Franco Freda: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Franco Giorgio
|Cognome = Freda
|Pseudonimo = L'Editore
|PostCognomeVirgola = chiamato familiarmente '''Giorgio Freda'''<ref>Il vero nome, poiché quello ufficiale fu il frutto di un errore nella dichiarazione di nascita compiuto dalla levatrice</ref>
|PostPseudonimo = negli ambienti di [[estrema destra]]
|PostCognome = <ref>Nome con cui si firma, all'anagrafe solo Franco Freda, conosciuto come Giorgio da familiari e parenti in quanto il nome ufficiale fu il frutto di un errore nella dichiarazione di nascita compiuto dalla levatrice, - cfr. [http://ordinefuturo.net/2015/05/19/lopera-di-franco-giorgio-freda/ L'opera di Franco Giorgio Freda] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150626015504/http://ordinefuturo.net/2015/05/19/lopera-di-franco-giorgio-freda/ |date=26 giugno 2015 }} - ed è comunque rimasto come il nome comunemente usato e come soprannome; un altro soprannome di Freda fu "[[Mago Zurlì]]", datogli da un altro estremista di destra, Marcello Soffiati, a causa della leggera somiglianza con l'attore e conduttore televisivo [[Cino Tortorella]], come riportato in: [[Vincenzo Vinciguerra]], ''Stato d'emergenza'', pag. 209.</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Padova
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|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = editore
|Attività2Attività = ex terrorista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , appartenente all'area della destra radicale
|Immagine = Franco Freda.jpg
}}
 
Condannato nel processo di primo grado per la [[strage di piazza Fontana]] del 1969, fu assolto, con formula dubitativa, in due successivi processi d'appello e per gli [[bombe del 25 aprile 1969|attentati esplosivi del 25 aprile 1969]] e [[Attentati ai treni dell'estate 1969|quelli ai treni]] dell'estate 1969, compiuti nell'ambito della cosiddetta [[strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]] e individuato quale responsabile dell'[[associazione sovversiva]] riconducibile al Gruppo di Ar, formato da sostenitori della casa editrice di ispirazione [[Tradizionalismo (filosofia)|tradizionalista]] e [[Neonazismo|neonazista]] Edizioni di Ar, da lui stesso fondata nel [[1963]] e poi diretta (attività che gli valse il suddetto soprannome de ''l'Editore''<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/68-fu-soltanto-finzione-bambini-viziati-altro-che-rivolta-1551233.html "Il '68 fu soltanto una finzione da bambini viziati, altro che rivolta"]</ref><ref>[http://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/la-memoria-civile-che-ogni-giorno-svanisce-1.944007 la memoria che ogni giorno svanisce]</ref>). Fu in seguito condannato per istigazione all'[[odio razziale]] in relazione alle vicende del [[Fronte Nazionale (1990)|Fronte Nazionale]]. Una successiva sentenza della Cassazione nel 2005 ha affermato che la strage di Piazza Fontana fu realizzata da «un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]]» e «capitanato da Franco Freda e [[Giovanni Ventura]]», dichiarandoli però [[Ne bis in idem|non più processabili in quanto «irrevocabilmente assolti]] dalla Corte d'assise d'appello di Bari».<ref name="freda1">{{cita web|url=http://www.linkiesta.it/franco-freda|titolo=La tranquilla vita irpina di Franco Freda, novello sposo|accesso=28 agosto 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131118215351/http://www.linkiesta.it/franco-freda|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_04/la-fine-di-ventura-fasano_b083a8dc-9f8e-11df-ad29-00144f02aabe.shtml?refresh_ce-cp|titolo=La fine di Ventura, uomo dei misteri di piazza Fontana - Corriere della Sera|accesso=4 marzo 2018}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Candida|cognome=Morvillo|nome2=Bruno|cognome2=Vespa|titolo=La signora dei segreti (VINTAGE)|url=https://books.google.it/books?id=cXzWCwAAQBAJ&pg=PT195|accesso=4 marzo 2018|data=31 marzo 2016|editore=Rizzoli|ISBN=9788858684283}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.rai.it/dl/tg3/articoli/ContentItem-fcdafec0-ba41-4d7e-b648-141f11e96054.html|titolo=Tg3 - Piazza Fontana: 45 anni fa la strage|pubblicazione=Tg3|accesso=4 marzo 2018}}</ref>
Esponente della [[neofascismo|destra neofascista]] italiana, coinvolto e poi assolto nel processo per la [[strage di piazza Fontana]] e condannato a 15 anni di reclusione per associazione sovversiva. Nel 2005 la Cassazione dichiarò la sua responsabilità nella strage di piazza Fontana, senza poterne modificare la posizione giuridica.
 
Autodefinitosi politicamente "[[Nazimaoismo|nazi-maoista]]", per le sue teorie a metà strada tra [[Nazionalsocialismo|nazismo]] e [[maoismo]]<ref>{{Cita libro|nome=Chiara|cognome=Stellati|titolo=Una ideologia dell'origine: Franco Freda e la controdecadenza|url=https://books.google.it/books?id=6pmKAAAAMAAJ&q=franco+freda+maoista|accesso=4 marzo 2018|data=2001|editore=Edizioni di Ar}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Nicola|cognome=Cristadoro|titolo=L'eversione di destra negli anni di piombo: dal "nuovo ordine" al "populismo armato" e l'influenza sulla destra extraparlamentare del XXI secolo|url=https://books.google.it/books?id=lu3nAAAAIAAJ&q=franco+freda+maoista|accesso=4 marzo 2018|data=2006|editore=R. Chiaramonte|ISBN=9788890249952}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Marc|cognome=Lazar|titolo=Il libro degli anni di piombo|url=https://books.google.it/books?id=UZcxAAAAQBAJ&pg=PT54|accesso=4 marzo 2018|data=30 luglio 2013|editore=Rizzoli|ISBN=9788858653326}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Azcona Pastor, José|cognome=Manuel|nome2=Re|cognome2=Matteo|nome3=Torregrosa Carmona, Juan|cognome3=Francisco|titolo=Guerra y Paz. La Sociedad Internacional entre el Conflicto y la Cooperación|url=https://books.google.it/books?id=GFTjCwAAQBAJ&pg=PA88|accesso=4 marzo 2018|data=16 maggio 2013|editore=Librería-Editorial Dykinson|ISBN=9788490316870}}</ref> e apertamente ispirato al pensiero e alle teorie di [[Julius Evola]]<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Francesco Germinario|titolo=Tradizione, mito, storia. La cultura politica della destra radicale e i suoi teorici|anno=2014|editore=Carocci|pp=101-141|capitolo=Freda tra Platone, Nietzsche ed Evola}}</ref>, Freda è ancora attivo politicamente e collabora con diverse testate giornalistiche (tra cui il quotidiano ''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'' per il quale ha curato la rubrica culturale ''L'inattuale'' durante la direzione di [[Maurizio Belpietro]]<ref>http://www.tuttostoria.net/storia-contemporanea.aspx?code=943</ref>) e gestisce le Edizioni di Ar<ref>http://www.edizionidiar.it/franco-freda/</ref>.
== Infanzia e studi ==
Nato a [[Padova]] da padre [[Irpinia|irpino]] e madre [[Veneto|veneta]] nel pieno della [[seconda guerra mondiale]] all'età di tre anni assistette a un bombardamento aereo degli [[alleati]] su [[Padova]] e venne condotto nel rifugio da un soldato tedesco che lo riparò col proprio cappotto.
 
Nel novembre 2022 la sua libreria ad Avellino è stata perquisita dopo essere stata usata per l'indottrinamento di una cellula neonazista.<ref>https://www.labtv.net/cronaca/2022/11/15/operazione-antiterrorismo-e-indagini-in-irpinia-perquisita-la-libreria-di-franco-freda/</ref>
All'età di otto anni vide il padre, segretario della sezione di [[Adria]] dell'[[Uomo Qualunque]], aggredito e percosso da militanti di sinistra nel giorno dell'attentato a [[Palmiro Togliatti|Togliatti]]<ref name=caprara>Fonte: Mario Caprara/Gianluca Semprini, "Destra estrema e criminale", Roma, Newton & Compton, 2007)</ref>.
 
== Biografia ==
Appassionatosi alla politica fin dal liceo, ha presieduto il [[FUAN|FUAN San Marco]] di [[Padova]], l'organismo universitario del [[Movimento Sociale Italiano]].
=== Infanzia e studi ===
Nato a [[Padova]] da padre [[Irpinia|irpino]], Michelangelo e madre [[Veneto|veneta]], Nella Silvestrin,<ref>{{Cita web|url=https://a4view.archivioflamigni.org/entita/a6756220-adaa-4298-9d79-65b1b74f63d2/Freda,%20Franco/informazioni|titolo=arianna4view|sito=a4view.archivioflamigni.org|accesso=2024-11-14}}</ref> si avvicinò alla politica fin da giovanissimo. Dopo la maturità classica al liceo "Tito Livio", ha presieduto la sezione ''San Marco'' del [[Fronte universitario d'azione nazionale]] di [[Padova]], il movimento universitario del [[Movimento Sociale Italiano]].
 
Laureato in giurisprudenza presso l'[[Università di Padova]] <ref name=Freda>Con tesi intitolata ''Lo Stato secondo giustizia nella concezione platonica'' (Relatore ch.mo prof. [[Enrico Opocher]], A.A. 1964-1965), v. Postfazione a ''Platone. Lo Stato secondo giustizia"'', [[Edizioni di Ar]], 1996, pag. 111 n. 2</ref>, già nel [[1963]] abbandona l'MSI dopo meno di un anno dalla sua iscrizione per dar vita, conad ilun sodalizio tradizionalista Gruppo"gruppo di Aristocraziastudio" Arianadenominato ([["Gruppo di Ar]])", con le [[Edizioni di Ar]], casa editrice militante nella [[neofascismo|destra neofascista]] sulla scia del pensiero di [[Julius Evola]]. Tra i volumi pubblicati troviamo tutti gli scritti di [[Adolf Hitler]], incluso il ''[[Mein Kampf]]'', numerosi volumi [[Negazionismo dell'Olocausto|negazionisti dell'Olocausto]] tra cui ''Auschwitz: fine di una leggenda'' di [[Carlo Mattogno]], alcuni testi di [[Friedrich Nietzsche]] con l'originale tedesco a fronte, ma anche autori come [[Nikolaj Konstantinovič Rerich|Nikolaj Roerich]], l'artista russo candidato al [[premio Nobel per la pace]], [[Riccardo Bacchelli]], [[Nicolás Gómez Dávila]], [[Georg Simmel]], e altri.
 
Nel [[1963]], fortemente influenzato dal pensiero evoliano, scrivescrisse per il periodico [[''Tradizione]]'' una recensione di ''Cavalcare la tigre''.<ref>IlLa nuovo sloganfrase di Evola, "Cavalcare la tigre," riprende un vecchio detto cinese, secondo il quale l'unico modo per sconfiggere la tigre è montarle in groppa e domarla, guidando a proprio piacimento gli istinti omicidi del felino. Si tratta ovviamente di una allegoria che identifica la tigre con il mondo borghese, che secondo Evola è sempre più dominato dall'economia e del materialismo allontanandosi dalla tradizione.</ref>
 
=== Manifesto del Gruppo di Ar ===
Secondo Freda la linea dell'[[apolitia]] deve essere seguita come modello esistenziale e spirituale, senza per questo, se si è fra i pochi eletti, rinunciare all'attività politica.
Nel 1963 Freda scrive il ''Manifesto del Gruppo di Ar'', che fissa le coordinate del suo pensiero:
 
{{Citazione|Noi siamo: contro i [[partiti politici]]. Dagli attuali partiti politici appaiono solo posizioni politiche al crepuscolo, che possono costituire il supporto per il successo di [[oligarchia|gruppi oligarchici]], non certo inserite nel nostro modo generale d'essere. Noi siamo antidemocratici: sui feticci delle democrazie [[capitalismo|capitalistiche]] e [[comunismo|bolsceviche]] ricade la responsabilità del crollo dei valori politici e del trauma morale che ha disintegrato degli individui alienandoli dalla vita organica dello Stato. Noi siamo contro certe esasperazioni del [[nazionalismo]], che riteniamo aver frantumato nelle loro implicazioni storiche il substrato unitario della [[civiltà occidentale|civiltà d'Occidente]]. Noi siamo antiborghesi: la [[borghesia]], intesa come stato d'animo e prospettiva economicistica del mondo è la prima responsabile di questo clima dissolvente [...] Noi siamo per uno stile di vita che nessun partito può darci; ma solo un Ordine di idee, una Unità differenziata di istanze, il Cameratismo nella lotta contro un sistema sfaldato. Noi siamo per una [[Aristocrazia]] che è radicale rifiuto del modello egualitario. Noi assumiamo una prospettiva gerarchica e organica [...] Noi siamo per le civiltà d'[[Europa]] e d'Occidente, con i loro Miti e le loro Tradizioni, al di là degli egoismi e dei provincialismi sterili in cui si chiude l'odierna mentalità nazionalistica. Noi siamo per una concezione tradizionale dell'esistenza in cui le suggestioni esasperate e anormali della società e dell'economia cedano il posto ai valori eroici dello spirito intesi come ''[[Onore]], [[Gerarchia]], [[Fedeltà]]''}}
È stato legato al movimento politico [[Ordine Nuovo]].
 
=== Il saggio ''La disintegrazione del sistema'' ===
== Manifesto del Gruppo di Aristocrazia Ariana==
Nel [[1969]] pubblicò ''La disintegrazione del sistema'' (intervento di Freda nella riunione del comitato di reggenza del [[Fronte europeo rivoluzionario]], avvenuto a [[Ratisbona]] il 17 agosto [[1969]]), vero e proprio "libro-guida" per i [[Nazi-maoismo|nazimaoisti]] e neofascisti tradotto in diverse lingue in seguito più volte ristampato e divenuto (assieme ai testi di Julius Evola) il testo del radicalismo di destra italiano più conosciuto all'estero<ref name=":0" />. Si tratta di un manifesto che avrà una grande influenza nell'ambiente neofascista degli anni a venire (come ad esempio il caso della rivista ''[[Quex]]'', legata ai [[Nuclei Armati Rivoluzionari]], fondata da [[Fabrizio Zani]], [[Mario Tuti]], [[Edgardo Bonazzi]] e [[Angelo Izzo]] e il mensile ''[[Orion (rivista)|Orion]]'' di [[Maurizio Murelli]], apertamente ispirate ad esso<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Matteo Luca Andriola|anno=2016|titolo=Retorica antigiudaica e negazionismo sulle pagine del mensile «Orion»|rivista=Giornale di storia contemporanea|volume=1|numero=XIX|pp=177-196}}</ref>), costituendo un elemento di rottura con le ideologie ispirate al [[Storia del fascismo italiano|Ventennio]] e ai nazionalismi europei ed ordinovisti, proponendo un'unione con alcuni elementi dell'analisi [[Marxismo|marxista]].
Nel 1963 Freda scrive il ''Manifesto del gruppo di Aristocrazia Ariana'', che fissa le coordinate del suo pensiero: {{quote|Noi siamo: contro i [[partiti politici]]. Dagli attuali partiti politici appaiono solo posizioni politiche al crepuscolo, che possono costituire il supporto per il successo di [[logarchia|gruppi oligarchici]], non certo inserite nel nostro modo generale d'essere. Noi siamo [[antidemocratici]]: sui feticci delle democrazie [[capitalismo|capitalistiche]] e [[comunismo|bolsceviche]] ricade la responsabilità del crollo dei valori politici e del trauma morale che ha disintegrato degli individui alienandoli dalla vita organica dello Stato. Noi siamo contro certe esasperazioni del [[nazionalismo]], che riteniamo aver frantumato nelle loro implicazioni storiche il substrato unitario della civiltà d'[[Occidente]]. Noi siamo antiborghesi: la [[borghesia]], intesa come stato d'animo e prospettiva economicistica del mondo è la prima responsabile di questo clima dissolvente [...] Noi siamo per uno stile di vita che nessun partito può darci; ma solo un Ordine di idee, una Unità differenziata di istanze, il Cameratismo nella lotta contro un sistema sfaldato. Noi siamo per una [[Aristocrazia]] che è radicale rifiuto del modello egualitario. Noi assumiamo una prospettiva gerarchica e organica [...] Noi siamo per le civiltà d'[[Europa]] e d'[[Occidente]], con i loro Miti e le loro Tradizioni, al di là degli egoismi e dei provincialismi sterili in cui si chiude l'odierna mentalità nazionalistica. Noi siamo per una concezione tradizionale dell'esistenza in cui le suggestioni esasperate e anormali della società e dell'economia cedano il posto ai valori eroici dello spirito intesi come ''[[Onore]], [[Gerarchia]], [[Fedeltà]]''}}
 
Nell'opera Freda teorizzò uno stato basato su un [[comunismo]] [[aristocratico]], una via di mezzo tra la [[La Repubblica (dialogo)|Repubblica]] di [[Platone]], il [[Germania nazista|Terzo Reich]] e la [[Cina]] di [[Mao Zedong|Mao]].
==Il saggio ''La disintegrazione del sistema''==
Nel [[1969]] pubblicò ''La disintegrazione del sistema'' (intervento di Freda nella riunione del comitato di reggenza del Fronte Europeo Rivoluzionario, avvenuto a [[Regensburg]] il 17.08.1969), vero e proprio "libro-guida" per i [[Nazi-maoismo|nazimaoisti]].
Si tratta di un manifesto che avrà una grande importanza nell'ambiente neofascista degli anni a venire, costituendo un elemento di rottura con le ideologie ispirate al [[Ventennio]], ai nazionalismi europei e ordinovisti.
 
Il sistema del quale Freda predica e intende perseguire la distruzione è quello [[Borghesia|borghese]] e [[Capitalismo|capitalista]], e, ne ''La disintegrazione del sistema'', auspica un'alleanza tattica con certi settori della sinistra rivoluzionaria, al fine di creare un unico fronte comune antiborghese. Per fare ciò Freda respinge ogni tattica legalitaria o riformistica proponendo l'abbandono di ogni «colpevole esitazione dinanzi all'impiego di tutti quei mezzi drastici e risolutivi che solo la violenza possiede.»<ref>{{Cita libro|autore=Franco Freda|titolo=La disintegrazione del sistema|anno=1969|editore=Edizioni di AR|p=71}}</ref>
Freda giungerà addirittura a teorizzare un [[comunismo]] [[aristocratico]], una via di mezzo tra la repubblica di [[Platone]], il [[Terzo Reich]] e la [[Cina]] di [[Mao]].
 
Freda, richiamandosi a una aristocrazia [[arianesimo|ariana]] e sostenitore di teorie [[nazionalsocialismo|nazionalsocialiste]], sin dagli anni sessanta iniziò a contestare la direzione dell'MSI, accusandola di 'tortuosità' e di compromesso con «la democrazia moribonda della Repubblica».
Il sistema del quale Freda predica e intende perseguire la distruzione è il sistema borghese. Ne ''La disintegrazione del sistema'' si auspica che certi settori della sinistra "rivoluzionaria" attuino un'alleanza tattica, al fine di creare un unico fronte comune antiborghese.
 
Nella sua casa editrice, oltre alla ''Disintegrazione del sistema'', ha pubblicato i classici del pensiero antimoderno, antiumanistico e antidemocratico da [[Julius Evola]] a [[Johann Jakob Bachofen]], ma anche alcune opere di [[Friedrich Nietzsche]] e di [[Oswald Spengler]]; un'antologia di pensieri di [[Muʿammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]] (curata da [[Claudio Mutti]])<ref>{{Cita libro|curatore=Claudio Mutti|titolo=Gheddafi templare di Allah|anno=1975|editore=Edizioni di Ar|p=47}}</ref> nonché tutti gli scritti di [[Adolf Hitler]] e di altre figure politiche come [[Joseph Goebbels]], [[Corneliu Zelea Codreanu|Corneliu Codreanu]], [[Léon Degrelle]] e [[Benito Mussolini]]; una collana ("Paganitas") di opere di antichi polemisti [[Cristianofobia|anti-cristiani]]; una collana ("Visione e revisione storica") appositamente dedicata al [[Revisionismo storiografico|revisionismo storico]] e al [[Negazionismo dell'Olocausto|negazionismo della Shoah]]; persino una collana per bambini intitolata "I viaggi del Capitano Hamid" (dal nome dell'ipotetico agente dei servizi segreti algerini per il quale, a processo, Freda affermò di avere acquistato i timer che dovevano essere consegnati all'OLP, ma uno di essi fu riconosciuto come quello servito a far detonare la bomba di Piazza Fontana) nonché testi [[Pseudoscienza|pseudoscientifici]] come il ''[[saggio sulla disuguaglianza delle razze umane]]'' di [[Joseph Arthur de Gobineau|De Gobineau]] e il [[falso storico]] dei [[Protocolli dei Savi di Sion|protocolli dei Savi Anziani di Sion]]. Definitosi uno "studioso dell'[[Etnia|etnicità]]", propone i principi di un [[razzismo]] morfologico d'ispirazione evoliana.
Freda, richiamandosi a una ''aristocrazia [[arianesimo|ariana]]'' e sostenitore di teorie [[nazionalsocialismo|nazionalsocialiste]], sino dagli anni sessanta iniziò a contestare la direzione dell'MSI, accusandola di 'tortuosità' e di compromesso con «la democrazia moribonda della Repubblica». Nella sua casa editrice ha pubblicato, oltre ai classici del pensiero antimoderno, da [[Joseph Arthur de Gobineau|de Gobineau]] a [[Oswald Spengler|Spengler]], a [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], a [[Julius Evola|Evola]]. Definitosi uno 'studioso dell'[[etnicità]]', propone i principi di un "[[razzismo morfologico]]".
 
=== L'Esperienzaesperienza del Fronte Nazionale ===
Nel [[1990]] Franco Freda promuove la costituzione del [[Fronte Nazionale (1990)|Fronte Nazionale]] di cui, oltre che fondatore, sarà anche il reggente.
 
Nel [[1990]]File:Freda Francodurante una riunione del Fronte Nazionale.tif|thumb|Freda promuovedurante launa costituzioneriunione del ''[[Fronte Nazionale (Freda1990)|Fronte Nazionale]]''. Oltre che fondatore, sarà anche il Reggente del movimento stesso.]]
 
Freda eed il suo movimento sottolineeranno l'esigenza di [[Razzismo|difendere l'omogeneità etnica]] italiana ed europea, individuando nei crescenti [[flussi migratori]] non [[Protoindoeuropei|indoeuropei]] un pericoloso attacco alla stessa. La [[razza (categorizzazione umana)|razza]], per Freda, è un'arcaica «idea-forma», ossia un principio di differenziazione, in sé ulteriormente differenziato (ledalle [[etnie]]) presenti al suo interno. La razza secondo la sintesi di Freda è «la forma a priori di una cultura», il suo specifico modo d'essere. Ecco spiegato perché «la varietà delle culture va dunque ricondotta alla varietà delle razze e delle etnie». L'idea di razza - afferma Freda - riacquista, in tal modo, un significato originario, col rimando a una visione del mondo ordinata secondo la dottrina [[Platone|platonica]] del [[kosmos]]. Il ''kosmos'', ovvero un pluriverso razziale di contro all'universo del [[caos]] indifferenziato. Un pluriverso di forme (le razze) conchiuse e compiute, tra loro non omologabili e nemmeno equivalenti. Secondo la dottrina del [[Fronte Nazionale (Freda|Fronte Nazionale]] ogni razza vale di per sé, ogni razza è chiamata a occupare il suo posto - differenziato - nel mondo, andando, così, a comporre appunto il kosmos. I principi del [[razzismo morfologico]] tendono a escludere sia una visione meramente biologica che una esclusivamente spirituale e culturale che non tenga conto della prima. Nelle parole dello stesso Freda, in una delle relazioni da Reggente del ''[[Fronte Nazionale (Freda)|Fronte Nazionale]]'': ''Se denominiamo cultura la sintesi delle configurazioni politiche, estetiche, scientifiche, giuridiche, economiche in cui si manifesta un gruppo umano nel tempo, allora ciascuna cultura è simbolo di quel gruppo, espressione del suo radicale sentimento razziale ed etnico''.<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 47</ref> Per l'Editore ''sulla razza non si deve discutere, non ci si deve confrontare: se mai specchiare. La razza è sangue, è nervo. Non pone interrogativi. È un elemento, come l'aria, come il sole, non un argomento'' e ''razzismo significa non disprezzo della altre razze ma fedeltà alla propria razza, riconoscimento della specifica forma di vita che la segna, rispetto a tutti i nessi, interiori ed esteriori, superiori ed inferiori che la ordinano''.<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 50</ref>
 
L'idea di razza - afferma Freda - riacquista, in tal modo, un significato originario, col rimando a una visione del mondo ordinata secondo la dottrina [[Platone|platonica]] del ''kosmos'', ovvero un pluriverso razziale di contro all'universo del caos indifferenziato, un pluriverso di forme (le razze) conchiuse e compiute, tra loro non omologabili e nemmeno equivalenti.
Nell'analisi di [[Giovanni Damiano]], sodale del Gruppo di Ar, questa impostazione segnerebbe la nascita una tipologia eminentemente "[[pagana]]" di sodalizio politico, proteso al superamento del razzismo [[suprematismo|suprematista]], inteso come superiorità e sopraffazione di una razza rispetto all'altra, per affermare invece il rispetto della propria e delle altrui razze.<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 12</ref>
 
Secondo la dottrina del [[Fronte Nazionale (1990)|Fronte Nazionale]] ogni razza vale di per sé ed è chiamata ad occupare il proprio posto - differenziato - nel mondo, andando così a comporre appunto il ''kosmos''. I principi del [[razzismo morfologico]] tendono a escludere sia una visione meramente biologica che una esclusivamente spirituale e culturale, che non tenga conto della prima. Nelle parole dello stesso Freda, in una delle relazioni da reggente del Fronte Nazionale:
== Vicende giudiziarie ==
===Processo per la strage di piazza Fontana===
Dal [[1971]] è coinvolto in diversi processi, tra cui il più famoso è quello per la [[strage di Piazza Fontana]].
Il processo viene sottratto dalla Corte di Cassazione al tribunale di Milano, e spostato a Catanzaro e a Bari.
Freda venne assolto dall'accusa di strage dalla Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro e dalla Corte d'Assise d'Appello di Bari, sentenza confermate, nel [[1987]], dalla Corte di Cassazione.
 
{{Citazione|Se denominiamo cultura la sintesi delle configurazioni politiche, estetiche, scientifiche, giuridiche, economiche in cui si manifesta un gruppo umano nel tempo, allora ciascuna cultura è simbolo di quel gruppo, espressione del suo radicale sentimento razziale ed etnico.|Franco Freda<ref>''I Lupi Azzurri. Documenti del Fronte Nazionale'', pag. 47</ref>}}
Nel giugno 2005, al termine dell'ultimo processo su piazza Fontana, riaperto negli anni novanta a Milano per trovare i complici di Freda e Ventura, la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità di Freda e Ventura in ordine alla strage. Secondo la Corte, l'eccidio del 12 dicembre 1969 fu organizzato da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e [[Giovanni Ventura]]". Il giudizio ha valore di sola condanna morale e storica, in quanto i due imputati sono già stati assolti irrevocabilmente dalla corte d'assise d'appello di Bari, che li ha condannati solo per le bombe sui treni. Secondo la Cassazione, così come per le corti d'appello, anche "la cellula veneziana di [[Carlo Maria Maggi|Maggi]] e [[Delfo Zorzi|Zorzi]]" nel 1969 organizzava attentati, ma "non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre".
La corte giudica così "inattendibile" il pentito di Ordine Nuovo [[Carlo Digilio]], mentre certifica "veridicità e genuinità" di quanto dichiarato dal supertestimone [[Martino Siciliano]], ossia che "Siciliano ha partecipato alla riunione con Zorzi e Maggi dell'aprile '69 nella libreria Ezzelino di Padova" in cui "Freda annunciò il programma degli attentati ai treni". Tuttavia, poiché tali bombe non provocarono vittime, non è dimostrato il coinvolgimento di Maggi e Zorzi nella "strategia stragista di Freda e Ventura". In definitiva, secondo la Cassazione, "i tragici fatti del 12 dicembre 1969 non rappresentano una 'scheggia impazzita' mai il frutto di un coordinato 'acme' operativo iscritto in un programma eversivo ben sedimentato, ancorché di oscura genesi, contorni e dimensioni".
Infine, la Corte definisce "deprecabile e sorprendente" la decisione di far brillare la seconda valigia-bomba inesplosa, impedendo "accertamenti di ineludibile importanza"<ref name=biondani>Paolo Biondani, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/11/Freda_Ventura_erano_colpevoli__co_8_050611041.shtml «Freda e Ventura erano colpevoli»], ''Corriere della Sera'', 11 giugno 2005</ref>
 
{{Citazione|Sulla razza non si deve discutere, non ci si deve confrontare: se mai specchiare. La razza è sangue, è nervo. Non pone interrogativi. È un elemento, come l'aria, come il sole, non un argomento (...) [Monologhi (a due voci), pag. 101]. Razzismo significa non disprezzo delle altre razze ma fedeltà alla propria razza, riconoscimento della specifica forma di vita che la segna, rispetto a tutti i nessi, interiori ed esteriori, superiori ed inferiori che la ordinano.|Franco Freda<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 50</ref>}}
===Scioglimento del Fronte Nazionale e condanna per istigazione all'odio razziale ===
Il Fronte Nazionale di Franco Freda è stato sciolto dal [[Consiglio dei Ministri]] nel [[2000]], sulla base della [[legge Mancino]].
 
=== Vicende giudiziarie ===
I 49 membri del movimento, tra i quali Freda, seguendo le tesi della Procura di [[Verona]], con la consulenza del perito [[Enzo Santarelli]], sono stati processati e condannati (6 anni di carcere a Freda) per "costituzione di associazione avente lo scopo di incitare alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali" (sentenza della Corte di Cassazione, 7 maggio 1999).
==== Processo per la strage di piazza Fontana ====
Dal [[1971]] è coinvolto in diversi processi, tra cui il più famoso è quello per la [[strage di piazza Fontana]].
[[File:Franco Giorgio Freda.jpg|thumb|Franco Freda al processo di Catanzaro, 1977]]
Il processo viene sottratto dalla Corte di Cassazione al tribunale di Milano e spostato a [[Catanzaro]] e a [[Bari]].
Freda, condannato all'ergastolo in primo grado, venne assolto per mancanza di prove dall'accusa di strage dalle corti d'assise d'appello di Catanzaro e di Bari, sentenze poi confermate, nel [[1987]], dalla Corte di Cassazione.
 
Nel 1979, mentre era ancora sotto processo a Catanzaro, per la strage di piazza Fontana, passò un periodo di latitanza a [[Reggio Calabria]] e successivamente in [[Costa Rica]]. Nella sua latitanza venne aiutato dall'avvocato e membro del MSI [[Paolo Romeo (politico)|Paolo Romeo]] (successivamente parlamentare della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] per il [[Partito Socialista Democratico Italiano]] durante la [[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]]), dal consigliere regionale del MSI [[Renato Meduri]] (successivamente senatore dal 1992), da amici come Marco Barnabò che da anni si era rifugiato in Costarica e da altri membri del partito nonché da esponenti della [['Ndrangheta|'ndrangheta]] tra cui Paolo Martino, boss del [['Ndrina De Stefano|clan De Stefano]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/27/la-ndrangheta-e-i-neri-il-racconto-di-romeo-nel-1979-aiutai-a-nascondere-franco-freda/6147017/|titolo=La 'ndrangheta e i neri, il racconto di Romeo: "Nel 1979 aiutai a nascondere Franco Freda"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=27 marzo 2021|accesso=5 febbraio 2022}}</ref>. Lo stesso Franco Freda conferma alla giornalista Raffaella Fanelli di essere stato aiutato durante la sua latitanza dalle cosche della 'ndrangheta <ref>{{Cita web|url=https://podcasts.apple.com/se/podcast/ep-04-franco-freda/id1745304726?i=1000660997478|titolo=Ep. 04 {{!}} Franco Freda|sito=Apple Podcasts|lingua=sv|accesso=2024-11-18}}</ref>.
In tale processo è stato difeso dall'avvocato [[Carlo Taormina]]<ref name=tirreno>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2000/03/02/LA208.html Arrestato Franco Freda deve scontare 7 mesi], ''il Tirreno'', 02 marzo 2000</ref>.
 
Freda venne intercettato e arrestato il 23 agosto del 1979 ed estradato in Italia<ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1979/10/25/page_005.pdf|titolo=Archivio: Enzo Lacaria - "Reggio: in carcere il neofascista
La questura di Verona avviò l'inchiesta sul Fronte Nazionale a seguito di alcuni volantinaggi del gruppo presso delle [[scuole medie]] della città.
che aiutò Franco Freda a fuggire" l'Unità, giovedì 25 ottobre 1979}}</ref>.
Freda ed altri 45 dirigenti del FN furono condannati in primo grado nell'ottobre 1995 a sei anni di carcere per il reato di ricostituzione del partito fascista ([[legge Scelba]] n.645 del 1952); la pena venne confermata in secondo grado dalla Corte d'assise d'appello di Venezia, e ridimensionata a tre anni per Freda dalla Cassazione nel 1999, modificando il reato in propaganda all'[[odio razziale]] ([[legge Mancino]])<ref name=tirreno/>.
 
Nel giugno 2005 la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità di Freda e Ventura in ordine alla strage. Secondo la Corte, l'eccidio del 12 dicembre 1969 fu organizzato da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e [[Giovanni Ventura]]". Il giudizio ha valore di sola condanna morale e storica, in quanto i due imputati [[Ne bis in idem|non possono essere messi sotto processo essendo già stati assolti irrevocabilmente]] dalla corte d'assise d'appello di Bari, che li ha condannati solo per le bombe sui treni. Freda comunque ha sempre negato questa accusa, giudicando la strage come "immorale".<ref>{{Cita news|nome=Andrea|cognome=Priante|url=http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/31-marzo-2012/freda-l-anima-nera-senza-condanna-la-strage-immorale-2003901896903.shtml|titolo=Freda, l’anima nera senza condanna - «La strage è immorale»|pubblicazione=Corriere del Veneto|accesso=4 marzo 2018}}</ref>
==Note==
 
Diversi elementi hanno portato gli investigatori ad accusare il gruppo neofascista di Freda e Ventura<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/14/Piazza_Fontana_Colpevoli_erano_Freda_co_9_040414067.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120401061501/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/14/Piazza_Fontana_Colpevoli_erano_Freda_co_9_040414067.shtml|titolo=Piazza Fontana:Colpevoli erano Freda e Ventura|opera=Corriere della Sera|accesso=1º settembre 2009}}</ref>:
 
* la composizione delle bombe usate in Piazza Fontana era identica a quella degli esplosivi che Ventura, pochi giorni dopo gli attacchi, aveva nascosto a casa di un amico;
* i timer erano provenienti da uno stock di 50 timer a deviazione, della marca tedesca Junghans-Diehl, prodotti per il mercato italiano dalla ditta milanese GPU Gavotti, comprati il 22 settembre 1969 da Franco Freda in un negozio di Bologna; egli ha successivamente spiegato che comprò i timer per Mohamed Selin Hamid, un supposto agente dei servizi segreti algerini (la cui esistenza è stata negata dalle autorità algerine) per la resistenza palestinese; i servizi segreti di Israele hanno dichiarato che nessun timer del genere è mai stato usato dai palestinesi;
* le borse in cui erano nascoste le bombe erano state acquistate in un negozio padovano (la stessa città in cui viveva Freda), un paio di giorni prima degli attentati.<ref>{{Cita|Calvi e Laurent}}. pag. 17.</ref>
[[File:Giannettini Freda.png|thumb|Franco Freda e [[Guido Giannettini]] durante il processo]]
La Cassazione ora conferma che l'eccidio del 12 dicembre 1969 fu organizzato da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura". Secondo la Cassazione, così come per le corti d'appello, anche "la cellula veneziana di [[Carlo Maria Maggi (terrorista)|Maggi]] e [[Delfo Zorzi|Zorzi]]" nel 1969 organizzava attentati, ma "non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre". La corte giudica così "inattendibile" il pentito di Ordine Nuovo [[Carlo Digilio]], mentre certifica "veridicità e genuinità" di quanto dichiarato dal supertestimone [[Martino Siciliano]], ossia che "Siciliano ha partecipato alla riunione con Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi dell'aprile '69 nella libreria Ezzelino di Padova" in cui "Freda annunciò il programma degli attentati ai treni". Dopo gli attentati ai treni emerse che alcuni membri del gruppo avevano protestato contro Freda per aver collocato un numero maggiore di bombe da quello originariamente programmato (dieci anziché tre) e potenzialmente più letali (erano state poste negli scompartimenti e non nelle toilette) col tentativo di sviluppare la strategia terroristica tramite atti sempre più violenti affermando secondo un testimone, che "non era il caso di prendersi cura di una massa capace solo di mercanteggiare, mangiare, defecare e riprodursi".<ref>{{Cita libro|autore=Franco Ferraresi|altri=|titolo=Minacce alla democrazia: La Destra radicale e la strategia della tensione in Italia nel dopoguerra|annooriginale=1995|editore=Feltrinelli|p=185}}</ref><ref>Il disprezzo di Freda per le vittime tra le masse è ulteriormente documentata da una nota del suo diario dove l'eliminazione dei nemici è propugnata come necessaria non per motivi di avversione, ma unicamente per motivi di "igiene". Secondo le informazioni della Polizia avrebbe espresso anche l'intenzione di avvelenare le reti dell'acqua potabile con l'arsenico. (ibidem)</ref>
 
Tuttavia, poiché tali bombe non provocarono vittime, non è dimostrato il coinvolgimento di Maggi e Zorzi nella "strategia stragista di Freda e Ventura". In definitiva, secondo la Cassazione, "i tragici fatti del 12 dicembre 1969 non rappresentano una 'scheggia impazzita' ma il frutto di una coordinata 'acme' operativa iscritta in un programma eversivo ben sedimentato, ancorché di oscura genesi, contorni e dimensioni". Infine, la Corte definisce "deprecabile e sorprendente" la decisione di far brillare la seconda valigia-bomba inesplosa, impedendo "accertamenti di ineludibile importanza"<ref name=biondani>Paolo Biondani, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/11/Freda_Ventura_erano_colpevoli__co_8_050611041.shtml «Freda e Ventura erano colpevoli»], ''Corriere della Sera'', 11 giugno 2005</ref>.
 
==== Gruppo di Ar ====
Riguardo alla costituzione del Gruppo di Ar, nel [[1982]] Freda viene condannato definitivamente a quindici anni di carcere per associazione sovversiva.
 
==== Scioglimento del Fronte Nazionale e condanna per istigazione all'odio razziale ====
Il Fronte Nazionale di Franco Freda è stato sciolto dal [[Consiglio dei ministri]] nel [[2000]], sulla base della [[legge Mancino]].
 
I 49 membri del movimento, tra i quali Freda, seguendo le tesi della procura di [[Verona]], con la consulenza del perito [[Enzo Santarelli]], sono stati processati e condannati (sei anni di carcere a Freda) per "costituzione di associazione avente lo scopo di incitare alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali" (sentenza della Corte di Cassazione, 7 maggio [[1999]]).
 
In tale processo è stato difeso dall'avvocato [[Carlo Taormina]]<ref name=tirreno>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2000/03/02/LA208.html Arrestato Franco Freda deve scontare 7 mesi] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141129062407/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2000/03/02/LA208.html |date=29 novembre 2014 }}, ''il Tirreno'', 2 marzo 2000</ref>.
 
La questura di Verona avviò l'inchiesta sul Fronte Nazionale a seguito di alcuni volantinaggi del gruppo presso delle [[scuole medie]] della città. Freda ed altri 45 dirigenti del Fronte Nazionale furono condannati in primo grado nell'ottobre [[1995]] a sei anni di carcere per il reato di ricostituzione del partito fascista ([[Legge Scelba|legge Scelba n. 645 del 1952]]); la pena venne confermata in secondo grado dalla Corte d'assise d'appello di Venezia e ridimensionata a tre anni per Freda dalla Cassazione nel 1999, modificando il reato in propaganda all'odio razziale ([[legge Mancino]])<ref name=tirreno/>.
 
====Sentenza-ordinanza====
Negli anni novanta l'inchiesta del giudice [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]] raccolse le dichiarazioni di [[Martino Siciliano]] e [[Carlo Digilio]], ex neofascisti di [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]], i quali confessarono il proprio ruolo nella preparazione dell'attentato, ribadendo le responsabilità di Freda e Ventura. Comunque la sentenza-ordinanza ha concluso di non doversi procedere, nei confronti di Franco Freda, in quanto i reati sono estinti per intervenuta prescrizione.<ref>{{Cita|Salvini}} Sentenza Ordinanza. pag. 450.</ref> Ordine Nuovo è la struttura prevalentemente responsabile, in termini di esecuzione materiale, degli attentati in Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e di quelli che li hanno preceduti ed ha continuato ad operare successivamente.<ref>{{Cita|Salvini}} Sentenza Ordinanza. [http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/salvin69.htm ''Osservazioni conclusive: l’Aginter Press nella strategia della tensione e nella strage di Piazza Fontana e i diversi segmenti di intervento presenti in tali avvenimenti'']. pag. 417.</ref>
 
Era stabilito che [[Mariano Rumor]],<ref name=eco>Dondi Mirco. L'eco del boato. Laterza. 2015. pag.329-336.</ref> dopo le bombe del 12 dicembre 1969, che secondo il [[presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]] avrebbero dovuto essere solo dimostrative senza morti, avrebbe dichiarato lo [[stato d'assedio]], aprendo la strada ad un [[governo militare]], sostenuto dall'[[estrema destra]], come era successo in [[Grecia]] con la [[dittatura dei colonnelli]].<ref>Dondi Mirco, 12 dicembre 1969. Laterza. 2018 pag. 270.</ref> Invece i sedici morti di [[Strage di piazza Fontana|Piazza Fontana]] avevano scosso l'opinione pubblica, i [[partiti]] erano pronti alla [[guerra civile]] e Mariano Rumor ci ripensò, non dichiarò lo stato d'assedio, vanificando il [[Terrorismo|lavorio terroristico]] del [[Servizio informazioni difesa|SID]], dell'[[Ufficio Affari Riservati]], direttore [[Elvio Catenacci]], della [[CIA]] che finanziava il SID,<ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/21/piazza-fontana-matrice-estera.html ''Piazza Fontana, matrice estera '']. Daniele Mastrogiacomo. Repubblica. Archivio. 21 marzo 2001.</ref> dell'[[Aginter Press]] per mezzo di [[Guido Giannettini]], di [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano delle Chiaie]] di [[Avanguardia Nazionale]] e di Franco Freda e [[Giovanni Ventura]] di Ordine Nuovo.<ref>{{Cita libro|autore=Maurizio Dianese|autore2=Gianfranco Bettin|titolo=La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=2002}}</ref>
 
Secondo le indagini del PM [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], confermate dalle testimonianze di [[Vincenzo Vinciguerra]], gli ordinovisti avevano progettato un attentato contro [[Mariano Rumor]]. Nel movimento ordinovista il rancore nei confronti di Rumor era giunto al punto che si progettò di [[Delitto politico|assassinarlo]] fin dal 1970. «Bisogna spazzare via Rumor» affermò [[Carlo Maria Maggi (terrorista)|Maggi]], responsabile di Ordine nuovo del Triveneto con [[Carlo Digilio]] e [[Maurizio Tramonte]]. Maggi e [[Marcello Soffiati]] proposero tre volte a Vincenzo Vinciguerra, dal 1971 al 1972, di uccidere Rumor nella sua abitazione di [[Vicenza]].<ref>Sull’eliminazione di Rumor nel 1970: Archivi processi Piazza Fontana (Appf), Faldone rosa 23, Interrogatorio di Martino Siciliano, 14 ottobre 1995, pdf, p. 111. Sulle affermazioni di Maggi contro Rumor riportate da Digilio: Appf, Faldone rosa 22, pdf, p. 1211 e p. 1295. Sulle affermazioni di Maggi contro Rumor riportate da Tramonte: Appf, Faldone rosa 28, Interrogatorio di Maurizio Tramonte, 21 dicembre 2000, pdf, p. 549. Sulla proposta a Vinciguerra: Appf, Faldone rosa 22, Tribunale di Milano, Strage alla questura di Milano, Sentenza 11 marzo 2000, pdf, p. 902. Rumor come obiettivo da colpire: Ivi, p. 1209. Sull’intenzione di uccidere Rumor: Tribunale di Brescia, Procedimento penale 03/08, Memoria del pubblico ministero, 3 febbraio 2011, Interrogatorio di Angelo Izzo, pdf, p. 1047, anche in http://www.28maggio74.brescia.it/Memoria_Pubblico_Ministero_Strage_Piazza_Loggia.pdf, visto il 26 luglio 2018.</ref> In quello stesso periodo Freda conobbe in cella [[Gianfranco Bertoli]] e [[Giancarlo Esposti]], i quali entrambi avrebbero tentato in due diverse occasioni nei due anni successivi (di cui il primo con un tentativo conclusosi con la [[Strage della Questura di Milano|strage della questura di Milano]]) di assassinare il presidente Rumor.
 
====Altro====
Freda venne coinvolto in un altro processo nei primi anni '70. L'avvocato Gabriele Forziati di [[Trieste]], a capo della cellula locale di Ordine Nuovo, lo denunciò per [[estorsione]] in seguito ad un tentativo di attentato da parte del gruppo che si verificò alla scuola materna slovena di Trieste dell'ottobre 1969 quando una bomba venne trovata inesplosa sopra un davanzale. Forziati asserì che Freda lo ricattò dal carcere dietro compenso di un'ingente somma di denaro per non coinvolgerlo. Successivamente Freda venne assolto in sede processuale.<ref>{{Cita news|autore=Mario Passi|titolo=A Trieste domani processo a Freda:
nuovo spiraglio sulla trama nera? Deve rispondere di tentata estorsione contro Forziati|pubblicazione=L'Unità|data=28 gennaio 1973|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1973/01/28/page_002.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2012/05/31/NZ_36_01.html|titolo=Quella strage mancata alla materna slovena|sito=Archivio - Il Piccolo|data=31 maggio 2012|accesso=}}</ref>
 
All'inizio del 1972, [[Marco Pozzan]], stretto collaboratore di Freda, aveva confidato agli inquirenti di una serie di incontri, avvenuti con Freda in cui sarebbero stati decisi e progettati una serie di attentati terroristici realizzati poi nel corso dell’anno 1969 – quelli di aprile a Milano, quelli di agosto sui treni, quelli di ottobre, sino a quelli del 12 dicembre -; in uno di questi incontri, quello tenuto il 18 aprile 1969, avrebbero partecipato, oltre ovviamente a Freda e Ventura, anche altre due elementi di spicco: [[Pino Rauti]] del Movimento Sociale Italiano e un giornalista membro dei servizi segreti<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/strage-piazza-fontana-9189b08b|titolo=Piazza Fontana: un buco nel muro, le armi nascoste. E la pista nera decolla davvero|autore=Mario Consani|data=30 novembre 2019}}</ref>. Nel marzo 1972, i magistrati di Treviso fanno arrestare Freda, Ventura e Rauti ma quest’ultimo verrà scarcerato il mese successivo a seguito di un alibi fornito da alcuni giornalisti de [[Il Tempo]], testata giornalistica per la quale lavorava Rauti. Nel frattempo, Pozzan, ormai testimone “scomodo” – si rese irreperibile fuggendo a [[Madrid]], in [[Spagna]], con l’aiuto del capitano del Sid [[Antonio Labruna]], sotto il falso nome di «Mario Zanella», lo stesso nome con cui comparirà anni dopo [[Appartenenti alla P2|nella lista degli iscritti della P2]]. Prima della sua fuga Pozzan, attribuì a Freda anche l’esecuzione di un ulteriore attentato: quello verificatosi il 15 aprile 1969 all’[[Università degli Studi di Padova|Università di Padova]], dove Pozzan lavorava come bidello, in cui venne collocato un ordigno (circa mezzo etto di esplosivo) nello studio del rettore e professore di giurisprudenza [[Enrico Opocher]], ex insegnante nonché relatore di tesi di Freda<ref>{{Cita web|url=https://a4view.archivioflamigni.org/entita/a6756220-adaa-4298-9d79-65b1b74f63d2/Freda,%20Franco/informazioni|titolo=Franco Freda|sito=Archivio Flamigni}}</ref>. Casualmente Opocher non era presente al momento dell'esplosione. Non ci furono feriti né vittime ma i danni furono ingenti<ref>{{Cita web|url=https://www.rassegnapenitenziaria.it/rassegnapenitenziaria/cop/747126.pdf|titolo=Piazza Fontana: dopo l'evento più nero, il processo più lungo nella storia della Repubblica Italiana|autore=Stefano D'Auria|pp=70-71}}</ref>.
 
Quello stesso anno, più precisamente il 6 ottobre 1972, l'[[Brigata paracadutisti "Folgore"|ex parà]] Ivano Boccaccio, 21 anni, militante di Ordine Nuovo, tentò di dirottare il volo BM 373 Trieste-Venezia-Ancona-Foggia-Bari, operato con un [[Fokker F27]] della [[Aero Trasporti Italiani|ATI]], consociata dell'[[Alitalia]], con 7 passeggeri e 3 membri di equipaggio chiedendo, in cambio degli ostaggi, la liberazione di Freda più 200 milioni di lire per finanziare il movimento neofascista e un velivolo per poter fuggire a [[Il Cairo]]. Dopo ore di trattative i passeggeri furono liberati in cambio di carburante, approfittando della situazione riuscirono a fuggire anche i membri dell'equipaggio e Boccaccio resta ucciso in una sparatoria con la polizia all'interno dell'aereo stesso ritornato sullo scalo di [[Ronchi dei Legionari]]. Nel 1975 i militanti Vincenzo Vinciguerra e [[Carlo Cicuttini]], già autori insieme a Boccaccio della [[strage di Peteano]] avvenuta nel maggio di quello stesso anno, furono inquisiti e processati per aver organizzato con Boccaccio il tentativo di dirottamento: vennero assolti in primo grado, ma condannati in appello nel 1976.
 
Il suo nome emerse anche in relazione alla figura dell'amico e collaboratore [[Adriano Romualdi]], figlio del presidente del Movimento Sociale Italiano [[Pino Romualdi]] e considerato l'allievo prediletto di Julius Evola nonché una delle figure di punta della destra radicale. Il nome di Romualdi, era infatti emerso nel corso delle indagini sulla strage di Piazza Fontana per un suo ipotetico coinvolgimento nella strage: era infatti stato indicato come l'unico personaggio che poteva chiarire circostanze fondamentali sui rapporti tra la cellula veneta di Freda e il SID di Guido Giannettini, ma morì nell'agosto del 1973 in un incidente stradale sulla via Aurelia di cui non furono mai ricostruite chiaramente le dinamiche prima che venisse interrogato in merito. La sua morte suscitò sospetti sul fatto che non si fosse trattato di un banale incidente a causa di un suo ipotetico coinvolgimento con la strage di Piazza Fontana e coi servizi segreti<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2008/10/19/Cultura/Libri/LIBRI-IL-SANGUE-E-LA-CELTICA-UNA-STORIA-ARMATA-DEL-NEOFASCISMO-2_141816.php|titolo=I dubbi sulla morte di Adriano Romualdi - Il "vicario" Freda non ama gli amarcord}}</ref>.
 
La rivista clandestina ''Quex'', legata ai Nuclei Armati Rivoluzionari, fondata da Fabrizio Zani, Mario Tuti, Maurizio Murelli, [[Edgardo Bonazzi]] e Angelo Izzo e pubblicata con cadenza irregolare tra il [[1978]] e il [[1981]] era apertamente ispirata agli ideali di Freda espressi nel suo saggio ''La disintegrazione del sistema''. Nonostante ciò lo stesso nome di Freda finirà nella rubrica "''Écrasez l'infâme''" ("schiacciate l'infame"), il cui scopo era smascherare i traditori o gli infiltrati e di causarne l'annientamento morale ed eventualmente l'eliminazione fisica, accusato di coinvolgimento con i [[servizi segreti italiani]], il quale verrà aggredito da alcuni esponenti di estrema destra all'interno del carcere di [[Trani]], tra cui il NAR [[Egidio Giuliani]], compagno di cella di [[Pierluigi Concutelli]], ordinovista autore dell'omicidio del magistrato [[Vittorio Occorsio]] nel 1976<ref>{{Cita web|url=https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/15_giugno_15/freda-sulla-strage-brescia-non-si-scoprira-mai-verita-dda94944-133c-11e5-8f7b-8677cfd62f52.shtml|titolo=Freda: «Sulla strage di Brescia non si scoprirà mai la verità|data=15 giugno 2015}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2023/09/24/news/egidio_giuliani_uffizi_estremismo_nero_nar-415553436/|titolo=Dall’estremismo nero alla massoneria: Egidio Giuliani, omicidi e misteri|autore=Luca Serranò|data=24 settembre 2023}}</ref>.
 
Alcune frasi estrapolate da libri di Franco Freda furono citate nella sentenza sulla [[strage di Bologna]], come prova che la strage ebbe matrice ideologica neofascista, in particolare il testo ''La disintegrazione del sistema'' e un testo anonimo pubblicato dalle Edizioni di Ar, da taluni commentatori attribuito a Freda, in cui si dice che «bisognava fare [...] una strage dalla quale non uscissero che fantasmi».<ref>Marco Belpoliti, Gianni Canova, Stefano Chiodi, ''Annisettanta - Il decennio lungo del secolo breve'', Skira, 2007, pag. 248</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |titolo=Ferdinando Camon, ''Occidente e la strage di Bologna'' |accesso=3 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924011810/http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm ''Strage di Bologna del 2 agosto 1980 - 1a Corte di Assise di Appello di Bologna - SENTENZA 16 MAGGIO 1994''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924110751/http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm |data=24 settembre 2015 }}</ref> Ad ogni modo Freda fu citato solo come ideologo del terrorismo di estrema destra, senza responsabilità penali nella strage della stazione del 2 agosto 1980, per la quale sono stati condannati alcuni membri dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari]] di [[Valerio Fioravanti]], sostenitori, direttamente ispirati dalla ''Disintegrazione'', e sostenitori di un possibile «fronte unito rivoluzionario» tra [[terrorismo nero]] e [[terrorismo rosso]].<ref>[http://storicamente.org/sessantotto-guerrieri_link18 Recensione a Franco Freda, La disintegrazione del sistema]</ref>
 
Nel 2018 Freda ha espresso sostegno al ministro dell'Interno e vicepremier [[Lega Nord|leghista]] [[Matteo Salvini]] definendolo un "salvatore della razza bianca".<ref>[http://www.dire.it/29-11-2018/267763-terrorista-nero-freda-salvini-salvatore-razza-bianca/ Parla l’ex terrorista nero Freda: “Salvini è il salvatore della razza bianca in Europa”]</ref>
 
In un'intervista del 2020<ref>{{Cita web|url=https://prometeolibero.com/2020/01/24/riti-pagani-servizi-segreti-e-neonazisti-i-retroscena-di-piazza-fontana-raccontati-dal-giudice-salvini/|titolo=Riti pagani, servizi segreti e neonazisti: i retroscena di Piazza Fontana raccontati dal giudice Salvini|autore=Giacomo Di Stefano|data=24 gennaio 2020|accesso=26 gennaio 2020|dataarchivio=26 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200126121931/https://prometeolibero.com/2020/01/24/riti-pagani-servizi-segreti-e-neonazisti-i-retroscena-di-piazza-fontana-raccontati-dal-giudice-salvini/|urlmorto=sì}}</ref> [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], il magistrato che ha riaperto le indagini sulla [[strage di piazza Fontana]], ha definito Freda un uomo «per intelligenza, carisma e autocontrollo (..) in grado di imporsi sui membri del suo gruppo». Salvini ha anche considerato la casa editrice di Freda «non disprezzabile», prendendone comunque le distanze.
 
Nel novembre 2022 la libreria di Freda ad [[Avellino]] viene perquisita dalla [[DIGOS]] nell'ambito di un'indagine che ha portato allo smantellamento di una cellula neonazista terrorista chiamata Ordine di Hagal che progettava attentati in [[Campania]]. Tuttavia tale perquisizione non ha rinvenuto alcun materiale utile all'indagine.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmattino.it/avellino/cellula_neonazista_perquisita_la_libreria_di_franco_freda_ad_avellino-7054664.html|titolo=Cellula neonazista, perquisita la libreria di Franco Freda ad Avellino|data=2022-11-15|accesso=2022-11-15}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/cronaca/22_novembre_16/napoli-terroristi-neonazi-legami-freda-veneto-giudice-la-sua-libreria-usata-l-indottrinamento-5f9b948c-651c-11ed-86e0-7bd3cb81bfd3.shtml|titolo=Napoli, i terroristi neonazi e i legami con Freda e il Veneto. Il giudice: «La sua libreria usata per l’indottrinamento»}}</ref>
 
== Rappresentazione nei media ==
=== Letteratura ===
* Il personaggio di Franco, protagonista del romanzo ''Occidente'' (1975) di [[Ferdinando Camon]] è ispirato a Franco Freda e dalle ricerche fatte dall'autore sul terrorismo italiano. Freda, nel corso di un'occasione in cui incontrò personalmente Camon, alla domanda se fosse veramente lui il responsabile della strage di Piazza Fontana gli rispose con la frase "''È innocente non chi è incapace di peccare, ma chi pecca senza rimorsi.''" Asserzione di incerto significato, che tuttavia venne interpretata come un'ammissione di colpevolezza.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/narrativa/2022/06/28/ansa/ferdinando-camon-diritto-strage-resta-una-piaga_33ead64c-ca93-4c96-aa31-91de5baca00e.html|titolo=Ferdinando Camon, 'diritto strage' resta una piaga
Autore riscrive Occidente, 'Europa ora costretta a cambiamento'|sito=Agenzia ANSA|data=2022-06-28|accesso=}}</ref>
 
* Il romanzo ''Non ci sono innocenti'' del 2016 scritto da Anna K. Valerio e Silvia Valerio (rispettivamente moglie e cognata di Franco Freda), racconta le avventure del gruppo giovanile di Ar, di Freda e di Ventura negli anni tra il 1967 e il 1969. All'interno del romanzo, oltre alla storia ambientata negli anni del boom economico e della contestazione, ci sono molti riferimenti all'infanzia e adolescenza di Franco Freda, che nel libro viene anche chiamato ''l'Autocrate''.
 
=== Cinema ===
* [[Occidente (film)|''Occidente'']] (1978) di [[Dante Guardamagna]], sceneggiato televisivo in due puntate tratto dall'omonimo romanzo di Ferdinando Camon. Franco è interpretato da [[Roberto Bisacco]].
* ''[[Romanzo di una strage]]'' (2012) di [[Marco Tullio Giordana]]. Nel film, Freda è interpretato da [[Giorgio Marchesi]].
 
== Opere ==
* ''La disintegrazione del sistema'', Padova, Edizioni di Ar, Padova, 1969, 1970, 1978, 2000, 2005, 2010
* (come Fronte Popolare Rivoluzionario), ''La giustizia è come il timone: dove la si gira, va'', Padova, Edizioni di Ar, 1969
* ''Il Fronte Nazionale'', Padova, Edizioni di Ar, 1994
* ''Platone. Lo Stato secondo giustizia'', Padova, Edizioni di Ar, 1996
* ''L'albero e le radici'', Padova, Edizioni di Ar, 1996, 2008
* ''I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale'', Padova, Edizioni di Ar, 2000.
* ''Monologhi a due voci. Interviste 1974 - 2007'', Padova, Edizioni di Ar, 2007.
* ''In alto le forche (Il '68 e il nichilismo)'', Padova, Edizioni di Ar, 2008.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
;Generale
* AA.VV., ''Piazza Fontana:una vendetta ideologica'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2005.
* {{Cita libro|cognome=Salvini|nome=Guido|wkautore=Guido Salvini (giudice)|titolo=[http://www.ritaatria.it/Portals/0/Documenti/PiazzaFontana/Sentenza%20Ordinanza%20Salvini%201998_1.pdf Sentenza ordinanza]. {{pdf}} |editore=Tribunale|città=Milano|anno=1998|pp=454|cid=Salvini}}
* Chiara Stellati, ''Una ideologia dell'Origine. Franco Freda e la controdecadenza'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2001.
* {{Cita libro|cognome=Salvini|nome=Guido|wkautore=Guido Salvini (giudice)|titolo=[http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/index.html Sentenza ordinanza. Indice]|editore=Tribunale|città=Milano|anno=1998|p=454}}
* Fabrizio Calvi e Frédéric Laurent, ''Piazza Fontana - La verità su una strage'', [[Mondadori]], Milano 1997 (ISBN 8804406984).
* {{Cita libro|cognome=Calvi|nome=Fabrizio|coautore=Frédéric Laurent|url= http://isole.ecn.org/ponte/mediateca/calvilaurent3.pdf |titolo=Piazza Fontana - La verità su una strage |editore= Mondadori|anno=1996 |p= 348 |formato=pdf|ISBN = 8804406984|cid = Calvi e Laurent}}
* Franco Ferraresi, ''Minacce alla democrazia'', [[Feltrinelli]], Milano 1995.
;Opere su Freda
* AA.VV (a cura di F. Ferraresi), ''La destra radicale'', [[Feltrinelli]], Milano 1984.
* [[Giampaolo Pansa]], ''[[La destra siamo noi]]'', Milano, Rizzoli, 2015
* Gianluca Semprini, Mario Caprara, ''Destra estrema e criminale'', Newton Compton, Roma 2007.
* Fabrizio Calvi e Frédéric Laurent, ''Piazza Fontana - La verità su una strage'', Milano, Mondadori, 1997. ISBN 88-04-40698-4
* Franco G. Freda, ''In alto le forche'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2008.
* Franco G. FredaFerraresi, ''MonologhiMinacce aalla due voci. Interviste 1974 - 2007democrazia'', [[Edizioni di Ar]]Feltrinelli, PadovaMilano 20071995.
* AA.VV (a cura di F. Ferraresi), ''La destra radicale'', Milano, Feltrinelli, 1984.
* Franco G. Freda, ''La disintegrazione del sistema'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2000.
* Gianluca Semprini, Mario Caprara, ''Destra estrema e criminale'', Roma, Newton Compton 2007.
* Franco G. Freda, ''Platone. Lo Stato secondo giustizia'', [[Edizioni di Ar]], Padova 1996.
* Roberto Sforni, ''Freda. Il filosofo della disintegrazione'', Collana Politika, Milano 2012
* Franco G. Freda, ''Il Fronte Nazionale'', [[Edizioni di Ar]], Padova 1994.
* Franco G.Chiara FredaStellati, ''IUna lupiideologia azzurridell'originale. DocumentiFranco delFreda e Frontela Nazionalecontrodecadenza'', [[Padova, Edizioni di Ar]], Padova 20002002.
* FrancoAnna GK. FredaValerio, Silvia Valerio, ''L'alberoNon eci lesono radiciinnocenti'', [[Padova, Edizioni di Ar]], Padova 19962016. ISBN 978-88-98672-62-2
* {{Cita libro|autore=Matteo Albanese|titolo=Piazza Fontana|collana=Storia dei grandi segreti d'Italia|anno=2021|editore=La Gazzetta dello Sport|volume=n.4|cid=Piazza Fontana}}
 
* {{Cita libro|autore=Dario Fiorentino|titolo=La Loggia P2|collana=Storia dei grandi segreti d'Italia|anno=2021|editore=La Gazzetta dello Sport|volume=n.5|cid=Fiorentino}}
==Voci correlate==
*[[Anni di piombo]]
*[[Strage di piazza Fontana]]
*[[Neofascismo]]
*[[Strategia della tensione]]
 
== Voci correlate ==
==Collegamenti esterni==
* [[Anni di piombo]]
*[http://www.cedost.it/testi/fronte%20nazionale%20freda.htm Scheda del Fronte Nazionale sul sito CEDOST: Centro di documentazione storico politica su stragismo, terrorismo e violenza politica]
* [[Strage di piazza Fontana]]
{{Portale|biografie}}
* [[Bombe del 25 aprile 1969]]
* [[Attentati ai treni dell'estate 1969]]
* [[Neofascismo]]
* [[Strategia della tensione]]
* [[Terrorismo di Stato]]
* [[Aginter Press]]
* [[Cronologia degli anni di piombo e della strategia della tensione]]
 
== Altri progetti ==
[[Categoria:Nazionalbolscevismo]]
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[en:Franco Freda]]
* {{cita web |url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200912articoli/50318girata.asp |titolo=Intervista a Franco Freda riguardo alla strage di piazza Fontana e alla strategia della tensione |accesso=4 ottobre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110127085731/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200912articoli/50318girata.asp |urlmorto=sì }}
[[pt:Franco Freda]]
* {{cita web|url=http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/31-marzo-2012/freda-l-anima-nera-senza-condanna-la-strage-immorale-2003901896903.shtml|titolo=Freda, l'anima nera senza condanna "La strage è immorale"}}
* {{cita web|url=http://www.edizionidiar.it/franco-freda/|titolo=Sito ufficiale delle Edizioni di Ar di Franco Freda}}
*https://www.altroquotidiano.it/ombre-sulla-repubblica-strage-di-piazza-fontana-raffaella-fanelli-intervista-franco-freda-fedele-alla-razza/
*https://estremeconseguenze.it/2018/11/29/fedele-alla-razza/ {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20191212200350/https://estremeconseguenze.it/2018/11/29/fedele-alla-razza/ |date=12 dicembre 2019 }}
{{Anni di piombo}}
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