona sismica=4
|istat = 075059
|Gradi giorno = 1086
|fiscale = G325
|Nome abitanti=parabitani
|catasto = G325
|Patrono=[[Maria della Coltura]]
|nomeAbitanti = parabitani
|Festivo=quarta domenica di maggio
|patrono = [[Santa Maria della Coltura]]
|PIL=
|festivo = ultima decade di maggio
|PIL procapite=
|sito = http://www.comune.parabita.le.it
|Mappa=Map of comune of Parabita (province of Lecce, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Parabita all'interno della provincia di Lecce
}}
 
'''Paràbita''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Lecce]] in [[Puglia]].
'''Parabita''' (pronunciare ''Paràbita'') è un [[comune italiano]] di 9.410 abitanti<ref>[http://demo.istat.it/bilmens2009gen/index.html Dato Istat al 30/11/2009].</ref> della [[provincia di Lecce]] in [[Puglia]]. Situato nel [[Salento]] sud-occidentale, arroccato sulle alture delle [[Serre salentine]], dista 13&nbsp;km dal [[mare Ionio]] e 38&nbsp;km dal [[Lecce|capoluogo provinciale]]. <br>La cittadina è nota per le ''Veneri'', statuine scolpite in osso di cavallo raffiguranti donne in stato di gravidanza, risalenti ad un periodo compreso tra 12.000 anni e 14.000 anni fa.
 
Situata nell'entroterra salentino, poco a est di [[Gallipoli]], la cittadina ha origini incerte, ma probabilmente la fondazione è da farsi risalire al periodo normanno. Nel suo territorio è presente il sito [[paleolitico]] della [[Veneri di Parabita|grotta delle Veneri]], nota per il ritrovamento di due statuine in osso di bue raffiguranti [[veneri paleolitiche]].
==Storia==
==Festa Patronale==
La festa patronale è dedicata a Maria SS. della Coltura, patrona della città; assieme ai compatroni San Rocco e San Sebastiano.
La festa inizia il sabato sera con la processione del simulacro per le vie della città. La processione, parte dalla Basilica di Maria SS. della Coltura e culmina in piazza Umberto I dove la statua della Vergine viene lasciata nella Chiesa Matrice. L'indomani, la Domenica, c'è un'altra processione, che ricorda il ritrovamento del monolito. Infatti la storia dice che un contadino mentre arava con i buoi trovo un Monolito raffigurante una Vergine, così corse in paese ad annunciare la lieta notizia. Fu preso il Monolito e portato nella Chiesa Matrice. L'indomani quando fu aperta la Chiesa, non fu più trovata lì, ma fu trovata nella CHiesa fuori la città di fronte alle campagne. Allora si capì che la Madonna voleva stare vicino alle campagne e le fu dato il nome Coltura o Agricoltura.
La Domenica si ricorda il fatto e mentre la processione si ferma "ssutta a porta" (frase in dialetto che indica un luogo della città, dove un tempo sorgeva la porta) delle persone dette "curraturi" cioè corridori, partono dal luogo dove è stato trovato il Monolito e corrono fino al luogo della processione (1&nbsp;km). Dopo continua la processione con le statue della Madonna, di San Rocco e di San Sebastiano. L'indomani mattina come tradione vuole il simulacro viene portato in Basilica, dove viene celebrata la Santa Messa. La festa è molto sentita dai parabitani e dai contadini, infatti molti contadini accorrono alla festa perché la Madonna della Coltura è loro Patrona. La festa della Madonna è famosa anche per le luminarie e fino a qualche tempo fa anche della simulazione dell'incendio del campanile.
 
== Geografia fisica ==
==Ordini religiosi==
=== Territorio ===
A Parabita sono presenti i [[frati predicatori]] ([[domenicani]]), ma anche le suore Missionarie del Santo Rosario. I Domenicani a Parabita sono presenti da oltre 50 anni. Prima dei Domenicani a Parabita erano presenti i Missionari della Consolata.
{{Vedi anche|Geografia della Puglia}}
Ma ci sono stati anche gli Alcantarini e le suore d'Ivrea.
Parabita sorge sulle propaggini settentrionali delle [[serre salentine]] a {{M|83|ul=m slm}} Il comune ha una superficie di {{M|20.84|u=km²}} ed è compreso tra {{M|37|u=m slm}} e {{M|193|u=m slm}} (escursione pari a {{M|156|u=m}}). L'abitato si sviluppa al margine sud-occidentale della Serra di Sant'Eleuterio, che, con la sua quota massima di {{M|193|u=m slm}}, costituisce il principale elemento morfologico della zona. Il territorio è tipicamente [[Carsismo|carsico]], con affioramenti di [[rocce carbonatiche]] e assenza di idrografia superficiale. La natura carsica è anche all'origine delle numerose cavità, dette localmente ''vore'', che frastagliano il territorio e alimentano i corsi d'acqua sotterranei.
 
Il comune confina con i comuni seguenti: a nord [[Tuglie]] e [[Neviano]], a est [[Collepasso]], a sud [[Matino]], a ovest di [[Alezio]].
==Chiese di Parabita==
*Basilica [[Madonna della Coltura]];
*Chiesa Matrice dedicata a [[San Giovanni Battista]];
*Chiesa di [[Sant'Anna]];
*Chiesa di [[Sant'Antonio]];
*Chiesa del [[Sacro Cuore di Gesù]];
*Chiesa delle [[Anime del Purgatorio]];
*Chiesa dell'[[Immacolata]];
*Chiesa del [[Crocifisso]] o degli [[Alcantarini]];
*Cripta di [[Santa Marina(Marino).]]
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
==Monumenti e luoghi di interesse==
*Castello Angioino;
*Cimitero monumentale;
*Parco;
*Monumento ai caduti;
*Palazzo Y Royo;
*Grotta delle Veneri;
*Frantoi ipogei;
*Ex convento degli Alcantarini;
*Convento dei Domenicani;
*Palazzo Castriota;
*Palazzo Ardito;
*Palazzo Ferrari;
*Palazzo Vinci.
 
=== Clima ===
==Personalità legate a Parabita==
{{Vedi anche|Stazione meteorologica di Lecce Galatina|Stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca}}
*[[Rocco Cataldi]];
Dal punto di vista meteorologico Parabita rientra nel territorio del basso Salento, che presenta un clima prettamente [[clima mediterraneo|mediterraneo]], con inverni miti ed estati caldo-umide. La [[temperatura]] media del mese più freddo, [[gennaio]], si attesta attorno ai {{M|+9|u=°C}}, mentre quella del mese più caldo, [[agosto]], si aggira sui {{M|+25.1|u=°C}}. Le [[precipitazioni]] medie annue, che si aggirano intorno ai {{M|676|u=mm}}, presentano un minimo in [[primavera]]-[[estate]] ed un massimo in [[autunno]]-[[inverno]].
*Antonio Lenio;
*[[Fra Dionisio Volpone]];
*Vincenzo Maria Ferrari;
*Francesco Marzano;
*Napoleone Pagliarulo;
*Giuseppe Ricci;
*Giuseppe Bellisario;
*Alfredo De Gregorio;
*Giuseppe Serino;
*[[Michele Placido]];
*[[Federica Vincenti]].
 
Quanto alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle [[serre salentine]] che creano un sistema a scudo. Le correnti autunnali e invernali da sud-est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola<ref>{{cita web |url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=25 maggio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140112131638/http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf |dataarchivio=12 gennaio 2014 }} Tabelle climatiche 1971-2000 dall'Atlante Climatico 1971-2000 del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare</ref>.
==Eventi e manifestazioni==
*Gennaio: "Maratona del Salento", organizzata dall' associazione sportiva dilettantistica [[Podistica Parabita]]
*21 febbraio: "Carnevale Parabitano", organizzato dalla Pro Loco "Giovanni Vinci".
*Maggio: ultimo sabato domenica e lunedì. Festa Patronale “[[Madonna della Coltura]]”: vari eventi e manifestazioni correlate.
*13 giugno: Festa di [[Sant'Antonio]].
*21 giugno:Festa di [[San Luigi Gonzaga]].
*24 giugno: Festa di [[San Giovanni Battista]], protettore dell'omonima Chiesa Matrice.
*Luglio: "Teatriamo", rassegna teatrale in vernacolo organizzata dalla [[compagnia "Lucia la Greca 1998"]]
*19 luglio festa di Maria SS. delle [[Anime del Purgatorio]].
*Fine luglio: "Giochi d'Estate", settimana di giochi per ragazzi organizzata dalla Parrocchia di Sant'Anna.
*Agosto: Sagra della puccia.
*Agosto: Festival "Arte in Parabita".
*8 agosto: Festa di [[San Domenico di Guzmán]], con annesse serate.
*Ultima settimana di Luglio: Festa di [[Sant'Anna]] e [[San Pantaleone]].
 
{{ClimaAnnuale
==Sport==
| nome = Parabita
A parabita ci sono due squadre di calcio; una che milita nel campionato di seconda categoria e una, la gioventu calcio, che milita in prima categoria.
| tempmax01 = 12.4
| tempmax02 = 13.0
| tempmax03 = 14.8
| tempmax04 = 18.1
| tempmax05 = 22.6
| tempmax06 = 27.0
| tempmax07 = 29.8
| tempmax08 = 30.0
| tempmax09 = 26.4
| tempmax10 = 21.7
| tempmax11 = 17.4
| tempmax12 = 14.1
| tempmin01 = 5.6
| tempmin02 = 5.8
| tempmin03 = 7.3
| tempmin04 = 9.6
| tempmin05 = 13.3
| tempmin06 = 17.2
| tempmin07 = 19.8
| tempmin08 = 20.1
| tempmin09 = 17.4
| tempmin10 = 13.7
| tempmin11 = 10.1
| tempmin12 = 7.3
| pioggia01 = 80
| pioggia02 = 60
| pioggia03 = 70
| pioggia04 = 40
| pioggia05 = 29
| pioggia06 = 21
| pioggia07 = 14
| pioggia08 = 21
| pioggia09 = 53
| pioggia10 = 96
| pioggia11 = 109
| pioggia12 = 83
| umido01 = 79.0
| umido02 = 78.9
| umido03 = 78.6
| umido04 = 77.8
| umido05 = 75.7
| umido06 = 71.1
| umido07 = 68.4
| umido08 = 70.2
| umido09 = 75.4
| umido10 = 79.3
| umido11 = 80.8
| umido12 = 80.4
}}
 
* [[Classificazione climatica]] di Parabita:<ref>{{cita web|url=http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|titolo=Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani|urlmorto=sì|accesso=19 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100127140928/http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|dataarchivio=27 gennaio 2010}}</ref>
==Evoluzione demografica==
** [[Zona climatica]]: C
** [[Gradi giorno]]: 1235
 
== Origini del nome ==
Il toponimo secondo l'ipotesi più accreditata deriva dal neo-greco παρα-βατα (para-bata) con il significato di "''“vicino ad un varco” o “vicino ad un passo”''<ref>{{Cita libro|titolo=Antonio Romano, Scavo documentario sulle attestazioni di un presunto toponimo messapico, nella raccolta “Luoghi della cultura e cultura dei luoghi” ed. Del Grifo, 2015, pag. 129-152}}</ref> in relazione alla costruzione del borgo primigenio sul valico delle serre salentine attraversato dall'antica strada messapico-romana che da Gallipoli porta ad Otranto e presidiato dalla cittadina.
 
Altre ipotesi riconducibili all'esistenza di una presunta e leggendaria città antica di ''Bavota'', sono state ampiamente smentite dalla critica storica moderna. [http://www.stefanocortese.it/Nuov1.pdf]
 
Il toponimo Bavota altro non sarebbe che la cattiva trascrizione del nome greco della cittadina di Vaste, Βαῡστα, (Bausta), dove il trascrittore ha confuso un "sigma" (σ) con una “omicron” (o), trasformando il toponimo ''Bausta'' (Vaste) in un inesistente ''Bauota''.
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia del Salento|Storia della Puglia}}
 
Il territorio parabitano, come tutti i territori del basso Salento, è stato abitato sin dall'antichità: la presenza dell'uomo in quest'area risale probabilmente a {{formatnum:80000}} anni fa. Con ogni probabilità si trattava di ominidi appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. L'evenienza confermata dal ritrovamento di alcune selci in diverse grotte della zona. I rinvenimenti effettuati nel corso del [[XX secolo|Novecento]], alcuni frammenti ossei e le due statuine ([[Veneri di Parabita]]) in osso di bue o cavallo raffiguranti donne in gravidanza e datate fra i 12.000 e 14.000 anni fa, sono riconducibili all'Homo Sapiens Sapiens, apparso nel sud della Puglia intorno a 35.000 anni fa, nel Paleolitico Superiore.
 
Come già riportato nella sezione precedente, la possibilità di una filiazione dell'attuale Parabita da una presunta antica città denominata Bavota e collocata appena 2 chilometri più ad est dell'attuale abitato è priva di ogni fondamento. La fonte storica più attendibile a tal proposito è Claudio Tolomeo, che, nella sua Geographia e descrivendo le città messapiche non fa alcuna menzione di una presunta Bavota. Molto probabilmente la leggenda della città è dovuta, come già evidenziato, ad un errore di trascrizione del nome antico della città di Vaste (Poggiardo). Non esistono prove storiche né citazioni documentali né nessun tipo di ritrovamento archeologico che facciano pensare ad una antica città, e nemmeno ad un insediamento di una qualche rilevanza nelle vicinanze di Parabita.
 
Il nucleo primordiale della città venne costruito probabilmente in periodo normanno riproducendo l'assetto urbanistico tipico del periodo e venne dotata di mura difensive e di quattro porte di accesso (Porta di Lecce a nord, Porta di Gallipoli a ovest, Porta Falsa a est e un'altra porta a sud di cui si ignora il nome).
 
Con l'avvento del [[feudalesimo]] furono diverse le [[dinastia|casate]] che detennero il controllo del feudo. Nel [[1231]] il casale di Parabita apparteneva a Bernardo Gentile da Nardò, finito impiccato nel 1269 per aver sostenuto la causa sveva contro gli Angioini. Il feudo fu assegnato da Carlo d'Angiò al francese Giovanni de Tillio (Jean Du Till), contemporaneamente alla vicina Matino. Ad esso succedettero i figli nel [[1280]]. Fu poi di Niccolò Aldimari e nel [[XIV secolo]] della famiglia [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]]. Nel 1378 il feudo di Parabita e di Matino "''piccolo''" (un piccolo borgo probabilmente situato fra Parabita e Matino scomparso nel XV sec.) sono di proprietà della famiglia angioina dei D'Aspert<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Luciana Petracca|titolo=Politica regia, geografia feudale e quadri territoriali in una provincia del Quattrocento meridionale|rivista=Università del Salento Unisalento.it 2020|volume=pag. 6}}</ref> Nei primi anni del [[XV secolo]] il casale fu inserito nelle enormi proprietà di [[Malacarne (condottiero)|Ottino de Caris]] insieme a quello di Grottaglie, di Copertino, di Galatone, Fulcignano, Castrignano, Bagnolo, Maruggio, Monacizzo, Aradeo e Collemeto. Morto nel 1423 il De Caris, Parabita entrò a far parte degli immensi possedimenti degli [[Giovanni Antonio Orsini del Balzo|Orsini del Balzo]] feudatari di Ugento che la detennero per oltre un secolo. Nel [[1484]] Parabita fu invasa dai [[Repubblica di Venezia|Veneziani]] che avevano occupato [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]]. Nei primi anni del [[XVI secolo|Cinquecento]] in seguito alla guerra tra francesi e spagnoli nell'ambito delle dispute dinastiche e pretese sui territori italiani fra [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e [[Carlo V]], i Del Balzo perdettero i propri diritti sul casale che dal [[1531]] fu gestito dal Regio Fisco e nel [[1535]] venne acquistato da Pirro Branai (Granai) Castriota, figlio di Giovanni e discendente di [[Vrana Konti]], al quale si deve la ristrutturazione del castello eseguita dall'architetto [[Evangelista Menga]]. Il feudo venne gestito da questa famiglia fino ad essere sequestrato dal fisco per debiti nel [[1678]] e nel [[1689]] fu venduto ''in asta pubblica'' al duca Domenico Ferrari. Alla sua morte passò al nipote Giuseppe e ai suoi discendenti che furono gli ultimi feudatari di Parabita fino all'emanazione delle [[leggi eversive della feudalità]], attuate tra il [[1806]] e il [[1808]]<ref>L. A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto - Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994</ref>.
 
=== Simboli ===
[[File:Parabita-Stemma.png|left|80px]]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 10 gennaio 1929.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2393 |titolo= Parabita |sito= Archivio Centrale dello Stato }}</ref>
{{Citazione|D'azzurro, al [[Castello (araldica)|castello]] torricellato di due, al naturale, aperto di nero, posto su una [[Pianura (araldica)|pianura]] erbosa di verde, a due [[Cipresso (araldica)|cipressi]], al naturale, uscenti dalla cortina, con l'Arcangelo Gabriele, pure al naturale, con la spada sguainata, librato sulla torre di destra.|D.C.G. 10 gennaio 1929}}
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Chiesa san Giovanni Battista Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa madre]]
==== Chiesa di San Giovanni Battista ====
La [[Chiesa di San Giovanni Battista (Parabita)|chiesa matrice di San Giovanni Battista]] forse sorge sul luogo di una chiesetta del [[XIII secolo]] dedicata a [[san Biagio]]. Ampliata più volte nel corso dei secoli, ha assunto la fisionomia odierna dopo gli interventi ampliativi del [[1853]] che ne hanno determinato l'allungamento della fabbrica e il conseguente rifacimento della facciata. Possiede una pianta a tre navate con altari databili dalla fine del [[XV secolo|XV]] al [[XVIII secolo]]. Nell'incrocio tra le navate e il [[transetto]] si innalza una cupola ottagonale che copre il [[presbiterio]]. La chiesa conserva le spoglie di san Vincenzo Martire, [[legionario romano]], provenienti dalle [[catacombe di Commodilla]] in [[Roma]], donate alla famiglia Ferrari nel [[1737]] e successivamente dalla duchessa Lucia la Greca alla parrocchia nel [[1851]].
 
==== Basilica santuario della Madonna della Coltura ====
[[File:Basilica di Santa Maria della Coltura Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|left|Basilica Madonna della Coltura]]
La [[basilica santuario della Madonna della Coltura]] fu costruita tra il [[1913]] e il [[1942]] su progetto dell'architetto Napoleone Pagliarulo. Sorge su una precedente chiesa degli inizi del [[XVII secolo]], a sua volta sorta sulle rovine di un'antica cappella del [[XIV secolo]]. Negli anni '70 del secolo scorso, la Basilica viene consolidata ed ampliata con le cappelle laterali e il campanile da Gaetano Leopizzi, noto imprenditore parabitano. Al suo interno è custodito un affresco bizantino dell'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]] raffigurante la Vergine col Bambino. L'icona proviene da una [[Lavra|laura]] [[Basiliani|basiliana,]] con ogni probabilità dal vicino insediamento monastico di S. Eleuterio<ref>{{Cita web|url=http://www.japigia.com/le/matino/index.shtml?A=matino_6|titolo=Monastero S. Eleuterio|accesso=2021-09-24}}</ref>, in agro della confinante [[Matino]]. Altre possibilità ma più remote sono la Cripta di S. Marina e la Cripta di Cirlicì. L'iscrizione in greco, presente sull'affresco, di difficile traduzione, forse invoca Maria come la portinaia, custode della laura<ref>{{Cita web|url=http://www.parabitaonline.it/parabita/ilmonolito_descrizione.htm|titolo=Chiese di Parabita, Storia del Monolito della Madonna della Coltura|data=|accesso=2021-09-24|dataarchivio=29 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929070226/http://www.parabitaonline.it/parabita/ilmonolito_descrizione.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Dal luogo del ritrovamento ha preso il nome di Madonna della Coltura. Il tempio fu elevato a santuario mariano diocesano il 15 maggio [[1949]] dal vescovo [[Francesco Minerva]] e innalzato a [[basilica minore]] il 1º settembre [[1999]] da [[Giovanni Paolo II]]<ref>{{cita web |url=http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginecoltura.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=19 novembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131205121442/http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginecoltura.htm |dataarchivio=5 dicembre 2013 }} La basilica santuario della Madonna della Cultura</ref><ref>[http://www.basilicasantuariomadonnadellacoltura.it/basilica3d/3Dbasilica/ Visita virtuale della basilica] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131206073952/http://www.basilicasantuariomadonnadellacoltura.it/basilica3d/3Dbasilica/ |data=6 dicembre 2013 }}</ref>.
 
[[File:Chiesa dell'Immacolata Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa dell'Immacolata]]
 
==== Chiesa dell'Immacolata ====
La chiesa dell'Immacolata risale al [[XVI secolo|Cinquecento]] ma venne successivamente rifatta e l'attuale struttura risale alla seconda metà del [[XVII secolo]]. Fa parte delle tre chiese del centro storico del paese e presenta un sobrio e lineare prospetto composto da portale d'ingresso, sormontato da un affresco della titolare, posto in asse col finestrone. L'interno, a navata unica rettangolare, è caratterizzato da sfarzosi stucchi barocchi e da affreschi che ornano tutta la superficie con motivi floreali, volute e conchiglie. Grandi medaglioni accolgono tele raffiguranti i [[quattro evangelisti]], alcuni santi, papi e scene di vita della Vergine. Sulla parete di fondo è addossato l'altare maggiore in [[stile barocco]] con intarsi, colonne tortili e capitelli; al centro è posizionata la tela dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]].
[[File:Chiesa delle Anime Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|left|Chiesa delle Anime]]
 
==== Chiesa delle Anime del Purgatorio ====
La chiesa delle Anime del Purgatorio, più correttamente intitolata a Santa Maria Liberatrice, risale ai primi decenni del [[XVIII secolo|Settecento]]. Il documento più antico che testimonia l'esistenza di suddetta chiesa risale al 25 novembre [[1738]] ed è rappresentato da una relazione di Monsignor Francesco Carafa stilata dopo una [[visita pastorale]].
 
Presenta una semplice facciata inquadrata da due poderose [[paraste]] che racchiudono il portale sormontato da un affresco della ''Vergine delle Anime del Purgatorio'' e da una finestrella circolare. L'interno, a navata unica, è composto da due [[campate]] con volta alla leccese separate da un pilastro. Sul controprospetto trova posto la [[cantoria]] nella quale è allocato un ottocentesco [[organo a canne]]. Il presbiterio, affrescato di recente con immagini che richiamano episodi evangelici, ospita l'altare maggiore in [[pietra leccese]] che racchiude al centro la tela della ''Titolare''.
 
La chiesa, officiata dalla ''Confraternita delle Anime'', ha assolto per un lungo periodo anche la funzione di cimitero comunale prima che venissero emanate, nel [[1804]], le norme sui cimiteri con l'[[Editto di Saint Cloud]].
[[File:Chiesa del Crocifisso Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa del Crocefisso e Convento.]]
==== Chiesa del Crocefisso e Convento degli Alcantarini ====
La chiesa del Crocefisso, con l'annesso convento degli [[Frati minori scalzi|alcantarini]], è un complesso conventuale fondato nel [[1731]] in seguito all'insediamento dei frati voluti dall'[[Universitas]] locale.
 
La chiesa, meglio conosciuta sotto il titolo di San Pasquale, rispecchia la regola dell'ordine improntata sull'umiltà e la semplicità. La sobria facciata, che si conclude con un [[Timpano (architettura)|timpano]] poco slanciato, è caratterizzata da un portale centrale affiancato da due finestrelle e sormontato da una finestra centrale più grande; lateralmente sono presenti due edicole affrescate con le immagini di [[san Pasquale Baylon]] e di [[Pietro d'Alcántara|san Pietro d'Alcantara]]. L'interno, a navata unica terminante nel presbiterio dalla copertura con [[volta a lunetta]], custodisce un pregevole altare maggiore in pietra leccese finemente intagliato e decorato con statue, stucchi e sculture. Nella navata, dal pavimento maiolicato, sono presenti diversi altari fra cui quello dedicato a Santa Filomena (fatto costruire dalla duchessa Lucia la Greca nel [[1837]]), un settecentesco presepe in cartapesta e un organo a canne.
 
Al convento, anch'esso semplice nelle linee architettoniche, si accede mediante un portale preceduto da un [[pronao]] a baldacchino sul quale vi trovavano sede tre statue trafugate in tempi recenti. Sulla sommità del prospetto è presente il loggiato con archi ogivali acuti nel quale i frati trascorrevano i loro momenti di meditazione. Soppresso una prima volta nel [[1809]] con le leggi eversive di [[Gioacchino Murat]], venne definitivamente abbandonato nel [[1866]].
 
==== Chiesa di Santa Maria dell'Umiltà e Convento dei Domenicani ====
Il convento dei Domenicani, con annessa chiesa dedicata alla [[Madonna dell'Umiltà]], venne fondato nel [[1405]] dai [[domenicani]] sebbene non attestato da documenti ufficiali. Alla seconda metà del [[XV secolo]] risalirebbe invece il completamente del complesso conventuale. Espropriato dallo Stato con le [[leggi eversive]] del [[XIX secolo]], divenne sede del Comune e successivamente dei carabinieri. Nel [[1927]] la chiesa fu venduta dall'amministrazione comunale alla parrocchia e fu dichiarata monumento nazionale. Nel [[1957]] fu interessata da scellerate modifiche, effettuate per ricavarne sale da destinare ad attività ricreative parrocchiali, che ne sfregiarono per sempre l'originaria fisionomia.
 
La chiesa, a navata unica, presentava dieci altari laterali, un fonte battesimale in pietra leccese, un pulpito ed era ricoperto da un tetto a cassettoni in legno di [[Quercus petraea|rovere]] poi sostituito con una volta piana. Tuttavia rimangono alcuni elementi decorativi come i resti di un affresco cinquecentesco raffigurante un santo domenicano fra angeli. La facciata conserva ancora il suo aspetto originario caratterizzato da un rosone centrale con sculture; al centro la Crocefissione, ai lati l'Annunciazione con l'angelo a destra e Maria a sinistra, negli spazi intermedi vi sono otto testine angeliche.
 
Il convento, anch'esso interessato da rifacimenti poco consoni dell'ultimo secolo, conserva il chiostro dal quale si accede, mediante due scalinate, al corridoio del piano superiore sul quale si aprono le piccole celle dei frati.
 
==== Cripte ====
Parabita ospita due cripte bizantine: la cripta urbana di Santa Marina e la cripta rupestre del Cirlicì, una cavità naturale trasformata in luogo di culto nel [[XII secolo]]. Quest'ultima, situata nei pressi dell'omonimo canale, è costituita da un primo ambiente da cui tramite un breve corridoio si accede ad una seconda stanza più ampia. Sono presenti tracce di affreschi tra i quali risalta un santo Vescovo, forse [[san Basilio Magno]].
 
==== Cimitero monumentale di Parabita ====
[[File:Nuovo Cimitero Monumentale di Parabita.jpg|sinistra|miniatura|211x211px|Cimitero Monumentale di Parabita (Lecce).]]
Il cimitero monumentale di Parabita è stato progettato nel 1967 dallo Studio G.R.A.U. di Roma, del quale fanno parte gli architetti [[Alessandro Anselmi]] e Paola Chiatante. I lavori, eseguiti dall'impresa edile di Gaetano Leopizzi, vengono effettuati con straordinaria maestria con impiego di manufatti edilizi in cemento armato e pietra [[carparo]]. La pianta del cimitero simboleggia l'esplosione di un capitello corinzio. Il nuovo cimitero viene inaugurato nel 1982<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=1275|titolo=AMPLIAMENTO DEL CIMITERO COMUNALE - Scheda Opera - Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi|sito=censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|accesso=2024-11-13}}</ref>. Il plastico del Cimitero Monumentale di Parabita è esposto al [[MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo|MAXXI]] di [[Roma]], nella sezione della esposizione permanente.
 
==== Altre architetture religiose ====
* Parrocchia Sant'Anna
* Parrocchia Sant'Antonio
* Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
[[File:Palazzo Castriota Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Palazzo Branai (Granai) Castriota]]
[[File:Castello Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Castello Angioino]]
 
=== Architetture civili ===
* Palazzo d'Alfonso o (Branai) Castriota, [[XVI secolo]]
* Palazzo dei Veneziani, fine [[XV secolo]]
* Palazzo Ferrari, XVI secolo
* Palazzo Vinci, XV secolo
* Palazzo Lopez Y Royo, XVI secolo
* Palazzo Ramis, XVI secolo
 
=== Architetture militari ===
==== Castello angioino ====
Il castello risale al [[XIV secolo]] e si deve agli [[Angioini]] che lo edificarono per potenziare il sistema difensivo della città. Con l'avvento della famiglia Branai (Granai) Castriota, feudatari dal [[1535]] al [[1678]], la fortezza venne ristrutturata e ammodernata secondo i criteri militari dell'epoca. Tra gli anni [[1540]]-[[1545]], i lavori guidati dall'architetto [[Evangelista Menga]] portarono alla demolizione dei vecchi torrioni circolari e alla costruzione di quattro [[bastioni]] a pianta lanceolata. L'attuale fisionomia venne data nel [[1911]] dall'architetto Napoleone Pagliarulo incaricato dal proprietario Raffaele Elia di rendere la fortezza adatta ai bisogni abitativi della famiglia.
 
Presenta una pianta quadrangolare caratterizzata da una imponente mole centrale decorata con motivi rinascimentali. Pregevole è la [[Corte (architettura)|corte]] interna sul quale si affacciano portali a tutto sesto che conducono negli ambienti interni. Le stanze hanno coperture [[volta a botte|a botte]], a botte ogivale, [[volta a padiglione|a padiglione]]. La cappella di famiglia, dedicata a [[san Francesco d'Assisi]], possiede una copertura con cupola su pennacchi sferici.
 
=== Siti archeologici ===
* Frantoi ipogei
 
==== Grotta delle Veneri ====
[[File:Riproduzione veneri parabita in legno.jpg|thumb|Riproduzione ''Veneri di Parabita'' in legno d'ulivo|100px]]
La grotta delle Veneri è una cavità naturale di origine carsica che prende il nome da due statuine femminili di [[Paleolitico|epoca paleolitica]], le ''[[Veneri paleolitiche|Veneri]]'', qui ritrovate nel [[1965]]. Si tratta di statuine scolpite in osso di cavallo raffiguranti donne in stato di gravidanza e risalenti ad un periodo compreso tra {{formatnum:12000}} e {{formatnum:14000}} anni fa. La cavità può essere divisa in due settori: la grotta-riparo esterna, conseguenza dei progressivi cedimenti della volta che hanno generato un ambiente aperto, e la grotta interna suddivisibile in un ambiente centrale e due cunicoli che si sviluppano verso nord e verso ovest.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Parabita}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre [[2019]] a Parabita erano residenti 170 cittadini stranieri. La nazionalità più numerosa era quella [[Romania|rumena]] con 67 residenti.<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/str2019/index.html|titolo=Statistiche demografiche ISTAT|sito=demo.istat.it|accesso=2020-08-19}}</ref>
 
[[File:Versioni dialetto salentino.jpg|upright=0.8|thumb|Diffusione del dialetto salentino]]
 
=== Lingue e dialetti ===
Il dialetto parlato a Parabita è il [[dialetto salentino]] nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: [[messapi]], [[Magna Grecia|greci]], [[Storia romana|romani]], [[bisanzio|bizantini]], [[longobardi]], [[normanni]], [[albania|albanesi]], [[francia|francesi]], [[spagna|spagnoli]].
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
* Biblioteca Comunale
 
==== Scuole ====
* 7 Scuole dell'Infanzia (statali e paritarie)
* 1 Scuola primaria
* 1 Scuola secondaria di I grado
* Istituto d'Arte "Giannelli"
 
==== Musei ====
* '''Museo del Manifesto''' - Fondato a Parabita nel [[1982]] da Rocco Coronese, artista, docente e direttore dell'Accademia di Belle Arti di [[Frosinone]], ospita una vastissima collezione di manifesti raccolti dal suo fondatore, con sezioni di cinema, teatro, turismo, pubblicità, politica.
* '''Pinacoteca Giannelli''' - Donata nel [[1924]] al Comune di Parabita da Enrico Giannelli, è esposta in alcune sale di palazzo Ferrari e rappresenta uno spaccato della scuola napoletana dell'Ottocento e inizi del Novecento. La raccolta è costituita da quarantatré quadri e dieci sculture, opere di [[Francesco Saverio Altamura]], [[Giuseppe Casciaro]], [[Vincenzo Caprile]], [[Camillo Miola]], [[Salvatore Petruolo]], [[Raffaele Giurgola]], [[Vincenzo Gemito]] e [[Achille D'Orsi]].
* '''Museo del Vino''' - è ubicato in un vecchio [[palmento]] del [[1891]], nel Centro Storico di Parabita. Vi sono sistemati macchinari secondo il ciclo di produzione e raccolti oggetti e strumenti relativi ai processi di vinificazione (botti, damigiane, bascule, furate, torchi, solfitometri, matthre, ecc.) Dentro è sistemato un “Centro di documentazione”, che raccoglie materiali documentali (libri, riviste, stampe, pubblicazioni, opuscoli, etichette, ecc.) relativi alla produzione del vino nel Salento fin dalle origini, oltre a libri di agricoltura.
 
=== Eventi ===
* Maratona del Salento - gennaio
* Festa liturgica della [[Basilica santuario della Madonna della Coltura|Madonna della Coltura]] - 15 giorni dopo Pasqua
* Festa civile della Madonna della Coltura - maggio: quarto sabato, domenica e lunedì
* Festa di Sant'Antonio da Padova - 13 giugno
* Festa di San Luigi Gonzaga - 21 giugno
* Festa di San Giovanni Battista - 24 giugno
* "Teatriamo", rassegna teatrale in vernacolo - luglio
* Festa di Maria SS. delle Anime del Purgatorio - 19 luglio
* Festa di Sant'Anna e San Pantaleone - ultima settimana di luglio
* Sagra della Puccia - agosto
* Festa di [[San Domenico di Guzmán]] - 8 agosto
* Festa della Madonna Immacolata - 8 dicembre
 
==== Festa patronale ====
La festa patronale, che si svolge il quarto fine settimana di maggio (sabato, domenica e lunedì), è dedicata a Maria SS. della Coltura, patrona della città assieme a [[San Rocco]] e a [[San Sebastiano]].
La festa inizia il sabato sera con la processione del simulacro per le vie della città. La processione, parte dalla [[Madonna della Coltura|Basilica di Maria SS. della Coltura]] e culmina in piazza Umberto I dove la statua della Vergine viene lasciata nella Chiesa Matrice. La domenica, si svolge una seconda processione, che ricorda il ritrovamento del monolite. La tradizione racconta che un contadino mentre arava con i buoi trovò un Monolite con la raffigurazione della Vergine; corse in paese ad annunciare la lieta notizia e l'immagine venne condotta nella Chiesa Matrice per essere custodita. La mattina seguente, all'apertura della chiesa, l'immagine non era al suo posto ma venne trovata in una piccola chiesa situata fuori le mura della città di fronte alle campagne. Da quel momento le fu dato il nome di Madonna della Coltura o dell'Agricoltura. La domenica si rievoca l'accaduto e mentre la processione si ferma "ssutta a porta" (espressione dialettale indicante il luogo in cui un tempo sorgeva la porta della città) i "curraturi" cioè i corridori, partono dal luogo dove è stato trovato il Monolite e corrono fino al luogo della processione ({{M|1|u=km}}). Il lunedì mattina il simulacro viene portato in Basilica, dove viene celebrata la Santa Messa.
 
La festa è molto sentita dai cittadini parabitani e dai contadini.
 
== Economia ==
{{Vedi anche|Economia della Puglia}}
L'economia cittadina si basa da sempre sull'artigianato, sull'arte di costruire in pietra, e sulle attività produttive tradizionali legate all'agricoltura. Importante è la produzione vinicola, olearia, dei cereali e degli ortaggi, la torrefazione del caffè e la produzione di pasta alimentare. Negli ultimi decenni si sono registrati nuovi insediamenti produttivi nel campo dell'imbottigliamento di vino e olio con relativa esportazione.
 
Presente è, da sempre, l'artigianato: pietra leccese e pietra carparina, restauro, ferro battuto, legno, vetro e tessitura.<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=11}}</ref> Con la nascita della zona industriale si sono sviluppate piccole aziende manifatturiere. In forte crescita è il settore turistico.
A Parabita c'è la sede legale della [[Banca Popolare Pugliese]] un istituto che ha 100 sportelli in tre regioni.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:
* [[Strada statale 274 Salentina Meridionale]] (Santa Maria di Leuca - Gallipoli)
* [[Strada statale 101 Salentina di Gallipoli]] (Gallipoli - Lecce) uscita ''SP361''
 
Il centro è anche raggiungibile dalle strade provinciali interne: ''SP361'' [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]]-[[Alezio]]-Parabita-[[Maglie]]; ''SP51'' da [[Tuglie]], ''SP334'' da [[Casarano]] e dal confinante abitato di [[Matino]].
 
=== Ferrovie ===
La città è servita da una [[Stazione di Parabita|stazione ferroviaria]] posta sulla linea locale [[Ferrovia Novoli-Gagliano del Capo|Novoli-Gagliano del Capo]] delle [[Ferrovie del Sud Est]].
 
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
{{ComuniAmministrazione
 
|NomeSindaco= Alfredo Cacciapaglia
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
|DataElezione= 30/03/2010
{{ComuniAmminPrec
|partito= centro-destra
|6 settembre 1988|24 febbraio 1990|Aldo Provenzano| 5 =
|TelefonoComune=0833 392300
|Nome =
|EmailComune=info@comune.parabita.le.it
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Democrazia Cristiana]]
|Note = <ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|10 giugno 1990|23 gennaio 1991|Alfredo Barone| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Democrazia Cristiana]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|23 gennaio 1991|18 giugno 1991|Nicola Russo| 5 = [[Commissario prefettizio]]
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Carica = [[Commissario prefettizio]]
|Partito =
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|18 giugno 1991|10 giugno 1996|Alfonso Ferramosca| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Democrazia Cristiana]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|10 giugno 1996|17 aprile 2000|Silvio Laterza| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Polo per le Libertà]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|18 aprile 2000|5 aprile 2005|Adriano Merico| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[centro-sinistra]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|5 aprile 2005|30 marzo 2010|Adriano Merico| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = intesa democratica
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|30 marzo 2010|1º giugno 2015|Alfredo Cacciapaglia| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[centro-destra]]
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrec
|1º giugno 2015|21 febbraio 2017|Alfredo Cacciapaglia| 5 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[lista civica]] Uniti per Parabita
|Note = <ref name=interno />
}}{{ComuniAmminPrec
|21 febbraio 2017|26 maggio 2019|Andrea Cantadori, Gerardo Quaranta e Sebastiano Giangrande| 5 = Commissari straordinari
| 6 = <ref>{{cita web |url=http://www.comune.parabita.le.it/ente/commissione-straordinaria |titolo=Copia archiviata |accesso=23 febbraio 2017 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170223213545/http://www.comune.parabita.le.it/ente/commissione-straordinaria |dataarchivio=23 febbraio 2017 }}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|27 maggio 2019|in carica|Stefano Prete| 7 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Lista civica]] Agorà
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
Il 17 febbraio [[2017]], su proposta del [[Ministero dell'interno|Ministro dell'interno]] [[Marco Minniti]], viene decretato lo [[Scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazione mafiosa|scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose]]. Il governo della città viene affidato per diciotto mesi, ad una commissione straordinaria, a norma dell'[http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm art. 143 del D.lgs. n. 267 del 2000] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161212210249/http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm |date=12 dicembre 2016 }}.<ref>{{Cita web|url=http://www.quirinale.it/qrnw/attivita/attifirmati/sett/2017_m02d13.html|titolo=Gli atti firmati dal Presidente Sergio Mattarella|autore=Segretariato generale della Presidenza della Repubblica - Servizio sistemi informatici - reparto web|sito=Il Presidente|lingua=it|accesso=2017-02-21}}</ref> Il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 marzo 2017.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-03-15&atto.codiceRedazionale=17A01856&elenco30giorni=true|titolo=Gazzetta Ufficiale|accesso=2017-03-17}}</ref>.
In seguito alla revoca dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, in data 23 marzo 2018, torna in qualità di sindaco Alfredo Cacciapaglia. Rimane escluso dall'amministrazione l'ex vicesindaco Provenzano. In data 22 giugno 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso proposto dall'Avvocatura di Stato, sospende la sentenza del TAR e l'amministrazione della città viene affidata nuovamente ai tre commissari prefettizi.
 
Le elezioni del 26 maggio 2019 hanno decretato il nuovo Consiglio Comunale. Due le liste che si sono presentate agli elettori, la lista Rinascita (col candidato sindaco Laterza Salvatore Tiziano, già consigliere di maggioranza con Cacciapaglia) che ha preso {{formatnum:1047}} voti col 21,89% di preferenze e la lista Agorà (col candidato sindaco Prete Stefano) che ha preso {{formatnum:3736}} voti col 78,11% di preferenze. Stefano Prete è il nuovo Sindaco di Parabita.
==Note==
 
== Sport ==
Ha sede nel comune la società di calcio Soccer Dream Parabita, militante nel campionato di [[seconda Categoria]] 2019-2020.<ref>[https://www.tuttocampo.it/Puglia/TerzaCategoria/GironeBMaglie/Squadra/SoccerDreamParabita/1066627/Scheda#.Wra_Wn9rxdg Sito Tuttocampo]</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{Provincia di Lecce}}
* Gaetano Leopizzi, ''Artigiani ed Artigianato nella Parabita di una volta'', Edizioni Il Laboratorio, 2001.
* Gaetano Leopizzi, ''La Vecchia Società - Usi e Costumi a Parabita dal 1930 al 1950'', Edizioni Il Laboratorio, 2002.
* L. A. Montefusco, ''Le successioni feudali in Terra d'Otranto'', Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994.
*{{cita libro |autore=Paolo Petta |titolo=Despoti d'Epiro e principi di Macedonia. Esuli albanesi nell'Italia del Rinascimento |anno=2000 |editore=Argo |città=Lecce |ISBN= ISBN 88-8234-028-7}}
* AA.VV., ''Salento. Architetture antiche e siti archeologici'', Edizioni del Grifo, 2008.
* Stefanelli Laura, ''La biblioteca degli Alcantarini di Parabita. Storia e fondo antico'', Congedo Editore, Galatina, 2008.
* ''La Confraternita delle Anime di Parabita. La chiesa, i restauri, l'archivio'', Congedo, 2001.
* Carmen Mancarella, Loredana Barone, Mario Monaco, ''Iscrizioni latine del Salento. Melendugno e Borgagne, Parabita, Tricase e frazioni'', Congedo, 1996.
* Antonio Romano, ''Vocabolario del dialetto parabitano'', Edizioni del Grifo, 2009.
* Giuseppe Tornesello, ''L'eccidio di Parabita (23 giugno 1920)'', Bibliotheca Minima, 1997.
* C. De Giorgi, ''La Provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio, I-II'', Lecce, 1888.
* ''Parabita (Prov. di Lecce) I.G.M. F. 214 III SE'', «Rivista Scienze Preistoriche» XXXIX, 1984.
 
== Voci correlate ==
* [[Salento]]
* [[Provincia di Lecce]]
* [[Terra d'Otranto]]
* [[Castelli della provincia di Lecce]]
* [[Diocesi di Nardò-Gallipoli]]
* [[Serre salentine]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.parabita.le.it/|Sito del Comune}}
* {{cita web|1=http://www.parabitalife.com/|2=Parabitalife.com|accesso=23 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100217035658/http://www.parabitalife.com/|dataarchivio=17 febbraio 2010|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = http://www.leveneridiparabita.it/ | 2 = Sito sulle Veneri di Parabita | accesso = 23 aprile 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081205091940/http://www.leveneridiparabita.it/ | dataarchivio = 5 dicembre 2008 | urlmorto = sì }}
 
{{Comuni della provincia di Lecce}}
{{Salento}}
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Comuni della provincia di Lecce]]
{{Portale|Puglia}}
 
[[enCategoria:Parabita| ]]
[[eo:Parabita]]
[[es:Parabita]]
[[fr:Parabita]]
[[hu:Parabita]]
[[ja:パラービタ]]
[[nap:Parabita]]
[[nl:Parabita]]
[[pl:Parabita]]
[[pt:Parabita]]
[[ru:Парабита]]
[[scn:Parabita (LE)]]
[[uk:Парабіта]]
[[vo:Parabita]]