Venafro: differenze tra le versioni

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{{F|centri abitati del Molise|settembre 2010}}
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
{{Divisione amministrativa
|nomeComune = Venafro
|panoramaNome = Venafro.jpg
|Panorama =
|linkBandiera = Venafro-Gonfalone.png
|Didascalia =
|linkStemma = Venafro-Stemma.png
|Bandiera = Venafro-Bandiera.png
|siglaRegione = MOL
|Voce bandiera =
|siglaProvincia = IS
|Voce stemma =
|latitudineGradi = 41
|Stato = ITA
|latitudineMinuti = 29
|Grado amministrativo = 3
|latitudineSecondi = 0
|Divisione amm grado 1 = Molise
|longitudineGradi = 14
|Divisione amm grado 2 = Isernia
|longitudineMinuti = 3
|Amministratore locale = Alfredo Ricci
|longitudineSecondi = 0
|Partito = [[lista civica]]
|altitudine = 222
|Data elezione = 11-6-2018
|superficie = 45
|Data rielezione = 15-5-2023
|abitanti = 11.532
|Data istituzione =
|anno = 01-01-2009
|Sottodivisioni = [[Ceppagna]], Le Noci, Vallecupa
|densita = 256
|Divisioni confinanti = [[Capriati a Volturno]] (CE), [[Ciorlano]] (CE), [[Conca Casale]], [[Mignano Monte Lungo]] (CE), [[Pozzilli]], [[San Pietro Infine]] (CE), [[San Vittore del Lazio]] (FR), [[Sesto Campano]]
|frazioni = [[Ceppagna]], Le Noci, Vallecupa
|Zona sismica = 2
|comuniLimitrofi = [[Capriati a Volturno]] (CE), [[Ciorlano]] (CE), [[Conca Casale]], [[Mignano Monte Lungo]] (CE), [[Pozzilli]], [[San Pietro Infine]] (CE), [[San Vittore del Lazio]] (FR), [[Sesto Campano]]
|Gradi giorno = 1492
|cap = 86079
|Nome abitanti = venafrani
|prefisso = [[0865]]
|Patrono = santi [[Nicandro, Marciano e Daria]]
|istat = 094052
|Festivo = 17 giugno
|fiscale = L725
|PIL = {{formatnum:186.9}} [[Milione|mln]] [[Euro|€]]<ref name="PIL">{{Cita news|url=https://www.infodata.ilsole24ore.com/2021/05/27/lajatico-comune-piu-ricco-ditalia-la-mappa-dei-redditi-degli-italiani-pre-pandemia/|titolo=Lajatico è il Comune più ricco d'Italia. La mappa dei redditi degli italiani pre-pandemia|pubblicazione=Il Sole 24 Ore|data=27 maggio 2021}}</ref>
|nomeAbitanti = venafrani
|PIL procapite = {{formatnum:16761}} [[Euro|€]]<ref name="PIL" />
|patrono = SS. [[Nicandro, Marciano e Daria]]
|Mappa = Map of comune of Venafro (province of Isernia, region Molise, Italy).svg
|festivo =[[17 giugno]]
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Venafro nella provincia di Isernia
|sito = http://www.comune.venafro.is.it/
}}
'''Venafro''' (in [[lingua latina|latino]] ''VenafrumVenafrë'' in dialetto locale) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 11.532{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref>[http://demo.istat.it/pop2009/index.html Datoname="template Istatdivisione amministrativa-abitanti" all'1/1/2009].</ref> della [[provincia di Isernia]] in [[Molise]].
{{dx|[[File:Map of comune of Venafro (Isernia, Italy).svg|thumb|Comune di Venafro]]}}
 
Ha origini molto antiche, risalenti al popolo italico dei [[Sanniti]], dove nel [[III secolo a.C.]] combatterono aspramente contro [[Roma]] durante le [[guerre sannitiche]]. Nell'89 a.C. ''Venafrum'' fu teatro di uno scontro decisivo contro Roma dove guerreggiò il gruppo dei popoli della "Lega italica", nella cosiddetta "Guerra sociale". Nel [[Medioevo]], fu invasa dai [[Longobardi]], e divenne dal [[VI secolo]] sede di una diocesi, nonché importante centro di passaggio da Molise e [[Abruzzo]] per [[Napoli]]. Dal [[XV secolo]] fu di proprietà della famiglia [[Pandone (famiglia)|Pandone]], che contribuì alla ripresa economica del centro. Nel 1860 ospitò [[Vittorio Emanuele II]] in viaggio per l'incontro con [[Giuseppe Garibaldi]].
==Geografia fisica==
 
Il centro storico si presenta sotto aspetto di borgo fortificato lungo la scarpata della montagna, distante dall'antico centro romano, identificato nella zona dell'anfiteatro. Il punto più alto del borgo è il Castello Pandone, mentre la Cattedrale, seguendo lo schema delle antiche città normanno-longobarde, si trova fuori le mura. L'assetto urbanistico è molto preciso, scandito da cardo e decumano, e risente dell'influsso architettonico del barocco napoletano. Presso il centro si trovano altri due monumenti importanti: il [[cimitero militare]] francese di guerra, e il convento di [[Nicandro, Marciano e Daria|San Nicandro]], divenuto santuario già ai tempi della visita di [[Padre Pio]] nei primi anni del '[[900]], necessitando di cure mediche per le sue malattie.
Sorge ai piedi del monte Santa Croce (1.026 m s.l.m.), ad una altezza di 222 m s.l.m., mentre l'altezza del territorio comunale varia da 158 a 1.205 m s.l.m. Il territorio comunale si estende nella omonima piana, attraversata dai fiumi [[Volturno]] e dal [[San Bartolomeo (fiume)|San Bartolomeo]], le cui sorgenti sono localizzate proprio nel centro di Venafro, li dove si trova il laghetto ("la pescara"). I rilievi principali in ordine di altitudine sono: Monte Sambucaro (1205 mt), Monte Cesima (1180 mt), Monte Corno (1054 mt), Monte Santa Croce o Cerino (1026 mt), Colle San Domenico (921 mt).
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== Geografia fisica ==
Un tempo parte della provincia di [[Terra di Lavoro]], in [[Campania]] (territorio col quale presenta tutt'ora affinità linguistico-culturali), il comune è oggi conosciuto come porta del [[Molise]] e riveste una grande importanza socio-economica nel territorio molisano possedendo un'economia molto sviluppata, con il vicino nucleo industriale essendo il quarto centro della regione.
=== Territorio ===
Il comune è situato nell'estremo Molise occidentale ai confini con il [[Lazio]] e la [[Campania]] (è anche uno dei quattro comuni della regione Molise, insieme a [[Pizzone]], [[Pozzilli]] e [[Tufara]], il cui territorio confina con due regioni) e sorge ai piedi del monte Santa Croce (1.026&nbsp;m [[s.l.m.]]), ad un'altezza di 222&nbsp;m [[s.l.m.]], mentre l'altezza del territorio comunale varia da 158 a 1.205&nbsp;m [[s.l.m.]] Il territorio comunale si estende nella omonima piana, attraversata dai fiumi [[Volturno]] e [[San Bartolomeo (fiume)|San Bartolomeo]], le cui sorgenti sono localizzate proprio nel centro di Venafro, lì dove si trova il laghetto "la pescara". I rilievi principali che circondano la piana in ordine di altitudine sono: Monte Sambucaro (1205&nbsp;m), Monte Cesima (1180&nbsp;m), Monte Corno (1054&nbsp;m), Monte Santa Croce o Cerino (1026&nbsp;m), Colle San Domenico (921&nbsp;m).
 
Un tempo parte della provincia di [[Terra di Lavoro]] (conosciuta anche con il nome di ''Liburia''), era situata in [[Campania]], territorio con il quale presenta tuttora affinità linguistico-culturali, ma nel 1863 venne annessa all'attuale [[Molise]] ed è oggi conosciuta come ''porta del Molise'' e riveste una grande importanza socio-economica nel panorama molisano, grazie allo sviluppo del vicino nucleo industriale che costituisce il quarto polo industriale della regione.
È punto di transito obbligato dalla [[Campania]] (attraverso la [[Strada Statale 85 Venafrana|strada statale 85 "Venafrana"]] oppure, in caso di tragitti sud-est con la nuova Variante Esterna, inaugurata a settembre 2008, che evita il centro abitato) o dal [[Lazio]] (attraverso la SS 6 - dir., la diramazione della [[Strada Statale 6 Via Casilina|strada statale 6 Casilina]] verso [[Cassino]]).
 
È punto di transito obbligato dalla [[Campania]] (attraverso la [[Strada statale 85 Venafrana|strada statale 85 "Venafrana"]] oppure, in caso di tragitti sud-est con la nuova Variante Esterna, inaugurata a settembre 2008, che evita il centro abitato) o dal [[Lazio]] (attraverso la SS 6 - dir., la diramazione della [[Strada statale 6 Via Casilina|strada statale 6 Casilina]] verso [[Cassino]]).
===Clima===
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Venafro}}
 
In base alla media trentennale di riferimento [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +6,8&nbsp;°C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,9&nbsp;°C<ref>{{Meteo DBT|489%20%5BVenafro%5D%20Venafro.Txt}}</ref>.
Venafro fin dall'antichità è nota per il suo dolce clima. L'inverno risulta essere piuttosto freddo con precipitazioni abbondanti, la neve solo raramente porta ad accumuli modesti; sono frequenti le gelate (temperatura minima assoluta negli ultimi dieci anni: -6,4 °C nel 2005) e meno le foschie o le nebbie. Le stagioni intermedie vedono un clima più mite ma con precipitazioni anche in questo caso frequenti. L'estate è invece molto calda e afosa con temperature che spesso raggiungono e superano i 30 °C (la temperatura massima assoluta degli ultimi dieci anni è di circa 37,6 °C nel 2007) e con qualche temporale diurno tipico delle zone appenniniche. Questo clima abbastanza mite deriva dalla posizione geografica in una pianura esposta a sud chiusa dai monti; ciò favorisce però nei periodi di alta pressione delle escursioni termiche che possono anche superare i 15-20 °C di differenza tra il dì e la notte.
 
{{ClimaAnnuale
| nome = Venafro
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 10.1
| tempmax02 = 10.8
| tempmax03 = 14.7
| tempmax04 = 18.6
| tempmax05 = 22.5
| tempmax06 = 27.3
| tempmax07 = 30.5
| tempmax08 = 30.8
| tempmax09 = 26.5
| tempmax10 = 21.1
| tempmax11 = 15.2
| tempmax12 = 11.5
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 0.7
| tempmin02 = 1.1
| tempmin03 = 2.8
| tempmin04 = 6.2
| tempmin05 = 11.5
| tempmin06 = 15.3
| tempmin07 = 18.2
| tempmin08 = 18.5
| tempmin09 = 15.9
| tempmin10 = 11.4
| tempmin11 = 6.6
| tempmin12 = 1.5
}}
 
La città di Venafro si trova in una piana circondata da monti e ciò rende il clima di tipo sub-continentale temperato con escursioni termiche mediamente accentuate. Il punto più alto del centro abitato (il centro storico) raggiunge i 245 m s.l.m., mentre nella piana mediamente l'altitudine è compresa tra i 170 e 190 m s.l.m.
L'inverno risulta essere moderatamente freddo con temperature notturne che nei periodi anticiclonici sovente si attestano al di sotto dello zero. Le precipitazioni sono frequenti ed abbondanti mentre le nevicate si limitano a pochi e rari episodi di debole entità con lievi accumuli. Le ondate di freddo sono causate dall'arrivo di venti nord-orientali che rendono il clima rigido ma prevalentemente soleggiato; raramente si verificano nevicate in queste occasioni.
 
L'estate è molto calda con temperature che si spingono frequentemente al di sopra dei 30&nbsp;°C e con condizioni di afa piuttosto ricorrenti. Nelle ondate di caldo più intense è possibile raggiungere i 36&nbsp;°C -38&nbsp;°C. La stabilità estiva è interrotta dai temporali pomeridiani, tipici delle zone interne. La ventilazione invece risulta essere prevalentemente debole.
 
La primavera e l'autunno sono stagioni miti con frequenti precipitazioni, soprattutto in ottobre e novembre, talvolta abbondanti. Essendo stagioni intermedie gli sbalzi di temperatura sono molto importanti; non mancano episodi di freddo soprattutto in primavera, così come non mancano scampoli di estate in autunno.
 
La piovosità media annua si aggira intorno ai 1100–1300&nbsp;mm e si concentra nel semestre freddo, in estate le precipitazioni sono limitate ai periodici temporali pomeridiani.
 
== Storia ==
Benché la sua fondazione sia attribuita a [[Diomede]], personaggio della [[mitologia greca]] figlio di [[Tideo]] e di [[Deipile]], ha nell'antico nome di ''Venafrum'' origini sannitiche{{Senza fonte}}
 
Nella piana, in diversi punti sono stati rinvenuti numerosi reperti che fanno pensare all'esistenza di insediamenti umani già in epoca preistorica. Durante la [[Guerra sociale]], il [[Frentani|frentano]] [[Mario Egnazio]] la espugnò a tradimento e fece strage di sei [[Coorte|coorti]] romane. Anche [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] la rase al suolo. Nel gennaio del 49 a.C. [[Pompeo Magno]] venendo da [[Teano]], vi fece sosta{{Senza fonte|}}. Ma le prime notizie certe{{Non chiaro}} dell'esistenza di Venafro risalgono al 300 a.C. quando si trovava sotto la giurisdizione dei romani con Massimiliano, rivestendo subito un ruolo importante e strategico tanto da essere [[Colonia romana]] con Augusto (''Colonia Augusta Julia Venafrum''), e recepì la caratteristica sistemazione urbanistica, parzialmente conservata nell'abitato attuale. In epoca augustea molta attenzione fu data all'acquedotto (''Rivus Venafranus'') che portava l'acqua del fiume [[Volturno]] da [[Rocchetta a Volturno]] a Venafro.
 
Fra il 774 ed il 787 la piana di Venafro fu attraversata dalle truppe di [[Carlo Magno]] che si scontrarono con quelle dei [[Longobardi]] del [[Ducato di Benevento|Principato di Benevento]].
 
Subì gravi danni nel [[terremoto del 1349]] ed in [[terremoto del 1456|quello del 1456]].
 
Nel 1495 dette ospitalità alle truppe di Carlo VIII di Francia di passaggio alla conquista del Regno di Napoli (Ferdinando II di Aragona).
 
Dopo il periodo buio del [[Medioevo]] che ha visto Venafro sprofondare in miseria e malattie, nei secoli successivi la città visse un'epoca di espansione e di benessere, basti pensare alle numerose costruzioni risalenti a questa epoca che hanno cambiato il volto della città con monumentali chiese e palazzi.
 
Venafro è [[sede vescovile]] dal [[V secolo]]. Ultimi feudatari furono i [[Savelli (famiglia)|Savelli]], i [[Peretti (famiglia)|Peretti]], i Caracciolo di [[Miranda (Italia)|Miranda]].
 
Nel 1805 un terremoto distrusse la città<ref>{{Cita web|url=https://www.molisenetwork.net/2020/07/26/venafro-terremoto-26-luglio-1805-scampato-pericolo/|titolo=VENAFRO - Terremoto del 26 luglio 1805, la collettività ringrazia per lo scampato pericolo}}</ref>
 
Nel 1811 venne istituito il [[distretto di Piedimonte d'Alife]], nel quale andava a ricadere tutta l'area nord-orientale del distretto di Capua ed i circondari di Venafro e Colli distaccati dal distretto di Sora. Con l'occupazione garibaldina e l'annessione al Regno di Sardegna del 1860 il distretto fu soppresso.
 
Il 24 ed il 25 ottobre 1860 Venafro ospitò il re [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II di Savoia]] in viaggio per recarsi a Teano ad incontrare [[Giuseppe Garibaldi]]. Il Sovrano proveniva da Isernia dove era giunto il 23 ottobre ed aveva preso alloggio nel Palazzo Cimorelli di Isernia, sito nella via che poi prese il Suo nome, ospite di Vincenzo Cimorelli (*5.4.1796 †9.8.1889. Fu Sindaco di Isernia) (Raffaele de Cesare: La fine di un regno, Milano 1969, p.&nbsp;963). Il giorno successivo era ripartito giungendo a Venafro dove prese alloggio nel Palazzo Cotugno e successivamente nel Palazzo Cimorelli, ospite di Nicola Cimorelli (*20.2.1823 †2.8.1892: figlio di Vincenzo e Sindaco di Venafro) e di sua moglie Giulia dei Marchesi Parisi di Rignano (*29.3.1833 †19.6.1900). Alla Marchesa Giulia Parisi donò un monile di gran pregio: un bracciale trasformabile in diadema (V. foto). Sul palazzo Cimorelli in Venafro c'è una lapide: «''Re Vittorio Emanuele venuto con poche armi e voti di popolo infiniti a consacrare l'Italianità di queste provincie fu in questa casa ospite di Nicola Cimorelli nei dì 24 e 25 ottobre 1860. Il Municipio di Venafro in memoria del fausto avvenimento e del cittadino benemerito pose questo ricordo il 4 marzo 1898 cinquantesimo anniversario delle libertà costituzionali''» (Francesco Colitto: Imperatori, Re e Regine nel Molise: Vittorio Emanuele II. S. Giorgio Editrice, Campobasso 1978).- [Vittorio Emanuele II] «partì da Venafro il 25 e passò la notte a Presenzano, nel castello dei Del Balzo, su in cima al colle. La mattina del 26 partì per Teano con una colonna delle truppe di Cialdini; e fra Caianello e Teano s'incontrò con Garibaldi» (De Cesare, ''Fine di un Regno'', 2005 pag. 887, Capone Editore/Edizione del Grifo, Lecce). (Il bracciale-diadema è ora in possesso degli Eredi dei Cimorelli).
[[File:Bracciale Diadema di Vittorio Emanuele II.JPG|thumb|left|Bracciale trasformabile in diadema, monile donato da Vittorio Emanuele II alla Marchesa Giulia Parisi]]
 
Fino al 1863 Venafro era compreso nel territorio della [[Terra di Lavoro]] della [[provincia di Caserta]] ricadendo dapprima nel [[Distretto di Sora]] e poi dal 1811 con la nascita del [[Distretto di Piedimonte d'Alife]] fu annesso a quest'ultimo. Era capoluogo di circondario prima e di mandamento dopo.
 
Il 10 maggio 1863 ci fu l'annessione alla [[provincia di Campobasso]], nonostante le polemiche e le proteste della cittadinanza e del consiglio comunale dell'epoca, favorevole invece a rimanere a far parte della provincia di Caserta. Entrò definitivamente a far parte della regione Molise.
 
Durante la guerra contro il brigantaggio, il Generale Ferdinando Augusto Pinelli fece cancellare Venafro dalla carta topografica.<ref>Enzo Biagi - "Storia d'Italia a Fumetti", III Volume</ref>
 
Nell'ottobre del 1911 il Padre Provinciale, Benedetto da San Marco in Lamis, accompagnò [[Padre Pio da Pietrelcina]], malato, a Napoli dal celebre dottore [[Antonio Cardarelli]], il quale suggerì di condurlo a Venafro. Durante il mese e mezzo passato in questo convento, la fraternità si accorse dei primi fenomeni soprannaturali: estasi divine della durata anche di un'ora e apparizioni diaboliche, di breve durata.
==Storia==
 
Il 13 aprile 1914 con Regio Decreto (registrato presso la Corte dei Conti il 28 agosto 1914 al Reg. 50, foglio 12) il comune acquisisce negli atti e nel sigillo il titolo di '''Città di Venafro'''.
Benché la sua fondazione sia attribuita a [[Diomede (Tideo)|Diomede]], personaggio della [[mitologia greca]] figlio di [[Tideo]] e di [[Deipile]], ha nell'antico nome di ''Venafrum'' origini [[Sanniti|sannitiche]].
 
Tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1944 fu teatro, come altri paesi dei dintorni ([[Pozzilli]], [[Filignano]], [[San Pietro Infine]] ed altri), di aspri combattimenti fra i [[Tedeschi]], asserragliati sulle montagne a nord e gli [[Inglesi|Anglo]]-[[Francesi|Franco]]-[[Statunitensi]], lungo la [[linea Gustav]], per la conquista di [[Cassino]] e [[Montecassino]].
Nella piana, in diversi punti sono stati rinvenuti numerosi reperti che fanno pensare all'esistenza di insediamenti umani già in epoca preistorica. Durante la [[Guerra sociale]], il [[Frentani|frentano]] [[Mario Egnazio]] la prese a tradimento e fece strage di sei [[Coorte|coorti]]] romane. Anche [[Silla]] la rase al suolo. Nel gennaio del 49 a.C. [[Pompeo Magno]] venendo da [[Teano]], vi fece sosta. Ma le prime notizie certe dell'esistenza di Venafro risalgono al 300 d.C. quando si trovava sotto la giurisdizione dei romani con Massimiliano, rivestendo subito un ruolo importante e strategico tanto da essere con Augusto [[Colonia romana|colonia]] (''Colonia Augusta Julia Venafrum''), e recepì la caratteristica sistemazione urbanistica, parzialmente conservata nell'abitato attuale. In epoca augustea molta attenzione fu data all'acquedotto (''Rivus Venafranus'') che portava l'acqua del fiume [[Volturno]] da [[Rocchetta]] a Venafro.
Scambiata per quest'ultima dai piloti anglo-americani, Venafro venne colpita duramente dai bombardamenti [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] il 15 marzo [[1944]] che causarono circa 400 vittime tra civili e militari.<ref>{{cita pubblicazione|autore=R. Derennes|titolo=Il y a 44 an: un épisode de Cassino|rivista=Bulletin de Liaison du [[Corps expéditionnaire français en Italie|C.E.F.I.]]|numero=111|anno=1988|pp=31-33|lingua=fr}} Il testo originale e la traduzione in italiano sono consultabili in: {{cita pubblicazione|autore=Giovanni Petrucci|titolo=Il bombardamento del 15 marzo 1944 su Cassino. La devastazione di Venafro fu un tragico errore di molti bombardieri alleati|rivista=Studi Cassinati|numero=4|anno=2006|url=http://www.cassino2000.com/cdsc/studi/archivio/n21/n21p07.html|accesso=18 gennaio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.canadatown.it/altre-piste-aeree-molisane-venafro-montenero-e-forse-palata/|titolo=altre piste aeree molisane : Venafro, Montenero ( e forse ) Palata}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.winterlinevenafro.it/venafro-nel-1943---1944.|titolo=15 MARZO 1944 - IL BOMBARDAMENTO DI VENAFRO}}</ref>
Rinomata per fertilità e amenità, è ricordata da [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] come luogo di villeggiatura, e [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] parla di una sorgente diuretica lì situata. In epoca romana vanta di una sviluppata economia con il rinomato olio che secondo la leggenda fu portato da [[Licinio]] il quale ne parla in molte sue opere.
 
Il 18 maggio 1944 e per le successive 50 ore le truppe Francesi-Marocchine si macchiarono dello stupro a danno delle donne della città: tale evento venne denominato "[[Marocchinate]]" e ne seguì il film [[La ciociara (film)|''La ciociara'']], diretto da [[Vittorio De Sica]] ed interpretato da [[Sophia Loren]], tratto dal [[La ciociara (romanzo)|romanzo]] di [[Alberto Moravia]].<ref>{{Cita web|url=https://www.secoloditalia.it/2021/04/25-aprile-bacchettate-al-governatore-del-molise-toma-non-si-ricorda-delle-marocchinate/#google_vignette|titolo=25 aprile, bacchettate al governatore del Molise Toma: non si ricorda delle marocchinate?}}</ref>
Fra il 774 ed il 787 la piana di Venafro fu attraversata dalle truppe di [[Carlo Magno]] che si scontrarono con quelle dei [[Longobardi]] del [[Principato di Benevento]]. Dopo il periodo buio del [[Medioevo]] che ha visto Venafro sprofondare in miseria e malattie, nei secoli successivi la città visse un'epoca di espansione e di benessere, basti pensare alle numerose costruzioni risalenti a questa epoca che hanno cambiato il volto della città con monumentali chiese e palazzi.
 
Tra il centro abitato di Venafro ed il convento dei [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Cappuccini]], è ubicato il cimitero militare francese dei caduti della [[seconda guerra mondiale]] appartenenti al ''Corps Expeditionnaire Français'' (CEF) guidato da [[Alphonse Juin]], che nella cittadina pose il suo quartier generale.
Nell'ottobre del 1911 il Padre Provinciale, Benedetto da San Marco in Lamis, accompagnò [[Padre Pio da Pietralcina]], malato, a Napoli dal celebre dottore [[Antonio Cardarelli]], il quale suggerì di condurlo Venafro. Durante il mese e mezzo passato in questo convento, la fraternità si accorse dei primi fenomeni soprannaturali: estasi divine della durata anche di un'ora e apparizioni diaboliche, di breve durata.
 
Nel 1970 fu inclusa nella neonata [[provincia di Isernia]], di cui fa attualmente parte e sulla cui appartenenza del comune, nei periodi precedenti la sua istituzione, si accese una discussione campanilistica.
Tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1944 fu teatro, come altri paesi dei dintorni ([[Pozzilli]], [[Filignano]], [[San Pietro Infine]] ed altri), di aspri combattimenti fra i [[Tedeschi]], asserragliati sulle montagne a nord e gli [[Inglesi|Anglo]]-[[Francesi|Franco]]-[[Statunitensi]], lungo la [[linea Gustav]], per la conquista di [[Montecassino]].
Scambiata per quest'ultima dai piloti anglo-americani, Venafro venne colpita duramente dai bombardamenti [[Alleati_della_seconda_guerra_mondiale|alleati]] il [[15 marzo]] [[1944]].
 
Nella primavera del 1984 fu molto danneggiata dal terremoto originatosi nella non lontana [[Valle di Comino]], in [[provincia di Frosinone]].
 
Nel 1986 le due sedi episcopali della diocesi [[Isernia]] e Venafro furono unite [[aeque principaliter]] costituendo l'attuale [[diocesi di Isernia-Venafro]]. L'antica cattedrale di Santa Maria Assunta assunse il titolo di [[concattedrale]].
Nel 1987 la città fa parte, su segnalazione del [[Censis]], dei 100 comuni della "piccola grande Italia"
 
Nel 1987 la città fa parte, su segnalazione del [[Censis]], dei 100 comuni della "piccola grande Italia".
Dal 1994, insieme ad altri 338 soci,fa parte dell'A.N.C.O., (''Associazione Nazionale Città dell'Olio'').
 
Dal 1994, insieme ad altri 338 soci, fa parte dell'A.N.C.O., (''Associazione Nazionale Città dell'Olio'').
Il 25 aprile 2005 Venafro ha ottenuto la [[medaglia d'oro al valor civile]] dal [[Presidente della Repubblica]] [[Carlo Azeglio Ciampi]] per il tragico bombardamento aereo subito il 15 marzo 1944.
 
Il 25 aprile 2005 Venafro ha ottenuto la [[medaglia d'oro al valor civile]] dal [[Presidente della repubblica]] [[Carlo Azeglio Ciampi]] per il tragico bombardamento aereo subito il 15 marzo 1944.
Tra il centro abitato di Venafro ed il convento dei [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Cappuccini]], è presente il cimitero militare francese dei caduti della [[Seconda Guerra Mondiale]] appartenenti al [[Corps expeditionnaire français|CEF]] guidato da [[Alphonse Juin]], che nella cittadina pose il suo quartier generale.
 
=== Simboli ===
Fino al 1863 Venafro era compreso nel territorio della [[Terra di Lavoro]] l'attuale [[provincia di Caserta]], finché con l'istituzione della [[provincia di Campobasso]] fu annessa a tale territorio e quindi entrò definitivamente a far parte della regione Molise. Nel 1970 fu inclusa nella neonata [[provincia di Isernia]], di cui fa attualmente parte, nonostante le polemiche e le proteste spesso violente della popolazione, favorevole invece a rimanere a far parte della provincia di Caserta.
[[File:Venafro-Gonfalone.png|border|right|100px]]
 
Lo stemma di Venafro è stato riconosciuto con Regie Lettere Patenti del 29 novembre 1914.<ref>{{cita web|titolo= Venafro, decreto 1914-11-29 RR.LL.PP., riconoscimento di stemma e titolo di città |url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?6219 |accesso= 6 febbraio 2022 |sito= Archivio Centrale dello Stato }}</ref>
{{citazione|Di nero, a tre [[Fascia (araldica)|fasce]] d'argento. Ornamenti esteriori da Città.}}
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
 
Venafro è [[sede vescovile]] dal [[V secolo]]. Ultimi feudatari furono i Savelli, i Peretti, i Caracciolo di [[Miranda (Italia)|Miranda]].
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine=Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza=Titolo di Città
|collegamento_onorificenza=Titolo di città in Italia
|luogo=13 agosto 1914<ref>{{cita testo|autore= Comune di Venafro |url= https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-is-venafro.pdf |titolo= Statuto comunale |posizione= art. 2 }}</ref>
}}
 
{{Onorificenze
|immagine= Merito civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= Medaglia d'oro al Merito Civile
|collegamento_onorificenza= Città decorate al merito civile
|motivazione = Piccolo centro, durante l'ultimo conflitto mondiale, fu obiettivo di ripetuti e violenti bombardamenti, il più tragico avvenuto il 15 marzo 1944 da parte delle forze alleate, che provocarono la morte di numerosissimi civili, tra cui molte donne vecchi e bambini, e la quasi totale distruzione dell'abitato. Mirabile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. Venafro (IS), 1943-1944 |data= 10 giugno 2004<ref>{{Cita pubblicazione|titolo= Conferimento di onorificenze al merito civile - Anno 2003, 2004 e 2005|rivista= Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana |data=16 dicembre 2006|url=https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2006/12/16/292/so/236/sg/pdf |numero=292|p= 5}}</ref> }}
|luogo = Venafro (IS), 1943-1944
}}
 
== Monumenti e luoghi di d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Il consistente numero di chiese sul territorio venafrano ha dato a Venafro l'appellativo di ''città delle 33 chiese»''. Si tratta di molte chiese di dimensioni ed epoche varie che sorgono nel centro storico e nella zona pedemontana. Purtroppo molti luoghi di culto oggi sono chiusi al culto e abbandonati.
[[File:Marzosettecappotti.jpg|thumb|right|L'immagine di "Marzo settecappotti" su di una facciata della concattedrale]]
Il consistente numero di chiese presenti sul territorio venafrano ha dato a Venafro l’appellativo di “città delle 33 chiese”. Si tratta di molte chiese di dimensioni ed epoche varie presenti nel centro storico e nella zona pedemontana. Purtroppo molti luoghi di culto oggi sono chiusi e abbandonati.
 
* [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Venafro)|concattedrale di Santa Maria Assunta]]
====La [[Concattedrale]]====
[[File:Venafro fine marzo 2007 156 (3115639924).jpg|miniatura|Facciata della concattedrale]]
Il massimo tempio della città è situato ai piedi del [[Parco Oraziano]]. Risalente al [[V secolo]], fu costruita sotto il vescovo Costantino sul luogo in cui già da secoli si trovava un tempio pagano con materiali prelevati da altri monumenti di epoche precedenti (elementi romani e decorazioni cristiane, come il bassorilievo del vescovo [[Pietro di Ravenna]]: un rilievo che, per il suo aspetto inconsueto, viene chiamato dagli abitanti "Marzo Settecappotti"). L'interno è a tre [[Navata|navate]] decorate da opere pittoriche del [[XIV secolo]]. L'attuale aspetto è dovuto a lavori di restauro risalenti agli anni '60-'70 che hanno privato la concattedrale delle antiche forme barocche, riportando il luogo sacro all'aspetto gotico-medievale precedente. Sul finire del 1600 fu costruito il cosiddetto "cappellone", una cappella in cui amministrare i sacramenti. La chiesa è dotata di 5 portali, il portale alla destra di quello principale è [[porta santa]] fin dal 1500 almeno. La precede una grande piazza, considerata l’inizio della antica cinta muraria cittadina.
:Il massimo tempio della città è situato ai piedi del [[Parco Oraziano]]. Attualmente è [[concattedrale]] della [[diocesi di Isernia-Venafro]]. Risalente al [[V secolo]], fu costruita sotto il vescovo Costantino sul luogo in cui già da secoli si trovava un tempio pagano con materiali prelevati da altri monumenti di epoche precedenti (elementi romani e decorazioni cristiane, come il bassorilievo del vescovo [[Pietro di Ravenna]]: un rilievo che, per il suo aspetto inconsueto, viene chiamato dagli abitanti "Marzo Settecappotti"). L'interno è a tre [[Navata|navate]] decorate da opere pittoriche del [[XIV secolo]]. Dalla navata laterale destra è possibile accedere alle quattro cappelle laterali. L'attuale aspetto è dovuto a lavori di restauro risalenti agli anni sessanta-settanta che hanno privato la concattedrale delle antiche forme barocche, riportando il luogo sacro all'aspetto gotico-medievale precedente. Sul finire del Seicento fu costruito il cosiddetto "cappellone", una cappella in cui amministrare i sacramenti. La chiesa è dotata di 5 portali, il portale alla destra di quello principale è [[porta santa]] fin dal 1500 almeno. La precede una grande piazza, considerata l'inizio dell'antica cinta muraria cittadina.
 
* [[File:Venafro - Chiesa dell'Annunziata.jpg (Venafro)|thumb|right|La chiesaChiesa dell'Annunziata]]
====La[[File:Venafro, chiesa della Santissima Annunziata - Facciata.jpg|miniatura|verticale|Chiesa dell'Annunziata====]]
:È un pregevole esempio di architettura barocca della città di Venafro e dell'intero Molise. Venne costruita nel [[XIV secolo|Trecento]] dalla "Confraterna dei Flagellanti" tutti nativi di Venafro, ed è stata più volte modificata nel tempo. Fu edificata con materiale proveniente dal vicino teatro romano e aveva una facciata a capanna. Nel corso dei secoli subì importanti opere di restauro e la chiesa assunse l'attuale aspetto baroccheggiante. Presenta un [[campanile]] di notevole altezza ed aspetto barocco [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]]. L'interno a navata unica conserva un [[Crocefisso]] del XIV secolo, una tavola [[XVI secolo|cinquecentesca]] con ''Santa Caterina'', un dipinto con ''Madonna e Santi'' e un [[Organo (strumento musicale)|organo]] del [[1784]], tutti affreschi dei pittori partenopei [[Giacinto Diano]] e Paolo Sperduti, allievi di Vanvitelli. In una nicchia laterale è accolto il busto argenteo di [[Nicandro, Marciano e Daria|San Nicandro]] assieme alla testa reliquiario in oro e alcune reliquie dei martiri. La chiesa presenta anche una grande cupola affrescata, visibile da ogni punto della città, che immette gran parte della luce nei pressi del presbiterio.
 
* [[Basilica dei Santi Nicandro, Marciano e Daria]] con annesso convento
====La chiesa e il convento di San Nicandro====
[[File:Venafro -Santi Nicandro, Marciano e Daria- 2012 by-RaBoe 02.jpg|thumb|Basilica dei Ss. Martiri Nicandro, Marciano e Daria]]
Situati alla periferia est della città, sulla strada per [[Isernia]], furono edificati su resti romani, in parte riutilizzati nella costruzione. La chiesa, più volte trasformata e restaurata nel 2001, presenta interno a due navate e conserva un [[altare]] in [[legno]] [[Intarsio|intarsiato]] e [[Pirografia|pirografato]] e le opere pittoriche dell’artista molisano [[Amedeo Trivisonno]], che narrano le vicende dei Santi Martiri a cui è dedicata la chiesa. I portali in [[bronzo]] sono opera di [[Alessandro Caetani]]. Sotto l'altare maggiore è presente la cripta dove è stato rinvenuto il sepolcro di San Nicandro, nei pressi della quale si raccoglie in un pozzetto un liquido misterioso detto "Manna di San Nicandro" a cui vengono attribuite doti miracolose.
:Situati alla periferia est della città, sulla strada per [[Isernia]], furono edificati su resti romani, in parte riutilizzati nella costruzione. La chiesa, più volte trasformata e restaurata nel 2001, presenta interno a due navate e conserva un [[altare]] in [[legno]] [[Intarsio|intarsiato]] e [[Pirografia|pirografato]] e le opere pittoriche dell'artista molisano [[Amedeo Trivisonno]], che narrano le vicende dei Santi Martiri a cui è dedicata la chiesa. I portali in [[bronzo]] sono opera di [[Alessandro Caetani]]. Sotto l'altare maggiore si trova la cripta dove è stato rinvenuto il sepolcro di San Nicandro, nei pressi della quale si raccoglie in un pozzetto un liquido misterioso detto "Manna di San Nicandro" a cui vengono attribuite doti miracolose. La chiesa è molto frequentata dai devoti soprattutto in prossimità delle feste patronali dei Santi Martiri.
 
====La* chiesaChiesa del Viatico, detta "del Cristo"====
[[File:Venafro - Chiesa del Cristo.jpg|thumb|Scorcio della chiesa del Cristo]]
La chiesa sita in via Cavour fu costruita nella seconda metà del '500 e ampliata, assumendo la forma attuale, nella seconda metà del 1600. Il tempio è a navata unica e presenta al suo interno stucchi di cornici e capitelli di notevole pregio e fattura. Sono presenti diverse tele pregevoli e in apposite nicchie sono presenti le statue dei 4 evangelisti in alto nella navata. La chiesa presenta 2 piccole cupole senza finestre, un campanile alto dall'aspetto barocco simile a quello dell'Annunziata. La facciata presenta un grande finestrone ed è preceduta da una scalinata.
:La chiesa sita in via Cavour fu costruita nella seconda metà del Cinquecento e ampliata, assumendo la forma attuale, nella seconda metà del Seicento. L'interno apparentemente a croce latina e invece a navata unica. Infatti tra l'aula e il presbiterio un finto transetto, limitato ad un accenno, si apre con delle false prospettive in stucco che riescono a dare l'impressione dell'esistenza del transetto<ref>fonte: sito web comune di Venafro</ref>. Al suo interno sono presenti stucchi di cornici e capitelli di notevole pregio e fattura. La chiesa racchiude diverse tele pregevoli e in apposite nicchie ci sono le statue dei 4 evangelisti in alto nella navata. La chiesa presenta due piccole cupole senza finestre, un campanile alto dall'aspetto barocco simile a quello dell'Annunziata. La facciata ha un grande finestrone ed è preceduta da una scalinata.
[[File:Venafro - Chiesa del Cristo.jpg|thumb|La chiesa del Cristo]]
 
* Chiesa di San Giovanni in Platea, detta di San Francesco
====Altre chiese====
[[File:Chiesa di San Francesco - Venafro.jpg|miniatura|verticale|Chiesa di San Francesco]]
Sono da citare, inoltre, sempre nel centro storico, le chiese di San Francesco, di Sant’Agostino, del Carmine (presso la Concattedrale), di San Sebastiano, delle Anime del Purgatorio, dei Santi Martino e Nicola (detta chiesa di Sant'Antuono), di Santa Chiara con annesso convento (oggi museo archeologico), di San Paolo, di Sant'Angelo, di Sant'Antonio di Padova e i ruderi della chiesa delle "Manganelle". Fuori dal centro storico sono situate le chiese di recente costruzione, come quella dedicata ai Santi Martino e Nicola, e quella in onore di San Luigi Orione, oltre che la chiesetta di Santa Cristina e quella di San Donato, la cappella della Madonna delle Rose, e altre chiese situate alle pendici del monte santa Croce, quali la chiesetta della Madonna delle Grazie e le chiese in degrado della Madonna della Libera e di Montevergine. Sono ormai edifici con altre funzionalità altre chiese antiche: Santa Lucia, Santo Spirito di Maiella, San Benedetto.
:Il tempio sacro sorge in piazza Nicola Maria Merola, dall'aspetto barocco presenta sulla facciata una statua della Madonna Immacolata. La prima edificazione di tale chiesa risale al XIV secolo e la leggenda vuole proprio essere stata fondata da San Francesco. A causa di diversi terremoti è stata più volte chiusa al culto e restaurata o ricostruita. L'interno, a navata unica, nei lati presenta diversi altari di marmo e varie tele raffiguranti diverse scene sacre, sullo sfondo si innalza l'altare marmoreo sul quale si erge un baldacchino dalle forme baroccheggianti all'interno del quale si trova la statua della Madonna sormontata da una corona d'oro. Dalla chiesa è possibile accedere agli scavi sottostanti, visibili anche attraverso una pavimentazione vetrata in alcuni punti, scoperti con il recente restauro determinato dall'evento sismico del 1984.
 
* Chiesa del Purgatorio, o dei Santi Simeone e Caterina
:Questa chiesa è situata in piazza Vittorio Veneto, meglio conosciuta come piazza del mercato. Fu edificata nel XVIII secolo e presenta una facciata elegante che ricalca lo stile barocco del secolo. L'interno è a pianta centrale, di stile barocco con stucchi e fregi ed una piccola cupola decorata.
 
==== Altre chiese ====
* chiesa di Sant'Agostino
* chiesa di San Paolo
* chiesa di Sant'Angelo
* chiesa di Sant'Antonio di Padova
* chiesa della Madonna del Carmine
* chiesa di Santa Chiara
* chiesa di Santa Cristina (patronale)
* chiesa di San Sebastiano
* chiesa di San Donato
* chiesetta della Madonna delle Grazie
* chiesa della Madonna di Montevergine (rudere)
* cappella della Madonna delle Rose
* chiesa di San Luigi Orione
* chiesa di Sant'Antuono
* chiesa dei Santi Martino e Nicola
* chiesa della Madonna della Libera (rudere)
* chiesa della Madonna del Rosario (Ceppagna)
* chiesa della Madonna degli Angeli (Vallecupa)
* chiesa comunale del cimitero comunale
* chiesetta del cimitero militare francese
* cappella San Pasquale Baylon nell'ospedale civile
* ex chiesetta di San Pasquale Baylon nel vecchio ospedale
* ex chiesa di Santo Spirito di Majella (privata)
* ex chiesa di Santa Lucia al borgo (privata)
* ex chiesa della Madonna delle Manganelle (rudere)
* ex cappella di San Benedetto (abitazione privata)
 
=== Architetture civili ===
[[File:VenafroPalazzinaLiberty.jpg|miniatura|verticale|Vista della "Palazzina Liberty" che si affaccia sul laghetto ("la pescara")]]
====Il castello====
* [[Palazzina Liberty (Venafro)|Palazzina Liberty]]
Situato ai limiti nord-occidentali della Venafro romana, trae origine da una fortificazione megalitica trasformata successivamente nel mastio quadrato longobardo. Tale trasformazione avvenne quando il conte Paldefrido vi pose la sua sede X secolo.
:Edificata agli inizi del XX secolo su un preesistente mulino denominato "Mulino della Corte", era una centrale idroelettrica. Oggi è adibita a centro polifunzionale per manifestazioni culturali.<ref>{{Cita web|url=https://www.tesionline.it/tesi/scienze-umanistiche/archeologia-storia-e-promozione-turistica-di-un-bene-culturale-il-mulino-e-centrale-idroelettrica---della-corte---di-venafro/49375|titolo=Archeologia, storia e promozione turistica di un bene culturale: il mulino e centrale idroelettrica ''Della Corte'' di Venafro}}</ref>
 
Venafro è inoltre ricca di palazzi signorili:
* palazzo Cimorelli
* palazzo Armieri
* palazzo del Prete di Belmonte
* palazzo De Bellis
* palazzo De Utris (sede del [[Museo WinterLine]])
* palazzo Fiondella
* palazzo Del Vecchio
* palazzo Melucci
* palazzo Manselli
* palazzo Siravo
* palazzo Passarelli-Cotugno
* palazzo Martino
* palazzo Colicchio
* palazzo De Lellis
* palazzo Giorgio
* palazzo Nola
* palazzo Mancini
* palazzo Vescovile (oggi sede Carsic)
* palazzo degli Uffici (Ex Palazzo Armieri)
 
=== Altro ===
* Monumento ai caduti
:Fu inaugurato il 18 novembre 1923 ad opera dello scultore [[Torquato Tamagnini]]. Venne realizzato con le offerte dei venafrani emigrati in America e con i fondi raccolti dal comitato pro monumento con a capo il vescovo del tempo, Mons. Nicola Maria Merola. Ogni anno, il 15 marzo, si commemorano le vittime di tutte le guerre nel ricordo del bombardamento alleato su Venafro proprio in quel giorno di inizio primavera del 1944<ref name="ReferenceA">fonte: guida della città di Venafro edita dal comune</ref>.
 
* Monumento al carabiniere
:Si tratta di una scultura bronzea posta nell'alto di un piedistallo di marmo, riproducente due mani che sostengono la fiamma dell'Arma. Il monumento è collocato in una piazza centrale di Venafro intitolata proprio al vice Brigadiere Salvo D'Acquisto, l'eroe di Palidoro, che insieme ad altri tre colleghi si è sacrificato per la patria.
 
* Purtella
:È una via interamente coperta,che collega via delle Vergini con via Silvano svincolandosi sotto le antiche case. Lunga circa {{M|5|u=m}} con andamento ad esse, è difficilmente accessibile: vi si entra solo chinandosi.<ref name="ReferenceA"/>.
 
*Villa Maria
:Nel cuore del centro cittadino ci sono i giardini pubblici dell'estensione di circa un ettaro, un ambiente ricco di vegetazione e di acque con il laghetto e ruscelli. Realizzata per volere di Pozzobon e dell'allora sindaco di Venafro Basileo Milano, nella villa si contano un bocciodromo e un campo da basket e pallavolo. Davanti al laghetto della villa sorge la [[Palazzina Liberty (Venafro)|Palazzina Liberty]], progettata dall'ingegner [[Gioacchino Luigi Mellucci]], uno tra gli edifici più caratteristici di Venafro, grazie alla sua architettura ed alla sua ubicazione nel laghetto cittadino, l’edificio oggi è sede integrante del comune ed è inoltre sede di un ufficio per la promozione turistica.
 
* Cimitero militare francese
[[File:Venafro Cimitero Militaire Francese 2012 by-RaBoe 07.jpg|thumb|Cimitero militare francese]]
:Uscendo dalla città lungo la [[Strada statale 85 Venafrana]] direzione [[Isernia]], su un'estesa zona pianeggiante (76.000&nbsp;m²) si trova il cimitero di guerra francese (''Cimetière Militaire Français de Venafro''), nel quale sono poste circa 6000 tombe di soldati del [[Corps expéditionnaire français en Italie]] (ma molte sono state esumate), di cui circa due terzi di origine [[Marocco|marocchina]], [[Algeria|algerina]] e [[Tunisia|tunisina]], oltre ad altri provenienti da altre regioni [[africa]]ne ([[senegal]]esi?), caduti in gran parte durante la [[battaglia di Cassino]] (nov.1943-mag.1944) e nell'aggiramento di [[Montecassino]]. Qui sono state traslate le sepolture di [[Miano]]. Per essi è stato eretto un monumento che richiama esplicitamente i [[minareti]] nord-africani, decorato con piastrelle di [[ceramica]] azzurre, che risaltano sul bianco calce delle mura, e con alcune iscrizioni. Al suo interno vi sono alcune tombe, di cui una al milite ignoto musulmano, e tre dedicate a militi con nome, uno Tunisino, uno Algerino, uno Marocchino. Tutte le tombe sono disposte sull'asse Nord-Est Sud-Ovest, con le lapidi rivolte a Nord-Est, ad eccezione di alcune tombe, poste dietro il minareto, di soldati [[ebrei]] (riconoscibili dalla [[Stella di David|stella a sei punte]] sulla lapide) e [[Animismo|animisti]] (che sulla lapide hanno un "agnostico" sole stilizzato). Questa disposizione delle tombe suggerisce la possibilità che i caduti [[musulmani]], qualora siano stati disposti sul fianco destro, abbiano il volto rivolto verso [[la Mecca]]. Su ciascuna lapide è riportato il nome (se noto) e la dicitura (in francese) "''Mort pour la France''" (morto per la [[Francia]]). È da notare che anche fra le tombe cristiane sono riconoscibili nomi arabi e africani.
 
=== Siti archeologici ===
* Anfiteatro romano, detto ''Verlasce''
[[File:23 agosto 2005 014 (3115602870).jpg|miniatura|Le case del ''Verlasce'']]
:È collocato nel centro moderno di Venafro; nonostante nel tempo abbia subito delle sovrapposizioni medievali e seicentesche, rimane visibile la pianta ellittica. L'ellisse aveva il diametro maggiore di 110 metri e quello minore di 85. Si ritiene che le gradinate potessero contenere fino a 15.000 spettatori. Fino a qualche tempo fa, prima che diventasse proprietà statale, in questa struttura erano ospitate le stalle e i depositi di attrezzi agricoli. Questo monumento, unico in Italia insieme al "Parlascio" di [[Lucca]], oggi è in fase di restauro dopo un periodo di relativo abbandono. Un tempo nei giorni della festività patronale si svolgeva una divertente e caratteristica "corsa dei ciucci" e altri giochi popolari. Un interessante restauro sta riportando all'antico splendore questo luogo suggestivo e particolare sito in pieno centro urbano. Sembra che la struttura debba il suo nome, similmente a quanto accade per numerosi altri anfiteatri di città d'Italia come ad esempio a [[Anfiteatro romano di Firenze|Firenze]], dal [[Lingua latina|latino]] ''perilasium'', che a sua volta viene dal [[Lingua greca|greco]] ''perielasis'' ("girare intorno").
 
* Teatro romano
:Situato a monte dell'ultimo [[decumano]], è di notevoli dimensioni e consiste di una scena (''frons scaena'') di circa 60&nbsp;m, con una [[cavea]] capace di ospitare 3.500 spettatori. Dopo i vari scavi effettuati e gli interventi per riportarlo alla luce, anche questo monumento risulta abbandonato insieme al vicino [[odéon (edificio)|odéon]]. Il teatro dimostra come la città romana fosse nel suo pieno splendore dotata di strutture di intrattenimento tipiche dei centri più importanti. Caratteristica unica del mondo romano è la costruzione di questo teatro nei pressi di un monte così come avveniva per i teatri greci che venivano scavati nella roccia.
 
* [[Acquedotto romano di Venafro]]
:I suoi resti sono visibili nei pressi del centro storico, ma l'opera attraversava anche il territorio comunale di Pozzilli e Montaquila. L'opera riforniva la città dell'acqua proveniente dalle sorgenti del Volturno.
 
* Cinta muraria della città antica
:Presenta una fase di epoca [[sanniti]]ca risalente al [[IV secolo a.C.]] ed una in [[opera poligonale]] del [[I secolo a.C.]]
 
* Altri siti archeologici romani
:Nell'area della Concattedrale sono stati scoperti numerosi resti di ville romane. Nella piana di Venafro sono state ritrovate una necropoli<ref>{{Cita web|url=https://www.archeomedia.net/venafro-is-dalla-necropoli-emergono-i-resti-di-una-mamma-col-figlio|titolo=VENAFRO (Is). Dalla necropoli emergono i resti di una mamma col figlio.}}</ref>,una villa romana e quattro sepolture<ref>{{Cita web|url=https://www.isnews.it/2020/12/02/archeologia-scoperta-nella-piana-di-venafro-un-antica-villa-romana-e-4-sepolture|titolo=Archeologia, scoperta nella piana di Venafro un’antica villa romana e 4 sepolture}}</ref>.
 
=== Architetture militari ===
==== Castello Pandone ====
{{U|Castello Pandone (Venafro)|architettura|agosto 2023|verso=a}}
[[File:Venafro fine ottobre 160 (3115798972).jpg|miniatura|verticale|Il castello visto dalle pendici del Monte Croce]]
Situato ai limiti nord-occidentali della Venafro romana, il [[Castello Pandone (Venafro)|Castello Pandone]] trae origine da una fortificazione megalitica trasformata successivamente nel mastio quadrato longobardo. Tale trasformazione avvenne quando il conte Paldefrido vi pose la sua sede X secolo.
Nel XIV secolo, al mastio quadrato, furono aggiunte tre torri circolari e la braga merlata.
Fu trasformato completamente nel XV secolo dai Pandone, signori di Venafro; era difeso su tre lati da un grande fossato alla cui realizzazione fu coinvolta l'intera popolazione. Il fossato non venne mai del tutto completato per via di una rivolta popolare che reclamava le cattive condizioni in cui era costretta a lavorare.
Al castello si accedeva attraverso un ponte levatoio ad ovest e una postierla ad est. Postierla che permetteva l’accessol'accesso di un cavaliere alla volta e pertanto poteva essere controllata da una sola guardia.
Enrico Pandone lo trasformò in residenza rinascimentale aggiungendovi un magnifico giardino all'italiana, un arioso loggiato e facendolo affrescare con le immagini dei suoi poderosi cavalli. I cavalli per il conte rappresentavano la sua attività principale.
Ancora oggi i ritratti di cavalli in grandezza naturale, in numero di ventisei e realizzati in leggero rilievo, decorano tutto il piano nobile e costituiscono un’esclusivaun'esclusiva per il castello di Venafro.
Nella sala dei cavalli da guerra primeggia la sagoma del cavallo San Giorgio, donato da Enrico a Carlo V. Enrico rimase sempre devoto a Carlo V fino alla discesa di Lotrec dalla Francia. Carlo V ebbe la meglio sul francese e il tradimento costò ad Enrico la decapitazione in Napoli. Al di sotto del piano di ronda un camminamento con feritoie permetteva il controllo del maniero dal piano del fossato. Il camminamento è interamente percorribile.
Nel XVII secolo il Castello, dopo essere stato della famiglia vicereale dei Lannoy, passò ai Peretti-Savelli, familiari di Sisto V, e nel secolo successivo alla potente famiglia dei di Capua.
Giovanni di Capua lo trasformò nella sua residenza in vista del matrimonio che avrebbe dovuto contrarre con Maria Vittoria Piccolomini, agli inizi del Settecento. Grandi lavori furono intrapresi tra cui la rimozione di gran parte dei cavalli fatti realizzare da Enrico Pandone.
Matrimonio che rimase un sogno per l’immatural'immatura scomparsa di Giovanni. Lo stato avanzato dei preparativi per tale evento aveva portato a concretizzarlo nel grande stemma, che è ancora nel salone, dove l'unione dei blasoni delle due casate ricorda un avvenimento che non è mai accaduto.
Dopo anni di lavori di restauro, che come tutti gli interventi ha momenti felici e meno felici, il Castello di Venafro ospita convegni e mostre e può essere visitato ogni giorno. Dal Fonte2013 www.comune.venafro.isil Castello è sede del [[Museo nazionale del Molise]], con una ricca Pinacoteca di testimonianze artistiche molisane, confrontate con altre di proprietà statale, provenienti dai depositi dei Musei di Capodimonte e San Martino di Napoli, della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma e del [[Palazzo Reale di Caserta]].it
 
* Torre del mercato, poi palazzo [[Caracciolo]]
[[File:castello pandone.jpg|frame|Vista laterale del castello]]
[[File:Fine marzo 2007 102 (3115627016).jpg|miniatura|Torre del mercato]]
:Struttura difensiva di origine medievale con i suoi possenti merli, eretta a difesa di quella che un tempo corrispondeva alla porta orientale di Venafro.
 
* Torricella
====L'[[anfiteatro]] romano, cosiddetto "Verlasce"====
:Fortificazione in montagna. Di origine romana, è stata restaurata.
È collocato nel centro moderno di Venafro; nonostante nel tempo abbia subito delle sovrapposizioni medievali e seicentesche, rimane visibile la pianta ellittica. L'ellisse aveva il diametro maggiore di 110 metri e quello minore di 85. Si ritiene che le gradinate potessero contenere fino a 15.000 spettatori. Fino a qualche tempo fa in questa struttura erano ospitate le stalle e i depositi di attrezzi agricoli. Questo monumento unico in Italia insieme al "Parlascio" di [[Lucca]] dopo dei primi interventi di recupero, oggi è letteralmente abbandonato nel suo degrado più assoluto. Un tempo nei giorni della festività patronale si svolgeva una divertente e caratteristica "corsa dei ciucci" e altri giochi popolari. Un interessante restauro riporterebbe allo splendore questo luogo suggestivo e particolare sito in pieno centro.
 
=== Aree naturali ===
====Il [[Teatro (architettura)|teatro romano]]====
Situato a monte dell'ultimo [[decumano]], è di notevoli dimensioni e presenta una scena (''frons scaena'') di circa 60 m, con una [[cavea]] capace di ospitare 3.500 spettatori. Dopo i vari scavi effettuati e gli interventi per riportarlo alla luce, anche questo monumento risulta abbandonato insieme al vicino [[odeon]]. Il teatro dimostra come la città romana fosse nel suo pieno splendore dotata di strutture di intrattenimento tipiche dei centri più importanti. Caratteristica unica del mondo romano è la costruzione di questo teatro nei pressi di un monte così come avveniva per i teatri greci che venivano scavati nella roccia.
 
* [[Oasi Le Mortine]]
====Altri reperti romani, sanniti e medievali====
:L'Oasi Le Mortine è un'[[area naturale protetta]] di 110 ettari ha affidata in gestione all'[[Associazione Pianeta Terra Onlus]] nei pressi dello sbarramento ENEL per la produzione idroelettrica. È composto da una zona boschiva igrofila e vaste aree a canneto lungo le sponde del bacino di regolazione. L'area ricade all'interno di un [[sito di interesse comunitario]] e una [[zona di protezione speciale]], La vegetazione ripariale che un tempo avvolgeva il Volturno, oggi si organizza solo in aree limitate in formazioni igrofile consistenti e dotate di un buon grado di naturalità. Tra di esse assume particolare importanza naturalistica il [[bosco igrofilo]] delle Mortine esteso oltre 100 ha, di cui il nucleo boschivo concesso dall'ENEL a Pianeta Terra rappresenta un frammento intatto da almeno 45 anni. In quest'area, interposta tra le Mainarde ed il Matese, il Volturno penetra una fitta coltre boschiva igrofila, frazionata dai suoi rami secondari che circoscrivono isole impenetrabili dalle caratteristiche uniche nel corso del fiume. Poc'anzi lo sbarramento dell'ENEL il fiume si allarga e le sue acque lente permettono lo sviluppo di un canneto che borda anche le sponde del contiguo bacino di regolazione. Pur essendo affidati a Pianeta Terra circa 30 ettari di territorio contiguo all'impianto ENEL "Presa Volturno" (realizzato negli anni cinquanta a seguito di un Decreto Regio del marzo 1942), il comprensorio abbraccia una estesa isola demaniale fluviale ed un lago artificiale, interessando in totale oltre 50 ettari. L'intero comprensorio è da considerare, sia dal punto di vista storico che paesaggistico, il limite settentrionale della Reale Caccia Borbonica di Venafro e Torcino. Dalle lettere di Luigi Vanvitelli (architetto di corte) al fratello Urbano si apprende che le battute di caccia a Venafro si tenevano nei mesi di febbraio e marzo, e duravano una decina di giorni. Durante il soggiorno a Venafro Ferdinando IV andava a cacciare nelle "mene" del Colle di Santa Lucia, Castagneto, Mortina, Castellone, Mortina delle Colonne, Colle di Torcino e Selvone.
Nei pressi del centro storico sono visibili tracce di un [[Acquedotto romano di Venafro|acquedotto romano]], della cinta di mura, con una fase di epoca [[sanniti]]ca risalente al [[IV secolo a.C.]] ed una in [[opera poligonale]] del [[I secolo a.C.]], di mura [[sanniti]]che. Sempre di origine romana è la "Torricella", una struttura fortificata situata sulla montagna recentemente restaurata e riportata all'antico splendore.
 
* [[Parco regionale agricolo storico dell'olivo di Venafro]]
[[File:Palazzo liberty.jpg|frame|Vista della "Palazzina Liberty" che si affaccia sul laghetto ("la pescara")]]
[[File:Venafro fine ottobre 076 (3114982263).jpg|miniatura|verticale|Parco Oraziano]]
:Detto anche Parco Oraziano o Campaglione, è il primo parco regionale del Molise, istituito con legge regionale per salvaguardare il patrimonio olivicolo del territorio venafrano. Il Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro è il primo Parco tematico sull'olivo del Mediterraneo. Oltre alla sua valenza agricola e ambientale, è uno strumento di promozione turistica del territorio venafrano che oltre al suo valore agricolo è ricco in emergenze storiche ed ecologiche che emergono tra i muretti a secco e i terrazzamenti. Gli olivi di Venafro sono menzionati nelle opere dei massimi poeti latini per l'ottima qualità dell'olio: tra essi [[Orazio]], da cui ''Parco Oraziano''.
 
== Società ==
Altri monumenti sono la cosiddetta "Torre del mercato" ("palazzo [[Caracciolo]]"), struttura difensiva di origine medievale con i suoi possenti merli, a difesa di quella che un tempo corrispondeva alla porta orientale di Venafro, e la [[Palazzina Liberty]] del [[XX secolo|novecentesca]], che fungeva da centrale idroelettrica agli inizi del secolo scorso per fornire energia alla cittadina, e poi da cinema nel corso del novecento.
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Venafro}}
 
Se si escludono i decenni 1861 e 1911, la popolazione è sempre cresciuta soprattutto a partire dagli anni settanta. È distribuita nel centro abitato, in località "Madonnella", oltre che nelle tre frazioni del comune.
Venafro è inoltre ricca di palazzi signorili: [[palazzo Cimorelli]], palazzo Armieri, palazzo del Prete di Belmonte, palazzo De Bellis, palazzo De Utris, il palazzo Reale, palazzo Fiondella, palazzo Del Vecchio, palazzo Melucci, palazzo Manselli, palazzo Siravo, palazzo Colicchi, palazzo De Lellis, palazzo Nola, palazzo Mancini situati nel centro storico della città.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
===Il cimitero militare francese===
Al 31 dicembre 2019 gli stranieri residenti erano 480, pari al 4,3% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
* [[India]] 107
* [[Marocco]] 72
* [[Romania]] 70
 
=== Religione ===
Come detto, uscendo dalla città lungo la strada statale 85 per Isernia, su una estesa zona pianeggiante (70.000 m<sup>2</sup>) si trova il cimitero di guerra francese, nel quale sono sepolti circa 6000 (ma molte sono state esumate) soldati di cui circa due terzi di origine marocchina algerina e tunisina, oltre ad alcuni africani (senegalesi?), caduti in gran parte durante la battaglia di Cassino (nov. 1943-mag. 1944 o nell'aggiramento). Qui sono state traslate le sepolture di Miano. Per essi è stato eretto un monumento che richiama esplicitamente i minareti nord-africani, decorato con piastrelle di ceramica azzurre, che risaltano sul bianco calce delle mura, e con alcune iscrizioni. Al suo interno vi sono alcune tombe, di cui una al milite ignoto musulmano, e tre dedicate a militi con nome, uno Tunisino, uno Algerino, uno Marocchino. Tutte le tombe sono disposte sull'asse Nord-Est Sud-Ovest, con le lapidi rivolte a Nord-Est, ad eccezione di alcune tombe, poste dietro il minareto, di soldati ebrei (riconoscibili dalla stella a sei punte sulla lapide) e animisti (sulla lapide hanno un 'agnostico' sole stilizzato). Questa disposizione delle tombe suggerisce la possibilità che i caduti musulmani, qualora siano stati disposti sul fianco destro, abbiano il volto rivolto alla Mecca. Su ciascuna lapide è riportato il nome (se noto) e la dicitura (in francese) "morto per la Francia". È da notare che anche fra le tombe cristiane sono riconoscibili nomi arabi e africani.
La maggior parte della popolazione è di religione [[cristianesimo|cristiana]] appartenente alla [[Chiesa cattolica]], la città insieme ad [[Isernia]] è sede della [[diocesi di Isernia-Venafro]]. Sul territorio comunale si contano 5 parrocchie rientranti nella stessa forania di Venafro:
* San Giovanni in Platea
* Santi Martino e Nicola
* Santi Simeone e Caterina
* Santa Maria di Loreto
* SS. Rosario (Ceppagna-Vallecupa-Le Noci)
* Basilica di San Nicandro
* Convento dei Francescani, nel 1911 vi soggiornò San [[Pio da Pietrelcina|Padre Pio da Pietrelcina]]<ref>{{Cita web|url=https://conventosantuariopadrepio.it/it/archivio/gli-altri-luoghi/venafro.html|titolo=Gli altri luoghi : Venafro}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://it.aleteia.org/2021/08/28/i-40-terribili-giorni-a-venafro-li-padre-pio-subi-i-primi-assalti-del-diavolo|titolo=I 40 terribili giorni a Venafro. Lì Padre Pio subì i primi assalti del diavolo}}</ref>
=== Tradizioni e folclore ===
 
==== Festa dei santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria (16-17-18 Giugno) ====
===Aree naturali===
Nicandro e Marciano erano due valorosi soldati romani, probabilmente originari della [[Mesia]] (l'odierna [[Bulgaria]]), di stanza a Venafro. Secondo la tradizione [[Daria di Venafro|Daria]] era moglie di Nicandro. Pur consapevoli dei rischi che comportava la loro scelta, abbracciarono la religione cristiana. Furono arrestati e condannati a morte per non aver voluto rinnegare la loro fede il 17 giugno del 303 d.C.
====Oasi WWF Le Mortine====
[[File:Processione su Corso Molise.jpg|miniatura|Processione dei Ss. Martiri su Corso Molise]]
L'Oasi [[WWF]] le Mortine è situata al confine tra Molise e Campania, nei comuni di Venafro e [[Capriati a Volturno]] (CE). I circa 32 ettari di proprietà Enel contigui all'impianto idroelettrico Presa Volturno, realizzato negli anni Cinquanta, sono stati affidati in gestione nel 1999 al WWF Italia: insieme ai 15 ettari di un'isola demaniale fluviale e a un piccolo lago artificiale, costituiscono gli oltre 50 ettari dell'area protetta.
Il Martirologio Romano, in realtà, riporta il martirio di Nicandro e Marciano, ma non quello di [[Daria di Venafro|Daria]], la cui figura trova riscontro unicamente nella leggenda popolare. Si narra infatti che Nicandro rifiutò di sacrificare agli dei pagani confermando la fede in Cristo, proprio dietro incoraggiamento di sua moglie. Daria sarà poi martirizzata qualche giorno dopo ma il Martirologio Romano non ne fa menzione.
Situata lungo il breve tratto del fiume Volturno che segna il confine tra Molise e Campania, L'Oasi Le Mortine occupa una lanca fluviale artificiale creatasi in seguito alla costruzione di uno sbarramento per la produzione idroelettrica. L'insieme degli ambienti acquatici è circondato da uno dei boschi igrofili (salici, pioppi, ontani) meglio conservati d'Italia, originariamente di circa 100 ettari (purtroppo intaccato da tagli indiscriminati), di cui l'oasi rappresenta un frammento intatto da almeno 50 anni.
In quest'area, compresa tra le [[Mainarde]] e il [[Matese]], il [[Volturno]] penetra una fitta coltre boschiva igrofila, frazionata dai rami secondari del fiume che circoscrivono isole impenetrabili dalle caratteristiche uniche; in corrispondenza dello sbarramento Enel si allarga, e le sue acque lente favoriscono lo sviluppo di un canneto che borda anche le sponde del bacino di regolazione. La vegetazione che un tempo abbracciava l'intero corso del fiume è, in questo tratto, ancora ben conservata: si possono osservare tipici popolamenti ripariali formati da esemplari idrofiti ed elofiti, da vegetazione di greto, da arbusteto e, soprattutto, da bosco igrofilo. Il canneto a Phragmites australis e il tifeto bordano le ripide rive dell'invaso di regolazione Enel e si sviluppano in piccoli lembi nel contiguo bacio antistante lo sbarramento del Volturno. Nei fossi e nei canali che tagliano il bosco e nei specchi d'acqua effimeri è presente flora semisommersa: giunco, sparto, nasturzio e veronica. I salici affondano le loro radici nel greto creando isole di vegetazione che contrastano l'erosione; il salice da ceste, il salice rosso e il salice bianco dominano il bosco allagato insieme al pioppo bianco e all'ontano nero. Nei margini esterni più asciutti compaiono ornielli, olmi, aceri campestri e qualche esemplare di farnia, residuo delle antiche selve planiziali che si estendevano sulla Piana di Venafro.
Il bacino lacustre e il bosco costituiscono l'habitat ideale di una fauna acquatica diversificata, soprattutto in inverno e nelle stagioni di passo, grazie alla loro posizione sulle rotte migratorie: in primavera vi nidificano germani reali e gallinelle d'acqua, folaghe e svassi maggiori; vi svernano moriglioni, fischioni, alzavole, marzaiole, morette, codoni, e ancora, l'airone cenerino, l'airone rosso, e la garzetta, il tarabusino e il cavaliere d'Italia. Tra i rapaci si incontrano il nibbio bruno, la poiana, l'astore e il gufo di palude.
 
Precede i festeggiamenti il ''mese di San Nicandro'' caratterizzato dalle sante messe alle 6,00 e alle 19,00 a partire dal 17 maggio e fino al 17 giugno affollate da centinaia di persone ogni giorno e celebrate dai diversi sacerdoti della diocesi di Isernia-Venafro. Il 17 maggio alle 6,00 del mattino si tiene una processione dalla chiesa barocca dell'Annunziata alla basilica dei Ss. Martiri con la celebrazione della messa e il ritorno del busto argenteo di san Nicandro e delle reliquie alla chiesa dell'Annunziata.
====Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro====
Il cosiddetto [[Parco Oraziano]] presente alle spalle della concattedrale della città in data 19-05-2009 con legge regionale è divenuto Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro.
Una legge regionale tesa ad istituire un'area protetta che salvaguardi il patrimonio olivicolo del territorio venafrano e degli splenditi olivi secolari di cui Venafro è ricca.
Il Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro è il primo Parco tematico sull'olivo del Mediterraneo. Oltre alla sua valenza agricola e ambientale, dovrebbe avvalersi di sviluppare un valido strumento di promozione di tutte le risorse turistiche del territorio venafrano che oltre al suo valore agricolo, è ricco in emergenze storiche ed ecologiche. La bellezza degli olivi e dei muretti a secco dei terrazzamenti catturano e cullano l'emozione dei sensi e meriterebbero un visita per ammirarne la bellezza della forma dei tronchi e degli olivi stessi che hanno reso la città di Venafro menzionata sin dai tempi dei romani per l'ottima qualità dell'olio.
 
Il 15 giugno, a mezzanotte, presso il convento dei cappuccini, si ufficializza l'apertura della festa patronale con il suono di un motivetto ripetitivo eseguito da una piccola banda composta di elementi semplici che viene chiamata "bandarella". Centinaia di persone, nonostante la tarda ora partecipano a questo evento unico e suggestivo. Infatti per tutta la notte il motivetto viene ripetuto per le strade della città annunciando a tutti l'inizio dei festeggiamenti.
====Villa Maria====
Nel cuore del centro cittadino sono presenti i giardini pubblici dell'estensione di circa un ettaro, un ambiente ricco di vegetazione e di acque con il laghetto (la pescara) e ruscelli. Realizzata per volere di Pozzobon e dell'allora sindaco di Venafro Basileo Milano, la villa è un ambiente tranquillo di divertimento e sport dove è presente un bocciodromo e un campo da basket e pallavolo. Purtroppo non è tenuta molto curata.
 
Il giorno 16 giugno si apre con fuochi pirotecnici, suono di campane, la santa messa in basilica al mattino e il giro delle bande musicali. Ed è proprio in questo giorno che si svolge la solenne processione che alle 19,30, dalla chiesa dell'Annunziata, porta il busto argenteo e le reliquie di san Nicandro e le reliquie di san Marciano e santa Daria presso la basilica alle porte della città dove si svolgono i solenni vespri cantati presieduti dal vescovo. Nella sera vi è un concerto bandistico.
== Società ==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Venafro}}
 
Il 17 giugno è il giorno in cui si ricordano i tre martiri con numerose messe e il ''solenne pontificale'' delle 11,00 presieduto dal [[vescovo]] durante il quale c'è la consegna delle chiavi e dei ceri da parte del sindaco al vescovo che le consegna idealmente a San Nicandro ponendole tra le mani del busto argenteo. Accorrono molti fedeli dal circondario. Per quanto riguarda i festeggiamenti civili, la mattina si tiene la tradizionale fiera e durante la giornata c'è il giro delle bande. La sera c'è un concerto di musica leggera con cantanti di fama nazionale.
La popolazione ha avuto un costante aumento nel corso degli ultimi decenni a partire dagli anni '70. Oggi è distribuita nel centro abitato, in località "Madonnella", oltre che nelle tre frazioni del comune. Sono presenti circa 300 stranieri, la maggior parte dei quali rumeni e marocchini.
 
Il 18 giugno si celebrano altre sante messe. Il simbolo dei festeggiamenti però è la solenne processione serale, caratterizzata dal canto corale dell'inno a dedicato ai santi, dal luccichio delle migliaia di candele portate in processione e dall'enorme partecipazione popolare al corteo religioso. La processione ha inizio verso le ore 20,00 dalla basilica subito dopo la cosiddetta "ammessa", ovvero l'asta per aggiudicarsi il diritto di portare in spalla le statue, e termina dopo la mezzanotte, quando ha percorso tutto il [[centro storico]] cantando nelle varie fermate l'antico inno popolare ai santi martiri. Nella cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo c'è l'omelia del vescovo. Il luogo di conclusione del sacro e solenne rito è la chiesa dell'Annunziata, dove il busto e le reliquie rimangono fino alle festività successive.
===Dialetto===
 
In questi giorni di festa si svolge la fiera di san Nicandro il giorno 17, si allestiscono eventi collaterali, viene allestito un luna park in viale San Nicandro, si svolge anche il trofeo San Nicandro, gara podistica di caratura nazionale con atleti provenienti da diverse regioni di Italia e periodicamente si allestisce l'opera di San Nicandro, dramma sacro sulla vita dei martiri.
Il dialetto di Venafro si avvicina molto a quello campano e nella specie al casertano e al napoletano seppur con qualche variazione. Ciò scaturisce dal fatto che fino ai primi del novecento la città apparteneva alla Terra di Lavoro e quindi alla provincia di Caserta. Ma già secoli prima apparteneva all'antico Regno di Napoli. Per questo motivo il dialetto, ma anche le tradizioni e gli usi sono molto più vicini alla Campania e non al Molise a cui appartiene. Esplorando il lessico troviamo elementi linguistici che riconducono inequivocabilmente al dialetto napoletano e campano in generale ("ngòppa" = sopra, "iàmm" = andiamo, "nisciuno" = nessuno, cìènte = cento, vìènte = vento ecc.). C'è poi l'uso del verbo servile "aggia" = devo, "agg' fatt" per ho fatto. Cambiamenti ci sono invece per quanto riguarda gli articoli: si usa "i" (ad es. "i can" = il cane, "i sciume" = il fiume), gl', le. Pochi altri sono i cambiamenti oltre che una differente cadenza nel parlare rispetto al napoletano.
 
=== CulturaLingue e dialetti ===
Accanto alla lingua italiana, a Venafro viene parlato anche il dialetto venafrano. Quest’ultimo ha delle affinità coi dialetti campani al quale si avvicina molto seppur con svariate variazioni. Ciò scaturisce dal fatto che fino ai primi del novecento la città apparteneva alla [[Terra di Lavoro]] e quindi alla provincia di Caserta. Ma già secoli prima apparteneva all'antico Regno di Napoli. Per questo motivo il dialetto, ma anche le tradizioni e gli usi, sono molto più vicini alla Campania e non al Molise a cui appartiene. Esplorando il lessico troviamo elementi linguistici che riconducono inequivocabilmente al dialetto napoletano e campano in generale ("ngòppa" = sopra, "iàmm" = andiamo, "nisciuno" = nessuno, cìènte = cento, vìènte = vento ecc.). C'è poi l'uso del verbo servile "aggia" = devo, "agg' fatt" per ho fatto. Cambiamenti ci sono invece per quanto riguarda gli articoli: si usa "i" (ad es. "i can" = il cane, "i sciume" = il fiume), gl', le. Pochi altri sono i cambiamenti oltre che una differente cadenza nel parlare rispetto al napoletano.
In città sono presenti diverse associazioni culturali. Un luogo dove recarsi per immergersi nella cultura è sicuramente la Biblioteca Comunale sita in via Milano, dove è presente una vasta raccolta di libri, molti dei quali anche antichi. Sono presenti molti istituti scolastici: l'ISISS "Antonio Giordano", l'istituto di istruzione secondaria superiore sito in via Maiella e in via del Carmine che ospita il liceo Classico, il liceo Scientifico, l'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri. È presente la scuola media "Leopoldo Pilla con la scuola materna, l'istituto Comprensivo "Don Giulio Testa" che ospita le elementari e le medie del II circolo, e il I circolo didattico che ospita la scuola materna e le elementari. Infine ci sono le scuole materna ed elementare di Ceppagna.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
La cittadina è dotata anche dell'ospedale civico SS. Rosario ed è sede del distretto sanitario di zona. Tale ospedale esiste fin dal XVII secolo quando fu fondato dalla congrega del SS. Rosario e la vecchia sede in via Ospedale è stata attiva fino ai primi anni '90, quando è stata inaugurata l'attuale nuova struttura moderna e sicura. La struttura ospedaliera richiama migliaia di utenti anche dalle regioni limitrofe.
==== Ospedale civico Santissimo Rosario ====
La cittadina è dotata anche dell'Ospedale civico Santissimo Rosario ed è sede del distretto sanitario di zona. Tale ospedale esiste fin dal XVII secolo quando fu fondato dalla congrega del SS. Rosario e la vecchia sede in via Ospedale è stata attiva fino ai primi anni novanta, quando è stata inaugurata l'attuale struttura moderna e antisismica. La struttura ospedaliera richiama migliaia di utenti anche dalle regioni limitrofe anche se negli ultimi tempi ha subito un forte ridimensionamento causa di aspre diatribe con le amministrazioni locali e malcontento tra la popolazione del vasto territorio di riferimento anche extra-regionale. Attualmente è dotato di circa 60 posti letto, dopo che il piano di rientro ne ha dimezzato il numero che era di circa 130 posti letto. I reparti funzionanti sono:
* Medicina generale
* Ortopedia e traumatologia
* Riabilitazione
* Radiologia
* Emodialisi
* Laboratorio Analisi
* Diabetologia
* Punto di primo soccorso
* Ambulatori
 
===Istruzione= Cultura ==
==== Musei= ===
=====Il Museo Archeologicoarcheologico Nazionaledi "SantaVenafro Chiara"=====
Il [[museo archeologico di Venafro]] è ospitato all'interno del ex monastero seicentesco di Santa Chiara, in cui aveva trovato sede il piccolo museo civico istituito nel 1931 in seguito ai ritrovamenti archeologici del 1919 in località Terme di Sant'Aniello. Oltre all'antica raccolta il museo conserva anche i ritrovamenti provenienti dai recenti scavi archeologici che hanno permesso di conoscere meglio l'insediamento sannitico e la Venafro di età imperiale.
Fra le opere e i resti romani esposti nella struttura monastica settecentesca che ospita il Museo Archeologico Nazionale di Santa Chiara particolare menzione meritano la "Venere di Venafro", di età antonina (II secolo d.C.), le due grandi statue maschili che al momento del ritrovamento vennero identificate in [[Augusto]] e [[Tiberio]], e il grande cippo o "Tavola Acquaria" dell'acquedotto Romano, di epoca Augustea, ove si riportano le normative atte a regolarne l'uso (editto di Augusto).
 
==== MediaMuseo nazionale del Molise ====
Il [[museo nazionale di Castello Pandone]] è frutto del lavoro delle strutture territoriali del [[ministero per i beni e le attività culturali]]. Opere del territorio regionale, tutelate all'interno di castello Pandone, sono state confrontate con altre di proprietà statale, provenienti dai depositi dei musei di Capodimonte e San Martino di Napoli, della galleria nazionale d'arte antica di Roma e della reggia di Caserta.
La città di Venafro è stata nel [[1957]] palcoscenico per il film di [[Totò]] e [[Fernandel]], ''[[La legge è legge]]'', nella quale Venafro è "travestita" dall'immaginario pease italo-francese di [[Assola]].
 
==== Museo WinterLine ====
Nel [[1996]] il centro storico della città è stato teatro del film ''[[I magi randagi]]'' del regista [[Sergio Citti]] che ripropose in questa pellicola un vecchio progetto pasoliniano, caratterizzato da una comicità beffarda e surreale. Facevano parte del cast: [[Silvio Orlando]], [[Gastone Moschin]] e [[Patrick Bauchau]].
 
Il [[museo WinterLine]] è un museo storico-militare dedicato alla [[Winter Line]], con sede nel Palazzo De Utris, ed espone una mostra permanente con reperti storici risalenti alla seconda guerra mondiale.
=== Cucina ===
 
==== Biblioteca comunale "De Bellis-Pilla" ====
Venafro è l'unico centro molisano a potersi fregiare del marchio "[[Mozzarella di bufala campana|Mozzarella di Bufala Campana D.o.p.]]", lo stesso per quanto riguarda la "[[Ricotta di Bufala Campana D.o.p.]]". Ciò deriva dal fatto che in zona sono presenti diversi produttori di questo prodotto caseario dal momento che la città fino all'unita d'Italia apparteneva alla "[[Terra di Lavoro]]" e quindi presenta conserva tradizioni anche gastronomiche campane. Altri prodotto tipico è il rinomato olio extravergine d'oliva, già famoso nell'antica Roma, denominato "Aurina". La produzione avviene nelle immense distese di olivi che coprono le colline del territorio e parte della piana. Famose sono le verdure prodotte negli orti di Venafro, il pane e i taralli all'olio di oliva. Altre bontà gastronomiche sono la polenta coi "caurigl" (ovvero piccoli cavoli), una polenta verde a base di verdura e olio. I "sciusc" sono simili per forma alle ciambelle, ma vengono preparati con farina e acqua bollita con rami di rosmarino e cannella; sono un prodotto tipico natalizio così come la "zuppa alla santè", un piatto tipico che viene preparato con il brodo di gallina (la cui carne viene spezzettata), polpettine di vitello, scarola e uovo sodo tritato. Altri prodotti di Natale sono i "c'ciariegl". Nel periodo di Pasqua sono invece obbligatori sulle tavole dei venafrani la pastiera, i "canesciun" (letteralmente: qua nessuno), questi ultimi sono realizzati con [[pasta frolla]] ripiena di biete, olive e acciughe e la frittata di Pasqua realizzata con un minimo di 33 uova (ovvero gli anni di Cristo). A Carnevale si preparano "le nocch", ovvero le [[chiacchiere]] napoletane.
In città sono presenti diverse associazioni culturali. La biblioteca comunale è sita in via Milano e dispone di un secondo ingresso accanto alla chiesa di Sant'Agostino in via Leopoldo Pilla, dove è disponibile una vasta raccolta di libri, molti dei quali antichi. Il primo nucleo della collezione risale al [[1700]] per opera del primicerio della [[cattedrale]] Antonio De Bellis, il quale depositò presso il convento del Carmine circa 1400 libri e opuscoli. Alla sua morte la consistenza libraria era più che raddoppiata. La biblioteca fu quindi trasferita nei locali attuali, di proprietà del fondatore. Con il trascorrere dei secoli la biblioteca si è arricchita ulteriormente di preziosi volumi riguardanti la storia e i costumi non solo di Venafro ma anche dell'[[Italia]] intera.
Dal mese di luglio 2003 raccoglie l'intero patrimonio librario donato alla biblioteca dal dottor Gennaro Morra. Il fondo si trova in un'apposita sezione a lui intitolata.
 
===Personalità legateIstruzione Venafro===
 
==== Scuole ====
* [[San Nicandro]], [[San Marciano]], [[Santa Daria]], martiri
Ci sono tre istituti scolastici statali: l'Istituto di Istruzione Secondaria "Antonio Giordano" che comprende il Liceo Classico, il Liceo Scientifico e l'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri nonché indirizzi di istruzione professionale. Per il primo ciclo d’istruzione sono presenti l'Istituto Comprensivo "Leopoldo Pilla" con la scuola dell'infanzia (a Ceppagna) e quella primaria e secondaria di primo grado, l'Istituto Comprensivo "Don Giulio Testa" che ospita la scuola dell'infanzia e la scuola primaria. Infine ci sono altri istituti privati.
* [[Leopoldo Pilla]], scienziato e patriota
* [[Amico da Venafro]], condottiero italiano
* [[Edoardo Cimorelli]], parlamentare
* [[Giovanni de Amicis]], giudice e storiografo
* [[Gennaro Morra]], poeta e scrittore
* [[Maurizio Santilli]], attore
 
===Feste religioseMedia e tradizioni===
====Festa deiStampa "Santi martiri e patroni"====
* Quotidiano del Molise
[[File:sannicandro.jpg|frame|Il nuovo Busto di San Nicandro (l'originale storico venne trafugato qualche anno fa) custodito nella chiesa dell'Annunziata insieme alla Testa reliquiario e l'urna contenente i resti di [[Santa Daria]].]]
* Nuovo Molise
I [[santo patrono|patroni]] della città sono i santi [[martire|martiri]] [[Santi Nicandro, Marciano e Daria|Nicandro, Marciano e Daria]], (Daria consorte di Nicandro) che sono anche patroni della [[diocesi di Isernia-Venafro]], la cui festa ricorre il [[17 giugno]]. La festa ebbe origine in occasione di un [[terremoto]] che colpì la città nel [[1688]], che tuttavia non avrebbe provocato, né gravi danni, né vittime: la popolazione avrebbe tributato uno spontaneo ringraziamento ai propri patroni per lo scampato pericolo in occasione della festa, pochi giorni dopo. Si decise di celebrare ogni anno una festa di ringraziamento la prima domenica di giugno.
* Il Tempo Molise
* Primo Piano Molise
* Futuro Molise
 
==== Radio ====
Venne inoltre realizzato un busto di san Nicandro in [[argento]], in seguito rubato e sostituito da una copia identica, che viene portato in processione nel corso della festa. Nel [[1933]] sotto l'altare maggiore della chiesa di San Nicandro si rinvenne la tomba con i resti del santo, da cui si origina la "santa manna" a scadenze fisse, per cui la cripta della chiesa è divenuta meta di [[pellegrinaggio]].
* Radio Valentina
* Radio Luna Network
* Radio Orizzonte
 
==== Televisione ====
Attualmente le festività hanno inizio il [[17 maggio]]( Sant N'candriegl ) , quando si apre il mese dedicato ai santi, con una processione di andata e ritorno dalla chiesa dell'Annunziata al convento di San Nicandro. La festa vera e propria, una delle maggiori feste della regione, viene invece celebrata dal [[16 giugno|16]] al [[18 giugno]] con spettacoli e processioni e attira ogni anno migliaia di fedeli e turisti anche di fuori regione. Dal 18 maggio per un mese ,inoltre, presso il convento dei cappuccini intitolato a San Nicandro, ogni mattina dalle ore 6.00 si celebra la Santa Messa preceduta dalla recita del S. Rosario.
Dall'aprile del 1999 ha spostato la sua sede centrale l'Emittente più "antica" della regione, TVI Molise, titolare di frequenze radiotelevisive dal 1978, allora con il nome di "teleisernia".
Il 16 giugno si tiene una processione verso sera col busto di San Nicandro e le reliquie dalla chiesa dell'Annunziata alla chiesa del santo, seguita dai solenni vespri presieduti dal vescovo e il clero. Le sacre e venerate icone rimangono presso la basilica per tutti i festeggiamenti. La sera del 16 c'è un concerto bandistico in piazza Mercato.
 
* TVI
Il [[17 giugno]], giorno in cui si ricorda il martirio dei tre santi, si celebrano numerose messe, la più importante è la [[messa pontificale]], a cui partecipano il vescovo e le autorità civili e religiose. Durante questo rito il sindaco consegna nelle mani di San Nicandro le chiavi della città, simboleggiando la protezione del popolo ai santi patroni. In serata c'è l'esibizione in piazza di un cantante di fama nazionale.
* Teleregione
* Telemolise
 
=== Cinema ===
La festa culmina con l'imponente processione del [[18 giugno]], seguita da migliaia di persone, con la quale le statue dei tre santi vengono riportate dalla chiesa di San Nicandro a quella dell'Annunziata. Una processione molto lunga e di grande impatto; il tutto ha inizio con l'asta (l'ammessa) attraverso la quale gruppi di cittadini si aggiudicano il diritto di portare in processione le statue; successivamente la processione all'imbrunire si avvia verso il centro storico. Lo spettacolo è reso suggestivo dalle candele portate in processione che illuminano il corte religioso; nelle varie fermate poi, si intona l'inno ai patroni scritto sul finire dell'800 da Domenico Criscuolo ed eseguito dalla banda musicale. Nel tratto della salita delle "Manganelle" per via della ripida salita avviene ''la corsa delle statue'' accompagnata dalla marcia del Mosè. Solo a notte inoltrata dopo aver percorso le principali vie del centro storico la processione si conclude con l'ultima intonazione dell'inno cantato dalle migliaia e migliaia di persone che affollano piazza Castello. In questi giorni di festa viene allestito un luna park su viale San Nicandro, si svolge una fiera nel giorno 17 molto grande lungo via Maiella e traverse. Le vie interessate dai festeggiamenti sono Corso Molise, P.zza Salvo D'Acquisto, Via Roma e P.zza Mercato oltre che viale San Nicandro.
La città di Venafro è stata nel [[1957]] palcoscenico per il film di [[Totò]] e [[Fernandel]], ''[[La legge è legge]]'', nella quale Venafro è "travestita" dall'immaginario paese italo-francese di [[Assola]].<ref>{{cita web|url=https://www.molisenetwork.net/2017/04/11/venafro-il-ricordo-di-toto-nel-60-mo-del-ciak-di-la-legge-e-legge/|titolo=Venafro - Il ricordo di Totò nel 60° del ciak di "La Legge è legge"|data=11 aprile 2017}}</ref>
 
Nel [[1971]] nelle campagne del comune vicino alle rive del [[Volturno]] sono state invece girate alcune scene di ''[[...continuavano a chiamarlo Trinità]]''.
====Altre feste====
[[File:Falò di san giuseppe.jpg|frame|Uno dei tradizionali falò di San Giuseppe]]
 
Nel [[1996]] il centro storico della città è stato teatro del film ''[[I magi randagi]]'' del regista [[Sergio Citti]] che ripropose in questa pellicola un vecchio progetto pasoliniano, caratterizzato da una comicità beffarda e surreale. Facevano parte del cast: [[Silvio Orlando]], [[Gastone Moschin]] e [[Patrick Bauchau]].
*Il [[19 marzo]], giorno di [[San Giuseppe]], nei vari rioni del centro storico ma anche in altre piazze si accendono nella sera vari falò, i favor' come sono detti a Venafro. Sono presenti stand gastronomici con i prodotti tipici di Venafro e buona musica.
*Il [[venerdì Santo]] si tiene la processione del Cristo Morto e della Madonna Addolorata a partire dalla cappella dell'ospedale in cui storicamente sono accolti e per farvi rientro dopo aver attraversato le vie del centro.
*Il giorno dopo il [[Lunedì dell'Angelo|lunedì in Albis]] si tiene la Pasquetta venafrana, o meglio, i "cummit", alle pendici del monte S. Croce nella zona detta "Campaglione". Questa usanza è nata dall'esigenza di partecipare il giorno di Pasquetta al solenne pontificale nella Cattedrale dove il vescovo benedice la città, le frazioni e le campagne.
*Il [[1 maggio]] si celebra la festa della Croce, sulla cima del monte, con messa e pranzo all'aperto.
*La domenica di [[Pentecoste]] si celebra la Madonna delle Rose, festa di quartiere, presso la chiesetta omonima, con una processione e intrattenimenti musicali in piazza.
*Nella domenica del [[Corpus Domini]] si svolge la tradizionale processione per le vie del centro.
*Il [[13 giugno]] si svolge la processione di sant'Antonio di Padova per il centro storico a partire dalla chiesa della SS. Annunziata.
*Il [[1º luglio|1º]] e il [[2 luglio]] presso la chiesetta della zona "Colle" si festeggia la Madonna delle Grazie, festa di quartiere.
*Il [[15 luglio|15]] e il [[16 luglio]] si festeggia la Madonna del Carmelo, molto amata dai venafrani. Il 15 si svolgono concerti bandistici e i caratteristici e particolari fuochi nel laghetto e sull'antistante palazzina Liberty. Il 16 invece oltre ai concerti bandistici c'è l'esibizione di gruppi famosi anni '60, '70, '80. Dal punto di vista religioso sono da ricordare la novena presso la chiesa sita vicino la concattedrale, le messe celebrate nei due giorni di festa e la processione del 16 luglio che si svolge intorno alle 20,00 seguita da migliaia di fedeli.
*Il [[primo]] e il [[2 agosto]] nella frazione di Vallecupa si festeggia la Madonna degli Angeli.
*Il [[23 settembre]] si festeggia [[san Pio da Pietrelcina]] presso il convento di San Nicandro processione e intrattenimenti musicali in piazza.
*La prima domenica di [[ottobre]] si festeggia la Madonna del Rosario nella frazione di Ceppagna con processione e spettacoli vari.
*L'[[11 novembre]] si festeggiano i santi Martino e Nicola presso l'omonima chiesa, festa di quartiere.
*l'[[8 dicembre]] c'è la festa della [[Immacolata Concezione]] con la fiera nel mattino e la deposizione di una corona di fiori alla Madonna posta sulla sommità del campanile della chiesa di San Nicandro, dopo la messa in suo onore.
 
===Fiere eCucina mercati===
Venafro è l'unico centro molisano a potersi fregiare del marchio "[[Mozzarella di bufala campana|Mozzarella di Bufala Campana D.o.p.]]", lo stesso per quanto riguarda la "[[Ricotta di bufala campana|Ricotta di Bufala Campana D.o.p.]]". Ciò deriva dal fatto che in zona esistono diversi produttori di questo prodotto caseario dal momento che la città fino all'unita d'Italia apparteneva alla "[[Terra di Lavoro]]" e quindi conserva tradizioni anche gastronomiche campane. Altro prodotto tipico è il rinomato olio extravergine d'oliva, già famoso nell'antica Roma, denominato "Aurina". La produzione avviene nelle immense distese di olivi che coprono le colline del territorio e parte della piana. Famose sono le verdure prodotte negli orti di Venafro, il pane e i taralli all'olio di oliva. Altre bontà gastronomiche sono la polenta coi "caurigl" (ovvero piccoli cavoli), una polenta verde a base di verdura e olio. I "sciusc" sono simili per forma alle ciambelle, ma vengono preparati con farina e acqua bollita con rami di rosmarino e cannella; sono un prodotto tipico natalizio così come la "zuppa alla santè", un piatto tipico che viene preparato con il brodo di gallina (la cui carne viene spezzettata), polpettine di vitello, scarola e uovo sodo tritato. Altri prodotti di Natale sono i "c'ciariegl". Nel periodo di Pasqua sono invece obbligatori sulle tavole dei venafrani la pastiera, i "canesciun" (letteralmente: qua nessuno), questi ultimi sono realizzati con [[pasta frolla]] ripiena di biete, olive e [[b:Libro di cucina/Ricette/Acciughe sotto sale|acciughe sotto sale]] e la frittata di Pasqua realizzata con un minimo di 33 uova (ovvero gli anni di Cristo). A Carnevale si preparano "le nocch", ovvero le [[chiacchiere]] napoletane.
*Il 6 gennaio si svolge la fiera dell'Epifania: via Caserta, piazza Mercato, via Roma, via Sant'Andrea e traverse.
*Il 17 giugno si svolge la fiera di San Nicandro: via Maiella, via Sant'Andrea e traverse.
*Il 16 luglio si svolge la fiera della Madonna del Carmelo: piazza Porta Nova, corso Lucenteforte, via Licinio, via Ospedale, via dei Carmelitani.
*L'8 dicembre si svolge la fiera più grande, quella della Concetta: via Maiella, via Sant'Andrea e traverse, via Roma, piazza Mercato, via Caserta.
 
*Il mercato si svolge ogni mercoledì e sabato della settimana: via Roma, piazza Mercato, via Sant'Andrea e traverse.
 
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
 
Venafro nel corso del tempo ha subito sostanziali modifiche nel suo assetto urbanistico: il centro storico è adagiato alle pendici del monte S.Santa Croce racchiuso nelle antiche mura medievali,. dagliDagli [[anni '601960|anni sessanta]], in seguito ad un costante e moderato incremento demografico, c'è stato lo sviluppo di nuove zone urbane. In particolar modo negli ultimi anni si stanno urbanizzando le zone tra Venafro e [[Pozzilli]] e lungo il [[Torrente Rava|Rava]].
 
=== Centro storico ===
Il centro storico è stato costruito sulla preesistente struttura urbana [[Roma (città antica)|romana]]. Ai piani superiori degli edifici si trovano le abitazioni, mentre i locali del piano inferiore sono adibiti a botteghe, come è visibile soprattutto nella ''via per dentro'' (via Plebiscito). In particolare è possibile identificare il nucleo longobardo nell'area nei pressi del Castello e l'area medioevale e rinascimentale che ricalca le antiche strade romane.
 
Lungo il perimetro del centro storico è possibile individuare il tracciato murario e le varie porte di accesso alla città. Al di fuori delle mura si ritrovano le sorgenti dalle quali attingere l'acqua.
 
===Centro storicoQuartieri ===
Venafro può essere divisa nelle seguenti zone:
Il centro storico è stato costruito sulla preesistente struttura urbana [[Roma antica|romana]]. Ai piani superiori degli edifici si trovano le abitazioni, mentre i locali del piano inferiore sono adibiti a botteghe, come è visibile soprattutto nella "via per dentro".
{| class="wikitable sortable"
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| Centro Storico || [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Venafro)|Concattedrale di Santa Maria Assunta]], chiesa del Carmine, chiesa della SS. Annunziata, chiesa di Sant'Agostino, chiesa di Cristo, chiesa di San Francesco, chiesa di San Sebastiano, chiesa di Santa Chiara, chiesa del Purgatorio, chiesa di San Paolo, chiesa detta di Sant'Antuono, chiesetta della Madonna delle Grazie, chiesa di Sant'Angelo; castello Pandone, torre Caracciolo, palazzo Cimorelli, palazzo Armieri, palazzo Macchia-Nola, palazzo Del Prete, palazzo Colicchi, palazzo De Lellis, palazzo Del Vecchio, palazzo Mancini, palazzo Fiondella; museo archeologico nazionale "Santa Chiara"; area archeologica di sant'Aniello (teatro, odeon, terme); monumento ai caduti; municipio; istituto riabilitativo C.A.R.S.I.C.; liceo classico "A. Giordano"; biblioteca comunale; uffici Inps, Inpdap, Centro per l'impiego, Agenzia delle Entrate.
|-
| Centro || Poste centrali, stazione ferroviaria, scuola elementare statale in via Colonia Giulia, palazzina Liberty, villa Maria, Sorgenti del San Bartolomeo, Corpo Forestale dello Stato, sede ARSIAM, Comunità montana del Volturno, CAF Coldiretti.
|-
| Maiella-V.le San Nicandro || Chiesa e convento di San Nicandro, Cimitero militare francese, I.S. I.S.S. "A. Giordano", scuola media statale "L. Pilla", cittadella militare di Venafro (Guardia di Finanza, Carabinieri), Giudice di Pace, Pretura, Polizia Municipale.
|-
| Starza || Ospedale civile SS. Rosario, distretto sanitario di Venafro, SERT, chiesa di San Luigi Orione, cappella della Madonna delle Rose, stadio comunale "Marchese Del Prete", palazzetto dello Sport, sede del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro.
|-
| Via Campania-Strepparo || Area prettamente residenziale e commerciale, area IACP, chiesetta di San Donato.
|-
| Maria Pia-Rava || Chiesa dei Santi Martino e Nicola, area prettamente residenziale, Istituto Comprensivo "Don G. Testa", I Circolo Didattico.
|-
| La Madonnella || Centro commerciale, area industriale, pista ciclabile.
|}
 
=== Frazioni ===
{{vedi anche|Ceppagna}}
*[[Ceppagna]], con circa 600 abitanti, Ceppagna è situata a quasi 300 m s.l.m. a 4 km dal capoluogo comunale, è la piu grande delle frazioni di Venafro. È situata alle pendici del monte Sammucro(1205 m), a pochi passi dal confine con la Campania. Abitata già in antichità, in epoca romana e sannita, Ceppagna conserva una notevole importanza storica. Il nome " Ceppagna " deriva dal latino Cippus, e stava ad indicare uno di quei grossi massi su cui era incisa, in epoca imperiale, i km di distanza da Roma. Sono presenti, l'ufficio postale, la chiasa della Madonna del Rosario, 3 bar, di cui uno è fornito di prodotti tipici, gastronomia, tv, Sky e punto di ristoro; è presente inoltre in paese, un negozio di alimentari, una macelleria, una trattoria, un centro sportivo, l'associazione "anspi" e Piazza P.Pio dove ogni prima domenica di ottobre viene festeggiata la Madonna del Rosario, con concerti e fiere. Il piccolo centro storico, racchide tutta l'area della Chiesa. Immersa nel verde, circondata da uliveti, adagiata sulla collina, Ceppagna ha da offrire ai propri visitatori e abitanti un paesaggio mestoso della piana altomolisana. Ceppagna dispone di una grande produzione di olio d'oliva annuale, è praticata la pastozia e l'allevamento).
* ''Ceppagna'', con circa 550 abitanti, situata a quasi 300&nbsp;m [[s.l.m.]] a 4&nbsp;km dal capoluogo comunale, è la più grande delle frazioni di Venafro. Il paese si sviluppa lungo la Casilina ed è sede di un ufficio postale, di alcuni bar e attività commerciali. La piccola chiesa situata nel cuore del borgo antico è intitolata alla Madonna del Rosario, patrona del paese, che si festeggia nella prima domenica di ottobre.
* ''Vallecupa'' conta circa 120 abitanti e si trova, come si evince dal nome, in una piccola valle, a circa 300 metri sul mare, ai confini con la Campania e alle pendici del monte Cesima. Fino a circa trenta anni fa era frazione del vicino comune di Sesto Campano. Dista da Venafro circa 6&nbsp;km. Vi sorge la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli, patrona del paese.
* ''Le Noci'' conta circa 50 abitanti e si trova alle pendici del monte Sambucaro (1205&nbsp;m), a circa 400&nbsp;m [[s.l.m.]] Gode di un clima più fresco rispetto al capoluogo comunale (dal quale dista circa 4,5&nbsp;km) grazie ad una minore esposizione al sole e ad una ventilazione costante. Si tratta di un borgo abitato prevalentemente da anziani dediti alla pastorizia.
 
== Economia ==
*Vallecupa, conta circa 150 abitanti e si trova come si evince dal nome in una piccola valle ai confini con la Campania sotto monte Cesima. Fino a circa 30 anni fa era frazione del vicino comune di Sesto Campano. Dista da Venafro circa 6 km.
L'[[agricoltura]] viene praticata tradizionalmente a livello familiare. In particolare è tuttora attiva la storica produzione di [[olio d'oliva]]: Venafro ha ottenuto lo status di "Città dell'olio", e vanta una specie autoctona di ulivo, l'[[Olivo aurino|Aurino]]. Ci sono molte aziende agricole nella piana. Il territorio inoltre è stato compreso tra quelli idonei alla coltivazione del vitigno “Tintilia”.Tale vitigno, riconosciuto autoctono del Molise, quindi tutelato dalla legge con la impossibilità di impianto in altre aree del territorio italiano, può essere coltivato per ottenere uve destinate alla vinificazione per la produzione della DOP “Tintilia del Molise”.<ref>{{Cita web|url=https://old.comune.venafro.is.it/index.php/component/content/article/93-fatti-di-cronaca/848-venafro-produttore-di-qtintilia-del-moliseq.html|titolo=VENAFRO PRODUTTORE DI "TINTILIA DEL MOLISE"}}</ref>
 
A pochi chilometri da Venafro sorge il nucleo [[industria]]le di Venafro-Pozzilli con industrie [[Industria metalmeccanica|metalmeccaniche]], manifatturiere, edili, di detersivi, aziende agricole e alimentari.
*Le Noci, Conta circa 60 abitanti, questo nucleo abitativo si adagia alle pendici del monte Sambucaro(1205 m), a circa 400 m s.l.m. Gode di un clima più fresco rispetto al capoluogo comunale (dal quale dista circa 3 km e mezzo) grazie ad un costante e gradevole vento.
 
Fiorente il [[commercio]], grazie alla sua posizione strategica, posta all'incrocio di due strade statali, con molte attività. Poco sviluppato il [[turismo]] nonostante il patrimonio artistico, architettonico, storico e culturale di Venafro tra i più importanti del [[Molise]] e delle zone limitrofe.
==Economia==
[[File:ulivi.jpg|frame|Gli ulivi di Venafro]]
L'[[agricoltura]] viene praticata tradizionalmente a livello familiare. In particolare è tuttora attiva la storica produzione di [[olio d'oliva]]: Venafro ha ottenuto lo status di "Città dell'olio", e vanta una specie autoctona di ulivo, l'[[Olivo aurino|Aurino]])
 
Tra le attività più tradizionali vi sono quelle [[artigianato|artigianali]], che pur non essendo diffuse come nel passato non sono del tutto scomparse, e si distinguono per la lavorazione della [[canapa (tessile)|canapa]] finalizzata alla produzione di [[corde]] e di [[funi]].<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=22}}</ref>
Nella piana, a pochi chilometri da Venafro sorge il nucleo [[industria]]le di Venafro-Pozzilli con industrie [[Industria metalmeccanica|metalmeccaniche]], manifatturiere, edili, di detersivi, aziende agricole e alimentari.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Fiorente il [[commercio]], grazie alla sua posizione strategica, posta all'incrocio di due strade statali. Sono presenti il centro commerciale ''La Madonnella'' e ingrossi commerciali. Poco sviluppato il [[turismo]] nonostante il grandioso patrimonio artistico, architettonico, storico e culturale di Venafro tra i più importanti del [[Molise]] e delle zone limitrofe.
La città è attraversata dalla [[strada statale 85 Venafrana]], che collega lo svincolo autostradale di Caianello e la Campania con il Molise; la [[strada statale 6 dir Via Casilina]] che collega il Molise con il Lazio ed il casello autostradale di San Vittore del Lazio. La <nowiki>'''Strada Statale 85 var Variante di Venafro''' è un'opera viaria di nuova costruzione inaugurata nel 2008 per risolvere parzialmente il problema dell'</nowiki>attraversamento del centro urbano di Venafro e il relativo traffico congestionato. La piana di Venafro è attraversata da numerose strade di bonifica che permettono un veloce transito dei mezzi agricoli oltre che del traffico locale.
 
Esistono numerose linee autobus urbane, extra urbane, regionali ed interregionali.
==Infrastrutture e trasporti==
 
Sul territorio venafrano sono presenti numerosi collegamenti stradali e ferroviari proprio grazie alla sua posizione geografica, essendo posta proprio all'estremità sud-occidentale della regione.
=== Ferrovie ===
La cittadina è attraversata dalla SS 85 Venafrana, che collega lo svincolo autostradale di Caianello e la Campania con il Molise; la Casilina "6 Bis" che collega il Molise con il Lazio e lo svincolo autostradale di San Vittore del Lazio.
{{vedi anche|Stazione di Venafro}}
Recente (2008) è l'apertura della Variante esterna che consente un più rapido collegamento con la Campania per chi proviene da Isernia e viceversa. Ciò ha portato ad uno snellimento del traffico soprattutto sul tratto di via Campania dove ormai è presente quasi esclusivamente il traffico locale, al contrario sul tratto di via Colonia Giulia è ancora presente un traffico congestionato. Infine, il comune è attraversato dalla ferrovia ed è snodo per chi vuole dirigersi verso Roma (via Cassino dopo l'apertura nel 2001 della nuova tratta che riduce di 3/4 d'ora il viaggio verso la capitale) e verso Napoli (via Vairano).
Il comune è attraversato dalla [[ferrovia Vairano-Isernia]] ed è capolinea della [[Ferrovia Rocca d'Evandro-Venafro]]
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{
{{ComuniAmminPrec
ComuniAmministrazione
|[[18 aprile]] [[1946]]
|NomeSindaco=Nicandro Cotugno
|[[17 gennaio]] [[1948]]
|DataElezione=15/04/2008
|Pasquale Morra
|mandato=1
|
|partito=[[Lista civica]] ''Venafro Sarà''
|[[Sindaco]]
|TelefonoComune=0865 9061
|
|Sito internet:www.comune.venafro.is.it
}}
|EmailComune=info@comune.venafro.is.it
{{ComuniAmminPrec
|[[18 gennaio]] [[1948]]
|[[17 febbraio]] [[1952]]
|Pasquale De Cola
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[18 febbraio]] [[1952]]
|[[7 giugno]] [[1952]]
|Luigi Palumbo
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[8 giugno]] [[1952]]
|[[28 ottobre]] [[1953]]
|Antonio Palumbo
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[29 ottobre]] [[1953]]
|[[14 gennaio]] [[1954]]
|Nicandro Vizoco
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[15 gennaio]] [[1954]]
|[[10 febbraio]] [[1954]]
|Annibale Durante
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[11 febbraio]] [[1954]]
|[[6 giugno]] [[1955]]
|Alfonso Cantone
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[7 giugno]] [[1955]]
|[[19 agosto]] [[1955]]
|Carlo Lattanzio
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[20 agosto]] [[1955]]
|[[13 giugno]] [[1956]]
|Alfonso Cantone
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[14 giugno]] [[1956]]
|[[21 agosto]] [[1956]]
|Luigi Palumbo
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[22 agosto]] [[1960]]
|[[10 dicembre]] [[1960]]
|Marciano Gargano
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[11 dicembre]] [[1960]]
|[[9 dicembre]] [[1964]]
|Vittorio Pinto
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[10 dicembre]] [[1964]]
|[[13 maggio]] [[1966]]
|Gaetano Galardi
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[14 maggio]] [[1966]]
|[[4 agosto]] [[1967]]
|Giuseppe Di Lauro
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[5 agosto]] [[1967]]
|[[26 ottobre]] [[1967]]
|Mario Ricci
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[27 ottobre]] [[1967]]
|[[2 febbraio]] [[1969]]
|Giovanni Fichera
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[3 febbraio]] [[1969]]
|[[18 maggio]] [[1973]]
|Basileo Milano
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[10 gennaio]] [[1974]]
|[[14 giugno]] [[1976]]
|Nicandro Testa
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[15 giugno]] [[1976]]
|[[22 giugno]] [[1976]]
|Giuseppe Di Lauro
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[23 giugno]] [[1976]]
|[[9 marzo]] [[1977]]
|Aldo Bucci
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[10 marzo]] [[1977]]
|[[25 ottobre]] [[1985]]
|Pietro Petrecca
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[26 ottobre]] [[1985]]
|[[3 novembre]] [[1985]]
|Mario Virgilio
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[4 novembre]] [[1985]]
|[[6 novembre]] [[1987]]
|Nicandro Testa
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[7 gennaio]] [[1987]]
|[[14 settembre]] [[1987]]
|Michele Antonucci
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[15 settembre]] [[1987]]
|[[1º dicembre]] [[1994]]
|Vincenzo Ottaviano
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2 dicembre]] [[1994]]
|[[26 giugno]] [[1996]]
|Tony Incollingo
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[27 giugno]] [[1996]]
|[[5 gennaio]] [[2000]]
|Vincenzo Ottaviano
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[6 gennaio]] [[2000]]
|[[15 aprile]] [[2000]]
|Luigi Petroni
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[16 aprile]] [[2000]]
|[[/]]
|Enzo Bianchi
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[/]]
|[[/]]
|Ernesto Cardarelli
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[/]]
|[[2 aprile]] [[2005]]
|Nicandro Cotugno
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[3 aprile]] [[2005]]
|[[/]]
|Vincenzo Cotugno
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[/]]
|[[15 aprile]] [[2008]]
|Nicandro Cotugno
|
|[[F.F.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[16 aprile]] [[2008]]
|[[30 maggio]] [[2012]]
|Nicandro Cotugno
|[[Lista civica|Venafro sarà]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[31 maggio]] [[2012]]
|[[novembre 2012]]
|Erminia Ocello
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[novembre 2012]]
|[[maggio 2013]]
|Giuseppina Ferri
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[27 maggio]] [[2013]]
|[[10 giugno]] [[2018]]
|Antonio Sorbo
|[[Lista civica|Venafro cambia Venafro]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[11 giugno]] [[2018]]
|in carica
|Alfredo Ricci
|[[Lista civica|Insieme per Venafro]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
Venafro è gemellata con:
* {{Gemellaggio|Lettonia|Cēsis}}
* {{Gemellaggio|Italia|Cassino}} (dal 1983 gemellaggio delle comunità giovanili che seguono le squadre calcistiche cittadine)
 
== Sport ==
La principale squadra di calcio della città è l'[[U.S. Venafro 1966]] che milita nell'[[Eccellenza Molise]]. Tra i suoi tesserati si ricordano il calciatore [[Diego Armando Maradona Junior]] (2007-2008) e gli allenatori [[Rosario Rivellino]], [[Domenico Progna]], [[Alberto Urban]], [[Corrado Urbano]], [[Mario Buccilli]]. La tifoseria venafrana è profondamente legata a quella [[Associazione Sportiva Dilettantistica Cassino Calcio 1924|cassinate]] da un duraturo gemellaggio iniziato nel 1983.
 
La squadra di pallacanestro cittadina è la società Basket Venafro<ref>[http://www.basketvenafro.it/ basketvenafro]</ref> fondata nel [[1977]].
==Sport==
{{W|sport|novembre 2009}}
===Calcio===
Lo sport principale della città è il calcio. La maggiore squadra locale è l'[[US_Venafro|Unione Sportiva Venafro]] che milita nel Campionato di Eccellenza del Molise. La società fu fondata nel 1966 ed ha sempre militato nei campionati campano-molisani poiché prima categoria e promozione erano campionati misti a causa della mancanza del comitato della FIGC molisana.
Con l'istituzione della FIGC Molise (1992), la squadra ha sempre preso parte al campionato di eccellenza molisana con ottimi risultati finendo spesso al 3° posto. Nel 1998-99 finì seconda e partecipò agli spareggi per l'accesso in serie D contro la formazione pugliese del [[Società Sportiva Manfredonia Calcio|Manfredonia]], ma lo spareggio non andò a buon fine. Nell'annata 2003-04 finalmente dopo innumerevoli piazzamenti al 3° posto, la formazione bianconera riesce ad approdare in serie D dove ha militato sino alla stagione 2008-09.
Da quest'anno (2009-10) milita di nuovo in eccellenza con propositi di tornare presto nel campionato di serie D.
 
La società di pallavolo con sede nel Comune è la Venafro Volley,<ref>[http://www.venafrovolley.com www.venafrovolley.com]</ref> fondata nel 2007. La squadra maschile milita in Serie D.
Nell'estate del 1991 ci fu un falso storico perché si attribuì al Venafro un'offerta di 5 miliardi di lire relativa all'acquisto dal Napoli di Diego Armando Maradona, che in quei giorni era in trattativa con il Siviglia.Ebbene si rivelò uno scherzo di un collaboratore della ditta di costruzioni dell'allora presidente A. Patriciello, ma lo stesso i giornali sportivi italiani parlarono di questa storia.
Poi diversi anni dopo (stagione 2007-08) sotto la gestione del presidente N. Patriciello un Maradona ha vestito la casacca bianconera. Trattasi di [[Diego Sinagra|Diego Armando Maradona Jr]] figlio del famoso pibe de oro argentino.
 
La principale squadra di calcio a 5 è lo Sporting Venafro, milita nella [[Serie B (calcio a 5)]] (stagione 2021-22), c'è anche il Venafro F.C che comprende sia la squadra maschile che femminile. La squadra maschile milita nella serie C1 molisana (stagione 2021-22), la squadra femminile nella serie C molisana (stagione 2021-2022)
Presidenti storici dell'Unione Sportiva Venafro 1966
 
La squadra di nuoto è la Swim Project Venafro, che gareggia nel Comitato Regionale Lazio
* Umberto Cappellari;
* Aniello Patriciello;
* Mauro Cappellari;
* Giuseppe Riccitiello;
* Nicandro Patriciello
 
===Basket Impianti sportivi ===
L'impianto principale di Venafro è lo stadio comunale "marchese Alessandro del Prete". Vi sono inoltre una palestra comunale e una piscina.
Fondata nel [[1977]], la società del Basket Venafro si è sempre distinta per l'ottimo lavoro svolto a servizio della comunità, evidenziando inoltre che per tanti anni questa società non ha avuto un posto al coperto dove poter svolgere le proprie gare.
Ha militato dapprima nei campionati regionali, poi nella serie C2 abruzzese-molisana e dalla stagione 2009-2010, con l'acquisto del titolo dell'Atri (Te), partecipa al campionato di C1-dilettanti con formazioni abruzzesi, laziali, marchigiane, pugliesi e per l'appunto molisane.
<ref>[http://www.basketvenafro.com www.basketvenafro.com]</ref>
 
==Curiosità==
{{Curiosità}}
Fino a un decennio fa in questi giorni di festa si svolgeva una caratteristica corsa dei "ciucci" (ovvero i muli) all'interno dell'anfiteatro romano e l'opera di San Nicandro che raccontava la storia del martirio dei tre santi. Un tempo nei tre giorni di festa si svolgevano ben tre processioni: il 16 c'era la cosiddetta processione dei "signori", a cui partecipavano su invito solo i nobili del paese, ma oggi grazie ai cambiamenti sociali ed economici tale processione viene seguita da ogni ceto; il 17 c'era la processione del clero a cui partecipava tutto il clero venafrano e diocesano portando dalla chiesa dell'Annunziata verso il convento la testa-reliquiario di San Nicandro; infine il 18 c'era e c'è tutt'ora la processione cosiddetta del popolo, alla quale partecipa tutto il popolo di Venafro e dei dintorni.
 
Da qualche tempo su iniziativa di un gruppo di cittadini si sta pensando alla realizzazione del busto in argento di San Marciano così come avvenuto più di tre secoli fa per quanto riguarda quello di San Nicandro, per imprimere maggiore devozione anche nei confronti di questo santo.
 
Il "percorso della processione" del 18: piazzale del convento (uscita delle statue e canto dell'inno), viale San Nicandro (sosta e canto dell'inno), corso Molise (sosta e canto dell'inno), piazza S. D'Acquisto, via Roma, piazza Mercato (sosta e canto dell'inno), via Plebiscito, corso Garibaldi, piazza Portanova (sosta e canto dell'inno), via Amico da Venafro, piazza Merola, via de Amicis, via Duomo, Concattedrale (ingresso in chiesa e canto dell'inno), via Duomo(2), via de Amicis(2), piazza Merola(2), via Cavour (sosta e canto dell'inno), chiesa di Cristo (ingresso in chiesa e canto dell'inno), via Della Valle, via Colle (sosta e canto dell'inno), piazza Castello (sosta e canto dell'inno), ritorno alla chiesa dell'Annunziata (canto dell'inno in chiesa).
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Nicandro, Marciano e Daria]]
* [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Venafro)]]
* [[Palazzina Liberty (Venafro)]]
* [[Parco regionale agricolo storico dell'olivo di Venafro]]
* [[Stazione ferroviaria di Venafro]]
 
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== Collegamenti esterni ==
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